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La precarietà abitativa a Cagliari
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
Engels
Era il 1872 e Engels, ne “La questione delle abitazioni”, diceva
“Che lo stato non possa né voglia metter riparo alla piaga edilizia è di chiarezza totale”. Per Engels
la “precarietà abitativa” non riguardava solamente la classe operaia.
Engels si contrappone a Proudhon. Emerge già il rapporto città-campagna
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
Henri Lefebvre
Il diritto alla città
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
“Il diritto alla città non può concepirsi
come un semplice diritto di visita o di
ritorno verso le città tradizionali. Non
può formularsi che come diritto alla vita
urbana, trasformata, rinnovata”. […]
“Teoria integrale della città e della
società urbana, utilizzando le risorse
della scienza e dell’arte”.
Togliatti e la questione urbana
Aldo Natoli e Vezio di Lucia
Fiorentino Sullo
Un lungo malinteso sino a Lucio Libertini
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
David Harvey
Nell’autunno del 2012 abbiamo tenuto la
presentazione pubblica del libro “Il diritto alla
città” di David Harvey a Cagliari.
Per la prima volta si è presentata pubblicamente
l’elaborazione di un geografo marxista, teorico del
post-modernismo, il quale oggi è uno dei marxisti
viventi di maggior levatura.
In questo libro vengono riassunti, in poco meno di
duecento pagine, sia gli esiti degli studi
puridecennali sulla questione urbana, sia alcune
proposte di lotta politica per le città dell’occidente
di oggi.
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
Lo IACP, INA Casa e Gescal
L'Istituto Autonomo Case Popolari (in sigla IACP), deriva da Istituto Case Popolari (ICP), che era
stato creato nel 1903 da Luigi Luzzatti. L'Istituto Case Popolari non era un unico organismo, ma si
componeva in fatto di più compagini che si formavano localmente a livello comunale o
provinciale. Inizialmente il finanziamento dei suoi programmi edilizi è avvenuto tramite mutui
forniti da credito esterno.
A partire dal dopoguerra, il sistema di finanziamento dell’edilizia popolare venne modificato, in
quanto non si basò più unicamente sul ricorso al credito esterno, poiché lo stato,l’INA Casa e
GESCAL concorsero per intero al finanziamento delle costruzioni. A seguito dell’emanazione di
nuove leggi e della soppressione di Enti quali GESCAL e INCIS, il patrimonio fino ad allora
costruito fu in parte ceduto agli assegnatari ed in parte trasferito agli IACP, che divennero gli
unici soggetti attuatori dell’edilizia residenziale pubblica.
Per INA-Casa si intende il piano di intervento dello stato per realizzare edilizia residenziale
pubblica su tutto il territorio italiano. Concepito nell'immediato secondo dopoguerra italiano,
aveva a disposizione fondi gestiti da un'apposita organizzazione presso l'Istituto Nazionale delle
Assicurazioni (INA), la Gestione INA-Casa. Nel 1992 l'INA viene privatizzato e, in pochi anni, del
tutto assorbito dal gruppo “Generali”.
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
Lo IACP, INA Casa e Gescal/2
Inizialmente il piano “INA-Casa” prevedeva una durata settennale, ma venne prorogato
sino al 1963. Grande promotore dell'iniziativa fu l'allora ministro Amintore Fanfani.
Il piano produrrà circa 2.800 unità abitative a settimana. Nei primi sette anni di vita
verranno investiti 334 miliardi di lire per la costruzione di 735.000 vani, corrispondenti a
147.000 alloggi. Alla fine dei quattordici anni di durata del piano, i vani realizzati saranno in
totale circa 2.000.000, per un complesso di 355.000 alloggi
Gescal (acronimo di GEStione CAse per i Lavoratori) era un fondo destinato alla
costruzione ed alla assegnazione di case ai lavoratori, nato nel 1963 dalla trasformazione
del Piano INA-Casa. Il principio era costruire case per i lavoratori con contributi provenienti
dai lavoratori stessi, dalle imprese ed in parte da finanziamenti governativi. Nel 1973, la
Gescal viene soppressa come ente, ma il contributo continuerà ad essere versato fino al
1992.
Fino al 1994 il fondo, che allora contava 21 mila miliardi di lire complessivi, tutti assegnati,
era stato utilizzato dalle Regioni, in favore di Iacp e Comuni, solo in parte (63,4%).
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
La rendita
La rendita è un guadagno non legato al lavoro, bensì al semplice possesso di un terreno, che per
qualche ragione aumenta di valore. L’aumento è legato al fatto che un PUC stabilisce che in quel
terreno, dove prima non si poteva costruire, ora si può. In linea di massima, questo atteggiamento
ha fatto del male alle città, a chi ci abita ed al paesaggio.
Sarebbe necessaria una legge che riportasse la rendita dentro la sfera pubblica, che rimetta in
discussione la proprietà fondiaria, quando questa diventa un ostacolo alla realizzazione di spazi
buoni. Per proprietà fondiaria intendiamo la proprietà sul fondo, sia esso rurale o urbano, così
come stabilito dal codice civile.
Le questioni della rendita, dell’urbanistica, dei palazzinari e delle politiche abitative ruotano tutte
intorno a questi temi.
Le posizioni che rivendicano il primato dell’interesse generale sull’interesse particolare della
rendita vincono se hanno una base sociale e storica che li sospinge. Di questa base sociale e
storica fanno parte le vittime della precarietà abitativa.
Tassare e incanalare la rendita non vuol dire arrivare ad ipotesi rivoluzionarie di azzeramento del
principio di proprietà privata. Pensare che quell'incremento di profitto totalmente inerziale possa
e debba essere messo a disposizione, almeno parziale, della società sta dentro una logica che
potremmo definire minimalista e riformista (in senso buono).
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
La rendita a Cagliari – L’assessore Maninchedda
“C’è un contrasto tra me e i famiglioni cagliaritani?
Certo che c’è, ma è esplicito da sempre e non mi impedisce di avere anche rapporti
cordiali con alcuni di loro, ma io da una parte e loro dall’altra. Ho comprato casa a
Quartu: non vicino alla laguna, non sopra o vicino alcuna tomba o alcuna chiesa,
non ho superato la cubatura assegnatami, non ho costruito su un canale, non ho
occluso o tombato alcunché. I famiglioni cagliaritani sono quello che gli spagnoli
chiamano rendistas, quelli che vivono di affitti, di relazioni più che di mercato e che
tendenzialmente consumano territorio. Cagliari è il regno di questa borghesia
parassitaria, ne è una prova l’assurdo contrasto tra la sua alta tensione abitativa e le
nuove case tutte vuote: poverissimi da un parte, piccola borghesia che va in
periferia perché non riesce a sostenere le pretese dei rendistas, e dall’altra i palazzi
dei rendistas vuoti”.
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
VA TUTTO BENE IN RAS? MOROSITA’ E ALTRO
Morità incolpevoli – il fondo previsto dal governo Lupi
L’azione della RAS e l’azione del Comune
Il disastro
Le sanatorie
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
PRECARIETA’ ABITATIVA IN ITALIA
Il livello di edilizia residenziale sociale in Italia è tra i più bassi in
Europa
PROPRIETA’ DELLA PRIMA CASA → caratteristica italiana
Realtà europea e realtà italiana
Ha funzionato la gestione pubblica?
E se funzionasse l’autogoverno, con la responsabilità (il Bronx e piazza
Pigafeta)?
Come vogliamo il socialismo del XXI secolo?
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA, EDILIZIA
SOCIALE, ABITAZIONI PRIVATE
Tre tipi di proprietà
ERP → storico, canone quasi zero (edilizia sovvenzionata)
EDILIZIA SOCIALE → housing sociale, cooperative,
autocostruzione, auto recupero (edilizia agevolata)
ABITAZIONI PRIVATE → la prima casa è un diritto?
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
LA PRECARIETA’ ABITATIVA A CAGLIARI
Il sindaco, in campagna elettorale, raccontava come in Olanda se una persona scopre che una casa
è disabitata, e poi nei tre anni successivi rimane disabitata, può entrarvi e utilizzarla come proprio
alloggio, se ne ha bisogno.
A Cagliari viviamo una situazione abitativa esplosiva, di cui già si occuparono, spesso con successo,
i movimenti per la casa degli anni settanta.
Esistono due Cagliari. La prima Cagliari è quella dei dipendenti pubblici e para-pubblici, delle
professioni, i cui figli vanno a scuola e all’università, leggono i blog e i giornali.
C’è, poi, una seconda Cagliari, che non legge i nostri blog, la quale spesso è immersa nella
precarietà abitativa: poco meno di 1.000 famiglie sono in graduatoria per un alloggio popolare,
circa 400 chiedono una casa anche con standard minori ai limiti di legge (case-parcheggio), e
secondo l’ultimo censimento sono più di 1.000 le famiglie in coabitazione. Tra case popolari del
Comune e di AREA, sono circa 6.000 le famiglie che abitano in alloggi ERP.
A questo aggiungiamo che secondo il Ministero degli interni nel 2012 gli sfratti in Sardegna sono
aumentati del 77%, quasi tutti per morosità incolpevole, cioè una morosità dovuta ad una
situazione economica negativa sopravvenuta.
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
LA PRECARIETA’ ABITATIVA A CAGLIARI/2
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
LA COMPRAVENDITA DI IMMOBILI A
CAGLIARI
Il Costo medio degli appartamenti in vendita a Cagliari supera
del 101% quelli di Reggio Calabria (per citare una città con
fondamentali macroeconomici simili).
Solo dal 2006 al 2012 le compravendite sono calate di 3898
unità (dati osservatorio Confcommercio).
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
IL PATRIMONIO COMUNALE
Patrimonio ad uso pubblico (palazzi del comune)
Valore e crisi. Come riutilizzarlo? Venderlo?
Patrimonio ad uso scolastico
Come utilizzarlo? Come riconvertirlo?
Patrimonio ERP
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
IL PATRIMONIO COMUNALE
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
Zona o Nome Complesso N°Alloggi Percent.
Vecchio Borgo Sant’Elia 304 9,06%
Pirri – Zona Santa Teresa 377 11,1%
Zona C.E.P 205 6,11%
Via Castelli 287 8,55%
Zona Via Podgora 426 12,70%
Piazza Medaglia Miracolosa 137 4,08%
Via Montegrappa – Via Codroipo 225 6,71%
Zona Via Emilia 312 9,30%
Zona Via Businco 306 9,12%
Zona Via Is Cornalias 164 4,89%
Zona Via Seruci 262 7,81%
Zona Sant’Avendrace 137 4,08%
Altri immobili 213 6,35%
3.355 100%
ALTRO PATRIMONIO PUBBLICO
Altri 3.300 alloggi di AREA → tutto S. Elia borgo nuovo, CEP, via
Malfidano, via Chiabrera
Cos è AREA?
Edilizia agevolata – via Corsica e via della Pineta: una sessantina di
famiglie. Sono presenti rispettivamente 12 e 6 morosi cronici. La
soluzione può essere il Canone concordato?
Col bando “20.000 alloggi” a Cagliari sono stati assegnati 564 alloggi con
variazioni a seconda degli scaglioni di reddito.
La scelta di allora fu giusta?
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
LA RISPOSTA E’ IL CONSUMO DEL SUOLO?
CASO SU STANGIONI
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
VECCHI E NUOVI FABBISOGNI
I fabbisogni classici
Nuove categorie che necessitano dell’housing sociale: giovani, padri e madri
separati
Studenti e lavoratori “fluttuanti”, che necessitano di diverse forme dell’abitare
Anziani semi auto-sufficienti per i quali immaginare forme di abitare condiviso
Edilizia universitaria
Precarietà abitativa dei giovani e le nuove soluzioni
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
I PIANI DEL COMUNE
I PIANI IN CAMPO
Via Flumentepido /via Rossini
Piazza Granatieri di Sardegna
Contratto di quartiere di S. Michele
Via Corsica
Housing sociale (?)
LE MANUTENZIONI
Via Podgora e zone limitrofe
Santa Teresa (Pirri)
Il progetto di riqualificazione di S. Elia
E LE POTENZIALITA’?
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
L’AZIONE DEL COMUNE – ALCUNI INDICATORI
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
Numero delle assegnazioni nel 2012, 2013 e
2014
Anno N. assegnazioni
Bando n. 5/2009 Delibera 114/99
2012 8 2
2013 6 2
2014 7 6
UN LAVORO EGEMONICO?
IL TEMA DEL CONSENSO
LA GUERRA TRA POVERI
UNA CONOSCENZA PROFONDA, SCELTE DA COMPIERE
LAVORO QUOTIDIANO, LAVORO STRATEGICO
LA COMUNICAZIONE, LE AZIONI
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
LE POTENZIALITA’ DI AREA
Sulla base dei dati forniti dai Distretti Territoriali, per gli anni 2011, 2012, 2013 e 2014, risultano
disponibili € 21.493.628,96 derivanti dall’alienazione del patrimonio di AREA (L. n. 560/1993).
Secondo alcuni funzionari AREA avrebbe in pancia circa 100 milioni di euro, da spendere per l’edilizia
popolare
Da questi proventi derivanti dal piano delle vendite a Cagliari sono stati destinati solo 178.000 euro.
Il costo medio di costruzione di nuovo alloggio stimato da AREA nell'ultimo report sul tema è di
110.000 euro
Questo significa che se a Cagliari volessimo costruire ex novo almeno 500 nuovi appartamenti
bisognerebbe investire non meno di 55 milioni di euro.
C'è il tema del consumo del territorio da limitare il più possibile e, dunque, per sopperire al
fabbisogno abitativo più urgente dovremo innanzitutto pensare a riqualificare i numerosi stabili
abbandonati che a vario titolo sono disseminati nella città.
Dunque anche le cifre da investire cambiano, trattandosi in molti casi di interventi di ristrutturazione.
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
LE POTENZIALITA’/2 – L’AUTORECUPERO
“Per autorecupero si intende un processo edilizio che prevede l’affidamento dei lavori
di ristrutturazione di un immobile agli stessi assegnatari che prestano la loro opera in
cantiere mettendo a disposizione un monte ore lavorativo. In questi processi, quindi,
sono generalmente coinvolte non solo le amministrazioni pubbliche, ma anche gli
stessi occupanti (nel caso che il processo sia stato attivato a seguito di una
occupazione abusiva) o i futuri assegnatari degli edifici (nel caso si sia proceduto con
bando pubblico). Questi, riuniti in cooperative edilizie, presentano progetti esecutivi
per i lavori di ristrutturazione edilizia, sulla base di progetti definitivi predisposti
dall’Amministrazione comunale, talvolta privilegiando l'applicazione, anche
sperimentale, di tecnologie compatibili con l'ambiente (architettura bioclimatica). La
partecipazione ai lavori consente un abbattimento dei costi economici e la creazione
di buoni rapporti tra i beneficiari. Le formule con cui il singolo abitante, futuro
assegnatario dell’alloggio, o la cooperativa avviano questi processi e partecipano
effettivamente con la loro forza lavoro al recupero dell’alloggio variano”
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
LE POTENZIALITA’ – L’AUTORECUPERO/2
Questa tecnica permette di riqualificare il patrimonio pubblico, poiché lo stabile autorecuperato
rimane di proprietà pubblica, e di rispondere concretamente alla precarietà abitativa. Il pubblico di
solito interviene sugli eventuali lavori di rifacimento della facciata.
L’autorecupero del patrimonio pubblico abbandonato ad uso abitativo è nato in nord Europa
(Olanda, Inghilterra, Germania) negli anni ’70. In Italia si è cominciato a praticare dagli anni ’80 a
Bologna. Alcuni esempi prevedono l’intervento di enti quali “Banca Etica”.
In regione Lazio venne approvata all’unanimità la LR 55/1998 “Autorecupero del patrimonio
immobiliare”.
Nel 1995 è stata presentata la proposta di legge “Norme per il recupero ad uso abitativo del
patrimonio immobiliare in degrado di proprietà pubblica e privata mediante la formazione di
cooperative di auto recupero formate da soggetti senza casa e sfrattati”.
La precarietà abitativa può essere affrontata mediante questa modalità. Il Piano Particolareggiato
del Centro Storico dovrebbe già definire alcuni immobili pubblici in cui prevedere bandi-pilota per
l’autorecupero.
L’autorecupero è una pratica che permette di rispondere ad una necessità, nonché di promuovere
una nuova forma di cittadinanza.
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
LE POTENZIALITA’ – L’AUTOCOSTRUZIONE
L’autocostruzione utilizza direttamente il lavoro di chi andrebbe a vivere negli
stabili costruiti. In questo caso non si parte dal patrimonio già esistente ma dalla
costruzione ex novo.
Anche in questo caso il Comune deve svolgere un ruolo, affiancando e
coordinando l'eventuale opportuna formazione professionale di chi va ad
autocostruirsi la casa.
A Cagliari potrebbe essere utilizzato nel Piano di Risanamento di Barracca
Manna, agendo in sede di ridistribuzione dei loti e su richiesta dei proprietari. Si
deve pensare all’autocostruzione in tutte le eventuali zonizzazioni e
localizzazioni in cui siano previste cubature destinate ad ERP difficilmente
realizzabili in proprio dal Comune.
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
LE POTENZIALITA’ – LEVA FISCALE E CONTROLLI
L'Istat conta 16,9 milioni di famiglie che vivono nella casa di proprietà e 4,7
milioni di famiglie in affitto. Se a questa cifra sottraiamo le locazioni indicate
nelle dichiarazione dei redditi delle persone fisiche (2,7 milioni), quelle di
edilizia pubblica (un milione) e quelle locate da società (500mila), restano
appunto mezzo milione di famiglie che abitano in casa d'altri ma non hanno un
contratto.
Cagliari rientra in questo contesto. Il fallimento dell'emersione dal nero tramite
le agevolazioni previste dal meccanismo di “auto-denuncia” della cedolare
secca insegna che solamente contestuali miglioramenti dei controlli ed
inasprimento delle sanzioni possono limitare l'evasione. Bisogna aumentare
l'incrocio dei dati a disposizione di Comune, Abbanoa, Agenzia Entrate e Enel
per scoprire e sanzionare meglio l'illegalità diffusa degli affitti in nero.
Rincarando sanzioni e contestualmente premiando con incentivi la riemersione
dal nero si rafforzerebbe anche una tendenza al calo del caro affitti.
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
LE POTENZIALITA’ – LA MOBILITA’ ABITATIVA
Per chi abita in case ERP uno strumento è la mobilità. Questo strumento
consente di ridurre il sovraffollamento abitativo, dirigendo d'ufficio il
proporzionamento tra spazio delle case e numero degli abitanti. Circa il 21%
degli alloggi ERP di Cagliari sono considerati sovraffollati, mentre il 32,04%
sono considerati sottoutilizzati (dati 2008).
Si tratta di una contraddizione da risolvere. È possibile immaginare interventi
di mobilità, programmata e attuata da parte degli uffici comunali, che preveda
la risoluzione sia del sovraffollamento degli alloggi ERP sia del sottoutilizzo.
Non si tratterebbe di una gestione autoritaria delle problematiche abitative
ma un’azione volta a migliorare la vita di tanti cittadini disagiati, svolta di
concerto al dialogo con gli abitanti, coinvolgendo chi lavora “sul campo”.
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
LE POTENZIALITA’ – RIQUALIFICAZIONE
URBANA E HOUSING SOCIALE
Alcune aree della città potrebbero essere riqualificate, chiamando il sistema
cooperativo, e quello privato, a co-partecipare a progetti che partano dal
miglioramento di aree già urbanizzate ma poco utilizzate, e
contemporaneamente diano case a chi non ce l’ha.
Un altro strumento da incrementare è il Social Housing, cioè quell'edilizia
sociale che mette insieme risorse pubbliche e private e permette di costruire
case popolari con standard superiori a quelli tradizionali. Lo spirito è di
costruire case migliori per chi non può permettersi canoni di mercato. Possono
intervenire istituzioni come Banca Etica.
LE SERVITU’ MILITARI!!
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
LE POTENZIALITA’ – AGENZIA DI
INTERMEDIAZIONE
Il Comune si dovrebbe dotare di un agenzia di intermediazione tra domanda e
offerta privata, che intervenga in casi di emergenza abitativa. Si tratta di
costruire una agenzia comunale sul modello della Torinese Lo.ca.re. L'agenzia
tiene uno registro di aspiranti locatori e di aspiranti locatari, e questi ultimi
devono essere persone che si trovano senza casa per scaduta locazione
precedente o che abitino in alloggi inadeguati per caratteristiche di spazio o
di salubrità.
I buoni uffici dell'agenzia e le garanzie che può offrire (garanzie di pagamento
e di buona tenuta dell’appartamento) permette che le locazioni avvengano
con più facilità.
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
LE POTENZIALITA’ – UNA NUOVA
LEGGE REGIONALE
La Sardegna ha, in materia urbanistica, competenza primaria.
La legge regionale che regola il tema dell’abitare, inoltre, è datata e sappiamo
che si sta lavorando ad una nuova legge. Possiamo intervenire e pensare a
soluzioni radicalmente innovative
IL RAPPORTO CON IL VUOTO
IL RAPPORTO COL COSTRUITO RURALE
IL CASO DI SADALI, COI SUOI LIMITI, COME ESEMPIO PER IL FUTURO?
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
LE POTENZIALITA’ – LE REQUISIZIONI
L’alta tensione abitativa, in caso di emergenza, si può fronteggiare: vengano requisite le unità
immobiliari sfitte da oltre dodici mesi. Si escluda l’alloggio di residenza del proprietario ed un
secondo alloggio. Si requisisca dal terzo alloggio di proprietà sfitto in poi. Le unità immobiliari
verrebbero requisite per diciotto mesi, rinnovabili una sola volta di ulteriori diciotto mesi. Chi
ne usufruisce partecipa al canone di locazione, il quale sarà corrisposto, mediante
l’intermediazione pubblica, al privato. Il privato avrà la certezza che, alla scadenza del
termine, l’immobile sarà restituito nelle identiche condizioni strutturali e igienico-sanitarie
iniziali. Un immobile già oggetto di requisizione non può essere sottoposto a nuova
requisizione prima che sia decorso un certo lasso di tempo.
Diverse esperienze e sentenze ne hanno dimostrato utilità e legittimità.
Se si utilizzasse questo strumento per dare una casa salubre a chi ha problemi di salute e
temporaneamente non ha un tetto sicuro darebbe applicazione alla Costituzione.
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
RIVENDICAZIONISMO, COSTRUZIONE
QUADRI E RUOLO DI UN MOVIMENTO
Con le politiche per la casa difficilmente si costruiscono quadri militanti. Quando
parliamo di precarietà abitativa a Cagliari, e di ERP, parliamo spesso del più classico
sotto-proletariato, che quasi mai può assolvere ad una funzione “rivoluzionaria”.
Dedicandoci a loro, inoltre, spesso si corre il rischio di inimicarsi tutti gli altri. C’è un
crinale sul quale fare attività politica, e bisogna stare attenti.
Bisogna avere una visione generale, dare risposte a tutti, essere “forza di governo”
anche quando non si è al governo. Per fare questo servono quadri, ed è un tema da
mettere sempre in primo piano. Però la situazione è diversa rispetto a 20 anni fa.
Si ha la forza di cominciare un percorso sulla casa a Cagliari? Vogliamo essere realistici
o rimanere sul vago? Ci sono diverse opzioni
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
ALCUNE OPZIONI
MANTENERE E SVILUPPARE DELLE PROPOSTE POLITICHE SULLA CASA, E
MANTENERE UNA MOBILITAZIONE SU ALCUNI TEMI
ASIA, UNIONE INQUILINI, O UN ALTRO SINDACATO A CAGLIARI?
C’è bisogno di un avvocato e di un quadro che si dedichi alla costituzione di
Unione Inquilini a Cagliari. C’è bisogno di un lavoro che coinvolga altri
soggetti interessati a far nascere UI a Cagliari.
AZIONI SIMBOLICHE CHE FACCIANO EMERGERE IL PROBLEMA
A Cagliari, negli ultimi 30 anni, le occupazioni sono state tante, e non sono
mai state politicamente orientate. E non sono sempre limpide
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
UN ESEMPIO DI MOBILITAZIONE
Piazza Granatieri
Si tratta di una piazza con una delle edificazioni di case tra le più vetuste a Cagliari
insieme a quelle di Piazza Medaglia Miracolosa e a quelle del perimetro ricompreso
tra via Bosco Cappuccio e Via Premuda, risalgono cioè al secondo dopoguerra e
necessitano di una forte riqualificazione.
Il comune ha partecipato a un bando regionale ottenendo 3 milioni di euro per
sistemare diverse facciate, i reflussi fognari, gli spazi verdi e ricreativi in quella piazza.
Dopo l'incertezza dovuta ai ricorsi sul bando il comune ha avuto la certezza di
assegnazione dei fondi il 4 settembre 2012.
Da quel momento in poi tutto si è fermato causa un rimpallo di inerzie burocratiche
tra comune e regione. I lavori non sono ancora partiti.
Abbiamo organizzato una piccola mobilitazione, anche con una manifestazione, ed ora
i soldi sono passati dalla regione al comune, ma tutto è di nuovo fermo.
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
POSSIBILI MOBILITAZIONI?
• Organizzare i condomini?
• Organizzare lo sportello casa?
• Seguire il tema degli sfratti?
•Organizzare degli autorecuperi, delle autocostruzioni o altro?
•Lex specialis di Maninchedda?
•Seguire S. Elia ed il processo di riqualificazione?
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015
LA MOBILITAZIONE PER S. ELIA
PROGRAMMA PER L’ATTUAZIONE DEGLI “INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE STRUTTURALE E
SOCIALE DEL QUARTIERE S. ELIA A CAGLIARI E DEI RELATIVI COMPLESSI EDILIZI DI PROPRIETÀ’
DI AREA – FASE I TRA REGIONE AUONOMA DELLA SARDEGNA, COMUNE DI CAGLIARI E
AZIENDA REGIONALE PER L’EDILIZIA ABITATIVA”
L’accordo attuale è solo una parte limitata dell’iniziale proposta di Masterplan della Regione per il
quartiere di S. Elia, che delineava un percorso di piena integrazione urbanistica e sociale del
quartiere nella città, attraverso scelte impegnative e radicali da sviluppare insieme, Comune e
Regione. Riguarda, infatti, la prima fase d’intervento, prevista nella stessa deliberazione
regionale, rivolta alla riqualificazione degli spazi comuni e degli spazi pubblici del nuovo
quartiere, per la quale è stata destinata la somma di 30 milioni di euro.
Per la miglior attuazione possibile del programma in condivisione, in Consiglio comunale è stato
approvato un ordine del giorno che prevede l'organizzazione di un grande laboratorio di
partecipazione tra cittadini e attori dell'intervento a vario titolo
La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo
2015

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  • 1. La precarietà abitativa a Cagliari La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 2. Engels Era il 1872 e Engels, ne “La questione delle abitazioni”, diceva “Che lo stato non possa né voglia metter riparo alla piaga edilizia è di chiarezza totale”. Per Engels la “precarietà abitativa” non riguardava solamente la classe operaia. Engels si contrappone a Proudhon. Emerge già il rapporto città-campagna La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 3. Henri Lefebvre Il diritto alla città La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015 “Il diritto alla città non può concepirsi come un semplice diritto di visita o di ritorno verso le città tradizionali. Non può formularsi che come diritto alla vita urbana, trasformata, rinnovata”. […] “Teoria integrale della città e della società urbana, utilizzando le risorse della scienza e dell’arte”.
  • 4. Togliatti e la questione urbana Aldo Natoli e Vezio di Lucia Fiorentino Sullo Un lungo malinteso sino a Lucio Libertini La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 5. David Harvey Nell’autunno del 2012 abbiamo tenuto la presentazione pubblica del libro “Il diritto alla città” di David Harvey a Cagliari. Per la prima volta si è presentata pubblicamente l’elaborazione di un geografo marxista, teorico del post-modernismo, il quale oggi è uno dei marxisti viventi di maggior levatura. In questo libro vengono riassunti, in poco meno di duecento pagine, sia gli esiti degli studi puridecennali sulla questione urbana, sia alcune proposte di lotta politica per le città dell’occidente di oggi. La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 6. Lo IACP, INA Casa e Gescal L'Istituto Autonomo Case Popolari (in sigla IACP), deriva da Istituto Case Popolari (ICP), che era stato creato nel 1903 da Luigi Luzzatti. L'Istituto Case Popolari non era un unico organismo, ma si componeva in fatto di più compagini che si formavano localmente a livello comunale o provinciale. Inizialmente il finanziamento dei suoi programmi edilizi è avvenuto tramite mutui forniti da credito esterno. A partire dal dopoguerra, il sistema di finanziamento dell’edilizia popolare venne modificato, in quanto non si basò più unicamente sul ricorso al credito esterno, poiché lo stato,l’INA Casa e GESCAL concorsero per intero al finanziamento delle costruzioni. A seguito dell’emanazione di nuove leggi e della soppressione di Enti quali GESCAL e INCIS, il patrimonio fino ad allora costruito fu in parte ceduto agli assegnatari ed in parte trasferito agli IACP, che divennero gli unici soggetti attuatori dell’edilizia residenziale pubblica. Per INA-Casa si intende il piano di intervento dello stato per realizzare edilizia residenziale pubblica su tutto il territorio italiano. Concepito nell'immediato secondo dopoguerra italiano, aveva a disposizione fondi gestiti da un'apposita organizzazione presso l'Istituto Nazionale delle Assicurazioni (INA), la Gestione INA-Casa. Nel 1992 l'INA viene privatizzato e, in pochi anni, del tutto assorbito dal gruppo “Generali”. La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 7. Lo IACP, INA Casa e Gescal/2 Inizialmente il piano “INA-Casa” prevedeva una durata settennale, ma venne prorogato sino al 1963. Grande promotore dell'iniziativa fu l'allora ministro Amintore Fanfani. Il piano produrrà circa 2.800 unità abitative a settimana. Nei primi sette anni di vita verranno investiti 334 miliardi di lire per la costruzione di 735.000 vani, corrispondenti a 147.000 alloggi. Alla fine dei quattordici anni di durata del piano, i vani realizzati saranno in totale circa 2.000.000, per un complesso di 355.000 alloggi Gescal (acronimo di GEStione CAse per i Lavoratori) era un fondo destinato alla costruzione ed alla assegnazione di case ai lavoratori, nato nel 1963 dalla trasformazione del Piano INA-Casa. Il principio era costruire case per i lavoratori con contributi provenienti dai lavoratori stessi, dalle imprese ed in parte da finanziamenti governativi. Nel 1973, la Gescal viene soppressa come ente, ma il contributo continuerà ad essere versato fino al 1992. Fino al 1994 il fondo, che allora contava 21 mila miliardi di lire complessivi, tutti assegnati, era stato utilizzato dalle Regioni, in favore di Iacp e Comuni, solo in parte (63,4%). La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 8. La rendita La rendita è un guadagno non legato al lavoro, bensì al semplice possesso di un terreno, che per qualche ragione aumenta di valore. L’aumento è legato al fatto che un PUC stabilisce che in quel terreno, dove prima non si poteva costruire, ora si può. In linea di massima, questo atteggiamento ha fatto del male alle città, a chi ci abita ed al paesaggio. Sarebbe necessaria una legge che riportasse la rendita dentro la sfera pubblica, che rimetta in discussione la proprietà fondiaria, quando questa diventa un ostacolo alla realizzazione di spazi buoni. Per proprietà fondiaria intendiamo la proprietà sul fondo, sia esso rurale o urbano, così come stabilito dal codice civile. Le questioni della rendita, dell’urbanistica, dei palazzinari e delle politiche abitative ruotano tutte intorno a questi temi. Le posizioni che rivendicano il primato dell’interesse generale sull’interesse particolare della rendita vincono se hanno una base sociale e storica che li sospinge. Di questa base sociale e storica fanno parte le vittime della precarietà abitativa. Tassare e incanalare la rendita non vuol dire arrivare ad ipotesi rivoluzionarie di azzeramento del principio di proprietà privata. Pensare che quell'incremento di profitto totalmente inerziale possa e debba essere messo a disposizione, almeno parziale, della società sta dentro una logica che potremmo definire minimalista e riformista (in senso buono). La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 9. La rendita a Cagliari – L’assessore Maninchedda “C’è un contrasto tra me e i famiglioni cagliaritani? Certo che c’è, ma è esplicito da sempre e non mi impedisce di avere anche rapporti cordiali con alcuni di loro, ma io da una parte e loro dall’altra. Ho comprato casa a Quartu: non vicino alla laguna, non sopra o vicino alcuna tomba o alcuna chiesa, non ho superato la cubatura assegnatami, non ho costruito su un canale, non ho occluso o tombato alcunché. I famiglioni cagliaritani sono quello che gli spagnoli chiamano rendistas, quelli che vivono di affitti, di relazioni più che di mercato e che tendenzialmente consumano territorio. Cagliari è il regno di questa borghesia parassitaria, ne è una prova l’assurdo contrasto tra la sua alta tensione abitativa e le nuove case tutte vuote: poverissimi da un parte, piccola borghesia che va in periferia perché non riesce a sostenere le pretese dei rendistas, e dall’altra i palazzi dei rendistas vuoti”. La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 10. VA TUTTO BENE IN RAS? MOROSITA’ E ALTRO Morità incolpevoli – il fondo previsto dal governo Lupi L’azione della RAS e l’azione del Comune Il disastro Le sanatorie La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 11. PRECARIETA’ ABITATIVA IN ITALIA Il livello di edilizia residenziale sociale in Italia è tra i più bassi in Europa PROPRIETA’ DELLA PRIMA CASA → caratteristica italiana Realtà europea e realtà italiana Ha funzionato la gestione pubblica? E se funzionasse l’autogoverno, con la responsabilità (il Bronx e piazza Pigafeta)? Come vogliamo il socialismo del XXI secolo? La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 12. EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA, EDILIZIA SOCIALE, ABITAZIONI PRIVATE Tre tipi di proprietà ERP → storico, canone quasi zero (edilizia sovvenzionata) EDILIZIA SOCIALE → housing sociale, cooperative, autocostruzione, auto recupero (edilizia agevolata) ABITAZIONI PRIVATE → la prima casa è un diritto? La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 13. LA PRECARIETA’ ABITATIVA A CAGLIARI Il sindaco, in campagna elettorale, raccontava come in Olanda se una persona scopre che una casa è disabitata, e poi nei tre anni successivi rimane disabitata, può entrarvi e utilizzarla come proprio alloggio, se ne ha bisogno. A Cagliari viviamo una situazione abitativa esplosiva, di cui già si occuparono, spesso con successo, i movimenti per la casa degli anni settanta. Esistono due Cagliari. La prima Cagliari è quella dei dipendenti pubblici e para-pubblici, delle professioni, i cui figli vanno a scuola e all’università, leggono i blog e i giornali. C’è, poi, una seconda Cagliari, che non legge i nostri blog, la quale spesso è immersa nella precarietà abitativa: poco meno di 1.000 famiglie sono in graduatoria per un alloggio popolare, circa 400 chiedono una casa anche con standard minori ai limiti di legge (case-parcheggio), e secondo l’ultimo censimento sono più di 1.000 le famiglie in coabitazione. Tra case popolari del Comune e di AREA, sono circa 6.000 le famiglie che abitano in alloggi ERP. A questo aggiungiamo che secondo il Ministero degli interni nel 2012 gli sfratti in Sardegna sono aumentati del 77%, quasi tutti per morosità incolpevole, cioè una morosità dovuta ad una situazione economica negativa sopravvenuta. La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 14. LA PRECARIETA’ ABITATIVA A CAGLIARI/2 La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 15. LA COMPRAVENDITA DI IMMOBILI A CAGLIARI Il Costo medio degli appartamenti in vendita a Cagliari supera del 101% quelli di Reggio Calabria (per citare una città con fondamentali macroeconomici simili). Solo dal 2006 al 2012 le compravendite sono calate di 3898 unità (dati osservatorio Confcommercio). La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 16. IL PATRIMONIO COMUNALE Patrimonio ad uso pubblico (palazzi del comune) Valore e crisi. Come riutilizzarlo? Venderlo? Patrimonio ad uso scolastico Come utilizzarlo? Come riconvertirlo? Patrimonio ERP La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 17. IL PATRIMONIO COMUNALE La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015 Zona o Nome Complesso N°Alloggi Percent. Vecchio Borgo Sant’Elia 304 9,06% Pirri – Zona Santa Teresa 377 11,1% Zona C.E.P 205 6,11% Via Castelli 287 8,55% Zona Via Podgora 426 12,70% Piazza Medaglia Miracolosa 137 4,08% Via Montegrappa – Via Codroipo 225 6,71% Zona Via Emilia 312 9,30% Zona Via Businco 306 9,12% Zona Via Is Cornalias 164 4,89% Zona Via Seruci 262 7,81% Zona Sant’Avendrace 137 4,08% Altri immobili 213 6,35% 3.355 100%
  • 18. ALTRO PATRIMONIO PUBBLICO Altri 3.300 alloggi di AREA → tutto S. Elia borgo nuovo, CEP, via Malfidano, via Chiabrera Cos è AREA? Edilizia agevolata – via Corsica e via della Pineta: una sessantina di famiglie. Sono presenti rispettivamente 12 e 6 morosi cronici. La soluzione può essere il Canone concordato? Col bando “20.000 alloggi” a Cagliari sono stati assegnati 564 alloggi con variazioni a seconda degli scaglioni di reddito. La scelta di allora fu giusta? La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 19. LA RISPOSTA E’ IL CONSUMO DEL SUOLO? CASO SU STANGIONI La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 20. VECCHI E NUOVI FABBISOGNI I fabbisogni classici Nuove categorie che necessitano dell’housing sociale: giovani, padri e madri separati Studenti e lavoratori “fluttuanti”, che necessitano di diverse forme dell’abitare Anziani semi auto-sufficienti per i quali immaginare forme di abitare condiviso Edilizia universitaria Precarietà abitativa dei giovani e le nuove soluzioni La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 21. I PIANI DEL COMUNE I PIANI IN CAMPO Via Flumentepido /via Rossini Piazza Granatieri di Sardegna Contratto di quartiere di S. Michele Via Corsica Housing sociale (?) LE MANUTENZIONI Via Podgora e zone limitrofe Santa Teresa (Pirri) Il progetto di riqualificazione di S. Elia E LE POTENZIALITA’? La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 22. L’AZIONE DEL COMUNE – ALCUNI INDICATORI La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015 Numero delle assegnazioni nel 2012, 2013 e 2014 Anno N. assegnazioni Bando n. 5/2009 Delibera 114/99 2012 8 2 2013 6 2 2014 7 6
  • 23. UN LAVORO EGEMONICO? IL TEMA DEL CONSENSO LA GUERRA TRA POVERI UNA CONOSCENZA PROFONDA, SCELTE DA COMPIERE LAVORO QUOTIDIANO, LAVORO STRATEGICO LA COMUNICAZIONE, LE AZIONI La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 24. LE POTENZIALITA’ DI AREA Sulla base dei dati forniti dai Distretti Territoriali, per gli anni 2011, 2012, 2013 e 2014, risultano disponibili € 21.493.628,96 derivanti dall’alienazione del patrimonio di AREA (L. n. 560/1993). Secondo alcuni funzionari AREA avrebbe in pancia circa 100 milioni di euro, da spendere per l’edilizia popolare Da questi proventi derivanti dal piano delle vendite a Cagliari sono stati destinati solo 178.000 euro. Il costo medio di costruzione di nuovo alloggio stimato da AREA nell'ultimo report sul tema è di 110.000 euro Questo significa che se a Cagliari volessimo costruire ex novo almeno 500 nuovi appartamenti bisognerebbe investire non meno di 55 milioni di euro. C'è il tema del consumo del territorio da limitare il più possibile e, dunque, per sopperire al fabbisogno abitativo più urgente dovremo innanzitutto pensare a riqualificare i numerosi stabili abbandonati che a vario titolo sono disseminati nella città. Dunque anche le cifre da investire cambiano, trattandosi in molti casi di interventi di ristrutturazione. La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 25. LE POTENZIALITA’/2 – L’AUTORECUPERO “Per autorecupero si intende un processo edilizio che prevede l’affidamento dei lavori di ristrutturazione di un immobile agli stessi assegnatari che prestano la loro opera in cantiere mettendo a disposizione un monte ore lavorativo. In questi processi, quindi, sono generalmente coinvolte non solo le amministrazioni pubbliche, ma anche gli stessi occupanti (nel caso che il processo sia stato attivato a seguito di una occupazione abusiva) o i futuri assegnatari degli edifici (nel caso si sia proceduto con bando pubblico). Questi, riuniti in cooperative edilizie, presentano progetti esecutivi per i lavori di ristrutturazione edilizia, sulla base di progetti definitivi predisposti dall’Amministrazione comunale, talvolta privilegiando l'applicazione, anche sperimentale, di tecnologie compatibili con l'ambiente (architettura bioclimatica). La partecipazione ai lavori consente un abbattimento dei costi economici e la creazione di buoni rapporti tra i beneficiari. Le formule con cui il singolo abitante, futuro assegnatario dell’alloggio, o la cooperativa avviano questi processi e partecipano effettivamente con la loro forza lavoro al recupero dell’alloggio variano” La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 26. LE POTENZIALITA’ – L’AUTORECUPERO/2 Questa tecnica permette di riqualificare il patrimonio pubblico, poiché lo stabile autorecuperato rimane di proprietà pubblica, e di rispondere concretamente alla precarietà abitativa. Il pubblico di solito interviene sugli eventuali lavori di rifacimento della facciata. L’autorecupero del patrimonio pubblico abbandonato ad uso abitativo è nato in nord Europa (Olanda, Inghilterra, Germania) negli anni ’70. In Italia si è cominciato a praticare dagli anni ’80 a Bologna. Alcuni esempi prevedono l’intervento di enti quali “Banca Etica”. In regione Lazio venne approvata all’unanimità la LR 55/1998 “Autorecupero del patrimonio immobiliare”. Nel 1995 è stata presentata la proposta di legge “Norme per il recupero ad uso abitativo del patrimonio immobiliare in degrado di proprietà pubblica e privata mediante la formazione di cooperative di auto recupero formate da soggetti senza casa e sfrattati”. La precarietà abitativa può essere affrontata mediante questa modalità. Il Piano Particolareggiato del Centro Storico dovrebbe già definire alcuni immobili pubblici in cui prevedere bandi-pilota per l’autorecupero. L’autorecupero è una pratica che permette di rispondere ad una necessità, nonché di promuovere una nuova forma di cittadinanza. La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 27. LE POTENZIALITA’ – L’AUTOCOSTRUZIONE L’autocostruzione utilizza direttamente il lavoro di chi andrebbe a vivere negli stabili costruiti. In questo caso non si parte dal patrimonio già esistente ma dalla costruzione ex novo. Anche in questo caso il Comune deve svolgere un ruolo, affiancando e coordinando l'eventuale opportuna formazione professionale di chi va ad autocostruirsi la casa. A Cagliari potrebbe essere utilizzato nel Piano di Risanamento di Barracca Manna, agendo in sede di ridistribuzione dei loti e su richiesta dei proprietari. Si deve pensare all’autocostruzione in tutte le eventuali zonizzazioni e localizzazioni in cui siano previste cubature destinate ad ERP difficilmente realizzabili in proprio dal Comune. La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 28. LE POTENZIALITA’ – LEVA FISCALE E CONTROLLI L'Istat conta 16,9 milioni di famiglie che vivono nella casa di proprietà e 4,7 milioni di famiglie in affitto. Se a questa cifra sottraiamo le locazioni indicate nelle dichiarazione dei redditi delle persone fisiche (2,7 milioni), quelle di edilizia pubblica (un milione) e quelle locate da società (500mila), restano appunto mezzo milione di famiglie che abitano in casa d'altri ma non hanno un contratto. Cagliari rientra in questo contesto. Il fallimento dell'emersione dal nero tramite le agevolazioni previste dal meccanismo di “auto-denuncia” della cedolare secca insegna che solamente contestuali miglioramenti dei controlli ed inasprimento delle sanzioni possono limitare l'evasione. Bisogna aumentare l'incrocio dei dati a disposizione di Comune, Abbanoa, Agenzia Entrate e Enel per scoprire e sanzionare meglio l'illegalità diffusa degli affitti in nero. Rincarando sanzioni e contestualmente premiando con incentivi la riemersione dal nero si rafforzerebbe anche una tendenza al calo del caro affitti. La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 29. LE POTENZIALITA’ – LA MOBILITA’ ABITATIVA Per chi abita in case ERP uno strumento è la mobilità. Questo strumento consente di ridurre il sovraffollamento abitativo, dirigendo d'ufficio il proporzionamento tra spazio delle case e numero degli abitanti. Circa il 21% degli alloggi ERP di Cagliari sono considerati sovraffollati, mentre il 32,04% sono considerati sottoutilizzati (dati 2008). Si tratta di una contraddizione da risolvere. È possibile immaginare interventi di mobilità, programmata e attuata da parte degli uffici comunali, che preveda la risoluzione sia del sovraffollamento degli alloggi ERP sia del sottoutilizzo. Non si tratterebbe di una gestione autoritaria delle problematiche abitative ma un’azione volta a migliorare la vita di tanti cittadini disagiati, svolta di concerto al dialogo con gli abitanti, coinvolgendo chi lavora “sul campo”. La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 30. LE POTENZIALITA’ – RIQUALIFICAZIONE URBANA E HOUSING SOCIALE Alcune aree della città potrebbero essere riqualificate, chiamando il sistema cooperativo, e quello privato, a co-partecipare a progetti che partano dal miglioramento di aree già urbanizzate ma poco utilizzate, e contemporaneamente diano case a chi non ce l’ha. Un altro strumento da incrementare è il Social Housing, cioè quell'edilizia sociale che mette insieme risorse pubbliche e private e permette di costruire case popolari con standard superiori a quelli tradizionali. Lo spirito è di costruire case migliori per chi non può permettersi canoni di mercato. Possono intervenire istituzioni come Banca Etica. LE SERVITU’ MILITARI!! La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 31. LE POTENZIALITA’ – AGENZIA DI INTERMEDIAZIONE Il Comune si dovrebbe dotare di un agenzia di intermediazione tra domanda e offerta privata, che intervenga in casi di emergenza abitativa. Si tratta di costruire una agenzia comunale sul modello della Torinese Lo.ca.re. L'agenzia tiene uno registro di aspiranti locatori e di aspiranti locatari, e questi ultimi devono essere persone che si trovano senza casa per scaduta locazione precedente o che abitino in alloggi inadeguati per caratteristiche di spazio o di salubrità. I buoni uffici dell'agenzia e le garanzie che può offrire (garanzie di pagamento e di buona tenuta dell’appartamento) permette che le locazioni avvengano con più facilità. La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 32. LE POTENZIALITA’ – UNA NUOVA LEGGE REGIONALE La Sardegna ha, in materia urbanistica, competenza primaria. La legge regionale che regola il tema dell’abitare, inoltre, è datata e sappiamo che si sta lavorando ad una nuova legge. Possiamo intervenire e pensare a soluzioni radicalmente innovative IL RAPPORTO CON IL VUOTO IL RAPPORTO COL COSTRUITO RURALE IL CASO DI SADALI, COI SUOI LIMITI, COME ESEMPIO PER IL FUTURO? La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 33. LE POTENZIALITA’ – LE REQUISIZIONI L’alta tensione abitativa, in caso di emergenza, si può fronteggiare: vengano requisite le unità immobiliari sfitte da oltre dodici mesi. Si escluda l’alloggio di residenza del proprietario ed un secondo alloggio. Si requisisca dal terzo alloggio di proprietà sfitto in poi. Le unità immobiliari verrebbero requisite per diciotto mesi, rinnovabili una sola volta di ulteriori diciotto mesi. Chi ne usufruisce partecipa al canone di locazione, il quale sarà corrisposto, mediante l’intermediazione pubblica, al privato. Il privato avrà la certezza che, alla scadenza del termine, l’immobile sarà restituito nelle identiche condizioni strutturali e igienico-sanitarie iniziali. Un immobile già oggetto di requisizione non può essere sottoposto a nuova requisizione prima che sia decorso un certo lasso di tempo. Diverse esperienze e sentenze ne hanno dimostrato utilità e legittimità. Se si utilizzasse questo strumento per dare una casa salubre a chi ha problemi di salute e temporaneamente non ha un tetto sicuro darebbe applicazione alla Costituzione. La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 34. RIVENDICAZIONISMO, COSTRUZIONE QUADRI E RUOLO DI UN MOVIMENTO Con le politiche per la casa difficilmente si costruiscono quadri militanti. Quando parliamo di precarietà abitativa a Cagliari, e di ERP, parliamo spesso del più classico sotto-proletariato, che quasi mai può assolvere ad una funzione “rivoluzionaria”. Dedicandoci a loro, inoltre, spesso si corre il rischio di inimicarsi tutti gli altri. C’è un crinale sul quale fare attività politica, e bisogna stare attenti. Bisogna avere una visione generale, dare risposte a tutti, essere “forza di governo” anche quando non si è al governo. Per fare questo servono quadri, ed è un tema da mettere sempre in primo piano. Però la situazione è diversa rispetto a 20 anni fa. Si ha la forza di cominciare un percorso sulla casa a Cagliari? Vogliamo essere realistici o rimanere sul vago? Ci sono diverse opzioni La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 35. ALCUNE OPZIONI MANTENERE E SVILUPPARE DELLE PROPOSTE POLITICHE SULLA CASA, E MANTENERE UNA MOBILITAZIONE SU ALCUNI TEMI ASIA, UNIONE INQUILINI, O UN ALTRO SINDACATO A CAGLIARI? C’è bisogno di un avvocato e di un quadro che si dedichi alla costituzione di Unione Inquilini a Cagliari. C’è bisogno di un lavoro che coinvolga altri soggetti interessati a far nascere UI a Cagliari. AZIONI SIMBOLICHE CHE FACCIANO EMERGERE IL PROBLEMA A Cagliari, negli ultimi 30 anni, le occupazioni sono state tante, e non sono mai state politicamente orientate. E non sono sempre limpide La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 36. UN ESEMPIO DI MOBILITAZIONE Piazza Granatieri Si tratta di una piazza con una delle edificazioni di case tra le più vetuste a Cagliari insieme a quelle di Piazza Medaglia Miracolosa e a quelle del perimetro ricompreso tra via Bosco Cappuccio e Via Premuda, risalgono cioè al secondo dopoguerra e necessitano di una forte riqualificazione. Il comune ha partecipato a un bando regionale ottenendo 3 milioni di euro per sistemare diverse facciate, i reflussi fognari, gli spazi verdi e ricreativi in quella piazza. Dopo l'incertezza dovuta ai ricorsi sul bando il comune ha avuto la certezza di assegnazione dei fondi il 4 settembre 2012. Da quel momento in poi tutto si è fermato causa un rimpallo di inerzie burocratiche tra comune e regione. I lavori non sono ancora partiti. Abbiamo organizzato una piccola mobilitazione, anche con una manifestazione, ed ora i soldi sono passati dalla regione al comune, ma tutto è di nuovo fermo. La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 37. POSSIBILI MOBILITAZIONI? • Organizzare i condomini? • Organizzare lo sportello casa? • Seguire il tema degli sfratti? •Organizzare degli autorecuperi, delle autocostruzioni o altro? •Lex specialis di Maninchedda? •Seguire S. Elia ed il processo di riqualificazione? La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015
  • 38. LA MOBILITAZIONE PER S. ELIA PROGRAMMA PER L’ATTUAZIONE DEGLI “INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE STRUTTURALE E SOCIALE DEL QUARTIERE S. ELIA A CAGLIARI E DEI RELATIVI COMPLESSI EDILIZI DI PROPRIETÀ’ DI AREA – FASE I TRA REGIONE AUONOMA DELLA SARDEGNA, COMUNE DI CAGLIARI E AZIENDA REGIONALE PER L’EDILIZIA ABITATIVA” L’accordo attuale è solo una parte limitata dell’iniziale proposta di Masterplan della Regione per il quartiere di S. Elia, che delineava un percorso di piena integrazione urbanistica e sociale del quartiere nella città, attraverso scelte impegnative e radicali da sviluppare insieme, Comune e Regione. Riguarda, infatti, la prima fase d’intervento, prevista nella stessa deliberazione regionale, rivolta alla riqualificazione degli spazi comuni e degli spazi pubblici del nuovo quartiere, per la quale è stata destinata la somma di 30 milioni di euro. Per la miglior attuazione possibile del programma in condivisione, in Consiglio comunale è stato approvato un ordine del giorno che prevede l'organizzazione di un grande laboratorio di partecipazione tra cittadini e attori dell'intervento a vario titolo La precarietà abitativa a Cagliari - 23 marzo 2015