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Britalyca
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Periodico gratuito di libere e approfondite informazioni. Fondato ed edito da Carmine Gonnella (2005/2017) II edizione N. 30 Feb/Mar 2017
Siamo anche su https://issuu.com/carminegonnella e https://www.facebook.com/carmine.gonnella e su altri motori di ricerca [Formato carteceo limitato ]
UNIVERSALUM
Un meccanismo alternativo vuoi al sistema
maggioritario, vuoi a quello proporzionale,
da me elaborato qualche anno fa. Basato
sul l’ uniproporzionale
Alla Camera:
Dividere il paese come avveniva nel vec-
chio sistema elettorale in vigore sino al
1994, in 50 circoscrizioni. In ognuna di
esse si eleggono 10 deputati ( il meccan-
ismo prevede anche la riduzione del parla-
mento a 500 deputati e 250 senatori) Le
liste vengono presentate a livello circoscri-
zionale, sottoscritte e finanziate dai
“sostenitori, Ogni lista circoscrizionale e’
composta da 10 candidati. Il cittadino dis-
pone di una sola preferenza (uninominale) I
seggi verranno poi assegnati con il metodo
proporzionale in base alle preferenze ot-
tenute numericamente dai candidati (voto)
a prescindere dalla lista. Il meccanismo
prevede anche (1) un eta’ minima 25 anni e
massima d’ eleggibilta’ 65 anni. (2) L’ in-
candidabilta’ di coloro che al momento
della presentazione delle liste gli immoral-
mente indegni, ovverossia indagati o impu-
tati (3) Estensione della mozionee di sfidu-
cia personale a tutti i parlamentare
Al Senato:
Si applica lo stesso meccamismo in base ai
senatori eletti in ogni regione
L’ unico sistema elettorale che rispecchia in
toto, il voto a suffragio universal e diretto,
libero e personale
[cg]
Italiani all’ Estero
No alla vendita delle sedi
del Consolato Generale e
dell'Istituto Italiano di
Cultura a Monaco di
Baviera (D)
Egregio Signor Ministro, gentiloni
Onorevoli, egregi Signore e Signori,
ci rivolgiamo a tutti Loro, nelle diverse funzioni e competenze, per fare presente
la viva contrarietà e l`allarme della collettività italiana circa l`intenzione del
Ministero degli Affari Esteri di voler alienare le sedi storiche del Consolato
Generale e dell`Istituto Italiano di Cultura di Monaco di Baviera. Chiediamo ai
Responsabili di abbandonare Pagina 3
CRONACA a cura di Doriano Goracci [Pagina2
FREE
CULTURA
A cura di Nino Bellinvia
64° Carnevale Massafra
anche edizione estiva
Pagina 3
Extracomunitari in
campo, le categorie
minori li invocano:
“Italiani esigenti, non ci
sono soldi”
Pagina 6
SPORT
Marco Chinico’
Jean Marc Bosman
“Riteniamo che il
nostro progetto
UPSIM (Ufficio per le
Politiche Sociali degli
Italiani nel Mondo)
sia possibile; basta
averne l'intenzione” [g.b’]
ITALIANI ALL’ ESTERO (pagina 2)
LA TEMPESTA DOPO
IL 4 DICEMBRE
Morte del renzismoUn Partito omogeneo, come piattaforma deve avere sempre un’ ideologia di base, dove
l’ intera comunita’ puo’ rispecchiarsi in piena liberta’, senza i partiti hanno vita corta’
Matteo Renzi , dopo il
referendum sulle sue riforme non
solo perde la presidenza del
Consiglio. ma con il
congesso potrebbe perdere
anche la segreteria del PD
Alcune note editoriali
Pagina 2
Giorno del Ricordo, fascismo ed
irredentismo dell’Italia liberale non
giustificano il revisionismo della
Resistenza italiana e jugoslava.”
Cortesia di Alain Fissore
Pagina 5A pagare saranno gli
“stessi”. Gli “altri”
riusciranno ancora a
cavarsela !
Dall’ Italia e dall’ Estero
A cura di Giorgio Brignola
Pagina 4
COMUNICATI
Pagina 5
Pagina 2 Feb/Mar 2017Britalyca News Londra
CRONACA
Doriana Goracci [ Blogger in copy left ]
MIMOSA BELLA
RIPOSA
Io non ce la faccio a
tornare in tempo.
Io non ce la faccio a
scordarmi di quelle
che non ci sono più.
Io non ce la faccio
ad arrivare a fine
mese.
Io non ce la faccio a
cucinare quello che
adorano le persone
a me care.
Io non ce la faccio a
dire no alle
compagne che
saranno quest’anno
sotto l’ambasciata americana.
Io non ce la faccio a dire no alle artiste che giocheranno
nelle piazze e nei teatri d’Italia.
Io non ce la faccio a dire no a quello che mi offre un fiore.
Io non ce la faccio a non ridere in faccia a chi mi promette
che le cose cambieranno dopo l' 8 marzo
Io non ce la faccio a non detestare quelle che andranno agli
spogliarelli maschili.
Io non ce la faccio a non essere curata sorridente
arrabbiata quel giorno.
Io non ce la faccio a non commuovermi leggendo le parole
di donne nel tempo.
Io non ce la faccio a non pensare a quelle che sono morte
bruciate.
Io non ce la faccio a pensare che altre sono sotto le bombe.
Io non ce la faccio a vedere pure quel film.
Io non ce la faccio a leggere l’ultimo pezzo di quella
giornalista, come si chiama?
Io non ce la faccio a dire sempre si-sempre no.
Io non ce la faccio a diventare madonnamaddalena.
Io non ce la faccio a pensare che quelle stanno "dentro".
Io non ce la faccio a non dire che voglio la pace e non la
guerra.
Io non ce la faccio a dire che l’8 marzo è un giorno
qualunque.
Io non ce la faccio a dire che l’8 marzo è un giorno di festa.
Io non ce la faccio in una giornata a dedicare tutte queste
cose alle donne.
Io non ce la faccio a dire tutto quello che fanno le donne.
Io, donna.
In un giorno.
Doriana Goracci 8 marzo 2006 /17
UNA POLITICA SENZA IDEOLOGIE, GENERA OPPORTUNISMI E POPULISMI….
“Un Partito omogeneo, come piattaforma deve avere sempre un’ ideologia di base, dove l’ intera comunita’ puo’ rispecchiarsi in
piena liberta, senza i partiti hanno vita corta’ ………………………...
mattarellum potesse funzionare,
ma il legistatore non close l’ occa-
sione e epto’ per un sistema con il
premio di maggiranza
PORCELLUM
Si dice che il Porcellum nacque’
da un capriccio di Silvio Berus-
coni, perche’ il bipolarismo tra
centro sinistra e centro destra
funzionava. Nel 2005 fu fatto
anche l’ errore non solo di inven-
tarsi il porcellum ( liste bloccate
con sistema proporzionale e pre-
mio di maggiorananza al polo vin-
cente, senza quorum) ma anche
della riforma dell’ Ordinamento del
Parlamento, il cosidetto “ Premi-
arato forte (che tra l’ altro preve-
deva anche la facolta’ del Primo
Ministro di sciogliere le camera) e
la Devolution, una specie di anti-
camera per arrivare ad una Re-
pubblica Federale.) Ci fu un refer-
endum costituzionale e il Popolo
boccio’ le riforme. Dalla padella
alla brace come si suol dire.
Anche il Porcellum non ebbe vita
lunga, perche’ la stessa anomalia
e cioe’ l’ ingovernabilita’,arrivo’ gia’
nell’ elezioni del 2006, che vide
una larga maggiorana alla Cam-
era, grazie al premiodi maggio-
ranza a livello nazionale e una
maggioranza risicatissima al
Senato, dovuta principalmente al
fatto che il premio di maggioranza
a livello regionale, come revede l’
articolo 57 della Costituzione ital-
iana.
L’ ITALICUM
Visto il fallimento anche del Por-
cellum, il legislatore dopo aver
constatato che l’ anomalia princi-
pale erano (e sono ) I due sistemi
elettorali, ha pensato di abolire il
Senato elettivo, proponendo un
porcellum con un premio di
maggioranza alla liste o partito
che alle elzioni che superasse il
40 % dei consensi, in caso di non
raggiungimento, I primi due partiti
o liste, andavano al ballottaggio,
senza un minimo di quorum
Adesso che la Corte Costituzion-
ale ha bocciato anche l’ Italcum, a
mio modesto avviso, visto che I
sistemi ibridi hanno fallito l’ obbiet-
tivo principale, la governabilita’ ,
non ci rest ache andare a votare
con il vecchio sistema elettorale in
vigore sino al 1943. Per continare
a formare I governi dopo che il
Popolo sovrano ha espresso il suo
consenso ….
pubbliche hanno il dovere di
adempierle, con disciplina ed
onore, prestando giuramento nei
casi stabiliti dalla legge., Adesso
la domanda che il cittadino
italiano non si e’ mai fatto e’ :” Se
il parlamentare vota in segreto, il
cittadino non puo’ sapere se il
mantante, rappresenta gli’
interessi comuni, il suo partito, o
addirittura se stesso? Il voto
segreto legislativo e qui’ sono
d’accordo con la bonanima
andrebbe abolito in toto !
DOPO IL 4 DICEMBRE
Sia il proporzionale, sia il
maggioritario, solo gli unici sitemi
elettorali costituzionali, anche se
nessuno dei due garantirebbe la
governabilita’, all’ indomani delle
elezioni, ma in democrazia I gov-
erni si formano dopo le elzioni,
ovverossia, dooo che l’ elettorato
si e’ pronunciato. Si chiama an-
cora sovranita’!!!
MATTARELLUM
Purtroppo pero’ e’’ da un venten-
nio che stiamo votando con sis-
temi elettorali ibridi con premi di
maggioranze, liste bloccate e
candidature plurime, per garan-
tire governabilita’. Il mattarellum
prevedeva liste bloccate al 25%
e la governabilita’ era garantita
dal bipolarismo pre-elettorale. Il
mattarellum duro’ meno di due
anni,prima che il legislatore si
accorgesse dell’ anomalia. Come
sappiamo il primo governo Ber-
lusconi, cadde perche’ uno delle
forze politiche del suo polo gli
tolse la fiducia, la Lega Nord per
la Padania, ritornando (anche se
nessuno lo volle ammettere ) alla
prima Repubblica.Nell’ elezione
del 1996, ritorno’ il centro sinis-
tra, che duro’ tutta le legislature
ma con vari governi, esattamente
come avveniva con il proporzion-
ale puro, dei padre fondatori. Nel
2001 fu nuovamente la volta del
governo Berlusconi II e dopo le
elezioni regionali il III. Fu il gov-
erno piu’ longevo della storia
repubblicana e sembrava che il
SENZA REGOLAMENTARE
IL LIBERO MANDATO,
CON QUALSIASI SISTEMA
O LEGGE ELETTORALE ,
CON PREMI O NON DI
MAGGIORANZA, IL PAESE
NON POTRA’ MAI ESSERE
GOVERNATO
NELL’ ESCLUSIVO
INTERESSE DELLA
NAZIONE
Si, lo sappiamo, simo ripetitivi e lo
saremo ancora!
L’ aricolo 67 puo’ essere cambi-
ato senza modificare la Costituzi-
one, ma solo il regolamento par-
lamentare. Basterebbe estendere
la mozione di sfiducia personale a
tutti i parlamentari solo nei casi di
trasformismi politici; come avvi-
ene gia’ per i ministri e sotto-
segretari
IL VOTO SEGRETO
LEGISLATIVO VIOLA
LA SOVRANITA’
A titolo del tutto
informativo …
Con lo Statuto Albertino, il voto
segreto legislativo era obbligato-
rio, durante il fascismo invece il
voto era palese.
All’ inizio anche la Costituzione
repubblicana prevedere il voto
palese. Nel corso dei decenni ad
iniziare dal 1971, il voto segreto
e’ su richiesta, spesso diventa un’
arma utilizzata dalle opposizioni.
Perche’ il costituente all’ inizio
opto’ per il voto palese?
Semplice , durante la Monarchia
(Statuto Albertino) il parlamentare
non era eletto con suffragio
universale e diretto, ma noninato
dal Re. Durante il fascismo, il
voto era palesee, perche’ il Duce
aveva sempre l’ ultima parola.
Perche’ in democrazia il voto
segreto viola la sovranita’?
Perche’:” In uno Stato di Diritto iI
cittadini cui sono affidate funzioni
….e’ da decenni che io non riesco piu’ a rispecchiarmi in
nessun partito, perche’ non faccio in tempo a aderirvi che
qualcuno mi cambia la piattaforma e tutte le idée che avevo
elaborato vanno a farsi benedire. La dimostrazioni di quanto
ho detto sta nel M5 Stelle, che non solo non ha un’ ideologia
di base, ma non ha nemmeno una piattaforma e una politica
senza ideologie, genera opportunism e populismi
ITALIANI ALL’ ESTERO
Solo al tramonto del 1989, come già scritto, era approvato il
Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE), con
Legge 1989/368. Le finalità di quello che dovrebbe essere
l’Organo di consulenza col Potere Legislativo ed Esecutivo
per i problemi che interessano i Connazionali all’estero,
sono state lasciate, sotto il profilo realistico, circa identiche
per quasi ventisette anni. Poi, con Legge 89/2014, il CGIE
è stato ridimensionato nei numeri; ma non nelle finalità
primarie.
I membri del CGIE all’estero sono scelti dai “Grandi Elet-
tori” Com.It.Es. Che sono, a loro volta, eletti dai Connazi-
onali residenti nelle correlate circoscrizioni consolari (con
almeno 3000 italiani residenti). Quando il numero è inferi-
ore, i rappresentati sono nominati direttamente
dall’Autorità consolare. Per effetto del disposto di cui alla
Legge 286/2003, i Com.It.Es. sono, quindi, organi di rap-
presentanza nei rapporti dei Connazionali all’estero con le
nostre Autorità Consolari. Fatto che, se ben impiegato,
non sarebbe poca cosa.
Il numero maggiore di Com. It. Es. si trova in Europa con
ben quarantasette Comitati.
Evidenziata quest’introduzione, la rappresentatività dei
Connazionali all’estero non è stata, in effetti, mai aggior-
nata. Neppure tenuto conto dei Parlamentari eletti
all’estero. Perché facenti parte di partiti nazionali dei
quali hanno da rispettare i programmi. Né è presumibile,
almeno nel prossimo futuro, che possa essere operativo
un Partito degli italiani nel mondo.
Per questi motivi, riteniamo che il nostro progetto UPSIM
(Ufficio per le Politiche Sociali degli Italiani nel Mondo)
sia possibile; basta averne l’intenzione. Con una nuova
sinergia tra UPSIM e Com.It.Es, si potrebbero delimitare
quei problemi che i parlamentari eletti all’estero non sono
in grado d’evidenziare proprio perché al di fuori delle
linee di programma dei partiti nazionali dei quali fanno
parte. (Giorgio Brignola)
Italiani all’estero, voglia di cambiare?
“Riteniamo che il nostro progetto UPSIM (Ufficio per le Politiche Sociali degli Italiani nel Mondo) sia possibile;
basta averne l'intenzione”
Pagina 3 Cultura & Societa’ Nino Bellinvia Feb/Mar 2017Britalyca News Londra
64° Carnevale Massafra anche edizione estiva
64° Carnevale di Massafra. E’
ufficialmente organizzato dal
Comune di Massafra. Diverse le
iniziative. Un “carnevale
partecipato”, iniziato in inverno
(febbraio) e che si conclude,
quest’anno, a luglio con le sfilate
nei giorni 22-23-29-30 dei
mastodontici carri allegorici,
realizzati in cartapesta che negli
anni precedenti hanno sfilato
come da tradizione. Date che
sono riportate (oltre a quelle del
26 e 28 febbraio) sul manifesto
ufficiale che l’artista massafrese
Vito Messi ha realizzato tramite
aereopenna acrilico, computer
grafica con l’effetto di una lente
convessa. L’illustrazione mostra
sei clown diversamente
affaccendati, uno dei quali, come
fosse un novello Atlante,
sorregge una sfera nella quale si
osserva lo sguardo di un cavaliere
che ha alle spalle il castello e il
drappo di uno dei Rioni. Il tutto
per indicare che il Carnevale è un
pilastro fondamentale a sostegno
del nostro turismo. Le maschere
ufficiali del Carnevale di
Massafra sono Gibergallo (creato
da Grazia Tagliente) e Lu
Pagghiuse (creata Nicola
Andreace). Il primo è un allegro
pagliaccio vestito con un frac
nero e un gallo al guinzaglio, il
secondo è lo stereotipo del
contadino massafrese, con al
seguito una bisaccia e una cupa
cupa. Ogni anno a migliaia
giungono i visitatori per
ammirare questo Carnevale e che
li coinvolge in un’atmosfera
allegra e spensierata che esplode
tra un tripudio di luci, colori e
suoni. Organizzato dalla Città di
Massafra è considerato uno dei
più importanti e festosi della
Puglia. A differenza degli altri
carnevali, la maggior parte del
corso mascherato non è
transennato e cittadini e forestieri
partecipano direttamente
all'animazione e al divertimento,
stimolati dalle coreografie e dalle
scenografie dei carri e dei gruppi
allegorici che sfilano lungo corso
Roma. Ma andiamo con ordine.
La kermesse carnevalesca 2017
ha preso il via il 23 febbraio con
il tradizionale Giovedì dei Pazzi.
Variegato il programma che ha
interessato grandi e piccini. In
Piazza Garibaldi,
l’Associazione “Radici
Mediterranee” ha proposto per i
più piccoli “Cartapestando”, con
Baby Dance, Pentolaccia,
Truccabimbi e Big Balloon
Show. In serata si sono esibiti i
bravissimi alunni della Scuola
Media “Manzoni” con l’ormai
famosa Orchestra Musicale
Giovanile. Ha fatto seguito, in
corso Italia, lo spettacolo
musicale-acrobatico itinerante
con i “Pachamama”. Nella stessa
serata la coloratissima “Corsa dei
Pagghiusi”, una passeggiata in
maschera organizzata
dall’Associazione “Team Pianeta
Sport”, che, dopo aver
attraversato varie vie, è giunto in
Piazza Garibaldi, dove la serata
ha avuto il culmine con il Gran
Ballo in Maschera e ospiti a cura
di Multiradio. Giorno 22 si è
tenuta anche all’Istituto
Comprensivo San Giovanni
Bosco e al Palazzo della Cultura,
la presentazione del libro “Il mio
carnevale”, scritto dal prof.
Angelo Nasuto ed edito da
Antonio Dellisanti (presente il
dott. Gianni Iacovelli, autore
della prefazione e che, come
storico proprio del carnevale,
aveva tenuto una relazione nel
corso di una manifestazione
cittadina contro la decisione
dell’amministrazione comunale
di rinviare al mese di luglio la
sfilata dei carri allegorici).
Giorno 24 presso i Teatro
Comunale “Resta” si tenuto con
successo il Gran Concerto di
Carnevale “Rondò veneziano”
organizzato dall’Associazione
musicale e l’Orchestra “Tebaide
d’Italia”. Il primo corso
mascherato della 64^ edizione del
Carnevale Massafrese si doveva
svolgersi domenica, 26 febbraio
(come anche riportato sul
manifesto), ma per motivi
meteorologici si è svolto lunedì
27 febbraio (con lo stesso
programma, compreso lo
spettacolo a fine sfilata con Uccio
De Santis). Programma anche di
martedì 28 febbraio. La decisione
di annullare e posticipare il tutto
è stata presa dal sindaco Fabrizio
Quarto e dal comitato
organizzatore coordinato
dall’assessore al Carnevale
Michele Bommino, per motivi di
sicurezza, sia in termini di
staticità delle strutture in
cartapesta, sia per il gran numero
dei bambini che avrebbero sfilato
in condizioni proibitive. E che
tutti si sono ritrovati a sfilare
lunedì. Apprezzati lo “Junior
Carnival “(organizzato
dall’Ass. “Giochi in Corso”) con
Clown e Mascotte che hanno
fatto divertire tutti. Tutte le date
del programma sono state
allietate da un allegro Trenino
Musicale Carnevalesco, che ha
percorso le vie della città. Le
prime a sfilare (partenza da Viale
Magna Grecia) sono state le
Scuole “Draghetto Rosa” -
Secondo I.C. “G. Pascoli” -
Terzo I.C. “S. G. Bosco” - Primo
I.C. “De Amicis – Manzoni” -
I.I.S.S. “D. De Ruggieri” -
I.I.S.S. “Amaldi – Mondelli”. A
seguire i Gruppi Mascherati
“Trenino della Fantasia” di
Floriana Viesti; “Scacco Matto al
Re” di Nadia Termite; “Tra il
Futuro e il Presente il Passato è
più Divertente” di Antonio
Gianfreda; “Circo Panza
Vacand!!!” di Luigi Carone;
“Peter Pan e; l’Isola che non c’è”
di Amici del Carnevale di
Lizzanello – Giovanni Trevisi;
“80 Voglia di Fitness” di
Giuseppe Gamarro. Infine i
Gruppi in Cartapesta (carri di
ottima fattura che hanno stupito
tutti!): “un ‘Estate a…
Carnevale”, di Francesco
Mellone e Maurizio D’Aprile;
“Governo Italiano non fare
l’Indiano” di Salvatore Ricci e
Pietro Acquaro; “La Musica
inizia a Cambiare per il nostro
Amato Paese” di Michele
Fuggiano e Angelo Grognardo;
“I Guardiani di Gea” di Alessio
Giuliani ; “Sconcerto di
Carnevale” di Lucia Acquaro &
Crazy-Events; il Tempio della
Musica” di Vittorio Chirico e
Paolo Codardo; “Troppa
Cortesia fa Temere che Inganno
Vi Sia” di Giuseppe e Luigi
Castiello. A concludere
l’esibizione del simpaticissimo
e coinvolgente Uccio De Santis.
L’Ufficio Turistico di Massafra
(IAT) ha organizzato l’itinerario
Massafra tra sacro e profano
“Chiacchere e vino” che ha
entusiasmato i turisti che hanno
potuto ammirare le chiese e le
meravigliose icone bizantine:
San Leonardo, Candelora e
Sant’Antonio Abate;
passeggiare nel centro storico e
ammirare strettoie e vicinanze e
tipiche “case grotta”.
Indimenticabile per tutti anche
la passeggiata archeologica nel
villaggio rupestre di Santa
Marina nel cuore della gravina
di San Marco. Nel corso del
tour i turisti hanno potuto anche
degustare le “chiacchiere”, dolci
tipici della tradizione
carnascialesca accompagnati da
un ottimo vino locale.
Domenica 26 febbraio la
pioggia ha fatto annullare tutte le
iniziative, come abbiamo detto
prima. Ad eccezione dell’annullo
filatelico del sempre
attivissimoCircolo Filatelico “A.
Rospo”. Bozzetto che quest’anno
è concorso” in collaborazione con
il quotidiano “ViviMassafra”.
Preferito è stato il bozzetto di
Giulio Mingolla, che mostra un
clown intento a tirare un carretto
contenente alcuni dei monumenti
della città (il cui peso simboleggia
le problematiche che ogni anno
rendono difficile la realizzazione
della manifestazione). L’ufficio
Postale temporaneo (con
impiegati Antonio Fiorente e
Maria Rosaria Oliva, coordinati
dalla dott.ssa Eleonora Giase,
referente della Filatelia di Poste
Italiane per le filiali di Taranto,
Brindisi e Lecce) è stato ospitato
nei locali della Società Operaia di
Corso Italia. L’ufficio Postale
temporaneo (con impiegati
Antonio Fiorente e Maria Rosaria
Oliva, coordinati dalla dott.ssa
Eleonora Giase, referente della
Filatelia di Poste Italiane per le
filiali di Taranto, Brindisi e
Lecce) è stato ospitato nei locali
della Società Operaia di Corso
Italia. Ha apposto il bozzetto
dell’annullo filatelico del 64°
Carnevale Massafra su ben 4
cartoline filateliche (il manifesto
del 64° Carnevale, creato di Vito
Messi; la cartolina-bozzetto
annullo di Giulio Mingolla –
vincitore di un mini concorso con
il quotidiano “ViviMassafra”; la
cartolina filatelica di Vitantonio
Dicensi e la foto-cartolina di un
carro allegorico). Cartoline tutte
contenute nel magnifico folder
(ideato da Francesco Maria
Rospo, vice presidente del Circolo
filatelico) che, come negli anni
scorsi, portano il Carnevale
Massafrese in tutto il mondo.
Nelle foto: Il manifesto del 64
Carnevale Massafrese creato
dall’artista Vito Messi; la
cartolina con il bozzetto filatelico
di Giulio Mingolla; il folder con
quattro cartoline filateliche
(ideato da Maria Francesco
Rospo, vice presidente del Circolo
Filatelico “A. Rospo”); Angelo
Masuto e il suo libro “Il mio
Carnevale”.
Pagina 4 Feb/Mar 2017Britalyca News Londra
Dall’ Italia e dall’ Estero
A cura di Giorgio Brignola
A pagare saranno gli “stessi”. Gli “altri”
riusciranno ancora a cavarsela !
sperato di trasferire la politica sul Web
deve, ora, rivedere alcune basilari vincoli.
La maggioranza degli italiani la pensa
diversamente e di ciò si dovrà tenere
conto al momento di un eventuale
accordo di programma.
Le Strategie per guidare la Penisola in
acque meno perigliose non potranno
essere solo discusse a un tavolino
“ristretto”. La fiducia è una cosa seria che
è da centellinare con i “volponi” del
potere. Prima di prendere delle decisioni,
che potrebbero non compattare tutti,
bisognerebbe rammentare che il nostro
Paese non ha bisogno d’altri supporti di
facciata. Lo scriviamo con la certezza
d’essere capiti.
ECONOMIA
SOFFERENTE
Come si vive in Italia? Un interrogativo
che, proprio per il suo seguito quotidiano,
ci siamo posti prima che riprenda il
dialogo tra i “sordi” della politica. Da noi,
se si è attenti ai prezzi, non sono i generi
alimentari a porci insormontabili
problemi. Insomma, di fame non si muore;
anche se la consolazione, in questo
nuovo Millennio, ci sembra modesta. In
città, ma ancor meglio in campagna, con
circa Euro 400 mensili si può acquistare il
vitto necessario per una famiglia di
quattro persone. Anche se non si vive di
solo pane.
Chi è inquilino, però, ha un canone da
pagare. Per i proprietari, le spese di
straordinaria amministrazione continuano
a lievitare e le imposte immobiliari
falciano i contenuti utili. Poi, ci sono le
utenze. Almeno gas e luce. Lasciamo
stare il telefono fisso che può essere
egregiamente sostituito dal portatile con
scheda pre pagata. Per il resto, ma non
solo per gli imprevisti, c’è da contare sulla
buona sorte. Mantenere un’autovettura è
sempre più difficile; anche i prezzi dei
mezzi di pubblico trasporto subiranno
successivo rincaro entro il prossimo
anno. Ci si veste con poco e i locali sono
sempre meno frequentati. Tenuto che col
prezzo di un caffè si può acquistare
mezzo chilo di pasta.
Si legge anche meno. Intanto, sui
quotidiani le notizie sono continuamente
le stesse e per la “nera” c’è sempre la
televisione. Il numero dei licenziati e dei
cassaintegrati, in questo primo trimestre,
si è stabilizzato. Chi ancora è occupato ha
da fare i conti con un futuro sempre più
incerto che non consente di fare progetti.
Una famiglia tipo (quattro persone), con
un reddito (lordo) non superiore a 8.000
Euro l’anno, è indigente. Al di sotto è
palesemente in povertà e avrebbe
bisogno della pubblica assistenza per
evitare il collasso.
Le tensioni sociali sono sempre meno
contenibili e la ragione non può essere
che dalla parte di chi chiede lavoro e non
delle promesse che cadono nel nulla. I
politici, nessuno escluso, hanno fatto il
loro tempo. Il momento del cambiamento
dovrebbe essere prossimo. Come sarà la
Penisola del dopo le “riforme”? Un altro
interrogativo che, per ora, non trova
risposta e causa molte preoccupazioni.
Resta, però, certo che non si può solo
pensare di “sopravvivere” in un’economia
sofferente.
primavera, ci chiediamo se non sia possibile
trovare un percorso per dare “peso” alle
necessità dei cittadini. Perché di certe
opportunità non è possibile fare a meno.
Ridimensionare le amministrazioni locali,
senza dare un diverso indirizzo al percorso
politico nazionale, non è neppure affrontare il
dilemma. Dopo gli eventi di questi ultimi mesi,
ci sembra controproducente insistere su
progetti che, poi, restano irrealizzabili. Meglio,
sarebbe, tornare alla realtà del quotidiano.
Favorendo i progetti e non le polemiche.
Bisognerebbe tornare alla realtà. La nostra
strada, sempre in salita, non ci porterà nel
Paese dei Balocchi. Ma se Pinocchio fosse un
personaggio dei nostri tempi, avrebbe un naso
lunghissimo. E’ che alla politica economica
nazionale non ci crede più nessuno.
TATTICHE DI
GOVERNO
C’è poco da suggerire alchimie impossibili:
senza il PD, per ora, non si governa. I
presupposti di un “accordo” con dei movimenti
che non hanno fatto il pieno di voti, erano la
sola via possibile. Il PD, in ogni caso, serve.
Prima della fine d’anno ci potrebbero essere,
comunque, segni di una fiducia allargata per
cambiare l’Italia.
Ma, tra dire e fare, resta da verificare la volontà
di mantenere in vita l’attuale Esecutivo. Ci
sarebbe, di conseguenza, tutto il tempo per
mettere a punto una Legge Elettorale degna di
tale nome. I sofismi, previsti dalla nostra
Costituzione, per le posizioni incerte li
lasciamo a chi se ne intende. A ben analizzare,
per Montecitorio i problemi non ci sono; Il
Centro/Sinistra può governare. E’ al Senato che
la situazione potrebbe complicarsi. Gli accordi
“trasversali” non hanno più pregio e di ciò
dobbiamo criticare i non “allineati”che si sono
sempre mossi con la volontà di sgretolare il
sistema.
Se si scarta il “miracolo” dell’accordo
Berlusconi/Renzi, che citiamo anche se
definitivamente tramontato, non restano che
poche occasioni. Ovviamente, con tutti gli
effetti dell’inesperienza di chi ha gridato contro
una politica becera, ma che non si è mai
confrontato con quella attiva che, giova
rammentarlo, ha valenza anche oltre i confini
del Bel Paese.
Avere ottenuto un consenso politico delegato,
è una grossa responsabilità nei confronti di chi
avrebbe preferito diversamente. La Penisola è
una. Basta con i “modelli” alternativi. L’Italia
ha bisogno di un Governo nel pieno delle sue
forze e appoggiato da un Potere Legislativo
che non ponga pressioni di percorso. Chi ha
IL SEGUITO
Tutto in politica si può riconsiderare. Il
principio che, invece, non potrà essere mai
modificato è, e resta, la Democrazia
partecipativa. Anche quando sarà varata la
nuova legge elettorale, spetterà sempre il
cittadino decidere chi governerà il Paese.
Pure se una Maggioranza di Governo resta
problematica; almeno nei termini che
conosciamo.
Si dovrebbe, invece, approfondire la
nozione di democrazia partecipativa. Del
resto, la nostra Costituzione è assai chiara
sotto questo profilo. Infatti, il cittadino, per
le opportune vie, può chiedere al
Parlamento d’elaborare provvedimenti
normativi. Spetta, sempre, al Popolo
sollecitare il Potere Legislativo a elaborare
rimedi urgenti e può, ancora, con i
referendum, correggere le eventuali
scarsità di norme.
Di certo, gli italiani hanno un senso della
politica operativa assai più sviluppato
d’altri cittadini UE. I segnali li abbiamo avuti
ed è meglio non dimenticarli.
Del resto, quanto abbiamo segnalato, non
rappresenta che una sintesi della volontà
popolare e della validità dei suoi contenuti
che, poi, dovrebbero essere traghettati in
Parlamento.
Quindi, ancora una volta, e con
l’esperienza d’oltre mezzo secolo d’analisi
del nostro panorama politico, suggeriamo a
chi ci legge, dentro e fuori i confini
nazionali, di delegare meno e pretendere
maggiore partecipazione attiva sulle
decisioni vitali per il Paese.
Il tempo non manca; anche se dubitiamo,
per quanto premesso, che l’Esecutivo
Gentiloni sia in grado di rimanere in carica
sino alla primavera dl 2018. Del resto, in
politica fare delle previsioni sulla data di
“vita” delle alleanze di governo non è mai
servito
L’ECONOMIA
DELLA POLITICA
L’Esecutivo Gentiloni le ha pensate proprio
tutte per coinvolgerci in un meccanismo
fiscale che si basa, almeno per ora, su
promesse. Poi, vedremo. Nella legge di
stabilità 2017, si fanno ancora specifici
riferimenti alla spesa pubblica. Ma non
solo.
Dunque, non è detto che le promesse di
ridimensionare i livelli impositivi saranno
concretabili. La questione fiscale resta in
prima linea. Soprattutto se sono pubblici
amministratori a esserne coinvolti.
Chi ha le leve del potere dovrebbe usarle
in modo più oculato e mirato. Così, proprio
non sembra. La mastodontica macchina
dello Stato non può fermarsi; l’importante è
che si muova nel senso giusto e senza
sacrifici, da subito, evitabili. Gli italiani
sono, in generale, coscienziosi. Certo è che
la fiscalità contrasta con la mancanza di
lavoro.
Dato che il livello di percentuale di
disoccupazione supera ancora le due cifre,
c’è da prendere in esame ciò che “frena” e
quello che è “frenato”.All’inizio di questa
ESECUTIVO
A SCADENZA
Col 2017, i nostri problemi si sono
complicati. In Italia è più facile
“fallire” che “rinascere”. Anche se
Gentiloni resta diplomaticamente
ottimista. Senza elezioni politiche,
non è possibile ipotizzare efficaci
cambiamenti di rotta dell’Italia.
Per la Scienza di Governo,
preferiamo lasciare a ciascuno i
propri convincimenti. Troppe le
questioni sempre in sospeso. Poche
le realtà sulle quali poter far conto.
Sono sempre gli stessi che sono
chiamati a pagare. Con la solita
dinamica. Quanto conta, in effetti, la
politica nazionale?
Nella misura in cui la faranno valere i
suoi “sostenitori”. Non
necessariamente quelli della
“Maggioranza”. Tra l’altro, sembrano
farsi strada nuove “promesse”. Non
vorremmo che fossero, le solite, da
“marinaio”. Pur continuando a
evitare di “schierarci”, non
intendiamo restare disinteressati a
fronte di un deterioramento diffuso
della nostra realtà sociale. Anche
perché chi ci segue dall’estero, può
non avere la sensazione reale di
come ci si barcamena nella Penisola.
A pagare saranno gli “stessi”.
Gli “altri” riusciranno ancora a
cavarsela.
Eppure, tante perplessità rimangono.
Da noi è l’incertezza a vincere e ci
chiediamo, ancora una volta, il
perché. Ciò che è evidente resta una
serie di strascichi socio/economici
che logorano anche le più granitiche
volontà. Essere coerenti, in ultima
analisi, resta ancora il nostro
obiettivo. Riflessioni le scriviamo a
fronte di una situazione nazionale
ancora incerta. Sarebbe opportuno
un dialogo costruttivo. Aperto e
incondizionato.
Meglio, quindi, esprimere,
serenamente, le proprie opinioni che
tenerle “in pectore”. Le previsioni
non servono e in Parlamento si
preferisce ancora tergiversare.
Quello che ci manca, e di cui
sentiamo la necessità, è una legge
elettorale che sia operativa. Senza
elezioni, l’Esecutivo in carica appare
disautorato proprio per l’impossibilità
di realizzare un programma
economico utile per la ripresa del
Paese.
Pagina 5 Feb/Mer 2017Britalyca News Londra
Il silenzio e le ipocrisie sulla strage di Cefalonia
Nel nuovo romanzo “Cefalonia, Io e la mia storia” Vincenzo Di Michele ripercorre i fatti del settembre ’43 con un racconto autobiografico su una
delle pagine più buie della storia italiana.
È una lettura vissuta a pelle sullo sfondo famil-
iare e soprattutto al femminile quella
che Vincenzo Di Michele ripercorre da quei
giorni fino a oggi. Nel suo nuovo romanzo
storico “Cefalonia, Io e la mia storia” (Editore il
Cerchio), Di Michele rilegge una delle pagine più
buie della storia italiana da una prospettiva di-
versa: le angosce e le attese delle mamme e
delle mogli che attendevano il ritorno dal fronte
dei loro cari.
Partendo da fatti realmente accaduti, lo storico e
saggista rivive in prima persona gli avvenimenti
di quel settembre del 1943 quando l’esercito
italiano, dopo la proclamazione dell’armistizio, si
dissolse nel nulla. «Il dramma della seconda
guerra mondiale e quella crudele carneficina di
Cefalonia vengono narrate attraverso le voci e le
testimonianze di quelle mamme e di quelle mogli
che attendevano il ritorno dal fronte dei loro figli
o mariti», spiega l’autore. Nel suo racconto vis-
suto a pelle, Di Michele narra in prima persona
le attese della sua famiglia. «Ci sono le voci di
mia bisnonna, di mia nonna e di mia mamma
che hanno vissuto con angosciosa trepidazione
tanti e poi tanti anni. Un’attesa di veder tornare
“il loro Caro” che poi al dunque è stata vana»,
aggiunge Di Michele. Ma anche «c’è il racconto,
preso da un diario inedito, di quel soldato che ha
fatto di tutto per sopravvivere alla tragedia della
guerra pur di far ritorno a casa per riabbracciare
la propria moglie e quella figlia di 7 anni che
non aveva mai conosciuto».
La ricostruzione della strategia militare passa in
secondo piano per lasciare spazio ad un dramma
personale che porta ad un racconto auto-
biografico. In una narrazione personale e con
piglio a tratti provocatorio, l’autore chiama in
causa il lettore mettendo in evidenza il passato
del suo Paese, che è anche il passato sofferto di
tante famiglie italiane che hanno avuto un dis-
perso in guerra.
I fatti storici, letti con le lenti della vicenda per-
sonale, assumono nuovi contorni e nuove
prospettive. E il risultato non è per nulla scontato.
A partire proprio da come il generale Antonio
Gandin era solito rivolgersi ai propri soldati:
“Dodicimila figli di mamma tutti obbedienti agli
ordini” per arrivare a come e perché
quella strage di Cefalonia stracolma di sangue e
vite umane stroncate nel fiore degli anni, di certo
si poteva evitare.
VINCENZO DI MICHELE (1962), libri pubblicati:
“La famiglia di fatto”, un’analisi della convivenza
more uxorio; Io prigioniero in Russia, oltre 50.000
copie e vincitore di premi alla memoria storica;
“Guidare oggi”, un manuale per le problematiche
stradali; “Mussolini finto prigioniero al Gran
Sasso”, una revisione storica sulla prigionia del
Duce a Campo Imperatore; “Pino Wilson, vero
capitano d’altri tempi”, la biografia ufficiale dello
storico calciatore della Lazio campione d’Italia nel
1974; “Come sciogliere un matrimonio alla Sacra
Rota”, un’inchiesta sull’iter di annullamento dei
matrimoni innanzi ai Tribunali ecclesiastici;
“L’ultimo segreto di Mussolini”, quel patto sotto-
banco tra Badoglio e i tedeschi e i retroscena
dell’operazione Quercia sulla liberazione di Mus-
solini; “The Last secret of Mussolini”, the under-
counter pact between Badoglio and the Ger-
mans. “Cefalonia , Io e la mia storia” un racconto
autobiografico sullo sfondo degli avvenimenti
bellici dell’eccidio di Cefalonia del
settembre 1943.
Cortesia di Goffreto Palmerini
Italiani all’ Estero
No alla vendita delle sedi del Consolato
Generale e
dell'Istituto Italiano di Cultura a Monaco di
Baviera (D)
Egregio Signor Ministro, gentili Ono-
revoli, egregi Signore e Signori,
ci rivolgiamo a tutti Loro, nelle diverse
funzioni e competenze, per fare pre-
sente la viva contrarietà e l`allarme
della collettività italiana circa
l`intenzione del Ministero degli Affari
Esteri di voler alienare le sedi storiche
del Consolato Generale e dell`Istituto
Italiano di Cultura di Monaco di Bavi-
era. Chiediamo ai Responsabili di
abbandonare queste intenzioni poiché
ciò non procurerebbe un beneficio
economico rilevante rispetto alla
situazione debitoria dello Stato Itali-
ano, ma getterebbe certamente la
Comunità in uno stato di disorienta-
mento. Chiediamo di ripensare invece
ai vantaggi e al pregio delle due sedi
che garantiscono lo svolgimento delle
relazioni diplomatico‐consolari, favoris-
cono la rappresentanza e la tutela
degli interessi dei connazionali in Bavi-
era, le prospettive di rafforzamento
dell`interscambio economico, la cura e
lo sviluppo delle relazioni culturali,
linguistiche e sociali. Non ci sarebbe
bisogno di ricordare che lo Stato della
Baviera all`interno della Repubblica
Federale di Germania è il partner più
vicino all`Italia, conta quasi 13 milioni
di abitanti (più dell`Austria e della
Svizzera), gode di competenze e
autonomie vastissime nei campi
dell`economia, sicurezza, polizia, cul-
tura, scuola, università e ricerca.
La salvaguardia e la cura in primo
luogo della sede del Consolato Gen-
erale in Möhlstrasse, nr. 3 è piena-
mente giustificata e raccomandata per
varie ragioni:
‐ nella medesima via hanno sede il
Consolato Generale della Federazione
Russa, uffici del Consolato Generale
Britannico, il Consolato Generale
Greco, la Scuola Ebraica e per questo
la zona è vigilata stabilmente dalle
forze di sicurezza bavaresi; ‐ succes-
sivamente alla chiusura del Consolato
di Norimberga la sede di Monaco è
competente per tutto il territorio della
Baviera; ‐ il sistema di prenotazione
dei servizi ai connazionali consente di
avere un afflusso programmato, del
tutto compatibile con l`importante edifi-
cio d`epoca; inoltre la raggiungibilità
della sede è garantita con facilità dai
mezzi pubblici: rete metropolitana,
tranviaria e bus;
‐ il prestigioso edificio ha sempre ris-
posto alle esigenze di rappresentanza,
di contatto e cura degli interessi e delle
necessità della collettività qui residente
che conta più di 100.000 cittadini sta-
bili, a cui si aggiungono quelli che, per
periodi inferiori, gravitano in Baviera
per ragioni turistiche, di studio etc
‐ le sale del Consolato Generale ed
anche la disponibilità dell`area adibita
a giardino hanno spesso offerto la
cornice per eventi e incontri molto
apprezzati dalla collettività italiana e
tedesca (Festa della Repubblica,
eventi musicali, culturali, incontri degli
operatori economici, sociali e scolas-
tici);
‐ anche se la funzionalità dei due edi-
fici, in talune circostanze, non risponde
pienamente ad ogni esigenza della
Comunità, la vendita di questi beni
priverebbe la realtà di Monaco di due
edifici storici, uno di grande pregio
architettonico, l’altro di grande rilievo
per la storia della Comunità Italiana a
Monaco. Vi sono certamente lavori di
adeguamento da effettuare; il restyling
(normale dopo anni e anni di utilizzo)
potrebbe riguardare le barriere ar-
chitettoniche, la realizzazione di as-
censore, di impianti per il risparmio
energetico e di sicurezza; in questo
modo l`edificio raggiungerebbe
maggiore efficienza e decoro, verrebbe
apprezzato lo stile e la capacità
dell`Italia di preservare beni architet-
tonici unici;
‐ gli introiti derivanti dalla vendita ver-
rebbero acquisiti dall’erario senza
tuttavia permettere l’acquisto di un
immobile in grado di rispondere meglio
alle reali necessità. Inoltre l`acquisto di
una sede altrettanto prestigiosa come
quella attuale sarebbe estremamente
difficile da reperire e comporterebbe
costi aggiuntivi di trasloco, ade-
guamento e sicurezza.
L`intenzione di alienare la sede
dell`Istituto Italiano di Cul-
tura andrebbe del tutto abbandonata
per analoghe ragioni esposte relati-
vamente alla sede del Consolato Gen-
erale e in ragione di ulteriori motivazi-
oni che qui si espongono:
‐ la sede, dislocata in una delle zone di
maggior pregio della città e collegata in
modo ottimale, dispone di uffici, biblio-
teca, sale riunioni, spazio per mostre,
aula magna e numerose aule per i
corsi di lingua e cultura;
‐ la presente struttura ha consentito
per decenni lo svolgimento di mani-
festazioni per la diffusione della lingua
e civiltà italiana, ha legato generazioni
di tedeschi alle iniziative culturali in
convegni, dibattiti, letture, presentazi-
oni di opere letterarie, musicali, tea-
trali, dando spazio a voci nuove di
intellettuali italiani; ha attirato la pre-
senza di illustri rappresentati della
cultura nazionale e delle università;
‐ va ricordato che la sede dell`IIC è
stata a suo tempo acquisita con lo
sforzo, la passione e il contributo finan-
ziario della comunità italiana e donata
da questa allo Stato Italiano, e che
sarebbe irrispettoso pensare di ig-
norare queste circostanze;
‐ infine ci si domanda dove, con quali
vantaggi ed a che prezzo sarebbe
reperibile una struttura con queste
dimensioni e disponibilità. Chiediamo
di mantenere le due sedi, di investire
quanto necessario per l`adeguamento,
sollecitando anche il contributo e la
partecipazione di fondi privati di opera-
tori economici locali e di risorse del
volontariato più minuto. Dovrebbe
essere un onore e un orgoglio favorire
tale rinascita e dare agli Italiani in Bavi-
era un nuovo obiettivo e un segnale di
partecipazione e di identificazione.
DESTINATARI:
Ministro degli Affari Esteri, On. Angelino Alfano; Sottosegretario di Stato, On.
Vincenzo Amendola; Rappresentati eletti nella Circoscrizione Estero Europa:
On. Mario Caruso, Sen. Aldo Di Biagio, On. Gianni Farina, On. Laura Garavini,
On. Guglielmo Picchi On. Alessio Tacconi; Segretario Generale MAECI, Amb.
Elisabetta Belloni; DG per la Promozione del Sistema Paese, Amb. Vincenzo
De Luca; DG per gli Italiani all`Estero e Politiche migratorie, Amb. Cristina
Ravaglia Ambasciata d`Italia a Berlino, Amb. Pietro Benassi Consolato Gener-
ale di Monaco di Baviera, Cons. d´Amb. Renato Cianfarani; Istituto Italiano di
Cultura di Monaco di Baviera; Com.it.es. di Monaco di Baviera e Norimberga.
Comitato promotori:
Ing. Pasquale Petti, già Membro
delle Camere di ricorso dell`Ufficio
europeo dei brevetti; Dr.
Daniela Di Benedetto, Presidente
del Comites di Monaco; Dr. Tullio
Lott, Dirigente scolastico già in ser-
vizio a Francoforte, Norimberga e
Monaco, Dr. Diego Vanzi, Giornal-
ista, già caporedattore Redazione
Anche quest’anno in Italia si è commemorata la data del 10
febbraio del 1947, ovvero la data del trattato di Parigi che pose
fine alla tensione politica e militare sul confine orientale italiano,
erroneamente conosciuta come “foibe”.
Ogni lettura che prescinda dal contesto storico dell’aggressione,
prima, e dell’occupazione, dopo, da parte nazi-fascista tacendo
su tutto ciò che Hitler e Mussolini fecero delle pacifiche
popolazioni slave, per parlare invece di una fantomatica “pulizia
etnica” nei confronti degli italiani, è una lettura tutta ideologica
che mira alla sostanziale difesa dei crimini fascisti ed alla
criminalizzazione della Resistenza partigiana.
Se i comunisti jugoslavi ed italiani fossero stati i veri carnefici
di allora, pare oggi a dir poco paradossale che la maggior parte
delle onorificenze per il “Giorno del Ricordo” date dalle
cosidette istituzioni “democratiche” di vari Governi italiani degli
utilimi anni sia stata attribuita a militi della Repubblica Sociale
Italiana, come avvenne nel 2005 col gerarca fascista dell’RSI,
Graziano Udovisi. Un’operazione vergognosa che equipara chi
combatté per difendere il fascismo a chi combatté contro
l’oppressione fascista dei ceti popolari e dei lavoratori in Italia
come in Jugoslavia.
Alain Fissore e Stefano Rosatelli.
Partito Comunista in Gran Bretagna
Sezione Pietro Secchia.
COMUNICATI
“Giorno del Ricordo, fascismo ed irredentismo
dell’Italia liberale non giustificano il revisionismo
della Resistenza italiana e jugoslava.”
Pagina 6 Feb/Mar 2017Britalyca News Londra
Al Mondo ci sono persone che imparano
in un giorno, quel che altri imparano in un
anno, il problema non e' la velocita' ma l' uso
che si fa della conoscenza
C'e' scienza e Scienza, come c'e' fede e
Fede
Gli uomini dopo I sessanta e le donne dopo I
cinquanta sfumature biologiche, non dovreb-
bero piu’ festeggiare I compleanni,
perche’ per gli uomini l’ unico desiderio fatti-
bile e’ quello di andare in pensione e per le
donne quello di cambiar marito
Dio e’ figlio dell’ intuizione puo’ esistere
solo se non e’ messo in discussione
La puntualita' e' figlia dell' ossessione
I perche' sono sempre tanti, meglio non farsi
una sola domanda
L' uomo per dimostrare di essere il piu' forte
al mondo, sarebbe disposto anche all' auto-
distruzione
In una realdemocrazia non si deve nominare
il candidato, ma sottoscrivere e
sponsorizzare le liste, onde forgiare il nuovo
legislatore
Non essere piu' in grado di ripagare un
debito, non e' un reato, ma una
disgrazia
Il lavoro viene creato per i poveri,
a vantaggio dei ricchi
Da: “ Autaforismo
Carmine Gonnella
Extracomunitari in campo, le categorie minori
li invocano: “Italiani esigenti, non ci sono soldi”
Di Marco Chinico’
“C’era una volta Jean Marc
Bosman”. Classe 1964, calciatore di
nazionalità belga, centrocampista di
ruolo. Ha costruito la sua carriera
agonistica, indossando
prevalentemente le maglie di
Standard Liegi e RFC Liegi. Nel
1990 inizia la sua personale
“odissea”. Nonostante il contratto
con l’RFC Liegi fosse scaduto, gli fu
impedito il trasferimento alla
squadra francese del Dunkerque.
Da qui nacque una controversia
giudiziaria fra il calciatore e la
Federazione Nazionale calcistica
belga. Si arriva, così, ad una
sentenza, datata 15 Novembre
1995, che fa storia. La Corte di
Giustizia Europea stabilisce infatti
che i calciatori che giocano nei paesi
dell’UE sono come i normali
lavoratori ovvero hanno diritto alla
libera circolazione. Bosman vinse la
causa, cambiò lo scenario calcistico
globale, ma questa battaglia sancì la
fine della sua carriera. La sentenza,
che prese presto il suo nome,
spalancò così le porte dell’Europa a
tutti i calciatori extracomunitari.
L’Inter di Massimo Moratti fu la
prima ad aprire le porte di casa a
numerosi giocatori stranieri. Le altre
squadre italiane, seppur non ai livelli
della Beneamata, si son tenuti stretti
quei pochi, buoni giocatori nostrani
a disposizione, misero da parte i loro
vivai puntando a costruire formazioni
“stellari”, sulla scia di quanto stava
accadendo già negli altri campionati
europei, “Real Madrid docet”. Se a
livello di club, pian piano più di un
successo è arrivato, non si può
dire lo stesso per la nostra
Nazionale. Dopo il trionfo mondiale
del 2006, il calcio italiano inizia a
scoprire quanto sia un peccato non
valorizzare le promettenti “stelle
nostrane” delle squadre primavera.
Il tonfo ai campionati del mondo in
Sudafrica, la goccia che ha fatto
traboccare il vaso e ha spinto ad
una seria riflessione. “Oggi,
possiamo dirlo, una discreta
marcia indietro è stata fatta”; si
punta ad una sostanziosa
riduzione del parco stranieri,
extracomunitari soprattutto, in rosa
e una maggiore attenzione ai
giocatori di casa nostra. Se in
Serie A e B questo percorso può
rivelarsi vantaggioso, con buona
pace della Nazionale Italiana che
può sperare di contare, in futuro,
su un gruppo di giocatori più che
buoni, non si può dire che le
compagini delle categorie minori
godano di altrettanta fortuna. Nella
massima Serie, complici gli
sponsor che diversi calciatori, sia
stranieri che extracomunitari con
elevato curriculum sportivo ancora
introducono, vi sono utili più che
sostanziosi. Utili crescenti sempre
più grazie anche ai diritti di
trasmissione televisiva:
quest’enorme quantità di denaro
circolante permette alle società di
respirare, vivere e dormire
tranquillamente. Il tutto accade,
nonostante quel minimo di fair-play
finanziario imposto dall’UEFA,
contro gli ingaggi stratosferici.
Napoli e Fiorentina, due squadre
oggi in lotta per l’Europa, sono gli
unici gloriosi nomi che, in passato,
hanno dovuto fare i conti con storie
di fallimenti e ripartenze da zero.
La Lazio, finita in cattive condizioni
dopo la fine della vincente era
Cragnotti, andò vicina al fallimento
nel 2004. Solo una più che
sostanziosa rateizzazione del
debito, permise all’attuale patron,
Claudio Lotito, di mantenere a
galla la società biancoceleste.
Altre società invece, sull’orlo del
crac o fallite del tutto, furono
costrette a ricominciare con
pesanti penalizzazioni oppure
retrocedendo d’ufficio in Serie D o
nel Campionato d’Eccellenza. Il
2015 è stato il vero incubo per
molte di esse: cominciamo con il
vecchio e glorioso Parma.
“Odissea” economico-societaria
iniziata con la fine dell’epoca di
Calisto Tanzi passando per
l’esperienza poco felice di
Tommaso Ghirardi. Non furono più
pagati gli stipendi ai calciatori e
dopo una retrocessione sul campo
in Serie B, fu costretto a ripartire
dai Dilettanti. Oggi la squadra
ducale gioca in Lega Pro,
sperando di tornare presto nel
calcio che conta. Nelle serie
minori, conobbero gli inferi
Barletta, Monza e Savoia: un
tempo squadre battagliere e con
un passato anche nei cadetti.
Anche Brescia, Lecce, Pisa e
Varese non vivono condizioni
migliori. Altri spiacevoli precedenti,
verificatesi negli ultimi venti anni,
portano i nomi di Arezzo,
Campobasso, Cosenza, Foggia,
Fortis Spoleto, Lucchese, Messina,
Padova, Perugia, Piacenza,
Reggina, Siena, Spal, Taranto,
Treviso, Venezia, Viareggio.
Perché si arriva al fallimento e
conseguente sparizione dal calcio
professionistico? La società Sport
Man Procuratori Sportivi si chiede
questo da moltissimo tempo.
Alessio Sundas, conosce bene la
situazione economico-finanziaria di
diverse società. Diversi i casi
“ballerini”, intenso è il lavoro,
l’impegno che la stessa Sport Man
offre per aiutare i club a resistere,
continuare il loro cammino nel
rispettivo campionato di categoria,
scongiurando un’eventuale e
definitiva uscita di scena. Lo
stesso Procuratore Sportivo
Sundas alza la voce, premendo
affinché anche nelle squadre dei
campionati minori possano entrare
più extracomunitari che, in questo
periodo storico, portano maggiori
vantaggi rispetto ai nostri
calciatori. L’analisi che si può
tracciare è questa: squadre
formate al loro interno da giovani
calciatori italiani promettenti, alcuni
non proprio dei campioni, ma
comunque bravi. Dei valori
aggiunti per le loro società. I
problemi sorgono quando ci si
siede al tavolo per parlare di
stagione e contratto. Giocatori
molto esigenti e dagli ingaggi
stratosferici. Soldi che molti
Presidenti, nonostante la loro
passione e volontà, non possono
proprio permettersi. Salvo iniziative
dell’ultima ora che non
conosciamo o non ci son
pervenute, non siamo a
conoscenza di alcuna iniziativa
economico-finanziaria da parte
della FIGC, Federazione Italiana
Gioco Calcio, a sostegno di queste
stesse società. Ciliegina
amarissima su una torta già
avariata in partenza, nessun
introito (ammesso che ce ne siano,
sicuramente poca cosa)
proveniente da diritti TV,
radiofonici o sponsor.
“Un calcio italiano dai due volti”:
quello d’élite, fatto in parte di
stranieri, in parte di giovani
nostrani che, già quanto a diritti
d’immagine, rappresentano un
sostanzioso patrimonio da non
buttare o sperperare. I diritti TV
poi, acquisiti ogni anno dalle
Leghe di A e B, completano
l’opera. Insomma, un sistema
funzionante dove il soldo c’è e
circola anche bene. Dall’altra parte
troviamo un pallone decisamente
più umile, povero che, rispetto al
calcio professionistico, avrebbe
bisogno di un maggior numero di
extracomunitari in campo, ma
conosce solo ferree limitazioni.
Come mai quest’invocazione a
furor di popolo? Nonostante l’invito
ad accantonare o ridurre la
presenza dello straniero nel calcio
professionistico e i divieti imposti
alle stesse categorie minori, i
giocatori provenienti dall’estero
sembrano essere l’unica, vera
risorsa di sostentamento. Allo stato
attuale dei fatti, facilmente
prevedibile il braccio di ferro fra
serie minori e vertici federali senza
precedenti e senza esclusione di
colpi. Extracomunitari sì?
Extracomunitari no? I campionati
minori, sulla scia di Amleto,
rispondono in coro: “questo il
dilemma”. La Sport Man tuona, per
esattezza il suo Procuratore
Sportivo nonché direttore della
società stessa, Alessio Sundas. La
mente di questa proposta, senza
esitazione alcuna, esclama a voce
sostenuta: “facciamoli venire ed
ingaggiamoli”. Ritratto di un
pallone diviso in due parti: da una
parte come “Paperon de
Paperoni”, dall’altra più povero e
sgonfiato.
CHI SIAMO
Britalyca La Voce Alternativa, nasce nel 2005
da una idea innovatrice di Carmine Gonnella
(G.B) . Siamo picccoli operatori dell’
informazione libera. Analizziamo e appro-
fondiamo le tematiche politiche e culturali
scientemente con metodo imparziale. Siamo
online e il formato cartaceo ha una tiratura
limitata. Per una copia solo per la lettura,
contattare l’ editore. Il nostro motto:
L’ INFORMAZIONE COME MEZZO DI
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Collaboratori Cronaca, Doriana Goracci
(Italia) Alle politiche in Italia e all’ Estero , il
Comm. Giorno Brignola (Italia) Cultura e
Societa’ Nino Bellinvia ( Italia ) Comunicati,
Goffredo Palmerini (Italia) all distribuizione e
diffusione, Mario Ponzi. (G.B.) In redazione,
Alfonso del Guercio ( G.B) Il Punto di Ar-
naldo De Porti ( Italia)
Edito e pubblicato da Britalyca News Londra,
Sede: 32 Fletcher Close , Bromley , BR2 9JD.
Kent
Jean Marc Bosman
SPORT
“Occhio di Lince”
su tutti gli episodi dubbi per non assistere più a polemiche come quelle della semifinale
Juventus-Napoli”. Il manager Alessio Sundas lancia alla Lega Calcio la proposta di
introdurre la tecnologia a disposizione degli arbitri anche per rigori e fuorigioco. “Quello che è
accaduto in Olanda, dove la goal-line technology ha probabilmente deciso l'esito del
campionato, conferma che il calcio italiano ha bisogno della moderna tecnologia per aiutare gli
arbitri a non sbagliare. Altrimenti continueremo ad assistere a polemiche e politica del
sospetto come nel recente caso delle semifinali di Coppa Italia con lo scambio di accuse tra
Juventus e Napoli”. Le parole sono del manager Alessio Sundas, direttore della Sport Man
Procuratori Sportivi, che ha lanciato alla Lega Calcio in queste ore la
proposta di introdurre il cosiddetto “Occhio di Lince”, sulla scia di quanto già accade nel tennis e nella pallacanestro.
Sport dove gli arbitri hanno a disposizione la tecnologia chiamata “occhio di falco” per non commettere errori in caso di
situazioni di gioco confuse.
Prosegue Sundas: “La scorsa settimana lo scontro scudetto tra Psv Eindhoven e Feyenoord è stato deciso dalla
tecnologia che ha permesso al direttore di gara di assegnare un goal che era sfuggito a tutti. La Sport Man ritiene che
ormai il calcio debba camminare al passo con i tempi, l'Occhio di Lince a disposizione del quarto arbitro a bordo campo
permetterebbe in pochi
secondi di dirimere situazioni ingarbugliate senza commettere errori. Un monitor, le immagini al rallentatore e perfino la
ricostruzione al computer, sarebbero lo strumento migliore per cancellare ogni polemica. Il football viaggia a velocità
elevate, gli arbitri ad occhio nudo hanno poche frazioni di secondo per decidere, non possiamo chiedere miracoli ai
direttori di gara.
La port Man lancia dunque il progetto occhio di lince a partire dal prossimo campionato di Serie A e Serie B. Gli
interessi in gioco sono alti, i club investono milioni di euro, non è ammissibile che una squadra fallisca un obiettivo e
perda risorse economiche solo perché i padroni del calcio non vogliono la tecnologia al servizio del rispetto delle regole.
Siamo pronti a chiedere l'intervento della Fifa nel caso la Lega Calcio non prendesse in considerazione la nostra
proposta. Basket e tennis sono ricche di episodi in cui occhio di falco ha deciso l'esito di match importanti per
l'assegnazione dei titoli perché il calcio non vuole seguire questo esempio e permettere agli arbitri di non sbagliare più su
rigori, goal e fuorigioco?”.
L’Angolino della Poesia
Marynzia Panico Borrelli
È Carnevale ma a mme ggia' mmè
chiagn"o core si penzo ca, aggia
ridere senza ggenio! Certo ca se
dice:"Se fa ppè ccriature!" E po',
tutto se fa ppè guste proprie!
Carnevale ogni scherzo vale? Nun è
vvero! Penzate 'e guagliune ca
vuttano ll'ove Addo' se trovano se
trovano... Secondo vuje, oltre a nu
spreco, Nun è nu schiaffo a ggente
povera? 'O Carnevale è na festa pè
se divertì overo, No facenne male 'o
prossimo Lancianne ogni sort'e cose
ppe ll'aria!

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  • 1. Britalyca News Londra Britalyca News LondraFREE Periodico gratuito di libere e approfondite informazioni. Fondato ed edito da Carmine Gonnella (2005/2017) II edizione N. 30 Feb/Mar 2017 Siamo anche su https://issuu.com/carminegonnella e https://www.facebook.com/carmine.gonnella e su altri motori di ricerca [Formato carteceo limitato ] UNIVERSALUM Un meccanismo alternativo vuoi al sistema maggioritario, vuoi a quello proporzionale, da me elaborato qualche anno fa. Basato sul l’ uniproporzionale Alla Camera: Dividere il paese come avveniva nel vec- chio sistema elettorale in vigore sino al 1994, in 50 circoscrizioni. In ognuna di esse si eleggono 10 deputati ( il meccan- ismo prevede anche la riduzione del parla- mento a 500 deputati e 250 senatori) Le liste vengono presentate a livello circoscri- zionale, sottoscritte e finanziate dai “sostenitori, Ogni lista circoscrizionale e’ composta da 10 candidati. Il cittadino dis- pone di una sola preferenza (uninominale) I seggi verranno poi assegnati con il metodo proporzionale in base alle preferenze ot- tenute numericamente dai candidati (voto) a prescindere dalla lista. Il meccanismo prevede anche (1) un eta’ minima 25 anni e massima d’ eleggibilta’ 65 anni. (2) L’ in- candidabilta’ di coloro che al momento della presentazione delle liste gli immoral- mente indegni, ovverossia indagati o impu- tati (3) Estensione della mozionee di sfidu- cia personale a tutti i parlamentare Al Senato: Si applica lo stesso meccamismo in base ai senatori eletti in ogni regione L’ unico sistema elettorale che rispecchia in toto, il voto a suffragio universal e diretto, libero e personale [cg] Italiani all’ Estero No alla vendita delle sedi del Consolato Generale e dell'Istituto Italiano di Cultura a Monaco di Baviera (D) Egregio Signor Ministro, gentiloni Onorevoli, egregi Signore e Signori, ci rivolgiamo a tutti Loro, nelle diverse funzioni e competenze, per fare presente la viva contrarietà e l`allarme della collettività italiana circa l`intenzione del Ministero degli Affari Esteri di voler alienare le sedi storiche del Consolato Generale e dell`Istituto Italiano di Cultura di Monaco di Baviera. Chiediamo ai Responsabili di abbandonare Pagina 3 CRONACA a cura di Doriano Goracci [Pagina2 FREE CULTURA A cura di Nino Bellinvia 64° Carnevale Massafra anche edizione estiva Pagina 3 Extracomunitari in campo, le categorie minori li invocano: “Italiani esigenti, non ci sono soldi” Pagina 6 SPORT Marco Chinico’ Jean Marc Bosman “Riteniamo che il nostro progetto UPSIM (Ufficio per le Politiche Sociali degli Italiani nel Mondo) sia possibile; basta averne l'intenzione” [g.b’] ITALIANI ALL’ ESTERO (pagina 2) LA TEMPESTA DOPO IL 4 DICEMBRE Morte del renzismoUn Partito omogeneo, come piattaforma deve avere sempre un’ ideologia di base, dove l’ intera comunita’ puo’ rispecchiarsi in piena liberta’, senza i partiti hanno vita corta’ Matteo Renzi , dopo il referendum sulle sue riforme non solo perde la presidenza del Consiglio. ma con il congesso potrebbe perdere anche la segreteria del PD Alcune note editoriali Pagina 2 Giorno del Ricordo, fascismo ed irredentismo dell’Italia liberale non giustificano il revisionismo della Resistenza italiana e jugoslava.” Cortesia di Alain Fissore Pagina 5A pagare saranno gli “stessi”. Gli “altri” riusciranno ancora a cavarsela ! Dall’ Italia e dall’ Estero A cura di Giorgio Brignola Pagina 4 COMUNICATI Pagina 5
  • 2. Pagina 2 Feb/Mar 2017Britalyca News Londra CRONACA Doriana Goracci [ Blogger in copy left ] MIMOSA BELLA RIPOSA Io non ce la faccio a tornare in tempo. Io non ce la faccio a scordarmi di quelle che non ci sono più. Io non ce la faccio ad arrivare a fine mese. Io non ce la faccio a cucinare quello che adorano le persone a me care. Io non ce la faccio a dire no alle compagne che saranno quest’anno sotto l’ambasciata americana. Io non ce la faccio a dire no alle artiste che giocheranno nelle piazze e nei teatri d’Italia. Io non ce la faccio a dire no a quello che mi offre un fiore. Io non ce la faccio a non ridere in faccia a chi mi promette che le cose cambieranno dopo l' 8 marzo Io non ce la faccio a non detestare quelle che andranno agli spogliarelli maschili. Io non ce la faccio a non essere curata sorridente arrabbiata quel giorno. Io non ce la faccio a non commuovermi leggendo le parole di donne nel tempo. Io non ce la faccio a non pensare a quelle che sono morte bruciate. Io non ce la faccio a pensare che altre sono sotto le bombe. Io non ce la faccio a vedere pure quel film. Io non ce la faccio a leggere l’ultimo pezzo di quella giornalista, come si chiama? Io non ce la faccio a dire sempre si-sempre no. Io non ce la faccio a diventare madonnamaddalena. Io non ce la faccio a pensare che quelle stanno "dentro". Io non ce la faccio a non dire che voglio la pace e non la guerra. Io non ce la faccio a dire che l’8 marzo è un giorno qualunque. Io non ce la faccio a dire che l’8 marzo è un giorno di festa. Io non ce la faccio in una giornata a dedicare tutte queste cose alle donne. Io non ce la faccio a dire tutto quello che fanno le donne. Io, donna. In un giorno. Doriana Goracci 8 marzo 2006 /17 UNA POLITICA SENZA IDEOLOGIE, GENERA OPPORTUNISMI E POPULISMI…. “Un Partito omogeneo, come piattaforma deve avere sempre un’ ideologia di base, dove l’ intera comunita’ puo’ rispecchiarsi in piena liberta, senza i partiti hanno vita corta’ ………………………... mattarellum potesse funzionare, ma il legistatore non close l’ occa- sione e epto’ per un sistema con il premio di maggiranza PORCELLUM Si dice che il Porcellum nacque’ da un capriccio di Silvio Berus- coni, perche’ il bipolarismo tra centro sinistra e centro destra funzionava. Nel 2005 fu fatto anche l’ errore non solo di inven- tarsi il porcellum ( liste bloccate con sistema proporzionale e pre- mio di maggiorananza al polo vin- cente, senza quorum) ma anche della riforma dell’ Ordinamento del Parlamento, il cosidetto “ Premi- arato forte (che tra l’ altro preve- deva anche la facolta’ del Primo Ministro di sciogliere le camera) e la Devolution, una specie di anti- camera per arrivare ad una Re- pubblica Federale.) Ci fu un refer- endum costituzionale e il Popolo boccio’ le riforme. Dalla padella alla brace come si suol dire. Anche il Porcellum non ebbe vita lunga, perche’ la stessa anomalia e cioe’ l’ ingovernabilita’,arrivo’ gia’ nell’ elezioni del 2006, che vide una larga maggiorana alla Cam- era, grazie al premiodi maggio- ranza a livello nazionale e una maggioranza risicatissima al Senato, dovuta principalmente al fatto che il premio di maggioranza a livello regionale, come revede l’ articolo 57 della Costituzione ital- iana. L’ ITALICUM Visto il fallimento anche del Por- cellum, il legislatore dopo aver constatato che l’ anomalia princi- pale erano (e sono ) I due sistemi elettorali, ha pensato di abolire il Senato elettivo, proponendo un porcellum con un premio di maggioranza alla liste o partito che alle elzioni che superasse il 40 % dei consensi, in caso di non raggiungimento, I primi due partiti o liste, andavano al ballottaggio, senza un minimo di quorum Adesso che la Corte Costituzion- ale ha bocciato anche l’ Italcum, a mio modesto avviso, visto che I sistemi ibridi hanno fallito l’ obbiet- tivo principale, la governabilita’ , non ci rest ache andare a votare con il vecchio sistema elettorale in vigore sino al 1943. Per continare a formare I governi dopo che il Popolo sovrano ha espresso il suo consenso …. pubbliche hanno il dovere di adempierle, con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge., Adesso la domanda che il cittadino italiano non si e’ mai fatto e’ :” Se il parlamentare vota in segreto, il cittadino non puo’ sapere se il mantante, rappresenta gli’ interessi comuni, il suo partito, o addirittura se stesso? Il voto segreto legislativo e qui’ sono d’accordo con la bonanima andrebbe abolito in toto ! DOPO IL 4 DICEMBRE Sia il proporzionale, sia il maggioritario, solo gli unici sitemi elettorali costituzionali, anche se nessuno dei due garantirebbe la governabilita’, all’ indomani delle elezioni, ma in democrazia I gov- erni si formano dopo le elzioni, ovverossia, dooo che l’ elettorato si e’ pronunciato. Si chiama an- cora sovranita’!!! MATTARELLUM Purtroppo pero’ e’’ da un venten- nio che stiamo votando con sis- temi elettorali ibridi con premi di maggioranze, liste bloccate e candidature plurime, per garan- tire governabilita’. Il mattarellum prevedeva liste bloccate al 25% e la governabilita’ era garantita dal bipolarismo pre-elettorale. Il mattarellum duro’ meno di due anni,prima che il legislatore si accorgesse dell’ anomalia. Come sappiamo il primo governo Ber- lusconi, cadde perche’ uno delle forze politiche del suo polo gli tolse la fiducia, la Lega Nord per la Padania, ritornando (anche se nessuno lo volle ammettere ) alla prima Repubblica.Nell’ elezione del 1996, ritorno’ il centro sinis- tra, che duro’ tutta le legislature ma con vari governi, esattamente come avveniva con il proporzion- ale puro, dei padre fondatori. Nel 2001 fu nuovamente la volta del governo Berlusconi II e dopo le elezioni regionali il III. Fu il gov- erno piu’ longevo della storia repubblicana e sembrava che il SENZA REGOLAMENTARE IL LIBERO MANDATO, CON QUALSIASI SISTEMA O LEGGE ELETTORALE , CON PREMI O NON DI MAGGIORANZA, IL PAESE NON POTRA’ MAI ESSERE GOVERNATO NELL’ ESCLUSIVO INTERESSE DELLA NAZIONE Si, lo sappiamo, simo ripetitivi e lo saremo ancora! L’ aricolo 67 puo’ essere cambi- ato senza modificare la Costituzi- one, ma solo il regolamento par- lamentare. Basterebbe estendere la mozione di sfiducia personale a tutti i parlamentari solo nei casi di trasformismi politici; come avvi- ene gia’ per i ministri e sotto- segretari IL VOTO SEGRETO LEGISLATIVO VIOLA LA SOVRANITA’ A titolo del tutto informativo … Con lo Statuto Albertino, il voto segreto legislativo era obbligato- rio, durante il fascismo invece il voto era palese. All’ inizio anche la Costituzione repubblicana prevedere il voto palese. Nel corso dei decenni ad iniziare dal 1971, il voto segreto e’ su richiesta, spesso diventa un’ arma utilizzata dalle opposizioni. Perche’ il costituente all’ inizio opto’ per il voto palese? Semplice , durante la Monarchia (Statuto Albertino) il parlamentare non era eletto con suffragio universale e diretto, ma noninato dal Re. Durante il fascismo, il voto era palesee, perche’ il Duce aveva sempre l’ ultima parola. Perche’ in democrazia il voto segreto viola la sovranita’? Perche’:” In uno Stato di Diritto iI cittadini cui sono affidate funzioni ….e’ da decenni che io non riesco piu’ a rispecchiarmi in nessun partito, perche’ non faccio in tempo a aderirvi che qualcuno mi cambia la piattaforma e tutte le idée che avevo elaborato vanno a farsi benedire. La dimostrazioni di quanto ho detto sta nel M5 Stelle, che non solo non ha un’ ideologia di base, ma non ha nemmeno una piattaforma e una politica senza ideologie, genera opportunism e populismi ITALIANI ALL’ ESTERO Solo al tramonto del 1989, come già scritto, era approvato il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE), con Legge 1989/368. Le finalità di quello che dovrebbe essere l’Organo di consulenza col Potere Legislativo ed Esecutivo per i problemi che interessano i Connazionali all’estero, sono state lasciate, sotto il profilo realistico, circa identiche per quasi ventisette anni. Poi, con Legge 89/2014, il CGIE è stato ridimensionato nei numeri; ma non nelle finalità primarie. I membri del CGIE all’estero sono scelti dai “Grandi Elet- tori” Com.It.Es. Che sono, a loro volta, eletti dai Connazi- onali residenti nelle correlate circoscrizioni consolari (con almeno 3000 italiani residenti). Quando il numero è inferi- ore, i rappresentati sono nominati direttamente dall’Autorità consolare. Per effetto del disposto di cui alla Legge 286/2003, i Com.It.Es. sono, quindi, organi di rap- presentanza nei rapporti dei Connazionali all’estero con le nostre Autorità Consolari. Fatto che, se ben impiegato, non sarebbe poca cosa. Il numero maggiore di Com. It. Es. si trova in Europa con ben quarantasette Comitati. Evidenziata quest’introduzione, la rappresentatività dei Connazionali all’estero non è stata, in effetti, mai aggior- nata. Neppure tenuto conto dei Parlamentari eletti all’estero. Perché facenti parte di partiti nazionali dei quali hanno da rispettare i programmi. Né è presumibile, almeno nel prossimo futuro, che possa essere operativo un Partito degli italiani nel mondo. Per questi motivi, riteniamo che il nostro progetto UPSIM (Ufficio per le Politiche Sociali degli Italiani nel Mondo) sia possibile; basta averne l’intenzione. Con una nuova sinergia tra UPSIM e Com.It.Es, si potrebbero delimitare quei problemi che i parlamentari eletti all’estero non sono in grado d’evidenziare proprio perché al di fuori delle linee di programma dei partiti nazionali dei quali fanno parte. (Giorgio Brignola) Italiani all’estero, voglia di cambiare? “Riteniamo che il nostro progetto UPSIM (Ufficio per le Politiche Sociali degli Italiani nel Mondo) sia possibile; basta averne l'intenzione”
  • 3. Pagina 3 Cultura & Societa’ Nino Bellinvia Feb/Mar 2017Britalyca News Londra 64° Carnevale Massafra anche edizione estiva 64° Carnevale di Massafra. E’ ufficialmente organizzato dal Comune di Massafra. Diverse le iniziative. Un “carnevale partecipato”, iniziato in inverno (febbraio) e che si conclude, quest’anno, a luglio con le sfilate nei giorni 22-23-29-30 dei mastodontici carri allegorici, realizzati in cartapesta che negli anni precedenti hanno sfilato come da tradizione. Date che sono riportate (oltre a quelle del 26 e 28 febbraio) sul manifesto ufficiale che l’artista massafrese Vito Messi ha realizzato tramite aereopenna acrilico, computer grafica con l’effetto di una lente convessa. L’illustrazione mostra sei clown diversamente affaccendati, uno dei quali, come fosse un novello Atlante, sorregge una sfera nella quale si osserva lo sguardo di un cavaliere che ha alle spalle il castello e il drappo di uno dei Rioni. Il tutto per indicare che il Carnevale è un pilastro fondamentale a sostegno del nostro turismo. Le maschere ufficiali del Carnevale di Massafra sono Gibergallo (creato da Grazia Tagliente) e Lu Pagghiuse (creata Nicola Andreace). Il primo è un allegro pagliaccio vestito con un frac nero e un gallo al guinzaglio, il secondo è lo stereotipo del contadino massafrese, con al seguito una bisaccia e una cupa cupa. Ogni anno a migliaia giungono i visitatori per ammirare questo Carnevale e che li coinvolge in un’atmosfera allegra e spensierata che esplode tra un tripudio di luci, colori e suoni. Organizzato dalla Città di Massafra è considerato uno dei più importanti e festosi della Puglia. A differenza degli altri carnevali, la maggior parte del corso mascherato non è transennato e cittadini e forestieri partecipano direttamente all'animazione e al divertimento, stimolati dalle coreografie e dalle scenografie dei carri e dei gruppi allegorici che sfilano lungo corso Roma. Ma andiamo con ordine. La kermesse carnevalesca 2017 ha preso il via il 23 febbraio con il tradizionale Giovedì dei Pazzi. Variegato il programma che ha interessato grandi e piccini. In Piazza Garibaldi, l’Associazione “Radici Mediterranee” ha proposto per i più piccoli “Cartapestando”, con Baby Dance, Pentolaccia, Truccabimbi e Big Balloon Show. In serata si sono esibiti i bravissimi alunni della Scuola Media “Manzoni” con l’ormai famosa Orchestra Musicale Giovanile. Ha fatto seguito, in corso Italia, lo spettacolo musicale-acrobatico itinerante con i “Pachamama”. Nella stessa serata la coloratissima “Corsa dei Pagghiusi”, una passeggiata in maschera organizzata dall’Associazione “Team Pianeta Sport”, che, dopo aver attraversato varie vie, è giunto in Piazza Garibaldi, dove la serata ha avuto il culmine con il Gran Ballo in Maschera e ospiti a cura di Multiradio. Giorno 22 si è tenuta anche all’Istituto Comprensivo San Giovanni Bosco e al Palazzo della Cultura, la presentazione del libro “Il mio carnevale”, scritto dal prof. Angelo Nasuto ed edito da Antonio Dellisanti (presente il dott. Gianni Iacovelli, autore della prefazione e che, come storico proprio del carnevale, aveva tenuto una relazione nel corso di una manifestazione cittadina contro la decisione dell’amministrazione comunale di rinviare al mese di luglio la sfilata dei carri allegorici). Giorno 24 presso i Teatro Comunale “Resta” si tenuto con successo il Gran Concerto di Carnevale “Rondò veneziano” organizzato dall’Associazione musicale e l’Orchestra “Tebaide d’Italia”. Il primo corso mascherato della 64^ edizione del Carnevale Massafrese si doveva svolgersi domenica, 26 febbraio (come anche riportato sul manifesto), ma per motivi meteorologici si è svolto lunedì 27 febbraio (con lo stesso programma, compreso lo spettacolo a fine sfilata con Uccio De Santis). Programma anche di martedì 28 febbraio. La decisione di annullare e posticipare il tutto è stata presa dal sindaco Fabrizio Quarto e dal comitato organizzatore coordinato dall’assessore al Carnevale Michele Bommino, per motivi di sicurezza, sia in termini di staticità delle strutture in cartapesta, sia per il gran numero dei bambini che avrebbero sfilato in condizioni proibitive. E che tutti si sono ritrovati a sfilare lunedì. Apprezzati lo “Junior Carnival “(organizzato dall’Ass. “Giochi in Corso”) con Clown e Mascotte che hanno fatto divertire tutti. Tutte le date del programma sono state allietate da un allegro Trenino Musicale Carnevalesco, che ha percorso le vie della città. Le prime a sfilare (partenza da Viale Magna Grecia) sono state le Scuole “Draghetto Rosa” - Secondo I.C. “G. Pascoli” - Terzo I.C. “S. G. Bosco” - Primo I.C. “De Amicis – Manzoni” - I.I.S.S. “D. De Ruggieri” - I.I.S.S. “Amaldi – Mondelli”. A seguire i Gruppi Mascherati “Trenino della Fantasia” di Floriana Viesti; “Scacco Matto al Re” di Nadia Termite; “Tra il Futuro e il Presente il Passato è più Divertente” di Antonio Gianfreda; “Circo Panza Vacand!!!” di Luigi Carone; “Peter Pan e; l’Isola che non c’è” di Amici del Carnevale di Lizzanello – Giovanni Trevisi; “80 Voglia di Fitness” di Giuseppe Gamarro. Infine i Gruppi in Cartapesta (carri di ottima fattura che hanno stupito tutti!): “un ‘Estate a… Carnevale”, di Francesco Mellone e Maurizio D’Aprile; “Governo Italiano non fare l’Indiano” di Salvatore Ricci e Pietro Acquaro; “La Musica inizia a Cambiare per il nostro Amato Paese” di Michele Fuggiano e Angelo Grognardo; “I Guardiani di Gea” di Alessio Giuliani ; “Sconcerto di Carnevale” di Lucia Acquaro & Crazy-Events; il Tempio della Musica” di Vittorio Chirico e Paolo Codardo; “Troppa Cortesia fa Temere che Inganno Vi Sia” di Giuseppe e Luigi Castiello. A concludere l’esibizione del simpaticissimo e coinvolgente Uccio De Santis. L’Ufficio Turistico di Massafra (IAT) ha organizzato l’itinerario Massafra tra sacro e profano “Chiacchere e vino” che ha entusiasmato i turisti che hanno potuto ammirare le chiese e le meravigliose icone bizantine: San Leonardo, Candelora e Sant’Antonio Abate; passeggiare nel centro storico e ammirare strettoie e vicinanze e tipiche “case grotta”. Indimenticabile per tutti anche la passeggiata archeologica nel villaggio rupestre di Santa Marina nel cuore della gravina di San Marco. Nel corso del tour i turisti hanno potuto anche degustare le “chiacchiere”, dolci tipici della tradizione carnascialesca accompagnati da un ottimo vino locale. Domenica 26 febbraio la pioggia ha fatto annullare tutte le iniziative, come abbiamo detto prima. Ad eccezione dell’annullo filatelico del sempre attivissimoCircolo Filatelico “A. Rospo”. Bozzetto che quest’anno è concorso” in collaborazione con il quotidiano “ViviMassafra”. Preferito è stato il bozzetto di Giulio Mingolla, che mostra un clown intento a tirare un carretto contenente alcuni dei monumenti della città (il cui peso simboleggia le problematiche che ogni anno rendono difficile la realizzazione della manifestazione). L’ufficio Postale temporaneo (con impiegati Antonio Fiorente e Maria Rosaria Oliva, coordinati dalla dott.ssa Eleonora Giase, referente della Filatelia di Poste Italiane per le filiali di Taranto, Brindisi e Lecce) è stato ospitato nei locali della Società Operaia di Corso Italia. L’ufficio Postale temporaneo (con impiegati Antonio Fiorente e Maria Rosaria Oliva, coordinati dalla dott.ssa Eleonora Giase, referente della Filatelia di Poste Italiane per le filiali di Taranto, Brindisi e Lecce) è stato ospitato nei locali della Società Operaia di Corso Italia. Ha apposto il bozzetto dell’annullo filatelico del 64° Carnevale Massafra su ben 4 cartoline filateliche (il manifesto del 64° Carnevale, creato di Vito Messi; la cartolina-bozzetto annullo di Giulio Mingolla – vincitore di un mini concorso con il quotidiano “ViviMassafra”; la cartolina filatelica di Vitantonio Dicensi e la foto-cartolina di un carro allegorico). Cartoline tutte contenute nel magnifico folder (ideato da Francesco Maria Rospo, vice presidente del Circolo filatelico) che, come negli anni scorsi, portano il Carnevale Massafrese in tutto il mondo. Nelle foto: Il manifesto del 64 Carnevale Massafrese creato dall’artista Vito Messi; la cartolina con il bozzetto filatelico di Giulio Mingolla; il folder con quattro cartoline filateliche (ideato da Maria Francesco Rospo, vice presidente del Circolo Filatelico “A. Rospo”); Angelo Masuto e il suo libro “Il mio Carnevale”.
  • 4. Pagina 4 Feb/Mar 2017Britalyca News Londra Dall’ Italia e dall’ Estero A cura di Giorgio Brignola A pagare saranno gli “stessi”. Gli “altri” riusciranno ancora a cavarsela ! sperato di trasferire la politica sul Web deve, ora, rivedere alcune basilari vincoli. La maggioranza degli italiani la pensa diversamente e di ciò si dovrà tenere conto al momento di un eventuale accordo di programma. Le Strategie per guidare la Penisola in acque meno perigliose non potranno essere solo discusse a un tavolino “ristretto”. La fiducia è una cosa seria che è da centellinare con i “volponi” del potere. Prima di prendere delle decisioni, che potrebbero non compattare tutti, bisognerebbe rammentare che il nostro Paese non ha bisogno d’altri supporti di facciata. Lo scriviamo con la certezza d’essere capiti. ECONOMIA SOFFERENTE Come si vive in Italia? Un interrogativo che, proprio per il suo seguito quotidiano, ci siamo posti prima che riprenda il dialogo tra i “sordi” della politica. Da noi, se si è attenti ai prezzi, non sono i generi alimentari a porci insormontabili problemi. Insomma, di fame non si muore; anche se la consolazione, in questo nuovo Millennio, ci sembra modesta. In città, ma ancor meglio in campagna, con circa Euro 400 mensili si può acquistare il vitto necessario per una famiglia di quattro persone. Anche se non si vive di solo pane. Chi è inquilino, però, ha un canone da pagare. Per i proprietari, le spese di straordinaria amministrazione continuano a lievitare e le imposte immobiliari falciano i contenuti utili. Poi, ci sono le utenze. Almeno gas e luce. Lasciamo stare il telefono fisso che può essere egregiamente sostituito dal portatile con scheda pre pagata. Per il resto, ma non solo per gli imprevisti, c’è da contare sulla buona sorte. Mantenere un’autovettura è sempre più difficile; anche i prezzi dei mezzi di pubblico trasporto subiranno successivo rincaro entro il prossimo anno. Ci si veste con poco e i locali sono sempre meno frequentati. Tenuto che col prezzo di un caffè si può acquistare mezzo chilo di pasta. Si legge anche meno. Intanto, sui quotidiani le notizie sono continuamente le stesse e per la “nera” c’è sempre la televisione. Il numero dei licenziati e dei cassaintegrati, in questo primo trimestre, si è stabilizzato. Chi ancora è occupato ha da fare i conti con un futuro sempre più incerto che non consente di fare progetti. Una famiglia tipo (quattro persone), con un reddito (lordo) non superiore a 8.000 Euro l’anno, è indigente. Al di sotto è palesemente in povertà e avrebbe bisogno della pubblica assistenza per evitare il collasso. Le tensioni sociali sono sempre meno contenibili e la ragione non può essere che dalla parte di chi chiede lavoro e non delle promesse che cadono nel nulla. I politici, nessuno escluso, hanno fatto il loro tempo. Il momento del cambiamento dovrebbe essere prossimo. Come sarà la Penisola del dopo le “riforme”? Un altro interrogativo che, per ora, non trova risposta e causa molte preoccupazioni. Resta, però, certo che non si può solo pensare di “sopravvivere” in un’economia sofferente. primavera, ci chiediamo se non sia possibile trovare un percorso per dare “peso” alle necessità dei cittadini. Perché di certe opportunità non è possibile fare a meno. Ridimensionare le amministrazioni locali, senza dare un diverso indirizzo al percorso politico nazionale, non è neppure affrontare il dilemma. Dopo gli eventi di questi ultimi mesi, ci sembra controproducente insistere su progetti che, poi, restano irrealizzabili. Meglio, sarebbe, tornare alla realtà del quotidiano. Favorendo i progetti e non le polemiche. Bisognerebbe tornare alla realtà. La nostra strada, sempre in salita, non ci porterà nel Paese dei Balocchi. Ma se Pinocchio fosse un personaggio dei nostri tempi, avrebbe un naso lunghissimo. E’ che alla politica economica nazionale non ci crede più nessuno. TATTICHE DI GOVERNO C’è poco da suggerire alchimie impossibili: senza il PD, per ora, non si governa. I presupposti di un “accordo” con dei movimenti che non hanno fatto il pieno di voti, erano la sola via possibile. Il PD, in ogni caso, serve. Prima della fine d’anno ci potrebbero essere, comunque, segni di una fiducia allargata per cambiare l’Italia. Ma, tra dire e fare, resta da verificare la volontà di mantenere in vita l’attuale Esecutivo. Ci sarebbe, di conseguenza, tutto il tempo per mettere a punto una Legge Elettorale degna di tale nome. I sofismi, previsti dalla nostra Costituzione, per le posizioni incerte li lasciamo a chi se ne intende. A ben analizzare, per Montecitorio i problemi non ci sono; Il Centro/Sinistra può governare. E’ al Senato che la situazione potrebbe complicarsi. Gli accordi “trasversali” non hanno più pregio e di ciò dobbiamo criticare i non “allineati”che si sono sempre mossi con la volontà di sgretolare il sistema. Se si scarta il “miracolo” dell’accordo Berlusconi/Renzi, che citiamo anche se definitivamente tramontato, non restano che poche occasioni. Ovviamente, con tutti gli effetti dell’inesperienza di chi ha gridato contro una politica becera, ma che non si è mai confrontato con quella attiva che, giova rammentarlo, ha valenza anche oltre i confini del Bel Paese. Avere ottenuto un consenso politico delegato, è una grossa responsabilità nei confronti di chi avrebbe preferito diversamente. La Penisola è una. Basta con i “modelli” alternativi. L’Italia ha bisogno di un Governo nel pieno delle sue forze e appoggiato da un Potere Legislativo che non ponga pressioni di percorso. Chi ha IL SEGUITO Tutto in politica si può riconsiderare. Il principio che, invece, non potrà essere mai modificato è, e resta, la Democrazia partecipativa. Anche quando sarà varata la nuova legge elettorale, spetterà sempre il cittadino decidere chi governerà il Paese. Pure se una Maggioranza di Governo resta problematica; almeno nei termini che conosciamo. Si dovrebbe, invece, approfondire la nozione di democrazia partecipativa. Del resto, la nostra Costituzione è assai chiara sotto questo profilo. Infatti, il cittadino, per le opportune vie, può chiedere al Parlamento d’elaborare provvedimenti normativi. Spetta, sempre, al Popolo sollecitare il Potere Legislativo a elaborare rimedi urgenti e può, ancora, con i referendum, correggere le eventuali scarsità di norme. Di certo, gli italiani hanno un senso della politica operativa assai più sviluppato d’altri cittadini UE. I segnali li abbiamo avuti ed è meglio non dimenticarli. Del resto, quanto abbiamo segnalato, non rappresenta che una sintesi della volontà popolare e della validità dei suoi contenuti che, poi, dovrebbero essere traghettati in Parlamento. Quindi, ancora una volta, e con l’esperienza d’oltre mezzo secolo d’analisi del nostro panorama politico, suggeriamo a chi ci legge, dentro e fuori i confini nazionali, di delegare meno e pretendere maggiore partecipazione attiva sulle decisioni vitali per il Paese. Il tempo non manca; anche se dubitiamo, per quanto premesso, che l’Esecutivo Gentiloni sia in grado di rimanere in carica sino alla primavera dl 2018. Del resto, in politica fare delle previsioni sulla data di “vita” delle alleanze di governo non è mai servito L’ECONOMIA DELLA POLITICA L’Esecutivo Gentiloni le ha pensate proprio tutte per coinvolgerci in un meccanismo fiscale che si basa, almeno per ora, su promesse. Poi, vedremo. Nella legge di stabilità 2017, si fanno ancora specifici riferimenti alla spesa pubblica. Ma non solo. Dunque, non è detto che le promesse di ridimensionare i livelli impositivi saranno concretabili. La questione fiscale resta in prima linea. Soprattutto se sono pubblici amministratori a esserne coinvolti. Chi ha le leve del potere dovrebbe usarle in modo più oculato e mirato. Così, proprio non sembra. La mastodontica macchina dello Stato non può fermarsi; l’importante è che si muova nel senso giusto e senza sacrifici, da subito, evitabili. Gli italiani sono, in generale, coscienziosi. Certo è che la fiscalità contrasta con la mancanza di lavoro. Dato che il livello di percentuale di disoccupazione supera ancora le due cifre, c’è da prendere in esame ciò che “frena” e quello che è “frenato”.All’inizio di questa ESECUTIVO A SCADENZA Col 2017, i nostri problemi si sono complicati. In Italia è più facile “fallire” che “rinascere”. Anche se Gentiloni resta diplomaticamente ottimista. Senza elezioni politiche, non è possibile ipotizzare efficaci cambiamenti di rotta dell’Italia. Per la Scienza di Governo, preferiamo lasciare a ciascuno i propri convincimenti. Troppe le questioni sempre in sospeso. Poche le realtà sulle quali poter far conto. Sono sempre gli stessi che sono chiamati a pagare. Con la solita dinamica. Quanto conta, in effetti, la politica nazionale? Nella misura in cui la faranno valere i suoi “sostenitori”. Non necessariamente quelli della “Maggioranza”. Tra l’altro, sembrano farsi strada nuove “promesse”. Non vorremmo che fossero, le solite, da “marinaio”. Pur continuando a evitare di “schierarci”, non intendiamo restare disinteressati a fronte di un deterioramento diffuso della nostra realtà sociale. Anche perché chi ci segue dall’estero, può non avere la sensazione reale di come ci si barcamena nella Penisola. A pagare saranno gli “stessi”. Gli “altri” riusciranno ancora a cavarsela. Eppure, tante perplessità rimangono. Da noi è l’incertezza a vincere e ci chiediamo, ancora una volta, il perché. Ciò che è evidente resta una serie di strascichi socio/economici che logorano anche le più granitiche volontà. Essere coerenti, in ultima analisi, resta ancora il nostro obiettivo. Riflessioni le scriviamo a fronte di una situazione nazionale ancora incerta. Sarebbe opportuno un dialogo costruttivo. Aperto e incondizionato. Meglio, quindi, esprimere, serenamente, le proprie opinioni che tenerle “in pectore”. Le previsioni non servono e in Parlamento si preferisce ancora tergiversare. Quello che ci manca, e di cui sentiamo la necessità, è una legge elettorale che sia operativa. Senza elezioni, l’Esecutivo in carica appare disautorato proprio per l’impossibilità di realizzare un programma economico utile per la ripresa del Paese.
  • 5. Pagina 5 Feb/Mer 2017Britalyca News Londra Il silenzio e le ipocrisie sulla strage di Cefalonia Nel nuovo romanzo “Cefalonia, Io e la mia storia” Vincenzo Di Michele ripercorre i fatti del settembre ’43 con un racconto autobiografico su una delle pagine più buie della storia italiana. È una lettura vissuta a pelle sullo sfondo famil- iare e soprattutto al femminile quella che Vincenzo Di Michele ripercorre da quei giorni fino a oggi. Nel suo nuovo romanzo storico “Cefalonia, Io e la mia storia” (Editore il Cerchio), Di Michele rilegge una delle pagine più buie della storia italiana da una prospettiva di- versa: le angosce e le attese delle mamme e delle mogli che attendevano il ritorno dal fronte dei loro cari. Partendo da fatti realmente accaduti, lo storico e saggista rivive in prima persona gli avvenimenti di quel settembre del 1943 quando l’esercito italiano, dopo la proclamazione dell’armistizio, si dissolse nel nulla. «Il dramma della seconda guerra mondiale e quella crudele carneficina di Cefalonia vengono narrate attraverso le voci e le testimonianze di quelle mamme e di quelle mogli che attendevano il ritorno dal fronte dei loro figli o mariti», spiega l’autore. Nel suo racconto vis- suto a pelle, Di Michele narra in prima persona le attese della sua famiglia. «Ci sono le voci di mia bisnonna, di mia nonna e di mia mamma che hanno vissuto con angosciosa trepidazione tanti e poi tanti anni. Un’attesa di veder tornare “il loro Caro” che poi al dunque è stata vana», aggiunge Di Michele. Ma anche «c’è il racconto, preso da un diario inedito, di quel soldato che ha fatto di tutto per sopravvivere alla tragedia della guerra pur di far ritorno a casa per riabbracciare la propria moglie e quella figlia di 7 anni che non aveva mai conosciuto». La ricostruzione della strategia militare passa in secondo piano per lasciare spazio ad un dramma personale che porta ad un racconto auto- biografico. In una narrazione personale e con piglio a tratti provocatorio, l’autore chiama in causa il lettore mettendo in evidenza il passato del suo Paese, che è anche il passato sofferto di tante famiglie italiane che hanno avuto un dis- perso in guerra. I fatti storici, letti con le lenti della vicenda per- sonale, assumono nuovi contorni e nuove prospettive. E il risultato non è per nulla scontato. A partire proprio da come il generale Antonio Gandin era solito rivolgersi ai propri soldati: “Dodicimila figli di mamma tutti obbedienti agli ordini” per arrivare a come e perché quella strage di Cefalonia stracolma di sangue e vite umane stroncate nel fiore degli anni, di certo si poteva evitare. VINCENZO DI MICHELE (1962), libri pubblicati: “La famiglia di fatto”, un’analisi della convivenza more uxorio; Io prigioniero in Russia, oltre 50.000 copie e vincitore di premi alla memoria storica; “Guidare oggi”, un manuale per le problematiche stradali; “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso”, una revisione storica sulla prigionia del Duce a Campo Imperatore; “Pino Wilson, vero capitano d’altri tempi”, la biografia ufficiale dello storico calciatore della Lazio campione d’Italia nel 1974; “Come sciogliere un matrimonio alla Sacra Rota”, un’inchiesta sull’iter di annullamento dei matrimoni innanzi ai Tribunali ecclesiastici; “L’ultimo segreto di Mussolini”, quel patto sotto- banco tra Badoglio e i tedeschi e i retroscena dell’operazione Quercia sulla liberazione di Mus- solini; “The Last secret of Mussolini”, the under- counter pact between Badoglio and the Ger- mans. “Cefalonia , Io e la mia storia” un racconto autobiografico sullo sfondo degli avvenimenti bellici dell’eccidio di Cefalonia del settembre 1943. Cortesia di Goffreto Palmerini Italiani all’ Estero No alla vendita delle sedi del Consolato Generale e dell'Istituto Italiano di Cultura a Monaco di Baviera (D) Egregio Signor Ministro, gentili Ono- revoli, egregi Signore e Signori, ci rivolgiamo a tutti Loro, nelle diverse funzioni e competenze, per fare pre- sente la viva contrarietà e l`allarme della collettività italiana circa l`intenzione del Ministero degli Affari Esteri di voler alienare le sedi storiche del Consolato Generale e dell`Istituto Italiano di Cultura di Monaco di Bavi- era. Chiediamo ai Responsabili di abbandonare queste intenzioni poiché ciò non procurerebbe un beneficio economico rilevante rispetto alla situazione debitoria dello Stato Itali- ano, ma getterebbe certamente la Comunità in uno stato di disorienta- mento. Chiediamo di ripensare invece ai vantaggi e al pregio delle due sedi che garantiscono lo svolgimento delle relazioni diplomatico‐consolari, favoris- cono la rappresentanza e la tutela degli interessi dei connazionali in Bavi- era, le prospettive di rafforzamento dell`interscambio economico, la cura e lo sviluppo delle relazioni culturali, linguistiche e sociali. Non ci sarebbe bisogno di ricordare che lo Stato della Baviera all`interno della Repubblica Federale di Germania è il partner più vicino all`Italia, conta quasi 13 milioni di abitanti (più dell`Austria e della Svizzera), gode di competenze e autonomie vastissime nei campi dell`economia, sicurezza, polizia, cul- tura, scuola, università e ricerca. La salvaguardia e la cura in primo luogo della sede del Consolato Gen- erale in Möhlstrasse, nr. 3 è piena- mente giustificata e raccomandata per varie ragioni: ‐ nella medesima via hanno sede il Consolato Generale della Federazione Russa, uffici del Consolato Generale Britannico, il Consolato Generale Greco, la Scuola Ebraica e per questo la zona è vigilata stabilmente dalle forze di sicurezza bavaresi; ‐ succes- sivamente alla chiusura del Consolato di Norimberga la sede di Monaco è competente per tutto il territorio della Baviera; ‐ il sistema di prenotazione dei servizi ai connazionali consente di avere un afflusso programmato, del tutto compatibile con l`importante edifi- cio d`epoca; inoltre la raggiungibilità della sede è garantita con facilità dai mezzi pubblici: rete metropolitana, tranviaria e bus; ‐ il prestigioso edificio ha sempre ris- posto alle esigenze di rappresentanza, di contatto e cura degli interessi e delle necessità della collettività qui residente che conta più di 100.000 cittadini sta- bili, a cui si aggiungono quelli che, per periodi inferiori, gravitano in Baviera per ragioni turistiche, di studio etc ‐ le sale del Consolato Generale ed anche la disponibilità dell`area adibita a giardino hanno spesso offerto la cornice per eventi e incontri molto apprezzati dalla collettività italiana e tedesca (Festa della Repubblica, eventi musicali, culturali, incontri degli operatori economici, sociali e scolas- tici); ‐ anche se la funzionalità dei due edi- fici, in talune circostanze, non risponde pienamente ad ogni esigenza della Comunità, la vendita di questi beni priverebbe la realtà di Monaco di due edifici storici, uno di grande pregio architettonico, l’altro di grande rilievo per la storia della Comunità Italiana a Monaco. Vi sono certamente lavori di adeguamento da effettuare; il restyling (normale dopo anni e anni di utilizzo) potrebbe riguardare le barriere ar- chitettoniche, la realizzazione di as- censore, di impianti per il risparmio energetico e di sicurezza; in questo modo l`edificio raggiungerebbe maggiore efficienza e decoro, verrebbe apprezzato lo stile e la capacità dell`Italia di preservare beni architet- tonici unici; ‐ gli introiti derivanti dalla vendita ver- rebbero acquisiti dall’erario senza tuttavia permettere l’acquisto di un immobile in grado di rispondere meglio alle reali necessità. Inoltre l`acquisto di una sede altrettanto prestigiosa come quella attuale sarebbe estremamente difficile da reperire e comporterebbe costi aggiuntivi di trasloco, ade- guamento e sicurezza. L`intenzione di alienare la sede dell`Istituto Italiano di Cul- tura andrebbe del tutto abbandonata per analoghe ragioni esposte relati- vamente alla sede del Consolato Gen- erale e in ragione di ulteriori motivazi- oni che qui si espongono: ‐ la sede, dislocata in una delle zone di maggior pregio della città e collegata in modo ottimale, dispone di uffici, biblio- teca, sale riunioni, spazio per mostre, aula magna e numerose aule per i corsi di lingua e cultura; ‐ la presente struttura ha consentito per decenni lo svolgimento di mani- festazioni per la diffusione della lingua e civiltà italiana, ha legato generazioni di tedeschi alle iniziative culturali in convegni, dibattiti, letture, presentazi- oni di opere letterarie, musicali, tea- trali, dando spazio a voci nuove di intellettuali italiani; ha attirato la pre- senza di illustri rappresentati della cultura nazionale e delle università; ‐ va ricordato che la sede dell`IIC è stata a suo tempo acquisita con lo sforzo, la passione e il contributo finan- ziario della comunità italiana e donata da questa allo Stato Italiano, e che sarebbe irrispettoso pensare di ig- norare queste circostanze; ‐ infine ci si domanda dove, con quali vantaggi ed a che prezzo sarebbe reperibile una struttura con queste dimensioni e disponibilità. Chiediamo di mantenere le due sedi, di investire quanto necessario per l`adeguamento, sollecitando anche il contributo e la partecipazione di fondi privati di opera- tori economici locali e di risorse del volontariato più minuto. Dovrebbe essere un onore e un orgoglio favorire tale rinascita e dare agli Italiani in Bavi- era un nuovo obiettivo e un segnale di partecipazione e di identificazione. DESTINATARI: Ministro degli Affari Esteri, On. Angelino Alfano; Sottosegretario di Stato, On. Vincenzo Amendola; Rappresentati eletti nella Circoscrizione Estero Europa: On. Mario Caruso, Sen. Aldo Di Biagio, On. Gianni Farina, On. Laura Garavini, On. Guglielmo Picchi On. Alessio Tacconi; Segretario Generale MAECI, Amb. Elisabetta Belloni; DG per la Promozione del Sistema Paese, Amb. Vincenzo De Luca; DG per gli Italiani all`Estero e Politiche migratorie, Amb. Cristina Ravaglia Ambasciata d`Italia a Berlino, Amb. Pietro Benassi Consolato Gener- ale di Monaco di Baviera, Cons. d´Amb. Renato Cianfarani; Istituto Italiano di Cultura di Monaco di Baviera; Com.it.es. di Monaco di Baviera e Norimberga. Comitato promotori: Ing. Pasquale Petti, già Membro delle Camere di ricorso dell`Ufficio europeo dei brevetti; Dr. Daniela Di Benedetto, Presidente del Comites di Monaco; Dr. Tullio Lott, Dirigente scolastico già in ser- vizio a Francoforte, Norimberga e Monaco, Dr. Diego Vanzi, Giornal- ista, già caporedattore Redazione Anche quest’anno in Italia si è commemorata la data del 10 febbraio del 1947, ovvero la data del trattato di Parigi che pose fine alla tensione politica e militare sul confine orientale italiano, erroneamente conosciuta come “foibe”. Ogni lettura che prescinda dal contesto storico dell’aggressione, prima, e dell’occupazione, dopo, da parte nazi-fascista tacendo su tutto ciò che Hitler e Mussolini fecero delle pacifiche popolazioni slave, per parlare invece di una fantomatica “pulizia etnica” nei confronti degli italiani, è una lettura tutta ideologica che mira alla sostanziale difesa dei crimini fascisti ed alla criminalizzazione della Resistenza partigiana. Se i comunisti jugoslavi ed italiani fossero stati i veri carnefici di allora, pare oggi a dir poco paradossale che la maggior parte delle onorificenze per il “Giorno del Ricordo” date dalle cosidette istituzioni “democratiche” di vari Governi italiani degli utilimi anni sia stata attribuita a militi della Repubblica Sociale Italiana, come avvenne nel 2005 col gerarca fascista dell’RSI, Graziano Udovisi. Un’operazione vergognosa che equipara chi combatté per difendere il fascismo a chi combatté contro l’oppressione fascista dei ceti popolari e dei lavoratori in Italia come in Jugoslavia. Alain Fissore e Stefano Rosatelli. Partito Comunista in Gran Bretagna Sezione Pietro Secchia. COMUNICATI “Giorno del Ricordo, fascismo ed irredentismo dell’Italia liberale non giustificano il revisionismo della Resistenza italiana e jugoslava.”
  • 6. Pagina 6 Feb/Mar 2017Britalyca News Londra Al Mondo ci sono persone che imparano in un giorno, quel che altri imparano in un anno, il problema non e' la velocita' ma l' uso che si fa della conoscenza C'e' scienza e Scienza, come c'e' fede e Fede Gli uomini dopo I sessanta e le donne dopo I cinquanta sfumature biologiche, non dovreb- bero piu’ festeggiare I compleanni, perche’ per gli uomini l’ unico desiderio fatti- bile e’ quello di andare in pensione e per le donne quello di cambiar marito Dio e’ figlio dell’ intuizione puo’ esistere solo se non e’ messo in discussione La puntualita' e' figlia dell' ossessione I perche' sono sempre tanti, meglio non farsi una sola domanda L' uomo per dimostrare di essere il piu' forte al mondo, sarebbe disposto anche all' auto- distruzione In una realdemocrazia non si deve nominare il candidato, ma sottoscrivere e sponsorizzare le liste, onde forgiare il nuovo legislatore Non essere piu' in grado di ripagare un debito, non e' un reato, ma una disgrazia Il lavoro viene creato per i poveri, a vantaggio dei ricchi Da: “ Autaforismo Carmine Gonnella Extracomunitari in campo, le categorie minori li invocano: “Italiani esigenti, non ci sono soldi” Di Marco Chinico’ “C’era una volta Jean Marc Bosman”. Classe 1964, calciatore di nazionalità belga, centrocampista di ruolo. Ha costruito la sua carriera agonistica, indossando prevalentemente le maglie di Standard Liegi e RFC Liegi. Nel 1990 inizia la sua personale “odissea”. Nonostante il contratto con l’RFC Liegi fosse scaduto, gli fu impedito il trasferimento alla squadra francese del Dunkerque. Da qui nacque una controversia giudiziaria fra il calciatore e la Federazione Nazionale calcistica belga. Si arriva, così, ad una sentenza, datata 15 Novembre 1995, che fa storia. La Corte di Giustizia Europea stabilisce infatti che i calciatori che giocano nei paesi dell’UE sono come i normali lavoratori ovvero hanno diritto alla libera circolazione. Bosman vinse la causa, cambiò lo scenario calcistico globale, ma questa battaglia sancì la fine della sua carriera. La sentenza, che prese presto il suo nome, spalancò così le porte dell’Europa a tutti i calciatori extracomunitari. L’Inter di Massimo Moratti fu la prima ad aprire le porte di casa a numerosi giocatori stranieri. Le altre squadre italiane, seppur non ai livelli della Beneamata, si son tenuti stretti quei pochi, buoni giocatori nostrani a disposizione, misero da parte i loro vivai puntando a costruire formazioni “stellari”, sulla scia di quanto stava accadendo già negli altri campionati europei, “Real Madrid docet”. Se a livello di club, pian piano più di un successo è arrivato, non si può dire lo stesso per la nostra Nazionale. Dopo il trionfo mondiale del 2006, il calcio italiano inizia a scoprire quanto sia un peccato non valorizzare le promettenti “stelle nostrane” delle squadre primavera. Il tonfo ai campionati del mondo in Sudafrica, la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha spinto ad una seria riflessione. “Oggi, possiamo dirlo, una discreta marcia indietro è stata fatta”; si punta ad una sostanziosa riduzione del parco stranieri, extracomunitari soprattutto, in rosa e una maggiore attenzione ai giocatori di casa nostra. Se in Serie A e B questo percorso può rivelarsi vantaggioso, con buona pace della Nazionale Italiana che può sperare di contare, in futuro, su un gruppo di giocatori più che buoni, non si può dire che le compagini delle categorie minori godano di altrettanta fortuna. Nella massima Serie, complici gli sponsor che diversi calciatori, sia stranieri che extracomunitari con elevato curriculum sportivo ancora introducono, vi sono utili più che sostanziosi. Utili crescenti sempre più grazie anche ai diritti di trasmissione televisiva: quest’enorme quantità di denaro circolante permette alle società di respirare, vivere e dormire tranquillamente. Il tutto accade, nonostante quel minimo di fair-play finanziario imposto dall’UEFA, contro gli ingaggi stratosferici. Napoli e Fiorentina, due squadre oggi in lotta per l’Europa, sono gli unici gloriosi nomi che, in passato, hanno dovuto fare i conti con storie di fallimenti e ripartenze da zero. La Lazio, finita in cattive condizioni dopo la fine della vincente era Cragnotti, andò vicina al fallimento nel 2004. Solo una più che sostanziosa rateizzazione del debito, permise all’attuale patron, Claudio Lotito, di mantenere a galla la società biancoceleste. Altre società invece, sull’orlo del crac o fallite del tutto, furono costrette a ricominciare con pesanti penalizzazioni oppure retrocedendo d’ufficio in Serie D o nel Campionato d’Eccellenza. Il 2015 è stato il vero incubo per molte di esse: cominciamo con il vecchio e glorioso Parma. “Odissea” economico-societaria iniziata con la fine dell’epoca di Calisto Tanzi passando per l’esperienza poco felice di Tommaso Ghirardi. Non furono più pagati gli stipendi ai calciatori e dopo una retrocessione sul campo in Serie B, fu costretto a ripartire dai Dilettanti. Oggi la squadra ducale gioca in Lega Pro, sperando di tornare presto nel calcio che conta. Nelle serie minori, conobbero gli inferi Barletta, Monza e Savoia: un tempo squadre battagliere e con un passato anche nei cadetti. Anche Brescia, Lecce, Pisa e Varese non vivono condizioni migliori. Altri spiacevoli precedenti, verificatesi negli ultimi venti anni, portano i nomi di Arezzo, Campobasso, Cosenza, Foggia, Fortis Spoleto, Lucchese, Messina, Padova, Perugia, Piacenza, Reggina, Siena, Spal, Taranto, Treviso, Venezia, Viareggio. Perché si arriva al fallimento e conseguente sparizione dal calcio professionistico? La società Sport Man Procuratori Sportivi si chiede questo da moltissimo tempo. Alessio Sundas, conosce bene la situazione economico-finanziaria di diverse società. Diversi i casi “ballerini”, intenso è il lavoro, l’impegno che la stessa Sport Man offre per aiutare i club a resistere, continuare il loro cammino nel rispettivo campionato di categoria, scongiurando un’eventuale e definitiva uscita di scena. Lo stesso Procuratore Sportivo Sundas alza la voce, premendo affinché anche nelle squadre dei campionati minori possano entrare più extracomunitari che, in questo periodo storico, portano maggiori vantaggi rispetto ai nostri calciatori. L’analisi che si può tracciare è questa: squadre formate al loro interno da giovani calciatori italiani promettenti, alcuni non proprio dei campioni, ma comunque bravi. Dei valori aggiunti per le loro società. I problemi sorgono quando ci si siede al tavolo per parlare di stagione e contratto. Giocatori molto esigenti e dagli ingaggi stratosferici. Soldi che molti Presidenti, nonostante la loro passione e volontà, non possono proprio permettersi. Salvo iniziative dell’ultima ora che non conosciamo o non ci son pervenute, non siamo a conoscenza di alcuna iniziativa economico-finanziaria da parte della FIGC, Federazione Italiana Gioco Calcio, a sostegno di queste stesse società. Ciliegina amarissima su una torta già avariata in partenza, nessun introito (ammesso che ce ne siano, sicuramente poca cosa) proveniente da diritti TV, radiofonici o sponsor. “Un calcio italiano dai due volti”: quello d’élite, fatto in parte di stranieri, in parte di giovani nostrani che, già quanto a diritti d’immagine, rappresentano un sostanzioso patrimonio da non buttare o sperperare. I diritti TV poi, acquisiti ogni anno dalle Leghe di A e B, completano l’opera. Insomma, un sistema funzionante dove il soldo c’è e circola anche bene. Dall’altra parte troviamo un pallone decisamente più umile, povero che, rispetto al calcio professionistico, avrebbe bisogno di un maggior numero di extracomunitari in campo, ma conosce solo ferree limitazioni. Come mai quest’invocazione a furor di popolo? Nonostante l’invito ad accantonare o ridurre la presenza dello straniero nel calcio professionistico e i divieti imposti alle stesse categorie minori, i giocatori provenienti dall’estero sembrano essere l’unica, vera risorsa di sostentamento. Allo stato attuale dei fatti, facilmente prevedibile il braccio di ferro fra serie minori e vertici federali senza precedenti e senza esclusione di colpi. Extracomunitari sì? Extracomunitari no? I campionati minori, sulla scia di Amleto, rispondono in coro: “questo il dilemma”. La Sport Man tuona, per esattezza il suo Procuratore Sportivo nonché direttore della società stessa, Alessio Sundas. La mente di questa proposta, senza esitazione alcuna, esclama a voce sostenuta: “facciamoli venire ed ingaggiamoli”. Ritratto di un pallone diviso in due parti: da una parte come “Paperon de Paperoni”, dall’altra più povero e sgonfiato. CHI SIAMO Britalyca La Voce Alternativa, nasce nel 2005 da una idea innovatrice di Carmine Gonnella (G.B) . Siamo picccoli operatori dell’ informazione libera. Analizziamo e appro- fondiamo le tematiche politiche e culturali scientemente con metodo imparziale. Siamo online e il formato cartaceo ha una tiratura limitata. Per una copia solo per la lettura, contattare l’ editore. Il nostro motto: L’ INFORMAZIONE COME MEZZO DI APPROFONDIMENTO E NON INDOTTRINAMENO, Collaboratori Cronaca, Doriana Goracci (Italia) Alle politiche in Italia e all’ Estero , il Comm. Giorno Brignola (Italia) Cultura e Societa’ Nino Bellinvia ( Italia ) Comunicati, Goffredo Palmerini (Italia) all distribuizione e diffusione, Mario Ponzi. (G.B.) In redazione, Alfonso del Guercio ( G.B) Il Punto di Ar- naldo De Porti ( Italia) Edito e pubblicato da Britalyca News Londra, Sede: 32 Fletcher Close , Bromley , BR2 9JD. Kent Jean Marc Bosman SPORT “Occhio di Lince” su tutti gli episodi dubbi per non assistere più a polemiche come quelle della semifinale Juventus-Napoli”. Il manager Alessio Sundas lancia alla Lega Calcio la proposta di introdurre la tecnologia a disposizione degli arbitri anche per rigori e fuorigioco. “Quello che è accaduto in Olanda, dove la goal-line technology ha probabilmente deciso l'esito del campionato, conferma che il calcio italiano ha bisogno della moderna tecnologia per aiutare gli arbitri a non sbagliare. Altrimenti continueremo ad assistere a polemiche e politica del sospetto come nel recente caso delle semifinali di Coppa Italia con lo scambio di accuse tra Juventus e Napoli”. Le parole sono del manager Alessio Sundas, direttore della Sport Man Procuratori Sportivi, che ha lanciato alla Lega Calcio in queste ore la proposta di introdurre il cosiddetto “Occhio di Lince”, sulla scia di quanto già accade nel tennis e nella pallacanestro. Sport dove gli arbitri hanno a disposizione la tecnologia chiamata “occhio di falco” per non commettere errori in caso di situazioni di gioco confuse. Prosegue Sundas: “La scorsa settimana lo scontro scudetto tra Psv Eindhoven e Feyenoord è stato deciso dalla tecnologia che ha permesso al direttore di gara di assegnare un goal che era sfuggito a tutti. La Sport Man ritiene che ormai il calcio debba camminare al passo con i tempi, l'Occhio di Lince a disposizione del quarto arbitro a bordo campo permetterebbe in pochi secondi di dirimere situazioni ingarbugliate senza commettere errori. Un monitor, le immagini al rallentatore e perfino la ricostruzione al computer, sarebbero lo strumento migliore per cancellare ogni polemica. Il football viaggia a velocità elevate, gli arbitri ad occhio nudo hanno poche frazioni di secondo per decidere, non possiamo chiedere miracoli ai direttori di gara. La port Man lancia dunque il progetto occhio di lince a partire dal prossimo campionato di Serie A e Serie B. Gli interessi in gioco sono alti, i club investono milioni di euro, non è ammissibile che una squadra fallisca un obiettivo e perda risorse economiche solo perché i padroni del calcio non vogliono la tecnologia al servizio del rispetto delle regole. Siamo pronti a chiedere l'intervento della Fifa nel caso la Lega Calcio non prendesse in considerazione la nostra proposta. Basket e tennis sono ricche di episodi in cui occhio di falco ha deciso l'esito di match importanti per l'assegnazione dei titoli perché il calcio non vuole seguire questo esempio e permettere agli arbitri di non sbagliare più su rigori, goal e fuorigioco?”. L’Angolino della Poesia Marynzia Panico Borrelli È Carnevale ma a mme ggia' mmè chiagn"o core si penzo ca, aggia ridere senza ggenio! Certo ca se dice:"Se fa ppè ccriature!" E po', tutto se fa ppè guste proprie! Carnevale ogni scherzo vale? Nun è vvero! Penzate 'e guagliune ca vuttano ll'ove Addo' se trovano se trovano... Secondo vuje, oltre a nu spreco, Nun è nu schiaffo a ggente povera? 'O Carnevale è na festa pè se divertì overo, No facenne male 'o prossimo Lancianne ogni sort'e cose ppe ll'aria!