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Paola Casavola e Aline Pennisi / 29 April 2011 – Session 10             1
Workshop on the Enhancement and Social Responsibility of Official Statistics
implicazioni di 20 anni di internet e www
•   non solo opportunità, ma nuovi standard in molte attività di
    mercato e anche nel modo di agire del settore pubblico

•   modifiche oggettive nel “diritto” all‟informazione su quello
    che le amministrazioni fanno/sanno e l‟ “obbligo” alla
    trasparenza da parte delle amministrazioni

•   crescente domanda di disponibilità e pratica di costruzione
    di “Open data”

•   iniziative governative in USA (memorandum 2009) e UK
    (http://data.gov.uk/), presto seguite da altri paesi (dibattito
    sulla direttiva UE PSI)
open data e open government data
• informazioni strutturate rese disponibili sul web in modalità che
  ne facilitino la comprensione e l‟utilizzo attraverso la possibilità di:
    –   ri-elaborazione
    –   lettura automatica da elaboratore (machine-readble)
    –   connessione con altra informazione
    –   indicizzazione
    –   redistribuzione
    –   accesso senza costi (monetari e procedurali) di accesso da
        parte di chiunque sia interessato


• molta informazione è raccolta e organizzata da soggetti pubblici
  a fini di missione istituzionale, ma è anche adatta a soddisfare
  altre esigenze conoscitive di cittadini, ricercatori, politici, la
  società civile ... e altri soggetti organizzati (anche spesso altri
  soggetti pubblici) SE resa OPEN
                                                                       3
perché “aprire” i dati dell’amministrazione?
 Nel dibattito internazionale, si insiste su due aspetti:
  •     il valore collettivo dei dati: legato ai concetti di democrazia,
        trasparenza, accountability, partecipazione, public voice (l‟idea
        è che dati grezzi sono “davvero trasparenti”, mentre dati
        aggregati o già elaborati possono nascondere le “vere”
        informazioni)
  •     la maggiore efficienza dell‟azione pubblica: coordinamento,
        innovazione, scelta informata su domini privati (l‟idea è che
        con i dati grezzi qualcun altro possa fornire dei servizi utili o
        estrapolare una conoscenza nuova, cose che
        l‟amministrazione non ha il tempo o le capacità di fare)

 Si riconoscono alcuni limiti necessari, focalizzando l‟attenzione su
 dati già “pubblici”di natura. Non si parla di aprire:
   •    né dati personali (con l‟eccezione di un folto dibattito sulle
        persone con cariche pubbliche)
   •    né dati che possono compromettere la sicurezza nazionale 4
miti e realtà della maggiore trasparenza / 1
• Trasparenza / LikedOpenCamera: Collaborazioni e consulenze
  della Camera dei deputati vigenti al 1° gennaio 2010

• Scelte di voto / OpenParlamento: Monitoraggio dell‟attività
  parlamentare e dei politici

• Voice pubblica / Piano regolatore del comune La Cassa (TO)

• Self interest con contributo nullo o negativo sull‟azione pubblica /
  Street crime on mobile phone / La Nera a Milano nel 2010 /
  schede cliniche e rating di reparti ospedalieri (es. programmi di
  intervento cardio-chirugico monitorati dal Duke clinical research
  institute)

• Self interest “predatorio” / Dati digitalizzati sulle proprietà terriere
                                                                        5
  a Bangalore
LikedOpenCamera: Collaborazioni e consulenze della Camera dei
            deputati vigenti al 1° gennaio 2010
          http://bsfortic2.altervista.org/wp/navigatore.html




                                                               6
Cronaca nera a Milano. Cosa succede e dove, ogni
           giorno su questa mappa.




                                                   7
miti e realtà della maggiore trasparenza / 2
• Il dato grezzo è davvero più comprensibile / contiene davvero
  più informazione ? (es. i capitoli di un bilancio pubblico)

• Tutti sono davvero in grado di elaborare dati grezzi ? (la
  maggior parte dei cittadini non è geek, né davvero numerate)

• C‟è davvero una relazione tra informazioni disponibili e scelte
  di voto ?

• Per migliorare i servizi pubblici è sufficiente maggiore
  accountability e voice o sono altri i problemi da risolvere ?

• Chi dovrebbe prendersi in carico la responsabilità sul digital
  divide? (che è tra l‟altro stratificato socialmente …)
                 open non risolve, ma comunque conviene
aprire dati: aspetti tecnologici
Standard che si sono affermati per:
   – consentire l‟accesso ai dati da parte di individui e
     macchine (formato, indirizzo web, API)
   – facilitare l‟acquisizione (in bulk )
   – razionalizzare il processo gestionale all‟origine
     della creazione del dato

Richiedono:
   – know how tecnico
   – impegno organizzativo per applicarli

  Sono relativamente generali e applicabili a dati di
  natura diversa
                                                            9
aprire i dati: aspetti di merito
Struttura informativa - consente davvero:
   – la rielaborazione ?
   – la trasformazione ?
   – il collegamento con altri dati ?

Requisiti:
  – Meta informazione
  – Granularità
  – Classificazioni e codifiche (standard)
  – Licenza di riuso

  Sono meno generali e vanno compresi e adattati
  al caso specifico
                                                   10
aprire i dati: aspetti di efficacia
• Curare la diffusione e la visibilità da web:
   – unico punto d‟accesso
   – evidenziazione amichevole per l‟utenza
   – utilizzo del social networking / blog / links



• Curare la comprensione dei contenuti per un
  pubblico non necessariamente esperto
   – comunicati stampa
   – note metodologiche chiare
   – similarità e differenze con altri dati su temi analoghi)

                                                                11
il caso italiano
• L‟Italia ha buone statistiche, ma ha pochi open data
• Open statistiche ? (i microdati sono sempre disponibili?)



• Pochi data set amministrativi sul web e non sempre davvero
  open (riutilizzabilità dovrebbe implicare rielaborabilità)
• Non ci sono cataloghi ufficiali (spaghetti, ckan, data.gov.it ...
  buona volontà, ma non sempre sufficiente screening)
• Eppur si muove anche il livello politico e istituzionale
  (Ministro per l‟Innovazione, dati.piemonte.it, DDL Regione
  Lazio,… )
• Confusione nel messaggio pubblico e assenza di sensibilità
  alla trasparenza della politica
• Un mondo troppo poco „numerate‟
                                                                  12
Esempi di...fraintendimenti
• Non sufficiente screening di cos‟è open / la selezione di
  datasets e le “stelline” dei cataloghi

• Non ri-elaborabilità per “sporcizia” del dato /
  monitoraggio delle auto blu

• Non ri-elaborabilità per il livello di aggregazione del dato
  / esempio valido per qualsiasi indicatore (per il quale non
  sono forniti separatamente numeratore e denominatore)

• Non ri-utilizzabilità per copyright o mancanza di licenza

                                                              13
costi diretti per l’amministrazione
NON è vero che aprire i dati non implica costi aggiuntivi.
Aprire e diffondere i dati è costoso:
    – l‟informatizzazione di molti processi amministrativi e gestionali è
       lenta e/o parziale
    – molti dati giacciono in formati quasi - cartacei e non sono
       riutilizzabili nemmeno all‟interno della PA
    – l‟utilizzo di classificazioni e codifiche standard non è diffuso
    – la gestione dei siti internet spesso non ha ancora incorporato
       una cultura di uso dell‟IT, ma di vetrina dell‟amministrazione
    – l‟organizzazione non prevede adattamenti incrementali

QUINDI:
Aprire e diffondere i dati vuol dire spesso:
    – Recuperarli
    – Pulirli
    – Tenerli “puliti” e fare manutenzioni straordinarie ( affrontare
       nomi inintelligibili, alfanumerici problematici, codifiche non
       omogenee, tracciabilità del dato nel tempo, necessità di
       costruire metadati )
                                                                        14
percezione da parte dell’amministrazione

 • lo sforzo di fare ordine e innovazione è orientato al
   futuro, ma l‟organizzazione è tesa a risolvere problemi
   di breve termine (e quindi spesso lasciato all‟iniziativa
   individuale che viene raramente premiata)

 • spesso i dati, una volta che hanno soddisfatto il loro
   scopo immediato, “non servono più” a chi li produce !!

 • utenti ulteriori non sono riconosciuti (nemmeno quando
   sono altre amministrazioni)



                                                          15
preoccupazioni dell’amministrazione
• Timore di perdita di autorevolezza (non essere più
  “possessore e unico interprete” dei dati)

• Consapevolezza dei limiti intrinseci dei dati prodotti (non
  esaustivi, imprecisi, “sporchi”)

• Scarsa fiducia nella capacità interpretativa esterna

• Timore degli equivoci e della necessità di dover rendere
  spiegazioni

• Ambiguità delle norme sulla diffusione dei dati e
  possibilità di problemi con l‟autorità garante dei dati
  personali
                                                            16
benefici per l’amministrazione
Un impegno più forte per la produzione di open data può
avvantaggiare direttamente l’amministrazione
    – razionalizzazione dei processi gestionali e amministrativi
      (“pratiche più ordinate”)
    – miglioramento della fruibilità dei dati anche per uso interno
    – maggiore raccordo e integrazione tra diversi insiemi di dati
    – possibilità di individuare duplicazioni di attività e generare
      risparmi (di tempo, di risorse)
    – avvicinamento all‟utenza e maggiore comprensione della
      domanda

E rafforzare le sue capacità di migliorare l’azione pubblica
    – si può beneficiare del contributo di altri che interpretano i
       dati
    – si possono raccogliere benefici dall‟incremento di
       collaborazione in rete e nel mondo reale                     17
potenzialità e limiti dei movimenti dal basso
 Esistono movimenti per open data in molti Paesi e anche in
 Italia.
 Potenzialità:
    – aggregazione e diffusione interna dei termini della questione
    – mobilitazione di expertise tecnica
    – sperimentazione di pratiche di riutilizzo e offerta di strumenti
      open
    – organizzazione di sedi di confronto
 Limiti:
    – domanda generalista sui contenuti
    – lavoro volontario e orientato agli aspetti tecnologici
    – difficoltà a dialogare con l‟esterno, più forte in sistemi (come
      il nostro) con scarsa tradizione di democrazia partecipativa
      e limitato interesse pubblico ai dati oggettivi
                                                                   18
possibilità di un movimento intermedio e
          benefici per la statistica
Nel caso italiano:
  – improbabile che si attivi un interesse “politico nazionale”
     sugli open data (scarsi rendimenti per la politica ... dato il
     contesto)
  – tuttavia, interesse e sforzi in alcuni punti
     dell‟amministrazione e nella politica locale (per maggiori
     rendimenti diretti e necessità di co-produrre servizi con gli
     utenti per abbassare alcuni costi)
  – possibile un movimento intermedio, dei potenziali
     produttori di open government data nell‟amministrazione
  – benefici anche per la statistica: più prodotti di base di
     qualità da rielaborare, moltiplicazione delle fonti dirette di
     dati a scala fine in formati più adatti alla trasformazione
                                                               19
occasioni da cogliere e soluzioni
                auspicabili
• Utilizzare l‟occasione della “Banca dati unitaria della
  PA” (art. 13 della legge 196 del 2009/riforma della
  contabilità pubblica)
• la P.A. dovrebbe richiedere contrattualmente dai propri
  fornitori che tutte le informazioni acquisite in base a
  contratti e appalti (pareri, carte geografiche,studi, etc.)
  siano rese in formato digitale ed in formato aperto
• Cogliere l‟opportunità del crescente dibattito sulla
  valutazione delle politiche pubbliche, rendendo open i
  dati raccolti dai sistemi di monitoraggio già esistenti (su
  politiche dei fondi strutturali, incentivi alle imprese,
  politiche del lavoro, etc.)

                                                            20
ruolo potenziale dell’ISTAT
Può aiutare i potenziali produttori di open data a:

– Non confondere open government data con la statistica
  ufficiale
– Comprendere il valore e l‟utilità dell‟apertura del dato fine
  e della sua cura
– Segnalare ambiti utili in cui avviare lo sforzo
– Diffondere metodi e pratiche di classificazione re-
  utilization enhancing
– Costruire uno spazio di confronto e di formazione
  implicito su questioni tecniche e di merito del dato
– Sostenere un maggiore investimento nella numeracy
  della popolazione, a partire dai giovani
– Realizzare punti di coordinamento
                                                            21
Per saperne di più….

– Lathrop D., Ruma L. (2010) Open Government. Collaboration,
  Transparency, and Participation in Practice, O'Reilly Media
– McQuillan D. (2010), Open data doesn't empower communities,
  http://www.internetartizans.co.uk/open_data_does_not_empower
– Opendatamanual http://opendatamanual.org/
– Pennisi A. (2010), Aprire i dati del bilancio dello Stato: prospettive e
  implicazioni per open data e PA, Fammi sapere: un convegno sugli
  open data - Senigallia, 20 novembre 2010
– Robinson, David G., Yu, Harlan, Zeller, William P. and Felten,
  Edward W. (2009), Government Data and the Invisible Hand, Yale
  Journal of Law & Technology, Vol. 11, p. 160.
– http://blog.p2pfoundation.net/from-the-digital-divide-to-the-data-
  divide/2010/09/06


                                                                        22

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Ws2011 sessione10 casavola_pennisi

  • 1. Paola Casavola e Aline Pennisi / 29 April 2011 – Session 10 1 Workshop on the Enhancement and Social Responsibility of Official Statistics
  • 2. implicazioni di 20 anni di internet e www • non solo opportunità, ma nuovi standard in molte attività di mercato e anche nel modo di agire del settore pubblico • modifiche oggettive nel “diritto” all‟informazione su quello che le amministrazioni fanno/sanno e l‟ “obbligo” alla trasparenza da parte delle amministrazioni • crescente domanda di disponibilità e pratica di costruzione di “Open data” • iniziative governative in USA (memorandum 2009) e UK (http://data.gov.uk/), presto seguite da altri paesi (dibattito sulla direttiva UE PSI)
  • 3. open data e open government data • informazioni strutturate rese disponibili sul web in modalità che ne facilitino la comprensione e l‟utilizzo attraverso la possibilità di: – ri-elaborazione – lettura automatica da elaboratore (machine-readble) – connessione con altra informazione – indicizzazione – redistribuzione – accesso senza costi (monetari e procedurali) di accesso da parte di chiunque sia interessato • molta informazione è raccolta e organizzata da soggetti pubblici a fini di missione istituzionale, ma è anche adatta a soddisfare altre esigenze conoscitive di cittadini, ricercatori, politici, la società civile ... e altri soggetti organizzati (anche spesso altri soggetti pubblici) SE resa OPEN 3
  • 4. perché “aprire” i dati dell’amministrazione? Nel dibattito internazionale, si insiste su due aspetti: • il valore collettivo dei dati: legato ai concetti di democrazia, trasparenza, accountability, partecipazione, public voice (l‟idea è che dati grezzi sono “davvero trasparenti”, mentre dati aggregati o già elaborati possono nascondere le “vere” informazioni) • la maggiore efficienza dell‟azione pubblica: coordinamento, innovazione, scelta informata su domini privati (l‟idea è che con i dati grezzi qualcun altro possa fornire dei servizi utili o estrapolare una conoscenza nuova, cose che l‟amministrazione non ha il tempo o le capacità di fare) Si riconoscono alcuni limiti necessari, focalizzando l‟attenzione su dati già “pubblici”di natura. Non si parla di aprire: • né dati personali (con l‟eccezione di un folto dibattito sulle persone con cariche pubbliche) • né dati che possono compromettere la sicurezza nazionale 4
  • 5. miti e realtà della maggiore trasparenza / 1 • Trasparenza / LikedOpenCamera: Collaborazioni e consulenze della Camera dei deputati vigenti al 1° gennaio 2010 • Scelte di voto / OpenParlamento: Monitoraggio dell‟attività parlamentare e dei politici • Voice pubblica / Piano regolatore del comune La Cassa (TO) • Self interest con contributo nullo o negativo sull‟azione pubblica / Street crime on mobile phone / La Nera a Milano nel 2010 / schede cliniche e rating di reparti ospedalieri (es. programmi di intervento cardio-chirugico monitorati dal Duke clinical research institute) • Self interest “predatorio” / Dati digitalizzati sulle proprietà terriere 5 a Bangalore
  • 6. LikedOpenCamera: Collaborazioni e consulenze della Camera dei deputati vigenti al 1° gennaio 2010 http://bsfortic2.altervista.org/wp/navigatore.html 6
  • 7. Cronaca nera a Milano. Cosa succede e dove, ogni giorno su questa mappa. 7
  • 8. miti e realtà della maggiore trasparenza / 2 • Il dato grezzo è davvero più comprensibile / contiene davvero più informazione ? (es. i capitoli di un bilancio pubblico) • Tutti sono davvero in grado di elaborare dati grezzi ? (la maggior parte dei cittadini non è geek, né davvero numerate) • C‟è davvero una relazione tra informazioni disponibili e scelte di voto ? • Per migliorare i servizi pubblici è sufficiente maggiore accountability e voice o sono altri i problemi da risolvere ? • Chi dovrebbe prendersi in carico la responsabilità sul digital divide? (che è tra l‟altro stratificato socialmente …) open non risolve, ma comunque conviene
  • 9. aprire dati: aspetti tecnologici Standard che si sono affermati per: – consentire l‟accesso ai dati da parte di individui e macchine (formato, indirizzo web, API) – facilitare l‟acquisizione (in bulk ) – razionalizzare il processo gestionale all‟origine della creazione del dato Richiedono: – know how tecnico – impegno organizzativo per applicarli Sono relativamente generali e applicabili a dati di natura diversa 9
  • 10. aprire i dati: aspetti di merito Struttura informativa - consente davvero: – la rielaborazione ? – la trasformazione ? – il collegamento con altri dati ? Requisiti: – Meta informazione – Granularità – Classificazioni e codifiche (standard) – Licenza di riuso Sono meno generali e vanno compresi e adattati al caso specifico 10
  • 11. aprire i dati: aspetti di efficacia • Curare la diffusione e la visibilità da web: – unico punto d‟accesso – evidenziazione amichevole per l‟utenza – utilizzo del social networking / blog / links • Curare la comprensione dei contenuti per un pubblico non necessariamente esperto – comunicati stampa – note metodologiche chiare – similarità e differenze con altri dati su temi analoghi) 11
  • 12. il caso italiano • L‟Italia ha buone statistiche, ma ha pochi open data • Open statistiche ? (i microdati sono sempre disponibili?) • Pochi data set amministrativi sul web e non sempre davvero open (riutilizzabilità dovrebbe implicare rielaborabilità) • Non ci sono cataloghi ufficiali (spaghetti, ckan, data.gov.it ... buona volontà, ma non sempre sufficiente screening) • Eppur si muove anche il livello politico e istituzionale (Ministro per l‟Innovazione, dati.piemonte.it, DDL Regione Lazio,… ) • Confusione nel messaggio pubblico e assenza di sensibilità alla trasparenza della politica • Un mondo troppo poco „numerate‟ 12
  • 13. Esempi di...fraintendimenti • Non sufficiente screening di cos‟è open / la selezione di datasets e le “stelline” dei cataloghi • Non ri-elaborabilità per “sporcizia” del dato / monitoraggio delle auto blu • Non ri-elaborabilità per il livello di aggregazione del dato / esempio valido per qualsiasi indicatore (per il quale non sono forniti separatamente numeratore e denominatore) • Non ri-utilizzabilità per copyright o mancanza di licenza 13
  • 14. costi diretti per l’amministrazione NON è vero che aprire i dati non implica costi aggiuntivi. Aprire e diffondere i dati è costoso: – l‟informatizzazione di molti processi amministrativi e gestionali è lenta e/o parziale – molti dati giacciono in formati quasi - cartacei e non sono riutilizzabili nemmeno all‟interno della PA – l‟utilizzo di classificazioni e codifiche standard non è diffuso – la gestione dei siti internet spesso non ha ancora incorporato una cultura di uso dell‟IT, ma di vetrina dell‟amministrazione – l‟organizzazione non prevede adattamenti incrementali QUINDI: Aprire e diffondere i dati vuol dire spesso: – Recuperarli – Pulirli – Tenerli “puliti” e fare manutenzioni straordinarie ( affrontare nomi inintelligibili, alfanumerici problematici, codifiche non omogenee, tracciabilità del dato nel tempo, necessità di costruire metadati ) 14
  • 15. percezione da parte dell’amministrazione • lo sforzo di fare ordine e innovazione è orientato al futuro, ma l‟organizzazione è tesa a risolvere problemi di breve termine (e quindi spesso lasciato all‟iniziativa individuale che viene raramente premiata) • spesso i dati, una volta che hanno soddisfatto il loro scopo immediato, “non servono più” a chi li produce !! • utenti ulteriori non sono riconosciuti (nemmeno quando sono altre amministrazioni) 15
  • 16. preoccupazioni dell’amministrazione • Timore di perdita di autorevolezza (non essere più “possessore e unico interprete” dei dati) • Consapevolezza dei limiti intrinseci dei dati prodotti (non esaustivi, imprecisi, “sporchi”) • Scarsa fiducia nella capacità interpretativa esterna • Timore degli equivoci e della necessità di dover rendere spiegazioni • Ambiguità delle norme sulla diffusione dei dati e possibilità di problemi con l‟autorità garante dei dati personali 16
  • 17. benefici per l’amministrazione Un impegno più forte per la produzione di open data può avvantaggiare direttamente l’amministrazione – razionalizzazione dei processi gestionali e amministrativi (“pratiche più ordinate”) – miglioramento della fruibilità dei dati anche per uso interno – maggiore raccordo e integrazione tra diversi insiemi di dati – possibilità di individuare duplicazioni di attività e generare risparmi (di tempo, di risorse) – avvicinamento all‟utenza e maggiore comprensione della domanda E rafforzare le sue capacità di migliorare l’azione pubblica – si può beneficiare del contributo di altri che interpretano i dati – si possono raccogliere benefici dall‟incremento di collaborazione in rete e nel mondo reale 17
  • 18. potenzialità e limiti dei movimenti dal basso Esistono movimenti per open data in molti Paesi e anche in Italia. Potenzialità: – aggregazione e diffusione interna dei termini della questione – mobilitazione di expertise tecnica – sperimentazione di pratiche di riutilizzo e offerta di strumenti open – organizzazione di sedi di confronto Limiti: – domanda generalista sui contenuti – lavoro volontario e orientato agli aspetti tecnologici – difficoltà a dialogare con l‟esterno, più forte in sistemi (come il nostro) con scarsa tradizione di democrazia partecipativa e limitato interesse pubblico ai dati oggettivi 18
  • 19. possibilità di un movimento intermedio e benefici per la statistica Nel caso italiano: – improbabile che si attivi un interesse “politico nazionale” sugli open data (scarsi rendimenti per la politica ... dato il contesto) – tuttavia, interesse e sforzi in alcuni punti dell‟amministrazione e nella politica locale (per maggiori rendimenti diretti e necessità di co-produrre servizi con gli utenti per abbassare alcuni costi) – possibile un movimento intermedio, dei potenziali produttori di open government data nell‟amministrazione – benefici anche per la statistica: più prodotti di base di qualità da rielaborare, moltiplicazione delle fonti dirette di dati a scala fine in formati più adatti alla trasformazione 19
  • 20. occasioni da cogliere e soluzioni auspicabili • Utilizzare l‟occasione della “Banca dati unitaria della PA” (art. 13 della legge 196 del 2009/riforma della contabilità pubblica) • la P.A. dovrebbe richiedere contrattualmente dai propri fornitori che tutte le informazioni acquisite in base a contratti e appalti (pareri, carte geografiche,studi, etc.) siano rese in formato digitale ed in formato aperto • Cogliere l‟opportunità del crescente dibattito sulla valutazione delle politiche pubbliche, rendendo open i dati raccolti dai sistemi di monitoraggio già esistenti (su politiche dei fondi strutturali, incentivi alle imprese, politiche del lavoro, etc.) 20
  • 21. ruolo potenziale dell’ISTAT Può aiutare i potenziali produttori di open data a: – Non confondere open government data con la statistica ufficiale – Comprendere il valore e l‟utilità dell‟apertura del dato fine e della sua cura – Segnalare ambiti utili in cui avviare lo sforzo – Diffondere metodi e pratiche di classificazione re- utilization enhancing – Costruire uno spazio di confronto e di formazione implicito su questioni tecniche e di merito del dato – Sostenere un maggiore investimento nella numeracy della popolazione, a partire dai giovani – Realizzare punti di coordinamento 21
  • 22. Per saperne di più…. – Lathrop D., Ruma L. (2010) Open Government. Collaboration, Transparency, and Participation in Practice, O'Reilly Media – McQuillan D. (2010), Open data doesn't empower communities, http://www.internetartizans.co.uk/open_data_does_not_empower – Opendatamanual http://opendatamanual.org/ – Pennisi A. (2010), Aprire i dati del bilancio dello Stato: prospettive e implicazioni per open data e PA, Fammi sapere: un convegno sugli open data - Senigallia, 20 novembre 2010 – Robinson, David G., Yu, Harlan, Zeller, William P. and Felten, Edward W. (2009), Government Data and the Invisible Hand, Yale Journal of Law & Technology, Vol. 11, p. 160. – http://blog.p2pfoundation.net/from-the-digital-divide-to-the-data- divide/2010/09/06 22