2. Agenda
• Introduzione: il Global Outlook 2014
• L’Europa alla prova della crescita
• L’Italia e i mercati internazionali
• Raccomandazioni di policy
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3. Introduzione: il Global Outlook 2014
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• Otto incontri dedicati ad alcune aree del mondo
in fase di transizione e trasformazione economica
1. L’Unione europea alla prova della crescita
2. Italia e mercati internazionali
3. Prospettive economiche dei Balcani occidentali
4. Il futuro della Turchia
5. La crisi del Venezuela
6. L’ascesa del Myanmar
7. Il Giappone e la Abenomics
8. Il nuovo corso della Cina
4. Agenda
• Introduzione: il Global Outlook 2014
• L’Europa alla prova della crescita
• L’Italia e i mercati internazionali
• Raccomandazioni di policy
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6. L’Europa alla prova della crescita
• Come tornare a crescere?
– Nuova politica industriale
– Agenda digitale
– TTIP?
– Smart regulation e «REFIT»
– Revisione della strategia Europa2020
– Nuova governance europea, «accordi
contrattuali» e nuove condizionalità
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8. La nuova politica industriale europea
• La «reindustrializzazione» dell’Europa parte da un
obiettivo: riportare il manifatturiero al 20% del PIL
– Industrial renaissance basata sul concetto di Terza
Rivoluzione Industriale
– Può rimettere in discussione alcuni obiettivi strategici
della UE (e.g. cambiamento climatico)
– Basata sul calcolo dei costi cumulativi per settore
(soprattutto, costi di energia e materie prime)
– Attenzione al bisogno di «nuove competenze»
– Sei settori strategici: non è ancora chiaro il legame tra
politiche settoriali e altre politiche UE (e.g. Europa2020)
9. La nuova politica industriale europea
Source: European Competitiveness Report 2013 based on data from Eurostat and OECD
10. La nuova politica industriale europea
• Nuova politica industriale
– La «reindustrializzazione» dell’Europa
Source: European Competitiveness Report 2013 based on data from Eurostat
11. La nuova politica industriale europea
• Nuova politica industriale
– La «reindustrializzazione» dell’Europa
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Quota del manifatturiero sul PIL, 2000 e 2012
Source: European Competitiveness Report 2013 based on data from Eurostat and OECD
12. La nuova politica industriale europea
• Produzione industriale nel manifatturiero
– Evoluzione dal «picco» del 2008
Source: European Competitiveness Report 2013 based on data from Eurostat
13. La nuova politica industriale europea
• Raccomandazioni di policy
– Chiarire la metodologia dell’analisi dei costi
cumulativi
– Consultare gli stakeholder sui prossimi settori
– Avviare un’ampia e concreta discussione su
possibili iniziative “orizzontali”: in particolare, è
necessaria una strategia Europea per le materie
prime, per il costo dell’energia e per le
infrastrutture, inclusa in particolare quella digitale
15. Il Digital Single Market?
• Un decennio perduto?
– Eccessiva frammentazione nella politica sulle
infrastrutture
– Ritardi enormi nella fibra ottica
– Ritardi nello sviluppo della telefonia 4G
– Mancanza di imprenditorialità (“yollies”)
– Lento sviluppo nell’e-commerce ed e-government
– Incertezze sul copyright
16. Il Digital Single Market?
• Raccomandazioni
– Semplificare la lista dei mercati rilevanti
– Centralizzare la politica dello spettro
– Ridurre il costo dell’investimento in infrastrutture
– Chiarire le regole sulla neutralità della rete
– Riflessione sull’applicazione delle normative sulla
protezione dei dati, sicurezza informatica e copyright
– Azioni ambiziose per promuovere le competenze e
conoscenze digitali tra giovani e adulti
18. Smart regulation e «REFIT»
• La qualità della legislazione UE (in tutte le sue
fasi) è essenziale per tornare a crescere
– Semplificazione e «sburocratizzazione»
– Calcolo dei costi di compliance (ABR-plus)
– «Fitness checks» in aree selezionate
– Legame con Europa2020 e coerenza tra le politiche
pubbliche della UE
– Governance multi-livello: la better regulation dipende
anche dal livello nazionale e locale
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21. Not one tank of gas…
• Negoziato molto complesso
– Divergenze di priorità
• Energia, materie prime, servizi finanziari per la UE
• Dati personali, OGM, investor protection per gli USA
– Credibilità/legittimità
• Obama non ha trade promotion authority
• Commissione e Parlamento sono un’incognita
• Il «caso Snowden» non ha portato benefici alla TTIP
– Le divergenze regolatorie sono state sottostimate
• Esempio: il principio di precauzione
• Difficile portare al tavolo le autorità indipendenti
• Anche gli USA hanno problemi di «mercato interno»
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23. Esiti possibili
• Un accordo sarà raggiunto, forse nel 2015
– Meno ambizioso del previsto
– Rimozione di alcune delle tariffe
– Maggiore mutual recognition in alcuni campi
– Cooperazione futura su regolazione e R&D
– Vantaggi economici esigui nel medio periodo
• Possibile cambiamento di scenario
– La crisi in Ucraina può portare gli USA a eliminare l’export ban
sul proprio abbondante gas naturale
– L’Europa ha la leadership per condurre questa operazione?
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25. Europa2020: chi era costei?
• Non basta «spegnere il fuoco» della crisi
• Europa 2020 come visione da recuperare
26. Europa2020: raccomandazioni
• La presidenza italiana deve farne una
priorità assoluta
– Revisione dei pilastri (infrastrutture, istruzione,
occupazione)
– Revisione degli obiettivi e degli indicatori
– Coinvolgimento delle regioni e del territorio
– Integrazione nella nuova governance europea
29. Quali «accordi contrattuali»?
• Novità da formalizzare entro fine anno
(presidenza italiana)
• È essenziale che siano legati a proposte
concrete e credibili per la crescita
– Flessibilità sull’OMT in cambio di riforme (ma
«inversione dell’onere della prova»)
– Necessità di un’analisi che mostri impatti concreti e
convergenza verso gli obiettivi di Europa 2020
(contestualmente riformati)
– Programma di monitoraggio in itinere e valutazione ex
post degli effetti delle riforme
30. Verso «nuove condizionalità»
• Nessuna flessibilità senza credibilità
– Paesi con deficit di trasposizione di direttive e
ritardi nell’utilizzo di fondi di coesione non
dovrebbero poter ottenere flessibilità sull’OMT
– L’erogazione dei fondi di coesione dovrebbe
essere legata alla trasparenza delle procedure e
all’allineamento con il programma di smart
regulation della Commissione
32. L’Italia malato dell’Europa
• I problemi dell’Europa si ripresentano, in modo ancor più
evidente, nel nostro paese
– Età media molto elevata
– Produttività e redditi in declino
– Tessuto produttivo bisognoso di riqualificazione
– Difficoltà ad entrare nelle GVCs
– Un sistema universitario in declino, un brain drain notevole
– Eccessiva chiusura ai talenti stranieri
– Politica controversa e contraddittoria per le grandi e le piccole imprese
– Enormi difficoltà nell’accesso al credito per le PMI
– “Più realista del Re” nella politica industriale
– Governance assai farraginosa a livello nazionale e locale
– Mancanza di una visione di medio-lungo periodo
34. Raccomandazioni di policy (1)
• Una visione di medio-lungo periodo
• Colmare il gap infrastrutturale
• Una nuova strategia per scuola e università per
formare competenze del futuro
• Contrastare il connubio «Costo del lavoro + bassa
produttività»
• Incentivare la spesa in R&S privata
• Efficienza della PA e della giustizia
• Migliorare l’uso dei fondi di coesione
• Riformare la governance multi-livello del Paese
35. Raccomandazioni di policy (2)
• Attrarre investimenti dall’estero
– Destinazione Italia è un passo importante, ma ancora in
gran parte da realizzare
– Una strategia tesa a evitare il depauperamento del nostro
know how
• Internazionalizzazione
– Scelta obbligata per le nostre PMI migliori
– Necessità di una revisione della governance
41. Italia malato dell’Europa
• Nel quinquennio della crisi (2008-2012)
– Il reddito disponibile delle famiglie si è ridotto del
10%, tornando indietro di 20 anni
– Si sono persi 681.000 posti di lavoro e la
disoccupazione giovanile sfiora il 40%
– Mancanza di speranza e voglia di futuro:
economisti e ingegneri altamente qualificati sono
le categorie che emigrano di più per trovare un
lavoro (migliore)
48. Il “decennio perduto”
• Spesa per l’istruzione: indietro di 10 anni
– Note positive dall’azione recente del governo
– Un sistema da ripensare
– Dati preoccupanti sull’abbandono scolastico,
specialmente al Sud
– Una grande sfida per l’Italia
• Da culla della civiltà a tomba della civiltà?
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49. Il “decennio perduto”
• Spesa per la ricerca
– In rapporto al PIL, è metà di quella francese, un
terzo di quella tedesca
– Il venture capital è quasi inesistente (il 30% della
media UE e il 10% di quella USA)
– Fare impresa costa troppo: a parte la tassazione,
il costo per aprire un’impresa è il triple della
media UE
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52. ... che si può rimarginare
• Il “Piano d’Azione Coesione”
– Enfasi su istruzione, occupazione, trasporto
ferroviario e agenda digitale
– In 14 mesi si è speso più che nei 5 anni
precedenti
53. Toccare i “fondi”
• Troppe opportunità mancate!
– Sfruttiamo poco Leonardo e Erasmus Mundus
– La rete EEN è spesso scarsa o fittizia
– PMI troppo piccole per gli strumenti BEI?
– Siamo quasi assenti dalle KICs
– L’0,0001% delle PMI partecipa a progetti diricerca
finanziati dalla UE
– L’uso di fondi FESR e FSE al Sud è spesso
caratterizzato da carenze nella gestione e nella
individuazione dei progetti che “valgono”
54. Oneri senza onori?
• L’Italia è un «net contributor»
al bilancio UE, e lo è ancora di
più perché non riesce a
spendere bene i fondi che
riceve dalla UE
• In futuro, la capacità di
spendere bene sarà ancora più
importante per poter ricevere i
fondi di Coesione