2. Pirateria e commercio
Fenomeno reciproco: le navi bizantine tendevano agguati alle navi musulmane al
largo delle coste della Siria e dell’Egitto; le navi toscane in pattugliamento
catturano navi aghlabidi
la pirateria musulmana è diffusa e alimentata dalle strategie degli emiri;
esistevano minacce alla libera circolazione della navi a ciascun capo dei percorsi
commerciali transmediterranei
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3. Pirateria e commercio
MA almeno fino al secolo X è difficile e scorretto separare le attività commerciali
dalla pirateria: le due attività erano praticate congiuntamente ed insieme hanno
contribuito, in maniera diversa ma non distinguibile, a diffondere merci e
tecnologie, conoscenze e manufatti. Il medesimo equipaggio si comportava da
«pirata» all’andata e da «commerciante» al ritorno, razziando dapprima le
imbarcazioni che la buona sorte gli faceva incontrare e andando a vendere
successivamente il bottino preso.
Gli obiettivi dei raid sono spesso testimonianza della capacità del luogo rapinato di
attrarre l’attenzione saracena
Lo sviluppo, a partire dalla metà del IX secolo, di alcune comunità di marinai-
pirati sulla costa andalusa (Tortosa, Algeciras, Tudmîr, Pechina-Almeria) potrebbe
costituire un forse segnale della ripresa di commerci marittimi.
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4. L’inizio
Ch. Wickham: nel IX secolo il Mediterraneo era un mare relativamente tranquillo,
formato da un set di economie regionali con scarsi legami tra loro.
Probabilmente la Sicilia faceva da cerniera nel traffico Est-Ovest.
Dal punto di vista dei beni di massa, si trattava di un epoca di scambi interni in
diverse parti del bacino; le regioni erano legate tra loro da uno strato sottile di traffico
di beni di lusso e dal movimento costante di piccole imbarcazioni da un porto a quello
vicino che non smise mai.
Il Mediterraneo orientale era più ricco con economie più complesse di quello
occidentale. Dal punto di vista degli scambi marittimi la rotta più battuta era fuori del
dominio islamico, tra Egeo e Tirreno meridionale (testimoniata dall’arrivo a Roma
della glazed pottery e delle conoscenze per la sua produzione da Costantinopoli nel
IX sec.)
Nel IX i traffici a lunga distanza rinacquero probabilmente a causa della ricchezza (e
quindi domanda) dell’impero carolingio a ovest e del califfato abbaside a est. Questo
diede innesco a Venezia e ad altre rotte MA SOLO PER I BENI DI LUSSO
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5. Amalfi e il tramite orientale
Amalfi e le città della costa campana: ducato di Gaeta, ducato di Napoli, principato
di Salerno
Frequenti contatti con l’impero bizantino e con la costa settentrionale dell’Africa nei
secoli VI-VIII testimoniati da influssi di tipo culturale: circolazione dei santi,
architettura e arte religiosa
Porti frequentati: 722 o 723 parte da Napoli San Villibaldo di Eichstätt per la
Terrasanta su una nave probabilmente egiziana: Reggio Calabria, Catania, Siracusa,
Peloponneso, Bisanzio, Asia Minore
758-787, Arechi, principe longobardo di Benevento enumerava le immense ricchezze
provenienti dal Levante
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6. Santa Sofia
Benevento
1/2 VIII
scuola siro-palestinese
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7. La costa campana e i Saraceni
Spinta araba: nel corso del IX secolo si intensifica l’assalto saraceno (espansione
aghlabide) con una contemporanea forte domanda di legno per costruzioni navali.
Questo porta a una sostanziale collaborazione con i musulmani tra IX-X secolo. I
saraceni sono molto presenti, sono percepiti come stranieri (talvolta nemici) ma mai
discriminati e spesso alleati. Area di frontiera, regione cerniera (Spagna, Sicilia)
840 circa i duchi di Napoli si allearono con i Musulmani contro le mire tirreniche dei
principi di Benevento. Forse aiuto napoletano alla conquista araba di Messisna (842?).
1/2 IX: i Saraceni sono stanziati a Napoli tra il porto e le mura; a Salerno coltivano
la terra e influenzano il modo di vivere nella città
915, gli abitanti di Gaeta ospitarono l’esercito saraceno diretto a Roma e si liberarono
della dipendenza dai funzionari bizantini
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8. Amalfi e i Saraceni
Stimolata da un contatto quasi quotidiano e spinta dalla collaborazione
con gli arabi Amalfi allarga il raggio di azione ed elimina la concorrenza
degli ebrei.
Conquista la sua libertà da Napoli negli anni 40 del sec. IX
appoggia gli arabi nelle loro incursioni sulla costa italiana durante i secoli IX e X
ottenendo in cambio concessioni e privilegi nel mondo arabo (969 aiuto ai Fatimidi
nella conquista dell’Egitto)
metà X, attesati scambi frequenti con l’Ifriquiya e 959 al Cairo c’è un mercato dei
Rûm) -->probabilmente solo a seguito della conquista fatimide dell’Egitto e della oace
tra Fatimidi e Bizantini.
996 strage al Cairo di mercanti Rûm (per una fonte Amalfitani) violentemente
repressa dal Califfo
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9. Il crocevia fatimide
Il disegno perseguito di conquistare il califfato abbaside fallì per la resistenza delle
tribù stanziate in Siria, ma il dominio fatimide raggiunse comunque un'espansione
tale da divenire crocevia indispensabile nei traffici tra l'Oceano Indiano e il
Mediterraneo.
Data la matrice religiosa ismailita e i progetti di conquista, l'imanato fatimide si
distaccò politicamente e religiosamente dal resto del mondo islamico sunnita.
Le cariche politiche e religiose più importanti furono date a ismailiti fedeli al regime.
La tradizionale tolleranza verso i «protetti» favorì le attività commerciali,
specialmente quelle ebraiche, di cui è rimasto un portentoso archivio nelle carte della
Geniza del Cairo.
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10. La Geniza del Cairo
Archivio scoperto alla fine del XIX secolo nell’antica sinagoga Ben Ezra a Fustat (Cairo
medievale)
Collezione di più di 200.000 testi ebraici frammentari dall’XI (ma alcuni esemplari sono
al XIX secolo
Un “geniza” è un archivio-magazzino che tiene testi autorevoli con errori o danneggiati
o non utilizzabili vengono conservati fino a che non possono essere ritualmente sepolti. Il
clima arido ha contribuito alla loro conservazione.
I testi sono scritti in diverse lingue, specialmente ebraico, arabo e aramaico,
principalmente su pergamena e carta, ma anche su papiro
A parte i testi religiosi, l'archivio della Geniza fornisce un quadro dettagliato della vita
economica e culturale del Nord Africa e delle regioni orientali del Mediterraneo X e
XIII (note, affitti, matrimoni, lettere private, contratti commerciali).
I documenti descrivono le relazioni tra i membri delle comunità cristiane, islamiche e
musulmane e il ruolo vitale che gli ebrei giocarono nel circuito economico medievale
Progetto di digitalizzazione: The Friedberg Genizah Project
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12. Amalfi
Sei lettere dell’XI secolo contengono poche ma preziose informazioni sul
commercio marittimo amalfitano.
La più antica (metà dell’XI secolo) è di un giovane che aveva lasciato la sua città
natale nell’Italia meridionale. Ad Amalfi, due ebrei, probabilmente residenti, gli
presentarono dei mercanti con cui entrò in rapporti commerciali. Raggiunta
Palermo, l’autore s’imbarcò per Alessandria su di una nave con circa 400
passeggeri (probabilmente amalfitana), che affondò. Si salvò o e si imbarcò su di
un’altra nave che lo condusse nel porto egiziano. (seta e miele)
Seconda lettera spedita da Amalfi ad al-Mahdiyya. L’autore lamenta i problemi
dell’imbarcazione sulla quale aveva viaggiato da Alessandria. Dopo aver
attraversato il Mar Egeo, a ovest di Creta fu bloccata nella sua rotta verso Amalfi da
una o più navi pirata bizantine e costretta a procedere verso nord, cioè verso
Costantinopoli. Effettuate alcune riparazioni, ritornò a Creta e di lì proseguì per
Amalfi. Il viaggio durò settanta giorni. Qui non riesce a vendere subito e si
trattiene.
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13. Rete di Amalfi
Trasporti regolari col Medio Oriente e l’Ifriquiya
Dall’Egitto: pepe, spezie e articoli di lusso (tessuti, arazzi); da Amalfi seta siciliana,
miele, prodotti della terra e soprattutto legno; all‘inizio certamente anche schiavi.
Non ci sono colonie amalfitane fino a buona parte dell’XI. Poi basi a Durazzo,
Palermo, Alessandria e Gerusalemme. Commercio avviato da mercanti,
contrabbandieri e pirati. Spesso semplice e diretto: scambi bilaterali chiusi.
Mauro di Maurone comite fonda a proprie spese (metà XI) due ospedali per i pellegrini
uno ad Antiochia e l’altro a Gerusalemme che si alimentavano di elemosine
Decrescita intorno al XII secolo per l’affermarsi di concorrenti forti: Venezia, Pisa e
Genova
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14. Influssi culturali
Onomastica: Antiochia, Rodia, Babilonia
Elementi lessicali nel dialetto
Gusto artistico-architettonico
e decorativo
Impianto urbanistico
S. Giovanni del Toro - Ravello
Pulpito con ceramiche siriane
Paliotto di Salerno XII
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15. Influssi culturali
Scuola medica salernitana: tramite culturale con
l’Oriente ebraico e islamico; studiati in lingua originale
testi arabi poi riscoperti in Europa un secolo dopo
Leggenda dei 4 dotti: latino, greco, arabo, ebreo
Costantino l'Africano traduce dall'arabo gli Aphorisma
e i Prognostica di Ippocrate, Tegni e Megategni di
Galeno, il Kitāb-al-malikī (ossia "Liber Regius", o Pantegni) di Alī ibn ˁAbbās (Haliy
Abbas), il Viaticum di al-Jazzār, il Liber divisionum e il Liber experimentorum di
Rhazes (Razī), il Liber dietorum, il Liber urinarium e il Liber febrium di Isacco da
Toledo. Stefano di Antiochia pisano traduce altri testi medici
Uso dei Bagni arabi
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16. Influssi culturali-economici
Moneta amalfitana dalla prima metà del
secolo X al 1222, quando Federico II vietò il
conio alla zecca di Amalfi. I Tarì furono di oro
e argento con parti di rame (colore rossiccio.
Grazie ai commerci svolti da Amalfi e alla
bontà della lega metallica fu accreditata, quale
ottimo mezzo di pagamento.
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17. La koiné
Ibn Hawqal: nel X e XI Amalfi è «la città più ricca della Longobardia, la più nobile e la
più illustre per le sue condizioni, la più frequentata e la più opulenta».
Parte integrante e organica del mondo mediterraneo (koinè); area di cerniera,
mediatrice tra le varie componenti del mondo mediterraneo e il blocco romano
germanico dall’altro.
mediterranean mind: sorta di tolleranza, consapevolezza della diversità e condivisione di
tratti comuni, minimo comune denominatore che consente la comunicazione (in parte
anche a Pisa, ma non a Genova)
scarsa risposta agli appelli di lotta contro il nemico lanciati da Giovani VIII nel corso del
IX; idea di “crociata” solo con l’arrivo dei Normanni insieme alla pratica di
pellegrinaggio--> scelta politica normanna
non ci sono xenodochia, scarsissima l’attestazione di reliquie
1021-1186: a Napoli epigrafi funerarie con caratteri cufici, defunti da penisola iberica,
Maghreb, Egitto
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18. Complessità interna
I testi della Geniza mostrano che un ricco commercio di tessuti, con la Tunisia e la
Sicilia, è iniziato intorno al Mille
La ricchezza di alcune aree del Mediterraneo che abbiamo visto mantenersi tra tarda
antichità e alto medioevo (Egitto) non era particolarmente focalizzata sul Mediterraneo
come area marittima
Quello che porta al commercio di beni di massa, ad esempio con l’Egitto, secondo
Wickham non è stato l’aumento del traffico dei beni di lusso, ma la crescita di
complessità del sistema economico interno e parallelamente anche quello di altre
regioni: questo consente il cambiamento della tipologia e della dinamica degli scambi
(anche se rimangono simili le rotte)
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19. Lunga e breve distanza
Il traffico a lunga distanza è, in genere, economicamente meno importante che il
traffico all’interno delle regioni economiche. Per le grandi regioni economiche
mediterranee, lo scambio interno era il cuore dell’attività commerciale; il commercio
a lunga distanza si genera, come uno spin-off, dalla coerenza strutturale e
dall’intensità dello scambio intra-regionale
Le rotte dei commerci a lunga distanza semplicemente collegano queste scale
interregionali raggruppandole assieme; sono poche le navi che vanno da un capo
all’altro del Mediterraneo. Di conseguenza le grandi rotte possono anche essere
altamente complesse e variabili, già nel IX secolo.
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