2. Tradizionalmente la nascita del cinema si fa risalire alla
realizzazione dei primi apparecchi da ripresa e da
proiezione da parte dei fratelli Lumiere nel 1895.
I fratelli Lumiere
I fratelli Lumiere
fotogramma dal film L arrivée d un train en gare de la Ciotat, 1895
fotogramma dal film L’arrivée d’un train en gare de la Ciotat 1895
7. Nel 1935 viene realizzato e distribuito il primo film a colori:
e 935 e e ea ato d st bu to p o co o
Becky Sharp di Rouben Mamoulian
poster promozionale per il film
8. passando per il Cinemascope, il Cinerama, il Panavision,
il cinema arriva ai giorni nostri con una nuova rivoluzione:
la computer graphic
fotogrammi da Il signore degli anelli,
Troy, Ortone
9. Il cinema è un vero e proprio linguaggio e come tutti i
linguaggi possiede alcuni elementi costitutivi
fotogramma da L’Atalante di J. Vigo 1934
10. L’unità minima di un film è l’inquadratura, ovvero
“la porzione di spazio fisico (un ambiente, un
paesaggio, etc.)
paesaggio etc ) inquadrata dall‘obiettivo della
macchina da presa […]. L'atto di inquadrare
consente di delimitare con precisione lo spazio che
sarà ripreso e al contempo di escludere tutto il
resto (che rimarrà “fuori campoquot;, ossia all'esterno
del campo visivo dell'osservatore). da Wikipedia
11. L’inquadratura cambia di significato a seconda del contesto:
variando il montaggio il significato di un’immagine cambia.
12. In tal senso l’uso delle inquadrature e più in generale il
linguaggio cinematografico, ben si adattano al concetto di gioco
linguistico elaborato da Ludwig Wittgenstein
13. Per Wittgenstein infatti, il significato di una parola non
è dato dall’oggetto che essa denota, ma dall’uso che della parola
si può fare in diversi giochi linguistici, ovvero in diverse situazioni
comunicative: la stessa parola assume diversi significati in
contesti diversi e viceversa.
L’inquadratura del film, ma anche del fumetto o della fotografia,
si comporta allo stesso modo.
p
14. Il cinema esprime quindi un linguaggio, ma un linguaggio del
tutto peculiare che integra una molteplicità di codici visivi e
sonori: è imparentato con la fotografia ed il fumetto, ma
tratta immagini in movimento. E questo aspetto di
somiglian a
somiglianza familiare, o affinità, è una delle conseguenze
conseguen e
implicite nell’idea di gioco linguistico.
15. « Un'ora, non è solo un'ora, è un vaso colmo di profumi, di suoni, di progetti, di
climi » M. Proust ‐ Alla ricerca del tempo perduto
M. Proust
Va anche detto che parlare di fotografia in movimento significa
parlare di un’illusione: poiché in realtà si tratta di un certo numero
un illusione:
di immagini statiche fatte seguire ad una certa velocità l’una
all’altra. In tal senso è interessante la distinzione bergsoniana fra
tempo come durata e tempo spazializzato.
spa iali ato.
Parafrasando il filosofo francese si potrebbe dire che un film è
tempo come durata e quindi molto più della semplice somma,
spazializzata, dei singoli fotogrammi.
p g g
H. Bergson
16. Tornando alla narrazione filmica, si può affermare che ogni
, p g
Inquadratura costituisce un punto di vista : punto di vista che
può essere soggettivo od oggettivo a seconda che la scena sia
osservata con gli occhi di un personaggio o con occhi diversi da
quella dei personaggi.
L’inquadratura può poi essere normale, la macchina da presa è
ad altezza d’uomo cioè, dall’alto o dal basso, ed infine obliqua.
Non si tratta di una scelta neutrale: inquadrare un personaggio
dal basso suggerisce un’idea di grandezza, inquadrarlo dall’alto
lo sminuisce.
18. Dettaglio
S e de a u pa t co a e de o to o d u oggetto
Si evidenzia un particolare del volto o di un oggetto.
È un tipo di inquadratura usato per caricare emotivamente
la scena.
19. Primissimo piano
S p e de soggetto da e to a a o te , pe
Si riprende il soggetto dal mento alla fronte , per
sottolineare in modo suggestivo l’espressione e i tratti del
volto.
20. Primo piano
S p e de a gu a da e spa e su, de
Si riprende la figura dalle spalle in su, delimitando il viso
ta do so
in uno spazio ridotto.
28. L’inquadratura può essere:
• fissa
• mobile ovvero segue l’azione e il
mobile, ovvero segue l azione e il
movimento va considerato in rapporto
alla strumentazione utilizzata:
• panoramica
• carrello
• steadycam
• d ll
dolly
• gru
• zoom
29. Una panoramica è una ripresa realizzata facendo ruotare una
macchina da presa sul proprio asse Possiamo distinguere vari
asse.
tipi di movimento: orizzontale, verticale, obliquo, a 360 gradi,
circolare, o composto.
La panoramica può essere combinata con tutti gli altri
movimenti di macchina, ed in particolare con la carrellata:
partendo da un particolare, si può allargare dolcemente
l inquadratura
l'inquadratura spostandosi allo stesso tempo verso sinistra e
concludendo in un quot;campo lungoquot;.
In base alla scena ripresa e al movimento seguito, possiamo
distinguere panoramiche quot;ad allargarequot;, quot;a stringerequot;, quot;a
ad allargare , a stringere , a
seguirequot; (inseguendo un soggetto), o quot;a schiaffoquot;: quest'ultima
è una velocissima panoramica, spesso usata in scene
drammatiche per rendere l'idea della velocità di oggetti
p gg
lanciati, come un coltello o una pallottola. La panoramica
quot;descrittivaquot;, infine, può essere usata con efficacia per
presentare un personaggio o un ambiente.
(riduzione da Wikipedia)
panoramica
30. Il carrello è una piattaforma su cui è piazzata la cinepresa.
ca e o è u a p atta o a su cu è p a ata a c ep esa
Derivato dall’invenzione brevettata nel 1912 dall’italiano
Giovanni Pastore (biglie o ruote applicate al treppiede che
sosteneva la camera) è usata per movimentare la ripresa,
sosteneva la camera) è usata per movimentare la ripresa
con o senza binari.
(tratto da http://cinema.tesionline.it)
carrello
31. Lo steadycam è un supporto meccanico, su cui può essere
o steadyca è u suppo to ecca co, su cu può esse e
montata una macchina da presa sostenuta dall’operatore
per mezzo di un sofisticato sistema di ammortizzazione
agganciato ad un corpetto indossabile
agganciato ad un “corpettoquot; indossabile.
Grazie al corpetto, l'operatore (detto quot;steady‐manquot;) ha le
mani libere per controllare la macchina, ed allo stesso
tempo può muoversi liberamente, o addirittura correre,
tempo può muoversi liberamente o addirittura correre
senza che il sistema da lui sorretto riceva vibrazioni od
oscillazioni eccessive. (riduzione da Wikipedia)
steadycam
32. Il dolly è una sorta di carrello sul quale si monta una
macchina da presa.
hi d
Necessita di rotaie su cui poter essere trainato da uno o più
assistenti operatori ed oltre al peso della macchina da presa
deve sopportare anche quello di un operatore.
Viene utilizzato in film quot;livequot; musicali e trasmissioni
televisive. In queste ultime si adotta un dolly motorizzato che
q y
supporti solo la camera e che si possa alzare ed abbassare
automaticamente.
dolly
34. zoom
Lo zoom realizza un effetto di avvicinamento
o di allontanamento mediante il cambio focale
dell’obiettivo mantenendo immobile la macchina da
presa.
36. Una scena è la più piccola unità narrativa che abbia
una propria autonomia all interno
all'interno di una
sceneggiatura. Nella concretizzazione della
sceneggiatura è la parte di spazio che deve essere
i d t
inquadrata da
d una macchina
hi d
da presa
cinematografica. Lo spazio teatrale e il telefilm
realizzano concettualmente la stessa cosa.
37. La sequenza realizza un’azione unica di senso compiuto:
La sequenza realizza un azione unica di senso compiuto:
è quindi è un’unità di azione. Può comprendere molte
scene e molte inquadrature.
Un caso particolare è rappresentato dal piano sequenza che
U ti l è t t d l i h
si ha quando la sequenza è composta da una sola
Inquadratura.
40. Montaggio per dissolvenza
Il t i di l
Il montaggio per dissolvenza si realizza quando si passa
i li d i
lentamente da un’immagine all’altra. La dissolvenza si
può avere in chiusura, in apertura, incrociata.
41. Montaggio alternato
Montaggio alternato
Il t i lt t i li f d ll
Il montaggio alternato si realizza facendo scorrere sullo
schermo due azioni simultanee che si svolgono in luoghi
diversi
42. Montaggio parallelo
M t i ll l
Col montaggio parallelo si accostano due avvenimenti
non contemporanei, suggerendo somiglianze o differenze
tutte da interpretare.
43. Montaggio rapido
M t i id
Co o tagg o ap do a sce a e e spe ata u a se e
Col montaggio rapido la scena viene spezzata in una serie
di brevi inquadrature
45. U fil è
Un film è ancora molte cose: soggetto, sceneggiaura,
lt tt i
regia, fotografia, colonna sonora, doppiaggio, costumi,
effetti speciali … ed è il risultato del lavoro di un grande
numero di persone.
Il film di Francois Truffaut Effetto notte è un ottimo
esempio per comprendere la quantità di lavoro che c’è
dietro un prodotto cinematografico.
50. Il cinema e il suo linguaggio sono stati motivo di riflessione
fra i pensatori. Si è detto rapidamente di Bergson, ma si
p
possono citare Benjamin , Adorno, Horkeimer, Deleuze,
j , , ,
Cabrera o ricordare che scrittori come D’Annunzio
compresero subito le potenzialità del cinema, mentre un
grande drammaturgo come Pirandello ebbe a dire che il
cinema non avrebbe avuto futuro.