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Lucidi di
Economia degli Intermediari Finanziari
                (vol. 2)




              Autore: profman

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LA
                 REGOLAMENTAZIONE E
                    LA VIGILANZA DEL
                  SISTEMA FINANZIARIO




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Ordinamento delle attività finanziarie
   Insieme organico e complessivo di norme che disciplinano attività e istituzioni
   dell'intermediazione finanziaria in un dato contesto politico-ammiinistrativo:
   - la normativa primaria disegna il grado istituzionale complessivo
             • norme comunitaria: le cosiddette Direttive Comunitarie
             • norme statali: leggi e decreti del Parlamento, decreti legislativi
   - la normativa secondaria assume e realizza finalità di regolamentazione più
   specifica e quindi di vigilanza
             • istruzioni e regolamenti emessi da organi espressamente previsti e
             delegati dalla legge, come Banca d'Italia, Consob, Isvap e Covip


   Ordinamento delle attività finanziarie: il quadro istituzionale
   1. l’ordinamento comunitario
   2. classificazione degli strumenti di vigilanza
                . vigilanza strutturale
                . vigilanza prudenziale
                . vigilanza informativa (fair play regulation)
                . vigilanza protettiva

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1. L’ordinamento comunitario: le situazioni di disparità concorrenziale fra
    paesi sono state eliminate fissando un obiettivo di:
          armonizzazione minima                   -           mutuo riconoscimento
         libertà di prestazione di servizi     -     libertà di stabilimento (unicità)
    Per minimizzare lo sforzo dei singoli paesi si è scelto un modello
    bancocentrico rispetto ai singoli ordinamenti nazionali
    • despecializzazione degli intermediari
    • riserva a favore delle attività degli investitori istituzionali
    • separatezza tra banca e industria

    I contenuti dell’armonizzazione minima
    . elenco delle attività esercitabili e capitale minimo iniziale
    . controlli sugli assetti proprietari e sulle partecipazioni
    . modalità di calcolo del patrimonio di vigilanza e dei coefficienti di solvibilità
    . vigilanza su base consolidata e sistemi di garanzia dei depositi
    . controllo della concentrazione dei rischi (grandi fidi)
    . regole di accertamento dei rischi di mercato
    . modalità di contabilizzazione e di consolidamento
    . pubblicità dei documenti contabili delle succursali estere di enti creditizi
    e finanziari
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2. Classificazione degli strumenti di vigilanza
               - basata sulla natura degli interventi
               - tiene conto delle finalità cui ogni strumento in primis si rivolge
               - prevede quattro categorie di strumenti:
                         A. vigilanza strutturale
                         B. vigilanza prudenziale
                         C. vigilanza informativa (fair play regulation)
                         D. vigilanza protettiva




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A. La vigilanza strutturale
   Fondamento teorico: relazione significativa tra struttura del mercato →
   comportamento degli intermediari → performance (degli stessi e del mercato):
   • dagli elementi della struttura (es. la concentrazione) dipende la condotta
   concorrenziale (comportamenti collusivi o conflittuali)
   • l’intensità della concorrenza spiega la ricerca di performance sempre migliori
   • la “ricerca di migliori performance” può rappresentare l’obiettivo di “efficienza”
   della vigilanza
   • l’intensità della concorrenza, funzionale ai fini dell’efficienza, non favorisce la
   stabilità, anzi, può accentuare le situazioni di crisi.
   Gli strumenti di intervento
   . entrata nel mercato (intermediari di nuova costituzione, o che aprono una
   nuova sede, o che offrono servizi senza sede fisica)
   . assetto organizzativo degli intermediari operanti (operazioni di fusione,
   incorporazione, passaggio di controllo, ecc.)
   . gamma delle attività che ogni categoria di intermediari (ogni singolo
   intermediario) può svolgere
   . requisiti degli azionisti degli intermediari e l’assetto di controllo societario
   . interventi amministrativi sulle quantità e sui prezzi degli intermediari

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B. La vigilanza prudenziale
   Finalità e peculiarità
   • controllo e delimitazione dei rischi
   • assume la forma di criteri di gestione cui gli intermediari devono attenersi
   • rispetto a quella strutturale - che in qualche caso arriva a “gestire” il mercato -
   si basa sul rispetto delle regole di mercato
   • evita di condizionare direttamente il mercato esprimendo regole del gioco che
         - riguardano il “come” si opera nel mercato
         - non intervengono direttamente sulla “struttura del mercato” (soggetti,
         attività, prezzi)
         - sono oggettive e neutrali tra i diversi soggetti dell’offerta
         - sono trasparenti e stabiliti ex-ante così da guidare in forma di incentivo
         e/o vincolo gli intermediari verso equilibri economico-finanziari
         desiderabili




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B. La vigilanza prudenziale - Gli strumenti di intervento
  Coefficienti di bilancio con finalità di controllo e limitazione del rischio assunto
  nella gestione: solvibilità; equilibrio finanziario; concentrazione degli
  investimenti; contenimento degli investimenti ad alto rischio unitario; rigidità
  della struttura dei costi
  Adeguatezza organizzativa:
  . dimensione delle risorse tecniche, professionali e manageriali: da possedere a fronte di
  programmi di attività che comportano l’entrata in aree di mercato complesse e
  rischiose (partecipazioni industriali, market making nei mercati organizzati,
  attività nei mercati derivati, ecc.) o che rappresentano investimenti impegnativi
  (espansione territoriale, acquisizione di concorrenti)
  . strumenti operativi per il rispetto del principio dell’indipendenza organizzativa e
  gestionale tra aree di attività con potenziali conflitti di interesse (criterio della
  separatezza organizzativa e contabile che si applica nell’intermediazione
  mobiliare)
  Requisiti di onorabilità, di competenza e di esperienza che devono avere i soggetti che
  • assumono posizioni nell’ambito degli organi amministrativi e di controllo
  • rivestono responsabilità di direzione


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C. La vigilanza informativa (fair play regulation)
 Finalità e peculiarità: comprende tutti gli strumenti di comunicazione e informazione che
 possono contribuire a ridurre le asimmetrie informative tipiche e inevitabili in rapporti
 contrattuali basati sulla capacità di rimborso futura del prenditore di fondi dalla asimmetria
 derivano comportamenti che portano all’impoverimento degli scambi e quindi al “fallimento
 del mercato”: ciò può essere evitato in presenza di soggetti finanziatori, supportati da
 informazioni di qualità e spessore adeguati, in condizione di valutare il rischio di perdita di
 ogni prestito e, quindi, di applicare un tasso aggiustato per il rischio trasparenza e correttezza
 sono condizioni base per lo sviluppo di un sistema di rapporti contrattuali il cui pricing si
 avvicina ai requisiti dell’efficienza del mercato per i quali la quotazione degli strumenti
 finanziari rifletta in modo completo tutta l’informazione disponibile.
 Ambiti di applicazione:
 • le operazioni finanziarie: prassi tecniche per effettuare valutazioni economiche e di rischio
 • gli emittenti i titoli che formano oggetto dell’operazione
 • gli intermediari che intervengono nei confronti di emittenti ed investitori, se si tratta di una
 operazione di mercato mobiliare
 • gli intermediari nei confronti delle autorità di vigilanza, interessate a controllare il buon
 andamento della gestione;
 • gli organismi di gestione dei mercati mobiliari, chiamati ad informare il “mercato” (emittenti,
 investitori, intermediari, analisti, ecc.) e le autorità di vigilanza



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D. La vigilanza protettiva
 Finalità e peculiarità:
 • gestione delle situazioni di crisi degli intermediari per
             - garantire la tutela del risparmiatore, soprattutto se “non consapevole”
             - ridurre gli effetti delle “esternalità”
 • poiché tutti gli strumenti della vigilanza possono assolvere funzioni “protettive”
 (di tutela) dell’interesse del risparmiatore, la vigilanza protettiva si riferisce a due
 Ambiti di applicazione:
            - interventi preventivi mediante interventi interni ed esterni per evitare che
           situazioni aziendali di temporanea difficoltà possano degenerare in uno stato di
           crisi grave, non recuperabile (crisi di liquidità di norma reversibili)
           - provvedimenti di rigore allorché la crisi si rivela irreversibile e l’unica soluzione è
           quella della messa in liquidazione dell’intermediario (crisi di solvibilità
 tipicamente irreversibili)




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D. La vigilanza protettiva
 Interventi preventivi:
 . flussi di documentazione statistica tra intermediari e organo di vigilanza i quali
 costituiscono la base di valutazione dello stato di salute degli intermediari e su cui
 si possono innestare tecniche di “allarme preventivo”
 . situazioni di illiquidità delle banche affrontate attraverso interventi di
 rifinanziamento della banca centrale
 . situazioni di difficoltà più seria che danno luogo a provvedimenti quali
 l’amministrazione straordinaria che comporta, tra l’altro, la sostituzione degli
 organi amministrativi e di controllo in carica.
 Provvedimenti di rigore:
 . le crisi irreversibili conducono alla liquidazione coatta amministrativa
 dell’intermediario
 . è previsto anche l’intervento dei Fondi di Tutela dei Depositi che tutelano i
 creditori degli intermediari messi in liquidazione, facendo fronte a due esigenze:
       • tutela del risparmiatore, più ampia se classificabile nella categoria del “risparmiatore
       non consapevole”
       • limitazione del rischio sistemico nell’assunto che i risparmiatori - anche di fronte ad
       una situazione di crisi aziendale - non perdano la fiducia nel sistema proprio perché
       possono contare sulla garanzia del recupero del loro credito (ciò è rilevante anche
       nelle situazioni di crisi temporanea)
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Ordinamento delle attività finanziarie
       • Nel contesto italiano, coerentemente con l'impostazione condivisa a
       livello comunitario, l'intermediazione finanziaria viene disciplinata per
       segmenti o tipologie di attività, ad ognuna delle quali corrisponde un
       ordinamento specifico:

            A. ordinamento delle attività bancarie e creditizie
            B. la disciplina dei mercati di strumenti finanziari
            C. ordinamento delle attività di gestione dei servizi di investimento
            D. ordinamento delle attività di gestione collettiva del risparmio
            E. ordinamento dell'attività assicurativa




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A. Ordinamento dell’attività bancaria e creditizia

      1. Definizione di banca e di attività bancaria
      2. Condizioni dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività
      3. Estensione geografica dell’attività esercitata
      4. Partecipazione al capitale delle banche: vincoli normativi e regime autorizzativo
      5. Altri profili rilevanti di regolamentazione dell’attività bancaria
      6. Adeguatezza patrimoniale
      7. Nozione di gruppo bancario
      8. Altri soggetti operanti nel settore finanziario
      9. Trasparenza delle condizioni contrattuali




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1. Definizione di banca e di attività bancaria
 La banca viene definita come l'impresa autorizzata all'esercizio dell'attività bancaria
 - la banca è impresa
 - la banca esiste ed opera in forza di un'autorizzazione formale delle Autorità competenti
 - la definizione di banca rinvia direttamente alla nozione di attività bancaria
 La raccolta del risparmio e l'esercizio del credito costituiscono attività bancaria che
 ha natura composita.
 L'esercizio dell'attività bancaria è riservato alle banche: tale “riserva di attività" è
 coerente con il fatto che l'attività bancaria sia subordinata ad autorizzazione e
 regolata da una normativa specifica.
 Le banche esercitano, oltre all'attività bancaria
 - ogni altra attività finanziaria, secondo la disciplina propria di ciascuna
 - attività connesse e strumentali
 - fatte salve le riserve di attività previste dalla legge
 Le altre attività finanziarie sono quelle "ammesse al mutuo riconoscimento” ossia
 quelle che le banche possono esercitare - direttamente o indirettamente tramite
 società controllate - in qualsiasi paese dell’UEM a seguito dell'autorizzazione
 ricevuta nel paese di origine (principio del home country control).



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Le attività ammesse al mutuo riconoscimento, il cui esercizio separato peraltro non
 costituisce attività bancaria, sono:
 - raccolta di depositi o di altri fondi con obbligo di restituzione
 - operazioni di prestito (credito al consumo, credito con garanzia ipotecaria, factoring,
 cessioni di credito pro soluto e pro solvendo, credito commerciale incluso il “forfaiting”)
 - leasing finanziario
 - servizi di pagamento
 - emissione e gestione di mezzi di pagamento (carte di credito, travellers cheques, lettere di credito)
 - rilascio di garanzie e di impegni di firma
 - operazioni per proprio conto o per conto della clientela in: cambi, strumenti finanziari a
 termine e opzioni, contratti su tassi di cambio e tassi d'interesse, valori mobiliari
 - strumenti di mercato monetario (assegni, cambiali, certificati di deposito, ecc.)
 - partecipazioni alle emissioni di titoli e prestazioni di servizi connessi
 - consulenza alle imprese su struttura finanziaria, di strategia industriale e di questioni
 connesse, nonché consulenza e servizi nel campo delle concentrazioni e del rilievo di imprese
 - servizi di intermediazione finanziaria del tipo “money broking”
 - gestione o consulenza nella gestione di patrimoni
 - custodia e amministrazione di valori mobiliari
 - servizi di informazione commerciale
 - locazione di cassette di sicurezza
 - altre attività che, in virtù delle misure di adattamento assunte dalle autorità comunitarie,
 sono aggiunte all'elenco allegato

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Altre definizioni

            La raccolta dei risparmio è definita come acquisizione di fondi con
            obbligo di rimborso, sia sotto forma di depositi sia sotto altra
            forma.

            La raccolta del risparmio fra il pubblico è vietata ai soggetti diversi
            dalle banche o consentita in casi espressamente previsti.

            La raccolta di fondi a vista ed ogni forma di raccolta collegata
            all'emissione o alla gestione di mezzi di pagamento è in via
            assoluta riservata alle banche.




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2. Condizioni dell’autorizzazione
    Unica autorizzazione all’esercizio
    . forma di società per azioni o di società cooperativa per azioni a responsabilità
    limitata
    . esistenza del capitale minimo versato richiesto (6,3 milioni di euro oppure 2
    milioni di euro per le banche di credito cooperativo)
    . presentazione del programma concernente l'attività iniziale, con l'atto costitutivo e lo
    statuto
    . requisiti di onorabilità per i soci
    . struttura proprietaria (composizione e ripartizione dei diritti proprietari)
    . requisiti di onorabilità e di professionalità per i soggetti che svolgono funzioni di
    amministrazione, direzione e controllo

    Le condizioni vengono verificate dalla Banca d'Italia che nega l'autorizzazione
    quando non “garantiscono” la sana e prudente gestione (problema della
    discrezionalità potere / dovere delle autorità)




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3. Estensione geografica dell’attività
  La Seconda Direttiva comunitaria con riferimento al territorio degli Stati
  comunitari e sul fondamento del criterio dell'home country control sancisce
  • il principio della libertà di stabilimento
  • il regime di libera prestazione di servizi, limitatamente alle attività ammesse al mutuo
  riconoscimento

  La banca autorizzata ha la facoltà di operare sul territorio nazionale e in quello comunitario,
  nel rispetto delle condizioni poste dall'ordinamento di appartenenza, con l'insediamento
  fisico di succursali o con la prestazione di servizi a distanza.

  L'operatività delle banche nazionali in Stati extracomunitari e delle banche
  extracomunitarie nel territorio nazionale e l'esercizio delle attività non ammesse
  al mutuo riconoscimento sono sottoposte a regimi autorizzativi e disciplinari più
  onerosi.

  La Banca d'Italia può vietare ad una banca italiana lo stabilimento di una nuova
  succursale per motivi attinenti all'adeguatezza delle strutture organizzative o della
  situazione finanziaria, economica e patrimoniale della banca.

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4. Partecipazione al capitale delle banche
  • Obiettivo dell’autonomia e separatezza: evitare che vi siano nel capitale della
  banca portatori di interessi estranei o confliggenti con essa.
  • I controlli sull’assetto proprietario non si esauriscono alla fase costitutiva ma
  continuano nella fase gestionale
  • Autorizzazione preventiva a diventare azionisti rilevanti di una banca da
  parte dei potenziali acquirenti
        - partecipazione > 5%
        - superamento soglie rilevanti (10%, 15%, 20%)
        - controllo indipendentemente da entità concessa in base alla “qualità”
        (controllo anche sotto i limiti)
  • Divieto di autorizzazione nell’ipotesi di acquisizione di partecipazioni >15%
  da parte di soggetti che svolgono in misura rilevante attività di impresa in settori
  non creditizi e non finanziari




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5. Altri profili rilevanti di regolamentazione
    Sulla base del principio della vigilanza regolamentare, che regola alcuni profili
    critici dell'attività della banca con criteri definiti prudenziali, la Banca d'Italia,
    in conformità delle deliberazioni del CICR, emana disposizioni di carattere
    generali che hanno per oggetto (”Istruzioni di Vigilanza”)
          . l'adeguatezza patrimoniale
          . il contenimento del rischio nelle sue diverse configurazioni
          . le partecipazioni detenibili
          . l'organizzazione amministrativa e contabile e i controlli interni

    Logica di controllo:
    legame tra possesso di requisiti patrimoniali specifici e limitazioni
    dell’operatività.




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6. Adeguatezza patrimoniale
    • I requisiti patrimoniali imposti dalla regolamentazione prudenziale fanno
    riferimento al concetto di patrimonio di vigilanza
    • Coefficienti patrimoniali obbligatori il cui calcolo rappresenta un dispositivo
    mirante a controllare e limitare i rischi assunti nella gestione
          - coefficiente di solvibilità
          - limiti individuali e globali di fido
          - rischi di mercato
          - limiti alla trasformazione delle scadenze
          - limiti alla detenzione di partecipazioni
    • Le banche devono costantemente mantenere un ammontare minimo di
    patrimonio di vigilanza pari all'8% del complesso delle attività ponderate in
    relazione ai rischi di perdita per inadempimento dei debitori (rischio
    creditizio).




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7. Nozione di gruppo bancario
   Definizione di gruppo e di controllo
       • banca capogruppo: disegno imprenditoriale unico; attività di direzione e
       coordinamento; controllo strategico e gestionale
       • società finanziaria capogruppo: quando nell’ambito del gruppo ha
       rilevanza la componente bancaria
       • requisiti capogruppo: nazionalità italiana, totale autonomia.
   Partecipano al gruppo bancario:
         - le società bancarie, assicurative, finanziarie e strumentali;
         - altre non finanziarie (limite complessivo, limite di concentrazione come % del
         patrimonio banca, limite di separatezza come % del patrimonio partecipata)
   Vigilanza su base consolidata (referente la capogruppo)
   Obblighi delle controllate nei confronti della capogruppo
   Disciplina delle crisi dei gruppi
   Bilancio consolidato




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8. Altri soggetti
     Nozione giuridica di intermediario finanziario
     soggetto operante nel settore finanziario ed esercente attività finanziaria
     secondo modalità che non integrano la definizione di attività bancaria
     • esercizio nei confronti del pubblico delle attività di assunzione di
     partecipazioni
     • concessione di finanziamenti sotto qualsiasi forma
     • prestazione di servizi di pagamento
     • intermediazione in cambi

     La definizione giuridica di intermediario finanziario è difforme da quella
     economica che - correttamente e ad altri fini - colloca la banca nella
     categoria degli intermediari finanziari, intesi come imprese che
     intermediano sistematicamente risorse finanziarie.




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9. Trasparenza delle condizioni contrattuali
   Norme sulla trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari
   (artt. 115-120) applicate a tutte le attività svolte dalle banche e dagli altri
   intermediari finanziari entro il territorio nazionale

   Tutela della controparte contrattuale, che viene in linea di principio
   considerata contraente debole o inconsapevole.

   Ambiti di applicazione
   • modalità di pubblicità delle condizioni contrattuali applicate
   • forme dei contratti
   • regole della modifica unilaterale delle condizioni contrattuali
   • comunicazioni periodiche alla clientela

   Trasparenza delle condizioni contrattuali nell'attività del credito al consumo
   (artt. 121-126) con norme analoghe e una specifica disciplina del TAEG,
   costo annuo effettivo globale per l'utilizzatore


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B. La disciplina dei mercati di strumenti finanziari

            Trasformazione da mercati pubblici a mercati-impresa
            1. organizzazione e gestione
            2. società di gestione dei mercati
            3. regolamento del mercato




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1. Organizzazione e gestione




   L’attività di organizzazione e gestione di mercati regolamentati ha carattere di
   impresa ed è esercitata da una società di gestione.
   Per ogni mercato regolamentato (Borsa Italiana S.p.A., MTS S.p.A.) è istituita
   una società di gestione.
   Ai soci è rimandata la scelta di configurare l’obiettivo della società di gestione:
   • massimizzazione dei profitti
   • semplice copertura dei costi
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2. La società di gestione
       • Le società di gestione possono svolgere la propria attività di
       organizzazione e gestione dei mercati; dunque i mercati regolamentati
       possono operare, se ottengono l’autorizzazione della CONSOB. Ciò
       avviene se sono soddisfatti i requisiti relativi a:
             » capitale sociale
             » onorabilità e professionalità di esponenti aziendali e di partecipanti al
             capitale
             » regolamento (deve anche essere conforme alla disciplina comunitaria)
       • In presenza dei suddetti requisiti i mercati regolamentati relativi alle
       società di gestione sono iscritti presso un elenco istituito dalla CONSOB.




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3. Il regolamento




  • L’organizzazione e la gestione del mercato sono disciplinate da un regolamento
  deliberato dall’assemblea ordinaria della società di gestione
  • Il regolamento può attribuire al consiglio di amministrazione della società di
  gestione il potere di emettere disposizioni di attuazione
  • Il regolamento deve in ogni caso determinare:
        • le condizioni e le modalità di ammissione, sospensione, esclusione di operatori e
        strumenti finanziari alle negoziazioni
        • le condizioni e le modalità di svolgimento delle negoziazioni nonché gli obblighi
        degli operatori
        • modalità di accertamento, pubblicazione e diffusione dei prezzi
        • categorie di contratti ammessi alle negoziazioni e quantitativi minimi negoziabili

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C. L’ordinamento delle attività di gestione dei servizi di investimento
    1. definizione di strumenti finanziari
    2. servizi di investimento
    3. servizi accessori
    4. soggetti abilitati
    5. regime di autorizzazione
    6. modalità di svolgimento
    7. promotori e offerta fuori sede




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1. Definizione di strumenti finanziari




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2. Servizi di investimento
    Per servizi di investimento si intendono le seguenti attività, quando hanno per
    oggetto strumenti finanziari:
    - negoziazione per conto proprio
    - negoziazione per conto di terzi
    - collocamento (con o senza preventiva sottoscrizione o acquisto a fermo, assunzione
    di garanzia nei confronti dell’emittente) di strumenti finanziari
    - gestione individuale di portafogli di investimento per conto di terzi
    - ricezione e trasmissione di ordini, mediazione.

    3. Servizi accessori
    Per servizi accessori si intende:
    - custodia e amministrazione di strumenti finanziari
    - locazione di cassette di sicurezza
    - concessioni di finanziamenti agli investitori finalizzati alla realizzazione di
    un’operazione su strumenti finanziari nella quale sia coinvolto il soggetto finanziatore
    - consulenza in materia finanziaria e strategica
    - consulenza in materia di investimenti in strumenti finanziari
    - intermediazione in cambi, quando collegata alla prestazione di servizi di investimento.



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4. Soggetti abilitati
   Sono abilitati all’esercizio professionale dei servizi di investimento:
   - banche
   - società di gestione del risparmio limitatamente all’attività di gestione individuale di
   portafogli di investimento per conto di terzi
   - imprese di investimento.
   Alle SIM è consentito l’esercizio di servizi accessori e di attività connesse o
   strumentali




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5. Regime di autorizzazione
    . Alle SIM è concesso l’esercizio dei servizi di investimento, con autorizzazione
    della CONSOB, sentita la Banca d’Italia, quando ricorrano particolari
    condizioni
    . Alle banche autorizzate in Italia è concesso di svolgere i servizi di
    investimento, con autorizzazione della Banca d’Italia
    . Agli intermediari finanziari iscritti nell’elenco previsto dal TU bancario è
    permesso l’esercizio di servizi di investimento limitatamente alla negoziazione
    per conto proprio, su autorizzazione della Banca d’Italia.




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6. Modalità di svolgimento
    Nello svolgimento dei servizi di investimento ed accessori, soggetti abilitati
    devono agire:
    • secondo principi di correttezza e trasparenza,
    • nell’interesse del cliente,
    • richiedendo ed offrendo sufficiente informativa,
    • limitando i conflitti di interesse,
    • assicurando l’efficiente svolgimento del mandato
    • rispettando il principio di separazione del patrimonio del cliente rispetto a quello
    dell’intermediario.




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7. Il promotore finanziario
    Il promotore fa da tramite nella catena di distribuzione dei prodotti e di
    servizi finanziari fra l’intermediario che li colloca, li emette o li svolge e gli
    investitori. L’intermediario è obbligato a servizi del promotore finanziario in
    due casi: quando i contratti sono offerti fuori sede e quando il collocamento
    avviene a distanza (es. per telefono).




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7. Offerta fuori sede e collocamento a distanza




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D. L’ordinamento delle attività di gestione collettiva del risparmio
       1. definizione del servizio
       2. definizione degli organismi
       3. Società di Gestione del Risparmio
       4. fondi comuni di investimento
       5. SICAV




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1. Definizione del servizio
L’attività di gestione collettiva del risparmio può essere esercitata solo da:
- società di gestione del risparmio
- SICAV (Società di investimento a capitale variabile)

2. Definizione degli organismi




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3. Le società di gestione del risparmio
     Le società di gestione del risparmio (SGR) possono:
     - prestare servizi di gestione su base individuale di portafogli di investimento per
     conto terzi
     - gestire le risorse dei fondi pensione
     - svolgere le attività strumentali e connesse stabilite dalla Banca d’Italia, sentita la
     CONSOB
     - affidare specifiche scelte di investimento a intermediari abilitati alle GPM

     4. I fondi comuni di investimento




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4. I fondi comuni di investimento
    • Una società di gestione autorizzata dalla CONSOB può istituire uno o più fondi
    comuni di investimento fondi comuni di investimento e gestire il patrimonio del fondo sulla
    base di un rapporto di mandato
    • Il fondo può essere gestito dalla stessa società che lo ha istituito o, su mandato, da
    altra società di gestione
    • Gli strumenti finanziari ed altre disponibilità liquide disposte in un fondo di
    investimento sono depositati in custodia presso una banca depositaria.
    • E’ sancito il principio di autonomia del patrimonio autonomia del patrimonio del fondo da
    quello della società di gestione e da quello di ciascun partecipante
    • Il patrimonio di ciascun fondo è distinto in quote di pari valore che attribuiscono
    pari diritti
    • Le quote sono rappresentate da certificati nominativi al portatore o dell’investitore
    • Lo schema generale di funzionamento dei fondi comuni è determinato con
    regolamento emanato dal MinTesoro sentita la Consob e la Banca d’Italia
    • I criteri generali contenuti nel regolamento sono vincolanti in particolare:
          - oggetto dell’investimento
          - categorie di investitori cui è destinata l’offerta delle quote
          - modalità di partecipazione al fondo: frequenza di emissione, rimborso quote, ammontare
          minimo delle sottoscrizioni
          - durata minima e massima del fondo


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5. Le SICAV
      • Si definiscono SICAV le società a capitale variabile autorizzate alla
      gestione collettiva del risparmio
      • L’autorizzazione è concessa dalla Banca d’Italia, sentita la CONSOB,
      dopo avere verificato l’ esistenza dei requisiti necessari; gli stessi
      organismi stabiliscono le ipotesi di decadenza
      • Ottenuta l’autorizzazione la SICAV è iscritta presso un apposito albo
      tenuto dalla Banca d’Italia




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E. L’ordinamento dell’attività assicurativa
   Fonti normative principali:
   • D. Lgs. 17/3/1995 n. 174 di attuazione della Direttiva CEE in materia
   di assicurazione diretta sulla vita
   • D. Lgs. 17/3/1995 n. 175 di attuazione della Direttiva CEE in materia
   si assicurazione diretta diversa dall'assicurazione sulla vita

   Aspetti principali della disciplina
   1. Definizione di impresa di assicurazione e di attività assicurativa
   2. Condizioni per l’autorizzazione all’esercizio dell’attività assicurativa
   3. Estensione geografica dell’attività esercitata
   4. Partecipazione al capitale delle imprese di assicurazione: vincoli normativi e regime
   autorizzativo
   5. Altri profili rilevanti di regolamentazione dell’attività assicurativa




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1. Definizione di impresa di assicurazione e di attività
     • Il legislatore non definisce in modo univoco le imprese di assicurazione:
     le "società che esercitano le assicurazioni" sono generiche "imprese“ alle quali
     possono essere ricondotti i diversi contratti di assicurazione
     • Le norme secondarie (circolari e provvedimenti Isvap), sulla base
     dell’interpretazione delle norme primarie, forniscono indicazioni più
     dettagliate circa le operazioni ammesse o vietate
     • Prevale il principio della specializzazione: le imprese di assicurazione devono
     limitare l’oggetto sociale all’esercizio dell’attività assicurativa, riassicurativa
     e di capitalizzazione e delle operazioni connesse (cioè attività accessorie,
     strumentali o funzionali all’attività assicurativa), con esclusione
     dell’esercizio diretto ed indiretto di qualsiasi attività industriale o
     commerciale.




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2. Condizioni per l’autorizzazione all’esercizio dell’attività
     Requisiti
     • forma di società per azioni, società cooperativa e società di mutua
     assicurazione
     • possesso del capitale sociale minimo richiesto (o del fondo di garanzia
     sul caso di mutua assicuratrice)
     • presentazione di un programma di attività, di una relazione tecnica,
     dell’atto costitutivo, dello statuto, dell’elenco degli amministratori, dei soci
     con partecipazioni di controllo o con partecipazioni qualificate
     • requisiti di onorabilità dei soci e di onorabilità e professionalità dei
     soggetti che svolgono funzioni di amministrazione e di controllo

     Autorizzazione
     • Le condizioni vengono verificate dall’ISVAP che nega l'autorizzazione
     quando non “garantiscono” la sana e prudente gestione o soddisfano alle
     esigenze finanziarie e alle regole tecniche della “corretta gestione” di una
     impresa assicuratrice (problema della discrezionalità potere / dovere delle
     autorità)

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3. Estensione geografica dell’attività
     Le Direttive comunitarie con riferimento al territorio degli Stati comunitari
     e sul fondamento del criterio dell'home country control sanciscono
     • il principio della libertà di stabilimento
     • il regime di libera prestazione di servizi.

     Le Autorità del paese d’origine trasmettono alle Autorità dello stato di
     stabilimento o di prestazione la documentazione e le informazioni relative
     alle proprie compagnie che accedono ed esercitano l’attività assicurativa
     su tale mercato.

     Le compagnie di altri Stati Membri sono tenute al rispetto delle
     disposizioni imperative italiane di interesse generale.

     L’autorizzazione e l’operatività delle compagnie estere con sede legale al di
     fuori della Comunità è soggetta a condizioni più restrittive basate sul
     principio di parità o di reciprocità di trattamento.



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4. Partecipazione al capitale
     • L’assunzione di partecipazioni dirette e indirette superiori al 5% nel
     capitale di imprese ed enti assicurativi deve essere comunicata all’Isvap.
     • L’assunzione di partecipazioni qualificate (più del 10%) o di controllo,
     dirette o indirette, è soggetta ad autorizzazione che può essere negata nei
     confronti di enti o di imprese di stati che non applichino il principio della
     reciprocità di trattamento.
     • L’autorizzazione è concessa se sussistono le condizioni per una sana e
     prudente gestione della compagnia di assicurazione.
     • A differenza del comparto bancario, è ammessa l’acquisizione di
     partecipazioni di controllo in imprese di assicurazione da parte di imprese di
     settori industriali e commerciali, nel rispetto di protocolli di autonomia e di
     indipendenza della gestione della controllata.
     • Le operazioni con contenuto patrimoniale fatte con soggetti controllanti e
     con società da questi controllate devono essere preventivamente
     comunicate all’Isvap.




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5. Altri profili rilevanti di regolamentazione
    Disposizioni sul contenimento del rischio della gestione patrimoniale
    finanziaria:

    • concentrazione dei rischi: limiti all’investimento in alcune classi di attività
    che si applicano ad aggregati relativamente ampi (investimenti, crediti, altri
    attivi, depositi) o a classi di attività od operazioni I limiti assumono come
    parametro di riferimento le riserve tecniche e quindi considerano la
    dimensione delle passività e non il grado di patrimonializzazione dell’impresa

    • rischio di cambio: secondo il principio della congruenza valutaria le attività
    devono essere espresse nella medesima valuta delle passività ad esse collegate
    per limitare il mismatching; anche tali disposizioni si applicano alle attività a
    copertura della riserve tecniche
          Non vi sono disposizioni regolanti il rischio di interesse e i rischi di mercato:
          per le compagnie vita le attività si caratterizzano mediamente per durate
          inferiori rispetto alle passività mentre per le compagnie danni la
          trasformazione per scadenze è in genere di segno opposto.


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5. Altri profili rilevanti di regolamentazione

      • partecipazioni
           limite complessivo
           - applicato ai “titoli di capitale ed altri valori assimilabili (warrant,
           quote di Oicr) e non alla sola voce partecipazioni”
           - parametrato alla dimensione delle riserve tecniche
           - sfuggono a tale “tetto massimo di investimento” le partecipazioni
           finanziate, nel rispetto degli altri limiti, con i mezzi propri
           limite di concentrazione
           - relativo all’ammontare complessivo di risorse finanziarie (a titolo
           di capitale e a titolo di debito) destinabile ai singoli emittenti
           - parametrato sia alla dimensione delle riserve tecniche della
           compagnia sia alla dimensione dell’impresa partecipata.
           limite di separatezza
           - relativo alle partecipazioni in imprese che svolgono attività diverse
           - finanziate sia con le riserve tecniche sia con il patrimonio libero


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I MERCATI FINANZIARI




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I mercati finanziari




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Classificazione dei mercati




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Funzioni dei mercati mobiliari
     • Finanziamento attraverso emissione e collocamento dei titoli
     • Pricing dei titoli negoziati
     • Liquidità dei titoli
     • Riduzione dei costi di transazione
     • Trasferimento della proprietà delle società per azioni


     Elementi strutturali
     • Soggetti
          - intermediari
          - gestori dei circuiti di negoziazione
          - autorità di controllo
          - investitori / emittenti
     • Strumenti
     • Procedure di negoziazione e liquidazione



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Il mercato monetario
      • Accezione ristretta
            - negoziazione di titoli con scadenza < 12 mesi
      • Accezione ampia (“funzionale”)
            - aggiustamento delle posizioni di liquidità degli operatori
            - costo / opportunità di detenzione delle riserve
            - categorie di operatori coinvolti
            - oggetto delle negoziazioni
      • Requisiti di funzionalità breve scadenza nominale dei titoli
            - alta negoziabilità sul secondario
            - impersonalità dei rapporti tra emittente e sottoscrittore
            - nonché delle transazioni sul secondario
      • Il caso italiano
            - classificazione sostanziale e non solo formale
            - validità solo per il mercato dei Buoni Ordinari del Tesoro




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Il mercato dei cambi
    • Tipologia e oggetto delle transazioni
          - disponibilità di valuta
          - contratti a contante, a termine, derivati
          - operazioni wholesale (all’ingrosso)
    • Operatori finali e intermediari
          - importatori / esportatori / investitori
          - speculatori
          - arbitraggisti
    • Intermediari
          - broker (rapporti banche – clienti)
          - market maker (rapporti interbancari)

    Mercato monetario e dei cambi
    • Differenti per:
          - oggetto delle transazioni
          - dimensione geografica
    • Simili per:
          - ruolo centrale delle banche
          - interventi delle banche centrali
          - collegamento tra cambio e tassi
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Mercato dei capitali

       • Assetti proprietari e mercato azionario
           - oggetto delle transazioni: azioni
           - assetti societari chiusi
           - transazioni rare e “private”

       • Borsa = mercato delle azioni quotate
           - arretratezza del mercato italiano
           - mercato primario:
                • finanziamento
                • riallocazione della proprietà
           - mercato secondario
                • liquidità
                • aggiustamento di portafoglio



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Mercato di borsa
    Elementi costitutivi:
          - Soggetto giuridico proprietario e responsabile della gestione
          - Struttura fisica e logistica
          - Definizione dei requisiti di ammissione
          - Standardizzazione dei contratti
          - Intermediari autorizzati
          - Procedure standard di negoziazione
          - Presenza di organi di controllo

    Mercato obbligazionario
    Negoziazione di obbligazioni e titoli di Stato
    • Mercato primario
          - predominio del settore pubblico
               • sistematicità e regolarità delle emissioni
               • assegnazione mediante il meccanismo ad asta
               • banche principali intermediari verso il pubblico
          - crescita degli altri emittenti (banche, imprese)
    • Mercato secondario
          - quotazione per la quasi totalità dei titoli pubblici
          - esistenza di un circuito al dettaglio e di un circuito all’ingrosso

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Mercati organizzati




     L’attività di organizzazione e gestione di Mercati regolamentati ha carattere di
     impresa ed è esercitata da società per azioni dette Società di gestione:
     • per ogni mercato regolamentato (Borsa Italiana, MTS, MIF) c’è una soc. di gestione
     • ai soci è rimandata la scelta di configurare l’obiettivo della società di gestione:
                    massimizzazione dei profitti e semplice copertura dei costi.
     L’articolazione dei mercati organizzati in Italia:
     • Borsa Italiana S.p.A.
           - mercato azionario mercato azionario
           - mercato obbligazionario mercato obbligazionario
           - mercato dei derivati mercato dei derivati
           - mercato dei premi mercato dei premi
     • M.T.S. S.p.A.: mercato obbligazionario all’ingrosso
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Borsa Italiana

     Il Mercato azionario
     • Mercato Telematico Azionario (MTA)
     • Nuovo mercato (NM)
     • Mercato Telematico dei covered warrant (MCW)
     • Mercato Ristretto (MR)
     • Mercato dei Premi (MPR)

     Il Mercato “after hours” (TAH)

     Il Mercato dei Derivati
     • Mercato Italiano dei Derivati (IDEM),
     • Mercato Italiano dei Derivati sui Tassi di Interesse (MIF)

     Il Mercato del reddito fisso
     • Mercato delle Obbligazioni e dei Titoli di Stato (MOT)
     • Mercato delle euro-obbligazioni (EuroMOT)


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L’efficienza dei mercati

     Efficienza allocativa e funzione del sistema dei prezzi
           - ruolo allocativo
           - funzione distributiva
           - funzione informativa

     Efficienza informativa
           - debole
           - semi-forte
           - forte

     Efficienza operativa: tecnica e funzionale
           - spessore
           - ampiezza
           - elasticità




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Parametri di valutazione dei mercati
      Perfezione
           • dipende dal contenuto informativo del prezzo
           • presuppone
                   - parità di informazioni tra i partecipanti
                   - conoscenza delle intenzioni altrui
                   - ininfluenza delle dimensioni
      Efficienza
           • scostamento tra prezzo e valore intrinseco
           • prezzo funzione del set informativo disponibile
           • impatto delle forme organizzative
      Frammentazione
           • dipende dall’impossibilità di conoscere le posizioni degli operatori
                   - costo /ritardo nell’acquisizione delle informazioni
                   - articolazione del mercato e modalità di formazione dei prezzi
                   - impatto della tecnologia real time
      Spessore / Ampiezza
           • incidono sulla liquidità e sulla capacità di assorbire quantità con variazioni
           limitate di prezzo così da determinare il costo dell’intermediazione
      Elasticità
           • capacità di riequilibrio dei prezzi in presenza di scompensi negli ordini

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I mercati degli strumenti derivati
      • Nascita e rapido sviluppo
      • Contratti a termine fermo, future, a contenuto opzionale
      • Su tassi, cambi, titoli, indici, commodities
      • “Derivati” poiché il prezzo dipende dalla quotazione del sottostante
      • Mercati di borsa standardizzati – mercati OTC personalizzati


      Funzioni dei mercati derivati
      • Finalità microeconomiche degli operatori
           - maggiori e migliori opportunità di investimento
           - migliore gestione dei rischi
           - completamento dei portafogli
      • Finalità macroeconomiche
           - ampliare il set di combinazioni rischio/rendimento
           - completamento del mercato
           - aumento della liquidità del primario (?)
           - effetto destabilizzante (?)


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Il mercato dei financial future

      • Rappresentano l’evoluzione dei mercati a termine fermo
      (comunque esecuzione differita)

      • Standardizzazione degli elementi contrattuali
           - attività sottostante
           - importo fisso
           - date di scadenza
           - modalità di regolamento
           - metodi di negoziazione
           - costi e margini di mantenimento delle posizioni

      • Presenza della Clearing House
           - garantisce il buon fine dell’operazione
           - consente la liquidazione di posizioni opposte
           - gestisce il meccanismo dei margini




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Il mercato delle opzioni

       • Standardizzazione degli elementi contrattuali
            - attività sottostante
            - opzione di acquisto / vendita
            - prezzo di esercizio
            - date di scadenza (di esercizio)
            - prezzo dell’opzione

       • Mercati prevalentemente ufficiali

       • Presenza della Clearing House
            - garantisce il buon fine dell’operazione
            - consente la liquidazione di posizioni opposte
            - gestisce il meccanismo dei margini




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Il mercato degli swap su tassi e cambi

      • Pagamento reciproco di tassi su capitali nozionali

      • Principali elementi contrattuali
           - modalità di determinazione dei tassi / cambi
           - scadenza
           - durata

      • Mercati prevalentemente OTC
           - elevata personalizzazione (tailor made)
           - enorme sviluppo quantitativo
           - ruolo degli intermediari: ricerca della controparte,
           - gestione del mismatch, garanzia di buon fine




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GLI INTERMEDIARI FINANZIARI




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Teorie dell’intermediazione finanziaria
Modalità alternative dello scambio
    Scambio diretto e autonomo: datori e prenditori non
    ricorrono ad alcun intermediario per concludere lo scambio
    Scambio diretto e assistito: datori e prenditori sono
    controparti dirette ma sono assistiti da intermediari che
    svolgono una funzione di mediazione
    Scambio indiretto: il trasferimento di risorse tra datori e
    prenditori avviene attraverso un soggetto intermedio
    (“scambista”) che svolge una funzione di intermediazione
    (1) e (2) hanno tipicamente per oggetto valori mobiliari
Gli scambi finanziari presuppongono prestazioni monetarie di
     segno opposto e distanziate nel tempo che si distinguono
          tra loto in termini di grado di incertezza e durata


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Ruolo e funzioni degli intermediari

     Teoria economica                    Ipotesi di mercati perfetti




                                          Non si giustifica l’esistenza
                                           di intermediari finanziari



     L’intermediario è considerato come un operatore economico qualsiasi,
             dotato di un proprio portafoglio di attività e passività

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Ruolo e funzioni degli intermediari

                                      Teoria dei costi
                                       di transazione


 Sviluppi teorici successivi        Teoria dell’incertezza


                                        Teoria delle
                                    asimmetrie informative




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Teoria dei costi di transazione
         Presupposto
            la mancata esecuzione di uno scambio diretto tra
            debitore e creditore è dovuto a imperfezioni quali:
                                                             quali
              divisibilità finita degli strumenti finanziari
              costi di informazione e negoziazione
              costi operativi (supporti contrattuali, monitoring,
            …)
              investitori / emittenti
         Ruolo dell’intermediario
            rendere possibile la conclusione di operazioni
              altrimenti non eseguibili
              a costi inferiori
            grazie alla natura dei costi (fissi o poco flessibili)

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Teoria dei costi di transazione
       Problemi
          Qual è il rapporto tra intermediari e mercati?
                sul mercato vengono svolte le operazioni che:
                  coinvolgono i soggetti in grado di esternalizzare i
                  costi informativi e operativi
                  non soffrono del problema della limitata divisibilità
             Perché ci sono varie tipologie di intermediari?
             a ogni frazione di costi che può essere internalizzata
             corrisponde una tipologia di intermediario
                ricerca controparte                broker
                costi di negoziazione              inv. istituzionale
                costi di screening                 investment bank
                tutti i costi                      banca universale

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Teoria dell’incertezza
         Presupposto
            i contratti si caratterizzano per la presenza di molteplici tipologie
            di rischio:
               rischio
              rischio di credito
              rischio di liquidità
              rischio giuridico
            lo scambio diretto può realizzarsi solo se tra le parti c’è assoluta
            concordanza sulle modalità (contrattuali) di distribuzione del
            rischio
         Ruolo dell’intermediario
            rendere possibile la conclusione dello scambio attraverso la
            trasformazione del rischio
              con assunzione
              senza assunzione


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Teoria dell’incertezza
      Problema
         Perché ci sono varie tipologie di intermediari?
             si considerano due principali modelli di intermediazione
                 fondo comune di investimento
                        riduce il rischio mediante il processo di
                 diversificazione senza assumerlo direttamente
                 intermediario finanziario
                       assume in proprio il rischio per rendere
                 compatibili le schede di preferenza di creditore e
                 debitore attraverso
                       diversificazione
                       trasferimento del rischio sugli azionisti
                       trasferimento del rischio su terzi
                       antipazione delle aspettative del mercato

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Teoria dell’incertezza
        Ipotesi di fondo (limitative)
           assenza di imperfezioni di natura strutturale
           (normative, fiscali, …)
           mancata considerazione di:
            strumenti di pagamento
            prestazione di servizi di consulenza
               non considerazione esplicita dell’intermediario
               con funzione monetaria il quale consente di
               minimizzare costi/tempi/rischi del
               trasferimento dei saldi monetari


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Teoria delle asimmetrie informative
         Presupposto
              sul piano informativo, gli investitori sono
            sistematicamente in svantaggio rispetto ai prenditori che
            conoscono rischio e redditività dei progetti da finanziare
              anche l’emittente potrebbe non sapere interpretare il
            mercato e stabilire correttamente i termini dell’emissione
         Ruolo dell’intermediario
               produrre informazione interna in misura utile a colmare
            l’asimmetria informativa tra debitore e creditori, grazie
            all’accesso a informazioni riservate
               l’informazione interna è attendibile in quanto
            l’intermediario si assume il rischio e si gioca la reputation



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Teoria delle asimmetrie informative
       Problema
          Perché ci sono varie tipologie di intermediari?
                  banche          esclusività della funzione
                monetaria
                  investment bank                  funzione
                segnaletica
                  regolamentazione              differenze istituzionali




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Modalità di riduzione delle imperfezioni

                                Mercati               Intermediari

           Asimmetria    organizzazione formale      produzione
           informativa   obblighi informativi        informazioni

                         funzione di liquidità      assunzione
              Rischio    specializzazione degli     trasferimento
                         strumenti                   trasformazione
                                                   progresso
                          concentrazione degli
                                                   tecnologico
           Costi di       scambi
                                                   economie di scala e
           transazione    tecnologia
                                                   diversificazione
                          market making
                                                   concorrenza
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Attività degli intermediari finanziari
    Chiavi interpretative alternative

      1 prodotti /processi        Funzione d’uso

      2 segmentazione domanda          Funzione di servizio

      3 estensione della delega
                                   Rapporto intermediario / cliente
      4 modelli istituzionali      Integrazione dei processi produttivi
                                   Assetto giuridico
                                   Assetto organizzativo


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1. Processi e prodotti
 FUNZIONE               ATTIVITA’            TIPOLOGIA   ISTITUZIONALE

 ESERCIZIO DEL          Credito a breve e    Banche
 CREDITO                a medio lungo
                        termine
                        Leasing              Banche      Società di leasing
                        finanziario
                        Factoring            Banche      Società di factoring

                        Credito al           Banche      Soc. finanziarie
                        consumo
 FINANZIAMENTO          Assunzione di        Banche      Finanziarie di part.
 MOBILIARE              partecipazioni nel               Venture capital
                        capitale d’impresa               fondi chiusi


                        Sottoscrizione e     Banche      S.I.M.
                        collocamento
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1. Processi e prodotti
FUNZIONE                ATTIVITA’              TIPOLOGIA       ISTITUZIONALE

INTERMEDIAZIONE         Negoziazione titoli    Banche          S.I.M.
MOBILIARE               c/proprio e c/terzi
GESTIONE DEL            G.P.M.                 Banche          S.I.M.
RISPARMIO
                        Gestione collettiva    FCI e SICAV
COPERTURA DEI           Assicurazioni danni    Assicurazioni
RISCHI                  Assicurazioni vita e   Assicurazioni   Ist. di previdenza
                        previdenza                             Fondi pensione
SERVIZI DI              Offerta di strumenti   Banche          Emittenti di carte di
PAGAMENTO               di pagamento                           credito
                        Operazioni di incasso Banche           Soc. finanziarie
                        e pagamento



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2. Segmentazione della domanda

  La domanda di servizi e prodotti finanziari
    Gestione finanziaria e ciclo di vita della famiglia
    Gestione finanziaria e ciclo di vita dell’impresa
    Dimensione relativa della domanda e grado di
    personalizzazione del servizio




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Gestione finanziaria e ciclo di vita della
                    famiglia
              Ogni soggetto possiede:
                       un determinato livello di reddito permanente che
              rappresenta l’allocazione desiderata di risorse nel tempo
                       un determinato livello del reddito corrente
              il risparmio finanziario (positivo / negativo) serve ad adattare il
              reddito corrente al reddito permanente durante il ciclo di vita
                        ipotesi sottostanti al modello di Modigliani


          il totale dei                                          non vi sono
          redditi correnti                                       trasferimenti
          equivale al totale                                     intergenerazionali
          dei redditi              lo stock iniziale e           di ricchezza
          permanenti               finale di ricchezza
                                   sono nulli

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Gestione finanziaria e ciclo di vita della famiglia
               Fasi del ciclo di vita
                      Redditi, consumi e risparmio sono limitati
      Inizio          Ridotte possibilità di effettuare investimenti reali e di
                      accumulare attività finanziarie
                      Indebitamento contenuto per capacità di rimborso incerta

                      • Redditi correnti e consumi in crescita
                      • Acquisto di beni durevoli e accumulo di ricchezza
      Sviluppo        finanziaria
                      • Indebitamento per realizzare investimenti immobiliari
                      • Possibilità di indebitamento per capacità prospettica di
                      rimborso

                      Redditi correnti e consumi in crescita a tassi ridotti
     Maturità         Stabilizzazione dei consumi
                      Stabilizzazione degli investimenti reali
                      Risparmio utilizzato per rimborso dei debiti e per
                      accumulo di attività finanziarie anche a fini previdenziali
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Gestione finanziaria e ciclo di vita della famiglia
               Fasi del ciclo di vita
     Declino          Redditi nulli
                      Diminuzione dei consumi
                      Utilizzo di rendite pensionistiche e previdenziali
                      Disinvestimento delle attività finanziarie

  In sintesi, in ogni periodo, le decisioni di acquisizione e disinvestimento
  di attività e passività finanziarie sono determinate da:

              Equilibrio fra reddito monetario disponibile e consumi
              Decisioni di investimento / disinvestimento in beni reali
              non destinati al consumo
              Struttura finanziaria del periodo precedente
              Previsioni sui periodi successivi

             In base al modello un intermediario può segmentare la
             clientela per diversificare / differenziare la propria offerta
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Gestione finanziaria e ciclo di vita
                      dell’impresa

     Condizioni di equilibrio finanziario
     Ciclo di vita strategico
     Ciclo di vita, struttura finanziaria ottimale e ruolo
     degli intermediari




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Gestione finanziaria e ciclo di vita dell’impresa
                Condizioni di equilibrio finanziario
Esistono varie nozioni di equilibrio finanziario:
 1) Divario tra entrate ed uscite di cassa nel breve periodo.
 2) Coerenza della struttura finanziaria dell’impresa relativamente alla
     strategia seguita.
 3) Relazione tra rendimento reale e/o nominale del capitale investito e
     costo reale e/o nominale delle risorse finanziarie utilizzate.
 4) Rapporto tra reddito operativo e oneri finanziari.
 5) Rapporto tra valore economico dell’attivo e valore delle passività
     sottoscritte.
 6) Relazione tra flusso netto di cassa totale e sviluppo aziendale.




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Gestione finanziaria e ciclo di vita dell’impresa
         Condizioni di equilibrio finanziario
Per definire la strategia finanziaria ottimale
dell’impresa, il modello di equilibrio finanziario deve
 1. “Tradurre” la dinamica finanziaria dell’impresa in una
    situazione di struttura finanziaria.
 2. Utilizzare in modo integrato sia le variabili finanziarie
    (flussi di cassa) sia quelle economiche (rendimenti e costi
    del capitale) esprimendo la relazione di interdipendenza.
 3. Fare riferimento ad orizzonti temporali di medio-lungo
    termine.
 4. Utilizzare variabili facilmente collegabili alla strategia
    complessiva dell’impresa per “decodificare” in chiave
    finanziaria la strategia globale.

                                                            87
Gestione finanziaria e ciclo di vita dell’impresa
                Condizioni di equilibrio finanziario
   il modello di equilibrio finanziario dinamico dell’impresa può
        essere definito con l’impiego delle seguenti variabili

        Il tasso di sviluppo del fatturato nel periodo                  V −V
                                                                  TSV =  1        0
                                                                     1
                                                                         V   0
                                                   CI
        L'intensità di capitale dell’impresa
                                                   V
       La capacità di autofinanziamento lordo, al netto dei          FR
       flussi necessari per sostituire i fattori produttivi obsoleti
                                                                                      V
        ª     utili di periodo non distribuiti.
        ª     quote ammortamento d'esercizio,
        ª     al netto delle spese per rinnovi e/o sostituzioni
        ª     accantonamenti ai fondi rischi e spese future

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Gestione finanziaria e ciclo di vita dell’impresa
                Condizioni di equilibrio finanziario
con le tre variabili definite é possibile quantificare in assoluto il
fabbisogno finanziario esterno (o l'avanzo finanziario) nonché
    rappresentare, in senso dinamico, il punto di equilibrio
                      finanziario dell'impresa:


                      FR 0 − (V 1 − V 0 ) ⋅ V =
                                            CI
                                                  FC   1

   FC < 0:
   fabbisogno finanziario esterno periodale e incrementale;
   FC > 0:
   avanzo finanziario interno periodale e incrementale.

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Gestione finanziaria e ciclo di vita dell’impresa
             Modello del ciclo di vita dell'impresa
        il modello di equilibrio finanziario dinamico - che descrive il ciclo
      finanziario dell'impresa - deve essere coniugare con un modello che
    rappresenti il "ciclo strategico" dell'impresa stessa, ossia il modello del
                                    "ciclo di vita".

                  V




                      0   INTROD.   CRESCITA    MATURITÀ            T

                                         FASI
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Gestione finanziaria e ciclo di vita dell’impresa
                   Struttura finanziaria
       Il piano di indebitamento/rimborso dell’impresa deve
                rispettare, in sintesi, i seguenti limiti:
        In ogni periodo il ricorso al debito non deve eccedere il fabbisogno
        esterno incrementale R ≤ FCP così come il rimborso del debito non
                                  T     t

        deve eccedere l’avanzo di cassa periodale F ≤ FCN
                                                      t      t




       In ogni periodo le variazioni del debito non devono determinare un
       montante di indebitamento (ai tassi di interesse previsti) superiore al
       valore ideale di liquidazione/cessione dell’impresa


        In ogni periodo il montante di indebitamento raggiunto non deve
        eccedere il valore attuale (ai tassi di interesse previsti) dei finanziamenti
        e dei rimborsi programmati


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Matrice di collegamento fra ciclo strategico e ciclo
      Matrice di collegamento fra ciclo strategico e ciclo
                 finanziario dell'area d'affari
                  finanziario dell'area d'affari
 FASI DEL                   VARIABILI FINANZIARIE                     EVOLUZIONE
  CICLO                                                                  DELLA
              TASSO DI    INTENSITÀ      MARGINE DI    FASI DEL        STRUTTURA
              SVILUPPO       DI         AUTOF.LORDO     CICLO         FINANZIARIA
            DEL FATTURATO CAPITALE     SUL FATTURATO FINANZIARIO

 INIZIO E        BASSO       ALTA          BASSO      SALDI DI •CAPITALIZZAZIONE
INTRODU        CRESCENTE DECRESCENTE     CRESCENTE     CASSA    INIZIALE ELEVATA
  ZIONE                                               NEGATIVI •ULTERIORI APPORTI
                                                                EST. DI CAPITALE
                                                                PROPRIO
                                                               •LEVA FINANZIARIA
                                                                CRESCENTE

CRESCITA           ALTO      MEDIA         MEDIO     TRANSIZIONE    •LEVA F.CRESCE
                  STABILE   STABILE       STABILE      DEI SALDI     FINO AL PUNTO
                                                      DI CASSA DA    DI MASSIMA
                                                       NEGATIVI     •DIMINUZIONE
                                                       A POSITIVI    DELL’INDEBITA-
                                                                     MENTO
MATURITA'        MEDIO       BASSA      ALTO           SALDI DI     •RICAPITALIZZAZIO-
              DECRESCENTE DECRESCENTE CRESCENTE         CASSA        NE DELL’IMPRESA
                                                       POSITIVI     •DISPONIBILITA’ DI
                                                                     CAPITALE PROPRIO
                                                                     PER DIVERSIFIC.
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TIPO DI          MODALITÀ DI
 FASE DEL CICLO        INTERMEDIARIO
                                          INTERVENTO       SMOBILIZZO
RICERCA E              AGEVOLAZIONI      CONTRIBUTI A  NESSUNA
SVILUPPO               PUBBLICHE TRAMITE FONDO PERDUTO
                       BANCHE
INTRODUZIONE           VENTURE CAPITAL   PARTECIPAZIONI   Q QUOTAZIONE
                                         MAGGIORITARIE      IN BORSA
                                         O MINORITARIE    Q CESSIONE A:
                                         QUALIFICATE        MERCHANT
                                         ABBINATE AD        BANK,
                                         APPORTI DI         IMPRESE,
                                         RISORSE UMANE      MANAGER
                                         ASSENTI          Q RIACQUISTO




CRESCITA               VENTURE CAPITAL   PARTECIPAZIONI   IDEM
                       /FINANZIARIE      MINORITARIE
                       FONDI CHIUSI

MATURITÀ               BANCHE            PARTECIPAZIONI   QUOTAZIONE IN
                                         MINORITARIE      BORSA


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Dimensione relativa della domanda e grado
    di personalizzazione del servizio
                                            dimensione relativa della domanda
                                         individuale e soglia di accesso al servizio

                                            Bassa         Media          Elevata
                               Basso     Retail
livello di personalizzazione




                                         Banking
         del servizio




                               Medio


                               Elevato                                 Private &
                                                                       Corporate
                                                                       Banking


                                                                                       94
3. Estensione della delega
                           NATURA DEL          FIGURE                 NATURA DELLA
TIPO DI ATTIVITA’          PROCESSO            ISTITUZIONALI          PERFORMANCE
                           PRODUTTIVO
Supporto allo scambio   Produzione e           Agenzie di rating      Int. orientati alla
diretto                 diffusione             SIM (consulenza        formazione di un
                        informazioni           alle famiglie e alle   margine di
                                               imprese)               provvigioni

Negoziazione delegata   Produzione e           Investitori            Intermediari con
                        diffusione             istituzionali          passività di
                        informazioni /                                mercato
                        trasformazione del
                        rischio

Negoziazione in         Produzione e           Venture capital        formazione di un
proprio                 diffusione                                    margine da
                        informazioni /                                plusvalenze
                        trasformazione e       Intermediari           formazione di
                        assunzione del rischio creditizi              un margine da
                                                                      interessi
                                                                                  95
4. Modelli istituzionali
                   Germania       G. Bretagna          Stati Uniti
INTERMEDIAZIONE    banca          retail banks         commercial banks
CREDITIZIA         universale     merchant banks

INTERMEDIAZIONE    banca          retail banks         investment banks
MOBILIARE:    DI   universale     merchant banks
SERVIZIO
INTERMEDIAZIONE    banca          merchant banks       investment banks
MOBILIARE:         universale
CREDITIZIA
INTERMEDIAZIONE    banca          merchant banks       investment banks
MOBILIARE:         universale     (di competenza ma    (di competenza ma
PARTECIPATIVA                     poco presidiata)     poco presidiata)



           l’elevato sviluppo dei mercati mobiliari e l’alto grado di
           autofinanziamento non richiedono un ruolo di tipo partecipativo
                                                                           96
1. Processi e prodotti
FUNZIONE                ATTIVITA’              TIPOLOGIA       ISTITUZIONALE

INTERMEDIAZIONE         Negoziazione titoli    Banche          S.I.M.
MOBILIARE               c/proprio e c/terzi
GESTIONE DEL            G.P.M.                 Banche          S.I.M.
RISPARMIO
                        Gestione collettiva    FCI e SICAV
COPERTURA DEI           Assicurazioni danni    Assicurazioni
RISCHI                  Assicurazioni vita e   Assicurazioni   Ist. di previdenza
                        previdenza                             Fondi pensione
SERVIZI DI              Offerta di strumenti   Banche          Emittenti di carte di
PAGAMENTO               di pagamento                           credito
                        Operazioni di incasso Banche           Soc. finanziarie
                        e pagamento



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La diversificazione
          ricerca di nuove combinazioni prodotto / mercato
                              /tecnologia
     fenomeno rilevante, in fase di accelerazione, caratterizzato da
                           forte correlazione
                      differenti teorie esplicative
      demand side                industrial organisazion theory
                                 (condizionamenti esogeni)
      supply side                 resource view of the firm
                                  (vincoli di risorse/organizzazione)


                                         risorse eccedenti



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La diversificazione
                      Diversificazione correlata
                      product extension
                          market concentricity
                          technological concentricity
                      market extension
                      Diversificazione non correlata

                      Teoria di portafoglio
                      si diversifica per ottimizzare la combinazione
                      rischio / rendimento
                      Teoria microeconomica
                      ricerca di economie di costo da produzione congiunta

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La diversificazione
     ECONOMIE DA PRODUZIONE CONGIUNTA
              SONO POSSIBILI SE
                      Le combinazioni produttive non sono rigide
                      Le scelte sono condizionate dalla clientela
                      Si impiegano fattori produttivi omogenei, poco
                      specializzati, fungibili
                                      risorse eccedenti
                            Risorse finanziarie - Attrezzature fisico/tecniche
                                  Lavoro/organizzazione - Tecnologia
                                   Risorse manageriali – informazioni
      non possono essere impiegate per espandere la produzione,
         devono essere fungibili e non facilmente negoziabili

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GLI STRUMENTI FINANZIARI




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Gli strumenti finanziari


           Funzione obiettivo di investitori e
            prenditori

           Funzioni e caratteristiche degli strumenti




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Funzione obiettivo di investitori e prenditori
        Le esigenze connesse al regolamento degli scambi
             nel mercato domestico
             con l’estero
        La domanda di trasferimento delle risorse nel tempo
             investimento
             finanziamento
        La funzione obiettivo dell’investitore
             rendimento
             rischio: insolvenza, prezzo, interesse, cambio, perdita di potere
             d’acquisto, liquidità
        La funzione obiettivo del prenditore di fondi
             costo
             rischio: interesse, cambio, solvibilità, instabilità delle fonti,
             condizionamento del finanziatore

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Funzioni e caratteristiche
                      degli strumenti finanziari
         la natura dei diritti incorporati
              proprietà, credito, discrezionale, a termine
              diritti patrimoniali, diritti amministrativi
         trasferibilità, negoziabilità, liquidità
         rendimento e rischio
         la durata
         altri caratteri


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Gli strumenti finanziari
                              •Voto
  Diritti amministrativi                                                                     Strumenti rappresentativi
                              •Impugnativa                                                   del capitale sociale
  riferiti al diritto
  proprietario                •Recesso                                                       (es.azioni)

                              •opzione

                                                                           •Residuali
                                      •credito   Rimborso del Capitale
                                                 e sua remunerazione
                                                                                                       •Obbligazioni
                                                                           •Predeterminati
                                                                                                       •Prestiti



 Diritti economici riferiti                                              •Discrezionalità non                               •future
                                  •Diritto/obbligazione di
 alle prestazioni delle                                                  consentita
                                  acquistare/vendere date attività
 parti contraenti                 finanziarie




                                                                                                       Strumenti Derivati
                                                                         •Discrezionalità consentita
                                                                                                                            •opzione

                                      •Diritto/obbligazione di incassare/pagare date
                                      prestazioni
                                                                                                                            •swap

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Caratteristiche tecnico contrattuali dello strumento

                                 trasferibilità
                                                   standardizzazione
Condizioni esterne di organizzazione                 divisibilità
degli scambi (mercato, quotazione,
ampiezza spessore)
                                negoziabilità
                                                  Perdita potenziale in caso
                                                  di liquidazione
   Costi di transazione
                                   liquidità           Durata residua
 Rischio emittente


                              Capacità monetaria

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La raccolta delle Banche
          Le operazioni di raccolta comprendono il complesso di strumenti che
         consente alla banca di dotarsi delle risorse finanziarie a titolo di debito
         necessarie per lo svolgimento della propria funzione di intermediazione

   Le caratteristiche comuni sono:
      • Assunzione da parte della banca di una posizione debitoria nei confronti
        della clientela
      • Contabilizzazione nel passivo dello SP
      • Un rischio di liquidità, diverso a seconda dello strumento considerato,
        legato all’impegno della banca a restituire le somme raccolte

                                      Articolazione

       Forme tecniche di raccolta di
        Forme tecniche di raccolta di               Forme tecniche di raccolta basate
                                                     Forme tecniche di raccolta basate
           tipo personalizzato
            tipo personalizzato                         su strumenti di mercato
                                                         su strumenti di mercato

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Articolazione

Forme tecniche di raccolta di tipo       Forme tecniche di raccolta basate
personalizzato                           su strumenti di mercato


       Conti correnti di                Le obbligazioni bancarie
       corrispondenza passivi
                                         Gli altri titoli, diversi dalle
       I depositi di risparmio           obbligazioni, CD e dai buoni
       I certificati di deposito         fruttiferi

       I pronti contro termine
       passivi




                                                                       108
Una classificazione della raccolta bancaria
      Raccolta diretta                                      Raccolta indiretta

     Emissione di passività proprie                      Emissione di passività di altre
                                                              unità economiche
         La distinzione assume rilievo in quanto permette di evidenziare comportamenti
               gestionali ed operativi diversi (fenomeno della disintermediazione)
     Fattore Tempoµ Raccolta a breve, a medio ed a lungo termine


       Depositi monetari (a vista)             Depositi non monetari (a tempo)


     Sono accettati come mezzi di                      Prevedono la trasformazione in
             pagamento                                           moneta
        Fattore Tasso: Raccolta a tasso fisso e a tasso variabile

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I conti correnti di corrispondenza passivi

             Contratto misto in cui al deposito si somma il mandato. Il cliente
              deposita il proprio denaro presso la banca e conferisce a questa
               l’incarico di compiere operazioni di riscossione e pagamento.

      Funzione monetaria del C/C             Permette al cliente di accedere al
       Funzione monetaria del C/C            sistema dei pagamenti (bonifici, assegni
                                             etc.). Moneta scritturale.
      Funzione di investimento
       Funzione di investimento
                                               Rappresenta un opportunità di
                                               investimento delle disponibilità del
                                               cliente
             Durata
             Durata
                                                  A vista: il risparmiatore può esigere
                                                   in qualsiasi momento le somme
                                                         depositate sul conto


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I conti correnti di corrispondenza passivi
         Regime di circolazione
          Regime di circolazione

  Le somme depositate possono essere utilizzate dal                L’assegno può essere emesso:
  correntista mediante l’emissione di assegni tratti sul
  conto.                                                           all’ordine (trasferimento mediante girata piena)
                                                                    all’ordine
  L’assegno è un titolo di credito con cui il correntista
                                                                   al portatore (girata in bianco)
                                                                    al
  ordina alla banca di pagare una determinata somma ad
  un certo soggetto.


  Valute delle operazioni
  Valute delle operazioni
                         Versamento del contante, assegni circolari emessi dalla stessa banca depositaria: data
                         dell’operazione
                         Versamento di assegni bancari tratti sulla stessa banca e di assegni circolari emessi da
                         altre banche: quarto giorno lavorativo successivo alla data dell’operazione
                         Versamento di assegni bancari tratti su altre banche: sesto giorno lavorativo succ.
                         Prelevamento con assegno bancario: data dell’operazione
                         Pagamento a mezzo assegno bancario: data di emissione dell’assegno

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I conti correnti di corrispondenza passivi
      Alcune distinzioni eecaratteristiche
      Alcune distinzioni caratteristiche
                   dei C/C
                    dei C/C
      • Differenze tra C/C creditori e C/C attivi
      • Conti cointestati a firme disgiunte e C/C cointestati a firme congiunte
      • Esistenza di un estratto conto e di uno scalare interessi (staffa)
      • Tutela del cliente in caso di variazione delle condizioni
      • Differenze tra interessi debitori e creditori (possibilità di uno scoperto per valuta)
      • Periodicità paritaria tra interessi creditori ed interessi debitori

            Nuove tipologie di C/C
            Nuove tipologie di C/C
                                                      •C/C convenzionati
                                                      •C/C target
                                                      •Conti fondo (o C/C a tetto prestabilito)
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I depositi a risparmio
         Contratto in base al quale un soggetto deposita delle somme di denaro presso
          una banca. La banca acquista la proprietà delle somme di denaro depositate
           ed è obbligata a restituirle nella stessa specie monetaria alla scadenza del
                       termine convenuto o a richiesta del depositante.


         Depositi liberi: le                     Durata
                                                 Durata                    Con preavviso: il rimborso
          somme versate                                                   delle somme è sottoposto ad
        sono esigibili a vista                                              un termine di preavviso;


               Depositi vincolati: esistono                A scadenza fissa: la banca si
               limitazioni alla possibilità di              impegna a rimborsare le
                 esigere a vista le somme                 somme depositate solo ad una
                          versate.                            scadenza prestabilita.

                                        Regime di circolazione
                                        Regime di circolazione
        al portatore                                                            nominativi
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Certificati di deposito
         Titoli di credito negoziabili rappresentativi di depositi bancari. Il loro
          ammontare è fissato secondo tagli minimi che variano in relazione
                                        all'emittente.

                                  Durata definita per periodi standard, con
               Durata
               Durata              scadenza compresa fra i 3 e i 60 mesi.

                                          • A remunerazione predefinita
             Remunerazione
              Remunerazione               • A remunerazione variabile

               Emissione
                Emissione                    A rubinetto. Non implica la consegna
                                             materiale (importo min 500€)

                Cessione                    Generalmente con intervento della
                 Cessione
                                            banca

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I pronti contro termine passivi
              prevedono la vendita da parte della banca di titoli e l’impegno
                   successivo ad acquistarle ad un prezzo prestabilito


             Durata
             Durata                   solitamente 1, 22o 33MESI
                                       solitamente 1, o MESI

                                       non ammette estinzione
                                        non ammette estinzione
             Vincoli
             Vincoli                         anticipata
                                              anticipata

          Importo
           Importo                  dipende anche dalla forza contrattuale
                                     dipende anche dalla forza contrattuale
          minimo
           minimo                                del cliente
                                                  del cliente




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Appunti di Economia degli intermediari finanzari: lucidi

  • 1. Lucidi di Economia degli Intermediari Finanziari (vol. 2) Autore: profman www.profland.135.it
  • 2. Si ricorda che: l'uso degli appunti qui presenti è consentito per solo uso personale e di studio; la consultazione è gratuita ed ogni forma atta a ricavarne lucro è vietata! gli appunti sono fatti da studenti che non possono assumersi nessuna responsabilità in merito; il materiale qui presente non è sostitutivo ma complementare ai libri di testo: - devi (e ti consiglio) di consultare e comprare i libri di testo; il materiale qui presente è distribuito con licenza Creative Commons Ti ricordo che se vuoi contribuire mandando degli appunti o quant'altro possa essere utile ad altri puoi farlo inviando il materiale tramite: http://profland.altervista.org/mail.htm Spero che ciò che hai scaricato ti possa essere utile. Profman Il file è stato scaricato/visualizzato in forma gratuita da Profland: http://profland.altervista.org sezione Profstudio http://profland.altervista.org/profstudio/profstudio.htm oppure da qualche mirror, come: www.profland.cjb.net www.profland.135.it o dalla pagina dedicata su slideshare.net: www.slideshare.net/profman www.profland.135.it 2
  • 3. LA REGOLAMENTAZIONE E LA VIGILANZA DEL SISTEMA FINANZIARIO www.profland.135.it 3
  • 4. Ordinamento delle attività finanziarie Insieme organico e complessivo di norme che disciplinano attività e istituzioni dell'intermediazione finanziaria in un dato contesto politico-ammiinistrativo: - la normativa primaria disegna il grado istituzionale complessivo • norme comunitaria: le cosiddette Direttive Comunitarie • norme statali: leggi e decreti del Parlamento, decreti legislativi - la normativa secondaria assume e realizza finalità di regolamentazione più specifica e quindi di vigilanza • istruzioni e regolamenti emessi da organi espressamente previsti e delegati dalla legge, come Banca d'Italia, Consob, Isvap e Covip Ordinamento delle attività finanziarie: il quadro istituzionale 1. l’ordinamento comunitario 2. classificazione degli strumenti di vigilanza . vigilanza strutturale . vigilanza prudenziale . vigilanza informativa (fair play regulation) . vigilanza protettiva www.profland.135.it 4
  • 5. 1. L’ordinamento comunitario: le situazioni di disparità concorrenziale fra paesi sono state eliminate fissando un obiettivo di: armonizzazione minima - mutuo riconoscimento libertà di prestazione di servizi - libertà di stabilimento (unicità) Per minimizzare lo sforzo dei singoli paesi si è scelto un modello bancocentrico rispetto ai singoli ordinamenti nazionali • despecializzazione degli intermediari • riserva a favore delle attività degli investitori istituzionali • separatezza tra banca e industria I contenuti dell’armonizzazione minima . elenco delle attività esercitabili e capitale minimo iniziale . controlli sugli assetti proprietari e sulle partecipazioni . modalità di calcolo del patrimonio di vigilanza e dei coefficienti di solvibilità . vigilanza su base consolidata e sistemi di garanzia dei depositi . controllo della concentrazione dei rischi (grandi fidi) . regole di accertamento dei rischi di mercato . modalità di contabilizzazione e di consolidamento . pubblicità dei documenti contabili delle succursali estere di enti creditizi e finanziari www.profland.135.it 5
  • 6. 2. Classificazione degli strumenti di vigilanza - basata sulla natura degli interventi - tiene conto delle finalità cui ogni strumento in primis si rivolge - prevede quattro categorie di strumenti: A. vigilanza strutturale B. vigilanza prudenziale C. vigilanza informativa (fair play regulation) D. vigilanza protettiva www.profland.135.it 6
  • 7. A. La vigilanza strutturale Fondamento teorico: relazione significativa tra struttura del mercato → comportamento degli intermediari → performance (degli stessi e del mercato): • dagli elementi della struttura (es. la concentrazione) dipende la condotta concorrenziale (comportamenti collusivi o conflittuali) • l’intensità della concorrenza spiega la ricerca di performance sempre migliori • la “ricerca di migliori performance” può rappresentare l’obiettivo di “efficienza” della vigilanza • l’intensità della concorrenza, funzionale ai fini dell’efficienza, non favorisce la stabilità, anzi, può accentuare le situazioni di crisi. Gli strumenti di intervento . entrata nel mercato (intermediari di nuova costituzione, o che aprono una nuova sede, o che offrono servizi senza sede fisica) . assetto organizzativo degli intermediari operanti (operazioni di fusione, incorporazione, passaggio di controllo, ecc.) . gamma delle attività che ogni categoria di intermediari (ogni singolo intermediario) può svolgere . requisiti degli azionisti degli intermediari e l’assetto di controllo societario . interventi amministrativi sulle quantità e sui prezzi degli intermediari www.profland.135.it 7
  • 8. B. La vigilanza prudenziale Finalità e peculiarità • controllo e delimitazione dei rischi • assume la forma di criteri di gestione cui gli intermediari devono attenersi • rispetto a quella strutturale - che in qualche caso arriva a “gestire” il mercato - si basa sul rispetto delle regole di mercato • evita di condizionare direttamente il mercato esprimendo regole del gioco che - riguardano il “come” si opera nel mercato - non intervengono direttamente sulla “struttura del mercato” (soggetti, attività, prezzi) - sono oggettive e neutrali tra i diversi soggetti dell’offerta - sono trasparenti e stabiliti ex-ante così da guidare in forma di incentivo e/o vincolo gli intermediari verso equilibri economico-finanziari desiderabili www.profland.135.it 8
  • 9. B. La vigilanza prudenziale - Gli strumenti di intervento Coefficienti di bilancio con finalità di controllo e limitazione del rischio assunto nella gestione: solvibilità; equilibrio finanziario; concentrazione degli investimenti; contenimento degli investimenti ad alto rischio unitario; rigidità della struttura dei costi Adeguatezza organizzativa: . dimensione delle risorse tecniche, professionali e manageriali: da possedere a fronte di programmi di attività che comportano l’entrata in aree di mercato complesse e rischiose (partecipazioni industriali, market making nei mercati organizzati, attività nei mercati derivati, ecc.) o che rappresentano investimenti impegnativi (espansione territoriale, acquisizione di concorrenti) . strumenti operativi per il rispetto del principio dell’indipendenza organizzativa e gestionale tra aree di attività con potenziali conflitti di interesse (criterio della separatezza organizzativa e contabile che si applica nell’intermediazione mobiliare) Requisiti di onorabilità, di competenza e di esperienza che devono avere i soggetti che • assumono posizioni nell’ambito degli organi amministrativi e di controllo • rivestono responsabilità di direzione www.profland.135.it 9
  • 10. C. La vigilanza informativa (fair play regulation) Finalità e peculiarità: comprende tutti gli strumenti di comunicazione e informazione che possono contribuire a ridurre le asimmetrie informative tipiche e inevitabili in rapporti contrattuali basati sulla capacità di rimborso futura del prenditore di fondi dalla asimmetria derivano comportamenti che portano all’impoverimento degli scambi e quindi al “fallimento del mercato”: ciò può essere evitato in presenza di soggetti finanziatori, supportati da informazioni di qualità e spessore adeguati, in condizione di valutare il rischio di perdita di ogni prestito e, quindi, di applicare un tasso aggiustato per il rischio trasparenza e correttezza sono condizioni base per lo sviluppo di un sistema di rapporti contrattuali il cui pricing si avvicina ai requisiti dell’efficienza del mercato per i quali la quotazione degli strumenti finanziari rifletta in modo completo tutta l’informazione disponibile. Ambiti di applicazione: • le operazioni finanziarie: prassi tecniche per effettuare valutazioni economiche e di rischio • gli emittenti i titoli che formano oggetto dell’operazione • gli intermediari che intervengono nei confronti di emittenti ed investitori, se si tratta di una operazione di mercato mobiliare • gli intermediari nei confronti delle autorità di vigilanza, interessate a controllare il buon andamento della gestione; • gli organismi di gestione dei mercati mobiliari, chiamati ad informare il “mercato” (emittenti, investitori, intermediari, analisti, ecc.) e le autorità di vigilanza www.profland.135.it 10
  • 11. D. La vigilanza protettiva Finalità e peculiarità: • gestione delle situazioni di crisi degli intermediari per - garantire la tutela del risparmiatore, soprattutto se “non consapevole” - ridurre gli effetti delle “esternalità” • poiché tutti gli strumenti della vigilanza possono assolvere funzioni “protettive” (di tutela) dell’interesse del risparmiatore, la vigilanza protettiva si riferisce a due Ambiti di applicazione: - interventi preventivi mediante interventi interni ed esterni per evitare che situazioni aziendali di temporanea difficoltà possano degenerare in uno stato di crisi grave, non recuperabile (crisi di liquidità di norma reversibili) - provvedimenti di rigore allorché la crisi si rivela irreversibile e l’unica soluzione è quella della messa in liquidazione dell’intermediario (crisi di solvibilità tipicamente irreversibili) www.profland.135.it 11
  • 12. D. La vigilanza protettiva Interventi preventivi: . flussi di documentazione statistica tra intermediari e organo di vigilanza i quali costituiscono la base di valutazione dello stato di salute degli intermediari e su cui si possono innestare tecniche di “allarme preventivo” . situazioni di illiquidità delle banche affrontate attraverso interventi di rifinanziamento della banca centrale . situazioni di difficoltà più seria che danno luogo a provvedimenti quali l’amministrazione straordinaria che comporta, tra l’altro, la sostituzione degli organi amministrativi e di controllo in carica. Provvedimenti di rigore: . le crisi irreversibili conducono alla liquidazione coatta amministrativa dell’intermediario . è previsto anche l’intervento dei Fondi di Tutela dei Depositi che tutelano i creditori degli intermediari messi in liquidazione, facendo fronte a due esigenze: • tutela del risparmiatore, più ampia se classificabile nella categoria del “risparmiatore non consapevole” • limitazione del rischio sistemico nell’assunto che i risparmiatori - anche di fronte ad una situazione di crisi aziendale - non perdano la fiducia nel sistema proprio perché possono contare sulla garanzia del recupero del loro credito (ciò è rilevante anche nelle situazioni di crisi temporanea) www.profland.135.it 12
  • 13. Ordinamento delle attività finanziarie • Nel contesto italiano, coerentemente con l'impostazione condivisa a livello comunitario, l'intermediazione finanziaria viene disciplinata per segmenti o tipologie di attività, ad ognuna delle quali corrisponde un ordinamento specifico: A. ordinamento delle attività bancarie e creditizie B. la disciplina dei mercati di strumenti finanziari C. ordinamento delle attività di gestione dei servizi di investimento D. ordinamento delle attività di gestione collettiva del risparmio E. ordinamento dell'attività assicurativa www.profland.135.it 13
  • 14. A. Ordinamento dell’attività bancaria e creditizia 1. Definizione di banca e di attività bancaria 2. Condizioni dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività 3. Estensione geografica dell’attività esercitata 4. Partecipazione al capitale delle banche: vincoli normativi e regime autorizzativo 5. Altri profili rilevanti di regolamentazione dell’attività bancaria 6. Adeguatezza patrimoniale 7. Nozione di gruppo bancario 8. Altri soggetti operanti nel settore finanziario 9. Trasparenza delle condizioni contrattuali www.profland.135.it 14
  • 15. 1. Definizione di banca e di attività bancaria La banca viene definita come l'impresa autorizzata all'esercizio dell'attività bancaria - la banca è impresa - la banca esiste ed opera in forza di un'autorizzazione formale delle Autorità competenti - la definizione di banca rinvia direttamente alla nozione di attività bancaria La raccolta del risparmio e l'esercizio del credito costituiscono attività bancaria che ha natura composita. L'esercizio dell'attività bancaria è riservato alle banche: tale “riserva di attività" è coerente con il fatto che l'attività bancaria sia subordinata ad autorizzazione e regolata da una normativa specifica. Le banche esercitano, oltre all'attività bancaria - ogni altra attività finanziaria, secondo la disciplina propria di ciascuna - attività connesse e strumentali - fatte salve le riserve di attività previste dalla legge Le altre attività finanziarie sono quelle "ammesse al mutuo riconoscimento” ossia quelle che le banche possono esercitare - direttamente o indirettamente tramite società controllate - in qualsiasi paese dell’UEM a seguito dell'autorizzazione ricevuta nel paese di origine (principio del home country control). www.profland.135.it 15
  • 16. Le attività ammesse al mutuo riconoscimento, il cui esercizio separato peraltro non costituisce attività bancaria, sono: - raccolta di depositi o di altri fondi con obbligo di restituzione - operazioni di prestito (credito al consumo, credito con garanzia ipotecaria, factoring, cessioni di credito pro soluto e pro solvendo, credito commerciale incluso il “forfaiting”) - leasing finanziario - servizi di pagamento - emissione e gestione di mezzi di pagamento (carte di credito, travellers cheques, lettere di credito) - rilascio di garanzie e di impegni di firma - operazioni per proprio conto o per conto della clientela in: cambi, strumenti finanziari a termine e opzioni, contratti su tassi di cambio e tassi d'interesse, valori mobiliari - strumenti di mercato monetario (assegni, cambiali, certificati di deposito, ecc.) - partecipazioni alle emissioni di titoli e prestazioni di servizi connessi - consulenza alle imprese su struttura finanziaria, di strategia industriale e di questioni connesse, nonché consulenza e servizi nel campo delle concentrazioni e del rilievo di imprese - servizi di intermediazione finanziaria del tipo “money broking” - gestione o consulenza nella gestione di patrimoni - custodia e amministrazione di valori mobiliari - servizi di informazione commerciale - locazione di cassette di sicurezza - altre attività che, in virtù delle misure di adattamento assunte dalle autorità comunitarie, sono aggiunte all'elenco allegato www.profland.135.it 16
  • 17. Altre definizioni La raccolta dei risparmio è definita come acquisizione di fondi con obbligo di rimborso, sia sotto forma di depositi sia sotto altra forma. La raccolta del risparmio fra il pubblico è vietata ai soggetti diversi dalle banche o consentita in casi espressamente previsti. La raccolta di fondi a vista ed ogni forma di raccolta collegata all'emissione o alla gestione di mezzi di pagamento è in via assoluta riservata alle banche. www.profland.135.it 17
  • 18. 2. Condizioni dell’autorizzazione Unica autorizzazione all’esercizio . forma di società per azioni o di società cooperativa per azioni a responsabilità limitata . esistenza del capitale minimo versato richiesto (6,3 milioni di euro oppure 2 milioni di euro per le banche di credito cooperativo) . presentazione del programma concernente l'attività iniziale, con l'atto costitutivo e lo statuto . requisiti di onorabilità per i soci . struttura proprietaria (composizione e ripartizione dei diritti proprietari) . requisiti di onorabilità e di professionalità per i soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo Le condizioni vengono verificate dalla Banca d'Italia che nega l'autorizzazione quando non “garantiscono” la sana e prudente gestione (problema della discrezionalità potere / dovere delle autorità) www.profland.135.it 18
  • 19. 3. Estensione geografica dell’attività La Seconda Direttiva comunitaria con riferimento al territorio degli Stati comunitari e sul fondamento del criterio dell'home country control sancisce • il principio della libertà di stabilimento • il regime di libera prestazione di servizi, limitatamente alle attività ammesse al mutuo riconoscimento La banca autorizzata ha la facoltà di operare sul territorio nazionale e in quello comunitario, nel rispetto delle condizioni poste dall'ordinamento di appartenenza, con l'insediamento fisico di succursali o con la prestazione di servizi a distanza. L'operatività delle banche nazionali in Stati extracomunitari e delle banche extracomunitarie nel territorio nazionale e l'esercizio delle attività non ammesse al mutuo riconoscimento sono sottoposte a regimi autorizzativi e disciplinari più onerosi. La Banca d'Italia può vietare ad una banca italiana lo stabilimento di una nuova succursale per motivi attinenti all'adeguatezza delle strutture organizzative o della situazione finanziaria, economica e patrimoniale della banca. www.profland.135.it 19
  • 20. 4. Partecipazione al capitale delle banche • Obiettivo dell’autonomia e separatezza: evitare che vi siano nel capitale della banca portatori di interessi estranei o confliggenti con essa. • I controlli sull’assetto proprietario non si esauriscono alla fase costitutiva ma continuano nella fase gestionale • Autorizzazione preventiva a diventare azionisti rilevanti di una banca da parte dei potenziali acquirenti - partecipazione > 5% - superamento soglie rilevanti (10%, 15%, 20%) - controllo indipendentemente da entità concessa in base alla “qualità” (controllo anche sotto i limiti) • Divieto di autorizzazione nell’ipotesi di acquisizione di partecipazioni >15% da parte di soggetti che svolgono in misura rilevante attività di impresa in settori non creditizi e non finanziari www.profland.135.it 20
  • 21. 5. Altri profili rilevanti di regolamentazione Sulla base del principio della vigilanza regolamentare, che regola alcuni profili critici dell'attività della banca con criteri definiti prudenziali, la Banca d'Italia, in conformità delle deliberazioni del CICR, emana disposizioni di carattere generali che hanno per oggetto (”Istruzioni di Vigilanza”) . l'adeguatezza patrimoniale . il contenimento del rischio nelle sue diverse configurazioni . le partecipazioni detenibili . l'organizzazione amministrativa e contabile e i controlli interni Logica di controllo: legame tra possesso di requisiti patrimoniali specifici e limitazioni dell’operatività. www.profland.135.it 21
  • 22. 6. Adeguatezza patrimoniale • I requisiti patrimoniali imposti dalla regolamentazione prudenziale fanno riferimento al concetto di patrimonio di vigilanza • Coefficienti patrimoniali obbligatori il cui calcolo rappresenta un dispositivo mirante a controllare e limitare i rischi assunti nella gestione - coefficiente di solvibilità - limiti individuali e globali di fido - rischi di mercato - limiti alla trasformazione delle scadenze - limiti alla detenzione di partecipazioni • Le banche devono costantemente mantenere un ammontare minimo di patrimonio di vigilanza pari all'8% del complesso delle attività ponderate in relazione ai rischi di perdita per inadempimento dei debitori (rischio creditizio). www.profland.135.it 22
  • 23. 7. Nozione di gruppo bancario Definizione di gruppo e di controllo • banca capogruppo: disegno imprenditoriale unico; attività di direzione e coordinamento; controllo strategico e gestionale • società finanziaria capogruppo: quando nell’ambito del gruppo ha rilevanza la componente bancaria • requisiti capogruppo: nazionalità italiana, totale autonomia. Partecipano al gruppo bancario: - le società bancarie, assicurative, finanziarie e strumentali; - altre non finanziarie (limite complessivo, limite di concentrazione come % del patrimonio banca, limite di separatezza come % del patrimonio partecipata) Vigilanza su base consolidata (referente la capogruppo) Obblighi delle controllate nei confronti della capogruppo Disciplina delle crisi dei gruppi Bilancio consolidato www.profland.135.it 23
  • 24. 8. Altri soggetti Nozione giuridica di intermediario finanziario soggetto operante nel settore finanziario ed esercente attività finanziaria secondo modalità che non integrano la definizione di attività bancaria • esercizio nei confronti del pubblico delle attività di assunzione di partecipazioni • concessione di finanziamenti sotto qualsiasi forma • prestazione di servizi di pagamento • intermediazione in cambi La definizione giuridica di intermediario finanziario è difforme da quella economica che - correttamente e ad altri fini - colloca la banca nella categoria degli intermediari finanziari, intesi come imprese che intermediano sistematicamente risorse finanziarie. www.profland.135.it 24
  • 25. 9. Trasparenza delle condizioni contrattuali Norme sulla trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari (artt. 115-120) applicate a tutte le attività svolte dalle banche e dagli altri intermediari finanziari entro il territorio nazionale Tutela della controparte contrattuale, che viene in linea di principio considerata contraente debole o inconsapevole. Ambiti di applicazione • modalità di pubblicità delle condizioni contrattuali applicate • forme dei contratti • regole della modifica unilaterale delle condizioni contrattuali • comunicazioni periodiche alla clientela Trasparenza delle condizioni contrattuali nell'attività del credito al consumo (artt. 121-126) con norme analoghe e una specifica disciplina del TAEG, costo annuo effettivo globale per l'utilizzatore www.profland.135.it 25
  • 26. B. La disciplina dei mercati di strumenti finanziari Trasformazione da mercati pubblici a mercati-impresa 1. organizzazione e gestione 2. società di gestione dei mercati 3. regolamento del mercato www.profland.135.it 26
  • 27. 1. Organizzazione e gestione L’attività di organizzazione e gestione di mercati regolamentati ha carattere di impresa ed è esercitata da una società di gestione. Per ogni mercato regolamentato (Borsa Italiana S.p.A., MTS S.p.A.) è istituita una società di gestione. Ai soci è rimandata la scelta di configurare l’obiettivo della società di gestione: • massimizzazione dei profitti • semplice copertura dei costi www.profland.135.it 27
  • 28. 2. La società di gestione • Le società di gestione possono svolgere la propria attività di organizzazione e gestione dei mercati; dunque i mercati regolamentati possono operare, se ottengono l’autorizzazione della CONSOB. Ciò avviene se sono soddisfatti i requisiti relativi a: » capitale sociale » onorabilità e professionalità di esponenti aziendali e di partecipanti al capitale » regolamento (deve anche essere conforme alla disciplina comunitaria) • In presenza dei suddetti requisiti i mercati regolamentati relativi alle società di gestione sono iscritti presso un elenco istituito dalla CONSOB. www.profland.135.it 28
  • 29. 3. Il regolamento • L’organizzazione e la gestione del mercato sono disciplinate da un regolamento deliberato dall’assemblea ordinaria della società di gestione • Il regolamento può attribuire al consiglio di amministrazione della società di gestione il potere di emettere disposizioni di attuazione • Il regolamento deve in ogni caso determinare: • le condizioni e le modalità di ammissione, sospensione, esclusione di operatori e strumenti finanziari alle negoziazioni • le condizioni e le modalità di svolgimento delle negoziazioni nonché gli obblighi degli operatori • modalità di accertamento, pubblicazione e diffusione dei prezzi • categorie di contratti ammessi alle negoziazioni e quantitativi minimi negoziabili www.profland.135.it 29
  • 30. C. L’ordinamento delle attività di gestione dei servizi di investimento 1. definizione di strumenti finanziari 2. servizi di investimento 3. servizi accessori 4. soggetti abilitati 5. regime di autorizzazione 6. modalità di svolgimento 7. promotori e offerta fuori sede www.profland.135.it 30
  • 31. 1. Definizione di strumenti finanziari www.profland.135.it 31
  • 32. 2. Servizi di investimento Per servizi di investimento si intendono le seguenti attività, quando hanno per oggetto strumenti finanziari: - negoziazione per conto proprio - negoziazione per conto di terzi - collocamento (con o senza preventiva sottoscrizione o acquisto a fermo, assunzione di garanzia nei confronti dell’emittente) di strumenti finanziari - gestione individuale di portafogli di investimento per conto di terzi - ricezione e trasmissione di ordini, mediazione. 3. Servizi accessori Per servizi accessori si intende: - custodia e amministrazione di strumenti finanziari - locazione di cassette di sicurezza - concessioni di finanziamenti agli investitori finalizzati alla realizzazione di un’operazione su strumenti finanziari nella quale sia coinvolto il soggetto finanziatore - consulenza in materia finanziaria e strategica - consulenza in materia di investimenti in strumenti finanziari - intermediazione in cambi, quando collegata alla prestazione di servizi di investimento. www.profland.135.it 32
  • 33. 4. Soggetti abilitati Sono abilitati all’esercizio professionale dei servizi di investimento: - banche - società di gestione del risparmio limitatamente all’attività di gestione individuale di portafogli di investimento per conto di terzi - imprese di investimento. Alle SIM è consentito l’esercizio di servizi accessori e di attività connesse o strumentali www.profland.135.it 33
  • 34. 5. Regime di autorizzazione . Alle SIM è concesso l’esercizio dei servizi di investimento, con autorizzazione della CONSOB, sentita la Banca d’Italia, quando ricorrano particolari condizioni . Alle banche autorizzate in Italia è concesso di svolgere i servizi di investimento, con autorizzazione della Banca d’Italia . Agli intermediari finanziari iscritti nell’elenco previsto dal TU bancario è permesso l’esercizio di servizi di investimento limitatamente alla negoziazione per conto proprio, su autorizzazione della Banca d’Italia. www.profland.135.it 34
  • 35. 6. Modalità di svolgimento Nello svolgimento dei servizi di investimento ed accessori, soggetti abilitati devono agire: • secondo principi di correttezza e trasparenza, • nell’interesse del cliente, • richiedendo ed offrendo sufficiente informativa, • limitando i conflitti di interesse, • assicurando l’efficiente svolgimento del mandato • rispettando il principio di separazione del patrimonio del cliente rispetto a quello dell’intermediario. www.profland.135.it 35
  • 36. 7. Il promotore finanziario Il promotore fa da tramite nella catena di distribuzione dei prodotti e di servizi finanziari fra l’intermediario che li colloca, li emette o li svolge e gli investitori. L’intermediario è obbligato a servizi del promotore finanziario in due casi: quando i contratti sono offerti fuori sede e quando il collocamento avviene a distanza (es. per telefono). www.profland.135.it 36
  • 37. 7. Offerta fuori sede e collocamento a distanza www.profland.135.it 37
  • 38. D. L’ordinamento delle attività di gestione collettiva del risparmio 1. definizione del servizio 2. definizione degli organismi 3. Società di Gestione del Risparmio 4. fondi comuni di investimento 5. SICAV www.profland.135.it 38
  • 39. 1. Definizione del servizio L’attività di gestione collettiva del risparmio può essere esercitata solo da: - società di gestione del risparmio - SICAV (Società di investimento a capitale variabile) 2. Definizione degli organismi 39
  • 40. 3. Le società di gestione del risparmio Le società di gestione del risparmio (SGR) possono: - prestare servizi di gestione su base individuale di portafogli di investimento per conto terzi - gestire le risorse dei fondi pensione - svolgere le attività strumentali e connesse stabilite dalla Banca d’Italia, sentita la CONSOB - affidare specifiche scelte di investimento a intermediari abilitati alle GPM 4. I fondi comuni di investimento www.profland.135.it 40
  • 41. 4. I fondi comuni di investimento • Una società di gestione autorizzata dalla CONSOB può istituire uno o più fondi comuni di investimento fondi comuni di investimento e gestire il patrimonio del fondo sulla base di un rapporto di mandato • Il fondo può essere gestito dalla stessa società che lo ha istituito o, su mandato, da altra società di gestione • Gli strumenti finanziari ed altre disponibilità liquide disposte in un fondo di investimento sono depositati in custodia presso una banca depositaria. • E’ sancito il principio di autonomia del patrimonio autonomia del patrimonio del fondo da quello della società di gestione e da quello di ciascun partecipante • Il patrimonio di ciascun fondo è distinto in quote di pari valore che attribuiscono pari diritti • Le quote sono rappresentate da certificati nominativi al portatore o dell’investitore • Lo schema generale di funzionamento dei fondi comuni è determinato con regolamento emanato dal MinTesoro sentita la Consob e la Banca d’Italia • I criteri generali contenuti nel regolamento sono vincolanti in particolare: - oggetto dell’investimento - categorie di investitori cui è destinata l’offerta delle quote - modalità di partecipazione al fondo: frequenza di emissione, rimborso quote, ammontare minimo delle sottoscrizioni - durata minima e massima del fondo www.profland.135.it 41
  • 42. 5. Le SICAV • Si definiscono SICAV le società a capitale variabile autorizzate alla gestione collettiva del risparmio • L’autorizzazione è concessa dalla Banca d’Italia, sentita la CONSOB, dopo avere verificato l’ esistenza dei requisiti necessari; gli stessi organismi stabiliscono le ipotesi di decadenza • Ottenuta l’autorizzazione la SICAV è iscritta presso un apposito albo tenuto dalla Banca d’Italia www.profland.135.it 42
  • 43. E. L’ordinamento dell’attività assicurativa Fonti normative principali: • D. Lgs. 17/3/1995 n. 174 di attuazione della Direttiva CEE in materia di assicurazione diretta sulla vita • D. Lgs. 17/3/1995 n. 175 di attuazione della Direttiva CEE in materia si assicurazione diretta diversa dall'assicurazione sulla vita Aspetti principali della disciplina 1. Definizione di impresa di assicurazione e di attività assicurativa 2. Condizioni per l’autorizzazione all’esercizio dell’attività assicurativa 3. Estensione geografica dell’attività esercitata 4. Partecipazione al capitale delle imprese di assicurazione: vincoli normativi e regime autorizzativo 5. Altri profili rilevanti di regolamentazione dell’attività assicurativa www.profland.135.it 43
  • 44. 1. Definizione di impresa di assicurazione e di attività • Il legislatore non definisce in modo univoco le imprese di assicurazione: le "società che esercitano le assicurazioni" sono generiche "imprese“ alle quali possono essere ricondotti i diversi contratti di assicurazione • Le norme secondarie (circolari e provvedimenti Isvap), sulla base dell’interpretazione delle norme primarie, forniscono indicazioni più dettagliate circa le operazioni ammesse o vietate • Prevale il principio della specializzazione: le imprese di assicurazione devono limitare l’oggetto sociale all’esercizio dell’attività assicurativa, riassicurativa e di capitalizzazione e delle operazioni connesse (cioè attività accessorie, strumentali o funzionali all’attività assicurativa), con esclusione dell’esercizio diretto ed indiretto di qualsiasi attività industriale o commerciale. www.profland.135.it 44
  • 45. 2. Condizioni per l’autorizzazione all’esercizio dell’attività Requisiti • forma di società per azioni, società cooperativa e società di mutua assicurazione • possesso del capitale sociale minimo richiesto (o del fondo di garanzia sul caso di mutua assicuratrice) • presentazione di un programma di attività, di una relazione tecnica, dell’atto costitutivo, dello statuto, dell’elenco degli amministratori, dei soci con partecipazioni di controllo o con partecipazioni qualificate • requisiti di onorabilità dei soci e di onorabilità e professionalità dei soggetti che svolgono funzioni di amministrazione e di controllo Autorizzazione • Le condizioni vengono verificate dall’ISVAP che nega l'autorizzazione quando non “garantiscono” la sana e prudente gestione o soddisfano alle esigenze finanziarie e alle regole tecniche della “corretta gestione” di una impresa assicuratrice (problema della discrezionalità potere / dovere delle autorità) www.profland.135.it 45
  • 46. 3. Estensione geografica dell’attività Le Direttive comunitarie con riferimento al territorio degli Stati comunitari e sul fondamento del criterio dell'home country control sanciscono • il principio della libertà di stabilimento • il regime di libera prestazione di servizi. Le Autorità del paese d’origine trasmettono alle Autorità dello stato di stabilimento o di prestazione la documentazione e le informazioni relative alle proprie compagnie che accedono ed esercitano l’attività assicurativa su tale mercato. Le compagnie di altri Stati Membri sono tenute al rispetto delle disposizioni imperative italiane di interesse generale. L’autorizzazione e l’operatività delle compagnie estere con sede legale al di fuori della Comunità è soggetta a condizioni più restrittive basate sul principio di parità o di reciprocità di trattamento. www.profland.135.it 46
  • 47. 4. Partecipazione al capitale • L’assunzione di partecipazioni dirette e indirette superiori al 5% nel capitale di imprese ed enti assicurativi deve essere comunicata all’Isvap. • L’assunzione di partecipazioni qualificate (più del 10%) o di controllo, dirette o indirette, è soggetta ad autorizzazione che può essere negata nei confronti di enti o di imprese di stati che non applichino il principio della reciprocità di trattamento. • L’autorizzazione è concessa se sussistono le condizioni per una sana e prudente gestione della compagnia di assicurazione. • A differenza del comparto bancario, è ammessa l’acquisizione di partecipazioni di controllo in imprese di assicurazione da parte di imprese di settori industriali e commerciali, nel rispetto di protocolli di autonomia e di indipendenza della gestione della controllata. • Le operazioni con contenuto patrimoniale fatte con soggetti controllanti e con società da questi controllate devono essere preventivamente comunicate all’Isvap. www.profland.135.it 47
  • 48. 5. Altri profili rilevanti di regolamentazione Disposizioni sul contenimento del rischio della gestione patrimoniale finanziaria: • concentrazione dei rischi: limiti all’investimento in alcune classi di attività che si applicano ad aggregati relativamente ampi (investimenti, crediti, altri attivi, depositi) o a classi di attività od operazioni I limiti assumono come parametro di riferimento le riserve tecniche e quindi considerano la dimensione delle passività e non il grado di patrimonializzazione dell’impresa • rischio di cambio: secondo il principio della congruenza valutaria le attività devono essere espresse nella medesima valuta delle passività ad esse collegate per limitare il mismatching; anche tali disposizioni si applicano alle attività a copertura della riserve tecniche Non vi sono disposizioni regolanti il rischio di interesse e i rischi di mercato: per le compagnie vita le attività si caratterizzano mediamente per durate inferiori rispetto alle passività mentre per le compagnie danni la trasformazione per scadenze è in genere di segno opposto. www.profland.135.it 48
  • 49. 5. Altri profili rilevanti di regolamentazione • partecipazioni limite complessivo - applicato ai “titoli di capitale ed altri valori assimilabili (warrant, quote di Oicr) e non alla sola voce partecipazioni” - parametrato alla dimensione delle riserve tecniche - sfuggono a tale “tetto massimo di investimento” le partecipazioni finanziate, nel rispetto degli altri limiti, con i mezzi propri limite di concentrazione - relativo all’ammontare complessivo di risorse finanziarie (a titolo di capitale e a titolo di debito) destinabile ai singoli emittenti - parametrato sia alla dimensione delle riserve tecniche della compagnia sia alla dimensione dell’impresa partecipata. limite di separatezza - relativo alle partecipazioni in imprese che svolgono attività diverse - finanziate sia con le riserve tecniche sia con il patrimonio libero www.profland.135.it 49
  • 53. Funzioni dei mercati mobiliari • Finanziamento attraverso emissione e collocamento dei titoli • Pricing dei titoli negoziati • Liquidità dei titoli • Riduzione dei costi di transazione • Trasferimento della proprietà delle società per azioni Elementi strutturali • Soggetti - intermediari - gestori dei circuiti di negoziazione - autorità di controllo - investitori / emittenti • Strumenti • Procedure di negoziazione e liquidazione www.profland.135.it 53
  • 54. Il mercato monetario • Accezione ristretta - negoziazione di titoli con scadenza < 12 mesi • Accezione ampia (“funzionale”) - aggiustamento delle posizioni di liquidità degli operatori - costo / opportunità di detenzione delle riserve - categorie di operatori coinvolti - oggetto delle negoziazioni • Requisiti di funzionalità breve scadenza nominale dei titoli - alta negoziabilità sul secondario - impersonalità dei rapporti tra emittente e sottoscrittore - nonché delle transazioni sul secondario • Il caso italiano - classificazione sostanziale e non solo formale - validità solo per il mercato dei Buoni Ordinari del Tesoro www.profland.135.it 54
  • 55. Il mercato dei cambi • Tipologia e oggetto delle transazioni - disponibilità di valuta - contratti a contante, a termine, derivati - operazioni wholesale (all’ingrosso) • Operatori finali e intermediari - importatori / esportatori / investitori - speculatori - arbitraggisti • Intermediari - broker (rapporti banche – clienti) - market maker (rapporti interbancari) Mercato monetario e dei cambi • Differenti per: - oggetto delle transazioni - dimensione geografica • Simili per: - ruolo centrale delle banche - interventi delle banche centrali - collegamento tra cambio e tassi www.profland.135.it 55
  • 56. Mercato dei capitali • Assetti proprietari e mercato azionario - oggetto delle transazioni: azioni - assetti societari chiusi - transazioni rare e “private” • Borsa = mercato delle azioni quotate - arretratezza del mercato italiano - mercato primario: • finanziamento • riallocazione della proprietà - mercato secondario • liquidità • aggiustamento di portafoglio www.profland.135.it 56
  • 57. Mercato di borsa Elementi costitutivi: - Soggetto giuridico proprietario e responsabile della gestione - Struttura fisica e logistica - Definizione dei requisiti di ammissione - Standardizzazione dei contratti - Intermediari autorizzati - Procedure standard di negoziazione - Presenza di organi di controllo Mercato obbligazionario Negoziazione di obbligazioni e titoli di Stato • Mercato primario - predominio del settore pubblico • sistematicità e regolarità delle emissioni • assegnazione mediante il meccanismo ad asta • banche principali intermediari verso il pubblico - crescita degli altri emittenti (banche, imprese) • Mercato secondario - quotazione per la quasi totalità dei titoli pubblici - esistenza di un circuito al dettaglio e di un circuito all’ingrosso www.profland.135.it 57
  • 58. Mercati organizzati L’attività di organizzazione e gestione di Mercati regolamentati ha carattere di impresa ed è esercitata da società per azioni dette Società di gestione: • per ogni mercato regolamentato (Borsa Italiana, MTS, MIF) c’è una soc. di gestione • ai soci è rimandata la scelta di configurare l’obiettivo della società di gestione: massimizzazione dei profitti e semplice copertura dei costi. L’articolazione dei mercati organizzati in Italia: • Borsa Italiana S.p.A. - mercato azionario mercato azionario - mercato obbligazionario mercato obbligazionario - mercato dei derivati mercato dei derivati - mercato dei premi mercato dei premi • M.T.S. S.p.A.: mercato obbligazionario all’ingrosso www.profland.135.it 58
  • 59. Borsa Italiana Il Mercato azionario • Mercato Telematico Azionario (MTA) • Nuovo mercato (NM) • Mercato Telematico dei covered warrant (MCW) • Mercato Ristretto (MR) • Mercato dei Premi (MPR) Il Mercato “after hours” (TAH) Il Mercato dei Derivati • Mercato Italiano dei Derivati (IDEM), • Mercato Italiano dei Derivati sui Tassi di Interesse (MIF) Il Mercato del reddito fisso • Mercato delle Obbligazioni e dei Titoli di Stato (MOT) • Mercato delle euro-obbligazioni (EuroMOT) www.profland.135.it 59
  • 60. L’efficienza dei mercati Efficienza allocativa e funzione del sistema dei prezzi - ruolo allocativo - funzione distributiva - funzione informativa Efficienza informativa - debole - semi-forte - forte Efficienza operativa: tecnica e funzionale - spessore - ampiezza - elasticità www.profland.135.it 60
  • 61. Parametri di valutazione dei mercati Perfezione • dipende dal contenuto informativo del prezzo • presuppone - parità di informazioni tra i partecipanti - conoscenza delle intenzioni altrui - ininfluenza delle dimensioni Efficienza • scostamento tra prezzo e valore intrinseco • prezzo funzione del set informativo disponibile • impatto delle forme organizzative Frammentazione • dipende dall’impossibilità di conoscere le posizioni degli operatori - costo /ritardo nell’acquisizione delle informazioni - articolazione del mercato e modalità di formazione dei prezzi - impatto della tecnologia real time Spessore / Ampiezza • incidono sulla liquidità e sulla capacità di assorbire quantità con variazioni limitate di prezzo così da determinare il costo dell’intermediazione Elasticità • capacità di riequilibrio dei prezzi in presenza di scompensi negli ordini www.profland.135.it 61
  • 62. I mercati degli strumenti derivati • Nascita e rapido sviluppo • Contratti a termine fermo, future, a contenuto opzionale • Su tassi, cambi, titoli, indici, commodities • “Derivati” poiché il prezzo dipende dalla quotazione del sottostante • Mercati di borsa standardizzati – mercati OTC personalizzati Funzioni dei mercati derivati • Finalità microeconomiche degli operatori - maggiori e migliori opportunità di investimento - migliore gestione dei rischi - completamento dei portafogli • Finalità macroeconomiche - ampliare il set di combinazioni rischio/rendimento - completamento del mercato - aumento della liquidità del primario (?) - effetto destabilizzante (?) www.profland.135.it 62
  • 63. Il mercato dei financial future • Rappresentano l’evoluzione dei mercati a termine fermo (comunque esecuzione differita) • Standardizzazione degli elementi contrattuali - attività sottostante - importo fisso - date di scadenza - modalità di regolamento - metodi di negoziazione - costi e margini di mantenimento delle posizioni • Presenza della Clearing House - garantisce il buon fine dell’operazione - consente la liquidazione di posizioni opposte - gestisce il meccanismo dei margini www.profland.135.it 63
  • 64. Il mercato delle opzioni • Standardizzazione degli elementi contrattuali - attività sottostante - opzione di acquisto / vendita - prezzo di esercizio - date di scadenza (di esercizio) - prezzo dell’opzione • Mercati prevalentemente ufficiali • Presenza della Clearing House - garantisce il buon fine dell’operazione - consente la liquidazione di posizioni opposte - gestisce il meccanismo dei margini www.profland.135.it 64
  • 65. Il mercato degli swap su tassi e cambi • Pagamento reciproco di tassi su capitali nozionali • Principali elementi contrattuali - modalità di determinazione dei tassi / cambi - scadenza - durata • Mercati prevalentemente OTC - elevata personalizzazione (tailor made) - enorme sviluppo quantitativo - ruolo degli intermediari: ricerca della controparte, - gestione del mismatch, garanzia di buon fine www.profland.135.it 65
  • 67. Teorie dell’intermediazione finanziaria Modalità alternative dello scambio Scambio diretto e autonomo: datori e prenditori non ricorrono ad alcun intermediario per concludere lo scambio Scambio diretto e assistito: datori e prenditori sono controparti dirette ma sono assistiti da intermediari che svolgono una funzione di mediazione Scambio indiretto: il trasferimento di risorse tra datori e prenditori avviene attraverso un soggetto intermedio (“scambista”) che svolge una funzione di intermediazione (1) e (2) hanno tipicamente per oggetto valori mobiliari Gli scambi finanziari presuppongono prestazioni monetarie di segno opposto e distanziate nel tempo che si distinguono tra loto in termini di grado di incertezza e durata www.profland.135.it 67
  • 68. Ruolo e funzioni degli intermediari Teoria economica Ipotesi di mercati perfetti Non si giustifica l’esistenza di intermediari finanziari L’intermediario è considerato come un operatore economico qualsiasi, dotato di un proprio portafoglio di attività e passività www.profland.135.it 68
  • 69. Ruolo e funzioni degli intermediari Teoria dei costi di transazione Sviluppi teorici successivi Teoria dell’incertezza Teoria delle asimmetrie informative www.profland.135.it 69
  • 70. Teoria dei costi di transazione Presupposto la mancata esecuzione di uno scambio diretto tra debitore e creditore è dovuto a imperfezioni quali: quali divisibilità finita degli strumenti finanziari costi di informazione e negoziazione costi operativi (supporti contrattuali, monitoring, …) investitori / emittenti Ruolo dell’intermediario rendere possibile la conclusione di operazioni altrimenti non eseguibili a costi inferiori grazie alla natura dei costi (fissi o poco flessibili) www.profland.135.it 70
  • 71. Teoria dei costi di transazione Problemi Qual è il rapporto tra intermediari e mercati? sul mercato vengono svolte le operazioni che: coinvolgono i soggetti in grado di esternalizzare i costi informativi e operativi non soffrono del problema della limitata divisibilità Perché ci sono varie tipologie di intermediari? a ogni frazione di costi che può essere internalizzata corrisponde una tipologia di intermediario ricerca controparte broker costi di negoziazione inv. istituzionale costi di screening investment bank tutti i costi banca universale www.profland.135.it 71
  • 72. Teoria dell’incertezza Presupposto i contratti si caratterizzano per la presenza di molteplici tipologie di rischio: rischio rischio di credito rischio di liquidità rischio giuridico lo scambio diretto può realizzarsi solo se tra le parti c’è assoluta concordanza sulle modalità (contrattuali) di distribuzione del rischio Ruolo dell’intermediario rendere possibile la conclusione dello scambio attraverso la trasformazione del rischio con assunzione senza assunzione www.profland.135.it 72
  • 73. Teoria dell’incertezza Problema Perché ci sono varie tipologie di intermediari? si considerano due principali modelli di intermediazione fondo comune di investimento riduce il rischio mediante il processo di diversificazione senza assumerlo direttamente intermediario finanziario assume in proprio il rischio per rendere compatibili le schede di preferenza di creditore e debitore attraverso  diversificazione  trasferimento del rischio sugli azionisti  trasferimento del rischio su terzi  antipazione delle aspettative del mercato www.profland.135.it 73
  • 74. Teoria dell’incertezza Ipotesi di fondo (limitative) assenza di imperfezioni di natura strutturale (normative, fiscali, …) mancata considerazione di:  strumenti di pagamento  prestazione di servizi di consulenza non considerazione esplicita dell’intermediario con funzione monetaria il quale consente di minimizzare costi/tempi/rischi del trasferimento dei saldi monetari www.profland.135.it 74
  • 75. Teoria delle asimmetrie informative Presupposto sul piano informativo, gli investitori sono sistematicamente in svantaggio rispetto ai prenditori che conoscono rischio e redditività dei progetti da finanziare anche l’emittente potrebbe non sapere interpretare il mercato e stabilire correttamente i termini dell’emissione Ruolo dell’intermediario produrre informazione interna in misura utile a colmare l’asimmetria informativa tra debitore e creditori, grazie all’accesso a informazioni riservate l’informazione interna è attendibile in quanto l’intermediario si assume il rischio e si gioca la reputation www.profland.135.it 75
  • 76. Teoria delle asimmetrie informative Problema Perché ci sono varie tipologie di intermediari? banche esclusività della funzione monetaria investment bank funzione segnaletica regolamentazione differenze istituzionali www.profland.135.it 76
  • 77. Modalità di riduzione delle imperfezioni Mercati Intermediari Asimmetria organizzazione formale produzione informativa obblighi informativi informazioni funzione di liquidità assunzione Rischio specializzazione degli trasferimento strumenti trasformazione progresso concentrazione degli tecnologico Costi di scambi economie di scala e transazione tecnologia diversificazione market making concorrenza www.profland.135.it 77
  • 78. Attività degli intermediari finanziari Chiavi interpretative alternative 1 prodotti /processi Funzione d’uso 2 segmentazione domanda Funzione di servizio 3 estensione della delega Rapporto intermediario / cliente 4 modelli istituzionali Integrazione dei processi produttivi Assetto giuridico Assetto organizzativo www.profland.135.it 78
  • 79. 1. Processi e prodotti FUNZIONE ATTIVITA’ TIPOLOGIA ISTITUZIONALE ESERCIZIO DEL Credito a breve e Banche CREDITO a medio lungo termine Leasing Banche Società di leasing finanziario Factoring Banche Società di factoring Credito al Banche Soc. finanziarie consumo FINANZIAMENTO Assunzione di Banche Finanziarie di part. MOBILIARE partecipazioni nel Venture capital capitale d’impresa fondi chiusi Sottoscrizione e Banche S.I.M. collocamento www.profland.135.it 79
  • 80. 1. Processi e prodotti FUNZIONE ATTIVITA’ TIPOLOGIA ISTITUZIONALE INTERMEDIAZIONE Negoziazione titoli Banche S.I.M. MOBILIARE c/proprio e c/terzi GESTIONE DEL G.P.M. Banche S.I.M. RISPARMIO Gestione collettiva FCI e SICAV COPERTURA DEI Assicurazioni danni Assicurazioni RISCHI Assicurazioni vita e Assicurazioni Ist. di previdenza previdenza Fondi pensione SERVIZI DI Offerta di strumenti Banche Emittenti di carte di PAGAMENTO di pagamento credito Operazioni di incasso Banche Soc. finanziarie e pagamento www.profland.135.it 80
  • 81. 2. Segmentazione della domanda La domanda di servizi e prodotti finanziari Gestione finanziaria e ciclo di vita della famiglia Gestione finanziaria e ciclo di vita dell’impresa Dimensione relativa della domanda e grado di personalizzazione del servizio www.profland.135.it 81
  • 82. Gestione finanziaria e ciclo di vita della famiglia Ogni soggetto possiede: un determinato livello di reddito permanente che rappresenta l’allocazione desiderata di risorse nel tempo un determinato livello del reddito corrente il risparmio finanziario (positivo / negativo) serve ad adattare il reddito corrente al reddito permanente durante il ciclo di vita ipotesi sottostanti al modello di Modigliani il totale dei non vi sono redditi correnti trasferimenti equivale al totale intergenerazionali dei redditi lo stock iniziale e di ricchezza permanenti finale di ricchezza sono nulli www.profland.135.it 82
  • 83. Gestione finanziaria e ciclo di vita della famiglia Fasi del ciclo di vita Redditi, consumi e risparmio sono limitati Inizio Ridotte possibilità di effettuare investimenti reali e di accumulare attività finanziarie Indebitamento contenuto per capacità di rimborso incerta • Redditi correnti e consumi in crescita • Acquisto di beni durevoli e accumulo di ricchezza Sviluppo finanziaria • Indebitamento per realizzare investimenti immobiliari • Possibilità di indebitamento per capacità prospettica di rimborso Redditi correnti e consumi in crescita a tassi ridotti Maturità Stabilizzazione dei consumi Stabilizzazione degli investimenti reali Risparmio utilizzato per rimborso dei debiti e per accumulo di attività finanziarie anche a fini previdenziali www.profland.135.it 83
  • 84. Gestione finanziaria e ciclo di vita della famiglia Fasi del ciclo di vita Declino Redditi nulli Diminuzione dei consumi Utilizzo di rendite pensionistiche e previdenziali Disinvestimento delle attività finanziarie In sintesi, in ogni periodo, le decisioni di acquisizione e disinvestimento di attività e passività finanziarie sono determinate da: Equilibrio fra reddito monetario disponibile e consumi Decisioni di investimento / disinvestimento in beni reali non destinati al consumo Struttura finanziaria del periodo precedente Previsioni sui periodi successivi In base al modello un intermediario può segmentare la clientela per diversificare / differenziare la propria offerta www.profland.135.it 84
  • 85. Gestione finanziaria e ciclo di vita dell’impresa Condizioni di equilibrio finanziario Ciclo di vita strategico Ciclo di vita, struttura finanziaria ottimale e ruolo degli intermediari www.profland.135.it 85
  • 86. Gestione finanziaria e ciclo di vita dell’impresa Condizioni di equilibrio finanziario Esistono varie nozioni di equilibrio finanziario: 1) Divario tra entrate ed uscite di cassa nel breve periodo. 2) Coerenza della struttura finanziaria dell’impresa relativamente alla strategia seguita. 3) Relazione tra rendimento reale e/o nominale del capitale investito e costo reale e/o nominale delle risorse finanziarie utilizzate. 4) Rapporto tra reddito operativo e oneri finanziari. 5) Rapporto tra valore economico dell’attivo e valore delle passività sottoscritte. 6) Relazione tra flusso netto di cassa totale e sviluppo aziendale. www.profland.135.it 86
  • 87. Gestione finanziaria e ciclo di vita dell’impresa Condizioni di equilibrio finanziario Per definire la strategia finanziaria ottimale dell’impresa, il modello di equilibrio finanziario deve 1. “Tradurre” la dinamica finanziaria dell’impresa in una situazione di struttura finanziaria. 2. Utilizzare in modo integrato sia le variabili finanziarie (flussi di cassa) sia quelle economiche (rendimenti e costi del capitale) esprimendo la relazione di interdipendenza. 3. Fare riferimento ad orizzonti temporali di medio-lungo termine. 4. Utilizzare variabili facilmente collegabili alla strategia complessiva dell’impresa per “decodificare” in chiave finanziaria la strategia globale. 87
  • 88. Gestione finanziaria e ciclo di vita dell’impresa Condizioni di equilibrio finanziario il modello di equilibrio finanziario dinamico dell’impresa può essere definito con l’impiego delle seguenti variabili Il tasso di sviluppo del fatturato nel periodo V −V TSV = 1 0 1 V 0 CI L'intensità di capitale dell’impresa V La capacità di autofinanziamento lordo, al netto dei FR flussi necessari per sostituire i fattori produttivi obsoleti V ª utili di periodo non distribuiti. ª quote ammortamento d'esercizio, ª al netto delle spese per rinnovi e/o sostituzioni ª accantonamenti ai fondi rischi e spese future www.profland.135.it 88
  • 89. Gestione finanziaria e ciclo di vita dell’impresa Condizioni di equilibrio finanziario con le tre variabili definite é possibile quantificare in assoluto il fabbisogno finanziario esterno (o l'avanzo finanziario) nonché rappresentare, in senso dinamico, il punto di equilibrio finanziario dell'impresa: FR 0 − (V 1 − V 0 ) ⋅ V = CI FC 1 FC < 0: fabbisogno finanziario esterno periodale e incrementale; FC > 0: avanzo finanziario interno periodale e incrementale. www.profland.135.it 89
  • 90. Gestione finanziaria e ciclo di vita dell’impresa Modello del ciclo di vita dell'impresa il modello di equilibrio finanziario dinamico - che descrive il ciclo finanziario dell'impresa - deve essere coniugare con un modello che rappresenti il "ciclo strategico" dell'impresa stessa, ossia il modello del "ciclo di vita". V 0 INTROD. CRESCITA MATURITÀ T FASI www.profland.135.it 90
  • 91. Gestione finanziaria e ciclo di vita dell’impresa Struttura finanziaria Il piano di indebitamento/rimborso dell’impresa deve rispettare, in sintesi, i seguenti limiti: In ogni periodo il ricorso al debito non deve eccedere il fabbisogno esterno incrementale R ≤ FCP così come il rimborso del debito non T t deve eccedere l’avanzo di cassa periodale F ≤ FCN t t In ogni periodo le variazioni del debito non devono determinare un montante di indebitamento (ai tassi di interesse previsti) superiore al valore ideale di liquidazione/cessione dell’impresa In ogni periodo il montante di indebitamento raggiunto non deve eccedere il valore attuale (ai tassi di interesse previsti) dei finanziamenti e dei rimborsi programmati www.profland.135.it 91
  • 92. Matrice di collegamento fra ciclo strategico e ciclo Matrice di collegamento fra ciclo strategico e ciclo finanziario dell'area d'affari finanziario dell'area d'affari FASI DEL VARIABILI FINANZIARIE EVOLUZIONE CICLO DELLA TASSO DI INTENSITÀ MARGINE DI FASI DEL STRUTTURA SVILUPPO DI AUTOF.LORDO CICLO FINANZIARIA DEL FATTURATO CAPITALE SUL FATTURATO FINANZIARIO INIZIO E BASSO ALTA BASSO SALDI DI •CAPITALIZZAZIONE INTRODU CRESCENTE DECRESCENTE CRESCENTE CASSA INIZIALE ELEVATA ZIONE NEGATIVI •ULTERIORI APPORTI EST. DI CAPITALE PROPRIO •LEVA FINANZIARIA CRESCENTE CRESCITA ALTO MEDIA MEDIO TRANSIZIONE •LEVA F.CRESCE STABILE STABILE STABILE DEI SALDI FINO AL PUNTO DI CASSA DA DI MASSIMA NEGATIVI •DIMINUZIONE A POSITIVI DELL’INDEBITA- MENTO MATURITA' MEDIO BASSA ALTO SALDI DI •RICAPITALIZZAZIO- DECRESCENTE DECRESCENTE CRESCENTE CASSA NE DELL’IMPRESA POSITIVI •DISPONIBILITA’ DI CAPITALE PROPRIO PER DIVERSIFIC. www.profland.135.it 92
  • 93. TIPO DI MODALITÀ DI FASE DEL CICLO INTERMEDIARIO INTERVENTO SMOBILIZZO RICERCA E AGEVOLAZIONI CONTRIBUTI A NESSUNA SVILUPPO PUBBLICHE TRAMITE FONDO PERDUTO BANCHE INTRODUZIONE VENTURE CAPITAL PARTECIPAZIONI Q QUOTAZIONE MAGGIORITARIE IN BORSA O MINORITARIE Q CESSIONE A: QUALIFICATE MERCHANT ABBINATE AD BANK, APPORTI DI IMPRESE, RISORSE UMANE MANAGER ASSENTI Q RIACQUISTO CRESCITA VENTURE CAPITAL PARTECIPAZIONI IDEM /FINANZIARIE MINORITARIE FONDI CHIUSI MATURITÀ BANCHE PARTECIPAZIONI QUOTAZIONE IN MINORITARIE BORSA www.profland.135.it 93
  • 94. Dimensione relativa della domanda e grado di personalizzazione del servizio dimensione relativa della domanda individuale e soglia di accesso al servizio Bassa Media Elevata Basso Retail livello di personalizzazione Banking del servizio Medio Elevato Private & Corporate Banking 94
  • 95. 3. Estensione della delega NATURA DEL FIGURE NATURA DELLA TIPO DI ATTIVITA’ PROCESSO ISTITUZIONALI PERFORMANCE PRODUTTIVO Supporto allo scambio Produzione e Agenzie di rating Int. orientati alla diretto diffusione SIM (consulenza formazione di un informazioni alle famiglie e alle margine di imprese) provvigioni Negoziazione delegata Produzione e Investitori Intermediari con diffusione istituzionali passività di informazioni / mercato trasformazione del rischio Negoziazione in Produzione e Venture capital formazione di un proprio diffusione margine da informazioni / plusvalenze trasformazione e Intermediari formazione di assunzione del rischio creditizi un margine da interessi 95
  • 96. 4. Modelli istituzionali Germania G. Bretagna Stati Uniti INTERMEDIAZIONE banca retail banks commercial banks CREDITIZIA universale merchant banks INTERMEDIAZIONE banca retail banks investment banks MOBILIARE: DI universale merchant banks SERVIZIO INTERMEDIAZIONE banca merchant banks investment banks MOBILIARE: universale CREDITIZIA INTERMEDIAZIONE banca merchant banks investment banks MOBILIARE: universale (di competenza ma (di competenza ma PARTECIPATIVA poco presidiata) poco presidiata) l’elevato sviluppo dei mercati mobiliari e l’alto grado di autofinanziamento non richiedono un ruolo di tipo partecipativo 96
  • 97. 1. Processi e prodotti FUNZIONE ATTIVITA’ TIPOLOGIA ISTITUZIONALE INTERMEDIAZIONE Negoziazione titoli Banche S.I.M. MOBILIARE c/proprio e c/terzi GESTIONE DEL G.P.M. Banche S.I.M. RISPARMIO Gestione collettiva FCI e SICAV COPERTURA DEI Assicurazioni danni Assicurazioni RISCHI Assicurazioni vita e Assicurazioni Ist. di previdenza previdenza Fondi pensione SERVIZI DI Offerta di strumenti Banche Emittenti di carte di PAGAMENTO di pagamento credito Operazioni di incasso Banche Soc. finanziarie e pagamento www.profland.135.it 97
  • 98. La diversificazione ricerca di nuove combinazioni prodotto / mercato /tecnologia fenomeno rilevante, in fase di accelerazione, caratterizzato da forte correlazione differenti teorie esplicative demand side industrial organisazion theory (condizionamenti esogeni) supply side resource view of the firm (vincoli di risorse/organizzazione) risorse eccedenti www.profland.135.it 98
  • 99. La diversificazione Diversificazione correlata product extension  market concentricity  technological concentricity market extension Diversificazione non correlata Teoria di portafoglio si diversifica per ottimizzare la combinazione rischio / rendimento Teoria microeconomica ricerca di economie di costo da produzione congiunta www.profland.135.it 99
  • 100. La diversificazione ECONOMIE DA PRODUZIONE CONGIUNTA SONO POSSIBILI SE Le combinazioni produttive non sono rigide Le scelte sono condizionate dalla clientela Si impiegano fattori produttivi omogenei, poco specializzati, fungibili risorse eccedenti Risorse finanziarie - Attrezzature fisico/tecniche Lavoro/organizzazione - Tecnologia Risorse manageriali – informazioni non possono essere impiegate per espandere la produzione, devono essere fungibili e non facilmente negoziabili www.profland.135.it 100
  • 102. Gli strumenti finanziari  Funzione obiettivo di investitori e prenditori  Funzioni e caratteristiche degli strumenti www.profland.135.it 102
  • 103. Funzione obiettivo di investitori e prenditori Le esigenze connesse al regolamento degli scambi nel mercato domestico con l’estero La domanda di trasferimento delle risorse nel tempo investimento finanziamento La funzione obiettivo dell’investitore rendimento rischio: insolvenza, prezzo, interesse, cambio, perdita di potere d’acquisto, liquidità La funzione obiettivo del prenditore di fondi costo rischio: interesse, cambio, solvibilità, instabilità delle fonti, condizionamento del finanziatore www.profland.135.it 103
  • 104. Funzioni e caratteristiche degli strumenti finanziari la natura dei diritti incorporati proprietà, credito, discrezionale, a termine diritti patrimoniali, diritti amministrativi trasferibilità, negoziabilità, liquidità rendimento e rischio la durata altri caratteri www.profland.135.it 104
  • 105. Gli strumenti finanziari •Voto Diritti amministrativi Strumenti rappresentativi •Impugnativa del capitale sociale riferiti al diritto proprietario •Recesso (es.azioni) •opzione •Residuali •credito Rimborso del Capitale e sua remunerazione •Obbligazioni •Predeterminati •Prestiti Diritti economici riferiti •Discrezionalità non •future •Diritto/obbligazione di alle prestazioni delle consentita acquistare/vendere date attività parti contraenti finanziarie Strumenti Derivati •Discrezionalità consentita •opzione •Diritto/obbligazione di incassare/pagare date prestazioni •swap www.profland.135.it 105
  • 106. Caratteristiche tecnico contrattuali dello strumento trasferibilità standardizzazione Condizioni esterne di organizzazione divisibilità degli scambi (mercato, quotazione, ampiezza spessore) negoziabilità Perdita potenziale in caso di liquidazione Costi di transazione liquidità Durata residua Rischio emittente Capacità monetaria www.profland.135.it 106
  • 107. La raccolta delle Banche Le operazioni di raccolta comprendono il complesso di strumenti che consente alla banca di dotarsi delle risorse finanziarie a titolo di debito necessarie per lo svolgimento della propria funzione di intermediazione Le caratteristiche comuni sono: • Assunzione da parte della banca di una posizione debitoria nei confronti della clientela • Contabilizzazione nel passivo dello SP • Un rischio di liquidità, diverso a seconda dello strumento considerato, legato all’impegno della banca a restituire le somme raccolte Articolazione Forme tecniche di raccolta di Forme tecniche di raccolta di Forme tecniche di raccolta basate Forme tecniche di raccolta basate tipo personalizzato tipo personalizzato su strumenti di mercato su strumenti di mercato www.profland.135.it 107
  • 108. Articolazione Forme tecniche di raccolta di tipo Forme tecniche di raccolta basate personalizzato su strumenti di mercato Conti correnti di  Le obbligazioni bancarie corrispondenza passivi  Gli altri titoli, diversi dalle I depositi di risparmio obbligazioni, CD e dai buoni I certificati di deposito fruttiferi I pronti contro termine passivi 108
  • 109. Una classificazione della raccolta bancaria Raccolta diretta Raccolta indiretta Emissione di passività proprie Emissione di passività di altre unità economiche La distinzione assume rilievo in quanto permette di evidenziare comportamenti gestionali ed operativi diversi (fenomeno della disintermediazione) Fattore Tempoµ Raccolta a breve, a medio ed a lungo termine Depositi monetari (a vista) Depositi non monetari (a tempo) Sono accettati come mezzi di Prevedono la trasformazione in pagamento moneta Fattore Tasso: Raccolta a tasso fisso e a tasso variabile www.profland.135.it 109
  • 110. I conti correnti di corrispondenza passivi Contratto misto in cui al deposito si somma il mandato. Il cliente deposita il proprio denaro presso la banca e conferisce a questa l’incarico di compiere operazioni di riscossione e pagamento. Funzione monetaria del C/C Permette al cliente di accedere al Funzione monetaria del C/C sistema dei pagamenti (bonifici, assegni etc.). Moneta scritturale. Funzione di investimento Funzione di investimento Rappresenta un opportunità di investimento delle disponibilità del cliente Durata Durata A vista: il risparmiatore può esigere in qualsiasi momento le somme depositate sul conto www.profland.135.it 110
  • 111. I conti correnti di corrispondenza passivi Regime di circolazione Regime di circolazione Le somme depositate possono essere utilizzate dal L’assegno può essere emesso: correntista mediante l’emissione di assegni tratti sul conto. all’ordine (trasferimento mediante girata piena) all’ordine L’assegno è un titolo di credito con cui il correntista al portatore (girata in bianco) al ordina alla banca di pagare una determinata somma ad un certo soggetto. Valute delle operazioni Valute delle operazioni Versamento del contante, assegni circolari emessi dalla stessa banca depositaria: data dell’operazione Versamento di assegni bancari tratti sulla stessa banca e di assegni circolari emessi da altre banche: quarto giorno lavorativo successivo alla data dell’operazione Versamento di assegni bancari tratti su altre banche: sesto giorno lavorativo succ. Prelevamento con assegno bancario: data dell’operazione Pagamento a mezzo assegno bancario: data di emissione dell’assegno www.profland.135.it 111
  • 112. I conti correnti di corrispondenza passivi Alcune distinzioni eecaratteristiche Alcune distinzioni caratteristiche dei C/C dei C/C • Differenze tra C/C creditori e C/C attivi • Conti cointestati a firme disgiunte e C/C cointestati a firme congiunte • Esistenza di un estratto conto e di uno scalare interessi (staffa) • Tutela del cliente in caso di variazione delle condizioni • Differenze tra interessi debitori e creditori (possibilità di uno scoperto per valuta) • Periodicità paritaria tra interessi creditori ed interessi debitori Nuove tipologie di C/C Nuove tipologie di C/C •C/C convenzionati •C/C target •Conti fondo (o C/C a tetto prestabilito) www.profland.135.it 112
  • 113. I depositi a risparmio Contratto in base al quale un soggetto deposita delle somme di denaro presso una banca. La banca acquista la proprietà delle somme di denaro depositate ed è obbligata a restituirle nella stessa specie monetaria alla scadenza del termine convenuto o a richiesta del depositante. Depositi liberi: le Durata Durata Con preavviso: il rimborso somme versate delle somme è sottoposto ad sono esigibili a vista un termine di preavviso; Depositi vincolati: esistono A scadenza fissa: la banca si limitazioni alla possibilità di impegna a rimborsare le esigere a vista le somme somme depositate solo ad una versate. scadenza prestabilita. Regime di circolazione Regime di circolazione al portatore nominativi www.profland.135.it 113
  • 114. Certificati di deposito Titoli di credito negoziabili rappresentativi di depositi bancari. Il loro ammontare è fissato secondo tagli minimi che variano in relazione all'emittente. Durata definita per periodi standard, con Durata Durata scadenza compresa fra i 3 e i 60 mesi. • A remunerazione predefinita Remunerazione Remunerazione • A remunerazione variabile Emissione Emissione A rubinetto. Non implica la consegna materiale (importo min 500€) Cessione Generalmente con intervento della Cessione banca www.profland.135.it 114
  • 115. I pronti contro termine passivi prevedono la vendita da parte della banca di titoli e l’impegno successivo ad acquistarle ad un prezzo prestabilito Durata Durata solitamente 1, 22o 33MESI solitamente 1, o MESI non ammette estinzione non ammette estinzione Vincoli Vincoli anticipata anticipata Importo Importo dipende anche dalla forza contrattuale dipende anche dalla forza contrattuale minimo minimo del cliente del cliente www.profland.135.it 115