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La domanda d’informazione statistica integrata:
nuovi usi e nuovi utenti
Giovanni A. Barbieri
La scienza dei dati per i processi di modernizzazione
Bari, 14 novembre 2016
Indice
Precorrere il cambiamento
Lo sviluppo di un’idea
Il sovraccarico informativo
Un esercizio di futurologia
Una digressione sulla cultura statistica
La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti
Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016
2
Precorrere il cambiamento
 Quinta Conferenza nazionale di statistica
«Innovazione tecnologica e informazione
statistica» (15-17 novembre 2000)
 La tecnologia sta cambiando il mondo
 Il cambiamento ci ha colto di sorpresa
 L’innovazione procede per discontinuità
 Non stavamo guardando nella direzione giusta
 Guardare nella direzione giusta ↔ bisogni
delle persone ↔ domanda degli utenti
La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti
Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016
3
Indice
Precorrere il cambiamento
Lo sviluppo di un’idea
Il sovraccarico informativo
Un esercizio di futurologia
Una digressione sulla cultura statistica
La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti
Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016
4
Lo sviluppo di un’idea
John Perry Barlow, «The Economy of
Ideas»
Joseph E. Stiglitz, «Knowledge as a
Global Public Good»
Joseph E. Stiglitz e Andrei Weiss,
«Credit Rationing in Markets with
Imperfect Information»
La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti
Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016
5
L’economia delle idee
John Perry Barlow, «The Economy of
Ideas», Wired 2.03 1994
1. L’informazione è un’attività
2. L’informazione è una forma di vita
3. L’informazione è una relazione
La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti
Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016
6
L’informazione è un’attività
 L’informazione è un verbo, non un
sostantivo
 «Information is a difference which makes a
difference» (Gregory Bateson)
 L’informazione si sperimenta, non si
possiede
 L’informazione ha bisogno di muoversi
 L’informazione non si distribuisce, si
propaga
La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti
Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016
7
L’informazione è una forma
di vita
Information wants to be free
 Geni e memi (Richard Dawkins)
L’informazione si replica
 …negli interstizi delle possibilità
L’informazione vuole cambiare
 Non esiste un’edizione definitiva
L’informazione è deperibile
La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti
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8
L’informazione è una
relazione
 Il valore del significato
 E la sua unicità
 La familiarità ha più valore della scarsità
 Il valore del punto di vista e
dell’autorevolezza
 Vicinanza fisica e vicinanza temporale
 «Fare» protegge più di un brevetto o di
un copyright
 L’informazione si paga in informazione
La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti
Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016
9
La conoscenza come bene
pubblico globale
Joseph E. Stiglitz, «Knowledge as a
Global Public Good», UNDP 1999
1. Non-rivalità: il consumo di un individuo
non diminuisce quello di un altro
2. Non-escludibilità: escludere un individuo
dalla fruizione del bene è impossibile o
quanto meno difficile
La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti
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10
Le conclusioni del Rapporto
UNDP
 La conoscenza deve essere pubblica per quanto attiene
al suo consumo, perché ogni cittadino deve avere libero
accesso all’informazione
 Deve essere pubblica quanto alla partecipazione, perché
il processo politico che porta a decidere quale e quanta
informazione debba essere prodotta deve prendere in
considerazione in modo trasparente le opinioni e la
volontà di tutti gli attori interessati (stakeholders)
 Deve essere pubblica con riferimento alla diffusione dei
benefici, perché ogni cittadino ha titolo a goderne.
La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti
Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016
11
Le asimmetrie informative
 Joseph E. Stiglitz e Andrei Weiss, «Credit Rationing in
Markets with Imperfect Information», The American
Economic Review 1981
1. Garantire l’eguaglianza delle opportunità e delle
possibilità
2. Produrre statistiche a disposizione di tutti come
strumento di garanzia dell’eguaglianza dei diritti dei
cittadini
3. Permettere di valutare l’efficienza e l’efficacia
dell’azione pubblica
 La statistica pubblica come strumento di democrazia
La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti
Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016
12
Qualche anno dopo
 Quinta Conferenza nazionale di statistica
«Statistica ufficiale. Bene pubblico» (9-10
novembre 2004) → «Nuovi usi e nuovi utenti della
statistica ufficiale nella società della conoscenza»,
Rivista di statistica ufficiale 3-2006
 Ripresa di alcuni temi dell’intervento del 2000
 Una quantificazione del «sovraccarico informativo»
(La dura vita dell’utente)
 Una riflessione sul ruolo della statistica pubblica
(Statistica, sovrabbondanza delle informazioni e
riduzione della complessità)
La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti
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14
Il sovraccarico informativo
 Lyman, Peter and Hal R. Varian, «How Much
Information», School of Information Management
and Systems at the University of California at
Berkeley 2003
 Nel 2002 prodotti circa 5 esabyte (5 miliardi di
miliardi) di dati (carta, pellicola cinematografica,
disco ottico…)
 La quantità di informazione prodotta in un anno
cresciuta del 30% tra 1999 e 2002
 Per quello che riguarda i flussi, 18 esabyte di
nuova informazione nel 2002
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15
Il sovraccarico informativo:
un aggiornamento
 EMC2-IDC, «The Digital Universe of
Opportunities», 2014
 Nel 2013 4,4 zettabyte di dati (migliaia di
miliardi di miliardi), cioè mille volte di più che
10 anni prima
 Nel 2020 44 zettabyte (10 volte di più)
 Per i 2/3 generati dai consumatori
 Ma anche di questi l’85% sotto la
responsabilità delle imprese
La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti
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16
Indice
Precorrere il cambiamento
Lo sviluppo di un’idea
Il sovraccarico informativo
Un esercizio di futurologia
Una digressione sulla cultura statistica
La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti
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17
Alcune aree in rapida
espansione [1]
 Internet of things
 20 miliardi di oggetti connessi nel 2013, il 7% di quelli
potenziali (187 miliardi)
 Nel 2020 saranno 32 miliardi, il 15% di 212 miliardi
 L’importanza delle interfacce
 Intelligenza artificiale
 Finalmente?
 Impatto sul mondo del lavoro
 I sistemi embedded nell’IoT (tra 2013 e 2020 dal 2 al 10%
dell’universo digitale)
 Sistemi AI, connettività, piattaforme, dialogo machine-to-
machine
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18
Alcune aree in rapida
espansione [2]
 Mobility e wearables
 La quota di DU generata dagli oggetti mobili passerà dal
18 al 27% tra 2013 e 2020
 Il loro ruolo potenziale nella cattura dei dati...
 Quali informazioni statistiche rendere disponibili? Come?
Ancora le interfacce!
 Self-driving cars
 Questioni etiche
 Destinate a cambiare la vita nelle città: trasporti più
efficienti, risparmi energetico, meno tempo dedicato agli
spostamenti
 Mobilità vs. uso del tempo, vissuto come un “costo” di
benessere
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19
Problemi e risposte della
statistica pubblica
 Statistica, sovrabbondanza delle informazioni e
riduzione della complessità → operare per
modelli
 La fine del monopolio → fornire informazione
“viva” (dalle commodities alle specialties, dallo
standard al tailor-made, dai beni ai servizi)
 Come governare la sovrabbondanza di
informazione → far crescere la capacità
d’analisi degli utenti (cultura statistica)
 Il web come strumento di dialogo e di
apprendimento reciproco
La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti
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20
Risposte al sovraccarico
d’informazioni
 Si risponde al sovraccarico con l’ottundimento,
con l’indifferenza
 Il limite è la nostra capacità d’attenzione
 La risposta che davo qualche anno fa era:
reputazione
 Tradizionale (peer reviews)
 Web-based (meccanismi peer-to-peer)
 La risposta che do ora è: rilevanza
 Rilevanza vuol dire conoscere i bisogni
informativi dei nostri clienti
La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti
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Indice
Precorrere il cambiamento
Lo sviluppo di un’idea
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La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti
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22
Una digressione sulla cultura
statistica
 Il dopo Clinton: la disfatta dei previsori
 Il modello di Nate Silver ha toppato!
 Assegnava a Hillary Clinton il 71,8% delle
probabilità di diventare il 45° POTUS
 Nel 2012 aveva correttamente previsto l’esito del
voto in tutti i 538 collegi
 Senza entrare nei dettagli:
 Lo stesso modello del 2012
 Basato sui sondaggi Stato per Stato e nazionali
La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti
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23
Problemi con le probabilità
 Che cosa significa che Trump aveva una
probabilità di vincere del 28,2%?
 Più di quella di far 6 con un tiro di dadi
 Più di quella di spararsi una pallottola nella tempia
alla roulette russa
 Il meccanismo dei collegi distorce il voto
proporzionale
 Inutile stravincere dove sei forte
 Serve vincere dove sei in bilico
 Sarebbe stato sufficiente che un elettore su cento
avesse votato diversamente
La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti
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La domanda d’informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti

  • 1. La domanda d’informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri La scienza dei dati per i processi di modernizzazione Bari, 14 novembre 2016
  • 2. Indice Precorrere il cambiamento Lo sviluppo di un’idea Il sovraccarico informativo Un esercizio di futurologia Una digressione sulla cultura statistica La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 2
  • 3. Precorrere il cambiamento  Quinta Conferenza nazionale di statistica «Innovazione tecnologica e informazione statistica» (15-17 novembre 2000)  La tecnologia sta cambiando il mondo  Il cambiamento ci ha colto di sorpresa  L’innovazione procede per discontinuità  Non stavamo guardando nella direzione giusta  Guardare nella direzione giusta ↔ bisogni delle persone ↔ domanda degli utenti La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 3
  • 4. Indice Precorrere il cambiamento Lo sviluppo di un’idea Il sovraccarico informativo Un esercizio di futurologia Una digressione sulla cultura statistica La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 4
  • 5. Lo sviluppo di un’idea John Perry Barlow, «The Economy of Ideas» Joseph E. Stiglitz, «Knowledge as a Global Public Good» Joseph E. Stiglitz e Andrei Weiss, «Credit Rationing in Markets with Imperfect Information» La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 5
  • 6. L’economia delle idee John Perry Barlow, «The Economy of Ideas», Wired 2.03 1994 1. L’informazione è un’attività 2. L’informazione è una forma di vita 3. L’informazione è una relazione La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 6
  • 7. L’informazione è un’attività  L’informazione è un verbo, non un sostantivo  «Information is a difference which makes a difference» (Gregory Bateson)  L’informazione si sperimenta, non si possiede  L’informazione ha bisogno di muoversi  L’informazione non si distribuisce, si propaga La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 7
  • 8. L’informazione è una forma di vita Information wants to be free  Geni e memi (Richard Dawkins) L’informazione si replica  …negli interstizi delle possibilità L’informazione vuole cambiare  Non esiste un’edizione definitiva L’informazione è deperibile La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 8
  • 9. L’informazione è una relazione  Il valore del significato  E la sua unicità  La familiarità ha più valore della scarsità  Il valore del punto di vista e dell’autorevolezza  Vicinanza fisica e vicinanza temporale  «Fare» protegge più di un brevetto o di un copyright  L’informazione si paga in informazione La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 9
  • 10. La conoscenza come bene pubblico globale Joseph E. Stiglitz, «Knowledge as a Global Public Good», UNDP 1999 1. Non-rivalità: il consumo di un individuo non diminuisce quello di un altro 2. Non-escludibilità: escludere un individuo dalla fruizione del bene è impossibile o quanto meno difficile La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 10
  • 11. Le conclusioni del Rapporto UNDP  La conoscenza deve essere pubblica per quanto attiene al suo consumo, perché ogni cittadino deve avere libero accesso all’informazione  Deve essere pubblica quanto alla partecipazione, perché il processo politico che porta a decidere quale e quanta informazione debba essere prodotta deve prendere in considerazione in modo trasparente le opinioni e la volontà di tutti gli attori interessati (stakeholders)  Deve essere pubblica con riferimento alla diffusione dei benefici, perché ogni cittadino ha titolo a goderne. La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 11
  • 12. Le asimmetrie informative  Joseph E. Stiglitz e Andrei Weiss, «Credit Rationing in Markets with Imperfect Information», The American Economic Review 1981 1. Garantire l’eguaglianza delle opportunità e delle possibilità 2. Produrre statistiche a disposizione di tutti come strumento di garanzia dell’eguaglianza dei diritti dei cittadini 3. Permettere di valutare l’efficienza e l’efficacia dell’azione pubblica  La statistica pubblica come strumento di democrazia La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 12
  • 13. Qualche anno dopo  Quinta Conferenza nazionale di statistica «Statistica ufficiale. Bene pubblico» (9-10 novembre 2004) → «Nuovi usi e nuovi utenti della statistica ufficiale nella società della conoscenza», Rivista di statistica ufficiale 3-2006  Ripresa di alcuni temi dell’intervento del 2000  Una quantificazione del «sovraccarico informativo» (La dura vita dell’utente)  Una riflessione sul ruolo della statistica pubblica (Statistica, sovrabbondanza delle informazioni e riduzione della complessità) La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 13
  • 14. Indice Precorrere il cambiamento Lo sviluppo di un’idea Il sovraccarico informativo Un esercizio di futurologia Una digressione sulla cultura statistica La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 14
  • 15. Il sovraccarico informativo  Lyman, Peter and Hal R. Varian, «How Much Information», School of Information Management and Systems at the University of California at Berkeley 2003  Nel 2002 prodotti circa 5 esabyte (5 miliardi di miliardi) di dati (carta, pellicola cinematografica, disco ottico…)  La quantità di informazione prodotta in un anno cresciuta del 30% tra 1999 e 2002  Per quello che riguarda i flussi, 18 esabyte di nuova informazione nel 2002 La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 15
  • 16. Il sovraccarico informativo: un aggiornamento  EMC2-IDC, «The Digital Universe of Opportunities», 2014  Nel 2013 4,4 zettabyte di dati (migliaia di miliardi di miliardi), cioè mille volte di più che 10 anni prima  Nel 2020 44 zettabyte (10 volte di più)  Per i 2/3 generati dai consumatori  Ma anche di questi l’85% sotto la responsabilità delle imprese La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 16
  • 17. Indice Precorrere il cambiamento Lo sviluppo di un’idea Il sovraccarico informativo Un esercizio di futurologia Una digressione sulla cultura statistica La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 17
  • 18. Alcune aree in rapida espansione [1]  Internet of things  20 miliardi di oggetti connessi nel 2013, il 7% di quelli potenziali (187 miliardi)  Nel 2020 saranno 32 miliardi, il 15% di 212 miliardi  L’importanza delle interfacce  Intelligenza artificiale  Finalmente?  Impatto sul mondo del lavoro  I sistemi embedded nell’IoT (tra 2013 e 2020 dal 2 al 10% dell’universo digitale)  Sistemi AI, connettività, piattaforme, dialogo machine-to- machine La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 18
  • 19. Alcune aree in rapida espansione [2]  Mobility e wearables  La quota di DU generata dagli oggetti mobili passerà dal 18 al 27% tra 2013 e 2020  Il loro ruolo potenziale nella cattura dei dati...  Quali informazioni statistiche rendere disponibili? Come? Ancora le interfacce!  Self-driving cars  Questioni etiche  Destinate a cambiare la vita nelle città: trasporti più efficienti, risparmi energetico, meno tempo dedicato agli spostamenti  Mobilità vs. uso del tempo, vissuto come un “costo” di benessere La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 19
  • 20. Problemi e risposte della statistica pubblica  Statistica, sovrabbondanza delle informazioni e riduzione della complessità → operare per modelli  La fine del monopolio → fornire informazione “viva” (dalle commodities alle specialties, dallo standard al tailor-made, dai beni ai servizi)  Come governare la sovrabbondanza di informazione → far crescere la capacità d’analisi degli utenti (cultura statistica)  Il web come strumento di dialogo e di apprendimento reciproco La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 20
  • 21. Risposte al sovraccarico d’informazioni  Si risponde al sovraccarico con l’ottundimento, con l’indifferenza  Il limite è la nostra capacità d’attenzione  La risposta che davo qualche anno fa era: reputazione  Tradizionale (peer reviews)  Web-based (meccanismi peer-to-peer)  La risposta che do ora è: rilevanza  Rilevanza vuol dire conoscere i bisogni informativi dei nostri clienti La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 21
  • 22. Indice Precorrere il cambiamento Lo sviluppo di un’idea Il sovraccarico informativo Un esercizio di futurologia Una digressione sulla cultura statistica La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 22
  • 23. Una digressione sulla cultura statistica  Il dopo Clinton: la disfatta dei previsori  Il modello di Nate Silver ha toppato!  Assegnava a Hillary Clinton il 71,8% delle probabilità di diventare il 45° POTUS  Nel 2012 aveva correttamente previsto l’esito del voto in tutti i 538 collegi  Senza entrare nei dettagli:  Lo stesso modello del 2012  Basato sui sondaggi Stato per Stato e nazionali La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 23
  • 24. Problemi con le probabilità  Che cosa significa che Trump aveva una probabilità di vincere del 28,2%?  Più di quella di far 6 con un tiro di dadi  Più di quella di spararsi una pallottola nella tempia alla roulette russa  Il meccanismo dei collegi distorce il voto proporzionale  Inutile stravincere dove sei forte  Serve vincere dove sei in bilico  Sarebbe stato sufficiente che un elettore su cento avesse votato diversamente La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 24
  • 25. La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 25
  • 26. La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 26
  • 27. La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 27
  • 28. La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 28
  • 29. La domanda di informazione statistica integrata: nuovi usi e nuovi utenti Giovanni A. Barbieri – Bari, 14 novembre 2016 29

Editor's Notes

  1. John Perry Barlow, co-founder of the nonprofit Electronic Frontier Foundation, a former cattle rancher and Grateful Dead lyricist. February 8, 1996: on this day in Davos, at the World Economic Forum, Barlow sat down in front of a clunky Apple laptop and typed out one very controversial email, now known as the “Declaration of Independence of Cyberspace,” a manifesto with a simple message: Governments don’t—and can’t—govern the Internet.
  2. John Perry Barlow, co-founder of the nonprofit Electronic Frontier Foundation, a former cattle rancher and Grateful Dead lyricist. February 8, 1996: on this day in Davos, at the World Economic Forum, Barlow sat down in front of a clunky Apple laptop and typed out one very controversial email, now known as the “Declaration of Independence of Cyberspace,” a manifesto with a simple message: Governments don’t—and can’t—govern the Internet.
  3. I. INFORMATION IS AN ACTIVITY Information Is a Verb, Not a Noun. Freed of its containers, information is obviously not a thing. In fact, it is something that happens in the field of interaction between minds or objects or other pieces of information. Gregory Bateson, expanding on the information theory of Claude Shannon, said, “Information is a difference which makes a difference.” Thus, information only really exists in the Delta. The making of that difference is an activity within a relationship. Information is an action which occupies time rather than a state of being which occupies physical space, as is the case with hard goods. It is the pitch, not the baseball, the dance, not the dancer. Information Is Experienced, Not Possessed. Even when it has been encapsulated in some static form like a book or a hard disk, information is still something that happens to you as you mentally decompress it from its storage code. But, whether it’s running at gigabits per second or words per minute, the actual decoding is a process that must be performed by and upon a mind, a process that must take place in time. There was a cartoon in the Bulletin of Atomic Scientists a few years ago that illustrated this point beautifully. In the drawing, a holdup man trains his gun on the sort of bespectacled fellow you’d figure might have a lot of information stored in his head. “Quick,” orders the bandit, “give me all your ideas.” Information Has to Move. Sharks are said to die of suffocation if they stop swimming, and the same is nearly true of information. Information that isn’t moving ceases to exist as anything but potential…at least until it is allowed to move again. For this reason, the practice of information hoarding, common in bureaucracies, is an especially wrong-headed artifact of physically based value systems. Information Is Conveyed by Propagation, Not Distribution. The way in which information spreads is also very different from the distribution of physical goods. It moves more like something from nature than from a factory. It can concatenate like falling dominos or grow in the usual fractal lattice, like frost spreading on a window, but it cannot be shipped around like widgets, except to the extent that it can be contained in them. It doesn’t simply move on; it leaves a trail everywhere it’s been. The central economic distinction between information and physical property is that information can be transferred without leaving the possession of the original owner. If I sell you my horse, I can’t ride him after that. If I sell you what I know, we both know it.
  4. II. INFORMATION IS A LIFE FORM Information Wants to Be Free. Stewart Brand is generally credited with this elegant statement of the obvious, which recognizes both the natural desire of secrets to be told and the fact that they might be capable of possessing something like a “desire” in the first place. English biologist and philosopher Richard Dawkins proposed the idea of “memes,” self-replicating patterns of information that propagate themselves across the ecologies of mind, a pattern of reproduction much like that of life forms. I believe they are life forms in every respect but their freedom from the carbon atom. They self-reproduce, they interact with their surroundings and adapt to them, they mutate, they persist. They evolve to fill the empty niches of their local environments, which are, in this case the surrounding belief systems and cultures of their hosts, namely, us. Indeed, sociobiologists like Dawkins make a plausible case that carbon-based life forms are information as well, that, as the chicken is an egg’s way of making another egg, the entire biological spectacle is just the DNA molecule’s means of copying out more information strings exactly like itself. Information Replicates into the Cracks of Possibility. Like DNA helices, ideas are relentless expansionists, always seeking new opportunities for Lebensraum. And, as in carbon-based nature, the more robust organisms are extremely adept at finding new places to live. Thus, just as the common housefly has insinuated itself into practically every ecosystem on the planet, so has the meme of “life after death” found a niche in most minds, or psycho-ecologies. The more universally resonant an idea or image or song , the more minds it will enter and remain within. Trying to stop the spread of a really robust piece of information is about as easy as keeping killer bees south of the border. Information Wants to Change. If ideas and other interactive patterns of information are indeed life forms, they can be expected to evolve constantly into forms which will be more perfectly adapted to their surroundings. And, as we see, they are doing this all the time. But for a long time, our static media, whether carvings in stone, ink on paper, or dye on celluloid, have strongly resisted the evolutionary impulse, exalting as a consequence the author’s ability to determine the finished product. But, as in an oral tradition, digitized information has no “final cut.” Digital information, unconstrained by packaging, is a continuing process more like the metamorphosing tales of prehistory than anything that will fit in shrink-wrap. From the Neolithic to Gutenberg (monks aside), information was passed on, mouth to ear, changing with every retelling (or resinging). The stories which once shaped our sense of the world didn’t have authoritative versions. They adapted to each culture in which they found themselves being told. Because there was never a moment when the story was frozen in print, the so-called “moral” right of storytellers to own the tale was neither protected nor recognized. The story simply passed through each of them on its way to the next, where it would assume a different form. As we return to continuous information, we can expect the importance of authorship to diminish. Creative people may have to renew their acquaintance with humility. But our system of copyright makes no accommodation whatever for expressions which don’t become fixed at some point nor for cultural expressions which lack a specific author or inventor. Jazz improvisations, stand-up comedy routines, mime performances, developing monologues, and unrecorded broadcast transmissions all lack the Constitutional requirement of fixation as a “writing.” Without being fixed by a point of publication the liquid works of the future will all look more like these continuously adapting and changing forms and will therefore exist beyond the reach of copyright. Copyright expert Pamela Samuelson tells of having attended a conference last year convened around the fact that Western countries may legally appropriate the music, designs, and biomedical lore of aboriginal people without compensation to their tribes of origin since those tribes are not an “author” or “inventors.” But soon most information will be generated collaboratively by the cyber-tribal hunter-gatherers of cyberspace. Our arrogant legal dismissal of the rights of “primitives” will be soon return to haunt us. Information Is Perishable. With the exception of the rare classic, most information is like farm produce. Its quality degrades rapidly both over time and in distance from the source of production. But even here, value is highly subjective and conditional. Yesterday’s papers are quite valuable to the historian. In fact, the older they are, the more valuable they become. On the other hand, a commodities broker might consider news of an event that occurred more than an hour ago to have lost any relevance.
  5. III. INFORMATION IS A RELATIONSHIP Meaning Has Value and Is Unique to Each Case. In most cases, we assign value to information based on its meaningfulness. The place where information dwells, the holy moment where transmission becomes reception, is a region which has many shifting characteristics and flavors depending on the relationship of sender and receiver, the depth of their interactivity. Each such relationship is unique. Even in cases where the sender is a broadcast medium, and no response is returned, the receiver is hardly passive. Receiving information is often as creative an act as generating it. The value of what is sent depends entirely on the extent to which each individual receiver has the receptors – shared terminology, attention, interest, language, paradigm – necessary to render what is received meaningful. Understanding is a critical element increasingly overlooked in the effort to turn information into a commodity. Data may be any set of facts, useful or not, intelligible or inscrutable, germane or irrelevant. Computers can crank out new data all night long without human help, and the results may be offered for sale as information. They may or may not actually be so. Only a human being can recognize the meaning that separates information from data. In fact, information, in the economic sense of the word, consists of data which have been passed through a particular human mind and found meaningful within that mental context. One fella’s information is all just data to someone else. If you’re an anthropologist, my detailed charts of Tasaday kinship patterns might be critical information to you. If you’re a banker from Hong Kong, they might barely seem to be data. Familiarity Has More Value than Scarcity. With physical goods, there is a direct correlation between scarcity and value. Gold is more valuable than wheat, even though you can’t eat it. While this is not always the case, the situation with information is often precisely the reverse. Most soft goods increase in value as they become more common. Familiarity is an important asset in the world of information. It may often be true that the best way to raise demand for your product is to give it away. While this has not always worked with shareware, it could be argued that there is a connection between the extent to which commercial software is pirated and the amount which gets sold. Broadly pirated software, such as Lotus 1-2-3 or WordPerfect, becomes a standard and benefits from Law of Increasing Returns based on familiarity. In regard to my own soft product, rock ‘n’ roll songs, there is no question that the band I write them for, the Grateful Dead, has increased its popularity enormously by giving them away. We have been letting people tape our concerts since the early seventies, but instead of reducing the demand for our product, we are now the largest concert draw in America, a fact that is at least in part attributable to the popularity generated by those tapes. True, I don’t get any royalties on the millions of copies of my songs which have been extracted from concerts, but I see no reason to complain. The fact is, no one but the Grateful Dead can perform a Grateful Dead song, so if you want the experience and not its thin projection, you have to buy a ticket from us. In other words, our intellectual property protection derives from our being the only real-time source of it. Exclusivity Has Value. The problem with a model that turns the physical scarcity/value ratio on its head is that sometimes the value of information is very much based on its scarcity. Exclusive possession of certain facts makes them more useful. If everyone knows about conditions which might drive a stock price up, the information is valueless. But again, the critical factor is usually time. It doesn’t matter if this kind of information eventually becomes ubiquitous. What matters is being among the first who possess it and act on it. While potent secrets usually don’t stay secret, they may remain so long enough to advance the cause of their original holders. Point of View and Authority Have Value. In a world of floating realities and contradictory maps, rewards will accrue to those commentators whose maps seem to fit their territory snugly, based on their ability to yield predictable results for those who use them. In aesthetic information, whether poetry or rock ‘n’ roll, people are willing to buy the new product of an artist, sight-unseen, based on their having been delivered a pleasurable experience by previous work. Reality is an edit. People are willing to pay for the authority of those editors whose point of view seems to fit best. And again, point of view is an asset which cannot be stolen or duplicated. No one sees the world as Esther Dyson does, and the handsome fee she charges for her newsletter is actually payment for the privilege of looking at the world through her unique eyes. Time Replaces Space. In the physical world, value depends heavily on possession or proximity in space. One owns the material that falls inside certain dimensional boundaries. The ability to act directly, exclusively, and as one wishes upon what falls inside those boundaries is the principal right of ownership. The relationship between value and scarcity is a limitation in space. In the virtual world, proximity in time is a value determinant. An informational product is generally more valuable the closer purchaser can place themselves to the moment of its expression, a limitation in time. Many kinds of information degrade rapidly with either time or reproduction. Relevance fades as the territory they map changes. Noise is introduced and bandwidth lost with passage away from the point where the information is first produced. Thus, listening to a Grateful Dead tape is hardly the same experience as attending a Grateful Dead concert. The closer one can get to the headwaters of an informational stream, the better one’s chances of finding an accurate picture of reality in it. In an era of easy reproduction, the informational abstractions of popular experiences will propagate out from their source moments to reach anyone who’s interested. But it’s easy enough to restrict the real experience of the desirable event, whether knock-out punch or guitar lick, to those willing to pay for being there. The Protection of Execution In the hick town I come from, they don’t give you much credit for just having ideas. You are judged by what you can make of them. As things continue to speed up, I think we see that execution is the best protection for those designs which become physical products. Or, as Steve Jobs once put it, “Real artists ship.” The big winner is usually the one who gets to the market first (and with enough organizational force to keep the lead). But, as we become fixated upon information commerce, many of us seem to think that originality alone is sufficient to convey value, deserving, with the right legal assurances, of a steady wage. In fact, the best way to protect intellectual property is to act on it. It’s not enough to invent and patent; one has to innovate as well. Someone claims to have patented the microprocessor before Intel. Maybe so. If he’d actually started shipping microprocessors before Intel, his claim would seem far less spurious. Information as Its Own Reward It is now a commonplace to say that money is information. With the exception of Krugerrands, crumpled cab fare, and the contents of those suitcases that drug lords are reputed to carry, most of the money in the informatized world is in ones and zeros. The global money supply sloshes around the Net, as fluid as weather. It is also obvious, that information has become as fundamental to the creation of modern wealth as land and sunlight once were. What is less obvious is the extent to which information is acquiring intrinsic value, not as a means to acquisition but as the object to be acquired. I suppose this has always been less explicitly the case. In politics and academia, potency and information have always been closely related. However, as we increasingly buy information with money, we begin to see that buying information with other information is simple economic exchange without the necessity of converting the product into and out of currency. This is somewhat challenging for those who like clean accounting, since, information theory aside, informational exchange rates are too squishy to quantify to the decimal point. Nevertheless, most of what a middle-class American purchases has little to do with survival. We buy beauty, prestige, experience, education, and all the obscure pleasures of owning. Many of these things can not only be expressed in nonmaterial terms, they can be acquired by nonmaterial means. And then there are the inexplicable pleasures of information itself, the joys of learning, knowing, and teaching; the strange good feeling of information coming into and out of oneself. Playing with ideas is a recreation which people are willing to pay a lot for, given the market for books and elective seminars. We’d likely spend even more money for such pleasures if we didn’t have so many opportunities to pay for ideas with other ideas. This explains much of the collective “volunteer” work which fills the archives, newsgroups, and databases of the Internet. Its denizens are not working for “nothing,” as is widely believed. Rather they are getting paid in something besides money. It is an economy which consists almost entirely of information. This may become the dominant form of human trade, and if we persist in modeling economics on a strictly monetary basis, we may be gravely misled.
  6. Si deve a Stiglitz (1999) la connotazione della conoscenza come bene pubblico globale. Un bene pubblico ha due caratteristiche essenziali: la non-rivalità (il consumo di un individuo non diminuisce quello di un altro) e la non-escludibilità (escludere un individuo dalla fruizione del bene è impossibile o quanto meno difficile). La conoscenza di un teorema matematico, per esempio, soddisfa entrambi i criteri. La non-rivalità della conoscenza – cioè che il costo marginale di un individuo aggiuntivo ammesso a goderne i benefici sia nullo – ha implicazioni importanti. Anche se fosse possibile escludere l’individuo dal godimento dell’informazione, ciò non sarebbe desiderabile, proprio perché il costo marginale della condivisione è nullo. Se l’informazione deve essere utilizzata in modo efficiente, non può dunque essere fornita privatamente. La non-escludibilità, dal canto suo, comporta che nessuno possa essere escluso dal godimento e implica l’impossibilità – sotto il profilo della razionalità economica – della produzione privata di conoscenza. Alcune forme di conoscenza, però, sono (o possono essere rese) escludibili, come nel caso dei segreti industriali. L’impresa, però, corre rischi elevati: un concorrente potrebbe impossessarsi del segreto e trarne vantaggio, tanto più se il segreto riguarda un’informazione “pura”. Un altro criterio di protezione consiste nell’assegnare diritti esclusivi di sfruttamento (tramite brevetto o copyright) per un periodo limitato di tempo, a condizione che i dettagli dell’invenzione siano resi pubblici: in questo modo, tuttavia, una parte consistente dell’informazione originaria viene resa pubblica. La natura cumulativa e incrementale della conoscenza fa sì che, di norma e in buona sostanza, il criterio della non-escludibilità sia soddisfatto.
  7. Il rapporto dell’Undp in cui è pubblicato l’intervento di Stiglitz citato sottolinea la necessità di porre attenzione a tre aspetti del carattere pubblico della conoscenza: La conoscenza deve essere pubblica per quanto attiene al suo consumo, perché ogni cittadino deve avere libero accesso all’informazione; Deve essere pubblica quanto alla partecipazione, perché il processo politico che porta a decidere quale e quanta informazione debba essere prodotta deve prendere in considerazione le opinioni e la volontà di tutti gli attori interessati (stakeholders), in un processo aperto. Deve essere pubblica con riferimento alla diffusione dei benefici, perché ogni cittadino ha titolo a goderne.
  8. Tuttavia, nello specifico dell’informazione statistica, sussiste un altro elemento che ne motiva il carattere di bene pubblico. Le decisioni per le quali l’approccio statistico è d’ausilio sono decisioni soggette a rischio, in cui il numero dei fenomeni o degli individui è talmente elevato da escludere la possibilità o la convenienza di seguire le vicende di ogni singolo individuo, e occorre basarsi sulla raccolta di un grande numero di dati inerenti ai fenomeni in esame per poter assegnare un valore di probabilità agli esiti possibili. Il costo della raccolta delle informazioni elementari che sono poi riassunte nelle statistiche e che consentono la quantificazione del rischio è molto elevato, e non tutti possono permetterselo. Questo è il motivo per cui, in origine, la statistica operava esclusivamente al servizio del potere politico. In una società democratica, i cittadini devono essere posti in una posizione d’eguaglianza iniziale: l’eguaglianza delle opportunità e delle possibilità. Se così non fosse, i soggetti più deboli (individui, imprese, istituzioni, gruppi sociali) sarebbero in una posizione di svantaggio, non potendo “acquistare” informazione statistica sul mercato, rispetto a quelli più forti. Sussistono, in altri termini, delle “asimmetrie informative” []. Di conseguenza, lo Stato provvede a produrre statistiche ufficiali e pubbliche – cioè certificate e messe a disposizione di tutti – come strumento di garanzia dell’eguaglianza dei diritti dei cittadini. Inoltre, mettere a disposizione di tutti le stesse informazioni di cui dispongono coloro che governano è anche un modo per permettere di valutare l’efficienza e l’efficacia dell’azione pubblica. Per questo, la statistica ufficiale è uno strumento essenziale della democrazia. Ancora una volta, il concetto e riconducibile a Stiglitz (1981) e, prima di lui, ad Arrow (1963).