2. Atena nel mito
Antica Grecia società a marcata dominanza maschile:
Decisioni relative alla donna erano prese dalla figura
maschile di riferimento (padre/marito)
Suddivisione nella abitazioni tra gineceo
e androceo
Seclusione: divieto di assistere e
partecipare a manifestazioni sportive e
di fare compere
Nessun diritto politico e non oggetto
giuridico
Valori principali: bellezza e obbedienza
3. Atena nel mito
“La più gran virtù della donna era quella che di lei si
parlasse il meno possibile”
4. Atena nel mito
Eccezione: Atena, dea dell’intelligenza, delle arti manuali e della
guerra (strategia)
Epiteto “glaukopis” (dallo sguardo scintillante – civetta uccello-
simbolo)
vision e “visione notturna”: sguardo che vede oltre i momenti bui e
proprio nei momenti di crisi può guidare verso un futuro da sviluppare
con saggezza
Modalità “non direttiva” nei confronti dei suoi protetti
(Odisseo/Ulisse):
È il protetto a indirizzare ogni volta il proprio percorso, che lei guida con
accorgimenti minimi
Sfida con Poseidone per il dominio di Atene: dono del cavallo vs.
ulivo
Senso pratico, sostenibilità
5.
6. Atena nel XXI secolo –
Chi è oggi?
Intelligente, istruita e competente: a livello aziendale
risulta però risorsa ancora poco valorizzata, e
“confinata” in un gineceo organizzativo
Donna che cerca e persegue soddisfazione anche in
ambito professionale necessità pratica e personale
7. Atena nel XXI secolo –
Una prima lettura
Snodo critico: maternità cambia atteggiamento di
lavoratrici e/o aziende?
Fattori culturali aziendali:
Percezione stereotipata dei colleghi che influenza valutazioni e
avanzamenti
Diversità negli stili di leadership vs. unico modello vigente
Logiche di presenza in azienda e non di risultato
Mancanza di obiettivi concreti e di piani d’azione dettagliati in
termini di rappresentanza femminile poca efficacia delle
iniziative
Impegno e partecipazione del top management nel veicolare
cambiamento culturale
8. Atena nel XXI secolo –
Una prima lettura
Fattori culturali sociali
Affidamento alla donna dei carichi familiari
Contributo del partner nell’ottenere sostegno alle
logiche di carriera
Percezione di sé della donna: poche sono
interessate/disponibili/che osano proporsi per posizioni
a cui possono aspirare.
Prevale atteggiamento “passivo” è l’azienda che deve notare
e riconoscere i meriti
9. Atena nel XXI secolo –
Una prima lettura
Flessibilità come modalità lavorativa auspicata dalle donne
che hanno l’ambizione di conciliare dimensione
professionale e familiare
Flessibilità anche come nuova cultura organizzativa e
manageriale, di collaborazione reciproca fra dipendente e
azienda
- Effectivance (società di consulenza specializzata in gender balance)
10. Atena nel XXI secolo –
La situazione in Europa
Presenza femminile nei CdA in Europa è del 13,7% (1
consigliere su 7)
“La scarsa presenza delle donne ai vertici aziendali
impedisce all’Europa di essere competitiva e di crescere
economicamente” – Viviane Reding, Commissario
Europeo alla Giustizia
Solo 24 aziende hanno accolto l’invito di Bruxelles ad
una “autoregolamentazione”
Ad oggi, la UE sta valutando misure più stringenti per
equilibrare la presenza uomo-donna nei CdA
11. Atena nel XXI secolo –
La situazione in Europa
La maggior parte dei Paesi UE ha introdotto delle
quote di genere (“quote rosa”) o sta discutendo simili
provvedimenti
Difficile attualmente valutare costi e benefici di simili
proposte: aumento di rappresentanza femminile vs.
meccanismi di selezione forzati
12. Atena nel XXI secolo –
La situazione italiana
L’Italia è uno dei Paesi UE con il posizionamento più basso
per quanto riguarda il gap tra le differenze di genere, e il
posizionamento si abbassa ogni anno (72 nel 2009 e 74 nel
2010)
Alla fine del 2010 solo il 6.8% dei CdA comprendeva una
donna
Presenza di segregazione sia in verticale che in orizzontale:
Orizzontale= presenti in prevalenza nei settori di istruzione,
salute, manifatturiero, tessile e abbigliamento
Verticale= tendenza alla concentrazione nei livelli medio-
bassi dell’organigramma aziendale
13. Atena nel XXI secolo –
La situazione italiana: Indagine Consob Ottobre 2011
Amministratrici con
legame familiare con
azionista di riferimento
Società di minore
dimensione e a proprietà
concentrata, operanti nel
settore dei consumi
Amministratrici non legate
ad azionista di controllo
Società a proprietà diffusa
o estera, operanti nel
settore IT o TLC e
caratterizzate da
amministratori
mediamente più giovani
In entrambi i casi, la presenza di investitori istituzionali
nell’azionariato e la dimensione del board influiscono
positivamente sulla probabilità che vi sia almeno una donna
amministratore
15. Come è stata coinvolta dalle figure femminili già presenti in azienda?
Come ha coinvolto a sua volta le figure femminili in ingresso?
Quali iniziative a suo avviso si potrebbero promuovere all’interno di un
contesto aziendale per favorire la crescita professionale femminile?
In particolare, quale può essere il ruolo del top management?
Qual è la sua opinione rispetto alla legge che introduce le “quote rosa” nei
CdA?
Quali potrebbero essere i criteri per percorsi di carriera basati sulla
meritocrazia?
Quali sono state le principali difficoltà incontrate nel raggiungere la
posizione attuale?
Qual è stato invece il principale supporto ricevuto/fattore di successo?
Quali sono a suo avviso i migliori asset di una donna come manager, e quali
potrebbero essere elementi controproducenti/limitativi?
Quali potrebbero essere gli elementi d’attenzione in un relazione tra capo
uomo e collaboratrice donna da parte di entrambi?
Come migliorare la collaborazione con colleghi/capi maschi?
Nella sua esperienza, come è stata la gestione della maternità (sua o di
altre dipendenti) in azienda?
Quale consiglio darebbe alle giovani donne che entrano nel mercato del
lavoro?