1. LE TENSIONI INTERNAZIONALI SULLE RISORSE IDRICHE:
IL BACINO DEL NILO STEFANO CERA
14 INFORMAZIONI DELLA DIFESA 4/2010
2. e tensioni e le controversie internazio-
L nali sono sempre più legate al controllo
delle risorse idriche, scarse e minac-
ciate da fenomeni quali la crescita della po-
polazione, l’inquinamento, la crescente
intensità di disastri (naturali e/o provocati
dall’uomo), siccità e inondazioni. Lo United
Nations Environment Programme (UNEP) ha
calcolato che entro il 2030 circa due terzi
della popolazione mondiale vivrà in paesi in
cui si registreranno gravi carenze di acqua,
con conseguenze soprattutto nelle regioni
aride o semi-aride.
Una delle situazioni più delicate riguarda
l’area del bacino del fiume Nilo, abitata da
oltre 300 milioni di persone in dieci diversi
paesi (Burundi, Repubblica Democratica del
Congo, Egitto, Eritrea, Etiopia, Kenya,
Ruanda, Sudan, Tanzania e Uganda), di cui,
almeno la metà, dipende direttamente dalle
risorse dal fiume.
La regione, con l’eccezione di Kenya ed
Egitto, include alcuni fra i cinquanta paesi
più poveri al mondo ed ha tassi di crescita
della popolazione molto alti, tanto che si
prevede che raddoppi nei prossimi 25 anni.
Tutto questo ci fa comprendere la delica-
tezza degli equilibri che caratterizza la re-
gione e le potenzialità (costruttive e/o
distruttive) degli sviluppi futuri sull’utilizzo
delle risorse del Nilo.
Il suo bacino copre circa il 10% dell’intero
continente africano e il suo corso (oltre
6.800 km, che lo rendono il fiume più lungo
del mondo), attraversa aree con grandi dif-
ferenze dal punto di vista geografico e to-
pografico, soggette a parecchie minacce
ambientali (tra queste il progressivo inter-
ramento del delta del fiume, la distruzione
delle terre umide, gli scarichi urbani e indu-
striali, solo per citarne alcuni). Alle acque del
fiume contribuiscono soprattutto due grandi
affluenti. Il Nilo Bianco (che fornisce circa
PANORAMA INTERNAZIONALE 15
3. un terzo della quantità totale di acqua), che libertà di realizzare progetti nell’area e il potere
nasce nella regione dei Grandi Laghi e scorre di veto sulla realizzazione di progetti da parte
verso Nord attraversando la Tanzania, il lago di altri paesi, oltre a sancire anche il non sfrut-
Vittoria, l’Uganda e il Sudan meridionale. E poi tamento da parte di Etiopia e Eritrea dei bacini
il Nilo Azzurro (che fornisce invece circa la idrici all’interno dei loro confini. L’accordo del
metà della quantità totale di acqua), che ha le 1959, invece, destina 55,5 miliardi di metri cubi
sue fonti nel Lago Tana (in Etiopia) e scorre at- di acqua all’anno all’Egitto (su un totale di 84),
traversando il Sudan sud-orientale, incon- mentre il Sudan più che quadruplica la quota
trando, fondendosi, con il Nilo Bianco vicino a a sua disposizione, passando da 4 a 18,5 mi-
Khartoum, la capitale del Sudan. liardi; in cambio dei maggiori benefici, Khar-
toum approva la costruzione della diga di
La Nile Basin Initiative (NBI): un Assuan.
obiettivo che parte da lontano Gli altri paesi dell’area chiedono successiva-
mente la modifica dell’accordo per arrivare a
Il fiume ha da sempre un ruolo fondamentale un’equa ripartizione delle risorse del fiume. Nel
nell’area, divenendo, nei secoli, il simbolo del- 1967, Egitto, Sudan e i paesi del Corno d’Africa
l’Egitto, oltre che la principale fonte di sosten- s’impegnano a definire un sistema equo per la
tamento per le popolazioni che vivono lungo le distribuzione delle risorse idriche del bacino,
sue sponde. Per questo motivo, il Cairo ha sem- soprattutto negli anni di siccità, e formano una
pre cercato di impedire ogni tipo d’ingerenza commissione di esperti nella quale l’Etiopia
nell’utilizzo delle risorse del fiume. entra come osservatore.
Già nel XIX secolo il governo di Muhammad Ali Nel 1999 tutti i paesi del bacino (ad eccezione
Pasha elaborò un piano di emergenza contro dell’Eritrea, che entra come osservatore e non
qualunque stato che poteva costituire una mi- è ancora pienamente coinvolta nell’iniziativa)
naccia per il flusso delle acque del Nilo. lanciano il Nile Basin Initiative (NBI), il cui
Nel secolo successivo, quando l’Etiopia dichiarò obiettivo è la condivisione di benefici socio-
la sua intenzione di costruire una diga sul ba- economici e la promozione della stabilità e
cino del Nilo Azzurro (1979), il presidente egi- della sicurezza regionale attraverso lo svolgi-
ziano Sadat minacciò di distruggere la diga, mento di progetti in cooperazione tra gli stati
sottolineando che la sola questione che dell’area. Il NBI è finanziato attraverso il sup-
avrebbe potuto ancora spingere in guerra il porto di alcuni importanti istituzioni finanzia-
paese sarebbe stata l’utilizzo delle acque del rie, tra le quali la World Bank (soprattutto), il
Nilo. Quasi dieci anni dopo Boutros Boutros- Global Environment Facility e l’African Deve-
Ghali (che diventerà successivamente Segreta- lopment Bank, e i contributi diretti dei singoli
rio generale ONU) ha sottolineato che i motivi paesi, tra i quali anche quello dell’Italia, che sta
di una prossima guerra in Medio oriente avreb- lavorando in stretta collaborazione con il NBI
bero potuto riguardare le acque del Nilo e non e, attraverso una stretta partnership con la
questioni di carattere politico. Food and Agriculture Organization (FAO), a par-
La situazione attuale è frutto di due accordi in- tire dalla metà degli anni ’90, ha investito più
ternazionali firmati dall’Egitto nel 1929 (con la di 16 milioni di dollari in progetti per migliorare
Gran Bretagna, intermediaria per le sue colonie la gestione delle risorse idriche nel bacino del
africane) e nel 1959 (con il Sudan). Quello del Nilo. Dal 2003 è stato creato un fondo della
1929 ha dato all’Egitto la disponibilità di 48 Banca Mondiale per il coordinamento dei con-
miliardi di metri cubi di acqua all’anno, la piena tributi dei paesi-donatori, cui aderiscono di-
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4. versi paesi, agenzie-ONU e organizzazioni re- l’Egitto ha acquisito sul Nilo interessi premi-
gionali. Tra questi, spicca la mancanza delle nenti (garantiti dal ruolo di principale utilizza-
istituzioni finanziarie dei paesi arabi, che sono tore, se non unico, delle risorse del fiume) e
invece coinvolti in progetti bilaterali nei con- questi pesano nelle relazioni con gli altri paesi
fronti di specifici paesi dell’area. del bacino, considerato che Il Cairo considera
Il NBI è organizzato secondo tre istituzioni- una minaccia alla sicurezza nazionale ogni ri-
chiave: il Nile Council of Ministers of Water affairs, duzione sull’utilizzo delle acque del fiume.
che definisce le linee-guida dell’organizzazione; La “sensibilità” egiziana sul Nilo è aumentata,
il NBI Technical Advisory Committee, composto da e resa ancora più complessa, dalle stime degli
funzionari dei paesi-membri, di supporto al Con- esperti del governo, secondo cui il delta del
siglio dei Ministri; infine, il NBI Secretariat, che fiume sta subendo un graduale ma progressivo
coordina gli aspetti amministrativi. Il NBI si svi- interramento che potrebbe produrre conse-
luppa secondo tre programmi: lo Shared Vision guenze catastrofiche per la popolazione che
Program (SVP), che mira alla condivisione delle vive nell’area. Inoltre, le previsioni indicano una
informazioni e la creazione di occasioni di dialogo crescita della popolazione di almeno dieci mi-
e collaborazione a livello regionale per lo sviluppo lioni di persone nei prossimi dieci anni, con
di programmi di investimento che permettano un conseguente aumento di richiesta di risorse
utilizzo condiviso delle risorse idriche garantite idriche, che tuttavia non potranno essere ga-
dal fiume Nilo. rantite interamente dal fiume.
Inoltre, l’Eastern Nile Subsidiary Action Program Inoltre, la situazione preoccupa anche dal
(ENSAP), gestito da Egitto, Etiopia e Sudan, e il punto di vista delle implicazioni “esterne”; in-
Nile Equatorial Lakes Subsidiary Action Program fatti, nel settembre dello scorso anno, l’arrivo
(NELSAP), gestito dai paesi della parte meridio- in Etiopia del ministro degli Esteri israeliani Lie-
nale del bacino del Nilo (Burundi, Kenya, RDC, berman, prima tappa di un viaggio che lo ha
Ruanda, Tanzania e Uganda). portato in diversi paesi africani (Uganda, Kenya,
Ciascuno per la propria area, i due programmi facenti anch’essi parte del bacino, Nigeria e
hanno il fine di promuovere lo sviluppo econo- Ghana), ha causato forti proteste da parte della
mico attraverso progetti di lungo termine da stampa egiziana, che ha interpretato la visita
realizzarsi per mezzo dell’utilizzo condiviso come un tentativo di interferire sul controllo
delle risorse idriche del Nilo. del Nilo1.
La stampa israeliana ha invece cercato di mi-
Gli interessi dei diversi paesi nimizzare, rilevando che il viaggio non ha si-
gnificato alcun tipo d’ingerenza nei confronti
Egitto. Il paese non ha alcuna sorgente d’acqua degli interessi egiziani, ma è stato soprattutto
e per questo motivo non contribuisce in alcun un’occasione utile per riallacciare le relazioni
modo alla portata del fiume; tuttavia, poiché diplomatiche con il continente africano (dopo
la popolazione è la più numerosa fra quelle oltre 20 anni) e stipulare accordi per la forni-
degli stati del bacino, utilizza la quota più rile- tura di armamenti e tecnologia bellica2.
vante delle sue risorse idriche. Nel corso dei se- Sudan. Il paese, secondo utilizzatore delle
coli, e in virtù degli accordi del 1929 e del 1959 acque del Nilo, ha una posizione particolare nei
1
Così come parte della stampa internazionale, ad esempio il quotidiano francese Le Figaro che ha titolato: «La visita di
Lieberman in Africa minaccia l’Egitto».
2
Di Ricco, La guerra latente per le acque del Nilo tra Africa e Mediterraneo, in Affari Internazionali (http://www.affarin-
ternazionali.it/articolo.asp?ID=1279).
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5. In apertura: una donna sudanese porta a casa l’acqua in un contenitore di plastica - UN Photo - Tim McKulka
Sopra: World Food Programme - un velivolo lancia aiuti alimentari per gli abitanti del villaggio Oriny, nell’Alto Nilo - UN Photo - Fred Noy
Sotto: Blue Nile Falls Ethiopia
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6. confronti della questione; infatti, da una parte per produrre più cibo, necessaria per fare
ha ottenuto importanti vantaggi con l’accordo fronte, nell’immediato, alla malnutrizione, che
del 1959 e tende a difenderli dalle richieste colpisce ormai oltre il 10% della popolazione
degli altri paesi. Dall’altra invece ritiene che la totale e, nel futuro, per seguire i suoi alti ritmi
ripartizione prevista dall’accordo non sia suffi- di crescita.
ciente; infatti, i suoi programmi di crescita pre- In breve, gli scenari futuri sul paese prevedono
vedono un utilizzo maggiore delle acque del un maggiore utilizzo delle risorse idriche, at-
Nilo, attraverso la costruzione di un massiccio traverso programmi di sviluppo interni e cre-
sistema di dighe, tra le quali la più importante scenti investimenti di paesi stranieri. Tra questi
è quella di Merowe (350 km a Nord di Khar- la Cina, interessata soprattutto al settore del-
toum), costruita con ingenti capitali cinesi (so- l’energia idro-elettrica, l’Italia (che ha investito
prattutto) e dei paesi arabi. molto anche in Egitto), che nel 2009 ha firmato
La diga, in grado di contenere il 20% del flusso un contratto di cooperazione che prevede forti
annuale del Nilo, è destinata a raddoppiare la investimenti nella gestione delle risorse idriche
capacità idroelettrica del paese; per questo del paese, e i paesi del Golfo, interessati invece
motivo ha causato forti tensioni nell’area (che all’acquisto di aree coltivabili.
vanno ad aggiungersi a quelle esistenti), anche In particolare, questi ultimi stanno spendendo
in considerazione delle previsioni sul futuro, se- «miliardi di dollari per creare piantagioni di riso
condo cui il funzionamento a pieno regime e altri alimenti di base in alcuni paesi africani
della diga causerà il prosciugamento del lago come il Mali, il Senegal, il Sudan e l’Etiopia»; in
Nasser (il bacino artificiale formatosi con la co- questo modo si vuole mettere in pratica un
struzione della diga di Assuan) entro un mas- nuovo e singolare «esperimento condotto sulle
simo di due anni. risorse alimentari mondiali, cominciato nell’ul-
Etiopia. Tra i paesi della parte meridionale del timo anno e non ancora studiato dagli analisti
Nilo, l’Etiopia è certamente il paese che ha il internazionali»3.
maggior interesse nella gestione delle sue ri- L’Etiopia, insieme al Sudan, sarà fra i principali
sorse; infatti, pur contribuendo all’86% della destinatari degli investimenti dei paesi del
portata totale del fiume, attraverso il Nilo Az- Golfo, perché si trova sulla sponda opposta del
zurro, ne utilizza solo una minima parte (circa mar Rosso, ha un clima favorevole e un atteg-
l’1%). Tale clamoroso squilibrio è causato sia giamento del governo che favorisce gli investi-
dal veto posto da Egitto e Sudan alla realizza- menti stranieri4. Inoltre, la Banca Mondiale ha
zione di progetti da parte di altri paesi, sia alla rilevato che circa tre quarti della superficie ara-
mancanza di risorse economiche, che hanno bile del paese non sono coltivati e «gli agro-
fino ad ora impedito ad Addis Abeba di fare in- nomi sostengono che questa terra potrebbe
vestimenti nella costruzione di dighe e centrali diventare fertile con adeguati investimenti di
idro-elettriche. Il paese, con una popolazione capitali»5 e un maggiore utilizzo delle acque del
di oltre 60 milioni di persone, ha inoltre un bi- Nilo. Da qui il boom degli investimenti degli ul-
sogno estremo di sviluppare la sua agricoltura timi anni nel settore agricolo, come dimostrano
3
Rice, L’Africa senza terra, The New York Times Magazine, in Internazionale, n. 825 dell’11 dicembre 2009, p. 36.
4
«Il regime attuale vieta ancora la proprietà privata della terra e in Etiopia ogni agricoltore, locale e straniero, lavora i
suoi campi in base a una licenza del governo. Questa politica ha permesso a un regime monopartitico di distribuire se-
gretamente immense distese di terra agli investitori stranieri senza preoccuparsi di eventuali proteste della popolazione».
Rice, cit., p. 39.
5
Rice, cit., p. 38.
PANORAMA INTERNAZIONALE 19
7. gli oltre 800 progetti agricoli finanziati da rato che sarebbe opportuno che tra i paesi del
paesi stranieri approvati dall’agenzia governa- bacino del Nilo iniziasse una reale collabora-
tiva etiope degli investimenti nel solo 2009 zione «perché presto entreremo in competi-
(quasi il doppio di quelli registrati nell’intero zione per le risorse del Nilo, una competizione
decennio precedente). reale»7. Il tema è significativo in un’area in cui
Gli altri paesi. Il Kenya, la Tanzania e gli altri le previsioni negative sullo sfruttamento con-
paesi dell’Africa Orientale hanno interesse a giunto delle risorse del Nilo vanno ad aggiun-
utilizzare le acque del fiume soprattutto per lo gersi a un “terreno conflittuale” già esistente,
sfruttamento a fini di pesca, navigazione e ge- legato, soprattutto, alla percezione sociale
nerazione idroelettrica. Per questo motivo, delle rispettive identità nazionali o etniche. Per
chiedono la revisione del trattato del 1959, che questo motivo, nell’opinione degli analisti, la
li ha vincolati quasi tutti prima ancora di otte- ripartizione dell’utilizzo delle sue acque do-
nere l’indipendenza, e una serie di misure spe- vrebbe basarsi sul principio di equità.
cifiche, tra le quali la riduzione del flusso della Solo in questo modo si potrebbe raggiungere,
diga di Assuan, l’eliminazione degli sprechi, il finalmente, un vero equilibrio tra gli stati che
pagamento dell’acqua consumata per l’impiego fanno un uso quasi esclusivo del Nilo e quelli
in agricoltura, ecc., che andrebbero certamente che pur contribuendo in larga parte alle acque
a loro vantaggio. L’opinione di diversi analisti del Nilo, non ne usufruiscono per nulla.
è che i paesi del bacino utilizzino la questione La situazione attuale, per quanto storicamente
della ripartizione delle risorse del fiume come consolidata, non può durare ancora a lungo
un modo per mettere pressione all’Egitto e anche perché è facilmente prevedibile una cre-
spingerlo a fare investimenti nei loro paesi. scita delle esigenze di tutti i paesi, che saranno
In un clima di speranze e sospetti reciproci si così tentati di sfruttare al massimo le risorse
sono svolti, negli ultimi due anni, diversi incon- idriche in loro possesso per condurre, eventual-
tri (l’ultimo a Sharm el Sheikh lo scorso mese mente, iniziative unilaterali (es. il ricorso alla
di aprile), conclusi senza risultati apprezzabili, Corte Penale di Giustizia per risolvere la di-
soprattutto in seguito al rifiuto di Egitto e sputa, così come richiesto da molti stati, ipotesi
Sudan di rivedere le quote di ripartizione. Addis a cui tuttavia si oppone il Sudan), fino ad ora
Abeba ha accusato il Cairo di ritardare i nego- escluse soprattutto per la debolezza di questi
ziati per la piena operatività del NBI. «L’Egitto paesi, dovuta alle reciproche rivalità, l’instabi-
e il Sudan, invece, sostengono che la loro po- lità politica, le difficoltà economiche e la man-
sizione a valle li rende più vulnerabili ai cam- canza di sufficienti appoggi a livello
biamenti di disponibilità idrica provocati dai internazionale. Ma le cose potrebbero cambiare
progetti di sviluppo a monte del fiume»6. a breve, come dimostra la decisione dei ministri
per le risorse idriche e l’irrigazione di Etiopia,
Cooperazione vs. competizione Uganda, Kenya, Tanzania, Burundi, Ruanda e
Repubblica Democratica del Congo di conclu-
Un consulente del governo ugandese per le dere i negoziati sull’Accordo quadro di coope-
questioni idriche nell’ottobre 1997 ha dichia- razione anche senza il consenso del Cairo e di
6
Bradley, Nessun accordo sulle acque del Nilo, The National, in Internazionale, n. 846 del 14 maggio 2010, p. 24.
7
«So inevitably cooperation is important because clearly we will soon go into competition for the resource, real competition.
For now it is more of a perception. It’s perceived, but I think it is going to be real. So cooperation is necessary, I think, to
plan together». Goulden – Conway, Adaptation to climate change in international river basins: a case study of the River
Nile, Tyndall Center for climate change research, 2007.
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8. Khartoum. L’iniziativa, ove arrivasse a conclu- esempio eventuali accordi bilaterali segreti
sione, rappresenterebbe un durissimo colpo per sull’uso delle acque) e la possibilità di integrare
il NBI, con conseguenze gravi sugli equilibri i programmi condivisi a livello regionale con i
dell’area. programmi nazionali (finalizzati, ad esempio, a
In ogni caso, la crescita della popolazione da definire le strategie per contenere gli sprechi e
sola non rappresenta un elemento che giusti- aumentare la disponibilità di acqua). Interes-
fica l’escalation. santi sembrano anche le azioni proposte dalla
Ecco quindi che, nonostante le resistenze di Gardiner9, che, ove messe in pratica, aumente-
Egitto e Sudan, diventa fondamentale definire rebbero consapevolezza e responsabilità delle
dei meccanismi efficaci di ripartizione delle ri- popolazioni locali sulla gestione dell’acqua; fra
sorse idriche del Nilo, finalmente su base mul- queste lo scambio di informazioni attraverso
tilaterale e non più frutto di accordi tra singoli programmi di formazione e aggiornamento e
paesi. Tuttavia, la “vera” questione di fondo è programmi a livello locale di monitoraggio e
che, anche se in linea di principio tutti i paesi controllo sull’utilizzo delle risorse. Kameri-
concordano sul fatto che la situazione debba Mbote10 invece afferma la necessità che il NBI
cambiare, le divergenze iniziano subito dopo, sia accompagnato da iniziative della società ci-
quando si passa alla ricerca delle modalità di vile, ad esempio il Forum del Nile Basin Di-
cambiamento. scourse, nato per dare voce alle popolazioni che
abitano l’area del Nilo, al di fuori dei “tradizio-
Il problema quindi non è tanto “se” cambiare nali” contesti istituzionali, e che vivono in
(decisione che sembra ormai più o meno con- prima persona i problemi del bacino (ad esem-
solidata), quanto soprattutto “come”, perché le pio categorie di persone, come agricoltori, pe-
ipotesi di revisione delle quote di ripartizione, scatori, associazioni e rappresentanti delle
così come richiesto da quasi tutti i paesi del comunità locali).
bacino, si scontrano con le pretese del Cairo e In breve, esistono ormai diverse iniziative e op-
di Khartoum di non toccare i diritti acquisiti. portunità per affrontare una sfida globale, in
Per questo motivo, nell’opinione degli analisti, cui si fronteggiano istanze competitive (le po-
il NBI pur rappresentando un’opportunità di sizioni dei singoli paesi) e occasioni di collabo-
collaborazione fra i paesi dell’area, in realtà razione (a livello regionale, date dal NBI); sta,
non avrebbe un impatto concreto e per fare ciò ovviamente, agli stati riuscire a cogliere le op-
avrebbe bisogno di alcuni strumenti di “sup- portunità offerte dalle seconde e contenere i
porto”, che potrebbero facilitare il consenso in- rischi derivanti dalle prime.
torno a un metodo collaborativo di gestione Tuttavia, Hani Raslan, direttore del programma
delle issues. In una ricerca del 2007 Goulden e di studi sul bacino del Nilo all’Al Ahram centre
Conway8 hanno focalizzato l’attenzione soprat- for political and strategic studies del Cairo, è
tutto sul ruolo delle istituzioni regionali (es. pessimista sulla possibilità di superare lo stallo
l’Unione Africana) e delle stesse Nazioni Unite entro breve; infatti «non si aspetta nessuna de-
in termini di capacità di dissuasione riguardo cisione seria sulla questione per i prossimi
comportamenti competitivi dei singoli stati (ad vent’anni»11.
8
Goulden – Conway, cit.
9
Freshwater: A global crisis of water security and basic water provision, 2002.
10
Water, Conflict, and Cooperation: Lessons From the Nile River Basin, Navigating Peace, no. 4, Woodrow Wilson Interna-
tional Center for Scholars, Gennaio 2007, p.4.
11
Bradley, cit.
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