I ragazzi della Levi Civita incontrano Martha Scherepita: ragazza polacca, lavoratrice forzata nelle campagne tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale. La storia di Martha è stata raccolta e raccontata da Lorenza Pizzo, che con pazienza ha registrato il racconto di questa ragazza, ha ordinato le sue memorie in un testo preziosissimo, che ci porta in un tempo difficile e doloroso.
3. 27 GENNAIO
GIORNATA DELLA MEMORIA
Ogni anno, il 27 gennaio è
l’occasione per ricordare.
Quest’anno, il 26 gennaio
, a ricordare la sofferenza
di chi ha vissuto in prima
persona gli orrori della
guerra è venuta a rendere
la propria testimonianza
una signora speciale:
Martha.
4. Un libro, una storia
La storia di Martha è stata raccolta e raccontata da Lorenza Pizzo, che con
pazienza ha registrato il racconto di questa ragazza, ha ordinato le sue
memorie in un testo preziosissimo, che ci porta in un tempo difficile e doloroso.
5. Il giorno 26 gennaio 2012, in occasione della Giornata della
memoria, abbiamo incontrato a scuola la signora Martha
Scherepita, accompagnata dal figlio Flavio Masiero e da Lorenza Pizzo
che ha scritto il libro “Vita vissuta. La storia di Martha”.
Martha è una signora di origine polacca che durante la seconda guerra
mondiale, all’età di sedici anni è stata portata via alla sua famiglia e
costretta ai lavori forzati in un paesino di campagna che oggi si trova
nella Repubblica Ceca. Per molto tempo non ha potuto avere contatti
con i suoi familiari. Per fortuna la famiglia che l’aveva presa a lavorare
con sè era buona e l’ha aiutata nei momenti più difficili. Durante
questo periodo si innamorò di un giovane soldato italiano prigioniero:
Gildo Masiero. Dalla loro storia d’amore nacque una bambina; solo
pochi giorni dopo, la guerra finì e Gildo decise di tornare in Italia con
Marta e Graziella.
Il loro fu un viaggio lungo e faticoso, alla fine arrivarono a San Siro di
Bagnoli: il paese di Gildo. Qui Martha ha dovuto adattarsi ad una
nuova realtà: la famiglia di Gildo era molto povera, lei non conosceva
nessuno, non sapeva la nostra lingua … ma ha saputo affrontare con
forza e coraggio anche questa situazione. I due ebbero un altro figlio:
Flavio, e hanno vissuto serenamente lavorando sodo.
Solo dopo molti anni Martha poté di nuovo abbracciare i suoi
familiari, in Ucraina, dove si erano trasferiti dopo la guerra.
(Daniele, Riccardo, Daniele, Paolo, Nicolo’, Riccardo, Michelangelo, Gi
useppe, Sara, Marco, Filippo, Jacopo, Giacomo, Nicola, Giovanna, Chi
ara, Leonardo)
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12. Davide: Un episodio che mi ha colpito al cuore è stato quando ci ha
raccontato che non ha più visto la sua famiglia dall’inizio della
Seconda guerra mondiale. In quel momento, dai suoi occhi lucidi, scese
sul viso una lacrima. Mi ha molto colpito perché quando raccontava, io
nella mia mente, immaginavo tutta la scena; ma subito dopo si riprese
con un bel sorriso “smagliante”.
Vincenzo: … secondo me dovremmo pensare che siamo stati fortunati
a non vivere in guerra, ma felici e in pace. Ho pensato ai bambini che
soffrono nelle zone di guerra e spero che nei prossimi anni tutti
potremo vivere tranquillamente.
Matteo: Quando lei ha raccontato la sua storia è stato molto bello
ascoltarla ed ho pensato a come ci si poteva sentire senza sapere
niente della propria famiglia per venti, trent’anni, e mi sono sentito
felice perché oggi, anche se si è dall’altra parte del mondo, ci si può
chiamare con un cellulare o col telefono. Martha deve aver vissuto una
vita molto brutta per la totale mancanza di notizie della sua famiglia e
per i faticosi lavori forzati, ma anche bella per suo marito, i suoi figli e
per aver rivisto la sua famiglia.
Samuel: Marta scriveva sempre lettere alla sua famiglia, ma nessuno
le rispondeva, perché il paese dove spediva le lettere non c’era più e i
suoi genitori erano stati portati in Russia.
13. Alessandro: Io sinceramente, ad ogni parola che diceva Martha, mi
sentivo sempre più vicino alla guerra, troppo a disagio e fortunato.
Pensavo e ripensavo a come avesse fatto a sopravvivere a quei duri
colpi. Poi, uscendo dalla porta della scuola, mi sono fatto una promessa:
“Io giuro che sarò generoso ed altruista con gli altri, a partire da ora”.
Mi era piaciuta così tanto quella nuova esperienza che mi dispiaceva
tornare a casa.
Anna D.: … appena l’ho vista mi è sembrata subito molto simpatica. Ci
ha raccontato la sua storia, ma non la ripeterò perché questo pensiero è
diretto a lei, e questa storia lei la sa fin troppo bene. Volevo solo dirle
che mi è piaciuto molto il suo racconto perché è diverso dagli altri
e, raccontato da lei, è stato molto emozionante e pieno di particolari.
Giorgia: Quando ha iniziato a parlare della sua storia, ho pensato: “Ma
se io mi metto nei suoi panni, che ricordi avrei della mia gioventù?”
Ponendomi questa domanda e sentendo come è stata presa dai soldati
tedeschi , mi sono molto commossa, come se io stessa fossi lì, riuscivo
ad immaginarmi scena per scena. Ma soprattutto quando ha parlato del
suo matrimonio, di come ha cercato disperatamente di ritrovare la sua
famiglia, ho sentito un susseguirsi di emozioni tra gioia e tristezza …
Mariam: E ’ stato molto triste quello che ci ha raccontato.
Marta: E’ stato bello avere Martha in mezzo a noi.
Simone: Sarei molto contento di vedere nuovamente questa
signora, magari per farci raccontare altre esperienze.
14. Sara: Il figlio di Martha, nonostante non avesse vissuto di persona
quell’esperienza, era lo stesso molto partecipe. Il fatto che sia venuta a
parlarci mi è piaciuto molto perché abbiamo potuto ascoltare la
testimonianza di qualcuno che la guerra l’ha vissuta sulla propria
pelle e nonostante questo non ha mai perso la gioia di vivere.
Daniele: A me è piaciuto che la signora non abbia mai perso la
speranza di poter tornare a casa.
Ester:… per come ce l’ha raccontato, mi sembrava di aver vissuto con
lei questa esperienza. Ha sofferto tantissimo, è stata una ragazza
molto forte e mi sorprende la felicità con cui racconta la sua brutta
esperienza. E’ una donna simpatica, gentile, affettuosa e non mi
dispiacerebbe incontrarla ancora.
West: … allora ho provato a farle una domanda , ero vicino a lei e la
vedevo sorridente nonostante le disavventure passate, ho pensato che
stesse sorridendo perché l’abbiamo accolta bene . Abbiamo ricordato
questo giorno perché domani diventeremo uomini migliori.
Nicolò: Pensando alla vita di Martha ci sono rimasto un po’ male
perché ho pensato che ora noi abbiamo tutto ciò che desideriamo e
non abbiamo guerre da combattere, invece lei aveva i tedeschi che le
facevano del male … Una cosa che ho notato è stato il sorriso che
aveva sempre sul suo volto e questo mi ha fatto un piacere immenso
perché vuol dire che ora sta bene, è felice e soprattutto che ha
superato ogni sua difficoltà ed è stata premiata con una bella vita
libera e senza guerre. Le auguro un buon proseguimento della sua vita
avventurosa e che non perda il suo sorriso.
15. Nicola: Il finale della storia è stato molto felice perché Martha ha
ritrovato la sua famiglia. Una nostra compagna si è messa a piangere
per la commozione. Da questa storia ho imparato che nei tempi di
guerra è tutto molto più complicato.
Martina: La sua è stata una brutta esperienza, ma ce l’ha raccontata
col sorriso. A me piacerebbe rivederla e che ci raccontasse altri
episodi della sua vita.
Nicolò: La sua storia era molto triste perché la sua vita è stata molto
dura, ma con noi è stata molto dolce …. Siamo stati contenti di questa
esperienza.
Samuele: A me è piaciuto molto come Martha ha affrontato con
coraggio di venire nella nostra scuola, perché raccontare di quando i
nazisti l’hanno presa e deportata ai lavori forzati, non dev’essere stato
facile … io ancora non riesco a capire come, dopo tanto dolore, Martha
riesce a vivere felice, in pace e senza odiare.
Edoardo: … mi è rimasto impresso quando ci ha detto che erano stati
uccisi due bambini ebrei che andavano a scuola con lei. Comunque
non ha passato solo momenti brutti ma è stata fortunata perché la
famiglia a cui era stata affidata le voleva bene, è riuscita a
sopravvivere e a vivere una vita con l’uomo che amava, e alla fine è
anche riuscita a ritrovare i suoi familiari. A me è piaciuto vederla
sorridere e sono stato felice di essere stato scelto, con un altro
ragazzo, per portarle un dono da parte degli studenti e dei professori.
16. Marco: Se dovessi descrivere con i colori la tua vita direi: rosso, nero
e giallo. Nero perché hai vissuto momenti molto tristi, rosso per il
sangue versato dai soldati feriti e giallo per l’amore e l’accoglienza che
ti ha dato la famiglia quando sei andata in Germania, perché nei
momenti più duri ti hanno aiutato. Poi hai detto una cosa che mi ha
commosso: che eri innamorata. Allora ho pensato che in quel momento
devi aver dimenticato tutti i momenti brutti che avevi vissuto e avrai
ricordato solo i momenti più belli.
Iqra: Quando ho sentito la storia di Martha ho provato delle
emozioni che non riesco a spiegare, però posso dire che mi sono
commossa. Penso che Martha fosse molto triste lontano dai suoi
genitori, però penso che quando ha avuto notizie di loro sia stata molto
felice … Se mi dovessi mettere al suo posto proverei le stesse emozioni.
Martha è una persona molto forte e coraggiosa perché ha vissuto
l’esperienza della guerra e perché ha sempre lavorato sodo.
Martina: Quando ho sentito parlare la signora Martha ho provato
dispiacere per lei e per quello che ha passato. Noi forse non ci
immaginiamo quello che le è successo, ma sappiamo che è stato molto
brutto. Finito l’incontro l’abbiamo salutata con baci e abbracci
affettuosi e in quel momento ho provato una sensazione molto forte, ho
capito quanto dev’esserle mancato l’affetto dei suoi genitori che ha
dovuto lasciare così presto e in quel modo.
17. Rosa: … in quegli anni tuttavia, accadde qualcosa di fantastico, di
unico. Martha conobbe un ragazzo, un soldato italiano, Gildo;
immaginate: bella lei, bello lui, giovane lei, giovane lui e come d’incanto
nacque l’amore … Lui, quando tornava dal lavoro, avvisava Martha
lanciando un sassolino alla finestra di una casetta, voleva
vederla, vedere il suo viso ed i suoi occhi chiari in cui poteva tuffarsi
come nell’azzurro del mare … Volete sapere cosa mi emoziona? Ciò
che stimo della fantastica donna che è venuta a raccontarci la sua
storia? Il suo sorriso. Il suo sorriso che nasconde i suoi ottantasei
anni, che nasconde tutte le infelicità, che nasconde tutto il tempo
passato con le preoccupazioni, con le incertezze … Il suo sorriso che
illumina il suo viso, che anche se pieno di rughe, anche se rigato tante
volte dalle lacrime che sono scese in tanti anni, dimostra di saper
ricominciare daccapo dopo grandi sofferenze, di saper dimostrare e
mettere in gioco … la forza della vita.
Lisa: … se io fossi Martha non racconterei a nessuno questa
storia, perché mi farebbe soffrire, e se potessi vorrei che tutta quella
storia fosse solo un brutto sogno.
Francesco: … la cosa che mi ha colpito di più è stato quando ci ha
detto che mangiavano polenta e due sardine in undici. Questa
“avventura” mi è piaciuta perché ho capito molte cose e ho visto la
felicità della signora di condividerle con noi.
18. Elia: … ma quello che mi ha colpito di più è la simpatia e la gentilezza
della signora, nonostante le dovessero tornare in mente quei brutti
ricordi della guerra. Io stavo molto attento anche se facevo fatica a
capire cosa diceva perché parlava in dialetto. Durante tutto il racconto
pensavo anche a mio nonno che è ancora vivo ed ha vissuto la
Seconda guerra mondiale, solo che, a differenza di lei, mio nonno
prese il fucile, si mischiò con l’esercito e aiutò i soldati italiani e
americani a respingere i tedeschi dall’Italia. Purtroppo mio
nonno, prima che io nascessi, ebbe un ictus e quindi non può più
raccontarmelo.
Ionut: Per me questa storia è stata triste e commovente. Triste per
quello che è successo a lei e agli ebrei, commovente quando Martha è
andata in Ucraina a ritrovare la sua famiglia.
Federico: Io mi sono sentito fortunato perché mi è piaciuto ascoltarla
e perché ho visto una testimone vera. Mi ha colpito il fatto che
vivessero con poco cibo. Il suo racconto mi ha fatto pensare a tutti i
bambini che erano considerati inferiori e per questo furono maltrattati
ed uccisi. Mi sono un po’ commosso quando ho visto la signora
commossa che si è messa a baciare tutti i ragazzi che le si
avvicinavano.
19. Camin 2 febbraio 2012
Cara Signora Martha,
mi chiamo Angelica, ho undici anni e sono una studentessa della scuola
Tullio Levi Civita, dove è venuta giovedì 26 gennaio 2012 a raccontare la sua
vita, per ricordarci lo sterminio degli ebrei durante la Seconda guerra
mondiale.
Devo dire che la sua è stata una vita in salita … una vita che è stata
completamente cambiata dalla guerra, sia in maniera negativa: per la
paura, per la sofferenza, per la perdita di persone care; sia in maniera
positiva: ciò le ha permesso di conoscere Gildo: suo sposo e poi padre dei
suoi figli.
Quello che più mi ha colpito della sua personalità è che nonostante tutte le
pene che ha vissuto, dalla guerra fino alla perdita di suo marito, dei suoi
genitori e di alcuni dei suoi fratelli … lei sia una persona allegra, affettuosa che
guarda al futuro con ottimismo.
Mi scusi, non volevo ricordarle tutte queste brutte cose, ma vorrei farle delle
domande che mi sono venute in mente solo dopo aver letto il suo libro, un
libro molto bello, che mi è piaciuto molto (complimenti all’autrice!) e che ho
voluto leggere per prima nella mia classe perché mi ha colpito molto la sua
storia.
20. Ecco le mie domande:
Che cosa ha provato a Varsavia, a Znojmo e poi in Italia, tutto quel tempo
in cui è rimasta lontana dai suoi genitori e dai suoi fratelli, non sapendo
dove fossero, se fossero vivi e se stessero bene? Io al solo pensiero di
non vedere e di non sapere niente della mia famiglia per vent’anni, vivrei
ogni giorno sempre con più angoscia nel cuore e mi mancherebbero tutti.
In ogni luogo dove è stata lontana da casa, compresa l’Italia, è stato
facile integrarsi con la nuova famiglia, con abitudini e cultura
diverse, con la nuova lingua? Io penso solo questo: non è facile
ambientarsi in una nuova famiglia, in una nuova casa oggi, figuriamoci
come dev’essere stato sessant’anni fa; almeno io la penso così perché
sono molto timida , ma suppongo che anche per lei non sia stato facile!
Per me è stata molto importante la sua testimonianza perché nonostante
la guerra sia una cosa terribile, bisogna ricordarla per fare in modo che
non accada mai più. Di questo ne abbiamo parlato anche a scuola … Io
spero fortemente di vivere in una società che non discrimini mai nessuno
in base alla diversa nazionalità o religione, al diverso colore della pelle o
al diverso modo di pensare!!!!!!!! Questo è quello che penso.
Grazie Signora Martha!
Tanti cari saluti
Angelica