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Raimondo Villano – Influenza A/H1N1

3
4

Raimondo Villano – Influenza A/H1N1
Sotto l’Alto Patrocinio
dell’International Committee on VirusPhere
del World Academy of Biomedical Tecnology (UNESCO - Parigi)
member Uati-Icet c/o BINTEL project
(Bio Technologies for Sustainabol Development for Health)

Presentazione

Raimondo Villano – Influenza A/H1N1

5
Q

uesto ulteriore contributo sull’influenza, scritto da Raimondo
Villano, si distingue perché in esso vengono evidenziati gli aspetti
strategici di una malattia oggi molto al centro dell’attenzione,
riportando una ricca analisi raccolta personalmente e fornendo le
nozioni virologiche aggiornate con gli ultimi studi.
Corollario necessario è il capitolo sulle circolari del Ministero del
Welfare con particolare accento su un’epidemiologia in linea con il
testo.
Analizzandone i dettagli, l’Autore tocca i molteplici problemi
interpretativi di ordine clinico ed epidemiologico della già lunga storia
evolutiva di questa giovane malattia; approfondisce con chiara
competenza i punti di maggiore interesse del rebus-influenza, e cioè le
caratteristiche strutturali del virus A/H1N1, senza riportare però i
problemi di diagnostica virologica con particolare riferimento ai tests di
più agevole e sicuro utilizzo.
L’inconsueta trattazione binaria dell’influenza sotto il profilo sia
virologico che istituzionale preventivo, rende questo lavoro
assolutamente originale per l’ampio bagaglio di informazione che offre,
nonché prezioso strumento di consultazione.
Bisogna anche dare un giusto elogio all’Autore che è riuscito a
pubblicare con particolare dovizia di particolari questa opera che
senz’altro si distingue tra tanti lavori della letteratura mondiale su
questa gettonata malattia del nostro tempo.
Prof. Giulio Tarro
Presidente della Commissione
sulle Biotecnologie della Virosfera,
WABT UNESCO, Parigi
Professore aggiunto del Dipartimento di Biologia
alla Temple University di Filadelfia (USA)

6

Raimondo Villano – Influenza A/H1N1
P S
arte

econda

La Nuova Influenza Suina Pandemica

Raimondo Villano – Influenza A/H1N1

7
Epidemiologia

I

l 2 aprile 2009 a Perote nello Stato di Veracruz sulla costa del golfo
del Messico è accertato il “paziente 0”, il primo caso di contagio: è
un bambino di quattro anni, che fortunatamente guarisce.
Il “paziente zero”, in effetti, è soprattutto elemento di studi
epidemiologici, mentre per i virologi è più importante trovare e
codificare la formula aggiornata del virus.
Undici giorni dopo, invece, il 13 aprile, si verifica la prima morte
accertata per febbre suina, quella della trentanovenne Adela Maria
Gutiérrez Cruz, deceduta nello Stato di Oaxaca a sud di Città del
Messico.
Il 25 aprile 2009 sono già 20 i morti accertati in Messico su 1.004 casi
di contagio da nuovo ceppo dell’influenza (comunicato del ministro
della Sanità messicano José Angel Córdova) e sono ben 40 i decessi con
indagini in corso per stabilire se vadano attribuiti all’influenza suina. Le
autorità di Città del Messico, dove è accertato il maggior numero di
contagi, decidono la sospensione di tutte le attività pubbliche e la
chiusura di scuole, musei, biblioteche e sale cinematografiche e teatrali.
Alla stessa data, poi, risulta che il contagio ha superato la frontiera con

8

Raimondo Villano – Influenza A/H1N1
gli Stati Uniti dove, secondo l’Oms, si registrano otto casi accertati. Le
analisi in territorio statunitense, inoltre, confermano quelle dell’Oms, e
cioè che il virus sembra essere lo stesso negli Stati Uniti e in Messico
ma non è chiaro il motivo per cui sia così letale in Messico mentre negli
USA non abbia causato vittime.
In pochissimi giorni gli Stati Uniti diventano la seconda area più
colpita: almeno 28 casi accertati a New York, 11 in California, 2 in
Texas, 2 in Kansas e uno in Ohio. Secondo il sindaco di New York
Michael Bloomberg, inoltre, in una sola scuola del quartiere Queens
potrebbero essere oltre 100 gli studenti colpiti.
Nel contempo, il fatto che la gran parte dei decessi riguardi persone tra i
25 e i 45 anni fa già pensare al rischio di una pandemia, in
considerazione del fatto che le influenze stagionali tendono, invece, a
colpire gli anziani e i bimbi piccoli. Anzi, secondo non pochi esperti
(come, ad esempio, il direttore del Centro di controllo e prevenzione
delle malattie di Atlanta, Richard Besser) è probabilmente già troppo
tardi per contenere una nuova epidemia.
L’allarme, intanto, è già esteso in tutti i Paesi latinoamericani (solo in
Colombia sono segnalati 9 casi di contagio), dove sono aumentati i
controlli negli aeroporti e sono attivati piani sanitari di emergenza per
evitare il contagio. Anche in Nordamerica sono segnalati 6 casi in
Canada, mentre l’allarme inizia a diffondersi ovunque. In Nuova
Zelanda, ad esempio, il ministro della Sanità Tony Ryall dichiara di
temere il contagio (confermato alcuni giorni dopo) per 10 studenti
rientrati di recente dal Messico. In Israele è confermato oggi un primo
caso di contagio di un giovane rientrato la settimana precedente dal
Messico. Una cinquantina di casi sospetti e messi sotto osservazione
sono in Australia il cui Governo, come quello neozelandese, comunque
impone strette misure di controllo sui voli provenienti dalle Americhe.
Misure analoghe sono prese in Giappone, dove però non vi sono
segnalazioni di casi sospetti. In Corea del Sud, invece, è sotto esame una
donna di 51 anni che presenta sintomi d’influenza al ritorno dal
Messico.
In Cina, secondo il rappresentante locale dell’Oms Hans Troedsson, non
ci sono casi confermati e neppure probabili di contagio da febbre suina.
Tuttavia, le autorità indagano su numerose persone con sintomi sospetti,
compresi un centinaio di ragazzi di una scuola nella provincia dello
ShaanXI, chiusa per precauzione.
Raimondo Villano – Influenza A/H1N1

9
Per quanto riguarda l’Europea, è confermato un primo caso di contagio
in Spagna, dove sono sotto osservazione altre 18 persone rientrate di
recente dal Messico. In Francia, invece, hanno esito negativo a
Tourcoing, nel nord del Paese, gli esami su una famiglia da poco tornata
da un viaggio in California con sintomi sospetti, così come quelli su un
altro paziente nell’area di Parigi. Casi sospetti vi sono anche in
Danimarca, Germania, Grecia, Irlanda, Repubblica Ceca e Svezia.
Anche in Italia i primi esami sul caso sospetto di una donna a Venezia
risultano negativi, ma sono in corso controlli più approfonditi.
A Bruxelles, intanto, la Commissione europea chiede ed ottiene per
giovedì la convocazione di un vertice straordinario dei ministri della
Sanità mentre il commissario alla Sanità Androulla Vassiliou partecipa
alla riunione a Lussemburgo dei ministri degli Esteri e sottolinea che
sono attivi tutti i meccanismi per aumentare la sorveglianza e per ridurre
i potenziali rischi di contagio.
Negli Stati Uniti, invece, è dichiarato lo stato d’emergenza, definito dal
segretario per la Sicurezza nazionale Janet Napolitano una procedura
standard per accelerare le operazioni di prevenzione.
Nel contempo, circa 12 milioni di dosi dei farmaci antinfluenzali
Tamiflu e Relenza sono in procinto di essere consegnati agli Stati in cui
si stima la sussistenza di una condizione di potenziale bisogno nel
breve termine.
Il grado di allerta, intanto, dal livello tre di sei (trasmissione da uomo a
uomo assente o molto limitata) è innalzato il 28 aprile dal comitato degli
esperti al grado 4 (consistente aumento della trasmissione da uomo a
uomo). Tra l'altro, un caso del genere è stato accertato in Messico, unico
Paese dove finora ci siano stati morti.
Secondo i vertici dell’Oms (vicedirettore generale Keiji Fukuda),
comunque, tale istituzione è pronta ad affrontare un’eventuale pandemia
(dal greco antico pan-demos, “tutto il popolo”) grazie alla preparazione
degli ultimi cinque anni contro il virus H5N1 (influenza aviaria).
L’Oms, inoltre, è in contatto con altri centri specializzati
nell’eventualità si renda necessario mettere a punto un vaccino.
In effetti, “il cambiamento a una fase più alta dell’allerta indica che la
probabilità di una pandemia è salita, ma non che una pandemia sia
inevitabile” (comunicato ufficiale Oms).
Data la diffusione del virus, giunto in Paesi anche molto lontani dal
Messico, contenere lo scoppio della malattia non sembra più possibile e
10

Raimondo Villano – Influenza A/H1N1
l’accento viene posto, conseguentemente, sulle misure di mitigazione. A
tal proposito, in particolare, l’Oms sollecita i Governi a prendere
rapidamente tutte le misure necessarie per scongiurare la proliferazione
dell’epidemia fino al livello pandemico, anche se non raccomanda la
chiusura delle frontiere né restrizioni ai viaggi.
All’inizio del mese di maggio sono confermati un caso in Italia, due in
Francia e la presenza del virus in Cina e in Corea del Nord mentre la
presenza dell’influenza è confermata in 17 Paesi.
Il caso italiano, in particolare, accertato nei campioni biologici inviati
all’Istituto superiore di sanità a Roma, riguarda un cinquantenne di
Aulla (ricoverato in ospedale a Massa dopo essere tornato il 23 aprile da
un viaggio in Messico) guarito e già dimesso dall’ospedale, mentre
danno esito negativo gli esami virologici effettuati su quanti erano
entrati in contatto con l’ammalato.
In Cina, in un albergo di Hong Kong, il Metropark Hotel, circa trecento
persone, tra ospiti e dipendenti, sono messe sotto osservazione dopo che
è risultato positivo al test dell’AH1N1 un giovane messicano arrivato
due giorni prima su un aereo proveniente da Città del Messico e che
aveva fatto scalo a Shanghai. Il Governo cinese, inoltre, conferma che
per una settimana sono tenute sotto controllo le persone presenti
nell’albergo, chiede a quanti si trovavano sullo stesso aereo di
presentarsi alle autorità sanitarie per controlli e, al tempo stesso,
annuncia la sospensione dei voli da e per il Messico.
Appena una settimana dopo sono 2.217 i casi di influenza A/H1N1 nel
mondo, mentre i decessi sono saliti a 44, secondo il Centro europeo per
il controllo delle malattie (Ecdc) che registra 17 nuovi contagi accertati
in laboratorio nei Paesi europei di cui cinque confermati in Italia. I Paesi
più colpiti si confermano il Messico (1.112 casi e 42 morti), gli Usa
(745 e 2 decessi) e il Canada (201 casi accertati).
A fine maggio secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (che
prende in considerazione soltanto i casi ufficialmente notificati e
confermati in laboratorio) sfiorano quota 13.000 i casi dell’influenza
A/H1N1 segnalati nel mondo in quarantasei Paesi e il numero dei
decessi è a 92. La stragrande maggioranza dei contagi è registrata nel
Nordamerica, epicentro dell’epidemia. Gli Stati Uniti segnalano il più
alto numero di infezioni (6.764) di cui 10 letali. In Messico sono
registrati 4.174 contagi, 80 dei quali mortali. Seguono il Canada (921
infezioni) e il Giappone (350).
Raimondo Villano – Influenza A/H1N1

11
Nel frattempo si segnala un’impennata in Gran Bretagna con 47 nuovi
casi di debole intensità registrati (44 in una scuola presso Birmingham)
in sole 24 ore.
Il Governo di Singapore, intanto, conferma la registrazione del primo
caso di influenza relativo ad una ragazza di 22 anni tornata da New
York con un volo aereoe messa in quarantena. Nello stesso tempo le
autorità sanitarie greche hanno annunciato un terzo caso di influenza,
aggiungendo che si stanno vagliando altri quattro casi sospetti. In molti
aeroporti del mondo, intanto, si intensificano i controlli avvalendosi
anche di telecamere termiche.
L’11 giugno l’Oms porta il livello a 6 su 6 dichiarando il periodo
pandemico della nuova influenza, cioè l’aumentata e prolungata
trasmissione del virus nella popolazione in numerosi Paesi del mondo.
Allerta per diffusione, non per gravità: l’Oms sottolinea, infatti, il
carattere moderato della pandemia. Il massimo livello di allerta per la
nuova influenza, dunque, “non è dovuto alla gravità clinica dei sintomi,
ma alla grande diffusione geografica del virus” (vice Ministro Ferruccio
Fazio). Tale valutazione è scaturita dal fatto che la maggior parte delle
persone che ha contratto la nuova influenza è guarita anche senza la
necessità di terapia farmacologica e ricovero ospedaliero. Si è visto
inoltre, che nel complesso i Servizi sanitari dei Paesi colpiti dalla nuova
influenza A(H1N1) sono riusciti a fronteggiare l’emergenza sanitaria. A
tale data la nuova influenza, anche se particolarmente contagiosa,
sembra causare, soprattutto in persone generalmente sane, una malattia
leggera con sintomatologia simile a quella dell’influenza stagionale.
Non a caso la stessa Oms non raccomanda restrizioni ai viaggi relazione
ai focolai di influenza A (H1N1) ma invita le persone affette da malattie
come diabete, tumore o altre malattie croniche o donne in gravidanza a
rinviare prudentemente i viaggi internazionali e a non mettersi in
viaggio se malate. In ogni caso le raccomandazioni, chiaramente
destinate a tutti coloro che si recano in zone interessate dai focolai di
influenza, non esulano da quelle che il buon senso può indurre.
In generale, davanti alle statistiche sulla mortalità che vengono diffuse
occorre assumere un atteggiamento prudente e senza allarmismi anche
perché l’incremento delle morti sicuramente riferibile ad una sindrome
influenzale non può essere determinato sempre o con assoluta certezza.
Nel caso pandemico in corso, poi, il rapporto tra colpiti dal virus e morti
non ha raggiunto indici tali da giustificare un allarme generalizzato.
12

Raimondo Villano – Influenza A/H1N1
Basti pensare che solo in Italia lo scorso anno l’indice di mortalità è
aumentato di alcune migliaia di unità nel periodo in cui si era scatenata
l’influenza.
Per capire quanto l’influenza incida direttamente sulle cause di morte è
necessario fare riferimento alla curva di mortalità attesa nel Paese in un
anno. In genere questa curva raggiunge il nadir nel periodo estivo e lo
zenit nel periodo invernale. In parole semplici se l’andamento
sinusoidale, ma regolare, della mortalità annua nella storia di un Paese si
eleva in un picco nel periodo coincidente con il diffondersi
dell’influenza, allora si va lì a calcolare la mortalità in eccesso e,
dunque, è possibile riferire l’aumento dei decessi come determinato
dall’azione della forma influenzale. Ma si va anche ad esaminare come
e su chi il virus influenzale può essere responsabile di patologie più
gravi. Si tratta di dati di estrema importanza perché aiutano a discernere
le morti per infezioni sopraggiunte e sovrappostesi a infezioni
preesistenti o su organismi già indeboliti, da quelle causate direttamente
dai danni prodotti a carico dei polmoni talmente serie da causare la
morte anche in soggetti giovani e per il resto sani.
Sino a fine luglio questa operazione non è stata fatta in riferimento alla
pandemia di febbre suina o, almeno, non è stata effettuata secondo la
prassi.
In mancanza di dati precisi, quindi, si può ritenere sia corretto parlare di
forma influenzale con risvolti letali tali da ingenerare allarmismo e da
tenere in seria considerazione ma in modo equilibrato.
A fine luglio la pandemia di nuova influenza risulta propagarsi a una
velocità senza precedenti (nota dell’Organizzazione mondiale della
sanità). Il virus H1N1, infatti, ha fatto in 6 settimane quello che altri
virus fecero in 6 mesi, diffondendosi a una ritmo mai visto prima.
Questa situazione, precisa l’Oms, rende impossibile per i Paesi coinvolti
confermare con esami di laboratorio tutti i casi segnalati. Ed è per
questo che la stessa Oms dichiara che non fornirà più i consueti
bollettini con tutti i casi registrati nei vari Paesi e che si limiterà a dare
informazioni sulle zone recentemente interessate dall’infezione. A
questo punto un’ulteriore diffusione del virus è considerata inevitabile,
sia all’interno di Paesi già colpiti che in nuovi Paesi.
Il virus, ormai, è diffuso con circa 155.000 casi e 943 morti in 160 Paesi
su 193 (dati ufficiali aggiornati al 25 luglio forniti dai Centri per il
controllo delle malattie di Stati Uniti Cdc ed Europa Ecdc e riferiti,
Raimondo Villano – Influenza A/H1N1

13
naturalmente, ai casi confermati): i casi reali, per i quali la diagnosi è in
corso, sono, ovviamente, ben più numerosi.
Contrariamente ai virus dell'influenza stagionale, che circolano in
inverno, quello della pandemia colpisce indipendentemente dalla
stagione tanto nell’emisfero sud del pianeta, dove in tale periodo è
inverno, quanto nell’emisfero nord. I più colpiti dalla pandemia restano
gli Stati Uniti con circa 44.000 casi segalati dai Cdc (circa 3.000 in più
confermati nella sola ultima settimana!) e 302 morti.
Le infezioni sono molto numerose anche in Australia, con circa 16.000
casi, in Messico (circa 15.000), Cile (circa 12.000), Gran Bretagna (oltre
11.000 casi e 30 morti) e Canada (oltre 10.000). A questi punti
nevralgici dell’infezione, sulla mappa della pandemia si aggiungono
focolai in crescita in Thailandia (oltre 5.100 casi), Giappone (oltre 5.000
casi), Perú (circa 3.000), Filippine (circa 2.700), Nuova Zelanda (oltre
2.500), Germania (circa 2.500), Hong Kong (oltre 2.200). Dopo Gran
Bretagna e Germania, in Europa il terzo Paese più colpito è la Spagna
(oltre 1.500) seguita da Francia (oltre 600), Svezia (390) e Italia (320).
Il continente africano è il meno toccato dalla pandemia che ha colpito
soprattutto in Sudafrica (119) e Kenya (22). Secondo i dati riferiti da
Canada, Cile, Giappone, Gran Bretagna e Stati Uniti, i più colpiti sono
stati finora i ragazzi fra 12 e 17 anni. L’Oms, tuttavia, rileva che si
comincia ad osservare che le persone che hanno bisogno di ricovero e
quelle che mostrano le conseguenze più gravi sembrano essere più
anziane.
Al 22 luglio in Italia, intanto, le misure di sorveglianza e controllo
adottate hanno consentito di limitare il numero di casi di influenza del
nuovo virus a 320 e con solo 4 casi non riferibili a viaggi in aree affette.
Con tali dati e con il moderno sistema evoluto dei trasporti certamente
una delle preoccupazioni degli epidemiologi a riguardo è che le
condizioni di mobilità delle persone risulta oggi un cofattore pandemico
determinante rispetto al passato (ad esempio, ai tempi della Spagnola).
In effetti, che il mondo diventasse più piccolo con la possibilità di
spostarsi rapidamente da un capo all’altro del pianeta ha fatto un gran
bene agli esseri umani ... ma anche ad alcuni dei nostri peggiori nemici!
Le prospettive europee di pandemia A/H1N1 in autunno-inverno sono
del 20% di popolazione infettata (stima di Zsuzsanna Jakab, direttore
dei Centri europei per il controllo delle malattie ECDC nel corso del
Consiglio dei ministri della Salute europei in Svezia): numeri, in effetti,
14

Raimondo Villano – Influenza A/H1N1
in forte crescita considerando che a luglio poco meno dell’1% degli
abitanti in Europa è alle prese con il virus.
Va considerato, infine, che se dovesse evolvere oggi un virus
influenzale aggressivo come la Spagnola e resistente ai farmaci, basti
pensare alla temuta e temibile influenza aviaria H5N1, basterebbero
poche settimane, se non addirittura pochi giorni, perché si diffonda in
molte regioni del pianeta con conseguenze potenzialmente catastrofiche.
FASI E LIVELLI DI RISCHIO INFETTIVO
FASE

LIVELLO DI RISCHIO

FASE 1-2
INFEZIONI A PREVALENZA ANIMALE
FASE 3
INFEZIONE NELL'UOMO
MA ASSENZA DI TRASMISSIONE
INTERUMANA (DA UOMO A UOMO)

PERIODO
INTERPANDEMICO

FASE 4
POCHI CASI - LIMITATA
TRASMISSIONE INTERUMANA
IL VIRUS NON E' BEN ADATTATO
ALL'UOMO
FASE 5
DIFFUSIONE INTERUMANA ANCORA
LOCALIZZATA
IL VIRUS MIGLIORA IL SUO
ADATTAMENTO ALL'UOMO
IL VIRUS NON E' ANCORA
PIENAMENTE TRASMISSIBILE
FASE 6
AUMENTATA E PROLUNGATA
TRASMISSIONE NELLA POPOLAZIONE
GENERALE

PERIODO DI ALLERTA

PERIODO PANDEMICO

Fonte: CDC e Ministero Lavoro, Salute e Politiche Sociali - Direz. generale Prevenzione sanitaria

Raimondo Villano – Influenza A/H1N1

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Raimondo Villano - Influenza A(H1N1): epidemiologia

  • 1. Raimondo Villano – Influenza A/H1N1 3
  • 2. 4 Raimondo Villano – Influenza A/H1N1
  • 3. Sotto l’Alto Patrocinio dell’International Committee on VirusPhere del World Academy of Biomedical Tecnology (UNESCO - Parigi) member Uati-Icet c/o BINTEL project (Bio Technologies for Sustainabol Development for Health) Presentazione Raimondo Villano – Influenza A/H1N1 5
  • 4. Q uesto ulteriore contributo sull’influenza, scritto da Raimondo Villano, si distingue perché in esso vengono evidenziati gli aspetti strategici di una malattia oggi molto al centro dell’attenzione, riportando una ricca analisi raccolta personalmente e fornendo le nozioni virologiche aggiornate con gli ultimi studi. Corollario necessario è il capitolo sulle circolari del Ministero del Welfare con particolare accento su un’epidemiologia in linea con il testo. Analizzandone i dettagli, l’Autore tocca i molteplici problemi interpretativi di ordine clinico ed epidemiologico della già lunga storia evolutiva di questa giovane malattia; approfondisce con chiara competenza i punti di maggiore interesse del rebus-influenza, e cioè le caratteristiche strutturali del virus A/H1N1, senza riportare però i problemi di diagnostica virologica con particolare riferimento ai tests di più agevole e sicuro utilizzo. L’inconsueta trattazione binaria dell’influenza sotto il profilo sia virologico che istituzionale preventivo, rende questo lavoro assolutamente originale per l’ampio bagaglio di informazione che offre, nonché prezioso strumento di consultazione. Bisogna anche dare un giusto elogio all’Autore che è riuscito a pubblicare con particolare dovizia di particolari questa opera che senz’altro si distingue tra tanti lavori della letteratura mondiale su questa gettonata malattia del nostro tempo. Prof. Giulio Tarro Presidente della Commissione sulle Biotecnologie della Virosfera, WABT UNESCO, Parigi Professore aggiunto del Dipartimento di Biologia alla Temple University di Filadelfia (USA) 6 Raimondo Villano – Influenza A/H1N1
  • 5. P S arte econda La Nuova Influenza Suina Pandemica Raimondo Villano – Influenza A/H1N1 7
  • 6. Epidemiologia I l 2 aprile 2009 a Perote nello Stato di Veracruz sulla costa del golfo del Messico è accertato il “paziente 0”, il primo caso di contagio: è un bambino di quattro anni, che fortunatamente guarisce. Il “paziente zero”, in effetti, è soprattutto elemento di studi epidemiologici, mentre per i virologi è più importante trovare e codificare la formula aggiornata del virus. Undici giorni dopo, invece, il 13 aprile, si verifica la prima morte accertata per febbre suina, quella della trentanovenne Adela Maria Gutiérrez Cruz, deceduta nello Stato di Oaxaca a sud di Città del Messico. Il 25 aprile 2009 sono già 20 i morti accertati in Messico su 1.004 casi di contagio da nuovo ceppo dell’influenza (comunicato del ministro della Sanità messicano José Angel Córdova) e sono ben 40 i decessi con indagini in corso per stabilire se vadano attribuiti all’influenza suina. Le autorità di Città del Messico, dove è accertato il maggior numero di contagi, decidono la sospensione di tutte le attività pubbliche e la chiusura di scuole, musei, biblioteche e sale cinematografiche e teatrali. Alla stessa data, poi, risulta che il contagio ha superato la frontiera con 8 Raimondo Villano – Influenza A/H1N1
  • 7. gli Stati Uniti dove, secondo l’Oms, si registrano otto casi accertati. Le analisi in territorio statunitense, inoltre, confermano quelle dell’Oms, e cioè che il virus sembra essere lo stesso negli Stati Uniti e in Messico ma non è chiaro il motivo per cui sia così letale in Messico mentre negli USA non abbia causato vittime. In pochissimi giorni gli Stati Uniti diventano la seconda area più colpita: almeno 28 casi accertati a New York, 11 in California, 2 in Texas, 2 in Kansas e uno in Ohio. Secondo il sindaco di New York Michael Bloomberg, inoltre, in una sola scuola del quartiere Queens potrebbero essere oltre 100 gli studenti colpiti. Nel contempo, il fatto che la gran parte dei decessi riguardi persone tra i 25 e i 45 anni fa già pensare al rischio di una pandemia, in considerazione del fatto che le influenze stagionali tendono, invece, a colpire gli anziani e i bimbi piccoli. Anzi, secondo non pochi esperti (come, ad esempio, il direttore del Centro di controllo e prevenzione delle malattie di Atlanta, Richard Besser) è probabilmente già troppo tardi per contenere una nuova epidemia. L’allarme, intanto, è già esteso in tutti i Paesi latinoamericani (solo in Colombia sono segnalati 9 casi di contagio), dove sono aumentati i controlli negli aeroporti e sono attivati piani sanitari di emergenza per evitare il contagio. Anche in Nordamerica sono segnalati 6 casi in Canada, mentre l’allarme inizia a diffondersi ovunque. In Nuova Zelanda, ad esempio, il ministro della Sanità Tony Ryall dichiara di temere il contagio (confermato alcuni giorni dopo) per 10 studenti rientrati di recente dal Messico. In Israele è confermato oggi un primo caso di contagio di un giovane rientrato la settimana precedente dal Messico. Una cinquantina di casi sospetti e messi sotto osservazione sono in Australia il cui Governo, come quello neozelandese, comunque impone strette misure di controllo sui voli provenienti dalle Americhe. Misure analoghe sono prese in Giappone, dove però non vi sono segnalazioni di casi sospetti. In Corea del Sud, invece, è sotto esame una donna di 51 anni che presenta sintomi d’influenza al ritorno dal Messico. In Cina, secondo il rappresentante locale dell’Oms Hans Troedsson, non ci sono casi confermati e neppure probabili di contagio da febbre suina. Tuttavia, le autorità indagano su numerose persone con sintomi sospetti, compresi un centinaio di ragazzi di una scuola nella provincia dello ShaanXI, chiusa per precauzione. Raimondo Villano – Influenza A/H1N1 9
  • 8. Per quanto riguarda l’Europea, è confermato un primo caso di contagio in Spagna, dove sono sotto osservazione altre 18 persone rientrate di recente dal Messico. In Francia, invece, hanno esito negativo a Tourcoing, nel nord del Paese, gli esami su una famiglia da poco tornata da un viaggio in California con sintomi sospetti, così come quelli su un altro paziente nell’area di Parigi. Casi sospetti vi sono anche in Danimarca, Germania, Grecia, Irlanda, Repubblica Ceca e Svezia. Anche in Italia i primi esami sul caso sospetto di una donna a Venezia risultano negativi, ma sono in corso controlli più approfonditi. A Bruxelles, intanto, la Commissione europea chiede ed ottiene per giovedì la convocazione di un vertice straordinario dei ministri della Sanità mentre il commissario alla Sanità Androulla Vassiliou partecipa alla riunione a Lussemburgo dei ministri degli Esteri e sottolinea che sono attivi tutti i meccanismi per aumentare la sorveglianza e per ridurre i potenziali rischi di contagio. Negli Stati Uniti, invece, è dichiarato lo stato d’emergenza, definito dal segretario per la Sicurezza nazionale Janet Napolitano una procedura standard per accelerare le operazioni di prevenzione. Nel contempo, circa 12 milioni di dosi dei farmaci antinfluenzali Tamiflu e Relenza sono in procinto di essere consegnati agli Stati in cui si stima la sussistenza di una condizione di potenziale bisogno nel breve termine. Il grado di allerta, intanto, dal livello tre di sei (trasmissione da uomo a uomo assente o molto limitata) è innalzato il 28 aprile dal comitato degli esperti al grado 4 (consistente aumento della trasmissione da uomo a uomo). Tra l'altro, un caso del genere è stato accertato in Messico, unico Paese dove finora ci siano stati morti. Secondo i vertici dell’Oms (vicedirettore generale Keiji Fukuda), comunque, tale istituzione è pronta ad affrontare un’eventuale pandemia (dal greco antico pan-demos, “tutto il popolo”) grazie alla preparazione degli ultimi cinque anni contro il virus H5N1 (influenza aviaria). L’Oms, inoltre, è in contatto con altri centri specializzati nell’eventualità si renda necessario mettere a punto un vaccino. In effetti, “il cambiamento a una fase più alta dell’allerta indica che la probabilità di una pandemia è salita, ma non che una pandemia sia inevitabile” (comunicato ufficiale Oms). Data la diffusione del virus, giunto in Paesi anche molto lontani dal Messico, contenere lo scoppio della malattia non sembra più possibile e 10 Raimondo Villano – Influenza A/H1N1
  • 9. l’accento viene posto, conseguentemente, sulle misure di mitigazione. A tal proposito, in particolare, l’Oms sollecita i Governi a prendere rapidamente tutte le misure necessarie per scongiurare la proliferazione dell’epidemia fino al livello pandemico, anche se non raccomanda la chiusura delle frontiere né restrizioni ai viaggi. All’inizio del mese di maggio sono confermati un caso in Italia, due in Francia e la presenza del virus in Cina e in Corea del Nord mentre la presenza dell’influenza è confermata in 17 Paesi. Il caso italiano, in particolare, accertato nei campioni biologici inviati all’Istituto superiore di sanità a Roma, riguarda un cinquantenne di Aulla (ricoverato in ospedale a Massa dopo essere tornato il 23 aprile da un viaggio in Messico) guarito e già dimesso dall’ospedale, mentre danno esito negativo gli esami virologici effettuati su quanti erano entrati in contatto con l’ammalato. In Cina, in un albergo di Hong Kong, il Metropark Hotel, circa trecento persone, tra ospiti e dipendenti, sono messe sotto osservazione dopo che è risultato positivo al test dell’AH1N1 un giovane messicano arrivato due giorni prima su un aereo proveniente da Città del Messico e che aveva fatto scalo a Shanghai. Il Governo cinese, inoltre, conferma che per una settimana sono tenute sotto controllo le persone presenti nell’albergo, chiede a quanti si trovavano sullo stesso aereo di presentarsi alle autorità sanitarie per controlli e, al tempo stesso, annuncia la sospensione dei voli da e per il Messico. Appena una settimana dopo sono 2.217 i casi di influenza A/H1N1 nel mondo, mentre i decessi sono saliti a 44, secondo il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) che registra 17 nuovi contagi accertati in laboratorio nei Paesi europei di cui cinque confermati in Italia. I Paesi più colpiti si confermano il Messico (1.112 casi e 42 morti), gli Usa (745 e 2 decessi) e il Canada (201 casi accertati). A fine maggio secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (che prende in considerazione soltanto i casi ufficialmente notificati e confermati in laboratorio) sfiorano quota 13.000 i casi dell’influenza A/H1N1 segnalati nel mondo in quarantasei Paesi e il numero dei decessi è a 92. La stragrande maggioranza dei contagi è registrata nel Nordamerica, epicentro dell’epidemia. Gli Stati Uniti segnalano il più alto numero di infezioni (6.764) di cui 10 letali. In Messico sono registrati 4.174 contagi, 80 dei quali mortali. Seguono il Canada (921 infezioni) e il Giappone (350). Raimondo Villano – Influenza A/H1N1 11
  • 10. Nel frattempo si segnala un’impennata in Gran Bretagna con 47 nuovi casi di debole intensità registrati (44 in una scuola presso Birmingham) in sole 24 ore. Il Governo di Singapore, intanto, conferma la registrazione del primo caso di influenza relativo ad una ragazza di 22 anni tornata da New York con un volo aereoe messa in quarantena. Nello stesso tempo le autorità sanitarie greche hanno annunciato un terzo caso di influenza, aggiungendo che si stanno vagliando altri quattro casi sospetti. In molti aeroporti del mondo, intanto, si intensificano i controlli avvalendosi anche di telecamere termiche. L’11 giugno l’Oms porta il livello a 6 su 6 dichiarando il periodo pandemico della nuova influenza, cioè l’aumentata e prolungata trasmissione del virus nella popolazione in numerosi Paesi del mondo. Allerta per diffusione, non per gravità: l’Oms sottolinea, infatti, il carattere moderato della pandemia. Il massimo livello di allerta per la nuova influenza, dunque, “non è dovuto alla gravità clinica dei sintomi, ma alla grande diffusione geografica del virus” (vice Ministro Ferruccio Fazio). Tale valutazione è scaturita dal fatto che la maggior parte delle persone che ha contratto la nuova influenza è guarita anche senza la necessità di terapia farmacologica e ricovero ospedaliero. Si è visto inoltre, che nel complesso i Servizi sanitari dei Paesi colpiti dalla nuova influenza A(H1N1) sono riusciti a fronteggiare l’emergenza sanitaria. A tale data la nuova influenza, anche se particolarmente contagiosa, sembra causare, soprattutto in persone generalmente sane, una malattia leggera con sintomatologia simile a quella dell’influenza stagionale. Non a caso la stessa Oms non raccomanda restrizioni ai viaggi relazione ai focolai di influenza A (H1N1) ma invita le persone affette da malattie come diabete, tumore o altre malattie croniche o donne in gravidanza a rinviare prudentemente i viaggi internazionali e a non mettersi in viaggio se malate. In ogni caso le raccomandazioni, chiaramente destinate a tutti coloro che si recano in zone interessate dai focolai di influenza, non esulano da quelle che il buon senso può indurre. In generale, davanti alle statistiche sulla mortalità che vengono diffuse occorre assumere un atteggiamento prudente e senza allarmismi anche perché l’incremento delle morti sicuramente riferibile ad una sindrome influenzale non può essere determinato sempre o con assoluta certezza. Nel caso pandemico in corso, poi, il rapporto tra colpiti dal virus e morti non ha raggiunto indici tali da giustificare un allarme generalizzato. 12 Raimondo Villano – Influenza A/H1N1
  • 11. Basti pensare che solo in Italia lo scorso anno l’indice di mortalità è aumentato di alcune migliaia di unità nel periodo in cui si era scatenata l’influenza. Per capire quanto l’influenza incida direttamente sulle cause di morte è necessario fare riferimento alla curva di mortalità attesa nel Paese in un anno. In genere questa curva raggiunge il nadir nel periodo estivo e lo zenit nel periodo invernale. In parole semplici se l’andamento sinusoidale, ma regolare, della mortalità annua nella storia di un Paese si eleva in un picco nel periodo coincidente con il diffondersi dell’influenza, allora si va lì a calcolare la mortalità in eccesso e, dunque, è possibile riferire l’aumento dei decessi come determinato dall’azione della forma influenzale. Ma si va anche ad esaminare come e su chi il virus influenzale può essere responsabile di patologie più gravi. Si tratta di dati di estrema importanza perché aiutano a discernere le morti per infezioni sopraggiunte e sovrappostesi a infezioni preesistenti o su organismi già indeboliti, da quelle causate direttamente dai danni prodotti a carico dei polmoni talmente serie da causare la morte anche in soggetti giovani e per il resto sani. Sino a fine luglio questa operazione non è stata fatta in riferimento alla pandemia di febbre suina o, almeno, non è stata effettuata secondo la prassi. In mancanza di dati precisi, quindi, si può ritenere sia corretto parlare di forma influenzale con risvolti letali tali da ingenerare allarmismo e da tenere in seria considerazione ma in modo equilibrato. A fine luglio la pandemia di nuova influenza risulta propagarsi a una velocità senza precedenti (nota dell’Organizzazione mondiale della sanità). Il virus H1N1, infatti, ha fatto in 6 settimane quello che altri virus fecero in 6 mesi, diffondendosi a una ritmo mai visto prima. Questa situazione, precisa l’Oms, rende impossibile per i Paesi coinvolti confermare con esami di laboratorio tutti i casi segnalati. Ed è per questo che la stessa Oms dichiara che non fornirà più i consueti bollettini con tutti i casi registrati nei vari Paesi e che si limiterà a dare informazioni sulle zone recentemente interessate dall’infezione. A questo punto un’ulteriore diffusione del virus è considerata inevitabile, sia all’interno di Paesi già colpiti che in nuovi Paesi. Il virus, ormai, è diffuso con circa 155.000 casi e 943 morti in 160 Paesi su 193 (dati ufficiali aggiornati al 25 luglio forniti dai Centri per il controllo delle malattie di Stati Uniti Cdc ed Europa Ecdc e riferiti, Raimondo Villano – Influenza A/H1N1 13
  • 12. naturalmente, ai casi confermati): i casi reali, per i quali la diagnosi è in corso, sono, ovviamente, ben più numerosi. Contrariamente ai virus dell'influenza stagionale, che circolano in inverno, quello della pandemia colpisce indipendentemente dalla stagione tanto nell’emisfero sud del pianeta, dove in tale periodo è inverno, quanto nell’emisfero nord. I più colpiti dalla pandemia restano gli Stati Uniti con circa 44.000 casi segalati dai Cdc (circa 3.000 in più confermati nella sola ultima settimana!) e 302 morti. Le infezioni sono molto numerose anche in Australia, con circa 16.000 casi, in Messico (circa 15.000), Cile (circa 12.000), Gran Bretagna (oltre 11.000 casi e 30 morti) e Canada (oltre 10.000). A questi punti nevralgici dell’infezione, sulla mappa della pandemia si aggiungono focolai in crescita in Thailandia (oltre 5.100 casi), Giappone (oltre 5.000 casi), Perú (circa 3.000), Filippine (circa 2.700), Nuova Zelanda (oltre 2.500), Germania (circa 2.500), Hong Kong (oltre 2.200). Dopo Gran Bretagna e Germania, in Europa il terzo Paese più colpito è la Spagna (oltre 1.500) seguita da Francia (oltre 600), Svezia (390) e Italia (320). Il continente africano è il meno toccato dalla pandemia che ha colpito soprattutto in Sudafrica (119) e Kenya (22). Secondo i dati riferiti da Canada, Cile, Giappone, Gran Bretagna e Stati Uniti, i più colpiti sono stati finora i ragazzi fra 12 e 17 anni. L’Oms, tuttavia, rileva che si comincia ad osservare che le persone che hanno bisogno di ricovero e quelle che mostrano le conseguenze più gravi sembrano essere più anziane. Al 22 luglio in Italia, intanto, le misure di sorveglianza e controllo adottate hanno consentito di limitare il numero di casi di influenza del nuovo virus a 320 e con solo 4 casi non riferibili a viaggi in aree affette. Con tali dati e con il moderno sistema evoluto dei trasporti certamente una delle preoccupazioni degli epidemiologi a riguardo è che le condizioni di mobilità delle persone risulta oggi un cofattore pandemico determinante rispetto al passato (ad esempio, ai tempi della Spagnola). In effetti, che il mondo diventasse più piccolo con la possibilità di spostarsi rapidamente da un capo all’altro del pianeta ha fatto un gran bene agli esseri umani ... ma anche ad alcuni dei nostri peggiori nemici! Le prospettive europee di pandemia A/H1N1 in autunno-inverno sono del 20% di popolazione infettata (stima di Zsuzsanna Jakab, direttore dei Centri europei per il controllo delle malattie ECDC nel corso del Consiglio dei ministri della Salute europei in Svezia): numeri, in effetti, 14 Raimondo Villano – Influenza A/H1N1
  • 13. in forte crescita considerando che a luglio poco meno dell’1% degli abitanti in Europa è alle prese con il virus. Va considerato, infine, che se dovesse evolvere oggi un virus influenzale aggressivo come la Spagnola e resistente ai farmaci, basti pensare alla temuta e temibile influenza aviaria H5N1, basterebbero poche settimane, se non addirittura pochi giorni, perché si diffonda in molte regioni del pianeta con conseguenze potenzialmente catastrofiche. FASI E LIVELLI DI RISCHIO INFETTIVO FASE LIVELLO DI RISCHIO FASE 1-2 INFEZIONI A PREVALENZA ANIMALE FASE 3 INFEZIONE NELL'UOMO MA ASSENZA DI TRASMISSIONE INTERUMANA (DA UOMO A UOMO) PERIODO INTERPANDEMICO FASE 4 POCHI CASI - LIMITATA TRASMISSIONE INTERUMANA IL VIRUS NON E' BEN ADATTATO ALL'UOMO FASE 5 DIFFUSIONE INTERUMANA ANCORA LOCALIZZATA IL VIRUS MIGLIORA IL SUO ADATTAMENTO ALL'UOMO IL VIRUS NON E' ANCORA PIENAMENTE TRASMISSIBILE FASE 6 AUMENTATA E PROLUNGATA TRASMISSIONE NELLA POPOLAZIONE GENERALE PERIODO DI ALLERTA PERIODO PANDEMICO Fonte: CDC e Ministero Lavoro, Salute e Politiche Sociali - Direz. generale Prevenzione sanitaria Raimondo Villano – Influenza A/H1N1 15