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CITTA’ E UNIVERSITA’:
DUE SOGGETTI IN FORTE
RELAZIONE

Francesco Pirri, Federico Tesei.
Corso di laurea in Scienze della comunicazione
Scopo della ricerca

   Indagare il rapporto fra Sprawl bolognese e studenti

   Capire il rapporto fra università e territorio bolognese:
    strutture dell’università; edifici ER-GO; abitazioni studenti;
    esercizi commerciali, fondi destinati agli studenti per il
    problema “affitto”.

   Rapporto fra università e città di Cesena: edifici e
    studenti

   Confronto fra la realtà di Bologna e la realtà di Cesena:
    analogie e differenze
Introduzione sull’alma Mater
          Studiorum

   Alma Mater Studiorum, nata nel 1088, è la prima università
    d’Europa; inizialmente deputata per l’insegnamento di teologia a
    studenti di tutta Europa. Da sempre università e città hanno a che
    fare con studenti “fuori sede”.

   Nell’anno accademico 2000/2001 gli studenti italiani iscritti presso
    Facoltà con sede a Bologna sono stati 81.618 dei quali circa
    65.900 studenti fuori sede. Di questi si stima che circa il 16%
    non frequenti abitualmente l’Università ma si rechi in città solo per
    sostenere gli esami (city user). Dall’indagine emerge, inoltre, che
    dei 55.340 studenti fuori sede frequentanti, circa 41.500 sono
    domiciliati in città, mentre i restanti 13.840 sono pendolari. Nel
    2009, dopo la decentrazione in altre città, gli studenti totali
    scendono a 65mila circa, con una quantità di fuori sede scesa a
    40.000, dei quali 28mila sono domiciliati in città.
Introduzione su Bologna

   Bologna è una città di 372.326 abitanti posta in un punto
    geografico cruciale per le comunicazioni e il commercio
    in Italia; di fatti, questo territorio fu luogo di passaggio e di
    insediamento per Etruschi, Celti, Romani e Goti.

   Il territorio Bolognese è stato, e lo è ancora, luogo
    ancestrale per molte realtà economiche italiane, la P.M.I.
    Questo territorio ha offerto nel tempo buone possibilità di
    occupazione, infatti la presenza di immigrati stranieri è
    molto forte, al 1° gennaio 2008 furono censite 39.480
    persone. Nelle decadi precedenti il fenomeno
    immigrazione riguardava soprattutto le regioni dell’Italia
    meridionale e insulare.
“La presenza di tanti giovani a Bologna,
durante la gran parte dell’anno, può
essere considerata una vera e propria
risorsa economica per la quale mettere
in pratica azioni volte ad agevolare la
frequenza dei corsi di studio e la
permanenza in città per gli studenti. Fra
gli interventi riconosciuti più urgenti per
assicurare a questi giovani uno standard
di vita favorevole allo studio, si devono
includere sicuramente tutti quelli volti a
gestire la situazione degli alloggi, il costo
degli affitti e le organizzazioni delle
sistemazioni abitative.” (Fonte:comune Bologna)
I residenti del
              centro:
              Urban Sprawl

Fenomeno dello sprawl urbano.
I residenti si spostano dal centro
per zone più “tranquille”.


“Il transitare dal condomino alla villette
a schiera […] fu facilitato dalla vendita,
o dall’affitto agli studenti dell’alloggio
in condominio”. (Cervellati,2009)
Gli edifici del
         centro


Gli edifici del centro sono fra i
peggio mantenuti dell’area
bolognese;       Ne consegue il
“Degrado urbano”. Perché
succede questo?
Gli studenti
            fuori Sede



Gli studenti nei diversi quartieri
di Bologna. Anno 2001. Valori
assoluti
Il centro è
            degli
            studenti?



Quota      sul     totale    della
popolazione      residente    nel
quartiere. Valore %
Gli studenti domiciliati nei
               diversi quartieri di
               Bologna
                  1998                        2001                       1998 > 2001
Quartieri   V.A          QUOTE%   Quartieri     V.A      QUOTE%   VARIAZIONI %

Borgo       606          1,6      Borgo         720      1,7      18,8
Panigale                          Panigale
Navile      3.724        10,1     Navile        3.051    7,4      -18,7

Porto       4.637        12,4     Porto         5.060    12,2     9,1
Barca       553          1,5      Barca         808      1,9      46,1
S.Donato    4.054        10,9     S.Donato      7.339    17,7     81,0
S.vitale    8.512        22,8     S.vitale      9.220    22,2     8,3
S.Stefano   4.904        13,2     S.Stefano     4.723    11,4     -3,7
Saragozza   5.954        16,0     Saragozza     6.951    16,07    16,7
Savena      3.030        8,1      Savena        3.180    7,7      5,0
Altri       1.273        3,4      Altri         443      1,1      -65,2
quartieri                         quartieri
TOTALE      37.288       100      TOTALE        41.505   100      11,3
Le abitazione
           degli studenti,
           sono comode?

Il numero di stanze
delle abitazioni del centro varia
da un minimo di 3 ad un massimo
di 4. Considerando che la metratura
media di queste case è di 70mq,
possiamo dire che alla comodità, i
proprietari    Immobiliari      hanno
preferito la “massima capienza”
Diversi modi di abitare




 25.000
                          studentato arstud
 20.000                   app. di proprietà
                          singola
 15.000
                          posto letto
 10.000                   altro
                          studentati privati
  5.000                   monolocale in affito

     0
I contratti di locazione

                      1998                       2001          variazione

CONTRATTO      V.a.          Quote %     V.a.      Quote %      Var. %

  Scritto      14.643    39,3          25.267    60,9            72,6

Scritto non    9.930          26,6       3.601          8,7      -63,7
  registrato
 Subaffitto    1.739            4,7      1.571          3,8      -9,7
  A voce       7.451          20,0       8.065          19,4      8,2
Proprietari    1.201            3,2      1.443          3,5      20,1
 Ospitati      2.323            6,2      1.549          3,7      -33,3
  Totale       37.287          100      41.496          100      11,3
Quanto costa abitare a Bologna?

                   2001

Quartieri        POSTO LETTO   SINGOLA   MONOLOCALE IN
                                           AFFITO
Borgo Panigale   227,76        309,87    -
Navile           224,14        273,72    374,95
Porto            239,12        310,91    347,58
Barca            241,19        276,82    438,99
S.Donato         227,24        294,90    335,70
S.Vitale         246,87        310,39    516,46
S.Stefano        258,74        334,66    413,17
Saragozza        238,09        306,26    439,50
Savena           222,08        305,23    438,99
Altri comune     272,69        296,96    -
Totale           238,60        307,81    432,27
E come si riflette l'impatto
sull'urbanistica?



        Appare evidente che una così massiccia
         presenza degli studenti del centro storico ne
         abbia modificato il profilo e il sistema socio-
         economico.

        L'aumento degli affitti ha fatto da volano.
Comparazione prezzi


     Proviamo a confrontare tra il 2001 e il 2009 i costi
      medi di stanze a Bologna. Ecco il caso di un
      posto letto entro il comune.


    300


    250


    200


    150                                             2001
                                                    2009

    100


     50


      0
            Zona centro   Semi-centro   Periferia
Comparazione prezzi

   Ed ecco invece cosa succede con una stanza
    singola:



     350

     340
                                              2001
     330                                      2009
     320

     310

     300

     290

     280

     270

     260
           Centro   Semi centro   Periferia
Comparazione prezzi


   L'unico decremento si è avuto nei prezzi per le
    singole in periferia (ovvero i quartieri a ridosso dei
    confini comunali, esclusi colli ed aeroporto). Questo
    per una probabile correlazione con l'immigrazione
    non studentesca, dove le singole hanno meno
    mercato: Un posto letto per immigrati che possono
    tranquillamente vivere in 4 in una stanza viene
    venduto prima e meglio.
E il pubblico?


   Preso atto dell'aumento così esponenziale dei
    canoni affitto, la domanda sorge spontanea: e
    l'ente regionale del diritto allo studio?
   Il passaggio da Arstud a Er.go, con
    l'accorpamento di tali enti, in uno unico e
    regionale ha provocato molte critiche, ideologiche
    e non, a suo favore va detto che ha raggiunto il
    100% delle assegnazioni agli idonei. Il problema è
    che per farlo non ha proporzionato i suoi
    interventi agli aumenti sin qui mostrati.
Arstud- Er.go: evoluzione?

   Senza voler gettare troppo la croce ad Er-go si
    può ricordare come Lo Stato spenda lo 0.75% del
    proprio PIL a fronte di una media OCSE, in
    occidente, di circa il doppio. Non sorprende
    dunque, anche a fronte dei tagli decisi dal decreto
    (poi convertito in legge 133/08), come lo stesso
    Ente deputato al diritto allo studio universitario
    non si sia smarcato da tale statistica: basti
    pensare che se nel 2001 l'Arstud erogava 5576
    borse di studio a Bologna, e nel 2009 l'Er-go ne
    ha erogate per Bologna e la Romagna* 7945.
Arstud-Er.go: evoluzione?

   *   L'asterisco indica come sotto la dicitura
    Romagna, vadano inserite anche le sedi
    distaccate, i conservatori, gli istituti di belle arti, e
    la scuola di moda di Misano Adriatico.
   Se invece andiamo a concentrarci sulla
    dimensione abitativa notiamo come nel 2001
    l'Arstud mettesse a disposizione all'incirca 1200
    posti letto a Bologna, che nel 2009 malgrado
    alcuni interventi importanti (ad esempio la
    riqualificazione della R.U di via Gandusio), sono
    aumentati solo di poco, arrivando a 1502. Una
    percentuale non certo sufficiente.
L’impatto economico su Bologna

La spesa complessiva annua degli studenti presenti
Bologna è stata stimata, secondo l’analisi di impatto
realizzata da Prometeia, nell’ipotesi ritenuta più
incline alla realtà, essere di circa 340 milioni di
euro, con un’incidenza Si stima, inoltre, che
mensilmente uno studente fuori sede che abita a
Bologna spenda circa 660 Euro, dei quali quasi 260
vengono spese per coprire le spese d’affitto e gli
altri oneri legati alla abitazione. Se si considera
come la borsa sia in realtà più un prestito d'onore
dopo la modifica nel 2009 del bando Er-go, che
obbliga lo studente che non raggiunga i crediti
stabiliti dal medesimo, a restituire quanto fin lì
ritirato, se ne evince come l'intervento monetario di
sostentamento spesso divenga quasi aleatorio.
Gli studentati

 Per quanto riguarda l'edililzia studentesca va si rilevato
come il numero degli studenti fuori-sede domiciliati a
Bologna sia calato negli ultimi dieci anni (ma andrebbero
sommati gli erasmus, che 10 anni fa erano certamente
meno), ma anche come gli affitti stessi si siano alzati, in
concerto con una crisi 10 anni fa impensabile. Dalle
interviste effettuate durante l’indagine di Pragmatica è
emersa comunque una certa reticenza ad alloggiare
presso gli studentati perché si trovano in zone della città
lontane dal centro, mentre per molti mancano spazi
adeguati per poter studiare da soli ed inoltre non è
gradito dagli studenti dover osservare le regole dello
studentato (orari, trasloco a Natale ed ad Agosto..).
Basti pensare alla dislocazione di quasi tutti i poli
universitari nella pianta di Bologna.
Sedi universitarie

   Dislocazione facoltà ateneo Bologna Si può notare
    come il centro storico la faccia ancora da padrone
    per quanto riguarda la dislocazione delle facoltà,
    anche con opere di riqualificazione settoriale,
    come sta accadendo all'intersezione A. Gardino-
    F.lli Rosselli.
E se si provasse a costruire fuori
     dal centro?

   Nella puntata sullo sprawl del 28 aprile 2008 di Report, Milena
    Gabbanelli dice, in riferimento alle situazioni agghiaccianti
    della Bufalotta e di Tor Vergata: “Nei prossimi 10 anni si
    prevede di costruire a Roma 70 milioni di metri cubi. Per dare
    un'idea: 1700 nuovi palazzi di 8 piani. E si prevede che
    350.000 persone andranno ad abitare lì. La crescita è zero,
    ma sono cambiati gli stili di vita, tante persone sole, coppie
    non sposate, immigrati, studenti fuori sede, tutte persone che
    non sono in grado di pagare dei costi troppo elevati. Magari
    non si vende tutto, però intanto si costruisce, e in 70 milioni di
    metri cubi ci sta tanta roba. Può essere che si decida anche di
    seguire le tendenze europee, che sono quelle di spostare fuori
    dal centro tutte le funzioni politiche ed amministrative e quindi
    anche il traffico che comportano per lasciare spazio alla
    naturale vocazione di Roma che è quella culturale e turistica
    (...)
E se si provasse a costruire fuori
    dal centro?
   “ (...) L'edilizia popolare non si costruisce più: zero a Roma e l'1 % a
    livello italiano. Il pubblico potrebbe espropriare le aree, ma deve
    pagare a prezzi di mercato e non ce la fa. E così il privato si è
    sostituito al pubblico, e le case a basso costo le costruisce dove ha i
    terreni di sua proprietà. E le costruisce come gli pare. La gente
    allettata compra e poi si ritrova con meno di quel che gli era stato
    promesso. Per dire, la grande università di Tor Vergata non ha una
    fermata del metrò. Gli studenti che devono andar lì, tirano su la
    macchina perché gli autobus sono quel che sono. Il Comune
    potrebbe riqualificare le aree dismesse, fatiscenti, che stanno dentro
    al raccordo e che sono tante, sono già provviste degli edifici scolastici
    e dei collegamenti, quindi non bisognerebbe fare grandi investimenti.
    Chissà com'è, è troppo complicato.” Tutto questo mentre A Parigi si
    realizzano prima le strade, le infrastrutture viarie e strutturali e poi
    l'architettura, come specificato dal direttore dell'ufficio urbanistico
    della capitale francese Micheloni.”
E se si provasse a costruire fuori
        dal centro?

   Bufalotta e Tor Vergata sprawl
E se si provasse a costruire fuori dal
centro?

      E' evidente che se un'istituzione come l'Università
       decide di accettare questa logica, perché costretta
       dal mercato e dall'impotenza o dalla malafede della
       classe dirigente, non è solo la publicness ad entrare
       in crisi, ma persino il concetto stesso di cosa
       pubblica: ecco l'esempio del polo agrario di viale
       Fanin 50, l'immagine di google street view mostra
       quale sia il suo vicino più architettonicamente
       rilevante, il grande magazzino Leroy Merlin, più
       dietro, nascosto dagli alberi, il Pilastro.
       http://maps.google.it/maps?hl=it&source=hp&q=viale fanin 5
E i bolognesi in tutto questo?

   Secondo una recente indagine condotta dal Servizio
    Politiche Territoriali della Uil ad assorbire oltre un quarto
    del reddito familiare ci sarebbero proprio gli affitti. Lo
    studio, in particolare, mette sotto la lente di ingrandimento i
    valori del mercato immobiliare nel periodo precedente la
    crisi economica (secondo semestre 2007) confrontati con
    quelli registrati nel pieno della crisi (primo semestre 2009).
    Nonostante i valori degli affitti nelle città metropolitane
    siano diminuiti in media del 6,5%, nelle grandi città non si
    riesce a trovare una casa in affitto per meno di 685 euro
    per un totale annuo di 8.227 euro. A Bologna sono
    aumentati del 32,6%.
E i bolognesi in tutto questo?
   Secondo un'inchiesta del settimanale bolognese
    la Stefani, di proprietà dell'Ordine, i contributi
    statali per gli affitti sono diminuiti del 46% tra il
    2000 e il 2008. Al contrario la richiesta del
    contributo stesso, nel medesimo arco di tempo è
    lievitata nella sola Bologna del 130%. Nel 2000 si
    è istituita una legge regionale che stabiliva come
    sulla base della certificazione ISEE, mediante
    delle fasce di reddito, vi potessero essere degli
    aiuti, che ad oggi, qualora bastassero i soldi,
    coprirebbero a malapena il 30% dell'affitto.
Mappatura dei bolognesi
residenti in città
Mappatura dei bolognesi residenti in
          città
Dall'indagine del servizio demoscopico della provincia di Bologna del
2008 si evince bene quali siano i cleavages sociali che si irradiano
dentro Bologna. E' evidente come nella sostanza sia confermata la
tripartizione sociale ‘a gradiente’ ereditata dal calco di fine ottocento
e giunta a compimento nell’epoca industriale della città.Ma con
differenze molto forti nel peso specifico. Le zone ‘alte’ (borghesi-
élitarie) sono diventate assai più esclusive, mentre quelle ‘basse’ o
‘popolari’ si sono non solo ristrette, ma sono anche assai meno
compatte d’un tempo. I ceti impiegatizi, per contro tendono a rifluire
dalle zone ‘alte’ (seguendo, a distanza, il destino degli operai) e a
diffondersi sul territorio, dove però incontrano, all’estrema periferia,
una qualche resistenza negli strati ‘popolari’ ivi insediati. Come
risultato di queste opposte tendenze (espulsive dal centro e repulsive
nelle vecchie periferie operaie) i ceti impiegatizi tendono a dar
luogo ad una massiccia colonizzazione delle zone semi-periferiche.
Mappatura dei bolognesi residenti in
città
Mappatura dei bolognesi residenti in
città
Stratificazione evidente

Il carattere anagrafico di Bologna è caratterizzato dalla
mescolanza generata dalle diverse ondate di flussi migratori, in
entrata e in uscita. Gli afflussi dalle campagne emiliane nel
dopoguerra (urbanizzazione), quelli dal meridione al culmine dello
sviluppo industriale, i flussi, assai più selettivi, della fase post-
industriale (ceti ‘alti’ e manovalanza straniera) associati allo
sprawl, cioè alla migrazione dei residenti verso il suburbio.
Questi aspetti si ritrovano in maniera ricorsiva nella stratificazione
 demografica della città, ma con una marcata caratterizzazione in
talune porzioni urbane: sotto questo aspetto i quartieri con la
popolazione più ‘datata’ sono Savena, San Donato, Borgo e
Navile; quelli con la popolazione più ‘nuova’ San Vitale, Porto,
Reno e Saragozza, ovvero il centro storico.
Nuova “domestication”
   In sociologia la domestication è lo spazio funzionale nel
    quale si vive il territorio, spazio che nel mentre è
    attraversato da tutti i flussi urbani, per la sua
    centralità geo-iconografica, diventa anche un villaggio
    nel quale sono trattenute gran parte delle relazioni vitali:
    ecco che la domestication viene vissuta ed attuata dalla
    popolazione meno radicata sul territorio e da quello
    meno “popolare”: perdita di identità? O creazione di un
    melting pot?
Percezione dei bolognesi del caro-vita
Percezione del problema primario del
proprio quartiere
Percezione del problema primario
     del proprio quartiere
La seconda mappa mette in risalto, per ogni sub-area, il primo
dei problemi denunciati.
Risalta con grande nettezza la tripartizione fra le zone dove
 predominano i problemi securitari, di controllo territoriale, del
 traffico oppure dove la prima frequenza è quella di coloro
che non denunciano alcun problema. C’è, come si nota, un
cleavage molto netto sancito dal grande decumano della Via
Emilia.
A nord prevalgono i problemi della sicurezza e del controllo
territoriale, a Sud quelli del traffico, mentre le aree più
eccentriche alle direttrici menzionate (Barca, Lame, Mazzini)
vivono condizioni di più basso impatto problematico. In
sintesi non esiste nella città una agenda problematica
condivisa, bensì una articolazione territoriale di problematiche
distinte.
I bolognesi sono soddisfatti del
territorio in cui vivono?
I bolognesi sono soddisfatti del territorio in cui
vivono?
           La geografia della ‘soddisfazione’ e mette subito in risalto
           un cleavage ricorrente: una vasta città prevalentemente
           soddisfatta che comprende non solo la zone pregiate
           pede-collinari ma anche le periferie (Nell’estrema
           periferia i soddisfatti sono minoritari solo a Scandellara,
           Roveri e Pilastro, nel settore nord-est della città), dove il
           radicamento sul territorio e la ragnatela di relazioni sociali
           contrastano l'alienazione post-moderna.
           Per contro esiste una città prevalentemente ‘insoddisfatta’
           che si concentra nei quadranti Marconi e Irnerio del
           centro e con marcati effetti di propagazione nelle
           immediate vicinanze: l’intera Bolognina, assieme alla
           zona Fiera, Zanardi-Ravone, Pirenaica, ovvero dove il
           fenomeno dello sprawl, unito alla forte immigrazione degli
           ultimi 15 anni (soprattutto straniera) hanno contribuito alla
           crescita del grado di insoddisfazione, al quale hanno
           tentato di rispondere le ultime amministrazioni comunali
           con alterne fortune.
Deduzioni

   Da decenni a questa parte a Bologna si sta verificando un
    processo di sprawl urbano, che porta quelli che erano i residenti
    del centro a spostarsi verso le zone periferiche della città.

   Le case del centro in minima parte sono abitate da residenti, il
    resto da affittuari, per lo più studenti.

   Le case del centro in quanto le più vecchie della città avrebbero
    bisogno di una manutenzione più o meno costante; manutenzione
    che spesso non viene fatta perché i proprietari delle case non vi
    risiedono.

   Talvolta gli appartamenti vengono divisi per aumentare il numero
    delle stanze, in modo da “accogliere” più persone.

   Confrontando il giro di soldi intorno allo studente fuori sede e
    l’offerta immobiliare proposta, si può pensare alla speculazione
    edilizia.
Deduzioni

   Tali effetti ovviamente si ripercuotono sulla popolazione
    residente.
   Stratificazione con fratture evidenti tra centro storico, aree
    comprese tra viali e passanti ferroviari (semi-periferia), e
    quartieri confinanti con gli altri comuni (periferia).
   Domestication differente dal passato, centro vissuto in
    prevalenza da cittadini provenienti da fuori Bologna e dalla
    fascia sociale più élitaria.
   Perdita evidente di identità e di appartenenza al territorio.
    Rapporto inversamente proporzione tra interventi edilizia
    statale (universitaria e non) ed il “caro-casa”.
   Tentativo fallimentare dell'università di rispondere allo
    sprawl.

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Rapporto sulla situazione abitativa di Bologna

  • 1. CITTA’ E UNIVERSITA’: DUE SOGGETTI IN FORTE RELAZIONE Francesco Pirri, Federico Tesei. Corso di laurea in Scienze della comunicazione
  • 2. Scopo della ricerca  Indagare il rapporto fra Sprawl bolognese e studenti  Capire il rapporto fra università e territorio bolognese: strutture dell’università; edifici ER-GO; abitazioni studenti; esercizi commerciali, fondi destinati agli studenti per il problema “affitto”.  Rapporto fra università e città di Cesena: edifici e studenti  Confronto fra la realtà di Bologna e la realtà di Cesena: analogie e differenze
  • 3. Introduzione sull’alma Mater Studiorum  Alma Mater Studiorum, nata nel 1088, è la prima università d’Europa; inizialmente deputata per l’insegnamento di teologia a studenti di tutta Europa. Da sempre università e città hanno a che fare con studenti “fuori sede”.  Nell’anno accademico 2000/2001 gli studenti italiani iscritti presso Facoltà con sede a Bologna sono stati 81.618 dei quali circa 65.900 studenti fuori sede. Di questi si stima che circa il 16% non frequenti abitualmente l’Università ma si rechi in città solo per sostenere gli esami (city user). Dall’indagine emerge, inoltre, che dei 55.340 studenti fuori sede frequentanti, circa 41.500 sono domiciliati in città, mentre i restanti 13.840 sono pendolari. Nel 2009, dopo la decentrazione in altre città, gli studenti totali scendono a 65mila circa, con una quantità di fuori sede scesa a 40.000, dei quali 28mila sono domiciliati in città.
  • 4. Introduzione su Bologna  Bologna è una città di 372.326 abitanti posta in un punto geografico cruciale per le comunicazioni e il commercio in Italia; di fatti, questo territorio fu luogo di passaggio e di insediamento per Etruschi, Celti, Romani e Goti.  Il territorio Bolognese è stato, e lo è ancora, luogo ancestrale per molte realtà economiche italiane, la P.M.I. Questo territorio ha offerto nel tempo buone possibilità di occupazione, infatti la presenza di immigrati stranieri è molto forte, al 1° gennaio 2008 furono censite 39.480 persone. Nelle decadi precedenti il fenomeno immigrazione riguardava soprattutto le regioni dell’Italia meridionale e insulare.
  • 5. “La presenza di tanti giovani a Bologna, durante la gran parte dell’anno, può essere considerata una vera e propria risorsa economica per la quale mettere in pratica azioni volte ad agevolare la frequenza dei corsi di studio e la permanenza in città per gli studenti. Fra gli interventi riconosciuti più urgenti per assicurare a questi giovani uno standard di vita favorevole allo studio, si devono includere sicuramente tutti quelli volti a gestire la situazione degli alloggi, il costo degli affitti e le organizzazioni delle sistemazioni abitative.” (Fonte:comune Bologna)
  • 6. I residenti del centro: Urban Sprawl Fenomeno dello sprawl urbano. I residenti si spostano dal centro per zone più “tranquille”. “Il transitare dal condomino alla villette a schiera […] fu facilitato dalla vendita, o dall’affitto agli studenti dell’alloggio in condominio”. (Cervellati,2009)
  • 7. Gli edifici del centro Gli edifici del centro sono fra i peggio mantenuti dell’area bolognese; Ne consegue il “Degrado urbano”. Perché succede questo?
  • 8. Gli studenti fuori Sede Gli studenti nei diversi quartieri di Bologna. Anno 2001. Valori assoluti
  • 9. Il centro è degli studenti? Quota sul totale della popolazione residente nel quartiere. Valore %
  • 10. Gli studenti domiciliati nei diversi quartieri di Bologna 1998 2001 1998 > 2001 Quartieri V.A QUOTE% Quartieri V.A QUOTE% VARIAZIONI % Borgo 606 1,6 Borgo 720 1,7 18,8 Panigale Panigale Navile 3.724 10,1 Navile 3.051 7,4 -18,7 Porto 4.637 12,4 Porto 5.060 12,2 9,1 Barca 553 1,5 Barca 808 1,9 46,1 S.Donato 4.054 10,9 S.Donato 7.339 17,7 81,0 S.vitale 8.512 22,8 S.vitale 9.220 22,2 8,3 S.Stefano 4.904 13,2 S.Stefano 4.723 11,4 -3,7 Saragozza 5.954 16,0 Saragozza 6.951 16,07 16,7 Savena 3.030 8,1 Savena 3.180 7,7 5,0 Altri 1.273 3,4 Altri 443 1,1 -65,2 quartieri quartieri TOTALE 37.288 100 TOTALE 41.505 100 11,3
  • 11. Le abitazione degli studenti, sono comode? Il numero di stanze delle abitazioni del centro varia da un minimo di 3 ad un massimo di 4. Considerando che la metratura media di queste case è di 70mq, possiamo dire che alla comodità, i proprietari Immobiliari hanno preferito la “massima capienza”
  • 12. Diversi modi di abitare 25.000 studentato arstud 20.000 app. di proprietà singola 15.000 posto letto 10.000 altro studentati privati 5.000 monolocale in affito 0
  • 13. I contratti di locazione 1998 2001 variazione CONTRATTO V.a. Quote % V.a. Quote % Var. % Scritto 14.643 39,3 25.267 60,9 72,6 Scritto non 9.930 26,6 3.601 8,7 -63,7 registrato Subaffitto 1.739 4,7 1.571 3,8 -9,7 A voce 7.451 20,0 8.065 19,4 8,2 Proprietari 1.201 3,2 1.443 3,5 20,1 Ospitati 2.323 6,2 1.549 3,7 -33,3 Totale 37.287 100 41.496 100 11,3
  • 14. Quanto costa abitare a Bologna? 2001 Quartieri POSTO LETTO SINGOLA MONOLOCALE IN AFFITO Borgo Panigale 227,76 309,87 - Navile 224,14 273,72 374,95 Porto 239,12 310,91 347,58 Barca 241,19 276,82 438,99 S.Donato 227,24 294,90 335,70 S.Vitale 246,87 310,39 516,46 S.Stefano 258,74 334,66 413,17 Saragozza 238,09 306,26 439,50 Savena 222,08 305,23 438,99 Altri comune 272,69 296,96 - Totale 238,60 307,81 432,27
  • 15. E come si riflette l'impatto sull'urbanistica?  Appare evidente che una così massiccia presenza degli studenti del centro storico ne abbia modificato il profilo e il sistema socio- economico.  L'aumento degli affitti ha fatto da volano.
  • 16. Comparazione prezzi  Proviamo a confrontare tra il 2001 e il 2009 i costi medi di stanze a Bologna. Ecco il caso di un posto letto entro il comune. 300 250 200 150 2001 2009 100 50 0 Zona centro Semi-centro Periferia
  • 17. Comparazione prezzi  Ed ecco invece cosa succede con una stanza singola: 350 340 2001 330 2009 320 310 300 290 280 270 260 Centro Semi centro Periferia
  • 18. Comparazione prezzi  L'unico decremento si è avuto nei prezzi per le singole in periferia (ovvero i quartieri a ridosso dei confini comunali, esclusi colli ed aeroporto). Questo per una probabile correlazione con l'immigrazione non studentesca, dove le singole hanno meno mercato: Un posto letto per immigrati che possono tranquillamente vivere in 4 in una stanza viene venduto prima e meglio.
  • 19. E il pubblico?  Preso atto dell'aumento così esponenziale dei canoni affitto, la domanda sorge spontanea: e l'ente regionale del diritto allo studio?  Il passaggio da Arstud a Er.go, con l'accorpamento di tali enti, in uno unico e regionale ha provocato molte critiche, ideologiche e non, a suo favore va detto che ha raggiunto il 100% delle assegnazioni agli idonei. Il problema è che per farlo non ha proporzionato i suoi interventi agli aumenti sin qui mostrati.
  • 20. Arstud- Er.go: evoluzione?  Senza voler gettare troppo la croce ad Er-go si può ricordare come Lo Stato spenda lo 0.75% del proprio PIL a fronte di una media OCSE, in occidente, di circa il doppio. Non sorprende dunque, anche a fronte dei tagli decisi dal decreto (poi convertito in legge 133/08), come lo stesso Ente deputato al diritto allo studio universitario non si sia smarcato da tale statistica: basti pensare che se nel 2001 l'Arstud erogava 5576 borse di studio a Bologna, e nel 2009 l'Er-go ne ha erogate per Bologna e la Romagna* 7945.
  • 21. Arstud-Er.go: evoluzione?  * L'asterisco indica come sotto la dicitura Romagna, vadano inserite anche le sedi distaccate, i conservatori, gli istituti di belle arti, e la scuola di moda di Misano Adriatico.  Se invece andiamo a concentrarci sulla dimensione abitativa notiamo come nel 2001 l'Arstud mettesse a disposizione all'incirca 1200 posti letto a Bologna, che nel 2009 malgrado alcuni interventi importanti (ad esempio la riqualificazione della R.U di via Gandusio), sono aumentati solo di poco, arrivando a 1502. Una percentuale non certo sufficiente.
  • 22. L’impatto economico su Bologna La spesa complessiva annua degli studenti presenti Bologna è stata stimata, secondo l’analisi di impatto realizzata da Prometeia, nell’ipotesi ritenuta più incline alla realtà, essere di circa 340 milioni di euro, con un’incidenza Si stima, inoltre, che mensilmente uno studente fuori sede che abita a Bologna spenda circa 660 Euro, dei quali quasi 260 vengono spese per coprire le spese d’affitto e gli altri oneri legati alla abitazione. Se si considera come la borsa sia in realtà più un prestito d'onore dopo la modifica nel 2009 del bando Er-go, che obbliga lo studente che non raggiunga i crediti stabiliti dal medesimo, a restituire quanto fin lì ritirato, se ne evince come l'intervento monetario di sostentamento spesso divenga quasi aleatorio.
  • 23. Gli studentati Per quanto riguarda l'edililzia studentesca va si rilevato come il numero degli studenti fuori-sede domiciliati a Bologna sia calato negli ultimi dieci anni (ma andrebbero sommati gli erasmus, che 10 anni fa erano certamente meno), ma anche come gli affitti stessi si siano alzati, in concerto con una crisi 10 anni fa impensabile. Dalle interviste effettuate durante l’indagine di Pragmatica è emersa comunque una certa reticenza ad alloggiare presso gli studentati perché si trovano in zone della città lontane dal centro, mentre per molti mancano spazi adeguati per poter studiare da soli ed inoltre non è gradito dagli studenti dover osservare le regole dello studentato (orari, trasloco a Natale ed ad Agosto..). Basti pensare alla dislocazione di quasi tutti i poli universitari nella pianta di Bologna.
  • 24. Sedi universitarie  Dislocazione facoltà ateneo Bologna Si può notare come il centro storico la faccia ancora da padrone per quanto riguarda la dislocazione delle facoltà, anche con opere di riqualificazione settoriale, come sta accadendo all'intersezione A. Gardino- F.lli Rosselli.
  • 25. E se si provasse a costruire fuori dal centro?  Nella puntata sullo sprawl del 28 aprile 2008 di Report, Milena Gabbanelli dice, in riferimento alle situazioni agghiaccianti della Bufalotta e di Tor Vergata: “Nei prossimi 10 anni si prevede di costruire a Roma 70 milioni di metri cubi. Per dare un'idea: 1700 nuovi palazzi di 8 piani. E si prevede che 350.000 persone andranno ad abitare lì. La crescita è zero, ma sono cambiati gli stili di vita, tante persone sole, coppie non sposate, immigrati, studenti fuori sede, tutte persone che non sono in grado di pagare dei costi troppo elevati. Magari non si vende tutto, però intanto si costruisce, e in 70 milioni di metri cubi ci sta tanta roba. Può essere che si decida anche di seguire le tendenze europee, che sono quelle di spostare fuori dal centro tutte le funzioni politiche ed amministrative e quindi anche il traffico che comportano per lasciare spazio alla naturale vocazione di Roma che è quella culturale e turistica (...)
  • 26. E se si provasse a costruire fuori dal centro?  “ (...) L'edilizia popolare non si costruisce più: zero a Roma e l'1 % a livello italiano. Il pubblico potrebbe espropriare le aree, ma deve pagare a prezzi di mercato e non ce la fa. E così il privato si è sostituito al pubblico, e le case a basso costo le costruisce dove ha i terreni di sua proprietà. E le costruisce come gli pare. La gente allettata compra e poi si ritrova con meno di quel che gli era stato promesso. Per dire, la grande università di Tor Vergata non ha una fermata del metrò. Gli studenti che devono andar lì, tirano su la macchina perché gli autobus sono quel che sono. Il Comune potrebbe riqualificare le aree dismesse, fatiscenti, che stanno dentro al raccordo e che sono tante, sono già provviste degli edifici scolastici e dei collegamenti, quindi non bisognerebbe fare grandi investimenti. Chissà com'è, è troppo complicato.” Tutto questo mentre A Parigi si realizzano prima le strade, le infrastrutture viarie e strutturali e poi l'architettura, come specificato dal direttore dell'ufficio urbanistico della capitale francese Micheloni.”
  • 27. E se si provasse a costruire fuori dal centro?  Bufalotta e Tor Vergata sprawl
  • 28. E se si provasse a costruire fuori dal centro?  E' evidente che se un'istituzione come l'Università decide di accettare questa logica, perché costretta dal mercato e dall'impotenza o dalla malafede della classe dirigente, non è solo la publicness ad entrare in crisi, ma persino il concetto stesso di cosa pubblica: ecco l'esempio del polo agrario di viale Fanin 50, l'immagine di google street view mostra quale sia il suo vicino più architettonicamente rilevante, il grande magazzino Leroy Merlin, più dietro, nascosto dagli alberi, il Pilastro. http://maps.google.it/maps?hl=it&source=hp&q=viale fanin 5
  • 29. E i bolognesi in tutto questo?  Secondo una recente indagine condotta dal Servizio Politiche Territoriali della Uil ad assorbire oltre un quarto del reddito familiare ci sarebbero proprio gli affitti. Lo studio, in particolare, mette sotto la lente di ingrandimento i valori del mercato immobiliare nel periodo precedente la crisi economica (secondo semestre 2007) confrontati con quelli registrati nel pieno della crisi (primo semestre 2009). Nonostante i valori degli affitti nelle città metropolitane siano diminuiti in media del 6,5%, nelle grandi città non si riesce a trovare una casa in affitto per meno di 685 euro per un totale annuo di 8.227 euro. A Bologna sono aumentati del 32,6%.
  • 30. E i bolognesi in tutto questo?  Secondo un'inchiesta del settimanale bolognese la Stefani, di proprietà dell'Ordine, i contributi statali per gli affitti sono diminuiti del 46% tra il 2000 e il 2008. Al contrario la richiesta del contributo stesso, nel medesimo arco di tempo è lievitata nella sola Bologna del 130%. Nel 2000 si è istituita una legge regionale che stabiliva come sulla base della certificazione ISEE, mediante delle fasce di reddito, vi potessero essere degli aiuti, che ad oggi, qualora bastassero i soldi, coprirebbero a malapena il 30% dell'affitto.
  • 32. Mappatura dei bolognesi residenti in città Dall'indagine del servizio demoscopico della provincia di Bologna del 2008 si evince bene quali siano i cleavages sociali che si irradiano dentro Bologna. E' evidente come nella sostanza sia confermata la tripartizione sociale ‘a gradiente’ ereditata dal calco di fine ottocento e giunta a compimento nell’epoca industriale della città.Ma con differenze molto forti nel peso specifico. Le zone ‘alte’ (borghesi- élitarie) sono diventate assai più esclusive, mentre quelle ‘basse’ o ‘popolari’ si sono non solo ristrette, ma sono anche assai meno compatte d’un tempo. I ceti impiegatizi, per contro tendono a rifluire dalle zone ‘alte’ (seguendo, a distanza, il destino degli operai) e a diffondersi sul territorio, dove però incontrano, all’estrema periferia, una qualche resistenza negli strati ‘popolari’ ivi insediati. Come risultato di queste opposte tendenze (espulsive dal centro e repulsive nelle vecchie periferie operaie) i ceti impiegatizi tendono a dar luogo ad una massiccia colonizzazione delle zone semi-periferiche.
  • 33. Mappatura dei bolognesi residenti in città
  • 34. Mappatura dei bolognesi residenti in città
  • 35. Stratificazione evidente Il carattere anagrafico di Bologna è caratterizzato dalla mescolanza generata dalle diverse ondate di flussi migratori, in entrata e in uscita. Gli afflussi dalle campagne emiliane nel dopoguerra (urbanizzazione), quelli dal meridione al culmine dello sviluppo industriale, i flussi, assai più selettivi, della fase post- industriale (ceti ‘alti’ e manovalanza straniera) associati allo sprawl, cioè alla migrazione dei residenti verso il suburbio. Questi aspetti si ritrovano in maniera ricorsiva nella stratificazione demografica della città, ma con una marcata caratterizzazione in talune porzioni urbane: sotto questo aspetto i quartieri con la popolazione più ‘datata’ sono Savena, San Donato, Borgo e Navile; quelli con la popolazione più ‘nuova’ San Vitale, Porto, Reno e Saragozza, ovvero il centro storico.
  • 36. Nuova “domestication”  In sociologia la domestication è lo spazio funzionale nel quale si vive il territorio, spazio che nel mentre è attraversato da tutti i flussi urbani, per la sua centralità geo-iconografica, diventa anche un villaggio nel quale sono trattenute gran parte delle relazioni vitali: ecco che la domestication viene vissuta ed attuata dalla popolazione meno radicata sul territorio e da quello meno “popolare”: perdita di identità? O creazione di un melting pot?
  • 37. Percezione dei bolognesi del caro-vita
  • 38. Percezione del problema primario del proprio quartiere
  • 39. Percezione del problema primario del proprio quartiere La seconda mappa mette in risalto, per ogni sub-area, il primo dei problemi denunciati. Risalta con grande nettezza la tripartizione fra le zone dove predominano i problemi securitari, di controllo territoriale, del traffico oppure dove la prima frequenza è quella di coloro che non denunciano alcun problema. C’è, come si nota, un cleavage molto netto sancito dal grande decumano della Via Emilia. A nord prevalgono i problemi della sicurezza e del controllo territoriale, a Sud quelli del traffico, mentre le aree più eccentriche alle direttrici menzionate (Barca, Lame, Mazzini) vivono condizioni di più basso impatto problematico. In sintesi non esiste nella città una agenda problematica condivisa, bensì una articolazione territoriale di problematiche distinte.
  • 40. I bolognesi sono soddisfatti del territorio in cui vivono?
  • 41. I bolognesi sono soddisfatti del territorio in cui vivono? La geografia della ‘soddisfazione’ e mette subito in risalto un cleavage ricorrente: una vasta città prevalentemente soddisfatta che comprende non solo la zone pregiate pede-collinari ma anche le periferie (Nell’estrema periferia i soddisfatti sono minoritari solo a Scandellara, Roveri e Pilastro, nel settore nord-est della città), dove il radicamento sul territorio e la ragnatela di relazioni sociali contrastano l'alienazione post-moderna. Per contro esiste una città prevalentemente ‘insoddisfatta’ che si concentra nei quadranti Marconi e Irnerio del centro e con marcati effetti di propagazione nelle immediate vicinanze: l’intera Bolognina, assieme alla zona Fiera, Zanardi-Ravone, Pirenaica, ovvero dove il fenomeno dello sprawl, unito alla forte immigrazione degli ultimi 15 anni (soprattutto straniera) hanno contribuito alla crescita del grado di insoddisfazione, al quale hanno tentato di rispondere le ultime amministrazioni comunali con alterne fortune.
  • 42. Deduzioni  Da decenni a questa parte a Bologna si sta verificando un processo di sprawl urbano, che porta quelli che erano i residenti del centro a spostarsi verso le zone periferiche della città.  Le case del centro in minima parte sono abitate da residenti, il resto da affittuari, per lo più studenti.  Le case del centro in quanto le più vecchie della città avrebbero bisogno di una manutenzione più o meno costante; manutenzione che spesso non viene fatta perché i proprietari delle case non vi risiedono.  Talvolta gli appartamenti vengono divisi per aumentare il numero delle stanze, in modo da “accogliere” più persone.  Confrontando il giro di soldi intorno allo studente fuori sede e l’offerta immobiliare proposta, si può pensare alla speculazione edilizia.
  • 43. Deduzioni  Tali effetti ovviamente si ripercuotono sulla popolazione residente.  Stratificazione con fratture evidenti tra centro storico, aree comprese tra viali e passanti ferroviari (semi-periferia), e quartieri confinanti con gli altri comuni (periferia).  Domestication differente dal passato, centro vissuto in prevalenza da cittadini provenienti da fuori Bologna e dalla fascia sociale più élitaria.  Perdita evidente di identità e di appartenenza al territorio.  Rapporto inversamente proporzione tra interventi edilizia statale (universitaria e non) ed il “caro-casa”.  Tentativo fallimentare dell'università di rispondere allo sprawl.