2. Indice
1. Introduzione
2. La crisi dei matrimoni
3. Nascite: tra rinvio e rinuncia
4. Arrivi e partenze
5. In sintesi
3. Negli anni della crisi
- aumentano i disoccupati;
- diminuisce la spesa media mensile familiare;
- aumenta la proporzione di famiglie con risorse economiche scarse o assolutamente
insufficienti;
- cresce la quota di famiglie che non riescono a risparmiare e di quelle che non riescono
a far fronte a spese impreviste;
- raddoppia il numero delle famiglie in povertà assoluta.
In un periodo così difficile si sono modificati anche i comportamenti demografici della
popolazione italiana? Le nascite stanno diminuendo? Gli elevati livelli di incertezza
stanno ulteriormente rallentando i processi di formazione delle unioni da parte dei
giovani? Si è continuato a sposarsi, fare figli, separarsi e migrare come negli anni
precedenti la crisi?
.
1. Introduzione
5. La diminuzione dei matrimoni (in atto
dal 1972) si amplifica durante l’attuale
crisi economica.
Diminuzione particolarmente intensa
alle età più giovani a fronte di un
incremento alle età più avanzate
(almeno fino agli anni della crisi).
2. La crisi dei matrimoni
Tasso di primo nuzialità femminile (TNTPMx1000 donne)
6. Se i matrimoni diminuiscono, le unioni libere si diffondono sempre di più:
erano l’1,6% delle coppie nel 1993, il 4,6% nel 2007 e il 7% nel 2012 (8,7% nel
Nord-ovest; 10,5% Nord-est e solo il 3% al Sud).
La crescita è ancora più evidente tra i giovani:
Sul totale delle coppie con donna di età 15-34, le unioni more uxorio passano
dal 9,9% del 2007 al 16,2% del 2012.
In sostanza, sembra che la crisi abbia spinto i giovani, più che in passato, a optare
per una forma meno vincolante e costosa di far famiglia dato dalla convivenza
more uxorio.
2. La crisi dei matrimoni
7. La rottura del matrimonio cambia forma
I divorzi smettono di crescere e nel 2012 si assiste a una diminuzione.
Le separazioni legali continuano ad aumentare, sebbene più lentamente che in passato.
Crescono in maniera più sostenuta le separazioni di fatto (non colte da dati amministrativi)
Separazioni e divorzi per 1.000 matrimoni
Ad esempio, i dati d’indagine (Aspetti
della vita quotidiana) mostrano come
dal 2007 al 2012, fra le donne che ha
sperimentato la fine di un’unione
coniugale, la quota di quelle che si
dichiarano separate di fatto è
aumentata dal 31 al 36% .
2. La crisi dei matrimoni
8. La «ripresina» iniziata nella seconda
metà degli anni ‘90 si è
bruscamente interrotta negli anni
della crisi.
3. Nascite: tra rinvio e rinuncia
TFT
9. TFT per ripartizione geografica
La «ripresina» iniziata nella seconda
metà degli anni ‘90 si è
bruscamente interrotta negli anni
della crisi.
Ribaltamento delle differenze
territoriali.
Variazione percentuale dei TFT per
ordine di nascita e ripartizione. Anni
2008-2012.
Analisi per ordine di nascita
Nord-ovest variazione negative per il
primo ordine e positive per ordini
successivi (soprattutto terzo figlio)
Sud positive per il primo e negative per
successivi.
3. Nascite: tra rinvio e rinuncia
10. La crisi sembra agire nel verso di una procrastinazione ancora più accentuata delle nascite,
soprattutto per le generazioni più recenti, le più colpite dalla crisi dell’occupazione.
Variazioni percentuali dei tassi di fecondità specifici per età
relativi al totale dei nati e a quelli di 1° ordine. Anni 2008-2012
Dati di indagine (Indagine campionaria sulle nascite e sulle madri, 2012) Il
21% delle madri ha dichiarato che la crisi le ha portate a rinunciare o a
posporre la nascita di un ulteriore figlio, mentre per il 16% delle madri non
coniugate ha avuto un impatto negativo sulla decisione di sposarsi, rinviata a
data da destinarsi.
3. Nascite: tra rinvio e rinuncia
Età media delle madri al parto
11. Le migrazioni internazionali
La capacità di attrazione dell’UE rimane elevata anche negli anni della crisi. La crisi
ha inciso non tanto sull’entità dei flussi quanto sulle direzioni.
Italia
- riduzione nel numero di ingressi
(da 558mila nel 2007 a 277 mila
nel 2014)
- Aumento delle emigrazioni (da
65 mila nel 2007 a 136mila nel
2014, di cui circa due terzi sono
italiani)
- Saldo migratorio che scende da
+493mila a +141mila
4. Arrivi e partenze
13. Nuovi permessi di soggiorno rilasciati a cittadini
non-UE per motivo del rilascio
Crescita di permessi di lavoro nel
2009-10 legata alla regolarizzazione
prevista con legge n.102 del 2009
circoscritta a colf e assistenti alla
persona che ha dato luogo a circa
300 mila istanze di emersione, in
gran parte accolte.
Tracollo di ingressi per lavoro
(dimezzato rispetto ai valori del
2007-08) nonostante una nuova
regolarizzazione nel 2012 (d.lgs.
109) e aumento di ingressi per
motivi familiari
4. Arrivi e partenze
14. Cancellazioni di italiani verso l’estero.
Cancellazioni di lombardi verso l’estero.
4. Arrivi e partenze
La nuova emigrazione italiana
15. Tassidiemigratorietàtotale
Regioni settentrionali
Emigratorietà verso l’estero dei propri
residenti cresce costantemente con
un’accelerazione ulteriore negli ultimi
due anni.
Mezzogiorno
Declino dell’emigratorietà dopo la
metà del decennio passato, con una
ripresa solo negli ultimi due anni.
Uomini
Donne
4. Arrivi e partenze
16. Persistente polarizzazione Sud-Nord
nella mobilità interna di lungo raggio.
Peggioramento più marcato della
ricchezza, occupazione e consumi al
sud.
In tendenziale (leggero) aumento
soprattutto grazie alla maggiore
mobilità della componente straniera.
Tuttavia, la propensione alla mobilità
degli stranieri è in calo (effetto crisi o
effetto stabilità?)
Tassi di mobilità (per 1000).
4. Arrivi e partenze
Saldo migratorio (iscrizioni-
cancellazioni) con il resto d’Italia.
Anni 2008-2012
La mobilità interna
17. La crisi
- rallenta il processo di formazione familiare, riduce i matrimoni, favorisce la diffusione
di forme di unioni meno vincolanti e costose rispetto al matrimonio e percorsi di
dissoluzione del matrimonio meno esosi;
- accentua il ritardo alla nascita dei figli, soprattutto tra i più giovani, riduce la fecondità
complessiva;
- rallenta gli arrivi di stranieri per lavoro e fa crescere le partenze per l’estero di italiani,
soprattutto se residenti nelle regioni settentrionali.
5. Sintesi
Le tracce della crisi resteranno visibili a lungo sulla popolazione italiana degli anni a
venire sia perché modificano i comportamenti e le strutture familiari, sia perché
accentuano il processo di invecchiamento in atto (soprattutto nelle regioni
meridionali).
18. Grazie
roberto.impicciatore@unimi.it
Rapporto sulla popolazione. L’Italia nella crisi economica.
Associazione Italiana per gli Studi di Popolazione – Società
Italiana di Statistica (AISP – SIS). Curato da Alessandra De
Rose e Salvatore Strozza.
Il Mulino, Bologna, 2015.
19. Speranza di vita (in anni)
Il nostro paese ha valori della speranza di
vita tra i più alti d’Europa, maggiori anche
ai livelli di paesi dove la crisi economica ha
avuto sicuramente un impatto minore.
La vita media continua a crescere anche
negli anni della crisi (soprattutto nel NO).
Maschi
Femmine