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ACCADEMIA ARTIGIANI CLASSE A

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ACCADEMIA ARTIGIANI CLASSE A
PREMESSA / CONTESTO
Costruire edifici energeticamente efficienti nelle città europee rappresenta una grande
opportunità economica oltre che un risparmio energetico: è quanto emerge dal report URBACT
Building energy efficiency in European cities.
L’Europa deve lavorare su politiche stabili a medio e lungo termine che rassicurino i mercati e
modifichino il settore delle costruzioni sia a livello europeo che nazionale e locale.
Pianificare zone della città sostenibili determina una concreta riduzione delle emissioni ed un
abbattimento del consumo energetico; la pianificazione urbana deve contenere piani di
ristrutturazione e programmi di rigenerazione tesi a trasformare le aree cittadine in zone a basso
consumo.
La messa a nuovo degli edifici dal punto di vista ambientale ed energetico produce diversi aspetti
positivi: migliora il paesaggio, facilita una distribuzione demografica più bilanciata e costituisce
una solida base per le attività economiche.
Promuovere e pubblicizzare gli esempi di buone pratiche riguardanti progetti di riqualificazione
può essere molto utile per generare interesse e quindi stimolare la domanda nel settore edilizio
che, notoriamente, sta attraversando un periodo di crisi profonda.
La riqualificazione energetica degli edifici è una delle strade per uscire dalla crisi economica e
creare sviluppo ed occupazione: al pari di altri investimenti, la riqualificazione edilizia crea
opportunità lavorative ed economiche, riduce i costi dell’energia per le imprese e le famiglie,
abbatte le emissioni in atmosfera e migliora la sicurezza energetica.
Anche gli edifici storici e tradizionali giocano un ruolo cruciale nell’identità di una città, il migliore
modo per mantenere vivi questi edifici è assicurare loro un uso corretto adattandoli ai bisogni
correnti. L’integrazione delle strategie, il coinvolgimento dei diversi livelli di governo e gli
investimenti in riqualificazione energetica degli edifici sono l’unico modo in cui le città possono
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dare avvio ad una differente economia, affrontare i problemi ambientali ed i cambiamenti
climatici e sociali.
La Direttiva 31/2010/CE (comunemente nota come EPBD Recast – Energy Performance
Building Directive) intende conferire al Certificato energetico degli edifici esistenti un ruolo attivo
nella promozione degli interventi di recupero affinché esso non resti, com’è opinione diffusa ad
oggi, una mera “fotografia dello stato dell’immobile”.
Oltre a indicare la classe e la prestazione energetica dell’edificio, il Certificato (attestato di
prestazione energetica) dovrà fornire raccomandazioni sulle misure di miglioramento.
Per quanto concerne il panorama italiano, nel corso del 2011 l'ENEA ha promosso l'iniziativa 4E
(Efficienza Energetica Edifici Esistenti) in partnership con attori economici, sociali e istituzionali,
impegnati su tematiche fondamentali per l'efficacia e la promozione del recupero energetico e
dell'efficienza energetica; il progetto ha portato alla definizione di un position paper e di un primo
livello di strategie atte ad incentivare e rafforzare il sistema di certificazione energetica degli
edifici, elemento essenziale per la promozione di interventi di recupero efficaci e lo sviluppo del
mercato edilizio.
Il Parlamento europeo ha inoltre recentemente adottato una nuova legislazione sull’efficienza
energetica degli edifici che dovrebbe portare a una riduzione dei consumi energetici delle
abitazioni e degli uffici, con un risparmio sulle bollette per i consumatori europei, e consentire
all’Ue di rispettare i suoi obiettivi di riduzione del consumo di energia del 20% entro il 2020.
Secondo le stime, gli edifici oggi consumano il 40% dell’energia totale dell’Ue e sono la principale
fonte di emissione di gas serra in Europa. Migliorare le loro performance energetiche è quindi
essenziale per permettere all’Ue di rispettare gli impegni presi con il pacchetto 20-20-20 climaenergia.
A questo punto, gli Stati membri dovranno prendere le necessarie iniziative per garantire
all’interno dei loro territori nazionali gli standard minimi di performance energetica degli edifici, in
previsione del raggiungimento di livelli ottimali in funzione dei costi.
In base all'obiettivo Near Zero Energy (NEZ) i primi ad adeguarsi dovranno essere gli Enti Pubblici

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i cui progetti dovranno rispettare le nuove norme già dal 2018. Poi a partire dalla fine del 2020,
tutti gli edifici, secondo la direttiva del Parlamento europeo, dovranno prevedere standard elevati
di risparmio energetico ed essere alimentati in larga misura da energie rinnovabili. La
performance energetica degli edifici esistenti dovrà, se possibile, essere migliorata con importanti
innovazioni. I proprietari saranno soprattutto incoraggiati a installare ‘’ computer intelligenti ‘’ e a
rimpiazzare il riscaldamento e i sistemi di climatizzazione con delle soluzioni di ricarica ad alto
rendimento quali le pompe a calore. Saranno richieste ispezioni regolari agli scaldabagno e ai
sistemi di climatizzazione.
Ciò rappresenta una radicale spinta al cambiamento ed all'innovazione per tutti gli attori che
tradizionalmente ruotano intorno al settore edilizio e, indirettamente, rappresenta
un'opportunità per gli stessi di emergere dalla crisi grazie a strategie, progetti e proposte
innovative.

DATI/NUMERI
Il Rapporto Annuale di Efficienza Energetica 2012 dell'ENEA evidenzia dati inconfutabili e ben
rappresentativi della situazione italiana rispetto al contesto europeo.
Dai dati emerge un buon posizionamento dell’Italia nel contesto europeo, con una performance di
-18% rispetto alla media UE27, performance che se confrontata con l’intensità energetica di altri
paesi europei, a simile sviluppo industriale, risulta inferiore del 12,8% rispetto alla Germania e del
18,4% rispetto alla Francia, ma superiore rispetto al Regno Unito (+10%) che ha compiuto
progressi continuativi nell’ultimo trentennio.
Il posizionamento dell’Italia su bassi valori dell’intensità energetica è da attribuirsi innanzitutto
alla scarsità di fonti energetiche nazionali, alle politiche messe in atto in risposta alle crisi
energetiche mondiali, alla consolidata tradizione di molti settori industriali fortemente impegnati
nella produzione e diffusione delle tecnologie per l’efficienza energetica (ad esempio
elettrodomestici e domotica, illuminotecnica, caldaie, motori, inverter e smart grid, oltre
4
ovviamente all’edilizia e all’automotive) e, infine, alle caratteristiche del territorio e alle proprie
tradizioni culturali e sociali.
Tuttavia, il potenziale di risparmio energetico ottenibile con interventi che offrono un ritorno
economico positivo per il Paese, ma anche per il singolo consumatore, risulta ancora elevato.
Ad esempio, la realizzazione di un edificio costruito secondo standard di efficienza energetica
consente una riduzione dei consumi fino al 70% rispetto ad un edificio tradizionale.
Molteplici studi confermano il grande potenziale con ritorno economico positivo di numerose
azioni di efficienza energetica.
In Italia nel 2011 il consumo finale di energia è stato pari a 128,1 Mtep. Di questi, il calore (inteso
come uso finale di energia ai fini di riscaldamento e raffrescamento) rappresenta la quota più
importante, pari a circa il 45% del totale, seguito da quelli nei trasporti, pari a circa il 32%, e infine
da quelli elettrici 23%.
Dal punto di vista settoriale, si nota che i trasporti sono il settore a più alto consumo di energia
finale, seguito dall’industria (26%), dal residenziale (23%) e dai servizi (13%), mentre i consumi
della Pubblica Amministrazione rappresentano il 2% circa.
Analizzando il settore residenziale l'evoluzione del consumo di energia per abitazione mostra per
l’Italia una riduzione dell’8,3% nel 2010 rispetto al 2000; questa variazione è inferiore al
corrispondente valore della media UE27 (-15,5%) e delle riduzioni ottenute da Germania, Francia e
Regno Unito.
Il consumo elettrico per abitazione, nel periodo considerato, in Italia ha registrato una riduzione di
poco superiore al 4%, collegata all’acquisto e all’utilizzo da parte dei consumatori di apparecchi
elettrici più efficienti, rispetto all’aumento di circa il 6% della media europea; il consumo termico
per abitazione è diminuito, ma in misura notevolmente inferiore a quanto verificatosi per la
maggior parte dei Paesi europei.
Anche i consumi del settore non residenziale, in cui sono compresi gli edifici adibiti ai servizi, al
commercio e alla Pubblica Amministrazione, risultano in continua e forte crescita passando da
meno di 9,5 Mtep del 1995 a oltre 20 Mtep nel 2010, con un incremento medio annuo pari al 3,4%.

5
Le tecnologie che possono dare un significativo contributo alla riduzione dei consumi riguardano
in particolare:
•

impiantistica ad alta efficienza (caldaie a condensazione, impianti di micro-cogenerazione,
pompe di calore a compressione e ad assorbimento, sistemi integrati con le fonti
rinnovabili ecc.);

•

materiali, dispositivi e prodotti per la riduzione delle dispersioni energetiche delle
tubazioni degli impianti termici o per un miglior rendimento della diffusione finale del
calore (quali ad esempio radiatori ad alta superficie di scambio);

•

laterizi innovativi, con caratteristiche di elevato isolamento termico;

•

materiali dedicati per l’isolamento termico degli edifici (organici, naturali e di sintesi,
inorganici, naturali e di sintesi, tra i quali troviamo argilla espansa, fibra di cellulosa
stabilizzata, poliuretano espanso, polistirene espanso sinterizzato purché privo di HCFC e
HFC, intonaci e malte per isolamento termico e prevenzione dell’umidità, vernici isolanti,
sughero, guaine, teli e membrane per coibentazione, pannelli in fibra di legno e in fibra
naturale);

•

prodotti e sistemi per la riduzione delle dispersioni e degli assorbimenti di calore (quali ad
esempio serramenti ad alte prestazioni termiche, vetri a controllo solare per la riduzione
del fabbisogno di climatizzazione estiva, schermature solari esterne mobili come tende,
veneziane, frangisole, lastre isolanti trasparenti in policarbonato).

Inoltre, si vanno sempre più affermando tecnologie e sistemi innovativi quali i sistemi domotici,
l'involucro attivo, il solar cooling, lo smart building e la cogenerazione.
Il patrimonio edilizio esistente rappresenta il settore con le maggiori potenzialità di risparmio
energetico, ma gli elevati investimenti iniziali costituiscono un rilevante ostacolo per i piccoli
consumatori (residenziale, uffici). A questo, spesso, si aggiunge una scarsa consapevolezza dei
potenziali risparmi e una difficoltà di accesso agli incentivi.
Nonostante l'Italia sia all’avanguardia sul piano normativo, un notevole sforzo è poi richiesto per
favorire l'applicazione concreta del dettato legislativo e per realizzare gli interventi di
6
efficientamento con ritorni economici positivi.
In particolare, per il raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico è necessario:
•

incrementare il tasso di ristrutturazione e riqualificazione energetica edilizia

•

garantire che per gli edifici esistenti di proprietà del settore pubblico, in occasione di
ristrutturazioni importanti, siano realizzati interventi idonei a soddisfare i requisiti minimi
prestazionali previsti dalla legislazione vigente

•

rafforzare fattori abilitanti quali il modello ESCo, l’azione di controllo e applicazione delle
misure, le azioni di comunicazione e sensibilizzazione, il miglioramento del sistema di
monitoraggio e di contabilizzazione dei risultati nonché il supporto alla ricerca e
all’innovazione.

Analizzando il settore immobiliare in senso lato si evidenzia una profonda contrazione dall’inizio
della crisi economica che ha colpito le economie avanzate nel 2007 e che tuttora sta dispiegando i
suoi effetti.
Molto consistente è la contrazione dei permessi a costruire rilasciati, che vede un consistente calo
della superficie autorizzata dal 2007 e segna, nel 2010, un - 43,9% rispetto al dato del 2006.
Analogo andamento per quanto riguarda i permessi di ampliamento per i quali la contrazione tra il
2006 e il 2010 ha fatto registrare un -40,4%.
A testimonianza di questo si evidenziano dati e proiezioni molto negative sugli investimenti in
nuove costruzioni residenziali, mentre aumentano gli investimenti in ristrutturazione; in
diminuzione anche i dati del settore non residenziale, sia pubblico che privato.
Il dato sugli investimenti in manutenzioni straordinarie può rappresentare un’interessante
occasione di ammodernamento, anche dal punto di vista energetico, del patrimonio edilizio
residenziale italiano che risulta essere particolarmente critico essendo circa il 50% del costruito
risalente agli anni 50-70 .

7
Investimenti in costruzioni (in miliardi di euro) Fonte: ANCE
2001
Residenziali
Nuove
Manutenzione
straorinaria
Non
residenziali
Private
Pubbliche
Totale
costruzioni

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

52,8
25,8
27,1

55,4
28,4
27,0

58,4
30,6
27,8

62,4
33,3
29,1

69,0
37,2
31,9

74,2
40,2
34,1

78,3
41,8
36,5

80,5
41,6
39,0

74,7
34,1
40,6

72,4
30,5
41,9

72,8
29,2
43,6

69,6
24,8
44,8

69,1
22,0
47,1

60,5

67,7

70,7

74,9

75,6

76,9

79,8

79,1

72,8

68,4

65,9

61,1

59,1

33,6
27,0
113,4

37,6
30,1
123,1

38,7
31,9
129,1

39,0
35,9
137,2

39,7
35,9
144,7

41,6
35,3
151,1

44,3
35,5
158,1

44,9
34,1
159,6

40,7
32,1
147,5

39,3
29,1
140,8

38,7
27,2
138,7

36,3
24,8
130,7

35,5
23,7
128,2

Il settore delle costruzioni è "allo stremo": poco meno di 62.000 imprese si sono fermate nel 2012
e circa 81.000 addetti sono andati a casa. Come se un medio comune italiano 'chiudesse' i
battenti.
La situazione drammatica emerge da un rapporto di Anaepa - Associazione dei costruttori
aderenti alle Confederazioni Artigiane, che 'fotografa' gli effetti della crisi su famiglie e imprese.
Per le aziende il 2012 è stato un annus horribilis. Il settore delle costruzioni, che conta 894.028
aziende, ne ha perse 61.844, con un saldo negativo dell'1,88%.
Non è andata meglio per le imprese artigiane, che rappresentano la fetta più consistente delle
costruzioni: 571.336 aziende, vale a dire il 63,9% del totale.
Nel 2012 hanno chiuso 54.832 costruttori artigiani, con un saldo negativo dell'1,96%. Le
imprese edili sono strette in una morsa fatta di scarso credito bancario e di tempi di pagamento
sempre più lunghi. A novembre 2012 lo stock di credito erogato alle aziende delle costruzioni è in
calo del 7,6% rispetto a novembre 2011. E i tempi di pagamento da parte dei committenti pubblici
e privati si attestano su una media di 180 giorni, vale a dire 115 giorni in più rispetto alla media dei
Paesi europei.

Non meno preoccupanti le ripercussioni sull'occupazione: la perdita occupazionale dall’inizio
crisi per il settore sale a 446.000 lavoratori. Considerando anche i settori collegati alle costruzioni,
si stimano in 690.000 i posti di lavoro persi.
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Anche le indicazioni fornite dalle Casse Edili, che, rispetto ai dati Istat, rappresentano l’offerta
produttiva più strutturata del settore, continuano a evidenziare forti cali: nel 2012 il numero di ore
lavorate dagli operai iscritti si è ridotto del 14,7% su base annua, mentre il calo per imprese e
operai si è attestato rispettivamente al 9% e al 10,5%. Nel quadriennio 2009-2012 la perdita
complessiva ha raggiunto il 34,1% per le ore lavorate, il 31,1% per gli operai e il 26,6% per le
imprese. Anche i primi risultati del 2013 confermano il trend di contrazione (-18,6% ore lavorate;
-13,7% operai iscritti;-11,6% imprese iscritte).
I dati relativi alle dinamiche occupazionali vanno letti anche alla luce dell’andamento della Cassa
Integrazione Guadagni - in forte crescita nel settore - che ha permesso finora di contenere il
numero di posti di lavoro persi nelle costruzioni, altrimenti ancora più elevato.
Nel quadriennio 2009-2012 le ore autorizzate nel settore sono più che triplicate, passando da
circa 40 milioni di ore nel 2008 a 140 milioni del 2012. Un’ulteriore accelerazione si registra nei
primi quattro mesi dell’anno in corso (+26,2% su base annua).
A livello territoriale si registrano incrementi rilevanti in tutte le aree del Paese.
Complessivamente, tra il 2008 e il 2012, il numero di ore autorizzate è quasi quintuplicato al
Centro, passando da 6,3 milioni a 31 milioni di quattro anni dopo.
Al Nord è cresciuto di quattro volte, mentre al Sud è poco più che raddoppiato. Anche i primi
quattro mesi del 2013 rilevano aumenti: il più elevato si registra al nord (+41,8% rispetto al primo
quadrimestre del 2012), segue il Centro, in crescita del 14% e il Sud (+8,6%).
La contrazione dell’occupazione nel settore delle costruzioni si riscontra in tutto il territorio ma
risulta particolarmente intensa nelle regioni meridionali.
Rispetto all’inizio della crisi, a fronte di una caduta degli occupati a livello medio nazionale del
22,1%, la flessione raggiunge il 31,7% nel Sud, mentre si attesta al 20,2% e all’ 11,1%,
rispettivamente, al Nord e al Centro.
Nell’Italia Settentrionale, gli occupati nelle costruzioni rappresentano il 22,7% degli addetti
nell’intera industria e il 7,4% dei lavoratori impiegati nell’intero sistema economico.

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Le prospettive ipotizzano una leggera crescita a partire dal 2014: la ripresa sarà però selettiva, il
recupero (manutenzione), le abitazioni di qualità e tecnologicamente avanzate nelle grandi città
(fascia alta) e gli impianti per le energie rinnovabili saranno i comparti trainanti. Anche la ricerca di
nuovo fatturato all’estero sarà premiante, almeno per chi ha le spalle abbastanza larghe per
affacciarsi oltreconfine. Per gli operatori che non sapranno inserirsi in questi comparti l’attuale
contrazione di fatturato potrà evolversi nella migliore delle ipotesi in stagnazione strutturale:
costruzioni tradizionali, immobiliare nuovo senza qualità, appalti di sola esecuzione sono
comparti senza prospettive di ripresa, anzi con buone probabilità di ulteriore riduzione del
mercato.
Le imprese devono ridisegnare le proprie strategie, le politiche pubbliche devono sostenere il
settore nel traghettamento verso un mercato nuovo. Emerge con evidenza che nel settore delle
costruzioni la recessione propria di tutta l’economia italiana si somma ad una crisi autogena e
specifica di portata epocale, contesto che inevitabilmente tende ad ampliare le peculiarità
negative che storicamente contraddistinguono il panorama imprenditoriale italiano:
sottodimensionamento, poca specializzazione e poca propensione all'innovazione ed al
cambiamento.
A fronte di questi problemi, la riconfigurazione del settore edilizio non potrà che fondarsi
su internazionalizzazione, innovazione e diversificazione (in differenti comparti): anche le
piccole e medie imprese, se non vorranno soccombere, dovranno adeguarsi a questi nuovi
fattori di selezione. La contrazione del mercato e il nuovo contesto competitivo determineranno
un processo di espulsione/aggregazione fra operatori che favorirà la crescita dimensionale e
l’efficienza di chi riuscirà a sopravvivere.

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IL PROGETTO / L'IDEA
Il progetto “Accademia Artigiani Classe A” promosso da Unione Artigiani, l'associazione che
supporta artigiani e PMI nelle province di Milano e Monza Brianza, è un tentativo di risposta alla
carenza di offerta qualificata sul mercato edilizio, alle necessità legate all'attuazione delle
normative sopracitate e al contesto di generale crisi che ha colpito il settore e le imprese ad esso
collegate.
Sebbene il potenziale di risparmio energetico nel settore edilizio sia molto elevato e sul mercato
siano disponibili tecnologie già mature, per ottenere risultati significativi di riduzione dei consumi
è infatti necessario che decisori, operatori, consumatori siano dotati di strumenti, metodi,
competenze e informazioni per ponderare le decisioni, effettuare scelte, programmare ed
eseguire interventi di efficienza energetica. Il contatto quotidiano con le imprese ha spinto
Unione Artigiani alla progettazione di un nuovo modo di pensare e di operare al fine di permettere
al settore edilizio di tornare a crescere di nuovo.
Il progetto “Accademia Artigiani Classe A” è finalizzato alla creazione di una rete di imprese,
appartenenti alla filiera del settore edilizio, con l'obiettivo di condividere competenze e abilità
certificate e qualificate con riferimento alla progettazione, costruzione e manutenzione di edifici
energeticamente efficienti. L'iniziativa si compone di una serie di azioni strettamente correlate
finalizzate a garantire i massimi standard qualitativi e benefici a tutti i soggetti coinvolti nel
processo (sfera decisionale, sfera operativa, consumatore finale).

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Il progetto ruota intorno ad un attore principale, le aziende artigiane, che verranno selezionate in
base a criteri (qualitativi, competenze, reputazione) definiti da Unione Artigiani: la rete di imprese
così costituita permetterà a tutti i suoi partecipanti di lavorare in base a principi e regole
condivise.
Obiettivo finale del progetto è la costruzione di una aggregazione di imprese e di un'offerta
qualificata in grado di proporre al mercato, italiano ed internazionale, un pacchetto integrato di
servizi innovativi a garanzia per l'utente finale.

Il progetto “Accademia Artigiani Classe A” trae spunto dalle esperienze di successo della Camera
degli artigiani di Colonia e della Camera di Commercio e Artigianato di Monaco e Alta Baviera
(HWK); i loro obiettivi sono concentrati sulla diffusione di un’idea di progettazione e
ristrutturazione di alta qualità degli edifici nell’ambito di un nuovo quadro di attività di
pianificazione.
Questo è oggi un punto all’ordine del giorno e anche un’opportunità per le PMI del territorio che
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vogliano capitalizzare le loro specifiche competenze ed essere più vicine ai clienti.
Dal punto di vista regionale entrambe le Associazioni sono concentrate sul supporto alle imprese
locali artigiane, ai progettisti e ai decisori finalizzato ad elaborare e realizzare nuovi edifici e
ristrutturazioni di qualità, attraverso l’offerta di corsi di formazione e l’organizzazione di eventi
importanti, la costruzione di network e la loro messa in relazione attraverso le attività di
progettazione e ristrutturazione da realizzarsi in aree pilota del territorio (Alta Baviera e Colonia).

Il progetto “Accademia Artigiani Classe A” si pone come obiettivo la creazione di un'eccellenza e
di un vero e proprio brand riconosciuto sul territorio delle province di Milano e Monza.
Grazie al processo di qualificazione, alle strategie comuni di pianificazione ed espansione
commerciale, le aziende aderenti alla rete avranno l'opportunità di ampliare il proprio portafoglio
clienti e di allargare il proprio raggio d'azione.
In un'ottica di sviluppo strategico, sia per le aziende della rete sia per il territorio di riferimento, il
progetto mira ad assumere un significato di rilevanza internazionale (scambio con partner esteri,
opportunità penetrazione mercati esteri, attrazione buyer esteri).
In tale scenario l'Esposizione Universale del 2015 a Milano riveste un ruolo di grande importanza;
la kermesse sarà infatti una grande occasione anche per le aziende di settori come l'edilizia e per
gli artigiani; occorre quindi sensibilizzare il territorio su queste opportunità e nel contempo
mettere sul tavolo di Expo una proposta articolata e interessante, lavorando a percorsi dedicati e
progetti condivisi, creando i presupposti per intercettare un nuovo target di mercato.
Alla base del progetto “Accademia Artigiani Classe A” vi è la convinzione che Expo 2015 è solo un
punto di partenza che proseguirà oltre, perché abbiamo una serie di ricchezze culturali e
produttive, competenze ed idee che possono attrarre/convincere/soddisfare i visitatori/clienti
potenziali; occorre evitare che la manifestazione internazionale risulti puramente un insieme di
concetti, interventi e momenti fini a sé stessi come spesso avviene in contesti simili generando
quindi una proposta che sia in grado di sopravvivere alla mera “vetrina temporale”.
progetti di riqualificazione urbanistica, economica e sociale (sede, etc..)
13
Il primo approccio al territorio è previsto con la realizzazione di una vera e propria sede
dell'Accademia; attraverso una riqualificazione di un edificio esistente secondo i principi
dell'efficienza energetica le imprese della rete potranno sperimentare sul campo le tecniche e le
competenze maturate durante il percorso di qualificazione.
L'intervento di riqualificazione di un edificio esistente si inserisce in un più ampio ambito di
progettazione integrata che mira al coinvolgimento di tutti gli Attori del territorio.
L'obiettivo è la ridefinizione del rapporto “strumenti-obiettivi” in ambito residenziale e
territoriale: la diffusione del principio della qualità architettonica funzionale ed energeticamente
efficiente, gli standard di progettazione elevati, rappresentano interventi sufficienti ad innescare
un processo di riqualificazione e valorizzazione economica dell’intero sistema insediativo.
Spazi ben progettati in termini architettonici e funzionali sono spazi che funzionano bene e,
quindi, sono spazi socialmente vitali e sostenibili.
L'edificio, oltre a rappresentare la sede del brand “Accademia Artigiani Classe A”, avrà inoltre la
funzione di showroom per la aziende dell'aggregazione; al suo interno verranno infine
organizzate attività rivolte sia alle aziende aderenti al progetto che a soggetti esterni (corsi di
formazione di primo livello e di specializzazione, corsi di aggiornamento, etc..).

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AZIONI
Attraverso l'Accademia si vuole creare un percorso standard che permetta alle aziende facenti
parte della rete di essere perfettamente “educate e formate” su come progettare e costruire
edifici energeticamente efficienti.

Il percorso è strutturato in 2 macro sessioni: una sessione di “formazione e qualificazione” di
primo livello e una sessione di “aggiornamento continuo”

FIRST
YEAR

TRAINING COURSE

WORKSHOP

NEXT
YEAR

UPDATING SESSIONS

MAINTENANCE OF
QUALIFICATION

STAGE IN COLOGNE

Il corso di formazione è il primo step di avvicinamento delle imprese ai principi e alla filosofia che
sta alla base del progetto: diviso in 5 moduli, può essere frequentato sia attraverso la
partecipazione alle lezioni in aula sia in modalità remota, grazie alla piattaforma e-learning di
Unione Artigiani.
Tutti i corsi hanno come obiettivo l’approfondimento delle problematiche e delle attenzioni che si
devono prestare nei cantieri degli edifici energeticamente efficienti, offrendo lo scambio attivo
tra le varie maestranze (progettisti, edili, impiantisti, elettricisti, etc..).
L’impiego di materiali e tecniche specifiche per la costruzione, l’isolamento termico, e di tutte le
tecnologie impiantistiche (elettriche, termoidrauliche, ecc…) richiede un’approfondita
conoscenza teorica e pratica: ciò costituisce l'elemento fondamentale in cantiere per il successo e
la riuscita dei progetti.
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Al termine della sessione formativa le aziende verranno coinvolte in un primo livello di
sperimentazione e confronto mediante la realizzazione di un workshop di progettazione
integrata; l'obiettivo è agevolare la condivisione, la partecipazione ed il confronto che permetterà
alle aziende di lavorare insieme e di sviluppare abilità di risoluzione dei problemi con riferimento
alla progettazione, costruzione e ristrutturazione di edifici ad alta efficienza energetica.
Il completamento del processo di formazione e qualificazione avviene con la visitastage a Colonia
presso la Camera degli Artigiani; le aziende avranno l'opportunità di entrare in contatto con una
realtà che rappresenta l'eccellenza a livello europeo per le attività di progettazione e
ristrutturazione di edifici energeticamente efficienti.
L'osservazione delle best practices, delle tecnologie e dei sistemi all'avanguardia nel settore e la
loro reale applicazione, la realizzazione di un vero e proprio “ecosistema” Impresa - Enti –
Territorio perfettamente integrato e altamente efficiente permetterà di ampliare il bagaglio di
conoscenze delle imprese aderenti alla Rete e nel contempo rappresenterà una potenziale
occasione di scambio reciproco con le aziende del territorio.

Al fine di mantenere gli standard di qualificazione ai massimi livelli, il progetto prevede un
percorso di aggiornamento continuo per tutte le aziende aderenti alla rete.
All'interno di questo percorso i soggetti aderenti alla rete riceveranno anche una certificazione
“reputazionale ed etica”: attraverso il sistema STARS - STAkeholders Reputation System, le
aziende avranno una misura reale della percezione del proprio mercato in merito ai
comportamenti, valori, qualità della produzione e dei servizi, capacità di fare rete.
Il marchio di qualità STARS, concesso solo a chi supera la soglia di eccellenza, diventa un biglietto
da visita importante nel processo di generazione di fiducia sempre più necessario in un mondo
globale dove la collaborazione si esprime in processi di networking allargato.

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Il progetto “Accademia Artigiani Classe A” punta pertanto a diventare un punto di riferimento e
di eccellenza nel territorio grazie a fondamenti e principi ritenuti fondamentali ed imprescindibili
per lo sviluppo delle imprese e lo sviluppo sostenibile del territorio:

1) Network e brand
Il progetto vuole sottolineare l'enorme importanza delle reti di impresa (networking) quale forma
di collaborazione che consente di mettere a fattore comune risorse e capacità con l’obiettivo di
acquisire maggiore forza competitiva, produttiva e commerciale.
Lavorare in rete produce, in prospettiva, numerosi vantaggi competitivi: maggiore accessibilità al
credito, economie di scala, maggiore efficienza tramite specializzazione delle diverse imprese (le
reti permettono forme di divisione coordinata del lavoro che consentono specializzazione
flessibile, in grado di adattarsi, meglio delle grandi imprese, ai mutamenti tecnologici e ad altri
shock esterni) ,riduzione dei costi di transazione, sviluppo di una produzione condivisa.
Anche il connubio territorio-rete d’imprese è una risorsa importante. L’omogeneità delle esigenze
date da un comune territorio e la possibilità di dare comuni soluzioni è un’opportunità di crescita
non solo per le imprese che fanno parte della rete, ma di tutto l’ambiente in cui esse agiscono. Si
ritiene infatti che le reti di imprese favoriscano in misura superiore ad altri sistemi la produzione di
beni collettivi locali.
Il brand comune “Accademia di Classe A” permetterà agli artigiani aderenti di:
- Sviluppare nuove competenze o nuovi prodotti in forma collaborativa
- Perseguire processi di specializzazione o di diversificazione
- Condividere i rischi
- Ridurre i costi di transazione
- Creare incentivi all’apprendimento e alla diffusione delle informazioni
- Razionalizzare attività comuni
- Disporre di una maggiore varietà di risorse, competenze e informazioni
- Ottenere maggiori impulsi all’innovazione di prodotto e di processo attraverso economie di

17
esplorazione ed esternalità di innovazione
- Migliorare il rating delle aziende in rete
- Beneficiare di agevolazioni fiscali sugli utili derivanti dall’attività di rete

2) Sede e showroom
Il primo approccio al territorio è previsto con la realizzazione di una vera e propria sede
dell'Accademia; attraverso una riqualificazione di un edificio esistente secondo i principi
dell'efficienza energetica le imprese della rete potranno sperimentare sul campo le tecniche e le
competenze maturate durante il percorso di qualificazione.
L'intervento di riqualificazione di un edificio esistente si inserisce in un più ampio ambito di
progettazione integrata che mira al coinvolgimento di tutti gli Attori del territorio.
L'edificio, oltre a rappresentare la sede del brand “Accademia Artigiani Classe A”, avrà inoltre la
funzione di showroom per la aziende dell'aggregazione; al suo interno verranno infine
organizzate attività rivolte sia alle aziende aderenti al progetto che a soggetti esterni (corsi di
formazione di primo livello e di specializzazione, corsi di aggiornamento, etc..).

3) Knowledge e qualificazione
La scelta di orientare la propria attività nei settori dell’efficienza è già stata attuata da quasi la
metà delle imprese edili e dalla grande parte delle imprese d’istallazione e manutenzione
impianti, anche come strumento per diversificare la propria attività e rendersi più competitive sul
mercato, specializzandosi verso nuovi settori tecnologicamente avanzati
Già da qualche anno, infatti, trovano spazio i segnali di un settore in evidente cambiamento ed un
mercato in profondo rinnovo, in cui cresce sempre più la domanda di manutenzione, riuso ed
efficienza.
Al centro di questo percorso vi sono il capitale umano e lo sviluppo di nuove competenze e
professionalità.
Diventa dunque sempre più rilevante il tema della qualificazione delle risorse umane e, quindi,

18
delle imprese.
Il successo e la capacità delle imprese di stare sul mercato passano attraverso il
miglioramento delle competenze gestionali e tecnologiche. La necessità di tenersi aggiornati e
di formare i propri dipendenti aumenta quanto più si complicano le normative, crescono gli
standard di qualità richiesti dalla domanda, l’innovazione propone nuove tecnologie e diventa più
complicata l’offerta di servizi.
In questo senso si muove anche la normativa Europea, che con le due Direttive sulle energie
rinnovabili e sull’efficienza energetica prevede l’istituzione di programmi di qualificazione per le
imprese e gli addetti, al fine di favorire una maggiore specializzazione rispetto alle nuove
tecnologie connesse alla sostenibilità energetica.
Il fabbisogno di qualificazione per le imprese del settore è, dunque, crescente ed è sempre più
orientato alla specializzazione ed in linea con un settore sempre più orientato ai temi
dell’efficienza, della sostenibilità e dell’eco-compatibilità.
La qualificazione, ed eventuale certificazione, deve diventare un valore aggiunto e di
competitività delle imprese, ed una sua diffusione è fondamentale anche al di fuori di quanto
previsto dagli obblighi normativi.
Un modello di qualificazione, anche a carattere volontario, se adeguatamente supportato, può
portare enormi benefici per le imprese.

RISULTATI ATTESI
Migliorare l’offerta
definizione di strumenti e standard per la qualità della filiera del recupero energetico degli
edifici
acquisizione e trasferimento di pratiche esemplari e innovative
creare una rete “fidata” che possa essere un punto di riferimento per i consumatori finali

19
Stimolare la domanda
sviluppo di strumenti e meccanismi di promozione/informazione verso gli utenti finali

Accelerare l’attuazione delle politiche in atto e delineare nuovi scenari
elaborazione di indicazioni e proposte condivise da sottoporre ai decisori pubblici

ECONOMICS
Fonti finanziamento corsi → Fondartigianato (organizzazione corso integrato)

Voci di spesa
Sede → costi di acquisto + restauro
Corsi → qualificazione
Workshop integrato
Visite/stage
Corsi aggiornamento
Coordinamento

strategico

(registrazione

marchio/brand,

progettazione,....)
Reputazione Stars

20

gestione,

amministrazione,

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Progetto accademia classe a

  • 2. ACCADEMIA ARTIGIANI CLASSE A PREMESSA / CONTESTO Costruire edifici energeticamente efficienti nelle città europee rappresenta una grande opportunità economica oltre che un risparmio energetico: è quanto emerge dal report URBACT Building energy efficiency in European cities. L’Europa deve lavorare su politiche stabili a medio e lungo termine che rassicurino i mercati e modifichino il settore delle costruzioni sia a livello europeo che nazionale e locale. Pianificare zone della città sostenibili determina una concreta riduzione delle emissioni ed un abbattimento del consumo energetico; la pianificazione urbana deve contenere piani di ristrutturazione e programmi di rigenerazione tesi a trasformare le aree cittadine in zone a basso consumo. La messa a nuovo degli edifici dal punto di vista ambientale ed energetico produce diversi aspetti positivi: migliora il paesaggio, facilita una distribuzione demografica più bilanciata e costituisce una solida base per le attività economiche. Promuovere e pubblicizzare gli esempi di buone pratiche riguardanti progetti di riqualificazione può essere molto utile per generare interesse e quindi stimolare la domanda nel settore edilizio che, notoriamente, sta attraversando un periodo di crisi profonda. La riqualificazione energetica degli edifici è una delle strade per uscire dalla crisi economica e creare sviluppo ed occupazione: al pari di altri investimenti, la riqualificazione edilizia crea opportunità lavorative ed economiche, riduce i costi dell’energia per le imprese e le famiglie, abbatte le emissioni in atmosfera e migliora la sicurezza energetica. Anche gli edifici storici e tradizionali giocano un ruolo cruciale nell’identità di una città, il migliore modo per mantenere vivi questi edifici è assicurare loro un uso corretto adattandoli ai bisogni correnti. L’integrazione delle strategie, il coinvolgimento dei diversi livelli di governo e gli investimenti in riqualificazione energetica degli edifici sono l’unico modo in cui le città possono 2
  • 3. dare avvio ad una differente economia, affrontare i problemi ambientali ed i cambiamenti climatici e sociali. La Direttiva 31/2010/CE (comunemente nota come EPBD Recast – Energy Performance Building Directive) intende conferire al Certificato energetico degli edifici esistenti un ruolo attivo nella promozione degli interventi di recupero affinché esso non resti, com’è opinione diffusa ad oggi, una mera “fotografia dello stato dell’immobile”. Oltre a indicare la classe e la prestazione energetica dell’edificio, il Certificato (attestato di prestazione energetica) dovrà fornire raccomandazioni sulle misure di miglioramento. Per quanto concerne il panorama italiano, nel corso del 2011 l'ENEA ha promosso l'iniziativa 4E (Efficienza Energetica Edifici Esistenti) in partnership con attori economici, sociali e istituzionali, impegnati su tematiche fondamentali per l'efficacia e la promozione del recupero energetico e dell'efficienza energetica; il progetto ha portato alla definizione di un position paper e di un primo livello di strategie atte ad incentivare e rafforzare il sistema di certificazione energetica degli edifici, elemento essenziale per la promozione di interventi di recupero efficaci e lo sviluppo del mercato edilizio. Il Parlamento europeo ha inoltre recentemente adottato una nuova legislazione sull’efficienza energetica degli edifici che dovrebbe portare a una riduzione dei consumi energetici delle abitazioni e degli uffici, con un risparmio sulle bollette per i consumatori europei, e consentire all’Ue di rispettare i suoi obiettivi di riduzione del consumo di energia del 20% entro il 2020. Secondo le stime, gli edifici oggi consumano il 40% dell’energia totale dell’Ue e sono la principale fonte di emissione di gas serra in Europa. Migliorare le loro performance energetiche è quindi essenziale per permettere all’Ue di rispettare gli impegni presi con il pacchetto 20-20-20 climaenergia. A questo punto, gli Stati membri dovranno prendere le necessarie iniziative per garantire all’interno dei loro territori nazionali gli standard minimi di performance energetica degli edifici, in previsione del raggiungimento di livelli ottimali in funzione dei costi. In base all'obiettivo Near Zero Energy (NEZ) i primi ad adeguarsi dovranno essere gli Enti Pubblici 3
  • 4. i cui progetti dovranno rispettare le nuove norme già dal 2018. Poi a partire dalla fine del 2020, tutti gli edifici, secondo la direttiva del Parlamento europeo, dovranno prevedere standard elevati di risparmio energetico ed essere alimentati in larga misura da energie rinnovabili. La performance energetica degli edifici esistenti dovrà, se possibile, essere migliorata con importanti innovazioni. I proprietari saranno soprattutto incoraggiati a installare ‘’ computer intelligenti ‘’ e a rimpiazzare il riscaldamento e i sistemi di climatizzazione con delle soluzioni di ricarica ad alto rendimento quali le pompe a calore. Saranno richieste ispezioni regolari agli scaldabagno e ai sistemi di climatizzazione. Ciò rappresenta una radicale spinta al cambiamento ed all'innovazione per tutti gli attori che tradizionalmente ruotano intorno al settore edilizio e, indirettamente, rappresenta un'opportunità per gli stessi di emergere dalla crisi grazie a strategie, progetti e proposte innovative. DATI/NUMERI Il Rapporto Annuale di Efficienza Energetica 2012 dell'ENEA evidenzia dati inconfutabili e ben rappresentativi della situazione italiana rispetto al contesto europeo. Dai dati emerge un buon posizionamento dell’Italia nel contesto europeo, con una performance di -18% rispetto alla media UE27, performance che se confrontata con l’intensità energetica di altri paesi europei, a simile sviluppo industriale, risulta inferiore del 12,8% rispetto alla Germania e del 18,4% rispetto alla Francia, ma superiore rispetto al Regno Unito (+10%) che ha compiuto progressi continuativi nell’ultimo trentennio. Il posizionamento dell’Italia su bassi valori dell’intensità energetica è da attribuirsi innanzitutto alla scarsità di fonti energetiche nazionali, alle politiche messe in atto in risposta alle crisi energetiche mondiali, alla consolidata tradizione di molti settori industriali fortemente impegnati nella produzione e diffusione delle tecnologie per l’efficienza energetica (ad esempio elettrodomestici e domotica, illuminotecnica, caldaie, motori, inverter e smart grid, oltre 4
  • 5. ovviamente all’edilizia e all’automotive) e, infine, alle caratteristiche del territorio e alle proprie tradizioni culturali e sociali. Tuttavia, il potenziale di risparmio energetico ottenibile con interventi che offrono un ritorno economico positivo per il Paese, ma anche per il singolo consumatore, risulta ancora elevato. Ad esempio, la realizzazione di un edificio costruito secondo standard di efficienza energetica consente una riduzione dei consumi fino al 70% rispetto ad un edificio tradizionale. Molteplici studi confermano il grande potenziale con ritorno economico positivo di numerose azioni di efficienza energetica. In Italia nel 2011 il consumo finale di energia è stato pari a 128,1 Mtep. Di questi, il calore (inteso come uso finale di energia ai fini di riscaldamento e raffrescamento) rappresenta la quota più importante, pari a circa il 45% del totale, seguito da quelli nei trasporti, pari a circa il 32%, e infine da quelli elettrici 23%. Dal punto di vista settoriale, si nota che i trasporti sono il settore a più alto consumo di energia finale, seguito dall’industria (26%), dal residenziale (23%) e dai servizi (13%), mentre i consumi della Pubblica Amministrazione rappresentano il 2% circa. Analizzando il settore residenziale l'evoluzione del consumo di energia per abitazione mostra per l’Italia una riduzione dell’8,3% nel 2010 rispetto al 2000; questa variazione è inferiore al corrispondente valore della media UE27 (-15,5%) e delle riduzioni ottenute da Germania, Francia e Regno Unito. Il consumo elettrico per abitazione, nel periodo considerato, in Italia ha registrato una riduzione di poco superiore al 4%, collegata all’acquisto e all’utilizzo da parte dei consumatori di apparecchi elettrici più efficienti, rispetto all’aumento di circa il 6% della media europea; il consumo termico per abitazione è diminuito, ma in misura notevolmente inferiore a quanto verificatosi per la maggior parte dei Paesi europei. Anche i consumi del settore non residenziale, in cui sono compresi gli edifici adibiti ai servizi, al commercio e alla Pubblica Amministrazione, risultano in continua e forte crescita passando da meno di 9,5 Mtep del 1995 a oltre 20 Mtep nel 2010, con un incremento medio annuo pari al 3,4%. 5
  • 6. Le tecnologie che possono dare un significativo contributo alla riduzione dei consumi riguardano in particolare: • impiantistica ad alta efficienza (caldaie a condensazione, impianti di micro-cogenerazione, pompe di calore a compressione e ad assorbimento, sistemi integrati con le fonti rinnovabili ecc.); • materiali, dispositivi e prodotti per la riduzione delle dispersioni energetiche delle tubazioni degli impianti termici o per un miglior rendimento della diffusione finale del calore (quali ad esempio radiatori ad alta superficie di scambio); • laterizi innovativi, con caratteristiche di elevato isolamento termico; • materiali dedicati per l’isolamento termico degli edifici (organici, naturali e di sintesi, inorganici, naturali e di sintesi, tra i quali troviamo argilla espansa, fibra di cellulosa stabilizzata, poliuretano espanso, polistirene espanso sinterizzato purché privo di HCFC e HFC, intonaci e malte per isolamento termico e prevenzione dell’umidità, vernici isolanti, sughero, guaine, teli e membrane per coibentazione, pannelli in fibra di legno e in fibra naturale); • prodotti e sistemi per la riduzione delle dispersioni e degli assorbimenti di calore (quali ad esempio serramenti ad alte prestazioni termiche, vetri a controllo solare per la riduzione del fabbisogno di climatizzazione estiva, schermature solari esterne mobili come tende, veneziane, frangisole, lastre isolanti trasparenti in policarbonato). Inoltre, si vanno sempre più affermando tecnologie e sistemi innovativi quali i sistemi domotici, l'involucro attivo, il solar cooling, lo smart building e la cogenerazione. Il patrimonio edilizio esistente rappresenta il settore con le maggiori potenzialità di risparmio energetico, ma gli elevati investimenti iniziali costituiscono un rilevante ostacolo per i piccoli consumatori (residenziale, uffici). A questo, spesso, si aggiunge una scarsa consapevolezza dei potenziali risparmi e una difficoltà di accesso agli incentivi. Nonostante l'Italia sia all’avanguardia sul piano normativo, un notevole sforzo è poi richiesto per favorire l'applicazione concreta del dettato legislativo e per realizzare gli interventi di 6
  • 7. efficientamento con ritorni economici positivi. In particolare, per il raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico è necessario: • incrementare il tasso di ristrutturazione e riqualificazione energetica edilizia • garantire che per gli edifici esistenti di proprietà del settore pubblico, in occasione di ristrutturazioni importanti, siano realizzati interventi idonei a soddisfare i requisiti minimi prestazionali previsti dalla legislazione vigente • rafforzare fattori abilitanti quali il modello ESCo, l’azione di controllo e applicazione delle misure, le azioni di comunicazione e sensibilizzazione, il miglioramento del sistema di monitoraggio e di contabilizzazione dei risultati nonché il supporto alla ricerca e all’innovazione. Analizzando il settore immobiliare in senso lato si evidenzia una profonda contrazione dall’inizio della crisi economica che ha colpito le economie avanzate nel 2007 e che tuttora sta dispiegando i suoi effetti. Molto consistente è la contrazione dei permessi a costruire rilasciati, che vede un consistente calo della superficie autorizzata dal 2007 e segna, nel 2010, un - 43,9% rispetto al dato del 2006. Analogo andamento per quanto riguarda i permessi di ampliamento per i quali la contrazione tra il 2006 e il 2010 ha fatto registrare un -40,4%. A testimonianza di questo si evidenziano dati e proiezioni molto negative sugli investimenti in nuove costruzioni residenziali, mentre aumentano gli investimenti in ristrutturazione; in diminuzione anche i dati del settore non residenziale, sia pubblico che privato. Il dato sugli investimenti in manutenzioni straordinarie può rappresentare un’interessante occasione di ammodernamento, anche dal punto di vista energetico, del patrimonio edilizio residenziale italiano che risulta essere particolarmente critico essendo circa il 50% del costruito risalente agli anni 50-70 . 7
  • 8. Investimenti in costruzioni (in miliardi di euro) Fonte: ANCE 2001 Residenziali Nuove Manutenzione straorinaria Non residenziali Private Pubbliche Totale costruzioni 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 52,8 25,8 27,1 55,4 28,4 27,0 58,4 30,6 27,8 62,4 33,3 29,1 69,0 37,2 31,9 74,2 40,2 34,1 78,3 41,8 36,5 80,5 41,6 39,0 74,7 34,1 40,6 72,4 30,5 41,9 72,8 29,2 43,6 69,6 24,8 44,8 69,1 22,0 47,1 60,5 67,7 70,7 74,9 75,6 76,9 79,8 79,1 72,8 68,4 65,9 61,1 59,1 33,6 27,0 113,4 37,6 30,1 123,1 38,7 31,9 129,1 39,0 35,9 137,2 39,7 35,9 144,7 41,6 35,3 151,1 44,3 35,5 158,1 44,9 34,1 159,6 40,7 32,1 147,5 39,3 29,1 140,8 38,7 27,2 138,7 36,3 24,8 130,7 35,5 23,7 128,2 Il settore delle costruzioni è "allo stremo": poco meno di 62.000 imprese si sono fermate nel 2012 e circa 81.000 addetti sono andati a casa. Come se un medio comune italiano 'chiudesse' i battenti. La situazione drammatica emerge da un rapporto di Anaepa - Associazione dei costruttori aderenti alle Confederazioni Artigiane, che 'fotografa' gli effetti della crisi su famiglie e imprese. Per le aziende il 2012 è stato un annus horribilis. Il settore delle costruzioni, che conta 894.028 aziende, ne ha perse 61.844, con un saldo negativo dell'1,88%. Non è andata meglio per le imprese artigiane, che rappresentano la fetta più consistente delle costruzioni: 571.336 aziende, vale a dire il 63,9% del totale. Nel 2012 hanno chiuso 54.832 costruttori artigiani, con un saldo negativo dell'1,96%. Le imprese edili sono strette in una morsa fatta di scarso credito bancario e di tempi di pagamento sempre più lunghi. A novembre 2012 lo stock di credito erogato alle aziende delle costruzioni è in calo del 7,6% rispetto a novembre 2011. E i tempi di pagamento da parte dei committenti pubblici e privati si attestano su una media di 180 giorni, vale a dire 115 giorni in più rispetto alla media dei Paesi europei. Non meno preoccupanti le ripercussioni sull'occupazione: la perdita occupazionale dall’inizio crisi per il settore sale a 446.000 lavoratori. Considerando anche i settori collegati alle costruzioni, si stimano in 690.000 i posti di lavoro persi. 8
  • 9. Anche le indicazioni fornite dalle Casse Edili, che, rispetto ai dati Istat, rappresentano l’offerta produttiva più strutturata del settore, continuano a evidenziare forti cali: nel 2012 il numero di ore lavorate dagli operai iscritti si è ridotto del 14,7% su base annua, mentre il calo per imprese e operai si è attestato rispettivamente al 9% e al 10,5%. Nel quadriennio 2009-2012 la perdita complessiva ha raggiunto il 34,1% per le ore lavorate, il 31,1% per gli operai e il 26,6% per le imprese. Anche i primi risultati del 2013 confermano il trend di contrazione (-18,6% ore lavorate; -13,7% operai iscritti;-11,6% imprese iscritte). I dati relativi alle dinamiche occupazionali vanno letti anche alla luce dell’andamento della Cassa Integrazione Guadagni - in forte crescita nel settore - che ha permesso finora di contenere il numero di posti di lavoro persi nelle costruzioni, altrimenti ancora più elevato. Nel quadriennio 2009-2012 le ore autorizzate nel settore sono più che triplicate, passando da circa 40 milioni di ore nel 2008 a 140 milioni del 2012. Un’ulteriore accelerazione si registra nei primi quattro mesi dell’anno in corso (+26,2% su base annua). A livello territoriale si registrano incrementi rilevanti in tutte le aree del Paese. Complessivamente, tra il 2008 e il 2012, il numero di ore autorizzate è quasi quintuplicato al Centro, passando da 6,3 milioni a 31 milioni di quattro anni dopo. Al Nord è cresciuto di quattro volte, mentre al Sud è poco più che raddoppiato. Anche i primi quattro mesi del 2013 rilevano aumenti: il più elevato si registra al nord (+41,8% rispetto al primo quadrimestre del 2012), segue il Centro, in crescita del 14% e il Sud (+8,6%). La contrazione dell’occupazione nel settore delle costruzioni si riscontra in tutto il territorio ma risulta particolarmente intensa nelle regioni meridionali. Rispetto all’inizio della crisi, a fronte di una caduta degli occupati a livello medio nazionale del 22,1%, la flessione raggiunge il 31,7% nel Sud, mentre si attesta al 20,2% e all’ 11,1%, rispettivamente, al Nord e al Centro. Nell’Italia Settentrionale, gli occupati nelle costruzioni rappresentano il 22,7% degli addetti nell’intera industria e il 7,4% dei lavoratori impiegati nell’intero sistema economico. 9
  • 10. Le prospettive ipotizzano una leggera crescita a partire dal 2014: la ripresa sarà però selettiva, il recupero (manutenzione), le abitazioni di qualità e tecnologicamente avanzate nelle grandi città (fascia alta) e gli impianti per le energie rinnovabili saranno i comparti trainanti. Anche la ricerca di nuovo fatturato all’estero sarà premiante, almeno per chi ha le spalle abbastanza larghe per affacciarsi oltreconfine. Per gli operatori che non sapranno inserirsi in questi comparti l’attuale contrazione di fatturato potrà evolversi nella migliore delle ipotesi in stagnazione strutturale: costruzioni tradizionali, immobiliare nuovo senza qualità, appalti di sola esecuzione sono comparti senza prospettive di ripresa, anzi con buone probabilità di ulteriore riduzione del mercato. Le imprese devono ridisegnare le proprie strategie, le politiche pubbliche devono sostenere il settore nel traghettamento verso un mercato nuovo. Emerge con evidenza che nel settore delle costruzioni la recessione propria di tutta l’economia italiana si somma ad una crisi autogena e specifica di portata epocale, contesto che inevitabilmente tende ad ampliare le peculiarità negative che storicamente contraddistinguono il panorama imprenditoriale italiano: sottodimensionamento, poca specializzazione e poca propensione all'innovazione ed al cambiamento. A fronte di questi problemi, la riconfigurazione del settore edilizio non potrà che fondarsi su internazionalizzazione, innovazione e diversificazione (in differenti comparti): anche le piccole e medie imprese, se non vorranno soccombere, dovranno adeguarsi a questi nuovi fattori di selezione. La contrazione del mercato e il nuovo contesto competitivo determineranno un processo di espulsione/aggregazione fra operatori che favorirà la crescita dimensionale e l’efficienza di chi riuscirà a sopravvivere. 10
  • 11. IL PROGETTO / L'IDEA Il progetto “Accademia Artigiani Classe A” promosso da Unione Artigiani, l'associazione che supporta artigiani e PMI nelle province di Milano e Monza Brianza, è un tentativo di risposta alla carenza di offerta qualificata sul mercato edilizio, alle necessità legate all'attuazione delle normative sopracitate e al contesto di generale crisi che ha colpito il settore e le imprese ad esso collegate. Sebbene il potenziale di risparmio energetico nel settore edilizio sia molto elevato e sul mercato siano disponibili tecnologie già mature, per ottenere risultati significativi di riduzione dei consumi è infatti necessario che decisori, operatori, consumatori siano dotati di strumenti, metodi, competenze e informazioni per ponderare le decisioni, effettuare scelte, programmare ed eseguire interventi di efficienza energetica. Il contatto quotidiano con le imprese ha spinto Unione Artigiani alla progettazione di un nuovo modo di pensare e di operare al fine di permettere al settore edilizio di tornare a crescere di nuovo. Il progetto “Accademia Artigiani Classe A” è finalizzato alla creazione di una rete di imprese, appartenenti alla filiera del settore edilizio, con l'obiettivo di condividere competenze e abilità certificate e qualificate con riferimento alla progettazione, costruzione e manutenzione di edifici energeticamente efficienti. L'iniziativa si compone di una serie di azioni strettamente correlate finalizzate a garantire i massimi standard qualitativi e benefici a tutti i soggetti coinvolti nel processo (sfera decisionale, sfera operativa, consumatore finale). 11
  • 12. Il progetto ruota intorno ad un attore principale, le aziende artigiane, che verranno selezionate in base a criteri (qualitativi, competenze, reputazione) definiti da Unione Artigiani: la rete di imprese così costituita permetterà a tutti i suoi partecipanti di lavorare in base a principi e regole condivise. Obiettivo finale del progetto è la costruzione di una aggregazione di imprese e di un'offerta qualificata in grado di proporre al mercato, italiano ed internazionale, un pacchetto integrato di servizi innovativi a garanzia per l'utente finale. Il progetto “Accademia Artigiani Classe A” trae spunto dalle esperienze di successo della Camera degli artigiani di Colonia e della Camera di Commercio e Artigianato di Monaco e Alta Baviera (HWK); i loro obiettivi sono concentrati sulla diffusione di un’idea di progettazione e ristrutturazione di alta qualità degli edifici nell’ambito di un nuovo quadro di attività di pianificazione. Questo è oggi un punto all’ordine del giorno e anche un’opportunità per le PMI del territorio che 12
  • 13. vogliano capitalizzare le loro specifiche competenze ed essere più vicine ai clienti. Dal punto di vista regionale entrambe le Associazioni sono concentrate sul supporto alle imprese locali artigiane, ai progettisti e ai decisori finalizzato ad elaborare e realizzare nuovi edifici e ristrutturazioni di qualità, attraverso l’offerta di corsi di formazione e l’organizzazione di eventi importanti, la costruzione di network e la loro messa in relazione attraverso le attività di progettazione e ristrutturazione da realizzarsi in aree pilota del territorio (Alta Baviera e Colonia). Il progetto “Accademia Artigiani Classe A” si pone come obiettivo la creazione di un'eccellenza e di un vero e proprio brand riconosciuto sul territorio delle province di Milano e Monza. Grazie al processo di qualificazione, alle strategie comuni di pianificazione ed espansione commerciale, le aziende aderenti alla rete avranno l'opportunità di ampliare il proprio portafoglio clienti e di allargare il proprio raggio d'azione. In un'ottica di sviluppo strategico, sia per le aziende della rete sia per il territorio di riferimento, il progetto mira ad assumere un significato di rilevanza internazionale (scambio con partner esteri, opportunità penetrazione mercati esteri, attrazione buyer esteri). In tale scenario l'Esposizione Universale del 2015 a Milano riveste un ruolo di grande importanza; la kermesse sarà infatti una grande occasione anche per le aziende di settori come l'edilizia e per gli artigiani; occorre quindi sensibilizzare il territorio su queste opportunità e nel contempo mettere sul tavolo di Expo una proposta articolata e interessante, lavorando a percorsi dedicati e progetti condivisi, creando i presupposti per intercettare un nuovo target di mercato. Alla base del progetto “Accademia Artigiani Classe A” vi è la convinzione che Expo 2015 è solo un punto di partenza che proseguirà oltre, perché abbiamo una serie di ricchezze culturali e produttive, competenze ed idee che possono attrarre/convincere/soddisfare i visitatori/clienti potenziali; occorre evitare che la manifestazione internazionale risulti puramente un insieme di concetti, interventi e momenti fini a sé stessi come spesso avviene in contesti simili generando quindi una proposta che sia in grado di sopravvivere alla mera “vetrina temporale”. progetti di riqualificazione urbanistica, economica e sociale (sede, etc..) 13
  • 14. Il primo approccio al territorio è previsto con la realizzazione di una vera e propria sede dell'Accademia; attraverso una riqualificazione di un edificio esistente secondo i principi dell'efficienza energetica le imprese della rete potranno sperimentare sul campo le tecniche e le competenze maturate durante il percorso di qualificazione. L'intervento di riqualificazione di un edificio esistente si inserisce in un più ampio ambito di progettazione integrata che mira al coinvolgimento di tutti gli Attori del territorio. L'obiettivo è la ridefinizione del rapporto “strumenti-obiettivi” in ambito residenziale e territoriale: la diffusione del principio della qualità architettonica funzionale ed energeticamente efficiente, gli standard di progettazione elevati, rappresentano interventi sufficienti ad innescare un processo di riqualificazione e valorizzazione economica dell’intero sistema insediativo. Spazi ben progettati in termini architettonici e funzionali sono spazi che funzionano bene e, quindi, sono spazi socialmente vitali e sostenibili. L'edificio, oltre a rappresentare la sede del brand “Accademia Artigiani Classe A”, avrà inoltre la funzione di showroom per la aziende dell'aggregazione; al suo interno verranno infine organizzate attività rivolte sia alle aziende aderenti al progetto che a soggetti esterni (corsi di formazione di primo livello e di specializzazione, corsi di aggiornamento, etc..). 14
  • 15. AZIONI Attraverso l'Accademia si vuole creare un percorso standard che permetta alle aziende facenti parte della rete di essere perfettamente “educate e formate” su come progettare e costruire edifici energeticamente efficienti. Il percorso è strutturato in 2 macro sessioni: una sessione di “formazione e qualificazione” di primo livello e una sessione di “aggiornamento continuo” FIRST YEAR TRAINING COURSE WORKSHOP NEXT YEAR UPDATING SESSIONS MAINTENANCE OF QUALIFICATION STAGE IN COLOGNE Il corso di formazione è il primo step di avvicinamento delle imprese ai principi e alla filosofia che sta alla base del progetto: diviso in 5 moduli, può essere frequentato sia attraverso la partecipazione alle lezioni in aula sia in modalità remota, grazie alla piattaforma e-learning di Unione Artigiani. Tutti i corsi hanno come obiettivo l’approfondimento delle problematiche e delle attenzioni che si devono prestare nei cantieri degli edifici energeticamente efficienti, offrendo lo scambio attivo tra le varie maestranze (progettisti, edili, impiantisti, elettricisti, etc..). L’impiego di materiali e tecniche specifiche per la costruzione, l’isolamento termico, e di tutte le tecnologie impiantistiche (elettriche, termoidrauliche, ecc…) richiede un’approfondita conoscenza teorica e pratica: ciò costituisce l'elemento fondamentale in cantiere per il successo e la riuscita dei progetti. 15
  • 16. Al termine della sessione formativa le aziende verranno coinvolte in un primo livello di sperimentazione e confronto mediante la realizzazione di un workshop di progettazione integrata; l'obiettivo è agevolare la condivisione, la partecipazione ed il confronto che permetterà alle aziende di lavorare insieme e di sviluppare abilità di risoluzione dei problemi con riferimento alla progettazione, costruzione e ristrutturazione di edifici ad alta efficienza energetica. Il completamento del processo di formazione e qualificazione avviene con la visitastage a Colonia presso la Camera degli Artigiani; le aziende avranno l'opportunità di entrare in contatto con una realtà che rappresenta l'eccellenza a livello europeo per le attività di progettazione e ristrutturazione di edifici energeticamente efficienti. L'osservazione delle best practices, delle tecnologie e dei sistemi all'avanguardia nel settore e la loro reale applicazione, la realizzazione di un vero e proprio “ecosistema” Impresa - Enti – Territorio perfettamente integrato e altamente efficiente permetterà di ampliare il bagaglio di conoscenze delle imprese aderenti alla Rete e nel contempo rappresenterà una potenziale occasione di scambio reciproco con le aziende del territorio. Al fine di mantenere gli standard di qualificazione ai massimi livelli, il progetto prevede un percorso di aggiornamento continuo per tutte le aziende aderenti alla rete. All'interno di questo percorso i soggetti aderenti alla rete riceveranno anche una certificazione “reputazionale ed etica”: attraverso il sistema STARS - STAkeholders Reputation System, le aziende avranno una misura reale della percezione del proprio mercato in merito ai comportamenti, valori, qualità della produzione e dei servizi, capacità di fare rete. Il marchio di qualità STARS, concesso solo a chi supera la soglia di eccellenza, diventa un biglietto da visita importante nel processo di generazione di fiducia sempre più necessario in un mondo globale dove la collaborazione si esprime in processi di networking allargato. 16
  • 17. Il progetto “Accademia Artigiani Classe A” punta pertanto a diventare un punto di riferimento e di eccellenza nel territorio grazie a fondamenti e principi ritenuti fondamentali ed imprescindibili per lo sviluppo delle imprese e lo sviluppo sostenibile del territorio: 1) Network e brand Il progetto vuole sottolineare l'enorme importanza delle reti di impresa (networking) quale forma di collaborazione che consente di mettere a fattore comune risorse e capacità con l’obiettivo di acquisire maggiore forza competitiva, produttiva e commerciale. Lavorare in rete produce, in prospettiva, numerosi vantaggi competitivi: maggiore accessibilità al credito, economie di scala, maggiore efficienza tramite specializzazione delle diverse imprese (le reti permettono forme di divisione coordinata del lavoro che consentono specializzazione flessibile, in grado di adattarsi, meglio delle grandi imprese, ai mutamenti tecnologici e ad altri shock esterni) ,riduzione dei costi di transazione, sviluppo di una produzione condivisa. Anche il connubio territorio-rete d’imprese è una risorsa importante. L’omogeneità delle esigenze date da un comune territorio e la possibilità di dare comuni soluzioni è un’opportunità di crescita non solo per le imprese che fanno parte della rete, ma di tutto l’ambiente in cui esse agiscono. Si ritiene infatti che le reti di imprese favoriscano in misura superiore ad altri sistemi la produzione di beni collettivi locali. Il brand comune “Accademia di Classe A” permetterà agli artigiani aderenti di: - Sviluppare nuove competenze o nuovi prodotti in forma collaborativa - Perseguire processi di specializzazione o di diversificazione - Condividere i rischi - Ridurre i costi di transazione - Creare incentivi all’apprendimento e alla diffusione delle informazioni - Razionalizzare attività comuni - Disporre di una maggiore varietà di risorse, competenze e informazioni - Ottenere maggiori impulsi all’innovazione di prodotto e di processo attraverso economie di 17
  • 18. esplorazione ed esternalità di innovazione - Migliorare il rating delle aziende in rete - Beneficiare di agevolazioni fiscali sugli utili derivanti dall’attività di rete 2) Sede e showroom Il primo approccio al territorio è previsto con la realizzazione di una vera e propria sede dell'Accademia; attraverso una riqualificazione di un edificio esistente secondo i principi dell'efficienza energetica le imprese della rete potranno sperimentare sul campo le tecniche e le competenze maturate durante il percorso di qualificazione. L'intervento di riqualificazione di un edificio esistente si inserisce in un più ampio ambito di progettazione integrata che mira al coinvolgimento di tutti gli Attori del territorio. L'edificio, oltre a rappresentare la sede del brand “Accademia Artigiani Classe A”, avrà inoltre la funzione di showroom per la aziende dell'aggregazione; al suo interno verranno infine organizzate attività rivolte sia alle aziende aderenti al progetto che a soggetti esterni (corsi di formazione di primo livello e di specializzazione, corsi di aggiornamento, etc..). 3) Knowledge e qualificazione La scelta di orientare la propria attività nei settori dell’efficienza è già stata attuata da quasi la metà delle imprese edili e dalla grande parte delle imprese d’istallazione e manutenzione impianti, anche come strumento per diversificare la propria attività e rendersi più competitive sul mercato, specializzandosi verso nuovi settori tecnologicamente avanzati Già da qualche anno, infatti, trovano spazio i segnali di un settore in evidente cambiamento ed un mercato in profondo rinnovo, in cui cresce sempre più la domanda di manutenzione, riuso ed efficienza. Al centro di questo percorso vi sono il capitale umano e lo sviluppo di nuove competenze e professionalità. Diventa dunque sempre più rilevante il tema della qualificazione delle risorse umane e, quindi, 18
  • 19. delle imprese. Il successo e la capacità delle imprese di stare sul mercato passano attraverso il miglioramento delle competenze gestionali e tecnologiche. La necessità di tenersi aggiornati e di formare i propri dipendenti aumenta quanto più si complicano le normative, crescono gli standard di qualità richiesti dalla domanda, l’innovazione propone nuove tecnologie e diventa più complicata l’offerta di servizi. In questo senso si muove anche la normativa Europea, che con le due Direttive sulle energie rinnovabili e sull’efficienza energetica prevede l’istituzione di programmi di qualificazione per le imprese e gli addetti, al fine di favorire una maggiore specializzazione rispetto alle nuove tecnologie connesse alla sostenibilità energetica. Il fabbisogno di qualificazione per le imprese del settore è, dunque, crescente ed è sempre più orientato alla specializzazione ed in linea con un settore sempre più orientato ai temi dell’efficienza, della sostenibilità e dell’eco-compatibilità. La qualificazione, ed eventuale certificazione, deve diventare un valore aggiunto e di competitività delle imprese, ed una sua diffusione è fondamentale anche al di fuori di quanto previsto dagli obblighi normativi. Un modello di qualificazione, anche a carattere volontario, se adeguatamente supportato, può portare enormi benefici per le imprese. RISULTATI ATTESI Migliorare l’offerta definizione di strumenti e standard per la qualità della filiera del recupero energetico degli edifici acquisizione e trasferimento di pratiche esemplari e innovative creare una rete “fidata” che possa essere un punto di riferimento per i consumatori finali 19
  • 20. Stimolare la domanda sviluppo di strumenti e meccanismi di promozione/informazione verso gli utenti finali Accelerare l’attuazione delle politiche in atto e delineare nuovi scenari elaborazione di indicazioni e proposte condivise da sottoporre ai decisori pubblici ECONOMICS Fonti finanziamento corsi → Fondartigianato (organizzazione corso integrato) Voci di spesa Sede → costi di acquisto + restauro Corsi → qualificazione Workshop integrato Visite/stage Corsi aggiornamento Coordinamento strategico (registrazione marchio/brand, progettazione,....) Reputazione Stars 20 gestione, amministrazione,