2. Indice Obiettivi pag. 3 Metodologia 4 La meritocrazia in Italia 5 Alcuni aspetti circa la formazione e il mercato del lavoro in Italia 18 Il campione 26 Il questionario 27 Scheda di ricerca 29
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4. Metodologia E’ stata realizzata una ricerca quantitativa ad hoc tramite interviste telefoniche (sistema CATI) su un campione di 800 individui. Il campione, di tipo casuale stratificato per quote, è rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne (con oltre 17 anni di età) per genere, età, professione, titolo di studio, area geografica e ampiezza del comune di residenza.* Agli intervistati è stato somministrato un questionario di tipo strutturato sugli gli aspetti legati alle aree tematiche sopra esposte. Le interviste sono state condotte da intervistatori professionisti sotto lo stretto controllo del direttore di ricerca. I dati sono stati elaborati attraverso l’utilizzo del pacchetto informatico statistico SPSS. * Numero di intervistatori coinvolti nell’indagine: 77. Metodo di controllo degli intervistatori: presenza di un supevisor in sala ogni 15 intervistatori. Controllo minimo garantito: monitoraggio 5% delle interviste con ascolto di almeno il 50% dell’intervista.
6. Principali evidenze Un sistema maggiormente meritocratico per quanto riguarda il mondo del lavoro è fortemente auspicato dalla maggioranza della popolazione. I più convinti di questo sono i giovani, i laureati e chi attualmente è in cerca di lavoro: coloro che di fatto sono all’inizio della loro vita lavorativa o che non riescono ad entrare attivamente nel mondo del lavoro. Probabilmente la possibilità di scardinare alcuni meccanismi che determinano scelte poco meritocratiche all’interno del mondo del lavoro sono visti come un ampliamento delle possibilità per migliorare le proprie prospettive e condizioni lavorative. Le persone più mature e gli anziani, invece, manifestano, in misura maggiore rispetto alla media, un atteggiamento di difesa dello staus quo. Questo atteggiamento sembra essere una generale posizione di difesa che permane anche quando non si è direttamente parte in causa, come ad esempio nel caso dei pensionati che sono contrari alla parità di possibilità di lavoro tra italiani e stranieri, contrariamente ai disoccupati che chiedono in misura maggiore l’uguaglianza, anche a costo di un eventuale aumento dei “concorrenti potenziali” nel mondo del lavoro.
7. Tre intervistati su quattro auspicano criteri di valutazione tipici del settore privato nel pubblico Introduzione nel pubblico di criteri di valutazione analoghi a quelli del privato OPPORTUNO 76% NON OPPORTUNO 21% Valori percentuali – Base casi: 800 TESTO DELLA DOMANDA: “Alcuni sostengono che dato che i dipendenti della pubblica amministrazione sono più difficilmente trasferibili o licenziabili, occorrerebbe introdurre nelle Pubbliche Amministrazioni delle regole di valutazione dei dipendenti di tipo aziendale. Altri non sono d’accordo. Lei ritiene che introdurre nelle Pubbliche Amministrazioni regole di valutazione dei dipendenti di tipo aziendale, sarebbe…”.
8. Introduzione nel pubblico di criteri di valutazione analoghi a quelli del privato TESTO DELLA DOMANDA: “Alcuni sostengono che dato che i dipendenti della pubblica amministrazione sono più difficilmente trasferibili o licenziabili, occorrerebbe introdurre nelle Pubbliche Amministrazioni delle regole di valutazione dei dipendenti di tipo aziendale. Altri non sono d’accordo. Lei ritiene che introdurre nelle Pubbliche Amministrazioni regole di valutazione dei dipendenti di tipo aziendale, sarebbe…”. Alcune accentuazioni OPPORTUNO 76% 35-54enni (82%), imprenditori/lib. prof./lav. aut. (84%), operai (83%), in cerca di occupazione (91%), elettorato UDC (85%), PDL (80%), Lega Nord (85%) e SEL (86%) NON OPPORTUNO 21% ultra65enni (26%), con licenza elementare (30%), residenti nei centri con oltre 100.000 ab. (26%), impiegati/insegnanti (26%), pensionati (27%), chi in politica non si colloca (28%) Valori percentuali Favorevoli soprattutto imprenditori, operai e disoccupati. Contrari pensionati, impiegati e residenti nelle grandi città
9. I criteri prevalenti per la promozione di un lavoratore Valori percentuali – Base casi: 800 TESTO DELLA DOMANDA: “Alcuni sostengono che tutte le promozioni di carriera, nell’ambito del lavoro, debbano essere basate soprattutto sul merito e sulle qualità lavorative dimostrate. Altri sostengono che la base di valutazione delle promozioni dovrebbe essere anche molto quella dell’anzianità e della permanenza nel medesimo posto di lavoro. Lei cosa con chi è più d’accordo? Con chi sostiene che le promozioni di carriera debbano essere basate… ”. Il merito e le qualità lavorative prevalgono nettamente sull’anzianità tout court nel posto di lavoro
10. I criteri prevalenti per la promozione di un lavoratore TESTO DELLA DOMANDA: “Alcuni sostengono che tutte le promozioni di carriera, nell’ambito del lavoro, debbano essere basate soprattutto sul merito e sulle qualità lavorative dimostrate. Altri sostengono che la base di valutazione delle promozioni dovrebbe essere anche molto quella dell’anzianità e della permanenza nel medesimo posto di lavoro. Lei cosa con chi è più d’accordo? Con chi sostiene che le promozioni di carriera debbano essere basate… ”. Alcune accentuazioni Soprattutto il merito e le qualità lavorative dimostrate 85% al decrescere dell’età, 18-24enni (96%) e 25-34enni (89%), al crescere del titolo di studio, laureati (91%), residenti nei centri con oltre 50.000 ab. (90%), studenti (95%), in cerca di occupazione (94%) L’anzianità e la permanenza nel medesimo posto di lavoro 15% al crescere dell’età, al decrescere del titolo di studio, con licenza elementare (24%), ultra55enni (21%), pensionati (21%) Valori percentuali I più anziani sono coloro che difendono “l’anzianità” come criterio di promozione
11. I criteri per la scelta di un lavoratore nel caso di presenza di stranieri, a parità di titoli Valori percentuali – Base casi: 800 TESTO DELLA DOMANDA: “Alcuni sostengono che, a parità di capacità e di formazione scolastica, un immigrato debba avere le stesse possibilità di un italiano di accedere a un posto di lavoro nel pubblico o nel privato. Altri sostengono che comunque l’italiano dovrebbe avere la precedenza. Lei con chi è più d’accordo? Con chi sostiene che…”. Si distribuiscono in due parti uguali i favorevoli e i contrari all’uguaglianza di accesso al lavoro tra immigrati ed italiani
12. I criteri per la scelta di un lavoratore nel caso di presenza di stranieri, a parità di titoli TESTO DELLA DOMANDA: “Alcuni sostengono che a parità di capacità e di formazione scolastica, un immigrato debba avere le stesse possibilità di un italiano di accedere a un posto di lavoro nel pubblico o nel privato. Altri sostengono che comunque l’italiano dovrebbe avere la precedenza. Lei con chi è più d’accordo? Con chi sostiene che…”. Alcune accentuazioni Un immigrato deve avere le stesse possibilità di un italiano 49% 25-34enni (60%), diplomati (59%) e laureati (54%), residenti nei centri con oltre 100.000 ab. (58%), imprenditori/lib. prof./lav. aut. (67%), impiegati, insegnanti (60%) studenti (59%), in cerca di occupazione (57%), chi in politica si sente di sinistra (68%), elettorato di Lega Nord (56%), IDV (56%) e SEL (63%) Comunque l’italiano dovrebbe avere la precedenza 50% ultra65enni (58%), con licenza elementare (60%) o media inferiore (55%), residenti nei piccoli centri con meno di 5.000 ab. (64%), operai (64%), pensionati (57%), chi in politica si sente di centro (56%). destra o centrodestra (55%), o non si colloca (57%), elettorato di UDC (62%), PDL (55%), FLI (60%) Valori percentuali Anche i disoccupati sono a favore dell’uguaglianza, mentre i più maturi tendono a “proteggere” il mercato interno del lavoro
13. I criteri di scelta per un collaboratore in ambito lavorativo Valori percentuali – Base casi: 800 TESTO DELLA DOMANDA: “Se lei dovesse scegliere un collaboratore, preferirebbe un amico/parente di cui si fida o una persona esterna adeguatamente selezionata da professionisti?”. La stragrande maggioranza assumerebbe come collaboratore una persona principalmente perché competente, piuttosto che una conosciuta, anche se in generale fidata
14. I criteri di scelta per un collaboratore in ambito lavorativo Valori percentuali TESTO DELLA DOMANDA: “Se lei dovesse scegliere un collaboratore, preferirebbe un amico/parente di cui si fida o una persona esterna adeguatamente selezionata da professionisti?”. Alcune accentuazioni Un amico/parente di cui ci si fida 32% Una persona esterna adeguatamente selezionata da professionisti 67% 35-44enni (71%), residenti al Nord-est (72%), casalinghe (72%), in cerca di occupazione (77%), chi in politica si sente di sinistra (77%) o di destra (75%), elettorato di SEL (74%) e FLI (77%) ultra65enni (38%), con licenza elementare (37%), residenti nei piccoli centri con meno di 5.000 ab. (37%), impiegati, insegnanti (38%), chi in politica si sente di centro (47%), elettorato di UDC (47%) Ancora i disoccupati tra coloro che reclamano criteri di scelta basati maggiormente sul merito
15. GLI ASPETTI DELLA MERITOCRAZIA A CONFRONTO Valori percentuali – Base casi: 800 PROMOZIONE PER ANZIANITÀ INPOPPORTUNITÀ CRITERI DI VALUTAZIONE DEL PRIVATO NEL PUBBLICO SCELTA DI COLLABORATORI TRA CONOSCENTI FIDATI PRECEDENZA AI LAVORATORI ITALIANI L’aspetto per cui la meritocrazia è meno auspicata, riguarda la parità con i lavoratori stranieri
16. INDICE DI MERITOCRAZIA* Valori percentuali – Base casi: 800 ALTO 65% BASSO 35% Rispetto agli aspetti indagati, in generale il livello di “meritocrazia” è alto per circa due terzi degli intervistati * Indice costruito mediante il conteggio delle risposte favorevoli alla meritocrazia nelle domande precedentemente esposte per ciascun intervistato
17. Richiedono più meritocrazia soprattutto coloro che appartengono alle fasce in età da lavoro e i disoccupati Alcune accentuazioni ALTO 65% BASSO 35% 18-54enni (72%), diplomati (72%) e laureati (70%), imprenditori/lib. prof./lav. aut. (73%), studenti (70%), in cerca di occupazione (85%), chi in politica si sente di sinistra (78%) o di destra (72%), elettorato Lega Nord (74%), IDV (69%), SEL (74%) ultra65enni (50%), con licenza elementare (53%), chi ha la licenza elementare (38,3%), residenti nei piccoli centri con meno di 5.000 ab. (43%), pensionati (48%), chi in politica non si colloca (40%), elettorato di UDC e FLI (43%) Valori percentuali INDICE DI MERITOCRAZIA
19. Principali evidenze Anche in questa fase dello studio, si ripropone una contrapposizione tra la popolazione giovane e quella più matura. I più giovani ritengono, infatti, in maggioranza che la scuola trasmetta sufficienti contenuti etici, che per i giovani non vi siano prospettive di lavoro sufficienti o interessanti in Italia e che lo Stato farebbe meglio ad investire in nuove imprese nascenti piuttosto che usare le proprie risorse per mantenere in vita quelle già esistenti. Di parere opposto sono, invece, coloro che appartengono alla popolazione più anziana.
20. Il quesito sulle capacità della scuola di trasmettere contenuti etici in misura sufficiente agli studenti divide gli intervistati in due parti pressoché equivalenti La capacità della scuola di trasmettere contenuti etici Valori percentuali – Base casi: 800 TESTO DELLA DOMANDA: “Secondo alcuni la scuola non trasmette sufficienti contenuti etici agli studenti. Secondo altri invece ne trasmette in misura sufficiente. Lei con chi è più d’accordo? Con chi sostiene che la scuola…”.
21. La capacità della scuola di trasmettere contenuti etici TESTO DELLA DOMANDA: “Secondo alcuni la scuola non trasmette sufficienti contenuti etici agli studenti. Secondo altri invece ne trasmette in misura sufficiente. Lei con chi è più d’accordo? Con chi sostiene che la scuola…”. Alcune accentuazioni NON trasmette sufficienti contenuti etici agli studenti 51% 55-64enni (58%), casalinghe (58%) pensionati (55%), chi in politica si sente di destra (57%), elettorato PD e IDV (55%), astenuti al voto (62%) Trasmette sufficienti contenuti etici agli studenti 47% 18-24enni (59%), diplomati (52%), studenti (57%), in cerca di occupazione (54%), chi in politica si sente di centro o centrodestra (51%), lettorato UDC (53%), PDL (53%), FLI (60%), SEL (63%) Valori percentuali Tra i più critici in questo senso, la popolazione matura. Tra coloro che difendono la scuola, i giovani e gli studenti
22. Le prospettive di lavoro per i giovani in Italia Valori percentuali – Base casi: 800 TESTO DELLA DOMANDA: “Alcuni pensano che l’Italia possa ancora offrire scenari lavorativi importanti. Altri pensano che l’unica soluzione possibile per un giovane sia ormai quella di trasferirsi all’estero. Lei con chi è più d’accordo? Con chi sostiene che …”. Ben quattro intervistati su dieci pensano che per i giovani non vi sia alternativa che cercare lavoro all’estero
23. Le prospettive di lavoro per i giovani in Italia Alcune accentuazioni L’Italia può ancora offrire scenari lavorativi importanti 58% L’unica soluzione possibile per un giovane sia ormai quella di trasferirsi all’estero 38% ultra64enni (66%), con licenza elementare (63%), operai (64%), pensionati (65%), chi in politica si sente di centrodestra (67%), elettorato PDL (69%), SEL (66%) 18-24enni (54%), al crescere del titolo di studio, diplomati (42%) e laureati (43%), nei grandi centri urbani con oltre 100.000 ab. (43%), studenti (42%), in cerca di occupazione (52%), chi in politica si sente di sinistra (45%), elettorato PD (42%) e IDV (45%) Valori percentuali Giovani e laureati tra i più convinti che per trovare un lavoro sia meglio uscire dall’Italia TESTO DELLA DOMANDA: “Alcuni pensano che l’Italia possa ancora offrire scenari lavorativi importanti. Altri pensano che l’unica soluzione possibile per un giovane sia ormai quella di trasferirsi all’estero. Lei con chi è più d’accordo? Con chi sostiene che…”.
24. Il tipo di aziende che lo Stato dovrebbe sovvenzionare maggiormente Valori percentuali – Base casi: 800 TESTO DELLA DOMANDA: “Alcuni sostengono che sia giusto che lo Stato spenda soldi per promuovere la partenza di nuove aziende. Altri sostengono che lo Stato dovrebbe spendere gli stessi soldi per mantenere in vita aziende già esistenti, conservando così l’occupazione. Lei con chi è più d’accordo? Con chi sostiene che lo Stato…”. Poco più della metà è convinto che lo Stato, prima di promuovere la nascita di nuove aziende, dovrebbe occuparsi di quelle già esistenti
25. Il tipo di aziende che lo Stato dovrebbe sovvenzionare maggiormente TESTO DELLA DOMANDA: “Alcuni sostengono che sia giusto che lo Stato spenda soldi per promuovere la partenza di nuove aziende. Altri sostengono che lo Stato dovrebbe spendere gli stessi soldi per mantenere in vita aziende già esistenti, conservando così l’occupazione. Lei con chi è più d’accordo? Con chi sostiene che lo Stato…”. Alcune accentuazioni È giusto che spenda soldi per promuovere la partenza di nuove aziende 42% uomini (47%), 18-24enni (59%), laureati (56%), impiegati, insegnanti (48%), studenti (59%), chi in politica si sente di centro (48%), elettorato IDV (48%) e SEL (49%) Dovrebbe spendere gli stessi soldi per mantenere in vita aziende già esistenti, conservando l’occupazione 55% 55-64enni (61%), diplomati (59%), imprenditori/lib. prof./lav. aut. (60%), casalinghe (66%), chi in politica si sente di destra (62%), elettorato UDC (59%), Lega Nord (63%), PD (60%) Valori percentuali I giovani e i laureati sono coloro che più di altri vorrebbero che lo Stato investisse in nuove iniziative imprenditoriali
29. NOTA METODOLOGICA E INFORMATIVA (in ottemperanza al regolamento dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni in materia di pubblicazione e diffusione dei sondaggi sui mezzi di comunicazione di massa: delibera 256/10/CSP, allegato A, art. 5 del 9 dicembre 2010, pubblicato su G.U. 301 del 27/12/2010) Titolo: Meritocrazia e mercato del lavoro Soggetto realizzatore: ISPO Ricerche S.r.l. Committente/Acquirente: ARTURO ARTOM Periodo/Date di rilevazione: 5-6 ottobre 2011 Tema: società, lavoro Tipo e oggetto dell’indagine: sondaggio d’opinione a livello nazionale Popolazione di riferimento: popolazione adulta residente in Italia Estensione territoriale: nazionale Metodo di campionamento: campione casuale stratificato per quote Rappresentatività del campione: rappresentativo della popolazione italiana in età adulta per genere, età, titolo di studio, condizione professionale, area geografica, ampiezza comune di residenza Margine di errore: 3,5% Metodo di raccolta delle informazioni: CATI (Computer Assisted Telephone Interview) Consistenza numerica del campione: 800 casi. Totale contatti 2.264; totale interviste effettuate: 800 (TASSO DI RISPOSTA: 35,3% sul totale dei contatti); Rifiuti/sostituzioni: 1.464 (RIFIUTI: 64,7% sul totale dei contatti) Elaborazione dati: SPSS Indirizzo del sito dove sarà disponibile la documentazione completa in caso di diffusione: www.agcom.it . In caso di pubblicazione è obbligatorio riportare le informazioni della scheda indicata, a pena di gravi sanzioni. ISPO non si assume alcuna responsabilità in caso di inosservanza.