Ice - Roma, 19 luglio 2012
Presentazione del Rapporto Ice 2011-2012 e dell'Annuario statistico Istat-Ice 2011 "Commercio estero e attività internazionali delle imprese 2011", che consente un accesso approfondito ai dati sugli scambi con l'estero delle merci e dei servizi, oltre a quelli relativi agli investimenti diretti esteri
"La Puglia tra crisi e rinascita: ecco i campioni regionali che sfidano la co...Fabiola Gnocchi
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E. Giovannini, Annuario Istat-Ice 2011, Le informazioni statistiche sul commercio estero e sulle attività internazionali delle imprese
1. Presentazione del Rapporto Ice 2011-2012 e dell’Annuario
statistico Istat-Ice 2011
Annuario Istat-Ice 2011
Le informazioni statistiche
sul Commercio estero
e sulle Attività Internazionali
delle imprese
Enrico Giovannini
Roma, 19 luglio 2012
2. L’Annuario e lo sviluppo delle informazioni statistiche
sul commercio estero e le attività internazionali delle Imprese
■ Quattordicesima edizione dell’annuario: consolidata collaborazione
tra ricercatori e tecnici Istat e ICE, con la collaborazione di Banca d’Italia.
■ L’annuario ed il Rapporto Istat-ICE sono un prodotto di eccellenza
nell’ambito del Sistan: utile “bussola” per orientare le scelte di operatori
e policy makers nel contesto sempre più complesso ed incerto dei mercati
internazionali.
■ In un quadro di indicatori e tavole statistiche oramai consolidato
sono state introdotte alcune innovazioni: ampliamento della lista
dei paesi, ricostruzione delle serie storiche sull’interscambio di servizi,
miglioramento della qualità delle statistiche sull’interscambio di merci
per mezzo di trasporto.
■ Necessità di ripensare al contenuto e alla veste editoriale dell’annuario
in previsione della quindicesima edizione?
Quali sono i suggerimenti dal mondo degli operatori?
Roma, 19 luglio 2012
3. L’evoluzione del commercio estero nel 2011
L’eredità del passato
■ Nel 2009 la crisi internazionale ha prodotto una rilevate, ma omogenea
caduta dei flussi di interscambio (oltre il 20%), con effetti contenuti
sul deficit commerciale.
■ Nel 2010 si realizza un significativo recupero nei livelli di interscambio,
con un rilevante ampliamento del deficit commerciale (- 30 miliardi), data
la più ampia crescita dell’import (+23,4%) rispetto all’export (+15,6%).
Il commercio estero nel 2011: crescita più contenuta ma equilibrata
■ Pieno recupero dei livelli di interscambio pre-crisi internazionale,
con modalità di crescita più equilibrate: l’espansione delle esportazioni
è ancora forte (+11,4%), mentre quella delle importazioni rallenta (+9,0%).
■ Parziale riduzione del deficit commerciale con l’estero: -24,6 miliardi.
Un segnale positivo proviene dal consistente ampliamento dell’avanzo
commerciale nell’interscambio di prodotti non energetici: da 22 miliardi
nel 2010 a quasi 37 miliardi nel 2011.
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4. Le tendenze in atto nei primi cinque mesi del 2012
■ In un contesto di elevata incertezza sulle prospettive di crescita
del commercio mondiale, continua anche nei primi mesi del 2012
l’espansione delle nostre esportazioni (+3,9% rispetto al 2011).
■ I mercati extra UE trainano la crescita (+9,3%): segnali positivi
ma “instabili” vengono sia dai paesi emergenti (EDA +9,1%), sia
da economie avanzate quali Stati Uniti (+15,1%) e Giappone (+19,8%).
■ La flessione delle importazioni (-5,5%) consente una sostanziale
riduzione del deficit commerciale: -2,6 miliardi rispetto ai -18,2 miliardi
dello stesso periodo del 2011.
■ La potenziale convergenza verso un equilibrio nei conti con l’estero (saldi
positivi a marzo e maggio 2012) avviene in presenza di rilevanti pressioni
dal lato dei prezzi delle materie prime energetiche e non energetiche.
■ Il contributo maggiore al riequilibrio nei conti con l’estero è quindi
da attribuire alla capacità del nostro sistema delle imprese esportatrici
di ampliare in modo considerevole l’avanzo nell’interscambio di prodotti
non energetici: +25,5 miliardi, tre volte più ampio rispetto allo stesso
periodo del 2011.
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5. Le tendenze in atto nei primi cinque mesi del 2012
■ L’ampliamento degli indicatori destagionalizzati sul commercio
con l’estero, recentemente realizzato dall’Istat, consente di monitorare
in modo più accurato e tempestivo le dinamiche più recenti e di migliorare
la valutazione dell’andamento ciclico del commercio estero.
■ I nuovi indicatori consentono analisi “incrociate” per principali
raggruppamenti di industrie (RPI) e principali aree di interscambio
(paesi Ue ed extra Ue).
■ Nell’ultimo bimestre la sostenuta
crescita congiunturale delle esportazioni
verso i paesi extra UE (+4,0%) è
trainata dai beni strumentali (+10,3%)
e dai beni di consumo durevoli (+3,6%).
■ La contenuta flessione dell’export verso
l’area Ue (-0,5%) è contrastata dalla
crescita delle vendite di beni strumentali
(+1,4%) e di beni di consumo
non durevoli (+0,8%).
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6. Grado di apertura internazionale e mutamenti strutturali
nel commercio con l’estero
■ Il 2011 è il primo anno dell’ultimo
decennio in cui le esportazioni “nette”
forniscono il più ampio contributo
positivo alla crescita del Pil.
■ Si riduce la capacità di attivazione
della domanda estera sulle produzioni
nazionali, ma si ampliano le
opportunità di crescita tramite una
maggiore interconnessione produttiva
tra paesi.
■ Il grado di apertura internazionale
dell’Italia, sia in termini di merci, ma
soprattutto di servizi e IDE, è più
contenuto rispetto a quello dei
principali partner europei.
Sussistono pertanto ampi margini di
crescita con l’ausilio di opportuni
strumenti di politica economica.
Roma, 19 luglio 2012
7. Grado di apertura internazionale e mutamenti strutturali
nel commercio con l’estero
■ La specializzazione internazionale nell’Italia si conferma dominata
dai settori tradizionali e della meccanica strumentale; emergono alcune
nicchie “trasversali” legate a potenziali sinergie di conoscenze
e competenze tra settori.
■ Il Made in Italy sta tuttavia rapidamente cambiando “pelle”: crescono
gli scambi intra-industriali e soprattutto l’interscambio di prodotti intermedi;
la logica della competizione internazionale sembra spostarsi
dal settore alle filiere/catene internazionali del valore.
■ Quali sono le implicazioni analitiche e statistiche di questi mutamenti?
Nuovi indicatori ed analisi: trade by task, analisi delle Global Value Chains
(Gruppo di lavoro OECD sulla globalizzazione coordinato dall’Italia-Istat).
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8. La dinamica delle imprese esportatrici nel 2011-2012
Importanza dell’analisi delle dinamiche individuali delle imprese
a complemento di quella dei flussi aggregati: Panel di imprese esportatrici
(44 mila imprese, rappresentative del 96% dell'export manifatturiero),
monitorate fino a maggio 2012.
Gen.-mag.'11-gen.-mag.’12 (% di unità con export in aumento)
1-9 addetti 10-49 addetti 50-249 addetti 250 + Totale
Beni di consumo durev oli 47,6 48,8 49,6 51,9 48,5
Beni di consumo non durev oli 48,0 49,3 55,1 61,9 49,8
Prodotti intermedi 47,5 47,8 46,9 42,3 47,4
Beni strumentali 50,0 51,2 53,0 46,9 51,1
M ercati U e 42,9 45,5 45,5 44,4 45,0
M ercati Ex tra U e 57,9 60,6 65,5 69,6 61,0
Totale panel 48,3 49,4 50,7 49,1 49,3
F o nt :
e Is tat, R e gis tro s tatis tic o d e l e im p re s e attive ; S tatis tic h e d e l c o m m e rc io c o n l s te ro
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Incidenza delle imprese in crescita nettamente superiore per i mercati
extra-Ue, soprattutto per le medie e grandi imprese.
Le imprese esposte sui mercati Ue non mostrano significative differenze
dimensionali nella propensione alla crescita.
Roma, 19 luglio 2012
9. La crescita netta dell’export l deriva da una forte contrapposizione
tra i contributi delle imprese in espansione (+13%) e di quelle
in contrazione (-11,7%).
Anche sui mercati extra-Ue (+4,8% la crescita netta dell’export) emerge
una forte polarizzazione dei contributi positivi e negativi (+14,6% e -9,8%),
segnale di intensi fenomeni di ricomposizione dell’export.
Panel di imprese esportatrici - gen.-mag.'11-gen.-mag.’12
(contributi alla variazione dell’export per le imprese in crescita e per quelle in contrazione)
250 addetti e Variazione
1-9 addetti 10-49 addetti 50-249 addetti oltre tendenziale
Imprese in aumento
M ercati U e 0,3 2,3 3,8 4,3 10,8
M ercati ex tra U e 0,4 2,4 4,0 7,8 14,6
M ondo 0,5 2,6 4,1 5,7 13,0
Imprese in diminuzione
M ercati U e -0,4 -2,7 -3,5 -5,3 -11,9
M ercati ex tra U e -0,4 -1,7 -3,2 -4,5 -9,8
M ondo -0,5 -2,5 -3,7 -5,0 -11,7
Totale imprese del panel
M ercati U e -0,1 -0,3 0,3 -0,9 -1,1
M ercati ex tra U e 0,0 0,7 0,8 3,3 4,8
M ondo 0,0 0,1 0,4 0,7 1,3
F o nt :
e Is tat, R e g is tro s tatis tic o d e l e im p re s e attive ; S tatis tic h e d e l c o m m e rc io c o n l s te ro
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Roma, 19 luglio 2012
10. Focus su alcuni paesi: tendenze fortemente differenziate
nei contributi alla variazione dell’export delle imprese in crescita
e di quelle in flessione. Impatto differenziato delle grandi imprese.
Germania: incidenza imprese in aumento 48,7%. Contributo
imprese in crescita +14,4%, in diminuzione -12,6%. Variazione netta
+1,9%. Contributo netto grandi imprese +1,4%, PMI +0,5%.
Stati Uniti: incidenza imprese in aumento 54%. Contributo
imprese in crescita +29,6% , in diminuzione -13,8%. Variazione netta
+15,8%. Contributo netto grandi imprese +11,4%, PMI +4,4%.
Cina: incidenza imprese in aumento 49,2%. Contributo imprese
in crescita +22,4%, in diminuzione -44,1%. Variazione netta -21,7%.
Contributo netto grandi imprese -10%, PMI -11,7%.
Russia: quota imprese in aumento 53,1%. Contributo imprese
in crescita 28,9%, in diminuzione -26,9%. Variazione netta +2%.
Contributo netto grandi imprese +0,4%, PMI +1,6%.
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11. L’accesso al credito per le imprese manifatturiere
Probabilità stimata di razionamento del credito nell’industria manifatturiera,
per dimensione d’impresa - Anni 2008 - 2012
18 Piccole imprese
Medie e grandi imprese
16
14
12
10
8
6
4
2
0
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2008 2009 2010 2011 2012
Tra gennaio e giugno 2012, per le medie e grandi imprese la probabilità
di non ricevere il credito richiesto cala dal 12,5% al 6,9%), risultando
comunque più alta di quella stimata per la prima metà del 2011.
Roma, 19 luglio 2012
12. L’alleviamento delle tensioni creditizie non ha coinvolto le piccole imprese,
per le quali la probabilità di razionamento non ha registrato alcun recupero
dalla stretta creditizia della fine del 2011.
Il divario di accesso al credito tra piccole e medio-grandi imprese
va quindi ampliandosi. A giugno ha raggiunto livelli paragonabili
a quelli della seconda metà del 2009.
Dal punto di vista settoriale, le stime della probabilità di razionamento
indicano che i comparti più esposti al rischio di non ottenere il credito
sono: Autoveicoli, Altri mezzi di trasporto, Legno, Pellami.
Dalle stime della probabilità di razionamento è poi possibile ricavare,
per il settore manifatturiero, un indicatore di credit crunch che misura
il grado di tensione nei rapporti banca-impresa dovuto ai fattori di offerta
sul mercato del credito.
I risultati del modello non evidenziano effetti differenziali (positivi
o negativi) associati all’attività di esportazione.
Roma, 19 luglio 2012
13. Indicatore stimato di credit crunch - Anni 2008-2012
0,6
0,4
0,2
0
-0,2
-0,4
-0,6
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2008 2009 2010 2011 2012
Un indicatore della presenza (e dell’intensità) di credit crunch mostra che,
nel primo semestre 2012, le tensioni sul mercato creditizio dovute a fattori
di offerta hanno registrato un lieve miglioramento, sebbene l’indicatore
si mantenga su livelli ancora molto elevati.
Roma, 19 luglio 2012
14. Verso un’informazione statistica direttamente fruibile
dalle imprese esportatrici: il portale delle imprese
■ Le informazioni presenti nell’Annuario Istat-ICE includono un ampio
insieme di dati relativi alla struttura e alla presenza nei mercati
degli operatori sul commercio estero.
■ Questi dati presentano un elevato potenziale informativo, non solo
per analisi di tipo strutturale, ma anche di tipo congiunturale.
■ In particolare, informazioni di tipo statistico tutelate per la riservatezza,
possono essere utilmente impiegate dagli operatori del commercio
con l’estero per realizzare un benchmarking della loro performance
sui mercati esteri rispetto ad un insieme di operatori con caratteristiche
simili (per mercato, prodotto e dimensione).
■ Il progetto “Portale delle imprese”, in corso di avanzata
sperimentazione, consente già di ottenere alcune anticipazioni
sulle informazioni che saranno rese disponibili agli utenti
che si qualificano come rispondenti ad indagini Istat
(inclusi gli operatori all’export).
Roma, 19 luglio 2012