2. 1. Gli elementi della destinazione turistica
• La destinazione turistica è un insieme di risorse che
hanno una capacità di attrazione per il viaggiatore che
è indotto a raggiungerla.
• Non bastano musei e monumenti per fare di una
località una destinazione turistica, occorrono i servizi
e, più in generale, organizzazione.
3. Il modello di Tamma
Dal punto di vista dell’organizzazione le destinazioni
turistiche possono presentarsi in tre modi:
1. Il modello one to one, o di frammentazione: la
destinazione è priva di una propria proposta sul
mercato; il visitatore deve adoperarsi per cercare
tutti i servizi che gli interessano.
2. Il modello package o di dipendenza:
l’organizzazione del viaggio ricade interamente
nelle mani del t.o. che lo organizza; il viaggio perde
in personalizzazione.
3. Il modello network o di integrazione: corrisponde al
sistema, cioè alla creazione di un intreccio di servizi
connessi all’interno di una rete locale di offerta
efficace ed efficiente.
4. 1.5 La costruzione dell’offerta
• L’offerta della città va costruita, ogni centro urbano è un
contenitore che va riempito, necessario integrare gli elementi
dell’offerta.
• Keller: L’industria turistica ha un costante bisogno di
posizionare le destinazioni nell’odierno mercato globale. Il
turismo beneficia degli eventi in molti modi.
• Esempio: i megaeventi ricostruiscono un’immagine positiva
della città.
1.6 Conoscere e soddisfare il cliente
• Il cliente va conosciuto per capirne i bisogni e le aspettative
• Il cliente va soddisfatto perché (Kotler) i clienti soddisfatti
acquistano di più; il costo per servire un cliente abituale è
minore; il loro passaparola è positivo; sono meno sensibili
all’aumento dei prezzi.
5. 2 La strategia della destinazione turistica
2.1 Il prodotto turistico e i sistemi di offerta
I sistemi di offerta turistica:
Economia locale
Società (popolazione locale)
Attrazione
Visibilità e accessibilità della destinazione.
Un prodotto turistico è costituito da risorse che devono
essere integrate da un servizio.
2.2 Dalle quattro S alle tre L
• landscape, leisure e learning.
6. 2.3 Personalizzare la standardizzazione
• Rifiuto dei pacchetti standard, attualmente le richieste
dei viaggiatori sono molto articolate.
• Esempio Your holiday, your choice FAI RICERCA
SUI T.O. CHE OFFRONO PACCHETTI
PERSONALIZZATI
• Il marchio è una forma di personalizzazione del
prodotto.
2.4 Il valore del tempo
• L’odierna domanda turistica è alla ricerca del value
for money ma anche del value for time.
7. 2.6 Il prezzo
• Il turismo è diventato un’attività ordinaria, da ripetere
a più riprese attenzione maggiore al rapporto
qualità-prezzo.
• Il cliente vuole chiarezza.
2.7 Le destinazioni: da contenitori a insieme di
contenuti
• Le destinazioni che offrono prodotti garantiscono al
visitatore una serie di prestazioni, diverse possibilità
di attività e un prezzo di riferimento.
• Pochi casi in Italia oltre Rimini.
8. 2.8 La strategia della destinazione
• L’assortimento è l’altro fattore senza il quale non
esisterebbe la destinazione turistica di successo.
• Il turista deve essere opportunamente stimolato.
• La city card come strumento di stimolo a girare e
scoprire in modo attivo ma veicolato dall’operatore in
modo strategico.
ESERCITAZIONE: ELENCA ALTRI TIPI DI
STRUMENTI UTILIZZATI DAGLI OPERATORI
IN MODO STRATEGICO.
9. 2.10 L’analisi delle destinazioni turistiche
Suddivisione rispetto alla meta:
1. Mete finali: costituiscono lo scopo del viaggio;
2. Mete di transito: ci si deve passare per arrivare
altrove;
3. Mete regionali: vicine e con precisi elementi di
interesse.
10. Diverse tipologie rispetto alla mobilità
1. Destinazione unica: costituisce la sola meta di un
viaggio, presenta un’offerta molto ampia.
2. Destinazione di base: ci si reca in quanto suscita
interesse, per poi partire verso altre destinazioni.
3. Destinazione come parte di un circuito: località da
cui si transita per recarsi verso altre mete; la
permanenza è breve, il numero dei turisti può essere
elevato.
4. Destinazioni di percorsi tematici: hanno in comune
gli elementi che inducono al viaggio.
Ognuna di queste ha tempi e necessità organizzative
diverse.
11. Destinazioni in base al tipo di attività prevalente svolta
dal turista in una località:
• Destinazione affari.
• Leisure.
• Sole e mare.
• Montagna.
• Destinazioni rurali.
• Nuove destinazioni (turismo ambientale, special
interest).
• Destinazioni esotiche o esclusive.
12. 3 La creazione del prodotto
3.1 Le componenti dell’offerta
Formula base della destinazione turistica
Immagine + notorietà
Prodotto adattato al
mercato
13. • Nove tappe per costruire il prodotto-destinazione:
1. Definire il prodotto.
2. Analizzare il mercato.
3. Analizzare l’interno.
4. L’analisi degli elementi del prodotto.
5. Definizione degli obiettivi.
6. Posizionamento sul mercato.
7. La politica di marketing.
8. L’organizzazione della destinazione.
9. La formazione.
14. 3.2 I pull factor
• Pull factor: fattori di attrazione:
1. Le risorse: elementi di attrazione che inducono il
viaggiatore a spostarsi.
2. I dintorni immediati: arricchiscono l’offerta totale
della destinazione.
3. La popolazione locale: l’ospitalità è una
componente alla base di una destinazione che vuole
accogliere turisti.
4. Animazione e ambiente: una città deve dare
l’impressione di essere frequentata da persone che
vivono bene.
15. 5. Strutture di divertimento: valore aggiunto
notevole per lo sviluppo di un turismo di qualità.
6. Strutture ricettive: la scelta dell’albergo non
preminente per il turista, giusto rapporto qualità-
prezzo.
7. Sistemi di trasporto: potente strumento di
amplificazione del prodotto destinazione.
8. Immagine: il turista cerca di acquisire valore per il
tempo e il denaro che ha speso.
17. 3.3 I tre livelli del prodotto turistico
1. Il suo nucleo di prodotto
2. La parte tangibile (servizi)
3. Valore aggiunto
18. 3.4 La perdita di competitività e reingegneria del prodotto
• Maturità della località turistica (invecchiamento)
• Competitori più innovativi con proposte vincenti
Di conseguenza:
• L’offerta deve essere organizzata sulla base di ciò che
il cliente può scegliere, modificando l’offerta sulla
base della nuova domanda.
• Il prodotto va rimodellato creando nuovi prodotti
turistici, nuovi itinerari e forme di animazione.
3.6 Le fasi del rinnovo: attenersi alla seguente regola:
• La destinazione deve sapersi concentrare su un
numero limitato di segmenti di domanda, esaminando
attentamente a quale tipo di turista si rivolge,
verificando la compatibilità dei diversi segmenti ed
eliminando i fattori negativi.
19. • Cresce il city break, soprattutto fra tedeschi e
americani.
20. • Tendenza dei turisti del nostro paese a ridurre i viaggi nel
periodo estivo, progressiva suddivisione dei viaggi in
diversi periodi dell’anno, incrementando gli short break.
21. Il turismo culturale
• Nonostante l’1%, le motivazioni culturali sono un
segmento rilevante se collegati al 16% delle città d’arte
22. • La richiesta di
cultura è elevata
e ha un peso
considerevole
per l’Italia.
• Secondo
l’ENIT, l’Italia
è una
destinazione
che viene scelta
per motivi
culturali nel
53% dei casi.
23. • Notevole cambiamento nel modo di intendere il viaggio
culturale nel corso dell’ultimo decennio.
• Il turismo culturale è diventato anche il motore per lo
sviluppo di destinazioni finora trascurate dai flussi.
24. Cultura e turismo: un binomio inscindibile?
• Il bisogno di cultura genera turismo, aiuta la
destagionalizzazione, prolunga le permanenze.
• Il bisogno di turismo genera cultura: musei,
monumenti e siti archeologici hanno un maggior
numero di visitatori, la cultura è finalmente messa a
disposizione di tutti.
Il prodotto
• L’offerta culturale deve curare la disponibilità (orari
flessibili), visibilità, accessibilità, capacità di
accoglienza, servizi connessi…
• Il prodotto diventa offerta con la
commercializzazione, che passa anche attraverso la
definizione del prezzo.
25. La destagionalizzazione: è possibile?
• La possibilità
di avere voli a
tutte le tariffe
contribuisce a
mantenere i
flussi di
viaggiatori
durante tutto
l’anno.
• Importante è
che il lavoro sia
disincronizzato.
26. 4.5 Il turismo marino
• Si tratta di un turismo maturo, la cui domanda si sta
rinnovando, es. Rimini.
• Da una domanda indifferenziata, di massa e
universale che cercava solo riposo e benessere si è
passati a una domanda molto frammentata, che cerca
esperienze e nuove motivazioni.
27. 5 Lo sviluppo della destinazione turistica
5.1 Il turismo come opzione di sviluppo
• Ci sono situazioni nelle quali il turismo costituisce il
principale elemento di sviluppo, altre destinazioni
utilizzano il turismo come un elemento di
complementarietà della loro attività economica.
FARE ESEMPI DI LOCALITA’ CHE
UTILIZZANO IL TURISMO COME ELEMENTO
DI COMPLEMENTARIETA’.
28. 5.2 Gli effetti del turismo
• Tre ambiti di osservazione dei movimenti turistici:
Economico: Turismo è un’attività labour intensive, ad
alta intensità occupazionale. L’accresciuto flusso di
visitatori può causare danni.
L’aspetto socio-culturale: costruzione di nuove
infrastrutture, recupero delle tradizioni, ma lo
“scontro” con altre culture non è sempre positivo.
L’aspetto ambientale: il turismo ha spesso provocato
danni ad aree di grande bellezza, ma oggi il turismo è
sempre più responsabile e le amministrazioni locali
attuano i principi del turismo sostenibile.
29. 5.3 La costruzione della destinazione
• Ottenere il massimo dei benefici limitando gli effetti
negativi che il turismo può provocare.
INDIVIDUARE GLI EFFETTI NEGATIVI CHE IL
TURISMO PUO’ PROVOCARE.
• Fattori fondamentali che il gestore di una
destinazione deve considerare: quello che viene
offerto, la domanda del cliente e la tipologia del
turismo che sceglie la destinazione. SPIEGA
PERCHE’ E’ IMPORTANTE LA
SEGMENTAZIONE DEI TURISTI NELLA FASE
DI PROGETTAZIONE DI UN STL.
30. 5.4 Il miglior rapporto costi/benefici
• Necessario incentivare le attività che presentino
risultati il più possibile durevoli. Indispensabile
privilegiare i consumi che utilizzano fornitori locali.
• Compito del management della destinazione è
attivare le amministrazioni per far sì che agevolino
l’intervento degli imprenditori locali, che vanno
sensibilizzati rispetto alle potenzialità che il turismo
presenta e stimolati a creare partnership.
• Formazione del personale .
• Ruolo fondamentale dei residenti.
31. 5.5 Il ciclo di vita della destinazione
Introduzione, coinvolgimento, sviluppo,
consolidamento, maturità SPIEGA PERCHE’ IL
MODELLO E’ SUPERATO CONFRONTANDOLO
CON IL MODELLO FLUSSO-REGOLAZIONE DEL
LIBRO DI COSTA.
32. 6 La diagnostica della destinazione
6.1 Prima di tutto conoscersi
• Conoscenza degli elementi che compongono l’offerta,
analisi seria e approfondita delle debolezze e dei
punti di forza della destinazione.
6.2 Analisi del territorio
• Analizzare gli aspetti geografici, ambientali e fisici.
6.3 Analisi della popolazione locale
• Stile di vita, tradizioni, musica, folklore, artigianato,
livello di partecipazione dei cittadini agli eventi
locali, livello di coesione sociale.
6.4 L’analisi della turisticità
• Verificare l’impatto del turismo sul territorio e sulla
popolazione, valutare le potenzialità economiche
tenendo conto delle ricadute.
33. 6.5 L’immagine percepita e l’immagine proiettata
• Valutazione dell’immagine che il pubblico e il
mercato associano alla destinazione.
• L’immagine percepita è quella che il turista ha di una
destinazione.
6.6 Le risorse turistiche
• Due tipologie: risorse principali, di supporto e/o
“secondarie”, classificate e catalogate in base alla
loro natura. SPIEGA PERCHE’ E’ IMPORTANTE
EFFETTUARE IL CENSIMENTO DELLE
RISORSE.
37. 6.7 L’audit della destinazione turistica
• Fondamentale per definire la strategia di sviluppo
turistico della destinazione, per poter decidere quali
iniziative adottare.
• Due fasi: redazione di un elenco di tutte le risorse
disponibili; realizzazione di un’analisi di queste in
base a interesse, appeal e qualità che presentano.
38. Analisi swot
• L’analisi SWOT
individua i punti di
forza e debolezza.
Strengthnesses Weaknesses
Forza debolezza
Opportunities Threats
opportunità Minacce
39. 6.7.4 L’organizzazione dell’offerta
• Necessario tener conto delle richieste e delle esigenze
del cliente.
• Creare un sistema integrato che permetta al visitatore
un utilizzo ottimale del luogo che visita.
6.8 La scelta del tipo di destinazione
• Definire che tipo di destinazione si desidera creare.
• Una buona destinazione deve possedere le cinque A:
• Attractions, accessibility, amenities (servizi pubblici),
accommodation, activities.
• Scegliere il tipo di turismo che si vuol “costruire”.
40. • Scegliere fra
turismo
organizzato e
individuale: il
primo amplia
le stagioni ma
è meno
remunerativo
rispetto al
secondo.
• Scegliere fra
destinazione
leisure, affari,
mare,
montagna…
41. Quale strategia
Strategia Incremento dei costi Perdita delle
differenziata economie di scala
Lavorare su più
segmenti
Strategia non Apporta valore e Canale distributivo
benefici generici non specializzato,
differenziata pubblicità di massa
Lavorare su
tutto il mercato
Strategia Acquisire grande Crescita limitata e
concentrata conoscenza del eccessiva
mercato dipendenza dal
Lavorare su un segmento scelto
unico segmento
42. 7 Quali turisti per la destinazione?
7.1 La selezione del target
• Non ci sono destinazioni turistiche che si possono
adattare a tutti i tipi di turismo.
• Il turismo va sempre più verso una personalizzazione
dell’offerta, il consumatore richiede qualità nel
servizio e nelle prestazioni.
43. La scelta del target: quattro fasi
1. L’identificazione dei gruppi: occorre distinguere tra
escursionisti o day tripper, visitatori, VFR, turista
individuale, gruppi…
Distinguere il turismo interno o domestico da quello
esterno: impatto economico è diverso, le azioni
promozionali e di commercializzazione dovranno
essere diverse.
44. 2. I profili dei target: occorre conoscere i comportamenti
del cliente per sviluppare strategie di marketing adeguate.
• Il turista compie le sue scelte sulla base di elementi
personali e sociali non sempre facilmente controllabili.
La conoscenza del processo decisionale è di grande
importanza per chi gestisce una destinazione.
•Vanno isolati tre momenti: come compie la decisione
d’acquisto, come consuma la sua vacanza, come
utilizza i servizi.
45. • Il turista organizzato e individuale hanno
due modi di operare diversi.
Turista Elemento Acquista pacchetti
organizzato importante: prezzo turistici in agenzia,
conta la descrizione
che trova nella
brochure
Turista Personalizzazione Acquista in base alle
individuale dell’offerta sue preferenze,
esigenze, attitudini e
esperienze
47. 3. La scelta dei target più adatti e convenienti per la
destinazione
• Non si possono miscelare target incompatibili fra loro,
es: se si punta sul turismo edonistico si deve rinunciare
alle famiglie, se si cerca di attrarre giovani si deve fare a
meno degli ospiti della terza età.
• La scelta deve tenere conto delle opportunità di
mercato e della situazione sociale esistente.
49. 4. La costruzione di un portafoglio di turisti adeguato
per la destinazione, da definire all’interno di una visione
strategica
• Il gestore della destinazione è così in grado di scegliere
i diversi target che dovranno formare il suo portafoglio
clienti.
51. 8 Il piano di sviluppo
8.1 Essere competitivi
• Realizzare un piano di sviluppo significa sfruttare al
meglio tutte le opportunità e le possibilità turistiche
che essa presenta.
• E’ necessaria creatività, sensibilità e conoscenza dei
mercati-obiettivo.
• La pianificazione strategica deve basarsi su alcune
linee guida.
• Obiettivo fondamentale: rendere la destinazione
competitiva in un mercato sempre più concorrenziale.
52. • Occorre tenere conto del vantaggio competitivo
(capacità della destinazione di mantenere e
migliorare il suo ruolo sul mercato) e comparativo
(confronto fra i prezzi).
• Porter: quattro fattori in base ai quali viene definito
il livello di competitività:
1. I fattori produttivi;
2. La struttura produttiva;
3. La domanda;
4. La situazione economica della destinazione.
54. 8.3 La gerarchia degli obiettivi
• Definire la missione: è il punto di partenza nella
formulazione della strategia della destinazione e
definisce il suo modo di essere e di presentarsi al
pubblico.
• Definire obiettivi e scopi, quantificando anche un
tetto massimo, per evitare danni ambientali.
• Definire le strategie, senza mai perdere di vista il
fatto che una destinazione è un sistema composto da
una molteplicità di fattori che vanno costantemente
monitorati.
• Definire il programma d’azione, ovvero decidere che
cosa e come fare.
55. 9 Promuovere la destinazione
9.1 Promozione è comunicazione
• Promuovere significa comunicare con i potenziali
consumatori per cercare di convincerli che l’offerta
proposta è in grado di soddisfarne le esigenze.
• Diversi strumenti: dalle fiere ai manifesti; diverse
strategie: push:spingere i venditori; pull:trainare il
consumatore.
56.
57.
58.
59. 10 Comunicare la destinazione
10.1 Il piano di comunicazione
• La comunicazione deve essere pianificata da
professionisti che sappiano trovare elementi di
differenziazione e attrazione tali da fare emergere la
destinazione sulle altre.
• Obiettivo: rafforzare la percezione del prodotto e
trasmettere la proposta in termini di valore.
• Strumenti: tradizionali, direct marketing e strumenti
alternativi (web, TV interattiva…)
• Scegliere attentamente i destinatari dei messaggi. Si
può trattare di intermediari, organizzatori di
congressi, agenti di viaggio, banconisti, opinion
leader o consumatori finali.
60.
61. 10.2 Il ruolo del materiale cartaceo
• Rimane ancora uno strumento importante di
marketing e promozione turistica.
• Aspetti da non sottovalutare: dimensioni, pesantezza,
costi di spedizione, quantità di informazione…
• Brochure di accoglienza: destinate ai turisti già sul
posto, devono indurre a consumare il più possibile.
• Brochure promozionali: Devono convincere i
potenziali consumatori a visitare la località; devono
coincidere con i desideri di immagine, status, qualità
che il turista si prefigge.
• Pubblicazioni illustrate: libri, possibilmente con carta
di ottima qualità e belle fotografie.
62. 10.3 I nuovi materiali promozionali
• Il marketing elettronico (CD-ROM, DVD…) costituisce una
nuova opportunità: il venditore presenta i suoi prodotti
attraverso la rete di comunicazione al cliente potenziale, anche
da casa propria.
10.4 Il ruolo dei media
• Due grandi categorie di mezzi di comunicazione di massa che
si occupano di turismo: i travel media e i media non turistici.
• Pubblicità indiretta tramite fiction televisive.
• Una DMO deve intrattenere buoni rapporti coi giornalisti.
• L’utilizzo della guide turistiche cresce; necessario che la DMO
fornisca materiale fotografico e di informazione,
continuamente aggiornato, a chi le pubblica.
63. 11 Vendere la destinazione
11.1 Distribuzione diretta e indiretta
• Ricordarsi che il “nuovo” turista ama scegliere
e autorganizzarsi.
• Il passo necessario è trasformare il prodotto-
destinazione in offerta, ossia presentare il
prezzo.
• Poi, inserire la destinazione nel sistema di
distribuzione e commercializzazione, in modo
diretto (senza intermediazione) o indiretto
(meno vantaggioso).
64. 11.5 Le politiche di vendita
• La DMO deve favorire l’incontro dei diversi attori del sistema
e creare una politica commerciale facendo cogliere alle
imprese interessate la validità e il vantaggio nel partecipare.
• Es. creazione di un proprio portale, iscrizione in portali gestiti
da altre organizzazioni, stipulazione di accordi, patti,
creazione di un call centre, costituzione di un consorzio…
11.6 La vendita a mezzo di intermediari
• Canale corto: dal produttore al cliente/consumatore, passando
per l’agente di viaggio o l’ufficio del turismo; il call centre;
Internet.
• Canale lungo: tour operator che assembla i prodotti e l’agenzia
che li offre sul mercato; PCO, MPI; club di prodotti di special
interest…
65. 11.7 Quale canale scegliere?
• La DMO dovrà cercare di rivolgersi al mercato
utilizzando il maggior numero possibile di
alternative.
• Commercializzazione intensiva: posizionare la
destinazione sul massimo dei canali possibili, con lo
scopo di massimizzare il potenziale turistico.
• Commercializzazione esclusiva: utilizzare pochi
canali di vendita per garantire la specializzazione del
prodotto.
• Commercializzazione selettiva: creare un mix: una
parte dell’offerta passa attraverso i t.o., un’altra per i
clienti individuali, un’altra a un ambito associativo
ecc.
66. 11.8 Vendita della destinazione e tour operator
Tour operator Svantaggi
Vantaggi
Conosce e controlla
Assicurano stagione più lunga;
la domanda
Assicurano una ricaduta
Portano a un
positiva sul settore ricettivo;
turismo di massa
Il flusso è più costante; (mira alla quantità);
Il numero dei visitatori sale;
Creano dipendenza
Prenotazioni anticipate;
Comparsa della località nei Non tutti i t.o. sono
adatti alla
cataloghi.
destinazione.
67. DMO e t.o.
• Esistono almeno due tipi di t.o.: generalisti o di massa
e specialisti o di nicchia.
• Per avere successo la DMO deve ragionare con il t.o.
per scegliere il canale adatto ai propri clienti.
• La DMO deve facilitare i contatti tra i t.o. e gli hotel,
devono definire insieme il prezzo e inoltre l’azione
promozionale.
• La DMO deve collaborare per il lancio e il
posizionamento della località attraverso azioni di co-
marketing.
68. 13 La gestione dell’accoglienza
13.1 L’informazione attiva
• Da un atteggiamento passivo ad uno attivo. Esempio:
da centri d’informazione che attendono i turisti e
cercano di rispondere alle loro richieste a centri
d’accoglienza: organi attivi della strategia
complessiva del management della destinazione.
• E’ necessario che gli addetti si attivino per svelare ai
turisti le potenzialità della destinazione e che facciano
di tutto per far sì che la loro esperienza sia
soddisfacente. FARE CONFRONTI CON IL
CONCETTO DI CITTA’ OSPITALE.
69. • Non sono semplici uffici, perché è qui che si attuano
le premesse per definire una relazione fra il visitatore
e gli operatori del luogo.
Le attività
Informazione Investigazione
e ricerca
Vendita dei
servizi e dei
Promozione dell’offerta e prodotti Attività di
dei prodotti turistici complementari animazione
70. 13.3 La struttura dei centri d’informazione
• Il management della destinazione deve tener conto
dell’ubicazione, degli orari di apertura e del personale
dei centri d’informazione e accoglienza, compresa la
struttura degli uffici, i quali rappresentano il primo
momento di incontro fra turista e destinazione.
La segnaletica turistica
• Da non sottovalutare la segnaletica turistica: fa
sentire a suo agio il visitatore, permette di identificare
le risorse turistiche sottolineandone la loro
importanza…
• Non bisogna utilizzare solo gli indicatori di direzione,
ma anche cartelli con storie, leggende e curiosità che
aumentano il livello qualitativo della visita.
71. 13.5 Gli strumenti per la gestione dei flussi
• La DMO deve soddisfare il turista (generando il
passaparola positivo) e farlo spendere il più possibile.
attraverso
• City card: voucher prepagati che consentono di
ottenere diverse tipologie di servizi; molti benefici sia
per il turista che per la destinazione.
• Visite guidate: aumenta la qualità della visita, è un
servizio molto apprezzato in quanto aumenta
l’offerta, la qualifica e può allungare i tempi di
permanenza dei visitatori.
72. • Sightseeing, boat trip e ogni servizio integrato di
trasporto e visita.
• Voucher e carnet di sconto: raccolta di buoni-sconto
per musei, negozi, bar, ristoranti, mostre, trasporti.
73. 13.6 I momenti della verità nell’accoglienza
• I compiti della DMO continuano nel controllo della
qualità del servizio.
• Interattività e le 5 tappe: Prima della partenza,
l’arrivo, la permanenza, la partenza, il ricordo.
SPIEGA PERCHE’ E’ IMPORTANTE
CONOSCERE I COMORTAMENTI DEL CLIENTE
ANCHE PRIMA DEL SUO ARRIVO NELLA
DESTINAZIONE.
74. 14 La gestione del sistema destinazione
14.1 I compiti della DMO
• Fidelizzazione e passaparola risultano strumenti più
convenienti per la DMO, in quanto acquisire nuovi
clienti è più costoso e complicato.
• In sostanza il compito di una DMO è quello di creare
un sistema interconnesso e di garantirne il
funzionamento.
75. 14.3 La creazione del valore
• La DMO deve aggiungere valore al prodotto turistico
complessivo affinché la destinazione possa avere una
identità distintiva.
• Far sì che i servizi materialmente acquistati dal
viaggiatore soddisfino le esigenze immateriali.
• Generare autenticità: concetto contrapposto a quello
di omologazione, consiste nella ricerca di prodotti
tipici di una destinazione: la propria cultura, la gente,
le abitudini sociali, la gastronomia…
• Generare qualità, innovazione e integrazione.
76. • La carta della qualità dell’accoglienza nei punti
informativi di Torino è un esempio di creazione del
valore aggiunto da parte della DMO.
• Offrire un’accoglienza gentile ed efficace è tra gli
obiettivi fondamentali affinché il turista possa
ritenersi soddisfatto e quindi indotto a spendere di
più, magari prolungando la permanenza, ritornare e
generare un passaparola positivo.
• Un punto da non sottovalutare è il coinvolgimento
della popolazione locale, con la quale il turista
instaura un contatto umano che deve essere
assolutamente positivo.
77. E’ possibile inoltre, svolgere qualsiasi altro tipo di
esercitazione e/o ricerca che si ritiene più interessante e
utile ai fini dell’esame.