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Piano Nazionale
Scuola Digitale
Alessandro Mignogna
www.alessandromignogna.com

mignogna.alessandro@gmail.com
1
Link utili
• Sito ufficiale

http://www.istruzione.it/scuola_digitale/
• Presentazione Piano Nazionale Scuola Digitale

https://www.youtube.com/watch?v=b6ECobSGbmo
• Hashtag #pianoscuoladigitale

https://twitter.com/hashtag/pianoscuoladigitale
• StartupItalia - PNSD spiegato in 35 punti

http://ischool.startupitalia.eu/education/38902-20151029-piano-
nazionale-scuola-digitale-35-punti
2
Indice
A. Il PNSD

B. Lo stato della Scuola Digitale In Italia

C. Il PNSD e le Azioni - le aree di interesse

D. Il PNSD e le Azioni - le 35 azioni
3
IL PNSD
Piano Nazionale Scuola Digitale
“Il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) è il documento di
indirizzo del MIUR per il lancio di una strategia complessiva di
innovazione della scuola italiana e per un nuovo
posizionamento del suo sistema educativo nell’era digitale.
E’ un pilastro fondamentale de La Buona Scuola (legge 107/2015)
rivolto all’innovazione del sistema scolastico e alle opportunità
dell’educazione digitale.
Ha validità pluriennale e contribuisce a “catalizzare” l’impiego di più
fonti di risorse a favore dell’innovazione digitale, a partire dai Fondi
Strutturali Europei (PON) e dai fondi de “La Buona Scuola”.
4
IL PNSD
Competenze e tecnologie “quotidiane”
Si tratta quindi di un’azione culturale che parte da un’idea
rinnovata di scuola, intesa come piattaforma che metta gli
studenti nelle condizioni di sviluppare le competenze per la vita.
In questa visione, le tecnologie diventano “quotidiane” e
“ordinarie”, al servizio dell’attività scolastica, sia nel processo di
formazione/apprendimento che nell’attività amministrativa,
contaminando tutti gli ambienti della scuola.
5
IL PNSD
Un po’ di storia: dal 2007 al 2012
1) LIM. Prevedeva la diffusione capillare della Lavagna Interattiva
Multimediale con 35.000 dispositivi assegnati
2) Cl@assi 2.0. Stimolava l’ideazione e la realizzazione di ambienti di
apprendimento innovativi con l’acquisto di supporti tecnologici
3) Scuol@ 2.0. Innovazione avanzata sia nella didattica che
nell’amministrazione di 14 istituti
4) Editoria digitale scolastica. Avviata nel 2001 ha consentito la
produzione di contenuti digitali in 20 istituti scolastici
5) Accordi MIUR - Regioni per lo sviluppo di 2000 progetti LIM, 100
Cl@assi 2.0 e 23 Scuole 2.0
6
IL PNSD
Un po’ di storia: dal 2013 al 2014
1) Azione wifi. 15 milioni di Euro per la connettività wireless delle
scuole
2) Poli Formativi. Sono stati individuati alcuni istituti scolastici per
l’organizzazione di corsi di formazione sul digitale rivolti a docenti
ed eseguiti da docenti competenti detta “formazione tra pari”.
7
IL PNSD
Generazione Digitale
Tutto il patrimonio delle esperienze legate alle precedenti versioni
del PNSD e al PON Istruzione è stato documentato e reso pubblico
da una collaborazione tra RAI, MIUR e Indire, attraverso una serie
di puntate di Rai Scuola e la trasmissione “Generazione
Digitale”.
Diversi materiali utilizzati per la formazione sono pubblicati sulla
piattaforma “Scuola Valore”, recentemente aperta ad accesso
pubblico (http://www.scuolavalore.indire.it/).
http://www.raiscuola.rai.it/programmi-nuovi/
generazione-digitale/107/default.aspx
8
Lo Stato
della Scuola Digitale
in Italia
Statistiche e percentuali
9
LO STATO DELLA SCUOLA DIGITALE
Alcune statistiche
Sono 326.000 le aule degli oltre 33.000 plessi scolastici attivi.
1) Il 70% è connessa in Rete ( ma generalmente con una connessione inadatta)
2) IL 41,9% è dotata di LIM
3) Il 6,1% di proiettore interattivo
Ci sono 65.650 laboratori nelle scuole, per una media di 7,8 per istituto
1) L’82,5% è connesso in Rete
2) Il 43,6% è dotato di LIM
3) Il 16,9% di proiettore interattivo
10
LO STATO DELLA SCUOLA DIGITALE
Gli istituti scolastici
1) IL 99,3% delle istituzioni scolastiche ha un proprio sito web
2) Il 58,3% utilizza forma di comunicazione scuola-famiglia in digitale
3) Il 69,2% utilizza una tipologia di registro elettronico di classe
4) Il 73,6% utilizza il registro elettronico di classe
5) Il 16,3% utilizza forme di gestione centralizzata LMS (es: Moodle)
6) La digitalizzazione amministrativa è un processo più difficoltoso:
l’80% degli archivi cartacei sono saturi e il 68% non ha un
documentale
11
LO STATO DELLA SCUOLA DIGITALE
Le competenze degli Studenti
1) L’Italia è 25esima in Europa per numero di utenti internet (59%)
e 23esima per competenze digitali di base (47%).
2) Questo divario è visibile anche nel caso delle competenze
specialistiche sull’ICT (Italia 17esima) e nel numero di laureati in
discipline Scientifiche Tecnologiche (22esima).
3) I test OCSE-PISA invece mostrano risultati sufficienti per
quanto riguarda il problem-solving (510 a fronte di una media di
500), ma deficitari per quanto riguarda le competenze in
matematica (485 contro 494) e scienze (494 contro 501)
12
LO STATO DELLA SCUOLA DIGITALE
Le competenze dei Docenti
I dati dell’indagine OCSE TALIS 2013 vedono l’Italia al primo posto
relativamente alla necessità di formazione ICT dei propri
docenti:
1) almeno il 36% ha infatti dichiarato di non essere
sufficientemente preparato per la didattica digitale a fronte di una
media del 17%.
2) L’Italia inoltre è il primo Paese dell’OCSE per percentuale di
docenti oltre i 50 anni
13
LO STATO DELLA SCUOLA DIGITALE
Digitale, imprenditorialità e lavoro
Una recente comunicazione della Commissione UE sul “Digital
Single Market” ha documentato che la domanda di lavoratori con
“adeguate competenze digitali” cresce del 4% all’anno in tutta
Europa e potrebbe raggiungere 825.000 lavori non coperti entro
il 2020 se non saranno sviluppate azioni concrete.
http://www.corriere.it/economia/15_novembre_23/ottocentomila-
posti-senza-
candidati-9e3a3a44-9211-11e5-98d3-3899a469cdf7.shtml
14
PNSD e Azioni
Le aree di interesse
15
LO STATO DELLA SCUOLA DIGITALE
Classificazione delle Azioni
Il PNSD si basa su 4 binari fondamentali, ognuno dei quali
suddiviso in particolari aree di interesse:
16
Strumenti
Competenze e
contenuti
Formazione Accompagnamento
Accesso
Spazi e ambienti
per
l’apprendimento
identità digitale
amministrazione
digitale
Competenze degli
studenti
Digitale e
imprenditorialità e
lavoro
contenuti digitali
Formazione del
personale
Accompagnamento
STRUMENTI
Accesso
Senza condizioni veramente abilitanti, ogni idea di innovazione
didattica attraverso le tecnologie digitali diventa impraticabile
Le esigenze sono molto concrete:
1)servono fibra ottica
2) connettività e cablaggio interno in ogni scuola
3) Investimenti e sinergia tra le parti istituzionali
17
STRUMENTI
Spazi e ambienti per l'apprendimento
Occorre che l’idea di spazi, a partire dagli interventi a favore
dell’edilizia scolastica, vadano nella direzione di una visione
sostenibile, collaborativa e aperta di scuola.
A questo si deve accompagnare un’idea nuova di potenziamento
e rivisitazione dei laboratori scolastici, con l’obiettivo di
renderli ambienti associati all’innovazione e alla creatività digitale.
18
STRUMENTI
Amministrazione digitale
La vita digitale della scuola, passa da una migliore gestione
dell’organizzazione scolastica e dal rafforzamento di servizi digitali
Occorre investire in maniera mirata per superare la
frammentazione della situazione corrente per raggiungere due
risultati:
1) migliorare il lavoro di chi fa l’amministrazione scolastica
2) migliorare sostanzialmente i servizi digitali delle scuole, 

a partire dal registro elettronico
19
STRUMENTI
Identità digitale
Dare un profilo digitale ad ogni persona della scuola significa
realizzare un sistema per cui l’accesso al web, ai contenuti e ai
servizi diventi unico, semplice, sicuro, sostenibile e, dove
possibile, federato con il concorso degli enti locali, in coerenza
con le politiche del Governo sull’Identità Digitale.
L’identità digitale diventa così il modo per rendere più semplice,
immediato l’impiego di dispositivi e contenuti, più agile la gestione
degli spazi di apprendimento, più sicura l’identità degli studenti (in
larga maggioranza minorenni), più diffusa ed aperta al territorio
l’educazione stessa.
20
COMPETENZE E CONTENUTI
Competenze degli Studenti
Occorre una nuova idea di competenze allineata al ventunesimo
secolo: fatta di nuove alfabetizzazioni, ma anche e soprattutto di
competenze trasversali e di attitudini da sviluppare.
Ed è in questo contesto che va collocata l’introduzione al pensiero
logico e computazionale e la familiarizzazione con gli aspetti
operativi delle tecnologie informatiche.
In questo paradigma, gli studenti devono essere utenti
consapevoli di ambienti e strumenti digitali, ma anche
progettisti, produttori, creatori.
21
COMPETENZE E CONTENUTI
Digitale, imprenditorialità e lavoro
Non sarebbe giusto ridurre il rapporto tra competenze digitali e carriera ad
un fascio di percorsi specialistici affini all’informatica.
Il mondo del lavoro, e la società in generale, richiedono con sempre maggior
insistenza competenze cosiddette “trasversali” (es:problem solving).
Le opportunità dell’autoimprenditorialità nell’era digitale sono un mezzo
notevole per sviluppare competenze attraverso la pratica e per produrre
soluzioni di impatto.
A tutto ciò è fondamentale aggiungere la consapevolezza che occorre
riavvicinare i ragazzi alle carriere scientifiche in ambito STEAM (acronimo di
science, technology, engineering, arts, and mathematics), con una
attenzione particolare al divario di genere.
22
COMPETENZE E CONTENUTI
Contenuti digitali
La scuola non può essere lasciata da sola nella ricerca di una
mediazione tra la necessaria garanzia di qualità dei materiali
didattici digitali e l’altrettanto necessaria promozione della
produzione collaborativa e della condivisione di contenuti.
Serve una azione di indirizzo da parte del MIUR capace di dare alle
scuole gli strumenti e la consapevolezza per gestire questa
relazione, anche promuovendo l’autoproduzione virtuosa.
Occorre creare le condizioni giuste, tecniche e di accesso, per cui i
contenuti digitali, nella loro crescente varietà e creatività, passino
da eccezione a regola nella scuola.
23
FORMAZIONE
La formazione del personale
Il personale della scuola deve essere equipaggiato per tutti i cambiamenti
richiesti dalla modernità e deve essere messo nelle condizioni di vivere e non
subire l’innovazione.
Bisogna raggiungere tutti i docenti di ogni ordine, grado e disciplina, e non
solo i singoli innovatori naturali che emergono spesso anche senza l’aiuto
del MIUR.
I contributi dei docenti e dei dirigenti scolastici più “digitali” servono invece a
creare gli standard attraverso cui organizzare la formazione e renderla
capillare su tutto il territorio.
Infine, serve legare tutto questo ad una dimensione internazionale, per
dare al personale della scuola la possibilità di tenersi costantemente allineato
alle migliori esperienze nel mondo.
24
ACCOMPAGNAMENTO
Accompagnare la scuola nell’innovazione
E’ fondamentale chiarire che questo Piano disegna una politica complessiva (e
non una sommatoria di azioni) e che il lavoro che serve è innanzitutto culturale.
Occorre elevare la propensione di tutti gli attori coinvolti verso la crescita
professionale, il cambiamento organizzativo e culturale.
L’Accompagnamento avverrà su diversi livelli:
1) in ogni scuola, a livello di reti di scuole maggiormente attive
2) in ogni territorio, con il mondo esterno della scuola
3) come politica di monitoraggio
4) in relazione con la comunità scientifica internazionale
25
PNSD e Azioni
Le 35 Azioni del PNSD
26
Schema di un’azione PNSD
27
#1 Fibra per banda ultra-larga
alla porta di ogni scuola (1 di 2)
La scuola è al centro di un’importante iniziativa governativa sulle
infrastrutture: il Piano Nazionale Banda Ultralarga del Ministero per
lo Sviluppo Economico (MISE).
Il MIUR ha sottoscritto una importante intesa con il MISE:
1) entro il 2020, i plessi scolastici saranno raggiunti “alla porta”
dalla fibra ottica in via prioritaria rispetto agli altri interventi del Piano
Nazionale Banda UltraLarga
2) tutte le scuole potranno ricevere dai diversi operatori un’offerta di
connettività in banda larga o ultra-larga.
28
#1 Fibra per banda ultra-larga
alla porta di ogni scuola (2 di 2)
29
#2 Cablaggio interno
di tutte le scuole (LAN/W-Lan)
Gli investimenti prodotti negli anni 2013-2015 sul cablaggio interno delle scuole
hanno permesso di raggiungere oltre 1.500 istituti.
Bisogna permettere ad ogni scuola italiana di avere le stesse condizioni
infrastrutturali di accesso. Ogni scuola avrà a disposizione dai 7.500 euro (in
caso di completamento) ai 18.500 euro (in caso di nuova realizzazione) per il
cablaggio interno del proprio edificio.
I prossimi investimenti si porranno inoltre gli obiettivi di:
1) favorire l’acquisto di soluzioni sicure e configurabili per ogni classe
2) connettere le reti scolastiche tra loro
3) premiare l’impegno delle scuole a dotarsi di connettività in banda larga
30
#3 Canone di connettività:
il diritto a Internet parte a scuola
L’assenza di un’adeguata connettività non permette alle scuole di
utilizzare pienamente le proprie dotazioni, o addirittura non le stimola a
dotarsi di ambienti digitali adeguati, a scapito dell’innovazione didattica.
Acquistare il canone di connettività rappresenti per le scuole un
costo la cui variabilità - con ampie differenze tra territori - non permette
né al MIUR né agli enti locali una programmazione strutturata e
lineare.
Il MIUR vuole riconoscere alle scuole un contributo di 10 milioni di
euro in più all’anno (per una media di 1.200 euro a scuola) a partire
dal 2016, specificamente dedicato al canone per la connessione a
Internet.
31
#4 Ambienti
per la didattica digitale integrata (1 di 2)
La Buona Scuola ha riaffermato la necessità di riportare al centro 

la didattica in laboratorio come punto d’incontro essenziale tra
sapere e saper fare.
Ogni scuola deve avere un numero sufficiente di ambienti e
dotazioni adatti alla didattica digitale, scelti in base alle realtà in cui
si realizzano e rispettando le esigenze di docenti e studenti.
Per fare in modo che l’aula/classe non sia più un limite fisico, ma
un luogo aperto occorre innanzitutto un pacchetto di investimenti
per la creazione di ambienti “leggeri” e flessibili pienamente
adeguati all’uso del digitale.
32
#4 Ambienti
per la didattica digitale integrata (2 di 2)
Il primo bando per la progettazione e realizzazione di ambienti digitali
suggerisce tre possibili modelli, per un investimento medio per scuola
di 25.000 €:
1) Aule aumentate. Si tratta di assicurare ad un maggior numero di
aule tradizionali le dotazioni per la fruizione individuale e collettiva del
web e di contenuti
2) Spazi alternativi per l’apprendimento, in genere più grandi delle
aule con arredi e tecnologie per la fruizione individuale e collettiva
3) Laboratori mobili, dispositivi e strumenti mobili in carrelli e box
mobili a disposizione di tutta la scuola, in grado di trasformare un’aula
tradizionale in uno spazio multimediale
33
#5 Challenge Prize
per la scuola digitale
I “Challenge Prizes” offrono una ricompensa in denaro a chiunque
riesca più efficacemente a rispondere ad una particolare sfida.
L’obiettivo è stimolare l’innovazione e trovare soluzioni ancora non
esistenti, che rispondano a problemi rilevanti per la società.
Un challenge prize si sviluppa secondo diverse fasi. Si definisce una sfida
tecnologica o sociale, attraverso un processo di ricerca e dibattito, e si
mette in palio un premio per la realizzazione di una soluzione innovativa
(che in alcuni casi include anche una prima produzione e distribuzione).
La sfida di questo Piano è far tornare la Scuola ad essere “laboratorio
Paese”, sperimentando in via privilegiata la possibilità di beneficiare delle
migliori soluzioni disponibili nella società.
34
#6 Politiche attive
per il BYOD (Bring Your Own Device) (1 di 2)
La Scuola, in collaborazione con famiglie ed enti locali, deve aprirsi al
cosiddetto BYOD ossia all’utilizzo efficiente ed integrato di dispositivi
elettronici personali durante le attività didattiche.
Affinché ciò sia possibile, è necessario affrontare alcuni importanti temi:
1) la sicurezza delle interazioni
2) l’integrazione tecnica dei dispositivi personali con la dotazione
degli spazi scolastici
3) I modelli di finanziamento per i dispositivi personali
35
#6 Politiche attive
per il BYOD (Bring Your Own Device) (2 di 2)
Le norme vigenti che disciplinano l’utilizzo di dispositivi personali
durante le attività didattiche hanno affrontato spesso in modo
troppo drastico la questione, chiudendo ad ogni possibilità di uso
misto.
A tale scopo, il MIUR, in collaborazione con AGID e il Garante per
la Privacy, svilupperà apposite linee guida per promuovere il
BYOD identificando i possibili usi misti dei dispositivi privati, che
vanno dal registro elettronico alla partecipazione alle attività
progettuali tra studenti e docenti.
36
#7 Piano laboratori (1 di 2)
La Buona Scuola sancisce la necessità di riportare al centro la didattica in
laboratorio, come punto d’incontro tra sapere e saper fare, tra lo studente
e il suo territorio di riferimento. Ancora oggi, troppo spesso, è relegata
all’ambito extracurricolare.
Si dovrà incentivare la creatività degli studenti più giovani, consolidare
l’idea di scuola come interfaccia aperta al territorio ed attuare progettualità
innovative per rendere gli indirizzi professionalizzanti e caratterizzanti delle
scuole secondarie più interessanti e maggiormente aderenti alle
richieste del mondo esterno.
NB: in riferimento all’utilizzo delle tecnologie e degli ambienti laboratoriali,
tutte le azioni saranno accompagnate da misure dedicate alla formazione
del personale scolastico, con risorse sia dai fondi nazionali che dai fondi
strutturali europei.
37
#7 Piano laboratori (2 di 2)
Gli investimenti sono organizzati in 4 interventi:
1) La creazione di “atelier creativi e laboratori per le competenze chiave” per gli Istituti
comprensivi e le scuole del primo ciclo. Le scuole potranno dotarsi di spazi innovativi e
modulari dove sviluppare il punto d’incontro tra manualità, artigianato, creatività e tecnologie. 

Es: robotica, elettronica educativa, logica e pensiero computazionale, artefatti manuali e digitali
2) Il rafforzamento degli indirizzi professionalizzanti e caratterizzanti della scuola
secondaria di secondo grado, attraverso la realizzazione di nuovi laboratori o il potenziamento
dei laboratori tematici. 

Es: Un istituto a indirizzo moda potrebbe usufruire della stampa 3D dei modelli
3) La creazione di “laboratori territoriali per l’occupabilità”, spazi dall’alto profilo
innovativo a disposizione di più scuole del territorio, dove sviluppare pratiche didattiche
avanzate in sinergia con le politiche locali per il lavoro e le imprese
4) la promozione di Laboratori “School-friendly”, ovvero di laboratori aperti alle scuole
presenti nel territorio, presso musei, enti di ricerca, parchi tecnologici, fondazioni, associazioni
38
#8 Sistema di
Autenticazione unica (Single-Sign-On)
Bisogna adottare un unico sistema di riconoscimento con cui, passando da una
pagina di login unico, ogni utente possa accedere a tutte le risorse e i servizi a cui
è abilitato conformandosi alle regole tecniche di SPID (Sistema Pubblico di Identità
Digitale) e agli obiettivi di Italia Login (la strategia del Governo sulla creazione di
servizi pubblici semplici ed innovativi per il cittadino).
Il mondo della scuola riorganizzerà pertanto i propri servizi per essere pronto ad
interfacciarsi con una chiave unica e personalizzata del personale e dei cittadini.
L’adozione di un sistema di gestione unica delle identità (Identity Management)
integrato tra i diversi servizi, il rafforzamento e la razionalizzazione dello strato di
sicurezza per l’accesso alle informazioni e l’attuazione della cooperazione
applicativa tra il MIUR e altre PA attraverso servizi di Single Sign-On federato,
sarà inclusa tra i progetti strategici del Piano ICT MIUR.
39
#9 Un profilo digitale
per ogni studente
Il MIUR ha già iniziato a sperimentare la possibilità di riconoscere lo
status di studente attraverso uno strumento ufficiale: la Carta dello
Studente “IoStudio”, associata ad un insieme di agevolazioni, servizi
(dai trasporti al consumo culturale).
La “La Buona Scuola” ha codificato la necessità di dotare gli studenti di
un profilo digitale, trasformando quella che fino ad ora era
un’opportunità per gli studenti in un diritto.
Con “La Buona Scuola” al profilo digitale dello studente è associato
anche il curriculum delle esperienze formative maturate durante il
percorso scolastico potenziando così anche il sistema di
finanziamenti dedicati a studenti meritevoli e/o provenienti dalle
condizioni più svantaggiate.
40
#10 Un profilo digitale
per ogni docente
Nello sviluppare la Carta del Docente, il Ministero si occuperà di creare un
continuum tra le basi informative relative al docente a cui si aggiungono le altre
disponibili sull’intero sistema scolastico e sui singoli istituti.
Al profilo personale del docente saranno associate le molteplici informazioni e
interazioni amministrative (fascicolo del docente), oltre che quelle relative
alla crescita professionale.
In un unico strumento, quindi, si troverà modo di dare evidenza a :
1) il lavoro in classe e a scuola, e quindi il portfolio professionale che ogni
docente sviluppa lungo tutto l’arco della carriera;
2) il bagaglio di esperienze formative del docente, costruite tramite i
percorsi offerti dal Ministero o indipendentemente.
41
#11 Soluzioni abilitanti e
digitalizzazione amministrativa della scuola
La digitalizzazione amministrativa delle scuole è in corso. Tra i processi più avanzati segnaliamo:
1) Fatturazione e pagamenti elettronici
2) Procedura di dematerializzazione dei contratti del personale (supplenze brevi)
garantendo un maggiore controllo sull’utilizzo delle risorse destinate alle supplenze;
3) Estensione alla formazione regionale professionale del Portale unico delle iscrizioni
alle scuole secondarie di secondo grado (per le Regioni interessate)
4) è in corso di avvio un processo di revisione e miglioramento dei canali di comunicazione
fra scuole e tra scuole e Ministero per fornire un supporto tempestivo a tutte le istituzioni
scolastiche coinvolte in problemi di natura amministrativa e contabile.
Già entro la fine del 2015, il MIUR inizierà a testare l’integrazione degli applicativi
amministrativi (SIDI, OIL, ecc.) delle scuole con il nodo dei pagamenti AGID, partendo in via
sperimentale con il pagamento delle tasse scolastiche e dei contributi volontari in un numero
circoscritto di scuole.
42
#12 Registro
elettronico
Il registro elettronico è uno strumento che semplifica e velocizza
profondamente i processi interni alla scuola.
È strumento di comunicazione immediata per le famiglie, grazie alla
messa a disposizione di tutte le informazioni utili per raggiungere la
piena consapevolezza della vita scolastica dei propri figli.
Il primo passo del Piano sarà quello di dotare, con un investimento
complessivo pari a 48.000.000 €, tutte le classi della scuola
primaria di un registro elettronico (circa 141.000 classi).
Percorsi di formazione ad hoc accompagneranno i docenti al suo uso
ed un’accurata rilevazione, a cura dell’Osservatorio Tecnologico, fornirà i
dati per verificarne l’attuazione.
43
#13 Strategia
dati della scuola
Il sistema nazionale di istruzione gestisce un patrimonio informativo straordinario per
quantità e qualità dei dati.
Nei commi 136-141 della legge 107/2015 si garantisce stabilmente l’accesso ed il
riuso dei dati pubblici del sistema nazionale di istruzione e formazione.
Nel corso delle ultime due decadi la pubblicazione dei dati da parte della pubblica
amministrazione è stata praticata per numerose ragioni:
1) trasparenza amministrativa
2) fornisce alla stessa PA di strumenti tempestivi e flessibili per valutare decisioni
3) fornisce alla società civile la materia prima per sviluppare applicazioni e servizi ad alta
densità informativa
es: bilanci delle scuole, Sistema Nazionale di Valutazione, i dati dell’Anagrafe degli Studenti
44
#14 Un Framework comune per le competenze
digitali e l’educazione ai media degli studenti
A novembre 2015 è stato istituito un tavolo tecnico per la redazione di un
framework che servirà a dare un indirizzo chiaro sulla dimensione, sul ruolo e
sul contorno delle competenze digitali che ogni studente dovrà sviluppare
nel triennio 2016-2018.
La definizione delle competenze verrà fatta a partire da diverse esperienze:
1) il l framework Web Literacy curato da Mozilla Foundation
2) il lavoro effettuato da Media Smarts per il Governo Canadese.
3) altri framework come DIGICOMP (A framework for developing and
understanding digital competence in Europe, 2013) che individua una lista di
21 competenze relative a 5 aree: Informazione, Comunicazione, Creazione di
contenuti, Sicurezza e Problem solving.
45
#15 Scenari innovativi per lo sviluppo
di competenze digitali applicate (1 di 4)
Oltre alle tradizionali occasioni di formazione, è fondamentale che i docenti
abbiano la possibilità di attingere da un portfolio di percorsi didattici
applicati e facilmente utilizzabili in classe.
E’ anche vero che i percorsi didattici relativi al digitale non sono ancora
solidamente codificati in un corpus o in una libreria ben definita.
Si punta quindi a valorizzare le competenze digitali che i docenti già
possiedono e far crescere le dinamiche di lavoro in gruppo e di peer learning
tra di loro.
Il Piano prevede una prima azione di raccolta codificata delle migliori
esperienze. Valorizzare queste esperienze sarà il primo passo per la
creazione di una “banca di piani pedagogici e processi didattici”, di cui tutto il
personale scolastico potrà usufruire per occasioni di formazione.
46
#15 Scenari innovativi per lo sviluppo
di competenze digitali applicate (2 di 4)
Si prevede che tutti gli studenti italiani affrontino i seguenti temi:
1) i diritti della rete, a partire dalla Dichiarazione per i Diritti in
Internet redatta dalla Commissione per i diritti e i doveri relativi ad
Internet della Camera dei Deputati
2) l’educazione ai media e alle dinamiche sociali online 

es: social network
3) la qualità, integrità e circolazione dell’informazione
(attendibilità delle fonti, diritti e doveri nella circolazione delle opere
creative, privacy e protezione dei dati, information literacy)
47
#15 Scenari innovativi per lo sviluppo
di competenze digitali applicate (3 di 4)
L’obiettivo di questa azione è creare e certificare almeno 20 format di percorsi
didattici a cui i docenti possano attingere e utilizzare in classe relativi a:
1) l’economia digitale
2) la comunicazione e l’interazione digitale
3) le dinamiche di generazione, analisi, rappresentazione e riuso dei dati
4) il making, la robotica educativa, l’internet delle cose
5) l’arte digitale, la gestione digitale del cultural heritage
6) la lettura e la scrittura in ambienti digitali e misti, il digital storytelling, la
creatività digitale
48
#15 Scenari innovativi per lo sviluppo
di competenze digitali applicate (4 di 4)
Esperienze del genere già sono state avviate:
1) il recente programma di “Generazioni Connesse” per un uso
consapevole e sicuro dei nuovi media,
2) l’iniziativa “A Scuola di OpenCoesione”, in cui gli studenti
sono chiamati a competere attraverso un progetto di
monitoraggio civico e data-journalism.
49
#16 Una research unit
per le competenze del 21esimo secolo
Il programma è chiedere la collaborazione di ricercatori ed
esperti per la costruzione di progetti di ricerca, anche
nell’ottica di valorizzare iniziative già esistenti, per per costruire e
indirizzare almeno nel medio periodo la posizione del sistema
educativo rispetto ai grandi trend della mediatizzazione e
della digitalizzazione.
Si tratta soprattutto di competenze trasversali e della capacità di
muoversi nell’ambiente digitale: alfabetizzazione informativa e
digitale (information literacy e digital literacy).
50
#17 Portare il pensiero logico-computazionale
a tutta la scuola primaria
È fondamentale partire dai giovanissimi, per almeno due ragioni:
1) anticipare la comprensione della logica della Rete e delle
tecnologie, proprio perchè l’avvicinamento alle tecnologie avviene
prima (es: in famiglia)
2) preparare da subito i nostri studenti allo sviluppo delle competenze
che sono e saranno al centro del delle loro vite e carriere
Per permettere a ogni studente della scuola primaria di svolgere un
corpus di 10 ore annuali di logica e pensiero computazionale, sarà
estesa l’iniziativa “Programma il Futuro”, sia tramite allargamento del
partenariato che arricchendo i percorsi didattici disponibili.
51
#18 Aggiornare il curricolo di tecnologia
alla scuola secondaria di primo grado
Le ore di Tecnologia sono un importante bacino a disposizione per
contaminare profondamente quella che ancora in troppe classi italiane si
riduce in “disegno tecnico” attraverso le applicazioni della creatività digitale,
alla progettazione e alla stampa 3d, all’artigianato digitale, all’analisi e
visualizzazione dei dati e al rapporto tra digitale e materia fisica,…
E’ fondamentale chiarire come le ore di Tecnologia non debbano
rappresentare l’unico luogo in cui “applicare” le competenze digitali
ed i docenti di Tecnologia non debbano essere gli unici responsabili: l’intero
curricolo di studi deve appropriarsi della dimensione digitale, sia a sostegno
delle competenze trasversali, che nella pratica di percorsi verticali a
integrazione delle diverse discipline.
Tale intervento sarà inoltre associato al potenziamento dei laboratori con
particolare riferimento ai bandi per la scuola secondaria di primo grado.
52
#19 Un curricolo nazionale
per l’imprenditorialità (digitale) (1 di 2)
L’imprenditorialità è considerata una delle competenze chiave per
l’apprendimento permanente da parte della Commissione Europea.
Puntare su questa competenza non implica che tutti gli studenti
debbano dare vita a un’impresa, ma significa offrire a tutta la
comunità studentesca competenze di base per risolvere
accuratamente problemi, assumere decisioni ponderate,
saper calcolare rischi, costi, benefici e opportunità.
53
#19 Un curricolo nazionale
per l’imprenditorialità (digitale) (2 di 2)
Ad ogni scuola verranno offerte due opportunità:
1) verrà stimolata la costruzione di curricoli brevi per praticare l’imprenditorialità a scuola
2) verrano definiti una serie di accordi per promuovere percorsi territoriali e camp
itineranti, anche in collaborazione con enti pubblici e locali ed il mondo dei privati
Come avviene per la matematica, l’italiano o la fisica, verranno promuovere su base nazionale
le “olimpiadi dell’imprenditorialità”.
Curricolo di base e competizione saranno affiancati da un terzo strumento. Uno strumento
proprio del mondo dell’imprenditoralità: l’accelerazione delle migliori idee di impresa e delle
migliori soluzioni. Gli studenti più meritevoli avranno l’opportunità di vivere un programma
formativo ad hoc, in collaborazione con i principali attori del mondo dell’imprenditoria
digitale e dell’ecosistema startup oltre che alle Università.
Infine verrà proposta una app gallery per la scuola che includa anche quanto sviluppato
dagli studenti e da personale scolastico.
54
#20 Girls
in tech & science
Le nostre ragazze, più delle loro coetanee in altri paesi, vivono in un contesto
che porta a minori aspettative di risultato e quindi di carriera negli ambiti
collegati alle scienze, alla tecnologia, all’ingegneria e alla matematica.
Occorre dunque intervenire con azioni specifiche sul confidence gap,
ovvero sulla percezione del genere femminile di vedere le proprie capacità
lontane dagli ambiti tecnologici e scientifici.
Con l’obiettivo di ridurre questo gap, il Ministero si farà carico di una decisa
azione di coordinamento, mappando le molte iniziative nazionali e
internazionali sul tema, rafforzando il partenariato con chi è già attivo da
tempo, con una forte attenzione a progettualità e percorsi innovativi per lo
sviluppo di competenze.
55
#21 Piano
carriere digitali (1 di 2)
Serve gettare le basi per politiche in grado di avvicinare gli studenti alle
carriere in ambito digitale rappresentando in maniera palese, anche con la
collaborazione dei principali partner d’impresa e degli attori dell’ecosistema
dell’innovazione le opportunità che da esse scaturiscono. 

Es: Tech Hire negli Stati Uniti
Bisogna concentrarsi maggiormente sul divario che caratterizza il nostro tempo:
quello tra la capacità del nostro sistema educativo di sviluppare
competenze adeguate, e le richieste del mondo del lavoro, sempre più
digitali anche quando non legate a percorsi specialistici.
Rimane strategicamente cruciale l’obiettivo di mantenere e aumentare il numero
di studenti motivati e capaci che decidono di intraprendere percorsi formativi e/o
corsi di laurea afferenti ai mondi STEAM.
56
Alternanza scuola-lavoro
per l’impresa digitale (2 di 2)
Gli investimenti permetteranno ad ogni studente della scuola secondaria
italiana, compresi per la prima volta gli studenti del liceo, di fare un percorso di
alternanza scuola-lavoro.
A partire da un protocollo d’intesa con Confindustria Digitale saranno
sviluppati schemi di Alternanza Scuola-Lavoro dedicati al coinvolgimento degli
studenti in imprese che operano nei tanti campi affini al digitale.
Gli studenti potranno essere coinvolti nella digitalizzazione di alcune funzioni
dell’impresa, quali ad esempio la comunicazione, il marketing, il community
management, politiche distributive e di internazionalizzazione.
Gli accordi operativi potrebbero dare origine ad avvisi, mediante i quali le
scuole potranno scegliere l’azienda e il modello di alternanza scuola-lavoro
più congeniale alla propria realtà scolastica e territoriale.
57
#22 Standard minimi e requisiti tecnici 

per gli ambienti online per la didattica
A partire da dicembre 2015 è previsto l’insediamento di un tavolo
tecnico in collaborazione con AGID per la definizione di linee guida
per l’utilizzo delle piattaforme tecnologiche in ambito
didattico.
I requisiti minimi sono tesi ad evitare discriminazioni di ogni
genere e in particolare quelle dovute a diversa disponibilità
economica da parte delle famiglie, o di particolari bisogni
educativi degli studenti (Bisogni Educativi Speciali e individui
diversamente abili).
58
#23 Promozione delle risorse educative aperte e linee
guida su autoproduzione dei contenuti didattici digitali
Occorre pertanto fornire alle scuole una guida che distingua con chiarezza le
varie tipologie di risorse digitali disponibili, i criteri e le possibili forme del loro
uso, illustrando le modalità dei processi di selezione, produzione e validazione
nonché le caratteristiche tecniche da rispettare per massimizzarne la qualità.
In particolare saranno identificati processi e caratteristiche differenziate a seconda
che si tratti di risorse a copertura curricolare o di risorse di natura integrativa
A questo scopo, un lavoro di approfondimento sarà dedicato alla definizione degli
schemi classificatori (ontologie) e delle tipologie e caratteristiche dei depositi
(repository) necessari per la gestione dei materiali condivisi in modo digitale, in
modo da aumentarne la loro reperibilità e riuso.
In aggiunta, apposite linee guida forniranno indicazioni e suggerimenti specifici
relativi ai materiali didattici digitali autoprodotti.
59
#24 Biblioteche scolastiche come ambienti di
alfabetizzazione all’uso delle risorse informative digitali
Riqualificare gli ambienti di apprendimento significa anche
promuoverne nuove modalità d’uso e collegarvi nuovi
servizi, come l’attività di promozione della lettura anche grazie
all’uso della rete e di strumenti digitali.
Al liceo il 35% usa per la maggior parte del tempo il libro cartaceo,
il 63,9% lo integra con il libro digitale. Solo l’1,1% utilizza
esclusivamente materiali digitali.
Si favorisce inoltre la nascita di reti di scuole che completino o
realizzino ex novo biblioteche.
60
#25 Formazione in servizio
per l’innovazione didattica e organizzativa (1 di 3)
La Buona Scuola ha introdotto per la prima volta la formazione obbligatoria in servizio per il
personale docente. La formazione è rivolta a docenti, dirigenti scolastici e direttore dei servizi generali. E’
previsto lo sviluppo di una rete di almeno 300 “snodi formativi” che dovranno assicurare la copertura
territoriale.
Docenti. Sarà legata all’inserimento e alla programmazione di azioni all’interno del piano triennale per
l’offerta formativa
Dirigenti scolastici. Saranno formati tutti i dirigenti scolastici per l’avvio e l’indirizzo di politiche di
innovazione all’interno delle istituzioni scolastiche:
1) per costruire forti relazioni sul territorio con gli attori interessati al digitale
2) per promuovere curricoli per le competenze digitali
3) per valorizzare la costituzione di reti formative e progettuali al fine di rendere sostenibili le scelte e
compatibili gli investimenti.
Direttori dei servizi generali e amministrativi (DSGA). Dematerializzazione e supporto alla
partecipazione alle procedure legate a bandi, acquisti e contrattualizzazione.
61
#25 Formazione in servizio
per l’innovazione didattica e organizzativa (2 di 3)
GLI SNODI FORMATIVI TERRITORIALI
Il Piano individua nel potenziamento di una rete di snodi formativi (le sedi dove
avverrà la formazione), una delle leve per gestire le principali attività formative
non svolte all’interno di ogni scuola. Gli snodi formativi ripenseranno e
potenzieranno i poli formativi territoriali fino a 10 milioni di euro l’anno.
Gli snodi dovranno assicurare la copertura territoriale, la continuità negli anni
della progettualità formativa e la partecipazione a monitoraggi periodici
qualitativi per superare le inefficienze del passato.
Alla valutazione istituzionale sarà aggiunta una valutazione “socializzata”,
condotta dagli stessi partecipanti: ogni partecipante ai percorsi di formazione
potrà dare la propria opinione, e il Ministero si occuperà di incrociare la lettura di
questi dati con le valutazioni istituzionali.
62
#25 Formazione in servizio
per l’innovazione didattica e organizzativa (3 di 3)
SU COSA SI SVOLGERÀ LA FORMAZIONE (NEL PROSSIMO TRIENNIO)
La formazione potrà essere svolta sia da docenti sia dagli enti di formazione accreditati.
Per il triennio 2016-18 tra i contenuti della formazione sarà seguito un framework concreto e
conciso.
La formazione avrà come punto d’arrivo le competenze trasversali e ordinamentali e come
argomento fondante l’innovazione didattica.
ALTA FORMAZIONE DIGITALE
la formazione e il nutrimento, strutturale e continuo, di una classe di “eccellenze digitali”, di
innovatori che già hanno un ruolo di leadership nel nostro sistema educativo.
Dall’estate 2016 è previsto per 1.000 docenti con forte propensione all’innovazione e alla
cultura digitale un’esperienza di formazione digitale all’estero presso i migliori centri e università
del mondo.
63
#26 Assistenza tecnica
per le scuole di primo ciclo
Le scuole - in particolare quelle del primo ciclo - non hanno spesso
a disposizione personale per l’assistenza tecnica.
Dal 2016, per intervenire su una parte del problema, il Ministero
finanzierà la creazione di “Presìdi di Pronto Soccorso Tecnico”,
formati tra scuole del primo ciclo e scuole secondarie, con lo scopo
di gestire piccoli interventi di assistenza tecnica.
Potranno anche essere attivate intese con corsi di laurea ad
indirizzo informatico, per il ricorso a tirocini di studenti universitari,
già sperimentato da tempo e con successo in alcune reti e scuole.
64
#27 Rafforzare la formazione iniziale
sull’innovazione didattica (1 di 2)
Si prevede che le lauree magistrali vengano integrate (durante il percorso o dopo il
percorso di laurea) da un corpus di almeno 24 crediti in discipline specifiche per
la professione docente. La natura e distribuzione di tali crediti rimane ancora da
definire, ma è auspicabile un collegamento con le competenze necessarie per
accedere alla professione docente.
In particolare, le competenze di innovazione e sperimentazione didattica
dovranno includere:
1) Innovazione didattica e metodologica (didattica digitale, sperimentazione
metodologica e didattica)
2) Abilità e conoscenze informatiche, con particolare riferimento
all’aggiornamento di competenze disciplinari o ordinamentali
3) Saper fare ricerca e autoaggiornamento
65
La nuova formazione in ingresso 

dei neoassunti (2 di 2)
Le 50 ore di formazione sono divise in 4 fasi:
1) incontri iniziali e finali
2) laboratori formativi in base allo sviluppo delle competenze dei docenti e ai bisogni della
scuola dove presteranno servizio
3) attività peer-to-peer tra tutor e docenti neoassunti, tramite osservazione reciproca e
progettazione didattica condivisa
4) progettazione on-line
Da sistema di “obblighi” si passa ad un “accompagnamento” del docente neoassunto
durante tutto l’anno di formazione, stimolando continui feedback.
Inoltre, il modello prevede anche che il docente effettui un bilancio delle proprie competenze
attraverso domande mirate nell’ottica di definire un modello italiano di “Teachers’ standards”
(portfolio delle competenze dei docenti).
66
#28 Un animatore digitale
in ogni scuola
Ogni scuola avrà un “animatore digitale”, un docente che, insieme al dirigente scolastico e al direttore
amministrativo, avrà un ruolo strategico nella diffusione dell’innovazione a scuola.
Potrà sviluppare progettualità su tre ambiti:
1) Formazione interna. fungere da stimolo alla formazione interna alla scuola sui temi del PNSD, sia
organizzando laboratori formativi (ma non dovrà necessariamente essere un formatore), sia animando e
coordinando la partecipazione di tutta la comunità scolastica alle altre attività formative(es: snodi
formativi)
2) Coinvolgimento della comunità scolastica: favorire la partecipazione e stimolare il protagonismo
degli studenti nell’organizzazione di workshop e altre attività sui temi del PNSD, aprendo i momenti
formativi anche alle famiglie e agli altri attori del territorio
3) Creazione di soluzioni alternative. Individuare soluzioni metodologiche e tecnologiche sostenibili da
diffondere all’interno degli ambienti della scuola (es. uso di particolari strumenti per la didattica di cui la
scuola si è dotata; la pratica di una metodologia comune; informazione su innovazioni esistenti in altre
scuole; un laboratorio di coding per tutti gli studenti)
Ad ogni scuola verranno assegnati 1.000 € all’anno, che saranno vincolati alle attività dei tre ambiti appena
descritti.
67
#29 Accordi
territoriali
Gli accordi che saranno sviluppati, a partire da Regioni e Città Metropolitane, avranno
uno schema comune, e si impegneranno anche a valorizzare le specificità di ogni
territorio.
Attraverso gli accordi territoriali, sarà possibile stimolare diverse tipologie di collaborazione
sulle singole azioni:
1) collaborazioni “ad incremento”, nelle quali l’investimento, ad esempio, avverrà per
raggiungere una copertura maggiore di un intervento
2) collaborazioni “ad integrazione”, nelle quali all’interno della stessa azione, MIUR e
partner territoriali investono su interventi integrativi (es. ambienti digitali e tablet)
3) collaborazioni “di sperimentazione” che i territori potranno proporre all’interno di
azioni per i quali le proprie politiche sono particolarmente avanzate (es. identità digitale)
4) collaborazioni “propositive” per proporre azioni non presenti nel Piano
68
#30 Stakeholders’ Club
per la scuola digitale
Il mondo della scuola può beneficiare molto dall’innovazione che avviene fuori
dalla mura scolastiche.
Si pensi sia alle imprese che, più in generale, a un ecosistema emergente di
pratiche, attori e comunità dell’innovazione che già lavorano con la
scuola, ma che hanno bisogno di occasioni e strumenti per progettare a fianco
delle scuole, e sostenerle nella costruzione di risposte educative rivolte al futuro.
Si vuole creare uno Stakeholders’ Club per la scuola digitale. Un modo per
dare evidenza, merito e struttura alla quantità di collaborazioni che il MIUR e la
scuola sviluppando con mondi esterni, con l’impresa e la società civile.
Un esempio di queste collaborazioni è la piattaforma “Protocolli in rete”, un
canale dove si possono stipulare accordi operativi tra aziende e il mondo
dell’istruzione.
69
#31 Una galleria
per la raccolta di pratiche
A dirigenti scolastici, direttori amministrativi e docenti non servono
solo regole e linee guida, ma anche buoni esempi a cui tendere e
obiettivi realizzabili.
Il PNSD avrà un sito dove si potranno trovare tutti i dati relativi
all’attuazione del Piano stesso, corredato da una galleria di esempi.
70
#32 Dare alle reti innovative
un ascolto permanente
Bisogna dare ascolto a reti legate a investimenti pubblici e a reti private, ad
esempio legate a Fondazioni, passando per reti completamente spontanee
ed emerse dalla volontà dei propri partecipanti, sul territorio o in rete.
Queste reti meritano un ruolo nel Piano. Non solo per il loro infaticabile
lavoro quotidiano, ma anche per la capacità di innovare continuamente, di
spingere in avanti la frontiera della pratica e della professione, della didattica
e quindi dell’apprendimento.
Queste reti saranno censite e mappate, catalogate rispetto alla natura, ma
senza discriminare. Formeranno la “Rete per l’innovazione nella scuola”,
che verrà formalizzata attraverso una chiamata pubblica aperta a tutte quelle
organizzazioni che fanno dell’innovazione e della scuola digitale la loro ragion
d’essere.
71
#33 Osservatorio
per la scuola digitale
Misurare l’innovazione digitale è una sfida: è sempre meno una mera
quantificazione della presenza di dotazione tecnologica, e significa
sempre di più dare evidenza dei processi di cambiamento organizzativo.
Il nuovo Osservatorio per la Scuola Digitale raccoglierà l’eredità del
vecchio Osservatorio Tecnologico, si interfaccerà con l’Osservatorio
per l’Edilizia Scolastica, con i dati sulla formazione e con altre parti
del patrimonio informativo del MIUR nel tempo.
Le informazioni raccolte attraverso l’Osservatorio per la Scuola Digitale
costituiranno una preziosa base per l’ampliamento prossimo del
Sistema Nazionale di Valutazione (SNV).
72
#34 Un Comitato Scientifico
che allinei il piano alle pratiche internazionali
Il Piano avrà un suo Comitato Scientifico. Servirà anche come “organo di
garanzia” rispetto all’attuazione del Piano e sarà composto da esperti di
livello nazionale e internazionale.
Sarà convocato almeno 2 volte all’anno con lo scopo di:
1) monitorare l’andamento del Piano, sulla base di dati forniti dal MIUR,
anche stimolando un recupero più efficiente dei dati
2) proporre aggiustamenti alla strategia del Piano, o a singole azioni, con
relative motivazioni
3) allineare il MIUR ai grandi trend internazionali in campo educativo, nel
campo della ricerca e nella misurazione dell’innovazione nel campo
educativo.
73
#35 Il monitoraggio
dell’intero piano
L’intero Piano Nazionale Scuola Digitale avrà un suo monitoraggio
complessivo.
La portata del Piano e l’ampiezza delle sue azioni, non rendono
conveniente un monitoraggio limitato solo ad alcune aree.
Esiste, viceversa, un forte incentivo a un monitoraggio
complessivo, che combini un approccio basato su tutti dati della
scuola (i dati del Sistema Nazionale di Valutazione, la formazione
del personale, la valutazione dei dirigenti, le effettive dotazioni
tecnologiche, i finanziamenti ricevuti, gli apprendimenti, i piani
formativi, etc.) con un monitoraggio qualitativo.
74
Con quali risorse?
75
Concentrare le risorse su un grande
obiettivo strategico, come quello di
portare definitivamente l’educazione
italiana nell’era digitale, passa da
un’armonizzazione delle finalità, e dalla
creazione di sinergie tra le diverse fonti di
finanziamento.
Principalmente tre:
1) i Fondi stanziati dalla legge “La
Buona Scuola” (legge 107/2015)
2) quelli previsti dalla programmazione
europea, attraverso il PON “Per la
Scuola” 2014-2020
3) altri fondi MIUR
Alessandro Mignogna
www.alessandromignogna.com
Grazie per l’attenzione
76

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Piano Nazionale Scuola Digitale

  • 1. Piano Nazionale Scuola Digitale Alessandro Mignogna www.alessandromignogna.com mignogna.alessandro@gmail.com 1
  • 2. Link utili • Sito ufficiale
 http://www.istruzione.it/scuola_digitale/ • Presentazione Piano Nazionale Scuola Digitale
 https://www.youtube.com/watch?v=b6ECobSGbmo • Hashtag #pianoscuoladigitale
 https://twitter.com/hashtag/pianoscuoladigitale • StartupItalia - PNSD spiegato in 35 punti
 http://ischool.startupitalia.eu/education/38902-20151029-piano- nazionale-scuola-digitale-35-punti 2
  • 3. Indice A. Il PNSD B. Lo stato della Scuola Digitale In Italia C. Il PNSD e le Azioni - le aree di interesse D. Il PNSD e le Azioni - le 35 azioni 3
  • 4. IL PNSD Piano Nazionale Scuola Digitale “Il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) è il documento di indirizzo del MIUR per il lancio di una strategia complessiva di innovazione della scuola italiana e per un nuovo posizionamento del suo sistema educativo nell’era digitale. E’ un pilastro fondamentale de La Buona Scuola (legge 107/2015) rivolto all’innovazione del sistema scolastico e alle opportunità dell’educazione digitale. Ha validità pluriennale e contribuisce a “catalizzare” l’impiego di più fonti di risorse a favore dell’innovazione digitale, a partire dai Fondi Strutturali Europei (PON) e dai fondi de “La Buona Scuola”. 4
  • 5. IL PNSD Competenze e tecnologie “quotidiane” Si tratta quindi di un’azione culturale che parte da un’idea rinnovata di scuola, intesa come piattaforma che metta gli studenti nelle condizioni di sviluppare le competenze per la vita. In questa visione, le tecnologie diventano “quotidiane” e “ordinarie”, al servizio dell’attività scolastica, sia nel processo di formazione/apprendimento che nell’attività amministrativa, contaminando tutti gli ambienti della scuola. 5
  • 6. IL PNSD Un po’ di storia: dal 2007 al 2012 1) LIM. Prevedeva la diffusione capillare della Lavagna Interattiva Multimediale con 35.000 dispositivi assegnati 2) Cl@assi 2.0. Stimolava l’ideazione e la realizzazione di ambienti di apprendimento innovativi con l’acquisto di supporti tecnologici 3) Scuol@ 2.0. Innovazione avanzata sia nella didattica che nell’amministrazione di 14 istituti 4) Editoria digitale scolastica. Avviata nel 2001 ha consentito la produzione di contenuti digitali in 20 istituti scolastici 5) Accordi MIUR - Regioni per lo sviluppo di 2000 progetti LIM, 100 Cl@assi 2.0 e 23 Scuole 2.0 6
  • 7. IL PNSD Un po’ di storia: dal 2013 al 2014 1) Azione wifi. 15 milioni di Euro per la connettività wireless delle scuole 2) Poli Formativi. Sono stati individuati alcuni istituti scolastici per l’organizzazione di corsi di formazione sul digitale rivolti a docenti ed eseguiti da docenti competenti detta “formazione tra pari”. 7
  • 8. IL PNSD Generazione Digitale Tutto il patrimonio delle esperienze legate alle precedenti versioni del PNSD e al PON Istruzione è stato documentato e reso pubblico da una collaborazione tra RAI, MIUR e Indire, attraverso una serie di puntate di Rai Scuola e la trasmissione “Generazione Digitale”. Diversi materiali utilizzati per la formazione sono pubblicati sulla piattaforma “Scuola Valore”, recentemente aperta ad accesso pubblico (http://www.scuolavalore.indire.it/). http://www.raiscuola.rai.it/programmi-nuovi/ generazione-digitale/107/default.aspx 8
  • 9. Lo Stato della Scuola Digitale in Italia Statistiche e percentuali 9
  • 10. LO STATO DELLA SCUOLA DIGITALE Alcune statistiche Sono 326.000 le aule degli oltre 33.000 plessi scolastici attivi. 1) Il 70% è connessa in Rete ( ma generalmente con una connessione inadatta) 2) IL 41,9% è dotata di LIM 3) Il 6,1% di proiettore interattivo Ci sono 65.650 laboratori nelle scuole, per una media di 7,8 per istituto 1) L’82,5% è connesso in Rete 2) Il 43,6% è dotato di LIM 3) Il 16,9% di proiettore interattivo 10
  • 11. LO STATO DELLA SCUOLA DIGITALE Gli istituti scolastici 1) IL 99,3% delle istituzioni scolastiche ha un proprio sito web 2) Il 58,3% utilizza forma di comunicazione scuola-famiglia in digitale 3) Il 69,2% utilizza una tipologia di registro elettronico di classe 4) Il 73,6% utilizza il registro elettronico di classe 5) Il 16,3% utilizza forme di gestione centralizzata LMS (es: Moodle) 6) La digitalizzazione amministrativa è un processo più difficoltoso: l’80% degli archivi cartacei sono saturi e il 68% non ha un documentale 11
  • 12. LO STATO DELLA SCUOLA DIGITALE Le competenze degli Studenti 1) L’Italia è 25esima in Europa per numero di utenti internet (59%) e 23esima per competenze digitali di base (47%). 2) Questo divario è visibile anche nel caso delle competenze specialistiche sull’ICT (Italia 17esima) e nel numero di laureati in discipline Scientifiche Tecnologiche (22esima). 3) I test OCSE-PISA invece mostrano risultati sufficienti per quanto riguarda il problem-solving (510 a fronte di una media di 500), ma deficitari per quanto riguarda le competenze in matematica (485 contro 494) e scienze (494 contro 501) 12
  • 13. LO STATO DELLA SCUOLA DIGITALE Le competenze dei Docenti I dati dell’indagine OCSE TALIS 2013 vedono l’Italia al primo posto relativamente alla necessità di formazione ICT dei propri docenti: 1) almeno il 36% ha infatti dichiarato di non essere sufficientemente preparato per la didattica digitale a fronte di una media del 17%. 2) L’Italia inoltre è il primo Paese dell’OCSE per percentuale di docenti oltre i 50 anni 13
  • 14. LO STATO DELLA SCUOLA DIGITALE Digitale, imprenditorialità e lavoro Una recente comunicazione della Commissione UE sul “Digital Single Market” ha documentato che la domanda di lavoratori con “adeguate competenze digitali” cresce del 4% all’anno in tutta Europa e potrebbe raggiungere 825.000 lavori non coperti entro il 2020 se non saranno sviluppate azioni concrete. http://www.corriere.it/economia/15_novembre_23/ottocentomila- posti-senza- candidati-9e3a3a44-9211-11e5-98d3-3899a469cdf7.shtml 14
  • 15. PNSD e Azioni Le aree di interesse 15
  • 16. LO STATO DELLA SCUOLA DIGITALE Classificazione delle Azioni Il PNSD si basa su 4 binari fondamentali, ognuno dei quali suddiviso in particolari aree di interesse: 16 Strumenti Competenze e contenuti Formazione Accompagnamento Accesso Spazi e ambienti per l’apprendimento identità digitale amministrazione digitale Competenze degli studenti Digitale e imprenditorialità e lavoro contenuti digitali Formazione del personale Accompagnamento
  • 17. STRUMENTI Accesso Senza condizioni veramente abilitanti, ogni idea di innovazione didattica attraverso le tecnologie digitali diventa impraticabile Le esigenze sono molto concrete: 1)servono fibra ottica 2) connettività e cablaggio interno in ogni scuola 3) Investimenti e sinergia tra le parti istituzionali 17
  • 18. STRUMENTI Spazi e ambienti per l'apprendimento Occorre che l’idea di spazi, a partire dagli interventi a favore dell’edilizia scolastica, vadano nella direzione di una visione sostenibile, collaborativa e aperta di scuola. A questo si deve accompagnare un’idea nuova di potenziamento e rivisitazione dei laboratori scolastici, con l’obiettivo di renderli ambienti associati all’innovazione e alla creatività digitale. 18
  • 19. STRUMENTI Amministrazione digitale La vita digitale della scuola, passa da una migliore gestione dell’organizzazione scolastica e dal rafforzamento di servizi digitali Occorre investire in maniera mirata per superare la frammentazione della situazione corrente per raggiungere due risultati: 1) migliorare il lavoro di chi fa l’amministrazione scolastica 2) migliorare sostanzialmente i servizi digitali delle scuole, 
 a partire dal registro elettronico 19
  • 20. STRUMENTI Identità digitale Dare un profilo digitale ad ogni persona della scuola significa realizzare un sistema per cui l’accesso al web, ai contenuti e ai servizi diventi unico, semplice, sicuro, sostenibile e, dove possibile, federato con il concorso degli enti locali, in coerenza con le politiche del Governo sull’Identità Digitale. L’identità digitale diventa così il modo per rendere più semplice, immediato l’impiego di dispositivi e contenuti, più agile la gestione degli spazi di apprendimento, più sicura l’identità degli studenti (in larga maggioranza minorenni), più diffusa ed aperta al territorio l’educazione stessa. 20
  • 21. COMPETENZE E CONTENUTI Competenze degli Studenti Occorre una nuova idea di competenze allineata al ventunesimo secolo: fatta di nuove alfabetizzazioni, ma anche e soprattutto di competenze trasversali e di attitudini da sviluppare. Ed è in questo contesto che va collocata l’introduzione al pensiero logico e computazionale e la familiarizzazione con gli aspetti operativi delle tecnologie informatiche. In questo paradigma, gli studenti devono essere utenti consapevoli di ambienti e strumenti digitali, ma anche progettisti, produttori, creatori. 21
  • 22. COMPETENZE E CONTENUTI Digitale, imprenditorialità e lavoro Non sarebbe giusto ridurre il rapporto tra competenze digitali e carriera ad un fascio di percorsi specialistici affini all’informatica. Il mondo del lavoro, e la società in generale, richiedono con sempre maggior insistenza competenze cosiddette “trasversali” (es:problem solving). Le opportunità dell’autoimprenditorialità nell’era digitale sono un mezzo notevole per sviluppare competenze attraverso la pratica e per produrre soluzioni di impatto. A tutto ciò è fondamentale aggiungere la consapevolezza che occorre riavvicinare i ragazzi alle carriere scientifiche in ambito STEAM (acronimo di science, technology, engineering, arts, and mathematics), con una attenzione particolare al divario di genere. 22
  • 23. COMPETENZE E CONTENUTI Contenuti digitali La scuola non può essere lasciata da sola nella ricerca di una mediazione tra la necessaria garanzia di qualità dei materiali didattici digitali e l’altrettanto necessaria promozione della produzione collaborativa e della condivisione di contenuti. Serve una azione di indirizzo da parte del MIUR capace di dare alle scuole gli strumenti e la consapevolezza per gestire questa relazione, anche promuovendo l’autoproduzione virtuosa. Occorre creare le condizioni giuste, tecniche e di accesso, per cui i contenuti digitali, nella loro crescente varietà e creatività, passino da eccezione a regola nella scuola. 23
  • 24. FORMAZIONE La formazione del personale Il personale della scuola deve essere equipaggiato per tutti i cambiamenti richiesti dalla modernità e deve essere messo nelle condizioni di vivere e non subire l’innovazione. Bisogna raggiungere tutti i docenti di ogni ordine, grado e disciplina, e non solo i singoli innovatori naturali che emergono spesso anche senza l’aiuto del MIUR. I contributi dei docenti e dei dirigenti scolastici più “digitali” servono invece a creare gli standard attraverso cui organizzare la formazione e renderla capillare su tutto il territorio. Infine, serve legare tutto questo ad una dimensione internazionale, per dare al personale della scuola la possibilità di tenersi costantemente allineato alle migliori esperienze nel mondo. 24
  • 25. ACCOMPAGNAMENTO Accompagnare la scuola nell’innovazione E’ fondamentale chiarire che questo Piano disegna una politica complessiva (e non una sommatoria di azioni) e che il lavoro che serve è innanzitutto culturale. Occorre elevare la propensione di tutti gli attori coinvolti verso la crescita professionale, il cambiamento organizzativo e culturale. L’Accompagnamento avverrà su diversi livelli: 1) in ogni scuola, a livello di reti di scuole maggiormente attive 2) in ogni territorio, con il mondo esterno della scuola 3) come politica di monitoraggio 4) in relazione con la comunità scientifica internazionale 25
  • 26. PNSD e Azioni Le 35 Azioni del PNSD 26
  • 28. #1 Fibra per banda ultra-larga alla porta di ogni scuola (1 di 2) La scuola è al centro di un’importante iniziativa governativa sulle infrastrutture: il Piano Nazionale Banda Ultralarga del Ministero per lo Sviluppo Economico (MISE). Il MIUR ha sottoscritto una importante intesa con il MISE: 1) entro il 2020, i plessi scolastici saranno raggiunti “alla porta” dalla fibra ottica in via prioritaria rispetto agli altri interventi del Piano Nazionale Banda UltraLarga 2) tutte le scuole potranno ricevere dai diversi operatori un’offerta di connettività in banda larga o ultra-larga. 28
  • 29. #1 Fibra per banda ultra-larga alla porta di ogni scuola (2 di 2) 29
  • 30. #2 Cablaggio interno di tutte le scuole (LAN/W-Lan) Gli investimenti prodotti negli anni 2013-2015 sul cablaggio interno delle scuole hanno permesso di raggiungere oltre 1.500 istituti. Bisogna permettere ad ogni scuola italiana di avere le stesse condizioni infrastrutturali di accesso. Ogni scuola avrà a disposizione dai 7.500 euro (in caso di completamento) ai 18.500 euro (in caso di nuova realizzazione) per il cablaggio interno del proprio edificio. I prossimi investimenti si porranno inoltre gli obiettivi di: 1) favorire l’acquisto di soluzioni sicure e configurabili per ogni classe 2) connettere le reti scolastiche tra loro 3) premiare l’impegno delle scuole a dotarsi di connettività in banda larga 30
  • 31. #3 Canone di connettività: il diritto a Internet parte a scuola L’assenza di un’adeguata connettività non permette alle scuole di utilizzare pienamente le proprie dotazioni, o addirittura non le stimola a dotarsi di ambienti digitali adeguati, a scapito dell’innovazione didattica. Acquistare il canone di connettività rappresenti per le scuole un costo la cui variabilità - con ampie differenze tra territori - non permette né al MIUR né agli enti locali una programmazione strutturata e lineare. Il MIUR vuole riconoscere alle scuole un contributo di 10 milioni di euro in più all’anno (per una media di 1.200 euro a scuola) a partire dal 2016, specificamente dedicato al canone per la connessione a Internet. 31
  • 32. #4 Ambienti per la didattica digitale integrata (1 di 2) La Buona Scuola ha riaffermato la necessità di riportare al centro 
 la didattica in laboratorio come punto d’incontro essenziale tra sapere e saper fare. Ogni scuola deve avere un numero sufficiente di ambienti e dotazioni adatti alla didattica digitale, scelti in base alle realtà in cui si realizzano e rispettando le esigenze di docenti e studenti. Per fare in modo che l’aula/classe non sia più un limite fisico, ma un luogo aperto occorre innanzitutto un pacchetto di investimenti per la creazione di ambienti “leggeri” e flessibili pienamente adeguati all’uso del digitale. 32
  • 33. #4 Ambienti per la didattica digitale integrata (2 di 2) Il primo bando per la progettazione e realizzazione di ambienti digitali suggerisce tre possibili modelli, per un investimento medio per scuola di 25.000 €: 1) Aule aumentate. Si tratta di assicurare ad un maggior numero di aule tradizionali le dotazioni per la fruizione individuale e collettiva del web e di contenuti 2) Spazi alternativi per l’apprendimento, in genere più grandi delle aule con arredi e tecnologie per la fruizione individuale e collettiva 3) Laboratori mobili, dispositivi e strumenti mobili in carrelli e box mobili a disposizione di tutta la scuola, in grado di trasformare un’aula tradizionale in uno spazio multimediale 33
  • 34. #5 Challenge Prize per la scuola digitale I “Challenge Prizes” offrono una ricompensa in denaro a chiunque riesca più efficacemente a rispondere ad una particolare sfida. L’obiettivo è stimolare l’innovazione e trovare soluzioni ancora non esistenti, che rispondano a problemi rilevanti per la società. Un challenge prize si sviluppa secondo diverse fasi. Si definisce una sfida tecnologica o sociale, attraverso un processo di ricerca e dibattito, e si mette in palio un premio per la realizzazione di una soluzione innovativa (che in alcuni casi include anche una prima produzione e distribuzione). La sfida di questo Piano è far tornare la Scuola ad essere “laboratorio Paese”, sperimentando in via privilegiata la possibilità di beneficiare delle migliori soluzioni disponibili nella società. 34
  • 35. #6 Politiche attive per il BYOD (Bring Your Own Device) (1 di 2) La Scuola, in collaborazione con famiglie ed enti locali, deve aprirsi al cosiddetto BYOD ossia all’utilizzo efficiente ed integrato di dispositivi elettronici personali durante le attività didattiche. Affinché ciò sia possibile, è necessario affrontare alcuni importanti temi: 1) la sicurezza delle interazioni 2) l’integrazione tecnica dei dispositivi personali con la dotazione degli spazi scolastici 3) I modelli di finanziamento per i dispositivi personali 35
  • 36. #6 Politiche attive per il BYOD (Bring Your Own Device) (2 di 2) Le norme vigenti che disciplinano l’utilizzo di dispositivi personali durante le attività didattiche hanno affrontato spesso in modo troppo drastico la questione, chiudendo ad ogni possibilità di uso misto. A tale scopo, il MIUR, in collaborazione con AGID e il Garante per la Privacy, svilupperà apposite linee guida per promuovere il BYOD identificando i possibili usi misti dei dispositivi privati, che vanno dal registro elettronico alla partecipazione alle attività progettuali tra studenti e docenti. 36
  • 37. #7 Piano laboratori (1 di 2) La Buona Scuola sancisce la necessità di riportare al centro la didattica in laboratorio, come punto d’incontro tra sapere e saper fare, tra lo studente e il suo territorio di riferimento. Ancora oggi, troppo spesso, è relegata all’ambito extracurricolare. Si dovrà incentivare la creatività degli studenti più giovani, consolidare l’idea di scuola come interfaccia aperta al territorio ed attuare progettualità innovative per rendere gli indirizzi professionalizzanti e caratterizzanti delle scuole secondarie più interessanti e maggiormente aderenti alle richieste del mondo esterno. NB: in riferimento all’utilizzo delle tecnologie e degli ambienti laboratoriali, tutte le azioni saranno accompagnate da misure dedicate alla formazione del personale scolastico, con risorse sia dai fondi nazionali che dai fondi strutturali europei. 37
  • 38. #7 Piano laboratori (2 di 2) Gli investimenti sono organizzati in 4 interventi: 1) La creazione di “atelier creativi e laboratori per le competenze chiave” per gli Istituti comprensivi e le scuole del primo ciclo. Le scuole potranno dotarsi di spazi innovativi e modulari dove sviluppare il punto d’incontro tra manualità, artigianato, creatività e tecnologie. 
 Es: robotica, elettronica educativa, logica e pensiero computazionale, artefatti manuali e digitali 2) Il rafforzamento degli indirizzi professionalizzanti e caratterizzanti della scuola secondaria di secondo grado, attraverso la realizzazione di nuovi laboratori o il potenziamento dei laboratori tematici. 
 Es: Un istituto a indirizzo moda potrebbe usufruire della stampa 3D dei modelli 3) La creazione di “laboratori territoriali per l’occupabilità”, spazi dall’alto profilo innovativo a disposizione di più scuole del territorio, dove sviluppare pratiche didattiche avanzate in sinergia con le politiche locali per il lavoro e le imprese 4) la promozione di Laboratori “School-friendly”, ovvero di laboratori aperti alle scuole presenti nel territorio, presso musei, enti di ricerca, parchi tecnologici, fondazioni, associazioni 38
  • 39. #8 Sistema di Autenticazione unica (Single-Sign-On) Bisogna adottare un unico sistema di riconoscimento con cui, passando da una pagina di login unico, ogni utente possa accedere a tutte le risorse e i servizi a cui è abilitato conformandosi alle regole tecniche di SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) e agli obiettivi di Italia Login (la strategia del Governo sulla creazione di servizi pubblici semplici ed innovativi per il cittadino). Il mondo della scuola riorganizzerà pertanto i propri servizi per essere pronto ad interfacciarsi con una chiave unica e personalizzata del personale e dei cittadini. L’adozione di un sistema di gestione unica delle identità (Identity Management) integrato tra i diversi servizi, il rafforzamento e la razionalizzazione dello strato di sicurezza per l’accesso alle informazioni e l’attuazione della cooperazione applicativa tra il MIUR e altre PA attraverso servizi di Single Sign-On federato, sarà inclusa tra i progetti strategici del Piano ICT MIUR. 39
  • 40. #9 Un profilo digitale per ogni studente Il MIUR ha già iniziato a sperimentare la possibilità di riconoscere lo status di studente attraverso uno strumento ufficiale: la Carta dello Studente “IoStudio”, associata ad un insieme di agevolazioni, servizi (dai trasporti al consumo culturale). La “La Buona Scuola” ha codificato la necessità di dotare gli studenti di un profilo digitale, trasformando quella che fino ad ora era un’opportunità per gli studenti in un diritto. Con “La Buona Scuola” al profilo digitale dello studente è associato anche il curriculum delle esperienze formative maturate durante il percorso scolastico potenziando così anche il sistema di finanziamenti dedicati a studenti meritevoli e/o provenienti dalle condizioni più svantaggiate. 40
  • 41. #10 Un profilo digitale per ogni docente Nello sviluppare la Carta del Docente, il Ministero si occuperà di creare un continuum tra le basi informative relative al docente a cui si aggiungono le altre disponibili sull’intero sistema scolastico e sui singoli istituti. Al profilo personale del docente saranno associate le molteplici informazioni e interazioni amministrative (fascicolo del docente), oltre che quelle relative alla crescita professionale. In un unico strumento, quindi, si troverà modo di dare evidenza a : 1) il lavoro in classe e a scuola, e quindi il portfolio professionale che ogni docente sviluppa lungo tutto l’arco della carriera; 2) il bagaglio di esperienze formative del docente, costruite tramite i percorsi offerti dal Ministero o indipendentemente. 41
  • 42. #11 Soluzioni abilitanti e digitalizzazione amministrativa della scuola La digitalizzazione amministrativa delle scuole è in corso. Tra i processi più avanzati segnaliamo: 1) Fatturazione e pagamenti elettronici 2) Procedura di dematerializzazione dei contratti del personale (supplenze brevi) garantendo un maggiore controllo sull’utilizzo delle risorse destinate alle supplenze; 3) Estensione alla formazione regionale professionale del Portale unico delle iscrizioni alle scuole secondarie di secondo grado (per le Regioni interessate) 4) è in corso di avvio un processo di revisione e miglioramento dei canali di comunicazione fra scuole e tra scuole e Ministero per fornire un supporto tempestivo a tutte le istituzioni scolastiche coinvolte in problemi di natura amministrativa e contabile. Già entro la fine del 2015, il MIUR inizierà a testare l’integrazione degli applicativi amministrativi (SIDI, OIL, ecc.) delle scuole con il nodo dei pagamenti AGID, partendo in via sperimentale con il pagamento delle tasse scolastiche e dei contributi volontari in un numero circoscritto di scuole. 42
  • 43. #12 Registro elettronico Il registro elettronico è uno strumento che semplifica e velocizza profondamente i processi interni alla scuola. È strumento di comunicazione immediata per le famiglie, grazie alla messa a disposizione di tutte le informazioni utili per raggiungere la piena consapevolezza della vita scolastica dei propri figli. Il primo passo del Piano sarà quello di dotare, con un investimento complessivo pari a 48.000.000 €, tutte le classi della scuola primaria di un registro elettronico (circa 141.000 classi). Percorsi di formazione ad hoc accompagneranno i docenti al suo uso ed un’accurata rilevazione, a cura dell’Osservatorio Tecnologico, fornirà i dati per verificarne l’attuazione. 43
  • 44. #13 Strategia dati della scuola Il sistema nazionale di istruzione gestisce un patrimonio informativo straordinario per quantità e qualità dei dati. Nei commi 136-141 della legge 107/2015 si garantisce stabilmente l’accesso ed il riuso dei dati pubblici del sistema nazionale di istruzione e formazione. Nel corso delle ultime due decadi la pubblicazione dei dati da parte della pubblica amministrazione è stata praticata per numerose ragioni: 1) trasparenza amministrativa 2) fornisce alla stessa PA di strumenti tempestivi e flessibili per valutare decisioni 3) fornisce alla società civile la materia prima per sviluppare applicazioni e servizi ad alta densità informativa es: bilanci delle scuole, Sistema Nazionale di Valutazione, i dati dell’Anagrafe degli Studenti 44
  • 45. #14 Un Framework comune per le competenze digitali e l’educazione ai media degli studenti A novembre 2015 è stato istituito un tavolo tecnico per la redazione di un framework che servirà a dare un indirizzo chiaro sulla dimensione, sul ruolo e sul contorno delle competenze digitali che ogni studente dovrà sviluppare nel triennio 2016-2018. La definizione delle competenze verrà fatta a partire da diverse esperienze: 1) il l framework Web Literacy curato da Mozilla Foundation 2) il lavoro effettuato da Media Smarts per il Governo Canadese. 3) altri framework come DIGICOMP (A framework for developing and understanding digital competence in Europe, 2013) che individua una lista di 21 competenze relative a 5 aree: Informazione, Comunicazione, Creazione di contenuti, Sicurezza e Problem solving. 45
  • 46. #15 Scenari innovativi per lo sviluppo di competenze digitali applicate (1 di 4) Oltre alle tradizionali occasioni di formazione, è fondamentale che i docenti abbiano la possibilità di attingere da un portfolio di percorsi didattici applicati e facilmente utilizzabili in classe. E’ anche vero che i percorsi didattici relativi al digitale non sono ancora solidamente codificati in un corpus o in una libreria ben definita. Si punta quindi a valorizzare le competenze digitali che i docenti già possiedono e far crescere le dinamiche di lavoro in gruppo e di peer learning tra di loro. Il Piano prevede una prima azione di raccolta codificata delle migliori esperienze. Valorizzare queste esperienze sarà il primo passo per la creazione di una “banca di piani pedagogici e processi didattici”, di cui tutto il personale scolastico potrà usufruire per occasioni di formazione. 46
  • 47. #15 Scenari innovativi per lo sviluppo di competenze digitali applicate (2 di 4) Si prevede che tutti gli studenti italiani affrontino i seguenti temi: 1) i diritti della rete, a partire dalla Dichiarazione per i Diritti in Internet redatta dalla Commissione per i diritti e i doveri relativi ad Internet della Camera dei Deputati 2) l’educazione ai media e alle dinamiche sociali online 
 es: social network 3) la qualità, integrità e circolazione dell’informazione (attendibilità delle fonti, diritti e doveri nella circolazione delle opere creative, privacy e protezione dei dati, information literacy) 47
  • 48. #15 Scenari innovativi per lo sviluppo di competenze digitali applicate (3 di 4) L’obiettivo di questa azione è creare e certificare almeno 20 format di percorsi didattici a cui i docenti possano attingere e utilizzare in classe relativi a: 1) l’economia digitale 2) la comunicazione e l’interazione digitale 3) le dinamiche di generazione, analisi, rappresentazione e riuso dei dati 4) il making, la robotica educativa, l’internet delle cose 5) l’arte digitale, la gestione digitale del cultural heritage 6) la lettura e la scrittura in ambienti digitali e misti, il digital storytelling, la creatività digitale 48
  • 49. #15 Scenari innovativi per lo sviluppo di competenze digitali applicate (4 di 4) Esperienze del genere già sono state avviate: 1) il recente programma di “Generazioni Connesse” per un uso consapevole e sicuro dei nuovi media, 2) l’iniziativa “A Scuola di OpenCoesione”, in cui gli studenti sono chiamati a competere attraverso un progetto di monitoraggio civico e data-journalism. 49
  • 50. #16 Una research unit per le competenze del 21esimo secolo Il programma è chiedere la collaborazione di ricercatori ed esperti per la costruzione di progetti di ricerca, anche nell’ottica di valorizzare iniziative già esistenti, per per costruire e indirizzare almeno nel medio periodo la posizione del sistema educativo rispetto ai grandi trend della mediatizzazione e della digitalizzazione. Si tratta soprattutto di competenze trasversali e della capacità di muoversi nell’ambiente digitale: alfabetizzazione informativa e digitale (information literacy e digital literacy). 50
  • 51. #17 Portare il pensiero logico-computazionale a tutta la scuola primaria È fondamentale partire dai giovanissimi, per almeno due ragioni: 1) anticipare la comprensione della logica della Rete e delle tecnologie, proprio perchè l’avvicinamento alle tecnologie avviene prima (es: in famiglia) 2) preparare da subito i nostri studenti allo sviluppo delle competenze che sono e saranno al centro del delle loro vite e carriere Per permettere a ogni studente della scuola primaria di svolgere un corpus di 10 ore annuali di logica e pensiero computazionale, sarà estesa l’iniziativa “Programma il Futuro”, sia tramite allargamento del partenariato che arricchendo i percorsi didattici disponibili. 51
  • 52. #18 Aggiornare il curricolo di tecnologia alla scuola secondaria di primo grado Le ore di Tecnologia sono un importante bacino a disposizione per contaminare profondamente quella che ancora in troppe classi italiane si riduce in “disegno tecnico” attraverso le applicazioni della creatività digitale, alla progettazione e alla stampa 3d, all’artigianato digitale, all’analisi e visualizzazione dei dati e al rapporto tra digitale e materia fisica,… E’ fondamentale chiarire come le ore di Tecnologia non debbano rappresentare l’unico luogo in cui “applicare” le competenze digitali ed i docenti di Tecnologia non debbano essere gli unici responsabili: l’intero curricolo di studi deve appropriarsi della dimensione digitale, sia a sostegno delle competenze trasversali, che nella pratica di percorsi verticali a integrazione delle diverse discipline. Tale intervento sarà inoltre associato al potenziamento dei laboratori con particolare riferimento ai bandi per la scuola secondaria di primo grado. 52
  • 53. #19 Un curricolo nazionale per l’imprenditorialità (digitale) (1 di 2) L’imprenditorialità è considerata una delle competenze chiave per l’apprendimento permanente da parte della Commissione Europea. Puntare su questa competenza non implica che tutti gli studenti debbano dare vita a un’impresa, ma significa offrire a tutta la comunità studentesca competenze di base per risolvere accuratamente problemi, assumere decisioni ponderate, saper calcolare rischi, costi, benefici e opportunità. 53
  • 54. #19 Un curricolo nazionale per l’imprenditorialità (digitale) (2 di 2) Ad ogni scuola verranno offerte due opportunità: 1) verrà stimolata la costruzione di curricoli brevi per praticare l’imprenditorialità a scuola 2) verrano definiti una serie di accordi per promuovere percorsi territoriali e camp itineranti, anche in collaborazione con enti pubblici e locali ed il mondo dei privati Come avviene per la matematica, l’italiano o la fisica, verranno promuovere su base nazionale le “olimpiadi dell’imprenditorialità”. Curricolo di base e competizione saranno affiancati da un terzo strumento. Uno strumento proprio del mondo dell’imprenditoralità: l’accelerazione delle migliori idee di impresa e delle migliori soluzioni. Gli studenti più meritevoli avranno l’opportunità di vivere un programma formativo ad hoc, in collaborazione con i principali attori del mondo dell’imprenditoria digitale e dell’ecosistema startup oltre che alle Università. Infine verrà proposta una app gallery per la scuola che includa anche quanto sviluppato dagli studenti e da personale scolastico. 54
  • 55. #20 Girls in tech & science Le nostre ragazze, più delle loro coetanee in altri paesi, vivono in un contesto che porta a minori aspettative di risultato e quindi di carriera negli ambiti collegati alle scienze, alla tecnologia, all’ingegneria e alla matematica. Occorre dunque intervenire con azioni specifiche sul confidence gap, ovvero sulla percezione del genere femminile di vedere le proprie capacità lontane dagli ambiti tecnologici e scientifici. Con l’obiettivo di ridurre questo gap, il Ministero si farà carico di una decisa azione di coordinamento, mappando le molte iniziative nazionali e internazionali sul tema, rafforzando il partenariato con chi è già attivo da tempo, con una forte attenzione a progettualità e percorsi innovativi per lo sviluppo di competenze. 55
  • 56. #21 Piano carriere digitali (1 di 2) Serve gettare le basi per politiche in grado di avvicinare gli studenti alle carriere in ambito digitale rappresentando in maniera palese, anche con la collaborazione dei principali partner d’impresa e degli attori dell’ecosistema dell’innovazione le opportunità che da esse scaturiscono. 
 Es: Tech Hire negli Stati Uniti Bisogna concentrarsi maggiormente sul divario che caratterizza il nostro tempo: quello tra la capacità del nostro sistema educativo di sviluppare competenze adeguate, e le richieste del mondo del lavoro, sempre più digitali anche quando non legate a percorsi specialistici. Rimane strategicamente cruciale l’obiettivo di mantenere e aumentare il numero di studenti motivati e capaci che decidono di intraprendere percorsi formativi e/o corsi di laurea afferenti ai mondi STEAM. 56
  • 57. Alternanza scuola-lavoro per l’impresa digitale (2 di 2) Gli investimenti permetteranno ad ogni studente della scuola secondaria italiana, compresi per la prima volta gli studenti del liceo, di fare un percorso di alternanza scuola-lavoro. A partire da un protocollo d’intesa con Confindustria Digitale saranno sviluppati schemi di Alternanza Scuola-Lavoro dedicati al coinvolgimento degli studenti in imprese che operano nei tanti campi affini al digitale. Gli studenti potranno essere coinvolti nella digitalizzazione di alcune funzioni dell’impresa, quali ad esempio la comunicazione, il marketing, il community management, politiche distributive e di internazionalizzazione. Gli accordi operativi potrebbero dare origine ad avvisi, mediante i quali le scuole potranno scegliere l’azienda e il modello di alternanza scuola-lavoro più congeniale alla propria realtà scolastica e territoriale. 57
  • 58. #22 Standard minimi e requisiti tecnici 
 per gli ambienti online per la didattica A partire da dicembre 2015 è previsto l’insediamento di un tavolo tecnico in collaborazione con AGID per la definizione di linee guida per l’utilizzo delle piattaforme tecnologiche in ambito didattico. I requisiti minimi sono tesi ad evitare discriminazioni di ogni genere e in particolare quelle dovute a diversa disponibilità economica da parte delle famiglie, o di particolari bisogni educativi degli studenti (Bisogni Educativi Speciali e individui diversamente abili). 58
  • 59. #23 Promozione delle risorse educative aperte e linee guida su autoproduzione dei contenuti didattici digitali Occorre pertanto fornire alle scuole una guida che distingua con chiarezza le varie tipologie di risorse digitali disponibili, i criteri e le possibili forme del loro uso, illustrando le modalità dei processi di selezione, produzione e validazione nonché le caratteristiche tecniche da rispettare per massimizzarne la qualità. In particolare saranno identificati processi e caratteristiche differenziate a seconda che si tratti di risorse a copertura curricolare o di risorse di natura integrativa A questo scopo, un lavoro di approfondimento sarà dedicato alla definizione degli schemi classificatori (ontologie) e delle tipologie e caratteristiche dei depositi (repository) necessari per la gestione dei materiali condivisi in modo digitale, in modo da aumentarne la loro reperibilità e riuso. In aggiunta, apposite linee guida forniranno indicazioni e suggerimenti specifici relativi ai materiali didattici digitali autoprodotti. 59
  • 60. #24 Biblioteche scolastiche come ambienti di alfabetizzazione all’uso delle risorse informative digitali Riqualificare gli ambienti di apprendimento significa anche promuoverne nuove modalità d’uso e collegarvi nuovi servizi, come l’attività di promozione della lettura anche grazie all’uso della rete e di strumenti digitali. Al liceo il 35% usa per la maggior parte del tempo il libro cartaceo, il 63,9% lo integra con il libro digitale. Solo l’1,1% utilizza esclusivamente materiali digitali. Si favorisce inoltre la nascita di reti di scuole che completino o realizzino ex novo biblioteche. 60
  • 61. #25 Formazione in servizio per l’innovazione didattica e organizzativa (1 di 3) La Buona Scuola ha introdotto per la prima volta la formazione obbligatoria in servizio per il personale docente. La formazione è rivolta a docenti, dirigenti scolastici e direttore dei servizi generali. E’ previsto lo sviluppo di una rete di almeno 300 “snodi formativi” che dovranno assicurare la copertura territoriale. Docenti. Sarà legata all’inserimento e alla programmazione di azioni all’interno del piano triennale per l’offerta formativa Dirigenti scolastici. Saranno formati tutti i dirigenti scolastici per l’avvio e l’indirizzo di politiche di innovazione all’interno delle istituzioni scolastiche: 1) per costruire forti relazioni sul territorio con gli attori interessati al digitale 2) per promuovere curricoli per le competenze digitali 3) per valorizzare la costituzione di reti formative e progettuali al fine di rendere sostenibili le scelte e compatibili gli investimenti. Direttori dei servizi generali e amministrativi (DSGA). Dematerializzazione e supporto alla partecipazione alle procedure legate a bandi, acquisti e contrattualizzazione. 61
  • 62. #25 Formazione in servizio per l’innovazione didattica e organizzativa (2 di 3) GLI SNODI FORMATIVI TERRITORIALI Il Piano individua nel potenziamento di una rete di snodi formativi (le sedi dove avverrà la formazione), una delle leve per gestire le principali attività formative non svolte all’interno di ogni scuola. Gli snodi formativi ripenseranno e potenzieranno i poli formativi territoriali fino a 10 milioni di euro l’anno. Gli snodi dovranno assicurare la copertura territoriale, la continuità negli anni della progettualità formativa e la partecipazione a monitoraggi periodici qualitativi per superare le inefficienze del passato. Alla valutazione istituzionale sarà aggiunta una valutazione “socializzata”, condotta dagli stessi partecipanti: ogni partecipante ai percorsi di formazione potrà dare la propria opinione, e il Ministero si occuperà di incrociare la lettura di questi dati con le valutazioni istituzionali. 62
  • 63. #25 Formazione in servizio per l’innovazione didattica e organizzativa (3 di 3) SU COSA SI SVOLGERÀ LA FORMAZIONE (NEL PROSSIMO TRIENNIO) La formazione potrà essere svolta sia da docenti sia dagli enti di formazione accreditati. Per il triennio 2016-18 tra i contenuti della formazione sarà seguito un framework concreto e conciso. La formazione avrà come punto d’arrivo le competenze trasversali e ordinamentali e come argomento fondante l’innovazione didattica. ALTA FORMAZIONE DIGITALE la formazione e il nutrimento, strutturale e continuo, di una classe di “eccellenze digitali”, di innovatori che già hanno un ruolo di leadership nel nostro sistema educativo. Dall’estate 2016 è previsto per 1.000 docenti con forte propensione all’innovazione e alla cultura digitale un’esperienza di formazione digitale all’estero presso i migliori centri e università del mondo. 63
  • 64. #26 Assistenza tecnica per le scuole di primo ciclo Le scuole - in particolare quelle del primo ciclo - non hanno spesso a disposizione personale per l’assistenza tecnica. Dal 2016, per intervenire su una parte del problema, il Ministero finanzierà la creazione di “Presìdi di Pronto Soccorso Tecnico”, formati tra scuole del primo ciclo e scuole secondarie, con lo scopo di gestire piccoli interventi di assistenza tecnica. Potranno anche essere attivate intese con corsi di laurea ad indirizzo informatico, per il ricorso a tirocini di studenti universitari, già sperimentato da tempo e con successo in alcune reti e scuole. 64
  • 65. #27 Rafforzare la formazione iniziale sull’innovazione didattica (1 di 2) Si prevede che le lauree magistrali vengano integrate (durante il percorso o dopo il percorso di laurea) da un corpus di almeno 24 crediti in discipline specifiche per la professione docente. La natura e distribuzione di tali crediti rimane ancora da definire, ma è auspicabile un collegamento con le competenze necessarie per accedere alla professione docente. In particolare, le competenze di innovazione e sperimentazione didattica dovranno includere: 1) Innovazione didattica e metodologica (didattica digitale, sperimentazione metodologica e didattica) 2) Abilità e conoscenze informatiche, con particolare riferimento all’aggiornamento di competenze disciplinari o ordinamentali 3) Saper fare ricerca e autoaggiornamento 65
  • 66. La nuova formazione in ingresso 
 dei neoassunti (2 di 2) Le 50 ore di formazione sono divise in 4 fasi: 1) incontri iniziali e finali 2) laboratori formativi in base allo sviluppo delle competenze dei docenti e ai bisogni della scuola dove presteranno servizio 3) attività peer-to-peer tra tutor e docenti neoassunti, tramite osservazione reciproca e progettazione didattica condivisa 4) progettazione on-line Da sistema di “obblighi” si passa ad un “accompagnamento” del docente neoassunto durante tutto l’anno di formazione, stimolando continui feedback. Inoltre, il modello prevede anche che il docente effettui un bilancio delle proprie competenze attraverso domande mirate nell’ottica di definire un modello italiano di “Teachers’ standards” (portfolio delle competenze dei docenti). 66
  • 67. #28 Un animatore digitale in ogni scuola Ogni scuola avrà un “animatore digitale”, un docente che, insieme al dirigente scolastico e al direttore amministrativo, avrà un ruolo strategico nella diffusione dell’innovazione a scuola. Potrà sviluppare progettualità su tre ambiti: 1) Formazione interna. fungere da stimolo alla formazione interna alla scuola sui temi del PNSD, sia organizzando laboratori formativi (ma non dovrà necessariamente essere un formatore), sia animando e coordinando la partecipazione di tutta la comunità scolastica alle altre attività formative(es: snodi formativi) 2) Coinvolgimento della comunità scolastica: favorire la partecipazione e stimolare il protagonismo degli studenti nell’organizzazione di workshop e altre attività sui temi del PNSD, aprendo i momenti formativi anche alle famiglie e agli altri attori del territorio 3) Creazione di soluzioni alternative. Individuare soluzioni metodologiche e tecnologiche sostenibili da diffondere all’interno degli ambienti della scuola (es. uso di particolari strumenti per la didattica di cui la scuola si è dotata; la pratica di una metodologia comune; informazione su innovazioni esistenti in altre scuole; un laboratorio di coding per tutti gli studenti) Ad ogni scuola verranno assegnati 1.000 € all’anno, che saranno vincolati alle attività dei tre ambiti appena descritti. 67
  • 68. #29 Accordi territoriali Gli accordi che saranno sviluppati, a partire da Regioni e Città Metropolitane, avranno uno schema comune, e si impegneranno anche a valorizzare le specificità di ogni territorio. Attraverso gli accordi territoriali, sarà possibile stimolare diverse tipologie di collaborazione sulle singole azioni: 1) collaborazioni “ad incremento”, nelle quali l’investimento, ad esempio, avverrà per raggiungere una copertura maggiore di un intervento 2) collaborazioni “ad integrazione”, nelle quali all’interno della stessa azione, MIUR e partner territoriali investono su interventi integrativi (es. ambienti digitali e tablet) 3) collaborazioni “di sperimentazione” che i territori potranno proporre all’interno di azioni per i quali le proprie politiche sono particolarmente avanzate (es. identità digitale) 4) collaborazioni “propositive” per proporre azioni non presenti nel Piano 68
  • 69. #30 Stakeholders’ Club per la scuola digitale Il mondo della scuola può beneficiare molto dall’innovazione che avviene fuori dalla mura scolastiche. Si pensi sia alle imprese che, più in generale, a un ecosistema emergente di pratiche, attori e comunità dell’innovazione che già lavorano con la scuola, ma che hanno bisogno di occasioni e strumenti per progettare a fianco delle scuole, e sostenerle nella costruzione di risposte educative rivolte al futuro. Si vuole creare uno Stakeholders’ Club per la scuola digitale. Un modo per dare evidenza, merito e struttura alla quantità di collaborazioni che il MIUR e la scuola sviluppando con mondi esterni, con l’impresa e la società civile. Un esempio di queste collaborazioni è la piattaforma “Protocolli in rete”, un canale dove si possono stipulare accordi operativi tra aziende e il mondo dell’istruzione. 69
  • 70. #31 Una galleria per la raccolta di pratiche A dirigenti scolastici, direttori amministrativi e docenti non servono solo regole e linee guida, ma anche buoni esempi a cui tendere e obiettivi realizzabili. Il PNSD avrà un sito dove si potranno trovare tutti i dati relativi all’attuazione del Piano stesso, corredato da una galleria di esempi. 70
  • 71. #32 Dare alle reti innovative un ascolto permanente Bisogna dare ascolto a reti legate a investimenti pubblici e a reti private, ad esempio legate a Fondazioni, passando per reti completamente spontanee ed emerse dalla volontà dei propri partecipanti, sul territorio o in rete. Queste reti meritano un ruolo nel Piano. Non solo per il loro infaticabile lavoro quotidiano, ma anche per la capacità di innovare continuamente, di spingere in avanti la frontiera della pratica e della professione, della didattica e quindi dell’apprendimento. Queste reti saranno censite e mappate, catalogate rispetto alla natura, ma senza discriminare. Formeranno la “Rete per l’innovazione nella scuola”, che verrà formalizzata attraverso una chiamata pubblica aperta a tutte quelle organizzazioni che fanno dell’innovazione e della scuola digitale la loro ragion d’essere. 71
  • 72. #33 Osservatorio per la scuola digitale Misurare l’innovazione digitale è una sfida: è sempre meno una mera quantificazione della presenza di dotazione tecnologica, e significa sempre di più dare evidenza dei processi di cambiamento organizzativo. Il nuovo Osservatorio per la Scuola Digitale raccoglierà l’eredità del vecchio Osservatorio Tecnologico, si interfaccerà con l’Osservatorio per l’Edilizia Scolastica, con i dati sulla formazione e con altre parti del patrimonio informativo del MIUR nel tempo. Le informazioni raccolte attraverso l’Osservatorio per la Scuola Digitale costituiranno una preziosa base per l’ampliamento prossimo del Sistema Nazionale di Valutazione (SNV). 72
  • 73. #34 Un Comitato Scientifico che allinei il piano alle pratiche internazionali Il Piano avrà un suo Comitato Scientifico. Servirà anche come “organo di garanzia” rispetto all’attuazione del Piano e sarà composto da esperti di livello nazionale e internazionale. Sarà convocato almeno 2 volte all’anno con lo scopo di: 1) monitorare l’andamento del Piano, sulla base di dati forniti dal MIUR, anche stimolando un recupero più efficiente dei dati 2) proporre aggiustamenti alla strategia del Piano, o a singole azioni, con relative motivazioni 3) allineare il MIUR ai grandi trend internazionali in campo educativo, nel campo della ricerca e nella misurazione dell’innovazione nel campo educativo. 73
  • 74. #35 Il monitoraggio dell’intero piano L’intero Piano Nazionale Scuola Digitale avrà un suo monitoraggio complessivo. La portata del Piano e l’ampiezza delle sue azioni, non rendono conveniente un monitoraggio limitato solo ad alcune aree. Esiste, viceversa, un forte incentivo a un monitoraggio complessivo, che combini un approccio basato su tutti dati della scuola (i dati del Sistema Nazionale di Valutazione, la formazione del personale, la valutazione dei dirigenti, le effettive dotazioni tecnologiche, i finanziamenti ricevuti, gli apprendimenti, i piani formativi, etc.) con un monitoraggio qualitativo. 74
  • 75. Con quali risorse? 75 Concentrare le risorse su un grande obiettivo strategico, come quello di portare definitivamente l’educazione italiana nell’era digitale, passa da un’armonizzazione delle finalità, e dalla creazione di sinergie tra le diverse fonti di finanziamento. Principalmente tre: 1) i Fondi stanziati dalla legge “La Buona Scuola” (legge 107/2015) 2) quelli previsti dalla programmazione europea, attraverso il PON “Per la Scuola” 2014-2020 3) altri fondi MIUR