Reti civiche come acceleratore di integrazione e cittadinanza
Rapporto sulla situazione abitativa di Bologna
1. CITTA’ E UNIVERSITA’:
DUE SOGGETTI IN FORTE
RELAZIONE
Francesco Pirri, Federico Tesei.
Corso di laurea in Scienze della comunicazione
2. Scopo della ricerca
Indagare il rapporto fra Sprawl bolognese e studenti
Capire il rapporto fra università e territorio bolognese:
strutture dell’università; edifici ER-GO; abitazioni studenti;
esercizi commerciali, fondi destinati agli studenti per il
problema “affitto”.
Rapporto fra università e città di Cesena: edifici e
studenti
Confronto fra la realtà di Bologna e la realtà di Cesena:
analogie e differenze
3. Introduzione sull’alma Mater
Studiorum
Alma Mater Studiorum, nata nel 1088, è la prima università
d’Europa; inizialmente deputata per l’insegnamento di teologia a
studenti di tutta Europa. Da sempre università e città hanno a che
fare con studenti “fuori sede”.
Nell’anno accademico 2000/2001 gli studenti italiani iscritti presso
Facoltà con sede a Bologna sono stati 81.618 dei quali circa
65.900 studenti fuori sede. Di questi si stima che circa il 16%
non frequenti abitualmente l’Università ma si rechi in città solo per
sostenere gli esami (city user). Dall’indagine emerge, inoltre, che
dei 55.340 studenti fuori sede frequentanti, circa 41.500 sono
domiciliati in città, mentre i restanti 13.840 sono pendolari. Nel
2009, dopo la decentrazione in altre città, gli studenti totali
scendono a 65mila circa, con una quantità di fuori sede scesa a
40.000, dei quali 28mila sono domiciliati in città.
4. Introduzione su Bologna
Bologna è una città di 372.326 abitanti posta in un punto
geografico cruciale per le comunicazioni e il commercio
in Italia; di fatti, questo territorio fu luogo di passaggio e di
insediamento per Etruschi, Celti, Romani e Goti.
Il territorio Bolognese è stato, e lo è ancora, luogo
ancestrale per molte realtà economiche italiane, la P.M.I.
Questo territorio ha offerto nel tempo buone possibilità di
occupazione, infatti la presenza di immigrati stranieri è
molto forte, al 1° gennaio 2008 furono censite 39.480
persone. Nelle decadi precedenti il fenomeno
immigrazione riguardava soprattutto le regioni dell’Italia
meridionale e insulare.
5. “La presenza di tanti giovani a Bologna,
durante la gran parte dell’anno, può
essere considerata una vera e propria
risorsa economica per la quale mettere
in pratica azioni volte ad agevolare la
frequenza dei corsi di studio e la
permanenza in città per gli studenti. Fra
gli interventi riconosciuti più urgenti per
assicurare a questi giovani uno standard
di vita favorevole allo studio, si devono
includere sicuramente tutti quelli volti a
gestire la situazione degli alloggi, il costo
degli affitti e le organizzazioni delle
sistemazioni abitative.” (Fonte:comune Bologna)
6. I residenti del
centro:
Urban Sprawl
Fenomeno dello sprawl urbano.
I residenti si spostano dal centro
per zone più “tranquille”.
“Il transitare dal condomino alla villette
a schiera […] fu facilitato dalla vendita,
o dall’affitto agli studenti dell’alloggio
in condominio”. (Cervellati,2009)
7. Gli edifici del
centro
Gli edifici del centro sono fra i
peggio mantenuti dell’area
bolognese; Ne consegue il
“Degrado urbano”. Perché
succede questo?
8. Gli studenti
fuori Sede
Gli studenti nei diversi quartieri
di Bologna. Anno 2001. Valori
assoluti
9. Il centro è
degli
studenti?
Quota sul totale della
popolazione residente nel
quartiere. Valore %
10. Gli studenti domiciliati nei
diversi quartieri di
Bologna
1998 2001 1998 > 2001
Quartieri V.A QUOTE% Quartieri V.A QUOTE% VARIAZIONI %
Borgo 606 1,6 Borgo 720 1,7 18,8
Panigale Panigale
Navile 3.724 10,1 Navile 3.051 7,4 -18,7
Porto 4.637 12,4 Porto 5.060 12,2 9,1
Barca 553 1,5 Barca 808 1,9 46,1
S.Donato 4.054 10,9 S.Donato 7.339 17,7 81,0
S.vitale 8.512 22,8 S.vitale 9.220 22,2 8,3
S.Stefano 4.904 13,2 S.Stefano 4.723 11,4 -3,7
Saragozza 5.954 16,0 Saragozza 6.951 16,07 16,7
Savena 3.030 8,1 Savena 3.180 7,7 5,0
Altri 1.273 3,4 Altri 443 1,1 -65,2
quartieri quartieri
TOTALE 37.288 100 TOTALE 41.505 100 11,3
11. Le abitazione
degli studenti,
sono comode?
Il numero di stanze
delle abitazioni del centro varia
da un minimo di 3 ad un massimo
di 4. Considerando che la metratura
media di queste case è di 70mq,
possiamo dire che alla comodità, i
proprietari Immobiliari hanno
preferito la “massima capienza”
12. Diversi modi di abitare
25.000
studentato arstud
20.000 app. di proprietà
singola
15.000
posto letto
10.000 altro
studentati privati
5.000 monolocale in affito
0
13. I contratti di locazione
1998 2001 variazione
CONTRATTO V.a. Quote % V.a. Quote % Var. %
Scritto 14.643 39,3 25.267 60,9 72,6
Scritto non 9.930 26,6 3.601 8,7 -63,7
registrato
Subaffitto 1.739 4,7 1.571 3,8 -9,7
A voce 7.451 20,0 8.065 19,4 8,2
Proprietari 1.201 3,2 1.443 3,5 20,1
Ospitati 2.323 6,2 1.549 3,7 -33,3
Totale 37.287 100 41.496 100 11,3
14. Quanto costa abitare a Bologna?
2001
Quartieri POSTO LETTO SINGOLA MONOLOCALE IN
AFFITO
Borgo Panigale 227,76 309,87 -
Navile 224,14 273,72 374,95
Porto 239,12 310,91 347,58
Barca 241,19 276,82 438,99
S.Donato 227,24 294,90 335,70
S.Vitale 246,87 310,39 516,46
S.Stefano 258,74 334,66 413,17
Saragozza 238,09 306,26 439,50
Savena 222,08 305,23 438,99
Altri comune 272,69 296,96 -
Totale 238,60 307,81 432,27
15. E come si riflette l'impatto
sull'urbanistica?
Appare evidente che una così massiccia
presenza degli studenti del centro storico ne
abbia modificato il profilo e il sistema socio-
economico.
L'aumento degli affitti ha fatto da volano.
16. Comparazione prezzi
Proviamo a confrontare tra il 2001 e il 2009 i costi
medi di stanze a Bologna. Ecco il caso di un
posto letto entro il comune.
300
250
200
150 2001
2009
100
50
0
Zona centro Semi-centro Periferia
17. Comparazione prezzi
Ed ecco invece cosa succede con una stanza
singola:
350
340
2001
330 2009
320
310
300
290
280
270
260
Centro Semi centro Periferia
18. Comparazione prezzi
L'unico decremento si è avuto nei prezzi per le
singole in periferia (ovvero i quartieri a ridosso dei
confini comunali, esclusi colli ed aeroporto). Questo
per una probabile correlazione con l'immigrazione
non studentesca, dove le singole hanno meno
mercato: Un posto letto per immigrati che possono
tranquillamente vivere in 4 in una stanza viene
venduto prima e meglio.
19. E il pubblico?
Preso atto dell'aumento così esponenziale dei
canoni affitto, la domanda sorge spontanea: e
l'ente regionale del diritto allo studio?
Il passaggio da Arstud a Er.go, con
l'accorpamento di tali enti, in uno unico e
regionale ha provocato molte critiche, ideologiche
e non, a suo favore va detto che ha raggiunto il
100% delle assegnazioni agli idonei. Il problema è
che per farlo non ha proporzionato i suoi
interventi agli aumenti sin qui mostrati.
20. Arstud- Er.go: evoluzione?
Senza voler gettare troppo la croce ad Er-go si
può ricordare come Lo Stato spenda lo 0.75% del
proprio PIL a fronte di una media OCSE, in
occidente, di circa il doppio. Non sorprende
dunque, anche a fronte dei tagli decisi dal decreto
(poi convertito in legge 133/08), come lo stesso
Ente deputato al diritto allo studio universitario
non si sia smarcato da tale statistica: basti
pensare che se nel 2001 l'Arstud erogava 5576
borse di studio a Bologna, e nel 2009 l'Er-go ne
ha erogate per Bologna e la Romagna* 7945.
21. Arstud-Er.go: evoluzione?
* L'asterisco indica come sotto la dicitura
Romagna, vadano inserite anche le sedi
distaccate, i conservatori, gli istituti di belle arti, e
la scuola di moda di Misano Adriatico.
Se invece andiamo a concentrarci sulla
dimensione abitativa notiamo come nel 2001
l'Arstud mettesse a disposizione all'incirca 1200
posti letto a Bologna, che nel 2009 malgrado
alcuni interventi importanti (ad esempio la
riqualificazione della R.U di via Gandusio), sono
aumentati solo di poco, arrivando a 1502. Una
percentuale non certo sufficiente.
22. L’impatto economico su Bologna
La spesa complessiva annua degli studenti presenti
Bologna è stata stimata, secondo l’analisi di impatto
realizzata da Prometeia, nell’ipotesi ritenuta più
incline alla realtà, essere di circa 340 milioni di
euro, con un’incidenza Si stima, inoltre, che
mensilmente uno studente fuori sede che abita a
Bologna spenda circa 660 Euro, dei quali quasi 260
vengono spese per coprire le spese d’affitto e gli
altri oneri legati alla abitazione. Se si considera
come la borsa sia in realtà più un prestito d'onore
dopo la modifica nel 2009 del bando Er-go, che
obbliga lo studente che non raggiunga i crediti
stabiliti dal medesimo, a restituire quanto fin lì
ritirato, se ne evince come l'intervento monetario di
sostentamento spesso divenga quasi aleatorio.
23. Gli studentati
Per quanto riguarda l'edililzia studentesca va si rilevato
come il numero degli studenti fuori-sede domiciliati a
Bologna sia calato negli ultimi dieci anni (ma andrebbero
sommati gli erasmus, che 10 anni fa erano certamente
meno), ma anche come gli affitti stessi si siano alzati, in
concerto con una crisi 10 anni fa impensabile. Dalle
interviste effettuate durante l’indagine di Pragmatica è
emersa comunque una certa reticenza ad alloggiare
presso gli studentati perché si trovano in zone della città
lontane dal centro, mentre per molti mancano spazi
adeguati per poter studiare da soli ed inoltre non è
gradito dagli studenti dover osservare le regole dello
studentato (orari, trasloco a Natale ed ad Agosto..).
Basti pensare alla dislocazione di quasi tutti i poli
universitari nella pianta di Bologna.
24. Sedi universitarie
Dislocazione facoltà ateneo Bologna Si può notare
come il centro storico la faccia ancora da padrone
per quanto riguarda la dislocazione delle facoltà,
anche con opere di riqualificazione settoriale,
come sta accadendo all'intersezione A. Gardino-
F.lli Rosselli.
25. E se si provasse a costruire fuori
dal centro?
Nella puntata sullo sprawl del 28 aprile 2008 di Report, Milena
Gabbanelli dice, in riferimento alle situazioni agghiaccianti
della Bufalotta e di Tor Vergata: “Nei prossimi 10 anni si
prevede di costruire a Roma 70 milioni di metri cubi. Per dare
un'idea: 1700 nuovi palazzi di 8 piani. E si prevede che
350.000 persone andranno ad abitare lì. La crescita è zero,
ma sono cambiati gli stili di vita, tante persone sole, coppie
non sposate, immigrati, studenti fuori sede, tutte persone che
non sono in grado di pagare dei costi troppo elevati. Magari
non si vende tutto, però intanto si costruisce, e in 70 milioni di
metri cubi ci sta tanta roba. Può essere che si decida anche di
seguire le tendenze europee, che sono quelle di spostare fuori
dal centro tutte le funzioni politiche ed amministrative e quindi
anche il traffico che comportano per lasciare spazio alla
naturale vocazione di Roma che è quella culturale e turistica
(...)
26. E se si provasse a costruire fuori
dal centro?
“ (...) L'edilizia popolare non si costruisce più: zero a Roma e l'1 % a
livello italiano. Il pubblico potrebbe espropriare le aree, ma deve
pagare a prezzi di mercato e non ce la fa. E così il privato si è
sostituito al pubblico, e le case a basso costo le costruisce dove ha i
terreni di sua proprietà. E le costruisce come gli pare. La gente
allettata compra e poi si ritrova con meno di quel che gli era stato
promesso. Per dire, la grande università di Tor Vergata non ha una
fermata del metrò. Gli studenti che devono andar lì, tirano su la
macchina perché gli autobus sono quel che sono. Il Comune
potrebbe riqualificare le aree dismesse, fatiscenti, che stanno dentro
al raccordo e che sono tante, sono già provviste degli edifici scolastici
e dei collegamenti, quindi non bisognerebbe fare grandi investimenti.
Chissà com'è, è troppo complicato.” Tutto questo mentre A Parigi si
realizzano prima le strade, le infrastrutture viarie e strutturali e poi
l'architettura, come specificato dal direttore dell'ufficio urbanistico
della capitale francese Micheloni.”
27. E se si provasse a costruire fuori
dal centro?
Bufalotta e Tor Vergata sprawl
28. E se si provasse a costruire fuori dal
centro?
E' evidente che se un'istituzione come l'Università
decide di accettare questa logica, perché costretta
dal mercato e dall'impotenza o dalla malafede della
classe dirigente, non è solo la publicness ad entrare
in crisi, ma persino il concetto stesso di cosa
pubblica: ecco l'esempio del polo agrario di viale
Fanin 50, l'immagine di google street view mostra
quale sia il suo vicino più architettonicamente
rilevante, il grande magazzino Leroy Merlin, più
dietro, nascosto dagli alberi, il Pilastro.
http://maps.google.it/maps?hl=it&source=hp&q=viale fanin 5
29. E i bolognesi in tutto questo?
Secondo una recente indagine condotta dal Servizio
Politiche Territoriali della Uil ad assorbire oltre un quarto
del reddito familiare ci sarebbero proprio gli affitti. Lo
studio, in particolare, mette sotto la lente di ingrandimento i
valori del mercato immobiliare nel periodo precedente la
crisi economica (secondo semestre 2007) confrontati con
quelli registrati nel pieno della crisi (primo semestre 2009).
Nonostante i valori degli affitti nelle città metropolitane
siano diminuiti in media del 6,5%, nelle grandi città non si
riesce a trovare una casa in affitto per meno di 685 euro
per un totale annuo di 8.227 euro. A Bologna sono
aumentati del 32,6%.
30. E i bolognesi in tutto questo?
Secondo un'inchiesta del settimanale bolognese
la Stefani, di proprietà dell'Ordine, i contributi
statali per gli affitti sono diminuiti del 46% tra il
2000 e il 2008. Al contrario la richiesta del
contributo stesso, nel medesimo arco di tempo è
lievitata nella sola Bologna del 130%. Nel 2000 si
è istituita una legge regionale che stabiliva come
sulla base della certificazione ISEE, mediante
delle fasce di reddito, vi potessero essere degli
aiuti, che ad oggi, qualora bastassero i soldi,
coprirebbero a malapena il 30% dell'affitto.
32. Mappatura dei bolognesi residenti in
città
Dall'indagine del servizio demoscopico della provincia di Bologna del
2008 si evince bene quali siano i cleavages sociali che si irradiano
dentro Bologna. E' evidente come nella sostanza sia confermata la
tripartizione sociale ‘a gradiente’ ereditata dal calco di fine ottocento
e giunta a compimento nell’epoca industriale della città.Ma con
differenze molto forti nel peso specifico. Le zone ‘alte’ (borghesi-
élitarie) sono diventate assai più esclusive, mentre quelle ‘basse’ o
‘popolari’ si sono non solo ristrette, ma sono anche assai meno
compatte d’un tempo. I ceti impiegatizi, per contro tendono a rifluire
dalle zone ‘alte’ (seguendo, a distanza, il destino degli operai) e a
diffondersi sul territorio, dove però incontrano, all’estrema periferia,
una qualche resistenza negli strati ‘popolari’ ivi insediati. Come
risultato di queste opposte tendenze (espulsive dal centro e repulsive
nelle vecchie periferie operaie) i ceti impiegatizi tendono a dar
luogo ad una massiccia colonizzazione delle zone semi-periferiche.
35. Stratificazione evidente
Il carattere anagrafico di Bologna è caratterizzato dalla
mescolanza generata dalle diverse ondate di flussi migratori, in
entrata e in uscita. Gli afflussi dalle campagne emiliane nel
dopoguerra (urbanizzazione), quelli dal meridione al culmine dello
sviluppo industriale, i flussi, assai più selettivi, della fase post-
industriale (ceti ‘alti’ e manovalanza straniera) associati allo
sprawl, cioè alla migrazione dei residenti verso il suburbio.
Questi aspetti si ritrovano in maniera ricorsiva nella stratificazione
demografica della città, ma con una marcata caratterizzazione in
talune porzioni urbane: sotto questo aspetto i quartieri con la
popolazione più ‘datata’ sono Savena, San Donato, Borgo e
Navile; quelli con la popolazione più ‘nuova’ San Vitale, Porto,
Reno e Saragozza, ovvero il centro storico.
36. Nuova “domestication”
In sociologia la domestication è lo spazio funzionale nel
quale si vive il territorio, spazio che nel mentre è
attraversato da tutti i flussi urbani, per la sua
centralità geo-iconografica, diventa anche un villaggio
nel quale sono trattenute gran parte delle relazioni vitali:
ecco che la domestication viene vissuta ed attuata dalla
popolazione meno radicata sul territorio e da quello
meno “popolare”: perdita di identità? O creazione di un
melting pot?
39. Percezione del problema primario
del proprio quartiere
La seconda mappa mette in risalto, per ogni sub-area, il primo
dei problemi denunciati.
Risalta con grande nettezza la tripartizione fra le zone dove
predominano i problemi securitari, di controllo territoriale, del
traffico oppure dove la prima frequenza è quella di coloro
che non denunciano alcun problema. C’è, come si nota, un
cleavage molto netto sancito dal grande decumano della Via
Emilia.
A nord prevalgono i problemi della sicurezza e del controllo
territoriale, a Sud quelli del traffico, mentre le aree più
eccentriche alle direttrici menzionate (Barca, Lame, Mazzini)
vivono condizioni di più basso impatto problematico. In
sintesi non esiste nella città una agenda problematica
condivisa, bensì una articolazione territoriale di problematiche
distinte.
41. I bolognesi sono soddisfatti del territorio in cui
vivono?
La geografia della ‘soddisfazione’ e mette subito in risalto
un cleavage ricorrente: una vasta città prevalentemente
soddisfatta che comprende non solo la zone pregiate
pede-collinari ma anche le periferie (Nell’estrema
periferia i soddisfatti sono minoritari solo a Scandellara,
Roveri e Pilastro, nel settore nord-est della città), dove il
radicamento sul territorio e la ragnatela di relazioni sociali
contrastano l'alienazione post-moderna.
Per contro esiste una città prevalentemente ‘insoddisfatta’
che si concentra nei quadranti Marconi e Irnerio del
centro e con marcati effetti di propagazione nelle
immediate vicinanze: l’intera Bolognina, assieme alla
zona Fiera, Zanardi-Ravone, Pirenaica, ovvero dove il
fenomeno dello sprawl, unito alla forte immigrazione degli
ultimi 15 anni (soprattutto straniera) hanno contribuito alla
crescita del grado di insoddisfazione, al quale hanno
tentato di rispondere le ultime amministrazioni comunali
con alterne fortune.
42. Deduzioni
Da decenni a questa parte a Bologna si sta verificando un
processo di sprawl urbano, che porta quelli che erano i residenti
del centro a spostarsi verso le zone periferiche della città.
Le case del centro in minima parte sono abitate da residenti, il
resto da affittuari, per lo più studenti.
Le case del centro in quanto le più vecchie della città avrebbero
bisogno di una manutenzione più o meno costante; manutenzione
che spesso non viene fatta perché i proprietari delle case non vi
risiedono.
Talvolta gli appartamenti vengono divisi per aumentare il numero
delle stanze, in modo da “accogliere” più persone.
Confrontando il giro di soldi intorno allo studente fuori sede e
l’offerta immobiliare proposta, si può pensare alla speculazione
edilizia.
43. Deduzioni
Tali effetti ovviamente si ripercuotono sulla popolazione
residente.
Stratificazione con fratture evidenti tra centro storico, aree
comprese tra viali e passanti ferroviari (semi-periferia), e
quartieri confinanti con gli altri comuni (periferia).
Domestication differente dal passato, centro vissuto in
prevalenza da cittadini provenienti da fuori Bologna e dalla
fascia sociale più élitaria.
Perdita evidente di identità e di appartenenza al territorio.
Rapporto inversamente proporzione tra interventi edilizia
statale (universitaria e non) ed il “caro-casa”.
Tentativo fallimentare dell'università di rispondere allo
sprawl.