Dilemmi Etici e Deontologici nel Trattamento degli Adolescenti
1. XVI CONGRESSO NAZIONALE
SITCC
Roma, 4-7 Ottobre 2012
Dilemmi Etici e Deontologici
nel Trattamento degli
Adolescenti
A. Mannarino 1, M. Gianotti 1, C. Manfredi 1, V. Valenti2
1 Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva e Cognitivo-Comportamentale Studi
Cognitivi, Modena
2 Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva e Cognitivo-Comportamentale Studi
Cognitivi, San Benedetto del Tronto
2. Codice deontologico degli psicologi
Articolo 31
Le prestazioni professionali a persone minorenni o interdette
sono, generalmente, subordinate al consenso di chi esercita
sulle medesime la potestà genitoriale o la tutela. Lo psicologo
che, in assenza del consenso di cui al precedente comma,
giudichi necessario l'intervento professionale nonché l'assoluta
riservatezza dello stesso, è tenuto ad informare l'Autorità
Tutoria dell'instaurarsi della relazione professionale. Sono fatti
salvi i casi in cui tali prestazioni avvengano su ordine
dell'autorità legalmente competente o in strutture
legislativamente preposte.
3. Molto adolescenti che intraprendono un trattamento:
• non hanno raggiunto ancora la maggiore età,
• abitano ancora con i genitori, quindi con altre
persone con le proprie problematiche emotive
• frequentano la scuola
• generalmente necessitano di essere seguiti da una
figura adulta avente autorità
4. Caso A
A. è una ragazzina di 15 anni che si è presentata in terapia
accompagnata dai genitori per un problema di attacchi di
panico. Durante il corso della terapia emerge che ha rapporti
sessuali con un coetaneo senza utilizzo delle dovute protezioni
contraccettive.
Caso B
G. È un ragazzino di 17 anni che si è presentato in terapia
accompagnato dai genitori per un problema di gestione della
rabbia. Durante il corso della terapia emerge che abusa spesso
di sostanze stupefacenti, in particolare LSD e Marijuana
5. Caso C
F. è un ragazzo di 17 anni che si è presentato in terapia,
accompagnato dai genitori per un problema legato alla gestione
dell’ansia. Durante il corso della terapia emerge che ha rapporti
sessuali con animali.
Caso D
D. è un ragazzino di 16 anni che si è presentato in terapia
accompagnato dai genitori per un problema di gestione
dell’aggressività. Durante le sedute emerge che partecipa spesso
a risse con coetanei e ruba nei supermercati.
Caso E
G. è una ragazzina di 16 anni che si è presentata in terapia
accompagnata dai genitori per un problema di scarsa autostima e
ansia sociale. Durante le sedute emerge che saltuariamente
mangia e vomita subito dopo.
6. • Cosa fare in casi come questi o in
situazioni cliniche analoghe?
• Esistono linee guida ben definite
riguardo la posizione che deve
assumere lo psicoterapeuta?
Rispetto del segreto professionale o
comunicazione di informazioni ai
genitori?
7. Koocher, 2003: secondo l’HIPAA (Health Insurance Portability and
Accountability Act) gli psicologici devono tutelare il diritto di
privacy del proprio paziente adolescente. Esistono però tra minori
condizioni ritenute eccezionali per le quali può essere necessario
“violare” il segreto professionale. In particolare:
• Minori in gravidanza
• Minori che scoprono di essere affetti da malattie sessualmente
trasmissibili
• Minori tossicodipendenti
8. I fenomeni relativi all’abuso fisico, sessuale o psicologico e
l’abbandono sono regolati da leggi che cambiano
notevolmente da uno Stato all’altro e non tutte queste
questioni presentano una risposta giuridica ben definita.
Esempio, Stati Uniti, l’attività sessuale consensuale tra una
ragazzina di 14 anni e un ragazzo potrebbe essere trattata in
maniera differente dalle autorità dei diversi Stati a seconda
che il partner abbia:
• 14 anni
• 18 anni
• 25 anni
9. Lo studio di McDivitt del 2001 ha approfondito i
problemi etici che si presentano quando si effettuano
terapie di gruppo con bambini e adolescenti.
Un’indagine che utilizzava vignette con la rappresentazione
di questioni etiche è stata spedita ad un campione
nazionale di psicologi che lavoravano nella scuole, operatori
nell’ambito sociale e counsellors. Ai professionisti veniva
chiesto di rispondere ad alcuni dilemmi etici.
I dati riflettono discrepanza tra quello che
i professionisti ritengono essere eticamente corretto e la
regolare disponibilità a metterlo in pratica.
10. Cosa fare quando il proprio sistema di valori non
corrisponde a quello del proprio paziente adolescente e
della sua famiglia?
È giusto che il terapeuta rimanga in silenzio, senza
contestare i nocivi pregiudizi del minore, evitando l’auto
rivelazione?
Studio di Koocher del 2003: l’auto rivelazione delle
informazioni personali del terapeuta possa distruggere
l’alleanza terapeutica e rallentare eventuali progressi del
trattamento.
11. È eticamente corretto che lo psicoterapeuta fornisca consigli
riguardo ai trattamenti medici?
Molti Stati consentono al minore di richiedere
autonomamente un trattamento senza informare il genitore.
Tipicamente queste situazioni includono la ricerca di un
trattamento per:
•abuso di sostanze
•malattie sessualmente trasmissibili
•gravidanza
È importante che gli psicoterapeuti siano consapevoli di
queste eccezioni e dei servizi locali disponibili in modo tale
da informare i propri pazienti adolescenti, se necessario.
12. Ci sono differenze tra i minori che abbandonano la terapia e
quelli che la continuano?
Weisz e colleghi nel 1987 hanno cercato di fare luce su
questa problematica avvalorandosi di strumenti di
misurazione ben consolidati come la Child Behavior Checklist.
Lo studio confronta i risultati ottenuti alla CBCL dei
bambini che interrompono la terapia con quelli dei
bambini che continuano il trattamento; viene inoltre
effettuato un confronto attraverso l’utilizzo del CDI (Child
Depression Inventory; Kovaks e Beck, 1977) di:
• caratteristiche demografiche importanti dell’utenza
•percezione che i genitori hanno dei propri figli
• caratteristiche demografiche dei terapeuti
13. L’analisi statistica dei dati non ha evidenziato differenze
statisticamente significative tra i due gruppi di bambini, in
particolare non sono emerse differenze tra:
• caratteristiche demografiche e psicopatologiche dei bambini
• caratteristiche dei genitori
• variabili relative al terapeuta (genere, età e etnia)
Questi dati evidenziano che i giovani che abbandonano la terapia
non hanno caratteristiche particolarmente differenti da quelli che
la continuano.
14. • In base a questo studio possiamo perciò
ragionevolmente concludere che non vi è alcuna
correlazione tra la violazione del segreto
professionale da parte dello psicoterapeuta e
l’abbandono della terapia da parte
dell’adolescente.
• L’analisi della letteratura ci ha consentito di
constatare che risulta complesso stabilire delle
regole rigide per guidare la condotta del
terapeuta in situazioni ambigue.
15. Lo psicologo che si occupa di minori, in
particolare adolescenti, si troverà spesso
davanti a dilemmi etici.
E quindi come facciamo?
16. Bibliografia:
• Koocher, G.P., (2003). Ethical Issues in Psychotherapy With Adolescents.
JCLP/ In session, Vol. 59 (11), 1247-1256.
•MCDivitt, K.L. (2001). Ethics in group work with children and
adolescents. Dissertation Abstracts Inteernational, 61 (12-A), 4673.
•Weisz, J.R., (1987) Giving up On child Psychoterapy: Who Drops Out?
Journal of consulting and clinical Psychology, Vol. 55, N 6, 916-918.
17. Grazie per la vostra
attenzione!
Dr.ssa Alice Mannarino
mannarino.alice@gmail.com
3391512052