Definire il Lago di Como “ambiente magnifico“ è a dir poco riduttivo.
Chi ha la fortuna di vivere sulle sue sponde ritiene assurdo che vi possano essere persone che non ne abbiano mai sentito parlare. Sarà forse a causa di quel curioso fenomeno per il quale ciò che ci riguarda, che conosciamo e che amiamo debba giocoforza essere noto a tutti?
O perché il piccolo mondo nel quale viviamo, per quanto limitato esso sia, rappresenta sempre e comunque la totalità degli universi possibili? Ma esistono persone che non abbiano mai sentito parlare di Alessandro Volta? O del Manzoni? Chi non conosce la particolare forma a “lambda“ del Lago di Como? Chi non conosce gli sfarzi lussuosi o l’intimità malinconica delle tante ville che adornano le rive del lago?
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=205
2. 76
Sentieri d’autore l Escursionismo consapevole attorno al Lago di Como
storia, di natura o quale guida turistica della Lombardia non li cita? Che cosa mai si dovrebbe
allora ri-scoprire, o tornare a scoprire?
Il presente libro si propone, ma senza superbia, di orientare proprio questo tentativo di ri-sco-
perta; di guidare a un modo differente di “andare in montagna”, o di “girar per monti”.
Di creare un connubio indissolubile tra conoscenza e cultura da un lato e possibilità di “testare
sul campo” quanto letto e discusso dall’altro. La proposta è quindi quella di favorire un escursio-
nismo consapevole; lontano quindi dai canoni dell’agonismo o del turismo di massa e più vicino
ai tempi propri e naturali dell’essere umano, del suo vivere e della natura.
Perché l’incontro uomo-natura sarà in grado di liberare quella meraviglia che, come suppose
Aristotele, è la causa più pura del filosofare; o che, come in questo caso e molto più umilmente,
sarà capace di alimentare la passione per scrivere, per raccontare e per vivere di questi stupendi
e indimenticabili luoghi.
Guido Caironi
Definire il Lago di Como “ambiente magnifico” è a dir poco riduttivo.
Chi ha la fortuna di vivere sulle sue sponde ritiene assurdo che vi possano essere persone che
non ne abbiano mai sentito parlare. Sarà forse a causa di quel curioso fenomeno per il quale ciò
che ci riguarda, che conosciamo e che amiamo debba giocoforza essere noto a tutti?
O perché il piccolo mondo nel quale viviamo, per quanto limitato esso sia, rappresenta sempre
e comunque la totalità degli universi possibili? Ma esistono persone che non abbiano mai sentito
parlare di Alessandro Volta? O del Manzoni? Chi non conosce la particolare forma a “lambda”
del Lago di Como? Chi non conosce gli sfarzi lussuosi o l’intimità malinconica delle tante ville
che adornano le rive del lago?
E chi non ha mai sentito parlare di Como, o di Lecco, o delle Grigne?
Sembra che chiunque, qualsiasi attività svolga e qualsiasi siano i propri interessi, non possa non
ritrovarsi, in qualche modo e almeno una volta nella vita, a tu per tu con il Lario.
Ma forse non è così; forse esistono realmente persone che ignorano questo lago, i suoi monti, le
sue valli, i suoi paesi e le sue bellezze. E addirrittura questa verità potrebbe divenire una fortuna;
perché solo ignorando si potrà conoscere e solo non amando si potrà iniziare ad amare.
Il Lago di Como rappresenta un territorio molto particolare, del quale è impossibile non inna-
morarsi. Sono stupendi i suoi paesini, che si affacciano rispecchiandosi nelle sue acque. Sono
bellissimi i suoi monti così tanto diversi, l’uno dall’altro, in uno spazio geografico relativamente
modesto. Particolari sono i suoi profumi, sempre mutevoli, a seconda delle ore del giorno, delle
stagioni e dello spirare dei venti. Sono suggestivi gli scorci del lago, sia nei mesi più caldi e so-
leggiati, ma anche nei periodi più freddi, quando le brume e le nebbie sanno suggerire un’altra
interpretazione, magari più malinconica e silenziosa, ma non per questo meno emozionante.
Il Lago di Como è antico e non soltanto per le sue origini geomorfologiche; ma è antico perché
dalla notte dei tempi popoli e genti lo hanno frequentato e abitato. E il segno di questo passag-
gio resta anche oggi in una miriade di località, insediamenti, strade e paesi, che ne punteggiano
fittamente le sue sponde e le sue valli.
Montagne e sentieri dunque, cime e alpeggi, angoli noti e meno noti. Da questa ispirazione
nasce il presente libro, che non si propone di passare in rassegna ogni possibilità escursionistica
attorno al Lario; ma che sceglie alcuni percorsi, sempre a “vista lago”, per andare a scoprire
luoghi carichi di fascino e di natura. Alcuni di questi itinerari saranno ben noti, e non potrebbe
essere altrimenti. Ma altri saranno più nascosti e lontani dal grande turismo, pertanto più celati
e raccolti; e forse, proprio per questo, ancora più desiderabili.
Lo scopo del presente libro non è dunque quello di guidare alla scoperta di luoghi sconosciuti,
quanto quello di stimolare a ricercare aspetti nuovi di ambienti antichi e già noti. Basti citare
il gruppo delle Grigne o il Resegone, o il Triangolo Lariano: chi non li conosce? Quale libro di
INTRODUZIONE
l Introduzione
Tipici insediamenti rurali dell’Alto Lario Occidentale, molti dei quali al giorno d’oggi abbandonati.
3. 98
TRE • IL LARIO, LE SUE VICENDE E LE SUE STORIE 95
• Como, la città che donò il proprio nome al lago e Lecco, sentinella del ramo orientale 96
• Le imprese comasche dei Garibaldini: la Battaglia di San Fermo 102
• I Massi Avelli del Triangolo Lariano e i segni dell’antichità 110
• Ricordi della Grande Guerra sul Lago di Como: la Linea Cadorna 112
3.1 • IL SENTIERO DELLE CRESTE SUL RESEGONE - Sulla montagna del Manzoni 118
3.2 • IL GIRO DELLA PIETRA PENDULA - Tra Brunate e Torno alla ricerca di misteriosi reperti 121
3.3 • SU E GIÙ PER IL MONTE LEGNONE - Un’entusiasmante escursione al limite dell’alpinismo 124
3.4 • IL PERIPLO DELLA CROCE DI MUGGIO - Tra Lario, Valvarrone e Valsassina 128
3.5 • LA VALLE BOVA - In esplorazione tra canyon e caverne 131
3.6 • AL MONTE MEGNA - Osservando dall’alto la bellezza della romanica Chiesa di Sant’Alessandro 134
QUATTRO • LA BELLEZZA E LA SPIRITUALITÀ DEI LUOGHI SACRI DEL LAGO DI COMO 137
• In primis: Como e il suo Duomo 138
• Esplorando la Val Perlana 141
• Il Santuario della Madonna delle Grazie, noto anche come San Martino di Griante 142
• Nell’Alto Lario Occidentale 143
• Il gioiello dell’Alto Lago Orientale: l’Abbazia di Piona 145
• In vetta a una curiosa montagna intelvese: San Zeno 147
• Sulle tracce di pellegrini e viandanti a San Pietro al Monte 148
• In Alto Lago: San Fedelino 149
• I luoghi di pace attorno al Lario 150
4.1 • SAN BENEDETTO IN VAL PERLANA - Un percorso ad anello all’antica abbazia 153
4.2 • TRA GRIANTE, SAN MARTINO E NAVA - Avventuroso percorso all’Oratorio di San Martino 156
4.3 • L’ANELLO DEL SASSO PELO - Tra antichi abitati, cappelle e falesie rocciose 159
4.4 • BAGGIO E I SUOI “SATELLITI” - Per girovagare tra antichi insediamenti e luoghi di preghiera 162
4.5 • SAN ZENO E IL SASSO GORDONA - Per conoscere alpeggi, chiese e postazioni militari 166
4.6 • SAN PIETRO AL MONTE E IL CORNIZZOLO - Escursione ad anello in un luogo di profonda spiritualità 170
4.7 • L’ORATORIO DI SAN FEDELINO - Un piccolo gioiello di architettura sul Lago di Mezzola 172
CINQUE • LE PROFESSIONI ATTORNO AL LARIO: TRA LAVORI ANTICHI E ATTIVITÀ MODERNE 175
• Il cavatore e lo scalpellino 176
• I piloti che volano con il vento 180
• Vivere da pescatori 181
5.1 • AL RIFUGIO DEI MURELLI - Camminando tra cave e Munt 186
5.2 • L’ANELLO DEL MONTE NUVOLONE - Dove il grande turismo non è ancora arrivato 189
5.3 • LO ZUCCO DELLA ROCCA E COLONGHEI - Tra agricoltori e sopraffini rocciatori 192
5.4 • PIAMURO E BARNA - Dalla Pietra Pendula all’Antica Chioderia 196
5.5 • IL MONTE COSTONE E L’ALPE DI COLONNO - Lungo la “Strada ai Monti” sui crinali della Val d’Intelvi 199
5.6 • IL SENTIERO DELLE VASCHE - Tra divertimento e lavoro 202
Sentieri d’autore l Escursionismo consapevole attorno al Lago di Como
• Prefazione 5
• Introduzione 7
• Carta generale 11
• Guida alla consultazione 14
• Avvertenze 18
• In caso di emergenza 20
• Informazioni e recapiti utili 21
• Bibliografia 21
• Collaborazioni e ringraziamenti 22
• L’autore 24
UNO • GEOGRAFIA E MORFOLOGIA DEL LARIO 25
• Inquadramento geografico 26
• Il Basso Lario Occidentale 29
• L’Alto Lario Occidentale 31
• Il Triangolo Lariano 33
• Il Gruppo delle Grigne e il Resegone 34
• L’Alto Lario Orientale: la Val Varrone e il Monte Legnone 36
• L’origine del Lago di Como e la sua attuale morfologia 37
• Il Ghiacciaio Abduano 39
1.1 • IL MONTE GENEROSO - Escursione a cavallo tra Italia e Svizzera 44
1.2 • SUL MONTE DURIA - Un pulpito panoramico di rara bellezza 47
1.3 • LA CRESTA DELLA GIUMENTA - Tra escursionismo e mondo delle ferrate 50
1.4 • IL MONTE SAN PRIMO - Un percorso ad anello per volare sul Lago di Como 53
1.5 • I PIZZONI DI PARLASCO - Tra affreschi, colori e guglie rocciose 56
DUE • GEOLOGIA, MORFOLOGIA E CURIOSITÀ GEOLOGICHE DEI MONTI DEL LARIO 59
• Il calcare e la dolomia attorno al Lago di Como 62
• Alcune bizzarre conformazioni rocciose della Grigna Settentrionale 63
• Le “strane” rocce dell’Alto Lario Orientale 65
• Le rocce sedimentarie del Triangolo Lariano 66
• La Fascia Settentrionale 69
• La Linea della Grona e la Linea Insubrica 69
• A Rezzago a raccogliere funghi... di terra! 70
• I massi erratici, o “trovanti” 70
2.1 • IL SENTIERO GEOLOGICO GIORGIO ACHERMANN - Per riconoscere le forme dei ghiacciai 75
2.2 • GRIGNA SETTENTRIONALE - La Via del Caminetto 79
2.3 • LE “SETTE CIME” DELLA VAL RAVELLA - Foreste, fossili e paesaggi 82
2.4 • I FUNGHI DI REZZAGO - Tra le bizzarre forme della natura 86
2.5 • LA SALITA AL MONTE GRONA - Per camminare tra roccia sedimentaria e metamorfica 89
2.6 • IL CORNO BIRONE - Per inerpicarsi con fatica tra grandi massi erratici 92
INDICE
l Indice
4. 1110
SEI • ANIMALI, FIORI E PIANTE DEL LAGO DI COMO 205
• I mammiferi del territorio comasco 206
• La vegetazione, le specie floreali e gli endemismi del Lario 212
6.1 • IL MONTE DI FOJORINA E I TORRIONI DI VALSOLDA - All’interno di una Riserva Integrale 219
6.2 • IL GIRO DEI PASSI - Tra Giovo, Sommafiume e San Jorio 222
6.3 • L’ANELLO DEL MONTE BARRO - Un’interessante traversata di cresta sorvolando i Laghi Briantei 227
6.4 • L’ANELLO DEL MONTE CUCCO - Per tentare di inseguire i grandi salti dei camosci 230
6.5 • IL DOSSO BELLO - Un’escursione luminosa in Val del Liro 233
6.6 • IL CANALONE COMERA - Sul Resegone alla ricerca dei camosci 236
6.7 • IL CANALONE PORTA - Alla ricerca degli endemismi della Grignetta 239
SETTE • VICENDE UMANE ATTORNO AL LARIO 245
• Gian Giacomo de’ Medici, detto il Medeghino 246
• La scienza di Alessandro Volta 249
• I Promessi Sposi e Alessandro Manzoni 252
• Guido Monzino, le sue avventure e la Villa del Balbianello 253
• Uno dei più grandi alpinisti di tutti i tempi: Walter Bonatti 254
• Lecco e Riccardo Cassin 257
7.1 • IL SENTIERO DEL FIUME - Tra giochi d’acqua, luoghi di meditazione e alte pareti 260
7.2 • IL MEDALE, IL COLTIGNONE E SAN MARTINO - Grandi pareti rocciose a un passo dalla città 263
7.3 • LA GRIGNETTA “A SPIRALE” - Camminando nel paradiso dei rocciatori 267
7.4 • LA SALITA DEL MONTE MOREGALLO - Una delle più belle elevazioni del Triangolo Lariano 271
7.5 • IL SASS TAVARAC - Tra scale e falesie di arrampicata 274
OTTO • STRADE, SENTIERI E ANTICHI PERCORSI ATTORNO AL LARIO 277
• Il Sentiero del Viandante 279
• La Strada Regina 280
• I “moderni” sentieri 282
8.1 • SUL SENTIERO DEL VIANDANTE - Per trasformarsi in moderni pellegrini 286
8.2 • IL PERIPLO DEL MONTE BOLETTONE - Per affacciarsi direttamente sulla Pianura Lombarda 289
8.3 • IL PERIPLO DEL MONTE BERLINGHERA - Per inseguire antichi percorsi 292
8.4 • IN VALLE ALBANO - Un territorio inesplorato e ancora selvaggio 295
8.5 • L’ANELLO DELLO ZUCCO PERTUSIO - Un modo originale per conoscere la Grigna Meridionale 299
Sentieri d’autore l Escursionismo consapevole attorno al Lago di Como
San Fedele
Intelvi
Como
Cantù
Erba
Lecco
Abbadia
Lariana
Mandello
del Lario
Bellinzona
SVIZZERA
ITALIA
Calolziolcorte
Valmadrera
Argegno
Lago di
Pusiano
Lago di
Alserio
Lago di
Annone
Mendrisio
Morcote
Lag
odiComo
Lago di Lugano
Nibbiono
Calco
CanzoChiasso Cernobbio
Brienno
Lucino
Montorfano
Menaggio
Gravedona
Colico
Porlezza
Bellagio
Novate
Mezzola
Resegone
Grigne
Legnone
1.1
1.2
1.3
1.4
1.5
2.1
2.2
7.2
7.3
7.4
8.1
8.2
8.3
8.4
8.5
7.5
7.1
5.1
5.2
5.3
5.4
5.5
5.6
2.5
2.3
3.1
3.2
3.3
6.1
6.2
6.3
6.4
6.6
6.7
6.5
4.1
4.7
4.2
4.3
4.4
4.5
4.6
3.4
3.5
3.6
2.62.4
l Carta generale
5. Uno l Geografia e morfologia del Lario
2726
Sentieri d’autore l Escursionismo consapevole attorno al Lago di Como
Inquadramento geografico
Il Lago di Como, o Lario come si preferisce chiamarlo, è il centro, in tutti i sensi, delle escur-
sioni proposte. In tutti gli itinerari non mancherà mai di essere il protagonista, sempre visibile e
sempre magnifico, qualsiasi sia l’abito che avrà indossato. Il Lario sarà il leitmotiv delle pagine
di questo libro. E dal lago sorgeranno, come per incanto, tante proposte: idee per camminare,
ma anche tante opportunità per conoscere, per riscoprire e per studiare. Per imparare magari
qualcosa di nuovo e per rileggere quella moltitudine di aspetti umani e naturali che nel lago e
attorno al lago sono sorti; e che grazie a questo magnifico lago continuano a essere rivissuti e
alimentati.
L’ambito escursionistico che viene preso in considerazione si estende tutt’intorno al lago, pur
restandone in vista, e si amplia per un’area che grossomodo misura 28 km ca. di larghezza e
45 km nella direzione nord-sud. L’intero bacino idrografico del Lago di Como conta ben 5039
km2
, e ha uno sviluppo costiero di 170 km con una profondità media di 161 m e una massima
di circa 415 m.
Il Lago di Como è un ampio bacino lacustre, definito nel 2014 “il più bello del mondo” dal quo-
tidiano “The Huffington Post”, per i suoi ambienti, i suoi paesi e le sue ville.
Si colloca nella porzione nord-occidentale della Lombardia, in un’area densamente popolata di
uomini e di bacini lacustri.
Attorno al Lario sorgono numerosi laghetti di origine glaciale (laghi pro-glaciali) che, durante
l’ultima glaciazione, dovevano rappresentarsi come bacini alimentati dal fronte glaciale in di-
sciogliomento, sconvolti a intervalli dal crollo di qualche seracco o da scivolamenti di masse
glaciali; immersi in un paesaggio ostile e severo. Probabilmente l’aspetto di questi ambienti
doveva assomigliare a certi luoghi ancora oggigiorno visitabili in Islanda o nella Patagonia più
meridionale, o addirittura in Antartide.
Questi tormentati luoghi al giorno d’oggi sono stati trasformati in ameni e dolci paesaggi. Par-
tendo da est verso ovest si possono incontrare: i laghi di Garlate e Olginate, inanellati l’uno die-
tro l’altro all’emissione dell’Adda nei pressi di Lecco. Il Lago di Annone, situato a sud rispetto al
Monte Barro e costituito da due bacini lacustri uniti tramite uno stretto istmo. Si incontra quindi
il placido Lago di Pusiano, ai piedi della grande cava a cielo aperto che ha letteralmente tagliato
il versante sud del Monte Cornizzolo: noto anche con il nome di Lago di Eupilio è stato reso
famoso da Giuseppe Parini, che nacque proprio a Bosisio, un paesino che sorge sulla sponda
meridionale del cosiddetto vago Euipili (oggi per l’appunto tale cittadina è nota con il nome di
Bosisio Parini). Quindi è la volta del piccolo Lago di Alserio e, per finire, del minuscolo Lago di
Montorfano, placidamente adagiato ai piedi dell’omonima piccola e isolata elevazione. Sul Lago
di Montorfano sono stati ritrovati antichi manufatti e insediamenti palafitticoli.
In questa zona si stanziò la popolazione dei Golasecchiani (vedi il capitolo sulla storia di Como),
che costruì sul Montorfano un castrum, per difendersi dagli Insubri, popolazione di origine
gallica.
Poco a sud dell’abitato di Canzo sorge invece un piccolo ma molto grazioso laghetto, il Lago del
Segrino, incassato tra il Monte Scioscia a ovest e il Cornizzolo a est.
In realtà se ci si sposta ulteriormente verso ovest, entrando quindi nella Provincia di Varese, si
incontrano altri numerosi laghi: il Lago di Varese, il Lago di Valganna, più a nord rispetto al
capoluogo di provincia, e, più a sud, il Lago di Comabbio e il Lago di Monate. Non bisogna
quindi dimenticare la bellissima sponda lombarda dell’incantevole Lago Maggiore, anche se il
Verbano sarà il leitmotiv di una, si spera, prossima e interessante pubblicazione.
Il Lago di Como è un ampio bacino che può essere considerato costituito da due rami: il ramo
lecchese e quello comasco. Nella porzione più nord-orientale si può quindi individuare un
piccolo laghetto delimitato dalla penisola di Olgiasca, noto come Laghetto di Piona.
Gli immissari principali del Lario non
sono molti, anche se un numero
significativo di corsi d’acqua minori,
spesso di carattere torrentizio, si get-
tano nelle acque del lago. I principali
sono: l’Adda e il Mera nella porzione
più settentrionale; il Fiumelatte, il
Varrone e il Pioverna sulla sponda
orientale; l’Albano, il Telo e il Breggia
su quella orientale. Nella porzione di
territorio del Triangolo Lariano il più
importante corso d’acqua è il fiume
Lambro, che però sversa le proprie
acque non nel lago, ma direttamen-
te, dopo aver percorso 130 km, nel
fiume Po.
La morfologia del lago è ben com-
prensibile leggendo il seguente
GEOGRAFIA E MORFOLOGIA DEL LARIO
Lenno e l’Isola Comacina, in uno scatto rubato durante il volo
dell’AW-139 dell’Emergenza Sanitaria di Como. Narra una leggenda
che nel 1435, dopo sette anni di eccezionale maltempo, San
Giovanni apparve in sogno a un tessitore, indicando che sotto un
albero di noci avrebbe trovato i resti della chiesa a lui dedicata,
distrutta nel 1169 d.C. Da allora ogni anno l’ultimo sabato di
giugno si festeggia il santo patrono con una processione di reliquie
traslocate in barca e con un suggestivo spettacolo pirotecnico, a
memoria dell’incendio operato dai comaschi alleati al Barbarossa;
sulle acque del golfo vengono nel frattempo fatte galleggiare
migliaia di lumini a candela (foto Alessandro Perona).
6. Uno l Geografia e morfologia del Lario
2928
Sentieri d’autore l Escursionismo consapevole attorno al Lago di Como
detto locale: “Il lago di Como ha la
forma di un uomo, una gamba a Lec-
co e quell’altra a Como, il naso a Do-
maso e il sedere a Bellagio”; questa
filastrocca, al di là dell’ironia popolare,
descrive esattamente la forma del ba-
cino lariano, che ha un perimetro di
170 km, misura 46 km da sud a nord
ed è largo, nel punto più ampio, 4,4
km. La sua importante profondità
(418 m) lo definisce come il lago più
profondo d’Italia.
Le elevazioni principali del Lago di
Como, secondo la suddivisione SOIU-
SA (Suddivisione Orografica Interna-
zionale Unificata del Sistema Alpino),
possono essere collocate in tre princi-
pali sezioni.
La porzione sud-occidentale e cen-
tro-occidentale è rappresentata dalla sezione delle Prealpi Luganesi, suddivise in due sotto-
sezioni: Prealpi Comasche e Prealpi Varesine (queste ultime non di pertinenza del presente
volume). Le comasche sono a loro volta suddivise nei tre supergruppi delle catene Gino-Camo-
ghè-Fiorina, Tremezzo-Generoso-Gordona e Triangolo Lariano.
La regione nord-occidentale appartiene alla sezione delle Alpi Lepontine la quale ospita il super-
gruppo della Catena Mesolcina, a sua volta appartenente alla sottosezione delle Alpi dell’Adula.
Le montagne della sponda orientale del Lario appartengono invece alla sezione delle Alpi e
Prealpi Bergamasche: più a nord rientrano nella sottosezione Alpi Orobie, supergruppo Cate-
na Corno Stella-Tre Signori-Legnone; più a sud appartengono alla sottosezione Prealpi Berga-
masche, supergruppo Campelli-Resegone-Grigne, Gruppo Resegone e Gruppo delle Grigne,
quest’ultimo suddivo nel sottogruppo della Grigna Meridionale e nel sottogruppo della Grigna
Settentrionale (il primo sottogruppo suddiviso a sua volta nel Nodo della Grigna Meridionale e
nella Costiera del Monte San Martino; il secondo sottogruppo distinto in Nodo della Grigna Set-
tentrionale, Nodo del Monte Pilastro, Costiera del Monte Palagia, Catena dei Pizzi di Parlasco).
Orbene il lettore, per evitare di “dare letteralmente i numeri” (e per non disamorarsi delle altri-
menti bellissime montagne lariane), conviene che acquisti un paio di buone carte e che si rechi
direttamente attorno al lago per scoprire, senza bisogno di studiare e impazzire sulle enciclo-
pedie tecniche, le numerose possibilità “alpine” offerte dalla natura del Lago di Como. E allora,
ancora un po’ di pazienza per continuare a leggere le successive righe e poi, “zaino in spalla”!
Il Basso Lario Occidentale
La porzione più meridionale del Lago di Como, sul versante occidentale, comprende innanzitut-
to il Bacino Comasco, cioè il tratto del lago che giace sul comune di Como. In questa porzione
di territorio si situano tra i più famosi luoghi del turismo comasco: in primis il lungolago del
capoluogo (ahimé ultimamente oggetto di aspre polemiche per le opere che da anni si stanno
cercando di realizzare al fine di contenere le esondazioni e i capricci del lago; opere che hanno
già lasciato il segno, ma che non vedono mai una fine); quindi il litorale che va verso Villa Geno
e che, più a nord, raggiunge Bellagio. Infine la bella sponda occidentale che conduce alla ricca
cittadina di Cernobbio, impreziosita dalla presenza della nota Villa Olmo e, più a nord e già nel
territorio di Cernobbio, da Villa Erba e Villa d’Este, quest’ultima trasformata in hotel di grande
lusso.
Salendo più a nord, restando sem-
pre sulla sponda occidentale, si trova
invece un’infilata di borghi così belli
e arroccati sulle pendici dei monti da
sembrare dei perenni presepi o delle
singole perle di una lunga e prezio-
sa collana: Moltrasio, Carate Urio,
Laglio e infine il bellissimo e antico
borgo di Brienno e poco oltre Arge-
gno. Proprio da quest’ultimo paese
si stacca sulla sinistra la strada che ri-
sale in Val d’Intelvi, bella e luminosa
valle ricca di storia e di turismo. Quest’ultima vallata merita due parole di approfondimento. Da
molti conosciuta come la Perla del Lario, grazie al suo clima temperato e agli ampi e soleggiati
ambienti naturali, è stata densamente popolata soprattutto nei secoli scorsi. Nel ‘900 fu meta
di villeggiatura dei benestanti milanesi, il cui segno è rimasto nelle tante ville, molte delle quali
rappresentate dallo stile Liberty, distribuite tra Lanzo e San Fedele, o costruite in località di par-
ticolare valore paesaggistico come il
notissimo balcone della Sighignola.
La vallata è inoltre un punto di pas-
saggio tra il bacino del Lario e quello
del Ceresio e dei paesi costieri, in
territorio italiano, che si affacciano
su questo bel lago (conteso tra Italia
e Svizzera e tra la Provincia di Varese
e quella di Como). Da San Fedele,
che può essere considerato il paese
Punta Spartivento, Bellagio.
Il Monte Bisbino rappresenta l’elevazione che costituisce il punto
di partenza della serie di cime che da Como si articolano sino a
Menaggio, sulla sponda occidentale del Lario
(foto Barbara Bernasconi).
La vetta del Monte Bisbino (1325 m) riposa quieta sotto
una leggera coltre di neve (foto Andrea Monti).
7. Sette l Vicende umane attorno al Lario
247246
Sentieri d’autore l Escursionismo consapevole attorno al Lago di Como
Il Lago di Como ha saputo arricchire l’umanità di persone che hanno lasciato un segno tangibile
del proprio passaggio. Molti di questi sono alpinisti, e non potrebbe essere altrimenti, visto che il
libro narra di vicende “montane”. Ma altri sono scrittori, architetti, scienziati. Qualcuno fu anche
capitano di ventura, sempre impegnato a guerreggiare, a saccheggiare e a colorare la storia
dell’umanità con vicende dal significato ambivalente.
Non si potrà mai in un unico libro, per di più in un capitolo solo, elencarli tutti e lasciare a
ciascuno di loro lo spazio che meriterebbero. Si è deciso di accennare purtroppo soltanto ad
alcuni di loro. E di questi si è pensato di scrivere qualche riga, a memoria delle loro imprese e
dell’importanza che hanno rivestito per l’ambiente dal quale provengono e per il patrimonio
collettivo di tutta l’umanità.
Gian Giacomo de’ Medici, detto il Medeghino
Fratello del Pontefice Pio IV nacque probabilmente attorno al 1495. Non fu in realtà imparen-
tato con la nota famiglia fiorentina che però, quando Gian Giacomo acquisì potere, lo chiamò
“parente” per questioni di convenienza e prestigio. La sorella di Gian Giacomo invece divenne
madre del Santo Carlo Borromeo. Il soprannome gli fu affibbiato per la sua bassa statura, so-
prannome con il quale divenne famoso e che egli stesso utilizzò.
Le sue vicende sono strettamente legate al Lago di Como perché egli si confinò sin da giovanis-
simo nel castello di Musso, per sfuggire alla vendetta di una famiglia rivale, della quale uccise
un parente. Questa località divenne anche in seguito la piazzaforte per tutte le sue scorribande,
tanto che quando fu costretto ad abbandonarla il castello venne completamente raso al suolo,
nel timore che potesse reimpossessarsene. Con le sue imprese efferate riuscì però a conqui-
starsi un ruolo nel panorama politico e militare dell’Italia del ‘500, raggiungendo onori e fama.
Il Lago di Como gli fu sempre caro in quanto Gian Giacomo nacque in Valsolda: nella chiesa
principale di Cima esiste ancora una piccola lapide ormai quasi invisibile che mostra il leone di
San Marco, simbolo dell’alleanza tra Gian Giacomo e l’antica Repubblica di Venezia.
Nel 1500 Gian Giacomo de’ Medici si stabilì nel castello di Lierna dove assunse il titolo di
marchese. Da qui iniziò le sue scorribande impiegando navi e uomini per scagliare attacchi al
Contado di Lecco, alla Val d’Intelvi, alle Tre Pie-
vi (Gravedona, Sorico e Dongo), alla Valassina,
alla Valsolda e alla cittadina di Chiavenna.
La sua occasione capitò quando incontrò il
cancelliere sforzesco Girolamo Morone, che lo
coinvolse nel tentativo della famiglia di recu-
perare il territorio milanese dal controllo fran-
cese. Da bandito si trasformò allora in guer-
riero, legandosi a Francesco II Sforza, imposto
dall’imperatore Carlo V. Nel 1523 uccise Ettore
Visconti, rivale politico del Morone, che aveva
sostenuto alternativamente i Francesi e gli Sfor-
za, secondo il proprio vantaggio. Il Medeghino,
per questo omicidio, fu bandito da Milano e
si rifugiò nel territorio delle Tre Pievi, nell’alto
lago comasco; mentre i suoi due complici furo-
no catturati e verosimilmente impiccati.
Si diffuse quindi la leggenda secondo la qua-
le il Morone, mandante dell’omicidio del Vi-
sconti, meditò di sbarazzarsi del Medeghino,
in quanto scomodo testimone. Morone inviò
una missiva al Castello di Musso, accompa-
gnata da un messaggio sigillato in cui veniva
ordinata l’uccisione di Gian Giacomo. Questi
capì però il sotterfugio, si consultò con il fratel-
lo Giovan Angelo, futuro Papa Pio IV, e sostituì
il messaggio segreto con un altro messaggio
nel quale veniva ordinato non l’assassinio,
ma la cessione del castello e dei suoi possedi-
menti. È verosimile che Gian Giacomò acquisì
anche la milizia ivi presente, costituita da mercenari francesi e spagonli rimasti mal pagati, ovvia-
mente in cambio di un lauto riconoscimento economico. Arruolò così nel castello una masnada
costituita da soldataglia, da banditi, da fuoriusciti e capitani di ventura, dedicandosi con profitto
all’attività di pirateria, brigantaggio, rapina e rapimento.
Tra il 1525 e il 1532 si impegnò nelle cosiddette Guerre di Musso, una serie di scaramucce e
battaglie condotte contro i Grigionesi con lo scopo di acquisire i territori della Valtellina e delle
contee di Bormio e Chiavenna. Nel 1524, occupando saldamente le Tre Pievi egli riuscì a tagliare
i rifornimenti di uomini e merci grigionesi, presidiando le vie d’acqua. La tecnica preferita da
VICENDE UMANE ATTORNO AL LARIO
Gian Giacomo de’ Medici (1498-1555), detto il
Medeghino, reso celebre da molte delle imprese che
compì dalla roccaforte del Castello di Musso.
Il simbolo dell’alleanza di Gian Giacomo de’ Medici,
signore della Valsolda, con la Repubblica di Venezia.
Chiesa di Cima (foto H. Petermann).
8. Sette l Vicende umane attorno al Lario
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Sentieri d’autore l Escursionismo consapevole attorno al Lago di Como
Gian Giacomo si basava su una strategia che anticipò di molti anni le moderne tattiche di guer-
riglia. I Grigioni, per difendere la Valtellina dalle continue scorribande del Medeghino, ritirarono
le loro forze dall’assedio di Pavia, dove poco dopo il Re di Francia Francesco I veniva attaccato,
sconfitto e catturato dalle forze imperiali.
L’esercito del Medeghino, costituito addirittura da 4.000 uomini, fu in grado di attaccare le forze
imperiali nella battaglia di Carate.
Riuscì sempre a tener testa alle forze spagnole capitanate da Antonio De Leyva, al servizio di
Carlo V, tanto che il De Leyva fu costretto a stipulare un accordo per la cessazione delle ostilità,
non riuscendo ad aver ragione sulle spregiudicate forze capitanate dal Medeghino.
In cambio del suo passaggio al campo imperiale, abbandonato lo Sforza con il Trattato di Piol-
tello (1528), gli fu concesso il titolo di conte di Lecco e marchese di Musso, oltre al dominio
sull’alto Lago di Como. Si trattava di un feudo imperiale, direttamente soggetto all’Impero e,
quindi, di un vero e proprio Stato. Ma negli anni seguenti ci fu una serie di cambiamenti di
fronte, che spinse a un riavvicinamento degli sforza a Carlo V, cosa che lasciò il Medeghino solo,
a condurre le proprie battaglie. Nonostante varie vittorie soprattutto navali, sul Lago di Como,
l’esercito del Medeghino restò assediato a Lecco; il fratello Giovanni Medici curò la stipula di
un trattato, firmato il 1° marzo del 1532 e secondo il quale il Medeghino rinunciava a Lecco e a
Musso (a fronte del pagamento di un importante indennizzo), ottenendo però il marchesato di
Melegnano (allora Meregnano).
L’attività di Gian Giacomo, che aveva ulteriormente rafforzato il proprio prestigio grazie al matri-
monio con Marzia Orsini, continuò le sue opere militari al servizio di Carlo V. Dopo la metà del
‘500 fu coinvolto nell’assedio di Siena, ove si distinse per la sua ferocia e brutalità, conquistando
con un espediente Monteriggioni, forse corrompendo il capitano al comando delle difese cit-
tadine. Il 2 agosto del 1554 si svolse un’epica battaglia tra i Senesi e le truppe del Medeghino,
presso Scannagallo: i 15.000 uomini che costi-
tuivano, tra mercenari di varia provenienza, le
truppe senesi si scontrarono con l’esercito di
Gian Giacomo; la battaglia durò soltanto due
ore, ma si svolse con una ferocia inaudita. I
Senesi persero più di 4.000 uomini, mentre il
Medeghino soltanto duecento.
Qui finì ogni ulteriore azione di Gian Giaco-
mo che, improvvisamente, l’8 novembre 1555
morì nel suo palazzo di Milano.
Come spesso accadeva in quelle lontane epo-
che le sue spoglie mortali furono tumulate
con tutti gli onori in una cappella privata sita
nel Duomo di Milano, all’interno di un gran-
dioso monumento edificato da Leone Leoni su progetto di Michelangelo Buonarroti, voluto dal
fratello oramai divenuto Papa. Ancora una volta quindi Gian Giacomo de’ Medici ottenne un
prestigioso riconoscimento, nonostante le tante efferatezze compiute, così come soltanto gli
uomini di potere potevano conquistare.
La scienza di Alessandro Volta
Raccontare la vita del celebre scienziato italiano non farebbe che tediare il lettore, ben sapendo
che sono disponibili numerosi testi che ne descrivono le vicende più importanti. È interessante
però ricordare quanto sia ancora vivo, in Como, il ricordo di Volta, commemorato in numerose
opere e in altrettanti luoghi.
Già direttamente in riva al lago si può ricordare il cosiddetto Tempio Voltiano, noto mausoleo
voluto nel 1928 dal mecenate Francesco Somaini e progettato dall’archietto Federico Frigerio.
All’interno dell’edificio, costruito in stile palladiano, è custodita una collezione di cimeli e oggetti
legati al grande scienziato, rappresentando il tempio uno dei musei più visitati della città di
Como. Ma Como è ricchissima di rimandi al noto scienziato. E ciò accade anche quando la fan-
tasia supera la verità. Basti pensare alla fontana di Piazza Camerlata, costruita tra il 1935 e il 1936
su progetto di Cesare Catteneo e Mario Radice; per molti la fontana raffigurerebbe una stilizzata,
ipotetica e artistica “versione” della pila voltiana. Anche se i due autori, parlando dell’opera da
loro progettata, si “limitarono” ad affernare che la fontana sarebbe “Opera di decorazione pura,
esaltazione di belle forme ottenute con geometrica perfezione... senza pretese di contenuto
letterariamente simbolico o di destinazione funzionale”.
Nella centralissima via di Como a lui intitolata si colloca invece la casa natale, sottoposta nell’Ot-
tocento a significative modifiche da parte degli eredi. Sempre in Como, presso l’angolo interno
delle mura cittadine, è visibile la Torre Gattoni, nel cui laboratorio Volta si dedicò all’elettrologia
conducendo attorno al 1765 i primi esperimenti scientifici. Vicino a Porta Torre si trova il Palazzo
degli Studi, sede del liceo classico “Alessandro Volta”. In questo pregevole edificio, dal 1775 al
1778, lo studioso svolse attività di ricerca e fu docente di Fisica Sperimentale. All’interno del Liceo
è tuttora custodita una collezione di strumenti scientifici di grande valore storico e simbolico.
Altro luogo voltiano si trova a Camnago, piccolo nucleo abitativo che si incontra salendo verso
Brunate (oggi infatti il borgo è noto come Camnago Volta), dove è presente la villa che Volta
frequentava da giovane e nei mesi più caldi.
Sempre nei pressi di Camnago si può visitare il Mausoleo Voltiano, al cui interno è collocato il
sarcofago dello scultore Beyer; la costruzione è annoverata tra i Monumenti Nazionali.
E infine, ma ci sarebbe da spendere un intero libro a proposito, è caldamente consigliata una
visita al Faro Voltiano (o faro di San Maurizio), costruito nel 1927 su progetto dell’ingegnere Ga-
briele Giussani nella località San Maurizio a Brunate. Da sempre durante la notte il faro illumina
Como e la convalle con fasci di luce bianca, rossa e verde. Uno spettacolo paesaggistico che il
visitatore non potrà assolutamente perdersi.
Ritratto, dal monumento funebre. Il feretro riposa nella
cappella dell’Assunta e San Giacomo del Duomo di
Milano, in un grandioso monumento marmoreo di
Leone Leoni, edificato su disegno di Michelangelo
Buonarroti e voluto dal fratello Giovanni Angelo,
divenuto poi Papa Pio IV (foto G. Dall’Orto).
9. 135134
Sentieri d’autore l Escursionismo consapevole attorno al Lago di Como
Il Monte Megna è un’elevazio-
ne molto spesso dimenticata,
a cavallo tra la Vallassina e
la Valbrona. Il percorso parte
dal bel borgo di Lasnigo, dove
sorge la bellissima chiesa ro-
manica di Sant’Alessandro
(XII-XIII secolo), con il suo
complesso architettonico e le
settecentesche cappelle della
Via Crucis. Il tracciato scen-
derà quindi nell’ambiente
umido del Pian di Crezzo, val-
lata morenica impreziosita da
un lago ospitante interessanti
specie anfibie: la Salamandra
(Salamandra salamandra),
il Tritone alpestre (Triturus
alpestris), la Rana montana
(Rana temporaria) e il Rospo
comune (Bufo bufo). Il luogo
è anche in realtà tristemen-
te noto perché nella conca
che ne racchiude la porzione
settentrionale avvenne un
gravissimo incidente aereo: il
15 ottobre 1987 l’aeromobile ATR-42 del volo
AZ460 precipitò per cause tecniche e perirono
tutte le 37 persone che occupavano il velivolo
più un soccorritore.
ACCESSO
Da Erba si sale a Canzo o lungo la SP40 o a
mezzo della SP41. Si prosegue superando Asso
e si raggiunge Lasnigo, seguendo le indicazioni
per il Ghisallo. All’ingresso del paese si piega
subito a destra in Via Nuova, sino al parcheggio
in centro paese.
ITINERARIO
Nei pressi di una bacheca con le indicazioni car-
tografiche si scende a destra, seguendo la dire-
zione per il Monte Megna sino alla Chiesa dei
Morti di Valmorana. Si svolta a sinistra seguen-
do la parete della chiesa (terreno acciottolato) e
si continua sino all’Alpe Megna. Si segue quindi
in salita il sentiero del Vent del Tivan, sino a rag-
giungere la vetta del Monte Megna, impreziosi-
ta da un croce e da un piccolo orto botanico. Si
volta ora a destra seguendo il crestone erboso
in direzione nord nord-est, passando tra fitti
l Al Monte Megna
AL MONTE MEGNA
Osservando dall’alto la bellezza della romanica Chiesa di Sant’Alessandro
PUNTO DI PARTENZA: Lasnigo (570 m)
QUOTA MINIMA: 570 m
QUOTA MASSIMA: 1050 m
LUNGHEZZA COMPLESSIVA: 8,4 km
DISLIVELLO COMPLESSIVO: 550 m
TEMPO TOTALE: 3,5 h
DIFFICOLTÀ: E
PUNTI DI APPOGGIO: nessuno
ACQUA: no
PERIODO CONSIGLIATO: primavera e
autunno
MOMENTO CONSIGLIATO: mattino
FREQUENTAZIONE: bassa
FAMIGLIE: >10
L’abitato di Lasnigo,
da cui ha inizio l’escursione.
3.6
10. 136
Sentieri d’autore l Escursionismo consapevole attorno al Lago di Como
noccioli e tralasciando alcune deviazioni
secondarie. Seguendo il profilo collinare
si supera un’elevazione minore (1042 m).
A un bivio che indica a destra la direzione
per Pagnano si segue a sinistra l’indicazio-
ne per Valbrona. Più in basso una nuova
palina indica a destra la deviazione per
Valbrona, da ignorare, seguendo invece a
sinistra le indicazioni per la Piana di Cres-
so. Raggiunto il pianoro si segue a sinistra
la rotabile che rientra a Lasnigo.
VARIANTI
È possibile seguire una differente via di
salita al monte, più impegnativa perché
ricalcante un antico tracciato oramai in di-
suso. Dalla Chiesa dei Morti di Valmorana
si prosegue come detto lungo l’acciotto-
lato, ma si piega quindi a sinistra (sbarra)
e si sale nel bosco. Giunti a una radura
disboscata si continua diritto e, poco più
avanti, si prende a destra il sentiero nel
bosco, raggiungendo più in alto una pre-
sa d’acqua. Il tracciato esegue un tornante
a destra e risale il costone del Megna su
traccia spesso labile, raggiungendo infine
il crinale sud-occidentale della montagna.
Si piega a sinistra e si risale fedelmente la
cresta boscosa sino alla vetta.
La bellissima e antica
Chiesa di Lasnigo.