Ognuno ha accesso a strumenti di espressione, che sono semplici, economici e diffusi
Condividiamo il nostro punto di vista sul mondo, le nostre esperienze, le nostre competenze
Interagiamo con i contenuti altrui, alimentiamo conversazioni, costruiamo ponti tra specializzazioni e sguardi sul mondo differenti
Dentro internet non c’è più il filtro centralizzato dei media di massa, ognuno ha la responsabilità di filtrare per se stesso e, attraverso la propagazione delle proprie scelte, di contribuire alla selezione comunitaria di quanto raccoglie interesse diffuso
In due parole: diventiamo nodi attivi di una rete
Una rete che è globale
E che negli ultimi 15 anni ha visto moltiplicarsi i nodi. Ogni persona connessa alla rete è un nodo, che attiva relazioni con altri nodi in funzione dei propri interessi e delle proprie necessità
Le relazioni travalicano i confini nazionali e danno vita a una rete di scambi, costantemente sollecitata dalle azioni di ogni singolo nodo. Quando si dice che internet è un luogo virtuale… non è vero, internet vive in quel groviglio di rilanci, di relazioni, che è un luogo sociale reale quanto lo sono le nostre piazze e i nostri bar
La rete è fatta di nodi e di relazioni, dicevamo. I pallini sono i nodi, siamo noi, il groviglio di rette sono le relazioni che ci uniscono gli uni agli altri
Ogni nodo è parte di diverse comunità dentro le quali gioca ruoli diversi, ha visibilità diverse, ha funzioni diverse
Questo forma una geografia molto particolare, che prescinde dai confini geografici tradizionali. Persone di nazionalità diverse si ritrovano nodi contigui all’interno di ambienti e comunità condivisi. La rete non è fatta di centri, ma di miriadi di
nicchie
Comunità organizzate intorno a idee, eventi, specializzazioni
Questo ci porta a un paradosso tutto sommato inedito per la società contemporanea
Siamo in grado di vedere in tempo quasi reale le immagini di un aereo ammarato miracolosamente sul fiume Hudson
Ma non siamo in grado di conoscere, attraverso la stessa infrastruttura di comunicazione, gli orari dell’ortofrutta in fondo alla via. (D’accordo, possiamo scendere e andare a vedere, ma non è questo il punto)
Possiamo consultare il tabellone dei voli in arrivo a Heathrow
Ma spesso non veniamo a sapere per tempo la programmazione di un laboratorio creativo a cui portare i nostri bimbi
Il livello di dettaglio è sempre più profondo
All’inizio i nodi erano talmente pochi che il nostro scenario era necessariamente il mondo intero
continente
nazione
regione
città
E oggi, qui vi volevo portare, sempre più spesso cominciamo a contare un numero sufficiente di nodi anche a livello di quartiere
I nostri vicini sono arrivati in rete e oggi possiamo cominciare a costruire reti di relazioni anche in una dimensione non soltanto locale (la città) ma iperlocale (il quartiere, la singola via). Il punto non è sostituire i rapporti personali con quelli mediati dai computer, ma portare i processi virtuosi di internet, attivare il sistema operativo per le relazioni anche nel nostro condominio
L’ultima nicchia possibile è quella delle comunità unite dall’appartenenza a un territorio
Tutto quello che abbiamo detto fin qui ha implicazioni piuttosto interessanti per i flussi di comunicazione legati al territorio. L’informazione, per esempio.
Aggregare i flussi esistenti
Favorire la creazione di nuovi flussi, tanti quanti sono i cittadini, le istituzioni, le aziende, le associazioni di un territorio
L’altra grande fronte in cui le dinamiche iperlocali possono generare valore in modo innnovativo è quello dell’amministrazione locale, il governo del territorio
Un’espressione cara alla politica è “fare rete”. Bene, è giunto il momento di prenderla sul serio
Ancora oggi abbiamo un bene relativamente scarso, la connettività, e un bene talmente abbondante da andare sprecato, l’informazione. Affrontare il primo ci mette nelle condizioni di dominare il secondo e mettere in circolo esperienze e competenze altrimenti disperse.
Si tratta, in altre parole, di trasferire la complessità di un territorio in un ambiente in cui la gestione sia più agevole: per fare questo è necessario – ricorrendo a una locuzione che piace molto alle amministrazioni locali – fare rete.
Se la città è una rete sociale, dotare ciascun nodo di una connessione (dunque della cittadinanza digitale ) significa proiettare su Internet una mappa della realtà locale, con tutti i vantaggi che si ottengono in fatto di velocità, bidirezionalità e uniformità di scambio delle informazioni
La città in Rete sarebbe un classico esempio di applicazione basata su rete sociale, un social network in cui una volta tanto lo scopo non sarebbe soltanto quello di incontrare amici, pubblicare fotografie e video o cercare lavoro ( LinkedIn ), ma di diventare protagonisti di un territorio e rappresentarne la complessità
Le reti sociali ci stanno educando all’idea di emergenza: dalla ripetizione di interazioni semplici si ottengono schemi complessi che la semplice somma delle parti non avrebbe lasciato immaginare. Internet, con tutta la dotazione di pratiche con cui ottenere il miglior ordine possibile dal caos, fornisce l’opportunità di fare un salto epocale d’efficienza
Metti progressivamente tutti i tuoi cittadini su un social network cittadino, lasciali esprimere, stimolali a costruire punti di presenza personali, promuovi la creazione di reti di identità e di comunità di interesse, invitali a spendere il loro capitale sociale nelle cause che stanno loro a cuore: avrai uno strumento inaudito di interpretazione del territorio.
Tutto ciò richiede evidentemente una profonda rivisitazione dei ruoli: l’amministrazione, in una logica reticolare, non è più il centro ma uno dei nodi della rete senza ragno
un hub di hub, il primo tra i pari. Se la città è l’insieme di tante visioni del mondo quanti sono i suoi cittadini, chi la governa è il nodo deputato alla sintesi di questo flusso di comunicazione che prorompe dal basso
La rappresentanza non è più soltanto un voto quinquennale, ma l’interpretazione costante del racconto della realtà di ciascun nodo, corrisponda esso a un cittadino, a un’associazione, a un’istituzione o a una realtà produttiva. Chi interpreta meglio, governa meglio.
Estendere i processi virtuosi di internet alle piccole cose di ogni giorno