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E NCICLOPEDIA E I N A UD I [ 1 9 8 2 ]
PARENTELA
Ida Magli — PAR ENTELA p ag .5
Valerio Valeri — CASTA pag.10
Franca Ongaro Basaglia — DONNA pag.20
Frangoise Héritier — ENDOGAMIA/ESOGAMIA p a g . 5 4
FAMIGLIA pa g. 62
INCESTO p a g . 7 0
MASCHILE/FEMMINILE p a g . 8 5
MATRIMONIO p a g . 9 4
PARENTELA p a g . 9 8
Alain Testart — TOTEM pag.126
Maurice Godelier — UOMO/DONNA pag.139
ambiguità
competenza/esecuffone allegoria
Parentela fonetica codice
grammatica immagine avanguardia Parentela
conceffo analogia e metafom lessico metafora classico
esistenza Urgomentazione lingua segno critica
essere interpretarione lingua/parola significato Filologia
fenomeno bego/bruffolinguaggio simbolo letteratura creativitàformam«atto/concreto metrica
maniera
dialettica rdca espressionesemantica
poetica fantastico
identità/difierenza proposizione e giudizio sens%ignificato alfabeto retorica
mediazione traduzione
gUStO
ascolto imitazione
OPPosizione/contraddizione umversali/Particolari
gesto immaginazione Unthropos
qualità/quantità atti linguistici lettura progetto cultura/culture
totalità dicibile/indicibile luogo comune 'produzione/riproducibjtità etnocentrlaml
uno/mo hi
decisione enunciazione comunieazionc orale/scritto discorso sensibilità natura/cultura
distribuzione statistica presupposizione e allusione errore parola finzione spazialit Srti
datogiochi referente informazione ritmo generi artigianato
etica scritturainduzione statistica narrazione/narratività artista
probabilità Rlosofic/álosoáe acculturazionevoce stile attribuzione
ragione antico/moderno civiltà
rappresentazione statistica tema/motivo oggetto
teoria/pratica
razionale/irrazionale catastrofi calendario futurotesto produzioneartistica
soggetto/oggetto ciclo decadenza selvaggio/barbar%ivilizzato
uguaglianza evento escatologia
armonia colorecaos/msmo valori periodizzazione età mitiche CSCIINICtltl
melodia
curve e superlici infinito vero/falso tempo/temporzlità genesi disegno/progetto fard/itl,
Visiono
geometria c topologia macrocosmo/microcosmo volontà passato/presente
ritmica/metrica abbigliamento nascita ,gdtlcàafone
scala
invariante mondo
alchimia
progresso/reazione canto SCII!Il gfàà/fdkzzkonf
coltivazioncIlztUCU storia suono/rumore colpo sessualità ' infanzia
astrologia atlante cultura materialeosservazione tonale/atonale danza vecchiaia morte
cabala collezione snlotc industria rurale
deduzione/prova reale maschera
elementi vita/mortodocumento/monumento desiderio matenah
equivalenza Unità armi moda
esoterico/essoterico fossile
diAerenziale eros prodotti
formalizzazione frontiera credenze ornamento
memoria Istat/s clinica
funzioni logica dialetto scena
infinitesimale
rovina/restauro
guerra
.pulaioné .' sggoscla/colpa cura/normalizzazione
possibilità/necessità analisi/sintesi imperi enigma castrszlonc eeompleno csclusionc/integrazione
locale/globale
• onta/pzlchz
referenza/verità anticipazione fumione nazione fiaba ccnauts farmaco(draga fuoco
Ustemi di riferimento
/sogno
ricorsività ipotesi misura tattica/strategia mostro mnnibalismo
sonno
identificszion» e transfert follia/delirio homo
stabilità/instabilità matematiche modello popolare dàl mano/menu(aite
alienazione fhnonscto medicina/medicali/razione
variazione metodo struttura proverbi dlvillll tecnica
coscienza/autocoscienza dama o is nevrosi/psicosi normale/anormale
centrato/acentrato teoria/modello tradizioni emi utensile
immaginazione sociale iscriminaaione ' p/scalo salute/malattia
combinatoria iniziséione sintomo/diagnosi
applicazioni grafo repressione ltlagls
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labirinto
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assioma/postulato
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caso/probabilità ateo divinazione sgáohmo' animaleuomo
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d ipendenza/indipendenza abaco chiesS persona -„festacertezza/dubbio violenza mythoc/logos eodotsmis/Ssogsmis domesticamenio
divisibilità algoritmo diavolo pur%mpulo '&liccio '
coerenza origini , fsmitf//s fame
dualità approssimmione eresia rcaglonc
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categorie/categorizzazione liberffno SUAO% ISiohe .;- lutto,determinat%ndeterminato conoscenza
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empiria/esperienza
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simmetria
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strutture matematiche
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enciclopedia 'borghesi/borghffria , tote
trasformazioni naturali / categorie U i«f„pqntità donolibertà/necessità innovazione/scoperta burocrazia ,
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controllo/relroazionc insegnamento clzsal : toslbssionsetconomtco-sociale
naturale/artificiale
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energia invenzione contadini 'duvSUC.,' rirmtivo
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analogico/digitale equilibri%quilibrio rappresentazione consenso/dissenso ideologia Uàttdbtiltpsnduztono
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intelligenzs artificiale ordine/disordine sistematica e classificazione intellettuali proletariato .Siiptodusionb
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costituzione diltribuzi<mc pesi e misure
controllo sociale innato/acquisito corffuetudine 8ite
astronomia democrazia/dittatura fabbrica produzione/distribuzione
emozione/motivazione istinto dlfiffo g Igh
cosmologie norma ricchezza
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quoziente intellettuale responsabilità pnterc eglln lotiC
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mercato
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forza/campo adattamento differenziamento società civile roofn/status moneta
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parentela
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endogamia/esogamia 4 3 2 2 2 5
donna S 6 S 4 6 3 3 2
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Parentela come storia di guerre, di conquiste, di imperi, di patrie, di sistemi di potere ; in
Casta, Donna, Endogamia/esogamia, Famiglia, definitiva: storia politica. Questa scelta non è affatto diversa oggi, anche se alcuni
Incesto, Maschile/femminile, Matrimonio, Parentela, storici, soprattutto quelli della scuola francese, influenzati dall'antropologia, si
Totem, Uomo/donna dedicano allo studio dell'istituzione matrimoniale. Ma questo ampliarsi del cam
po è soltantoapparentemente diverso, perché, come ha detto con franchezza
Georges Duby, per ora si tratta di ricerche che riguardano il medioevo europeo e
gli strati «alti » della popolazione, e quindi, ancora una volta, interessate soprat
r. Una vecchia scoperta: lafamiglia è la base della società. tutto al sottofondo politico che dà loro significato. A parte il fatto, comunque
fondamentale, che la scuola storica francese, anche nelle sue punte piu avanzate,
Esaminando la vasta area che viene compresa nell'ambito degli studi sulla non ha assunto la scultura>) come modello connotativo globale.
+parentela+, si ricava un quadro abbastanza significativo di come si è svolta fino Le differenze, perciò, rimangono. Per quanto riguarda la storia occidentale,
ad oggi la ricerca antropologica, e di quali siano i suoi meriti e al tempo stesso i se si ritenesse indispensabile l'assolutizzazione della ricerca sulle strutture della
suoi limiti. parentela, si potrebbe tranquillamente asserire che gli occidentali non conosco
L'enorme accumulo di dati su questo argomento ha finito col rendere im no quasi nulla di se stessi, data la totale mancanza di questi aspetti nella narra
portante di per sé questo tipo di ricerca, suscitando l'impressione che le strutture zione degli avvenimenti storici, e che, di conseguenza, la storiografia europea è
della parentela siano il fenomeno fondamentale delle società di cui si occupano del tutto erronea. Ma le differenze rimangono soprattutto perché, in tutto quello
gli antropologi. Questa è stata invece una scelta dei ricercatori, che fornisce una che ci riguarda, arte o scienza, religione o potere, è immediatamente percepibile
visione distorta della realtà, allo stesso modo con il quale sono state giudicate de la dimensione sia temporale sia spaziale, il continuo riferirsi ai movimenti e alle
terminanti per un certo periodo di tempo le ricerche sulle tecniche di sopravvi trasformazioni che si verificano all'interno di quelle istituzioni che pure sono
venza (di cui si continuano a trascinare le conseguenze parlando di culture «di stabili come il+matrimonio+, e ristrette a piccoli gruppi e a brevi periodi. Quel
caccia e raccolta», culture «allevatorie», e cosi via), o quelle sul sacro, lascian lo che, viceversa, contraddistingue la descrizione antropologica delle istituzioni
do intendere che questi fossero i fenomeni caratterizzanti le cosiddette società parentali è il suo presentarsi come una massiccia mole di complicati, puntigliosi
«primitive». schemi di relazioni fra consanguinei e affini, esistenti ab ilio tempore,con com
Negli ultimi vent' anni dell'Ottocento e fin verso i primi dieci anni del Nove piaciute tabelle ricche di sigle e di grafici, puntellate da esempi tratti di volta in
cento, è sembrato, per esempio con Tylor, Durkheim, Mauss, Lévi-Bruhl, che volta dai piu disparati popoli e gruppi, che hanno l'onore di apparire alla ribalta
il «sacro», la «magia», la «partecipazione mistica» fossero il connotato specifico solo perchépresso quel popolo o quel gruppo, lecui dimensioni possono variare
delle culture «primitive» e (come si vedrà meglio in seguito), in questo campo, dalle poche centinaia ai milioni di membri, l'antropologo ha trascorso qualche
come in tutti gli altri, malgrado le straordinarie intuizioni di questi studiosi, ri mese di «missione». Naturalmente anche queste missioni il piu delle volte hanno
mase ben ferma negli antropologi, come negli storici, la convinzione che si trat alle spalle soltanto delle motivazioni contingenti, dettate dalle particolari condi
tasse di fenomeni «altri», molto diversi da quelli «religiosi» della società occi zioni biografiche del ricercatore, e ben di rado sono programmate in funzione di
dentale. Convinzione che perdura, oggi, nell'ambito del cosiddetto folclore, o precise ipotesi di ricerca, ma questo non turba affatto gli antropologi. Il «loro
della «religiosità popolare», che vengono collocati, con un meccanismo molto si terreno» assurge ad emblema di laboratorio e di comparazione universale.
mile, sempre «a distanza», anche se si annota puntigliosamente che si tratta di una È vero che ci sono state lunghissime polemiche sulla necessità della verifica
distanza «di rispetto» nei confronti dell'originale vissuto creativo delle «classi storica in antropologia, ma quando si parla di popoli diversi, la storia viene ac
subalterne». cantonata senza alcuna remora. Si passa cosi, da un continente all'altro, da una
Lo stessoaccadde — e ancora accade — per quanto riguarda l'economia, nel tribu all'altra, indifferenti al variare delle lingue, delle religioni, dei governi, del
l'appassionata ricerca di conferme o di smentite alle ipotesi marxiane sugli stadi le epoche, in una totale omogeneizzazione dell'altro, da cui noi siamo sempre
di sviluppo, senza accorgersi che si trattava di un circolo vizioso in quanto sia esclusi. È necessario fare riferimento alla storia ancheper questi popoli? L'antro
Marx sia Engels avevano dichiarato apertamente che le loro ipotesi sugli stadi pologo non ha esitazioni né dubbi di sorta. Lungi dal cercare la documentazione
di sviluppo economico erano basate su quelle avanzate dagli antropologi, come del passato per ogni singolo gruppo, documentazione che non è piu difficile da
per esempio quella di Morgan sull'origine e la formazione della società e della trovare di quanto non lo sia per l'archeologo — che pure azzarda sempre ipotesi
+famiglia+. Ma nelle ricerche sulla parentela si nota con chiarezza come la scelta cronologiche e di eventi — l'antropologo ricomincia anche oggi, a un secolo di
degli antropologi ponga soprattutto la «differenza» con il mondo occidentale. distanza dagli evoluzionisti, a proporre congetture sulle «origini», dalle quali è
Gli storici occidentali, infatti, hanno quasi del tutto ignorato, tranne che nell'am bandita per definizione qualsiasi forma di datazione; e il metodo comparativo,
bito del diritto matrimoniale, le «strutture della parentela» ; e la storia è apparsa che pure è uno strumento indispensabile e di inesauribile fecondità, rimane ste
Sistematica locale 48z 483 Parentela
rile a causa del «vuoto» temporale e spaziale nel quale viene usato, e della pura conoscenza dei miti e della storia fondante del gruppo, a testimoniare la minorità
casualità della comparazione che viene instaurata. Perché, dunque, esiste il+ma delle donne, minorità che le accomuna ai bambini e che necessariamente impedi
trimonio+? Da dove nasce il divieto dell'+incesto+? A che servono le regole rela sce loro l'accesso al potere e alla leadership, dato che di per sé stabilisce la dipen
tive all'+endogamia/esogamia+? Il presupposto che, studiando le strutture della
denza da coloro che sono gli unici a formare il gruppo : gli adulti maschi iniziati.
parentela presso popoli diversi da noi, si possano intravedere le condizioni dei
«primi » uomini, non ha ancora abbandonato gli studiosi ; e, infatti, puntualmen
te,sullascorta di Lévi-Strauss, siafferma che la scelta era (ab origine, dunque) Sistema di potere e sistema del sacro.
fra « l'essere sposati fuori o l'essere uccisi fuori ». Il mito di Caino «parla noi ».
Ma perché le alleanze avrebbero dovuto formarsi necessariamente attraverso Se quanto è stato detto è vero, allora il sistema di potere esiste prima della
il matrimonio? Se viene completamente trascurato, come di solito accade nella formazione delle alleanze attraverso il matrimonio, e non è la+famiglia+ che fon
interpretazione antropologica, il piano affettivo che attraversa le relazioni fra gli da la società. Ma per comprendere meglio i meccanismi che creano e sostanziano
uomini, è difficile capire come il legame matrimoniale possa fondare delle allean il potere, bisogna oltrepassare la «soglia» delle «opposizioni», o di quello che
ze. Eppure è proprio il gioco emozionale, l'amore, il desiderio, il'piacere, il godi viene da alcuni antropologi interpretato come «timore dell'identico», Opposi
mento della bellezza, l'attrazione per ciò che è diverso, sconosciuto, misterioso, zione e timore dell'identico sono definizioni descrittive, aderenti alla realtà, ma
il bisogno di tenerezza, di protezione, di rapporto con l'altro, che gli antropologi che non trovano una spiegazione in se stesse. Le opposizioni, per esempio, non
negano ai popoli che studiano, affermandone ancora una volta la «diversità», la sono affatto polarità analoghe : una delle due è sempre carica di negatività. +Ma
«naturalità belluina», che trova unica forma di controllo e di «alleanza» nel dono schile/femminile+, destra/sinistra, alto/basso, giorno /notte, si ordinano in fun
delle donne. E non solo viene messo a tacere qualsiasi desiderio affettivo, che zione del valore positivo o negativo al quale si riferiscono. Cosi, alla positività di :
pure occupa tanta parte della nostra vita, ma anche un altro fattore, che per noi destra, alto, giorno, sarà necessariamente collegato il maschile; e viceversa, alla
è fondamentale, sembra sparire nella descrizione antropologica, ed è il sistema negatività del femminile, saranno collegati: sinistra, basso, notte. La concatena
di potere. Un sistema molto complesso, ma che si fonda su meccanismi non dis zione associativa è cosi stringente che, in pratica, non è quasi piu necessario ve
simili da quelli che, piu o meno esplicitamente, operano oggi, come ieri, nella rificarla per ogni singola occasione. Si tratta, infatti, di un sistema che non sem
nostra società. Le strutture della +parentela+ rivelano e definiscono sistemi di bra ammettere deroghe. Le implicazioni di significato, d'altra parte, si rinviano
potere cosi come le persone che usufruiscono e detengono il potere; ed è pro
l'una all'altra, e al tempo stesso si rafforzano : la morte e la notte saranno «sini
prio per questo che è falsa l'affermazione di Lévi-Strauss secondo la quale la si
stre» (tanto che gli incidenti del trafFico sono chiamati appunto «sinistri »), men
tuazione sarebbe stata analoga se a «circolare» fossero stati i maschi invece delle tre la «femminilità» della morte e della notte non ha bisogno di particolari di
femmine. In questo caso sarebbero state le donne a detenere il potere, ma è per mostrazioni. Si tratta di associazioni che, almeno per quanto è noto fino ad ora,
ché il potere lo detenevano i maschi, e le femmine non erano altro che una loro sono universali; cosa che non deve minimamente meravigliare perché ciò che,
proprietà, che non avrebbero mai potuto essere i maschi a circolare. Anche se, nel variare dei costumi, è comune a tutti gli uomini, è il sistema «logico» asso
molto probabilmente, come si vedrà, è proprio perché i maschi non potevano ser ciativo, una volta stabilitone il quadro mentale di riferimento. Cosi la morte è
vire con sicurezza agli scopi dello scambio matrimoniale che essi si sono ritrovati «donna» nella complessa metafisica di tanti popoli africani al punto che, presso i
a detenere il potere. Ed è forse qui che è nascosta anche la radice di quella che è Bambara, è soltanto nella deflorazione, nel coito, che si può cogliere il senso del
sicuramente la «differenza» storica e culturale piu incomprensibile, quella +uo
l'enigma del dolore e della morte (Zahan). Ma non diverso è il racconto quasi co
mo/donna+. stante che spiega l'avvento della morte nel mondo, a causa di una colpa o di un
Del resto, la storia non dimostra altro che se stessa, e tutte le discussioni che errore compiuto da una donna, e che è alla base di numerosissimi miti, ivi inclu
hanno accompagnato, fin dal primo formarsi dell'antropologia, l'eventualità di so quello del Genesi. Nell'erudita prosa di Johann Jakob Bachofen sembra non
un matriarcato, di un'epoca di potere delle donne, non cambiano nulla all'evi vi sia scampo a tale associazione: «L'oscuro grembo materno corrisponde alla
dente realtà, sulla quale, alla fine, tutti gli antropologi concordano: la matrilinea notte... cosi come il diritto paterno è connesso al regno. della luce, al giorno... La
rità, la matrilocalità, sono semplici varianti all'interno del sistema di potere, che luna domina la notte, cosi come il sole domina il giorno... la luna trasmette alla
è sempre maschile, o, per citare un'affermazione dello stesso Lévi-Strauss : «La terra la fecondazione ricevuta dal sole... è cosi l'intermediario tra l'immortale e
donna non è altro che il simbolo della stirpe... La filiazione matrilaterale è la il mortale».
mano del padre o del fratello che giunge fino al villaggio'del cognato». Le prove Ma ben piu violenta è la denunzia che risuona nella voce degli uomini potenti
di tale situazione, almeno per tutte le società conosciute, non si esauriscono poi della Chiesa, nell'immaginazione degli artisti, dei poeti. Se Tertulliano non esita
soltanto, come sembrano pensare in genere gli antropologi, nell'organizzazione ad affermare: «Tu sei la porta del diavolo... tu cosi facilmente hai cancellato l'im
parentale, perché basterebbe l'esclusione femminile dall'iniziazione, ossia dalla magine di Dio, l'uomo ; per quello che tu hai meritato, cioè la morte, anche il Fi
.H«tematica locale
Ps Parentela
gli<> <li l)i<> h;i d<>vuto morire» (Decultu foeminarum), la femminilità orrenda della
<»<» tc cs!>I<><lc nella rappresentazione continuamente iterata della Peste come
«<I<><><>:<»,cdelhi tlannazione, mors secunda,anch' essa come 'donna. Il «Per foemi 3. L'e«>idenza antropologica e la strana cecità degli antropologi.
<>i<»<»<>rs!», tante volte ripetuto da Agostino in poi, si associa allo sprezzante epi
I <l<>«hc tutti gli u<>mini hanno sempre riservato come massima imprecazione al
Quello che ha reso difficile capire anche le cose semplici, è stata, da parte de
gli antropologi, la convinzione pregiudiziale che la nostra società fosse fonda
I:> <l<»ii>;i chc in qualsiasi modo li abbia colpiti e offesi, cosi che l'irrefrenabile
«»><>rt<-!>ut(:u>a» trascorre di secolo in secolo fino a ritrovarsi come scongiuro
mentalmente diversa dalle «altre». Uno degli aspetti in cui questa convinzione
s<>!I<I;>bl>ra rlc li s<>rdati bbonidi Giuseppe Gioacchino Belli (r83g). La+donna+
ha svolto un ruolo evidente è proprio quello che caratterizza gli studi sul «sa
è <>!:gcit<> rli discorso a sé stante in quanto assunta a immagineplastica o univa
cro». È sembrato a tutti: etnologi, antropologi, storici, psicologi, che le socie
I< ii«, si<obolo concreto di tutto quello che è «mistero».
tà cosiddette «primitive» fossero straordinariamente invase da spirito sacrale,
l': i>»possibile, perciò, fermarsi a constatare l'esistenza delle opposizioni e la
uno spirito che veniva accuratamente definito come «mistico», «magico», «ani
!<>r<>l«<>zinne di discriminare ciò che è bene e ciò che è male, ciò che è buono e
mistico», «superstizioso», «infantile». Il termine 'religione', essendo proprio
ciò cli«è cattivo, ciò che è giusto e ciò che è ingiusto, senza chiedersi quale sia il
delle società «civili », veniva impiegato con parsimonia, e comunque sempre ben
l<>nd;iincnto su cui si appoggia l'assegnazione della valenza. È appunto questo
distinto dalla partecipazione mistica «primitiva», dal diffuso e credulo «magi
smo». Non è facile neanche oggi, in una società che si ritiene fortemente laicizza
cl>c sl ugge, ncll'analisi antropologica, perché vengono isolati fenomeni che sono
invece strettamente collegati fra loro. E, prima di tutto, il vastissimo ambito del
ta, far notare agli studiosi quanti atti magici, quanti gesti di partecipazione mi
la «sacralità» : questa discende dalla percezione di una trascendenza che è l'uomo
stica siano presenti in una religione come quella cattolica, che ha sempre com
stesso a porre, nel momento in cui guarda a quel confine di per sé invalicabile,
battuto come forme di paganesimo superstizioso i rituali magici altrui. Eppure
la morte, come la soglia di qualcosa che è al di là. È dalla morte come segnale
basterebbero isacramenti, dal battesimo all'eucarestia, a definire come profon
della trascendenza, dell'al-di-là, che si costituiscono tutte le credenze sul mondo
damente sostanziata di credenza magica la piu importante delle cosiddette reli
dei «vivi prima della vita e dei vivi dopo la morte», di coloro che possiedono l'e
gioni superiori. D'altra parte gli antropologi, avendo escluso dal comparativismo
ternità e la riproducono, i +totem+, gli antenati, dal quale provengono i nuovi
la propria società, hanno conservato la distinzione fra stregone-mago-sciamano
nati, attraverso il corpo femminile che diventa cosi, inevitabilmente, strumento
e sacerdote, e oggi giungono a definire «gruppi professionali » appunto quelli ca
carico di «potenza», pericoloso, contaminante. La categoria della contaminazio
ratterizzati da funzioni sacrali nelle società «altre» (come per esempio gli strego
ne pone la necessità delle opposizioni, che impediscono il disordine contagioso, e
ni e i fabbri ), mentre non definiscono tali gli ordini religiosi-monastici o i sa
cerdoti occidentali.
regolano automaticamente l'invadenza del «sacro». Pur %mpuro-+sacro/profa Si tratta di un modo nuovo di guardare alle società «altre», tentando di e
no+ si corrispondono, infatti, perché delimitano ciò che appartiene all'al-di-là da
ciò che appartiene all'al-di-qua. È per lo stesso motivo che non c'è differenza nel
spungerne le interpretazioni di carattere religioso, cosa che non rende piu facile
la spiegazione delle opposizioni come « timore dell'identico». Accettare l'identico
di prima comprendere le regole che ne codificano l'esistenza. L'endogamia dei
significherebbe, infatti, negare la trascendenza, negare l'al-di-là, negare il sacro, e
gruppi di stregoni o di fabbri è la conseguenza della loro valenza sacra, che, qua
lificandoli come «puri », li costringe a una forma di tabuizzazione, di evitazione,
l'opposizione che ne discende : il profano. Ed è proprio a questo punto che si crea
il «poterei>: esercita il potere colui che è in grado di assumere il controllo sulla
per cui non possono mescolarsi con altri gruppi. È cosi diversa dall'endogamia
morte, che sa circoscrivere la pericolosità del sacro, che sa delimitare il campo
delle famiglie aristocratiche, dal matrimonio di «sangue blu», di cui è piena la
storia europea? Non c'è stata e non c'è, nella divisione delle classi della società
della contaminazione, stabilendo che cosa sia puro e che cosa sia impuro (e pro
prio sull'opposizione pur %mpuro si fonda l'ideologia della+casta+: essa impli
occidentale, la categoria, viva e operante, della evitazione, l'assunzione sul piano
di potenza, della sacralità delle essenze?
ca infatti la gerarchia, la separazione e la divisione del lavoro), e quali siano i mo Ma la terminologia non è mai «innocente». Come si cerca di tenere distinto
di perpassare da uno stato all'altro ;e naturalmente può farlosoltanto collocan
dosi per prima cosa lui stesso nell'ambito della opposizione positiva. Sarà strego
il sacro dalla religione, cosi si usa il termine 'poliandria' come corrispettivo di
'poligamia', laddove per poligamia si intende, sia pure non correttamente, il ma
ne, sciamano, sacerdote, re. Non c'è dubbio su quale sia il suo sesso. Se la fem
minilità è negativa, soltanto il maschio, detentore del potere, ha potuto stabilir
trimonio di un maschio con piu donne. Ora, nella poliandria, come in qualsiasi
lo. E se esercita il potere chi appare come capace di controllare la morte, la don
altra forma di matrimonio, il soggetto che compie l'azione di sposare' non è la
na deve necessariamente assumere il posto di portatrice di morte.
donna, ma due o piu maschi (di solito fratelli) che prendono come moglie una
donna in comune. Che il vocabolario antropologico sia arrivato a chiamare que
sto tipo di matrimonio «poliandria adelfica», pur di non ammettere che il sog
getto non èladonna, è in qualche modo esemplare, e può forse essere confron
tato con un altro termine privo di senso, quello inventato da Malinowski per sal
48p ParentelaSistematica locale 486
vare il «matriarcato» pur riconoscendo che le donne non vi usufruiscono di nes che trova la sua giustificazione nell'uso del «metodo scientifico», cui le scienze
sun potere: il «matriarcato mascolinizzato». sociali, e in particolare l'antropologia, si dichiarano zelantemente adepte, attar
C'è quindi in gioco una forma meccanica di «ovvietà», che impedisce agli date come sono nel positivismo in cui sono nate, e costantemente timorose di es
antropologi di «vedere» anche le cose piu evidenti. Affermare che «una donna sere classificate come scienze di seconda categoria, incapaci di dedurre «leggi ».
infeconda, per quanto riguarda il sesso, è socialmente un uomo», per spiegare Non si lasciano, perciò, neanche sfiorare dal dubbio che la tanto ricercata
la condizione di relativo privilegio in cui si trovano, in molte società, le donne di «obiettività» scientifica sia stata e continui ad essere messa in discussione dagli
età matura (ossia che non hanno piu mestruazioni ), e, in qualche caso, quelle
scienziati senza che questo impedisca loro di fare scienza, con rivoluzioni, cesu
sterili (delle quali non si precisa mai l'unico dato importante, vale a dire se si trat re, verifiche, ipotesi, intuizioni che ne garantiscono, appunto, non soltanto la vi
ta di una sterilità che si manifesta con la mancanza del ciclo mestruale), è natu
talità, ma soprattutto l'approssimazione al reale, che può anche diventare, come
ralmente errato, dal momento che il maschio non è affatto sterile, e quindi la di fatto è diventata, una progressiva perdita di certezza. Rinunziare a definire
causa deve essere ben diversa. Ma è difficile liberarsi da quello che sembra ap leggi o costanti non significa non accorgersi della presenza di comportamenti
partenere a un patrimonio comune di distorsioni della realtà, funzionale a cre comuni a molti popoli distanti nello spazio e nel tempo, perché la condizione
denze cariche di significati di valore. Cosi è, per esempio, per quanto riguarda umana è di per sé «simile», e pone degli interrogativi cui tutti gli uomini si sfor
l'affermazione, comune a numerosi antropologi, che l'alleanza fra i gruppi non zano di rispondere. Si tratterebbe di prendere atto di queste risposte, senza l'i
poteva attuarsi che con l'offerta dell'unica ricchezza: la capacità delle donne nutile speranza di sottrarsi ai propri giudizi di valore, e senza eliminare quella
di procreare. Ouesta, come è chiaro, è un'affermazione biologicamente errata, dimensione storica di cui sicuramente tutti i popoli usufruiscono, facendone par
dato che per procreare sono necessari tutti e due i sessi ; inoltre, sono senza dub ticolari esperienze.
bio piu «preziosi» i maschi per la procreazione, dato che, mentre la donna può Ma quello che sostiene gli antropologi, piu o meno nascostamente, nel loro
esserecostrettacon laforza asubire la fecondazione, non èpossibile fargiungere rifugiarsi cosi pervicace nella «osservazione distaccata», è l'aver fatto oggetto di
con la forza il maschio all'erezione e all'eiaculazione, per cui si potrebbe, anzi, ricerca, definendoli pregiudizialmente tali, i diversi da noi. Nell'ambito di quel
dedurre che questa impossibilità di costrizione ha favorito il dominio dei ma metodo scientifico che era stato assunto a garanzia della sua obiettività, l'antro
schi sulle donne. Per lo stesso motivo il divieto dell'+incesto+ è rivolto, perlo pologo ne ha tranquillamente capovolto i termini: non «studio l'oggetto come
meno nel ristretto ambito della famiglia nucleare, soprattutto ai «maschi», al oggetto», ma «quello che studio è oggetto» ; di conseguenza, non «posso studiare
padre, dato che soltanto essi sono in grado di costringere figlie e sorelle al rap me stesso come oggetto», ma «posso studiare gli altri, perché, in quanto tali,
porto sessuale; mentre è ben difficile ipotizzare un rapporto sessuale fra madre sono oggetto».
e figlio che vada al di là delle carezze o della masturbazione fino a quando il figlio I risultati di questa antropologia senza l'uomo sono evidenti; e richiamano
è impubere, e, in alcuni rari casi, quando il figlio è menomato o impotente. alla mente, con circa cento anni di ritardo, i primi studi di quella che si defini
Si tratta, quindi, di un ripensamento delle varie categorie interpretative del come una psicologia senz'anima. Si potrebbe, di fatto, riassumere tutta l'antro
l'antropologia. Un campo vastissimo, ma che non può piu limitarsi a rielaborare pologia moderna con quella bellissima, ma appunto disumana affermazione di
teorie sulle «origini », e tanto meno continuare a guardare gli altri comediversi. Claude Lévi-Strauss, che dichiara: «Il mito parla noi». Tuttavia è anche certo
In altri termini, la ricerca antropologica, con l'enorme massa di informazioni e che basterebbe pochissimo a far uscire la ricerca antropologica dalla sua affa
scinante «diversità». L'assunzione del concetto di «cultura» come connotato didi dati che presenta, si offre, ormai, a sua volta, allo studioso come oggetto di
analisi. Non può sfuggire a chi osservi i temi e gli argomenti fondamentali di cui stintivo della specie Homo sapiens(Leroi-Gourhan) ; la descrizione e interpreta
si occupano gli antropologi, l'ipertrofia di alcuni settori, e al tempo stesso, la sco zione delle culture come forme significative globali, comparabili fra loro sia sto
raggiante constatazione di conoscere ben poco, per non dire quasi nulla, delle ricamente sia strutturalmente ; infine, l'accettare il superamento della distinzio
popolazioni di cui si tratta cosi dettagliatamente. I.'impressione che se ne trae, si ne fra i vari campi di ricerca, per tendere a scoprire i nessi e le interconnessioni
traduce facilmente in una verificabile certezza : si dà valore prioritario a istituzio sottili eppure profonde fra tutti i tratti di una cultura, che non possono mai man
ni e comportamenti che vengono assunti comediversi dai nostri ; si applicano ca care perché ciò che contraddistingue l'uomo, malgrado le apparenze, è una logi
tegorie esplicative che oggi vengono considerate fondamentali, come, per esem cità sistematica che non viene mai meno. E su questa logicità che tutti i sistemi di
pio, quella economica, anche là dove esse non sono utili; infine, e soprattutto, potere si sono basati e si basano per indurre i loro sudditi alle azioni anche, di fat
spariscono totalmente, dall'orizzonte antropologico, i lineamenti costitutivi del to, piu « folli»; perché, una volta immesso nel telaio il filo di un ordito, gli uomi
l'«umano». Individui, soggetti, persone, amori, odi, paure, angosce, entusiasmi, ni non possono piu evitare di servirsene nel tessere una trama, senza che questa
gioie, tristezze, speranze, tentativi, ricerche, scoperte, dubbi, domande: nulla di risulti difettosa ai loro stessi occhi. [n M.].
tutto questo sembra esistere in quel «vuoto» in cui vengono collocati, con soddi
sfatta coscienza, coloro che, appunto, debbonoessere diversi da noi. Un «vuoto»
Sistematica locale
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689 Casta
Casta nostri valori «economicisti» un'applicabilità universale e proiettare la nostra
società moderna sulla società delle caste. Significa inoltre considerare l'ideolo
gia, i valori in base a cui agisce l'uomo della casta, non come fatti sociali, ma
come illusioni della coscienza, razionalizzazioni.
Nella sociologia contemporanea, la parola 'casta' designa due cose differenti : Per questa ragione, riteniamo falso il dualismo tra culturale e strutturale.
una forma rigida di «classe» o l'unità componente un «sistema delle caste» che
esiste nella sola società indiana.
Per alcuni studiosi il primo senso copre tutte le forme rigide di disuguaglian z. La c asta come limite della classe.
za e di «stratificazione» sociale ; per altri, la stratificazione delle classi, anche se
rigida, è un fenomeno diverso dalla gerarchia delle caste. Quest'ultima non è Le ambiguità delle definizioni moderne della casta si trovano già in Max
riducibile alla sola disuguaglianza e all'assenza di mobilità verticale, ma implica Weber che,come ha notato Leach [ t96o, pp. t-z], la considera sia come un fe
dei gruppi di status le cui funzioni rituali ed economiche sono in relazione siste nomeno culturale sia come un fenomeno strutturale e non riesce quindi a ren
matica e coscientemente giustificata da un'ideologia che subordina le parti al dere conto dl clo che e pecufialmente indiano in questa. istituzione. Weber [? 9zz]
l'insieme. ha tuttavia riconosciuto la distinzione essenziale in India tra «classe» e «grup
La scelta di un uso largo o ristretto della nozione di casta mette in gioco al po di status» (Stand), tra «economia» e «onore». Ma per lui il sistema delle ca
cuni problemi fondamentali della sociologia. ste risulta da una congiunzione tra «gruppi di status» e «comunità etniche». I
gruppi inferiori sono tollerati perché indispensabili sul piano economico. La
societàdellecastesembra dunque fondamentalmente eterogenea :pur afferman
r. La c asta:fenomeno culturale o strutturale z do che la congiunzione tra status ed etnia costituisce una Gemeinschaft 'comu
nità' politica, Weber non rende conto della sua organizzazione sistematica e giu
Per alcuni studiosi (Bailey, Berreman, Barth ) l'uso «largo» della nozione di stappone l'aspetto etnico, quello della divisione del lavoro e quello della gerar
casta è giustificato dal carattere comparativo della sociologia. I concetti di que chia, sovrapponendo un punto di vista europeo e «storico» (origine etnica diffe
sta scienza devono avere un'applicabilità universale e non solo regionale. Le rente dellevarie caste) al punto di vista indigeno e sociologico.
nozioni specifiche di una società o di una civiltà sono considerate fatti culturali Per Weber, inoltre, la differenza tra Stand e casta dipende soltanto da una
e non di struttura sociale. Il sociologo comparatista si occupa della sola struttura razionalizzazione culturalmente differente della struttura sociale: il gruppo di
sociale, perciò i concetti di cui si serve devono essere indipendenti dalle partico status è una casta quando la sua separazione da altri gruppi di status è garanti
larità culturali [Berreman t967, p. yg]. ta non piu tanto da leggi e convenzioni, quanto da regole rituali che concernono
Di qui il dilemma : la casta è un fenomeno della cultura indiana o un fenome il contatto e l'impurità [cfr.Dumont r966, p. 3o8].
no molto generale di struttura sociale > Lo studioso che ha formulato nella maniera piu netta la definizione di casta
Ignorando l'ideologia della casta e astraendo arbitrariamente alcuni tratti come forma speciale della classe sociale è Kroeber, per cui le caste «almeno ten
dell'organizzazione sociale, questi studiosi non esitano a propendere per la se denzialmente, sono presenti in ogni società. Tuttavia le caste differiscono dalle
conda parte dell'alternativa. Tutto ciò che nel sistema delle caste indiano è spe classi sociali per il fatto che sono emerse nella coscienza sociale a tal punto che il
cifico della civiltà indiana è secondo loro «culturale»(e perciò trascurabile) e non costume e la legge tentano di separarle le une dalle altre in modo rigido e perma
«strutturale». nente». Kroeber riprende parzialmente la definizione di Weber quando aggiun
A questo punto di vista, si può obiettare che l'ideologia non è solo la razio ge che la casta è «una suddivisione endogama ed ereditaria di un'unità etnica,
nalizzazione culturalmente variabile della «struttura sociale», ma è parte inte la quale occupa una posizione di rango o di stima sociale superiore o inferiore
grante di quest'ultima e non può esserne separata arbitrariamente. Il sociologo rispetto ad altre suddivisioni dello stesso tipo» [ t93o, p. z54]. Ma non distingue,
comparativo pretende di accedere a un punto di vista totalmente libero da pre come Weber, traposizione di status e classe. Accettata da Warner e dai suoi
supposti ideologici. Ma ignorando le ideologie e i valori delle società studiate si successori, la definizione di Kroeber è alla base della corrente per cui la casta è
rischia di sostituirvi la propria ideologia e i propri valori. in definitiva una forma rigida di classe,
Come vedremo, il metodo che isola strutture «economiche» e «sociali» L'incapacità di rendere conto di ciò che è caratteristico della nozione di ca
e che attribuisce loro un potere esplicativo privilegiato dipende da un'ideolo sta dipende del resto da una definizione quanto mai vaga della nozione di clas
gia che considera la sfera economica come dominante in ogni società. Ma af se [cfr. Leach x967, pp. g-t6]. Per Berreman, per esempio, la classe è l'istitu
fermare che le strutture economiche e sociali, isolate artificialmente dal loro zione che «definisce il rango dei suoi membri in funzione dei loro attributi e
contesto ideologico, sono intelligibili «obiettivamente», significa attribuire ai comportamenti individuali». La casta è invece un'istituzione che classifica la
Casta 690 69I Casta
gente in funzione dell'appartenenza di gruppo ascritta dalla nascita, cioè (come turale, e quindi ogni casta o ogni gruppo etnico avrebbe le sue istituzioni, la
nella definizione di Kroeber) in gruppi ereditari. Ma è difficile capire la diRe sua cultura o il suo modo particolare di interpretare una stessa cultura.
renza tra una società di classi e una società di caste, quando Berreman afferma: D'altra parte,l'assenza di valori comuni caratterizzerebbe sia la società
« Il fatto che un sistema di caste costituisca una gerarchia implica che è un siste «pluralista»sia la società delle caste:ciò farebbe si che queste società possano
ma di valutazioni diflerenziali, di poteri e di ricompense differenziali ; in breve, essere tenute insieme dal potere piu che dal consenso. Quindi da una parte
un sistema di disuguaglianza istituzionalizzata» [ t968, p. 334]. La gerarchia tra queste società integrano gruppi distinti senza modificarli culturalmente e senza
caste non appare dunque molto differente dalla disuguaglianza tra classi. La incorporarli e anzi funzionano costruendo frontiere istituzionali e culturali per
differenza non starebbe perciò nelle relazioni tra gruppi, che sarebbero della stes perpetuare le differenze, in particolare quelle occupazionali; dall'altra tengono
sa natura nei due tipi di società, ma nel reclutamento dei membri di questi insieme il sistema per mezzo della coercizione esercitata da un gruppo dominan
gruppi. I membri della casta sono reclutati per filiazione, quelli della classe te. Pi~he l'interdipendenza delle caste è perciò sottolineata la loro indipenden
per i loro attributi e meriti individuali. za culturale e istituzionale, nonché la dipendenza politica delle caste inferiori
L'opposizione tra la casta (classe senza mobilità verticale) e la classe vera e dalle caste superiori [Berreman r968, pp. 333-36].
propria, caratterizzata da questa mobilità, permette a vari studiosi di identifi Due principi sono dunque essenziali per definire un sistema di caste, secon
care il sistema rigido delle relazioni razziali nel Sud degli Stati Uniti col sistema do questa teoria: x) tutti i sistemi di caste sono tenuti insieme dal potere relati
delle caste indiano, perché sono entrambi caratterizzati dall'impossibilità per vo di ciascuna casta e dal fatto che le sanzioni sono in mano al gruppo dominan
i gruppi di entrare in contatto tramite il matrimonio o la commensalità, ecc. te. Ciò è dovuto all'eterogeneità culturale, ideologica ed istituzionale delle caste ;
[cfr. Warner e Davis t939, pp. zr9-4g ]. z) nella società delle caste i ruoli sono indifferenziati o «sommati».
Ma è sufficiente constatare l'identità di un insieme di tratti particolari (en I sistemi di classi sarebbero invece caratterizzati piu dal consenso che dal
dogamia, tabu della commensalità, ecc.) per affermare l'identità di due sistemi potere di una classe dominante, e i ruoli sarebbero distinti.
sociali? Il sistema indiano delle caste è appunto un sistema, e come tale deve Per quanto riguarda il primo principio, se è vero che le relazioni di po
essere comparato ad altri sistemi [cfr. Dumont t966, p. 3t t ]. Lo stesso tratto tere sono importanti in un sistema di caste, è anche vero che le relazioni ge
può avere funzioni opposte in due sistemi differenti. Inoltre la coscienza indige rarchiche sono concettualmente (e in gran parte anche fattualmente) distinte
na del sistema sociale, la sua legittimazione ideologica, deve essere considerata dalle relazioni di potere. La gerarchia è invece ignorata dalla teoria che abbiamo
come elemento di comparazione. Nel sistema razziale del Sud degli Stati Uniti, riferito, ed è considerata incomprensibile o inesistente come principio autonomo.
il negro non considera legittimo il sistema ma lotta contro di esso. In India, la Il sistema delle caste appare quindi semplicemente come la perversione del si
relazione tradizionale di un inferiore con un superiore non implica necessaria stema delle classi.
mente una disuguaglianza di potere che coincida con la differenza gerarchica; Quanto al principio della somma degli status, è appunto il corollario del
inoltre, entrambi hanno in comune dei valori e una visione del sistema che giu principio precedente, e afferma che le relazioni gerarchiche coincidono con quel
stifica ai loro occhi la posizione relativa che vi trovano. Le loro relazioni cam le di potere. Chi possiede uno status elevato dal punto di vista rituale, tende ad
biano di senso solo quando, con la trasformazione moderna della casta, il sistema avere nello stesso tempo uno status elevato dal punto di vista economico, politi
globale viene messo in discussione. La competizione di status tende allora a co e sociale.Per Barth questo principio permette di definire un sistema di caste
trasformarsi in conflitto di classe, ma solo perché il sistema delle caste è stato «strutturalmente», «come un sistema di stratificazione sociale» piuttosto che
nel frattempo contestato. Gli inferiori combattono allora non tanto i superiori, come un sistema ideologico e culturale [i96o, p. r45]. Esso sarebbe tipico delle
quanto il sistema stesso delle caste [cfr. Leach t96o, pp. 6-7 ]. società tradizionali non-omogenee e multiple (o pluraliste) dal punto di vista
etnico e sarebbe legato funzionalmente a un sistema complicato di divisione del
lavoro in un'economia essenzialmente non-monetaria. Solo con questa defini
3. Le caste e i sistemi etnicamentePluralisti. zione sarebbepossibile,secondo Barth, comparare lesocietàdi castenel subcon
tinente indiano e altrove.
Pur affermando che il sistema delle caste non diflerisce da un sistema di stra Notiamo che l'occultamento della distinzione fondamentale tra gerarchia e
tificazione sociale, Berreman vi associa il «pluralismo etnico e culturale». La potere appare nell'espressione stessa «somma degli status». Lo status sociale o
società delle caste sarebbe un sistema di integrazione tra gruppi etnici diversi, rituale è messo sullo stesso piano dello status economico e politico. In realtà,
che conserverebbero la loro diversità, mentre la perderebbero in un sistema di solo lo status chiamato «sociale» da Barth sarebbe definibile come status in senso
classi vero e proprio. In questo modo Berreman riprende una delle componenti stretto, mentre i cosiddetti status politici ed economici dovrebbero essere consi
della definizione di Weber, sviluppandola con una teoria piu raffinata della co derati piuttosto dei «ruoli».
municazione culturale: le frontiere tra caste impedirebbero la circolazione cul Come ha notato Dumont, la formula di Barth è in ogni caso sociocentrica,
Casta 692
693 Casta
perché presuppone la combinazione di funzioni che sono distinte solo nella so boli di purezza e d'impurità. I membri delle caste superiori sono piu puri di
cietà moderna, mentre il sistema dei Pathan dello Swat — di cui parla Barth
quelli delle caste inferiori e rischiano di perdere la loro purezza se si associano
è caratterizzato dall'indifferenziazione piuttosto che dalla somma degli status
agli inferiori in contesti alimentari, sessuali e rituali (che implicano l'esclusione
[Dumont 1967, p. 30]. dell'esogamia e della commensalità e una ripartizione precisa dei ruoli rituali
In conclusione, opponendo il sistema delle classi al sistema delle caste, come delle caste).un sistema aperto (nel senso di Popper) a un sistema chiuso, i teorici della stra
4) Le caste sono legate alla divisione del lavoro : sono associate a un'occupa
tificazione sociale definiscono il sistema delle caste come una perversione ine zione tradizionale e hanno diritti e doveri precisi nel sistema delle prestazioni e
gualitaria del sistema delle classi, e ne forniscono un'interpretazione sociocentri delle contro-prestazioni.
ca (modellata soprattutto sul sistema delle relazioni razziali in America ), che I criteri etnografici possono essere modificati o moltiplicati a seconda delle
ignora l'ideologia e i valori propri al sistema indiano, e la distinzione fondamen variazioni regionali o del grado di differenziazione di un sistema di caste in un'u
tale tra gerarchia degli status e distribuzione differenziale del potere politico ed
nità territoriale, ma i principi soggiacenti restano identici e possono essere ri
economico. Quest'interpretazione ha del resto molto in comune con la teoria dotti R una definizione mIntmR, dRtR da Bouglc [1908] c Ilplcsa dR Dumont
marxista del «dispotismo orientale», secondo cui un gruppo dominante ingloba
[1966, p. 64] : il sistema delle caste è costituito da gruppi ereditari distinti e collein un'organizzazione dispotica del potere politico comunità autonome e senza
gati tra loro tramite : I ) una gradazione di status, o gerarchia, 2) regole di sepa
relazioni di complementarità economica e sociale (le «comunità di villaggio») razione, 3) la divisione del lavoro e l'interdipendenza che ne risulta.
[cfr. Dumont 1975, pp. 41-48]. Per definire il sistema delle caste è dunque necessario spiegare cos'è la ge
rarchia,cosa sono leregole diseparazione (rituale, matrimoniale e alimentare) e
l'ideologia che oppone il puro all'impuro ; come la gerarchia si distingue e si arti
La casta comefenomeno indiano. cola al potere politico; cos'è il sistema della divisione del lavoro e delle presta
zioni e contro-prestazioni.
La discussione precedente ha fatto apparire la necessità di comprendere la
specificità del sistema indiano delle caste invece di partire da una definizione in
apparenza sufficientemente larga da permettere la comparazione, ma in realtà 4.1. La nozione di gerarchia.
indebitamenteriduzionistaed etnocentrica. Non si tratta di esorcizzare la dif Secondo Louis Dumont [ I966, p. 269] il principio fondamentale del sistema
ferenza, ma di comprenderla: questo è l'unico punto di partenza possibile per delle caste è la disgiunzione tra status religioso e potere. Questa disgiunzione non
una comparazione. è tra due categorie messe sullo stesso piano, ma implica che l'una è subordinata
Per comprendere il sistema delle caste, bisogna perciò cominciare dalla sua all'altra. Si tratta dunque di una disgiunzione gerarchica, in cui il potere è inferio
definizione «etnografica».
re a un principio piu fondamentale che lo subordina e lo legittima, dandogli un
I ) La casta (j at, j ati) è un gruppo cui si appartiene per nascita e che è carat senso che non possiede autonomamente. Senza questa disgiunzione subordinan
terizzato, in linea di principio, dall'endogamia. Ciò significa che il criterio di ap
te, non è possibile parlare di un sistema di caste vero e proprio. Dumont esclude
partenenza è ascrittivo e non modificabile per un individuo. Poiché la casta è per esempio che si possa parlare ái caste a Ceylon, perché in questa società il
endogama, i genitori hanno la stessa casta e lo stesso status e perciò la filiazione rappresentante del principio del potere, il re, è al vertice della gerarchia. L'as
non lascia mai una possibilità di scelta tra l'appartenenza al gruppo paterno o
senza della disgiunzione gerarchica tra status religioso e potere politico si trova
l'appartenenza al gruppo materno, come avviene invece nei sistemi gerarchici ca
là dove il buddhismo ha dato al re delle prerogative religiose oltreché politiche. Il
ratterizzati dall'anisogamia (cioè dal matrimonio tra gruppi di status diverso). re è infatti considerato un «Buddha vivente» o «destinato ad essere Buddha»
Per questa ragione le relazioni di parentela sono sempre orizzontali e ugualitarie
(bodhisattva) e un «imperatore del mondo» (cakkraeartin) [cfr. Heine-Geldern
in termini di casta, mentre le relazioni non parentali sono sempre gerarchiche
1956]. In questo modo il buddhismo tenta di conciliare la contraddizione tra la
[cfr. Leach 196o, p. 8]. Cisisposa tra uguali, cioètra persone che possono avere pratica della moralità e della religione e le necessità della politica e dell'uso della
rapporti sociali senza restrizioni importanti. forza.
2) Ogni casta ha una posizione definita nella gerarchia, Questa posizione può Al contrario, sin dall'epoca delle Bráhmana (8oo-zoo a. C,?), l'induismo ha
essere modificata per un intero gruppo, ma non per individui, a meno che qual
distinto radicalmente religione e politica, dando a quest'ultima una sua sfera di
cuno non sia espulso dalla sua casta e non perda cosi il suo status. I brahmani
azione, ma subordinandola alla religione attraverso i brahmani. Le due attività
(la casta dei preti) sono al vertice della gerarchia degli status e focalizzano l'inte sono distinte, ma complementari. La teoria induista della gerarchia definisce
ro sistema dellecaste. infatti una totalità sociale in cui si iscrivono, ciascuna al posto che le compete
3) La separazionee la posizione gerarchica dellecastesono espresse da sim nella scala dei valori, le attività umane, polarizzate su categorie ereditarie (e tali
23
Casta 695 Casta
694
hanno lo stesso valore, la giustizia ha il fine di realizzare socialmente quest'ugua
perciò da escludere la scelta individuale). La gerarchia sociale corrisponde dun glianza, Di qui il primato della politica, che è concepita come l'attività per cui
que alla gerarchia dei valori quale è stabilita da un'ideologia religiosa che giusti
individui e gruppi competono per ottenere il controllo delle risorse e dei circuiti
fica una totalità sociale articolata in funzioni complementari.
di produzione e di distribuzione: in una parola, per il controllo del potere.
La visione totale è religiosa[cfr. Dumont r966, p. 9z] ma non esclude affatto
Sintomaticamente, la società delle caste subordina l'attività politica e i suoi
delle visioni parziali, corrispondenti ad attività specifiche, che non hanno neces
rappresentanti. Se il brahmano è al vertice della società, non ha però, come tale,
sariamente un carattere religioso. Le attività «razionali» (economia, politica, il controllo del potere, che è invece riservato al re. Ma d'altra parte il re è subor
ecc.) trovano cosi un posto nella sfera che è assegnata loro dal sistema globale, dinato al brahmano e ai valori che questi rappresenta nella sua attività. Senza la
ma devono restaregerarchicamente subordinate ad esso ed ai suoi rappresen
tanti nella società: i brahmani.
cauzione e la legittimazione morale del prete, il potere politico non è in rapporto
con la totalità sociale. Di qui la necessità di «meccanismi per trasformare il po
La disgiunzione subordinante connessa alla gerarchia permette quindi la
tere in status» [Dumont r975, p. zo] : per esempio, il dono ai brahmani. Questodifferenziazione delle attività e nello stesso tempo le integra in un quadro unita
dono può sembrare una conferma che la superiorità di status corrisponde a pri
rio, nel sistema dei valori della società. In questo modo, due tipi complementari
vilegi economici : in realtà indica che il brahmano non ha un accesso diretto alle
di rifiessione si sono sviluppati in India: l'uno contenuto nella letteratura del
risorse e un diritto su esse. Può solo cedere i propri «meriti » in cambio delle ric
dharma (legge religiosa), l'altro nella letteratura dell'artha (le leggi della politica chezzeche glipermettono divivere.Reciprocamente, chiha ricchezze può ceder
e dell'economia, dell'«acquisizione razionale»). Anzi, con PArthasastra(la dot le per acquisire meriti. Ma senza la disgiunzione gerarchica tra lo status, legato
trina dell'artha) l'India ha sviluppato prima dell'Europa una teoria «machiavel
lica» dello Stato.
a meriti morali, e il potere, legato al controllo delle risorse, questo scambio nán
avrebbe alcun senso. Le attività ritualmente inferiori sono quindi complementari,
L'ideologia gerarchica fa si che non ci sia contraddizione tra il punto di vista
ma distinte, rispetto alle attività superiori: si completano perché non esistono
religioso e quello razionale. Ognuno è perfettamente legittimo nella sua sfera, e
indipendentemente dallo scambio, che permette loro di restare distinte.
può perciò mantenersi distinto pur conservando, grazie al legame gerarchico, un
rapporto all'insieme. La gerarchia si definisce dunque come «principio di grada
Il brahmano può restare tale solo in quanto è puro : la sua purezza gli permet
te il contatto con l'ordine religioso, contatto di cui beneficia l'intera società. Ma
zione degli elementi di un insieme in relazione all'insieme» (cioè per mezzo della la purezza può essere realizzata socialmente solo se le attività impure ma neces
messa in rapporto all'insieme di ogni elemento) [Dumont r966, p. 9z]. Si tratta
dunque di un concetto familiare alla tradizione classica europea e all'antichità
sarie all'esistenza sono assunte da dei gruppi sociali, considerati impuri perché
le esercitano. La purezza e l'impurità non sono quindi date separatamente: la
in particolare [cfr. Finley r973, trad. it. pp. 48 sgg.] ma il sistema indiano delle gerarchia implica la complementarità, non solo l'esclusione. Dal nostro punto
caste lo traduce sistematicamente nell'attività sociale, ne fa un principio sociolo
di vista individualista è rivoltante che a certi individui siano riservate attività
gico oltreché logico.
pure e ad altri attività impure; ma dal punto di vista indiano non sono gli indi
La morale gerarchica non ha quindi come soggetto l'individuo, ma la totalità
sociale stessa. L'articolazione e l'unità sociali non sono il risultato meccanico dei
vidui che contano, ma le relazioni che rappresentano e di cui permettono la con
tinuità. Per il principio della reciprocità delle funzioni, l'intoccabile è altrettan
conflitti o delle transazioni tra individui o tra gruppi (classi) che agiscono in base to indispensabile del brahmano: l'uno e l'altro ottengono meriti svolgendo le
al principio individualistico della competizione. Per l'ideologia gerarchica la
proprie funzioni ereditarie. Non c'è quindi una morale soggettiva, ma una mora
totalità sociale è il presupposto, non il risultato, delle relazioni tra gruppi dif
le di status, non ci sono doveri universali, perché non c'è un uomo «universale».
ferenziati. L'ideologia moderna implica invece l'idea dell'autonomia dell'in
dividuo e dei gruppi, concettualmente prioritari rispetto alle loro relazioni: la
Ci sono invece preti, principi, coltivatori o servi [Dumont s975, p. 23]. D'altra
parte sembra che ci sia un certo rapporto tra il sistema delle caste e la teoria
società globale è dunque il prodotto della loro interazione (contrattuale o con della transmigrazione, almeno per certe varianti dell'ideologia induista. Nascere
flittuale). Al contrario, per l'ideologia gerarchica i gruppi nascono per differen
ziazione a partire dalla totalità, che è un presupposto organico e non un risul
in una casta piuttosto che in un'altra, e quindi avere funzioni piu o meno pure,
ha allora un senso religioso. La casta in cui si nasce in una reincarnazione dipen
tato meccanico. Le relazioni precedono, concettualmente e sul piano dei valori,
de dal comportamento nelle vite precedenti. Il principio dell'appartenenza alla
le cose messe in relazione. La giustizia consiste allora nel mettere le diverse
casta per nascita è dunque inglobato esso stesso nell'ordine morale che presiede
funzioni sociali al loro posto, dove possono esplicare la loro attività: i preti,
al sistema [cfr. Dumont r966, pp. 77 e 79; r975, p. 32].rappresentanti e garanti dei valori ultimi e della finalità dell'intera società, sono
Quest'ideologia ci appare scandalosa perché ignoriamo la distinzione tra ge
perciò al vertice della gerarchia, ma non possono esercitare il potere, che con
rarchia epotere. La gerarchia è un ordine concettuale e rituale legato a certe
taminerebbe laloro purezza morale.
sfere soltanto dell'esistenza : nella sfera economica e politica le relazioni possono
L'ideale di giustizia dell'ideologia moderna è totalmente differente : partendo
essere diverse o persino inverse a quelle rituali, anche se la priorità della gerar
dall'individuo, e dal presupposto che tutti gli individui sono uguali per natura e
Casta 6g6 6gp Casta
chia fa si, come abbiamo visto, che una complementarità si stabilisca tra le due
sfere. Una casta inferiore dal punto di vista gerarchico può detenere il potere 4.z. Purezza ed impurità come simboli della gerarchia.
politicoed economico, mentre una castasuperiore può essere costrettaa dipen
dere su questo piano dai suoi inferiori. Questa possibilità è anzi iscritta nel prin La totalità presupposta dall'ideologia della casta non è politica o economica,
cipio stesso della gerarchia, che confina in una sfera subordinata il controllo ma religiosa. Come tale, non subordina la natura all'uomo, ma mette l'una e
del potere e della ricchezza. Ma, anche se è economicamente dipendente da l'altro in rapporto. In particolare, i fenomeni fondamentali della vita organica
inferiori, il superiore gerarchico vede riconosciuta la sua superiorità nelle sfere hanno un valore di simbolo per la vita sociale, perché permettono di esprimere
rituali. le distinzioni tra le caste. I tre principi fondamentali che, secondo Bouglé, stan
Ciò che è gerarchicamente strutturato sono dunque le funzioni e le attività no alla base del sistema castale si possono ridurre al solo principio dell'opposi
sociali, e gli uomini associati a queste attività. Le relazioni di potere non costi zione tra puro e impuro. Quest'opposizione implica infatti la gerarchia (superio
tuiscono l'ordine globale della società. Anch' esse rappresentano un ordine, una rità del puro sull'impuro ), la separazione (bisogna mantenere separati puro e
forma di organizzazione. Ma quest'ordine èconsiderato secondario,subordi impuro) e la divisione del lavoro (le occupazioni pure e impure sono distinte ma
nato all'ordine religioso che, esso, organizza le relazioni tra gli uomini e i gruppi complementari) [cfr. Dumont rq66, p. 6g].
in modo differente e in funzione di un «senso» differente. Entrambi gli ordini Dumont ha mostrato che l'opposizione tra puro e impuro contiene l'essenza
sono legittimi, a condizione che ciascuno resti limitato alla sfera che gli compete. stessa dellagerarchia perché da essa consegue che l'insieme consistenellacoesi
In conclusione, alla base del sistema delle caste c'è un'ideologia dell'inter stenza necessaria di due opposti. L'opposizione massima è dualista: da una parte
dipendenza e della relatività: delle funzioni, delle sfere di attività, e dei gruppi la categoria piu pura, il brahmano, che utilizza in modo puro certe specie (per
che le rappresentano e le svolgono. Il valore essenziale è quest'interdipendenza esempio i prodotti della vacca) ; dall'altra l'« intoccabile», che le utilizza in modo
perché non ci sono unità privilegiate, che siano considerate come gli elementi impuro (per esempio utilizza la vacca in modo tale che ne implica la morte : ne
di cui è fatto l'insieme e da cui e per cui esso è prodotto. concia le pelli, ne consuma la carne, ecc.). Ma quest'opposizione implica anche
Per noi, gelosamente fedeli a un'ideologia che fa dell'«uomo particolare con che entrambi i comportamenti sono necessari, che entrambi fanno parte necessa
siderato come universale» [Dumont igpg, p. zz] il punto di riferimento dei valo riamente del sistema : «Non ci sarebbe un brahmano se questi non avesse a sua
ri fondamentali, è impossibile ammettere la relatività delle prospettive e dei va disposizione degli specialisti dell'impurità che gliela evitano» [Dumont rg'~,
lori, e che un rapporto retto da leggi particolari a un certo livello, si modifichi, p. zg]. L'unità è dunque data da un'opposizione. In termini logici, la totalità
nella sua struttura, nelle sue leggi e nel suo «senso», a un altro livello. Piu anco gerarchica si distingue radicalmente da una totalità dialettica di tipo hegeliano.
ra, ci è impossibile ammettere che ciascun livello abbia il suo posto, il suo senso, L'opposizione che governa la prima è non-contraddittoria ; la seconda è domina
e le sue relazioni con gli altri livelli, in un sistema globale che giustifica la società ta invece dal principio della contraddizione e del superamento dei termini con
tutta intera dando una validità parziale a ciascuno dei suoi aspetti e delle sue traddittori, e della loro distinzione.
sfere. E tuttavia è questo il senso profondo della gerarchia delle caste e della sua L'opposizione concettuale tra stati puri e impuri si trasferisce dunque al si
ideologia. Quando lo riduciamo a una finzione o a una razionalizzazione del li stema delle relazioni sociali. Tutti gli uomini subiscono transitoriamente stati di
vello che per noi subordina tutti gli altri, e cioè quello delle relazioni di potere, impurità: mestruazioni, parto e morte ne sono degli esempi particolarmente im
facciamo funzionare inconsciamente una censura. Rischiamo cosi di ignorare che portanti. L'iscrizione nel sociale di questi stati giustifica l'impurità o la purezza
in ogni società gli uomini agiscono e si pensano secondo valori propri, che non relativa delle caste. Coloro che hanno, infatti, l'incarico di occuparsi dei cadave
possiamo considerare irrilevanti senza correre il rischio di sostituirvi i nostri va ri, o di lavare i panni sporchi, ecc. sono permanentementea contatto con l'impu
lori e la nostra ideologia politica. La relazione tra la sfera del potere politico-eco rità. Trasferita al sistema sociale della divisione del lavoro, l'impurità transitoria
nomico e la sfera religiosa è, nel sistema delle caste, esattamente inversa a quella (in quanto i suoi effetti restano nella sfera privata) degli uni diventa cosi l'im
che è in vigore nel nostro sistema di classi sociali. È quindi impossibile assimilare purità permanente degli altri. In quasi tutta l'India, il prete funerario (il barbiere
direttamente o surrettiziamente un sistema all'altro : la comparazione non può nel Sud) e il lavandaio sono perciò particolarmente impuri. Al contrario, alcune
che opporre i due sistemi e riconoscere che la loro somiglianza superficiale deri attività comportano l'assenza di impurità o la purificazione immediata: per
va dall'avere isolato arbitrariamente le relazioni di potere che sono il solo aspetto esempio il re non è mai impuro, perché non può essere impedito nelle sue attivi
del sistema delle caste direttamente accessibile alla nostra ideologia. Ma, consi tà; lo studente brahmanico, al contrario delle altre categorie di persone, è reso
derato nell'insieme di cuifa parte,edicuiabbiamo cercato diesporre brevemen impuro soltanto dalla morte di parenti molto stretti, perché, intrinsecamente
te i principi, quest'aspetto si rivela in realtà completamente diverso da come ap puro, è molto meno affetto dall'impurità della morte [cfr. Dumont ig66, p. 73 ;
pare ai teorici che considerano la casta quale limite della classe, e riconducibile Orenstein iq68].
a quest'ultima. Se la relazione con certi fenomeni organici e naturali produce l'impurità, la
Casta 698
699 Casta
relazione con altre entità naturali, come l'acqua, i cinque prodotti della vacca
(urina, escrementi, ecc.), è purificante. Questa ideologia gerarchica della purez in occasione di riti di passaggio, I capi delle famiglie componenti il biradari
za è stata formulata sin dal in secolo a. C. ed è stata utilizzata per render conto partecipano alle riunioni (panchayat) che decidono dei conflitti che intercorrono
del sistema delle caste che si è sviluppato gradualmente piu tardi. Gli altri cri tra i suoi membri. L'estensione territoriale del biradari dipende dalla dispersio
teri di separazione sociale sono teoricamente riconducibili al simbolismo del pu ne o dallaconcentrazione dellasua popolazione, ed èin genere legata all'occupa
ro e dell'impuro. La molteplicità dei criteri di segmentazione gerarchica produ zione della casta cui appartiene. Nell'India settentrionale, le caste di agricolto
ce tuttaviauna certarelatività: ogni giudizio distatus formulato secondo un cer ri di rango intermedio o quelle di Chamar ('gente del cuoio', intoccabili ) tendo
to criterio «solidarizza una casta con tutte quelle che condividono lo stesso trat no ad organizzarsi in biradari i cui membri si trovano in pochi villaggi o in uno
to, opponendola atutte lealtre» [Dumont r966, p. 8i ]. solo, mentre i biradari delle caste di artigiani o servitori(vasai, fabbri e lavandai)
Ma i criteri non sono sempre congruenti. È necessario allora valutare non sono generalmente dispersi tra un maggior numero di villaggi. Per le caste su
solo la posizione di ogni segmento castale in rapporto a un certo criterio di seg periori, soprattutto negli ultimi due secoli, il biradari ha invece progressiva
mentazione, ma anche il valore relativo di ognuno dei criteri, dalla cui combina mente perso lasua importanza.
zione risulta il rango di una casta in una serie lineare unica che comprende tutte I biradarFfanno parte di un gruppo, chiamatoj ati (sottocasta), che è l'unità
le caste in un determinato territorio. Si può constatare allora una certa indeter fondamentale del sistema. Si tratta del gruppo endogamo, che circoscrive i limi
minazione: ogni casta tenderà a considerare il proprio status in modo diverso ti entro i quali i biradari esogami possono contrarre matrimonio. Mentre il
da come è consideratodallealtre.D'altra parte, la gerarchia non esclude lacom biradari è per lo piu un gruppo di agnati, ilj ati è un gruppo definito da legami di
petizione e la mobilità [cfr. Srinivas i966, p. y]. La mobilità verticale implica che afFinità e di cognazione. Ha spesso un proprio nome, una propria divinità, un
i membri di una casta cercano di farsi riconoscere uno status superiore adottan proprio mito d'origine, una posizione nel sistema gerarchico. Può inoltre ave
do le prescrizioni di purezza connesse a questo status. Sia a livello locale sia a li re proprie regole di comportamento, propri costumi, ecc. .
vello panindiano si ha perciò un processo costante di «promozione» che spiega fati differenti sono a loro volta considerati membri di una casta(j at) che non
il diffondersi dell'ideologia dei brahmani, e in definitiva del sistema delle caste è un gruppo veroe proprio, ma una categoria generale, con un nome, una po
(«sanscritizzazione»). Srinivas definisce la sanscritizzazione come il processo sizione gerarchica, un'occupazione tradizionale. Questa categoria permette a
per cui una casta di basso status, o un gruppo tribale non induista, abbandona i membri di sottocaste differenti di poter riconoscere la propria posizione gerar
suoi costumi, i suoi rituali, la sua ideologia e il suo modo di vita, per assumere chica a livello regionale e non piu solo strettamente locale (anche se i criteri sono
forme di comportamento superiori dal punto di vista induista. Se è un gruppo in realtà molto piu complicati ) [Cohn t97i, pp. i rg-i6, rzg-z6].
tribale, diventa induista e si integra come casta in una posizione definita nel si A loro volta, le caste si identificano a una delle quattro categorie (@ama
stema gerarchico; se è già induista, enuncia una pretesa di status, espressa in 'colori, specie') che le mettono in rapporto all'enunciazione piu generale della
termini di comportamento, che in genere non è riconosciuta dalla comunità pri gerarchia, e all'insieme panindiano.
ma di una o due generazioni. Il sistema dei marna è tra l'altro importante perché permette la mobilità so
L'ascesa di un gruppo nella scala gerarchica comporta la discesa di un altro, ciale deij ati. Quando un gruppo aspira a uno status superiore non può eviden
ma non modifica la gerarchia degli status. Solo la loro attribuzione è modificata temente fondersi con un altro jati che ha già questo status(ciò implicherebbe
[cfr. Srinivas i966, pp. 6-p; Cohn r9yi, pp. iglò-yr ].
matrimonio con i membri di quelj ati, conflitti, ecc.), ma può pretendersi mem
bro di un marnadiflerente da quello che gli è attribuito tradizionalmente, senza
modificare i propri confini di gruppo [cfr. Lynch i969].
4.3.La segmentazione gerarchica e isuoiparadossi: marna e casta. I quattro marnasono, nell'ordine gerarchico : t ) i brahmani, o preti; z ) gli
Fin qui abbiamo parlato della casta come dell'unità di un sistemagerarchico ksatriya, o guerrieri ; g) i vaisya, o mercanti; 4) gli sudra, o servi, gente di poco
definito dalla sua ideologia. Bisogna ora mostrare il rapporto tra questo sistema conto. Gli intoccabili non rientrano in questa quadripartizione, e non hanno del
e i gruppi concreti e in particolare come si realizza la segmentazione tra unità resto un'etichetta comune (oggi sono chiamati Harj ian 'figli di Dio').
di ordine diflerente. Nella letteratura vedica, la divisione in marnaè generata da un principio di
Quattro livelli devono essere presi in considerazione. opposizione dicotomica. La prima dicotomia oppone Arya e non-Arya (ossia
L'unità piu piccola è il gruppo esogamo, il biradari 'banda dei fratelli'. I Dasyu, identificabili con gli intoccabili ). Gli Arya sono dicotomizzati in «nati
membri di questo gruppo parentale sono in genere stratificati generazionalmente : due volte» (i primi tre tiarna) e «nati una volta» (sudra). I «nati due volte» si di
quelli della generazione di Ego sono dei « fratelli », quelli della generazione del pa vidono in brahmani e ksatriya, da una parte, e vaisya, dall'altra. Brahmani e
dre di Ego sono dei «padri », ecc. Specialmente nelle caste di rango medio o infe ksatriya, infine, si oppongono tra loro. Questa suddivisione in quattro unità è
riore il biradari è un gruppo solidale : i suoi membri si riuniscono, per esempio, giustificata dal mito di Purusa, secondo cui i brahmani nacquero dalla bocca
dell'uomo primordiale, gli ksatriya dalle braccia, i vaisya dalle sue cosce e i
Casta 700 70 I Casta
5udra dai suoi piedi. Le Leggi di Manu [I, 87-cfr ; cfr. Buhler x886] assegnano Tuttavia, si può obiettare a Tambiah che non è possibile mettere in rapporto
ad ogni marnai suoi doveri: ai brahmani lo studio e l'insegnamento dei Veda, diretto il modello astratto delle Leggi di Manu con l'ideologia ricavabile dallo
il sacrificio, il dare e il ricevere elemosine; agli ksatriya la protezione del po studio sociologico della società delle caste. Ma il problema fondamentale con
polo, il dono, l'offerta del sacrificio, lo studio dei Veda; ai vaisya l'allevamento cerne la nozione stessa di gerarchia. Tambiah parte da una definizione «logica»,
del bestiame, il commercio, l'agricoltura, l'offerta del sacrificio e lo studio dei universale, della gerarchia come procedimento classificatorio: in sostanza, dalla
Veda; infine agli sudra una sola occupazione: servire gli altri tre ~ama. definizione della gerarchia come inclusione tra classi. Con questa definizione si
La complementarità tra varna è parzialmente analoga a quella tra caste. può consideraregerarchica solola classificazione in marna. Le caste sono ordina
Cosi, per esempio, lo ksatriya o il vaisya possono ordinare il sacrificio, ma solo te secondo un procedimento diverso, che non si può considerare come realmente
il brahmano può eseguirlo. Il re è quindi privato della funzione sacerdotale : si gerarchico. Ma questa definizione «logica» della gerarchia corrisponde alla de
ritrova qui la disgiunzione fondamentale tra status religioso e potere politico. finizione indiana?
L'omologia tra il sistema dei marna e quello delle caste (jat) non deve però In apparenza, Dumont utilizza un procedimento inverso : parte dalla formu
nascondere le differenze e soprattutto il problema che pone il loro rapporto. lazione indiana della gerarchia. Questa formulazione rende conto del rango delle
Nella letteratura vedica il brahmano è essenzialmente il sacrificatore, mentre nel caste in termini di purezza e di impurità. Quando però Dumont dà una formu
periodo induista e nel sistema delle caste è caratterizzato dalla purezza. Soprat lazione generale del concetto di gerarchia, non può che servirsi del concetto
tutto, la teoria dei marna equella delle caste implicano due tipi diversi di classi di inclusione tra classi: «Una relazione gerarchica è una relazione tra piu am
ficazione e rivelano una difficoltà nel passaggio dalla gerarchia concettuale alla pio e piu ristretto, o piu precisamente tra ciò cheinclude e ciò che è incluso»
gerarchia dei gruppi reali. Le caste sono ereditarie : la classificazione mette quin [rg67, p. 33]. È però evidente che se si applica questa definizione alla gerarchia
di l'accento sulla nascita. Nella teoria dei v~ama,al contrario, l'accento è sulla espressa in termini di puro e di impuro, e si afferma che il termine superiore (il
funzione,tanto che dinastie di origine non ksatriya accedettero spesso alla dignità puro) ingloba il termine inferiore (il non-puro) si ha una contraddizione dal
di ksatriya assumendo la funzione reale (anzi, secondo alcuni, nessuna dinastia punto di vista logico. Le due nozioni di gerarchia devono restare ben distinte:
dopo lafine deiNanda — v secoloa.C. — fu mai di origine ksatriya). Ciò dimostra altrimenti si dovrebbe ammettere che A include non-A, cioè il suo opposto. Ma
che i marna non devono essere interpretati come gruppi ereditari, alla stregua in termini di classi logiche puro e non-puro, in quanto opposti, sono allo stesso
delle caste, ma come categorie funzionali. livello di generalità: l'uno non può essere inglobato nell'altro, senza incorrere
Il rapportotravarna e casta è stato oggetto di interpretazioni contrastanti, nei seguenti paradossi : a) una classe è membro di se stessa(cioè il puro è mem
nessuna delle quali è soddisfacente. La comparazione dei punti di vista di Tam bro della classe «pura», dato che questa è nello stesso tempo l'«inglobante» e
biah e di Dumont è particolarmente interessante e istruttiva, perché mette in la classe dei brahmani) ; b) una classe è considerata come un elemento tra gli
gioco la definizione stessa della gerarchia e le difficoltà che proviamo nel rendere elementi classificati come suoi non-membri: cioè la classe del non-puro non è
conto di questa nozione. non-pura.
Dumont privilegia, come abbiamo visto, la gerarchia delle caste, che è espres Gli stessi paradossi si ritrovano quando si passa dalla formula generale della
sa in termini di puro e di impuro. La classificazione in marnaappare allora solo gerarchia alla gerarchia dei gruppi concreti : se i gruppi sono distinti ritualmente
analoga a quella delle caste. e matrimonialmente, come si può dire che la relazione gerarchica è una relazione
Tambiah, invece, cerca di mettere in rapporto piu direttamente i due sistemi di inclusione? È vero invece che le caste sono «gerarchizzate» secondo un proce
e di dedurre le caste dai marna. Secondo Tambiah, solo la classificazione in marna dimento di sovrapposizione tra caratteri diversi (che non è necessariamente
è effettivamente gerarchica, perché queste categorie sono generate da un princi quello contemplato dalle Leggi di gnu ). La gerarchia come «inglobamento»
pio di segmentazione in cui un livello dicotomico di ordine superiore ingloba un concerne solo le funzioni associate ai gruppi : non si può passare dalla funzione
livello di ordine inferiore [r973, p. rg6]. Invece le caste sono ordinate in rango al gruppo senzacambiare radicalmente lanozione di gerarchia. Questo termine
tramite il procedimento classificatorio della sonrapposirionetra classi diverse. sembra dunque avere dei sensi differenti e non sempre congruenti: il tentativo
Il modello considerato da Tambiah è infatti quello delle Leggi di Manu (ca di Dumont di ricondurli tutti alla formula piu generale della gerarchia (l'inclu
pitoli nt e x), modello che spiega la gerarchia lineare dei gruppi castali per mezzo sione) non è privo di gravi di%coltà.
delle unioni miste (cioè tra ~ama differenti e tra caste differenti), che sarebbero La gerarchia tra caste è dunque piuttosto una graduazione lineare che non
all'origine di ogni casta. Dato il valore differente attribuito alle unioni ipergami una gerarchia di «classi ». Sul piano classificatorio come sul piano rituale, la ca
che e ipogamiche, e al matrimonio principale e secondario, si ottiene un certo tegoria inferiore non è inglobata in quella superiore, ma le è semplicemente com
numero di categorie ordinate in ranghi, che Tambiah identifica aij ati o ai loro plementare. La gerarchia lineare ha perciò due caratteri distintivi: è enunciata
analoghi. Le regole di formazione di quest'ordine hanno un riflesso nelle regole in una enumerazione; è piu interazionale che attributiva.
di purezza. Le enumerazioni gerarchiche sono una caratteristica tipica della cultura in
Casta 702
7o3 Casta
diana. Una «società globale» è definita integralmente dall'enumerazione in serie
di tutti i gruppi che la compongono. La contraddizione implicita in questo pro
mestiere : quindi professioni ugualmente pure o quasi possono sostituire o
cedimento è notata dallo stesso Dumont: il tutto e le parti, l'inglobante e l'in
completare la professione tradizionale di una casta. Soprattutto, certe profes
sioni sono neutre dal punto di vista rituale e possono perciò essere esercitate da
globato, sono messi sullo stesso piano, nella serie [cfr. Dumont 1957, pp. I$2, caste differenti. L'attività «neutra» piu importante è l'agricoltura e il suo eser
i50, z52, per alcuni esempi].
Il modello gerarchico per inclusione, a parte le difficoltà che incontra quando
cizio è rispettabile per tutte le caste (solo quelle piu elevate non possono usare
si traduce nella gerarchia dei gruppi concreti, o si ferma arbitrariamente a un
l'aratro): infatti il rapporto tra professioni agricole e caste è il piu guido. È
termine di cui si decide che è finale, o regredisce all'infinito, perché non è possi
chiaro del resto che in un'economia prevalentemente agricola l'occupazione del
bile pensare senza contraddizione una classe finale che comprenda tutte le altre
la maggioranza della popolazione non può non essere agricola.
Anche nell'economia indiana moderna c'è una certa correlazione tra lo status
e nellostessotempo se stessa(cfr.sopra).Ma ilsistema dellecastedeve necessa
riamente pensarsi come una totalità (altrimenti non può pensarsi come una ge
gerarchico e le occupazioni : gli intoccabili stanno nei gradi occupazionali infe
rarchia), e quindi come un ordine finito. È quindi costretto a partire dall'aporia
riori (portatori, manodopera non qualificata, ecc.). Nella definizione dello status
dellaclasse che ingloba tutte lealtre e nello stesso tempo se stessa,e perciò da
di una casta, la sua specializzazione funzionale è infatti determinante, perché la
una rappresentazione concreta della gerarchia in cui il tutto e le parti sono sullo
mette inrelazione con attivitào statiimpuri o puri che per altre caste sono solo
stesso piano, e in cui la posizione gerarchica di ogni elemento dipende dalla sua
transitori. La maggior parte dei mestieri sono quindi connotati ritualmente: la
posizione nell'ordine di enumerazione. La totalità è quindi concepita come linea
gerarchia delle caste è anchefunzione della gerarchia dei mestieri che esercitano.
L associazione tradizionale, simbolica, con una certa professione restringe le
)
re ed è resa finita da un'opposizione tra due estremi assoluti e ideali: il puro e
l'impuro, appunto. Il criterio di gerarchia è allora dato dalla posizione di un
scelte professionali reali di una casta, ed è comunque utilizzata per esprimere la
segmento tra i due segmenti che rappresentano gli estremi concettuali, piuttosto
sua posizione gerarchica. Anche la divisione del lavoro è dominata dall'opposi
che dal livello di generalità in cui si trova nella rappresentazione piramidale della
zione trapuro e impuro, e ha una dimensione gerarchica:non sipuò isolareuna
gerarchia per inclusione. Quest'ultimo è però conservato, a livello simbolico,
dimensione economica «pura», che non ha senso nella società tradizionale.
dalle funzioni che corrispondono a ciascun segmento. L'ideologia della casta è
La subordinazione dell'aspetto economico all'aspetto rituale si ritrova anche
la sintesi delle due forme di gerarchia: la casta inferiore è il segmento che, pur
nel sistema di prestazioni e contro-prestazioni dell'economia chiusa e naturale
restando socialmente distinto in termini di «purezza», è concettualmente com
di un villaggio policastale. L'etimologia stessa del termine che designa frequen
preso e subordinato dal segmento superiore. I paradossi logici implicati da que
temente questo sistema (j aj mani) evoca l'aspetto religioso. jaj man 'patrono', per
sta sintesi spiegano come, in concreto, e a un certo livello di concettualizzazione
opposizione apraja 'dipendente',è un termine che deriva dal sanscrito vaj ama
della realtà sociale, la definizione della gerarchia delle caste in funzione della
na, che significa 'sacrificante': «colui che fa effettuare un sacrificio per sé»
loro interrelazione prenda il sopravvento. McKim Marriott ha mostrato l'im
[cfr. Dumont i966, p. iz9 ]. Il sistemajajmani è un sistema clientelare, basato
portanza di quest'aspetto, sottolineando che l'interdipendenza e la specializza
su una rete di relazioni personali, e centrato su coloro che hanno la proprietà
zione occupazionale delle caste e in particolare le prestazioni di cibo sono criteri
della terra. In questo sistema, ognuno ha privilegi e doveri nella ripartizione del
fondamentali per spiogare la configurazione gerarchica di un sistema castale ter
le risorse, dei prodotti e dei servizi, che dipendono dalla sua posizione gerar
chica.
ritorialmente limitato. Per stabilire l'ordine gerarchico, l'attribuzione(caratteri
stica della casta che dipende dal suo modo di vita puro o impuro) è meno impor
La divisione del lavoro è dunque articolata a una rete di relazioni personali
tante deltipo di relazione che esiste tralecaste:è perciò necessario sapere da chi
ereditarie: ogni famiglia dispone di una famiglia di specialisti per ogni compito.
e a chi ogni categoria sociale accetta o dà categorie differenti di cibo (fritto, bolli
Le prestazioni e le contro-prestazioni non sono regolate dal mercato, ma da con
to, crudo) o l'acqua del pozzo ; con chi si può fumare dalla stessa pipa, quali gra
suetudine. La retribuzione è data immediatamente per ogni prestazione ecce
di d'impurità producono le caste inferiori e tramite quali veicoli, ecc. I criteri
zionale o occasionale, ma si distribuisce lungo tutto l'anno per le prestazioni con
tinue e abituali. Il sistema è molto complicato, e presenta variazioni regionali
variano regionalmente [cfr. Marriott i959]. importanti. Una descrizione particolareggiata del suo funzionamento in un vil
laggio dell'India del Nord è stata data da Wiser [i936]. Si possono distingue
4.y. La divisione del lavoro e il potere economico. re le seguenti categorie di partner:
La casta ètradizionalmente legata a una professione, pur non essendo una i ) dipendenti (per esempio fabbro,barbiere,portatore d'acqua, lavandaio )corporazione di mestiere. Non tutti i suoi membri esercitano questa professione, che forniscono servizi permanenti in cambio di dotazioni fisse in grana
né tutti quelli che la esercitano appartengono alla casta in questione [cfr. le glie, ricevute due volte all'anno, dopo la mietitura;
statistiche in Blunt i93i ]. Ciò che importa è lo status di purezza relativa di un z) dipendenti con funzioni cerimoniali (per esempio in occasione di matri
Casta
Casta 7O4 7o5
moni, funerali, ecc.) che ricevono una prestazione consuetudinaria ogni
appartenere aqualsiasi casta che abbia effettivamente la forza. La distinzione tra
caste dominanti (che controllano la terra)e casteche hanno accessoalla terra e ai
volta che prestano i loro servizi;
3) manodopera agricola permanente e «non libera», retribuita alla giornata
suoi prodotti solo per i rapporti di dipendenza alle caste dominanti è dunque
fondamentale, perché permette di introdurre la dimensione politica nel sistema
o al mese;
4) artigiani trasformatori retribuiti in natura con una percentuale, fissata
delle caste. Il potere politico ed economico è però disgiunto dalla gerarchia degli
dalla consuetudine, della derrata che trasformano per conto del loro
status : la casta dominante non è necessariamente la casta superiore gerarchica
mente. Nella sfera politica ed economica le relazioni di potere hanno le loro leg
patrono ;
5) artigiani e venditori remunerati in denaro a prezzi fissati dalla consuetu
gi, possono cambiare: la gerarchia, fondata sul sistema dei valori, non cambia.
d'ne e differenti per le differenti categorie di status (il brahmano, per
L'autonomia del potere è però subordinata, ha una sfera d'azione limitata. An
ch' esso deve essere messo in rapporto alla totalità, ai valori ultimi, e perciò sotto
esempio, paga meno cara la stessa quantità di latte).
messo alprincipio dellagerarchia,mediato dallacastache rappresenta, come ab
biamo visto, la totalità. Chi ha la forza deve quindi essere legittimato dalle sue
Quest'ultima categoria di persone non è costituita da dipendenti.
relazioni,anche nellasfera economica, con lecategorie distatus e col brahmano
Il sistema jajmani è stato oggetto di importanti discussioni. Secondo Wiser
è un sistema ugualitario, perché fondato sulla reciprocità delle funzioni e delle
in particolare, la cui cauzione è necessaria.
prestazioni: lasciando da parte le caste piu basse, per le altre vale la regola che
Ci si può certo domandare in che misura questa relazione alla gerarchia reli
ogni membro di qualsiasi casta è — aseconda delle occasioni — patrono e dipen
giosa modifichi i rapporti reali. In realtà vi aggiunge un senso, ma non li cambia
fondamentalmente. Tuttavia il problema sollevato dallo studio del sistema delle
dente, prestatore di un bene e di un servizio e destinatario di un altro bene o ser
caste sta proprio qui : qual è il valore relativo, nella società, dell'ideologia e dei
VIZIO.
In realtà, la reciprocità ugualitaria vale parzialmente solo per le caste che si
rapporti politici ed economici> Tutto sommato, l'importanza data all'una o al
l'altra dimensione è sempre funzione di un'ideologia, di un sistema di valori.
trovano in una posizione gerarchica intermedia. Il giudizio di Wiser non tiene
conto del controllo della terra, che è inegualitario. La reciprocità è gerarchica
Questo ci riporta al problema della comparazione : non si possono comparare le
strutture economiche e sociali senza tener conto dei valori assieme ai quali esse
[Dumont ig66, pp. I34-35]. Il sistema assicura ai «proprietari fondiari» i servi
esistono nelle società. La volontà di isolare strutture politico-economiche intel
zi degli specialisti e della manodopera, e a quest'ultimi garantisce diritti sui pro
dotti del suolo. Qualcuno [Beidelmann Ig5rl] considera il sistema jajmani come
ligibili di per sé, indipendentemente dalla coscienza indigena, è essa stessa un
un sistema di «sfruttamento», ma è stato osservato [Orenstein x96z] che le fami fenomeno ideologico che promana da certi valori. Essa implica che i nostri valori
glie abbienti e dominanti hanno obbligazioni imprescrittibili nei confronti dei
economici e politici hanno un'applicabilità universale, perché ci permettono di
loro dipendenti e, d'altra parte, dipendono dai «poveri» perché devono aver ri
capire qualsiasi tipo di sistema che decidiamo di isolare in una società concre
ta. L'esemplarità dello studio del sistema delle caste consiste nel rivelare l'as
corso ai servizi rituali di questi ultimi.
Le relazioni clientelari tradizionali implicano che certi ruoli economici sono
surdità di una simile pretesa. Non esistono criteri di valore assoluti, e scientifi
camente fondati, che permettano la comprensione di qualsiasi sistema sociale
un privilegio inalienabile dei gruppi inferiori, e che la casta dominante è costret
e dei suoi correlati ideologici. Quando i sociologi propongono simili criteri,
ta a dipendere da essi, senza poter modificare a proprio vantaggio (tramite, per
esempio, il meccanismo del mercato) le relazioni tradizionali : lo «sfruttamento»
almeno per quanto riguarda l'India, essi si rivelano per lo piu proiezioni di un
è possibile solo quando il gruppo dominante può decidere a suo piacimento dei
sistema ideologico particolare, che richiede di essere giustificato esso stesso. Cer
to, lasociologia non può essere solo «comprensiva», deve essere anche «espli
termini di scambio [cfr. Leach ig6o, p. 5].
Il sistema castale appare «ingiusto» all'osservatore occidentale, per cui il
cativa». L'esemplarità del problema delle caste sta però anche nel dimostrare
metro della giustizia è l'individuo concepito come universale, e non ciò che con
che la «comprensione» di un sistema ideologico è necessaria alla sua «spiegazio
tribuisce alla perpetuazione dell'insieme sociale. Nel sistema delle caste la giu
ne». Quest'ultima è cercata soprattutto nella dimensione politico-economica. Ma
stizia sta nella gerarchia: sta in un sistema in cui le attività e le retribuzioni di
l'estensione alla totalità del sistema dei principi di spiegazione di questa dimen
ciascuno sono interdipendenti perché orientate verso l'insieme. Quest'insieme
sione è un errore, non solo perché comporta il rifiuto di considerare i fatti di co
è la collettività gerarchica, che è regolamentata intenzionalmente (in funzione
scienza e i valori come parte della realtà, ma anche perché è un prodotto dell'ideo
di un'ideologia) e non automaticamente, come nell'economia individualista di
logia dell'osservatore, e non costituisce altro, quindi, che un giudizio di valore
opposto al giudizio di valore della coscienza indigena. La «comprensione» è
mercato.
Abbiamo constatato che il principio fondamentale della gerarchia sta nella
anche un modo, perciò,di tracciare le frontiere tra la nostra scienza e la nostra
disgiunzione tra status e potere. Ciò fa si che il ruolo politicamente ed economi
ideologia. [v. v.].
camente dominante(che nella teoria dei marnaè riservato agli ksatriya) possa
Parentela - Enciclopedia Einaudi [1982]
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Parentela - Enciclopedia Einaudi [1982]

  • 1. E NCICLOPEDIA E I N A UD I [ 1 9 8 2 ] PARENTELA Ida Magli — PAR ENTELA p ag .5 Valerio Valeri — CASTA pag.10 Franca Ongaro Basaglia — DONNA pag.20 Frangoise Héritier — ENDOGAMIA/ESOGAMIA p a g . 5 4 FAMIGLIA pa g. 62 INCESTO p a g . 7 0 MASCHILE/FEMMINILE p a g . 8 5 MATRIMONIO p a g . 9 4 PARENTELA p a g . 9 8 Alain Testart — TOTEM pag.126 Maurice Godelier — UOMO/DONNA pag.139
  • 2. ambiguità competenza/esecuffone allegoria Parentela fonetica codice grammatica immagine avanguardia Parentela conceffo analogia e metafom lessico metafora classico esistenza Urgomentazione lingua segno critica essere interpretarione lingua/parola significato Filologia fenomeno bego/bruffolinguaggio simbolo letteratura creativitàformam«atto/concreto metrica maniera dialettica rdca espressionesemantica poetica fantastico identità/difierenza proposizione e giudizio sens%ignificato alfabeto retorica mediazione traduzione gUStO ascolto imitazione OPPosizione/contraddizione umversali/Particolari gesto immaginazione Unthropos qualità/quantità atti linguistici lettura progetto cultura/culture totalità dicibile/indicibile luogo comune 'produzione/riproducibjtità etnocentrlaml uno/mo hi decisione enunciazione comunieazionc orale/scritto discorso sensibilità natura/cultura distribuzione statistica presupposizione e allusione errore parola finzione spazialit Srti datogiochi referente informazione ritmo generi artigianato etica scritturainduzione statistica narrazione/narratività artista probabilità Rlosofic/álosoáe acculturazionevoce stile attribuzione ragione antico/moderno civiltà rappresentazione statistica tema/motivo oggetto teoria/pratica razionale/irrazionale catastrofi calendario futurotesto produzioneartistica soggetto/oggetto ciclo decadenza selvaggio/barbar%ivilizzato uguaglianza evento escatologia armonia colorecaos/msmo valori periodizzazione età mitiche CSCIINICtltl melodia curve e superlici infinito vero/falso tempo/temporzlità genesi disegno/progetto fard/itl, Visiono geometria c topologia macrocosmo/microcosmo volontà passato/presente ritmica/metrica abbigliamento nascita ,gdtlcàafone scala invariante mondo alchimia progresso/reazione canto SCII!Il gfàà/fdkzzkonf coltivazioncIlztUCU storia suono/rumore colpo sessualità ' infanzia astrologia atlante cultura materialeosservazione tonale/atonale danza vecchiaia morte cabala collezione snlotc industria rurale deduzione/prova reale maschera elementi vita/mortodocumento/monumento desiderio matenah equivalenza Unità armi moda esoterico/essoterico fossile diAerenziale eros prodotti formalizzazione frontiera credenze ornamento memoria Istat/s clinica funzioni logica dialetto scena infinitesimale rovina/restauro guerra .pulaioné .' sggoscla/colpa cura/normalizzazione possibilità/necessità analisi/sintesi imperi enigma castrszlonc eeompleno csclusionc/integrazione locale/globale • onta/pzlchz referenza/verità anticipazione fumione nazione fiaba ccnauts farmaco(draga fuoco Ustemi di riferimento /sogno ricorsività ipotesi misura tattica/strategia mostro mnnibalismo sonno identificszion» e transfert follia/delirio homo stabilità/instabilità matematiche modello popolare dàl mano/menu(aite alienazione fhnonscto medicina/medicali/razione variazione metodo struttura proverbi dlvillll tecnica coscienza/autocoscienza dama o is nevrosi/psicosi normale/anormale centrato/acentrato teoria/modello tradizioni emi utensile immaginazione sociale iscriminaaione ' p/scalo salute/malattia combinatoria iniziséione sintomo/diagnosi applicazioni grafo repressione ltlagls s labirinto erv%ignore demoni alimentazioneterrore assioma/postulato ,iXICSSIS caso/probabilità ateo divinazione sgáohmo' animaleuomo rete toNcranzz/intolfclznzn ) detta iltendftp"continuo/discreto cerimdnislc'causa/effetto chiefiico/iaibo cucinatortura / mito/rito 'donns d ipendenza/indipendenza abaco chiesS persona -„festacertezza/dubbio violenza mythoc/logos eodotsmis/Ssogsmis domesticamenio divisibilità algoritmo diavolo pur%mpulo '&liccio ' coerenza origini , fsmitf//s fame dualità approssimmione eresia rcaglonc convenzione . gioco incesto vegrtale insieme calcolo categorie/categorizzazione liberffno SUAO% ISiohe .;- lutto,determinat%ndeterminato conoscenza inaschlle/femminilelibrorazionale/algebrico/trascendente numero stregoneria empiria/esperienza regalità , màtrimoo/o simmetria coppiefilosofiche Cito,acro esperimento peccato strutture matematiche disciplina/discipline ~ ozzzorlt legge Sacro/profano csceia/raccolta enciclopedia 'borghesi/borghffria , tote trasformazioni naturali / categorie U i«f„pqntità donolibertà/necessità innovazione/scoperta burocrazia , :Snonvpmtà"., liddtd/dobna Uocodontometafisica controllo/relroazionc insegnamento clzsal : toslbssionsetconomtco-sociale naturale/artificiale 'pastorhis energia invenzione contadini 'duvSUC.,' rirmtivo operatività analogico/digitale equilibri%quilibrio rappresentazione consenso/dissenso ideologia Uàttdbtiltpsnduztono interazione paradigma reélprác/tà/ridistti usione automa ricerca egemonia/dittatura masse prop r/ctà previsione e possibilità intelligenzs artificiale ordine/disordine sistematica e classificazione intellettuali proletariato .Siiptodusionb riduzione libertà macchina rivoluzione traiisàsicneorganizzazione abbondanza/scarsità ripetizione maggioranza/minoranza bisognoprogramma semplice/complesso scicflza simularione • istema apprendimento partiti consumo spiegazionestrumento pofiltlcz soglia amministrazlonc accumulazione imposta vci'ificabilità/falsificabilità cervello autoregolazione/equilibrazione lussovincolo comportamento cognizionc Ooziuhhà ' capitale crisi oro c argento e condizionamento induzione/deduzione conttlffo costituzione diltribuzi<mc pesi e misure controllo sociale innato/acquisito corffuetudine 8ite astronomia democrazia/dittatura fabbrica produzione/distribuzione emozione/motivazione istinto dlfiffo g Igh cosmologie norma ricchezza atomo e molecola mente operazioni giustizlz tfloPPC gestione gravitazione percezione . Istituzioni patto 'nslità imperialismo scambio luce conservazione/invarianza quoziente intellettuale responsabilità pnterc eglln lotiC impresa spicco materia entropia poter%utotità vertà mercato Fisicaspazio-tempo atmosfera cellula pubbltco/privato pzopsgsllds merce litosfera forza/campo adattamento differenziamento società civile roofn/status moneta moto oceani evoluzione immunità abitazione • tata soclilllztasiohc pianificazione particella pianeti mutazione/selezione individualità biologica acqua sotdcsà profitto sole plasma polimorfismo ambienteintegrazione spazio sociale rendita univerzo propagazione specie invecchiamento città salario quanti relatività organismo clima utilità revcrsibilità/irreversibilità regolazione ecumene valore/plusvalore catalisistato fisico sviluppoe morfogenesi diamento agricoltura macromokcole migrazione ciffà/campagna metabolismo </, paesaggio colonie omeostasi pttpolazione commermo organico/inorganico eredità rcginno industria osmosi gene risorse spazio economico vita ( genotipo/fenotipo suolo sviluppo/sottosviluppo razm terra ,sangue territorio villaggio
  • 3. Parentela 2II 2IO Parentela 4Q àl lnO OO O O O +àl N al O OQ Q al Q at Q N al O O cA v al N O Q O al O O O al V O 'v O al O k al 66O là N O, IU O àl ' Cl I 60 60 N Q N àtO 'E N là VN Q t N VQ I O àt az Q O I àl àt v (6 E OO O val E à v O V Q O Q àt N O al • VO E ò0 60 'v H, N E E N O O O al V O V O v 60 ct al N al Q O Q Q Q QQ àl ù0 60 ò0 E Eal at cl v V O V O O V V O O V QO V casta 4 34 4 5 4 donna 2 3 5 4 3 4 3 ' 4 63 ' 2 3 4 I 3 3 endogamia/esogamia 4 ' 32 44 3 3 famiglia 5 4 6 2 z 3 . 6 • 6 4 4 7 3 3 7 4 2 3 4 4 7 incesto 3 ' z 4 5 maschile/femminile 3 z 4 63 ' 2 3 3 matrimonio 2 5 ' 34 3 4 3 2 5 ' 4 • 4 6 parentela 6 • z 3 7 4 3 2 I • 6 4 3 4 2 4 2 ' 3 4 4 3 totem 3 3 uomo/donna 4 5 6 3 4 3 z 3 2 5 ' 3 4 3 2 3 , 3 • 3 4 5 6 3 Ià Q Cl Ia d 4 Ncf E al + N àt ò0 I Q O v O + O OI Olà Oà0 O 0 O GV Q G O Cl .+ k al O at al QI NQ O O O 'Q kV 8 N Q a 'N là N C6 OQ al 4 O 'O at v O Q O O ( al g, Q N o o E4 la Q Cl O O +' O O O 'o E BCl O 4O k àl at v Cl Ia Q O 00 ò0 ù0 O O ò0 O OQ Q O O O I al Qal a v Q N Of 4 àt àl Q O O O Cà o c4 G N V + +I casta 4 45 3 3 4 4 5 4 3 3 2 4 donna 8 5 6 5 6 6 2I 3 ' 5 4 4 2 2 5 2 4 43 5 3 3 ' 7 endogamia/esogamia 2 3 32 7 3 famiglia • 6 3 6 5 7 5 67 7 4 4 3 5 4 3 4 2 6 incesto • ' 6 4 3 44 3 7 4 maschile/femminile 2 ' 4 2 I 4 • 4 8 4 34 4 3 33 4 2 5 z2 4. 2 ' 7 matrimonio 62 2 4 32 2 5 9 2 3 5 3 3 3 3 4 443 parentela 3 7 I 2 • 4 8 4 63 4 5 3 5 3 5 2 5 2 totem 3 3 653 uomo/donna • 6 5 2 ' 6 6 4 4 84 4 9 3 5 3 5 5 4 3 4 ' 3 3
  • 4. Parentela 2I2 2I3 Parentela s uomo/ donna EP ò6 E O P E gO V) O E inc O E sto ~ Q5 g Q donnaO o nu E + S o + Gl cll VJ O a v .E m Q Gl o "l5 + V famiglia ma trimonio maschile/ femminile parentela 6 4 2 a 6 4 endogamia/ uomo/donna 6 • 6 6 4 4 4 incesto S 3 4 2 3 5 42 esogamia matrimonio 7 4 5 3 5 5 I maschile/femminile 5 6 5 3 4 parentela famiglia S 4 3 3 3 4 4 3 2 endogamia/esogamia 4 3 2 2 2 5 donna S 6 S 4 6 3 3 2 totem z casta totem
  • 5. g8t Parentela Parentela come storia di guerre, di conquiste, di imperi, di patrie, di sistemi di potere ; in Casta, Donna, Endogamia/esogamia, Famiglia, definitiva: storia politica. Questa scelta non è affatto diversa oggi, anche se alcuni Incesto, Maschile/femminile, Matrimonio, Parentela, storici, soprattutto quelli della scuola francese, influenzati dall'antropologia, si Totem, Uomo/donna dedicano allo studio dell'istituzione matrimoniale. Ma questo ampliarsi del cam po è soltantoapparentemente diverso, perché, come ha detto con franchezza Georges Duby, per ora si tratta di ricerche che riguardano il medioevo europeo e gli strati «alti » della popolazione, e quindi, ancora una volta, interessate soprat r. Una vecchia scoperta: lafamiglia è la base della società. tutto al sottofondo politico che dà loro significato. A parte il fatto, comunque fondamentale, che la scuola storica francese, anche nelle sue punte piu avanzate, Esaminando la vasta area che viene compresa nell'ambito degli studi sulla non ha assunto la scultura>) come modello connotativo globale. +parentela+, si ricava un quadro abbastanza significativo di come si è svolta fino Le differenze, perciò, rimangono. Per quanto riguarda la storia occidentale, ad oggi la ricerca antropologica, e di quali siano i suoi meriti e al tempo stesso i se si ritenesse indispensabile l'assolutizzazione della ricerca sulle strutture della suoi limiti. parentela, si potrebbe tranquillamente asserire che gli occidentali non conosco L'enorme accumulo di dati su questo argomento ha finito col rendere im no quasi nulla di se stessi, data la totale mancanza di questi aspetti nella narra portante di per sé questo tipo di ricerca, suscitando l'impressione che le strutture zione degli avvenimenti storici, e che, di conseguenza, la storiografia europea è della parentela siano il fenomeno fondamentale delle società di cui si occupano del tutto erronea. Ma le differenze rimangono soprattutto perché, in tutto quello gli antropologi. Questa è stata invece una scelta dei ricercatori, che fornisce una che ci riguarda, arte o scienza, religione o potere, è immediatamente percepibile visione distorta della realtà, allo stesso modo con il quale sono state giudicate de la dimensione sia temporale sia spaziale, il continuo riferirsi ai movimenti e alle terminanti per un certo periodo di tempo le ricerche sulle tecniche di sopravvi trasformazioni che si verificano all'interno di quelle istituzioni che pure sono venza (di cui si continuano a trascinare le conseguenze parlando di culture «di stabili come il+matrimonio+, e ristrette a piccoli gruppi e a brevi periodi. Quel caccia e raccolta», culture «allevatorie», e cosi via), o quelle sul sacro, lascian lo che, viceversa, contraddistingue la descrizione antropologica delle istituzioni do intendere che questi fossero i fenomeni caratterizzanti le cosiddette società parentali è il suo presentarsi come una massiccia mole di complicati, puntigliosi «primitive». schemi di relazioni fra consanguinei e affini, esistenti ab ilio tempore,con com Negli ultimi vent' anni dell'Ottocento e fin verso i primi dieci anni del Nove piaciute tabelle ricche di sigle e di grafici, puntellate da esempi tratti di volta in cento, è sembrato, per esempio con Tylor, Durkheim, Mauss, Lévi-Bruhl, che volta dai piu disparati popoli e gruppi, che hanno l'onore di apparire alla ribalta il «sacro», la «magia», la «partecipazione mistica» fossero il connotato specifico solo perchépresso quel popolo o quel gruppo, lecui dimensioni possono variare delle culture «primitive» e (come si vedrà meglio in seguito), in questo campo, dalle poche centinaia ai milioni di membri, l'antropologo ha trascorso qualche come in tutti gli altri, malgrado le straordinarie intuizioni di questi studiosi, ri mese di «missione». Naturalmente anche queste missioni il piu delle volte hanno mase ben ferma negli antropologi, come negli storici, la convinzione che si trat alle spalle soltanto delle motivazioni contingenti, dettate dalle particolari condi tasse di fenomeni «altri», molto diversi da quelli «religiosi» della società occi zioni biografiche del ricercatore, e ben di rado sono programmate in funzione di dentale. Convinzione che perdura, oggi, nell'ambito del cosiddetto folclore, o precise ipotesi di ricerca, ma questo non turba affatto gli antropologi. Il «loro della «religiosità popolare», che vengono collocati, con un meccanismo molto si terreno» assurge ad emblema di laboratorio e di comparazione universale. mile, sempre «a distanza», anche se si annota puntigliosamente che si tratta di una È vero che ci sono state lunghissime polemiche sulla necessità della verifica distanza «di rispetto» nei confronti dell'originale vissuto creativo delle «classi storica in antropologia, ma quando si parla di popoli diversi, la storia viene ac subalterne». cantonata senza alcuna remora. Si passa cosi, da un continente all'altro, da una Lo stessoaccadde — e ancora accade — per quanto riguarda l'economia, nel tribu all'altra, indifferenti al variare delle lingue, delle religioni, dei governi, del l'appassionata ricerca di conferme o di smentite alle ipotesi marxiane sugli stadi le epoche, in una totale omogeneizzazione dell'altro, da cui noi siamo sempre di sviluppo, senza accorgersi che si trattava di un circolo vizioso in quanto sia esclusi. È necessario fare riferimento alla storia ancheper questi popoli? L'antro Marx sia Engels avevano dichiarato apertamente che le loro ipotesi sugli stadi pologo non ha esitazioni né dubbi di sorta. Lungi dal cercare la documentazione di sviluppo economico erano basate su quelle avanzate dagli antropologi, come del passato per ogni singolo gruppo, documentazione che non è piu difficile da per esempio quella di Morgan sull'origine e la formazione della società e della trovare di quanto non lo sia per l'archeologo — che pure azzarda sempre ipotesi +famiglia+. Ma nelle ricerche sulla parentela si nota con chiarezza come la scelta cronologiche e di eventi — l'antropologo ricomincia anche oggi, a un secolo di degli antropologi ponga soprattutto la «differenza» con il mondo occidentale. distanza dagli evoluzionisti, a proporre congetture sulle «origini», dalle quali è Gli storici occidentali, infatti, hanno quasi del tutto ignorato, tranne che nell'am bandita per definizione qualsiasi forma di datazione; e il metodo comparativo, bito del diritto matrimoniale, le «strutture della parentela» ; e la storia è apparsa che pure è uno strumento indispensabile e di inesauribile fecondità, rimane ste
  • 6. Sistematica locale 48z 483 Parentela rile a causa del «vuoto» temporale e spaziale nel quale viene usato, e della pura conoscenza dei miti e della storia fondante del gruppo, a testimoniare la minorità casualità della comparazione che viene instaurata. Perché, dunque, esiste il+ma delle donne, minorità che le accomuna ai bambini e che necessariamente impedi trimonio+? Da dove nasce il divieto dell'+incesto+? A che servono le regole rela sce loro l'accesso al potere e alla leadership, dato che di per sé stabilisce la dipen tive all'+endogamia/esogamia+? Il presupposto che, studiando le strutture della denza da coloro che sono gli unici a formare il gruppo : gli adulti maschi iniziati. parentela presso popoli diversi da noi, si possano intravedere le condizioni dei «primi » uomini, non ha ancora abbandonato gli studiosi ; e, infatti, puntualmen te,sullascorta di Lévi-Strauss, siafferma che la scelta era (ab origine, dunque) Sistema di potere e sistema del sacro. fra « l'essere sposati fuori o l'essere uccisi fuori ». Il mito di Caino «parla noi ». Ma perché le alleanze avrebbero dovuto formarsi necessariamente attraverso Se quanto è stato detto è vero, allora il sistema di potere esiste prima della il matrimonio? Se viene completamente trascurato, come di solito accade nella formazione delle alleanze attraverso il matrimonio, e non è la+famiglia+ che fon interpretazione antropologica, il piano affettivo che attraversa le relazioni fra gli da la società. Ma per comprendere meglio i meccanismi che creano e sostanziano uomini, è difficile capire come il legame matrimoniale possa fondare delle allean il potere, bisogna oltrepassare la «soglia» delle «opposizioni», o di quello che ze. Eppure è proprio il gioco emozionale, l'amore, il desiderio, il'piacere, il godi viene da alcuni antropologi interpretato come «timore dell'identico», Opposi mento della bellezza, l'attrazione per ciò che è diverso, sconosciuto, misterioso, zione e timore dell'identico sono definizioni descrittive, aderenti alla realtà, ma il bisogno di tenerezza, di protezione, di rapporto con l'altro, che gli antropologi che non trovano una spiegazione in se stesse. Le opposizioni, per esempio, non negano ai popoli che studiano, affermandone ancora una volta la «diversità», la sono affatto polarità analoghe : una delle due è sempre carica di negatività. +Ma «naturalità belluina», che trova unica forma di controllo e di «alleanza» nel dono schile/femminile+, destra/sinistra, alto/basso, giorno /notte, si ordinano in fun delle donne. E non solo viene messo a tacere qualsiasi desiderio affettivo, che zione del valore positivo o negativo al quale si riferiscono. Cosi, alla positività di : pure occupa tanta parte della nostra vita, ma anche un altro fattore, che per noi destra, alto, giorno, sarà necessariamente collegato il maschile; e viceversa, alla è fondamentale, sembra sparire nella descrizione antropologica, ed è il sistema negatività del femminile, saranno collegati: sinistra, basso, notte. La concatena di potere. Un sistema molto complesso, ma che si fonda su meccanismi non dis zione associativa è cosi stringente che, in pratica, non è quasi piu necessario ve simili da quelli che, piu o meno esplicitamente, operano oggi, come ieri, nella rificarla per ogni singola occasione. Si tratta, infatti, di un sistema che non sem nostra società. Le strutture della +parentela+ rivelano e definiscono sistemi di bra ammettere deroghe. Le implicazioni di significato, d'altra parte, si rinviano potere cosi come le persone che usufruiscono e detengono il potere; ed è pro l'una all'altra, e al tempo stesso si rafforzano : la morte e la notte saranno «sini prio per questo che è falsa l'affermazione di Lévi-Strauss secondo la quale la si stre» (tanto che gli incidenti del trafFico sono chiamati appunto «sinistri »), men tuazione sarebbe stata analoga se a «circolare» fossero stati i maschi invece delle tre la «femminilità» della morte e della notte non ha bisogno di particolari di femmine. In questo caso sarebbero state le donne a detenere il potere, ma è per mostrazioni. Si tratta di associazioni che, almeno per quanto è noto fino ad ora, ché il potere lo detenevano i maschi, e le femmine non erano altro che una loro sono universali; cosa che non deve minimamente meravigliare perché ciò che, proprietà, che non avrebbero mai potuto essere i maschi a circolare. Anche se, nel variare dei costumi, è comune a tutti gli uomini, è il sistema «logico» asso molto probabilmente, come si vedrà, è proprio perché i maschi non potevano ser ciativo, una volta stabilitone il quadro mentale di riferimento. Cosi la morte è vire con sicurezza agli scopi dello scambio matrimoniale che essi si sono ritrovati «donna» nella complessa metafisica di tanti popoli africani al punto che, presso i a detenere il potere. Ed è forse qui che è nascosta anche la radice di quella che è Bambara, è soltanto nella deflorazione, nel coito, che si può cogliere il senso del sicuramente la «differenza» storica e culturale piu incomprensibile, quella +uo l'enigma del dolore e della morte (Zahan). Ma non diverso è il racconto quasi co mo/donna+. stante che spiega l'avvento della morte nel mondo, a causa di una colpa o di un Del resto, la storia non dimostra altro che se stessa, e tutte le discussioni che errore compiuto da una donna, e che è alla base di numerosissimi miti, ivi inclu hanno accompagnato, fin dal primo formarsi dell'antropologia, l'eventualità di so quello del Genesi. Nell'erudita prosa di Johann Jakob Bachofen sembra non un matriarcato, di un'epoca di potere delle donne, non cambiano nulla all'evi vi sia scampo a tale associazione: «L'oscuro grembo materno corrisponde alla dente realtà, sulla quale, alla fine, tutti gli antropologi concordano: la matrilinea notte... cosi come il diritto paterno è connesso al regno. della luce, al giorno... La rità, la matrilocalità, sono semplici varianti all'interno del sistema di potere, che luna domina la notte, cosi come il sole domina il giorno... la luna trasmette alla è sempre maschile, o, per citare un'affermazione dello stesso Lévi-Strauss : «La terra la fecondazione ricevuta dal sole... è cosi l'intermediario tra l'immortale e donna non è altro che il simbolo della stirpe... La filiazione matrilaterale è la il mortale». mano del padre o del fratello che giunge fino al villaggio'del cognato». Le prove Ma ben piu violenta è la denunzia che risuona nella voce degli uomini potenti di tale situazione, almeno per tutte le società conosciute, non si esauriscono poi della Chiesa, nell'immaginazione degli artisti, dei poeti. Se Tertulliano non esita soltanto, come sembrano pensare in genere gli antropologi, nell'organizzazione ad affermare: «Tu sei la porta del diavolo... tu cosi facilmente hai cancellato l'im parentale, perché basterebbe l'esclusione femminile dall'iniziazione, ossia dalla magine di Dio, l'uomo ; per quello che tu hai meritato, cioè la morte, anche il Fi
  • 7. .H«tematica locale Ps Parentela gli<> <li l)i<> h;i d<>vuto morire» (Decultu foeminarum), la femminilità orrenda della <»<» tc cs!>I<><lc nella rappresentazione continuamente iterata della Peste come «<I<><><>:<»,cdelhi tlannazione, mors secunda,anch' essa come 'donna. Il «Per foemi 3. L'e«>idenza antropologica e la strana cecità degli antropologi. <>i<»<»<>rs!», tante volte ripetuto da Agostino in poi, si associa allo sprezzante epi I <l<>«hc tutti gli u<>mini hanno sempre riservato come massima imprecazione al Quello che ha reso difficile capire anche le cose semplici, è stata, da parte de gli antropologi, la convinzione pregiudiziale che la nostra società fosse fonda I:> <l<»ii>;i chc in qualsiasi modo li abbia colpiti e offesi, cosi che l'irrefrenabile «»><>rt<-!>ut(:u>a» trascorre di secolo in secolo fino a ritrovarsi come scongiuro mentalmente diversa dalle «altre». Uno degli aspetti in cui questa convinzione s<>!I<I;>bl>ra rlc li s<>rdati bbonidi Giuseppe Gioacchino Belli (r83g). La+donna+ ha svolto un ruolo evidente è proprio quello che caratterizza gli studi sul «sa è <>!:gcit<> rli discorso a sé stante in quanto assunta a immagineplastica o univa cro». È sembrato a tutti: etnologi, antropologi, storici, psicologi, che le socie I< ii«, si<obolo concreto di tutto quello che è «mistero». tà cosiddette «primitive» fossero straordinariamente invase da spirito sacrale, l': i>»possibile, perciò, fermarsi a constatare l'esistenza delle opposizioni e la uno spirito che veniva accuratamente definito come «mistico», «magico», «ani !<>r<>l«<>zinne di discriminare ciò che è bene e ciò che è male, ciò che è buono e mistico», «superstizioso», «infantile». Il termine 'religione', essendo proprio ciò cli«è cattivo, ciò che è giusto e ciò che è ingiusto, senza chiedersi quale sia il delle società «civili », veniva impiegato con parsimonia, e comunque sempre ben l<>nd;iincnto su cui si appoggia l'assegnazione della valenza. È appunto questo distinto dalla partecipazione mistica «primitiva», dal diffuso e credulo «magi smo». Non è facile neanche oggi, in una società che si ritiene fortemente laicizza cl>c sl ugge, ncll'analisi antropologica, perché vengono isolati fenomeni che sono invece strettamente collegati fra loro. E, prima di tutto, il vastissimo ambito del ta, far notare agli studiosi quanti atti magici, quanti gesti di partecipazione mi la «sacralità» : questa discende dalla percezione di una trascendenza che è l'uomo stica siano presenti in una religione come quella cattolica, che ha sempre com stesso a porre, nel momento in cui guarda a quel confine di per sé invalicabile, battuto come forme di paganesimo superstizioso i rituali magici altrui. Eppure la morte, come la soglia di qualcosa che è al di là. È dalla morte come segnale basterebbero isacramenti, dal battesimo all'eucarestia, a definire come profon della trascendenza, dell'al-di-là, che si costituiscono tutte le credenze sul mondo damente sostanziata di credenza magica la piu importante delle cosiddette reli dei «vivi prima della vita e dei vivi dopo la morte», di coloro che possiedono l'e gioni superiori. D'altra parte gli antropologi, avendo escluso dal comparativismo ternità e la riproducono, i +totem+, gli antenati, dal quale provengono i nuovi la propria società, hanno conservato la distinzione fra stregone-mago-sciamano nati, attraverso il corpo femminile che diventa cosi, inevitabilmente, strumento e sacerdote, e oggi giungono a definire «gruppi professionali » appunto quelli ca carico di «potenza», pericoloso, contaminante. La categoria della contaminazio ratterizzati da funzioni sacrali nelle società «altre» (come per esempio gli strego ne pone la necessità delle opposizioni, che impediscono il disordine contagioso, e ni e i fabbri ), mentre non definiscono tali gli ordini religiosi-monastici o i sa cerdoti occidentali. regolano automaticamente l'invadenza del «sacro». Pur %mpuro-+sacro/profa Si tratta di un modo nuovo di guardare alle società «altre», tentando di e no+ si corrispondono, infatti, perché delimitano ciò che appartiene all'al-di-là da ciò che appartiene all'al-di-qua. È per lo stesso motivo che non c'è differenza nel spungerne le interpretazioni di carattere religioso, cosa che non rende piu facile la spiegazione delle opposizioni come « timore dell'identico». Accettare l'identico di prima comprendere le regole che ne codificano l'esistenza. L'endogamia dei significherebbe, infatti, negare la trascendenza, negare l'al-di-là, negare il sacro, e gruppi di stregoni o di fabbri è la conseguenza della loro valenza sacra, che, qua lificandoli come «puri », li costringe a una forma di tabuizzazione, di evitazione, l'opposizione che ne discende : il profano. Ed è proprio a questo punto che si crea il «poterei>: esercita il potere colui che è in grado di assumere il controllo sulla per cui non possono mescolarsi con altri gruppi. È cosi diversa dall'endogamia morte, che sa circoscrivere la pericolosità del sacro, che sa delimitare il campo delle famiglie aristocratiche, dal matrimonio di «sangue blu», di cui è piena la storia europea? Non c'è stata e non c'è, nella divisione delle classi della società della contaminazione, stabilendo che cosa sia puro e che cosa sia impuro (e pro prio sull'opposizione pur %mpuro si fonda l'ideologia della+casta+: essa impli occidentale, la categoria, viva e operante, della evitazione, l'assunzione sul piano di potenza, della sacralità delle essenze? ca infatti la gerarchia, la separazione e la divisione del lavoro), e quali siano i mo Ma la terminologia non è mai «innocente». Come si cerca di tenere distinto di perpassare da uno stato all'altro ;e naturalmente può farlosoltanto collocan dosi per prima cosa lui stesso nell'ambito della opposizione positiva. Sarà strego il sacro dalla religione, cosi si usa il termine 'poliandria' come corrispettivo di 'poligamia', laddove per poligamia si intende, sia pure non correttamente, il ma ne, sciamano, sacerdote, re. Non c'è dubbio su quale sia il suo sesso. Se la fem minilità è negativa, soltanto il maschio, detentore del potere, ha potuto stabilir trimonio di un maschio con piu donne. Ora, nella poliandria, come in qualsiasi lo. E se esercita il potere chi appare come capace di controllare la morte, la don altra forma di matrimonio, il soggetto che compie l'azione di sposare' non è la na deve necessariamente assumere il posto di portatrice di morte. donna, ma due o piu maschi (di solito fratelli) che prendono come moglie una donna in comune. Che il vocabolario antropologico sia arrivato a chiamare que sto tipo di matrimonio «poliandria adelfica», pur di non ammettere che il sog getto non èladonna, è in qualche modo esemplare, e può forse essere confron tato con un altro termine privo di senso, quello inventato da Malinowski per sal
  • 8. 48p ParentelaSistematica locale 486 vare il «matriarcato» pur riconoscendo che le donne non vi usufruiscono di nes che trova la sua giustificazione nell'uso del «metodo scientifico», cui le scienze sun potere: il «matriarcato mascolinizzato». sociali, e in particolare l'antropologia, si dichiarano zelantemente adepte, attar C'è quindi in gioco una forma meccanica di «ovvietà», che impedisce agli date come sono nel positivismo in cui sono nate, e costantemente timorose di es antropologi di «vedere» anche le cose piu evidenti. Affermare che «una donna sere classificate come scienze di seconda categoria, incapaci di dedurre «leggi ». infeconda, per quanto riguarda il sesso, è socialmente un uomo», per spiegare Non si lasciano, perciò, neanche sfiorare dal dubbio che la tanto ricercata la condizione di relativo privilegio in cui si trovano, in molte società, le donne di «obiettività» scientifica sia stata e continui ad essere messa in discussione dagli età matura (ossia che non hanno piu mestruazioni ), e, in qualche caso, quelle scienziati senza che questo impedisca loro di fare scienza, con rivoluzioni, cesu sterili (delle quali non si precisa mai l'unico dato importante, vale a dire se si trat re, verifiche, ipotesi, intuizioni che ne garantiscono, appunto, non soltanto la vi ta di una sterilità che si manifesta con la mancanza del ciclo mestruale), è natu talità, ma soprattutto l'approssimazione al reale, che può anche diventare, come ralmente errato, dal momento che il maschio non è affatto sterile, e quindi la di fatto è diventata, una progressiva perdita di certezza. Rinunziare a definire causa deve essere ben diversa. Ma è difficile liberarsi da quello che sembra ap leggi o costanti non significa non accorgersi della presenza di comportamenti partenere a un patrimonio comune di distorsioni della realtà, funzionale a cre comuni a molti popoli distanti nello spazio e nel tempo, perché la condizione denze cariche di significati di valore. Cosi è, per esempio, per quanto riguarda umana è di per sé «simile», e pone degli interrogativi cui tutti gli uomini si sfor l'affermazione, comune a numerosi antropologi, che l'alleanza fra i gruppi non zano di rispondere. Si tratterebbe di prendere atto di queste risposte, senza l'i poteva attuarsi che con l'offerta dell'unica ricchezza: la capacità delle donne nutile speranza di sottrarsi ai propri giudizi di valore, e senza eliminare quella di procreare. Ouesta, come è chiaro, è un'affermazione biologicamente errata, dimensione storica di cui sicuramente tutti i popoli usufruiscono, facendone par dato che per procreare sono necessari tutti e due i sessi ; inoltre, sono senza dub ticolari esperienze. bio piu «preziosi» i maschi per la procreazione, dato che, mentre la donna può Ma quello che sostiene gli antropologi, piu o meno nascostamente, nel loro esserecostrettacon laforza asubire la fecondazione, non èpossibile fargiungere rifugiarsi cosi pervicace nella «osservazione distaccata», è l'aver fatto oggetto di con la forza il maschio all'erezione e all'eiaculazione, per cui si potrebbe, anzi, ricerca, definendoli pregiudizialmente tali, i diversi da noi. Nell'ambito di quel dedurre che questa impossibilità di costrizione ha favorito il dominio dei ma metodo scientifico che era stato assunto a garanzia della sua obiettività, l'antro schi sulle donne. Per lo stesso motivo il divieto dell'+incesto+ è rivolto, perlo pologo ne ha tranquillamente capovolto i termini: non «studio l'oggetto come meno nel ristretto ambito della famiglia nucleare, soprattutto ai «maschi», al oggetto», ma «quello che studio è oggetto» ; di conseguenza, non «posso studiare padre, dato che soltanto essi sono in grado di costringere figlie e sorelle al rap me stesso come oggetto», ma «posso studiare gli altri, perché, in quanto tali, porto sessuale; mentre è ben difficile ipotizzare un rapporto sessuale fra madre sono oggetto». e figlio che vada al di là delle carezze o della masturbazione fino a quando il figlio I risultati di questa antropologia senza l'uomo sono evidenti; e richiamano è impubere, e, in alcuni rari casi, quando il figlio è menomato o impotente. alla mente, con circa cento anni di ritardo, i primi studi di quella che si defini Si tratta, quindi, di un ripensamento delle varie categorie interpretative del come una psicologia senz'anima. Si potrebbe, di fatto, riassumere tutta l'antro l'antropologia. Un campo vastissimo, ma che non può piu limitarsi a rielaborare pologia moderna con quella bellissima, ma appunto disumana affermazione di teorie sulle «origini », e tanto meno continuare a guardare gli altri comediversi. Claude Lévi-Strauss, che dichiara: «Il mito parla noi». Tuttavia è anche certo In altri termini, la ricerca antropologica, con l'enorme massa di informazioni e che basterebbe pochissimo a far uscire la ricerca antropologica dalla sua affa scinante «diversità». L'assunzione del concetto di «cultura» come connotato didi dati che presenta, si offre, ormai, a sua volta, allo studioso come oggetto di analisi. Non può sfuggire a chi osservi i temi e gli argomenti fondamentali di cui stintivo della specie Homo sapiens(Leroi-Gourhan) ; la descrizione e interpreta si occupano gli antropologi, l'ipertrofia di alcuni settori, e al tempo stesso, la sco zione delle culture come forme significative globali, comparabili fra loro sia sto raggiante constatazione di conoscere ben poco, per non dire quasi nulla, delle ricamente sia strutturalmente ; infine, l'accettare il superamento della distinzio popolazioni di cui si tratta cosi dettagliatamente. I.'impressione che se ne trae, si ne fra i vari campi di ricerca, per tendere a scoprire i nessi e le interconnessioni traduce facilmente in una verificabile certezza : si dà valore prioritario a istituzio sottili eppure profonde fra tutti i tratti di una cultura, che non possono mai man ni e comportamenti che vengono assunti comediversi dai nostri ; si applicano ca care perché ciò che contraddistingue l'uomo, malgrado le apparenze, è una logi tegorie esplicative che oggi vengono considerate fondamentali, come, per esem cità sistematica che non viene mai meno. E su questa logicità che tutti i sistemi di pio, quella economica, anche là dove esse non sono utili; infine, e soprattutto, potere si sono basati e si basano per indurre i loro sudditi alle azioni anche, di fat spariscono totalmente, dall'orizzonte antropologico, i lineamenti costitutivi del to, piu « folli»; perché, una volta immesso nel telaio il filo di un ordito, gli uomi l'«umano». Individui, soggetti, persone, amori, odi, paure, angosce, entusiasmi, ni non possono piu evitare di servirsene nel tessere una trama, senza che questa gioie, tristezze, speranze, tentativi, ricerche, scoperte, dubbi, domande: nulla di risulti difettosa ai loro stessi occhi. [n M.]. tutto questo sembra esistere in quel «vuoto» in cui vengono collocati, con soddi sfatta coscienza, coloro che, appunto, debbonoessere diversi da noi. Un «vuoto»
  • 9. Sistematica locale Bachofen, J. J. z86z Da s Mutterrecht. Eine Untersuchung iiber die Gynaikokratie der alten Welt nach ihrer religiosen und rechtlichen Natur, Krais und HoBmann, Stuttgart (trad. it. parziale in Matriarcato e potere delle donne, Feltrinelli, Milano z978, pp. z zy-5o). Duby, G. z9y8 Me dieoal Marriage,Johns Hopkins University Presa, Baltimore (trad. it. Il Saggiatore, Milano z98z). Leroi-Gourhan, A. 1964-65 Le geste et la parole,z voli., Michel, Paris (trad. it. Einaudi, Torino z9gg ). Lévi-Strauss, C. z949 Les structures élémentaires de la parenté, Presses Universitaires de France, Paris (trad. it. Feltrinelli, Milano z969). Malinowski, B. z93o Pa r enthood as the Basis of Social Structure, in V. F. Calverton eS. D. Schmalhausen (a cura di), The Nero Generationi the Intimate Problems of Modem Parents and Children, Macaulay, New York, pp. zz5-68. Zahan, D. r96o So ciétés d'initiation Bambara. Le N'Domo. Le Koré,Mouton, Paris — La Haye.
  • 10. 689 Casta Casta nostri valori «economicisti» un'applicabilità universale e proiettare la nostra società moderna sulla società delle caste. Significa inoltre considerare l'ideolo gia, i valori in base a cui agisce l'uomo della casta, non come fatti sociali, ma come illusioni della coscienza, razionalizzazioni. Nella sociologia contemporanea, la parola 'casta' designa due cose differenti : Per questa ragione, riteniamo falso il dualismo tra culturale e strutturale. una forma rigida di «classe» o l'unità componente un «sistema delle caste» che esiste nella sola società indiana. Per alcuni studiosi il primo senso copre tutte le forme rigide di disuguaglian z. La c asta come limite della classe. za e di «stratificazione» sociale ; per altri, la stratificazione delle classi, anche se rigida, è un fenomeno diverso dalla gerarchia delle caste. Quest'ultima non è Le ambiguità delle definizioni moderne della casta si trovano già in Max riducibile alla sola disuguaglianza e all'assenza di mobilità verticale, ma implica Weber che,come ha notato Leach [ t96o, pp. t-z], la considera sia come un fe dei gruppi di status le cui funzioni rituali ed economiche sono in relazione siste nomeno culturale sia come un fenomeno strutturale e non riesce quindi a ren matica e coscientemente giustificata da un'ideologia che subordina le parti al dere conto dl clo che e pecufialmente indiano in questa. istituzione. Weber [? 9zz] l'insieme. ha tuttavia riconosciuto la distinzione essenziale in India tra «classe» e «grup La scelta di un uso largo o ristretto della nozione di casta mette in gioco al po di status» (Stand), tra «economia» e «onore». Ma per lui il sistema delle ca cuni problemi fondamentali della sociologia. ste risulta da una congiunzione tra «gruppi di status» e «comunità etniche». I gruppi inferiori sono tollerati perché indispensabili sul piano economico. La societàdellecastesembra dunque fondamentalmente eterogenea :pur afferman r. La c asta:fenomeno culturale o strutturale z do che la congiunzione tra status ed etnia costituisce una Gemeinschaft 'comu nità' politica, Weber non rende conto della sua organizzazione sistematica e giu Per alcuni studiosi (Bailey, Berreman, Barth ) l'uso «largo» della nozione di stappone l'aspetto etnico, quello della divisione del lavoro e quello della gerar casta è giustificato dal carattere comparativo della sociologia. I concetti di que chia, sovrapponendo un punto di vista europeo e «storico» (origine etnica diffe sta scienza devono avere un'applicabilità universale e non solo regionale. Le rente dellevarie caste) al punto di vista indigeno e sociologico. nozioni specifiche di una società o di una civiltà sono considerate fatti culturali Per Weber, inoltre, la differenza tra Stand e casta dipende soltanto da una e non di struttura sociale. Il sociologo comparatista si occupa della sola struttura razionalizzazione culturalmente differente della struttura sociale: il gruppo di sociale, perciò i concetti di cui si serve devono essere indipendenti dalle partico status è una casta quando la sua separazione da altri gruppi di status è garanti larità culturali [Berreman t967, p. yg]. ta non piu tanto da leggi e convenzioni, quanto da regole rituali che concernono Di qui il dilemma : la casta è un fenomeno della cultura indiana o un fenome il contatto e l'impurità [cfr.Dumont r966, p. 3o8]. no molto generale di struttura sociale > Lo studioso che ha formulato nella maniera piu netta la definizione di casta Ignorando l'ideologia della casta e astraendo arbitrariamente alcuni tratti come forma speciale della classe sociale è Kroeber, per cui le caste «almeno ten dell'organizzazione sociale, questi studiosi non esitano a propendere per la se denzialmente, sono presenti in ogni società. Tuttavia le caste differiscono dalle conda parte dell'alternativa. Tutto ciò che nel sistema delle caste indiano è spe classi sociali per il fatto che sono emerse nella coscienza sociale a tal punto che il cifico della civiltà indiana è secondo loro «culturale»(e perciò trascurabile) e non costume e la legge tentano di separarle le une dalle altre in modo rigido e perma «strutturale». nente». Kroeber riprende parzialmente la definizione di Weber quando aggiun A questo punto di vista, si può obiettare che l'ideologia non è solo la razio ge che la casta è «una suddivisione endogama ed ereditaria di un'unità etnica, nalizzazione culturalmente variabile della «struttura sociale», ma è parte inte la quale occupa una posizione di rango o di stima sociale superiore o inferiore grante di quest'ultima e non può esserne separata arbitrariamente. Il sociologo rispetto ad altre suddivisioni dello stesso tipo» [ t93o, p. z54]. Ma non distingue, comparativo pretende di accedere a un punto di vista totalmente libero da pre come Weber, traposizione di status e classe. Accettata da Warner e dai suoi supposti ideologici. Ma ignorando le ideologie e i valori delle società studiate si successori, la definizione di Kroeber è alla base della corrente per cui la casta è rischia di sostituirvi la propria ideologia e i propri valori. in definitiva una forma rigida di classe, Come vedremo, il metodo che isola strutture «economiche» e «sociali» L'incapacità di rendere conto di ciò che è caratteristico della nozione di ca e che attribuisce loro un potere esplicativo privilegiato dipende da un'ideolo sta dipende del resto da una definizione quanto mai vaga della nozione di clas gia che considera la sfera economica come dominante in ogni società. Ma af se [cfr. Leach x967, pp. g-t6]. Per Berreman, per esempio, la classe è l'istitu fermare che le strutture economiche e sociali, isolate artificialmente dal loro zione che «definisce il rango dei suoi membri in funzione dei loro attributi e contesto ideologico, sono intelligibili «obiettivamente», significa attribuire ai comportamenti individuali». La casta è invece un'istituzione che classifica la
  • 11. Casta 690 69I Casta gente in funzione dell'appartenenza di gruppo ascritta dalla nascita, cioè (come turale, e quindi ogni casta o ogni gruppo etnico avrebbe le sue istituzioni, la nella definizione di Kroeber) in gruppi ereditari. Ma è difficile capire la diRe sua cultura o il suo modo particolare di interpretare una stessa cultura. renza tra una società di classi e una società di caste, quando Berreman afferma: D'altra parte,l'assenza di valori comuni caratterizzerebbe sia la società « Il fatto che un sistema di caste costituisca una gerarchia implica che è un siste «pluralista»sia la società delle caste:ciò farebbe si che queste società possano ma di valutazioni diflerenziali, di poteri e di ricompense differenziali ; in breve, essere tenute insieme dal potere piu che dal consenso. Quindi da una parte un sistema di disuguaglianza istituzionalizzata» [ t968, p. 334]. La gerarchia tra queste società integrano gruppi distinti senza modificarli culturalmente e senza caste non appare dunque molto differente dalla disuguaglianza tra classi. La incorporarli e anzi funzionano costruendo frontiere istituzionali e culturali per differenza non starebbe perciò nelle relazioni tra gruppi, che sarebbero della stes perpetuare le differenze, in particolare quelle occupazionali; dall'altra tengono sa natura nei due tipi di società, ma nel reclutamento dei membri di questi insieme il sistema per mezzo della coercizione esercitata da un gruppo dominan gruppi. I membri della casta sono reclutati per filiazione, quelli della classe te. Pi~he l'interdipendenza delle caste è perciò sottolineata la loro indipenden per i loro attributi e meriti individuali. za culturale e istituzionale, nonché la dipendenza politica delle caste inferiori L'opposizione tra la casta (classe senza mobilità verticale) e la classe vera e dalle caste superiori [Berreman r968, pp. 333-36]. propria, caratterizzata da questa mobilità, permette a vari studiosi di identifi Due principi sono dunque essenziali per definire un sistema di caste, secon care il sistema rigido delle relazioni razziali nel Sud degli Stati Uniti col sistema do questa teoria: x) tutti i sistemi di caste sono tenuti insieme dal potere relati delle caste indiano, perché sono entrambi caratterizzati dall'impossibilità per vo di ciascuna casta e dal fatto che le sanzioni sono in mano al gruppo dominan i gruppi di entrare in contatto tramite il matrimonio o la commensalità, ecc. te. Ciò è dovuto all'eterogeneità culturale, ideologica ed istituzionale delle caste ; [cfr. Warner e Davis t939, pp. zr9-4g ]. z) nella società delle caste i ruoli sono indifferenziati o «sommati». Ma è sufficiente constatare l'identità di un insieme di tratti particolari (en I sistemi di classi sarebbero invece caratterizzati piu dal consenso che dal dogamia, tabu della commensalità, ecc.) per affermare l'identità di due sistemi potere di una classe dominante, e i ruoli sarebbero distinti. sociali? Il sistema indiano delle caste è appunto un sistema, e come tale deve Per quanto riguarda il primo principio, se è vero che le relazioni di po essere comparato ad altri sistemi [cfr. Dumont t966, p. 3t t ]. Lo stesso tratto tere sono importanti in un sistema di caste, è anche vero che le relazioni ge può avere funzioni opposte in due sistemi differenti. Inoltre la coscienza indige rarchiche sono concettualmente (e in gran parte anche fattualmente) distinte na del sistema sociale, la sua legittimazione ideologica, deve essere considerata dalle relazioni di potere. La gerarchia è invece ignorata dalla teoria che abbiamo come elemento di comparazione. Nel sistema razziale del Sud degli Stati Uniti, riferito, ed è considerata incomprensibile o inesistente come principio autonomo. il negro non considera legittimo il sistema ma lotta contro di esso. In India, la Il sistema delle caste appare quindi semplicemente come la perversione del si relazione tradizionale di un inferiore con un superiore non implica necessaria stema delle classi. mente una disuguaglianza di potere che coincida con la differenza gerarchica; Quanto al principio della somma degli status, è appunto il corollario del inoltre, entrambi hanno in comune dei valori e una visione del sistema che giu principio precedente, e afferma che le relazioni gerarchiche coincidono con quel stifica ai loro occhi la posizione relativa che vi trovano. Le loro relazioni cam le di potere. Chi possiede uno status elevato dal punto di vista rituale, tende ad biano di senso solo quando, con la trasformazione moderna della casta, il sistema avere nello stesso tempo uno status elevato dal punto di vista economico, politi globale viene messo in discussione. La competizione di status tende allora a co e sociale.Per Barth questo principio permette di definire un sistema di caste trasformarsi in conflitto di classe, ma solo perché il sistema delle caste è stato «strutturalmente», «come un sistema di stratificazione sociale» piuttosto che nel frattempo contestato. Gli inferiori combattono allora non tanto i superiori, come un sistema ideologico e culturale [i96o, p. r45]. Esso sarebbe tipico delle quanto il sistema stesso delle caste [cfr. Leach t96o, pp. 6-7 ]. società tradizionali non-omogenee e multiple (o pluraliste) dal punto di vista etnico e sarebbe legato funzionalmente a un sistema complicato di divisione del lavoro in un'economia essenzialmente non-monetaria. Solo con questa defini 3. Le caste e i sistemi etnicamentePluralisti. zione sarebbepossibile,secondo Barth, comparare lesocietàdi castenel subcon tinente indiano e altrove. Pur affermando che il sistema delle caste non diflerisce da un sistema di stra Notiamo che l'occultamento della distinzione fondamentale tra gerarchia e tificazione sociale, Berreman vi associa il «pluralismo etnico e culturale». La potere appare nell'espressione stessa «somma degli status». Lo status sociale o società delle caste sarebbe un sistema di integrazione tra gruppi etnici diversi, rituale è messo sullo stesso piano dello status economico e politico. In realtà, che conserverebbero la loro diversità, mentre la perderebbero in un sistema di solo lo status chiamato «sociale» da Barth sarebbe definibile come status in senso classi vero e proprio. In questo modo Berreman riprende una delle componenti stretto, mentre i cosiddetti status politici ed economici dovrebbero essere consi della definizione di Weber, sviluppandola con una teoria piu raffinata della co derati piuttosto dei «ruoli». municazione culturale: le frontiere tra caste impedirebbero la circolazione cul Come ha notato Dumont, la formula di Barth è in ogni caso sociocentrica,
  • 12. Casta 692 693 Casta perché presuppone la combinazione di funzioni che sono distinte solo nella so boli di purezza e d'impurità. I membri delle caste superiori sono piu puri di cietà moderna, mentre il sistema dei Pathan dello Swat — di cui parla Barth quelli delle caste inferiori e rischiano di perdere la loro purezza se si associano è caratterizzato dall'indifferenziazione piuttosto che dalla somma degli status agli inferiori in contesti alimentari, sessuali e rituali (che implicano l'esclusione [Dumont 1967, p. 30]. dell'esogamia e della commensalità e una ripartizione precisa dei ruoli rituali In conclusione, opponendo il sistema delle classi al sistema delle caste, come delle caste).un sistema aperto (nel senso di Popper) a un sistema chiuso, i teorici della stra 4) Le caste sono legate alla divisione del lavoro : sono associate a un'occupa tificazione sociale definiscono il sistema delle caste come una perversione ine zione tradizionale e hanno diritti e doveri precisi nel sistema delle prestazioni e gualitaria del sistema delle classi, e ne forniscono un'interpretazione sociocentri delle contro-prestazioni. ca (modellata soprattutto sul sistema delle relazioni razziali in America ), che I criteri etnografici possono essere modificati o moltiplicati a seconda delle ignora l'ideologia e i valori propri al sistema indiano, e la distinzione fondamen variazioni regionali o del grado di differenziazione di un sistema di caste in un'u tale tra gerarchia degli status e distribuzione differenziale del potere politico ed nità territoriale, ma i principi soggiacenti restano identici e possono essere ri economico. Quest'interpretazione ha del resto molto in comune con la teoria dotti R una definizione mIntmR, dRtR da Bouglc [1908] c Ilplcsa dR Dumont marxista del «dispotismo orientale», secondo cui un gruppo dominante ingloba [1966, p. 64] : il sistema delle caste è costituito da gruppi ereditari distinti e collein un'organizzazione dispotica del potere politico comunità autonome e senza gati tra loro tramite : I ) una gradazione di status, o gerarchia, 2) regole di sepa relazioni di complementarità economica e sociale (le «comunità di villaggio») razione, 3) la divisione del lavoro e l'interdipendenza che ne risulta. [cfr. Dumont 1975, pp. 41-48]. Per definire il sistema delle caste è dunque necessario spiegare cos'è la ge rarchia,cosa sono leregole diseparazione (rituale, matrimoniale e alimentare) e l'ideologia che oppone il puro all'impuro ; come la gerarchia si distingue e si arti La casta comefenomeno indiano. cola al potere politico; cos'è il sistema della divisione del lavoro e delle presta zioni e contro-prestazioni. La discussione precedente ha fatto apparire la necessità di comprendere la specificità del sistema indiano delle caste invece di partire da una definizione in apparenza sufficientemente larga da permettere la comparazione, ma in realtà 4.1. La nozione di gerarchia. indebitamenteriduzionistaed etnocentrica. Non si tratta di esorcizzare la dif Secondo Louis Dumont [ I966, p. 269] il principio fondamentale del sistema ferenza, ma di comprenderla: questo è l'unico punto di partenza possibile per delle caste è la disgiunzione tra status religioso e potere. Questa disgiunzione non una comparazione. è tra due categorie messe sullo stesso piano, ma implica che l'una è subordinata Per comprendere il sistema delle caste, bisogna perciò cominciare dalla sua all'altra. Si tratta dunque di una disgiunzione gerarchica, in cui il potere è inferio definizione «etnografica». re a un principio piu fondamentale che lo subordina e lo legittima, dandogli un I ) La casta (j at, j ati) è un gruppo cui si appartiene per nascita e che è carat senso che non possiede autonomamente. Senza questa disgiunzione subordinan terizzato, in linea di principio, dall'endogamia. Ciò significa che il criterio di ap te, non è possibile parlare di un sistema di caste vero e proprio. Dumont esclude partenenza è ascrittivo e non modificabile per un individuo. Poiché la casta è per esempio che si possa parlare ái caste a Ceylon, perché in questa società il endogama, i genitori hanno la stessa casta e lo stesso status e perciò la filiazione rappresentante del principio del potere, il re, è al vertice della gerarchia. L'as non lascia mai una possibilità di scelta tra l'appartenenza al gruppo paterno o senza della disgiunzione gerarchica tra status religioso e potere politico si trova l'appartenenza al gruppo materno, come avviene invece nei sistemi gerarchici ca là dove il buddhismo ha dato al re delle prerogative religiose oltreché politiche. Il ratterizzati dall'anisogamia (cioè dal matrimonio tra gruppi di status diverso). re è infatti considerato un «Buddha vivente» o «destinato ad essere Buddha» Per questa ragione le relazioni di parentela sono sempre orizzontali e ugualitarie (bodhisattva) e un «imperatore del mondo» (cakkraeartin) [cfr. Heine-Geldern in termini di casta, mentre le relazioni non parentali sono sempre gerarchiche 1956]. In questo modo il buddhismo tenta di conciliare la contraddizione tra la [cfr. Leach 196o, p. 8]. Cisisposa tra uguali, cioètra persone che possono avere pratica della moralità e della religione e le necessità della politica e dell'uso della rapporti sociali senza restrizioni importanti. forza. 2) Ogni casta ha una posizione definita nella gerarchia, Questa posizione può Al contrario, sin dall'epoca delle Bráhmana (8oo-zoo a. C,?), l'induismo ha essere modificata per un intero gruppo, ma non per individui, a meno che qual distinto radicalmente religione e politica, dando a quest'ultima una sua sfera di cuno non sia espulso dalla sua casta e non perda cosi il suo status. I brahmani azione, ma subordinandola alla religione attraverso i brahmani. Le due attività (la casta dei preti) sono al vertice della gerarchia degli status e focalizzano l'inte sono distinte, ma complementari. La teoria induista della gerarchia definisce ro sistema dellecaste. infatti una totalità sociale in cui si iscrivono, ciascuna al posto che le compete 3) La separazionee la posizione gerarchica dellecastesono espresse da sim nella scala dei valori, le attività umane, polarizzate su categorie ereditarie (e tali 23
  • 13. Casta 695 Casta 694 hanno lo stesso valore, la giustizia ha il fine di realizzare socialmente quest'ugua perciò da escludere la scelta individuale). La gerarchia sociale corrisponde dun glianza, Di qui il primato della politica, che è concepita come l'attività per cui que alla gerarchia dei valori quale è stabilita da un'ideologia religiosa che giusti individui e gruppi competono per ottenere il controllo delle risorse e dei circuiti fica una totalità sociale articolata in funzioni complementari. di produzione e di distribuzione: in una parola, per il controllo del potere. La visione totale è religiosa[cfr. Dumont r966, p. 9z] ma non esclude affatto Sintomaticamente, la società delle caste subordina l'attività politica e i suoi delle visioni parziali, corrispondenti ad attività specifiche, che non hanno neces rappresentanti. Se il brahmano è al vertice della società, non ha però, come tale, sariamente un carattere religioso. Le attività «razionali» (economia, politica, il controllo del potere, che è invece riservato al re. Ma d'altra parte il re è subor ecc.) trovano cosi un posto nella sfera che è assegnata loro dal sistema globale, dinato al brahmano e ai valori che questi rappresenta nella sua attività. Senza la ma devono restaregerarchicamente subordinate ad esso ed ai suoi rappresen tanti nella società: i brahmani. cauzione e la legittimazione morale del prete, il potere politico non è in rapporto con la totalità sociale. Di qui la necessità di «meccanismi per trasformare il po La disgiunzione subordinante connessa alla gerarchia permette quindi la tere in status» [Dumont r975, p. zo] : per esempio, il dono ai brahmani. Questodifferenziazione delle attività e nello stesso tempo le integra in un quadro unita dono può sembrare una conferma che la superiorità di status corrisponde a pri rio, nel sistema dei valori della società. In questo modo, due tipi complementari vilegi economici : in realtà indica che il brahmano non ha un accesso diretto alle di rifiessione si sono sviluppati in India: l'uno contenuto nella letteratura del risorse e un diritto su esse. Può solo cedere i propri «meriti » in cambio delle ric dharma (legge religiosa), l'altro nella letteratura dell'artha (le leggi della politica chezzeche glipermettono divivere.Reciprocamente, chiha ricchezze può ceder e dell'economia, dell'«acquisizione razionale»). Anzi, con PArthasastra(la dot le per acquisire meriti. Ma senza la disgiunzione gerarchica tra lo status, legato trina dell'artha) l'India ha sviluppato prima dell'Europa una teoria «machiavel lica» dello Stato. a meriti morali, e il potere, legato al controllo delle risorse, questo scambio nán avrebbe alcun senso. Le attività ritualmente inferiori sono quindi complementari, L'ideologia gerarchica fa si che non ci sia contraddizione tra il punto di vista ma distinte, rispetto alle attività superiori: si completano perché non esistono religioso e quello razionale. Ognuno è perfettamente legittimo nella sua sfera, e indipendentemente dallo scambio, che permette loro di restare distinte. può perciò mantenersi distinto pur conservando, grazie al legame gerarchico, un rapporto all'insieme. La gerarchia si definisce dunque come «principio di grada Il brahmano può restare tale solo in quanto è puro : la sua purezza gli permet te il contatto con l'ordine religioso, contatto di cui beneficia l'intera società. Ma zione degli elementi di un insieme in relazione all'insieme» (cioè per mezzo della la purezza può essere realizzata socialmente solo se le attività impure ma neces messa in rapporto all'insieme di ogni elemento) [Dumont r966, p. 9z]. Si tratta dunque di un concetto familiare alla tradizione classica europea e all'antichità sarie all'esistenza sono assunte da dei gruppi sociali, considerati impuri perché le esercitano. La purezza e l'impurità non sono quindi date separatamente: la in particolare [cfr. Finley r973, trad. it. pp. 48 sgg.] ma il sistema indiano delle gerarchia implica la complementarità, non solo l'esclusione. Dal nostro punto caste lo traduce sistematicamente nell'attività sociale, ne fa un principio sociolo di vista individualista è rivoltante che a certi individui siano riservate attività gico oltreché logico. pure e ad altri attività impure; ma dal punto di vista indiano non sono gli indi La morale gerarchica non ha quindi come soggetto l'individuo, ma la totalità sociale stessa. L'articolazione e l'unità sociali non sono il risultato meccanico dei vidui che contano, ma le relazioni che rappresentano e di cui permettono la con tinuità. Per il principio della reciprocità delle funzioni, l'intoccabile è altrettan conflitti o delle transazioni tra individui o tra gruppi (classi) che agiscono in base to indispensabile del brahmano: l'uno e l'altro ottengono meriti svolgendo le al principio individualistico della competizione. Per l'ideologia gerarchica la proprie funzioni ereditarie. Non c'è quindi una morale soggettiva, ma una mora totalità sociale è il presupposto, non il risultato, delle relazioni tra gruppi dif le di status, non ci sono doveri universali, perché non c'è un uomo «universale». ferenziati. L'ideologia moderna implica invece l'idea dell'autonomia dell'in dividuo e dei gruppi, concettualmente prioritari rispetto alle loro relazioni: la Ci sono invece preti, principi, coltivatori o servi [Dumont s975, p. 23]. D'altra parte sembra che ci sia un certo rapporto tra il sistema delle caste e la teoria società globale è dunque il prodotto della loro interazione (contrattuale o con della transmigrazione, almeno per certe varianti dell'ideologia induista. Nascere flittuale). Al contrario, per l'ideologia gerarchica i gruppi nascono per differen ziazione a partire dalla totalità, che è un presupposto organico e non un risul in una casta piuttosto che in un'altra, e quindi avere funzioni piu o meno pure, ha allora un senso religioso. La casta in cui si nasce in una reincarnazione dipen tato meccanico. Le relazioni precedono, concettualmente e sul piano dei valori, de dal comportamento nelle vite precedenti. Il principio dell'appartenenza alla le cose messe in relazione. La giustizia consiste allora nel mettere le diverse casta per nascita è dunque inglobato esso stesso nell'ordine morale che presiede funzioni sociali al loro posto, dove possono esplicare la loro attività: i preti, al sistema [cfr. Dumont r966, pp. 77 e 79; r975, p. 32].rappresentanti e garanti dei valori ultimi e della finalità dell'intera società, sono Quest'ideologia ci appare scandalosa perché ignoriamo la distinzione tra ge perciò al vertice della gerarchia, ma non possono esercitare il potere, che con rarchia epotere. La gerarchia è un ordine concettuale e rituale legato a certe taminerebbe laloro purezza morale. sfere soltanto dell'esistenza : nella sfera economica e politica le relazioni possono L'ideale di giustizia dell'ideologia moderna è totalmente differente : partendo essere diverse o persino inverse a quelle rituali, anche se la priorità della gerar dall'individuo, e dal presupposto che tutti gli individui sono uguali per natura e
  • 14. Casta 6g6 6gp Casta chia fa si, come abbiamo visto, che una complementarità si stabilisca tra le due sfere. Una casta inferiore dal punto di vista gerarchico può detenere il potere 4.z. Purezza ed impurità come simboli della gerarchia. politicoed economico, mentre una castasuperiore può essere costrettaa dipen dere su questo piano dai suoi inferiori. Questa possibilità è anzi iscritta nel prin La totalità presupposta dall'ideologia della casta non è politica o economica, cipio stesso della gerarchia, che confina in una sfera subordinata il controllo ma religiosa. Come tale, non subordina la natura all'uomo, ma mette l'una e del potere e della ricchezza. Ma, anche se è economicamente dipendente da l'altro in rapporto. In particolare, i fenomeni fondamentali della vita organica inferiori, il superiore gerarchico vede riconosciuta la sua superiorità nelle sfere hanno un valore di simbolo per la vita sociale, perché permettono di esprimere rituali. le distinzioni tra le caste. I tre principi fondamentali che, secondo Bouglé, stan Ciò che è gerarchicamente strutturato sono dunque le funzioni e le attività no alla base del sistema castale si possono ridurre al solo principio dell'opposi sociali, e gli uomini associati a queste attività. Le relazioni di potere non costi zione tra puro e impuro. Quest'opposizione implica infatti la gerarchia (superio tuiscono l'ordine globale della società. Anch' esse rappresentano un ordine, una rità del puro sull'impuro ), la separazione (bisogna mantenere separati puro e forma di organizzazione. Ma quest'ordine èconsiderato secondario,subordi impuro) e la divisione del lavoro (le occupazioni pure e impure sono distinte ma nato all'ordine religioso che, esso, organizza le relazioni tra gli uomini e i gruppi complementari) [cfr. Dumont rq66, p. 6g]. in modo differente e in funzione di un «senso» differente. Entrambi gli ordini Dumont ha mostrato che l'opposizione tra puro e impuro contiene l'essenza sono legittimi, a condizione che ciascuno resti limitato alla sfera che gli compete. stessa dellagerarchia perché da essa consegue che l'insieme consistenellacoesi In conclusione, alla base del sistema delle caste c'è un'ideologia dell'inter stenza necessaria di due opposti. L'opposizione massima è dualista: da una parte dipendenza e della relatività: delle funzioni, delle sfere di attività, e dei gruppi la categoria piu pura, il brahmano, che utilizza in modo puro certe specie (per che le rappresentano e le svolgono. Il valore essenziale è quest'interdipendenza esempio i prodotti della vacca) ; dall'altra l'« intoccabile», che le utilizza in modo perché non ci sono unità privilegiate, che siano considerate come gli elementi impuro (per esempio utilizza la vacca in modo tale che ne implica la morte : ne di cui è fatto l'insieme e da cui e per cui esso è prodotto. concia le pelli, ne consuma la carne, ecc.). Ma quest'opposizione implica anche Per noi, gelosamente fedeli a un'ideologia che fa dell'«uomo particolare con che entrambi i comportamenti sono necessari, che entrambi fanno parte necessa siderato come universale» [Dumont igpg, p. zz] il punto di riferimento dei valo riamente del sistema : «Non ci sarebbe un brahmano se questi non avesse a sua ri fondamentali, è impossibile ammettere la relatività delle prospettive e dei va disposizione degli specialisti dell'impurità che gliela evitano» [Dumont rg'~, lori, e che un rapporto retto da leggi particolari a un certo livello, si modifichi, p. zg]. L'unità è dunque data da un'opposizione. In termini logici, la totalità nella sua struttura, nelle sue leggi e nel suo «senso», a un altro livello. Piu anco gerarchica si distingue radicalmente da una totalità dialettica di tipo hegeliano. ra, ci è impossibile ammettere che ciascun livello abbia il suo posto, il suo senso, L'opposizione che governa la prima è non-contraddittoria ; la seconda è domina e le sue relazioni con gli altri livelli, in un sistema globale che giustifica la società ta invece dal principio della contraddizione e del superamento dei termini con tutta intera dando una validità parziale a ciascuno dei suoi aspetti e delle sue traddittori, e della loro distinzione. sfere. E tuttavia è questo il senso profondo della gerarchia delle caste e della sua L'opposizione concettuale tra stati puri e impuri si trasferisce dunque al si ideologia. Quando lo riduciamo a una finzione o a una razionalizzazione del li stema delle relazioni sociali. Tutti gli uomini subiscono transitoriamente stati di vello che per noi subordina tutti gli altri, e cioè quello delle relazioni di potere, impurità: mestruazioni, parto e morte ne sono degli esempi particolarmente im facciamo funzionare inconsciamente una censura. Rischiamo cosi di ignorare che portanti. L'iscrizione nel sociale di questi stati giustifica l'impurità o la purezza in ogni società gli uomini agiscono e si pensano secondo valori propri, che non relativa delle caste. Coloro che hanno, infatti, l'incarico di occuparsi dei cadave possiamo considerare irrilevanti senza correre il rischio di sostituirvi i nostri va ri, o di lavare i panni sporchi, ecc. sono permanentementea contatto con l'impu lori e la nostra ideologia politica. La relazione tra la sfera del potere politico-eco rità. Trasferita al sistema sociale della divisione del lavoro, l'impurità transitoria nomico e la sfera religiosa è, nel sistema delle caste, esattamente inversa a quella (in quanto i suoi effetti restano nella sfera privata) degli uni diventa cosi l'im che è in vigore nel nostro sistema di classi sociali. È quindi impossibile assimilare purità permanente degli altri. In quasi tutta l'India, il prete funerario (il barbiere direttamente o surrettiziamente un sistema all'altro : la comparazione non può nel Sud) e il lavandaio sono perciò particolarmente impuri. Al contrario, alcune che opporre i due sistemi e riconoscere che la loro somiglianza superficiale deri attività comportano l'assenza di impurità o la purificazione immediata: per va dall'avere isolato arbitrariamente le relazioni di potere che sono il solo aspetto esempio il re non è mai impuro, perché non può essere impedito nelle sue attivi del sistema delle caste direttamente accessibile alla nostra ideologia. Ma, consi tà; lo studente brahmanico, al contrario delle altre categorie di persone, è reso derato nell'insieme di cuifa parte,edicuiabbiamo cercato diesporre brevemen impuro soltanto dalla morte di parenti molto stretti, perché, intrinsecamente te i principi, quest'aspetto si rivela in realtà completamente diverso da come ap puro, è molto meno affetto dall'impurità della morte [cfr. Dumont ig66, p. 73 ; pare ai teorici che considerano la casta quale limite della classe, e riconducibile Orenstein iq68]. a quest'ultima. Se la relazione con certi fenomeni organici e naturali produce l'impurità, la
  • 15. Casta 698 699 Casta relazione con altre entità naturali, come l'acqua, i cinque prodotti della vacca (urina, escrementi, ecc.), è purificante. Questa ideologia gerarchica della purez in occasione di riti di passaggio, I capi delle famiglie componenti il biradari za è stata formulata sin dal in secolo a. C. ed è stata utilizzata per render conto partecipano alle riunioni (panchayat) che decidono dei conflitti che intercorrono del sistema delle caste che si è sviluppato gradualmente piu tardi. Gli altri cri tra i suoi membri. L'estensione territoriale del biradari dipende dalla dispersio teri di separazione sociale sono teoricamente riconducibili al simbolismo del pu ne o dallaconcentrazione dellasua popolazione, ed èin genere legata all'occupa ro e dell'impuro. La molteplicità dei criteri di segmentazione gerarchica produ zione della casta cui appartiene. Nell'India settentrionale, le caste di agricolto ce tuttaviauna certarelatività: ogni giudizio distatus formulato secondo un cer ri di rango intermedio o quelle di Chamar ('gente del cuoio', intoccabili ) tendo to criterio «solidarizza una casta con tutte quelle che condividono lo stesso trat no ad organizzarsi in biradari i cui membri si trovano in pochi villaggi o in uno to, opponendola atutte lealtre» [Dumont r966, p. 8i ]. solo, mentre i biradari delle caste di artigiani o servitori(vasai, fabbri e lavandai) Ma i criteri non sono sempre congruenti. È necessario allora valutare non sono generalmente dispersi tra un maggior numero di villaggi. Per le caste su solo la posizione di ogni segmento castale in rapporto a un certo criterio di seg periori, soprattutto negli ultimi due secoli, il biradari ha invece progressiva mentazione, ma anche il valore relativo di ognuno dei criteri, dalla cui combina mente perso lasua importanza. zione risulta il rango di una casta in una serie lineare unica che comprende tutte I biradarFfanno parte di un gruppo, chiamatoj ati (sottocasta), che è l'unità le caste in un determinato territorio. Si può constatare allora una certa indeter fondamentale del sistema. Si tratta del gruppo endogamo, che circoscrive i limi minazione: ogni casta tenderà a considerare il proprio status in modo diverso ti entro i quali i biradari esogami possono contrarre matrimonio. Mentre il da come è consideratodallealtre.D'altra parte, la gerarchia non esclude lacom biradari è per lo piu un gruppo di agnati, ilj ati è un gruppo definito da legami di petizione e la mobilità [cfr. Srinivas i966, p. y]. La mobilità verticale implica che afFinità e di cognazione. Ha spesso un proprio nome, una propria divinità, un i membri di una casta cercano di farsi riconoscere uno status superiore adottan proprio mito d'origine, una posizione nel sistema gerarchico. Può inoltre ave do le prescrizioni di purezza connesse a questo status. Sia a livello locale sia a li re proprie regole di comportamento, propri costumi, ecc. . vello panindiano si ha perciò un processo costante di «promozione» che spiega fati differenti sono a loro volta considerati membri di una casta(j at) che non il diffondersi dell'ideologia dei brahmani, e in definitiva del sistema delle caste è un gruppo veroe proprio, ma una categoria generale, con un nome, una po («sanscritizzazione»). Srinivas definisce la sanscritizzazione come il processo sizione gerarchica, un'occupazione tradizionale. Questa categoria permette a per cui una casta di basso status, o un gruppo tribale non induista, abbandona i membri di sottocaste differenti di poter riconoscere la propria posizione gerar suoi costumi, i suoi rituali, la sua ideologia e il suo modo di vita, per assumere chica a livello regionale e non piu solo strettamente locale (anche se i criteri sono forme di comportamento superiori dal punto di vista induista. Se è un gruppo in realtà molto piu complicati ) [Cohn t97i, pp. i rg-i6, rzg-z6]. tribale, diventa induista e si integra come casta in una posizione definita nel si A loro volta, le caste si identificano a una delle quattro categorie (@ama stema gerarchico; se è già induista, enuncia una pretesa di status, espressa in 'colori, specie') che le mettono in rapporto all'enunciazione piu generale della termini di comportamento, che in genere non è riconosciuta dalla comunità pri gerarchia, e all'insieme panindiano. ma di una o due generazioni. Il sistema dei marna è tra l'altro importante perché permette la mobilità so L'ascesa di un gruppo nella scala gerarchica comporta la discesa di un altro, ciale deij ati. Quando un gruppo aspira a uno status superiore non può eviden ma non modifica la gerarchia degli status. Solo la loro attribuzione è modificata temente fondersi con un altro jati che ha già questo status(ciò implicherebbe [cfr. Srinivas i966, pp. 6-p; Cohn r9yi, pp. iglò-yr ]. matrimonio con i membri di quelj ati, conflitti, ecc.), ma può pretendersi mem bro di un marnadiflerente da quello che gli è attribuito tradizionalmente, senza modificare i propri confini di gruppo [cfr. Lynch i969]. 4.3.La segmentazione gerarchica e isuoiparadossi: marna e casta. I quattro marnasono, nell'ordine gerarchico : t ) i brahmani, o preti; z ) gli Fin qui abbiamo parlato della casta come dell'unità di un sistemagerarchico ksatriya, o guerrieri ; g) i vaisya, o mercanti; 4) gli sudra, o servi, gente di poco definito dalla sua ideologia. Bisogna ora mostrare il rapporto tra questo sistema conto. Gli intoccabili non rientrano in questa quadripartizione, e non hanno del e i gruppi concreti e in particolare come si realizza la segmentazione tra unità resto un'etichetta comune (oggi sono chiamati Harj ian 'figli di Dio'). di ordine diflerente. Nella letteratura vedica, la divisione in marnaè generata da un principio di Quattro livelli devono essere presi in considerazione. opposizione dicotomica. La prima dicotomia oppone Arya e non-Arya (ossia L'unità piu piccola è il gruppo esogamo, il biradari 'banda dei fratelli'. I Dasyu, identificabili con gli intoccabili ). Gli Arya sono dicotomizzati in «nati membri di questo gruppo parentale sono in genere stratificati generazionalmente : due volte» (i primi tre tiarna) e «nati una volta» (sudra). I «nati due volte» si di quelli della generazione di Ego sono dei « fratelli », quelli della generazione del pa vidono in brahmani e ksatriya, da una parte, e vaisya, dall'altra. Brahmani e dre di Ego sono dei «padri », ecc. Specialmente nelle caste di rango medio o infe ksatriya, infine, si oppongono tra loro. Questa suddivisione in quattro unità è riore il biradari è un gruppo solidale : i suoi membri si riuniscono, per esempio, giustificata dal mito di Purusa, secondo cui i brahmani nacquero dalla bocca dell'uomo primordiale, gli ksatriya dalle braccia, i vaisya dalle sue cosce e i
  • 16. Casta 700 70 I Casta 5udra dai suoi piedi. Le Leggi di Manu [I, 87-cfr ; cfr. Buhler x886] assegnano Tuttavia, si può obiettare a Tambiah che non è possibile mettere in rapporto ad ogni marnai suoi doveri: ai brahmani lo studio e l'insegnamento dei Veda, diretto il modello astratto delle Leggi di Manu con l'ideologia ricavabile dallo il sacrificio, il dare e il ricevere elemosine; agli ksatriya la protezione del po studio sociologico della società delle caste. Ma il problema fondamentale con polo, il dono, l'offerta del sacrificio, lo studio dei Veda; ai vaisya l'allevamento cerne la nozione stessa di gerarchia. Tambiah parte da una definizione «logica», del bestiame, il commercio, l'agricoltura, l'offerta del sacrificio e lo studio dei universale, della gerarchia come procedimento classificatorio: in sostanza, dalla Veda; infine agli sudra una sola occupazione: servire gli altri tre ~ama. definizione della gerarchia come inclusione tra classi. Con questa definizione si La complementarità tra varna è parzialmente analoga a quella tra caste. può consideraregerarchica solola classificazione in marna. Le caste sono ordina Cosi, per esempio, lo ksatriya o il vaisya possono ordinare il sacrificio, ma solo te secondo un procedimento diverso, che non si può considerare come realmente il brahmano può eseguirlo. Il re è quindi privato della funzione sacerdotale : si gerarchico. Ma questa definizione «logica» della gerarchia corrisponde alla de ritrova qui la disgiunzione fondamentale tra status religioso e potere politico. finizione indiana? L'omologia tra il sistema dei marna e quello delle caste (jat) non deve però In apparenza, Dumont utilizza un procedimento inverso : parte dalla formu nascondere le differenze e soprattutto il problema che pone il loro rapporto. lazione indiana della gerarchia. Questa formulazione rende conto del rango delle Nella letteratura vedica il brahmano è essenzialmente il sacrificatore, mentre nel caste in termini di purezza e di impurità. Quando però Dumont dà una formu periodo induista e nel sistema delle caste è caratterizzato dalla purezza. Soprat lazione generale del concetto di gerarchia, non può che servirsi del concetto tutto, la teoria dei marna equella delle caste implicano due tipi diversi di classi di inclusione tra classi: «Una relazione gerarchica è una relazione tra piu am ficazione e rivelano una difficoltà nel passaggio dalla gerarchia concettuale alla pio e piu ristretto, o piu precisamente tra ciò cheinclude e ciò che è incluso» gerarchia dei gruppi reali. Le caste sono ereditarie : la classificazione mette quin [rg67, p. 33]. È però evidente che se si applica questa definizione alla gerarchia di l'accento sulla nascita. Nella teoria dei v~ama,al contrario, l'accento è sulla espressa in termini di puro e di impuro, e si afferma che il termine superiore (il funzione,tanto che dinastie di origine non ksatriya accedettero spesso alla dignità puro) ingloba il termine inferiore (il non-puro) si ha una contraddizione dal di ksatriya assumendo la funzione reale (anzi, secondo alcuni, nessuna dinastia punto di vista logico. Le due nozioni di gerarchia devono restare ben distinte: dopo lafine deiNanda — v secoloa.C. — fu mai di origine ksatriya). Ciò dimostra altrimenti si dovrebbe ammettere che A include non-A, cioè il suo opposto. Ma che i marna non devono essere interpretati come gruppi ereditari, alla stregua in termini di classi logiche puro e non-puro, in quanto opposti, sono allo stesso delle caste, ma come categorie funzionali. livello di generalità: l'uno non può essere inglobato nell'altro, senza incorrere Il rapportotravarna e casta è stato oggetto di interpretazioni contrastanti, nei seguenti paradossi : a) una classe è membro di se stessa(cioè il puro è mem nessuna delle quali è soddisfacente. La comparazione dei punti di vista di Tam bro della classe «pura», dato che questa è nello stesso tempo l'«inglobante» e biah e di Dumont è particolarmente interessante e istruttiva, perché mette in la classe dei brahmani) ; b) una classe è considerata come un elemento tra gli gioco la definizione stessa della gerarchia e le difficoltà che proviamo nel rendere elementi classificati come suoi non-membri: cioè la classe del non-puro non è conto di questa nozione. non-pura. Dumont privilegia, come abbiamo visto, la gerarchia delle caste, che è espres Gli stessi paradossi si ritrovano quando si passa dalla formula generale della sa in termini di puro e di impuro. La classificazione in marnaappare allora solo gerarchia alla gerarchia dei gruppi concreti : se i gruppi sono distinti ritualmente analoga a quella delle caste. e matrimonialmente, come si può dire che la relazione gerarchica è una relazione Tambiah, invece, cerca di mettere in rapporto piu direttamente i due sistemi di inclusione? È vero invece che le caste sono «gerarchizzate» secondo un proce e di dedurre le caste dai marna. Secondo Tambiah, solo la classificazione in marna dimento di sovrapposizione tra caratteri diversi (che non è necessariamente è effettivamente gerarchica, perché queste categorie sono generate da un princi quello contemplato dalle Leggi di gnu ). La gerarchia come «inglobamento» pio di segmentazione in cui un livello dicotomico di ordine superiore ingloba un concerne solo le funzioni associate ai gruppi : non si può passare dalla funzione livello di ordine inferiore [r973, p. rg6]. Invece le caste sono ordinate in rango al gruppo senzacambiare radicalmente lanozione di gerarchia. Questo termine tramite il procedimento classificatorio della sonrapposirionetra classi diverse. sembra dunque avere dei sensi differenti e non sempre congruenti: il tentativo Il modello considerato da Tambiah è infatti quello delle Leggi di Manu (ca di Dumont di ricondurli tutti alla formula piu generale della gerarchia (l'inclu pitoli nt e x), modello che spiega la gerarchia lineare dei gruppi castali per mezzo sione) non è privo di gravi di%coltà. delle unioni miste (cioè tra ~ama differenti e tra caste differenti), che sarebbero La gerarchia tra caste è dunque piuttosto una graduazione lineare che non all'origine di ogni casta. Dato il valore differente attribuito alle unioni ipergami una gerarchia di «classi ». Sul piano classificatorio come sul piano rituale, la ca che e ipogamiche, e al matrimonio principale e secondario, si ottiene un certo tegoria inferiore non è inglobata in quella superiore, ma le è semplicemente com numero di categorie ordinate in ranghi, che Tambiah identifica aij ati o ai loro plementare. La gerarchia lineare ha perciò due caratteri distintivi: è enunciata analoghi. Le regole di formazione di quest'ordine hanno un riflesso nelle regole in una enumerazione; è piu interazionale che attributiva. di purezza. Le enumerazioni gerarchiche sono una caratteristica tipica della cultura in
  • 17. Casta 702 7o3 Casta diana. Una «società globale» è definita integralmente dall'enumerazione in serie di tutti i gruppi che la compongono. La contraddizione implicita in questo pro mestiere : quindi professioni ugualmente pure o quasi possono sostituire o cedimento è notata dallo stesso Dumont: il tutto e le parti, l'inglobante e l'in completare la professione tradizionale di una casta. Soprattutto, certe profes sioni sono neutre dal punto di vista rituale e possono perciò essere esercitate da globato, sono messi sullo stesso piano, nella serie [cfr. Dumont 1957, pp. I$2, caste differenti. L'attività «neutra» piu importante è l'agricoltura e il suo eser i50, z52, per alcuni esempi]. Il modello gerarchico per inclusione, a parte le difficoltà che incontra quando cizio è rispettabile per tutte le caste (solo quelle piu elevate non possono usare si traduce nella gerarchia dei gruppi concreti, o si ferma arbitrariamente a un l'aratro): infatti il rapporto tra professioni agricole e caste è il piu guido. È termine di cui si decide che è finale, o regredisce all'infinito, perché non è possi chiaro del resto che in un'economia prevalentemente agricola l'occupazione del bile pensare senza contraddizione una classe finale che comprenda tutte le altre la maggioranza della popolazione non può non essere agricola. Anche nell'economia indiana moderna c'è una certa correlazione tra lo status e nellostessotempo se stessa(cfr.sopra).Ma ilsistema dellecastedeve necessa riamente pensarsi come una totalità (altrimenti non può pensarsi come una ge gerarchico e le occupazioni : gli intoccabili stanno nei gradi occupazionali infe rarchia), e quindi come un ordine finito. È quindi costretto a partire dall'aporia riori (portatori, manodopera non qualificata, ecc.). Nella definizione dello status dellaclasse che ingloba tutte lealtre e nello stesso tempo se stessa,e perciò da di una casta, la sua specializzazione funzionale è infatti determinante, perché la una rappresentazione concreta della gerarchia in cui il tutto e le parti sono sullo mette inrelazione con attivitào statiimpuri o puri che per altre caste sono solo stesso piano, e in cui la posizione gerarchica di ogni elemento dipende dalla sua transitori. La maggior parte dei mestieri sono quindi connotati ritualmente: la posizione nell'ordine di enumerazione. La totalità è quindi concepita come linea gerarchia delle caste è anchefunzione della gerarchia dei mestieri che esercitano. L associazione tradizionale, simbolica, con una certa professione restringe le ) re ed è resa finita da un'opposizione tra due estremi assoluti e ideali: il puro e l'impuro, appunto. Il criterio di gerarchia è allora dato dalla posizione di un scelte professionali reali di una casta, ed è comunque utilizzata per esprimere la segmento tra i due segmenti che rappresentano gli estremi concettuali, piuttosto sua posizione gerarchica. Anche la divisione del lavoro è dominata dall'opposi che dal livello di generalità in cui si trova nella rappresentazione piramidale della zione trapuro e impuro, e ha una dimensione gerarchica:non sipuò isolareuna gerarchia per inclusione. Quest'ultimo è però conservato, a livello simbolico, dimensione economica «pura», che non ha senso nella società tradizionale. dalle funzioni che corrispondono a ciascun segmento. L'ideologia della casta è La subordinazione dell'aspetto economico all'aspetto rituale si ritrova anche la sintesi delle due forme di gerarchia: la casta inferiore è il segmento che, pur nel sistema di prestazioni e contro-prestazioni dell'economia chiusa e naturale restando socialmente distinto in termini di «purezza», è concettualmente com di un villaggio policastale. L'etimologia stessa del termine che designa frequen preso e subordinato dal segmento superiore. I paradossi logici implicati da que temente questo sistema (j aj mani) evoca l'aspetto religioso. jaj man 'patrono', per sta sintesi spiegano come, in concreto, e a un certo livello di concettualizzazione opposizione apraja 'dipendente',è un termine che deriva dal sanscrito vaj ama della realtà sociale, la definizione della gerarchia delle caste in funzione della na, che significa 'sacrificante': «colui che fa effettuare un sacrificio per sé» loro interrelazione prenda il sopravvento. McKim Marriott ha mostrato l'im [cfr. Dumont i966, p. iz9 ]. Il sistemajajmani è un sistema clientelare, basato portanza di quest'aspetto, sottolineando che l'interdipendenza e la specializza su una rete di relazioni personali, e centrato su coloro che hanno la proprietà zione occupazionale delle caste e in particolare le prestazioni di cibo sono criteri della terra. In questo sistema, ognuno ha privilegi e doveri nella ripartizione del fondamentali per spiogare la configurazione gerarchica di un sistema castale ter le risorse, dei prodotti e dei servizi, che dipendono dalla sua posizione gerar chica. ritorialmente limitato. Per stabilire l'ordine gerarchico, l'attribuzione(caratteri stica della casta che dipende dal suo modo di vita puro o impuro) è meno impor La divisione del lavoro è dunque articolata a una rete di relazioni personali tante deltipo di relazione che esiste tralecaste:è perciò necessario sapere da chi ereditarie: ogni famiglia dispone di una famiglia di specialisti per ogni compito. e a chi ogni categoria sociale accetta o dà categorie differenti di cibo (fritto, bolli Le prestazioni e le contro-prestazioni non sono regolate dal mercato, ma da con to, crudo) o l'acqua del pozzo ; con chi si può fumare dalla stessa pipa, quali gra suetudine. La retribuzione è data immediatamente per ogni prestazione ecce di d'impurità producono le caste inferiori e tramite quali veicoli, ecc. I criteri zionale o occasionale, ma si distribuisce lungo tutto l'anno per le prestazioni con tinue e abituali. Il sistema è molto complicato, e presenta variazioni regionali variano regionalmente [cfr. Marriott i959]. importanti. Una descrizione particolareggiata del suo funzionamento in un vil laggio dell'India del Nord è stata data da Wiser [i936]. Si possono distingue 4.y. La divisione del lavoro e il potere economico. re le seguenti categorie di partner: La casta ètradizionalmente legata a una professione, pur non essendo una i ) dipendenti (per esempio fabbro,barbiere,portatore d'acqua, lavandaio )corporazione di mestiere. Non tutti i suoi membri esercitano questa professione, che forniscono servizi permanenti in cambio di dotazioni fisse in grana né tutti quelli che la esercitano appartengono alla casta in questione [cfr. le glie, ricevute due volte all'anno, dopo la mietitura; statistiche in Blunt i93i ]. Ciò che importa è lo status di purezza relativa di un z) dipendenti con funzioni cerimoniali (per esempio in occasione di matri
  • 18. Casta Casta 7O4 7o5 moni, funerali, ecc.) che ricevono una prestazione consuetudinaria ogni appartenere aqualsiasi casta che abbia effettivamente la forza. La distinzione tra caste dominanti (che controllano la terra)e casteche hanno accessoalla terra e ai volta che prestano i loro servizi; 3) manodopera agricola permanente e «non libera», retribuita alla giornata suoi prodotti solo per i rapporti di dipendenza alle caste dominanti è dunque fondamentale, perché permette di introdurre la dimensione politica nel sistema o al mese; 4) artigiani trasformatori retribuiti in natura con una percentuale, fissata delle caste. Il potere politico ed economico è però disgiunto dalla gerarchia degli dalla consuetudine, della derrata che trasformano per conto del loro status : la casta dominante non è necessariamente la casta superiore gerarchica mente. Nella sfera politica ed economica le relazioni di potere hanno le loro leg patrono ; 5) artigiani e venditori remunerati in denaro a prezzi fissati dalla consuetu gi, possono cambiare: la gerarchia, fondata sul sistema dei valori, non cambia. d'ne e differenti per le differenti categorie di status (il brahmano, per L'autonomia del potere è però subordinata, ha una sfera d'azione limitata. An ch' esso deve essere messo in rapporto alla totalità, ai valori ultimi, e perciò sotto esempio, paga meno cara la stessa quantità di latte). messo alprincipio dellagerarchia,mediato dallacastache rappresenta, come ab biamo visto, la totalità. Chi ha la forza deve quindi essere legittimato dalle sue Quest'ultima categoria di persone non è costituita da dipendenti. relazioni,anche nellasfera economica, con lecategorie distatus e col brahmano Il sistema jajmani è stato oggetto di importanti discussioni. Secondo Wiser è un sistema ugualitario, perché fondato sulla reciprocità delle funzioni e delle in particolare, la cui cauzione è necessaria. prestazioni: lasciando da parte le caste piu basse, per le altre vale la regola che Ci si può certo domandare in che misura questa relazione alla gerarchia reli ogni membro di qualsiasi casta è — aseconda delle occasioni — patrono e dipen giosa modifichi i rapporti reali. In realtà vi aggiunge un senso, ma non li cambia fondamentalmente. Tuttavia il problema sollevato dallo studio del sistema delle dente, prestatore di un bene e di un servizio e destinatario di un altro bene o ser caste sta proprio qui : qual è il valore relativo, nella società, dell'ideologia e dei VIZIO. In realtà, la reciprocità ugualitaria vale parzialmente solo per le caste che si rapporti politici ed economici> Tutto sommato, l'importanza data all'una o al l'altra dimensione è sempre funzione di un'ideologia, di un sistema di valori. trovano in una posizione gerarchica intermedia. Il giudizio di Wiser non tiene conto del controllo della terra, che è inegualitario. La reciprocità è gerarchica Questo ci riporta al problema della comparazione : non si possono comparare le strutture economiche e sociali senza tener conto dei valori assieme ai quali esse [Dumont ig66, pp. I34-35]. Il sistema assicura ai «proprietari fondiari» i servi esistono nelle società. La volontà di isolare strutture politico-economiche intel zi degli specialisti e della manodopera, e a quest'ultimi garantisce diritti sui pro dotti del suolo. Qualcuno [Beidelmann Ig5rl] considera il sistema jajmani come ligibili di per sé, indipendentemente dalla coscienza indigena, è essa stessa un un sistema di «sfruttamento», ma è stato osservato [Orenstein x96z] che le fami fenomeno ideologico che promana da certi valori. Essa implica che i nostri valori glie abbienti e dominanti hanno obbligazioni imprescrittibili nei confronti dei economici e politici hanno un'applicabilità universale, perché ci permettono di loro dipendenti e, d'altra parte, dipendono dai «poveri» perché devono aver ri capire qualsiasi tipo di sistema che decidiamo di isolare in una società concre ta. L'esemplarità dello studio del sistema delle caste consiste nel rivelare l'as corso ai servizi rituali di questi ultimi. Le relazioni clientelari tradizionali implicano che certi ruoli economici sono surdità di una simile pretesa. Non esistono criteri di valore assoluti, e scientifi camente fondati, che permettano la comprensione di qualsiasi sistema sociale un privilegio inalienabile dei gruppi inferiori, e che la casta dominante è costret e dei suoi correlati ideologici. Quando i sociologi propongono simili criteri, ta a dipendere da essi, senza poter modificare a proprio vantaggio (tramite, per esempio, il meccanismo del mercato) le relazioni tradizionali : lo «sfruttamento» almeno per quanto riguarda l'India, essi si rivelano per lo piu proiezioni di un è possibile solo quando il gruppo dominante può decidere a suo piacimento dei sistema ideologico particolare, che richiede di essere giustificato esso stesso. Cer to, lasociologia non può essere solo «comprensiva», deve essere anche «espli termini di scambio [cfr. Leach ig6o, p. 5]. Il sistema castale appare «ingiusto» all'osservatore occidentale, per cui il cativa». L'esemplarità del problema delle caste sta però anche nel dimostrare metro della giustizia è l'individuo concepito come universale, e non ciò che con che la «comprensione» di un sistema ideologico è necessaria alla sua «spiegazio tribuisce alla perpetuazione dell'insieme sociale. Nel sistema delle caste la giu ne». Quest'ultima è cercata soprattutto nella dimensione politico-economica. Ma stizia sta nella gerarchia: sta in un sistema in cui le attività e le retribuzioni di l'estensione alla totalità del sistema dei principi di spiegazione di questa dimen ciascuno sono interdipendenti perché orientate verso l'insieme. Quest'insieme sione è un errore, non solo perché comporta il rifiuto di considerare i fatti di co è la collettività gerarchica, che è regolamentata intenzionalmente (in funzione scienza e i valori come parte della realtà, ma anche perché è un prodotto dell'ideo di un'ideologia) e non automaticamente, come nell'economia individualista di logia dell'osservatore, e non costituisce altro, quindi, che un giudizio di valore opposto al giudizio di valore della coscienza indigena. La «comprensione» è mercato. Abbiamo constatato che il principio fondamentale della gerarchia sta nella anche un modo, perciò,di tracciare le frontiere tra la nostra scienza e la nostra disgiunzione tra status e potere. Ciò fa si che il ruolo politicamente ed economi ideologia. [v. v.]. camente dominante(che nella teoria dei marnaè riservato agli ksatriya) possa