3. È un processo di riciclaggio dei rifiuti organici attraverso
il quale si ottiene un fertilizzante naturale, il “compost”.
Il compostaggio, o processo di
biostabilizzazione, tecnicamente è un
processo biologico aerobico (con
presenza di aria) e controllato
dall’uomo che porta alla produzione di
una miscela di sostanze umificate (il
compost) a partire da residui vegetali
sia verdi che legnosi o anche animali
mediante l’azione di batteri e funghi.
Con il compostaggio si riproduce questo processo in modo più controllato e
controllabile e soprattutto con tempi notevolmente ridotti.
4. Il compost (o terricciato o composta) è
il risultato della decomposizione e
umificazione di un misto di materie
organiche da parte di macro e
microrganismi (batteri, funghi,
insetti) in condizioni particolari:
presenza di ossigeno ed equilibrio
tra gli elementi chimici della materia
coinvolta nella trasformazione.
In natura la sostanza organica prodotta e non più utile alla vita (foglie
secche, feci, ecc.) viene decomposta da microrganismi e insetti presenti
nel terreno (il loro cibo) e nella materia organica stessa fino ad ottenere
acqua, anidride carbonica, sali minerali e humus.
5. Il compostaggio è un processo naturale nel quale gli scarti organici, attraverso l’attività di
batteri, funghi, insetti presenti nel terreno e negli stessi scarti producono il “COMPOST”.
Questi organismi sono aerobi, vivono in presenza di
ossigeno. Se l’ossigeno manca, essi muoiono e
lasciano il posto ad altri microrganismi detti
anaerobi. Questi operano in assenza di ossigeno e
avviano una sorta di degradazione del materiale
producendo anche sostanze maleodoranti e tossiche.
Nel processo di compostaggio è indispensabile la
presenza di ossigeno.
I microrganismi aerobi vivono e proliferano in condizioni di media umidità (50-70%) e
muoiono con temperature inferiori a 5°C e superiori a 70°C.
Valori di temperatura tra 50-70 °C sono normali e auspicabili poiché indica un buon
andamento della trasformazione e permette l’eliminazione di eventuali organismi patogeni
presenti nel materiale organico. Questa fase è detta “di igienizzazione”.
6. SONO OTTIMI:
scarti di frutta e verdura, scarti vegetali di cucina;
fiori recisi appassiti, piante (se ci sono parti legnose è meglio
sminuzzarle prima);
pane raffermo o ammuffito, gusci d’uova;
fondi di caffè, filtri di tè;
foglie varie, segatura e paglia;
sfalci d’erba, letame, deiezioni animali, peli e piume;
rametti, trucioli, cortecce e potature;
carta comune, cartone, fazzoletti di carta, carta da cucina,
salviette (non colorate);
pezzi di legno o foglie non decomposti (presenti nel compost
maturo aiutano l’innesco del processo);
lettiere per animali biodegradabili;
pezzi di tessuti solo se 100% naturali (lana, cotone, ecc.)
7. NON VA BENE
cartone plastificato, vetri, metalli,
batterie, oli esausti
riviste, stampe a colori, carta patinata
filtri di aspirapolvere, tessuti
piante infestanti o malate meglio
evitarle se non si è sicuri di ottenere
l’igienizzazione
scarti di legname trattato con prodotti
chimici (solventi, vernici)
VA BENE MA… CAUTELA
bucce di agrumi
piccole quantità di cenere (contiene
molto calcio e potassio)
avanzi di carne, pesce, salumi e
formaggi (attirano cani e gatti);
foglie di piante resistenti alla
degradazione (magnolia, aghi di
conifere) ma solo in piccole quantità e
miscelando bene con materiale
facilmente degradabile;
8. COMPOSTAGGIO INDUSTRIALE
Realizzato su vasta scala, con quantità rilevanti di materiali
(migliaia di tonnellate). Si utilizzano macchinari e sistemi
computerizzati per il controllo di ossigeno, umidità e
temperatura per riduzione dei tempi di trasformazione.
COMPOSTAGGIO DI COMUNITA’
Processo gestito da una comunità attraverso specifici macchinari che
ne controllano i parametri fondamentali. Utenza variabile (250 p ca.),
da posizionare in isola ecologica o in spazi condivisi.
COMPOSTAGGIO DOMESTICO
Processo gestito in modo semplice e autonomo, necessario un relativo
controllo dei parametri fondamentali. Utenza singola o familiare, da
posizionare in giardino o balcone
9. 1) Scegliere il luogo adatto
Il composter o il cumulo va posto all’ombra
d’estate: l’ideale all’ombra di alberi che in
inverno perdono foglie, in modo che in estate il
sole non possa essiccare il materiale, mentre in
inverno i tiepidi raggi solari accelerino le
reazioni biologiche.
2) La miscela ideale
I rifiuti organici devono essere misti per fornire in
modo equilibrato gli elementi necessari all’attività
microbica, per raggiungere l’umidità ottimale e
garantire la porosità necessaria ad un sufficiente
ricambio dell’aria.
Rapporto equilibrato Carbonio/Azoto tra 25 e 30
(C/N = 25 significa che per ogni grammo di azoto
ce ne sono 25 di carbonio).
10. 3) Assicurare l’ossigeno necessario
Per assicurare ossigenazione non comprimere il
materiale, ma sfruttare la sua porosità, rende
spontaneo il ricambio d’aria ricca di ossigeno al posto
dell’aria esausta. Rivoltare periodicamente il
materiale per facilitare tale ricambio. Minore è la
porosità del materiale (vi è poco materiale di
“struttura”, quali legno sminuzzato, paglia, foglie
secche, cartone lacerato) più frequenti saranno i
rivoltamenti, e viceversa.
4) Controllare l’equilibrio tra
porosità ed umidità
La porosità permette di avere ricambio d’aria
all’interno del materiale. La giusta umidità si
ottiene con un’equilibrata miscelazione degli
scarti e garantendo il drenaggio. È utile
mettere alla base del cumulo uno strato di
10/15 cm di materiale legnoso per evitare il
ristagno dell’acqua. Nei periodi di siccità può
essere necessario bagnare il materiale.
11.
12.
13. La Frazione Organica Rifiuti Solidi Urbani (FORSU) rappresenta il 35% delle
produzione complessiva di rifiuti solidi urbani (RSU) e il 60% della FORSU in Italia è
destinato alla discarica
Riduce la quantità di rifiuto umido da smaltire in
discarica (rallentare l’esaurimento delle discariche) o
altre destinazioni previste dalla filiera di raccolta dei
rifiuti es. Inceneritori, termovalorizzatori, impianti a
biomasse.
Prevenire la produzione di inquinanti atmosferici
che si genererebbero dalla combustione degli scarti e
dal trasporto su gomma.
Il materiale organico presente nei nostri rifiuti è quello
che, smaltito in discarica, causa parte degli odori
molesti tipici di questi luoghi e dei loro dintorni.
14. Spesso la FORNITURA ATTEZZATURE
(compostiera) A PREZZO AGEVOLATO o
anche gratuito (o in comodato d’uso, con
eventuale cauzione).
Ragione di tipo ECONOMICA: molti i Comuni (Bacoli NA, San Leo RI, Merate
LC, Fiumicino RM, ecc.) già prevedono delle RIDUZIONI SULLA TASSA
DEI RIFIUTI (sconto dal 5 al 20%) se l’utenza domestica dimostra l’utilizzo
del compostaggio (domestico) per i loro scarti umidi-organici.
L’autoproduzione di compost fa
RISPARMIARE SU
ACQUISTO FERTILIZZANTI
(ammendanti e concimi) e migliora
la fertilità del suolo.
15. COSCIENZA CIVICO-AMBIENTALISTA
che ci renderebbe consapevoli di come questo
impegno potrebbe contribuire a risolvere il
problema di una parte della gestione dei rifiuti.
Il compostaggio è una BELLA ESPERIENZA
e può dare notevoli soddisfazioni, coinvolgendo
magari, come fosse una vera attività LUDICA,
anche i propri FIGLI
16. Anche la Frazione Organica deve essere gestita secondo la gerarchia individuata dalla UE
con la Direttiva quadro 2008/98/CE, recepita con il D.LGS 205/2010, in cui in particolare
l’ Articolo 179, al comma 1, stabilisce le priorità secondo cui deve essere gestita qualsiasi
frazione merceologica dei rifiuti, quindi anche la Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani
(FORSU).
La gestione dei rifiuti avviene nel rispetto della seguente gerarchia:
a) PREVENZIONE;
b) PREPARAZIONE PER IL RIUTILIZZO;
c) RICICLAGGIO;
d) RECUPERO DI ALTRO TIPO, per esempio il recupero di energia;
e) SMALTIMENTO.
17. a) PREVENZIONE: insieme delle misure adottate prima che una sostanza, un materiale o
un prodotto diventi rifiuto (Ridurre la quantità dei rifiuti attraverso il loro riutilizzo o
l’estensione del ciclo di vita; gli impatti negativi sull’ambiente e salute umana; il contenuto di
sostanze pericolose)
b) PREPARAZIONE AL RIUTILIZZO: Preparazione, le operazioni di controllo,
pulizia, smontaggio e riparazione attraverso cui prodotti o componenti di prodotti diventati
rifiuti sono preparati per poter essere reimpiegati senza altro pretrattamento; Riutilizzo,
qualsiasi operazione attraverso la quale prodotti o componenti che non sono rifiuti sono
reimpiegati per la stessa finalità per la quale erano stati concepiti.
c) RICICLAGGIO: qualsiasi operazione di recupero attraverso cui i rifiuti sono trattati
per ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o per
altri fini. Include il trattamento di materiale organico ma non il recupero di energia, né il
ritrattamento per ottenere materiali da utilizzare quali combustibili o in operazioni di
riempimento”.
d) RECUPERO DI ALTRO TIPO, per esempio il recupero di energia: comma 6 dell’art.
179 “nel rispetto della gerarchia del trattamento dei rifiuti le misure dirette al recupero dei
rifiuti mediante la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio o ogni altra operazione di
recupero di materia sono adottate con priorità rispetto all’uso dei rifiuti come fonte di energia
e) SMALTIENTO
18. Per digestione anaerobica si intende la
degradazione della sostanza organica da
parte di microrganismi in condizioni di
anaerobiosi.
Il compostaggio è solo aerobico (producono il compost). Per i processi anaerobici si parla
di biodigestori (silos che producono biogas).
In relazione al tipo di batteri utilizzati, esistono due differenti intervalli di temperatura in
cui viene condotta la digestione anaerobica:
- con batteri mesofili si lavora a temperature comprese tra 20 - 45 °C, con un intervallo
ottimale di 37 - 41 °C;
- con batteri termofili le condizioni di esercizio ottimali implicano un intervallo di
temperatura compreso tra i 50 - 52 °C, con temperature che possono anche essere
relativamente elevate e superare i 70 °C.
19. Il biogas può essere utilizzato per
produzione di Energia Termica,
tramite combustione in caldaia, o per
produzione di Energia Elettrica,
tramite gruppi di cogenerazione.
Parte dell’energia prodotta può essere
utilizzata per il fabbisogno energetico
dell’impianto stesso, e quella
rimanente può essere venduta sotto
forma di combustibile o energia
elettrica.
- BIOGAS, una miscela gassosa
composta da metano (ca. 60%), anidride
carbonica, piccole quantità d’idrogeno e
tracce di acido solfidrico.
20. - DIGESTATO ACIDOGENICO,
un materiale organico stabile composto
prevalentemente da lignina e cellulosa, ma
anche da una varietà di componenti minerali e
da una matrice di cellule batteriche morte.
Questo digestato somiglia al compost domestico e
può essere utilizzato quale suo succedaneo o
per produrre materiale da costruzione derivato
da fibre di legno.
Il suo uso in agricoltura è molto controverso.
- DIGESTATO MATENOGENICO,
in relazione alla qualità del materiale sottoposto a digestione, può rappresentare un
fertilizzante eccellente e ricco di nutrienti. Se il materiale digerito contiene basse quantità
di sostanze tossiche quali i metalli pesanti o composti organici di sintesi quali i fitofarmaci
o i bifenili policlorurati, la digestione è in grado di concentrare significativamente tali
sostanze nella fase liquida. In questi casi sono necessari ulteriori trattamenti appropriati.
Spesso, e in particolare riguardo alle acque degli scarichi industriali, i costi di abbattimento
dei tossici e i rischi ambientali possono superare il vantaggio nel produrre biogas.
21. Il D.Lgs 152/06 ha definito il “digestato di qualità”: prodotto ottenuto dalla digestione
anaerobica di rifiuti organici raccolti separatamente.
La legge 134/2012: “Ai sensi dell’articolo 184 -bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.
152, è considerato sottoprodotto il digestato ottenuto in impianti aziendali o
interaziendali dalla digestione anaerobica, eventualmente associata anche ad altri
trattamenti di tipo fisico-meccanico, di effluenti di allevamento o residui di origine
vegetale o residui delle trasformazioni o delle valorizzazioni delle produzioni vegetali
effettuate dall’agro-industria, conferiti come sottoprodotti, anche se miscelati fra loro, e
utilizzato ai fini agronomici.”.
Janez Potočnik, Commissario
Ue all’Ambiente (Dic.2013)
“I digestati derivanti dalla
produzione di biogas sono
considerati rifiuti prodotti e
rientrano pertanto nell’ambito di
applicazione della normativa sui
rifiuti”.
Il digestato deve essere a sua
volta smaltito o riciclato,
trattandolo in aerobiosi per
trasformarlo in compost.