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Franco Balzaretti Vice Presidente Nazionale -  Associazione Medici Cattolici Italiani (AMCI)  Membre du Comité Médical International de Lourdes (CMIL  Alessandro De Franciscis, il primo “medico permanente” italiano Gianni Roghi giornalista
Avvengono ancora i miracoli a Lourdes?   E’ la domanda che molti si pongono, seppur con atteggiamenti, motivazioni e attese diverse.  Ma è una domanda che ci poniamo anche noi medici, nel nostro accostarci quotidiano con il mondo della sofferenza, nel contesto di una sanità sempre più sofisticata e, al tempo stesso, inaridita e svuotata dei tanti valori umani (e cristiani!), che l’hanno permeata e sostenuta per tanti secoli. 
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“ Nel 2009 ho ricevuto 37 dichiarazioni di guarigione. Io sto esaminando un centinaio di storie vere che vengono aggiornate. Mi sono occupato, in particolare, di 25 dossier e di tre delle cinque guarigioni dichiarate ‘eccezionali” nel 2008 dalla riunione parigina.  Finora le dichiarazioni che attestano il “miracolo” sono 67. Nove sono i “miracolati” ancora viventi” Alessandro dr. Defranciscis
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I CRITERI DELLA CHIESA  Da: De Servorum Beatificatione et Beatorum Canonizatione (liber IV, Cap. VIII, n° 2), con Commentari fino alla fine del Cap. - Autore: Cardinale Prospero Lambertini, futuro Papa Benedetto XIV, 1734.  ,[object Object],[object Object]
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Per poter prendere in considerazione la constatazione di una guarigione devono sussistere le premesse di questi due aspetti fondamentali che vanno comunque ben distinti: ,[object Object],[object Object]
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Maddalena Carini, di Pavia, ammalata dall’infanzia, degente a letto da quindici anni per una complessa e gravissima forma tubercolare e cardiaca, arriva a Lourdes in stato preagonico, con il peso di 29 kg; un mese dopo ne pesa oltre quaranta, un anno dopo quasi sessanta, dieci anni dopo (1958) circa sessantacinque.
Il secondo miracolato italiano di Lourdes fu un agricoltore di Casale Monferrato, Evasio Canora. Nel 1949 aveva 36 anni, era sposato e padre di cinque fi gli. Improvvisamente accusò un malessere generale, astenia, inappetenza, febbre. Ricoverato in ospedale, i medici trovarono che era stato colpito dal morbo di Hodgkin (linfogranuloma maligno). Vari esami istologici, ripetuti in diversi ospedali, confermarono la diagnosi. Si trattava di una malattia fulminante, con nessuna possibilità di guarigione. Dopo un anno di tentativi di cura, venne dimesso perché potesse morire in famiglia. Chiese di andare a Lourdes. Fece il viaggio nel gennaio 1950, in condizioni disperate. Appena arrivato al santuario fu accompagnato in carrozzella alla piscina. Immerso nell'acqua, si sentì subito bene e tornò in albergo camminando senza alcun aiuto. Per il resto della sua permanenza a Lourdes fece il barelliere. Una guarigione strepitosa, la sua. Immediata, totale. Il miracolo venne confermato il 31 maggio 1955. Ma dopo due anni, il destino si accanì contro di lui ed Evasio perse la vita. Non per malattia: mentre lavorava nei campi, rimase schiacciato dal trattore.
La terza persona italiana miracolata a Lourdes si chiama Elisa Aloi. Ha 72 anni e vive a Messina con il marito Giuseppe. All'età di 17 anni fu colpita da tubercolosi osteo-articolare, con focolai diffusi in tutto il corpo che provocavano numerose fistole suppurative. Furono tentate cure, ricoveri vari. Infine venne ingessata e rimase in quelle condizioni, immobile a letto, per undici anni. Nel 1957 fece un primo viaggio a Lourdes ma non accadde niente. Volle tornare nel '58 e ottenne la grazia. <<II bagno miracoloso avvenne la mattina del 9 giugno>>, racconta. <<Dopo l'immersione, avvertii uno strano benessere. Quando mi riportarono alla pensione dove alloggiavo, chiamai il medico, che constatò un forte miglioramento. Le fistole, che coprivano tutto il mio corpo, si stavano chiudendo spontaneamente. Tornai a casa che stavo bene>>. Il miracolo venne riconosciuto nel maggio 1965. <<Ma io ho ottenuto due miracoli a Lourdes>>, dice Elisa. <<A causa della malattia subita, i medici mi avevano detto che non avrei potuto avere figli. Invece la Madonna ha voluto smentirli. Mi sposai ed ebbi quattro figli: due maschi e due femmine, sani, belli, che mi hanno dato grandi soddisfazioni>>.
Vittorio Micheli è un ex alpino che ha ora 63 anni. Un uomo solido e robusto. Vive a Scurelle, nei pressi di Trento, in Valsugana, con la moglie Lidia. Nel 1961, durante il servizio militare, fu colpito da un tumore maligno che intaccò la testa del femore della gamba sinistra e poi si propagò lungo tutto l'arto. Una malattia inarrestabile. Inutili le cure, i ricoveri in ospedale, i prelievi, le visite specialistiche. Nel '62 fu trasferito nel centro tumori di Borgo Valsugana. Il tumore progrediva velocemente, &quot;mangiando&quot; l'osso, tanto che la gamba gli era rimasta attaccata al resto del corpo solamente grazie ai muscoli e alla pelle.   <<Mia madre mi convinse ad andare in pellegrinaggio a Lourdes>>, racconta l'ex alpino. <<La ascoltai. Fui calato nelle acque della piscina, ma non provai niente. Nessuna particolare sensazione. Tornai a casa come ero partito. Ma dopo qualche giorno, mi sentii meglio. Mi era tornato l'appetito e potevo fare a meno delle medicine senza sentire i dolori lancinanti che da tempo mi tormentavano. Tornai in ospedale per una visita di controllo. I medici constatarono che il tumore era scomparso. Non solo, la testa del femore si stava ricomponendo>>. La guarigione dell'ex alpino è tra le più clamorose. Infatti, non ci fu solo la scomparsa immediata di una malattia tremenda, ma la ricostruzione della testa del femore. Questo significa che l'osso è &quot;cresciuto&quot;, si è riformato, si sono ricostruiti tessuti nuovi. Un fatto assolutamente inammissibile dalla medicina.
La quinta italiana guarita a Lourdes si chiama Delizia Cirolli. È una giovane e graziosa signora di 39 anni. Vive a Paternò, in provincia di Catania, con il marito e fa l'infermiera. All'inizio del 1976, quando era appena undicenne, fu colpita da un tumore osseo alla tibia destra. Un destino crudele l'attendeva, e una morte precoce. Nel tentativo di fermare il male, che procedeva con rapidità, i medici avevano consigliato l'amputazione della gamba. Il padre di Delizia, disperato, decise di portare la figlia a Lourdes. Non aveva i soldi per il viaggio, ma i suoi concittadini lo aiutarono. <<Andammo a Lourdes nell'agosto del 1976>>, ricorda Delizia. <<Non volevo bagnarmi nella piscina perché avevo paura dell'acqua. Mi convinse una suora. Tornai a casa senza alcun risultato. Anzi, le mie condizioni peggiorarono. Ma una mattina, nel dicembre 1976, mi venne voglia di alzarmi. Chiamai mia madre e dissi che volevo andare a trovare una cugina. In famiglia tutti mi guardarono spaventati. Erano mesi che non mi alzavo dal letto. Cominciai a stare bene. Ripresi a camminare. Non sentivo più i dolori alla gamba. Venni ricoverata per dei controlli e i medici constatarono che del tumore non c'era più traccia>>. II miracolo di Delizia Cirolli venne riconosciuto dalla Chiesa nel giugno del 1989.
Dio non può essere previsto nei suoi disegni.  Ma se accettiamo invece il nostro umile compito di uomini che cercano di capire, ci accorgiamo che dall’esame dei miracoli di Lourdes (parliamo di Lourdes perché soltanto in questo santuario esiste un controllo scientifico) emergono elementi di profondo interesse per lo stesso nostro sapere.
Sessantadue sono le guarigioni di Lourdes definite miracolose dalla Chiesa. Di esse, ventidue sono avvenute e sono state riconosciute nel recente ventennio, da quando cioè il Bureau lavora con criteri medici moderni e rigorosi. Infatti parecchi miracoli avvenuti nei periodi precedenti, dal 1860 al 1862 e dal 1907 al 1913, non verrebbero oggi riconosciuti da nessuna delle tre commissioni d’inchiesta, trattandosi di guarigioni da malattie non perfettamente precisate e nemmeno chiaramente diagnosticabili a quel tempo.
Il cinquanta per cento sono malattie tubercolari Gli ultimi ventidue miracoli riconosciuti comprendono inoltre tre casi di sclerosi a placche, un morbo di Addison, un morbo di Hodgkin, un morbo di Budd-Chiari, un cancro uterino, una nefrite, più altri malanni non esattamente diagnosticati. Dunque in una casistica abbastanza ricca, che nel tempo copre circa un secolo, vediamo che a Lourdes guariscono con massima prevalenza affezioni tubercolari, seguite a gran distanza da non più di altre quattro o cinque malattie, tutte abbastanza ben definite dalla scienza, ma tutte di eziopatologia ancora ignota, e infine da una breve serie di affezioni diverse e non bene precisate nel loro quadro patologico
L’acqua miracolosa di Lourdes è una comune acqua potabile
Teniamo conto nuovamente soltanto dell’ultimo ventennio. Ventidue miracoli. Oggi a Lourdes arrivano circa un milione e mezzo di pellegrini per anno, ma solo un quinto di essi sono malati gravi, malati disperati. “ Il miracolo è tutta Lourdes”.   I veri e più importanti miracoli,  ha osservato un sacerdote, son quelli che toccano non la carne, ma lo spirito: e di questi, Lourdes fa grande messe.
“ La gente sperimenta in maniera carnale, fisica, l’accoglienza di Maria. La Madonna accoglie e presenta il Figlio Gesu’ Cristo. Attraverso Maria a Lourdes si incontra Gesù.  Il miracolo quotidiano sono i giovani , i lavoratori, la gente di ogni ceto sociale.  Lourdes e’ roccia, acqua, luce, folla, malati, guarigioni, servizio di volontariato, incontro con gli altri”. Alessandro dr. Defranciscis
“ Dalla casistica vedo che si attribuiscono miracoli soltanto ad alterazioni o malattie in cui la diagnosi è spesso difficile e dubbia, di cui si conoscono poco i fattori causali, e delle quali anche i meccanismi biochimici o fisiologici che conducono alla guarigione non sono ancora noti. Capita ben di sovente, nella pratica medica, rimanere sbalorditi di fronte ad avvenimenti contrari a ogni più ragionata e competente previsione. Sono stati descritti casi di guarigione spontanea di cancro, e certamente in numero superiore a quelli riconosciuti a Lourdes”. Rodolfo Margaria, direttore dell’Istituto di fisiologia dell’università milanese “ Io avrò delle pretese, ma vorrei che le guarigioni miracolose non si limitassero a un campo patologico tuttora oscuro da un punto di vista culturale, e che presenta difficoltà spesso grandissime di ordine professionale: diagnosi, rilievi, eccetera. Vorrei che il miracolo si manifestasse in un settore molto più semplice, evidente a tutti, e che desse sicurezza assoluta: un mutilato che esce dalla piscina di Lourdes con l’arto restituito, un cieco che riprende la vista dal suo occhio di vetro, tanto per far degli esempi. Solo allora, come uomo di scienza, non potrei discutere”
Prima: un’infezione nell’organismo può scatenare per suo conto una battaglia contro il tumore; per esempio la tossina di Coley determina fenomeni emorragici nell’interno del tumore stesso, che viene sconvolto e può venire distrutto; anche altri batteri hanno azione anticancerigena.  Seconda: se il vaso sanguigno che incontra il tumore va in trombosi, il tumore rimane come colpito da infarto, si necrotizza e può venire eliminato in quanto non più vitale. Terza: il tumore provoca l’insorgere di un gran numero di anticorpi antitumorali: nell’organismo possono formarsi sostanze che stimolano in modo eccezionale questi anticorpi, i quali possono così sconfiggere il tumore.  Quarta: i tumori che interessano la sfera sessuale (utero, mammella, ecc.) subiscono fortemente l’intervento di determinati ormoni (o la loro assenza). Carlo Sirtori, direttore della divisione di anatomia e istologia patologica dell’Istituto del cancro di Milano
teologo don Aldo Locatelli “ La scienza quali spiegazioni sa dare a riguardo di questi fenomeni?  Secondo il parere della scienza, con quali probabilità tali fenomeni erano (naturalmente) prevedibili?”.
Soltanto i miracoli di Cristo, per la Chiesa, sono vincolati al dogma .  La storia del cattolicesimo e di altre religioni (comprese quelle “pagane” dell’antichità grecoromana) è colma di fatti considerati miracolosi, e in particolare di miracolose guarigioni. Buona parte della cultura laica degli ultimi tre secoli ha ostinatamente negato la veridicità e la possibilità stessa del miracolo, del prodigio.  Spinoza, David Hume, Stuart Mill e tanti altri filosofi si sono sforzati su questa strada, sprecando sofismo.
Lourdes e il suo Bureau sono là a testimoniare: il miracolo esiste, il miracolo accade .  Solo che l’uomo di scienza ha smesso le parole e si china oggi a guardarlo in silenzio. “La scienza”, dice Bertrand Russell, “deve rimanere puramente empirica”. Così l’avvenimento “extra-naturale” o “sovrannaturale” diviene per essa semplicemente preternaturale: cioè eccezionale, straordinario, rarissimo, ma che può cominciare a entrare in una statistica, e sollecitare le menti per indagini e spiegazioni empiriche più profonde.  Forse le vie di Dio sono queste: incoraggiare l’uomo a penetrare la sua realtà, con le sue forze, e la sua ansia, la sua angoscia. Forse è questo il massimo miracolo di Lourdes.
Il miracolo è qualcosa che sta dentro di noi, di qualsiasi pensiero noi siamo, come un istinto, un sentimento, un’aspirazione primordiale: il desiderio paura di forze superiori, la speranza esplicita o segreta di una salvezza dalla condanna. Avvicinarsi al miracolo ci costringe a profonde reazioni: per chi lo accetti sul piano religioso, per chi lo giustifichi sul piano preternaturale, per chi lo interpreti, su quello fisiologico, per chi lo contempli sbalordito e confuso, senza osare parola.
“ non spetta alla religione stabilire che l’acqua gela a zero gradi, né che la somma degli angoli di un triangolo è uguale a centottanta gradi, ma non spetta nemmeno alla scienza affermare se Dio interviene nelle nostre vite” Padre Francois Varillon

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  • 5.
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  • 9. “ Nel 2009 ho ricevuto 37 dichiarazioni di guarigione. Io sto esaminando un centinaio di storie vere che vengono aggiornate. Mi sono occupato, in particolare, di 25 dossier e di tre delle cinque guarigioni dichiarate ‘eccezionali” nel 2008 dalla riunione parigina. Finora le dichiarazioni che attestano il “miracolo” sono 67. Nove sono i “miracolati” ancora viventi” Alessandro dr. Defranciscis
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  • 18.
  • 19.
  • 20. Maddalena Carini, di Pavia, ammalata dall’infanzia, degente a letto da quindici anni per una complessa e gravissima forma tubercolare e cardiaca, arriva a Lourdes in stato preagonico, con il peso di 29 kg; un mese dopo ne pesa oltre quaranta, un anno dopo quasi sessanta, dieci anni dopo (1958) circa sessantacinque.
  • 21. Il secondo miracolato italiano di Lourdes fu un agricoltore di Casale Monferrato, Evasio Canora. Nel 1949 aveva 36 anni, era sposato e padre di cinque fi gli. Improvvisamente accusò un malessere generale, astenia, inappetenza, febbre. Ricoverato in ospedale, i medici trovarono che era stato colpito dal morbo di Hodgkin (linfogranuloma maligno). Vari esami istologici, ripetuti in diversi ospedali, confermarono la diagnosi. Si trattava di una malattia fulminante, con nessuna possibilità di guarigione. Dopo un anno di tentativi di cura, venne dimesso perché potesse morire in famiglia. Chiese di andare a Lourdes. Fece il viaggio nel gennaio 1950, in condizioni disperate. Appena arrivato al santuario fu accompagnato in carrozzella alla piscina. Immerso nell'acqua, si sentì subito bene e tornò in albergo camminando senza alcun aiuto. Per il resto della sua permanenza a Lourdes fece il barelliere. Una guarigione strepitosa, la sua. Immediata, totale. Il miracolo venne confermato il 31 maggio 1955. Ma dopo due anni, il destino si accanì contro di lui ed Evasio perse la vita. Non per malattia: mentre lavorava nei campi, rimase schiacciato dal trattore.
  • 22. La terza persona italiana miracolata a Lourdes si chiama Elisa Aloi. Ha 72 anni e vive a Messina con il marito Giuseppe. All'età di 17 anni fu colpita da tubercolosi osteo-articolare, con focolai diffusi in tutto il corpo che provocavano numerose fistole suppurative. Furono tentate cure, ricoveri vari. Infine venne ingessata e rimase in quelle condizioni, immobile a letto, per undici anni. Nel 1957 fece un primo viaggio a Lourdes ma non accadde niente. Volle tornare nel '58 e ottenne la grazia. <<II bagno miracoloso avvenne la mattina del 9 giugno>>, racconta. <<Dopo l'immersione, avvertii uno strano benessere. Quando mi riportarono alla pensione dove alloggiavo, chiamai il medico, che constatò un forte miglioramento. Le fistole, che coprivano tutto il mio corpo, si stavano chiudendo spontaneamente. Tornai a casa che stavo bene>>. Il miracolo venne riconosciuto nel maggio 1965. <<Ma io ho ottenuto due miracoli a Lourdes>>, dice Elisa. <<A causa della malattia subita, i medici mi avevano detto che non avrei potuto avere figli. Invece la Madonna ha voluto smentirli. Mi sposai ed ebbi quattro figli: due maschi e due femmine, sani, belli, che mi hanno dato grandi soddisfazioni>>.
  • 23. Vittorio Micheli è un ex alpino che ha ora 63 anni. Un uomo solido e robusto. Vive a Scurelle, nei pressi di Trento, in Valsugana, con la moglie Lidia. Nel 1961, durante il servizio militare, fu colpito da un tumore maligno che intaccò la testa del femore della gamba sinistra e poi si propagò lungo tutto l'arto. Una malattia inarrestabile. Inutili le cure, i ricoveri in ospedale, i prelievi, le visite specialistiche. Nel '62 fu trasferito nel centro tumori di Borgo Valsugana. Il tumore progrediva velocemente, &quot;mangiando&quot; l'osso, tanto che la gamba gli era rimasta attaccata al resto del corpo solamente grazie ai muscoli e alla pelle.   <<Mia madre mi convinse ad andare in pellegrinaggio a Lourdes>>, racconta l'ex alpino. <<La ascoltai. Fui calato nelle acque della piscina, ma non provai niente. Nessuna particolare sensazione. Tornai a casa come ero partito. Ma dopo qualche giorno, mi sentii meglio. Mi era tornato l'appetito e potevo fare a meno delle medicine senza sentire i dolori lancinanti che da tempo mi tormentavano. Tornai in ospedale per una visita di controllo. I medici constatarono che il tumore era scomparso. Non solo, la testa del femore si stava ricomponendo>>. La guarigione dell'ex alpino è tra le più clamorose. Infatti, non ci fu solo la scomparsa immediata di una malattia tremenda, ma la ricostruzione della testa del femore. Questo significa che l'osso è &quot;cresciuto&quot;, si è riformato, si sono ricostruiti tessuti nuovi. Un fatto assolutamente inammissibile dalla medicina.
  • 24. La quinta italiana guarita a Lourdes si chiama Delizia Cirolli. È una giovane e graziosa signora di 39 anni. Vive a Paternò, in provincia di Catania, con il marito e fa l'infermiera. All'inizio del 1976, quando era appena undicenne, fu colpita da un tumore osseo alla tibia destra. Un destino crudele l'attendeva, e una morte precoce. Nel tentativo di fermare il male, che procedeva con rapidità, i medici avevano consigliato l'amputazione della gamba. Il padre di Delizia, disperato, decise di portare la figlia a Lourdes. Non aveva i soldi per il viaggio, ma i suoi concittadini lo aiutarono. <<Andammo a Lourdes nell'agosto del 1976>>, ricorda Delizia. <<Non volevo bagnarmi nella piscina perché avevo paura dell'acqua. Mi convinse una suora. Tornai a casa senza alcun risultato. Anzi, le mie condizioni peggiorarono. Ma una mattina, nel dicembre 1976, mi venne voglia di alzarmi. Chiamai mia madre e dissi che volevo andare a trovare una cugina. In famiglia tutti mi guardarono spaventati. Erano mesi che non mi alzavo dal letto. Cominciai a stare bene. Ripresi a camminare. Non sentivo più i dolori alla gamba. Venni ricoverata per dei controlli e i medici constatarono che del tumore non c'era più traccia>>. II miracolo di Delizia Cirolli venne riconosciuto dalla Chiesa nel giugno del 1989.
  • 25. Dio non può essere previsto nei suoi disegni. Ma se accettiamo invece il nostro umile compito di uomini che cercano di capire, ci accorgiamo che dall’esame dei miracoli di Lourdes (parliamo di Lourdes perché soltanto in questo santuario esiste un controllo scientifico) emergono elementi di profondo interesse per lo stesso nostro sapere.
  • 26. Sessantadue sono le guarigioni di Lourdes definite miracolose dalla Chiesa. Di esse, ventidue sono avvenute e sono state riconosciute nel recente ventennio, da quando cioè il Bureau lavora con criteri medici moderni e rigorosi. Infatti parecchi miracoli avvenuti nei periodi precedenti, dal 1860 al 1862 e dal 1907 al 1913, non verrebbero oggi riconosciuti da nessuna delle tre commissioni d’inchiesta, trattandosi di guarigioni da malattie non perfettamente precisate e nemmeno chiaramente diagnosticabili a quel tempo.
  • 27. Il cinquanta per cento sono malattie tubercolari Gli ultimi ventidue miracoli riconosciuti comprendono inoltre tre casi di sclerosi a placche, un morbo di Addison, un morbo di Hodgkin, un morbo di Budd-Chiari, un cancro uterino, una nefrite, più altri malanni non esattamente diagnosticati. Dunque in una casistica abbastanza ricca, che nel tempo copre circa un secolo, vediamo che a Lourdes guariscono con massima prevalenza affezioni tubercolari, seguite a gran distanza da non più di altre quattro o cinque malattie, tutte abbastanza ben definite dalla scienza, ma tutte di eziopatologia ancora ignota, e infine da una breve serie di affezioni diverse e non bene precisate nel loro quadro patologico
  • 28. L’acqua miracolosa di Lourdes è una comune acqua potabile
  • 29. Teniamo conto nuovamente soltanto dell’ultimo ventennio. Ventidue miracoli. Oggi a Lourdes arrivano circa un milione e mezzo di pellegrini per anno, ma solo un quinto di essi sono malati gravi, malati disperati. “ Il miracolo è tutta Lourdes”. I veri e più importanti miracoli, ha osservato un sacerdote, son quelli che toccano non la carne, ma lo spirito: e di questi, Lourdes fa grande messe.
  • 30. “ La gente sperimenta in maniera carnale, fisica, l’accoglienza di Maria. La Madonna accoglie e presenta il Figlio Gesu’ Cristo. Attraverso Maria a Lourdes si incontra Gesù. Il miracolo quotidiano sono i giovani , i lavoratori, la gente di ogni ceto sociale. Lourdes e’ roccia, acqua, luce, folla, malati, guarigioni, servizio di volontariato, incontro con gli altri”. Alessandro dr. Defranciscis
  • 31. “ Dalla casistica vedo che si attribuiscono miracoli soltanto ad alterazioni o malattie in cui la diagnosi è spesso difficile e dubbia, di cui si conoscono poco i fattori causali, e delle quali anche i meccanismi biochimici o fisiologici che conducono alla guarigione non sono ancora noti. Capita ben di sovente, nella pratica medica, rimanere sbalorditi di fronte ad avvenimenti contrari a ogni più ragionata e competente previsione. Sono stati descritti casi di guarigione spontanea di cancro, e certamente in numero superiore a quelli riconosciuti a Lourdes”. Rodolfo Margaria, direttore dell’Istituto di fisiologia dell’università milanese “ Io avrò delle pretese, ma vorrei che le guarigioni miracolose non si limitassero a un campo patologico tuttora oscuro da un punto di vista culturale, e che presenta difficoltà spesso grandissime di ordine professionale: diagnosi, rilievi, eccetera. Vorrei che il miracolo si manifestasse in un settore molto più semplice, evidente a tutti, e che desse sicurezza assoluta: un mutilato che esce dalla piscina di Lourdes con l’arto restituito, un cieco che riprende la vista dal suo occhio di vetro, tanto per far degli esempi. Solo allora, come uomo di scienza, non potrei discutere”
  • 32. Prima: un’infezione nell’organismo può scatenare per suo conto una battaglia contro il tumore; per esempio la tossina di Coley determina fenomeni emorragici nell’interno del tumore stesso, che viene sconvolto e può venire distrutto; anche altri batteri hanno azione anticancerigena. Seconda: se il vaso sanguigno che incontra il tumore va in trombosi, il tumore rimane come colpito da infarto, si necrotizza e può venire eliminato in quanto non più vitale. Terza: il tumore provoca l’insorgere di un gran numero di anticorpi antitumorali: nell’organismo possono formarsi sostanze che stimolano in modo eccezionale questi anticorpi, i quali possono così sconfiggere il tumore. Quarta: i tumori che interessano la sfera sessuale (utero, mammella, ecc.) subiscono fortemente l’intervento di determinati ormoni (o la loro assenza). Carlo Sirtori, direttore della divisione di anatomia e istologia patologica dell’Istituto del cancro di Milano
  • 33. teologo don Aldo Locatelli “ La scienza quali spiegazioni sa dare a riguardo di questi fenomeni? Secondo il parere della scienza, con quali probabilità tali fenomeni erano (naturalmente) prevedibili?”.
  • 34. Soltanto i miracoli di Cristo, per la Chiesa, sono vincolati al dogma . La storia del cattolicesimo e di altre religioni (comprese quelle “pagane” dell’antichità grecoromana) è colma di fatti considerati miracolosi, e in particolare di miracolose guarigioni. Buona parte della cultura laica degli ultimi tre secoli ha ostinatamente negato la veridicità e la possibilità stessa del miracolo, del prodigio. Spinoza, David Hume, Stuart Mill e tanti altri filosofi si sono sforzati su questa strada, sprecando sofismo.
  • 35. Lourdes e il suo Bureau sono là a testimoniare: il miracolo esiste, il miracolo accade . Solo che l’uomo di scienza ha smesso le parole e si china oggi a guardarlo in silenzio. “La scienza”, dice Bertrand Russell, “deve rimanere puramente empirica”. Così l’avvenimento “extra-naturale” o “sovrannaturale” diviene per essa semplicemente preternaturale: cioè eccezionale, straordinario, rarissimo, ma che può cominciare a entrare in una statistica, e sollecitare le menti per indagini e spiegazioni empiriche più profonde. Forse le vie di Dio sono queste: incoraggiare l’uomo a penetrare la sua realtà, con le sue forze, e la sua ansia, la sua angoscia. Forse è questo il massimo miracolo di Lourdes.
  • 36. Il miracolo è qualcosa che sta dentro di noi, di qualsiasi pensiero noi siamo, come un istinto, un sentimento, un’aspirazione primordiale: il desiderio paura di forze superiori, la speranza esplicita o segreta di una salvezza dalla condanna. Avvicinarsi al miracolo ci costringe a profonde reazioni: per chi lo accetti sul piano religioso, per chi lo giustifichi sul piano preternaturale, per chi lo interpreti, su quello fisiologico, per chi lo contempli sbalordito e confuso, senza osare parola.
  • 37. “ non spetta alla religione stabilire che l’acqua gela a zero gradi, né che la somma degli angoli di un triangolo è uguale a centottanta gradi, ma non spetta nemmeno alla scienza affermare se Dio interviene nelle nostre vite” Padre Francois Varillon