1. Volontari e Relazione d’Aiuto
Piccolo Rifugio
Ponte della Priula
19 febbraio 2014
D.Ssa Carolina Di Muzio
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volontari del Piccolo Rifugio
2. La vita non è quella che
dovrebbe essere. E’ quella che è.
E’ il modo in cui l’affronti che
fa la differenza
(Virginia Satir)
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3. Cosa fa il volontario ..?
• Opera in relazione …..
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4. La relazione di aiuto
• Quanti modi per aiutare….?
1. Dare consigli: offrire alla persona la nostra opinione di ciò che,
secondo il nostro punto di vista, dovrebbe essere il modo più
opportuno di agire
2. Dare informazioni: fornire alle persone l’informazione necessaria
in una particolare situazione. La mancanza d’informazioni può
mettere in forte difficoltà un persona
3. Azione diretta: fare qualcosa a vantaggio di un’altra persona o
agire per ovviare ai suoi bisogni immediati (offrire un pasto, dare
assistenza, prestare denaro, intervenire in una situazione di crisi
ecc…)
4. Insegnamento: aiutare qualcuno ad acquisire specifiche
conoscenze ed abilità; rinforzare comportamenti ed abilità che
possono migliorare la situazione di qualcuno
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5. Io aiuto – tu ricevi
io pieno – tu vuoto
• L’aiuto, secondo questa prospettiva, è visto
come un bene che passa da chi lo possiede a
chi lo richiede.
• Dare aiuto è un processo attraverso cui un
“vuoto” o una carenza, posti dentro una
persona, vengono colmati o compensati a
prescindere dall’attività, l’impegno,
l’apprendimento di questa persona
“ricevente”
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6. Il problema che la persona presenta è
nostro …?
• Qualunque “soluzione” sarebbe la:
nostra soluzione
• Questi aiuti intuitivi, intesi come un “dare”,
possono essere parziali e superficiali.
• Possono trasformarsi in anti-aiuto nel momento
in cui entrano in contraddizione con il bisogno di
aiuto che abita più in profondità nella persona.
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7. C’è un’altra relazione d’aiuto
Presupposto:
nella persona vi sono le risorse interiori
(emozionali, affettive, cognitive, spirituali
ecc.)necessarie a che l’aiuto si produca
dentro nel suo interno…..
Quindi…? Come si pone l’aiuto??
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8. La relazione d’aiuto
L’aiuto consiste nel rendere possibile
una riattivazione o riorganizzazione
di queste risorse che la persona ha
in sé.
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9. Disposizioni personali del volontario
Triade
1. Genuinità o spontaneità
2. Accettazione incondizionata (o
considerazione positiva incondizionata)
3. Comprensione empatica
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10. 1. Genuinità o spontaneità
• “l’operatore genuino non nega la propria
personalità, ma la esprime” (Rogers)
• Essere genuini non vuol dire dar sfogo a se stessi.
• La genuinità implica la congruenza fra i livelli
psicologici (fra ciò che si sente, ciò che si pensa, ciò
che si fa e ciò che si è)
Essere se stessi è necessario ma in senso costruttivo,
liberi da ogni atteggiamento distruttivo
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11. 2. Accettazione incondizionata (o considerazione
positiva incondizionata)
• Atteggiamento non giudicante, l’operatore
volontario agisce senza dare giudizi morali.
(ciò non significa che il volontario debba
restare indifferente agli aspetti etici connessi a
ciò che la persona dice o fa …. ma
semplicemente l’accettazione incondizionata è
il pre-requisito per ogni possibile aiuto)
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12. 3. Comprensione empatica
• “Capacità di mettersi al posto dell’altro, di vedere il mondo
come lo vede costui” (Rogers)
• capacità dell’operatore volontario di cogliere
accuratamente la situazione personale di colui che
gli sta di fronte:
1. Da ciò che dice (dai contenuti oggettivi delle sue
espressioni)
2. Da ciò che è (dal suo rivelarsi nel suo non verbale)
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13. La relazione d’aiuto
Un insieme di tecniche…. ?
Un modo di essere….. ?
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15. ESERCITAZIONE
Come portare la triade:
1. Genuinità
2. Accettazione incondizionata
3. Comprensione empatica
Nell’operare concreto del volontario?
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17. LA MAPPA NON E’ IL TERRITORIO
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18. LA MAPPA NON E’ IL TERRITORIO
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19. LA MAPPA NON E’ IL TERRITORIO
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20. Mettiamo una cornice al nostro
percorso
LA MAPPA NON E’ IL TERRITORIO
(mappa=esperienza soggettiva)
(territorio= mondo)
1. GENERALIZZAZIONI
2. CANCELLAZIONI
3. DISTORSIONI
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21. COMPETENZE COMUNICATIVE DI BASE
Quanto ci comunica:
Verbale 7%
Paraverbale 38%
Non verbale 55%
(Albert Mehrabian )
??????
Quanto e quando è vero tutto ciò
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22. COMPETENZE COMUNICATIVE DI BASE
1) la comunicazione descrittiva
2) la comunicazione rappresentativa
3) la comunicazione a feedback
4) l’ascolto attivo
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23. La comunicazione descrittiva
La capacità di comunicare in modo descrittivo
riguarda la capacità di:
riportare il fenomeno così come accade,
come si manifesta,
facendo una descrizione fenomenologica del
fatto.
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24. La comunicazione descrittiva
• Per minimizzare i rischi della percezione
soggettiva (la mappa non e’ il territorio) faccio
lo sforzo di fermarmi al dato fenomenico,
senza aggiungere altro.
• Infatti quando si parla di competenza
descrittiva si parla di competenza
constatativa: mi limito a constatare ciò che
accade in contrapposizione alla valutazione e
interpretazione della realtà
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25. La comunicazione descrittiva
vantaggi
1) permette all’altro di farsi una propria analisi della
realtà in quanto la situazione viene riportata nella sua
origine, nella sua manifestazione , nelle sue
conseguenze
2) stimola la fiducia tra le persone (emittente-ricevente)
che notano come chi parla sia impegnato a fornire
informazioni obiettive e a distinguere tra dati di fatto
e interpretazioni sui fatti
3) permette un contatto con i propri sentimenti in
quanto descrivendo la realtà in modo fenomenologico
ci si accorge più facilmente dei significati che ha per se
stessi
La comunicazione descrittiva
vantaggi
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27. La relazione d’aiuto
e il volontario
2° parte
26 febbraio 2014
Ponte della Priula
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28. Comunicazione rappresentativa
• E’ costituita da quei messaggi dell’emittente
(chi parla) in cui egli:
1. si autopresenta (si rivela)
2. manifesta direttamente le proprie
esperienze
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29. Comunicazione rappresentativa
A cosa ci serve…….??
Perché abbiamo bisogno di una comunicazione
rappresentativa……??
prima parliamo un po’ di emozioni
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31. Cos’è un’emozione?
Dal latino e-movere =
smuovere, portare fuori.
L’emozione e’ una reazione psichica improvvisa
ad un avvenimento a cui si accompagnano delle
modificazioni fisiologiche ed una conseguente
modificazione del comportamento
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33. Le emozioni non sono mai neutre
Piacevoli
Gioia
Soddisfazione
Serenità
Tranquillità
Eccitazione
Entusiasmo
• Spiacevoli
• Rabbia
• Paura
• Inadeguatezza
• Confusione
• Incertezza
• Senso di colpa
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34. Emozioni Primarie
PAURA
RABBIA
AMORE
DISGUSTO
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39. • Affettivo
• Cognitivo
• Sociale
Del bambino e quindi dell’individuo
Le emozioni sono fondamentali per lo
sviluppo:
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40. Emozioni Primarie
PAURA
RABBIA
AMORE
DISGUSTO
Tutte le altre emozioni si
instaurano nel processo
di sviluppo a partire da
queste quattro emozioni
di base
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41. Le emozioni hanno carattere
di universalità prescindendo
dalle differenze culturali e
sociali
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43. Carolina Di Muzio - materiale ad uso dei
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45. Nella nostra cultura
l’emozione è sempre stata
tenuta ai margini
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46. Da analfabeta emozionale a
competente emozionale
0 50 100
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47. Da analfabeta emozionale a competente emozionale
Competenza 0
Non è consapevole
delle proprie emozioni
(tranne le molto
intense)
Non sa distinguere le
emozioni
Non si rende conto di
cosa ha suscitato le
proprie emozioni
Competenza 100
E’ consapevole delle
proprie emozioni
(anche quando poco
intense)
Sa distinguere le
emozioni
Si rende conto di
cosa ha suscitato le
proprie emozioni
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48. Da analfabeta emozionale a competente emozionale
Competenza 0
Non sa cosa fare
quando viene
sopraffatto dalle proprie
emozioni
Non sa comunicare le
proprie emozioni
Non si accorge delle
emozioni degli altri
Non sa come
rispondere alle
emozioni degli altri
Competenza 100
Sa gestire le proprie
emozioni
Sa comunicarle in
modo efficace e
rispettoso
Si accorge delle
emozioni degli altri
Sa come rispondere
alle emozioni degli
altri
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49. Risposta emotiva non coerente (non
adatta alla realtà)
• Il sig. x prova sistematicamente
rabbia quando vede qualcuno che
è allegro
• La sig.ra Flora prova paura
quando vede delle farfalle
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50. Risposta emotiva difensiva
(scaturita da un’emozione primaria)
• Mi sento in colpa quando sono contento
• Mi vergogno quando provo rabbia
• Ho paura quando provo rabbia
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51. Risposte emotive manipolative
• Piango per ottenere compassione
• Mi mostro arrabbiata con il marito –
ma non esprimo la motivazione al
fine di ottenere il suo
interessamento
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52. Comunicazione rappresentativa
• E’ costituita da quei messaggi dell’emittente in
cui egli:
1. si autopresenta (si svela)
2. manifesta direttamente le proprie
esperienze
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53. realizzazione della comunicazione
rappresentativa
• La formulazione dell’autopresentazione per
essere rappresentativa deve contenere 2 parti:
1) Io portatore di esperienza:
2) indice referenziale: riguarda il contenuto
dell’esperienza;
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54. realizzazione della comunicazione
rappresentativa
1) Io portatore di esperienza:
• significa esprimersi in termini di “io desidero”,
“io temo”, “io spero”;
• se l’emittente non si assume la responsabilità
di essere portatore dei suoi sentimenti e
valori, facilmente ricorre a forme direttive di
interazione quali: interpretazioni, domande
accusatorie, razionalizzazioni, constatazioni
generali
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55. realizzazione della comunicazione
rappresentativa
2) indice referenziale: riguarda il contenuto
dell’esperienza;
• è la capacità di essere specifici quando si parla;
ad esempio la comunicazione :
• “sono preoccupata” non dice all’altro i fenomeni
che hanno portato la persona a questo stato
d’animo. La formulazione “sono preoccupata per
il fatto che domani ho l’esame”, indica i fenomeni
che hanno causato tale preoccupazione
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56. Quanti modi per non comunicare….
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57. Comunicazione rappresentativa
vantaggi
• permette il contatto con la propria emozionalità
• facilita una comunicazione autentica con l’altro,
evitando comportamenti difensivi
• consente l’espressione delle proprie intenzioni
• la presunzione che il partner possa o debba
conoscere e indovinare i propri desideri, bisogni,
interessi è una delle assunzioni più dannose nelle
relazioni interpersonali = LETTURA DEL PENSIERO
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58. Lettuta del pensiero… Conseguenze
…….malintesi, frustrazioni,
interpretazioni distorte, attese
non soddisfatte…..
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