1. VOM GHETTO BIS ZUM LAGER LE QUATTRO TAPPE DELL'OLOCAUSTO: EMIGRAZIONE, GHETTIZZAZIONE, MASSACRI CON UNITÀ MOBILI, CAMPI DI STERMINIO.
2. 1° TAPPA:SOLUZIONE EMIGRAZIONE 1933- 1941 Inizialmente,allo scoppio della guerra,l'obiettivo principale del nazismo e di Hitler consistette nel rendere il Reich judenfrei vale a dire "libero dagli ebrei". Il sistema prescelto per "ripulire" la Germania dagli ebrei fu, in questa prima fase,costringerli ad emigrare. Le loro condizioni di vita furono rese intollerabili attraverso una legislazione sempre più oppressiva,si cercava,inoltre,di spingerli verso un esodo definitivo all'estero. Il bilancio di questa fase che va sostanzialmente dal 1933 al 1939, non fu tuttavia coronato da successo perché ad ogni espansione della Germania nazista il numero degli ebrei cresceva e le nazioni estere non furono in grado di assorbire l'ondata di emigrazione ebraica proveniente dal Reich. La soluzione "emigrazione" alla vigilia della guerra appariva sostanzialmente fallita Boicottaggio del negozio di un ebreo (Berlino, 1°aprile 1933)
3. 2° TAPPA :”GHETTIZZAZIONE AD ORIENTE” L'invasione del Belgio, dell'Olanda, della Francia, della Danimarca e Norvegia fece aumentare ulteriormente il numero degli ebrei caduti nelle mani del nazismo. L'obiettivo prioritario, rendere judenfrei la Germania si allargò a dismisura: si trattava ora di rendere judenfrei l'intera Europa. La soluzione non poteva più essere quella di far emigrare gli ebrei all'estero. Si fece così strada un'altra soluzione:deportare gli ebrei europei all'Est concentrandoli nei territori polacchi occupati. In questa operazione di concentramento dovevano essere coinvolti ovviamente anche gli ebrei polacchi. Creare in Polonia dei grandi ghetti apparve la soluzione più appropriata. Tuttavia sin dall'inizio ci si scontrava con un altro pilastro dell'ideologia nazista : lo "spazio vitale" che la Germania doveva guadagnarsi ad Est. I territori conquistati dovevano infatti essere destinati ai tedeschi che avrebbero dovuto insediarvisi. Il concentramento nei ghetti della Polonia non poteva dunque rappresentare la "soluzione finale" del problema ebraico ma una "soluzione transitoria" in attesa della fine della guerra dopo la quale si sarebbe dovuta trovare una soluzione alternativa .
4. 3° TAPPA : “STERMINIO IN UNIONE SOVIETICA” Mentre si affermava la soluzione della "ghettizzazione" la Germania stava preparando i piani di invasione dell'Unione Sovietica. In prospettiva l'invasione dei grandi territori dell'Ucraina, della Bielorussia e della Russia europea aggravava il "problema ebraico". Infatti il numero degli ebrei che vivevano in Unione Sovietica ammontava a svariati milioni. La soluzione adottata in Polonia non sembrava praticabile. Si fece strada un'ipotesi alternativa: eliminare fisicamente gli ebrei dell'Unione Sovietica con nuclei di sterminio mobili appositamente creati. Nel marzo 1941 Hitler affermò che "l'intellighenzia giudeo-bolscevica in Unione sovietica doveva essere eliminata" In una direttiva dell'esercito del 13 marzo 1941 si informavano i comandanti militari che Hitler aveva incaricato Himmler di certi compiti speciali:di fatto questi compiti consistevano nel massacro degli ebrei sovietici ad opera dei cosiddetti "Einsatzgruppen". Il 22 giugno 1941 la Germania invadeva l'Unione Sovietica. Nei territori che con estrema velocità le armate tedesche stavano occupando vivevano 4.000.000 di ebrei. All'avanzare delle truppe tedesche, alle loro spalle, gli Einsatzgruppen iniziarono un sistematico massacro che - secondo le valutazioni degli storici - provocò oltre 1.500.000 morti.
5. 4° TAPPA :”LA SOLUZIONE FINALE” La soluzione di sterminare sul posto gli ebrei rappresentò un "salto di qualità" nel progetto di eliminare il giudaismo europeo. Per la prima volta si teorizzava e applicava nel concreto un piano di eliminazione fisica. Tuttavia il sistema di sterminare gli ebrei laddove vivevano non poteva essere adottato al di fuori dell'Unione Sovietica. Lo sterminio degli ebrei occidentali non poteva essere attuato con mezzi così brutali ed evidenti. Non si potevano assassinare in massa gli ebrei olandesi, francesi, greci alla luce del sole. Le fucilazioni compiute ad Oriente erano inimmaginabili ad Occidente. Occorreva studiare un altro metodo. Ed è di fronte a questi problemi che si fece strada la "soluzione finale". .
6. Vi erano state diverse esperienze di sterminio negli anni precedenti che concorsero ad ideare la soluzione finale, inoltre, la deportazione in Polonia degli ebrei del Reich aveva fornito degli "insegnamenti" sulle tecniche di deportazione e il concentramento in “ ghetti” aveva messo in grado le possibilità della macchina dello sterminio. Si fece definitivamente strada la soluzione finale cioe' l'annientamento fisico degli ebrei in campi di concentramento predisposti a Oriente. La teorizzazione di questa soluzione finale venne affidata ad Himmler e ad Heydrich. Lo spartiacque storico venne marcato dalla cosiddetta Conferenza del Wannsee, una riunione nella quale si iniziarono a coordinare tutti gli enti interessati al buon esito della soluzione finale. All'inizio del 1942 la "soluzione finale del problema ebraico" era stata varata
7. I Ghetti Marzo 1941: gli ebrei di Cracovia vengono spostati nel Ghetto Ebrei per le strade di Cracovia costretti a spalare la neve
8. Porta di ingresso del ghetto di Cracovia Famiglia che si dirige verso il ghetto di Lodz Reclusi nel campo di Kovno
10. "Juden haben Waffen!" Storia dell'insurrezione del Ghetto di Varsavia - 23 Il significato dell'insurrezione del Ghetto di Varsavia L'insurrezione del Ghetto di Varsavia ebbe un grande significato politico:dimostrava che si poteva resistere ai tedeschi anche in condizioni di partenza fortemente svantaggiate. Questo significato fu colto un anno più tardi quando l'intera città di Varsavia il 1° agosto 1944 insorse resistendo sino al 2 ottobre successivo. A più lunga distanza l'insurrezione del Ghetto rappresenta un simbolo morale, ancora oggi, per tutta l'umanità. Il significato del sacrificio dei combattenti che sin dall'inizio non avevano alcuna illusione di vincere sta nella riaffermazione della dignità umana di fronte alla barbarie del totalitarismo nazista e a quella di ogni ideologia negatrice della libertà e dei diritti.
11. La lotta del Ghetto non rappresenta solo una pagina di storia ebraica ma un momento alto per la moralità del genere umano, della sua volontà a preservare il diritto al rispetto, alla pace, alla convivenza. Mordechai Anielewicz e i suoi compagni di lotta scelsero come morire per riaffermare che ogni dittatura può imporsi ai corpi delle sue vittime ma non potrà mai piegare le loro anime. Se dopo sessanta anni dalla rivolta la dignità dell'uomo è ancora un valore che non si spegne con la morte lo dobbiamo anche al sacrificio dei ragazzi e delle ragazze ebree del Ghetto di Varsavia. Cerimonia commemorativa dell'insurrezione Al centro è riconoscibile Zuckermann (fine 1945?)
12. “ Il Lager di TheresienStadt ” I CAMPI DI STERMINIO La vita nel campo:il cibo da distribuire era scarsissimo, le medicine inesistenti, gli strumenti per il lavoro inadeguati, la situazione abitativa drammatica. A questo si aggiunga il costante infierire delle malattie e l'incubo di essere inseriti nelle liste verso il nulla della morte nei campi di sterminio. Uomini e donne venivano separati e alloggiati in condizioni inumane di sovraffollamento. I morti venivano cremati e le ceneri setacciate per recuperare eventuali protesi dentarie in oro. Le ceneri venivano poste in scatole di cartone sulle quali veniva scritto il nome del defunto. Poco tempo prima della fine della guerra per cancellare le tracce della strage il comandante Rahm ordinò che 8.000 fossero sotterrate e altre 17.000 svuotate nel fiume Ohre. La crudeltà di Rahm si spinse al punto di far eseguire questo lavoro di svuotamento ai bambini del campo che, in cambio, di una razione supplementare di cibo svuotarono nelle acque del fiume i poveri resti dei loro stessi parenti.
13. Eppstein saluta un gruppo di Ebrei appena deportato dall’ Olanda Distribuzione del cibo ai nuovi arrivati- gennaio 1944
14. Treblinka è un piccolo villaggio posto lungo l'asse ferroviario Varsavia-Bialystok. Nel 1941 i tedeschi vi crearono un campo di lavoro per polacchi ed ebrei destinati a costruire fossati anticarro e ad estrarre materiali da costruzione. Nel 1942 venne edificato il campo di sterminio che, insieme a Belzec e Sobibor, era destinato a far parte della cosiddetta Aktion Reinhard , l'operazione di eliminazione di due milioni di ebrei concentrati nel Governatorato Generale.
15. Il campo di Amersfoort nacque nel 1939. L'arrivo dei nazisti e la prima fase del campo (1941-1943) Le notevoli installazioni intorno ad Amersfoort non potevano passare inosservate per lungo tempo ai tedeschi. Già nella primavera del 1941 furono realizzate delle ristrutturazioni e, il 18 agosto 1941, il campo divenne ufficialmente il "Polizeiliches Durchgangslager Amersfoort" cioè il "Campo di transito di polizia di Amersfoort". I nazisti decisero di usare il campo per raccogliervi gli ebrei arrestati nella provincia di Amersfoort. I primi 450 prigionieri giunsero alla fine dell'ottobre 1941 provenienti dal campo di Schoorl che era stato chiuso. Durante il 1941 vennero internati 820 ebrei residenti ad Amersfoort e dintorni. Gli sforzi della municipalità di Amersfoort per salvare i suoi concittadini israeliti risultarono vani. Il 22 aprile 1943 gli ebrei vennero dapprima trasferiti nel campo di Vught e di qui a Westerbork per poi essere sterminati nei campi di annientamento polacchi.
16. La seconda fase del campo: 1943-1945 Con l'invio dei prigionieri ebrei a Vught il campo di Amersfoort nel marzo 1943 ospitava soltanto otto internati. A questo punto le SS trasformarono il campo in un inferno destinato alla repressione della Resistenza olandese. La maggior parte dei prigionieri che furono reclusi ad Amersfoort in questa seconda fase furono uomini. Appartenevano ai più diversi gruppi di "indesiderabili" e di oppositori secondo l'ideologia nazista. Si trattava di zingari, di Testimoni di Geova, preti cattolici e protestanti, omosessuali, "delinquenti", persone dedite al commercio illegale di generi alimentari, membri della Resistenza, ostaggi ed ebrei. Come in tutti i campi tedeschi ciascuno veniva indicato con il triangolo della "categoria" di appartenenza e schedato con il tristemente noto numero tatuato sul braccio.
17. Da Mechelen ad Auschwitz: quattro trasporti e il loro destino. 17 gennaio 1944 Con il ventitreesimo trasporto del RSHA dal Belgio giunsero 657 ebrei provenienti dal lager di Mechelen. Nel trasporto si trovavano 309 uomini, 37 ragazzi, 286 donne e 25 tra bambine e ragazze. Dopo la selezione, 140 uomini, ricevettero i numeri da 172296 a 172435, e 98 donne, furono contrassegnate con i numeri da 74512 a 74609. Dopo la marchiatura vennero assegnati al lager come detenuti. Le restanti 419 persone vennero uccise nelle camere a gas. Con questo trasporto del RSHA giunsero anche 351 zingari. Nel trasporto si trovavano 78 uomini e 99 ragazzi, che furono segnati con i numeri da Z-9050 a Z-9226, 99 donne e 75 bambine, che ricevettero i numeri da Z-9761 a Z9934. Gli zingari trasferiti erano cittadini belgi, francesi, olandesi, tedeschi e norvegesi.
18. 7 aprile 1944 Con il trasporto 24 del RSHA dal Belgio arrivarono dal campo di Mechelen 625 ebrei. Il trasporto comprendeva 302 uomini, 269 donne e 54 bambini. Dopo la selezione, vennero internati nel campo come detenuti 206 uomini, che ricevettero i numeri da 179710 a 179915, e 146 donne, segnate con i numeri da 76601 a 76746. Le altre 273 persone vennero uccise nelle camere a gas. 21 maggio 1944 Venticinquesimo trasporto del RSHA dal Belgio giunsero 507 ebrei provenienti dal lager di Mechelen. Con il trasporto arrivarono 228 uomini e 29 bambini insieme a 221 donne e 29 bambine. Molto probabilmente, durante il tragitto a questo trasporto vennero aggiunti circa 200 ebrei, poiché dopo la selezione vennero assegnati al campo come detenuti 300 uomini, più di quelli trasferiti dal campo di Mechelen. Ricevettero i numeri da A-2546 ad A-2845. 99 ebree ebbero i numeri da A-5143 ad A-5241. Le altre 300 persone circa furono uccise nelle camere a gas.
19. 2 agosto 1944 Ventiseiesimo trasporto del RSHA dal Belgio. Giunsero ad Auschwitz 563 ebrei provenienti dal lager di Mechelen: 276 uomini, 24 bambini, 240 donne e 23 bambine. Dopo la selezione, vennero internati nel campo come detenuti 223 uomini, che ricevettero i numeri da B-3450 a B-3672, e 138 donne. Le donne furono alloggiate nel campo di transito di Birkenau e in un primo momento non ricevettero numeri; sono registrate solo il 22 agosto con i numeri da A-24041 ad A-24178. Le altre 302 persone, tra cui 47 bambini, sono uccise nelle camere a gas.
20. Le rovine dei campi di Auschwitz sono "patrimonio dell'umanità" protetto dall'UNESCO Il campo di concentramento di Auschwitz fu uno dei tre campi principali che formavano il complesso concentrazionario situato nelle vicinanze di Auschwitz « Non siete venuti in un sanatorio, ma in un campo di concentramento tedesco. Da qui non c' è altra via d'uscita che il camino del crematorio. Se a qualcuno questo non piace, può andare subito contro il filo spinato. Se in un trasporto ci sono degli ebrei, non hanno diritto a sopravvivere pi ù di due settimane, i preti un mese e gli altri tre mesi »
21. Facevano parte del complesso anche il campo di sterminio di Birkenau, situato a Birkenau e il campo di lavoro di Monowitz, situato a Monowitz, ed i restanti 45 sottocampi costruiti durante l'occupazione nazista della Polonia. Il complesso dei campi di Auschwitz svolse un ruolo fondamentale nei progetti di "soluzione finale del problema ebraico " divenendo rapidamente il più grande ed efficiente centro di sterminio nazista.