SlideShare ist ein Scribd-Unternehmen logo
1 von 387
Polo della Qualità di Napoli:
                    Il Laboratorio EQDL
                       per conseguire
             La Patente Europea della Qualità
                   Un progetto “ ponte” fra Scuola e
               Nuove professionalità del mondo del Lavoro

                                 Riccardo Lega
                     Coordinatore del progetto EQDL c/o
                           il Polo Qualità di Napoli



11/10/2012                         Riccardo Lega            1
Il Laboratorio EQDL per conseguire
                La Patente Europea della Qualità


         Da un protocollo d’intesa fra MIUR e AICQ-
.
        NAZIONALE è scaturito questo progetto
        formativo destinato a tutti gli Istituti Scolastici
        Secondari di 2 grado nonché a tutte le Università
        Nazionali, teso essenzialmente a:

    11/10/2012               Riccardo Lega                2
Il Laboratorio EQDL per conseguire
          La Patente Europea della Qualità
• Rafforzare il raccordo fra scuola e mondo del lavoro, su tematiche
  professionali innovative, riguardanti       la gestione della qualità
  organizzativa delle Istituzioni e delle Aziende allo scopo di:

1. ridurre i costi di produzione, pur garantendo il raggiungimento degli
   obiettivi di sviluppo , secondo il modello internazionale ISO 9000
2. ridurre l’ inquinamento ambientale, secondo il modello ISO 14000
3. salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori, secondo OHSAS 18000
4. Instaurare un’etica aziendale, secondo il modello internazionale SA 8000

    esigenze sempre più avvertite dalle Aziende ed Istituzioni del territorio
    nazionale, in un momento di grave crisi economica e sociale

11/10/2012                        Riccardo Lega                             3
Il Laboratorio EQDL per conseguire
       La Patente Europea della Qualità

• Aprire ai giovani nuovi sbocchi lavorativi formandoli, già nella
  Scuola,       a       innovativi       ruoli      professionali
  (Responsabili, Consulenti, Valutatori di Sistemi di gestione
  della Qualità, dell’ Ambiente, della Sicurezza, dell’ Etica, etc )
  sempre più richiesti dai mercati internazionali.



11/10/2012                    Riccardo Lega                        4
Il Laboratorio EQDL per conseguire
                La Patente Europea della Qualità
             ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO EQDL organizzato dal
                     Polo della Qualità di Napoli


      Il progetto EQDL organizzato dal Polo della Qualità
    di Napoli coinvolgerà progressivamente tutti gli
    Istituti Scolastici Superiori della Regione Campania.

11/10/2012                     Riccardo Lega                   5
Il Laboratorio EQDL per conseguire
         La Patente Europea della Qualità

     Alla fine del Corso gli Esami verranno effettuati c/o un
    Test Center AICA per la ECDL upgradato anche alla
    EQDL.

     A ciascun allievo verrà fornita una SKILL CARD personale,
    su cui verranno riportati gli esiti di ciascun Esame
    effettuato

11/10/2012                  Riccardo Lega                       6
Il Laboratorio EQDL per conseguire
       la Patente Europea della Qualità

      Solo al superamento di tutti gli Esami, relativi ai vari
    Moduli, verrà rilasciata un DIPLOMA , chiamato PATENTE
    EUROPEA DELLA QUALITA’ (EQDL) , che attesta la NUOVA
    COMPETENZA PROFESSIONALE ACQUISITA, e che viene
    riconosciuta sia dal mondo del lavoro che da quello
    scolastico



11/10/2012                  Riccardo Lega                    7
Il Laboratorio EQDL per conseguire
                La Patente Europea della Qualità
    Pertanto il programma didattico EQDL del Polo della Qualità di Napoli
    , che si svolgerà man mano nei vari Laboratori informatici dei vari Istituti
    , è articolato in due fasi :
      Fase 1- gestito secondo il Syllabus AICQ – mira a trasferire le conoscenze
    di base circa le organizzazioni aziendali, secondo gli standard
    internazionali ISO 9000, attraverso un Corso , suddiviso in diversi
    Moduli, organizzato secondo un programma didattico standard, chiamato
    Syllabus

     Fase 2-gestito dai Test Centerc AICA- mira a certificare in automatico le
    competenze acquisite , durante i Corsi, attraverso l’ uso di un sistema
    informatico ( ATLAS)


11/10/2012                          Riccardo Lega                                8
Il Laboratorio EQDL per conseguire
                 la Patente Europea della Qualità
  La successione temporale sarà la seguente :

 A) Erogazione ad un primo gruppo di alunni della Scuola Secondaria di Secondo
    grado del Corso relativo al Syllabus della EQDL START , costituito dai seguenti tre
    moduli :
 – Modulo 1 – Concetti di base della qualità e della soddisfazione del clienti
 – Modulo 2 – Le norma ISO 9001 ed i relativi processi di valutazione di conformità
 – Modulo 3 – I processi aziendali e il loro miglioramento continuo



11/10/2012                             Riccardo Lega                                      9
Il Laboratorio EQDL per conseguire
                la Patente Europea della Qualità

   B) Alla fine di ciascun Modulo didattico, verranno
      somministrati a tutti gli allievi che hanno partecipato al
      Corso i Test di Certificazione automatica delle capacità
      acquisite c/o il proprio TEST CENTER AICA

   C) Solamente quando verranno superati tutti gli Esami di
     tutti i Moduli verrà rilasciata, on line, la Patente
     Europea della Qualità a ciascun allievo.
11/10/2012                    Riccardo Lega                        10
ESIGENZA SUL MERCATO DEL LAVORO DI
      NUOVE PROFESSIONALITA’ COMPETENTI IN
              TALE NUOVA MATERIA
            TALE ESIGENZA VIENE COLMATA DAL PROGRAMMA DIDATTICO
         (SYLLABUS) NECESSARIO PER OTTENERE IL DIPLOMA DI EQDL START
                          (Patente Europea della Qualità)

                      ESSO E’ COSTITUITO DAI SEGUENTI 3 MODULI:

    MODULO 1 : A) Concetti di base della Qualità
               B) Concetti di base sulla soddisfazione dei clienti

    MODULO 2 : A) La Norma di Qualità ISO 9001
               B) I Processi di valutazione di conformità alla Norma

    MODULO 3: A) Analisi dei Principali Processi Aziendali
              B) Il loro Miglioramento Continuo

11/10/2012                             Riccardo Lega                   11
MODULO 1A START



   1 A ) Concetti di base della Qualità




11/10/2012             Riccardo Lega      12
Modulo 1A : I concetti ed approcci di base per la
        gestione della Qualità in una Organizzazione


• Scopo del presente modulo è che il candidato comprenda, conosca e
  sappia identificare, ad un livello generale, i concetti e gli approcci
  fondamentali alla gestione della qualità in una organizzazione, sia
  relativamente alla loro evoluzione che all’attuale stato di sviluppo.
• In particolare egli dovrà conoscere le definizioni, i concetti, gli approcci
  (norme, modelli, prassi) attuali più importanti e diffusi nei principali
  settori delle attività economiche, sociali e politiche.
• Il candidato in particolare dovrà conoscere le definizioni fondamentali
  relative ai modelli di gestione per la qualità, per la
  sicurezza, l’ambiente, l’etica e le principali normative di riferimento.
• Collegata all’area normativa, il candidato dovrà conoscere gli ambiti della
  certificazione e dell’accreditamento, nonché gli Organismi coinvolti.


11/10/2012                        Riccardo Lega                             13
SCOPO DEL PROGRAMMA EQDL E’ IMPARARE A GESTIRE UN’
          ORGANIZZAZIONE AZIENDALE FINALIZZATA
              AD UNA PRODUZIONE DI QUALITA’




11/10/2012               Riccardo Lega                  14
Sez. 1.1 – Concetti generali introduttivi

       Tema 1.1.1- Il concetto di qualità e sua evoluzione
       nel tempo


       Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in funzione
       delle esigenze del mercato e della società:
       La definizione di qualità secondo la norma UNI EN ISO 9000:2005 è
       la seguente:

       Si definisce qualità il grado in cui un insieme di caratteristiche
       intrinseche di un prodotto/processo/sistema soddisfa dei requisiti.




11/10/2012                         Riccardo Lega                             15
Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in
  funzione delle esigenze del mercato e della società:

• Si definiscono caratteristiche gli elementi distintivi di un
  prodotto/processo/sistema di gestione.

• Si definiscono intrinseche le caratteristiche permanenti, e
  non assegnate momentaneamente, come può essere il
  prezzo di un prodotto/servizio.

• Si definiscono requisiti le esigenze o le aspettative
  espresse     o anche implicite, da parte delle parti
  interessate ad un prodotto/servizio.



11/10/2012                 Riccardo Lega                    16
Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in
   funzione delle esigenze del mercato e della società
Tale concetto ha subito una grossa evoluzione negli anni in funzione delle esigenze
economiche del mercato e della società, passando :

• da una visione di prodotto puramente artigianale, in cui i requisiti vengono fissati dal
produttore

• ad una visione di prodotto industriale in cui i requisiti vengono fissati dai clienti,
cioè dal mercato




11/10/2012                              Riccardo Lega                                   17
DIPENDENZA DEL PRODUTTORE DAI
        REQUISITI DEL MERCATO




11/10/2012     Riccardo Lega       18
Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in
   funzione delle esigenze del mercato e della società


• Per esempio un’auto di media cilindrata, con 4
  porte, velocità massima 180 Km/ora, di colore
  blu, dotata di autoradio ed aria condizionata, è
  di qualità se tali sono i requisiti desiderati da
  una larga categoria di clienti.




11/10/2012               Riccardo Lega                   19
Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in
  funzione delle esigenze del mercato e della società:

Anni ’50-’60 : la Qualità è attribuita esclusivamente al
prodotto, e viene intesa come conformità alle
specifiche tecniche, definite dal produttore

• Essa è percepita come un lusso, in quanto il Cliente è
  appena uscito dalla seconda Guerra Mondiale, e il suo
  unico requisito è quello di sopperire alla carenza dei beni
  da acquistare.
• Comincia a nascere la funzione di Collaudo tecnico.
• Esempi tipici sono i Controlli tecnici sui prodotti, subito
  dopo le loro lavorazioni, quali i controlli di
  velocità, stabilità in strada, rumorosità, etc della
  auto, eseguiti su apposite piste di Collaudo

11/10/2012                 Riccardo Lega                   20
Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in
  funzione delle esigenze del mercato e della società:


• Anni ’70 : la Qualità viene estesa anche al processo
  produttivo, in quanto comincia a nascere la
  concorrenza e l’obiettivo delle Aziende produttrici è
  esclusivamente quello di ridurre i costi di
  produzione, per essere competitivi rispetto ai
  concorrenti.
• Questo obiettivo viene generalmente perseguito
  attraverso la richiesta di una maggiore costanza
  qualitativa dei prodotti, con conseguente riduzione
  degli scarti, agendo, a monte, sulla qualità dei
  processi che li generano
11/10/2012               Riccardo Lega                   21
DALLA QUALITA’ DEL PRODOTTO A
  QUELLA DEL PROCESSO PRODUTTIVO




11/10/2012     Riccardo Lega       22
Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in
   funzione delle esigenze del mercato e della società

• Esempi tipici sono i controlli di qualità sui macchinari
  che costituiscono le catene di montaggio, quali
  saldatrici, imbullonatrici, etc, allo scopo di garantire
  che i prodotti escano già conformi alle
  specifiche, durante le lavorazioni , senza dovere
  aspettare i collaudi finali del prodotto stesso.
• Subito dopo nasce il Controllo Statistico di Qualità
  (SPC) che , attraverso regole statistiche di
  probabilità, permette di ridurre il numero e la
  frequenza dei controlli quando il loro esito risulta
  positivo per diverso tempo.

11/10/2012               Riccardo Lega                   23
Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in funzione
  delle esigenze del mercato e della società

• Anni ’80: la Qualità comincia a diventare uno strumento
  strategico di profitto economico per le Aziende, in quanto il
  cliente può cominciare a scegliere fra prodotti analoghi, ma
  di qualità diversa, anche se su mercati non ancora globali ma
  geograficamente separati.
• Nasce la funzione Assicurazione di Qualità, che effettua una
  attività di pianificazione e di monitoraggio continuo della
  qualità dei prodotti e processi per conto del vertice
  aziendale, che ne stabilisce le regole ottimali, in funzione
  anche del profitto economico.
• Cioè il concetto di “cliente”si allarga anche al vertice
  aziendale, per cui la Qualità passa da una funzione tecnica ad
  una funzione manageriale.


11/10/2012                   Riccardo Lega                     24
Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in
  funzione delle esigenze del mercato e della società:

• Comincia a nascere il concetto di affidabilità nel
  tempo del prodotto e quindi di “garanzia”
• Esempio tipico sono le prove di affidabilità.
• Esse sono delle prove simulate di funzionamento
  continuo, condotte giorno e notte, in
  Laboratorio, e che permettono di evidenziare in
  anticipo eventuali anomalie, riscontrabili a
  distanza di tempo, permettendo di porre in
  essere delle modifiche migliorative, già prima
  della loro vendita.
11/10/2012               Riccardo Lega                   25
Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in
  funzione delle esigenze del mercato e della società:

• Anni ’90 : la Qualità diventa uno strumento di
  sopravvivenza sul mercato per le Aziende, in quanto la
  concorrenza delle Aziende si espande dai vari territori
  geografici alla globalità del pianeta.
• Nascono le Norme ISO 9000 che cominciano a
  regolamentare, a livello internazionale, la Qualità del
  Sistema di gestione aziendale, nel suo complesso e non
  solo quella dei processi produttivi e tecnici.
• Esempi tipici sono le analisi di qualità condotte anche sui
  processi amministrativi e gestionali, allo scopo di ridurre i
  costi e le inerzie complessive della “ macchina
  aziendale”, in modo da renderla più competitiva rispetto ad
  Aziende analoghe , loro concorrenti sul mercato “globale” .

11/10/2012                  Riccardo Lega                    26
NASCITA DI MODELLI ORGANIZZATIVI
       STANDARD INTERNAZIONALI PER LA
            QUALITA’ (ISO 9000, etc )




11/10/2012           Riccardo Lega        27
Argomento 1.1.1.2 : Possibili definizioni del
                      termine qualità:
           attesa, progettata, erogata, percepita




11/10/2012                Riccardo Lega                 28
DALLA QUALITA’ DEL PROCESSO
PRODUTTIVO A QUELLA DELLA STRUTTURA
          ORGANIZZATIVA




11/10/2012     Riccardo Lega      29
Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in
  funzione delle esigenze del mercato e della società:
• Anni 2000: La Qualità si estende anche alle caratteristiche “ percettive”
  dei prodotti/servizi e non solo a quelle tangibili, materiali. Il concetto di
  “cliente” comincia ad allargarsi a “ tutte le parti interessate”, cominciando
  a comprendere cioè non solo i requisiti dei clienti e degli Azionisti, ma
  anche quelli del “territorio circostante” , delle “Autorità territoriali” etc ,
• Si comincia cioè a parlare di Aziende Ecosostenibili, con la quasi
  contemporanea pubblicazione di nuove Norme internazionali sulla
  Qualità dell’Ambiente, della Salute e sicurezza dei lavoratori, dell’Etica
  Aziendale, etc , integrabili nella nuova Norma della Qualità, chiamata
  inizialmente Vision 2000.
• Cioè la Qualità di un’Azienda esce dalle sue “ mura “ per arrivare anche
   al “ mercato” ed al “territorio” c/o i clienti e le altre parti
  interessate, ormai arbitri del futuro delle Aziende.



11/10/2012                          Riccardo Lega                              30
Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in
  funzione delle esigenze del mercato e della società:
• Nasce pertanto il concetto di “ Customer’s e
  Stakeholder’s Satisfaction “ cioè di Soddisfazione dei
  Clienti e delle altre Parti interessate
• Esempi tipici sono le attività di “ Customer care” , rivolte
  anche alle senzazioni percettive ed umorali dei clienti, e
  non solo alle caratteristiche “intrinseche “ dei prodotti e
  servizi erogati, in modo da invogliarli a scegliere le
  Aziende ed i prodotti/servizi più “attraenti”.
• Nascono le “ Carte dei Servizi” anche per le Aziende
  Pubbliche, che definiscono i requisiti minimi della Qualità
  dei loro Servizi, da garantire alla loro utenza, con relative
  sanzioni economiche da riconoscere, in caso di un
  mancato rispetto.

11/10/2012                  Riccardo Lega                    31
DIPENDENZA DEL PRODUTTORE DAI
    REQUISITI DEL MERCATO GLOBALE




11/10/2012      Riccardo Lega       32
Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in
  funzione delle esigenze del mercato e della società:


• Anni 2008 : Nasce la nuova edizione della Norma UNI
  EN ISO 9001:2008, che non apporta sostanziali
  modifiche all’edizione del 2000, in quanto ancora in
  attesa di una sua completa assimilazione da parte
  del mercato interessato, soprattutto per quanto
  riguarda il concetto di misurazione degli indicatori di
  prestazione dei principali processi aziendali



11/10/2012               Riccardo Lega                   33
Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in
   funzione delle esigenze del mercato e della società




11/10/2012               Riccardo Lega                   34
Argomento 1.1.1.2 : Possibili definizioni del termine
     qualità: attesa, progettata, erogata, percepita

• Si definisce qualità attesa l’insieme delle caratteristiche che il cliente si
  aspetta di trovare realizzate nel prodotto/servizio ricevuto.
• In esse sono comprese sia quelle definite contrattualmente, sia quelle
  implicite, che cioè soddisfano le sue esigenze ed aspettative, nonché
  quelle richieste da disposizioni di legge e/o dagli usi negoziali e
  consuetudinari.
• Esempio tipico è che le auto, anche di cilindrata media, abbia la
  radio, l’aria condizionata, l’air bag, l’ABS, etc, anche se essi non vengono
  richiesti esplicitamente dai clienti.
• La qualità progettata è invece l’insieme delle caratteristiche che una
  Azienda progetta per realizzare il proprio prodotto/servizio, in base alla
  sua interpretazione della qualità attesa.
• Esempio tipico può essere il fatto che un’Azienda, per ridurre il costo di
  un’auto, decida, a livello progettuale, di eliminare, in un particolare
  modello, la reclinabilità dei sedili, ritenendolo un lusso, magari non
  tenendo in considerazione che tale “ optional” è ormai ritenuto essenziale
  dai suoi consumatori .
11/10/2012                         Riccardo Lega                             35
Argomento 1.1.1.2 : Possibili definizioni del termine
   qualità: attesa, progettata, erogata, percepita
 • La Qualità erogata è l’insieme delle caratteristiche effettivamente
   realizzate dall’Azienda, in base alla qualità delle propria organizzazione
   interna di realizzare la qualità progettata.
 • Esempio tipico è il caso di un’azienda che produca da molti anni della auto
   utilitarie e decida di progettare, improvvisamente, delle auto sportive.
 • Potrebbe capitare che, pur essendo i nuovi progetti di ottima qualità, in
   realtà essa produrrà delle auto sportive di pessima qualità, per mancanza
   di un’adeguata competenza ed esperienza delle maestranze.
 • La Qualità percepita infine è quella che viene percepita dal cliente
   finale, in termini di soddisfazione della propria qualità attesa.
 • Esempio tipico può essere la decisione di un’azienda di ridurre la potenza
   del motore di un modello di auto, di piccola cilindrata, destinata
   prevalentemente ad una clientela femminile, puntando invece sulla
   maggiore varietà di assortimento dei colori disponibili per la tappezzeria
   dei suoi interni.
 11/10/2012                        Riccardo Lega                            36
Argomento 1.1.1.3 : Differenza fra qualità di
     prodotto, qualità di processo e qualità di sistema


• Per Prodotto si intende il risultato di un Processo
• Per esempio un auto è il risultato di una catena di lavorazione e di
  montaggio.

• Per Processo si intende l’insieme delle attività correlate che trasformano
  gli elementi in entrata in elementi in uscita
• Per esempio il processo di lavorazione di un auto è l’insieme delle attività
  di lavorazione dei suoi vari componenti e del loro successivo montaggio.

• Per Sistema si intende un insieme correlato di processi finalizzato alla
  Gestione              Aziendale,                quali             quelli
  amministrativi, commerciali, progettuali, produttivi, etc

11/10/2012                        Riccardo Lega                             37
Argomento 1.1.1.3 : Differenza fra qualità di
     prodotto, qualità di processo e qualità di sistema

•   La Qualità di un prodotto è pertanto il grado in cui l’ insieme delle caratteristiche
    degli elementi in uscita da un processo soddisfa delle esigenze/aspettative.
•   Per esempio la qualità di un auto è l’insieme delle sue caratteristiche estetiche, di
    confort, di accelerazione, di stabilità, etc , richieste dai suoi clienti.

•   La Qualità di un Processo è pertanto il grado in cui l’ insieme delle caratteristiche
    degli elementi in uscita da un processo, relativi ad un prodotto, soddisfa delle
    esigenze/aspettative.

•   Per Qualità di Sistema si intende un sistema di gestione per guidare e tenere
    sotto controllo un’organizzazione con riferimento alla Qualità
•   Per qualità di Sistema si intende pertanto il grado in cui un insieme correlato di
    processi aziendali soddisfa nel suo insieme delle esigenze/aspettative dei clienti.

•   Cioè un Sistema di gestione Aziendale per la Qualità è un sistema di controllo
    integrato e coerente di tutti i vari processi aziendali, quali quelli
    amministrativi, commerciali, progettuali, produttivi

11/10/2012                             Riccardo Lega                                   38
Argomento 1.1.1.3 : Differenza fra qualità di
     prodotto, qualità di processo e qualità di sistema


• Un possibile modello di sistema di gestione per la
  qualità è quello definito dai requisiti della famiglia
  delle Norme UNI EN ISO 9000.

• Esistono anche altri Modelli di Sistemi di gestione per
  la Qualità, quali quelli per l’Eccellenza, i cui requisiti
  sono         definiti da       modelli      organizzativi
  internazionali, quali il TQM (Total Quality
  Management), il CWQC (Company Wide Quality
  Control), l’EFQM (European Foundation for Qualità
  Mangement) e nazionali (es PQI-Premio Qualità
  Italia),etc.
11/10/2012                 Riccardo Lega                  39
Tema 1.1.2- Le definizioni fondamentali secondo la norma UNI
      EN ISO 9000:2005 . Gli otto principi della Qualità.
• Argomento 1.1.2.1 : Concetti e definizioni fondamentali relative ad un
  sistema di gestione per la qualità
• La Norma ISO 9000:2005 definisce Sistema di gestione per la Qualità un
  sistema di gestione per guidare e tenere sotto controllo un’organizzazione
  con riferimento alla Qualità.
• Per Sistema di gestione si intende un sistema per stabilire politica ed
  obiettivi, e per permettere il conseguimento di tali obiettivi.
• Per politica per la Qualità si intendono obiettivi ed indirizzi generali di
  una organizzazione, relativi alla qualità, ed espressi in modo formale
  dall’alta direzione aziendale.




11/10/2012                        Riccardo Lega                             40
Argomento 1.1.2.1 : Concetti e definizioni
                    fondamentali relative ad un
                 sistema di gestione per la qualità

• Per Obiettivo per la Qualità si intende qualcosa cui si
  aspira o si mira, relativamente alla qualità.
• Essi devono essere dettagliati in funzione dei
  pertinenti livelli e funzioni di una organizzazione.
• Per raggiungere tali obiettivi devono essere svolta
  una serie di attività, quali:




11/10/2012                     Riccardo Lega              41
Argomento 1.1.2.1 : Concetti e definizioni
                    fondamentali relative ad un
                 sistema di gestione per la qualità




11/10/2012                     Riccardo Lega              42
Argomento 1.1.2.1 : Concetti e definizioni fondamentali relative ad
              un sistema di gestione per la qualità



• Pianificazione della qualità, cioè devono essere dettagliati i
  processi operativi e le relative risorse necessarie per
  conseguire tali obiettivi.
• Controllo della qualità, cioè una attività mirata a tenere sotto
  controllo, governare e regolare i processi operativi
  identificati, compreso i processi produttivi e i controlli di
  conformità dei prodotti.
• Assicurazione Qualità, cioè un’attività preventiva mirata a
  dare fiducia che i requisiti desiderati saranno soddisfatti.


11/10/2012                    Riccardo Lega                        43
Argomento 1.1.2.1 : Concetti e definizioni
              fondamentali relative ad un sistema di
                     gestione per la qualità

• Miglioramento della qualità, cioè un’attività mirata ad
  accrescere la capacità organizzativa di soddisfare i requisiti
  desiderati, attraverso l’eliminazione continua delle Non
  Conformità evidenziatesi.
• Miglioramento continuo, cioè un’attività continua di riesame
  critico del sistema realizzato, attraverso Azioni Correttive e
  Preventive sulle cause delle Non Conformità evidenziatesi, sia
  durante l’esecuzione dei processi, sia attraverso un’attività
  periodica di verifiche ispettive interne, analisi dati e Riesami
  periodici con l’Alta Direzione Aziendale.



11/10/2012                     Riccardo Lega                    44
Argomento 1.1.2.2 : Gli otto principi
       di gestione della qualità

• Per guidare e far funzionare con successo una organizzazione
  è necessario dirigerla e tenerla sotto controllo, in maniera
  sistematica e trasparente.

• Sono stati identificati otto principi di gestione per la qualità,
  che possono essere utilizzati dall’alta direzione per guidare
  l’organizzazione verso il miglioramento delle proprie
  prestazioni.

• Essi sono :

11/10/2012                   Riccardo Lega                       45
Argomento 1.1.2.2 : Gli otto principi
       di gestione della qualità
             Orientamento al cliente
             Le organizzazioni dipendono dai propri clienti. Esse
             pertanto devono capire le loro esigenze presenti e
             future, soddisfare i loro requisiti e mirare a superare le loro
             stesse aspettative




11/10/2012                                 Riccardo Lega                       46
Argomento 1.1.2.2 : Gli otto principi
       di gestione della qualità
 Leadership dei capi
 I capi svolgono il ruolo essenziale di garantire unità di intenti e di indirizzo
 dell’organizzazione. Essi pertanto devono creare e mantenere un clima interno
 che coinvolga pienamente il personale, nel conseguimento degli obiettivi
 dell’organizzazione




11/10/2012                             Riccardo Lega                                47
Argomento 1.1.2.2 : Gli otto principi
       di gestione della qualità
                            Coinvolgimento del personale

              Il personale tutto, a tutti i livelli, costituisce l’essenza
             dell’organizzazione. Pertanto il loro pieno coinvolgimento
             da parte dell’organizzazione permette di porre tutte le loro
             capacità al suo servizio




11/10/2012                               Riccardo Lega                       48
Argomento 1.1.2.2 : Gli otto principi
       di gestione della qualità
Approccio per processi
Un risultato desiderato si ottiene con maggior efficienza quando le relative
attività, con le relative risorse, necessarie al loro espletamento, vengono gestite
come un unico processo integrato
Per esempio, se si deve rendere più efficiente l’attività di consegna di un prodotto al
cliente, conviene gestire tutto il processo dalla sua produzione alla sua spedizione e
consegna, come un unico processo integrato, anche se in realtà esso sviene attuato
operativamente da più funzioni specialistiche aziendali, separate fra di loro.




11/10/2012                             Riccardo Lega                                      49
Argomento 1.1.2.2 : Gli otto principi
       di gestione della qualità
                            Coinvolgimento del personale

              Il personale tutto, a tutti i livelli, costituisce l’essenza
             dell’organizzazione. Pertanto il loro pieno coinvolgimento
             da parte dell’organizzazione permette di porre tutte le loro
             capacità al suo servizio




11/10/2012                               Riccardo Lega                       50
Argomento 1.1.2.2 : Gli otto principi
       di gestione della qualità
 Approccio sistemico alla gestione dell’organizzazione
 Identificare, capire e gestire i singoli processi che concorrono ad una
 organizzazione, come un unico sistema integrato, contribuisce in maniera
 determinante alla sua efficienza ed efficacia.
 Cioè la stessa metodologia di gestione integrata dei vari processi aziendali
 (amministrativo, commerciale, produttivo,etc) va applicata anche al Sistema
 Aziendale, nel suo insieme, anche se i singoli processi vengono attuati
 operativamente da diverse funzioni specialistiche, separate fra di loro .




11/10/2012                            Riccardo Lega                             51
Argomento 1.1.2.2 : Gli otto principi
       di gestione della qualità
             Miglioramento continuo
             Un obiettivo permanente di una organizzazione di Qualità è il
             miglioramento continuo delle sue prestazioni.




11/10/2012                                Riccardo Lega                      52
Argomento 1.1.2.2 : Gli otto principi
       di gestione della qualità
     Decisioni basate su dati di fatto
     Le decisioni delle organizzazioni per essere efficaci devono basarsi
     esclusivamente sull’analisi di dati ed informazioni, e non di opinioni.
     Questo significa che risulta necessario registrare, in maniera quantitativa,
     tutte i dati relativi alle attività svolte in Azienda, in modo da avere una
     banca dati, su cui effettuare elaborazioni oggettive, nel momento in cui si
     devono prendere delle decisioni.




11/10/2012                              Riccardo Lega                               53
Argomento 1.1.2.2 : Gli otto principi
       di gestione della qualità
   Rapporti di reciproco beneficio con i fornitori
   Una organizzazione ed i suo fornitori sono fra di loro interdipendenti. Pertanto un
   rapporto di reciproco beneficio migliora, per entrambi, la capacità di creare valore
   aggiunto.
   Questo significa che conviene concordare preventivamente con i fornitori il livello
   qualitativo dei prodotti/servizi da approvvigionare, in modo da evitare che il prezzo
   pattuito non sia coerente con la qualità desiderata, creando situazioni di
   conflittualità, negative per entrambi.




11/10/2012                              Riccardo Lega                                  54
Tema 1.1.3 – significato di
             valutazione, riesame/assessment, autovalutazione
                 Argomento 1.1.3.1: significato dei termini:
             valutazione, riesame/assessment, autovalutazione


• La valutazione di un sistema di gestione per la qualità, relativamente al
  suo campo di applicazione, consiste essenzialmente nell’insieme delle
  risposte che si possono dare alle seguenti quattro domande, rivolte a
  ciascuno dei processi che lo compongono.:

1.    Il processo è identificato e definito in modo appropriato?
2.    Sono state attribuite le responsabilità?
3.    Le procedure che lo descrivono sono state attuate e tenute aggiornate?
4.    Il processo è efficace per il conseguimento dei risultati richiesti?

• Le metodologie adottabili per tale valutazione sono le seguenti:


11/10/2012                         Riccardo Lega                               55
Tema 1.1.3 – significato di
valutazione, riesame/assessment, aut
            ovalutazione
1) Le verifiche ispettive o audit per la Valutazione

• Esse sono utilizzate per valutare il livello di soddisfazione dei
  requisiti relativi al sistema di gestione per la qualità, descritti
  nella Norma UNI EN ISO 9001:2000/08
• Esse servono pertanto per valutare l’efficacia del sistema e
  per individuare opportunità di miglioramento.




11/10/2012                     Riccardo Lega                            56
1) Le verifiche ispettive o audit per la
               Valutazione




11/10/2012        Riccardo Lega         57
Tema 1.1.3 – significato di
valutazione, riesame, autovalutazione
Esse possono essere :

Verifiche/audit di prima parte, se
vengono condotte dall’organizzazione
stessa o da altri per suo conto.
Esse vengono svolte per finalità
interne e possono costituire la base          Verifiche/audit di seconda parte
per un’autodichiarazione di conformità        Esse sono eseguite dai clienti
da parte dell’organizzazione.                 dell’organizzazione o da altri su mandato
                                              del cliente.




11/10/2012                           Riccardo Lega                                    58
Tema 1.1.3 – significato di
valutazione, riesame, autovalutazione
Verifiche/audit di terza parte
Esse sono eseguite da organizzazioni esterne ed indipendenti, le quali, a loro volta
sono accreditate da altre organizzazioni esterne ed indipendenti (es
SINCERT, trasformata dal 15/07/2009 in ACCREDIA, in quanto, come vedremo
meglio in seguito, accorpante anche altri Enti di Certificazione come il SINAL , il SIT)
Esse sono autorizzate a rilasciare Certificazioni di Conformità a dei requisiti come
quelli della Norma ISO 9001, su autorizzazione di ACCREDIA ( www.accredia.it).
Le linee guida sulle modalità di conduzioni delle Verifiche ispettive/audit sono
riportate nella ISO 19011.




11/10/2012                              Riccardo Lega                                      59
Tema 1.1.3 – significato di
valutazione, riesame, autovalutazione
2) Il Riesame/assessment del sistema

• Esse sono valutazioni regolari e sistematiche
  dell’appropriatezza, adeguatezza, efficacia ed efficienza
  del sistema di gestione aziendale rispetto alla politica
  e agli obiettivi per la Qualità, fissati dal vertice
  Aziendale.
• Esse devono essere svolta periodicamente dall’alta
  direzione e possono comprendere la valutazione
  dell’esigenza di adattare politica ed obiettivi al variare
  delle esigenze/aspettative delle parti interessate.


11/10/2012                Riccardo Lega                   60
Tema 1.1.3 – significato di
valutazione, riesame, autovalutazione
       Da tali riesami può scaturire anche l’esigenza di eventuali azioni
       correttive e/o preventive
       I rapporti delle verifiche ispettive sono utilizzati come fonti di
       informazione per tali riesami.




11/10/2012                              Riccardo Lega                       61
Tema 1.1.3 – significato di
valutazione, riesame, autovalutazione
Esempio di un Verbale di Riesame della Direzione

   Azienda XXX Srl

     VERBALE DI RIESAME DELLA DIREZIONE

     15 Dicembre 2011

    In base ai dati emersi dai verbali delle verifiche ispettive interne, effettuate nel corso dell’anno
    risulta che tutti i 4 obiettivi prefissati nella Politica dell’anno scorso stati raggiunti .
    Dalla loro analisi risulta però che esiste anche un persistente problema di cattiva gestione delle
    scorte di prodotto finito, per cui i tempi di consegna ai clienti sono troppo lunghi, malgrado la
    riduzione di 2 ore dei tempi di produzione.
    L’azione da intraprendere pertanto, per la sua risoluzione, è quella di acquistare un software per la
    programmazione della produzione, il cui costo è da introdurre sul budget dell’anno prossimo.

    La politica della Qualità pertanto va modificata con l’aggiunta di un nuovo obiettivo:
    5- Riduzione dei tempi di consegna dei prodotti ai clienti del 15%




11/10/2012                                    Riccardo Lega                                           62
Tema 1.1.3 – significato di
valutazione, riesame, autovalutazione
3) Le Autovalutazioni

• Esse consistono in un riesame complessivo e sistematico
  delle attività e dei risultati ottenuti dall’organizzazione
  nell’applicazione di un sistema di gestione per la qualità, a
  fronte di alcuni modelli prefissati da Organismi
  internazionali e nazionali.

• Lo scopo principale pertanto della autovalutazione è quello di
  incrementare il livello di Qualità di un’Azienda, puntando
  verso l’ Eccellenza, chiamata genericamente TQM (Total
  Qualità Management).


11/10/2012                  Riccardo Lega                     63
Tema 1.1.3 – significato di
valutazione, riesame, autovalutazione
  L’autovalutazione permette di ottenere un quadro complessivo delle prestazioni di
  una organizzazione e del grado di maturazione del sistema di qualità introdotto.
  Ognuno dei Modelli di Eccellenza infatti stabilisce dei parametri oggettivi con cui
  misurasi, per ciascuna area aziendale, in modo da potersi confrontare con Aziende
  analoghe.
  Tali attività nacque inizialmente dalla esigenza di confrontarsi con i principali
  concorrenti, allo scopo di potersi collocare in posizione di leadership sul
  mercato, per la specifica gamma di prodotti/servizi erogati.




11/10/2012                            Riccardo Lega                                64
Tema 1.1.3 – significato di
valutazione, riesame, autovalutazione
 Oggi tale metodologia di autovalutazione può aiutare:
• sia ad individuare aree organizzative che richiedono
   miglioramenti, con relative priorità di intervento,
• sia a partecipare a riconoscimenti ufficiali di eccellenza, quali il
   DEMING PRIZE in Giappone, il MALCOM BALDRIDGE negli Stati
   Uniti, l’ EQA (European Qualità Award), in Europa, il PQI ( Premio
   Qualità Italia) in Italia, etc




11/10/2012                      Riccardo Lega                            65
Argomento 1.1.4.1: Definizioni fondamentali di una
                  organizzazione aziendale :
organizzazione, management, leadership, mission, vision, politi
                   ca, pianificazione, piani

   Si definisce Organizzazione :

    l’insieme di persone e di mezzi, con definite
   responsabilità, autorità ed interrelazioni, quali
   Società, Raggruppamenti di
   Società, Aziende, Imprese, Istituzioni, Organismi
   umanitari, Concessionari, Associazioni o loro parti o
   combinazioni di esse.
   Esse possono essere pubbliche o private.


11/10/2012                    Riccardo Lega                   66
Argomento 1.1.4.1: Definizioni fondamentali di una
              organizzazione aziendale :
organizzazione, management, leadership, mission, visi
           on, politica, pianificazione, piani
• Si definisce Management di una organizzazione :

• la persona o il gruppo di persone che hanno l’autorità e la
  responsabilità per governare e controllare l’organizzazione stessa.
• Essi        svolgono        essenzialmente          compiti         di
  pianificazione, organizzazione, gestione delle risorse umane, delle
  risorse       materiali      e     di        quelle      economico-
  finanziarie, supervisionando le varie attività ed i vari progetti
  dell’organizzazione.
• Non è detto però che essi abbiano anche la capacità di guardare
  fuori della propria unità organizzativa, osservando gli altri, e
  influenzando ben oltre la propria stretta sfera di
  competenza, infondendo coraggio e sviluppando al massimo le
  professionalità delle persone, come invece sanno fare i leader.

11/10/2012                      Riccardo Lega                         67
Tema 1.1.4 – Elementi base di
                 gestione aziendale
• Si definisce infatti Leadership di una organizzazione
•    la capacità di una persona o di un gruppo di persone di
    influenzare, orientare, guidare le attività individuali e di gruppo verso la
    definizione di obiettivi ed il loro conseguimento.

•   Essi hanno la capacità di stabilire unità di intenti e di indirizzo dell’organizzazione
    stessa, creando e mantenendo un ambiente interno che coinvolga pienamente il
    personale nel perseguimento degli obiettivi prefissati.

•   I leader pertanto gestiscono non solo le risorse materiali di un’organizzazione ma
    anche quelle immateriali, come i valori, le motivazioni, e le aspirazioni degli
    individui, riuscendo anche a conciliare esigenze contrapposte, in quanto hanno la
    capacità di guardare ben oltre il business immediato.

•   Essi sono di conseguenza naturalmente portati all’innovazione, in quanto sono
    disposti a mettere in discussione il modo usuale di lavorare, senza creare
    conflittualità.

11/10/2012                               Riccardo Lega                                    68
Tema 1.1.4 – Elementi base di
                 gestione aziendale
• Si definisce Mission di una organizzazione :
  la sua vocazione, il perché della sua esistenza, che in genere viene
  espresso nel suo Statuto Sociale.
• Esempio:
• La mission della nostra Azienda e quelle di diventare leader europea nel
  settore degli elettrodomestici ad elevata automazione, mercato destinato
  ad ampliarsi sempre di più nell’ambito della Comunità europea, nei
  prossimi anni.




11/10/2012                       Riccardo Lega                           69
Tema 1.1.4 – Elementi base di
                 gestione aziendale
•   Si definisce Vision di una organizzazione :
    il punto di arrivo a cui essa tende nel tempo, che in genere viene espresso nel piano
    quinquennale o nel piano industriale di una Azienda.
    Esempio:
•   La nostra Azienda ha deciso di diventare leader europeo nel settore degli
    Elettrodomestici, attraverso un continuo adeguamento dei propri prodotti alle più
    innovative tecnologie, che si rendono via via disponibili sul mercato, in modo da elevare
    sempre più il loro livello di automazione.
•   A tale scopo essa destina una significativa percentuale del proprio fatturato ad un’ attività
    continua di ricerca e sviluppo e alla formazione permanente del personale dedicato a tale
    attività.




11/10/2012                                 Riccardo Lega                                       70
Tema 1.1.4 – Elementi base di
                 gestione aziendale
• Si definisce Politica di una organizzazione :
• l’insieme di obiettivi ed indirizzi generali, espressi
  periodicamente, in modo formale, dal management, in
    genere annualmente.




11/10/2012                Riccardo Lega               71
Tema 1.1.4 – Elementi base di
                 gestione aziendale
• Esempio :
• La ns Azienda, produttrice di elettrodomestici ad elevata
  automazione, destinati per ora prevalentemente al
  mercato nazionale, ha deciso che nel prossimo anno
  vuole incrementare la quota di esportazione dei propri
  prodotti sul mercato europeo, attraverso il
  miglioramento della qualità dei propri prodotti e
  servizi, in termini di funzionalità, affidabilità, tempi di
  consegna ai clienti



11/10/2012                 Riccardo Lega                   72
Tema 1.1.4 – Elementi base di
                 gestione aziendale
• Si definisce Pianificazione di una organizzazione :
• il processo di definizione delle attività e delle risorse necessarie a
  conseguire gli obiettivi prefissati nella Politica.
• Esempio :
•   Allo scopo di realizzare la Politica sopra enunciata la ns Azienda ha deciso di
    pianificare i seguenti 4 obiettivi :
•   1-riduzione di 5 punti percentuali dei resi dei clienti e degli interventi in
    garanzia, attraverso un investimento di 10.000, 00 Euro
•   2-riduzione del 5% dei costi della non qualità in produzione, legati a scarti e
    rilavorazioni, attraverso un investimento di .30.000,00 Euro
•   3-riduzione dei tempi di flusso in produzione di 2 ore, attraverso un investimento
    di 20.000,00 Euro
•   4-aumento della competenza del personale, attraverso corsi di Formazione che
    coinvolgano il 90% di tutti gli addetti, attraverso un investimento di 15.000,00
    Euro
11/10/2012                             Riccardo Lega                                 73
Tema 1.1.4 – Elementi base di
                 gestione aziendale
• Si definiscono Piani di una organizzazione

• i documenti che dettagliano attività, tempi e
    risorse assegnate ad uno specifico obiettivo
    operativo, quale un contratto, un progetto, un nuovo
    prodotto, un singolo obiettivo della propria
    politica, etc.
• Esempio :

11/10/2012                Riccardo Lega                74
Tema 1.1.4 – Elementi base di
                 gestione aziendale




11/10/2012               Riccardo Lega       75
Sez 1.2 – Sviluppo dei concetti e degli approcci sopra
                        enunciati
  Tema 1.2.1: lo sviluppo degli approcci dei sistemi di
                 gestione della qualità
     Argomento 1.2.1.1: gli elementi che governano lo sviluppo degli
      approcci della qualità in funzione del mercato ( domanda,
      offerta, etc)
     Lo sviluppo dei diversi approcci dei sistemi di gestione per la
      qualità di pende ovviamente anche dalle caratteristiche dei
      prodotti e del mercato in cui l’organizzazione stessa si trova ad
      operare ed in particolare dai rapporti contrattuali stabiliti con i
      clienti, e non solo dalle capacità organizzative aziendali




11/10/2012                       Riccardo Lega                         76
Sez 1.2 – Sviluppo dei concetti e degli
       approcci sopra enunciati

• In particolare nel caso di un mercato “business to
  business” (B2B) , in cui cioè il prodotto viene sviluppato
  su specifica commessa del cliente, come quello dei beni
  durevoli (es aerei, opere civili, impiantistica, etc)
  l’approccio Quality Assurance risulta più adatto, in
  quanto risulta difficile trovare dei parametri standard su
  cui ottimizzare tutta la produzione, trovandosi ad
  operare su prodotti, spesso ancora in fase “ prototipale”.


11/10/2012                Riccardo Lega                   77
Sez 1.2 – Sviluppo dei concetti e degli
       approcci sopra enunciati

• Nel caso invece di un mercato “ business to
  consumer” (B2C), cioè di beni di largo consumo
  (es dispositivi elettronici, generi alimentari, etc) si
  può usare più agevolmente un approccio TQM (Total
  Qualità Management), in quanto risulta più facile
  trovare dei parametri standard su cui ottimizzare
  tutta la produzione, trovandosi ad operare su
  prodotti ormai “ maturi “ e “ consolidati”.


11/10/2012               Riccardo Lega                 78
Tema 1.2.4: La famiglia delle norme UNI EN ISO 9000:
   2000/08: il Quality management (Gestione della Qualità)

  Argomento 1.2.4.1: scopo e contenuti delle norme UNI EN
                      ISO 9000:2000/08


• In previsione dell’anno 2000 l’organismo internazionale ISO annuncia un
  grosso progetto di riformulazione delle Norme ISO 9000, chiamato
  progetto Vision 2000, che apporta un’altro significativo cambiamento
  nei requisiti minimi richiesti ad una organizzazione, affinché abbia la
  capacità di realizzare prodotti di qualità.

• Nelle vecchia famiglia delle ISO 9000 del 1994 cioè si era puntato sulla
  esigenze di avere molte procedure documentate che descrivessero le
  modalità di controllo della sequenza dei processi organizzativi
  aziendali, con relative registrazioni dei dati relativi alle attività
  svolte, finalizzate ad avere l’evidenza di una loro esecuzione in maniera
  conforme ai requisiti.

11/10/2012                       Riccardo Lega                           79
Argomento 1.2.4.1: scopo e contenuti delle norme
             UNI EN ISO 9000:2000/08


• Nella nuova famiglia ISO 9000 del 2000, nata dal progetto Vision 2000, e
  ribadite dalle ISO 9000 del 2008

• si rinuncia alla obbligatorietà di avere procedure documentate (salvo 6
  casi particolari, che dopo vedremo)

• e si ribadisce invece l’obbligatorietà di avere le registrazioni dei dati
  relativi alle attività svolte, finalizzate non solo ad una loro verifica di
  conformità ai requisiti, ma anche ad una loro successiva
  rielaborazione, che dimostri la capacità organizzativa di avere sotto
  controllo tali processi.



11/10/2012                        Riccardo Lega                            80
Tema 1.2.4: La famiglia delle norme UNI EN ISO 9000:
   2000/08: il Quality management (Gestione della Qualità)



• In essa viene chiarito inoltre che tale sistema di gestione
  per la qualità è esteso a tutti coloro che lavorano per
  un’organizzazione,       anche      in    modo       indiretto
  (subfornitori), visto l’ampio ricorso all’ outsorcing (detto
  anche comunemente appalto) da parte di molte grosse
  organizzazioni, allo scopo di ridurre i costi fissi, derivanti
  dall’ avere tutti i processi al proprio interno.




11/10/2012                  Riccardo Lega                     81
Argomento 1.2.4.1: scopo e contenuti delle norme
             UNI EN ISO 9000:2000/08



• Pertanto, con l’ultima edizione 2008 ,della famiglia della ISO
  9000 del 2000 si passa da una visione prevalentemente
  burocratica e formale della gestione della qualità, ad una
  visione finalizzata all’efficienza ed efficacia della sequenza dei
  processi aziendali, e cioè alla misurazione delle prestazioni
  organizzative di un’ Azienda.




11/10/2012                    Riccardo Lega                       82
Tema 1.2.5: la Qualita’ Totale ed i Modelli per l’
                      Eccellenza
       Argomento 1.2.5.1: elementi fondamentali

• Il Total Qualità Mangement (TQM) ovvero gestione totale della
  qualità, rappresenta in estrema sintesi l’evoluzione occidentale dei
  concetti del Company Wide Quality Control (CWQC) di origina
  giapponese, applicato, applicata dalla fine degli anni ’80, ad aziende
  , mediamente di grandi dimensioni a impronta industriale e
  manifatturiera, o ad organizzazioni pubbliche o private operanti nel
  settore dei servizi, ed attualmente esteso anche alle piccole e medie
  aziende.
• Esso può essere definito come un modello di governo complessivo di
  un’organizzazione incentrato sulla qualità, basato sulla partecipazione di
  tutti i suoi membri, che mira al successo a lungo termine, ottenuto
  attraverso la soddisfazione del cliente, che comporta benefici per tutti i
  membri dell’organizzazione e per la collettività.


11/10/2012                        Riccardo Lega                           83
Tema 1.2.5: la Qualita’ Totale ed i
        Modelli per l’ Eccellenza
• Esso cioè, a differenza del modello della famiglia ISO
  9000,           punta            all’eccellenza         di
  un’organizzazione, mediante la certificazione numerica
  dei risultati ottenuti in tutti i principali processi
  aziendali, facenti parte del business (es economico-
  finanziario,   sicurezza     dei     lavoratori,  rispetto
  dell’ambiente, etica sociale,etc) e non solo in quelli
  produttivi.
• Malgrado, come sopra detto, esistano diversi modelli di
  riferimento per l’eccellenza aziendale, che vanno tutti
  sotto l’acronimo generico di TQM, i principi di base, con i
  relativi parametri di misurazione, sono i seguenti:

11/10/2012                 Riccardo Lega                   84
Tema 1.2.5: la Qualita’ Totale ed i
        Modelli per l’ Eccellenza
• Orientamento ai risultati
• Questo principio tende a valutare quali risultati sta
  ottenendo l’azienda rispetto ai suoi vari obiettivi
  interni. ( vendite, costi, margini e risultati
  operativi, attività e passività, capitale circolante, debiti
  a breve/lungo termine, cash-flow, investimenti, facilità
  di accesso al credito, tempi di rotazione del
  magazzino, quote di mercato, tempi di sviluppo di
  nuovi prodotti, tempi di evasione degli
  ordini, indicatori di difettosità dei prodotti, tempi di
  risoluzione dei reclami,etc)

11/10/2012                  Riccardo Lega                        85
Tema 1.2.5: la Qualita’ Totale ed i Modelli
                  per l’ Eccellenza
    Centralità del cliente: Questo principio tende a valutare
    quali risultati sta avendo l’azienda nei confronti dei clienti:

   •immagine dell’impresa                                 •grado di innovazione
   •grado di accessibilità ai prodotti e                  •Prezzo
   servizi                                                •Affidabilità
   •livello di comunicazione                              •completezza della documentazione
   •flessibilità e capacità di anticipo delle             commerciale e tecnica
   esigenze del mercato                                   • capacità di gestione dei reclami
   •livello di conformità alle specifiche                 •fedeltà dei clienti
   •capacità        del      sistema       di             •profilo ecologico
   distribuzione, consegna ed assistenza
   post-vendita




11/10/2012                                Riccardo Lega                                  86
Tema 1.2.5: la Qualita’ Totale ed i
        Modelli per l’ Eccellenza
• Leadership e coerenza di obiettivi : Questo principio tende a
  valutare la capacità di guida della direzione aziendale.

• La direzione è infatti la prima responsabile della scelte delle
  risorse (umane e tecnologiche) e dell’opera di
  indirizzo, sostegno e guida nel raggiungere gli obiettivi
  stabiliti ed il miglioramento continuo dell’organizzazione.

• La sua azione deve essere tale da creare valori ed aspettative
  di alto livello in tutta l’azienda.



11/10/2012                   Riccardo Lega                     87
Tema 1.2.5: la Qualita’ Totale ed i
        Modelli per l’ Eccellenza

• Ottenere la            soddisfazione del cliente e
  contemporaneamente raggiungere i propri obiettivi
  aziendali, richiede :
• una capacità di “guardare lontano”, con obiettivi
  prestigiosi e piani a lungo termine, che riescano a
  coinvolgere e far partecipare attivamente tutti i “clienti”
  interni ed esterni dei propri processi (es i clienti diretti
  utilizzatori dei suoi prodotti e servizi, la proprietà
  dell’azienda, il personale che vi opera, i fornitori, e tutti
  coloro che sono coinvolti in essa ) .

11/10/2012                  Riccardo Lega                    88
Tema 1.2.5: la Qualita’ Totale ed i
        Modelli per l’ Eccellenza
• Gestione Aziendale in termini di processi e sistemi
• Questo principio tende a far considerare l’azienda come un insieme di
  processi collegati fra di loro in un unico sistema.

• La gestione dei singoli processi, infatti, permette una gestione ottimale
  delle risorse , da essi singolarmente utilizzati.

• Risorse inadatte o difettose possono rovinare infatti un sistema ben
  pensato e costruito per tutti i rimanenti aspetti

• La loro visione in un sistema integrato di processi, d’altro canto, permette
  una visione complessiva delle loro interazioni, allo scopo di valutare
  l’efficienza e l’efficacia complessiva del sistema organizzativo
  aziendale, rispetto agli obiettivi prefissati.


11/10/2012                        Riccardo Lega                             89
Tema 1.2.5: la Qualita’ Totale ed i
        Modelli per l’ Eccellenza
• Coinvolgimento e sviluppo delle persone
• Questo principio permette di valorizzare compiutamente il
  potenziale del personale, grazie ad un insieme di valori condiviso, e
  ad una cultura basata sulla fiducia e sulle responsabilizzazione.
• La qualità di un prodotto/servizio dipende infatti in larga misura
  dalle capacità del personale coinvolto, nel senso più ampio dalle
  sue capacità culturali e comportamentali, e non solo tecniche e
  professionali.
• E’ necessario pertanto che l’azienda curi particolarmente l’ambiente
  di lavoro, inteso non solo come disponibilità di mezzi necessari, ma
  anche come grado di conforto e di sviluppo ergonomico, nonché
  come clima dei rapporti di lavoro con i colleghi e con i superiori (
  spirito di collaborazione,etc)


11/10/2012                     Riccardo Lega                         90
Tema 1.2.5: la Qualita’ Totale ed i
        Modelli per l’ Eccellenza
• Apprendimento, innovazione e miglioramento continuo

•   Questo principio si fonda sulla capacità di avere una mentalità aperta e orientata
    al miglioramento in tutte le azioni ed attività da parte di tutti i livelli aziendali.
•   Esso è guidato dal management                    che deve comunicare scopi ed
    obiettivi, promuovere un ambiente di lavoro aperto, il lavoro in team, il rispetto
    delle persone e delle professionalità, incoraggiando inventiva ed innovazione a
    tutti i livelli.
•   Queste condizioni favorevoli devono però essere incanalate in piani di
    miglioramento, coerenti con gli obiettivi aziendali, e con il coinvolgimento di tutte
    le funzioni interessate, nonché, se necessario, con il contributo di fornitori e
    clienti.
•   I risultati ottenuti da tali piani devono essere misurati periodicamente rispetto ai
    risultati pianificati, allo scopo di porre in essere tempestivamente eventuali azioni
    correttive/preventive, che si rendessero necessarie.

11/10/2012                              Riccardo Lega                                   91
Tema 1.2.5: la Qualita’ Totale ed i
        Modelli per l’ Eccellenza
• Sviluppo delle partnership
•   Questo principio permette all’organizzazione di lavorare con maggiore efficacia, in
    quanto i rapporti di collaborazione con i partner tendono ad aumentare la
    soddisfazione di tutte le parti interessate, che non si sentono esclusi.
•   Tale atteggiamento collaborativo deve essere tenuto non solo con i fornitori, ma
    anche con i clienti e con tutta la società, in generale, allo scopo di ottenere mutuo
    beneficio.
• Responsabilità sociale
•   Questo principio consente all’azienda e ai suoi dipendenti di adottare un codice
    morale di comportamento, sforzandosi di andare al di là della pura normativa e
    degli adempimenti di legge.
•    In particolare occorre valutare quali risultati sta ottenendo l’impresa in
    termini, per esempio, di riduzione e prevenzione dell’inquinamento acustico, di
    quello atmosferico, degli scarichi, di quanto fatto per prevenire malattie ed
    infortuni sul lavoro , etc .
•   La    valutazione      può   riguardare     anche     l’impegno attivo         presso
    comunità, associazioni assistenziali, scuole, volontariato, ed il punto di vista della
    comunità sull’azienda, come ricavato da indagini, questionari, o strumenti
    analoghi.
11/10/2012                              Riccardo Lega                                   92
Sez 1.3 – Gli altri sistemi di gestione:
               ambiente, sicurezza, etica
           Tema 1. 3.1 :I sistemi di gestione
   ambientale, sicurezza e della responsabilità sociale




11/10/2012                Riccardo Lega                   93
Sez 1.3 – Gli altri sistemi di gestione: ambiente, sicurezza, etica
Tema 1. 3.1 :I sistemi di gestione ambientale, sicurezza e della
                        responsabilità sociale

• Argomento 1.3.1.1: Scopo di un sistema di gestione ambientale ( UNI
  EN ISO 14001:2004)

•  In un scenario caratterizzato da una crescente integrazione del mercato
  globale, il concetto di Qualità si è esteso anche alla capacità delle Aziende
  di gestire in maniera ottimale le risorse esterne, ed in particolare quelle
  ambientali, visto il loro progressivo esaurimento, e pertanto costrette a
  pianificare il proprio futuro in un’ottica più lungimirante di quella attuale.
• In tal modo l’analisi e la riduzione dei rischi di inquinamento
  ambientale, con l’abbattimento dei relativi fattori, può divenire una
  ulteriore chiave di successo delle Aziende che vogliono restare
  competitive sul mercato internazionale, diventando, di fatto, un ulteriore
  indicatore di qualità Aziendale, con la possibilità anche, in caso di una loro
  oculata gestione, di ottenere un ulteriore abbattimento dei costi
  produttivi.


11/10/2012                         Riccardo Lega                              94
Argomento 1.3.1.1: Scopo di un sistema di gestione
      ambientale ( UNI EN ISO 14001:2004)
    Scopo pertanto di un sistema di gestione ambientale è quello di consentire ad
    un’organizzazione di sviluppare ed attuare una politica e degli obiettivi che
    tengano conto sia delle prescrizioni legali che di altre prescrizioni che la stessa
    organizzazione sottoscrive riguardo i propri aspetti ambientali significativi.
    Per aspetti ambientali si intende l’insieme degli elementi delle attività o
    prodotti/servizi di una organizzazione che possono interagire con l’ambiente .




11/10/2012                               Riccardo Lega                                    95
Argomento 1.3.1.1: Scopo di un sistema di gestione
                ambientale ( UNI EN ISO 14001:2004)

• Per ambiente si intende il contesto nel quale
  un’organizzazione opera:
• aria
• acqua
• terreno
• flora
• fauna
• esseri umani
• risorse naturali
• e loro interrelazioni.
11/10/2012                    Riccardo Lega                   96
Argomento 1.3.1.1: Scopo di un sistema di gestione
       ambientale ( UNI EN ISO 14001:2004)




11/10/2012             Riccardo Lega              97
Argomento 1.3.1.1: Scopo di un sistema di gestione
       ambientale ( UNI EN ISO 14001:2004)
• Per impatto ambientale si intende l’entità delle modifiche
  all’ambiente provocate da un’organizzazione; esse possono
  essere sia negative che positive.
• Il grado di significatività deve essere valutato sia in
  condizioni operative normali che anomale, sia in condizioni
  di avviamento che di fermata degli impianti, nonché in
  condizioni di emergenza, qualora sia elevata o la probabilità
  che essa avvenga, o la magnitudine del suo impatto.
• Gli impatti ambientali non sono solo quelli direttamente
  causati dall’organizzazione ma anche quelli indiretti, cioè
  causati indirettamente, cioè all’esterno della propria
  organizzazione, mediante la scelta di
  materiali, attrezzature, etc, che vengono approvvigionati
  dai propri fornitori e subfornitori.
11/10/2012                  Riccardo Lega                    98
Argomento 1.3.1.1: Scopo di un sistema di gestione
       ambientale ( UNI EN ISO 14001:2004
• Scopo della norma internazionale UNI EN ISO 14001:2004 è quello
  di specificare i requisiti di un sistema di gestione ambientale, che
  consentano ad una organizzazione di sviluppare ed attuare una
  politica e degli obiettivi, tesi alla riduzione degli impatti ambientali
  negativi,                derivanti                 dai              propri
  processi, prassi, tecnologie, materiali, prodotti, servizi, fonti di
  energia.
• Tale sistema dovrà tenere conto,ovviamente delle prescrizioni legali
  e delle altre prescrizioni che l’organizzazione stessa ha sottoscritto.
• Essa      tende     prevalentemente          ad     Azioni     Preventive
  dell’inquinamento, come la riduzione o l’eliminazione della loro
  fonte, mediante modifiche di processo, prodotto o servizio, l’uso
  efficiente delle risorse, la sostituzione di materiali o fonti di
  energia, il loro riutilizzo, il recupero, il riciclaggio, la bonifica ed il
  trattamento.


11/10/2012                        Riccardo Lega                            99
Argomento 1.3.1.1: Scopo di un sistema di gestione
               ambientale ( UNI EN ISO 14001:2004 )

• Nella ultima ed attuale edizione della Norma viene chiarito che tale
  sistema è esteso a tutti coloro che lavorano per
  un’organizzazione, anche in modo indiretto (subfornitori), laddove
  è possibile .
• Un’organizzazione che decide di adottare un sistema di gestione
  ambientale secondo la Norma ISO 14001:2004 può farselo
  certificare da un Ente Accreditato, così come avviene per la
  Qualità.
• La Comunità Europea, come ha noto, si è data delle regole più
  severe, per quanto riguarda la gestione degli aspetti ambientali di
  un’organizzazione, emettendo un Regolamento Comunitario
  EMAS, arrivato alla seconda edizione.
• Esso in aggiunta alla Certificazione ISO 14001:2004, da parte di un
  Organismo accreditato richiede obbligatoriamente, fra l’altro, i
  seguenti requisiti addizionali :

11/10/2012                     Riccardo Lega                       100
Argomento 1.3.1.1: Scopo di un sistema di gestione
       ambientale ( UNI EN ISO 14001:2004)
• Stesura del Documento di Analisi Ambientale Iniziale che
  copre i seguenti punti
• prescrizioni legislative, regolamentari che l’organizzazione
  è tenuta a rispettare
• Identificazione      e      registrazione   degli     aspetti
  ambientali, valutati significativi
• Descrizione dei criteri adottati per la valutazione di tali
  aspetti, in riferimento ai criteri EMAS
• Analisi di tutte le migliori tecnologie e metodologie in
  materia di ambiente esistenti sul mercato
• Valutazione degli insegnamenti tratti dall’analisi di
  eventuali incidenti precedenti, attuali e potenziali.


11/10/2012                  Riccardo Lega                    101
Argomento 1.3.1.1: Scopo di un sistema di gestione
               ambientale ( UNI EN ISO 14001:2004

• Stesura del Documento di Dichiarazione Ambientale che copre i seguenti
  punti :
• Un sommario di tutte le attività svolte, i suoi prodotti e i suoi
  servizi, nonché eventuali interrelazioni con una organizzazione madre
• La politica ambientale con relativo sistema di gestione
• Un elenco di tutti gli aspetti ambientali significativi diretti ed
  indiretti, con relativi impatti
• Una descrizione degli obiettivi e traguardi ambientali, relativi a tali
  impatti.
• Un sommario delle prestazioni ambientali raggiunte dall’organizzazione
  rispetto ai suoi obiettivi e traguardi.
• Un sommario delle prestazioni ambientali raggiunte rispetto alle
  disposizioni di legge, applicabili al suo settore.
• Nome e numero di accreditamento del verificatore ambientale che ha
  certificato quanto sopra, con relativa data di convalida.


11/10/2012                      Riccardo Lega                         102
Argomento 1.3.1.1: Scopo di un sistema di gestione
               ambientale ( UNI EN ISO 14001:2004)


• Solo dopo il superamento di tali requisiti addizionali il
  sito può essere registrato EMAS , in un apposito elenco
  gestito in Italia dalla ISPRA, (ex APAT: Agenzia
  Nazionale Ambiente e Territorio) , che ha le sue
  diramazioni nelle varie regioni attraverso le ARPA
  (Agenzie Regionali Ambiente e Territorio) , le quali, per
  ora svolgono solo compiti ispettivi e di laboratorio, per
  il rispetto dei requisiti legali, e non per la registrazione
  EMAS.



11/10/2012                    Riccardo Lega                   103
Argomento 1.3.1.2: Scopo di un sistema di gestione
        della sicurezza (OHSAS 18001: 2007)
L’allargamento del concetto di Qualità anche alla risorse esterne aziendali ha di
fatto innescato un processo virtuoso di maggiore attenzione anche verso le risorse
interne, in un’ottica più lungimirante, e cioè non solo verso gli aspetti direttamente
produttivi, ma anche quelli indiretti, quali la salute ed il benessere dei lavoratori.




11/10/2012                              Riccardo Lega                                    104
Argomento 1.3.1.2: Scopo di un sistema di gestione della
                 sicurezza (OHSAS 18001: 2007)


• In tal modo l’analisi e la riduzione dei rischi di infortuni ed
  incidenti sul lavoro, con l’abbattimento dei relativi fattori, può
  divenire una ulteriore chiave di successo delle Aziende che
  vogliono        restare       competitive         sul        mercato
  internazionale, diventando, di fatto, un ulteriore indicatore di
  qualità Aziendale, con la possibilità anche, in caso di una loro
  oculata gestione, di ottenere un ulteriore abbattimento dei costi
  produttivi.
• Scopo pertanto di un sistema di gestione della sicurezza e della
  salute negli ambienti di lavoro è quello di consentire ad
  un’organizzazione di sviluppare ed attuare una politica e degli
  obiettivi che tengano conto sia delle prescrizioni legali che di altre
  prescrizioni che la stessa organizzazione sottoscrive riguardo i
  propri aspetti relativi alla salute a alla sicurezza sui luoghi di
  lavoro.

11/10/2012                      Riccardo Lega                        105
Argomento 1.3.1.2: Scopo di un sistema di gestione della
                 sicurezza (OHSAS 18001: 2007)



• Scopo della norma internazionale OHSAS 18001:07 è
  quello di specificare i requisiti di un sistema di
  gestione dei rischi circa la salute e la sicurezza dei
  propri lavoratori, che consentano ad una
  organizzazione di sviluppare ed attuare una politica e
  degli obiettivi, tesi alla riduzione di tali
  rischi,          derivanti         dai            propri
  processi, prassi, tecnologie, materiali, prodotti, serviz
  i, e soprattutto al miglioramento continuo delle
  proprie prestazioni.
11/10/2012                   Riccardo Lega                      106
Argomento 1.3.1.2: Scopo di un sistema di gestione
        della sicurezza (OHSAS 18001: 2007)

• Tale sistema dovrà tenere conto,ovviamente delle prescrizioni legali e delle
  altre prescrizioni che l’organizzazione stessa ha sottoscritto.

• Esso tende prevalentemente ad Azioni Preventive , come la riduzione o
  l’eliminazione della loro fonte, mediante modifiche di processo, prodotto
  o servizio, o, qualora non possibile, mediante l’uso di dispostivi di
  protezione sia delle attrezzature, fonti di rischio, che del personale
  coinvolto nel loro utilizzo.




11/10/2012                         Riccardo Lega                           107
Argomento 1.3.1.2: Scopo di un sistema di
  gestione della sicurezza (OHSAS 18001: 2007)


• Un’organizzazione che decide di adottare un
  sistema di gestione della sicurezza e della
  salute dei lavoratori (OHSAS) secondo la
  Norma OHSAS 18001:07 può farselo
  certificare da un Ente Terzo Accreditato, così
  come avviene per la Qualità.



11/10/2012            Riccardo Lega            108
Argomento 1.3.1.3 : Scopo di un sistema di gestione
      della responsabilità sociale (SA 8000: 2001)

• I benefici ottenuti dal progressivo allargamento del
  concetto di Qualità, esteso anche alle risorse esterne e al
  benessere e alla salute dei lavoratori ha di fatto indotto le
  Aziende a guardare in maniera sempre più lungimirante al
  proprio futuro, invogliandole al rispetto di tutte quelle leggi
  e normative che tutelano la vita aziendale dei lavoratori,
  nel suo complesso.
• In tal modo il monitoraggio del rispetto di tali leggi è
  divenuto una ulteriore chiave di successo delle Aziende
  che vogliono restare competitive, a lungo, sul mercato
  internazionale, diventando, di fatto, un ulteriore indicatore
  di qualità Aziendale, con la possibilità anche, in caso di una
  loro oculata gestione, di ottenere un ulteriore
  abbattimento dei costi produttivi.

11/10/2012                   Riccardo Lega                     109
Argomento 1.3.1.3 : Scopo di un sistema di gestione
      della responsabilità sociale (SA 8000: 2001)
• Scopo pertanto di un sistema di responsabilità sociale in una Azienda è il
  miglioramento      continuo    dell’ambiente       lavorativo,   attraverso
  comportamenti rispettosi delle persone che vi lavorano, in modo da
  stimolare un loro coinvolgimento sugli obiettivi aziendali.
• Molti di tali comportamenti sono comunque già previsti dalle leggi vigenti
• La norma SA 8000: 2001 stabilisce i requisiti per introdurre un sistema di
  gestione aziendale che tenga sotto controllo tale aspetto aziendale.

• Nella ultima ed attuale edizione della Norma viene chiarito che tale
  sistema è esteso a tutti coloro che lavorano per un’organizzazione, anche
  in modo indiretto (subfornitori)

• L’adozione ed il rispetto di tale Norma da parte da parte di una
  Organizzazione è anch’essa certificabile da un Ente esterno accreditato.
• In Italia è il CISE accreditato dall’ Organismo Americano SAI.
11/10/2012                         Riccardo Lega                           110
Argomento 1.3.1.3 : Scopo di un sistema di gestione
      della responsabilità sociale (SA 8000: 2001)
  I requisiti da rispettare sono nove , e
  riguardano:

        1. Lavoro minorile
        2. Lavoro forzato
        3. Salute e sicurezza dei lavoratori
        4. Libertà di associazione sindacali
        5. Pari opportunità per tutti
        6. Proibizione di violenze fisiche e
           psicologiche
        7. Orario di lavoro fisiologico
        8. Giusta retribuzione
        9. Esistenza di un sistema di gestione
           sistematica




11/10/2012                                  Riccardo Lega   111
Tema 1.3.2 : I sistemi di gestione integrata :suoi vantaggi
       Argomento 1.3.2.1 : significato e valore di un sistema
      integrato: qualità, sicurezza, ambiente, etica, business
• La rapida successione in cui sono nate tali diverse normative sui diversi
  aspetti della Qualità Aziendale ha inizialmente portato le Aziende a
  dotarsi di sistemi di gestione separati, via via che essi venivano resi
  disponibili.
• Successivamente si è notato che essi potevano essere integrati in un unico
  sistema , prendendo come riferimento la norma ISO 9001:2000/08.
• Infatti il sistema di gestione per la Qualità, secondo la norma UNI EN ISO
  9001:2000/08, è quella parte del sistema di gestione di un’organizzazione
  che si propone, con riferimento agli obiettivi per la qualità, di raggiungere
  dei risultati in grado di soddisfare adeguatamente le esigenze/aspettative
  di tutte le parti interessate.
• Ma d’altra parte gli obiettivi per la Qualità sono complementari agli altri
  obiettivi dell’organizzazione quali quelli relativi alla crescita, al
  finanziamento, alla redditività, all’ambiente, alla sicurezza nei luoghi di
  lavoro, all’etica sociale.



11/10/2012                         Riccardo Lega                            112
Tema 1.3.2 : I sistemi di gestione integrata :suoi vantaggi
       Argomento 1.3.2.1 : significato e valore di un sistema
      integrato: qualità, sicurezza, ambiente, etica, business
• Pertanto le varie parti del sistema di gestione di
  un’organizzazione possono essere integrate, assieme al
  sistema di gestione per la qualità, in un unico sistema di
  gestione, utilizzando elementi comuni, quali per esempio la
  gestione della Documentazione, la gestione delle Risorse, la
  gestione dei Processi di misurazione e controllo
  etc., ottenendo un notevole risparmio dei costi di gestione di
  4 sistemi separati
• Ciascuna Norma infatti riporta in Appendice una Tabella di
  correlazione fra i suoi requisiti e quelli della UNI EN ISO
  9001:2000/08, allo scopo di facilitare questo lavoro di
  integrazione.
11/10/2012                    Riccardo Lega                        113
Tema 1.3.2 : I sistemi di gestione integrata :suoi vantaggi
       Argomento 1.3.2.1 : significato e valore di un sistema
      integrato: qualità, sicurezza, ambiente, etica, business

• Questa       integrazione      può      facilitare  la
  pianificazione,            l’attribuzione          di
  risorse, l’individuazione di obiettivi complementari
  e la valutazione dell’efficacia complessiva di
  un’organizzazione, che mette in evidenza i risparmi
  che si possono ottenere mediante una gestione
  integrata nella Qualità della 4 Norme: ISO
  9001:08, ISO 14001:04, OHSAS 18001:07, SA
  8000:01, fonti di costi            occulti, se gestiti
  separatamente.

11/10/2012                    Riccardo Lega                       114
Argomento 1.3.2.1 : significato e valore di un sistema
integrato: qualità, sicurezza, ambiente, etica, business




11/10/2012               Riccardo Lega                115
Tema 1.3.2 : I sistemi di gestione integrata :suoi vantaggi
       Argomento 1.3.2.1 : significato e valore di un sistema
      integrato: qualità, sicurezza, ambiente, etica, business
• Ai fini della Certificazione il sistema di gestione integrata
  dell’organizzazione può in ogni caso essere valutato sia a fronte dei
  requisiti di ciascun sistema di gestione sia, in maniera più
  efficace, di quelli del sistema complessivo.
• Esso inoltre può inoltre essere valutato e certificato sia da diversi
  Organismi indipendenti ed accreditati da ACCREDIA , a fronte di
  requisiti indicati in ciascuna norma internazionale, quali la ISO
  9001, la ISO 14001, la OHSAS 18001, la SA 8000, etc. sia
  direttamente da un solo Organismo, sempre accreditato da
  ACCREDIA, che valuta e certifica tutti i requisiti indicati dalle varie
  Norme.
• Le verifiche ispettive sui vari sistemi di gestione possono essere
  effettuate congiuntamente o in tempi separati..
• Ultimamente sono nate delle Norma, ancora allo stadio
  sperimentale, che permettono anche l’emissione di un’unica
  Certificazione Integrata, come la PAS 99
11/10/2012                      Riccardo Lega                         116
Sez 1.4 – Differenze fra
             normazione, certificazione, accreditamento
                 Tema 1.4.1 : il quadro normativo

• Argomento 1.4.1.1 : significato di norma
  Si definisce Norma un documento, il cui contenuto è stato
  prodotto mediante consenso di più parti interessate, ed è
  stato approvato da un organismo indipendente e
  riconosciuto.
• Essa definisce, per usi comuni e ripetuti, regole, linee
  guida, caratteristiche, relative a determinate attività o ai loro
  risultati, al fine di ottenere il miglior ordine possibile in un
  determinato contesto.




11/10/2012                    Riccardo Lega                      117
Argomento 1.4.1.1 :
              significato di norma
• Essa tende in genere a migliorare l’economicità del sistema
  produttivo, attraverso la definizione ed unificazione di
  processi, prodotti, prestazioni, modalità di controllo,etc,

• Essa tende inoltre a facilitare la comunicazione, per mezzo
  dell’unificazione dei simboli, codici, interfacce.

• Essa tende in sintesi a promuovere comportamenti
  virtuosi, nella salvaguardia degli interessi dei consumatori e
  della collettività in generale.




11/10/2012                  Riccardo Lega                     118
Sez 1.4 – Differenze fra normazione, certificazione,
                               accreditamento
                       Tema 1.4.1 : il quadro normativo
• Argomento 1.4.1.2 : differenza fra norma volontaria e
  norma cogente
•   Le Norme possono essere volontarie, cioè scelte volontariamente dalle
    Organizzazioni ( es ISO 9001, ISO 14001, OHSAS 18001, SA 8000) al fine di
    dimostrare la propria “ Qualità” o cogenti , cioè obbligatorie, come per esempio le
    leggi (es legge 81/08 e s.m.i. , sulla salute e sicurezza dei lavoratori, la legge
    152/06 e s.m.i. sulla protezione dell’ambiente, la marcatura CE sulla sicurezza dei
    prodotti,etc)
•   Esse si possono riferire non solo ai sistemi organizzativi delle organizzazioni, ma
    anche a prodotti/servizi, laboratori di analisi, laboratori di taratura
    strumenti, competenze professionali, etc
•   Mentre per i sistemi di gestione aziendale, si è trovata facilmente
    un’armonizzazione di approccio di tali norme, a livello internazione , nel caso dei
    prodotti ovviamente tale processo è molto più lento, data l’estrema varietà delle
    loro tipologie e l’estrema varietà di norme tecniche vigenti nei diversi paesi a
    fronte degli stessi prodotti.


11/10/2012                             Riccardo Lega                                119
Argomento 1.4.1.2 : differenza fra norma
            volontaria e norma cogente
• Questo processo di armonizzazione delle Norme sui
  prodotti       viene attualmente gestito attraverso una
  procedura di informazione reciproca sulle regole tecniche
  sia a livello UE (unione europea) che a livello internazionale
  WTO (World trade organization), la quale prevede un
  aggiornamento costante e reciproco fra i vari paesi
  membri, ogni volta che viene emessa una nuova regola
  tecnica da uno di essi, attraverso              una apposita
  Commissione.
• Trascorso un periodo concordato e prefissato, per
  accogliere eventuali commenti da parte degli altri paesi
  membri, la regola tecnica diventa obbligatoria per
  tutti, attraverso un’apposita Direttiva emessa dalla
  Commissione.

11/10/2012                  Riccardo Lega                     120
Argomento 1.4.1.2 : differenza fra
    norma volontaria e norma cogente
•   Con l’introduzione di questa nuova procedura ormai i requisiti di diversi prodotti sono stati
    già normati dalle stesse regole, perlomeno a livello europeo, soprattutto per quanto riguarda
    la sicurezza del loro utilizzo (obbligo della marcatura CE )
•   Per esempio :
•   Giocattoli
•   Cosmetici
•   Macchine (ascensori, impianti di trasporto pubblico a fune, etc)
•   Attrezzature a pressione
•   Dispositivi medici
•   Apparecchi elettrici, elettronici e a gas (es Apparecchi di refrigerazione per uso domestico )
•   Prodotti da costruzione
•   Imbarcazioni da diporto
•   Etc

•   Ovviamente, a seconda della sua natura, un prodotto può essere soggetto a diverse requisiti
    di più direttive.

•   Comunque la marcatura CE è l’unica a livello europeo di tipo cogente, e può ovviamente
    coesistere con altri marchi volontari di conformità , rilasciati da vari Enti di Certificazione,
    accreditati da ACCREDIA (es Prodotti agricoli di origine animale e vegetale, privi di OGM
    ( organismi geneticamente modificati ) , etc)
•

11/10/2012                                  Riccardo Lega                                       121
Argomento 1.4.1.2 : differenza fra
     norma volontaria e norma cogente
•    Più semplice è il caso dei Laboratori di Analisi, che sono tutti normati dalla
     Norma Iso 17025:2000.

•    Essa , in aggiunta ai requisiti gestionali , che richiamano l’architettura della
     ISO 9001:2000/08, detta in più i seguenti requisiti tecnici :
1.     Qualificazione del personale
2.    Condizioni ambientali in cui le prove hanno luogo
3.    I metodi di prova e le modalità operative
4.    Gli strumenti di misura
5.    La tracciabilità delle misure
6.    Il campionamento
7.    La gestione dei campioni e dei materiali di prova
8.    L’assicurazione qualità dei risultati
9.    I documenti di presentazione dei risultati


11/10/2012                              Riccardo Lega                                   122
Argomento 1.4.1.3 : gli enti coinvolti nell’ attivita’
                      normativa

• Gli Enti principali coinvolti nell’attività di normazione sono:
A Livello Internazionale
• La ISO (International Standard Organization) fondata nel 1947, con sede a
   Ginevra, è una federazione mondiale a cui aderiscono 130 paesi ed
   emette norme in tutti i settori,
• esclusi quello elettrico ed elettronico, che fanno capo
   all’IEC.(International Electrical Comitee)
• Essa è composta da 172 comitati tecnici, 653 sottocomitati, 1764 gruppi di
   lavoro.
• La pubblicazione come norma internazionale richiede l’approvazione del
   75% degli organismi nazionali di normazione aventi diritto al voto.
• Il comitato tecnico che ha prodotto la ISO 9000 è il TC (Technical
   Comittee)176, mentre quello che ha prodotto la ISO 14000 è il TC
   (Technical Comitee) 207.
11/10/2012                        Riccardo Lega                          123
Argomento 1.4.1.3 : gli enti coinvolti nell’ attivita’
                      normativa

• A Livello Europeo

• Il CEN (Comitè Europèen de Normalisation ) è il suo
  equivalente a livello europeo, e conta attualmente
  18 paesi membri.
• Anche esso si occupa di tutti settori, esclusi quello
  elettrico ed elettronico, che fanno capo al CENELEC
  (Comitè Europèen de Normalisation Electricitè ).


11/10/2012                Riccardo Lega                     124
Argomento 1.4.1.3 : gli enti coinvolti nell’ attivita’
                       normativa
•   A Livello Nazionale

•   La UNI ( Ente Italiano per l’ Unificazione) è il suo equivalente Italiano, costituito
    nel 1921, ed è composto da Enti pubblici, Associazioni, Aziende, Istituti
    tecnici, Istituti economici, etc.
•   Anche essa si occupa di tutti i settori, esclusi quello elettrico ed elettronico, che
    fanno capo alla CEI (Comitato Elettrotecnico ed Elettronico Italiano)

•   Ovviamente :

•   Sia CEN che UNI partecipano ai lavori della ISO, a livello mondiale, nonché alle
    attività degli Enti di Certificazione

•   La stessa cosa vale anche per CENELEC e CEI, che partecipano ai lavori della
    IEC, nel settore elettrico ed elettronico, a livello mondiale, nonchè alle attività
    degli Enti di Certificazione.



11/10/2012                               Riccardo Lega                                      125
Tema 1.4.2 : la Certificazione
    Argomento 1.4.2.1 : significato del termine Certificazione



• Per Certificazione si intende l’attività di verifica della conformità di
  Prodotti, Aziende, Personale alle Normative emesse dagli Enti di
  Normazione.
• Essa viene effettuata da Organismi Accreditati a loro volta, da altri
  organismi Nazionali o Internazionali, a svolgere tale attività.




11/10/2012                          Riccardo Lega                            126
Argomento 1.4.2.2 : significato della
      Certificazione di sistema

• Per Certificazione di Sistema si intende l’attività di
  verifica di Conformità del Sistema Organizzativo
  esaminato con i requisiti richiesti, in genere con
  quelli richiesti dalla Norma UNI EN ISO 9001 .

• Le linee guida per lo svolgimento di tale attività sono
  indicate nella Norma UNI EN ISO 19011


11/10/2012               Riccardo Lega                 127
Argomento 1.4.2.3 : significato della
      Certificazione di prodotto
• Per certificazione di prodotto si intende l’attività di verifica
  di Conformità delle caratteristiche dichiarate o richieste ad
  un prodotto.

• Essa si svolge mediante viste periodiche presso le Aziende
  produttrici, per effettuare prove di Laboratorio sui
  campioni di prodotto, prelevati dalla produzione.

• Esse vengono svolte secondo normative cogenti (esempio:
  marcatura CE ) o volontarie (esempio :esente da OGM
  ), che variano in funzione della tipologia di prodotto in
  esame e da parte di Laboratori accreditati da ACCREDIA
  per effettuare quelle particolari prove e misurazioni.

11/10/2012                   Riccardo Lega                      128
Argomento 1.4.2.4 : significato della
        Certificazione di persone
•   Per Certificazione di persone si intende l’attività di verifica di competenza
    , addestramento, istruzione , etc , del personale abilitato a svolgere particolari
    mansioni, che richiedono una specifica qualificazione da parte di un Organismo
    accreditato da ACCREDIA.
•   Un esempio di Certificazione di persona è quella di Verificatore di sistema:
    Qualità, Ambiente, Sicurezza dei lavoratori, etc, i cui requisiti sono anch’essi
    riportati nella Linea Guida UNI EN ISO 19011
•   I principali Organismi Accreditati, in Italia, per la Certificazione di persone sono
    AICQ-SICEV e CEPAS .
•   La Certificazione EQDL FULL esonera dalla prova scritta per entrare nell’Albo dei
    Valutatori AICQ-SICEV . Chi ha la Certificazione EQDL START può effettuare la
    Certificazione EQDL PLUS per ottenere automaticamente la EQDL FULL.
    Altri esempi di qualificazione e certificazione di persone, ad oggi esistenti, è quello
    del personale addetto alle prove non distruttive (EN 473), nonché di quello
    addetto alle saldatura automatica e completamente meccanizzata di materiale
    metallico (EN 1418), gli addetti alla protezione catodica.
11/10/2012                              Riccardo Lega                                   129
Tema 1.4.3 : l’ Accreditamento
        Argomento 1.4.3.1 : scopo dell’ Accreditamento
    Lo scopo dell’accreditamento è quello di effettuare il riconoscimento formale
    dell’idoneità di un organismo o di un laboratorio a compiere rispettivamente
    attività di Certificazioni o attività di Prove e Misurazioni, nonché di Taratura della
    Strumentazione di misura, da parte di una Organizzazione indipendente e di
    livello Nazionale, a sua volta riconosciuta a livello Internazionale.

        Argomento 1.4.3.2 : Accreditamento dei laboratori e degli organismi di
    Certificazione
    L’Ente in Italia riconosciuto a livello Internazionale per effettuare l’attività di
    Accreditamento degli Organismi di Certificazione ed Ispezione e dei Laboratori di
    Prova e Taratura è ACCREDIA, il quale è nato il 15/07/2008 dalla fusione del
    SINCERT (Sistema Nazionale per l'Accreditamento degli Organismi di Certificazione
    e Ispezione ) del SINAL (Sistema Nazionale per l’accreditamento di Laboratori) e
    del SIT ( Sistema Internazionale di Taratura)

11/10/2012                              Riccardo Lega                                  130
Argomento 1.4.3.2 : Accreditamento dei laboratori e
         degli Organismi di Certificazione


• Nell’ambito della Comunità Europea esiste un Organismo analogo, lo EA
  (European Accreditation) che promuove il mutuo riconoscimento di
  Certificazioni Accreditate da parte di diversi Organismi Nazionali, che
  operano nell’ambito della Comunità Europea (MLA- Multi Lateral
  Agreement ) , senza la necessità di dover ripetere le Verifiche Ispettive
  nei vari Stati Europei.

• A livello Internazionale tale attività viene svolta dallo IAF
   ( International Accreditation Forum)




11/10/2012                          Riccardo Lega                       131
MODULO 1B START



 1 B ) Concetti di base sulla soddisfazione dei
   clienti




11/10/2012             Riccardo Lega              132
MODULO 1 B : la soddisfazione dei
               clienti
    Scopo del presente modulo è che il candidato conosca i
    concetti relativi alla soddisfazione del cliente, le ragioni
    della necessità della valutazione di tale grandezza e le
    principali tecniche in uso per la sua misurazione.




11/10/2012                   Riccardo Lega                    133
Sez. 6.1 – Concetto di soddisfazione del cliente

             Tema 6.1.1- Definizioni e generalità

    Argomento 6.1.1.1 : Concetto di cliente e di sua
    soddisfazione, così come indicato nella Norma ISO
    9000:2000/08

     Secondo la      Norma ISO 9000:2000/08 il cliente è
    l’organizzazione     o      persona     che      riceve   un
    prodotto/servizio.
    La soddisfazione del cliente è la percezione del cliente su
    quanto i suoi requisiti siano stati soddisfatti.
    La UNI 11098 chiarisce che il cliente è l’organizzazione o la
    persona che non solo ha effettuato l’acquisto, ma ha avuto
    anche l’esperienza di acquirente, oltre che di consumatore
    o utente.
11/10/2012                    Riccardo Lega                    134
Argomento 6.1.1.1 : Concetto di cliente e di sua
    soddisfazione, così come indicato nella Norma ISO
                      9000:2000/08




11/10/2012               Riccardo Lega                  135
Argomento 6.1.1.1 : Concetto di Cliente e di sua
    soddisfazione, così come indicato nella Norma ISO
                       9000:2000/08
    La soddisfazione del cliente può pertanto avere tre stati
    base :

• Soddisfatto: Le sue aspettative sono state raggiunte

• Insoddisfatto: Le sue aspettative sono state disattese

• Deliziato/Sorpreso: Le sue aspettative sono state
  superate


11/10/2012                  Riccardo Lega                  136
Argomento 6.1.1.1 : Concetto di Cliente e di sua
    soddisfazione, così come indicato nella Norma ISO
                      9000:2000/08




11/10/2012               Riccardo Lega                  137
Argomento 6.1.1.2 : Concetto di
            cliente esterno ed interno
• Ovviamente nel concetto di cliente sopra definito c’è da includere anche il
  cliente interno, inteso essenzialmente come il personale che opera
  all’interno dell’organizzazione.

• La soddisfazione del personale, sia di contatto col cliente esterno (Front
  Office) sia impegnato nei Processi a monte (Back Office) influenza la
  capacità dell’organizzazione di soddisfare i clienti esterni.

• Il personale che opera in tutti processi a monte è importante per la
  soddisfazione del cliente esterno, perché influisce sulla soddisfazione dei
  reparti a valle.

• Pertanto le indagini sulla soddisfazione del personale interno costituisce
  un forte stimolo per sensibilizzare il personale a migliorare l’orientamento
  ai clienti finali dell’organizzazione.



11/10/2012                        Riccardo Lega                            138
Argomento 6.1.1.2 : Concetto di
            cliente esterno ed interno




11/10/2012            Riccardo Lega        139
Argomento 6.1.1.3 : Concetto di
           cliente diretto ed indiretto
  • Anche nel caso dei clienti esterni bisogna tener conto oltre
    che dei clienti diretti anche dei clienti indiretti costituiti
    dalla catena dei distributori, dei dettaglianti e dei
    consumatori, nel settore dei beni di largo consumo.
  • Oppure                      dalla                      catena
    fabbricante, concessionario, utilizzatore nel settore dei beni
    durevoli.




11/10/2012                   Riccardo Lega                      140
Argomento 6.1.1.4 : Differenza fra “potenziale di un
           cliente” e “cliente potenziale”
    Il potenziale di un cliente indica il suo fabbisogno totale della
    tipologia di prodotti messi a disposizione da
    un’organizzazione, che finora viene coperto anche
    acquistando da uno o più fornitori.
     Il potenziale di un cliente può essere inteso anche come la
    sua capacità di influenzare il comportamento di altri clienti
    (effetto alone).




11/10/2012                     Riccardo Lega                      141
Argomento 6.1.1.4 : Differenza fra “potenziale
     di un cliente” e “cliente potenziale”

     Il cliente potenziale è invece un possibile cliente dei prodotti/servizi di
     un’organizzazione, che attualmente però è cliente di un’organizzazione
     concorrente, o non ha ancora espressa l’esigenza di quel particolare
     prodotto/servizio.




11/10/2012                            Riccardo Lega                                142
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo
Corso eqdl start polo qualita'-completo

Weitere ähnliche Inhalte

Ähnlich wie Corso eqdl start polo qualita'-completo

PMexpo 2019 | Maurizio Monassi, La certificazione del PM Professionista: comp...
PMexpo 2019 | Maurizio Monassi, La certificazione del PM Professionista: comp...PMexpo 2019 | Maurizio Monassi, La certificazione del PM Professionista: comp...
PMexpo 2019 | Maurizio Monassi, La certificazione del PM Professionista: comp...PMexpo
 
PMexpo 2022 | Project management, norma UNI ISO 21502, UNI 11648, qualificazi...
PMexpo 2022 | Project management, norma UNI ISO 21502, UNI 11648, qualificazi...PMexpo 2022 | Project management, norma UNI ISO 21502, UNI 11648, qualificazi...
PMexpo 2022 | Project management, norma UNI ISO 21502, UNI 11648, qualificazi...PMexpo
 
Crediti LEED certificazione materiali da costruzione
Crediti LEED certificazione materiali da costruzioneCrediti LEED certificazione materiali da costruzione
Crediti LEED certificazione materiali da costruzioneMassimo Zilioli
 
Workshop "Professionisti nel Project Management" - Lecce_20140214
Workshop "Professionisti nel Project Management" - Lecce_20140214Workshop "Professionisti nel Project Management" - Lecce_20140214
Workshop "Professionisti nel Project Management" - Lecce_20140214Antonio Caforio
 
La presentazione di Kiwa Cermet: la nuova ISO 9001:2015
La presentazione di Kiwa Cermet: la nuova ISO 9001:2015La presentazione di Kiwa Cermet: la nuova ISO 9001:2015
La presentazione di Kiwa Cermet: la nuova ISO 9001:2015Talea Consulting Srl
 
# NST Brochure (Italian version)
# NST Brochure (Italian version)# NST Brochure (Italian version)
# NST Brochure (Italian version)Enrico Memmo
 
Presentazione ecdl Licei di Belvedere
Presentazione ecdl Licei di BelvederePresentazione ecdl Licei di Belvedere
Presentazione ecdl Licei di BelvedereGiovanni Cirelli
 
Dalle prime applicazioni della nuova UNI EN ISO 14001:2015 alle prossime sfide
Dalle prime applicazioni della nuova UNI EN ISO 14001:2015 alle prossime sfideDalle prime applicazioni della nuova UNI EN ISO 14001:2015 alle prossime sfide
Dalle prime applicazioni della nuova UNI EN ISO 14001:2015 alle prossime sfideUNI - Ente Italiano di Normazione
 
Il programma pilota ETV dell'UE: opportunità, procedure e suo utilizzo per il...
Il programma pilota ETV dell'UE: opportunità, procedure e suo utilizzo per il...Il programma pilota ETV dell'UE: opportunità, procedure e suo utilizzo per il...
Il programma pilota ETV dell'UE: opportunità, procedure e suo utilizzo per il...AREA Science Park
 
Presentazione del progetto CAST
Presentazione del progetto CASTPresentazione del progetto CAST
Presentazione del progetto CASTAdriano De Vita
 
Agile Lean Conference 2016 - Minelle_ Competenze per il project manager (agil...
Agile Lean Conference 2016 - Minelle_ Competenze per il project manager (agil...Agile Lean Conference 2016 - Minelle_ Competenze per il project manager (agil...
Agile Lean Conference 2016 - Minelle_ Competenze per il project manager (agil...Agile Lean Conference
 
La Cabina di Regia UNI “Professioni”: storia, ruolo, vision
La Cabina di Regia UNI “Professioni”:  storia, ruolo, visionLa Cabina di Regia UNI “Professioni”:  storia, ruolo, vision
La Cabina di Regia UNI “Professioni”: storia, ruolo, visionUNI - Ente Italiano di Normazione
 
APMG, IPMA e le Certificazioni in PM - lecce_20140224
APMG, IPMA e le Certificazioni in PM - lecce_20140224APMG, IPMA e le Certificazioni in PM - lecce_20140224
APMG, IPMA e le Certificazioni in PM - lecce_20140224Antonio Caforio
 

Ähnlich wie Corso eqdl start polo qualita'-completo (20)

PMexpo 2019 | Maurizio Monassi, La certificazione del PM Professionista: comp...
PMexpo 2019 | Maurizio Monassi, La certificazione del PM Professionista: comp...PMexpo 2019 | Maurizio Monassi, La certificazione del PM Professionista: comp...
PMexpo 2019 | Maurizio Monassi, La certificazione del PM Professionista: comp...
 
Six Sigma Eliminare la difettosità e garantire il time to market
Six Sigma Eliminare la difettosità e garantire il time to marketSix Sigma Eliminare la difettosità e garantire il time to market
Six Sigma Eliminare la difettosità e garantire il time to market
 
PMexpo 2022 | Project management, norma UNI ISO 21502, UNI 11648, qualificazi...
PMexpo 2022 | Project management, norma UNI ISO 21502, UNI 11648, qualificazi...PMexpo 2022 | Project management, norma UNI ISO 21502, UNI 11648, qualificazi...
PMexpo 2022 | Project management, norma UNI ISO 21502, UNI 11648, qualificazi...
 
Crediti LEED certificazione materiali da costruzione
Crediti LEED certificazione materiali da costruzioneCrediti LEED certificazione materiali da costruzione
Crediti LEED certificazione materiali da costruzione
 
Workshop "Professionisti nel Project Management" - Lecce_20140214
Workshop "Professionisti nel Project Management" - Lecce_20140214Workshop "Professionisti nel Project Management" - Lecce_20140214
Workshop "Professionisti nel Project Management" - Lecce_20140214
 
Bologna 6 marzo 2014 - Andrea Mazzoni
Bologna 6 marzo 2014 - Andrea MazzoniBologna 6 marzo 2014 - Andrea Mazzoni
Bologna 6 marzo 2014 - Andrea Mazzoni
 
La presentazione di Kiwa Cermet: la nuova ISO 9001:2015
La presentazione di Kiwa Cermet: la nuova ISO 9001:2015La presentazione di Kiwa Cermet: la nuova ISO 9001:2015
La presentazione di Kiwa Cermet: la nuova ISO 9001:2015
 
# NST Brochure (Italian version)
# NST Brochure (Italian version)# NST Brochure (Italian version)
# NST Brochure (Italian version)
 
Presentazione ecdl Licei di Belvedere
Presentazione ecdl Licei di BelvederePresentazione ecdl Licei di Belvedere
Presentazione ecdl Licei di Belvedere
 
Dalle prime applicazioni della nuova UNI EN ISO 14001:2015 alle prossime sfide
Dalle prime applicazioni della nuova UNI EN ISO 14001:2015 alle prossime sfideDalle prime applicazioni della nuova UNI EN ISO 14001:2015 alle prossime sfide
Dalle prime applicazioni della nuova UNI EN ISO 14001:2015 alle prossime sfide
 
Corsi Apics
Corsi ApicsCorsi Apics
Corsi Apics
 
Corsi-Apics
Corsi-ApicsCorsi-Apics
Corsi-Apics
 
Il programma pilota ETV dell'UE: opportunità, procedure e suo utilizzo per il...
Il programma pilota ETV dell'UE: opportunità, procedure e suo utilizzo per il...Il programma pilota ETV dell'UE: opportunità, procedure e suo utilizzo per il...
Il programma pilota ETV dell'UE: opportunità, procedure e suo utilizzo per il...
 
Presentazione del progetto CAST
Presentazione del progetto CASTPresentazione del progetto CAST
Presentazione del progetto CAST
 
Agile Lean Conference 2016 - Minelle_ Competenze per il project manager (agil...
Agile Lean Conference 2016 - Minelle_ Competenze per il project manager (agil...Agile Lean Conference 2016 - Minelle_ Competenze per il project manager (agil...
Agile Lean Conference 2016 - Minelle_ Competenze per il project manager (agil...
 
Attestati Master.pdf
Attestati Master.pdfAttestati Master.pdf
Attestati Master.pdf
 
Presentazione advance school set-2012, scuola Leader formazione APICS
Presentazione advance school set-2012, scuola Leader formazione APICSPresentazione advance school set-2012, scuola Leader formazione APICS
Presentazione advance school set-2012, scuola Leader formazione APICS
 
La Cabina di Regia UNI “Professioni”: storia, ruolo, vision
La Cabina di Regia UNI “Professioni”:  storia, ruolo, visionLa Cabina di Regia UNI “Professioni”:  storia, ruolo, vision
La Cabina di Regia UNI “Professioni”: storia, ruolo, vision
 
Cucurachi bari 2018
Cucurachi bari 2018Cucurachi bari 2018
Cucurachi bari 2018
 
APMG, IPMA e le Certificazioni in PM - lecce_20140224
APMG, IPMA e le Certificazioni in PM - lecce_20140224APMG, IPMA e le Certificazioni in PM - lecce_20140224
APMG, IPMA e le Certificazioni in PM - lecce_20140224
 

Corso eqdl start polo qualita'-completo

  • 1. Polo della Qualità di Napoli: Il Laboratorio EQDL per conseguire La Patente Europea della Qualità Un progetto “ ponte” fra Scuola e Nuove professionalità del mondo del Lavoro Riccardo Lega Coordinatore del progetto EQDL c/o il Polo Qualità di Napoli 11/10/2012 Riccardo Lega 1
  • 2. Il Laboratorio EQDL per conseguire La Patente Europea della Qualità Da un protocollo d’intesa fra MIUR e AICQ- . NAZIONALE è scaturito questo progetto formativo destinato a tutti gli Istituti Scolastici Secondari di 2 grado nonché a tutte le Università Nazionali, teso essenzialmente a: 11/10/2012 Riccardo Lega 2
  • 3. Il Laboratorio EQDL per conseguire La Patente Europea della Qualità • Rafforzare il raccordo fra scuola e mondo del lavoro, su tematiche professionali innovative, riguardanti la gestione della qualità organizzativa delle Istituzioni e delle Aziende allo scopo di: 1. ridurre i costi di produzione, pur garantendo il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo , secondo il modello internazionale ISO 9000 2. ridurre l’ inquinamento ambientale, secondo il modello ISO 14000 3. salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori, secondo OHSAS 18000 4. Instaurare un’etica aziendale, secondo il modello internazionale SA 8000 esigenze sempre più avvertite dalle Aziende ed Istituzioni del territorio nazionale, in un momento di grave crisi economica e sociale 11/10/2012 Riccardo Lega 3
  • 4. Il Laboratorio EQDL per conseguire La Patente Europea della Qualità • Aprire ai giovani nuovi sbocchi lavorativi formandoli, già nella Scuola, a innovativi ruoli professionali (Responsabili, Consulenti, Valutatori di Sistemi di gestione della Qualità, dell’ Ambiente, della Sicurezza, dell’ Etica, etc ) sempre più richiesti dai mercati internazionali. 11/10/2012 Riccardo Lega 4
  • 5. Il Laboratorio EQDL per conseguire La Patente Europea della Qualità ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO EQDL organizzato dal Polo della Qualità di Napoli Il progetto EQDL organizzato dal Polo della Qualità di Napoli coinvolgerà progressivamente tutti gli Istituti Scolastici Superiori della Regione Campania. 11/10/2012 Riccardo Lega 5
  • 6. Il Laboratorio EQDL per conseguire La Patente Europea della Qualità Alla fine del Corso gli Esami verranno effettuati c/o un Test Center AICA per la ECDL upgradato anche alla EQDL. A ciascun allievo verrà fornita una SKILL CARD personale, su cui verranno riportati gli esiti di ciascun Esame effettuato 11/10/2012 Riccardo Lega 6
  • 7. Il Laboratorio EQDL per conseguire la Patente Europea della Qualità Solo al superamento di tutti gli Esami, relativi ai vari Moduli, verrà rilasciata un DIPLOMA , chiamato PATENTE EUROPEA DELLA QUALITA’ (EQDL) , che attesta la NUOVA COMPETENZA PROFESSIONALE ACQUISITA, e che viene riconosciuta sia dal mondo del lavoro che da quello scolastico 11/10/2012 Riccardo Lega 7
  • 8. Il Laboratorio EQDL per conseguire La Patente Europea della Qualità Pertanto il programma didattico EQDL del Polo della Qualità di Napoli , che si svolgerà man mano nei vari Laboratori informatici dei vari Istituti , è articolato in due fasi : Fase 1- gestito secondo il Syllabus AICQ – mira a trasferire le conoscenze di base circa le organizzazioni aziendali, secondo gli standard internazionali ISO 9000, attraverso un Corso , suddiviso in diversi Moduli, organizzato secondo un programma didattico standard, chiamato Syllabus Fase 2-gestito dai Test Centerc AICA- mira a certificare in automatico le competenze acquisite , durante i Corsi, attraverso l’ uso di un sistema informatico ( ATLAS) 11/10/2012 Riccardo Lega 8
  • 9. Il Laboratorio EQDL per conseguire la Patente Europea della Qualità La successione temporale sarà la seguente : A) Erogazione ad un primo gruppo di alunni della Scuola Secondaria di Secondo grado del Corso relativo al Syllabus della EQDL START , costituito dai seguenti tre moduli : – Modulo 1 – Concetti di base della qualità e della soddisfazione del clienti – Modulo 2 – Le norma ISO 9001 ed i relativi processi di valutazione di conformità – Modulo 3 – I processi aziendali e il loro miglioramento continuo 11/10/2012 Riccardo Lega 9
  • 10. Il Laboratorio EQDL per conseguire la Patente Europea della Qualità B) Alla fine di ciascun Modulo didattico, verranno somministrati a tutti gli allievi che hanno partecipato al Corso i Test di Certificazione automatica delle capacità acquisite c/o il proprio TEST CENTER AICA C) Solamente quando verranno superati tutti gli Esami di tutti i Moduli verrà rilasciata, on line, la Patente Europea della Qualità a ciascun allievo. 11/10/2012 Riccardo Lega 10
  • 11. ESIGENZA SUL MERCATO DEL LAVORO DI NUOVE PROFESSIONALITA’ COMPETENTI IN TALE NUOVA MATERIA TALE ESIGENZA VIENE COLMATA DAL PROGRAMMA DIDATTICO (SYLLABUS) NECESSARIO PER OTTENERE IL DIPLOMA DI EQDL START (Patente Europea della Qualità) ESSO E’ COSTITUITO DAI SEGUENTI 3 MODULI: MODULO 1 : A) Concetti di base della Qualità B) Concetti di base sulla soddisfazione dei clienti MODULO 2 : A) La Norma di Qualità ISO 9001 B) I Processi di valutazione di conformità alla Norma MODULO 3: A) Analisi dei Principali Processi Aziendali B) Il loro Miglioramento Continuo 11/10/2012 Riccardo Lega 11
  • 12. MODULO 1A START 1 A ) Concetti di base della Qualità 11/10/2012 Riccardo Lega 12
  • 13. Modulo 1A : I concetti ed approcci di base per la gestione della Qualità in una Organizzazione • Scopo del presente modulo è che il candidato comprenda, conosca e sappia identificare, ad un livello generale, i concetti e gli approcci fondamentali alla gestione della qualità in una organizzazione, sia relativamente alla loro evoluzione che all’attuale stato di sviluppo. • In particolare egli dovrà conoscere le definizioni, i concetti, gli approcci (norme, modelli, prassi) attuali più importanti e diffusi nei principali settori delle attività economiche, sociali e politiche. • Il candidato in particolare dovrà conoscere le definizioni fondamentali relative ai modelli di gestione per la qualità, per la sicurezza, l’ambiente, l’etica e le principali normative di riferimento. • Collegata all’area normativa, il candidato dovrà conoscere gli ambiti della certificazione e dell’accreditamento, nonché gli Organismi coinvolti. 11/10/2012 Riccardo Lega 13
  • 14. SCOPO DEL PROGRAMMA EQDL E’ IMPARARE A GESTIRE UN’ ORGANIZZAZIONE AZIENDALE FINALIZZATA AD UNA PRODUZIONE DI QUALITA’ 11/10/2012 Riccardo Lega 14
  • 15. Sez. 1.1 – Concetti generali introduttivi Tema 1.1.1- Il concetto di qualità e sua evoluzione nel tempo Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in funzione delle esigenze del mercato e della società: La definizione di qualità secondo la norma UNI EN ISO 9000:2005 è la seguente: Si definisce qualità il grado in cui un insieme di caratteristiche intrinseche di un prodotto/processo/sistema soddisfa dei requisiti. 11/10/2012 Riccardo Lega 15
  • 16. Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in funzione delle esigenze del mercato e della società: • Si definiscono caratteristiche gli elementi distintivi di un prodotto/processo/sistema di gestione. • Si definiscono intrinseche le caratteristiche permanenti, e non assegnate momentaneamente, come può essere il prezzo di un prodotto/servizio. • Si definiscono requisiti le esigenze o le aspettative espresse o anche implicite, da parte delle parti interessate ad un prodotto/servizio. 11/10/2012 Riccardo Lega 16
  • 17. Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in funzione delle esigenze del mercato e della società Tale concetto ha subito una grossa evoluzione negli anni in funzione delle esigenze economiche del mercato e della società, passando : • da una visione di prodotto puramente artigianale, in cui i requisiti vengono fissati dal produttore • ad una visione di prodotto industriale in cui i requisiti vengono fissati dai clienti, cioè dal mercato 11/10/2012 Riccardo Lega 17
  • 18. DIPENDENZA DEL PRODUTTORE DAI REQUISITI DEL MERCATO 11/10/2012 Riccardo Lega 18
  • 19. Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in funzione delle esigenze del mercato e della società • Per esempio un’auto di media cilindrata, con 4 porte, velocità massima 180 Km/ora, di colore blu, dotata di autoradio ed aria condizionata, è di qualità se tali sono i requisiti desiderati da una larga categoria di clienti. 11/10/2012 Riccardo Lega 19
  • 20. Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in funzione delle esigenze del mercato e della società: Anni ’50-’60 : la Qualità è attribuita esclusivamente al prodotto, e viene intesa come conformità alle specifiche tecniche, definite dal produttore • Essa è percepita come un lusso, in quanto il Cliente è appena uscito dalla seconda Guerra Mondiale, e il suo unico requisito è quello di sopperire alla carenza dei beni da acquistare. • Comincia a nascere la funzione di Collaudo tecnico. • Esempi tipici sono i Controlli tecnici sui prodotti, subito dopo le loro lavorazioni, quali i controlli di velocità, stabilità in strada, rumorosità, etc della auto, eseguiti su apposite piste di Collaudo 11/10/2012 Riccardo Lega 20
  • 21. Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in funzione delle esigenze del mercato e della società: • Anni ’70 : la Qualità viene estesa anche al processo produttivo, in quanto comincia a nascere la concorrenza e l’obiettivo delle Aziende produttrici è esclusivamente quello di ridurre i costi di produzione, per essere competitivi rispetto ai concorrenti. • Questo obiettivo viene generalmente perseguito attraverso la richiesta di una maggiore costanza qualitativa dei prodotti, con conseguente riduzione degli scarti, agendo, a monte, sulla qualità dei processi che li generano 11/10/2012 Riccardo Lega 21
  • 22. DALLA QUALITA’ DEL PRODOTTO A QUELLA DEL PROCESSO PRODUTTIVO 11/10/2012 Riccardo Lega 22
  • 23. Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in funzione delle esigenze del mercato e della società • Esempi tipici sono i controlli di qualità sui macchinari che costituiscono le catene di montaggio, quali saldatrici, imbullonatrici, etc, allo scopo di garantire che i prodotti escano già conformi alle specifiche, durante le lavorazioni , senza dovere aspettare i collaudi finali del prodotto stesso. • Subito dopo nasce il Controllo Statistico di Qualità (SPC) che , attraverso regole statistiche di probabilità, permette di ridurre il numero e la frequenza dei controlli quando il loro esito risulta positivo per diverso tempo. 11/10/2012 Riccardo Lega 23
  • 24. Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in funzione delle esigenze del mercato e della società • Anni ’80: la Qualità comincia a diventare uno strumento strategico di profitto economico per le Aziende, in quanto il cliente può cominciare a scegliere fra prodotti analoghi, ma di qualità diversa, anche se su mercati non ancora globali ma geograficamente separati. • Nasce la funzione Assicurazione di Qualità, che effettua una attività di pianificazione e di monitoraggio continuo della qualità dei prodotti e processi per conto del vertice aziendale, che ne stabilisce le regole ottimali, in funzione anche del profitto economico. • Cioè il concetto di “cliente”si allarga anche al vertice aziendale, per cui la Qualità passa da una funzione tecnica ad una funzione manageriale. 11/10/2012 Riccardo Lega 24
  • 25. Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in funzione delle esigenze del mercato e della società: • Comincia a nascere il concetto di affidabilità nel tempo del prodotto e quindi di “garanzia” • Esempio tipico sono le prove di affidabilità. • Esse sono delle prove simulate di funzionamento continuo, condotte giorno e notte, in Laboratorio, e che permettono di evidenziare in anticipo eventuali anomalie, riscontrabili a distanza di tempo, permettendo di porre in essere delle modifiche migliorative, già prima della loro vendita. 11/10/2012 Riccardo Lega 25
  • 26. Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in funzione delle esigenze del mercato e della società: • Anni ’90 : la Qualità diventa uno strumento di sopravvivenza sul mercato per le Aziende, in quanto la concorrenza delle Aziende si espande dai vari territori geografici alla globalità del pianeta. • Nascono le Norme ISO 9000 che cominciano a regolamentare, a livello internazionale, la Qualità del Sistema di gestione aziendale, nel suo complesso e non solo quella dei processi produttivi e tecnici. • Esempi tipici sono le analisi di qualità condotte anche sui processi amministrativi e gestionali, allo scopo di ridurre i costi e le inerzie complessive della “ macchina aziendale”, in modo da renderla più competitiva rispetto ad Aziende analoghe , loro concorrenti sul mercato “globale” . 11/10/2012 Riccardo Lega 26
  • 27. NASCITA DI MODELLI ORGANIZZATIVI STANDARD INTERNAZIONALI PER LA QUALITA’ (ISO 9000, etc ) 11/10/2012 Riccardo Lega 27
  • 28. Argomento 1.1.1.2 : Possibili definizioni del termine qualità: attesa, progettata, erogata, percepita 11/10/2012 Riccardo Lega 28
  • 29. DALLA QUALITA’ DEL PROCESSO PRODUTTIVO A QUELLA DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA 11/10/2012 Riccardo Lega 29
  • 30. Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in funzione delle esigenze del mercato e della società: • Anni 2000: La Qualità si estende anche alle caratteristiche “ percettive” dei prodotti/servizi e non solo a quelle tangibili, materiali. Il concetto di “cliente” comincia ad allargarsi a “ tutte le parti interessate”, cominciando a comprendere cioè non solo i requisiti dei clienti e degli Azionisti, ma anche quelli del “territorio circostante” , delle “Autorità territoriali” etc , • Si comincia cioè a parlare di Aziende Ecosostenibili, con la quasi contemporanea pubblicazione di nuove Norme internazionali sulla Qualità dell’Ambiente, della Salute e sicurezza dei lavoratori, dell’Etica Aziendale, etc , integrabili nella nuova Norma della Qualità, chiamata inizialmente Vision 2000. • Cioè la Qualità di un’Azienda esce dalle sue “ mura “ per arrivare anche al “ mercato” ed al “territorio” c/o i clienti e le altre parti interessate, ormai arbitri del futuro delle Aziende. 11/10/2012 Riccardo Lega 30
  • 31. Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in funzione delle esigenze del mercato e della società: • Nasce pertanto il concetto di “ Customer’s e Stakeholder’s Satisfaction “ cioè di Soddisfazione dei Clienti e delle altre Parti interessate • Esempi tipici sono le attività di “ Customer care” , rivolte anche alle senzazioni percettive ed umorali dei clienti, e non solo alle caratteristiche “intrinseche “ dei prodotti e servizi erogati, in modo da invogliarli a scegliere le Aziende ed i prodotti/servizi più “attraenti”. • Nascono le “ Carte dei Servizi” anche per le Aziende Pubbliche, che definiscono i requisiti minimi della Qualità dei loro Servizi, da garantire alla loro utenza, con relative sanzioni economiche da riconoscere, in caso di un mancato rispetto. 11/10/2012 Riccardo Lega 31
  • 32. DIPENDENZA DEL PRODUTTORE DAI REQUISITI DEL MERCATO GLOBALE 11/10/2012 Riccardo Lega 32
  • 33. Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in funzione delle esigenze del mercato e della società: • Anni 2008 : Nasce la nuova edizione della Norma UNI EN ISO 9001:2008, che non apporta sostanziali modifiche all’edizione del 2000, in quanto ancora in attesa di una sua completa assimilazione da parte del mercato interessato, soprattutto per quanto riguarda il concetto di misurazione degli indicatori di prestazione dei principali processi aziendali 11/10/2012 Riccardo Lega 33
  • 34. Argomento 1.1.1.1 : evoluzione della qualità in funzione delle esigenze del mercato e della società 11/10/2012 Riccardo Lega 34
  • 35. Argomento 1.1.1.2 : Possibili definizioni del termine qualità: attesa, progettata, erogata, percepita • Si definisce qualità attesa l’insieme delle caratteristiche che il cliente si aspetta di trovare realizzate nel prodotto/servizio ricevuto. • In esse sono comprese sia quelle definite contrattualmente, sia quelle implicite, che cioè soddisfano le sue esigenze ed aspettative, nonché quelle richieste da disposizioni di legge e/o dagli usi negoziali e consuetudinari. • Esempio tipico è che le auto, anche di cilindrata media, abbia la radio, l’aria condizionata, l’air bag, l’ABS, etc, anche se essi non vengono richiesti esplicitamente dai clienti. • La qualità progettata è invece l’insieme delle caratteristiche che una Azienda progetta per realizzare il proprio prodotto/servizio, in base alla sua interpretazione della qualità attesa. • Esempio tipico può essere il fatto che un’Azienda, per ridurre il costo di un’auto, decida, a livello progettuale, di eliminare, in un particolare modello, la reclinabilità dei sedili, ritenendolo un lusso, magari non tenendo in considerazione che tale “ optional” è ormai ritenuto essenziale dai suoi consumatori . 11/10/2012 Riccardo Lega 35
  • 36. Argomento 1.1.1.2 : Possibili definizioni del termine qualità: attesa, progettata, erogata, percepita • La Qualità erogata è l’insieme delle caratteristiche effettivamente realizzate dall’Azienda, in base alla qualità delle propria organizzazione interna di realizzare la qualità progettata. • Esempio tipico è il caso di un’azienda che produca da molti anni della auto utilitarie e decida di progettare, improvvisamente, delle auto sportive. • Potrebbe capitare che, pur essendo i nuovi progetti di ottima qualità, in realtà essa produrrà delle auto sportive di pessima qualità, per mancanza di un’adeguata competenza ed esperienza delle maestranze. • La Qualità percepita infine è quella che viene percepita dal cliente finale, in termini di soddisfazione della propria qualità attesa. • Esempio tipico può essere la decisione di un’azienda di ridurre la potenza del motore di un modello di auto, di piccola cilindrata, destinata prevalentemente ad una clientela femminile, puntando invece sulla maggiore varietà di assortimento dei colori disponibili per la tappezzeria dei suoi interni. 11/10/2012 Riccardo Lega 36
  • 37. Argomento 1.1.1.3 : Differenza fra qualità di prodotto, qualità di processo e qualità di sistema • Per Prodotto si intende il risultato di un Processo • Per esempio un auto è il risultato di una catena di lavorazione e di montaggio. • Per Processo si intende l’insieme delle attività correlate che trasformano gli elementi in entrata in elementi in uscita • Per esempio il processo di lavorazione di un auto è l’insieme delle attività di lavorazione dei suoi vari componenti e del loro successivo montaggio. • Per Sistema si intende un insieme correlato di processi finalizzato alla Gestione Aziendale, quali quelli amministrativi, commerciali, progettuali, produttivi, etc 11/10/2012 Riccardo Lega 37
  • 38. Argomento 1.1.1.3 : Differenza fra qualità di prodotto, qualità di processo e qualità di sistema • La Qualità di un prodotto è pertanto il grado in cui l’ insieme delle caratteristiche degli elementi in uscita da un processo soddisfa delle esigenze/aspettative. • Per esempio la qualità di un auto è l’insieme delle sue caratteristiche estetiche, di confort, di accelerazione, di stabilità, etc , richieste dai suoi clienti. • La Qualità di un Processo è pertanto il grado in cui l’ insieme delle caratteristiche degli elementi in uscita da un processo, relativi ad un prodotto, soddisfa delle esigenze/aspettative. • Per Qualità di Sistema si intende un sistema di gestione per guidare e tenere sotto controllo un’organizzazione con riferimento alla Qualità • Per qualità di Sistema si intende pertanto il grado in cui un insieme correlato di processi aziendali soddisfa nel suo insieme delle esigenze/aspettative dei clienti. • Cioè un Sistema di gestione Aziendale per la Qualità è un sistema di controllo integrato e coerente di tutti i vari processi aziendali, quali quelli amministrativi, commerciali, progettuali, produttivi 11/10/2012 Riccardo Lega 38
  • 39. Argomento 1.1.1.3 : Differenza fra qualità di prodotto, qualità di processo e qualità di sistema • Un possibile modello di sistema di gestione per la qualità è quello definito dai requisiti della famiglia delle Norme UNI EN ISO 9000. • Esistono anche altri Modelli di Sistemi di gestione per la Qualità, quali quelli per l’Eccellenza, i cui requisiti sono definiti da modelli organizzativi internazionali, quali il TQM (Total Quality Management), il CWQC (Company Wide Quality Control), l’EFQM (European Foundation for Qualità Mangement) e nazionali (es PQI-Premio Qualità Italia),etc. 11/10/2012 Riccardo Lega 39
  • 40. Tema 1.1.2- Le definizioni fondamentali secondo la norma UNI EN ISO 9000:2005 . Gli otto principi della Qualità. • Argomento 1.1.2.1 : Concetti e definizioni fondamentali relative ad un sistema di gestione per la qualità • La Norma ISO 9000:2005 definisce Sistema di gestione per la Qualità un sistema di gestione per guidare e tenere sotto controllo un’organizzazione con riferimento alla Qualità. • Per Sistema di gestione si intende un sistema per stabilire politica ed obiettivi, e per permettere il conseguimento di tali obiettivi. • Per politica per la Qualità si intendono obiettivi ed indirizzi generali di una organizzazione, relativi alla qualità, ed espressi in modo formale dall’alta direzione aziendale. 11/10/2012 Riccardo Lega 40
  • 41. Argomento 1.1.2.1 : Concetti e definizioni fondamentali relative ad un sistema di gestione per la qualità • Per Obiettivo per la Qualità si intende qualcosa cui si aspira o si mira, relativamente alla qualità. • Essi devono essere dettagliati in funzione dei pertinenti livelli e funzioni di una organizzazione. • Per raggiungere tali obiettivi devono essere svolta una serie di attività, quali: 11/10/2012 Riccardo Lega 41
  • 42. Argomento 1.1.2.1 : Concetti e definizioni fondamentali relative ad un sistema di gestione per la qualità 11/10/2012 Riccardo Lega 42
  • 43. Argomento 1.1.2.1 : Concetti e definizioni fondamentali relative ad un sistema di gestione per la qualità • Pianificazione della qualità, cioè devono essere dettagliati i processi operativi e le relative risorse necessarie per conseguire tali obiettivi. • Controllo della qualità, cioè una attività mirata a tenere sotto controllo, governare e regolare i processi operativi identificati, compreso i processi produttivi e i controlli di conformità dei prodotti. • Assicurazione Qualità, cioè un’attività preventiva mirata a dare fiducia che i requisiti desiderati saranno soddisfatti. 11/10/2012 Riccardo Lega 43
  • 44. Argomento 1.1.2.1 : Concetti e definizioni fondamentali relative ad un sistema di gestione per la qualità • Miglioramento della qualità, cioè un’attività mirata ad accrescere la capacità organizzativa di soddisfare i requisiti desiderati, attraverso l’eliminazione continua delle Non Conformità evidenziatesi. • Miglioramento continuo, cioè un’attività continua di riesame critico del sistema realizzato, attraverso Azioni Correttive e Preventive sulle cause delle Non Conformità evidenziatesi, sia durante l’esecuzione dei processi, sia attraverso un’attività periodica di verifiche ispettive interne, analisi dati e Riesami periodici con l’Alta Direzione Aziendale. 11/10/2012 Riccardo Lega 44
  • 45. Argomento 1.1.2.2 : Gli otto principi di gestione della qualità • Per guidare e far funzionare con successo una organizzazione è necessario dirigerla e tenerla sotto controllo, in maniera sistematica e trasparente. • Sono stati identificati otto principi di gestione per la qualità, che possono essere utilizzati dall’alta direzione per guidare l’organizzazione verso il miglioramento delle proprie prestazioni. • Essi sono : 11/10/2012 Riccardo Lega 45
  • 46. Argomento 1.1.2.2 : Gli otto principi di gestione della qualità Orientamento al cliente Le organizzazioni dipendono dai propri clienti. Esse pertanto devono capire le loro esigenze presenti e future, soddisfare i loro requisiti e mirare a superare le loro stesse aspettative 11/10/2012 Riccardo Lega 46
  • 47. Argomento 1.1.2.2 : Gli otto principi di gestione della qualità Leadership dei capi I capi svolgono il ruolo essenziale di garantire unità di intenti e di indirizzo dell’organizzazione. Essi pertanto devono creare e mantenere un clima interno che coinvolga pienamente il personale, nel conseguimento degli obiettivi dell’organizzazione 11/10/2012 Riccardo Lega 47
  • 48. Argomento 1.1.2.2 : Gli otto principi di gestione della qualità Coinvolgimento del personale Il personale tutto, a tutti i livelli, costituisce l’essenza dell’organizzazione. Pertanto il loro pieno coinvolgimento da parte dell’organizzazione permette di porre tutte le loro capacità al suo servizio 11/10/2012 Riccardo Lega 48
  • 49. Argomento 1.1.2.2 : Gli otto principi di gestione della qualità Approccio per processi Un risultato desiderato si ottiene con maggior efficienza quando le relative attività, con le relative risorse, necessarie al loro espletamento, vengono gestite come un unico processo integrato Per esempio, se si deve rendere più efficiente l’attività di consegna di un prodotto al cliente, conviene gestire tutto il processo dalla sua produzione alla sua spedizione e consegna, come un unico processo integrato, anche se in realtà esso sviene attuato operativamente da più funzioni specialistiche aziendali, separate fra di loro. 11/10/2012 Riccardo Lega 49
  • 50. Argomento 1.1.2.2 : Gli otto principi di gestione della qualità Coinvolgimento del personale Il personale tutto, a tutti i livelli, costituisce l’essenza dell’organizzazione. Pertanto il loro pieno coinvolgimento da parte dell’organizzazione permette di porre tutte le loro capacità al suo servizio 11/10/2012 Riccardo Lega 50
  • 51. Argomento 1.1.2.2 : Gli otto principi di gestione della qualità Approccio sistemico alla gestione dell’organizzazione Identificare, capire e gestire i singoli processi che concorrono ad una organizzazione, come un unico sistema integrato, contribuisce in maniera determinante alla sua efficienza ed efficacia. Cioè la stessa metodologia di gestione integrata dei vari processi aziendali (amministrativo, commerciale, produttivo,etc) va applicata anche al Sistema Aziendale, nel suo insieme, anche se i singoli processi vengono attuati operativamente da diverse funzioni specialistiche, separate fra di loro . 11/10/2012 Riccardo Lega 51
  • 52. Argomento 1.1.2.2 : Gli otto principi di gestione della qualità Miglioramento continuo Un obiettivo permanente di una organizzazione di Qualità è il miglioramento continuo delle sue prestazioni. 11/10/2012 Riccardo Lega 52
  • 53. Argomento 1.1.2.2 : Gli otto principi di gestione della qualità Decisioni basate su dati di fatto Le decisioni delle organizzazioni per essere efficaci devono basarsi esclusivamente sull’analisi di dati ed informazioni, e non di opinioni. Questo significa che risulta necessario registrare, in maniera quantitativa, tutte i dati relativi alle attività svolte in Azienda, in modo da avere una banca dati, su cui effettuare elaborazioni oggettive, nel momento in cui si devono prendere delle decisioni. 11/10/2012 Riccardo Lega 53
  • 54. Argomento 1.1.2.2 : Gli otto principi di gestione della qualità Rapporti di reciproco beneficio con i fornitori Una organizzazione ed i suo fornitori sono fra di loro interdipendenti. Pertanto un rapporto di reciproco beneficio migliora, per entrambi, la capacità di creare valore aggiunto. Questo significa che conviene concordare preventivamente con i fornitori il livello qualitativo dei prodotti/servizi da approvvigionare, in modo da evitare che il prezzo pattuito non sia coerente con la qualità desiderata, creando situazioni di conflittualità, negative per entrambi. 11/10/2012 Riccardo Lega 54
  • 55. Tema 1.1.3 – significato di valutazione, riesame/assessment, autovalutazione Argomento 1.1.3.1: significato dei termini: valutazione, riesame/assessment, autovalutazione • La valutazione di un sistema di gestione per la qualità, relativamente al suo campo di applicazione, consiste essenzialmente nell’insieme delle risposte che si possono dare alle seguenti quattro domande, rivolte a ciascuno dei processi che lo compongono.: 1. Il processo è identificato e definito in modo appropriato? 2. Sono state attribuite le responsabilità? 3. Le procedure che lo descrivono sono state attuate e tenute aggiornate? 4. Il processo è efficace per il conseguimento dei risultati richiesti? • Le metodologie adottabili per tale valutazione sono le seguenti: 11/10/2012 Riccardo Lega 55
  • 56. Tema 1.1.3 – significato di valutazione, riesame/assessment, aut ovalutazione 1) Le verifiche ispettive o audit per la Valutazione • Esse sono utilizzate per valutare il livello di soddisfazione dei requisiti relativi al sistema di gestione per la qualità, descritti nella Norma UNI EN ISO 9001:2000/08 • Esse servono pertanto per valutare l’efficacia del sistema e per individuare opportunità di miglioramento. 11/10/2012 Riccardo Lega 56
  • 57. 1) Le verifiche ispettive o audit per la Valutazione 11/10/2012 Riccardo Lega 57
  • 58. Tema 1.1.3 – significato di valutazione, riesame, autovalutazione Esse possono essere : Verifiche/audit di prima parte, se vengono condotte dall’organizzazione stessa o da altri per suo conto. Esse vengono svolte per finalità interne e possono costituire la base Verifiche/audit di seconda parte per un’autodichiarazione di conformità Esse sono eseguite dai clienti da parte dell’organizzazione. dell’organizzazione o da altri su mandato del cliente. 11/10/2012 Riccardo Lega 58
  • 59. Tema 1.1.3 – significato di valutazione, riesame, autovalutazione Verifiche/audit di terza parte Esse sono eseguite da organizzazioni esterne ed indipendenti, le quali, a loro volta sono accreditate da altre organizzazioni esterne ed indipendenti (es SINCERT, trasformata dal 15/07/2009 in ACCREDIA, in quanto, come vedremo meglio in seguito, accorpante anche altri Enti di Certificazione come il SINAL , il SIT) Esse sono autorizzate a rilasciare Certificazioni di Conformità a dei requisiti come quelli della Norma ISO 9001, su autorizzazione di ACCREDIA ( www.accredia.it). Le linee guida sulle modalità di conduzioni delle Verifiche ispettive/audit sono riportate nella ISO 19011. 11/10/2012 Riccardo Lega 59
  • 60. Tema 1.1.3 – significato di valutazione, riesame, autovalutazione 2) Il Riesame/assessment del sistema • Esse sono valutazioni regolari e sistematiche dell’appropriatezza, adeguatezza, efficacia ed efficienza del sistema di gestione aziendale rispetto alla politica e agli obiettivi per la Qualità, fissati dal vertice Aziendale. • Esse devono essere svolta periodicamente dall’alta direzione e possono comprendere la valutazione dell’esigenza di adattare politica ed obiettivi al variare delle esigenze/aspettative delle parti interessate. 11/10/2012 Riccardo Lega 60
  • 61. Tema 1.1.3 – significato di valutazione, riesame, autovalutazione Da tali riesami può scaturire anche l’esigenza di eventuali azioni correttive e/o preventive I rapporti delle verifiche ispettive sono utilizzati come fonti di informazione per tali riesami. 11/10/2012 Riccardo Lega 61
  • 62. Tema 1.1.3 – significato di valutazione, riesame, autovalutazione Esempio di un Verbale di Riesame della Direzione Azienda XXX Srl VERBALE DI RIESAME DELLA DIREZIONE 15 Dicembre 2011 In base ai dati emersi dai verbali delle verifiche ispettive interne, effettuate nel corso dell’anno risulta che tutti i 4 obiettivi prefissati nella Politica dell’anno scorso stati raggiunti . Dalla loro analisi risulta però che esiste anche un persistente problema di cattiva gestione delle scorte di prodotto finito, per cui i tempi di consegna ai clienti sono troppo lunghi, malgrado la riduzione di 2 ore dei tempi di produzione. L’azione da intraprendere pertanto, per la sua risoluzione, è quella di acquistare un software per la programmazione della produzione, il cui costo è da introdurre sul budget dell’anno prossimo. La politica della Qualità pertanto va modificata con l’aggiunta di un nuovo obiettivo: 5- Riduzione dei tempi di consegna dei prodotti ai clienti del 15% 11/10/2012 Riccardo Lega 62
  • 63. Tema 1.1.3 – significato di valutazione, riesame, autovalutazione 3) Le Autovalutazioni • Esse consistono in un riesame complessivo e sistematico delle attività e dei risultati ottenuti dall’organizzazione nell’applicazione di un sistema di gestione per la qualità, a fronte di alcuni modelli prefissati da Organismi internazionali e nazionali. • Lo scopo principale pertanto della autovalutazione è quello di incrementare il livello di Qualità di un’Azienda, puntando verso l’ Eccellenza, chiamata genericamente TQM (Total Qualità Management). 11/10/2012 Riccardo Lega 63
  • 64. Tema 1.1.3 – significato di valutazione, riesame, autovalutazione L’autovalutazione permette di ottenere un quadro complessivo delle prestazioni di una organizzazione e del grado di maturazione del sistema di qualità introdotto. Ognuno dei Modelli di Eccellenza infatti stabilisce dei parametri oggettivi con cui misurasi, per ciascuna area aziendale, in modo da potersi confrontare con Aziende analoghe. Tali attività nacque inizialmente dalla esigenza di confrontarsi con i principali concorrenti, allo scopo di potersi collocare in posizione di leadership sul mercato, per la specifica gamma di prodotti/servizi erogati. 11/10/2012 Riccardo Lega 64
  • 65. Tema 1.1.3 – significato di valutazione, riesame, autovalutazione Oggi tale metodologia di autovalutazione può aiutare: • sia ad individuare aree organizzative che richiedono miglioramenti, con relative priorità di intervento, • sia a partecipare a riconoscimenti ufficiali di eccellenza, quali il DEMING PRIZE in Giappone, il MALCOM BALDRIDGE negli Stati Uniti, l’ EQA (European Qualità Award), in Europa, il PQI ( Premio Qualità Italia) in Italia, etc 11/10/2012 Riccardo Lega 65
  • 66. Argomento 1.1.4.1: Definizioni fondamentali di una organizzazione aziendale : organizzazione, management, leadership, mission, vision, politi ca, pianificazione, piani Si definisce Organizzazione : l’insieme di persone e di mezzi, con definite responsabilità, autorità ed interrelazioni, quali Società, Raggruppamenti di Società, Aziende, Imprese, Istituzioni, Organismi umanitari, Concessionari, Associazioni o loro parti o combinazioni di esse. Esse possono essere pubbliche o private. 11/10/2012 Riccardo Lega 66
  • 67. Argomento 1.1.4.1: Definizioni fondamentali di una organizzazione aziendale : organizzazione, management, leadership, mission, visi on, politica, pianificazione, piani • Si definisce Management di una organizzazione : • la persona o il gruppo di persone che hanno l’autorità e la responsabilità per governare e controllare l’organizzazione stessa. • Essi svolgono essenzialmente compiti di pianificazione, organizzazione, gestione delle risorse umane, delle risorse materiali e di quelle economico- finanziarie, supervisionando le varie attività ed i vari progetti dell’organizzazione. • Non è detto però che essi abbiano anche la capacità di guardare fuori della propria unità organizzativa, osservando gli altri, e influenzando ben oltre la propria stretta sfera di competenza, infondendo coraggio e sviluppando al massimo le professionalità delle persone, come invece sanno fare i leader. 11/10/2012 Riccardo Lega 67
  • 68. Tema 1.1.4 – Elementi base di gestione aziendale • Si definisce infatti Leadership di una organizzazione • la capacità di una persona o di un gruppo di persone di influenzare, orientare, guidare le attività individuali e di gruppo verso la definizione di obiettivi ed il loro conseguimento. • Essi hanno la capacità di stabilire unità di intenti e di indirizzo dell’organizzazione stessa, creando e mantenendo un ambiente interno che coinvolga pienamente il personale nel perseguimento degli obiettivi prefissati. • I leader pertanto gestiscono non solo le risorse materiali di un’organizzazione ma anche quelle immateriali, come i valori, le motivazioni, e le aspirazioni degli individui, riuscendo anche a conciliare esigenze contrapposte, in quanto hanno la capacità di guardare ben oltre il business immediato. • Essi sono di conseguenza naturalmente portati all’innovazione, in quanto sono disposti a mettere in discussione il modo usuale di lavorare, senza creare conflittualità. 11/10/2012 Riccardo Lega 68
  • 69. Tema 1.1.4 – Elementi base di gestione aziendale • Si definisce Mission di una organizzazione : la sua vocazione, il perché della sua esistenza, che in genere viene espresso nel suo Statuto Sociale. • Esempio: • La mission della nostra Azienda e quelle di diventare leader europea nel settore degli elettrodomestici ad elevata automazione, mercato destinato ad ampliarsi sempre di più nell’ambito della Comunità europea, nei prossimi anni. 11/10/2012 Riccardo Lega 69
  • 70. Tema 1.1.4 – Elementi base di gestione aziendale • Si definisce Vision di una organizzazione : il punto di arrivo a cui essa tende nel tempo, che in genere viene espresso nel piano quinquennale o nel piano industriale di una Azienda. Esempio: • La nostra Azienda ha deciso di diventare leader europeo nel settore degli Elettrodomestici, attraverso un continuo adeguamento dei propri prodotti alle più innovative tecnologie, che si rendono via via disponibili sul mercato, in modo da elevare sempre più il loro livello di automazione. • A tale scopo essa destina una significativa percentuale del proprio fatturato ad un’ attività continua di ricerca e sviluppo e alla formazione permanente del personale dedicato a tale attività. 11/10/2012 Riccardo Lega 70
  • 71. Tema 1.1.4 – Elementi base di gestione aziendale • Si definisce Politica di una organizzazione : • l’insieme di obiettivi ed indirizzi generali, espressi periodicamente, in modo formale, dal management, in genere annualmente. 11/10/2012 Riccardo Lega 71
  • 72. Tema 1.1.4 – Elementi base di gestione aziendale • Esempio : • La ns Azienda, produttrice di elettrodomestici ad elevata automazione, destinati per ora prevalentemente al mercato nazionale, ha deciso che nel prossimo anno vuole incrementare la quota di esportazione dei propri prodotti sul mercato europeo, attraverso il miglioramento della qualità dei propri prodotti e servizi, in termini di funzionalità, affidabilità, tempi di consegna ai clienti 11/10/2012 Riccardo Lega 72
  • 73. Tema 1.1.4 – Elementi base di gestione aziendale • Si definisce Pianificazione di una organizzazione : • il processo di definizione delle attività e delle risorse necessarie a conseguire gli obiettivi prefissati nella Politica. • Esempio : • Allo scopo di realizzare la Politica sopra enunciata la ns Azienda ha deciso di pianificare i seguenti 4 obiettivi : • 1-riduzione di 5 punti percentuali dei resi dei clienti e degli interventi in garanzia, attraverso un investimento di 10.000, 00 Euro • 2-riduzione del 5% dei costi della non qualità in produzione, legati a scarti e rilavorazioni, attraverso un investimento di .30.000,00 Euro • 3-riduzione dei tempi di flusso in produzione di 2 ore, attraverso un investimento di 20.000,00 Euro • 4-aumento della competenza del personale, attraverso corsi di Formazione che coinvolgano il 90% di tutti gli addetti, attraverso un investimento di 15.000,00 Euro 11/10/2012 Riccardo Lega 73
  • 74. Tema 1.1.4 – Elementi base di gestione aziendale • Si definiscono Piani di una organizzazione • i documenti che dettagliano attività, tempi e risorse assegnate ad uno specifico obiettivo operativo, quale un contratto, un progetto, un nuovo prodotto, un singolo obiettivo della propria politica, etc. • Esempio : 11/10/2012 Riccardo Lega 74
  • 75. Tema 1.1.4 – Elementi base di gestione aziendale 11/10/2012 Riccardo Lega 75
  • 76. Sez 1.2 – Sviluppo dei concetti e degli approcci sopra enunciati Tema 1.2.1: lo sviluppo degli approcci dei sistemi di gestione della qualità Argomento 1.2.1.1: gli elementi che governano lo sviluppo degli approcci della qualità in funzione del mercato ( domanda, offerta, etc) Lo sviluppo dei diversi approcci dei sistemi di gestione per la qualità di pende ovviamente anche dalle caratteristiche dei prodotti e del mercato in cui l’organizzazione stessa si trova ad operare ed in particolare dai rapporti contrattuali stabiliti con i clienti, e non solo dalle capacità organizzative aziendali 11/10/2012 Riccardo Lega 76
  • 77. Sez 1.2 – Sviluppo dei concetti e degli approcci sopra enunciati • In particolare nel caso di un mercato “business to business” (B2B) , in cui cioè il prodotto viene sviluppato su specifica commessa del cliente, come quello dei beni durevoli (es aerei, opere civili, impiantistica, etc) l’approccio Quality Assurance risulta più adatto, in quanto risulta difficile trovare dei parametri standard su cui ottimizzare tutta la produzione, trovandosi ad operare su prodotti, spesso ancora in fase “ prototipale”. 11/10/2012 Riccardo Lega 77
  • 78. Sez 1.2 – Sviluppo dei concetti e degli approcci sopra enunciati • Nel caso invece di un mercato “ business to consumer” (B2C), cioè di beni di largo consumo (es dispositivi elettronici, generi alimentari, etc) si può usare più agevolmente un approccio TQM (Total Qualità Management), in quanto risulta più facile trovare dei parametri standard su cui ottimizzare tutta la produzione, trovandosi ad operare su prodotti ormai “ maturi “ e “ consolidati”. 11/10/2012 Riccardo Lega 78
  • 79. Tema 1.2.4: La famiglia delle norme UNI EN ISO 9000: 2000/08: il Quality management (Gestione della Qualità) Argomento 1.2.4.1: scopo e contenuti delle norme UNI EN ISO 9000:2000/08 • In previsione dell’anno 2000 l’organismo internazionale ISO annuncia un grosso progetto di riformulazione delle Norme ISO 9000, chiamato progetto Vision 2000, che apporta un’altro significativo cambiamento nei requisiti minimi richiesti ad una organizzazione, affinché abbia la capacità di realizzare prodotti di qualità. • Nelle vecchia famiglia delle ISO 9000 del 1994 cioè si era puntato sulla esigenze di avere molte procedure documentate che descrivessero le modalità di controllo della sequenza dei processi organizzativi aziendali, con relative registrazioni dei dati relativi alle attività svolte, finalizzate ad avere l’evidenza di una loro esecuzione in maniera conforme ai requisiti. 11/10/2012 Riccardo Lega 79
  • 80. Argomento 1.2.4.1: scopo e contenuti delle norme UNI EN ISO 9000:2000/08 • Nella nuova famiglia ISO 9000 del 2000, nata dal progetto Vision 2000, e ribadite dalle ISO 9000 del 2008 • si rinuncia alla obbligatorietà di avere procedure documentate (salvo 6 casi particolari, che dopo vedremo) • e si ribadisce invece l’obbligatorietà di avere le registrazioni dei dati relativi alle attività svolte, finalizzate non solo ad una loro verifica di conformità ai requisiti, ma anche ad una loro successiva rielaborazione, che dimostri la capacità organizzativa di avere sotto controllo tali processi. 11/10/2012 Riccardo Lega 80
  • 81. Tema 1.2.4: La famiglia delle norme UNI EN ISO 9000: 2000/08: il Quality management (Gestione della Qualità) • In essa viene chiarito inoltre che tale sistema di gestione per la qualità è esteso a tutti coloro che lavorano per un’organizzazione, anche in modo indiretto (subfornitori), visto l’ampio ricorso all’ outsorcing (detto anche comunemente appalto) da parte di molte grosse organizzazioni, allo scopo di ridurre i costi fissi, derivanti dall’ avere tutti i processi al proprio interno. 11/10/2012 Riccardo Lega 81
  • 82. Argomento 1.2.4.1: scopo e contenuti delle norme UNI EN ISO 9000:2000/08 • Pertanto, con l’ultima edizione 2008 ,della famiglia della ISO 9000 del 2000 si passa da una visione prevalentemente burocratica e formale della gestione della qualità, ad una visione finalizzata all’efficienza ed efficacia della sequenza dei processi aziendali, e cioè alla misurazione delle prestazioni organizzative di un’ Azienda. 11/10/2012 Riccardo Lega 82
  • 83. Tema 1.2.5: la Qualita’ Totale ed i Modelli per l’ Eccellenza Argomento 1.2.5.1: elementi fondamentali • Il Total Qualità Mangement (TQM) ovvero gestione totale della qualità, rappresenta in estrema sintesi l’evoluzione occidentale dei concetti del Company Wide Quality Control (CWQC) di origina giapponese, applicato, applicata dalla fine degli anni ’80, ad aziende , mediamente di grandi dimensioni a impronta industriale e manifatturiera, o ad organizzazioni pubbliche o private operanti nel settore dei servizi, ed attualmente esteso anche alle piccole e medie aziende. • Esso può essere definito come un modello di governo complessivo di un’organizzazione incentrato sulla qualità, basato sulla partecipazione di tutti i suoi membri, che mira al successo a lungo termine, ottenuto attraverso la soddisfazione del cliente, che comporta benefici per tutti i membri dell’organizzazione e per la collettività. 11/10/2012 Riccardo Lega 83
  • 84. Tema 1.2.5: la Qualita’ Totale ed i Modelli per l’ Eccellenza • Esso cioè, a differenza del modello della famiglia ISO 9000, punta all’eccellenza di un’organizzazione, mediante la certificazione numerica dei risultati ottenuti in tutti i principali processi aziendali, facenti parte del business (es economico- finanziario, sicurezza dei lavoratori, rispetto dell’ambiente, etica sociale,etc) e non solo in quelli produttivi. • Malgrado, come sopra detto, esistano diversi modelli di riferimento per l’eccellenza aziendale, che vanno tutti sotto l’acronimo generico di TQM, i principi di base, con i relativi parametri di misurazione, sono i seguenti: 11/10/2012 Riccardo Lega 84
  • 85. Tema 1.2.5: la Qualita’ Totale ed i Modelli per l’ Eccellenza • Orientamento ai risultati • Questo principio tende a valutare quali risultati sta ottenendo l’azienda rispetto ai suoi vari obiettivi interni. ( vendite, costi, margini e risultati operativi, attività e passività, capitale circolante, debiti a breve/lungo termine, cash-flow, investimenti, facilità di accesso al credito, tempi di rotazione del magazzino, quote di mercato, tempi di sviluppo di nuovi prodotti, tempi di evasione degli ordini, indicatori di difettosità dei prodotti, tempi di risoluzione dei reclami,etc) 11/10/2012 Riccardo Lega 85
  • 86. Tema 1.2.5: la Qualita’ Totale ed i Modelli per l’ Eccellenza Centralità del cliente: Questo principio tende a valutare quali risultati sta avendo l’azienda nei confronti dei clienti: •immagine dell’impresa •grado di innovazione •grado di accessibilità ai prodotti e •Prezzo servizi •Affidabilità •livello di comunicazione •completezza della documentazione •flessibilità e capacità di anticipo delle commerciale e tecnica esigenze del mercato • capacità di gestione dei reclami •livello di conformità alle specifiche •fedeltà dei clienti •capacità del sistema di •profilo ecologico distribuzione, consegna ed assistenza post-vendita 11/10/2012 Riccardo Lega 86
  • 87. Tema 1.2.5: la Qualita’ Totale ed i Modelli per l’ Eccellenza • Leadership e coerenza di obiettivi : Questo principio tende a valutare la capacità di guida della direzione aziendale. • La direzione è infatti la prima responsabile della scelte delle risorse (umane e tecnologiche) e dell’opera di indirizzo, sostegno e guida nel raggiungere gli obiettivi stabiliti ed il miglioramento continuo dell’organizzazione. • La sua azione deve essere tale da creare valori ed aspettative di alto livello in tutta l’azienda. 11/10/2012 Riccardo Lega 87
  • 88. Tema 1.2.5: la Qualita’ Totale ed i Modelli per l’ Eccellenza • Ottenere la soddisfazione del cliente e contemporaneamente raggiungere i propri obiettivi aziendali, richiede : • una capacità di “guardare lontano”, con obiettivi prestigiosi e piani a lungo termine, che riescano a coinvolgere e far partecipare attivamente tutti i “clienti” interni ed esterni dei propri processi (es i clienti diretti utilizzatori dei suoi prodotti e servizi, la proprietà dell’azienda, il personale che vi opera, i fornitori, e tutti coloro che sono coinvolti in essa ) . 11/10/2012 Riccardo Lega 88
  • 89. Tema 1.2.5: la Qualita’ Totale ed i Modelli per l’ Eccellenza • Gestione Aziendale in termini di processi e sistemi • Questo principio tende a far considerare l’azienda come un insieme di processi collegati fra di loro in un unico sistema. • La gestione dei singoli processi, infatti, permette una gestione ottimale delle risorse , da essi singolarmente utilizzati. • Risorse inadatte o difettose possono rovinare infatti un sistema ben pensato e costruito per tutti i rimanenti aspetti • La loro visione in un sistema integrato di processi, d’altro canto, permette una visione complessiva delle loro interazioni, allo scopo di valutare l’efficienza e l’efficacia complessiva del sistema organizzativo aziendale, rispetto agli obiettivi prefissati. 11/10/2012 Riccardo Lega 89
  • 90. Tema 1.2.5: la Qualita’ Totale ed i Modelli per l’ Eccellenza • Coinvolgimento e sviluppo delle persone • Questo principio permette di valorizzare compiutamente il potenziale del personale, grazie ad un insieme di valori condiviso, e ad una cultura basata sulla fiducia e sulle responsabilizzazione. • La qualità di un prodotto/servizio dipende infatti in larga misura dalle capacità del personale coinvolto, nel senso più ampio dalle sue capacità culturali e comportamentali, e non solo tecniche e professionali. • E’ necessario pertanto che l’azienda curi particolarmente l’ambiente di lavoro, inteso non solo come disponibilità di mezzi necessari, ma anche come grado di conforto e di sviluppo ergonomico, nonché come clima dei rapporti di lavoro con i colleghi e con i superiori ( spirito di collaborazione,etc) 11/10/2012 Riccardo Lega 90
  • 91. Tema 1.2.5: la Qualita’ Totale ed i Modelli per l’ Eccellenza • Apprendimento, innovazione e miglioramento continuo • Questo principio si fonda sulla capacità di avere una mentalità aperta e orientata al miglioramento in tutte le azioni ed attività da parte di tutti i livelli aziendali. • Esso è guidato dal management che deve comunicare scopi ed obiettivi, promuovere un ambiente di lavoro aperto, il lavoro in team, il rispetto delle persone e delle professionalità, incoraggiando inventiva ed innovazione a tutti i livelli. • Queste condizioni favorevoli devono però essere incanalate in piani di miglioramento, coerenti con gli obiettivi aziendali, e con il coinvolgimento di tutte le funzioni interessate, nonché, se necessario, con il contributo di fornitori e clienti. • I risultati ottenuti da tali piani devono essere misurati periodicamente rispetto ai risultati pianificati, allo scopo di porre in essere tempestivamente eventuali azioni correttive/preventive, che si rendessero necessarie. 11/10/2012 Riccardo Lega 91
  • 92. Tema 1.2.5: la Qualita’ Totale ed i Modelli per l’ Eccellenza • Sviluppo delle partnership • Questo principio permette all’organizzazione di lavorare con maggiore efficacia, in quanto i rapporti di collaborazione con i partner tendono ad aumentare la soddisfazione di tutte le parti interessate, che non si sentono esclusi. • Tale atteggiamento collaborativo deve essere tenuto non solo con i fornitori, ma anche con i clienti e con tutta la società, in generale, allo scopo di ottenere mutuo beneficio. • Responsabilità sociale • Questo principio consente all’azienda e ai suoi dipendenti di adottare un codice morale di comportamento, sforzandosi di andare al di là della pura normativa e degli adempimenti di legge. • In particolare occorre valutare quali risultati sta ottenendo l’impresa in termini, per esempio, di riduzione e prevenzione dell’inquinamento acustico, di quello atmosferico, degli scarichi, di quanto fatto per prevenire malattie ed infortuni sul lavoro , etc . • La valutazione può riguardare anche l’impegno attivo presso comunità, associazioni assistenziali, scuole, volontariato, ed il punto di vista della comunità sull’azienda, come ricavato da indagini, questionari, o strumenti analoghi. 11/10/2012 Riccardo Lega 92
  • 93. Sez 1.3 – Gli altri sistemi di gestione: ambiente, sicurezza, etica Tema 1. 3.1 :I sistemi di gestione ambientale, sicurezza e della responsabilità sociale 11/10/2012 Riccardo Lega 93
  • 94. Sez 1.3 – Gli altri sistemi di gestione: ambiente, sicurezza, etica Tema 1. 3.1 :I sistemi di gestione ambientale, sicurezza e della responsabilità sociale • Argomento 1.3.1.1: Scopo di un sistema di gestione ambientale ( UNI EN ISO 14001:2004) • In un scenario caratterizzato da una crescente integrazione del mercato globale, il concetto di Qualità si è esteso anche alla capacità delle Aziende di gestire in maniera ottimale le risorse esterne, ed in particolare quelle ambientali, visto il loro progressivo esaurimento, e pertanto costrette a pianificare il proprio futuro in un’ottica più lungimirante di quella attuale. • In tal modo l’analisi e la riduzione dei rischi di inquinamento ambientale, con l’abbattimento dei relativi fattori, può divenire una ulteriore chiave di successo delle Aziende che vogliono restare competitive sul mercato internazionale, diventando, di fatto, un ulteriore indicatore di qualità Aziendale, con la possibilità anche, in caso di una loro oculata gestione, di ottenere un ulteriore abbattimento dei costi produttivi. 11/10/2012 Riccardo Lega 94
  • 95. Argomento 1.3.1.1: Scopo di un sistema di gestione ambientale ( UNI EN ISO 14001:2004) Scopo pertanto di un sistema di gestione ambientale è quello di consentire ad un’organizzazione di sviluppare ed attuare una politica e degli obiettivi che tengano conto sia delle prescrizioni legali che di altre prescrizioni che la stessa organizzazione sottoscrive riguardo i propri aspetti ambientali significativi. Per aspetti ambientali si intende l’insieme degli elementi delle attività o prodotti/servizi di una organizzazione che possono interagire con l’ambiente . 11/10/2012 Riccardo Lega 95
  • 96. Argomento 1.3.1.1: Scopo di un sistema di gestione ambientale ( UNI EN ISO 14001:2004) • Per ambiente si intende il contesto nel quale un’organizzazione opera: • aria • acqua • terreno • flora • fauna • esseri umani • risorse naturali • e loro interrelazioni. 11/10/2012 Riccardo Lega 96
  • 97. Argomento 1.3.1.1: Scopo di un sistema di gestione ambientale ( UNI EN ISO 14001:2004) 11/10/2012 Riccardo Lega 97
  • 98. Argomento 1.3.1.1: Scopo di un sistema di gestione ambientale ( UNI EN ISO 14001:2004) • Per impatto ambientale si intende l’entità delle modifiche all’ambiente provocate da un’organizzazione; esse possono essere sia negative che positive. • Il grado di significatività deve essere valutato sia in condizioni operative normali che anomale, sia in condizioni di avviamento che di fermata degli impianti, nonché in condizioni di emergenza, qualora sia elevata o la probabilità che essa avvenga, o la magnitudine del suo impatto. • Gli impatti ambientali non sono solo quelli direttamente causati dall’organizzazione ma anche quelli indiretti, cioè causati indirettamente, cioè all’esterno della propria organizzazione, mediante la scelta di materiali, attrezzature, etc, che vengono approvvigionati dai propri fornitori e subfornitori. 11/10/2012 Riccardo Lega 98
  • 99. Argomento 1.3.1.1: Scopo di un sistema di gestione ambientale ( UNI EN ISO 14001:2004 • Scopo della norma internazionale UNI EN ISO 14001:2004 è quello di specificare i requisiti di un sistema di gestione ambientale, che consentano ad una organizzazione di sviluppare ed attuare una politica e degli obiettivi, tesi alla riduzione degli impatti ambientali negativi, derivanti dai propri processi, prassi, tecnologie, materiali, prodotti, servizi, fonti di energia. • Tale sistema dovrà tenere conto,ovviamente delle prescrizioni legali e delle altre prescrizioni che l’organizzazione stessa ha sottoscritto. • Essa tende prevalentemente ad Azioni Preventive dell’inquinamento, come la riduzione o l’eliminazione della loro fonte, mediante modifiche di processo, prodotto o servizio, l’uso efficiente delle risorse, la sostituzione di materiali o fonti di energia, il loro riutilizzo, il recupero, il riciclaggio, la bonifica ed il trattamento. 11/10/2012 Riccardo Lega 99
  • 100. Argomento 1.3.1.1: Scopo di un sistema di gestione ambientale ( UNI EN ISO 14001:2004 ) • Nella ultima ed attuale edizione della Norma viene chiarito che tale sistema è esteso a tutti coloro che lavorano per un’organizzazione, anche in modo indiretto (subfornitori), laddove è possibile . • Un’organizzazione che decide di adottare un sistema di gestione ambientale secondo la Norma ISO 14001:2004 può farselo certificare da un Ente Accreditato, così come avviene per la Qualità. • La Comunità Europea, come ha noto, si è data delle regole più severe, per quanto riguarda la gestione degli aspetti ambientali di un’organizzazione, emettendo un Regolamento Comunitario EMAS, arrivato alla seconda edizione. • Esso in aggiunta alla Certificazione ISO 14001:2004, da parte di un Organismo accreditato richiede obbligatoriamente, fra l’altro, i seguenti requisiti addizionali : 11/10/2012 Riccardo Lega 100
  • 101. Argomento 1.3.1.1: Scopo di un sistema di gestione ambientale ( UNI EN ISO 14001:2004) • Stesura del Documento di Analisi Ambientale Iniziale che copre i seguenti punti • prescrizioni legislative, regolamentari che l’organizzazione è tenuta a rispettare • Identificazione e registrazione degli aspetti ambientali, valutati significativi • Descrizione dei criteri adottati per la valutazione di tali aspetti, in riferimento ai criteri EMAS • Analisi di tutte le migliori tecnologie e metodologie in materia di ambiente esistenti sul mercato • Valutazione degli insegnamenti tratti dall’analisi di eventuali incidenti precedenti, attuali e potenziali. 11/10/2012 Riccardo Lega 101
  • 102. Argomento 1.3.1.1: Scopo di un sistema di gestione ambientale ( UNI EN ISO 14001:2004 • Stesura del Documento di Dichiarazione Ambientale che copre i seguenti punti : • Un sommario di tutte le attività svolte, i suoi prodotti e i suoi servizi, nonché eventuali interrelazioni con una organizzazione madre • La politica ambientale con relativo sistema di gestione • Un elenco di tutti gli aspetti ambientali significativi diretti ed indiretti, con relativi impatti • Una descrizione degli obiettivi e traguardi ambientali, relativi a tali impatti. • Un sommario delle prestazioni ambientali raggiunte dall’organizzazione rispetto ai suoi obiettivi e traguardi. • Un sommario delle prestazioni ambientali raggiunte rispetto alle disposizioni di legge, applicabili al suo settore. • Nome e numero di accreditamento del verificatore ambientale che ha certificato quanto sopra, con relativa data di convalida. 11/10/2012 Riccardo Lega 102
  • 103. Argomento 1.3.1.1: Scopo di un sistema di gestione ambientale ( UNI EN ISO 14001:2004) • Solo dopo il superamento di tali requisiti addizionali il sito può essere registrato EMAS , in un apposito elenco gestito in Italia dalla ISPRA, (ex APAT: Agenzia Nazionale Ambiente e Territorio) , che ha le sue diramazioni nelle varie regioni attraverso le ARPA (Agenzie Regionali Ambiente e Territorio) , le quali, per ora svolgono solo compiti ispettivi e di laboratorio, per il rispetto dei requisiti legali, e non per la registrazione EMAS. 11/10/2012 Riccardo Lega 103
  • 104. Argomento 1.3.1.2: Scopo di un sistema di gestione della sicurezza (OHSAS 18001: 2007) L’allargamento del concetto di Qualità anche alla risorse esterne aziendali ha di fatto innescato un processo virtuoso di maggiore attenzione anche verso le risorse interne, in un’ottica più lungimirante, e cioè non solo verso gli aspetti direttamente produttivi, ma anche quelli indiretti, quali la salute ed il benessere dei lavoratori. 11/10/2012 Riccardo Lega 104
  • 105. Argomento 1.3.1.2: Scopo di un sistema di gestione della sicurezza (OHSAS 18001: 2007) • In tal modo l’analisi e la riduzione dei rischi di infortuni ed incidenti sul lavoro, con l’abbattimento dei relativi fattori, può divenire una ulteriore chiave di successo delle Aziende che vogliono restare competitive sul mercato internazionale, diventando, di fatto, un ulteriore indicatore di qualità Aziendale, con la possibilità anche, in caso di una loro oculata gestione, di ottenere un ulteriore abbattimento dei costi produttivi. • Scopo pertanto di un sistema di gestione della sicurezza e della salute negli ambienti di lavoro è quello di consentire ad un’organizzazione di sviluppare ed attuare una politica e degli obiettivi che tengano conto sia delle prescrizioni legali che di altre prescrizioni che la stessa organizzazione sottoscrive riguardo i propri aspetti relativi alla salute a alla sicurezza sui luoghi di lavoro. 11/10/2012 Riccardo Lega 105
  • 106. Argomento 1.3.1.2: Scopo di un sistema di gestione della sicurezza (OHSAS 18001: 2007) • Scopo della norma internazionale OHSAS 18001:07 è quello di specificare i requisiti di un sistema di gestione dei rischi circa la salute e la sicurezza dei propri lavoratori, che consentano ad una organizzazione di sviluppare ed attuare una politica e degli obiettivi, tesi alla riduzione di tali rischi, derivanti dai propri processi, prassi, tecnologie, materiali, prodotti, serviz i, e soprattutto al miglioramento continuo delle proprie prestazioni. 11/10/2012 Riccardo Lega 106
  • 107. Argomento 1.3.1.2: Scopo di un sistema di gestione della sicurezza (OHSAS 18001: 2007) • Tale sistema dovrà tenere conto,ovviamente delle prescrizioni legali e delle altre prescrizioni che l’organizzazione stessa ha sottoscritto. • Esso tende prevalentemente ad Azioni Preventive , come la riduzione o l’eliminazione della loro fonte, mediante modifiche di processo, prodotto o servizio, o, qualora non possibile, mediante l’uso di dispostivi di protezione sia delle attrezzature, fonti di rischio, che del personale coinvolto nel loro utilizzo. 11/10/2012 Riccardo Lega 107
  • 108. Argomento 1.3.1.2: Scopo di un sistema di gestione della sicurezza (OHSAS 18001: 2007) • Un’organizzazione che decide di adottare un sistema di gestione della sicurezza e della salute dei lavoratori (OHSAS) secondo la Norma OHSAS 18001:07 può farselo certificare da un Ente Terzo Accreditato, così come avviene per la Qualità. 11/10/2012 Riccardo Lega 108
  • 109. Argomento 1.3.1.3 : Scopo di un sistema di gestione della responsabilità sociale (SA 8000: 2001) • I benefici ottenuti dal progressivo allargamento del concetto di Qualità, esteso anche alle risorse esterne e al benessere e alla salute dei lavoratori ha di fatto indotto le Aziende a guardare in maniera sempre più lungimirante al proprio futuro, invogliandole al rispetto di tutte quelle leggi e normative che tutelano la vita aziendale dei lavoratori, nel suo complesso. • In tal modo il monitoraggio del rispetto di tali leggi è divenuto una ulteriore chiave di successo delle Aziende che vogliono restare competitive, a lungo, sul mercato internazionale, diventando, di fatto, un ulteriore indicatore di qualità Aziendale, con la possibilità anche, in caso di una loro oculata gestione, di ottenere un ulteriore abbattimento dei costi produttivi. 11/10/2012 Riccardo Lega 109
  • 110. Argomento 1.3.1.3 : Scopo di un sistema di gestione della responsabilità sociale (SA 8000: 2001) • Scopo pertanto di un sistema di responsabilità sociale in una Azienda è il miglioramento continuo dell’ambiente lavorativo, attraverso comportamenti rispettosi delle persone che vi lavorano, in modo da stimolare un loro coinvolgimento sugli obiettivi aziendali. • Molti di tali comportamenti sono comunque già previsti dalle leggi vigenti • La norma SA 8000: 2001 stabilisce i requisiti per introdurre un sistema di gestione aziendale che tenga sotto controllo tale aspetto aziendale. • Nella ultima ed attuale edizione della Norma viene chiarito che tale sistema è esteso a tutti coloro che lavorano per un’organizzazione, anche in modo indiretto (subfornitori) • L’adozione ed il rispetto di tale Norma da parte da parte di una Organizzazione è anch’essa certificabile da un Ente esterno accreditato. • In Italia è il CISE accreditato dall’ Organismo Americano SAI. 11/10/2012 Riccardo Lega 110
  • 111. Argomento 1.3.1.3 : Scopo di un sistema di gestione della responsabilità sociale (SA 8000: 2001) I requisiti da rispettare sono nove , e riguardano: 1. Lavoro minorile 2. Lavoro forzato 3. Salute e sicurezza dei lavoratori 4. Libertà di associazione sindacali 5. Pari opportunità per tutti 6. Proibizione di violenze fisiche e psicologiche 7. Orario di lavoro fisiologico 8. Giusta retribuzione 9. Esistenza di un sistema di gestione sistematica 11/10/2012 Riccardo Lega 111
  • 112. Tema 1.3.2 : I sistemi di gestione integrata :suoi vantaggi Argomento 1.3.2.1 : significato e valore di un sistema integrato: qualità, sicurezza, ambiente, etica, business • La rapida successione in cui sono nate tali diverse normative sui diversi aspetti della Qualità Aziendale ha inizialmente portato le Aziende a dotarsi di sistemi di gestione separati, via via che essi venivano resi disponibili. • Successivamente si è notato che essi potevano essere integrati in un unico sistema , prendendo come riferimento la norma ISO 9001:2000/08. • Infatti il sistema di gestione per la Qualità, secondo la norma UNI EN ISO 9001:2000/08, è quella parte del sistema di gestione di un’organizzazione che si propone, con riferimento agli obiettivi per la qualità, di raggiungere dei risultati in grado di soddisfare adeguatamente le esigenze/aspettative di tutte le parti interessate. • Ma d’altra parte gli obiettivi per la Qualità sono complementari agli altri obiettivi dell’organizzazione quali quelli relativi alla crescita, al finanziamento, alla redditività, all’ambiente, alla sicurezza nei luoghi di lavoro, all’etica sociale. 11/10/2012 Riccardo Lega 112
  • 113. Tema 1.3.2 : I sistemi di gestione integrata :suoi vantaggi Argomento 1.3.2.1 : significato e valore di un sistema integrato: qualità, sicurezza, ambiente, etica, business • Pertanto le varie parti del sistema di gestione di un’organizzazione possono essere integrate, assieme al sistema di gestione per la qualità, in un unico sistema di gestione, utilizzando elementi comuni, quali per esempio la gestione della Documentazione, la gestione delle Risorse, la gestione dei Processi di misurazione e controllo etc., ottenendo un notevole risparmio dei costi di gestione di 4 sistemi separati • Ciascuna Norma infatti riporta in Appendice una Tabella di correlazione fra i suoi requisiti e quelli della UNI EN ISO 9001:2000/08, allo scopo di facilitare questo lavoro di integrazione. 11/10/2012 Riccardo Lega 113
  • 114. Tema 1.3.2 : I sistemi di gestione integrata :suoi vantaggi Argomento 1.3.2.1 : significato e valore di un sistema integrato: qualità, sicurezza, ambiente, etica, business • Questa integrazione può facilitare la pianificazione, l’attribuzione di risorse, l’individuazione di obiettivi complementari e la valutazione dell’efficacia complessiva di un’organizzazione, che mette in evidenza i risparmi che si possono ottenere mediante una gestione integrata nella Qualità della 4 Norme: ISO 9001:08, ISO 14001:04, OHSAS 18001:07, SA 8000:01, fonti di costi occulti, se gestiti separatamente. 11/10/2012 Riccardo Lega 114
  • 115. Argomento 1.3.2.1 : significato e valore di un sistema integrato: qualità, sicurezza, ambiente, etica, business 11/10/2012 Riccardo Lega 115
  • 116. Tema 1.3.2 : I sistemi di gestione integrata :suoi vantaggi Argomento 1.3.2.1 : significato e valore di un sistema integrato: qualità, sicurezza, ambiente, etica, business • Ai fini della Certificazione il sistema di gestione integrata dell’organizzazione può in ogni caso essere valutato sia a fronte dei requisiti di ciascun sistema di gestione sia, in maniera più efficace, di quelli del sistema complessivo. • Esso inoltre può inoltre essere valutato e certificato sia da diversi Organismi indipendenti ed accreditati da ACCREDIA , a fronte di requisiti indicati in ciascuna norma internazionale, quali la ISO 9001, la ISO 14001, la OHSAS 18001, la SA 8000, etc. sia direttamente da un solo Organismo, sempre accreditato da ACCREDIA, che valuta e certifica tutti i requisiti indicati dalle varie Norme. • Le verifiche ispettive sui vari sistemi di gestione possono essere effettuate congiuntamente o in tempi separati.. • Ultimamente sono nate delle Norma, ancora allo stadio sperimentale, che permettono anche l’emissione di un’unica Certificazione Integrata, come la PAS 99 11/10/2012 Riccardo Lega 116
  • 117. Sez 1.4 – Differenze fra normazione, certificazione, accreditamento Tema 1.4.1 : il quadro normativo • Argomento 1.4.1.1 : significato di norma Si definisce Norma un documento, il cui contenuto è stato prodotto mediante consenso di più parti interessate, ed è stato approvato da un organismo indipendente e riconosciuto. • Essa definisce, per usi comuni e ripetuti, regole, linee guida, caratteristiche, relative a determinate attività o ai loro risultati, al fine di ottenere il miglior ordine possibile in un determinato contesto. 11/10/2012 Riccardo Lega 117
  • 118. Argomento 1.4.1.1 : significato di norma • Essa tende in genere a migliorare l’economicità del sistema produttivo, attraverso la definizione ed unificazione di processi, prodotti, prestazioni, modalità di controllo,etc, • Essa tende inoltre a facilitare la comunicazione, per mezzo dell’unificazione dei simboli, codici, interfacce. • Essa tende in sintesi a promuovere comportamenti virtuosi, nella salvaguardia degli interessi dei consumatori e della collettività in generale. 11/10/2012 Riccardo Lega 118
  • 119. Sez 1.4 – Differenze fra normazione, certificazione, accreditamento Tema 1.4.1 : il quadro normativo • Argomento 1.4.1.2 : differenza fra norma volontaria e norma cogente • Le Norme possono essere volontarie, cioè scelte volontariamente dalle Organizzazioni ( es ISO 9001, ISO 14001, OHSAS 18001, SA 8000) al fine di dimostrare la propria “ Qualità” o cogenti , cioè obbligatorie, come per esempio le leggi (es legge 81/08 e s.m.i. , sulla salute e sicurezza dei lavoratori, la legge 152/06 e s.m.i. sulla protezione dell’ambiente, la marcatura CE sulla sicurezza dei prodotti,etc) • Esse si possono riferire non solo ai sistemi organizzativi delle organizzazioni, ma anche a prodotti/servizi, laboratori di analisi, laboratori di taratura strumenti, competenze professionali, etc • Mentre per i sistemi di gestione aziendale, si è trovata facilmente un’armonizzazione di approccio di tali norme, a livello internazione , nel caso dei prodotti ovviamente tale processo è molto più lento, data l’estrema varietà delle loro tipologie e l’estrema varietà di norme tecniche vigenti nei diversi paesi a fronte degli stessi prodotti. 11/10/2012 Riccardo Lega 119
  • 120. Argomento 1.4.1.2 : differenza fra norma volontaria e norma cogente • Questo processo di armonizzazione delle Norme sui prodotti viene attualmente gestito attraverso una procedura di informazione reciproca sulle regole tecniche sia a livello UE (unione europea) che a livello internazionale WTO (World trade organization), la quale prevede un aggiornamento costante e reciproco fra i vari paesi membri, ogni volta che viene emessa una nuova regola tecnica da uno di essi, attraverso una apposita Commissione. • Trascorso un periodo concordato e prefissato, per accogliere eventuali commenti da parte degli altri paesi membri, la regola tecnica diventa obbligatoria per tutti, attraverso un’apposita Direttiva emessa dalla Commissione. 11/10/2012 Riccardo Lega 120
  • 121. Argomento 1.4.1.2 : differenza fra norma volontaria e norma cogente • Con l’introduzione di questa nuova procedura ormai i requisiti di diversi prodotti sono stati già normati dalle stesse regole, perlomeno a livello europeo, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza del loro utilizzo (obbligo della marcatura CE ) • Per esempio : • Giocattoli • Cosmetici • Macchine (ascensori, impianti di trasporto pubblico a fune, etc) • Attrezzature a pressione • Dispositivi medici • Apparecchi elettrici, elettronici e a gas (es Apparecchi di refrigerazione per uso domestico ) • Prodotti da costruzione • Imbarcazioni da diporto • Etc • Ovviamente, a seconda della sua natura, un prodotto può essere soggetto a diverse requisiti di più direttive. • Comunque la marcatura CE è l’unica a livello europeo di tipo cogente, e può ovviamente coesistere con altri marchi volontari di conformità , rilasciati da vari Enti di Certificazione, accreditati da ACCREDIA (es Prodotti agricoli di origine animale e vegetale, privi di OGM ( organismi geneticamente modificati ) , etc) • 11/10/2012 Riccardo Lega 121
  • 122. Argomento 1.4.1.2 : differenza fra norma volontaria e norma cogente • Più semplice è il caso dei Laboratori di Analisi, che sono tutti normati dalla Norma Iso 17025:2000. • Essa , in aggiunta ai requisiti gestionali , che richiamano l’architettura della ISO 9001:2000/08, detta in più i seguenti requisiti tecnici : 1. Qualificazione del personale 2. Condizioni ambientali in cui le prove hanno luogo 3. I metodi di prova e le modalità operative 4. Gli strumenti di misura 5. La tracciabilità delle misure 6. Il campionamento 7. La gestione dei campioni e dei materiali di prova 8. L’assicurazione qualità dei risultati 9. I documenti di presentazione dei risultati 11/10/2012 Riccardo Lega 122
  • 123. Argomento 1.4.1.3 : gli enti coinvolti nell’ attivita’ normativa • Gli Enti principali coinvolti nell’attività di normazione sono: A Livello Internazionale • La ISO (International Standard Organization) fondata nel 1947, con sede a Ginevra, è una federazione mondiale a cui aderiscono 130 paesi ed emette norme in tutti i settori, • esclusi quello elettrico ed elettronico, che fanno capo all’IEC.(International Electrical Comitee) • Essa è composta da 172 comitati tecnici, 653 sottocomitati, 1764 gruppi di lavoro. • La pubblicazione come norma internazionale richiede l’approvazione del 75% degli organismi nazionali di normazione aventi diritto al voto. • Il comitato tecnico che ha prodotto la ISO 9000 è il TC (Technical Comittee)176, mentre quello che ha prodotto la ISO 14000 è il TC (Technical Comitee) 207. 11/10/2012 Riccardo Lega 123
  • 124. Argomento 1.4.1.3 : gli enti coinvolti nell’ attivita’ normativa • A Livello Europeo • Il CEN (Comitè Europèen de Normalisation ) è il suo equivalente a livello europeo, e conta attualmente 18 paesi membri. • Anche esso si occupa di tutti settori, esclusi quello elettrico ed elettronico, che fanno capo al CENELEC (Comitè Europèen de Normalisation Electricitè ). 11/10/2012 Riccardo Lega 124
  • 125. Argomento 1.4.1.3 : gli enti coinvolti nell’ attivita’ normativa • A Livello Nazionale • La UNI ( Ente Italiano per l’ Unificazione) è il suo equivalente Italiano, costituito nel 1921, ed è composto da Enti pubblici, Associazioni, Aziende, Istituti tecnici, Istituti economici, etc. • Anche essa si occupa di tutti i settori, esclusi quello elettrico ed elettronico, che fanno capo alla CEI (Comitato Elettrotecnico ed Elettronico Italiano) • Ovviamente : • Sia CEN che UNI partecipano ai lavori della ISO, a livello mondiale, nonché alle attività degli Enti di Certificazione • La stessa cosa vale anche per CENELEC e CEI, che partecipano ai lavori della IEC, nel settore elettrico ed elettronico, a livello mondiale, nonchè alle attività degli Enti di Certificazione. 11/10/2012 Riccardo Lega 125
  • 126. Tema 1.4.2 : la Certificazione Argomento 1.4.2.1 : significato del termine Certificazione • Per Certificazione si intende l’attività di verifica della conformità di Prodotti, Aziende, Personale alle Normative emesse dagli Enti di Normazione. • Essa viene effettuata da Organismi Accreditati a loro volta, da altri organismi Nazionali o Internazionali, a svolgere tale attività. 11/10/2012 Riccardo Lega 126
  • 127. Argomento 1.4.2.2 : significato della Certificazione di sistema • Per Certificazione di Sistema si intende l’attività di verifica di Conformità del Sistema Organizzativo esaminato con i requisiti richiesti, in genere con quelli richiesti dalla Norma UNI EN ISO 9001 . • Le linee guida per lo svolgimento di tale attività sono indicate nella Norma UNI EN ISO 19011 11/10/2012 Riccardo Lega 127
  • 128. Argomento 1.4.2.3 : significato della Certificazione di prodotto • Per certificazione di prodotto si intende l’attività di verifica di Conformità delle caratteristiche dichiarate o richieste ad un prodotto. • Essa si svolge mediante viste periodiche presso le Aziende produttrici, per effettuare prove di Laboratorio sui campioni di prodotto, prelevati dalla produzione. • Esse vengono svolte secondo normative cogenti (esempio: marcatura CE ) o volontarie (esempio :esente da OGM ), che variano in funzione della tipologia di prodotto in esame e da parte di Laboratori accreditati da ACCREDIA per effettuare quelle particolari prove e misurazioni. 11/10/2012 Riccardo Lega 128
  • 129. Argomento 1.4.2.4 : significato della Certificazione di persone • Per Certificazione di persone si intende l’attività di verifica di competenza , addestramento, istruzione , etc , del personale abilitato a svolgere particolari mansioni, che richiedono una specifica qualificazione da parte di un Organismo accreditato da ACCREDIA. • Un esempio di Certificazione di persona è quella di Verificatore di sistema: Qualità, Ambiente, Sicurezza dei lavoratori, etc, i cui requisiti sono anch’essi riportati nella Linea Guida UNI EN ISO 19011 • I principali Organismi Accreditati, in Italia, per la Certificazione di persone sono AICQ-SICEV e CEPAS . • La Certificazione EQDL FULL esonera dalla prova scritta per entrare nell’Albo dei Valutatori AICQ-SICEV . Chi ha la Certificazione EQDL START può effettuare la Certificazione EQDL PLUS per ottenere automaticamente la EQDL FULL. Altri esempi di qualificazione e certificazione di persone, ad oggi esistenti, è quello del personale addetto alle prove non distruttive (EN 473), nonché di quello addetto alle saldatura automatica e completamente meccanizzata di materiale metallico (EN 1418), gli addetti alla protezione catodica. 11/10/2012 Riccardo Lega 129
  • 130. Tema 1.4.3 : l’ Accreditamento Argomento 1.4.3.1 : scopo dell’ Accreditamento Lo scopo dell’accreditamento è quello di effettuare il riconoscimento formale dell’idoneità di un organismo o di un laboratorio a compiere rispettivamente attività di Certificazioni o attività di Prove e Misurazioni, nonché di Taratura della Strumentazione di misura, da parte di una Organizzazione indipendente e di livello Nazionale, a sua volta riconosciuta a livello Internazionale. Argomento 1.4.3.2 : Accreditamento dei laboratori e degli organismi di Certificazione L’Ente in Italia riconosciuto a livello Internazionale per effettuare l’attività di Accreditamento degli Organismi di Certificazione ed Ispezione e dei Laboratori di Prova e Taratura è ACCREDIA, il quale è nato il 15/07/2008 dalla fusione del SINCERT (Sistema Nazionale per l'Accreditamento degli Organismi di Certificazione e Ispezione ) del SINAL (Sistema Nazionale per l’accreditamento di Laboratori) e del SIT ( Sistema Internazionale di Taratura) 11/10/2012 Riccardo Lega 130
  • 131. Argomento 1.4.3.2 : Accreditamento dei laboratori e degli Organismi di Certificazione • Nell’ambito della Comunità Europea esiste un Organismo analogo, lo EA (European Accreditation) che promuove il mutuo riconoscimento di Certificazioni Accreditate da parte di diversi Organismi Nazionali, che operano nell’ambito della Comunità Europea (MLA- Multi Lateral Agreement ) , senza la necessità di dover ripetere le Verifiche Ispettive nei vari Stati Europei. • A livello Internazionale tale attività viene svolta dallo IAF ( International Accreditation Forum) 11/10/2012 Riccardo Lega 131
  • 132. MODULO 1B START 1 B ) Concetti di base sulla soddisfazione dei clienti 11/10/2012 Riccardo Lega 132
  • 133. MODULO 1 B : la soddisfazione dei clienti Scopo del presente modulo è che il candidato conosca i concetti relativi alla soddisfazione del cliente, le ragioni della necessità della valutazione di tale grandezza e le principali tecniche in uso per la sua misurazione. 11/10/2012 Riccardo Lega 133
  • 134. Sez. 6.1 – Concetto di soddisfazione del cliente Tema 6.1.1- Definizioni e generalità Argomento 6.1.1.1 : Concetto di cliente e di sua soddisfazione, così come indicato nella Norma ISO 9000:2000/08 Secondo la Norma ISO 9000:2000/08 il cliente è l’organizzazione o persona che riceve un prodotto/servizio. La soddisfazione del cliente è la percezione del cliente su quanto i suoi requisiti siano stati soddisfatti. La UNI 11098 chiarisce che il cliente è l’organizzazione o la persona che non solo ha effettuato l’acquisto, ma ha avuto anche l’esperienza di acquirente, oltre che di consumatore o utente. 11/10/2012 Riccardo Lega 134
  • 135. Argomento 6.1.1.1 : Concetto di cliente e di sua soddisfazione, così come indicato nella Norma ISO 9000:2000/08 11/10/2012 Riccardo Lega 135
  • 136. Argomento 6.1.1.1 : Concetto di Cliente e di sua soddisfazione, così come indicato nella Norma ISO 9000:2000/08 La soddisfazione del cliente può pertanto avere tre stati base : • Soddisfatto: Le sue aspettative sono state raggiunte • Insoddisfatto: Le sue aspettative sono state disattese • Deliziato/Sorpreso: Le sue aspettative sono state superate 11/10/2012 Riccardo Lega 136
  • 137. Argomento 6.1.1.1 : Concetto di Cliente e di sua soddisfazione, così come indicato nella Norma ISO 9000:2000/08 11/10/2012 Riccardo Lega 137
  • 138. Argomento 6.1.1.2 : Concetto di cliente esterno ed interno • Ovviamente nel concetto di cliente sopra definito c’è da includere anche il cliente interno, inteso essenzialmente come il personale che opera all’interno dell’organizzazione. • La soddisfazione del personale, sia di contatto col cliente esterno (Front Office) sia impegnato nei Processi a monte (Back Office) influenza la capacità dell’organizzazione di soddisfare i clienti esterni. • Il personale che opera in tutti processi a monte è importante per la soddisfazione del cliente esterno, perché influisce sulla soddisfazione dei reparti a valle. • Pertanto le indagini sulla soddisfazione del personale interno costituisce un forte stimolo per sensibilizzare il personale a migliorare l’orientamento ai clienti finali dell’organizzazione. 11/10/2012 Riccardo Lega 138
  • 139. Argomento 6.1.1.2 : Concetto di cliente esterno ed interno 11/10/2012 Riccardo Lega 139
  • 140. Argomento 6.1.1.3 : Concetto di cliente diretto ed indiretto • Anche nel caso dei clienti esterni bisogna tener conto oltre che dei clienti diretti anche dei clienti indiretti costituiti dalla catena dei distributori, dei dettaglianti e dei consumatori, nel settore dei beni di largo consumo. • Oppure dalla catena fabbricante, concessionario, utilizzatore nel settore dei beni durevoli. 11/10/2012 Riccardo Lega 140
  • 141. Argomento 6.1.1.4 : Differenza fra “potenziale di un cliente” e “cliente potenziale” Il potenziale di un cliente indica il suo fabbisogno totale della tipologia di prodotti messi a disposizione da un’organizzazione, che finora viene coperto anche acquistando da uno o più fornitori. Il potenziale di un cliente può essere inteso anche come la sua capacità di influenzare il comportamento di altri clienti (effetto alone). 11/10/2012 Riccardo Lega 141
  • 142. Argomento 6.1.1.4 : Differenza fra “potenziale di un cliente” e “cliente potenziale” Il cliente potenziale è invece un possibile cliente dei prodotti/servizi di un’organizzazione, che attualmente però è cliente di un’organizzazione concorrente, o non ha ancora espressa l’esigenza di quel particolare prodotto/servizio. 11/10/2012 Riccardo Lega 142