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Litigiosità: un danno
          nazionale con radici lontane



giovedì 2 dicembre 2010
La litigiosità nel nostro Paese è diventata un
        vero e proprio danno nazionale. Tutti litigano
         su tutto, in hobbesiana quanto anacronistica
       memoria (bellum omnium contra omnes e homo
       homini lupus). La Politica in primo luogo e i suoi
        esponenti, i cittadini tra di loro, le categorie e
       le classi sociali tra di loro, le famiglie tra loro e
          i componenti della stessa famiglia tra loro.

giovedì 2 dicembre 2010
In un momento delicato quanto quello attuale, ben e
             facilmente si comprende che questo atteggiamento
                    d’animo irrazionale e irragionevole e questo
                 approccio solo conflittuale non fanno altro che
                 complicare le cose, ed allontanare l’adozione di
                importanti azioni di fronteggiamento della Crisi,
           che non sono oltremodo rinviabili. Le spese le farà
                la Collettività, tutta nel suo insieme, non nella
           sommatoria algebrica di alcuni soli suoi componenti.


giovedì 2 dicembre 2010
La litigiosità nazionale deve essere ricondotta a
        livello fisiologico, poiché abbiamo ampiamente
              superato la patologia del conflitto non
         gestito, lasciato a sé stesso e non ricondotto
            entro ragionevoli limiti di accettabilità. In
          questo la nostra cultura, la nostra storia e le
         nostre abitudini sociali, insieme all’inefficiente
         funzionamento dell’intero Sistema Giustizia e
        della stessa Politica, che ha da tempo abdicato
          al ruolo di guida della Società, hanno gravi e
                    continuative responsabilità.
giovedì 2 dicembre 2010
La nostra Storia ci ricorda che veniamo
                      dall’esperienza medioevale e poi
          rinascimentale dei Comuni, dei Ducati, dei
          Regni, dei potentati locali, spesso in aperta
               avversione gli uni contro tutti gli altri.


giovedì 2 dicembre 2010
Talvolta all’interno dello stesso potentato locale, la
              Storia ci ha tramandato ricordi di feroci e
       sanguinarie opposizioni. Ricordiamo i Guelfi contro
          i Ghibellini, ad esempio, all’interno dello stesso
         Comune di Firenze.Vassalli,Valvassini e Valvassori,
        insieme al Delfinato di successione dinastica e alla
             sacramentazione del Nepotismo, poi, hanno
        continuato sulla stessa strada: quella di mantenere
        la separazione tra potentati e fungere da ostacolo
          all’unificazione d’Italia, che si è raggiunta a fatica
       solo nel lontano 1861, passando attraverso svariate
                  invasioni e dominazioni straniere.

giovedì 2 dicembre 2010
Due guerre mondiali sostenute e combattute
         nel secolo scorso, unitamente alla successiva
            contrapposizione tra blocchi della “guerra
             fredda” (cold war), in cui la minaccia delle
         Forze del Patto di Varsavia faceva esattamente
           da contraltare a quella delle Forze del Patto
               Atlantico (N.A.T.O.), hanno consentito
           la perpetuazione della divisione tra popoli
        e tra diverse anime dello stesso popolo, come
         simboleggiato dal Muro di Berlino che divideva
          in due porzioni la stessa città e i suoi abitanti.

giovedì 2 dicembre 2010
In Italia, gli esiti della Seconda Guerra Mondiale
             e il periodo buio degli anni 1946-1948 che
              quasi ha sconfinato nella guerra civile ci
            hanno consegnato un Paese-cuscinetto tra i
               due blocchi delle superpotenze atomiche
                mondiali U.S.A. e U.R.S.S., in cui la
           contrapposizione era l’arma principale per la
                   propaganda ed il mantenimento della
                          strategia della tensione continua.

giovedì 2 dicembre 2010
Anche i partiti politici più rappresentativi
              dell’epoca hanno avuto ben donde nel
          mantenimento di questo status quo dal quale
        traevano alcuni elementi della loro stessa ragion
             d’essere in quanto “contro a”, “in aperta
        opposizione di”, “unico baluardo ad evitare che”.
         Il simbolismo che traspariva dalla stessa scelta
         del “logo” e del simbolo del partito accentuava
              questa percezione nell’uomo comune.


giovedì 2 dicembre 2010
Il mantenimento e il radicamento sociale di una
            cultura della contrapposizione “per principio”
            ontologico ha determinato nella Società Civile
           un disinvolto e continuo ricorso al giudizio e al
            processo, che, se da una parte ha beneficiato il
             costante e continuo aumento del numero di
             Professionisti del diritto, dall’altra ha portato
             all’aumento esponenziale delle controversie,
          ormai ai limiti del collasso, a quasi cinque milioni
           di cause pendenti nel Sistema Giustizia Italiano.


giovedì 2 dicembre 2010
La Politica ha sempre tentato di rinviare la
              soluzione al problema, per non
         scontentare nessuno e non perdere così
            consenso elettorale. La Politica ha
         rinunciato da tempo al ruolo di indirizzo
        al miglioramento della Società, limitandosi
         ad assomigliarle, anche troppo, come da
              ultimo è sotto gli occhi di Tutti.


giovedì 2 dicembre 2010
Finché un bel giorno ci siamo svegliati dal
            torpore rilassato in cui siamo stati
             trastullati a Panem et Circenses e
         abbiamo scoperto che è arrivata la Crisi.
          Abbiamo tardivamente realizzato che il
         Panem è cominciato ad essere a rischio e
         che i Circenses non ci facevano divertire
                        poi così tanto.

giovedì 2 dicembre 2010
Tutto è iniziato a cambiare con una tale
      velocità e con una così profonda intensità, da
               lasciare disorientati anche i più attenti
        decision-makers e i migliori esponenti della
         nostra classe dirigente. Il resto ce lo dice il
        susseguirsi, in inarrestabile climax, di notizie
        di economia e di cronaca degli ultimi tempi.


giovedì 2 dicembre 2010
La CRISI può essere fronteggiata, a mio
            avviso, non solo e non tanto ricorrendo
      a modalità tradizionali fondate sulla crescita
          a tutti i costi, quali ad esempio la tanto
        sbandierata carta della PRODUTTIVITA’,
         che tutti auspicano sia necessario dover
          aumentare, per consentire una veloce
                quanto effimera exit-strategy.


giovedì 2 dicembre 2010
IL PROBLEMA non è solo di efficiente correlazione tra
          input, per ottenere lo stesso output. Il problema è
         capire che, forse, vale la pena ripensare il concetto
        stesso di CORRELAZIONE MATERIALE tra INPUT
            e OUTPUT, poiché quello che si produce, più o
         meno efficientemente, poi dovrà essere venduto e
            non rimanere in magazzino, e tutto il processo
        produttivo dovrà essere SATISFATTIVO per tutti gli
         interlocutori e i portatori di interessi che vi hanno
          contribuito (stakeholders), finanche la Collettività.


giovedì 2 dicembre 2010
Su questo concetto esiste un acceso dibattito, che
                  contribuisce ad alimentare l’accennata
           CULTURA DELLA CONTRAPPOSIZIONE.




giovedì 2 dicembre 2010
Allora si materializza un circolo vizioso,
              ridondante, in moto perpetuo, poiché
            l’immanenza della Crisi, che ogni giorno
          sconfessa le negazioni sciamane della stessa
           finora propinate, fa aumentare il livello di
            litigiosità collettivo, e questo a sua volta
             peggiora gli effetti della Crisi in tutti gli
          ambiti del VIVERE CIVILE, non solo in quello
                      prettamente economico.

giovedì 2 dicembre 2010
Aumento dei disvalori collettivi di un Paese, incuria per il
          Patrimonio di Beni e Valori pubblici, problemi di ordine
         pubblico generati dall’insoddisfazione collettiva, aumento
          delle spese sanitarie per diagnosi, cura e trattamento di
           malattie generate dal conflitto, disgregazione sociale e
       aumento delle disparità tra classi, perdita di pezzi importanti
        del nostro Sistema produttivo, delocalizzazione all’estero o
           chiusura di grandi e medie aziende, perpetuazione del
             Precariato giovanile sine die, aumento di episodi di
          intolleranza civile anche su futilità, xenofobia montante:
       sono elementi chimici che aumentano di giorno in giorno, in
              combinazione potenzialmente esplosiva tra loro.


giovedì 2 dicembre 2010
Dovremmo fare qualcosa per tentare di
            arginare questa tendenza in atto. A mio
          avviso, occorre lavorare con APPROCCIO
           STRATEGICO su ciò che ci fa litigare, al
           fine di trovare un METODO, una linea di
              tendenza, accettata, riconosciuta e
             apprezzata dalla maggior parte, che ci
           consenta di CONCORDARE SU COME
                   SI FA A CONCORDARE.

giovedì 2 dicembre 2010
Di fronte alla mia postazione di lavoro su PC nella
             mia stanza a Studio, c’è una parete con tanti
               quadri a giorno, di diversa dimensione e
          variamente posizionati, che mi ricordano i passi,
         gli avanzamenti e i miglioramenti (forse) della mia
            esperienza professionale. Tra tutti, quello che
         intercetto spesso, quasi a cercare un’inspirazione,
            alzando gli occhi in un momento di intenso e
             meditativo raccoglimento, quando devo fare
         appello a tutte le energie per potere esprimere al
         meglio il mio pensiero, contiene questa citazione:

giovedì 2 dicembre 2010
“Hai una grande e luminosa vendetta contro i tuoi
        detrattori, quella di cercar di far Meglio, e
   costringerli a tacere colla tua Eccellenza: questa è
    la sola strada per trionfare. Se ti attieni ad altra,
   cioè a pietire, a giustificarti, a criticar tu pure per
     rappresaglia, ti apri un gran seminaio di guai , e
   perdi la Pace, che ti è necessaria per operare con
   pacato animo, e, quel che è peggio, perdi il Tempo
      nelle dispute, che devi consacrare al Lavoro.”
          Antonio Canova “PENSIERI SULLE ARTI”.
giovedì 2 dicembre 2010
www.studioboccanera.com




giovedì 2 dicembre 2010

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Conciliazione
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Litigiosità: un danno nazionale con radici lontane (Est III)

  • 1. Litigiosità: un danno nazionale con radici lontane giovedì 2 dicembre 2010
  • 2. La litigiosità nel nostro Paese è diventata un vero e proprio danno nazionale. Tutti litigano su tutto, in hobbesiana quanto anacronistica memoria (bellum omnium contra omnes e homo homini lupus). La Politica in primo luogo e i suoi esponenti, i cittadini tra di loro, le categorie e le classi sociali tra di loro, le famiglie tra loro e i componenti della stessa famiglia tra loro. giovedì 2 dicembre 2010
  • 3. In un momento delicato quanto quello attuale, ben e facilmente si comprende che questo atteggiamento d’animo irrazionale e irragionevole e questo approccio solo conflittuale non fanno altro che complicare le cose, ed allontanare l’adozione di importanti azioni di fronteggiamento della Crisi, che non sono oltremodo rinviabili. Le spese le farà la Collettività, tutta nel suo insieme, non nella sommatoria algebrica di alcuni soli suoi componenti. giovedì 2 dicembre 2010
  • 4. La litigiosità nazionale deve essere ricondotta a livello fisiologico, poiché abbiamo ampiamente superato la patologia del conflitto non gestito, lasciato a sé stesso e non ricondotto entro ragionevoli limiti di accettabilità. In questo la nostra cultura, la nostra storia e le nostre abitudini sociali, insieme all’inefficiente funzionamento dell’intero Sistema Giustizia e della stessa Politica, che ha da tempo abdicato al ruolo di guida della Società, hanno gravi e continuative responsabilità. giovedì 2 dicembre 2010
  • 5. La nostra Storia ci ricorda che veniamo dall’esperienza medioevale e poi rinascimentale dei Comuni, dei Ducati, dei Regni, dei potentati locali, spesso in aperta avversione gli uni contro tutti gli altri. giovedì 2 dicembre 2010
  • 6. Talvolta all’interno dello stesso potentato locale, la Storia ci ha tramandato ricordi di feroci e sanguinarie opposizioni. Ricordiamo i Guelfi contro i Ghibellini, ad esempio, all’interno dello stesso Comune di Firenze.Vassalli,Valvassini e Valvassori, insieme al Delfinato di successione dinastica e alla sacramentazione del Nepotismo, poi, hanno continuato sulla stessa strada: quella di mantenere la separazione tra potentati e fungere da ostacolo all’unificazione d’Italia, che si è raggiunta a fatica solo nel lontano 1861, passando attraverso svariate invasioni e dominazioni straniere. giovedì 2 dicembre 2010
  • 7. Due guerre mondiali sostenute e combattute nel secolo scorso, unitamente alla successiva contrapposizione tra blocchi della “guerra fredda” (cold war), in cui la minaccia delle Forze del Patto di Varsavia faceva esattamente da contraltare a quella delle Forze del Patto Atlantico (N.A.T.O.), hanno consentito la perpetuazione della divisione tra popoli e tra diverse anime dello stesso popolo, come simboleggiato dal Muro di Berlino che divideva in due porzioni la stessa città e i suoi abitanti. giovedì 2 dicembre 2010
  • 8. In Italia, gli esiti della Seconda Guerra Mondiale e il periodo buio degli anni 1946-1948 che quasi ha sconfinato nella guerra civile ci hanno consegnato un Paese-cuscinetto tra i due blocchi delle superpotenze atomiche mondiali U.S.A. e U.R.S.S., in cui la contrapposizione era l’arma principale per la propaganda ed il mantenimento della strategia della tensione continua. giovedì 2 dicembre 2010
  • 9. Anche i partiti politici più rappresentativi dell’epoca hanno avuto ben donde nel mantenimento di questo status quo dal quale traevano alcuni elementi della loro stessa ragion d’essere in quanto “contro a”, “in aperta opposizione di”, “unico baluardo ad evitare che”. Il simbolismo che traspariva dalla stessa scelta del “logo” e del simbolo del partito accentuava questa percezione nell’uomo comune. giovedì 2 dicembre 2010
  • 10. Il mantenimento e il radicamento sociale di una cultura della contrapposizione “per principio” ontologico ha determinato nella Società Civile un disinvolto e continuo ricorso al giudizio e al processo, che, se da una parte ha beneficiato il costante e continuo aumento del numero di Professionisti del diritto, dall’altra ha portato all’aumento esponenziale delle controversie, ormai ai limiti del collasso, a quasi cinque milioni di cause pendenti nel Sistema Giustizia Italiano. giovedì 2 dicembre 2010
  • 11. La Politica ha sempre tentato di rinviare la soluzione al problema, per non scontentare nessuno e non perdere così consenso elettorale. La Politica ha rinunciato da tempo al ruolo di indirizzo al miglioramento della Società, limitandosi ad assomigliarle, anche troppo, come da ultimo è sotto gli occhi di Tutti. giovedì 2 dicembre 2010
  • 12. Finché un bel giorno ci siamo svegliati dal torpore rilassato in cui siamo stati trastullati a Panem et Circenses e abbiamo scoperto che è arrivata la Crisi. Abbiamo tardivamente realizzato che il Panem è cominciato ad essere a rischio e che i Circenses non ci facevano divertire poi così tanto. giovedì 2 dicembre 2010
  • 13. Tutto è iniziato a cambiare con una tale velocità e con una così profonda intensità, da lasciare disorientati anche i più attenti decision-makers e i migliori esponenti della nostra classe dirigente. Il resto ce lo dice il susseguirsi, in inarrestabile climax, di notizie di economia e di cronaca degli ultimi tempi. giovedì 2 dicembre 2010
  • 14. La CRISI può essere fronteggiata, a mio avviso, non solo e non tanto ricorrendo a modalità tradizionali fondate sulla crescita a tutti i costi, quali ad esempio la tanto sbandierata carta della PRODUTTIVITA’, che tutti auspicano sia necessario dover aumentare, per consentire una veloce quanto effimera exit-strategy. giovedì 2 dicembre 2010
  • 15. IL PROBLEMA non è solo di efficiente correlazione tra input, per ottenere lo stesso output. Il problema è capire che, forse, vale la pena ripensare il concetto stesso di CORRELAZIONE MATERIALE tra INPUT e OUTPUT, poiché quello che si produce, più o meno efficientemente, poi dovrà essere venduto e non rimanere in magazzino, e tutto il processo produttivo dovrà essere SATISFATTIVO per tutti gli interlocutori e i portatori di interessi che vi hanno contribuito (stakeholders), finanche la Collettività. giovedì 2 dicembre 2010
  • 16. Su questo concetto esiste un acceso dibattito, che contribuisce ad alimentare l’accennata CULTURA DELLA CONTRAPPOSIZIONE. giovedì 2 dicembre 2010
  • 17. Allora si materializza un circolo vizioso, ridondante, in moto perpetuo, poiché l’immanenza della Crisi, che ogni giorno sconfessa le negazioni sciamane della stessa finora propinate, fa aumentare il livello di litigiosità collettivo, e questo a sua volta peggiora gli effetti della Crisi in tutti gli ambiti del VIVERE CIVILE, non solo in quello prettamente economico. giovedì 2 dicembre 2010
  • 18. Aumento dei disvalori collettivi di un Paese, incuria per il Patrimonio di Beni e Valori pubblici, problemi di ordine pubblico generati dall’insoddisfazione collettiva, aumento delle spese sanitarie per diagnosi, cura e trattamento di malattie generate dal conflitto, disgregazione sociale e aumento delle disparità tra classi, perdita di pezzi importanti del nostro Sistema produttivo, delocalizzazione all’estero o chiusura di grandi e medie aziende, perpetuazione del Precariato giovanile sine die, aumento di episodi di intolleranza civile anche su futilità, xenofobia montante: sono elementi chimici che aumentano di giorno in giorno, in combinazione potenzialmente esplosiva tra loro. giovedì 2 dicembre 2010
  • 19. Dovremmo fare qualcosa per tentare di arginare questa tendenza in atto. A mio avviso, occorre lavorare con APPROCCIO STRATEGICO su ciò che ci fa litigare, al fine di trovare un METODO, una linea di tendenza, accettata, riconosciuta e apprezzata dalla maggior parte, che ci consenta di CONCORDARE SU COME SI FA A CONCORDARE. giovedì 2 dicembre 2010
  • 20. Di fronte alla mia postazione di lavoro su PC nella mia stanza a Studio, c’è una parete con tanti quadri a giorno, di diversa dimensione e variamente posizionati, che mi ricordano i passi, gli avanzamenti e i miglioramenti (forse) della mia esperienza professionale. Tra tutti, quello che intercetto spesso, quasi a cercare un’inspirazione, alzando gli occhi in un momento di intenso e meditativo raccoglimento, quando devo fare appello a tutte le energie per potere esprimere al meglio il mio pensiero, contiene questa citazione: giovedì 2 dicembre 2010
  • 21. “Hai una grande e luminosa vendetta contro i tuoi detrattori, quella di cercar di far Meglio, e costringerli a tacere colla tua Eccellenza: questa è la sola strada per trionfare. Se ti attieni ad altra, cioè a pietire, a giustificarti, a criticar tu pure per rappresaglia, ti apri un gran seminaio di guai , e perdi la Pace, che ti è necessaria per operare con pacato animo, e, quel che è peggio, perdi il Tempo nelle dispute, che devi consacrare al Lavoro.” Antonio Canova “PENSIERI SULLE ARTI”. giovedì 2 dicembre 2010