Le problematiche della tossicodipendenza legate agli oneri connessi alla funzione di madre e l'organizzazione del Servizio residenziale per mamme tossicodipendenti "Casa Aurora".
4. Il servizio residenziale per donne
tossicodipendenti con figli “Casa
Aurora”
IL PERCORSO:
L’ingresso: Le ospiti vengono inviate dal Ser.D. e/o dai Servizi di Tutela Minori.
La donna viene invitata ad effettuare una serie di colloqui che hanno lo scopo di
conoscere la persona, raccogliere un’anamnesi, conoscere la situazione del minore
e valutare le fasi e la durata del percorso.
Trattamenti farmacologici: Sono ammesse persone in trattamento farmacologico e
sostitutivo che deve essere prescritto dal Ser.D. e deve essere continuamente
monitorato.
Le fasi e i tempi del percorso: Il programma e i suoi tempi vengono stabiliti sulla
base di un progetto individuale concordato tra operatori della Comunità, Servizi
referenti e soggetto coinvolto. (Durata media 18/24 mesi).
Dimissioni: Le dimissioni avverranno al raggiungimento degli obiettivi di cura e di
un’autonomia economica ed abitativa che permetterà la gestione indipendente di
un proprio nucleo familiare.
5. Il Progetto Terapeutico
Individualizzato
(PTI)
Il PTI viene redatto in base alla valutazione interdisciplinare che viene svolta
dall’equipe.
Il PTI è un progetto interistituzionale tra operatori dei servizi sociali e sanitari.
Il PTI è indirizzato alle problematiche della tossicodipendenza e a quelle
psicopatologiche e alla funzione genitoriale.
Il PTI per adulti ha come finalità la declinazione del tipo di intervento e il
coinvolgimento della famiglia.
Nel PTI per minori si svolge una valutazione psicofisica del minore attraverso
osservazione libera e somministrazione di test.
6. Il modello di presa in carico
Il modello di presa in carico di madre e bambino è assai complesso e garantisce la presa in
cura di tutti i portatori di interesse: madre, bambino e la loro relazione.
LA PRESA IN CARICO DELL’ADULTO: La fase iniziale è quella di osservazione e
valutazione in cui si verifica la situazione clinica e diagnostica della paziente. La seconda
fase prevede l’attivazione dei dispositivi specialistici a seconda dei bisogni dei pazienti.
LA PRESA IN CARICO DEL MINORE E DELLA RELAZIONE MADRE-BAMBINO: Questa
presa in carico ha lo scopo di monitorare e programmare gli interventi sulla genitorialità
e sullo sviluppo dei bambini. Questo modello è progettato su quattro fasi: 1)
valutazione personalità e competenze genitoriali delle madri; 2) valutazione indiretta
del bambino; 3) valutazione diretta del minore; 4) possibili interventi terapeutici da
applicare.
Questo modello permette la valutazione della diade madre-bambino ma anche di
entrambi i membri individualmente per poter attuare un intervento mirato non solo
sulle madri ma anche sui loro figli.
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9. Le attività
Le attività educative: Le ospiti svolgono attività quotidiane di gestione della
Comunità. Ad ognuna, a turno, vengono affidate delle responsabilità quali: la
preparazione dei pasti, la pulizia dei locali collettivi e generali, le gestione della
spesa per il vitto e la gestione delle necessità per i bambini.
Tutte le attività, in cui l’utente è sostenuta dall’educatore, sono pensate per
permettere un accompagnamento e sostegno educativo al percorso terapeutico
delle ospiti.
Le attività di formazione: L’accompagnamento alla formazione e all’inserimento
lavorativo viene condotto dagli educatori che si avvalgono di specifici progetti o di
collaborazioni con agenzie esterne. Gli educatori seguono le pazienti nelle varie fasi
di curricula, di scelta del percorso formativo e di ricerca di lavoro.
Le attività lavorative: La comunità propone un percorso di orientamento
professionale teso ad indirizzare al meglio le ricerche per il percorso del
reinserimento lavorativo. Durante i colloqui di orientamento vengono realizzate
delle azioni concrete che affiancano la riflessione sul futuro lavorativo della
persona e sulla valorizzazione delle competenze ed esperienze formative e
lavorative acquisite.
10. Progetto gruppo terapeutico sulla
genitorialità
Questo gruppo rappresenta un ulteriore modalità d’intervento finalizzata al supporto
delle difficoltà relazionali tra le madri e i loro figli con l’ausilio del CIRCLE OF
SECURITY PARENTING TRAINING.
IL CIRCOLO DI SICUREZZA: è uno strumento che prevede un programma d’intervento
precoce per migliorare la sicurezza d’attaccamento tra genitori e figli.
L’OBIETTIVO: è quello di cercare di ampliare le capacità materne di elaborazione sia
dal punto di vista emotivo, che cognitivo e comportamentale.
11. La formazione del personale
La Cooperativa riconosce un diritto/dovere di formazione degli operatori e dei
professionisti attraverso due direttrici:
1. La capacità di lavorare in equipe e di relazionarsi con le persone;
2. L’acquisizione di metodi e strumenti di lavoro.
Il diritto/dovere alla formazione si concretizza attraverso i seguenti dispositivi: la
supervisione clinica e specifica per il personale psicologi/psichiatri con cadenza
mensile, la supervisione clinica e specifica per il personale operatori/educatori,
la supervisione clinica e istituzionale per tutte le figure dell’equipe con cadenza
mensile e le attività di formazione specifica programmata dall’Ente Gestore
stesso e da altre organizzazioni nazionali e/o internazionali.
12. Il lavoro di rete
Servizi Ospedalieri (Pediatra-
Neonatologia, Ginecologia, Malattie
Infettive);
Medicina e Pediatria di Base;
Consultori Familiari;
Neuropsichiatria Infantile;
Scuole Materne- Asili Nido;
Enti e Associazioni del Territorio
Veneziano (CdQ, Associazione Auser,
Rete Antiviolenza del Comune di
Venezia);
•Organizzazioni di imprenditoria sociale
(consorzi e singole cooperative sociali
di reinserimento lavorativo);
•IPAB (“I.R.E”, “Opera Pia Istituti Riuniti
Patronato di Castello e Carlo Coletti”,
Istituto S. Maria della Pietà, Istituzione
Veneziana).
La Comunità madre-bambino si deve integrare appieno nel sistema dei servizi socio
sanitari cittadini e per tale motivo partecipa alla rete dei servizi del Dipartimento per le
Dipendenze ULS 12, per la presa in carico delle madri tossicodipendenti con figli e alla
Rete Antiviolenza promossa dal Comune di Venezia.
I servizi prevalentemente coinvolti anche nel progetto di cura in Comunità sono: