1. Conservatorismo,Liberalismo e Teocrazia
« Nessuno mi può costringere ad essere felice a suo modo (come cioè egli si immagina il
benessere degli altri uomini), ma ognuno può ricercare la felicità per la via che a lui sembra
buona, purché non rechi pregiudizio alla libertà degli altri di tendere allo stesso scopo. »
(Immanuel Kant)
2. In polemica con la Rivoluzione francese, i
conservatori avversano i progetti utopistici di
società perfette e i mutamenti troppo
radicali, credono nella libertà individuale e nel
mercato, sono severi in tema di ordine e
legalità e nutrono un particolare rispetto per
la tradizione, la famiglia e la religione.
3. Questa visione della storia come espressione
della volontà divina ebbe,già prima della
Restaurazione, come suoi principali teorici:
l'anglo-irlandese Edmund Burke
L’Italiano Joseph de Maistre
I francesi :
François-René de Chateaubriand
Louis de Bonald
4. « Fare una rivoluzione significa sovvertire l'antico ordinamento
del proprio paese; e non si può ricorrere a ragioni comuni per
giustificare un così violento procedimento. […] Passando dai
principî che hanno creato e cementato questa costituzione
all'Assemblea Nazionale, che deve apparire e agire come potere
sovrano, vediamo qui un organismo costituito con ogni possibile
potere e senza alcuna possibilità di controllo esterno. Vediamo un
organismo senza leggi fondamentali, senza massime
stabilite, senza norme di procedura rispettate, che niente può
vincolare a un sistema qualsiasi. [...] Se questa mostruosa
costituzione continuerà a vivere, la Francia sarà interamente
governata da bande di agitatori, da società cittadine composte
da manipolatori di assegnati, da fiduciari per la vendita dei beni
della Chiesa, procuratori, agenti, speculatori, avventurieri tutti
che comporranno un'ignobile oligarchia, fondata sulla distruzione
della Corona, della Chiesa, della nobiltà e del popolo. Qui
finiscono tutti gli ingannevoli sogni e visioni di eguaglianza e di
diritti dell'uomo. Nella "palude Serbonia" di questa vile oligarchia
tutti saranno assorbiti, soffocati e perduti per sempre. »
(Edmund Burke, Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia)
5. Chateaubriand immaginò il
progetto di una epopea
cristiana, in cui sarebbero stati
presenti il paganesimo ormai
agonizzante e la religione
nascente
6. A suo parere la società trova origine dal
potere, che deriva da Dio e si incarna nel
sovrano; la monarchia è la forma migliore di
governo perché la più naturale, come è
dimostrato dalla storia.
La società preesiste all'individuo poiché lo
costituisce e ne conserva l'esistenza, ed è
composta da tre distinte "persone sociali":
potere,
ministro,
soggetto,
che assumono nomi diversi secondo le
funzioni della società ( padre, madre, figli nella
società domestica; Dio, sacerdoti, fedeli nella
società religiosa; re, nobili o funzionarî, popolo
nella società pubblica) .
7. La rivoluzione è il peccato (sociale) in
quanto distruzione dell’ordine naturale -
e, dunque, legittimo - voluto da Dio. In lui
torna inoltre sia il concetto di centralità
della Chiesa cattolica che l'unione del
potere temporale e politico nelle sole mani
del pontefice, inteso come vertice della
piramide sociale e civile oltre che arbitro
internazionale di ogni conflitto, in quanto
ritenuto al di sopra di ogni particolarismo
nazionale.
De Maistre condivide poi l'analisi di Burke
sulla falsa pretesa della maggioranza di
prevalere sulla minoranza, mentre invece
«dovunque il piccolissimo numero ha sempre
condotto il grande» e per questo è diritto
legittimo dell'aristocrazia l'assumere la
guida del Paese.
8. Il conservatorismo liberale è una variante che combina la
preoccupazione per tradizione, rispetto per l'autorità e valori religiosi
con idee liberali, specialmente in campo economico .
Di solito il conservatorismo liberale è l'area politica dove si collocano i
conservatori dei Paesi dove le idee economiche liberali sono
considerate conservatrici.
Esiste anche una tendenza del liberalismo, il liberalismo
conservatore, che tende ad essere strettamente collegata con l'idea
economica di liberismo e che quindi si colloca su un versante
conservatore all'interno del movimento liberale.
in alcuni Paesi i movimenti liberal-conservatori sono molto più grandi
delle loro controparti liberali, e perciò i termini "liberali" e
"conservatori" possono diventare sinonimi (come in Australia) o
possono essere ridefiniti (come negli Stati Uniti, dove i conservatori
utilizzano il termine conservative mentre il termine liberal è
generalmente utilizzato per riferirsi a un movimento progressista che
in Europa sarebbe definito liberale sociale).
9. Il conservatorismo nazionale o nazional-conservatorismo è
una variante che combina ad esso elementi di
nazionalismo. Se i partiti conservatori fanno sovente della
patria e dell'identità nazionale due temi importanti, quelli
nazional-conservatori mettono questi concetti al centro
della loro azione politica. Per questo, se i liberal-
conservatori sono da considerarsi la "sinistra" del
movimento conservatore, i nazional-conservatori ne sono
la "destra“.
I nazional-conservatori non sono in genere entusiasti
sostenitori del mercato, così da essere, sul piano dei
rapporti con l'esterno, più inclini al protezionismo e, su
quello interno, ad un forte intervento dello Stato in
economia, volto a favorire la coesione sociale
10. Il Conservatorismo tradizionalista, conosciuto anche come
"conservatorismo classico", "Tradizionalismo" o "Torismo", descrive
una filosofia politica situdel Conservatorismo che sottolinea la
necessità - filosofica, etica e pratica - dei principi della Legge
naturale e dell'ordine morale trascendente, della
tradizione, dell'unità organica e gerarchica, della vita rurale, del
classicismo e della cultura elevata, e della Fedeltà. Alcuni
tradizionalisti hanno abbracciato i termini di "Reazione" e di
"Controrivoluzione", riferendosi alla decadenza della società
provocata dall'Illuminismo. Poiché i conservatori tradizionalisti
hanno una visione gerarchica della società essi difendono la struttura
politica di tipo monarchico come l'assetto sociale più naturale e
benefico. Il Tradizionalismo - sebbene non si incarni in un preciso
modello politico - è esistito dacché è cominciata la civiltà; la sua
espressione contemporanea, tuttavia, si sviluppò nel XVIII
secolo, soprattutto in risposta alla Guerra civile inglese e alla
Rivoluzione Francese.
11. Il conservatorismo sociale è quella corrente
del conservatorismo americano che si occupa
prevalentemente delle tematiche etico-
sociali, opponendosi strenuamente
all'aborto, all'eutanasia e al matrimonio
gay, e proponendo politiche generose nei
confronti della famiglia, considerata cellula
fondamentale della società.
12. Con il termine teocon (theocon) ci si riferisce
solitamente ad appartenenti a branche del
mondo cristiano che sono schierati su
posizioni considerate conservatrici, o che
uniscono un'ideologia politicamente
conservatrice con la difesa di alcuni temi
sociali a forte impronta religiosa..
13. Il neoconservatorismo è una corrente che si occupa
prevalentemente di politica estera. Di origine liberal, i
neoconservatori sono più aperti nel campo dei temi
etici rispetto ad altre correnti conservatrici e non si
oppongono più di tanto ai principi del big government
e propongono solo limitate restrizioni alla spesa
sociale. Dal punto di vista della politica estera, il
movimento sostiene l'utilizzo della forza militare, se
necessario in maniera unilaterale, per sostituire regimi
dittatoriali con democrazie. Questa visione è contraria
all'internazionalismo, al realismo e all'isolazionismo.
14. Il paleoconservatorismo è quella corrente
legata all'originale tradizione politica
conservatrice, priva di ogni tratto liberale. I
paleoconservatori, oltre a sostenere posizioni
di stampo conservatore sociale, sono
favorevoli all'isolazionismo e al
protezionismo, sono diffidenti rispetto al
mercato e si oppongono strenuamente
all'immigrazione, sia illegale che legale, in
ragione del cosiddetto nativism.
15. Le matrici filosofiche del liberalismo sono:
il giusnaturalismo,
il contrattualismo
l'illuminismo nella sua accezione
individualistica e razionalistica
16. Dall'inizio del XIX secolo, liberale cominciò a divenire
equivalente di "favorevole al riconoscimento delle
libertà individuali e politiche". La prima citazione in
lingua inglese con questo significato risale al 1801. In
senso moderno si ritiene che il termine liberalismo sia
stato usato per la prima volta nel 1812 in Spagna nel
parlamento regionale (Cortes) di Cadice. Le radici del
liberalismo sono tuttavia molto più antiche. Possono
essere trovate nelle dottrine giusnaturalistiche di
John Locke, nelle teorie dei filosofi scozzesi David
Hume e Adam Smith e nell'illuminismo francese
17. Nello Stato di natura tutti sono uguali ed esercitano i propri
diritti di natura (libertà, uguaglianza, proprietà e vita); egli
ritiene che lo Stato di natura non sia una condizione di continua
belligeranza ma di convivenza pacifica, in cui l'esercizio dei
diritti naturali è solo parziale poiché è limitato dal diritto
punitivo esercitato discrezionalmente da ogni individuo.
Perciò, nell'atto dell'istituire lo Stato civile, gli uomini non
cedono al corpo politico alcun diritto, ma lo rendono tutore dei
diritti di natura, delegando al Parlamento il potere di emanare
leggi positive che regolino l'esercizio della forza a difesa
d'ognuno. Le funzioni fondamentali dello Stato liberale sono:
la tutela della libertà,
l'uguaglianza,
la vita
la proprietà dell'individuo.
Inoltredefinisce una giustificazione etica della rivoluzione, il
diritto di resistenza che ciascun individuo può e deve esercitare
quando lo Stato agisce in contrasto con la volontà popolare od
in contraddizione con i principi costituzionali.
18. Montesquieu (1689-1755) nella sua opera “Lo
Spirito delle Leggi” fissa un punto fondamentale
della dottrina politica liberale: la separazione dei
poteri (potere legislativo, potere esecutivo e
potere giudiziario) come garanzia contro
l'arbitrio del potere statale.
Immanuel Kant esprime il suo credo liberale
parlando di "libertà, uguaglianza e
indipendenza" come dei principi che devono
reggere uno Stato civile.
19. Voltaire non è interessato alla questione della
rappresentanza politica e della divisione dei
poteri: per lui l'ideale resta quello di un
dispotismo illuminato retto da un re-filosofo
saggio e tollerante.
Rousseau rifiuta la democrazia rappresentativa
preferendo la democrazia diretta. La sua
concezione della volontà generale alla quale i
cittadini devono sottomettersi non prevede la
tutela delle minoranze.
20. Per John Locke, David Hume, Adam Smith e Immanuel
Kant le caratteristiche che le leggi devono avere per poter
essere rispettose della libertà sono:
l'essere norme generali applicabili a tutti, in un numero
indefinito di circostanze future;
l'essere norme atte a circoscrivere la sfera protetta
dell'azione individuale, assumendo con ciò il carattere di
divieti piuttosto che di prescrizioni;
l'essere norme inseparabili dall'istituto della proprietà
individuale.
Si sviluppa la consuetudine di fissare in un documento solenne
questi diritti: le Carte dei diritti dei nuovi Stati americani
indipendenti e i primi emendamenti alla Costituzione degli
Stati Uniti d'America sono gli antenati degli elenchi di diritti
previsti dalle Costituzioni ottocentesche e da quelle attuali.
21. Lo Stato liberale classico è lo Stato minimo, le cui
funzioni sono limitate a compiti di difesa e ordine
pubblico. Per lo più il diritto di voto era ristretto a
coloro che hanno un certo livello di reddito (suffragio
censitario) e che sapevano leggere e scrivere.
La costituzione dello Stato liberale è tipicamente breve
e flessibile.
Lo Stato liberale si trasforma in alcuni paesi (Inghilterra)
in Stato democratico attraverso un processo graduale.
In altri paesi (Francia) la resistenza delle classi
dominanti porta a scontri violenti (moti del
'48, repressione della Comune di Parigi)
22. "la libertà politica senza
eguaglianza economica è un
inganno, una frode, una
bugia: e i lavoratori non
vogliono bugie"
23. Ciò che contraddistingue il liberalismo politico è la fede nell'esistenza
di diritti fondamentali e inviolabili facenti capo all'individuo e
l'eguaglianza dei cittadini davanti alla legge (eguaglianza formale).
Il punto di vista dell'individuo e il godimento della libertà
individuale è considerato il parametro valido per giudicare la bontà
di un ordinamento politico/sociale. In quest'ottica i poteri dello
Stato devono incontrare limiti ben precisi per non ledere i diritti e
le libertà dei cittadini. Ne può derivare, di volta in volta, il rifiuto
dell'assolutismo monarchico, del clericalismo, del totalitarismo e
in generale di ogni dottrina che proclama il sacrificio dell'individuo
in nome di fini esterni a esso.
Il risvolto del liberalismo in materia religiosa è la Laicità e la
separazione tra Stato e Chiesa.
La dottrina liberale è da intendersi laica in quanto chiede allo Stato di
non interferire nelle scelte specificamente morali, queste infatti
sono attribuite al libero arbitrio del singolo individuo.
24. John Stuart Mill riteneva che esiste una
distinzione tra le due dottrine e considerò le
proprie posizioni liberiste non il frutto di
una posizione di principio ma della
convinzione pragmatica che quel sistema
economico fosse più efficiente e
produttivo. Se tuttavia ciò fosse stato
nell'interesse degli individui che
compongono la società, lo Stato avrebbe
avuto ogni diritto di intervenire
nell'economia.
Non considerava la proprietà privata un
diritto naturale ma, influenzato dai suoi
contemporanei socialisti riteneva che essa
fosse storicamente frutto di un "furto"
25. regimi liberisti da un punto di vista
economico ma tutt'altro che liberali da un
punto di vista politico (per esempio il Cile di
Augusto Pinochet) mentre alcuni movimenti
(come l'eurocomunismo) hanno sostenuto
una visione economica collettivistica pur
schierandosi per la salvaguardia dei diritti
liberali.
26. Per il pensiero liberale l'integrazione economica tra i
diversi Stati nazionali (o globalizzazione economica) è
auspicabile, perché permette di disporre di più ampie
scelte. Non accetta, invece, l'integrazione politica (o
globalizzazione giuridica) perché considera l'intervento
dello Stato un arbitrio. Un presupposto del
liberalismo, infatti, è che lo Stato quando agisce può
limitare fortemente i seguenti diritti individuali:
alla vita (attraverso la regolamentazione);
alla libertà (col diritto positivo);
e alla proprietà (attraverso la tassazione).
Secondo i liberali, infatti, i diritti alla vita, alla proprietà e
alla libertà appartengono solo all'uomo
27. Nel senso più comune del termine teocrazia, in
cui alcuni governanti civili coincidono con alcuni
capi religiosi (per esempio l'imperatore bizantino
come capo della Chiesa), le politiche governative
coincidono con quelle religiose oppure sono
fortemente influenzate dai principi di una
religione (solitamente quella più diffusa) e il
governo dichiara di comandare per volere di Dio
o di un altro potere superiore, come specificato
dalla religione locale
28. Il concetto di teocrazia fu coniato dallo storico Giuseppe
Flavio nel I secolo. Egli definì come teocrazia il governo
tipico degli Ebrei. La definizione di Giuseppe Flavio fu
ampiamente accettata fino all'età
dell'Illuminismo, quando il termine cominciò a raccogliere
connotazioni più universalistiche e spiccatamente
negative, specialmente nelle opere di Hegel. Dopo di ciò il
termine "teocrazia" venne usato soprattutto per
etichettare alcune particolari forme politiche come
qualcosa di "poco razionale" o "sottosviluppato".
La teocrazia è concepita in antitesi alla democrazia, che
fonda la legittimità del potere politico e la fonte del diritto
nella volontà di popolo, e non nel volere di Dio (ovvero
governo dei sacerdoti)
29. Attualmente le nazioni che presentano aspetti teocratici sono:
la Repubblica Islamica dell'Iran, dove un consiglio religioso approva le
candidature alla presidenza. L'elezione del Presidente rimane comunque a
suffragio universale, e suo è il potere esecutivo, mentre il legislativo è dato
dalla sharia.
la Santa Sede o Città del Vaticano. In virtù del suo particolare status
diplomatico questo stato ha un seggio all'ONU come osservatore e nella
stessa veste partecipa ad altre istituzioni sovranazionali ed internazionali.
Il Regno Unito, dove il sovrano tecnicamente è un governante teocratico a
causa del suo titolo di Supremo Governatore della Chiesa inglese. Tuttavia il
monarca mantiene soprattutto un'autorità di tipo cerimoniale, per cui la
grande maggioranza degli osservatori non considerano il Regno Unito come
una teocrazia. E, fatto ancor più fondamentale, in Gran Bretagna è la chiesa
ad essere sottoposta allo stato e non il contrario.
La Norvegia, la cui situazione è simile a quella inglese, con un capo dello stato
tecnicamente anche capo religioso.
Andorra dove il vescovo di Urgell è uno dei capi di stato, almeno a livello
cerimoniale.
Israele dove l'interazione fra legge civile e legge religiosa ebraica è
significativa.
30. Nell'antico Egitto la teocrazia, era il "governo di un re -
dio", con poteri assoluti sotto cui vivevano i sudditi, i
quali, di qualunque condizione sociale fossero, erano
considerati comunque un possesso del sovrano.
Fino al 1959, anche il Tibet era una teocrazia, essendo
insieme alla Mongolia un sistema di tipo lamaista, in cui il
Dalai Lama era sovrano assoluto e massima autorità
religiosa. Tra il 1959 e il 2011, quando si è dimesso dal suo
ruolo politico in favore di un successore che venga eletto
dal Parlamento esule, è stato capo del Governo tibetano in
esilio.
Recentemente, dal 1996 al 2001, il governo dei Talebani in
Afghanistan può essere considerato una teocrazia