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FORUM PA 2011




Il Sistema di Risk Management applicato 
                   ai Censimenti generali
                          Concetta Ferruzzi      Daniele Frongia
                          Direzione generale     Direzione centrale
                                               metodologie e tecnologia
I livelli del sistema di controllo interno

Indice
Parte I. 
Parte I. 
Il sistema di controllo dei rischi del censimento della popolazione
Il sistema di controllo dei rischi del censimento della popolazione
         1. Il processo di controllo dei rischi
         1. Il processo di controllo dei rischi

         2. La valutazione e le misure di gestione dei rischi
         2. La valutazione e le misure di gestione dei rischi
         3. L’applicazione del sistema di gestione dei rischi al censimento
         3. L’applicazione del sistema di gestione dei rischi al censimento
            della popolazione
            della popolazione

Parte II. 
La gestione di una crisi IT nel censimento della popolazione

          4. Il sistema IT del censimento della popolazione
          4. Il sistema IT del censimento della popolazione

          5. Il rischio di un disastro IT
          5. Il rischio di un disastro IT
          6. La gestione di una crisi per un disastro IT
          6. La gestione di una crisi per un disastro IT
I livelli del sistema di controllo interno

Il  sistema di controllo interno è un  processo finalizzato
al  governo ed  al  controllo dell’organizzazione con  l’obiettivo
di coordinare i  comportamenti e  farli convergere verso 
gli obiettivi strategici.
I livello                                    II livello                           III livello
Strumenti a supporto dello sviluppo ed       Strumenti in grado di                Strumenti per la valutazione dei
il monitoraggio degli obiettivi in           individuare, valutare e gestire          processi, degli output e degli
termini di efficacia ed efficienza:          i rischi                                 outcomes:
                                                                                  – TOTAL QUALITY MANAGEMENT (TQM)
– STANDARD ORGANIZZATIVI                     Risk Management                          sistemi in grado di garantire che il
  standard dei processi, delle procedure,    supportano la creazione di               management e le statistiche prodotte
  delle carte dei servizi                    valore mettendo la dirigenza, ai         siano di elevata qualità e rispondenti
– SISTEMI OPERATIVI                          diversi livelli decisionali, in          agli standard nazionali ed 
  pianificazione strategica, budget,         grado di affrontare gli eventi           internazionali
  sistema di programmazione annuale,         futuri che potenzialmente            – INTERNAL AUDITING
  sistema di valutazione delle               possono generare rischi                  processi in grado di fornire la 
  performance, meccanismi di timely          consentendo di ridurre la                ragionevole assicurazione del 
  feedback and feed­forward,                 probabilità di effetti negativi e        raggiungimento degli obiettivi, la 
  standardizzazione dei processi,            migliorare le opportunità                corrispondenza alle regole ed alle 
  soddisfazione degli utenti                                                          procedure, la salvaguardia del 
                                                                                      patrimonio, la prevenzione delle frodi, la 
                                                                                      qualità delle informazioni per i processi 
                                                                                      di governance
Il sistema di controllo del rischio
Il Sistema di Controllo del Rischio può essere definito come 
“l’insieme delle regole, delle procedure e delle strutture 
organizzative volte a consentire, attraverso un adeguato 
processo di identificazione, misurazione, gestione e monitoraggio 
dei principali rischi, una conduzione dell’azienda (pubblica o 
provata) sana, corretta e coerente con gli obiettivi prefissati” .
                                                                     Fonte: Codice di Autodisciplina – Borsa Italiana S.p.A.
                                                                                    Comitato per la Corporate Governance




  ASSOCIAZIONE ITALIANA INTERNAL AUDITORS, 
  Disegno e funzionamento del sistema di controllo interno, AIIA, 
  2008
Gli Obiettivi strategici del Risk Management in ISTAT

Il Sistema di Risk Management insiste sugli obiettivi strategici  fissati dagli 
    Organi di Governo dell’Istituto:
    del sostegno alla produzione statistica attraverso processi amministrativi 
    e gestionali di qualità

    della “messa in sicurezza” di tutti i Sistemi dell’Istituto

    dello  sviluppo  del  capitale  umano  e  il  miglioramento  delle  condizioni  di 
    lavoro del personale

La  Direzione  generale  partecipa alla  “messa  in  sicurezza” dell’Istituto  con  la 
   definizione del  Sistema  di  gestione  dei  Rischi,  progettato,  sperimentato e 
   applicato dalla  Commissione  tecnica  per  l’introduzione  in  Istat  di  un 
   Sistema di Risk Management
Il Progetto Risk Management ISTAT
Il Progetto muove lungo 3 dimensioni:

   l’organizzazione, con la proposta di articolazione delle competenze e delle
   interconnessioni tra i Sistemi gestionali

   il Processo di ERM, con lo sviluppo delle fasi di analisi e trattamento dei rischi
   organizzativi

   la formazione e la diffusione, con la crescita della cultura organizzativa della
   gestione del rischio: risk.istat.it

   Il framework metodologico di riferimento

   Il COSO Report prevede per ciascuno step del processo ::
    Il COSO Report prevede per ciascuno step del processo

   1. adeguata identificazione:
    1. adeguata identificazione:
   ­­ rischio potenziale,
       rischio potenziale,
   ‐‐ impatto, 
       impatto, 
   ‐‐ probabilità di verificarsi,
       probabilità di verificarsi,
   ­­ azioni di risposta
       azioni di risposta

   2. chiara assegnazione delle responsabilità coinvolte
   2. chiara assegnazione delle responsabilità coinvolte
Il Processo del Risk Management




                       Fonte: Australia/New Zealand Standard 
                                      4360:2004
Le fasi del sistema di gestione del rischio
                  Risk Analysis

   Risk                Risk              Risk
Assessment          Management         Monitoring

                                         Process
 Identification        Control It
                                          Level


                       Share or           Activity
Measurement
                      Transfer It          Level


                      Diversify or
 Prioritization                         Entity Level
                        Avoid It
Le classi di rischio individuate

  Le classi  di  rischio identificano le macrocategorie di rischi che deve 
affrontare l’Istituto.

 Una prima ipotesi di classificazione  dei  rischi: 
A. rischi legati alla produzione statistica
B. rischi legati alla diffusione dei dati statistici 
C. rischi connessi alla compliance a leggi, regolamenti e framework internazionali
D. rischi legati alle persone 
E. rischi connessi all’organizzazione
F. rischi tecnologici 
G. rischi finanziari ed economici
H. rischi materiali e tecnici 
I. rischi di immagine e reputazione 
J. rischi esogeni
I rischi specifici
Ogni classe di rischio deve essere suddivisa per identificare  i rischi 
specifici che la compongono in modo da realizzare una descrizione più
puntuale delle criticità riscontrate all’interno della macrocategoria 
relative ai processi e agli asset. 

Questa suddivisione in rischi specifici è necessaria  per identificare le 
cause dei rischi, la loro natura e gli effetti che possono comportare per 
l’Istituto.

L’attuale classificazione dei rischi specifici è molto parziale perché è
stata determinata in base alle informazioni finora acquisite dalla 
Commissione 

Per la definizione delle categorie di rischi specifici all’interno della 
classe di rischio relativa alla produzione e diffusione statistica, sarà
necessaria la collaborazione con la Commissione di audit sulla qualità
dei processi statistici, 
L’identificazione del rischio
La gestione del Rischio


High                        Medium Risk                                  High Risk


 I
 M     Share                                            Mitigate & Control
 P
 A                                 Low Risk                           Medium Risk
 C
 T
       Accept                                           Control

Low                                  PROBABILITY                             High
           Fonte: AIIA ­ Applying COSO’s
           Enterprise Risk Management — Integrated Framework
La catalogazione dei Rischi
  Il Framework del Catalogo dei rischi rappresenta: attività, criticità ed effetti
     Sezione 1 ‐ Analitica attività                                                                   Sezione 2 ‐ Rischio                                                                                               Sezione 3 ‐ Effetti e risposte


                                                     Struttura         Classe di             Rischio                          Criticità                                      Criticità                                   Effetto/                                                Proposta 
   Macroattività
                                                   responsabile         rischio             specifico                         interne                                        esterne                                   conseguenza                                              intervento



                                                                                                                                                                   • Modelli di rilevazione fatti con le basi
                                                                                                                    Uffici regionali molto impegnati in altri                                                                                                   Iniziare con i Comuni i cui dati sono disponibili e
                                                                                                                                                                   territoriali della DCET (solo 344 già Gli Uffici regionali non hanno le risorse formate
Rilevazione Numeri Civici (RNC)                       SCD/B       E. organizzazione   E.1.organizzazione attività   progetti e manca la nomina dei referenti                                                                                                    rinviare l’inizio per gli altri (mancata RNC
                                                                                                                                                                   disponibili, 54 disponibili a breve, 106 entro per coordinare la RNC a livello sub regionale
                                                                                                                    RNC                                                                                                                                         non pregiudica il censimento)
                                                                                                                                                                   novembre)

                                                                                                                                                                • Per approvare il PGC e quindi
                                                                                                                    Mancata comunicazione e diffusione del                                                                                                            • Separazione dell'approvazione dei contributi ai
                                                                                                                                                                attribuire le competenze a livello decentrato è
Piano Generale di Censimento                                                                                        soggetto responsabile a redarre il PGC                                                      I Comuni non possono inserire in bilancio Comuni e dell'approvazione della rete organizzativa
                                                      DCCG        J.esogeni           J.1 Relazioni istituzionali                                               necessaria la Conferenza Unificata con
(PGC)                                                                                                               Criticità relative ai tempi di approvazione                                                 preventivo le spese necessarie per fare il censimento (entro 9/2010)
                                                                                                                                                                tempistiche convocazione lunghe e incerte
                                                                                                                    interna e alle eventuali modifiche


                                                                                                                    • Occore l’approvazione del PGC                                                       Rischio ritardi nella costituzione della rete
                                                                                                                                                              Comune dell’Aquila; Comuni                  censuaria con conseguente ritardo:
Costituzione Uffici di Censimento
                                                      SCD/D       E. organizzazione   E.1.organizzazione attività   • Manca la nomina dei referenti regionali alluvionati di Messina; Ufficio regionale a • nel reclutamento del personale ad hoc • nella
(UCC)
                                                                                                                    RIT per carenza risorse negli Uffici Roma (non c’è più)                               formazione del personale della rete • nella richiesta
                                                                                                                    Regionali                                                                             delle LAC


                                                                                                                                                                                                                                                                      • Attingere da liste aperte per velocizzare le
                                                                                                                    • Selezione                                    •Ricorsi
                                                                                                                                                                                                                                                                      procedure di reclutamento;
                                                                                                                    • Concorso                                                                                   Ritardo nell’inserimento del personale nell'attività
Definizione fabbisogno e selezione del personale     DCCG/U       D.personale         D.1. carenza personale
                                                                                                                    • Costituzione commissioni                     • Richiesta proroghe da parte dei neo assunti produttiva
                                                                                                                                                                                                                                                                      • Avvio della formazione (anche per attività
                                                                                                                    • Graduatoria idoneità                         che hanno posticipato l’inserimento
                                                                                                                                                                                                                                                                      gestionali e amministrative collegate ai censimenti)

                                                                                                                                                                 Ritardo nell'individuazione criteri selettivi e di
                                                                                                                                                                                                                    Mancato reclutamento di rilevatori e coordinatori
Requisiti di selezione coordinatori e rilevatori       SCD        E. organizzazione   E.1.organizzazione attività   Tempi di elaborazione della proposta interna tipologia di incarico conseguente al
                                                                                                                                                                                                                    nei tempi previsti
                                                                                                                                                                 coinvolgimento del FP e del MEF
Le azioni di risposta e il monitoraggio
                                   Il report del rischio
      REPORT DI RISCHIO


  PROCESSO


  RISCHIO           COD RISCHIO     CATEGORIA                         DESCRIZIONE RISCHIO




  VALUTAZIONE       PROBABILITA'     IMPATTO       GIUDIZIO FINALE




                Il monitoraggio delle azioni di risposta
                                     Effetti attesi      Indicatore di        Risultati       Periodicità
  Struttura         Azioni di 
                                    della risposta al     risposta al       delle Azioni     rilevazione e 
Responsabile        risposta
                                         rischio            rischio          correttive     aggiornamento
Il Rischio di disastro IT
Il Rischio di disastro IT

La  complessità dei  sistemi  informatici  e 
dell’interazione  tra  i  vari  componenti  software 
impone  alle  aziende  e  alle  pubbliche 
amministrazioni  una  maggiore  attenzione
sull’importanza  della  prevenzione  e  della  gestione 
dei disastri informatici. 
Il  15° Censimento  della  popolazione  e  delle 
abitazioni si avvale di tre sistemi informatici:
1) La gestione della rete dei rilevatori
2) La gestione della rilevazione (7 aree funzionali 
per circa 50 funzionalità)
3) L’acquisizione online dei dati
(Ovviamente) Prevenire è meglio che…


   Un efficace sistema di gestione per la prevenzione     
   di un disastro IT richiede la mappatura:

a)   di tutte le funzionalità previste dai tre sistemi IT 
     del Censimento;
b)   delle infrastrutture tecnologiche del sistema: 
     architetture server, versione degli applicativi in 
     uso etc.;
c)   degli eventuali protocolli di sicurezza, protocolli di 
     business continuity, disaster recovery, backup e 
     restore dei dati e degli applicativi;
(Ovviamente) Prevenire è meglio che…


   Un efficace sistema di gestione per la prevenzione     
   di un disastro IT richiede inoltre la mappatura:

d)  dei  contratti  con  i  fornitori  di  servizi  (Telecom
    Italia)  e  un’analisi  puntuale  di  tutta  la 
    documentazione ufficiale.

   Occorre  inoltre  prevedere  un  efficiente  piano  di 
   test e una prova (simulazione) di crisi.
Legge di Murphy

La definizione di  un sistema di  prevenzione dei rischi 
non  evita  però  che  situazioni  critiche  possano 
verificarsi. 
Legge di Murphy
Cosa fare per gestire e superare la crisi


Prime valutazioni (rescue remedy)

Caos, ovverosia il brainstorming iniziale

   Questo caos non è fine a se stesso, è un’importante 
   fase  di  brainstorming necessaria  a  definire  un 
   piano della crisi. 
Unità di crisi


La task force per la gestione della crisi

Quando costituirla?
Unità di crisi

‐    Un (uno solo) responsabile: questa figura diventa il 
     commander‐in‐chief della crisi;
‐     Staff IT: Progettisti e sviluppatori, esperti database, 
     sistemisti, esperti di sicurezza e team leader;
‐   Il dirigente di collegamento con Telecom Italia;
‐   Il  responsabile  del  Risk Management o  un  suo 
     incaricato;
‐   Un’ombudsman (un uomo che funge da tramite) per i 
     rischi  IT:  una  figura  dirigenziale  rispettata  e 
     autorevole per il personale IT, al quale rivolgersi per 
     esprimere  le  proprie  idee  e  preoccupazioni  sulle 
     attività dell’unità di crisi.
Unità di crisi


E ancora:
‐ Una persona dell’area Comunicazione;
‐ Una  persona  dell’area  Organizzazione,  esperta  di 
   analisi  dei  processi,  descrizione  delle  procedure  e 
   verifiche di auditing;

‐ Eventuali consulenti esterni.

   E’    inoltre     necessario       allertare     l’area 
   Amministrativa affinché possa  procedere  ad 
   eventuali  acquisti  da  effettuare  in  condizioni  di 
   emergenza.
Comunicazione in tempo di crisi


Interna  al  gruppo dell’unità di  crisi:  devono 
sempre  essere  chiari  ruoli,  attività,  esiti  delle 
operazioni e scadenze;

Interna  all’azienda:  anche  i  dipendenti  che  non 
partecipano  all’unità di  crisi  devono  essere 
correttamente informati;

Esterna:  va  definito  un  accurato  piano  di 
comunicazione  con  gli  utenti,  i  media  e  va  posta 
particolare  attenzione  alla  cura  dei  profili 
dell’istituto sui social media (caso Aruba). 
La crisi


Diario della crisi

Gestione del team

Riunioni periodiche
La fine della crisi

Diagnosi e risoluzione del problema;

Test:  prima  di  tornare  online,  l’istituto  deve 
eseguire  accurati  test  sia  internamente  che 
esternamente;

Monitoraggio della messa in produzione;

Reportistica accurata di quanto accaduto;

Comunicazione delle  soluzioni  adottate  e 
condivisione  della  conoscenza  acquisita  nella 
gestione  delle  problematiche  emerse  sia 
internamente che esternamente.
Biblio&Sitografia
ISO/FDIS 31000:2009; ISO/FDIS 31010:2009. Risk management ‐ Principles and guidelines – Risk Assessment
FERMA 2004. Standard of Risk management
ISO/IEC 27005:2008; 27001:2009. Information technology ‐ Information security Risk management ‐ Code of practice
ISO/IEC 16085:2006. System and software engineering ‐ Life cycle processes ‐ Risk management
ACT AS/NZS 4360:2004. Risk management
PD ISO/IEC Guide 73:2002 ‐ Guidelines for use in standards, 2002
BS 31100:2008. Risk Management – Code of Practice
OECD. Corporate Governance Principles. 2004
EUROPEAN COMMISSION. Risk Management ‐ Guide. 04 2008 
DELIBERE C.i.V.I.T nn. 88. 89, 104, 105 e 112
ASSOCIAZIONE ITALIANA INTERNAL AUDITORS, Disegno e funzionamento del sistema di controllo interno, AIIA, 2008
ASSOCIAZIONE ITALIANA INTERNAL AUDITORS/PRICEWATERHOUSECOOPERS. La gestione del rischio aziendale. Sole24 ORE, 2006 
ATTAL J., Sopravvivere alla crisi, Fazi Editore
BRODNITZ G., CURTIS G.A., EMMEL R., Disaster recovery. Non chiedetevi se accadrà, ma quando,, Accenture
FERRUZZI C,  FRONGIA D., Il disastro informatico: come gestire la crisi (SegnalazionIT, 2010)
HINNA L., MONTEDURO F., Amministrazioni pubbliche. Evoluzione e sistemi di gestione. ARACNE, 2006
ISTAT, Commissione Tecnica Risk Management,  La definizione del Framework e della metodologia operativa per l’introduzione del 
processo di Risk Management in Istat, 2010
LEWIS G., Organizational Crisis Management: The Human Factor,, Auerbach Publications
PEZZANI, F. Performance management nelle pubbliche amministrazioni e nelle istituzioni internazionali. EGEA, 2009 
TALEB, N. N. The Black Swan: the Impact of the Highly Improbable. New York. Random House, 2007
TELECOM ITALIA, Piano di Sicurezza per la piattaforma ISTAT, 2010, (documento USO INTERNO)
TELECOM ITALIA, Progetto dei Fabbisogni SPC per Istat, 2010, (documento USO INTERNO)
TELECOM ITALIA ,Piano di Attuazione, 2010, (documento USO INTERNO)
   www.anra.it                             http://www.ferma‐asso.org
   www.aiiaweb.it                          http://rmmagazine.com
   www.oecd.org                            http://delpup.wordpress.com            risk.istat.it
   http://twitter.com/nntaleb              http://www.theirm.org
   http://epp.eurostat.ec.europa.eu        http://www.iso.org

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C. Ferruzzi, D. Frongia: Il Sistema di Risk Management applicato ai Censimenti generali

  • 1. FORUM PA 2011 Il Sistema di Risk Management applicato  ai Censimenti generali Concetta Ferruzzi Daniele Frongia Direzione generale Direzione centrale metodologie e tecnologia
  • 2. I livelli del sistema di controllo interno Indice Parte I.  Parte I.  Il sistema di controllo dei rischi del censimento della popolazione Il sistema di controllo dei rischi del censimento della popolazione 1. Il processo di controllo dei rischi 1. Il processo di controllo dei rischi 2. La valutazione e le misure di gestione dei rischi 2. La valutazione e le misure di gestione dei rischi 3. L’applicazione del sistema di gestione dei rischi al censimento 3. L’applicazione del sistema di gestione dei rischi al censimento della popolazione della popolazione Parte II.  La gestione di una crisi IT nel censimento della popolazione 4. Il sistema IT del censimento della popolazione 4. Il sistema IT del censimento della popolazione 5. Il rischio di un disastro IT 5. Il rischio di un disastro IT 6. La gestione di una crisi per un disastro IT 6. La gestione di una crisi per un disastro IT
  • 3. I livelli del sistema di controllo interno Il  sistema di controllo interno è un  processo finalizzato al  governo ed  al  controllo dell’organizzazione con  l’obiettivo di coordinare i  comportamenti e  farli convergere verso  gli obiettivi strategici. I livello II livello III livello Strumenti a supporto dello sviluppo ed  Strumenti in grado di Strumenti per la valutazione dei il monitoraggio degli obiettivi in  individuare, valutare e gestire processi, degli output e degli termini di efficacia ed efficienza: i rischi outcomes: – TOTAL QUALITY MANAGEMENT (TQM) – STANDARD ORGANIZZATIVI Risk Management sistemi in grado di garantire che il standard dei processi, delle procedure,  supportano la creazione di management e le statistiche prodotte delle carte dei servizi valore mettendo la dirigenza, ai siano di elevata qualità e rispondenti – SISTEMI OPERATIVI diversi livelli decisionali, in  agli standard nazionali ed  pianificazione strategica, budget,  grado di affrontare gli eventi internazionali sistema di programmazione annuale,  futuri che potenzialmente – INTERNAL AUDITING sistema di valutazione delle possono generare rischi processi in grado di fornire la  performance, meccanismi di timely  consentendo di ridurre la  ragionevole assicurazione del  feedback and feed­forward,  probabilità di effetti negativi e  raggiungimento degli obiettivi, la  standardizzazione dei processi,  migliorare le opportunità corrispondenza alle regole ed alle  soddisfazione degli utenti procedure, la salvaguardia del  patrimonio, la prevenzione delle frodi, la  qualità delle informazioni per i processi  di governance
  • 4. Il sistema di controllo del rischio Il Sistema di Controllo del Rischio può essere definito come  “l’insieme delle regole, delle procedure e delle strutture  organizzative volte a consentire, attraverso un adeguato  processo di identificazione, misurazione, gestione e monitoraggio  dei principali rischi, una conduzione dell’azienda (pubblica o  provata) sana, corretta e coerente con gli obiettivi prefissati” . Fonte: Codice di Autodisciplina – Borsa Italiana S.p.A. Comitato per la Corporate Governance ASSOCIAZIONE ITALIANA INTERNAL AUDITORS,  Disegno e funzionamento del sistema di controllo interno, AIIA,  2008
  • 5. Gli Obiettivi strategici del Risk Management in ISTAT Il Sistema di Risk Management insiste sugli obiettivi strategici  fissati dagli  Organi di Governo dell’Istituto: del sostegno alla produzione statistica attraverso processi amministrativi  e gestionali di qualità della “messa in sicurezza” di tutti i Sistemi dell’Istituto dello  sviluppo  del  capitale  umano  e  il  miglioramento  delle  condizioni  di  lavoro del personale La  Direzione  generale  partecipa alla  “messa  in  sicurezza” dell’Istituto  con  la  definizione del  Sistema  di  gestione  dei  Rischi,  progettato,  sperimentato e  applicato dalla  Commissione  tecnica  per  l’introduzione  in  Istat  di  un  Sistema di Risk Management
  • 6. Il Progetto Risk Management ISTAT Il Progetto muove lungo 3 dimensioni: l’organizzazione, con la proposta di articolazione delle competenze e delle interconnessioni tra i Sistemi gestionali il Processo di ERM, con lo sviluppo delle fasi di analisi e trattamento dei rischi organizzativi la formazione e la diffusione, con la crescita della cultura organizzativa della gestione del rischio: risk.istat.it Il framework metodologico di riferimento Il COSO Report prevede per ciascuno step del processo :: Il COSO Report prevede per ciascuno step del processo 1. adeguata identificazione: 1. adeguata identificazione: ­­ rischio potenziale, rischio potenziale, ‐‐ impatto,  impatto,  ‐‐ probabilità di verificarsi, probabilità di verificarsi, ­­ azioni di risposta azioni di risposta 2. chiara assegnazione delle responsabilità coinvolte 2. chiara assegnazione delle responsabilità coinvolte
  • 7. Il Processo del Risk Management Fonte: Australia/New Zealand Standard  4360:2004
  • 8. Le fasi del sistema di gestione del rischio Risk Analysis Risk Risk Risk Assessment Management Monitoring Process Identification Control It Level Share or Activity Measurement Transfer It Level Diversify or Prioritization Entity Level Avoid It
  • 9. Le classi di rischio individuate Le classi  di  rischio identificano le macrocategorie di rischi che deve  affrontare l’Istituto. Una prima ipotesi di classificazione  dei  rischi:  A. rischi legati alla produzione statistica B. rischi legati alla diffusione dei dati statistici  C. rischi connessi alla compliance a leggi, regolamenti e framework internazionali D. rischi legati alle persone  E. rischi connessi all’organizzazione F. rischi tecnologici  G. rischi finanziari ed economici H. rischi materiali e tecnici  I. rischi di immagine e reputazione  J. rischi esogeni
  • 10. I rischi specifici Ogni classe di rischio deve essere suddivisa per identificare  i rischi  specifici che la compongono in modo da realizzare una descrizione più puntuale delle criticità riscontrate all’interno della macrocategoria  relative ai processi e agli asset.  Questa suddivisione in rischi specifici è necessaria  per identificare le  cause dei rischi, la loro natura e gli effetti che possono comportare per  l’Istituto. L’attuale classificazione dei rischi specifici è molto parziale perché è stata determinata in base alle informazioni finora acquisite dalla  Commissione  Per la definizione delle categorie di rischi specifici all’interno della  classe di rischio relativa alla produzione e diffusione statistica, sarà necessaria la collaborazione con la Commissione di audit sulla qualità dei processi statistici, 
  • 12. La gestione del Rischio High Medium Risk High Risk I M Share Mitigate & Control P A Low Risk Medium Risk C T Accept Control Low PROBABILITY High Fonte: AIIA ­ Applying COSO’s Enterprise Risk Management — Integrated Framework
  • 13. La catalogazione dei Rischi Il Framework del Catalogo dei rischi rappresenta: attività, criticità ed effetti Sezione 1 ‐ Analitica attività Sezione 2 ‐ Rischio Sezione 3 ‐ Effetti e risposte Struttura  Classe di  Rischio  Criticità Criticità Effetto/  Proposta  Macroattività responsabile rischio specifico interne esterne conseguenza intervento • Modelli di rilevazione fatti con le basi Uffici regionali molto impegnati in altri Iniziare con i Comuni i cui dati sono disponibili e territoriali della DCET (solo 344 già Gli Uffici regionali non hanno le risorse formate Rilevazione Numeri Civici (RNC) SCD/B E. organizzazione E.1.organizzazione attività progetti e manca la nomina dei referenti rinviare l’inizio per gli altri (mancata RNC disponibili, 54 disponibili a breve, 106 entro per coordinare la RNC a livello sub regionale RNC non pregiudica il censimento) novembre) • Per approvare il PGC e quindi Mancata comunicazione e diffusione del • Separazione dell'approvazione dei contributi ai attribuire le competenze a livello decentrato è Piano Generale di Censimento soggetto responsabile a redarre il PGC I Comuni non possono inserire in bilancio Comuni e dell'approvazione della rete organizzativa DCCG J.esogeni J.1 Relazioni istituzionali necessaria la Conferenza Unificata con (PGC) Criticità relative ai tempi di approvazione preventivo le spese necessarie per fare il censimento (entro 9/2010) tempistiche convocazione lunghe e incerte interna e alle eventuali modifiche • Occore l’approvazione del PGC Rischio ritardi nella costituzione della rete Comune dell’Aquila; Comuni censuaria con conseguente ritardo: Costituzione Uffici di Censimento SCD/D E. organizzazione E.1.organizzazione attività • Manca la nomina dei referenti regionali alluvionati di Messina; Ufficio regionale a • nel reclutamento del personale ad hoc • nella (UCC) RIT per carenza risorse negli Uffici Roma (non c’è più) formazione del personale della rete • nella richiesta Regionali delle LAC • Attingere da liste aperte per velocizzare le • Selezione •Ricorsi procedure di reclutamento; • Concorso Ritardo nell’inserimento del personale nell'attività Definizione fabbisogno e selezione del personale DCCG/U D.personale D.1. carenza personale • Costituzione commissioni • Richiesta proroghe da parte dei neo assunti produttiva • Avvio della formazione (anche per attività • Graduatoria idoneità che hanno posticipato l’inserimento gestionali e amministrative collegate ai censimenti) Ritardo nell'individuazione criteri selettivi e di Mancato reclutamento di rilevatori e coordinatori Requisiti di selezione coordinatori e rilevatori SCD E. organizzazione E.1.organizzazione attività Tempi di elaborazione della proposta interna tipologia di incarico conseguente al nei tempi previsti coinvolgimento del FP e del MEF
  • 14. Le azioni di risposta e il monitoraggio Il report del rischio REPORT DI RISCHIO PROCESSO RISCHIO COD RISCHIO CATEGORIA DESCRIZIONE RISCHIO VALUTAZIONE PROBABILITA' IMPATTO GIUDIZIO FINALE Il monitoraggio delle azioni di risposta Effetti attesi  Indicatore di  Risultati  Periodicità Struttura  Azioni di  della risposta al  risposta al  delle Azioni  rilevazione e  Responsabile risposta rischio rischio correttive aggiornamento
  • 15. Il Rischio di disastro IT
  • 16. Il Rischio di disastro IT La  complessità dei  sistemi  informatici  e  dell’interazione  tra  i  vari  componenti  software  impone  alle  aziende  e  alle  pubbliche  amministrazioni  una  maggiore  attenzione sull’importanza  della  prevenzione  e  della  gestione  dei disastri informatici.  Il  15° Censimento  della  popolazione  e  delle  abitazioni si avvale di tre sistemi informatici: 1) La gestione della rete dei rilevatori 2) La gestione della rilevazione (7 aree funzionali  per circa 50 funzionalità) 3) L’acquisizione online dei dati
  • 17. (Ovviamente) Prevenire è meglio che… Un efficace sistema di gestione per la prevenzione      di un disastro IT richiede la mappatura: a)   di tutte le funzionalità previste dai tre sistemi IT  del Censimento; b)   delle infrastrutture tecnologiche del sistema:  architetture server, versione degli applicativi in  uso etc.; c)   degli eventuali protocolli di sicurezza, protocolli di  business continuity, disaster recovery, backup e  restore dei dati e degli applicativi;
  • 18. (Ovviamente) Prevenire è meglio che… Un efficace sistema di gestione per la prevenzione      di un disastro IT richiede inoltre la mappatura: d)  dei  contratti  con  i  fornitori  di  servizi  (Telecom Italia)  e  un’analisi  puntuale  di  tutta  la  documentazione ufficiale. Occorre  inoltre  prevedere  un  efficiente  piano  di  test e una prova (simulazione) di crisi.
  • 19. Legge di Murphy La definizione di  un sistema di  prevenzione dei rischi  non  evita  però  che  situazioni  critiche  possano  verificarsi. 
  • 21. Cosa fare per gestire e superare la crisi Prime valutazioni (rescue remedy) Caos, ovverosia il brainstorming iniziale Questo caos non è fine a se stesso, è un’importante  fase  di  brainstorming necessaria  a  definire  un  piano della crisi. 
  • 23. Unità di crisi ‐ Un (uno solo) responsabile: questa figura diventa il  commander‐in‐chief della crisi; ‐ Staff IT: Progettisti e sviluppatori, esperti database,  sistemisti, esperti di sicurezza e team leader; ‐ Il dirigente di collegamento con Telecom Italia; ‐ Il  responsabile  del  Risk Management o  un  suo  incaricato; ‐ Un’ombudsman (un uomo che funge da tramite) per i  rischi  IT:  una  figura  dirigenziale  rispettata  e  autorevole per il personale IT, al quale rivolgersi per  esprimere  le  proprie  idee  e  preoccupazioni  sulle  attività dell’unità di crisi.
  • 24. Unità di crisi E ancora: ‐ Una persona dell’area Comunicazione; ‐ Una  persona  dell’area  Organizzazione,  esperta  di  analisi  dei  processi,  descrizione  delle  procedure  e  verifiche di auditing; ‐ Eventuali consulenti esterni. E’ inoltre  necessario  allertare l’area  Amministrativa affinché possa  procedere  ad  eventuali  acquisti  da  effettuare  in  condizioni  di  emergenza.
  • 25. Comunicazione in tempo di crisi Interna  al  gruppo dell’unità di  crisi:  devono  sempre  essere  chiari  ruoli,  attività,  esiti  delle  operazioni e scadenze; Interna  all’azienda:  anche  i  dipendenti  che  non  partecipano  all’unità di  crisi  devono  essere  correttamente informati; Esterna:  va  definito  un  accurato  piano  di  comunicazione  con  gli  utenti,  i  media  e  va  posta  particolare  attenzione  alla  cura  dei  profili  dell’istituto sui social media (caso Aruba). 
  • 27. La fine della crisi Diagnosi e risoluzione del problema; Test:  prima  di  tornare  online,  l’istituto  deve  eseguire  accurati  test  sia  internamente  che  esternamente; Monitoraggio della messa in produzione; Reportistica accurata di quanto accaduto; Comunicazione delle  soluzioni  adottate  e  condivisione  della  conoscenza  acquisita  nella  gestione  delle  problematiche  emerse  sia  internamente che esternamente.
  • 28. Biblio&Sitografia ISO/FDIS 31000:2009; ISO/FDIS 31010:2009. Risk management ‐ Principles and guidelines – Risk Assessment FERMA 2004. Standard of Risk management ISO/IEC 27005:2008; 27001:2009. Information technology ‐ Information security Risk management ‐ Code of practice ISO/IEC 16085:2006. System and software engineering ‐ Life cycle processes ‐ Risk management ACT AS/NZS 4360:2004. Risk management PD ISO/IEC Guide 73:2002 ‐ Guidelines for use in standards, 2002 BS 31100:2008. Risk Management – Code of Practice OECD. Corporate Governance Principles. 2004 EUROPEAN COMMISSION. Risk Management ‐ Guide. 04 2008  DELIBERE C.i.V.I.T nn. 88. 89, 104, 105 e 112 ASSOCIAZIONE ITALIANA INTERNAL AUDITORS, Disegno e funzionamento del sistema di controllo interno, AIIA, 2008 ASSOCIAZIONE ITALIANA INTERNAL AUDITORS/PRICEWATERHOUSECOOPERS. La gestione del rischio aziendale. Sole24 ORE, 2006  ATTAL J., Sopravvivere alla crisi, Fazi Editore BRODNITZ G., CURTIS G.A., EMMEL R., Disaster recovery. Non chiedetevi se accadrà, ma quando,, Accenture FERRUZZI C,  FRONGIA D., Il disastro informatico: come gestire la crisi (SegnalazionIT, 2010) HINNA L., MONTEDURO F., Amministrazioni pubbliche. Evoluzione e sistemi di gestione. ARACNE, 2006 ISTAT, Commissione Tecnica Risk Management,  La definizione del Framework e della metodologia operativa per l’introduzione del  processo di Risk Management in Istat, 2010 LEWIS G., Organizational Crisis Management: The Human Factor,, Auerbach Publications PEZZANI, F. Performance management nelle pubbliche amministrazioni e nelle istituzioni internazionali. EGEA, 2009  TALEB, N. N. The Black Swan: the Impact of the Highly Improbable. New York. Random House, 2007 TELECOM ITALIA, Piano di Sicurezza per la piattaforma ISTAT, 2010, (documento USO INTERNO) TELECOM ITALIA, Progetto dei Fabbisogni SPC per Istat, 2010, (documento USO INTERNO) TELECOM ITALIA ,Piano di Attuazione, 2010, (documento USO INTERNO) www.anra.it http://www.ferma‐asso.org www.aiiaweb.it http://rmmagazine.com www.oecd.org http://delpup.wordpress.com risk.istat.it http://twitter.com/nntaleb http://www.theirm.org http://epp.eurostat.ec.europa.eu http://www.iso.org