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BULLISMO E MOBBING
OSTRACISMO
RIFLESSIONI E CONSIGLI DEDICATE PARTICOLAMENTE ALLE VITTIME REALI
E POTENZIALI DI OSTRACISMO (IN FAMIGLIA O ADDIRITTURA GENERALE),
DI MOBBING, DI BULLISMO, DI RAZZISMO E DI QUALSIASI ALTRA FORMA DI
EMARGINAZIONE
- SELEZIONE DI LETTURE SUL TEMA DELL'OSTRACISMO
- COMPORTAMENTI DA PREVEDERE IN CASO DI OSTRACISMO GENERALE
- VIOLENZA E LAVORO
- VIOLENZA E SCUOLA
- COME PREVENIRE IL MOBBING O LE SUE PEGGIORI CONSEGUENZE
- CITAZIONI DA CLASSICI DI LETTERATURA, STORIA E PSICOLOGIA SULL'OSTRACISMO GENERALE
- COMPORTAMENTI CONDIZIONATI E FORME DIVERSE DI INTELLIGENZA E DI ECCELLENZA
- SELEZIONE DI LETTURE E ALTRI MEZZI PER FONDARE SU BASI SOLIDE IL PROPRIO BENESSERE
- UNA POSSIBILE GUIDA PER LE VITTIME DI OSTRACISMO GENERALE
- CONVERSAZIONI SUI “DIVERSI”
Questo documento è stato realizzato per allargare la prospettiva delle persone oneste e sensibili per natura (in
genere per persone come queste non è facile comprendere tempestivamente l'estensione dell'aggressività,
dell'irrazionalità e dell'ignoranza altrui) e per dare informazioni utili alle vittime del bullismo, del comune
mobbing o dell’ostracismo in rete di colleghi e “amici”, agli emarginati per motivi di reddito o provenienza e
infine ai capri espiatori di familiari ostili. Il documento può essere utile anche a chi sta subendo boicottaggio
vero e proprio e perfino a chi subisce forme di ostracismo più gravi, estese quindi a interi paesi o città e oltre.
Scorretelo fino alla fine prima di giudicare, perché è un testo poco convenzionale, del quale alcuni paragrafi
contengono ovvietà o sono comunque comprensibili a tutti e hanno risvolti pratici evidenti, altri invece possono
essere compresi solo dopo una serie di letture.
“L'elenco dei giusti, coloro che durante il nazismo rischiarono la vita per salvarne altre, è incredibilmente povero di primi della
classe (…) La diversità è una risorsa, un'opportunità di crescita (…) Sono le nostre sconfitte, i nostri difetti, le nostre malattie che
ci rendono forti e in grado di resistere.”
(De Mari)
"Aulo, ti stupisci che il nostro Fabullino si faccia ingannare così spesso? Un uomo onesto ha sempre molto da imparare"
(Marziale)
"Chi è incapace di commettere un grande delitto non ne sospetterà facilmente gli altri (...) Dovremmo meravigliarci
soltanto di poterci ancora meravigliare" (La Rochefoucauld)
"A spiegare perché il disonesto, e talora anche lo sciocco, riescano quasi sempre nella vita meglio dell’onesto e
dell’intelligente, vale il fatto che il disonesto e lo sciocco trovano meno difficoltà a entrare in sintonia col mondo che, in
prevalenza, è solo disonesto e stupido, a differenza dell’uomo onesto e accorto che, non potendo con identica velocità
armonizzarsi con l’ambiente, perde tempo prezioso alla realizzazione della propria fortuna. Gli uni sono come i mercanti
i quali, al corrente della lingua del paese, riescono a vendere e approvvigionarsi rapidamente, mentre altri sono costretti
a imparare la lingua dei loro fornitori e clienti (…) Non riesco a concepire una saggezza priva di diffidenza. La Scrittura
ha detto che “la paura del Signore è l’inizio della saggezza, ma io avrei detto “la paura degli uomini” (de Chamfort).
Avete con la famiglia magari un rapporto solo genetico (…) Non è la vostra vera famiglia (…) Restiamo schiacciate quando la
famiglia (…) insiste per farci piegare sui nostri difetti invece di percepire la crudeltà che ci turbina attorno, all’interno della psiche
o fuori nella cultura (…) Cerchiamo di essere magari gentili quando invece dovremmo essere consapevoli (…) Ma il premio
previsto per la gentilezza nell’oppressione è a volte un trattamento anche peggiore (…) Vassilissa, come noi, non può svilupparsi
restando tra chi fa di lei il cavastivali di tutti (…) Donne cresciute senza una buona madre (…) spesso si lamentano: “Non ne posso
più di badare a me stessa” (…) Ma ci troviamo espulse da un comodo angolino, (…) perché qualcosa ci attende al di là ed è il
nostro fato (…) Se avete tentato di adattarvi a un certo stampo e non ci siete riuscite, probabilmente avete avuto fortuna (…)
L’esiliata è allontanata da tutti e nel contempo è sospinta proprio nelle braccia della sua vera pelle (…) Non è mai un errore
cercare ciò di cui si ha necessità. Mai. C’è qualcosa di utile in queste torsioni e tensioni: qualcosa si è temprato (…) Non è una
situazione auspicabile, ma molti sono i doni dell’esilio (…) Rimuove i piagnucolii, consente un’acuta introspezione, intensifica
l’intuito (…) concede (…) la prospettiva che l’insider non potrebbe mai ottenere (…) fa desiderare ardentemente (…) una cultura
adatta e (…) induce la donna a continuare a cercare e, se non riesce a trovare la cultura che le incoraggia, decide di costruirsela
da sé (…) Vi dicono che siete un’individualista, (…) che un anticonformista è veleno per la società. Ma nei secoli è stato dimostrato
che (…) restare ai margini (…) è dare un contributo utile (…) Siate gentili, ma non ascoltate i consigli dei miopi (…) Le anatre
sono anatre, e i cigni sono cigni (…) Se vi hanno dato dell’insolente, dell’incorreggibile (…) siete sulla buona strada (Pinkola
Estes)
UN ELENCO DI TESTI SUL TEMA DELL'OSTRACISMO
VIOLENZA E GRUPPI: Leggete le pagine dettagliate di Wikipedia sulla psicologia sociale e fate particolare attenzione ai concetti
di stereotipo, pregiudizio, teoria degli atteggiamenti, teoria dei gruppi sociali (ingroup/outgroup), modelli di leadership, teoria del
conflitto e teoria dei giochi (da confrontare eventualmente con pagine online sul celebre film A beautiful mind). Leggete anche le
pagine Wikipedia sulla psicologia del lavoro e delle organizzazioni e possibilmente approfondite online i concetti di ruolo,
leadership, coping, job crafting e burnout o acquistate i testi consigliati per il corso universitario di Psicologia del lavoro e delle
organizzazioni come Introduzione alla psicologia delle organizzazioni (Chmiel-Fraccard-Sverke) e Fare squadra. Psicologia dei
gruppi di lavoro (D. Malaguti) e al limite anche il testo universitario del corso di Psicologia sociale. Abbastanza noto è il saggio
Groupthinking (I. L. Janis) sul deragliamento di un gruppo decisionale causato da autoreferenzialità, fino a conseguenze anche
molto gravi. Psicologia della comunicazione (P. Di Giovanni) introduce anch’esso al cap. 6 l’argomento groupthinking e ai cap. 6 e
7 e in parte 1 discute i seguenti altri temi della psicologia sociale e lo fa in modo approfondito: script comunicativi, comunicazione
nei gruppi, comunicazione dei leader (con poco realismo) e dei buoni conduttori di riunioni e gruppi di discussione, dinamiche
tipiche di gruppo (collisioni, competizione tra fazioni, maggioranza e minoranza, emarginazione di membri), utopia della
comunicazione, asimmetria individuo-gruppo, controllo passivo e attivo, ruolo di pensiero convergente e divergente, influenza
normativa con acquiescenza o informativa con identificazione o interiorizzazione, polarizzazione, trattamento dei dissenzienti, PIP
(primus inter pares-iperconformità), persuasione subliminale, regole della persuasione facenti appello alle norme sociali mediante
varie tecniche (modi di sfruttare le emozioni positive o negative e la paura o al contrario la logica), tenendo conto di effetti tipici e
di diverse reazioni (rimando al cenno a questo testo nel gruppo più sopra “Leggi della violenza nella quotidianità”). Forse è utile
anche leggere Tecniche proibite di persuasione (S. Allen), che affronta in parte temi simili ma semplificando e selezionando.Sugli
“eterodiretti” leggete le pagine relative (quelle su gruppi e individualità) di I persuasori occulti (V. Packard). Recentemente, in
alcune riviste si è fatto uso dell'espressione "meccanismi di disimpegno morale" per indicare la base psicologica dei comportamenti
immorali e per comprenderne la natura si devono tener presentii concetti di conformismo e capro espiatorio e raccogliere
informazioni online almeno su errore fondamentale di attuazione di Ross, obbedienza all'autorità di Milgram, inibizione di gruppo ai
comportamenti di Latané e principio del piacere di Freud. Riguardo ai gruppi cristiani (o religiosi in genere) o di qualunque altro
tipo, tenete presente che quanto di peggio è stato scritto sui gruppi politici vale per qualsiasi altro gruppo e che una religione vale
l’altra quando si forma un gruppo o un movimento e quando si apre una comunità (case ONLUS, scuole o luoghi di
disintossicazione dalle droghe a gestione religiosa o di facciata religiosa, ecc.). Cercate online testimonianze su permanenze
dolorose e molto dannose di adolescenti in gruppi di sedicenti cristiani e in scuole gestite da movimenti di facciata religiosa come
quelle cielline. Per conoscere le dinamiche che si sviluppano nei gruppi fondati su una tradizione con dogmi precisi, leggete
L’eredità cristiana (I. Silone) ed eventualmente la prima parte di Il rosso e il nero (Stendhal). Sul narcisismo di gruppo e
sull’impossibilità di ogni onestà e vera comunicazione in gruppo leggete Uscita di sicurezza e L'eredità cristiana (I. Silone), Lo
spirito di parte in L'influenza delle passioni sull'animo umano (Madame de Staël), Psicoanalisi dell’amore (E. Fromm), gli ultimi
capitoli di Il dottor Zivago (B. Pasternak), Zibaldone (G. Leopardi), Il buon senso (D’Holbach) e Nirvana e Paradiso (P. Knitter su
www.fonteavellana.it). Sulla grande aggressività su Facebook e altrove in rete leggete almeno Il mondo nuovo. Manuale di
educazione civica digitale (A. B. Saladini). Sui leader di gruppi leggete lo sfogo di Virginia Woolf sugli psichiatri descritti come
"convertitori" in La signora Dalloway e poi almeno, dall’opera di C. G. Jung, il tipo di pensiero estroverso (in Descrizione generale
dei tipi) in Tipi psicologici, il capitolo 4b della prima parte di L’io e l’inconscio in Due testi di psicologia analitica, I rapporti della
psichiatria con la cura d’anime e le pagine sui predicatori interiormente pagani di illuminazione cristiana di Psicologia e religione.
Su megalomania e doveri “impersonali” con riferimento alla religione, leggete L’Anticristo (F. Nietzsche). Sulla pia fraus dei
“sistematici” (ideologi o bisognosi di teorie, padroni e servi) leggete Il crepuscolo degli idoli ed eventualmente le pagine su questo
tema sparso nel resto dell’opera di Nietzsche. Sulle relazioni impersonali e sulle espressioni di potenza e infallibilità di ogni
comunità leggete Grazia in Gente di Dublino (J. Joyce) e Il castello (F: Kafka). Sulla generosità solo apparente leggete
preferibilmente Dei doveri (Cicerone). Sulle confraternite leggete Trattato sulla tolleranza (Voltaire). Sul costringere se stessi e gli
altri a “credere” leggete La cedola falsa (L. Tolstoj), L’uomo senza qualità (R. Musil), Cristiani: da martiri a persecutori (M. Firpo,
su www.fonteavellana.it) e Avere o essere (E. Fromm). Sul fanatismo e sul conformismo leggete le pagine relative di Dizionario
filosofico (Voltaire) e Il drago come realtà di S. De Mari, a cominciare dalla descrizione dell'esperimento di S: Milgram (capitolo
finale) e del Malleus Maleficorum (capitolo sesto, da confrontare con Storia della colonna infame di A. Manzoni).. Potreste trovare
utile anche leggere il breve ma efficace commento di Seneca su chi fa mercato di valori e verità (in Lettere a Lucilio Seneca li
definisce “i peggiori nemici dell’umanità”. Il riso (H. Bergson) può forse essere considerato ben inserito in questo paragrafo.
Rimando ai testi elencati nel paragrafo “Razzismo” più sopra. Può forse essere utile un testo universitario sulle relazioni
diplomatiche e internazionali, da leggere con il dovuto senso critico. In Intrecci. Psicologia e sociologia per il 3° e 4° anno del liceo
delle scienze umane si dedicano al tema della diversità vari brani sparsi e nei paragrafi 2.2 e 5.1 si introduce una serie di argomenti
attinenti alla psicologia sociale, quali pregiudizi, stereotipi, tipi e dinamiche di gruppo come conflitti e ingroup/outgroup, del campo
di Lewin, profezia che si autoavvera o effetto Pigmalione, apprendimento sociale o per imitazione; teoria della mente e ruolo della
cultura, facendo riferimento anche a Bruner e Bandura e segnalando il testo L’importanza delle minoranze nelle decisioni di gruppo
(Smith-Mackie). In Intrecci. Psicologia e sociologia per il 3° e 4° anno del liceo delle scienze umane si introducono altri argomenti
pertinenti.
Spesso nei forum online si contrappongono generici e grandi ideali umanitari a precise prese di posizione aggressive, ma sospetto
che per trovare soluzioni appropriate si dovrebbe evitare accuratamente di prendere in considerazione ogni ideale e invece
accettare il fatto che la nostra natura in genere fa sì che ciò che è possibile a volte nel rapportarsi al singolo individuo non lo è
quando ci si relaziona a un gruppo o a una popolazione: con i diversi considerati nell’insieme la maggioranza di noi non si sente
bene e non sa superare alcune reazioni inconsce non del tutto ragionevoli create dall’esperienza personale e da ciò che conosce
della Storia. Inoltre, al contrario di quanto si blatera in TV e sulle riviste, il perdono spesso non è affatto possibile né in relazione
alle masse né in rapporto agli individui e nemmeno può essere sempre definito rasserenante! È risaputo che un buon compromesso
non soddisfa del tutto nessuno, ma sembra che non se ne tenga mai conto quando è il momento di fare per tempo delle rinunce per
rafforzare i confini inevitabili creati dalla natura e dalla società, per quanto non altrimenti sanzionati.
OSTRACISMO: Il riso (H. Bergson) o la sua presentazione su Wikipedia; il paragrafo Sorriso e riso nel cap. 5 di Psicologia della
comunicazione (P. Di Giovanni); Stigma. L'identità negata (E. Goffman); il paragrafo 8.4 del capitolo 8 sulle tossicodipendenze in
Politica dei servizi sociali (Ferrario); il capitolo 16 su ansia/fobia sociale in Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e
psicoterapia (F. Celi); Un silenzio assordante (P. Romito); almeno i capitoli 1, 3, 6, 9 e 10 di Il drago come realtà (S. De Mari); i
cap. 3 e 6 di Donne che corrono coi lupi (C. Pinkola Estes); Lo spirito di parte in L'influenza delle passioni sull'animo umano
(Madame de Staël); Il mondo nuovo. Manuale di educazione civica digitale (A. B. Saladini); pagine online su mobbing e bullismo e
il documento pertinente all'ostracismo tra quelli in coda; Wikipedia sulla psicologia sociale e sulla psicologia del lavoro (rimando al
paragrafo precedente) e inoltre Mobbing. Quando il lavoro ci fa soffrire (D. Guglielmi) o Cattivi capi, cattivi colleghi (A. e R.
Gilioli); forse anche i paragrafi 18.7 e 19.1 di un libro che apprezzo poco, Interviste e colloqui nelle organizzazioni (Castiello
d’Antonio); un altro testo sul mobbing rintracciabile in biblioteca e forse un testo universitario sulla gestione della diversità sui
luoghi di lavoro; in Intrecci. Psicologia e sociologia per il 3° e 4° anno del liceo delle scienze umane il paragrafo 5.2 si dedica ai
temi dell'emarginazione parte dei paragrafi 2.2, 5.1 e 3.3 molti brani sparsi soprattutto nelle sezioni Intercultura e Noi cittadini ma
anche Storia e Ribaltamente, si segnala L'importanza delle minoranze nelle decisioni di gruppo (Smith-Mackie), La vergogna (L.
Anolli), Il senso d'inferiorità (A. Adler).//
Il racconto Il bambino dal cuore gentile (N. Hawthorne); Il signore delle mosche (W. Golding); commenti online sul mobbing,
l'emarginazione e l'educazione all'aggressività relativi ai film Hunger games (G. Ross) e Battle royale (K. Fukasaka) e a serie come
Squid Games; Pel di carota (J. Renard); Rosso Malpelo (G. Verga); i primi otto capitoli di Jane Eyre (C. Brontë); il secondo e terzo
libro di Millenium (S. Larsson), pur considerando che bisogna leggerlo senza illudersi (rimando a ciò che ho puntualizzato su questo
libri nel paragrafo sulla violenza sulle donne); il capitolo su Carrie in On writing e possibilmente il romanzo stesso (S. King).//
America e Il processo (F. Kafka); il racconto Il mantello in Racconti pietroburghesi (N. Gogol); i racconti 10, 11, 20 in Il
crematorio di Vienna (G. Parise); il racconto Lo iettatore (L. Pirandello); il racconto di Tolstoj sul cantante girovago e mendicante in
Inghilterra- info sul titolo sulla raccolta completa; Il sosia (F. Dostoevskij); Fantasticherie di un viaggiatore solitario (J.J.
Rousseau); il passo del capitolo quindicesimo visionario e insieme profondamente realistico in cui Bloom è quasi linciato dalla
gente del posto tra cui sono presenti avvocati che si esprimono come medici in Ulisse (J. Joyce); il capitolo sulla permanenza presso
le acque termali in La pelle di zigrino (H. de Balzac); il capitolo sulla permanenza presso gli zingari in Orlando (V. Woolf); L’uomo
invisibile (H. G. Wells); Peter Schlemihl (A. Von Chamisso); Frankenstein (M. Shelley); Il pazzo e la fanciulla e La saga di Gosta
Berling (S. Lagerlof); Pollicino e Richetto dal ciuffo in Fiabe (C. Perrault); I cigni selvatici e Il brutto anatroccolo (C. Andersen),
da confrontare magari con un vecchio film Disney (Dumbo) sull'esempio di S. De Mari; Il gufo (J. E W. Grimm); Il libro della
giungla (R. Kipling), da confrontare con la poesia If dello stesso autore; la prima metà di Zanna Bianca (J. London); il dodicesimo
capitolo di Il giro del modo in 80 giorni (J. Verne); La lettera scarlatta, nonostante il finale che può risultare facilmente ambiguo e
essere frainteso fin tanto che non si legge l’introduzione, che ne ribalta in parte l’interpretazione letterale (N. Hawthorne); L’esclusa
(L. Pirandello); il capitolo II, 6 di Fermo e Lucia, i riferimenti al concetto di “rete” di “predatori dell’uomo” e il decimo capitolo
nell’edizione commentata per licei La Nuova Italia di I promessi sposi (A. Manzoni); le pagine sulla giovane protagonista di Il seme
sotto la neve (I. Silone); Il segreto di Amelia, Il castigo di Amelia e Pellegrinaggi e istanze nel quindicesimo capitolo di Il castello
(F. Kafka); il settantatreesimo capitolo e il settantesimo di Middlemarch e il racconto, fra i tre, sull’ostracismo della comunità verso
il prete in Scene di vita ecclesiastica (G. Eliot); gli ultimi capitoli di Il mulino sulla Floss (G. Eliot); il capitolo LXIV e quello in cui
si descrive la “caduta” del padre di Amelia in La fiera delle vanità (W. Thackeray); Lord Jim (J. Conrad); La figlia della terra e
forse i due romanzi successivi della serie (J. M. Auel); il cap. 107 di Le stesse cose ritornano in L’uomo senza qualità (R. Musil) e
dello stesso romanzo anche i paragrafi m e p sulla permanenza in caserma di Hans Sepp del settimo gruppo di capitoli del secondo
volume degli abbozzi per i gruppi di capitoli III-VIII della fine degli anni '20 (mi riferisco all'edizione Einaudi 2014).//
Libro IV, 59, 60, 67 e 68 in Annali (Tacito); i capitoli sull'ostracismo verso i "disertori" dell'ultima parte di Il Re Sole (L. de Saint
Simon); il capitolo sugli effetti della scomunica da parte della Chiesa e inoltre La situazione della pianura padana nel sesto capitolo
di Il fascismo di Silone (leggendo il sesto capitolo considerare non solo i rapporti del boicottaggio descritto con le leggi fasciste e
con le discriminazioni all’origine dei provvedimenti nazisti, ma anche quelli con le forme violente di ostracismo attuali italiane
basate sull’appoggio attivo di negozianti, commessi, baristi e impiegati dei trasporti e della sanità, spesso attivatisi dopo semplici
parole d’ordine motivate da pregiudizi molto stupidi o falsità e comportanti vere e proprie torture psicologiche e fisiche provocanti
la malattia, la povertà, la morte o l’internamento abusivo in manicomi del boicottato); Uscita di sicurezza (I. Silone); il capitolo
relativo di Le intelligenze creative (H. Gardner) o altre fonti sull'ostracismo verso Einstein praticato, all'avvento del nazismo, dagli
excolleghi dell'istituto di fisica di Berlino che aveva iniziato a dirigere dopo aver dimostrato la validità della teoria della relatività e
quando era già noto e apprezzato in tutto il mondo; I sommersi e i salvati (P. Levi); Wikipedia sulla Guerra Fredda; Wikipedia sul
genocidio degli Armeni e su altre vicende simili del secolo scorso.
Dovete guardarvi da lei, dovete cercare di non assomigliarle; se è necessario evitate la sua compagnia, escludetela dai vostri
giochi, tenetela fuori dalle vostre conversazioni. Voi insegnanti dovete sorvegliarla: tener d'occhio ogni sua mossa , soppesare le
sue parole, valutare le sue azioni, punire il suo corpo (...)
É quiper essere risanata come gli antichi ebrei mandavano i loro malati alle ribollenti acque di Bethesda; insegnati, direttrice, vi
prego di non permettere che le acque ristagnino intorno a lei.
(Bronte)
L'ostracismo è un fenomeno tipicamente mafioso, come viene definito online e in alcuni libri – tra cui qualche racconto minore di
Camilleri – ma non conosco libri validi che ne discutano sotto questo aspetto (la sua relazione stretta con la mafia è da mettere in
rapporto col suo carattere barbaro). Peraltro l'ostracismo, ciclico o assoluto, compare in molte descrizioni delle società primitive.
L'ostracismo generale è cosa assai seria, dato che oggi, come sempre, comporta impossibilità di lavorare e di avere le cure
mediche ed enormi difficoltà di stringere amicizia, perciò, se sarete vittime di questa forma di ostracismo radicale, farete bene a
prevedere molto per tempo anche la seguente serie di comportamenti da parte di conoscenti e soprattutto di estranei, tenendo conto
che in tali situazioni capita di venire aggrediti molto spesso per i pretesti più diversi e anche per motivi del tutto opposti fra loro da
persone diverse e a volte dallo stesso individuo (nel primo caso anche spontaneamente, nel secondo caso di solito per calcolo),
perché il disprezzo generale non è che mera decisione e pertanto non ha bisogno di fondarsi e è privo di riferimenti, così si diventa
l'equivalente di uno spazio vuoto dove tutti sono tentati - e molti convinti - a gettare sassi.
Si dovrebbe ovviamente anche mettere in chiaro il rapporto tra spionaggio di ogni genere e pratica del boicottaggio e
dell’ostracismo, sui quali tanto ogni scuola dovrebbe informare, rimandando agli storici e ai narratori che in ogni tempo ne hanno
scritto: quando Saint-Simon descrive le iniziative più autoritarie del Il re Sole, si sofferma sulle leggi sulla leva e sulla carriera
militare e così arriva presto a parlare anche dell'ostracismo organizzato per chi non obbediva, come ogni storico che descrive una
dittatura finisce col fare e non c'è famiglia o paese piccolo abbastanza o città troppo vasta perché quattro imbecilli non possano
riuscire a fare altrettanto e non si sentano in diritto di farlo quanto Luigi XIV.
L'ostracismo è un fenomeno tipicamente mafioso, come viene definito online e in alcuni libri – tra cui qualche racconto minore di
Camilleri – ma non conosco libri validi che ne discutano sotto questo aspetto (la sua relazione stretta con la mafia è da mettere in
rapporto col suo carattere barbaro). Peraltro l'ostracismo, ciclico o assoluto, compare in molte descrizioni delle società primitive.
LEGGI DELLA VIOLENZA NELLA QUOTIDIANITÀ: I 36 stratagemmi (a cura di M. Faccia); Favole (Esopo); Favole (Fedro);
Psicoanalisi dell’amore di E. Fromm (nonostante l’improbabilità delle soluzioni governative prospettate e le false accuse a Jung);
Un silenzio assordante (P. Romito); L'arte di vincere con espedienti discutibili, che però non credo sia stato tradotto in italiano (S:
Potter); I persuasori occulti (V. Packard), che consiglio di confrontare con un vecchio breve romanzo come Le belle immagini di De
Beauvoir e forse con Tecniche proibite di persuasione (S. Allen); eventualmente 34 stratagemmi per avere ragione (A.
Schopenhauer). Una persona in difficoltà potrebbe, interpretando dal punto di vista del debole, gli stratagemmi del classico cinese,
trarre da essi e dai commenti di M. Faccia almeno i consigli riportati qui, tenendo presente che Dei 34 stratagemmi di Schopenhauer
alcuni richiamano i 36 del classico cinese in quanto spesso implicano la capacità di creare o sfruttare "vuoti": la difesa consiste nel
cercare i limiti dell'avversario, cioè i punti deboli delle sue relazioni, le sue imprecisazioni o generalizzazioni, gli aspetti di ciò che
afferma che sono sì validi ma privi del consenso dei più per ignoranza diffusa, ecc. Può essere utile riflettere sul “dilemma del
prigioniero” (rimando a Wikipedia) e sul saggio di Del Ponte su Moral Tribes, un testo riecheggiato da Uccideresti l’uomo grasso?
Il dilemma etico del male minore (D. Edmonds); forse La scienza del male. L'empatia e le origini della crudeltà (Baron-Cohen) che
però non conosco.
LEGGI DELLA VIOLENZA IN AMBITO POLITICO E IN GUERRA: Saggio sulla violenza (W. Sofsky); I 36 stratagemmi (a
cura di M. Faccia); Il Principe (N. Machiavelli); La scuola dei dittatori e Uscita di sicurezza (I. Silone), da confrontare con il
capitolo su socialismo e comunismo di Doveri (G. Mazzini); I sommersi e i salvati (P.Levi); La fattoria degli animali e 1984 (G.
Orwell), da confrontare con libri e fonti online sulla dittatura comunista russa e con Il potere psichiatrico (approfondite anche a
livello etico le implicazioni del meccanismo panottico e della guerra fatta alla malattia – in realtà al malato) e Sorvegliare e punire
(M. Foucault); forse La scienza del male. L'empatia e le origini della crudeltà (Baron-Cohen) che però non conosco; gli ultimi
capitoli di I persuasori occulti (V. Packard); almeno l'ultimo capitolo di Il drago come realtà (S. De Mari). Forse possono essere
utili i testi della Catellani sulla psicologia politica e della politica. I trattati militari celebri antichi di Sun Tzu, F. V. Renato e M.
Musashi sono letti ancora oggi non solo dai militari e ciò a causa dell'importanza che alcuni loro princìpi teorici rivestono per chi si
occupa di politica, economia o psicologia, ma ovviamente non sono istruttivi come lo furono in tempi in cui venivano impiegate in
guerra classi sociali e tecnologie diverse (consiglio una ricerca su Wikipedia). Di Della guerra di Clausewitz si può dire quasi
altrettanto, dato che la rivoluzione francese di fine '700 portò, attraverso Napoleone, alle strategie militari (sul tramonto delle
vecchie regole volte a risparmiare vite potreste considerare Wikipedia e le pagine del classico di Chateaubriand). Rimando a Internet
anche per informazioni precise su ciò che significò l'avvento della guerra di trincea con la prima guerra mondiale in seguito
all'invenzione di carri armati e mitragliatrici, sui successivi cambiamenti causati dall'evoluzione tecnologica e sui titoli di buoni
trattati recenti.
I fatti non contano se le parole sono usate abilmente per nasconderli e ciò deve indurre a temere, oltre alle mistificazioni illusorie,
anche le definizioni troppo negative: una dittatura della maggioranza (o di certi gruppi più forti e attivi suoi padroni per la sua
indifferenza, pigrizia o indotta disperazione) niente ha a che vedere con una democrazia (un regime invece attento alle esigenze
delle minoranze), ma un governo che elabora e mette in atto spesso leggi che calpestano i bisogni sociali e procedimenti a favore
dei criminali e quindi tipicamente dittatoriali, come quello italiano, se viene spesso definito – a torto – una dittatura vera e propria
potrebbe essere trasformato in essa (in passato in alcuni Paesi alcuni gruppi sediziosi hanno sfruttato proprio questo per crearla).
Se denunciare in Italia e spesso anche altrove si rivela impossibile e inutile, non si può avere fiducia nemmeno negli altri
sbandierati metodi per difendersi. Occupazioni delle scuole, scioperi eccessivi, manifestazioni e altre iniziative che non
danneggiano solo le persone cui sono rivolte si rivelano inefficaci o anche deleterie in prospettiva ed è accaduto troppo spesso
perché non si tenga maggiormente conto di questi fallimenti e dell'esistenza di alternative.
RAZZISMO: Un link web utile può essere forse Manifesto degli scienziati antirazzisti. In Intrecci. Psicologia e sociologia per il 3°
e 4° anno del liceo delle scienze umane ci sono molti brani sui temi razzismo, diversità, inclusione e in particolare nelle sezioni
Intercultura, Noi cittadini e Ribaltamente, mentre in quella Storia si citano test d'intelligenza per immigrati, con riferimento al caso
dei test non transculturali, irragionevolmente somministrati a Ellis Island (New York) agli immigrati, test che divisero diverse
famiglie e diedero risultati assurdi. Considerate anche ciò che segue: notizie sulle torture in uso nelle colonie americane ed europee
nell’autobiografia di Simone de Beauvoir, in Bel ami di Maupassant e in altri scrittori noti oltre che su Wikipedia; Il buio oltre la
siepe (H. Lee); La storia di kitosh e I buoi in La mia Africa (K.Blixen); Cuore di tenebra (J .Conrad); Nei mari del Sud (L.
Stevenson); Racconti africani (D. Lessing); I sommersi e i salvati (P. Levi). Per riflettere sul razzismo e sugli scontri, sugli atti
terroristici, sulle guerre e sulle problematiche morali che ne derivano il mezzo migliore è fare buon uso di Internet, magari
cominciando dalla consultazione degli articoli di Del Ponte su Tribù morali (J. Greene) e su Giustizia (M. Sandel). Leggete i
paragrafi relativi delle pagine Wikipedia sulla psicologia sociale. Forse possono essere utili i paragrafi 5.3 e 5.4 di Il colloquio
nell'assistenza sociale (Allegri-Palmieri-Zucca) e informazioni online su CAS, SPRAR e Commissione territoriale.
COMPORTAMENTI DA PREVEDERE IN CASO DI OSTRACISMO
GENERALE
IN CASO DI OSTRACISMO GENERALE gli abusi nei negozi, per strada, in casa, in ospedale, presso i Carabinieri, ecc., descritti
in http://www.slideshare.com/piccola-guida-per-difendersi-dagli-altri potranno accadervi tutti se non gestirete la situazione in modo
opportuno e tempestivo. Inoltre possono verificarsi abusi fastidiosi nei luoghi più difficilmente evitabili nei luoghi più difficilmente
evitabili come ad esempio IN COMUNE, quali velate scortesie o marcata freddezza al rinnovo dei documenti, o NELLE BIBLIOTECHE, i cui
impiegati, oltre che a commenti non richiesti sui libri scelti, possono arrivare a ignorare ogni regolamento fino a presentarsi a casa
delle vittime per un lieve ritardo nella restituzione di un libro o negare l’avvenuta riconsegna nel tentativo di farle pagare il libro o
addirittura una consistente multa e di rifiutare altri prestiti. L'ostracismo generale è cosa assai seria, dato che oggi, come sempre,
comporta impossibilità di lavorare e di avere le cure mediche ed enormi difficoltà di stringere amicizia, perciò, se sarete vittime di
questa forma di ostracismo radicale, farete bene a prevedere molto per tempo anche la seguente serie di comportamenti da parte di
conoscenti e soprattutto di estranei, tenendo conto che in tali situazioni capita di venire aggrediti molto spesso per i pretesti più
diversi e anche per motivi del tutto opposti fra loro da persone diverse e a volte dallo stesso individuo (nel primo caso anche
spontaneamente, nel secondo caso di solito per calcolo), perché il disprezzo generale non è che mera decisione e pertanto non ha
bisogno di fondarsi e è privo di riferimenti, così si diventa l'equivalente di uno spazio vuoto dove tutti sono tentati - e molti convinti
- a gettare sassi: un esempio di quel che può accadere è che si venga considerati intolleranti della libertà e della privacy altrui da chi
usa la propria libertà per privare altri della propria con la reclusione immotivata e la tortura fisica e psicologica; un esempio ancora
più tipico è che si venga da molti considerati pretenziosi e maniaci dell'estetica a causa della necessità obiettiva di uniformare il
proprio aspetto alle convenzioni dei più per sentirsi più a proprio agio tra le critiche generali che ovviamente si appuntano prima di
tutto sempre sulle debolezze più appariscenti come capelli e abiti inadeguati, dettagli che in questi casi si è allora portati a osservare
negli altri e che non si potrà imitare né in fretta né con discrezione proprio perché si sarà stanchi ed esasperati dal doverlo fare
senza reale interesse per l'esteriorità o mentre si è confusi dall'insostenibile situazione (infatti davvero in situazioni così traumatiche
la cura dell'aspetto spesso peggiora come conseguenza del peggioramento del rapporto con le emozioni, con l'inconscio e quindi con
il corpo: si tenderà a trascurare alcune delle norme igieniche e e a tingere o tagliare i capelli senza criterio e, se già precedentemente
non ci si era vestiti con cura, si tenderà in primo tempo a vestire molto male oppure, se si è donne, si indosseranno a volte abiti
troppo provocanti o volgari per reazione istintiva all'insicurezza divenuta estrema, e, se si è uomini, si vestirà in modo poco adatto
all'età e con quei colori vivaci da cui l'inconscio viene più attratto, e tutto ciò quando a entrambi i sessi non accada invece di
cominciare improvvisamente a vestire in modo davvero infantile per una automatica regressione della libido di fronte agli ostacoli
insormontabili; in ogni caso, dato che la pressione psicologica sarà portata fin dentro casa dai vicini di appartamento, la sofferenza
indebolirà al punto che verranno in mente riguardo all'aspetto, all'arredamento e alla gestione della casa, come riguardo ad alcuni
problemi di salute, idee stupide o confuse che non si aveva mai avuto e si sarà vittime per un po' di una certa confusione, che i
consigli malevoli finiranno con l’aumentare); altre cose che si prestano ad essere fraintese in modo simile sono l'impulso a parlare
spesso e senza veli di sé, di quanto si sta vivendo e di problemi sociali comuni e quello a migliorare se stessi e chi si ama, impulsi
naturali e ovviamente particolarmente forti in coloro nei quali l'altrui repressione ha acuito il bisogno di autoaffermazione; è poi
frequente che si venga giudicati da alcuni a caccia di compassione e da altri invece disperati di ottenerla da chiunque per
atteggiamento "negativo" o noncuranti di ricevere essa come ogni approvazione a causa di un'indifferenza innata per le opinioni
della maggioranza; c'è poi chi accuserà l'altruismo, la sensibilità e il senso di giustizia come qualità ridicole e infantili e chi, con
reale o simulato disprezzo, presumerà indifferenza per ogni sfortuna, sofferenza ed esigenza altrui, un'indifferenza che verrà
attribuita "a caso" o per via del modo di esprimersi "diverso" tipico di molte persone deboli o eccentriche (non sarà ben interpretato
né il fissare per un minuto una persona in difficoltà né il mantenere un contegno distaccato...); non solo avranno serie conseguenze
sulle reazioni della gente tutte le appariscenti difficoltà nell’esprimere le emozioni e in particolare quelle nel manifestare dolore e
tristezza, ma qualunque sia il modo in cui la sofferenza sarà comunicata la gente reagirà in fondo allo stesso modo, dato che se a
volte di fronte ad altri non riuscirete a trattenere il pianto la gente dirà che siete dei bravissimi attori o dei pazzi e se piangerete
troppo a lungo in casa diranno che siete eccessivi e capricciosi come bambini o che non avete riguardo per chi deve sorbirsi in
qualche modo la cosa, e ciò mentre al contrario saltuari pianti isterici nei violenti e nei criminali, di cui siete stati o siete la vittima,
verranno subito e per sempre considerati espressione di sofferenza profonda per tutto il caos che voi avete provocato da sempre o
per il grave disordine che voi rappresentate in quanto voi stessi (in particolare si dirà che siete falsi o pazzi tanto più se non saprete
esprimere la vostra tristezza con precise e pacate parole o se manifesterete il dolore con sbalzi d’umore, cioè alternando momenti di
grande abbattimento morale e fisico ad altri in cui canterete e riderete per timore istintivo di sprofondare in depressione o magari in
conseguenza degli abusi dei familiari, dato che chi è stato maltrattato durante la crescita è stato presto anche abituato a venire a ogni
espressione di dolore ignorato o umiliato e condotto inconsciamente a nascondere istintivamente le emozioni negative e a esprimerle
attraverso l'attività); se poi reagirete con forza e maturità la gente dirà che non state soffrendo affatto né avete mai realmente sofferto
e che non c’è quindi motivo di credere che abbiate alle spalle realmente una lunga serie di abusi, malattie, problemi, ecc; ogni vostro
gesto di esasperazione (innocuo oppure sbagliato quanto mai compiuto prima che i traumi recenti vi ci conducessero) e ogni vostra
legittima difesa (dal continuo spiare e importunare dei condòmini, dagli attacchi dei passanti per strada o nei negozi, alle Poste,
nelle biblioteche, in Comune, nei bar impossibili da evitare e soprattutto nei mezzi di trasporto pubblici e inoltre dalla negligenza e
dagli altri abusi per quanto gravi di medici, potenziali datori di lavoro, personale di agenzie di lavoro interinale, ecc.) scatenerà
reazioni molto aggressive quasi generali, non limitate solo a coloro dai quali vi siete difesi; se sentirete il bisogno di evadere un
giorno o più, come moltissime persone fanno ubriacandosi a volte nei pub o sfruttando il fatto di essere in case private tra amici, non
potrete e ogni vostro atto e parola ridicolizzabile o sfruttabile per diffamarvi verrà usato; se vi siete sposati con l'unica persona che
vi ha aiutato a sopravvivere e siete donne si dirà che siete puttane e parassite e lo si farebbe anche qualora con il partner non aveste
rapporti sessuali, non riceveste da lui informazioni e molto denaro e aveste con lui anzi un rapporto di aiuto reciproco (ciò almeno o
soprattutto se non potete lavorare a causa dell'ostracismo stesso, di malattie cronicizzatesi o che non potete curare); se non fate sesso
e il vostro partner ha bisogno piuttosto del vostro consiglio e del vostro affetto si userà ciò per dipingere o voi come nevrotiche
affette da vaginismo o il vostro matrimonio come il gioco di due bambinoni tardi (quasi certamente saranno dette entrambe le cose
in periodi diversi dalle stesse persone o da persone diverse nello stesso periodo). Se sarete vittime di ostracismo generale, potete
dare quasi per scontato che i genitori del vostro fidanzato/a o coniuge tenteranno di farvi separare, il che sarà facile e potrà avvenire
senza spesa e senza che la legge ostacoli la cosa in alcun modo anche se vi siete sposati, dato che probabilmente sarete privi di
famiglia, amici e lavoro e allora al partner che lo volesse basterebbe farvi internare in manicomio con un pretesto qualunque (le
vostre affermazioni sulle violenze subite e non documentate; i sintomi derivanti da costituzione o di malattie organiche o funzionali
simili a manifestazioni nevrotiche che vi impediscono di lavorare; la rabbia, il dolore profondi e spesso fasi di reazioni violente in
casa, cioè le note conseguenze inevitabili di gravi abusi e violenze che possono essere interpretate come espressioni di una malattia
mentale ogni volta che ciò convenga, ecc.) e anzi questo è ed è sempre stato il mezzo per divorziare più spiccio e più economico.
Infine ovviamente dovete prevedere che ogni qualità di una vittima di ostracismo (generale o ristretto a un certo ambiente) verrà
sempre negata o trasformata in difetto: chi ha letto fin dall'adolescenza e legge ancora molti classici di storia, letteratura e psicologia
verrà identificato con quegli individui negli artigli della psichatria, che, non avendo nulla da fare ed essendo privi di basi culturali,
riempiono il tempo leggendo a caso anche un libro al giorno; chi per sbloccare l'emotività scrive in privato scempiaggini in un
periodo di forte stress verrà giudicato solo da esse quanto a capacità, e ciò anche se contemporaneamente ha dato prova di capacità
ben diverse in esami universitari, discussioni, ecc.; chi parla con amarezza in casa propria delle leggi del governo che gli hanno
rovinato la vita verrà paragonato a quei pazzi che per strada parlano, da soli o a pochi, un po' a caso di quanto è cattivo il governo e
di ciò che tutti dovrebbero fare; chi impiega tempo per scrivere una serie di scritti molto lunghi, originali e complessi e li completa e
riordina solo dopo varie versioni piene di errori, con alcune parti mal scritte e nell'insieme dalla forma poco chiara e poco piacevole
a vedersi (a causa della mole del lavoro, della necessità di usare il PC tra vari ostacoli, del loro carattere “nuovo” e privo di
riferimenti, delle grandi conoscenze necessarie e della quantità di emozioni e ricordi dolorosi da mobilitare) verrà giudicato da
ciascuna di quelle brutte copie, e ciò anche qualora i risultati finali dovessero essere eccellenti. Tenete presente che chi diffama
qualcuno gravemente e riesce a scatenargli contro l'ostracismo generale mira sempre – subito o nel tempo – a privarlo della
possibilità di lavorare e ciò sia per costringerlo a svolgere lavori che molti considerano umilianti e adatti solo a incapaci - come
pulizie di bagni, ospedali, ecc. - o che lo caricano di odori - come aiuto cuoco e simili - (per danneggiarne l'immagine e farlo soffrire
si preferirà ovviamente che ottenga tali lavori da psichiatri, che infatti “elargiscono” soprattutto proprio tali mansioni alle proprie
vittime), sia per controllarlo mettendolo nell'impossibilità di risparmiare denaro e dimostrare le proprie doti, sia per spingerlo al
suicidio che spesso consegue alla povertà, sia per usare il fatto che non lavora per ispirare invidia di lui in chi non stravede per il
proprio lavoro o per dipingerlo come un ladro o un parassita, sia come spiegazione dell'ostracismo in atto falsa quanto più adatta ad
essere espressa platealmente e con tutti della vera ragione (è nell'interesse di persone dotate di potere quali possono essere dei
medici, degli insegnanti o perfino dei semplici negozianti agiati, i ciellini e gli altri esponenti di gruppi simili, ecc.). Una delle
conseguenze più gravi dell'ostracismo generale è che se ne sarete vittima non avrete le cure mediche, specialmente se non vi
difenderete prontamente con molta informazione, filmati e avvocati: dei medici, sfruttando la vostra ignoranza e il fatto che la legge
non li obbliga a documentare nulla di quanto affermano, non vorranno diagnosticare le vostre malattie e quindi pur sospettandole
non vi prescriveranno esami indispensabili, non vi indicheranno lo specialista da contattare o non le dedurranno da esami di
controllo che pure le attestano chiaramente e, se esse verranno comunque diagnosticate attraverso esami fatti di vostra iniziativa e
non contraffatti, non vorranno spiegarvene i sintomi e curarle con i farmaci necessari; se un medico farà qualcosa di davvero grave
per errore o volutamente, i suoi colleghi lo sosterranno con ogni mezzo approfittando del loro potere e della grande debolezza creata
in qualsiasi vittima di ostracismo, arrivando a falsificare almeno alcuni esami del sangue e urinocolture, a non eseguire con cura
ecografie e altri test o a non chiarirne tutti i risultati, a darvi farmaci molto dannosi ripetutamente a mano, a dirvi di prendere dei
farmaci per più giorni di quanto è permesso, di farvi consegnare dalla farmacia farmaci inadatti e pericolosi per voi prima senza
ricetta per un loro contrattempo o infine anche motivando la prescrizione sulla base di esami falsati o su nulla (magari parlandovi di
malattie rare che non risultano dai test comuni).. Un aspetto particolare dell'ostracismo si comprende osservando quanto accadeva
soprattutto quando non esistevano i negozi online: un certo negoziante e dei suoi clienti potevano essere offensivi solo per un
disprezzo basato sull'aspetto fisico o su pettegolezzi oppure per fredda solidarietà interessata o timorosa a una persona importante
(ad esempio, un medico o un banchiere che teme una giusta denuncia o che reagisce arbitrariamente a considerazioni ignoranti o
interessi) e una reazione tipica della gente in questi casi è l'evitare i negozi frequentati dalla vittima o quelli di cui essa parla bene e
male, in casa e fuori, con lo scopo è di crearle dei nemici tra i negozianti, colpiti nelle vendite, e tra certi loro clienti abituali; la
gente in tali situazioni manipola qualsiasi giudizio espresso dalla vittima anche a casa propria e a voce bassa, sporcando ogni cosa
per estendere l'ostilità, e crede o non crede (o afferma di credere o meno, il che è lo stesso) alla veridicità dei fatti da essa riportati a
seconda dell'interesse individuale, delle parole d'ordine lanciate di volta in volta a tutti e anche della fase dell'ostracismo, arrivando
a contraddirsi e cambiare più volte interpretazioni e versioni con totale disprezzo per ciò che è razionale, ragionevole e onesto.
Quando insomma date per certo che, una volta dato il via all'ostracismo generale, tutti tutto potranno dire e fare purché possano
sentirsi del tutto liberi da qualunque dovere, che si tratti di quello di rinunciare a sognare che “la vita è bella”, di quello di fornire
qualche aiuto o semplicemente di quello di rinunciare al piacere di “dire e pensare tutto il peggio possibile della vittima” (per citare
un noto romanzo dell’800 che trattò anche il tema dell’ostracismo) o di sfogare istinti violenti senza conseguenze.
Non so come l’ostracismo si possa combattere con mezzi diversi dall’autonomia ottenibile con l’informazione raccolta attraverso
internet, saggi utili e altri beni essenziali acquistati online, la possibilità di far prendere in prestito dei libri da altri in biblioteca, il
sostegno economico di un partner o di un familiare che non sia tale solo per convenzione o dal punto di vista biologico, almeno
un’amicizia profonda e salda, la possibilità del contatto non troppo raro con la natura in luoghi poco affollati e la compagnia
piacevoli buone letture, oltre che del meglio di internet visitato senza partecipazione.
VIOLENZA E LAVORO
Non voglio ripetere ciò che tante riviste di recente hanno pubblicato sui bulli e sulle bulle in rete, ovvero su coloro che negli spazi
online praticano l'ostracismo di un collega per i motivi più futili in tempi brevissimi, perchè articoli simili ne trovate anche in altre
pagine online. Tenendo conto del messaggio allarmante di libri come Il costo umano della flessibilità di Gallino (libro vecchio di
qualche anno ma ancora valido e comunque utile come punto di partenza per altre letture sul mondo attuale del lavoro) e altri libri
simili, non è un filantropo chi consiglia scuole superiori di più di tre anni e che non preparino a un lavoro preciso da poter iniziare a
svolgere prima dei 18 anni a chi non ha la certezza o almeno ottime possibilità di arrivare alle mansioni più qualificate e pagate
grazie al sostegno di entrambi i genitori, alla salute, all'aspetto fisico e al carattere estroverso e poco sensibile o ai nervi saldi (tutto
ciò infatti vale ben più delle capacità intellettuali e della disponibilità all'impegno)...E in molti casi anche questo può essere un
rischio e può essere preferibile consigliare scuole serali eventualmente successive e di abbreviare il percorso scolastico con quei
corsi appositi che permettono di fare l'esame da privatista (al di là dell'utilità di iniziare presto a svolgere un lavoro che piace e al di
là dell'opportunità di avere dei risparmi personali, c'è chi ha bisogno di intraprendere studi impegnativi in certi ambienti e di
rassegnarsi a stare a contatto con compagni di classe e insegnanti solo dopo aver avuto il tempo e la possibilità di adeguare a certe
regole non scritte aspetto e comportamento e inoltre di maturare e stabilizzarsi sia attraverso lavori part-time ripetitivi e implicanti
molti meno contatti diretti con altri sia attraverso numerose ricerche online e letture in biblioteca). Non è un filantropo chi
consiglia indiscriminatamente di iscriversi a scuole superiori di quattro o cinque anni o all'università, non è tale almeno
considerando l'imprevedibilità della salute personale e delle risorse economiche familiari, il cambiamento enorme dei programmi di
alcuni licei in terza classe, le leggi sulla responsabilità genitoriale sui figli maggiorenni, il precariato, l'immigrazione, la rapidità
dell'evoluzione di tecnologia e mode e la pretesa di molti titolari di cambiare di continuo dipendenti e di assumerli solo sotto i 30 o
35 anni (tanto che essere costretti dalle necessità economiche a suicidarsi a 40 anni, se non prima, è sempre più
frequente).Rassegnatevi prontamente infatti al fatto che anche la scelta del lavoro non deve dipendere né dal caso (quel che si legge
sfogliando qua e là gli annunci sui giornali e online) né da interessi, da capacità che si presume di acquisire grazie al miglioramento
della situazione apportato dal lavoro o delle quali si sa di disporre solo in condizioni molto favorevoli e nemmeno dal desiderio di
migliorare la propria reistenza psicologica e in genere le proprie capacità e conoscenze. Dovete sapere accettare che la scelta del
lavoro deve dipendere solo dalle proprie presenti condizioni fisiche, familiari e sociali e dallo stato attuale oltre che passato dei
nervi, dal livello di manualità e da quello della memoria di tipo meccanico (quella per i regolamenti, gli impegni quotidini, i numeri
e le istruzioni date a voce...dato che a nulla serve nel mondo del lavoro il tipo di memoria che funziona bene solo con i concetti a
fare da collante e da catalizzatori dell'interesse) e di memoria visiva, dal tipo di senso dell'orientamento, dalla capcità di iniziativa e
di lavorare in gruppo, dalla voglia e possibilità di piacere ai colleghi,ecc. Non dovete mai nemmeno proporvi ai colloqui per lavori
a contatto diretto col pubblico dove non si possa usare una sorta di divisa (polo o t-shirt che sia) se non avete un guardaroba curato,
vario e vasto. Evitate del tutto di presentarvi a colloqui per posti di lavoro simili se siete sensibili, emotivi, imbranati o comunque
abituati ad un ritmo lento, con poca manualità e scarsa memoria per elenchi di nomi e istruzioni non legate da concetti oppure se
siete stati diffamati (vi verrebbe di fare delle prove “in nero” e verreste pagati dal titolare meno del concordato o non verreste pagati
del tutto e si organizzerebbero incontri di clienti per ridicolizzarvi, insultarvi e diffamarvi presso il titolare e altri clienti e ciò anche
in vostra presenza...credetemi). Vorrei invitare a leggere libri onesti sul precariato come in Italia è Il costo umano della flessibilità
(Gallino) e ricordare testi del passato indimenticabili come De rerum novarum di Leone XIII e alcuni libri intelligenti di Marx poco
attinenti col marxismo (proprio per questo lucidi e ancora attuali) o almeno le citazioni tratte da essi contenute in Avere o essere da
E. Fromm; pagine dal citato libro di Gallino, da Il taccuino d'oro di Doris Lessing e da qualche pagina online sulle politiche
aziendali e governative del passato che dimostrarono sensibilità verso i dipendenti e verso le persone più bisognose della
beneficenza; riassunto del contenuto dei film del regista K. Loach che trattano delle leggi attuali che regolano il mondo del lavoro,
Tutta la vita davanti (Virzì) e Mi piace lavorare. Mobbing ( Comencini) ; Peter e Wendy (Giacobbi) sui problemi che precariato e
lunghezza eccessiva dei percorsi di studio causano attualmente in particolare ai giovani di età compresa tra i 20 e i 30 anni (è un
testo che apprezzo, ma critico le sue convinzioni su perdono e aver figli). Fate attenzione alle assurdità online sul presunto rapporto
tra il rifiuto dei lavori a contatto con il pubblico e l'essere affetti dal fantomatico disturbo di personalità dell'evitante. I nformatevi
online e con altri mezzi prudenti sul lavoro e sulle condizioni di vita di coloro che vivono negli appartamenti dell'Ulss (in particolare
dei giovani fra loro). Potete consultare i paragrafi 1.2 , 1.3 e 2.12 e il capitolo della seconda parte e i paragrafi da 1.2 a 1.5 della
terza parte di Concorso DSGA. Manuale completo per tutte le prove 2018 (P. Boccia) oppure un manuale universitario di Diritto del
lavoro. Consiglio Si può fare (M. Yunus) e Giustizia. Il nostro bene comune (M. Sandel) con il commento online di A. Del Ponte.
Forse può essere utile acquistare online i testi universitari di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni o leggere delle pagine
online su questo argomento e inoltre sulla psicologia sociale (rimando al paragrafo Violenza e gruppi più su) e leggere libri
universitari sulla gestione della diversità sui luoghi di lavoro e sul mobbing (qualcosa su questi argomenti si può trovare in
biblioteca, ma ci sono altri testi simili anche nei programmi della facoltà di Psicologia per l'indirizzo e la specialistica per diventare
recruiter o comunque impiegarsi nelle aziende). Può essere utile appropriarsi delle nozioni principali dei testi in programma nei
corsi di Formazione permanente e degli adulti, di Selezione del personale/Gestione delle risorse umane e di Progettazione
professionale e career counseling di Psicologia sociale, del lavoro e delle organizzazioni. Basarsi sui test di personalità e delle
organizzazioni invece può essere a volte dannoso, perché nessun testing è valido per tutti e in ogni situazione.
VIOLENZA E SCUOLA
Vi consiglio di raccogliere una serie di testimonianze su chi, pur non essendo ciellino, ha frequentato per uno o più anni una scuola
privata di CL e su chi ha cambiato scuola superiore in seconda o terza classe o ha lasciato una facoltà universitaria dopo aver
sostenuto alcuni esami. Vi consiglio di informarvi bene sulle scuole professionali di al massimo tre anni (forse ottico, segretaria
d'azienda, odontotecnico, scuola alberghiera con tre più due a indirizzo amministrativo o di altro tipo, ecc.: informatevi meglio) e
soprattutto sui corsi serali e su quelli che consentono, preparando a un esame apposito da sostenere da privatista, di ridurre gli anni
di frequenza delle scuole serali dedicate a ragazzi e adulti che hanno interrotto gli studi e portano a conseguire diplomi di scuole che
preparino a un lavoro abbastanza preciso. Le scuola professionali sono utili anche a chi ha già scelto un lavoro che non richiede di
studiare (l'artigiano, il parrucchiere, ecc.) e sono da consigliare anche a chi è "diverso" dalla maggioranza per i più svariati motivi e
non può contare sulla famiglia per avere le informazioni e il sostegno necessari al proprio benessere fisico e psicologico: se alle
scuole medie si è stati emarginati e in famiglia si è sempre stati maltrattati è meglio tentare di frequentare una scuola triennale, cioè
di un solo anno oltre a quelli oggi obbligatori. Ed è consigliabile non limitarsi a studiare, ma fare durante l'estate e qualche
pomeriggio della settimana alcune esperienze lavorative prudentemente prive di contatto diretto con il pubblico (in modo da
affrontare lo studio senza rischiare di prenderlo troppo o troppo poco sul serio) e da avere maggiore probabilità di trovare una
soluzione o saper abbandonare tempestivamente se la situazione nella classe della scuola serale si rivelasse insopportabile o troppo
rischiosa) e dopo aver letto quanto è più adatto a rafforzare se stessi (i romanzi di formazione e i saggi di psicologia e di storia
reperibili in biblioteca ed eventualmente le pagine online sulla dieta sana, sulle malattie più comuni, sull'arredamento, sugli affitti,
sul lavoro, sulle leggi sugli abusi dei genitori e sul modo migliore di documentarli in modo da difendersene o da preparare in segreto
la difesa prima della maggiore età quando i rischi possono essere maggiori), perchè bisogna aver chiaro che si perde moltissimo
tempo, molta energia e si può perdere la salute per sempre con le letture e i compiti che costituiscono i programmi dei licei e di altre
scuole superiori (assolutamente essi non preparano alla vita); in ogni caso dopo le scuole dell'obbligo un ragazzo dovrebbe
scegliere di fare le superiori di più di tre anni solo se si è nutrito con un'alimentazione sana fino ad allora e gode di buona salute, se
è certo di cosa entrambi i genitori vogliono in realtà (al di là delle menzogne che spesso si dicono per dare una certa immagine ai
vicini o ai clienti), se ha già compreso qual'è il metodo di studio più adatto a sè (chi ha un cervello con il centro cerebrale a destra o
ha forme note o poco note di dislessia ha necessità particolari) e soprattutto se ha ormai valutato bene le proprie capacità di
autocontrollo, appreso le abitudini essenziali per avere sempre un aspetto fisico abbastanza curato e dotato l'armadio di abiti adatti
(ciò per evitare problemi con compagni di classe e insegnanti, che, oltre a essere rogne inutili - dato che non si viene nemmeno
pagati per sopportarle -, sono in genere anche più grandi e difficili da gestire di quelli che possono sorgere svolgendo dei lavori
ripetitivi e privi sia di contatto diretto col pubblico sia di contatto frequente con colleghi e titolari). Lavorare fa maturare e radica
nella realtà più che la scuola e di radici soprattutto si ha bisogno prima della maggiore età!
Infine si consideri l'aggressività dei molti lavoratori convinti che il liceo fatto seriamente non sia che una sorta di hobby rispetto a
qualsiasi lavoro e inoltre l'invidia piena di astio pericoloso di coloro che, non diplomati o con diverso diploma, invidiano i liceali e
accumulano rancore particolarmente nei confronti di quegli studenti e soprattutto di quelle studentesse che non è raro sentir parlare a
sproposito o nelle quali non si vedono pronte reazioni e risposte (all'amore per lo studio a volte si accompagna una sensibilità
eccessiva innata e immodificabile, che predispone a nevrosi ed è causa frequente dell'insorgere, in alcune situazioni, di una sorta di
angoscia inspiegabile e di una sorta di paralisi con sintomi in parte simili a quelli degli attacchi di panico), perché moltissimi
scambiano per intelligenza il fatto di essere meglio adattati, inseriti, forti e fortunati (quanto a famiglia, costituzione e salute fisica).
E non dimenticate quegli uomini semianalfabeti che odiano le donne che leggono (non di rado padri di donne che per natura hanno
bisogno di studiare).
Riguardo al bullismo, vorrei far riflettere su come a scuola non viene mai inquadrata l’aggressività crudele con cui psicologi e
psichiatri e, grazie soprattutto alla loro connivenza, moltissime persone in ogni ambiente trattano bambine e ragazze che appaiano
loro incapaci di gestire la propria emotività e si finge di ignorare le nozioni particolareggiate al riguardo dovute all’esperienza e allo
studio della storia e dei miti e divulgate da libri specializzati e onesti. Viene da chiedersi, di fronte all’ accanimento della
maggioranza degli insegnanti stessi sulle studentesse emotive (spesso peraltro tali soprattutto perché vittime di gravi abusi da parte
dei familiari e dei compagni di classe, oltre che del’età), perché essi non riportano mai notizie che possano far comprendere la
portata di un disprezzo tanto generale in ogni società, come per esempio quando a proposito dell’Inquisizione medievale non dicono
che venivano bruciate come streghe anche le bambine. In scuole di ogni livello comunque si vedono professori poco competenti
negli aspetti dell’istruzione umanistica meno formali e superficiali e inoltre instabili e aggressivi: nel giudicare i ragazzi maestri e
professori sono in genere indifferenti rispetto alle loro condizioni di vita e reali possibilità e agiscono in contraddizione con i
messaggi dei testi e dei programmi e con ciò che di più essenziale si richiede a un educatore (leggete in proposito almeno Lo
sviluppo della personalità di C. G. Jung). Ci sono anche casi di professori che contattano la psichiatria a proposito dei loro studenti
(rischiando quindi di rovinare loro la vita intera) senza sapere assolutamente nulla di dove, come e con chi passano le loro giornate,
oppure, pur conoscendone in parte i problemi oggettivi, non considerandoli e facendosi guidare da antipatia personale, magari
provocata dalla reazione istintiva nell'alunno alla frustrazione dell’esigenza di ricevere dai suoi insegnanti informazioni essenziali
sugli aspetti quotidiani del vivere e una vera cultura (al posto delle quattro nozioni vuote che gli vengono ripetute a scuola, che non
servono a chi da sempre subisce l'incuria o i maltrattamenti dei familiari) oppure suscitata da quell’emotività eccessiva che è lo stato
normale di chiunque da giovane viva da diverso tempo una situazione di estremo disagio. E non ho mai conosciuto un insegnante
che tenesse conto del fatto che un ragazzo non è un adulto che può aver superato quelle difficoltà nel rapporto con l’autorità tipiche
della maggior parte dei ragazzi e che sono particolarmente difficili da dominare e accentuate in quelli tra loro che sono stati
maltrattati dai familiari. Avverto che quanto ho scritto su maestri e professori bulli non è un fatto discutibile e che insegnanti
nevrotici, ignoranti e aggressivi sono quasi la norma a ogni livello dell'istruzione scolastica, anche a quello universitario: si
concedono moltissime libertà, indifferenti ai regolamenti scolastici e a volte alle minime norme di buona e sana condotta, tanto non
vengono in genere denunciati e, quando lo sono, al massimo vengono semplicemente trasferiti in una nuova istituzione scolastica
(magari perfino in una scuola o università più vicina alla loro abitazione). Inoltre non vanno mai sottovalutate le parzialità comuni a
studenti e a insegnanti di scuole di ogni livello, pregiudizi e comportamenti interessati che portano questi ultimi a esaltare violenti
rozzi e dall'intelligenza scarsa o oltremodo arida e rigida (debole quindi anche se perfetta per tutte le università e la maggior parte
dei lavori), purchè abili nel rispettare norme non scritte, a tacciare di stupidità gli emotivi al primo blocco ostinato blocco ostinato -
con il disprezzo dei libri di Bettelheim e dei padri della psicanalisi che ci si può ben aspettare - e ad ostacolare con ogni mezzo gli
emotivi e i nevrotici più imprudenti o più irritanti a causa della loro diversità e fragilità o del loro bisogno di giustizia (si può
affermare che la causa principale del bullismo e delle sue conseguenze, spesso gravi anche dal punto di vista fisico, sono gli
insegnanti). Il fatto è che i bulli a scuola sono attratti dalla cattedra: l'insegnamento della materia italiano alle scuole superiori non
comporta di fatto alcun vero impegno e nemmeno criteri obiettivi e ben delimitati per i voti, al contrario di ciò che implica
l'insegnare ad esempio matematica, e perciò è naturale che questo insegnamento sia amato dalle persone più pigre e più aggressive
tra coloro che decidono di insegnare. In fondo ci devono essere delle ragioni se letteratura, cinema d'autore e saggi di psicologia
anche recenti hanno così spesso messo sotto accusa il sadismo degli insegnanti (in particolare quelli d'Italiano), se nei gialli spesso
è a questa categoria che appartengono assassini e viziosi, se i porno sadomaso spesso sono ambientati in aule scolastiche e se i
telegiornali periodicamente parlano di insegnanti sempre più nevrotici, mentre i quotidiani fanno stupire gli ingenui con qualche atto
di violenza per strada di qualche insegnante arrestato poi in aula. E bisogna tener presente anche il fatto che gli individui che più
contano socialmente cercheranno sempre di impedire a emotivi e nevrotici (più spesso ragazze che ragazzi) di ottenere il diploma
(soprattutto liceale) e laurea o di far dare loro un voto finale basso, perché in generale non si vuole che queste persone considerate
inferiori si presentino agli altri come diplomati e inoltre perché si vuole rendere loro con ogni mezzo difficile difendersi (il giusto
rancore inevitabilmente accumulato da simili vittime è per i bastardi pericoloso) e lavorare (li si vuole umiliati e sfruttati...del resto
qualcuno deve pur esserlo, dal loro punto di vista!). Si cerca a volte di fare lo stesso, del resto, con chi ha qualche deficit di
apprendimento o non sa concentrarsi e studiare: so che ci sono insegnanti di elementari e medie alla caccia costante di questi limiti e
che chiedono con insistenza incredibile che ogni studente appena sotto la media venga isolato in classi a parte anche con chi ha veri
e propri handicap e lo fanno giustificandosi con il bisogno di non far restare indietro gli altri, come se si trattasse di un’azienda!
Considerate che il troppo impegno e l’ansia alle scuole superiori hanno già compromesso la salute fisica, l’equilibrio mentale e tutta
la vita sociale e lavorativa di molti giovani. Né dai compagni, né dagli insegnanti i più deboli e i “diversi” sono ben accettati a
scuola nemmeno al Liceo Scientifico e Classico o alla facoltà di Lettere, dove chi è sensibile agli stereotipi, presume assurdamente
che debbano raccogliersi persone sensibili o per lo meno istruite, educate e tolleranti e niente vi salverà se non potete evitare di farvi
notare e di essere giudicati tali, nemmeno se studiate con disciplina e possedete interesse spontaneo, tenacia, sensibilità e intuito
letterari, doti intellettuali di collegamento, di analisi, di sintesi, di logica, se non proprio una buona memoria meccanica: anche chi
inizialmente si stupirà delle vostre capacità e si dimostrerà tollerante evitando di aggredirvi o dandovi voti alti e giudizi scritti
elogiativi, finirà col tempo certamente per credere di essersi illuso o di essere stato ingannato da voi e per considerarvi stupidi o per
considerare insignificanti le capacità innegabili dimostrate, cioè per vederle in qualche modo annullate dal vostro stato di pazzi, di
“mezzi pazzi” (“idioti”, borderline) o perfino “ritardati”, perché – ripeto – la nevrosi degli adolescenti e dei giovani è forse
l’argomento su cui hanno più e ben scritto Jung e Fromm, eppure quasi tutti vivono come se non fosse mai stata fatta e scritta alcuna
osservazione al riguardo. Le ragioni del disprezzo saranno un’interrogazione andata particolarmente male, strane brutte copie, tic
verbali o fisici, pianti o infantilismi passeggeri in momenti di stress, molti momenti sovrappensiero o episodi di timore, ansia,
aggressività e pretese non spiegati per timidezza, ecc.. Salvo rare eccezioni, nessuno vuole accettare che una persona con alti
(magari molto alti) possa avere bassi tali da apparire ai più incomprensibili anche in una persona mediocre (per quanto occasionali
tali “bassi” siano), perché ciò fa sentire costretti o spinti a sopportarne le debolezze imprevedibili: quasi tutti sono alla costante
ricerca di qualcuno con le caratteristiche adatte a fare da valvola di sfogo e anche da comodo oggetto di paragone per esaltare se
stessi e inoltre quasi tutti possono tollerare un violento criminale infinitamente più facilmente di una persona spesso debole e
ridicola (dal loro punto di vista), che non diverte, non si arrangia, non fa fare bella figura, non si adatta (magari anche solo per un
forte e innato senso di giustizia), non sa recitare sempre la stessa parte e chiede o sembra chiedere loro comprensione e aiuto più
ancora che tolleranza e giudicarli per la mancanza di tutto ciò (e il motivo per cui una persona è in un certo periodo in modo
appariscente e fastidioso debole e/o diversa non ha mai importanza per la stragrande maggioranza delle persone che né lo cerca, né
lo accetta se le viene infine spiegato).
Riguardo al bullismo tipico di molti insegnanti e in particolare degli insegnanti di Italiano, si deve considerare peraltro che esso può
significare subire aggressioni continue che sono a volte molto serie e concentrate su un unico studente, altre volte più spensierate ma
letteralmente al livello dello sfottere dei tredicenni: conosco insegnanti che non si sono certo negati il piacere di tacciare di stupidità
e tormentare anche dopo l'abbandono o la conclusione della scuola qualunque studente nevrotico esasperatosi per queste loro
abitudini indipendentemente dalle lodi e dai voti alti assegnatili prima di quello sfogo magari pure indiretto; ci sono comunque
insegnanti che hanno concentrato sistematicamente le loro "battutine" su almeno quattro o cinque studenti in ogni loro classe,
sottolineandone nel modo più volgare la timidezza o debolezza, il non essere apprezzati dai compagni, il non essere più vergini e
l'avere mestruazioni, malattie e tic fisici e verbali e ovviamente i difetti fisici o dell'abbigliamento (una ragazza né bella né fashion
deve aspettarsi, perfino negli ultimi anni di liceo, di essere definita "brutta" dalla cattedra a più riprese e può subire violenze anche
fisiche durante le lezioni... magari in palestra). Gli insegnanti a volte sono persone prive di vita personale o sociale che investono
troppo sulla scuola, fino a imporsi di continuo, a partecipare alle feste di compleanno degli studenti sedicenni fuori dell'istituto,
telefonare a casa di alcuni, inviare mazzi di fiori a studentesse di bell'aspetto, andare a letto con una studentessa durante una gita
scolastica, fare spostare di banco periodicamente tutti facendo sempre in modo di avvicinare studenti incapaci di difendersi ai bulli
più aggressivi, dare voti fantasiosi (un esempio che conosco è “Uno meno meno“) oppure, nel giudizio di fine anno, fare la "media"
tralasciando un voto scritto alto (dicendo magari di aver perso il componimento), giudicando arbitrariamente le interrogazioni di uno
studente con voti alti negli scritti (dichiarando che il modo di dare le risposte esatte nell'orale non è di loro gusto o interrogando chi
è chiaramente fisicamente indisposto) dando voti bassissimi a compiti sì mal fatti ma riguardanti libri del tutto inutili e inadatti agli
studenti scelti in base a gusti personali, esasperando con l'obbligo a tradurre dal greco o dal latino sempre lo stesso paragrafo o
perfino decidendo il voto di uno degli studenti di ogni classe in base a criteri di giudizio folli (ad esempio il criterio di un mio
insegnante fu di dividere per tre il numero di temi svolti a casa) e tutto ciò senza mai il minimo timore di una denuncia. Il fatto è che
il governo e le consuetudini rendono difficile denunciare un professore se non è la classe intera a richiederlo e a documentare gli
abusi (il che è raro) e soprattutto ciò che gli studenti possono ottenere dalla denuncia si limita al trasferimento altrove del docente
(per gli insegnanti non c'è mai un danno economico e anzi ciò può tradursi per alcuni di loro in un vantaggio, con un risparmio
notevole sulla benzina se la nuova scuola è molto più vicina alla loro residenza). Quasi sempre questi insegnanti sono sostenuti
attivamente da studenti aizzati di varie classi e dai colleghi, alcuni dei quali partecipano alla diffamazione, all'umiliazione e agli altri
abusi nei confronti della vittima che più è presa di mira. Spesso si tratta di insegnanti con una competenza fittizia (magari si vantano
di conoscere a memoria la Divina Commedia o... il manuale!), di persone troppo prive di coscienza e sensibilità per comprendere o
accettare gli insegnamenti elargiti dai classici della letteratura mondiale, della storiografia e della psicologia. Bisogna però
ammettere che ancor più frequentemente perfino gli insegnanti di Italiano di licei e università sono persone prive di un bagaglio
personale di buone letture, poichè in Italia ci si laurea in Lettere e ci si specializza senza essere tenuti a leggere nemmeno i
capolavori più noti di ogni tempo e si accede all’insegnamento delle scuole superiori senza aver studiato la psicologia e buoni libri
sulla didattica (questi insegnamenti li ricevono gli insegnanti della scuola primaria) e ci sono insegnanti di italiano nei licei che
quasi si vantano di aver letto e di leggere poco, magari affermando di essere troppo impegnati a prepararsi per continui concorsi
pubblici quanto prima della laurea per gli esami: la nostra situazione è insomma agli antipodi di quella delle migliori università
americane di Lettere, se è veritiera la descrizione che ne fanno alcuni romanzi come Il mondo secondo Garp di Irving.Ci sono anche
insegnanti di Italiano che basano la loro convinzione di essere intelligenti e competenti sui loro risultati in alcune materie
scientifiche o sulla loro capacità di memorizzare in fretta dati non legati da concetti (numeri di telefono, il vocabolario di un'altra
lingua, gli ingredienti di un cocktail, ecc.), come se ciò avesse qualche attinenza con le capacità innate e acquisite necessarie agli
insegnanti di tale materia (forse i saggi di Jung, Gardner e Millètre potrebbero dar loro qualche delucidazione al riguardo, ma gli
insegnanti non sono tenuti dalla legge a adeguare ad essi le loro convinzioni narcisistiche e arroganti). Ciò in genere torna loro utile
quando seguono la prassi della maggioranza di "insegnanti" di Italiano: non insegnare mai né come scrivere un buon tema, né a
comporre una buona risposta sintetica o a documentarsi in biblioteca e online consegnando loro liste di titoli utili, ma limitarsi a
ripetere settimana dopo settimana quanto già è scritto nei soliti pochi libri di testo e a dare quasi quotidiani giudizietti di fronte a un
pubblico di sottomessi e di, troppo spesso incapaci o ignoranti, privilegiati.
Informatevi comunque su BES e DSA - categorie in uso nelle scuole da qualche tempo per classificare gli studenti - e chiedetevi
come la maggioranza in genere si serve e si è sempre servita di ogni "etichetta" affibbiata agli altri e cosa possono comportare per lo
sviluppo psicologico e per la salute fisica le sovradiagnosi di un disturbo mentale (sempre più frequenti di quanto non si creda, dato
che è particolarmente difficile giudicare bambini e ragazzi e che, se per qualsiasi giudizio umano esiste la possibilità dell'errore,
tanto più gli sbagli sono possibili quando non c'è interesse a non farli a causa della posizione di debolezza in cui si trovano gli
alunni rispetto agli adulti. Consiglio di leggere, e con senso critico, i primi 10 capitoli di Psicologia dello sviluppo. Storie di
bambini e psicoterapia (F. Celi) anche per riflettere su questi problemi.
Tenete presente anche che la legge italiana stabilisce che per i minori di 14 anni non sia mai prevista la galera qualunque reato
compiano e che per i ragazzi tra i 14 ei 18 anni la possibilità e il tipo di pena per i reati dipendano dall'arbitrio del giudice...
Progettare la ricerca empirica in educazione (Coggi-Ricciardi)
Nelle interrogazioni orali (...) la serie di domande costituisce spesso un campione accidentale (...) e anche la formulazione dei
quesiti non è sempre attenta agli obiettivi e alle competenze di cui si intende verificare il raggiungimento nè alla loro importanza,
(...) oltre a non essere sempre chiara, tanto che in alcuni casi può pilotare la risposta o contenere trabocchetti voluti, (...) e al non
avere sempre lo stesso grado di difficoltà (...) Altri fattori di distorsione possono derivare (...) dal fatto che l'insegnante potrebbe
assumere toni più e meno cordiali a seconda della stima e delle attese nei confronti dei diversi studenti (...) Inoltre interferiscono
effetti di selezione legati per esempio alla memoria e all'attenzione dell'insegnate, che, non annotandosistematicamente l'andamento
del colloquio, rischia di prendere in considerazione solo gli aspetti che l'hanno impressionata maggiormente. Linterpretazione dei
risultati, infine, spesso non avviene sulla scorta di criteri predefiniti e quindipuò ancorarsi all'opinione pregeressa che il docente ha
dello studente o a qualche sua caratteristica particolare, come la fluidità verbale, la sicurezza, l'appartenenza socio-culturale, il
genere, ecc. (...)
Le interrogazioni scritte tradizionali (...) sono sottoposte a critiche in parte simili a quelle evidenziate per le interrogazioni orali (...)
Nel tema in particolare (...) le capacità comunicative (...) sono controllate in situazioni non spontanee e su argomenti che possono
avere diversa rilevanza emotiva per gli studenti. Le tracce inoltre possono richiedere conoscenze ed esperienze, che sono presenti in
modo differenziato negli stessi (...) Dalle tracce generiche (...) sono stimolati (...) divagazioni e sviluppi imprevisti non
adeguatamente valutabili (...) Se la formulazione include titoli e passi di libri noti, (...) questo può rendere ovvio lo svolgimento (...)
É stato messo in evidenza riguardo al tema anche ciò che segue: la mancanza nei valutatori di un criterio stabile per la correzione; la
carenza di fedeltà nelle rilevazioni; gli effetti di alone nel giudizio; gli effetti di ordine nella correzione dei compiti; gli effetti di
ancoraggio di giudizio che mette in relazione un protocollo con quello precedente; le difformità presenti nella formulazione dei
giudizi.
Rivista Io donna marzo 2022
É lui per primo che chiede conto ai genitori. Ha 21 anni ed è stato ai domiciliari con l'accusa di aver stuprato Bianca (...) durante la
notte di Capodanno (...) La madre, dal figlio informata, non denuncia (...) Un altro genitore legato al caso si affida a un boss di
periferia per togliere il figlio dai guai. Nessuno spende una parola per Bianca, la sedicenne stuprata da un gruppo (...) La difesa
impulsiva di un ragazzo da parte del genitore è interpretata come tacito assenso (...) A scuola vediamo adulti (...) che liquidano
come ragazzate il gesto di un figlio che butta il compagno in un bidone della spazzatura (...) Ci sono tanti episodi simili (...) in cui si
tende ad attaccare e sottomettere chi si identifica come portatore di una fragilità intollerabile, una ragazza, un disabile, una persona
diversa per il colore della pelle o altro. É stato sempre così (...) La fatica oggi è vissuta come un peso (...) e l'insofferenza per il non
vedere subito ripagato l'impegno genera nei ragazzi comportamenti inadeguati (...) Per trovare un'identità autonoma i ragazzi si
rifugiano in quella di gruppo. Se si sentono inadeguati o confusi, nel gruppo scelgono comportamenti devianti per fare propria
un'identità forte e compensativa (...) I reati sono spesso possibili per i meccanismi di disimpegno morale, quei trucchi che la mente
usa per minimizzare ciò che si fa, attribuire la colpa alla vittima o deumanizzarla (...) La sopraffazione è alimentata anche da una
sottocultura mediatica (...) Secondo Lancini, se dopo i 20 anni non usi internet sei spacciato e sotto i 20 anni se lo usi sei dipendente
(...) La rete è un luogo dove puoi sentirti onnipotente a patto che per esistere tu l'abbia fatta grossa (...) L'individualismo, ovvero la
cultura del successo anche sui social, la competizione e l'assenza di dialogo sono i modelli che proponiamo. I genitori ascoltano di
più i figli, ma non i loro fallimenti (...) E se c'è gente pronta a chiamare i vigili in pieno pomeriggio per 10 minuti di percussioni
suonate da un ragazzo, quando branchi di adolescenti minacciano o fanno chiasso a tarda notte restiamo in silenzio e immobili per
paura di ritorsioni (...) La cultura dello stupro è alimentata poi dal porno, dalle pressioni dei pari e da moderne e sbagliate idee sulla
sessualità maschile (...) E il modo in cui trattiamo i bambini ne modella il cervello. Chi si sente amato e accudito sarà in grado di
resistere meglio alle pressioni del branco (...) Non è giusto ricorrere a giustificazioni semplicistiche come "i maschi sono maschi", I
maschi non hanno sentimenti", "il testosterone rende i maschi sconsiderati e nervosi" (...) e affermare che i maschi non parlano è
solo un alibi. Uno sguardo di dolore non ha bisogno di parole.
COME PREVENIRE IL MOBBING O LE SUE PEGGIORI CONSEGUENZE
Il mobbing comporta in genere reiterazione ed escalation di pettegolezzi, maldicenze, isolamento, assegnazione di compiti al di
sotto o al di sopra della professionalità o senza strumenti e/o spiegazione adeguata, critica continua e ingiustificata circa il lavoro
svolto, insinuazioni circa un forte disagio mentale, minacce e a volte anche violenza fisica e sessuale. I comportamenti tipici della
prevenzione dipendente dai lavoratori e non dalla direzione emergono dal confronto dei casi noti di mobbing e probabilmente si
possono riassumere nel seguente elenco: 1) non impegnarsi mai più dei colleghi chiacchierando spesso con clienti, utenti, superiori
o pazienti, accettando spesso di fare straordinari o addirittura di lavorare qualche ora in più gratis e ciò nemmeno con le migliori
intenzioni e tanto meno perché a casa ci si annoia (questo vale in particolare se si è giovani e neoassunti in ambienti dove il lavoro è
già pesante); 2) non proporre corsi di formazione, una maggiore rapidità, nuovi programmi informatici, ecc. per migliorare le
prestazioni (si deve comprendere che proposte ovvie sono certamente già state valutate dai colleghi e dal management…); 3) non
allargare le proprie mansioni di propria iniziativa progressivamente e richiedendo al contempo avanzamenti di livello senza prima
accertarsi che il dirigente ritenga possibile la carriera nella sua azienda; 4) adeguare il proprio abbigliamento il più possibile a quello
della maggior parte dei colleghi e non esibire soddisfazione per il titolo di studio conseguito, per la propria stabilità lavorativa o per
il piacere che procura il lavoro e ciò soprattutto in ambienti dove molti si sentono poco apprezzati, infelici o precari; 5) organizzarsi
per ricevere in privato le somme di provvigione guadagnate oltre al fisso; 6) non fare affidamento cieco sulla carriera ottenuta grazie
a esperienza e capacità e non in base ai titoli di studio e quindi non dimenticare che il cambiamento di persone a livello direttivo
dovuto a imprevisti (acquisti da parte di multinazionali ecc.) può sempre in tali casi comportare la retrocessione alla prima mansione
svolta (quella corrispondente al titolo); 7) mantenere una sufficiente, ma moderata disponibilità e autocontrollo con superiori,
colleghi e durante colloqui obbligatori con intervistatori della gestione delle risorse umane e ciò soprattutto dopo una fusione,
quando cioè sono prevedibili il bisogno di ridurre il personale e la ricerca di un capro espiatorio per sfogare l’ansia da cambiamento
e per indurre a licenziamenti; 8) non reagire al mobbing caricandosi ancor più di lavoro nell’ambiente lavorativo o addirittura
portando del lavoro a casa per rispettare le scadenze divenute traguardi irraggiungibili a causa della strategia di disimpegno dei
sottoposti (è tipica nel mobbing, più raro ma possibile, detto “dal basso” perché il mobbizzato è il diretto superiore); 9) non illudersi
di poter evitare di dare le dimissioni quando il mobbing e ormai ben avviato e anzi farlo presto, perché solo così si conserverà
almeno l’energia per trovare un lavoro; 10) essere pronti a sostituire l’indennità di disoccupazione con il risarcimento per mobbing
ottenibile con un’azione legale se non si può rinunciare al denaro corrispondente perduto licenziandosi; 11) informarsi per tempo su
come dimostrare le vessazioni che si potrebbero subire in un nuovo posto di lavoro e attrezzarsi di conseguenza, tenendo conto che
gli sportelli mobbing sono tanti e spesso inadeguati; 12) contare poco sul sostegno che parenti e amici possono dare in caso di
mobbing, perché se non ci si licenzia per tempo i sintomi fisici e psichici si aggravano e si arriva a un reattivo distanziamento
emotivo, che rende difficile essere ricettivi anche nei confronti del calore familiare e delle manifestazioni di amicizia; 13) dare per
scontato che la maggior parte della gente è fondamentalmente cattiva, conosce già il danno al clima ed economico che fare mobbing
procura e lo accetta senza far nulla per arrestare l’escalation di abusi, per quanto immeritate e gravi siano le conseguenze (malattia,
povertà e a volte suicidio); 14) prevedere anche retrocessioni, violenza sessuale o comunque fisica e stalking (la persecuzione che si
sviluppa anche al lavoro, ma coinvolge l’ambiente non lavorativo), perché si tratta di eventualità più rare degli altri maltrattamenti,
ma risultanti in alcuni casi noti di mobbing; 15) informarsi sulla legislazione sul mobbing, aggiornandosi periodicamente; 16) in
ogni situazione usare moltissima prudenza quando si è deciso di cambiare lavoro o sede lavorativa, diffidando dell’impegno al
segreto professionale di chi si vorrebbe coinvolgere e della privacy concessa dalla rete Internet, in particolare in Italia, dove si sono
riscontrati molti abusi al riguardo.
Rimando anche a http://www.slideshare.com/elenco-di-manifestazioni-di-violenza-fisica-e-psicologica-(con-consigli). Questo
documento online è utile anche per leggere una utile sintesi sui metodi per risparmiare al massimo.
CITAZIONI DA CLASSICI DI LETTERATURA, STORIA E PSICOLOGIA
SULL'OSTRACISMO GENERALE
Il problema dei tipi nella poesia “Prometeo ed Epimeteo” di Carl Spittaler in Tipi psicologici (C. G. Jung)
Si vede la pagliuzza nell’occhio proprio come trave nell’occhio del fratello. (…) Questa idea è una proiezione (…) della percezione
inconscia che l’azione redentrice viene costantemente frustrata per la presenza nell’inconscio di un elemento non redento, (…) una
parte di noi stessi che non ha ancora percorso il processo di educazione cristiana (…) C’è una percezione inconscia di questo
elemento irriducibile, di cui si vorrebbe negare l’esistenza: di qui la proiezione. L’irrequietudine è un’espressione concreta della
mancata redenzione.
L’uomo senza qualità (R. Musil)
Si direbbe semplicemente che debbano esistere entità indesiderabili su cui si accumula l’uggia e il malanno (…) quell’odio così
caratteristico della civiltà odierna (…) Così lo stregone estraeva dal corpo del malato il feticcio accuratamente preparato prima e
così il buon cristiano carica le proprie colpe sul buon giudeo; (…) nel corso dei tempi la responsabilità è stata accollata al fulmine,
alle streghe, ai socialisti, agli intellettuali, ai militari (…) Il fatto è che il mondo ha smarrito non soltanto Dio ma anche il diavolo.
Così come trasforma il male in immagini indesiderabili trasforma il bene in immagini desiderabili che ammira perché fanno ciò che
ognuno ritiene impossibile di fare da sé. Si sta seduti sui gradini d’uno stadio a veder altra gente scalmanarsi, questo è lo sport; si
lascia dire al prossimo le più assurde esagerazioni, questo è l’idealismo; si scuote via il male e quelle che ne rimangono
impillaccherate sono le entità indesiderabili. Così tutto trova il suo posto nel mondo, e il suo ordine; ma questa tecnica di adorazione
dei santi e di allevamento di capri espiatori mediante l’espropriazione non è senza pericolo perché riempie il mondo delle correnti ad
alta tensione di tutti i conflitti intimi non risolti. Ci si sbudella o ci si affratella e non si può saper bene se lo si fa sul serio (…) Come
una simulazione (…) La vecchia credenza demoniaca che ogni bene e ogni male imputava a spiriti celesti o nefasti funzionava assai
meglio (…) e si può solo sperare che (…) ritorneremo ad essa.
Il drago come realtà (S. De Mari)
Le emozioni più forti sono quelle negative (...) La vergogna (annidata nei livelli più recenti del nostro cervello) recente quanto
l'affiliazione al gruppo e ne è un'inevitabile conseguenza (...) La percezione della vergogna è sempre identica a se stessa (...) La più
potente, perchè irrisolvibile, è la vergogna dell'innocente ingiustamente punito (...) Quando veniamo puniti deduciamo che c'è stata
una colpa. Questo potentissimo processo, funzionale nel branco, diventa atrocemente disfunzionale dove il dolore sia inflitto senza
colpa. I reduci dei campi di sterminio e le sopravvissute alle violenze sessuali possono essere dilaniati dalla vergogna. Tutti gli
afflitti da malattie neuromuscolari si vergognano di cadere (...) Chi è aggredito improvvisamente da una condanna totale, assoluta,
inenarrabile e ingiustificata, oltre che da una paura costante, terribile, imvalidante è paralizzato da una vergogna totale, assoluta e
inenarrabile: deve ben essere colpevole di qualcosa!(...) Ancor più grave della vergogna per la colpa altrui è la vergogna per la colpa
inesistente (...) La vergogna assoluta perchè appartiene non al nostro agire ma al nostro essere.
America (J. Kafka)
Tutto consigliava di parlare presto, chiaramente, esaurientemente; e che cosa faceva invece il fochista? La fatica che faceva per
spiegarsi lo aveva messo in sudore (...) Contro un uomo come il fochista non si poteva mai avere abbastanza severità e se c’era
qualcosa da rimproverare a ** era solo il fatto di non essere riuscito a domarlo in modo che non avesse avuto il coraggio di andare a
protestare (…) Dovrebbe essergli permesso al massimo di pulire i cessi (…) A giudicare dal cambiamento del viso dei presenti, si
sarebbe potuto credere che sentissero per la prima volta dopo molto tempo una voce umana (…) Pareva veramente che il fochista
non esistesse più (…) “Io credo che di questo fochista ne abbiamo abbastanza, anche troppo”.
La foglia di Nieggle (j. R. R. Tolkien)
"Penso che fosse un povero sciocco che non valeva niente, di nessun utile per la società" disse il consigliere "Adibirei quelli come
lui a lavare i piatti in qualche mensa pubblica o qualcosa del genere e vigilerei affinchè lo facesse ammodo.Oppure lo manderei in
prigione nel gran mucchio di immondizie. La sua pitture era fuori moda, sogni privati a occhi aperti".
Jane Eyre (C. Bronte)
"Insegnati e ragazze, vedete tutti questa bambina? (...) Nessuna deformità rivela in lei un carattere particolare. Chi potrebbe pensare
che il maligno ha già trovato in lei un suo agente? (...) Questa bambina (...) è una piccola criminale:non un membro del vero gregge,
ma una piccola intrusa inopportuna. Dovete guardarvi da lei, dovete cercare di non assomigliarle; se è necessario evitate la sua
compagnia, escludetela dai vostri giochi, tenetela fuori dalle vostre conversazioni. Voi insegnanti dovete sorvegliarla: tener d'occhio
ogni sua mossa , soppesare le sue parole, valutare le sue azioni, punire il suo corpo (...) é quiper essere risanata come gli antichi
ebrei mandavano i loro malati alle ribollenti acque di Bethesda; insegnati, direttrice, vi prego di non permettere che le acque
ristagnino intorno a lei (...) Fatela stare ancora mezz'ora su quello sgabello e non lasciate che alcuno le parli per il resto della
giornata".
Lord Jim (J. Conrad)
L’intera regione marittima non parlava d’altro (…) Gente del tutto esterna si accostava familiarmente, tanto da sollevarsi la mente
parlando del soggetto. Ogni miserabile poltrone della città ha raccolto una messe di bibite grazie a questo affare (…) Vi era dello
sdegno, non pochi scherzi.
Il seme sotto la neve (I. Silone)
Tutte le volte che nel passato l’aveva osservata gli era parsa un essere fiero, esaltato, impaurito, superbo e irritato. Circondata in
piazza dovette farsi strada a colpi di frusta. Le beghine le impedivano di entrare in chiesa. Seguita, si mise a correre come una folle
(…) È lei la stessa di cui tutta la contrada racconta l’incredibile storia? Questa ragazza dal sorriso di bambina, dallo sguardo
limpido, franco, leale?
L’esclusa (L. Pirandello)
Due signori sotto l’ombrello guardavano ** e lui: L’uno terreo in volto e con piglio fosco, l’altro più alto, magro, straniero
all’aspetto e con un’espressione scioccamente derisoria negli occhi chiari (…) Ma che volevano da lei tutti costoro? (…) La
persecuzione ancora, da lontano. Calunnie ancora e villanie.
Fermo e Lucia, Capitolo II, 6 (A. Manzoni)
I ragazzi le facevano mille versacci (…) nessuno le parlava, nessuno voglio dire della gente come si deve, perché i cattivi se le
avvicinavano per la via con una familiarità come se le fossero sempre stati amici e, fino, a parlare con poca riverenza, i birri la
salutavano ridendo, e le gettavano parole da non dire. Poveretta! Di tratto in tratto pareva più lieta che non fosse mai stata, ma le
lagrime che spargeva in segreto!
La lettera scarlatta (N. Hawthorne)
In cambio del suo aiuto non riceveva da nessuno alcuna gratitudine (…) I ragazzini la seguivano (…) e anche quelli beneficati da lei
la tormentavano.
Il mulino sulla Floss (G. Eliot)
L’idea di poter ritrovare la felicità non balenava più, nemmeno per un momento (…) Ed era così indicibilmente, così morbosamente
stanca! (…) Ogni sguardo ostile era una pena (…) Ma ecco s’accorse che stava per passare accanto ad un gruppo di signori (…) e
Non poté fare a meno di vedere il giovane ** (…) che le lanciava un saluto con l’aria disinvolta che avrebbe potuto dedicare a
qualche cameriera di caffè sua intima (…) Può venire da chiunque; il più grossolano, il più crudele, il più brutale monello
dell’angolo di strada (…) Le persone più incapaci di un travaglio di coscienza (…) sono proprio quelle che più probabilmente
rifuggiranno non potendo credere al travaglio di *** (…) Antipatica l’avevano trovata sempre; adesso la trovavano astuta e
orgogliosa (…) Anche nell’ipotesi che richiedeva la maggiore dose di buona fede: cioè che nessuna delle cose dette sul conto di ***
fosse vera, tuttavia quelle cose dal momento che erano dette, la mettevano in un certo odore da farla respingere (…) dalla società.
Prendere *** per mano e dirle: “Non voglio credere del male di voi senza le prove” (…) avrebbe richiesto coraggio, profonda
compassione, conoscenza di se stessi, generosa fiducia: avrebbe richiesto uno spirito che non gustasse l’acredine della maldicenza,
che non si sentisse inorgoglito nel condannare, che non si ubriacasse di grandi paroloni fino a credere che la vita possa avere una
finalità morale (…) senza che si debba lottare per una piena verità (…) Le signore di St. Ogg’s non erano frastornate da vaste
concezioni speculative; ma avevano un’astrazione prediletta, chiamata la Società, che serviva a mettere le loro coscienze
perfettamente in pace quando dovevano fare ciò che appagava il loro egoismo: pensare e dire le peggiori cose di ***: e volgerle le
spalle (…) Probabilmente anche St. Ogg’s aveva la sua equa proporzione di bontà, come qualunque altra piccola città (…) ma (…)
dobbiamo aspettarci di trovare della timidezza nella maggior parte delle donne buone: tanta timidezza da farle persino sospettare
della giustizia dei loro impulsi migliori, allorché questi le mettano in minoranza (…) Ogni apparenza di male (…) sempre dipende
dalla media degli spiriti circostanti. Quando questi spiriti sono bassi e grossolani, l’area di tale “apparenza” risulta estesa in
proporzione.
Il castello( F. Kafka)
Colpevole o innocente, ella (…) ha attirato il disonore sul villaggio (…) e la punirono, anche se non con la legge (…) Non eravamo
in questione noi, ma il fatto in sé (…) Gli altri non volevano sentirne parlare, (…) o pensarci (…) Se avessimo dimostrato col nostro
contegno di aver superato l’accaduto in un modo o nell’altro, (…) tutto sarebbe tornato come prima (…) Invece (…) era ben
naturale che discutessimo della cosa rigirandola da ogni parte, (…) sempre più prigionieri della cosa da cui volevamo fuggire (…)
Gli altri si accorsero che non avevamo la forza di districarci da quella storia e ce l’imputarono a colpa. Capivano la gravità della
nostra sorte (…) Sapevano che forse non avrebbero superato la prova meglio di noi, ma appunto perciò trovavano necessario
tagliare ogni legame con noi (…) Non parlavano più di noi come esseri umani, il nome dalla nostra famiglia non fu più pronunciato,
(…) perfino la nostra casa acquistò una cattiva fama (…) e quando qualcuno ricominciò a mettere piede in casa nostra, arricciò il
naso per cose di nessuna importanza, per esempio perché la lucerna era appesa sopra la tavola. E dove mai si doveva metterla se non
là? Ma la gente trovava che era inammissibile. Se però le cambiavamo di posto, continuavano a manifestare la loro disapprovazione.
Tutto ciò che eravamo e facevamo incontrava lo stesso disprezzo.
Saggio sulla violenza (W. Sofsky)
Si giustificano le crudeltà verso il capro espiatorio in base agli effetti naturali di quelle stesse crudeltà.
Fontamara (I. Silone)
- "Perché ci trattano così? Perché siamo malvestite e basta? Non avete delle madri, delle sorelle?"
- "No, i vestiti non c’entrano. È che siete carne abituata a soffrire."
Avere o essere (E. Fromm)
L’aspirazione a vivere in unione con altri ha radici nelle condizioni di esistenza specifiche e caratteristiche della specie umana (…)
Gli esseri umani hanno più paura di essere messi al bando che non, a volte, della morte.
Massime e riflessioni (La Rochefoucauld)
Tutti si lamentano della propria memoria; nessuno si lagna del proprio giudizio (…) La meschinità di spirito fa l’ostinazione; non
crediamo facilmente a ciò che è al di là della nostra vista (…) Accade per certe buone qualità come per i sensi: chi ne è privo non
può vederle né capirle (…) Troviamo poca gente di buon senso all’infuori di quelli che sono del nostro parere (…) Gli intelletti
mediocri condannano di solito tutto ciò che oltrepassa la loro portata (…) La facilità a credere il male senza esaminarlo abbastanza è
oggetto di orgoglio e di pigrizia. Si vogliono dei colpevoli, senza prendere cura di esaminare i delitti.
Frammenti (Eraclito)
I cani abbaiano a quelli che non conoscono.
Dialogo del reggimento di Firenze (F. Guicciardini)
El popolo, va alla grossa, non discerne né pesa sottilmente le cose, però con facilità è ingannato da chi si ingegna parere buono;
pensa ciascuno agli esercizi suoi, né fa diligenza di informarsi del vivere di questo e di quello; però non gli sono note le opere
particolari di ognuno; (…) facilmente si appiccherà e sarà creduta, una infamia adosso a uno che non la meriti, come uno bene di
uno che sia l’opposito. Da non pensare alle cose e non ne tenere conto diligente, nasce la delusione, perché ancora che uno si porti
male in uno magistrato e in modo che sia noto, nondimanco si dimentica presto (…) La ignoranza è cieca, confusa e senza termine e
regola e però dice el proverbio che spesso è meglio avere a fare col maligno che co’ l’ignorante (…) Le calunnie sono detestabili,
ma tanto naturale in una città libera, che è difficile e forse impossibile el lavarle; perché quando nasce uno carico falso contro a uno
cittadino, che può nascere per malignità di chi ne è autore e anche per errore, come si può provedere che non si allarghi nella
moltitudine, la quale è più inclinata al male che al bene? E anche non mancano molti che per odio o per invidia fomentino questi
rumori (…) Però in ogni popolo libero fue e sarà sempre abbondanza di calunniatori.
Uscita di sicureazza ( I. Silone)
Ogni gruppo sorge in difesa di un ideale, ma strada facendo si identifica con esso e poi vi si sostituisce, ponendo al vertice di tutti i
valori il proprio interesse (…) La tirannia dei mezzi sui fini è la morte dei fini (…) Servirsi degli oppressi come sgabello per il
potere e poi tradirli è indubbiamente il più iniquo dei sacrilegi. A un certo punto smettono di contare gli iscritti e conta solo
l’apparato (…) Ogni organismo di umanità coatta attorno al principio di autorità implica una buona dose di doppiezza. Il sincero che
conservi per miracolo il nativo spirito critico (…) deve soffrire ogni specie di triboli.
Lo spirito di parte in L'influenza delle passioni sulla felicità (Madame de Stael)
Non sentono, non vedono (…) Con due o tre ragionamenti fan fronte a tutte le obiezioni; e quando non persuadono, non sanno far
altro che ricorrere alla persecuzione (…) Si stabiliscono relazioni affettive e di riconoscenza soltanto tra persone della medesima
opinione (…) Perfino i crimini di quelli che condividono la vostra opinione non vi separano da loro (…) Lo spirito di parte non
conosce rimorsi (…) Le impressioni non partono più dagli oggetti verso di sé, (…) ma è l’occhio a disegnare la forma invece di
ricevere l’immagine (…) Lo spirito di parte è una passione che non conosce equilibri: quanto si trova sulla sua strada deve essere
sacrificato alla sua meta (…) Tutto è assoluto, perché nulla è reale (…) Ha trovato l’unico modo di annientare la pietà: presenta la
sventura attuale come strumento di un avvenire (…) Le parole più nobili vengono disonorate, i ragionamenti più giusti privati di
logica, i sentimenti più veri opposti l’uno all’altro (…) Il caos (…) confonde (….) il delitto e la virtù (…) La reputazione non ha più
nessun rapporto con il merito reale (…) L’ingiustizia scoraggia la ricerca della verità (…) Ci si lega alle opinioni come a dei
giuramenti.
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  • 1. Reso più chiaro, corretto e completato il giorno 25 gennaio 2024 BULLISMO E MOBBING OSTRACISMO RIFLESSIONI E CONSIGLI DEDICATE PARTICOLAMENTE ALLE VITTIME REALI E POTENZIALI DI OSTRACISMO (IN FAMIGLIA O ADDIRITTURA GENERALE), DI MOBBING, DI BULLISMO, DI RAZZISMO E DI QUALSIASI ALTRA FORMA DI EMARGINAZIONE - SELEZIONE DI LETTURE SUL TEMA DELL'OSTRACISMO - COMPORTAMENTI DA PREVEDERE IN CASO DI OSTRACISMO GENERALE - VIOLENZA E LAVORO - VIOLENZA E SCUOLA - COME PREVENIRE IL MOBBING O LE SUE PEGGIORI CONSEGUENZE - CITAZIONI DA CLASSICI DI LETTERATURA, STORIA E PSICOLOGIA SULL'OSTRACISMO GENERALE - COMPORTAMENTI CONDIZIONATI E FORME DIVERSE DI INTELLIGENZA E DI ECCELLENZA - SELEZIONE DI LETTURE E ALTRI MEZZI PER FONDARE SU BASI SOLIDE IL PROPRIO BENESSERE - UNA POSSIBILE GUIDA PER LE VITTIME DI OSTRACISMO GENERALE - CONVERSAZIONI SUI “DIVERSI” Questo documento è stato realizzato per allargare la prospettiva delle persone oneste e sensibili per natura (in genere per persone come queste non è facile comprendere tempestivamente l'estensione dell'aggressività, dell'irrazionalità e dell'ignoranza altrui) e per dare informazioni utili alle vittime del bullismo, del comune mobbing o dell’ostracismo in rete di colleghi e “amici”, agli emarginati per motivi di reddito o provenienza e infine ai capri espiatori di familiari ostili. Il documento può essere utile anche a chi sta subendo boicottaggio vero e proprio e perfino a chi subisce forme di ostracismo più gravi, estese quindi a interi paesi o città e oltre. Scorretelo fino alla fine prima di giudicare, perché è un testo poco convenzionale, del quale alcuni paragrafi contengono ovvietà o sono comunque comprensibili a tutti e hanno risvolti pratici evidenti, altri invece possono essere compresi solo dopo una serie di letture. “L'elenco dei giusti, coloro che durante il nazismo rischiarono la vita per salvarne altre, è incredibilmente povero di primi della classe (…) La diversità è una risorsa, un'opportunità di crescita (…) Sono le nostre sconfitte, i nostri difetti, le nostre malattie che ci rendono forti e in grado di resistere.” (De Mari) "Aulo, ti stupisci che il nostro Fabullino si faccia ingannare così spesso? Un uomo onesto ha sempre molto da imparare" (Marziale) "Chi è incapace di commettere un grande delitto non ne sospetterà facilmente gli altri (...) Dovremmo meravigliarci soltanto di poterci ancora meravigliare" (La Rochefoucauld) "A spiegare perché il disonesto, e talora anche lo sciocco, riescano quasi sempre nella vita meglio dell’onesto e dell’intelligente, vale il fatto che il disonesto e lo sciocco trovano meno difficoltà a entrare in sintonia col mondo che, in prevalenza, è solo disonesto e stupido, a differenza dell’uomo onesto e accorto che, non potendo con identica velocità armonizzarsi con l’ambiente, perde tempo prezioso alla realizzazione della propria fortuna. Gli uni sono come i mercanti i quali, al corrente della lingua del paese, riescono a vendere e approvvigionarsi rapidamente, mentre altri sono costretti a imparare la lingua dei loro fornitori e clienti (…) Non riesco a concepire una saggezza priva di diffidenza. La Scrittura ha detto che “la paura del Signore è l’inizio della saggezza, ma io avrei detto “la paura degli uomini” (de Chamfort). Avete con la famiglia magari un rapporto solo genetico (…) Non è la vostra vera famiglia (…) Restiamo schiacciate quando la famiglia (…) insiste per farci piegare sui nostri difetti invece di percepire la crudeltà che ci turbina attorno, all’interno della psiche o fuori nella cultura (…) Cerchiamo di essere magari gentili quando invece dovremmo essere consapevoli (…) Ma il premio previsto per la gentilezza nell’oppressione è a volte un trattamento anche peggiore (…) Vassilissa, come noi, non può svilupparsi restando tra chi fa di lei il cavastivali di tutti (…) Donne cresciute senza una buona madre (…) spesso si lamentano: “Non ne posso più di badare a me stessa” (…) Ma ci troviamo espulse da un comodo angolino, (…) perché qualcosa ci attende al di là ed è il
  • 2. nostro fato (…) Se avete tentato di adattarvi a un certo stampo e non ci siete riuscite, probabilmente avete avuto fortuna (…) L’esiliata è allontanata da tutti e nel contempo è sospinta proprio nelle braccia della sua vera pelle (…) Non è mai un errore cercare ciò di cui si ha necessità. Mai. C’è qualcosa di utile in queste torsioni e tensioni: qualcosa si è temprato (…) Non è una situazione auspicabile, ma molti sono i doni dell’esilio (…) Rimuove i piagnucolii, consente un’acuta introspezione, intensifica l’intuito (…) concede (…) la prospettiva che l’insider non potrebbe mai ottenere (…) fa desiderare ardentemente (…) una cultura adatta e (…) induce la donna a continuare a cercare e, se non riesce a trovare la cultura che le incoraggia, decide di costruirsela da sé (…) Vi dicono che siete un’individualista, (…) che un anticonformista è veleno per la società. Ma nei secoli è stato dimostrato che (…) restare ai margini (…) è dare un contributo utile (…) Siate gentili, ma non ascoltate i consigli dei miopi (…) Le anatre sono anatre, e i cigni sono cigni (…) Se vi hanno dato dell’insolente, dell’incorreggibile (…) siete sulla buona strada (Pinkola Estes) UN ELENCO DI TESTI SUL TEMA DELL'OSTRACISMO VIOLENZA E GRUPPI: Leggete le pagine dettagliate di Wikipedia sulla psicologia sociale e fate particolare attenzione ai concetti di stereotipo, pregiudizio, teoria degli atteggiamenti, teoria dei gruppi sociali (ingroup/outgroup), modelli di leadership, teoria del conflitto e teoria dei giochi (da confrontare eventualmente con pagine online sul celebre film A beautiful mind). Leggete anche le pagine Wikipedia sulla psicologia del lavoro e delle organizzazioni e possibilmente approfondite online i concetti di ruolo, leadership, coping, job crafting e burnout o acquistate i testi consigliati per il corso universitario di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni come Introduzione alla psicologia delle organizzazioni (Chmiel-Fraccard-Sverke) e Fare squadra. Psicologia dei gruppi di lavoro (D. Malaguti) e al limite anche il testo universitario del corso di Psicologia sociale. Abbastanza noto è il saggio Groupthinking (I. L. Janis) sul deragliamento di un gruppo decisionale causato da autoreferenzialità, fino a conseguenze anche molto gravi. Psicologia della comunicazione (P. Di Giovanni) introduce anch’esso al cap. 6 l’argomento groupthinking e ai cap. 6 e 7 e in parte 1 discute i seguenti altri temi della psicologia sociale e lo fa in modo approfondito: script comunicativi, comunicazione nei gruppi, comunicazione dei leader (con poco realismo) e dei buoni conduttori di riunioni e gruppi di discussione, dinamiche tipiche di gruppo (collisioni, competizione tra fazioni, maggioranza e minoranza, emarginazione di membri), utopia della comunicazione, asimmetria individuo-gruppo, controllo passivo e attivo, ruolo di pensiero convergente e divergente, influenza normativa con acquiescenza o informativa con identificazione o interiorizzazione, polarizzazione, trattamento dei dissenzienti, PIP (primus inter pares-iperconformità), persuasione subliminale, regole della persuasione facenti appello alle norme sociali mediante varie tecniche (modi di sfruttare le emozioni positive o negative e la paura o al contrario la logica), tenendo conto di effetti tipici e di diverse reazioni (rimando al cenno a questo testo nel gruppo più sopra “Leggi della violenza nella quotidianità”). Forse è utile anche leggere Tecniche proibite di persuasione (S. Allen), che affronta in parte temi simili ma semplificando e selezionando.Sugli “eterodiretti” leggete le pagine relative (quelle su gruppi e individualità) di I persuasori occulti (V. Packard). Recentemente, in alcune riviste si è fatto uso dell'espressione "meccanismi di disimpegno morale" per indicare la base psicologica dei comportamenti immorali e per comprenderne la natura si devono tener presentii concetti di conformismo e capro espiatorio e raccogliere informazioni online almeno su errore fondamentale di attuazione di Ross, obbedienza all'autorità di Milgram, inibizione di gruppo ai comportamenti di Latané e principio del piacere di Freud. Riguardo ai gruppi cristiani (o religiosi in genere) o di qualunque altro tipo, tenete presente che quanto di peggio è stato scritto sui gruppi politici vale per qualsiasi altro gruppo e che una religione vale l’altra quando si forma un gruppo o un movimento e quando si apre una comunità (case ONLUS, scuole o luoghi di disintossicazione dalle droghe a gestione religiosa o di facciata religiosa, ecc.). Cercate online testimonianze su permanenze dolorose e molto dannose di adolescenti in gruppi di sedicenti cristiani e in scuole gestite da movimenti di facciata religiosa come quelle cielline. Per conoscere le dinamiche che si sviluppano nei gruppi fondati su una tradizione con dogmi precisi, leggete L’eredità cristiana (I. Silone) ed eventualmente la prima parte di Il rosso e il nero (Stendhal). Sul narcisismo di gruppo e sull’impossibilità di ogni onestà e vera comunicazione in gruppo leggete Uscita di sicurezza e L'eredità cristiana (I. Silone), Lo spirito di parte in L'influenza delle passioni sull'animo umano (Madame de Staël), Psicoanalisi dell’amore (E. Fromm), gli ultimi capitoli di Il dottor Zivago (B. Pasternak), Zibaldone (G. Leopardi), Il buon senso (D’Holbach) e Nirvana e Paradiso (P. Knitter su www.fonteavellana.it). Sulla grande aggressività su Facebook e altrove in rete leggete almeno Il mondo nuovo. Manuale di educazione civica digitale (A. B. Saladini). Sui leader di gruppi leggete lo sfogo di Virginia Woolf sugli psichiatri descritti come "convertitori" in La signora Dalloway e poi almeno, dall’opera di C. G. Jung, il tipo di pensiero estroverso (in Descrizione generale dei tipi) in Tipi psicologici, il capitolo 4b della prima parte di L’io e l’inconscio in Due testi di psicologia analitica, I rapporti della psichiatria con la cura d’anime e le pagine sui predicatori interiormente pagani di illuminazione cristiana di Psicologia e religione. Su megalomania e doveri “impersonali” con riferimento alla religione, leggete L’Anticristo (F. Nietzsche). Sulla pia fraus dei “sistematici” (ideologi o bisognosi di teorie, padroni e servi) leggete Il crepuscolo degli idoli ed eventualmente le pagine su questo tema sparso nel resto dell’opera di Nietzsche. Sulle relazioni impersonali e sulle espressioni di potenza e infallibilità di ogni comunità leggete Grazia in Gente di Dublino (J. Joyce) e Il castello (F: Kafka). Sulla generosità solo apparente leggete preferibilmente Dei doveri (Cicerone). Sulle confraternite leggete Trattato sulla tolleranza (Voltaire). Sul costringere se stessi e gli altri a “credere” leggete La cedola falsa (L. Tolstoj), L’uomo senza qualità (R. Musil), Cristiani: da martiri a persecutori (M. Firpo, su www.fonteavellana.it) e Avere o essere (E. Fromm). Sul fanatismo e sul conformismo leggete le pagine relative di Dizionario filosofico (Voltaire) e Il drago come realtà di S. De Mari, a cominciare dalla descrizione dell'esperimento di S: Milgram (capitolo finale) e del Malleus Maleficorum (capitolo sesto, da confrontare con Storia della colonna infame di A. Manzoni).. Potreste trovare utile anche leggere il breve ma efficace commento di Seneca su chi fa mercato di valori e verità (in Lettere a Lucilio Seneca li definisce “i peggiori nemici dell’umanità”. Il riso (H. Bergson) può forse essere considerato ben inserito in questo paragrafo. Rimando ai testi elencati nel paragrafo “Razzismo” più sopra. Può forse essere utile un testo universitario sulle relazioni diplomatiche e internazionali, da leggere con il dovuto senso critico. In Intrecci. Psicologia e sociologia per il 3° e 4° anno del liceo delle scienze umane si dedicano al tema della diversità vari brani sparsi e nei paragrafi 2.2 e 5.1 si introduce una serie di argomenti attinenti alla psicologia sociale, quali pregiudizi, stereotipi, tipi e dinamiche di gruppo come conflitti e ingroup/outgroup, del campo di Lewin, profezia che si autoavvera o effetto Pigmalione, apprendimento sociale o per imitazione; teoria della mente e ruolo della cultura, facendo riferimento anche a Bruner e Bandura e segnalando il testo L’importanza delle minoranze nelle decisioni di gruppo (Smith-Mackie). In Intrecci. Psicologia e sociologia per il 3° e 4° anno del liceo delle scienze umane si introducono altri argomenti
  • 3. pertinenti. Spesso nei forum online si contrappongono generici e grandi ideali umanitari a precise prese di posizione aggressive, ma sospetto che per trovare soluzioni appropriate si dovrebbe evitare accuratamente di prendere in considerazione ogni ideale e invece accettare il fatto che la nostra natura in genere fa sì che ciò che è possibile a volte nel rapportarsi al singolo individuo non lo è quando ci si relaziona a un gruppo o a una popolazione: con i diversi considerati nell’insieme la maggioranza di noi non si sente bene e non sa superare alcune reazioni inconsce non del tutto ragionevoli create dall’esperienza personale e da ciò che conosce della Storia. Inoltre, al contrario di quanto si blatera in TV e sulle riviste, il perdono spesso non è affatto possibile né in relazione alle masse né in rapporto agli individui e nemmeno può essere sempre definito rasserenante! È risaputo che un buon compromesso non soddisfa del tutto nessuno, ma sembra che non se ne tenga mai conto quando è il momento di fare per tempo delle rinunce per rafforzare i confini inevitabili creati dalla natura e dalla società, per quanto non altrimenti sanzionati. OSTRACISMO: Il riso (H. Bergson) o la sua presentazione su Wikipedia; il paragrafo Sorriso e riso nel cap. 5 di Psicologia della comunicazione (P. Di Giovanni); Stigma. L'identità negata (E. Goffman); il paragrafo 8.4 del capitolo 8 sulle tossicodipendenze in Politica dei servizi sociali (Ferrario); il capitolo 16 su ansia/fobia sociale in Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia (F. Celi); Un silenzio assordante (P. Romito); almeno i capitoli 1, 3, 6, 9 e 10 di Il drago come realtà (S. De Mari); i cap. 3 e 6 di Donne che corrono coi lupi (C. Pinkola Estes); Lo spirito di parte in L'influenza delle passioni sull'animo umano (Madame de Staël); Il mondo nuovo. Manuale di educazione civica digitale (A. B. Saladini); pagine online su mobbing e bullismo e il documento pertinente all'ostracismo tra quelli in coda; Wikipedia sulla psicologia sociale e sulla psicologia del lavoro (rimando al paragrafo precedente) e inoltre Mobbing. Quando il lavoro ci fa soffrire (D. Guglielmi) o Cattivi capi, cattivi colleghi (A. e R. Gilioli); forse anche i paragrafi 18.7 e 19.1 di un libro che apprezzo poco, Interviste e colloqui nelle organizzazioni (Castiello d’Antonio); un altro testo sul mobbing rintracciabile in biblioteca e forse un testo universitario sulla gestione della diversità sui luoghi di lavoro; in Intrecci. Psicologia e sociologia per il 3° e 4° anno del liceo delle scienze umane il paragrafo 5.2 si dedica ai temi dell'emarginazione parte dei paragrafi 2.2, 5.1 e 3.3 molti brani sparsi soprattutto nelle sezioni Intercultura e Noi cittadini ma anche Storia e Ribaltamente, si segnala L'importanza delle minoranze nelle decisioni di gruppo (Smith-Mackie), La vergogna (L. Anolli), Il senso d'inferiorità (A. Adler).// Il racconto Il bambino dal cuore gentile (N. Hawthorne); Il signore delle mosche (W. Golding); commenti online sul mobbing, l'emarginazione e l'educazione all'aggressività relativi ai film Hunger games (G. Ross) e Battle royale (K. Fukasaka) e a serie come Squid Games; Pel di carota (J. Renard); Rosso Malpelo (G. Verga); i primi otto capitoli di Jane Eyre (C. Brontë); il secondo e terzo libro di Millenium (S. Larsson), pur considerando che bisogna leggerlo senza illudersi (rimando a ciò che ho puntualizzato su questo libri nel paragrafo sulla violenza sulle donne); il capitolo su Carrie in On writing e possibilmente il romanzo stesso (S. King).// America e Il processo (F. Kafka); il racconto Il mantello in Racconti pietroburghesi (N. Gogol); i racconti 10, 11, 20 in Il crematorio di Vienna (G. Parise); il racconto Lo iettatore (L. Pirandello); il racconto di Tolstoj sul cantante girovago e mendicante in Inghilterra- info sul titolo sulla raccolta completa; Il sosia (F. Dostoevskij); Fantasticherie di un viaggiatore solitario (J.J. Rousseau); il passo del capitolo quindicesimo visionario e insieme profondamente realistico in cui Bloom è quasi linciato dalla gente del posto tra cui sono presenti avvocati che si esprimono come medici in Ulisse (J. Joyce); il capitolo sulla permanenza presso le acque termali in La pelle di zigrino (H. de Balzac); il capitolo sulla permanenza presso gli zingari in Orlando (V. Woolf); L’uomo invisibile (H. G. Wells); Peter Schlemihl (A. Von Chamisso); Frankenstein (M. Shelley); Il pazzo e la fanciulla e La saga di Gosta Berling (S. Lagerlof); Pollicino e Richetto dal ciuffo in Fiabe (C. Perrault); I cigni selvatici e Il brutto anatroccolo (C. Andersen), da confrontare magari con un vecchio film Disney (Dumbo) sull'esempio di S. De Mari; Il gufo (J. E W. Grimm); Il libro della giungla (R. Kipling), da confrontare con la poesia If dello stesso autore; la prima metà di Zanna Bianca (J. London); il dodicesimo capitolo di Il giro del modo in 80 giorni (J. Verne); La lettera scarlatta, nonostante il finale che può risultare facilmente ambiguo e essere frainteso fin tanto che non si legge l’introduzione, che ne ribalta in parte l’interpretazione letterale (N. Hawthorne); L’esclusa (L. Pirandello); il capitolo II, 6 di Fermo e Lucia, i riferimenti al concetto di “rete” di “predatori dell’uomo” e il decimo capitolo nell’edizione commentata per licei La Nuova Italia di I promessi sposi (A. Manzoni); le pagine sulla giovane protagonista di Il seme sotto la neve (I. Silone); Il segreto di Amelia, Il castigo di Amelia e Pellegrinaggi e istanze nel quindicesimo capitolo di Il castello (F. Kafka); il settantatreesimo capitolo e il settantesimo di Middlemarch e il racconto, fra i tre, sull’ostracismo della comunità verso il prete in Scene di vita ecclesiastica (G. Eliot); gli ultimi capitoli di Il mulino sulla Floss (G. Eliot); il capitolo LXIV e quello in cui si descrive la “caduta” del padre di Amelia in La fiera delle vanità (W. Thackeray); Lord Jim (J. Conrad); La figlia della terra e forse i due romanzi successivi della serie (J. M. Auel); il cap. 107 di Le stesse cose ritornano in L’uomo senza qualità (R. Musil) e dello stesso romanzo anche i paragrafi m e p sulla permanenza in caserma di Hans Sepp del settimo gruppo di capitoli del secondo volume degli abbozzi per i gruppi di capitoli III-VIII della fine degli anni '20 (mi riferisco all'edizione Einaudi 2014).// Libro IV, 59, 60, 67 e 68 in Annali (Tacito); i capitoli sull'ostracismo verso i "disertori" dell'ultima parte di Il Re Sole (L. de Saint Simon); il capitolo sugli effetti della scomunica da parte della Chiesa e inoltre La situazione della pianura padana nel sesto capitolo di Il fascismo di Silone (leggendo il sesto capitolo considerare non solo i rapporti del boicottaggio descritto con le leggi fasciste e con le discriminazioni all’origine dei provvedimenti nazisti, ma anche quelli con le forme violente di ostracismo attuali italiane basate sull’appoggio attivo di negozianti, commessi, baristi e impiegati dei trasporti e della sanità, spesso attivatisi dopo semplici parole d’ordine motivate da pregiudizi molto stupidi o falsità e comportanti vere e proprie torture psicologiche e fisiche provocanti la malattia, la povertà, la morte o l’internamento abusivo in manicomi del boicottato); Uscita di sicurezza (I. Silone); il capitolo relativo di Le intelligenze creative (H. Gardner) o altre fonti sull'ostracismo verso Einstein praticato, all'avvento del nazismo, dagli excolleghi dell'istituto di fisica di Berlino che aveva iniziato a dirigere dopo aver dimostrato la validità della teoria della relatività e quando era già noto e apprezzato in tutto il mondo; I sommersi e i salvati (P. Levi); Wikipedia sulla Guerra Fredda; Wikipedia sul genocidio degli Armeni e su altre vicende simili del secolo scorso. Dovete guardarvi da lei, dovete cercare di non assomigliarle; se è necessario evitate la sua compagnia, escludetela dai vostri giochi, tenetela fuori dalle vostre conversazioni. Voi insegnanti dovete sorvegliarla: tener d'occhio ogni sua mossa , soppesare le sue parole, valutare le sue azioni, punire il suo corpo (...) É quiper essere risanata come gli antichi ebrei mandavano i loro malati alle ribollenti acque di Bethesda; insegnati, direttrice, vi
  • 4. prego di non permettere che le acque ristagnino intorno a lei. (Bronte) L'ostracismo è un fenomeno tipicamente mafioso, come viene definito online e in alcuni libri – tra cui qualche racconto minore di Camilleri – ma non conosco libri validi che ne discutano sotto questo aspetto (la sua relazione stretta con la mafia è da mettere in rapporto col suo carattere barbaro). Peraltro l'ostracismo, ciclico o assoluto, compare in molte descrizioni delle società primitive. L'ostracismo generale è cosa assai seria, dato che oggi, come sempre, comporta impossibilità di lavorare e di avere le cure mediche ed enormi difficoltà di stringere amicizia, perciò, se sarete vittime di questa forma di ostracismo radicale, farete bene a prevedere molto per tempo anche la seguente serie di comportamenti da parte di conoscenti e soprattutto di estranei, tenendo conto che in tali situazioni capita di venire aggrediti molto spesso per i pretesti più diversi e anche per motivi del tutto opposti fra loro da persone diverse e a volte dallo stesso individuo (nel primo caso anche spontaneamente, nel secondo caso di solito per calcolo), perché il disprezzo generale non è che mera decisione e pertanto non ha bisogno di fondarsi e è privo di riferimenti, così si diventa l'equivalente di uno spazio vuoto dove tutti sono tentati - e molti convinti - a gettare sassi. Si dovrebbe ovviamente anche mettere in chiaro il rapporto tra spionaggio di ogni genere e pratica del boicottaggio e dell’ostracismo, sui quali tanto ogni scuola dovrebbe informare, rimandando agli storici e ai narratori che in ogni tempo ne hanno scritto: quando Saint-Simon descrive le iniziative più autoritarie del Il re Sole, si sofferma sulle leggi sulla leva e sulla carriera militare e così arriva presto a parlare anche dell'ostracismo organizzato per chi non obbediva, come ogni storico che descrive una dittatura finisce col fare e non c'è famiglia o paese piccolo abbastanza o città troppo vasta perché quattro imbecilli non possano riuscire a fare altrettanto e non si sentano in diritto di farlo quanto Luigi XIV. L'ostracismo è un fenomeno tipicamente mafioso, come viene definito online e in alcuni libri – tra cui qualche racconto minore di Camilleri – ma non conosco libri validi che ne discutano sotto questo aspetto (la sua relazione stretta con la mafia è da mettere in rapporto col suo carattere barbaro). Peraltro l'ostracismo, ciclico o assoluto, compare in molte descrizioni delle società primitive. LEGGI DELLA VIOLENZA NELLA QUOTIDIANITÀ: I 36 stratagemmi (a cura di M. Faccia); Favole (Esopo); Favole (Fedro); Psicoanalisi dell’amore di E. Fromm (nonostante l’improbabilità delle soluzioni governative prospettate e le false accuse a Jung); Un silenzio assordante (P. Romito); L'arte di vincere con espedienti discutibili, che però non credo sia stato tradotto in italiano (S: Potter); I persuasori occulti (V. Packard), che consiglio di confrontare con un vecchio breve romanzo come Le belle immagini di De Beauvoir e forse con Tecniche proibite di persuasione (S. Allen); eventualmente 34 stratagemmi per avere ragione (A. Schopenhauer). Una persona in difficoltà potrebbe, interpretando dal punto di vista del debole, gli stratagemmi del classico cinese, trarre da essi e dai commenti di M. Faccia almeno i consigli riportati qui, tenendo presente che Dei 34 stratagemmi di Schopenhauer alcuni richiamano i 36 del classico cinese in quanto spesso implicano la capacità di creare o sfruttare "vuoti": la difesa consiste nel cercare i limiti dell'avversario, cioè i punti deboli delle sue relazioni, le sue imprecisazioni o generalizzazioni, gli aspetti di ciò che afferma che sono sì validi ma privi del consenso dei più per ignoranza diffusa, ecc. Può essere utile riflettere sul “dilemma del prigioniero” (rimando a Wikipedia) e sul saggio di Del Ponte su Moral Tribes, un testo riecheggiato da Uccideresti l’uomo grasso? Il dilemma etico del male minore (D. Edmonds); forse La scienza del male. L'empatia e le origini della crudeltà (Baron-Cohen) che però non conosco. LEGGI DELLA VIOLENZA IN AMBITO POLITICO E IN GUERRA: Saggio sulla violenza (W. Sofsky); I 36 stratagemmi (a cura di M. Faccia); Il Principe (N. Machiavelli); La scuola dei dittatori e Uscita di sicurezza (I. Silone), da confrontare con il capitolo su socialismo e comunismo di Doveri (G. Mazzini); I sommersi e i salvati (P.Levi); La fattoria degli animali e 1984 (G. Orwell), da confrontare con libri e fonti online sulla dittatura comunista russa e con Il potere psichiatrico (approfondite anche a livello etico le implicazioni del meccanismo panottico e della guerra fatta alla malattia – in realtà al malato) e Sorvegliare e punire (M. Foucault); forse La scienza del male. L'empatia e le origini della crudeltà (Baron-Cohen) che però non conosco; gli ultimi capitoli di I persuasori occulti (V. Packard); almeno l'ultimo capitolo di Il drago come realtà (S. De Mari). Forse possono essere utili i testi della Catellani sulla psicologia politica e della politica. I trattati militari celebri antichi di Sun Tzu, F. V. Renato e M. Musashi sono letti ancora oggi non solo dai militari e ciò a causa dell'importanza che alcuni loro princìpi teorici rivestono per chi si occupa di politica, economia o psicologia, ma ovviamente non sono istruttivi come lo furono in tempi in cui venivano impiegate in guerra classi sociali e tecnologie diverse (consiglio una ricerca su Wikipedia). Di Della guerra di Clausewitz si può dire quasi altrettanto, dato che la rivoluzione francese di fine '700 portò, attraverso Napoleone, alle strategie militari (sul tramonto delle vecchie regole volte a risparmiare vite potreste considerare Wikipedia e le pagine del classico di Chateaubriand). Rimando a Internet anche per informazioni precise su ciò che significò l'avvento della guerra di trincea con la prima guerra mondiale in seguito all'invenzione di carri armati e mitragliatrici, sui successivi cambiamenti causati dall'evoluzione tecnologica e sui titoli di buoni trattati recenti. I fatti non contano se le parole sono usate abilmente per nasconderli e ciò deve indurre a temere, oltre alle mistificazioni illusorie, anche le definizioni troppo negative: una dittatura della maggioranza (o di certi gruppi più forti e attivi suoi padroni per la sua indifferenza, pigrizia o indotta disperazione) niente ha a che vedere con una democrazia (un regime invece attento alle esigenze delle minoranze), ma un governo che elabora e mette in atto spesso leggi che calpestano i bisogni sociali e procedimenti a favore dei criminali e quindi tipicamente dittatoriali, come quello italiano, se viene spesso definito – a torto – una dittatura vera e propria potrebbe essere trasformato in essa (in passato in alcuni Paesi alcuni gruppi sediziosi hanno sfruttato proprio questo per crearla). Se denunciare in Italia e spesso anche altrove si rivela impossibile e inutile, non si può avere fiducia nemmeno negli altri sbandierati metodi per difendersi. Occupazioni delle scuole, scioperi eccessivi, manifestazioni e altre iniziative che non danneggiano solo le persone cui sono rivolte si rivelano inefficaci o anche deleterie in prospettiva ed è accaduto troppo spesso perché non si tenga maggiormente conto di questi fallimenti e dell'esistenza di alternative. RAZZISMO: Un link web utile può essere forse Manifesto degli scienziati antirazzisti. In Intrecci. Psicologia e sociologia per il 3° e 4° anno del liceo delle scienze umane ci sono molti brani sui temi razzismo, diversità, inclusione e in particolare nelle sezioni Intercultura, Noi cittadini e Ribaltamente, mentre in quella Storia si citano test d'intelligenza per immigrati, con riferimento al caso
  • 5. dei test non transculturali, irragionevolmente somministrati a Ellis Island (New York) agli immigrati, test che divisero diverse famiglie e diedero risultati assurdi. Considerate anche ciò che segue: notizie sulle torture in uso nelle colonie americane ed europee nell’autobiografia di Simone de Beauvoir, in Bel ami di Maupassant e in altri scrittori noti oltre che su Wikipedia; Il buio oltre la siepe (H. Lee); La storia di kitosh e I buoi in La mia Africa (K.Blixen); Cuore di tenebra (J .Conrad); Nei mari del Sud (L. Stevenson); Racconti africani (D. Lessing); I sommersi e i salvati (P. Levi). Per riflettere sul razzismo e sugli scontri, sugli atti terroristici, sulle guerre e sulle problematiche morali che ne derivano il mezzo migliore è fare buon uso di Internet, magari cominciando dalla consultazione degli articoli di Del Ponte su Tribù morali (J. Greene) e su Giustizia (M. Sandel). Leggete i paragrafi relativi delle pagine Wikipedia sulla psicologia sociale. Forse possono essere utili i paragrafi 5.3 e 5.4 di Il colloquio nell'assistenza sociale (Allegri-Palmieri-Zucca) e informazioni online su CAS, SPRAR e Commissione territoriale. COMPORTAMENTI DA PREVEDERE IN CASO DI OSTRACISMO GENERALE IN CASO DI OSTRACISMO GENERALE gli abusi nei negozi, per strada, in casa, in ospedale, presso i Carabinieri, ecc., descritti in http://www.slideshare.com/piccola-guida-per-difendersi-dagli-altri potranno accadervi tutti se non gestirete la situazione in modo opportuno e tempestivo. Inoltre possono verificarsi abusi fastidiosi nei luoghi più difficilmente evitabili nei luoghi più difficilmente evitabili come ad esempio IN COMUNE, quali velate scortesie o marcata freddezza al rinnovo dei documenti, o NELLE BIBLIOTECHE, i cui impiegati, oltre che a commenti non richiesti sui libri scelti, possono arrivare a ignorare ogni regolamento fino a presentarsi a casa delle vittime per un lieve ritardo nella restituzione di un libro o negare l’avvenuta riconsegna nel tentativo di farle pagare il libro o addirittura una consistente multa e di rifiutare altri prestiti. L'ostracismo generale è cosa assai seria, dato che oggi, come sempre, comporta impossibilità di lavorare e di avere le cure mediche ed enormi difficoltà di stringere amicizia, perciò, se sarete vittime di questa forma di ostracismo radicale, farete bene a prevedere molto per tempo anche la seguente serie di comportamenti da parte di conoscenti e soprattutto di estranei, tenendo conto che in tali situazioni capita di venire aggrediti molto spesso per i pretesti più diversi e anche per motivi del tutto opposti fra loro da persone diverse e a volte dallo stesso individuo (nel primo caso anche spontaneamente, nel secondo caso di solito per calcolo), perché il disprezzo generale non è che mera decisione e pertanto non ha bisogno di fondarsi e è privo di riferimenti, così si diventa l'equivalente di uno spazio vuoto dove tutti sono tentati - e molti convinti - a gettare sassi: un esempio di quel che può accadere è che si venga considerati intolleranti della libertà e della privacy altrui da chi usa la propria libertà per privare altri della propria con la reclusione immotivata e la tortura fisica e psicologica; un esempio ancora più tipico è che si venga da molti considerati pretenziosi e maniaci dell'estetica a causa della necessità obiettiva di uniformare il proprio aspetto alle convenzioni dei più per sentirsi più a proprio agio tra le critiche generali che ovviamente si appuntano prima di tutto sempre sulle debolezze più appariscenti come capelli e abiti inadeguati, dettagli che in questi casi si è allora portati a osservare negli altri e che non si potrà imitare né in fretta né con discrezione proprio perché si sarà stanchi ed esasperati dal doverlo fare senza reale interesse per l'esteriorità o mentre si è confusi dall'insostenibile situazione (infatti davvero in situazioni così traumatiche la cura dell'aspetto spesso peggiora come conseguenza del peggioramento del rapporto con le emozioni, con l'inconscio e quindi con il corpo: si tenderà a trascurare alcune delle norme igieniche e e a tingere o tagliare i capelli senza criterio e, se già precedentemente non ci si era vestiti con cura, si tenderà in primo tempo a vestire molto male oppure, se si è donne, si indosseranno a volte abiti troppo provocanti o volgari per reazione istintiva all'insicurezza divenuta estrema, e, se si è uomini, si vestirà in modo poco adatto all'età e con quei colori vivaci da cui l'inconscio viene più attratto, e tutto ciò quando a entrambi i sessi non accada invece di cominciare improvvisamente a vestire in modo davvero infantile per una automatica regressione della libido di fronte agli ostacoli insormontabili; in ogni caso, dato che la pressione psicologica sarà portata fin dentro casa dai vicini di appartamento, la sofferenza indebolirà al punto che verranno in mente riguardo all'aspetto, all'arredamento e alla gestione della casa, come riguardo ad alcuni problemi di salute, idee stupide o confuse che non si aveva mai avuto e si sarà vittime per un po' di una certa confusione, che i consigli malevoli finiranno con l’aumentare); altre cose che si prestano ad essere fraintese in modo simile sono l'impulso a parlare spesso e senza veli di sé, di quanto si sta vivendo e di problemi sociali comuni e quello a migliorare se stessi e chi si ama, impulsi naturali e ovviamente particolarmente forti in coloro nei quali l'altrui repressione ha acuito il bisogno di autoaffermazione; è poi frequente che si venga giudicati da alcuni a caccia di compassione e da altri invece disperati di ottenerla da chiunque per atteggiamento "negativo" o noncuranti di ricevere essa come ogni approvazione a causa di un'indifferenza innata per le opinioni della maggioranza; c'è poi chi accuserà l'altruismo, la sensibilità e il senso di giustizia come qualità ridicole e infantili e chi, con reale o simulato disprezzo, presumerà indifferenza per ogni sfortuna, sofferenza ed esigenza altrui, un'indifferenza che verrà attribuita "a caso" o per via del modo di esprimersi "diverso" tipico di molte persone deboli o eccentriche (non sarà ben interpretato né il fissare per un minuto una persona in difficoltà né il mantenere un contegno distaccato...); non solo avranno serie conseguenze sulle reazioni della gente tutte le appariscenti difficoltà nell’esprimere le emozioni e in particolare quelle nel manifestare dolore e tristezza, ma qualunque sia il modo in cui la sofferenza sarà comunicata la gente reagirà in fondo allo stesso modo, dato che se a volte di fronte ad altri non riuscirete a trattenere il pianto la gente dirà che siete dei bravissimi attori o dei pazzi e se piangerete troppo a lungo in casa diranno che siete eccessivi e capricciosi come bambini o che non avete riguardo per chi deve sorbirsi in qualche modo la cosa, e ciò mentre al contrario saltuari pianti isterici nei violenti e nei criminali, di cui siete stati o siete la vittima, verranno subito e per sempre considerati espressione di sofferenza profonda per tutto il caos che voi avete provocato da sempre o per il grave disordine che voi rappresentate in quanto voi stessi (in particolare si dirà che siete falsi o pazzi tanto più se non saprete esprimere la vostra tristezza con precise e pacate parole o se manifesterete il dolore con sbalzi d’umore, cioè alternando momenti di grande abbattimento morale e fisico ad altri in cui canterete e riderete per timore istintivo di sprofondare in depressione o magari in conseguenza degli abusi dei familiari, dato che chi è stato maltrattato durante la crescita è stato presto anche abituato a venire a ogni espressione di dolore ignorato o umiliato e condotto inconsciamente a nascondere istintivamente le emozioni negative e a esprimerle attraverso l'attività); se poi reagirete con forza e maturità la gente dirà che non state soffrendo affatto né avete mai realmente sofferto e che non c’è quindi motivo di credere che abbiate alle spalle realmente una lunga serie di abusi, malattie, problemi, ecc; ogni vostro gesto di esasperazione (innocuo oppure sbagliato quanto mai compiuto prima che i traumi recenti vi ci conducessero) e ogni vostra legittima difesa (dal continuo spiare e importunare dei condòmini, dagli attacchi dei passanti per strada o nei negozi, alle Poste, nelle biblioteche, in Comune, nei bar impossibili da evitare e soprattutto nei mezzi di trasporto pubblici e inoltre dalla negligenza e dagli altri abusi per quanto gravi di medici, potenziali datori di lavoro, personale di agenzie di lavoro interinale, ecc.) scatenerà
  • 6. reazioni molto aggressive quasi generali, non limitate solo a coloro dai quali vi siete difesi; se sentirete il bisogno di evadere un giorno o più, come moltissime persone fanno ubriacandosi a volte nei pub o sfruttando il fatto di essere in case private tra amici, non potrete e ogni vostro atto e parola ridicolizzabile o sfruttabile per diffamarvi verrà usato; se vi siete sposati con l'unica persona che vi ha aiutato a sopravvivere e siete donne si dirà che siete puttane e parassite e lo si farebbe anche qualora con il partner non aveste rapporti sessuali, non riceveste da lui informazioni e molto denaro e aveste con lui anzi un rapporto di aiuto reciproco (ciò almeno o soprattutto se non potete lavorare a causa dell'ostracismo stesso, di malattie cronicizzatesi o che non potete curare); se non fate sesso e il vostro partner ha bisogno piuttosto del vostro consiglio e del vostro affetto si userà ciò per dipingere o voi come nevrotiche affette da vaginismo o il vostro matrimonio come il gioco di due bambinoni tardi (quasi certamente saranno dette entrambe le cose in periodi diversi dalle stesse persone o da persone diverse nello stesso periodo). Se sarete vittime di ostracismo generale, potete dare quasi per scontato che i genitori del vostro fidanzato/a o coniuge tenteranno di farvi separare, il che sarà facile e potrà avvenire senza spesa e senza che la legge ostacoli la cosa in alcun modo anche se vi siete sposati, dato che probabilmente sarete privi di famiglia, amici e lavoro e allora al partner che lo volesse basterebbe farvi internare in manicomio con un pretesto qualunque (le vostre affermazioni sulle violenze subite e non documentate; i sintomi derivanti da costituzione o di malattie organiche o funzionali simili a manifestazioni nevrotiche che vi impediscono di lavorare; la rabbia, il dolore profondi e spesso fasi di reazioni violente in casa, cioè le note conseguenze inevitabili di gravi abusi e violenze che possono essere interpretate come espressioni di una malattia mentale ogni volta che ciò convenga, ecc.) e anzi questo è ed è sempre stato il mezzo per divorziare più spiccio e più economico. Infine ovviamente dovete prevedere che ogni qualità di una vittima di ostracismo (generale o ristretto a un certo ambiente) verrà sempre negata o trasformata in difetto: chi ha letto fin dall'adolescenza e legge ancora molti classici di storia, letteratura e psicologia verrà identificato con quegli individui negli artigli della psichatria, che, non avendo nulla da fare ed essendo privi di basi culturali, riempiono il tempo leggendo a caso anche un libro al giorno; chi per sbloccare l'emotività scrive in privato scempiaggini in un periodo di forte stress verrà giudicato solo da esse quanto a capacità, e ciò anche se contemporaneamente ha dato prova di capacità ben diverse in esami universitari, discussioni, ecc.; chi parla con amarezza in casa propria delle leggi del governo che gli hanno rovinato la vita verrà paragonato a quei pazzi che per strada parlano, da soli o a pochi, un po' a caso di quanto è cattivo il governo e di ciò che tutti dovrebbero fare; chi impiega tempo per scrivere una serie di scritti molto lunghi, originali e complessi e li completa e riordina solo dopo varie versioni piene di errori, con alcune parti mal scritte e nell'insieme dalla forma poco chiara e poco piacevole a vedersi (a causa della mole del lavoro, della necessità di usare il PC tra vari ostacoli, del loro carattere “nuovo” e privo di riferimenti, delle grandi conoscenze necessarie e della quantità di emozioni e ricordi dolorosi da mobilitare) verrà giudicato da ciascuna di quelle brutte copie, e ciò anche qualora i risultati finali dovessero essere eccellenti. Tenete presente che chi diffama qualcuno gravemente e riesce a scatenargli contro l'ostracismo generale mira sempre – subito o nel tempo – a privarlo della possibilità di lavorare e ciò sia per costringerlo a svolgere lavori che molti considerano umilianti e adatti solo a incapaci - come pulizie di bagni, ospedali, ecc. - o che lo caricano di odori - come aiuto cuoco e simili - (per danneggiarne l'immagine e farlo soffrire si preferirà ovviamente che ottenga tali lavori da psichiatri, che infatti “elargiscono” soprattutto proprio tali mansioni alle proprie vittime), sia per controllarlo mettendolo nell'impossibilità di risparmiare denaro e dimostrare le proprie doti, sia per spingerlo al suicidio che spesso consegue alla povertà, sia per usare il fatto che non lavora per ispirare invidia di lui in chi non stravede per il proprio lavoro o per dipingerlo come un ladro o un parassita, sia come spiegazione dell'ostracismo in atto falsa quanto più adatta ad essere espressa platealmente e con tutti della vera ragione (è nell'interesse di persone dotate di potere quali possono essere dei medici, degli insegnanti o perfino dei semplici negozianti agiati, i ciellini e gli altri esponenti di gruppi simili, ecc.). Una delle conseguenze più gravi dell'ostracismo generale è che se ne sarete vittima non avrete le cure mediche, specialmente se non vi difenderete prontamente con molta informazione, filmati e avvocati: dei medici, sfruttando la vostra ignoranza e il fatto che la legge non li obbliga a documentare nulla di quanto affermano, non vorranno diagnosticare le vostre malattie e quindi pur sospettandole non vi prescriveranno esami indispensabili, non vi indicheranno lo specialista da contattare o non le dedurranno da esami di controllo che pure le attestano chiaramente e, se esse verranno comunque diagnosticate attraverso esami fatti di vostra iniziativa e non contraffatti, non vorranno spiegarvene i sintomi e curarle con i farmaci necessari; se un medico farà qualcosa di davvero grave per errore o volutamente, i suoi colleghi lo sosterranno con ogni mezzo approfittando del loro potere e della grande debolezza creata in qualsiasi vittima di ostracismo, arrivando a falsificare almeno alcuni esami del sangue e urinocolture, a non eseguire con cura ecografie e altri test o a non chiarirne tutti i risultati, a darvi farmaci molto dannosi ripetutamente a mano, a dirvi di prendere dei farmaci per più giorni di quanto è permesso, di farvi consegnare dalla farmacia farmaci inadatti e pericolosi per voi prima senza ricetta per un loro contrattempo o infine anche motivando la prescrizione sulla base di esami falsati o su nulla (magari parlandovi di malattie rare che non risultano dai test comuni).. Un aspetto particolare dell'ostracismo si comprende osservando quanto accadeva soprattutto quando non esistevano i negozi online: un certo negoziante e dei suoi clienti potevano essere offensivi solo per un disprezzo basato sull'aspetto fisico o su pettegolezzi oppure per fredda solidarietà interessata o timorosa a una persona importante (ad esempio, un medico o un banchiere che teme una giusta denuncia o che reagisce arbitrariamente a considerazioni ignoranti o interessi) e una reazione tipica della gente in questi casi è l'evitare i negozi frequentati dalla vittima o quelli di cui essa parla bene e male, in casa e fuori, con lo scopo è di crearle dei nemici tra i negozianti, colpiti nelle vendite, e tra certi loro clienti abituali; la gente in tali situazioni manipola qualsiasi giudizio espresso dalla vittima anche a casa propria e a voce bassa, sporcando ogni cosa per estendere l'ostilità, e crede o non crede (o afferma di credere o meno, il che è lo stesso) alla veridicità dei fatti da essa riportati a seconda dell'interesse individuale, delle parole d'ordine lanciate di volta in volta a tutti e anche della fase dell'ostracismo, arrivando a contraddirsi e cambiare più volte interpretazioni e versioni con totale disprezzo per ciò che è razionale, ragionevole e onesto. Quando insomma date per certo che, una volta dato il via all'ostracismo generale, tutti tutto potranno dire e fare purché possano sentirsi del tutto liberi da qualunque dovere, che si tratti di quello di rinunciare a sognare che “la vita è bella”, di quello di fornire qualche aiuto o semplicemente di quello di rinunciare al piacere di “dire e pensare tutto il peggio possibile della vittima” (per citare un noto romanzo dell’800 che trattò anche il tema dell’ostracismo) o di sfogare istinti violenti senza conseguenze. Non so come l’ostracismo si possa combattere con mezzi diversi dall’autonomia ottenibile con l’informazione raccolta attraverso internet, saggi utili e altri beni essenziali acquistati online, la possibilità di far prendere in prestito dei libri da altri in biblioteca, il sostegno economico di un partner o di un familiare che non sia tale solo per convenzione o dal punto di vista biologico, almeno un’amicizia profonda e salda, la possibilità del contatto non troppo raro con la natura in luoghi poco affollati e la compagnia piacevoli buone letture, oltre che del meglio di internet visitato senza partecipazione. VIOLENZA E LAVORO
  • 7. Non voglio ripetere ciò che tante riviste di recente hanno pubblicato sui bulli e sulle bulle in rete, ovvero su coloro che negli spazi online praticano l'ostracismo di un collega per i motivi più futili in tempi brevissimi, perchè articoli simili ne trovate anche in altre pagine online. Tenendo conto del messaggio allarmante di libri come Il costo umano della flessibilità di Gallino (libro vecchio di qualche anno ma ancora valido e comunque utile come punto di partenza per altre letture sul mondo attuale del lavoro) e altri libri simili, non è un filantropo chi consiglia scuole superiori di più di tre anni e che non preparino a un lavoro preciso da poter iniziare a svolgere prima dei 18 anni a chi non ha la certezza o almeno ottime possibilità di arrivare alle mansioni più qualificate e pagate grazie al sostegno di entrambi i genitori, alla salute, all'aspetto fisico e al carattere estroverso e poco sensibile o ai nervi saldi (tutto ciò infatti vale ben più delle capacità intellettuali e della disponibilità all'impegno)...E in molti casi anche questo può essere un rischio e può essere preferibile consigliare scuole serali eventualmente successive e di abbreviare il percorso scolastico con quei corsi appositi che permettono di fare l'esame da privatista (al di là dell'utilità di iniziare presto a svolgere un lavoro che piace e al di là dell'opportunità di avere dei risparmi personali, c'è chi ha bisogno di intraprendere studi impegnativi in certi ambienti e di rassegnarsi a stare a contatto con compagni di classe e insegnanti solo dopo aver avuto il tempo e la possibilità di adeguare a certe regole non scritte aspetto e comportamento e inoltre di maturare e stabilizzarsi sia attraverso lavori part-time ripetitivi e implicanti molti meno contatti diretti con altri sia attraverso numerose ricerche online e letture in biblioteca). Non è un filantropo chi consiglia indiscriminatamente di iscriversi a scuole superiori di quattro o cinque anni o all'università, non è tale almeno considerando l'imprevedibilità della salute personale e delle risorse economiche familiari, il cambiamento enorme dei programmi di alcuni licei in terza classe, le leggi sulla responsabilità genitoriale sui figli maggiorenni, il precariato, l'immigrazione, la rapidità dell'evoluzione di tecnologia e mode e la pretesa di molti titolari di cambiare di continuo dipendenti e di assumerli solo sotto i 30 o 35 anni (tanto che essere costretti dalle necessità economiche a suicidarsi a 40 anni, se non prima, è sempre più frequente).Rassegnatevi prontamente infatti al fatto che anche la scelta del lavoro non deve dipendere né dal caso (quel che si legge sfogliando qua e là gli annunci sui giornali e online) né da interessi, da capacità che si presume di acquisire grazie al miglioramento della situazione apportato dal lavoro o delle quali si sa di disporre solo in condizioni molto favorevoli e nemmeno dal desiderio di migliorare la propria reistenza psicologica e in genere le proprie capacità e conoscenze. Dovete sapere accettare che la scelta del lavoro deve dipendere solo dalle proprie presenti condizioni fisiche, familiari e sociali e dallo stato attuale oltre che passato dei nervi, dal livello di manualità e da quello della memoria di tipo meccanico (quella per i regolamenti, gli impegni quotidini, i numeri e le istruzioni date a voce...dato che a nulla serve nel mondo del lavoro il tipo di memoria che funziona bene solo con i concetti a fare da collante e da catalizzatori dell'interesse) e di memoria visiva, dal tipo di senso dell'orientamento, dalla capcità di iniziativa e di lavorare in gruppo, dalla voglia e possibilità di piacere ai colleghi,ecc. Non dovete mai nemmeno proporvi ai colloqui per lavori a contatto diretto col pubblico dove non si possa usare una sorta di divisa (polo o t-shirt che sia) se non avete un guardaroba curato, vario e vasto. Evitate del tutto di presentarvi a colloqui per posti di lavoro simili se siete sensibili, emotivi, imbranati o comunque abituati ad un ritmo lento, con poca manualità e scarsa memoria per elenchi di nomi e istruzioni non legate da concetti oppure se siete stati diffamati (vi verrebbe di fare delle prove “in nero” e verreste pagati dal titolare meno del concordato o non verreste pagati del tutto e si organizzerebbero incontri di clienti per ridicolizzarvi, insultarvi e diffamarvi presso il titolare e altri clienti e ciò anche in vostra presenza...credetemi). Vorrei invitare a leggere libri onesti sul precariato come in Italia è Il costo umano della flessibilità (Gallino) e ricordare testi del passato indimenticabili come De rerum novarum di Leone XIII e alcuni libri intelligenti di Marx poco attinenti col marxismo (proprio per questo lucidi e ancora attuali) o almeno le citazioni tratte da essi contenute in Avere o essere da E. Fromm; pagine dal citato libro di Gallino, da Il taccuino d'oro di Doris Lessing e da qualche pagina online sulle politiche aziendali e governative del passato che dimostrarono sensibilità verso i dipendenti e verso le persone più bisognose della beneficenza; riassunto del contenuto dei film del regista K. Loach che trattano delle leggi attuali che regolano il mondo del lavoro, Tutta la vita davanti (Virzì) e Mi piace lavorare. Mobbing ( Comencini) ; Peter e Wendy (Giacobbi) sui problemi che precariato e lunghezza eccessiva dei percorsi di studio causano attualmente in particolare ai giovani di età compresa tra i 20 e i 30 anni (è un testo che apprezzo, ma critico le sue convinzioni su perdono e aver figli). Fate attenzione alle assurdità online sul presunto rapporto tra il rifiuto dei lavori a contatto con il pubblico e l'essere affetti dal fantomatico disturbo di personalità dell'evitante. I nformatevi online e con altri mezzi prudenti sul lavoro e sulle condizioni di vita di coloro che vivono negli appartamenti dell'Ulss (in particolare dei giovani fra loro). Potete consultare i paragrafi 1.2 , 1.3 e 2.12 e il capitolo della seconda parte e i paragrafi da 1.2 a 1.5 della terza parte di Concorso DSGA. Manuale completo per tutte le prove 2018 (P. Boccia) oppure un manuale universitario di Diritto del lavoro. Consiglio Si può fare (M. Yunus) e Giustizia. Il nostro bene comune (M. Sandel) con il commento online di A. Del Ponte. Forse può essere utile acquistare online i testi universitari di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni o leggere delle pagine online su questo argomento e inoltre sulla psicologia sociale (rimando al paragrafo Violenza e gruppi più su) e leggere libri universitari sulla gestione della diversità sui luoghi di lavoro e sul mobbing (qualcosa su questi argomenti si può trovare in biblioteca, ma ci sono altri testi simili anche nei programmi della facoltà di Psicologia per l'indirizzo e la specialistica per diventare recruiter o comunque impiegarsi nelle aziende). Può essere utile appropriarsi delle nozioni principali dei testi in programma nei corsi di Formazione permanente e degli adulti, di Selezione del personale/Gestione delle risorse umane e di Progettazione professionale e career counseling di Psicologia sociale, del lavoro e delle organizzazioni. Basarsi sui test di personalità e delle organizzazioni invece può essere a volte dannoso, perché nessun testing è valido per tutti e in ogni situazione. VIOLENZA E SCUOLA Vi consiglio di raccogliere una serie di testimonianze su chi, pur non essendo ciellino, ha frequentato per uno o più anni una scuola privata di CL e su chi ha cambiato scuola superiore in seconda o terza classe o ha lasciato una facoltà universitaria dopo aver sostenuto alcuni esami. Vi consiglio di informarvi bene sulle scuole professionali di al massimo tre anni (forse ottico, segretaria d'azienda, odontotecnico, scuola alberghiera con tre più due a indirizzo amministrativo o di altro tipo, ecc.: informatevi meglio) e soprattutto sui corsi serali e su quelli che consentono, preparando a un esame apposito da sostenere da privatista, di ridurre gli anni di frequenza delle scuole serali dedicate a ragazzi e adulti che hanno interrotto gli studi e portano a conseguire diplomi di scuole che preparino a un lavoro abbastanza preciso. Le scuola professionali sono utili anche a chi ha già scelto un lavoro che non richiede di studiare (l'artigiano, il parrucchiere, ecc.) e sono da consigliare anche a chi è "diverso" dalla maggioranza per i più svariati motivi e non può contare sulla famiglia per avere le informazioni e il sostegno necessari al proprio benessere fisico e psicologico: se alle scuole medie si è stati emarginati e in famiglia si è sempre stati maltrattati è meglio tentare di frequentare una scuola triennale, cioè di un solo anno oltre a quelli oggi obbligatori. Ed è consigliabile non limitarsi a studiare, ma fare durante l'estate e qualche pomeriggio della settimana alcune esperienze lavorative prudentemente prive di contatto diretto con il pubblico (in modo da
  • 8. affrontare lo studio senza rischiare di prenderlo troppo o troppo poco sul serio) e da avere maggiore probabilità di trovare una soluzione o saper abbandonare tempestivamente se la situazione nella classe della scuola serale si rivelasse insopportabile o troppo rischiosa) e dopo aver letto quanto è più adatto a rafforzare se stessi (i romanzi di formazione e i saggi di psicologia e di storia reperibili in biblioteca ed eventualmente le pagine online sulla dieta sana, sulle malattie più comuni, sull'arredamento, sugli affitti, sul lavoro, sulle leggi sugli abusi dei genitori e sul modo migliore di documentarli in modo da difendersene o da preparare in segreto la difesa prima della maggiore età quando i rischi possono essere maggiori), perchè bisogna aver chiaro che si perde moltissimo tempo, molta energia e si può perdere la salute per sempre con le letture e i compiti che costituiscono i programmi dei licei e di altre scuole superiori (assolutamente essi non preparano alla vita); in ogni caso dopo le scuole dell'obbligo un ragazzo dovrebbe scegliere di fare le superiori di più di tre anni solo se si è nutrito con un'alimentazione sana fino ad allora e gode di buona salute, se è certo di cosa entrambi i genitori vogliono in realtà (al di là delle menzogne che spesso si dicono per dare una certa immagine ai vicini o ai clienti), se ha già compreso qual'è il metodo di studio più adatto a sè (chi ha un cervello con il centro cerebrale a destra o ha forme note o poco note di dislessia ha necessità particolari) e soprattutto se ha ormai valutato bene le proprie capacità di autocontrollo, appreso le abitudini essenziali per avere sempre un aspetto fisico abbastanza curato e dotato l'armadio di abiti adatti (ciò per evitare problemi con compagni di classe e insegnanti, che, oltre a essere rogne inutili - dato che non si viene nemmeno pagati per sopportarle -, sono in genere anche più grandi e difficili da gestire di quelli che possono sorgere svolgendo dei lavori ripetitivi e privi sia di contatto diretto col pubblico sia di contatto frequente con colleghi e titolari). Lavorare fa maturare e radica nella realtà più che la scuola e di radici soprattutto si ha bisogno prima della maggiore età! Infine si consideri l'aggressività dei molti lavoratori convinti che il liceo fatto seriamente non sia che una sorta di hobby rispetto a qualsiasi lavoro e inoltre l'invidia piena di astio pericoloso di coloro che, non diplomati o con diverso diploma, invidiano i liceali e accumulano rancore particolarmente nei confronti di quegli studenti e soprattutto di quelle studentesse che non è raro sentir parlare a sproposito o nelle quali non si vedono pronte reazioni e risposte (all'amore per lo studio a volte si accompagna una sensibilità eccessiva innata e immodificabile, che predispone a nevrosi ed è causa frequente dell'insorgere, in alcune situazioni, di una sorta di angoscia inspiegabile e di una sorta di paralisi con sintomi in parte simili a quelli degli attacchi di panico), perché moltissimi scambiano per intelligenza il fatto di essere meglio adattati, inseriti, forti e fortunati (quanto a famiglia, costituzione e salute fisica). E non dimenticate quegli uomini semianalfabeti che odiano le donne che leggono (non di rado padri di donne che per natura hanno bisogno di studiare). Riguardo al bullismo, vorrei far riflettere su come a scuola non viene mai inquadrata l’aggressività crudele con cui psicologi e psichiatri e, grazie soprattutto alla loro connivenza, moltissime persone in ogni ambiente trattano bambine e ragazze che appaiano loro incapaci di gestire la propria emotività e si finge di ignorare le nozioni particolareggiate al riguardo dovute all’esperienza e allo studio della storia e dei miti e divulgate da libri specializzati e onesti. Viene da chiedersi, di fronte all’ accanimento della maggioranza degli insegnanti stessi sulle studentesse emotive (spesso peraltro tali soprattutto perché vittime di gravi abusi da parte dei familiari e dei compagni di classe, oltre che del’età), perché essi non riportano mai notizie che possano far comprendere la portata di un disprezzo tanto generale in ogni società, come per esempio quando a proposito dell’Inquisizione medievale non dicono che venivano bruciate come streghe anche le bambine. In scuole di ogni livello comunque si vedono professori poco competenti negli aspetti dell’istruzione umanistica meno formali e superficiali e inoltre instabili e aggressivi: nel giudicare i ragazzi maestri e professori sono in genere indifferenti rispetto alle loro condizioni di vita e reali possibilità e agiscono in contraddizione con i messaggi dei testi e dei programmi e con ciò che di più essenziale si richiede a un educatore (leggete in proposito almeno Lo sviluppo della personalità di C. G. Jung). Ci sono anche casi di professori che contattano la psichiatria a proposito dei loro studenti (rischiando quindi di rovinare loro la vita intera) senza sapere assolutamente nulla di dove, come e con chi passano le loro giornate, oppure, pur conoscendone in parte i problemi oggettivi, non considerandoli e facendosi guidare da antipatia personale, magari provocata dalla reazione istintiva nell'alunno alla frustrazione dell’esigenza di ricevere dai suoi insegnanti informazioni essenziali sugli aspetti quotidiani del vivere e una vera cultura (al posto delle quattro nozioni vuote che gli vengono ripetute a scuola, che non servono a chi da sempre subisce l'incuria o i maltrattamenti dei familiari) oppure suscitata da quell’emotività eccessiva che è lo stato normale di chiunque da giovane viva da diverso tempo una situazione di estremo disagio. E non ho mai conosciuto un insegnante che tenesse conto del fatto che un ragazzo non è un adulto che può aver superato quelle difficoltà nel rapporto con l’autorità tipiche della maggior parte dei ragazzi e che sono particolarmente difficili da dominare e accentuate in quelli tra loro che sono stati maltrattati dai familiari. Avverto che quanto ho scritto su maestri e professori bulli non è un fatto discutibile e che insegnanti nevrotici, ignoranti e aggressivi sono quasi la norma a ogni livello dell'istruzione scolastica, anche a quello universitario: si concedono moltissime libertà, indifferenti ai regolamenti scolastici e a volte alle minime norme di buona e sana condotta, tanto non vengono in genere denunciati e, quando lo sono, al massimo vengono semplicemente trasferiti in una nuova istituzione scolastica (magari perfino in una scuola o università più vicina alla loro abitazione). Inoltre non vanno mai sottovalutate le parzialità comuni a studenti e a insegnanti di scuole di ogni livello, pregiudizi e comportamenti interessati che portano questi ultimi a esaltare violenti rozzi e dall'intelligenza scarsa o oltremodo arida e rigida (debole quindi anche se perfetta per tutte le università e la maggior parte dei lavori), purchè abili nel rispettare norme non scritte, a tacciare di stupidità gli emotivi al primo blocco ostinato blocco ostinato - con il disprezzo dei libri di Bettelheim e dei padri della psicanalisi che ci si può ben aspettare - e ad ostacolare con ogni mezzo gli emotivi e i nevrotici più imprudenti o più irritanti a causa della loro diversità e fragilità o del loro bisogno di giustizia (si può affermare che la causa principale del bullismo e delle sue conseguenze, spesso gravi anche dal punto di vista fisico, sono gli insegnanti). Il fatto è che i bulli a scuola sono attratti dalla cattedra: l'insegnamento della materia italiano alle scuole superiori non comporta di fatto alcun vero impegno e nemmeno criteri obiettivi e ben delimitati per i voti, al contrario di ciò che implica l'insegnare ad esempio matematica, e perciò è naturale che questo insegnamento sia amato dalle persone più pigre e più aggressive tra coloro che decidono di insegnare. In fondo ci devono essere delle ragioni se letteratura, cinema d'autore e saggi di psicologia anche recenti hanno così spesso messo sotto accusa il sadismo degli insegnanti (in particolare quelli d'Italiano), se nei gialli spesso è a questa categoria che appartengono assassini e viziosi, se i porno sadomaso spesso sono ambientati in aule scolastiche e se i telegiornali periodicamente parlano di insegnanti sempre più nevrotici, mentre i quotidiani fanno stupire gli ingenui con qualche atto di violenza per strada di qualche insegnante arrestato poi in aula. E bisogna tener presente anche il fatto che gli individui che più contano socialmente cercheranno sempre di impedire a emotivi e nevrotici (più spesso ragazze che ragazzi) di ottenere il diploma (soprattutto liceale) e laurea o di far dare loro un voto finale basso, perché in generale non si vuole che queste persone considerate inferiori si presentino agli altri come diplomati e inoltre perché si vuole rendere loro con ogni mezzo difficile difendersi (il giusto rancore inevitabilmente accumulato da simili vittime è per i bastardi pericoloso) e lavorare (li si vuole umiliati e sfruttati...del resto
  • 9. qualcuno deve pur esserlo, dal loro punto di vista!). Si cerca a volte di fare lo stesso, del resto, con chi ha qualche deficit di apprendimento o non sa concentrarsi e studiare: so che ci sono insegnanti di elementari e medie alla caccia costante di questi limiti e che chiedono con insistenza incredibile che ogni studente appena sotto la media venga isolato in classi a parte anche con chi ha veri e propri handicap e lo fanno giustificandosi con il bisogno di non far restare indietro gli altri, come se si trattasse di un’azienda! Considerate che il troppo impegno e l’ansia alle scuole superiori hanno già compromesso la salute fisica, l’equilibrio mentale e tutta la vita sociale e lavorativa di molti giovani. Né dai compagni, né dagli insegnanti i più deboli e i “diversi” sono ben accettati a scuola nemmeno al Liceo Scientifico e Classico o alla facoltà di Lettere, dove chi è sensibile agli stereotipi, presume assurdamente che debbano raccogliersi persone sensibili o per lo meno istruite, educate e tolleranti e niente vi salverà se non potete evitare di farvi notare e di essere giudicati tali, nemmeno se studiate con disciplina e possedete interesse spontaneo, tenacia, sensibilità e intuito letterari, doti intellettuali di collegamento, di analisi, di sintesi, di logica, se non proprio una buona memoria meccanica: anche chi inizialmente si stupirà delle vostre capacità e si dimostrerà tollerante evitando di aggredirvi o dandovi voti alti e giudizi scritti elogiativi, finirà col tempo certamente per credere di essersi illuso o di essere stato ingannato da voi e per considerarvi stupidi o per considerare insignificanti le capacità innegabili dimostrate, cioè per vederle in qualche modo annullate dal vostro stato di pazzi, di “mezzi pazzi” (“idioti”, borderline) o perfino “ritardati”, perché – ripeto – la nevrosi degli adolescenti e dei giovani è forse l’argomento su cui hanno più e ben scritto Jung e Fromm, eppure quasi tutti vivono come se non fosse mai stata fatta e scritta alcuna osservazione al riguardo. Le ragioni del disprezzo saranno un’interrogazione andata particolarmente male, strane brutte copie, tic verbali o fisici, pianti o infantilismi passeggeri in momenti di stress, molti momenti sovrappensiero o episodi di timore, ansia, aggressività e pretese non spiegati per timidezza, ecc.. Salvo rare eccezioni, nessuno vuole accettare che una persona con alti (magari molto alti) possa avere bassi tali da apparire ai più incomprensibili anche in una persona mediocre (per quanto occasionali tali “bassi” siano), perché ciò fa sentire costretti o spinti a sopportarne le debolezze imprevedibili: quasi tutti sono alla costante ricerca di qualcuno con le caratteristiche adatte a fare da valvola di sfogo e anche da comodo oggetto di paragone per esaltare se stessi e inoltre quasi tutti possono tollerare un violento criminale infinitamente più facilmente di una persona spesso debole e ridicola (dal loro punto di vista), che non diverte, non si arrangia, non fa fare bella figura, non si adatta (magari anche solo per un forte e innato senso di giustizia), non sa recitare sempre la stessa parte e chiede o sembra chiedere loro comprensione e aiuto più ancora che tolleranza e giudicarli per la mancanza di tutto ciò (e il motivo per cui una persona è in un certo periodo in modo appariscente e fastidioso debole e/o diversa non ha mai importanza per la stragrande maggioranza delle persone che né lo cerca, né lo accetta se le viene infine spiegato). Riguardo al bullismo tipico di molti insegnanti e in particolare degli insegnanti di Italiano, si deve considerare peraltro che esso può significare subire aggressioni continue che sono a volte molto serie e concentrate su un unico studente, altre volte più spensierate ma letteralmente al livello dello sfottere dei tredicenni: conosco insegnanti che non si sono certo negati il piacere di tacciare di stupidità e tormentare anche dopo l'abbandono o la conclusione della scuola qualunque studente nevrotico esasperatosi per queste loro abitudini indipendentemente dalle lodi e dai voti alti assegnatili prima di quello sfogo magari pure indiretto; ci sono comunque insegnanti che hanno concentrato sistematicamente le loro "battutine" su almeno quattro o cinque studenti in ogni loro classe, sottolineandone nel modo più volgare la timidezza o debolezza, il non essere apprezzati dai compagni, il non essere più vergini e l'avere mestruazioni, malattie e tic fisici e verbali e ovviamente i difetti fisici o dell'abbigliamento (una ragazza né bella né fashion deve aspettarsi, perfino negli ultimi anni di liceo, di essere definita "brutta" dalla cattedra a più riprese e può subire violenze anche fisiche durante le lezioni... magari in palestra). Gli insegnanti a volte sono persone prive di vita personale o sociale che investono troppo sulla scuola, fino a imporsi di continuo, a partecipare alle feste di compleanno degli studenti sedicenni fuori dell'istituto, telefonare a casa di alcuni, inviare mazzi di fiori a studentesse di bell'aspetto, andare a letto con una studentessa durante una gita scolastica, fare spostare di banco periodicamente tutti facendo sempre in modo di avvicinare studenti incapaci di difendersi ai bulli più aggressivi, dare voti fantasiosi (un esempio che conosco è “Uno meno meno“) oppure, nel giudizio di fine anno, fare la "media" tralasciando un voto scritto alto (dicendo magari di aver perso il componimento), giudicando arbitrariamente le interrogazioni di uno studente con voti alti negli scritti (dichiarando che il modo di dare le risposte esatte nell'orale non è di loro gusto o interrogando chi è chiaramente fisicamente indisposto) dando voti bassissimi a compiti sì mal fatti ma riguardanti libri del tutto inutili e inadatti agli studenti scelti in base a gusti personali, esasperando con l'obbligo a tradurre dal greco o dal latino sempre lo stesso paragrafo o perfino decidendo il voto di uno degli studenti di ogni classe in base a criteri di giudizio folli (ad esempio il criterio di un mio insegnante fu di dividere per tre il numero di temi svolti a casa) e tutto ciò senza mai il minimo timore di una denuncia. Il fatto è che il governo e le consuetudini rendono difficile denunciare un professore se non è la classe intera a richiederlo e a documentare gli abusi (il che è raro) e soprattutto ciò che gli studenti possono ottenere dalla denuncia si limita al trasferimento altrove del docente (per gli insegnanti non c'è mai un danno economico e anzi ciò può tradursi per alcuni di loro in un vantaggio, con un risparmio notevole sulla benzina se la nuova scuola è molto più vicina alla loro residenza). Quasi sempre questi insegnanti sono sostenuti attivamente da studenti aizzati di varie classi e dai colleghi, alcuni dei quali partecipano alla diffamazione, all'umiliazione e agli altri abusi nei confronti della vittima che più è presa di mira. Spesso si tratta di insegnanti con una competenza fittizia (magari si vantano di conoscere a memoria la Divina Commedia o... il manuale!), di persone troppo prive di coscienza e sensibilità per comprendere o accettare gli insegnamenti elargiti dai classici della letteratura mondiale, della storiografia e della psicologia. Bisogna però ammettere che ancor più frequentemente perfino gli insegnanti di Italiano di licei e università sono persone prive di un bagaglio personale di buone letture, poichè in Italia ci si laurea in Lettere e ci si specializza senza essere tenuti a leggere nemmeno i capolavori più noti di ogni tempo e si accede all’insegnamento delle scuole superiori senza aver studiato la psicologia e buoni libri sulla didattica (questi insegnamenti li ricevono gli insegnanti della scuola primaria) e ci sono insegnanti di italiano nei licei che quasi si vantano di aver letto e di leggere poco, magari affermando di essere troppo impegnati a prepararsi per continui concorsi pubblici quanto prima della laurea per gli esami: la nostra situazione è insomma agli antipodi di quella delle migliori università americane di Lettere, se è veritiera la descrizione che ne fanno alcuni romanzi come Il mondo secondo Garp di Irving.Ci sono anche insegnanti di Italiano che basano la loro convinzione di essere intelligenti e competenti sui loro risultati in alcune materie scientifiche o sulla loro capacità di memorizzare in fretta dati non legati da concetti (numeri di telefono, il vocabolario di un'altra lingua, gli ingredienti di un cocktail, ecc.), come se ciò avesse qualche attinenza con le capacità innate e acquisite necessarie agli insegnanti di tale materia (forse i saggi di Jung, Gardner e Millètre potrebbero dar loro qualche delucidazione al riguardo, ma gli insegnanti non sono tenuti dalla legge a adeguare ad essi le loro convinzioni narcisistiche e arroganti). Ciò in genere torna loro utile quando seguono la prassi della maggioranza di "insegnanti" di Italiano: non insegnare mai né come scrivere un buon tema, né a comporre una buona risposta sintetica o a documentarsi in biblioteca e online consegnando loro liste di titoli utili, ma limitarsi a ripetere settimana dopo settimana quanto già è scritto nei soliti pochi libri di testo e a dare quasi quotidiani giudizietti di fronte a un
  • 10. pubblico di sottomessi e di, troppo spesso incapaci o ignoranti, privilegiati. Informatevi comunque su BES e DSA - categorie in uso nelle scuole da qualche tempo per classificare gli studenti - e chiedetevi come la maggioranza in genere si serve e si è sempre servita di ogni "etichetta" affibbiata agli altri e cosa possono comportare per lo sviluppo psicologico e per la salute fisica le sovradiagnosi di un disturbo mentale (sempre più frequenti di quanto non si creda, dato che è particolarmente difficile giudicare bambini e ragazzi e che, se per qualsiasi giudizio umano esiste la possibilità dell'errore, tanto più gli sbagli sono possibili quando non c'è interesse a non farli a causa della posizione di debolezza in cui si trovano gli alunni rispetto agli adulti. Consiglio di leggere, e con senso critico, i primi 10 capitoli di Psicologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia (F. Celi) anche per riflettere su questi problemi. Tenete presente anche che la legge italiana stabilisce che per i minori di 14 anni non sia mai prevista la galera qualunque reato compiano e che per i ragazzi tra i 14 ei 18 anni la possibilità e il tipo di pena per i reati dipendano dall'arbitrio del giudice... Progettare la ricerca empirica in educazione (Coggi-Ricciardi) Nelle interrogazioni orali (...) la serie di domande costituisce spesso un campione accidentale (...) e anche la formulazione dei quesiti non è sempre attenta agli obiettivi e alle competenze di cui si intende verificare il raggiungimento nè alla loro importanza, (...) oltre a non essere sempre chiara, tanto che in alcuni casi può pilotare la risposta o contenere trabocchetti voluti, (...) e al non avere sempre lo stesso grado di difficoltà (...) Altri fattori di distorsione possono derivare (...) dal fatto che l'insegnante potrebbe assumere toni più e meno cordiali a seconda della stima e delle attese nei confronti dei diversi studenti (...) Inoltre interferiscono effetti di selezione legati per esempio alla memoria e all'attenzione dell'insegnate, che, non annotandosistematicamente l'andamento del colloquio, rischia di prendere in considerazione solo gli aspetti che l'hanno impressionata maggiormente. Linterpretazione dei risultati, infine, spesso non avviene sulla scorta di criteri predefiniti e quindipuò ancorarsi all'opinione pregeressa che il docente ha dello studente o a qualche sua caratteristica particolare, come la fluidità verbale, la sicurezza, l'appartenenza socio-culturale, il genere, ecc. (...) Le interrogazioni scritte tradizionali (...) sono sottoposte a critiche in parte simili a quelle evidenziate per le interrogazioni orali (...) Nel tema in particolare (...) le capacità comunicative (...) sono controllate in situazioni non spontanee e su argomenti che possono avere diversa rilevanza emotiva per gli studenti. Le tracce inoltre possono richiedere conoscenze ed esperienze, che sono presenti in modo differenziato negli stessi (...) Dalle tracce generiche (...) sono stimolati (...) divagazioni e sviluppi imprevisti non adeguatamente valutabili (...) Se la formulazione include titoli e passi di libri noti, (...) questo può rendere ovvio lo svolgimento (...) É stato messo in evidenza riguardo al tema anche ciò che segue: la mancanza nei valutatori di un criterio stabile per la correzione; la carenza di fedeltà nelle rilevazioni; gli effetti di alone nel giudizio; gli effetti di ordine nella correzione dei compiti; gli effetti di ancoraggio di giudizio che mette in relazione un protocollo con quello precedente; le difformità presenti nella formulazione dei giudizi. Rivista Io donna marzo 2022 É lui per primo che chiede conto ai genitori. Ha 21 anni ed è stato ai domiciliari con l'accusa di aver stuprato Bianca (...) durante la notte di Capodanno (...) La madre, dal figlio informata, non denuncia (...) Un altro genitore legato al caso si affida a un boss di periferia per togliere il figlio dai guai. Nessuno spende una parola per Bianca, la sedicenne stuprata da un gruppo (...) La difesa impulsiva di un ragazzo da parte del genitore è interpretata come tacito assenso (...) A scuola vediamo adulti (...) che liquidano come ragazzate il gesto di un figlio che butta il compagno in un bidone della spazzatura (...) Ci sono tanti episodi simili (...) in cui si tende ad attaccare e sottomettere chi si identifica come portatore di una fragilità intollerabile, una ragazza, un disabile, una persona diversa per il colore della pelle o altro. É stato sempre così (...) La fatica oggi è vissuta come un peso (...) e l'insofferenza per il non vedere subito ripagato l'impegno genera nei ragazzi comportamenti inadeguati (...) Per trovare un'identità autonoma i ragazzi si rifugiano in quella di gruppo. Se si sentono inadeguati o confusi, nel gruppo scelgono comportamenti devianti per fare propria un'identità forte e compensativa (...) I reati sono spesso possibili per i meccanismi di disimpegno morale, quei trucchi che la mente usa per minimizzare ciò che si fa, attribuire la colpa alla vittima o deumanizzarla (...) La sopraffazione è alimentata anche da una sottocultura mediatica (...) Secondo Lancini, se dopo i 20 anni non usi internet sei spacciato e sotto i 20 anni se lo usi sei dipendente (...) La rete è un luogo dove puoi sentirti onnipotente a patto che per esistere tu l'abbia fatta grossa (...) L'individualismo, ovvero la cultura del successo anche sui social, la competizione e l'assenza di dialogo sono i modelli che proponiamo. I genitori ascoltano di più i figli, ma non i loro fallimenti (...) E se c'è gente pronta a chiamare i vigili in pieno pomeriggio per 10 minuti di percussioni suonate da un ragazzo, quando branchi di adolescenti minacciano o fanno chiasso a tarda notte restiamo in silenzio e immobili per paura di ritorsioni (...) La cultura dello stupro è alimentata poi dal porno, dalle pressioni dei pari e da moderne e sbagliate idee sulla sessualità maschile (...) E il modo in cui trattiamo i bambini ne modella il cervello. Chi si sente amato e accudito sarà in grado di resistere meglio alle pressioni del branco (...) Non è giusto ricorrere a giustificazioni semplicistiche come "i maschi sono maschi", I maschi non hanno sentimenti", "il testosterone rende i maschi sconsiderati e nervosi" (...) e affermare che i maschi non parlano è solo un alibi. Uno sguardo di dolore non ha bisogno di parole. COME PREVENIRE IL MOBBING O LE SUE PEGGIORI CONSEGUENZE Il mobbing comporta in genere reiterazione ed escalation di pettegolezzi, maldicenze, isolamento, assegnazione di compiti al di sotto o al di sopra della professionalità o senza strumenti e/o spiegazione adeguata, critica continua e ingiustificata circa il lavoro svolto, insinuazioni circa un forte disagio mentale, minacce e a volte anche violenza fisica e sessuale. I comportamenti tipici della prevenzione dipendente dai lavoratori e non dalla direzione emergono dal confronto dei casi noti di mobbing e probabilmente si possono riassumere nel seguente elenco: 1) non impegnarsi mai più dei colleghi chiacchierando spesso con clienti, utenti, superiori o pazienti, accettando spesso di fare straordinari o addirittura di lavorare qualche ora in più gratis e ciò nemmeno con le migliori intenzioni e tanto meno perché a casa ci si annoia (questo vale in particolare se si è giovani e neoassunti in ambienti dove il lavoro è già pesante); 2) non proporre corsi di formazione, una maggiore rapidità, nuovi programmi informatici, ecc. per migliorare le prestazioni (si deve comprendere che proposte ovvie sono certamente già state valutate dai colleghi e dal management…); 3) non
  • 11. allargare le proprie mansioni di propria iniziativa progressivamente e richiedendo al contempo avanzamenti di livello senza prima accertarsi che il dirigente ritenga possibile la carriera nella sua azienda; 4) adeguare il proprio abbigliamento il più possibile a quello della maggior parte dei colleghi e non esibire soddisfazione per il titolo di studio conseguito, per la propria stabilità lavorativa o per il piacere che procura il lavoro e ciò soprattutto in ambienti dove molti si sentono poco apprezzati, infelici o precari; 5) organizzarsi per ricevere in privato le somme di provvigione guadagnate oltre al fisso; 6) non fare affidamento cieco sulla carriera ottenuta grazie a esperienza e capacità e non in base ai titoli di studio e quindi non dimenticare che il cambiamento di persone a livello direttivo dovuto a imprevisti (acquisti da parte di multinazionali ecc.) può sempre in tali casi comportare la retrocessione alla prima mansione svolta (quella corrispondente al titolo); 7) mantenere una sufficiente, ma moderata disponibilità e autocontrollo con superiori, colleghi e durante colloqui obbligatori con intervistatori della gestione delle risorse umane e ciò soprattutto dopo una fusione, quando cioè sono prevedibili il bisogno di ridurre il personale e la ricerca di un capro espiatorio per sfogare l’ansia da cambiamento e per indurre a licenziamenti; 8) non reagire al mobbing caricandosi ancor più di lavoro nell’ambiente lavorativo o addirittura portando del lavoro a casa per rispettare le scadenze divenute traguardi irraggiungibili a causa della strategia di disimpegno dei sottoposti (è tipica nel mobbing, più raro ma possibile, detto “dal basso” perché il mobbizzato è il diretto superiore); 9) non illudersi di poter evitare di dare le dimissioni quando il mobbing e ormai ben avviato e anzi farlo presto, perché solo così si conserverà almeno l’energia per trovare un lavoro; 10) essere pronti a sostituire l’indennità di disoccupazione con il risarcimento per mobbing ottenibile con un’azione legale se non si può rinunciare al denaro corrispondente perduto licenziandosi; 11) informarsi per tempo su come dimostrare le vessazioni che si potrebbero subire in un nuovo posto di lavoro e attrezzarsi di conseguenza, tenendo conto che gli sportelli mobbing sono tanti e spesso inadeguati; 12) contare poco sul sostegno che parenti e amici possono dare in caso di mobbing, perché se non ci si licenzia per tempo i sintomi fisici e psichici si aggravano e si arriva a un reattivo distanziamento emotivo, che rende difficile essere ricettivi anche nei confronti del calore familiare e delle manifestazioni di amicizia; 13) dare per scontato che la maggior parte della gente è fondamentalmente cattiva, conosce già il danno al clima ed economico che fare mobbing procura e lo accetta senza far nulla per arrestare l’escalation di abusi, per quanto immeritate e gravi siano le conseguenze (malattia, povertà e a volte suicidio); 14) prevedere anche retrocessioni, violenza sessuale o comunque fisica e stalking (la persecuzione che si sviluppa anche al lavoro, ma coinvolge l’ambiente non lavorativo), perché si tratta di eventualità più rare degli altri maltrattamenti, ma risultanti in alcuni casi noti di mobbing; 15) informarsi sulla legislazione sul mobbing, aggiornandosi periodicamente; 16) in ogni situazione usare moltissima prudenza quando si è deciso di cambiare lavoro o sede lavorativa, diffidando dell’impegno al segreto professionale di chi si vorrebbe coinvolgere e della privacy concessa dalla rete Internet, in particolare in Italia, dove si sono riscontrati molti abusi al riguardo. Rimando anche a http://www.slideshare.com/elenco-di-manifestazioni-di-violenza-fisica-e-psicologica-(con-consigli). Questo documento online è utile anche per leggere una utile sintesi sui metodi per risparmiare al massimo. CITAZIONI DA CLASSICI DI LETTERATURA, STORIA E PSICOLOGIA SULL'OSTRACISMO GENERALE Il problema dei tipi nella poesia “Prometeo ed Epimeteo” di Carl Spittaler in Tipi psicologici (C. G. Jung) Si vede la pagliuzza nell’occhio proprio come trave nell’occhio del fratello. (…) Questa idea è una proiezione (…) della percezione inconscia che l’azione redentrice viene costantemente frustrata per la presenza nell’inconscio di un elemento non redento, (…) una parte di noi stessi che non ha ancora percorso il processo di educazione cristiana (…) C’è una percezione inconscia di questo elemento irriducibile, di cui si vorrebbe negare l’esistenza: di qui la proiezione. L’irrequietudine è un’espressione concreta della mancata redenzione. L’uomo senza qualità (R. Musil) Si direbbe semplicemente che debbano esistere entità indesiderabili su cui si accumula l’uggia e il malanno (…) quell’odio così caratteristico della civiltà odierna (…) Così lo stregone estraeva dal corpo del malato il feticcio accuratamente preparato prima e così il buon cristiano carica le proprie colpe sul buon giudeo; (…) nel corso dei tempi la responsabilità è stata accollata al fulmine, alle streghe, ai socialisti, agli intellettuali, ai militari (…) Il fatto è che il mondo ha smarrito non soltanto Dio ma anche il diavolo. Così come trasforma il male in immagini indesiderabili trasforma il bene in immagini desiderabili che ammira perché fanno ciò che ognuno ritiene impossibile di fare da sé. Si sta seduti sui gradini d’uno stadio a veder altra gente scalmanarsi, questo è lo sport; si lascia dire al prossimo le più assurde esagerazioni, questo è l’idealismo; si scuote via il male e quelle che ne rimangono impillaccherate sono le entità indesiderabili. Così tutto trova il suo posto nel mondo, e il suo ordine; ma questa tecnica di adorazione dei santi e di allevamento di capri espiatori mediante l’espropriazione non è senza pericolo perché riempie il mondo delle correnti ad alta tensione di tutti i conflitti intimi non risolti. Ci si sbudella o ci si affratella e non si può saper bene se lo si fa sul serio (…) Come una simulazione (…) La vecchia credenza demoniaca che ogni bene e ogni male imputava a spiriti celesti o nefasti funzionava assai meglio (…) e si può solo sperare che (…) ritorneremo ad essa. Il drago come realtà (S. De Mari) Le emozioni più forti sono quelle negative (...) La vergogna (annidata nei livelli più recenti del nostro cervello) recente quanto l'affiliazione al gruppo e ne è un'inevitabile conseguenza (...) La percezione della vergogna è sempre identica a se stessa (...) La più potente, perchè irrisolvibile, è la vergogna dell'innocente ingiustamente punito (...) Quando veniamo puniti deduciamo che c'è stata una colpa. Questo potentissimo processo, funzionale nel branco, diventa atrocemente disfunzionale dove il dolore sia inflitto senza colpa. I reduci dei campi di sterminio e le sopravvissute alle violenze sessuali possono essere dilaniati dalla vergogna. Tutti gli afflitti da malattie neuromuscolari si vergognano di cadere (...) Chi è aggredito improvvisamente da una condanna totale, assoluta, inenarrabile e ingiustificata, oltre che da una paura costante, terribile, imvalidante è paralizzato da una vergogna totale, assoluta e inenarrabile: deve ben essere colpevole di qualcosa!(...) Ancor più grave della vergogna per la colpa altrui è la vergogna per la colpa inesistente (...) La vergogna assoluta perchè appartiene non al nostro agire ma al nostro essere.
  • 12. America (J. Kafka) Tutto consigliava di parlare presto, chiaramente, esaurientemente; e che cosa faceva invece il fochista? La fatica che faceva per spiegarsi lo aveva messo in sudore (...) Contro un uomo come il fochista non si poteva mai avere abbastanza severità e se c’era qualcosa da rimproverare a ** era solo il fatto di non essere riuscito a domarlo in modo che non avesse avuto il coraggio di andare a protestare (…) Dovrebbe essergli permesso al massimo di pulire i cessi (…) A giudicare dal cambiamento del viso dei presenti, si sarebbe potuto credere che sentissero per la prima volta dopo molto tempo una voce umana (…) Pareva veramente che il fochista non esistesse più (…) “Io credo che di questo fochista ne abbiamo abbastanza, anche troppo”. La foglia di Nieggle (j. R. R. Tolkien) "Penso che fosse un povero sciocco che non valeva niente, di nessun utile per la società" disse il consigliere "Adibirei quelli come lui a lavare i piatti in qualche mensa pubblica o qualcosa del genere e vigilerei affinchè lo facesse ammodo.Oppure lo manderei in prigione nel gran mucchio di immondizie. La sua pitture era fuori moda, sogni privati a occhi aperti". Jane Eyre (C. Bronte) "Insegnati e ragazze, vedete tutti questa bambina? (...) Nessuna deformità rivela in lei un carattere particolare. Chi potrebbe pensare che il maligno ha già trovato in lei un suo agente? (...) Questa bambina (...) è una piccola criminale:non un membro del vero gregge, ma una piccola intrusa inopportuna. Dovete guardarvi da lei, dovete cercare di non assomigliarle; se è necessario evitate la sua compagnia, escludetela dai vostri giochi, tenetela fuori dalle vostre conversazioni. Voi insegnanti dovete sorvegliarla: tener d'occhio ogni sua mossa , soppesare le sue parole, valutare le sue azioni, punire il suo corpo (...) é quiper essere risanata come gli antichi ebrei mandavano i loro malati alle ribollenti acque di Bethesda; insegnati, direttrice, vi prego di non permettere che le acque ristagnino intorno a lei (...) Fatela stare ancora mezz'ora su quello sgabello e non lasciate che alcuno le parli per il resto della giornata". Lord Jim (J. Conrad) L’intera regione marittima non parlava d’altro (…) Gente del tutto esterna si accostava familiarmente, tanto da sollevarsi la mente parlando del soggetto. Ogni miserabile poltrone della città ha raccolto una messe di bibite grazie a questo affare (…) Vi era dello sdegno, non pochi scherzi. Il seme sotto la neve (I. Silone) Tutte le volte che nel passato l’aveva osservata gli era parsa un essere fiero, esaltato, impaurito, superbo e irritato. Circondata in piazza dovette farsi strada a colpi di frusta. Le beghine le impedivano di entrare in chiesa. Seguita, si mise a correre come una folle (…) È lei la stessa di cui tutta la contrada racconta l’incredibile storia? Questa ragazza dal sorriso di bambina, dallo sguardo limpido, franco, leale? L’esclusa (L. Pirandello) Due signori sotto l’ombrello guardavano ** e lui: L’uno terreo in volto e con piglio fosco, l’altro più alto, magro, straniero all’aspetto e con un’espressione scioccamente derisoria negli occhi chiari (…) Ma che volevano da lei tutti costoro? (…) La persecuzione ancora, da lontano. Calunnie ancora e villanie. Fermo e Lucia, Capitolo II, 6 (A. Manzoni) I ragazzi le facevano mille versacci (…) nessuno le parlava, nessuno voglio dire della gente come si deve, perché i cattivi se le avvicinavano per la via con una familiarità come se le fossero sempre stati amici e, fino, a parlare con poca riverenza, i birri la salutavano ridendo, e le gettavano parole da non dire. Poveretta! Di tratto in tratto pareva più lieta che non fosse mai stata, ma le lagrime che spargeva in segreto! La lettera scarlatta (N. Hawthorne) In cambio del suo aiuto non riceveva da nessuno alcuna gratitudine (…) I ragazzini la seguivano (…) e anche quelli beneficati da lei la tormentavano. Il mulino sulla Floss (G. Eliot) L’idea di poter ritrovare la felicità non balenava più, nemmeno per un momento (…) Ed era così indicibilmente, così morbosamente stanca! (…) Ogni sguardo ostile era una pena (…) Ma ecco s’accorse che stava per passare accanto ad un gruppo di signori (…) e Non poté fare a meno di vedere il giovane ** (…) che le lanciava un saluto con l’aria disinvolta che avrebbe potuto dedicare a qualche cameriera di caffè sua intima (…) Può venire da chiunque; il più grossolano, il più crudele, il più brutale monello dell’angolo di strada (…) Le persone più incapaci di un travaglio di coscienza (…) sono proprio quelle che più probabilmente rifuggiranno non potendo credere al travaglio di *** (…) Antipatica l’avevano trovata sempre; adesso la trovavano astuta e orgogliosa (…) Anche nell’ipotesi che richiedeva la maggiore dose di buona fede: cioè che nessuna delle cose dette sul conto di *** fosse vera, tuttavia quelle cose dal momento che erano dette, la mettevano in un certo odore da farla respingere (…) dalla società. Prendere *** per mano e dirle: “Non voglio credere del male di voi senza le prove” (…) avrebbe richiesto coraggio, profonda compassione, conoscenza di se stessi, generosa fiducia: avrebbe richiesto uno spirito che non gustasse l’acredine della maldicenza, che non si sentisse inorgoglito nel condannare, che non si ubriacasse di grandi paroloni fino a credere che la vita possa avere una finalità morale (…) senza che si debba lottare per una piena verità (…) Le signore di St. Ogg’s non erano frastornate da vaste concezioni speculative; ma avevano un’astrazione prediletta, chiamata la Società, che serviva a mettere le loro coscienze perfettamente in pace quando dovevano fare ciò che appagava il loro egoismo: pensare e dire le peggiori cose di ***: e volgerle le spalle (…) Probabilmente anche St. Ogg’s aveva la sua equa proporzione di bontà, come qualunque altra piccola città (…) ma (…) dobbiamo aspettarci di trovare della timidezza nella maggior parte delle donne buone: tanta timidezza da farle persino sospettare della giustizia dei loro impulsi migliori, allorché questi le mettano in minoranza (…) Ogni apparenza di male (…) sempre dipende
  • 13. dalla media degli spiriti circostanti. Quando questi spiriti sono bassi e grossolani, l’area di tale “apparenza” risulta estesa in proporzione. Il castello( F. Kafka) Colpevole o innocente, ella (…) ha attirato il disonore sul villaggio (…) e la punirono, anche se non con la legge (…) Non eravamo in questione noi, ma il fatto in sé (…) Gli altri non volevano sentirne parlare, (…) o pensarci (…) Se avessimo dimostrato col nostro contegno di aver superato l’accaduto in un modo o nell’altro, (…) tutto sarebbe tornato come prima (…) Invece (…) era ben naturale che discutessimo della cosa rigirandola da ogni parte, (…) sempre più prigionieri della cosa da cui volevamo fuggire (…) Gli altri si accorsero che non avevamo la forza di districarci da quella storia e ce l’imputarono a colpa. Capivano la gravità della nostra sorte (…) Sapevano che forse non avrebbero superato la prova meglio di noi, ma appunto perciò trovavano necessario tagliare ogni legame con noi (…) Non parlavano più di noi come esseri umani, il nome dalla nostra famiglia non fu più pronunciato, (…) perfino la nostra casa acquistò una cattiva fama (…) e quando qualcuno ricominciò a mettere piede in casa nostra, arricciò il naso per cose di nessuna importanza, per esempio perché la lucerna era appesa sopra la tavola. E dove mai si doveva metterla se non là? Ma la gente trovava che era inammissibile. Se però le cambiavamo di posto, continuavano a manifestare la loro disapprovazione. Tutto ciò che eravamo e facevamo incontrava lo stesso disprezzo. Saggio sulla violenza (W. Sofsky) Si giustificano le crudeltà verso il capro espiatorio in base agli effetti naturali di quelle stesse crudeltà. Fontamara (I. Silone) - "Perché ci trattano così? Perché siamo malvestite e basta? Non avete delle madri, delle sorelle?" - "No, i vestiti non c’entrano. È che siete carne abituata a soffrire." Avere o essere (E. Fromm) L’aspirazione a vivere in unione con altri ha radici nelle condizioni di esistenza specifiche e caratteristiche della specie umana (…) Gli esseri umani hanno più paura di essere messi al bando che non, a volte, della morte. Massime e riflessioni (La Rochefoucauld) Tutti si lamentano della propria memoria; nessuno si lagna del proprio giudizio (…) La meschinità di spirito fa l’ostinazione; non crediamo facilmente a ciò che è al di là della nostra vista (…) Accade per certe buone qualità come per i sensi: chi ne è privo non può vederle né capirle (…) Troviamo poca gente di buon senso all’infuori di quelli che sono del nostro parere (…) Gli intelletti mediocri condannano di solito tutto ciò che oltrepassa la loro portata (…) La facilità a credere il male senza esaminarlo abbastanza è oggetto di orgoglio e di pigrizia. Si vogliono dei colpevoli, senza prendere cura di esaminare i delitti. Frammenti (Eraclito) I cani abbaiano a quelli che non conoscono. Dialogo del reggimento di Firenze (F. Guicciardini) El popolo, va alla grossa, non discerne né pesa sottilmente le cose, però con facilità è ingannato da chi si ingegna parere buono; pensa ciascuno agli esercizi suoi, né fa diligenza di informarsi del vivere di questo e di quello; però non gli sono note le opere particolari di ognuno; (…) facilmente si appiccherà e sarà creduta, una infamia adosso a uno che non la meriti, come uno bene di uno che sia l’opposito. Da non pensare alle cose e non ne tenere conto diligente, nasce la delusione, perché ancora che uno si porti male in uno magistrato e in modo che sia noto, nondimanco si dimentica presto (…) La ignoranza è cieca, confusa e senza termine e regola e però dice el proverbio che spesso è meglio avere a fare col maligno che co’ l’ignorante (…) Le calunnie sono detestabili, ma tanto naturale in una città libera, che è difficile e forse impossibile el lavarle; perché quando nasce uno carico falso contro a uno cittadino, che può nascere per malignità di chi ne è autore e anche per errore, come si può provedere che non si allarghi nella moltitudine, la quale è più inclinata al male che al bene? E anche non mancano molti che per odio o per invidia fomentino questi rumori (…) Però in ogni popolo libero fue e sarà sempre abbondanza di calunniatori. Uscita di sicureazza ( I. Silone) Ogni gruppo sorge in difesa di un ideale, ma strada facendo si identifica con esso e poi vi si sostituisce, ponendo al vertice di tutti i valori il proprio interesse (…) La tirannia dei mezzi sui fini è la morte dei fini (…) Servirsi degli oppressi come sgabello per il potere e poi tradirli è indubbiamente il più iniquo dei sacrilegi. A un certo punto smettono di contare gli iscritti e conta solo l’apparato (…) Ogni organismo di umanità coatta attorno al principio di autorità implica una buona dose di doppiezza. Il sincero che conservi per miracolo il nativo spirito critico (…) deve soffrire ogni specie di triboli. Lo spirito di parte in L'influenza delle passioni sulla felicità (Madame de Stael) Non sentono, non vedono (…) Con due o tre ragionamenti fan fronte a tutte le obiezioni; e quando non persuadono, non sanno far altro che ricorrere alla persecuzione (…) Si stabiliscono relazioni affettive e di riconoscenza soltanto tra persone della medesima opinione (…) Perfino i crimini di quelli che condividono la vostra opinione non vi separano da loro (…) Lo spirito di parte non conosce rimorsi (…) Le impressioni non partono più dagli oggetti verso di sé, (…) ma è l’occhio a disegnare la forma invece di ricevere l’immagine (…) Lo spirito di parte è una passione che non conosce equilibri: quanto si trova sulla sua strada deve essere sacrificato alla sua meta (…) Tutto è assoluto, perché nulla è reale (…) Ha trovato l’unico modo di annientare la pietà: presenta la sventura attuale come strumento di un avvenire (…) Le parole più nobili vengono disonorate, i ragionamenti più giusti privati di logica, i sentimenti più veri opposti l’uno all’altro (…) Il caos (…) confonde (….) il delitto e la virtù (…) La reputazione non ha più nessun rapporto con il merito reale (…) L’ingiustizia scoraggia la ricerca della verità (…) Ci si lega alle opinioni come a dei giuramenti.