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 Quanti esercizi ci sono?
 Come è distribuito il punteggio?
 Devo scrivere sul foglio dell’esame oppure ho
bisogno di fogli a righe?
 Ho a disposizione dei fogli per la brutta copia?
 Quanto tempo ho a disposizione?
 Sai cosa conosci meglio o cosa ti riesce
meglio: inizia da lì.
 L’esame è come un gioco in cui devi
conquistare dei punti.
 I punti si ottengono rispettando le regole del
gioco, quindi attenzione alle consegne.
 Purtroppo l’esame è anche una gara contro il
tempo. Ma il segreto è rimanere calmi.
 Il tuo esame verrà letto da uno o più
insegnanti che non correggeranno solo il tuo
esame, ma anche molti altri.
 Una scrittura chiara, l’ inchiostro nero e
l’assenza di cancellature facilita la lettura.
 Rispetta i margini, salta una riga fra il titolo e
il testo, dividi in paragrafi ben spaziati. Chi
legge partirà ben disposto nei tuoi confronti.
 La lingua della scrittura è diversa da quella
orale.
 E’ più formale, quindi fra ‘paura’ e ‘fifa’ si deve
scegliere ‘paura’
 I legami fra le frasi devono essere chiari. Il
congiuntivo può essere dimenticato
nell’orale, ma nello scritto ci deve essere:
voglio che lui faccia, non che lui fa*
 Un esame non è un concorso letterario.
 Devi dimostrare di conoscere degli argomenti
e di saperti esprimere in modo chiaro.
 Scrivendo con periodi brevi si fanno meno
errori.
 Soprattutto quando devi raccontare un fatto
o un episodio attento a non perderti in
subordinate che non riesci a tenere sotto
controllo.
 Un accento dimenticato o un apostrofo mal
collocato non sono un problema.
 Ma chi legge e corregge prova fastidio,
questa è la realtà.
 Allora perché non sforzarsi un po’? Non si
perdono punti e il correttore sarà ben
disposto nei tuoi confronti.
 Po’ vuole l’apostrofo, non l’accento.
 Gli imperativi dei verbi fare, dire, dare, stare e
andare vanno scritti con l’apostrofo: fa’, di’, da’,
sta’ e va’.
 All’indicativo presente della terza persona
singolare non si mette l’accento: va, fa, sta. Fa
eccezione dà per distinguerlo dalla preposizione
DA: gli dà una penna ≠ viena daVienna
 Si scrive io do, senza accento, nonostante
l’omonimia con la prima nota musicale.
 Qual è non vuole l’apostrofo, è un
troncamento, non un’elisione.
 Gli è per il maschile e le per il femminile: non
si può scrivere ‘gli dico alla prof’.
 Perché e né vogliono l’accento acuto, è vuole
l’accento grave.
 Sì, nel senso di yes, vuole l’accento, sempre.
 Agli adolescenti piacciono i punti di sospensione
... Ricorda che i punti sono sempre tre, non due e
neanche quattro, cinque o sei.
 Il punto e virgola è difficile da usare, evitalo.
 Non esagerare con i punti esclamativi, se troppo
usati perdono la loro funzione e danno
l’impressione che chi scrive si meraviglia di tutto.
 Dopo il punto, il punto interrogativo e il punto
esclamativo ci vuole la lettera maiuscola.
 Evita le ripetizioni, chi legge si irrita
immediatamente. Usa un sinonimo o cambia la
frase.
 Evita gli aggettivi quando non sono
strettamente necessari.
 Siate semplici e asciutti: non scrivete ‘la proposta
che ho fatto’, bensì ‘la mia proposta’; invece di
scrivere ‘bisogna dire che non è male’ basta ‘Non è
male’ e si risparmiano 14 lettere inutili.

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Consigli per l'esame di italiano

  • 1.
  • 2.  Quanti esercizi ci sono?  Come è distribuito il punteggio?  Devo scrivere sul foglio dell’esame oppure ho bisogno di fogli a righe?  Ho a disposizione dei fogli per la brutta copia?  Quanto tempo ho a disposizione?
  • 3.  Sai cosa conosci meglio o cosa ti riesce meglio: inizia da lì.  L’esame è come un gioco in cui devi conquistare dei punti.  I punti si ottengono rispettando le regole del gioco, quindi attenzione alle consegne.  Purtroppo l’esame è anche una gara contro il tempo. Ma il segreto è rimanere calmi.
  • 4.  Il tuo esame verrà letto da uno o più insegnanti che non correggeranno solo il tuo esame, ma anche molti altri.  Una scrittura chiara, l’ inchiostro nero e l’assenza di cancellature facilita la lettura.  Rispetta i margini, salta una riga fra il titolo e il testo, dividi in paragrafi ben spaziati. Chi legge partirà ben disposto nei tuoi confronti.
  • 5.  La lingua della scrittura è diversa da quella orale.  E’ più formale, quindi fra ‘paura’ e ‘fifa’ si deve scegliere ‘paura’  I legami fra le frasi devono essere chiari. Il congiuntivo può essere dimenticato nell’orale, ma nello scritto ci deve essere: voglio che lui faccia, non che lui fa*
  • 6.  Un esame non è un concorso letterario.  Devi dimostrare di conoscere degli argomenti e di saperti esprimere in modo chiaro.  Scrivendo con periodi brevi si fanno meno errori.  Soprattutto quando devi raccontare un fatto o un episodio attento a non perderti in subordinate che non riesci a tenere sotto controllo.
  • 7.  Un accento dimenticato o un apostrofo mal collocato non sono un problema.  Ma chi legge e corregge prova fastidio, questa è la realtà.  Allora perché non sforzarsi un po’? Non si perdono punti e il correttore sarà ben disposto nei tuoi confronti.
  • 8.  Po’ vuole l’apostrofo, non l’accento.  Gli imperativi dei verbi fare, dire, dare, stare e andare vanno scritti con l’apostrofo: fa’, di’, da’, sta’ e va’.  All’indicativo presente della terza persona singolare non si mette l’accento: va, fa, sta. Fa eccezione dà per distinguerlo dalla preposizione DA: gli dà una penna ≠ viena daVienna  Si scrive io do, senza accento, nonostante l’omonimia con la prima nota musicale.
  • 9.  Qual è non vuole l’apostrofo, è un troncamento, non un’elisione.  Gli è per il maschile e le per il femminile: non si può scrivere ‘gli dico alla prof’.  Perché e né vogliono l’accento acuto, è vuole l’accento grave.  Sì, nel senso di yes, vuole l’accento, sempre.
  • 10.  Agli adolescenti piacciono i punti di sospensione ... Ricorda che i punti sono sempre tre, non due e neanche quattro, cinque o sei.  Il punto e virgola è difficile da usare, evitalo.  Non esagerare con i punti esclamativi, se troppo usati perdono la loro funzione e danno l’impressione che chi scrive si meraviglia di tutto.  Dopo il punto, il punto interrogativo e il punto esclamativo ci vuole la lettera maiuscola.
  • 11.  Evita le ripetizioni, chi legge si irrita immediatamente. Usa un sinonimo o cambia la frase.  Evita gli aggettivi quando non sono strettamente necessari.  Siate semplici e asciutti: non scrivete ‘la proposta che ho fatto’, bensì ‘la mia proposta’; invece di scrivere ‘bisogna dire che non è male’ basta ‘Non è male’ e si risparmiano 14 lettere inutili.