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2.0: il web siamo noi
nel 2006 il personaggio dell’anno per il
Times sono gli utenti web, cioè noi, per
la loro (nostra) capacità di influenzare il
mondo grazie all’utilizzo da protagonisti
della rete

ps: l’uomo
dell’anno 2007 è
Vladimir Putin…




                                 quello del 2008 è stato Obama
                                 …
rivoluzione “fai da te”
“… se provo a definire modelli di
successo come Wikipedia,
Facebook o i blog, è che se tu dai
alle persone gli strumenti giusti, li
useranno per creare cose
meravigliose collaborando tra loro
o con chi glieli offre. Il successo di
Ikea non è così differente: tiene i
costi e i prezzi bassi arruolando i
propri clienti, il loro tempo, le loro
auto, le loro aspirazioni di interior
designer e la loro inflazionata
autostima su quanto siano bravi
nei lavori manuali…”
Tim Harford, The Economist
2.0?!?
“nessuno sa veramente
cosa significhi web 2.0, e se
per voi significa blog e wiki,
beh, questo è
semplicemente persone che
si relazionano con persone.
ma questo era quello che si
pensava dovesse essere il
web da sempre…”


Tim Berners Lee - papà
del www
“1.0”: targato Alessandria?
chi pone l’enfasi sul passaggio a
una versione 2.0 del web,
sostiene che nei suoi primi anni
di vita esso era stato inteso
come un immenso deposito di
informazioni statiche a
disposizione dell’umanità… da
ciò la metafora con la biblioteca
d’Alessandria, simbolo
nell’antichità del sogno di
depositare tutto il sapere
universale in un unico luogo
fisico
il web 1.0… era già 2.0 (o semplicemente web)




                molti elementi definiti come tipici del 2.0 erano,
        e sono, alla base di alcune tra le applicazioni e soluzioni
                     più diffuse e di successo del (presunto) 1.0
web… 1.5

il web 2.0 è fenomeno da 6,
anche 7 zeri, ma coloro che
lo vivono da protagonisti,
producendo contenuti,
restano una minoranza,
seppur molto significativa
mode 2.0
il termine web 2.0 è stato anche ed
è ancora oggi un fenomeno di moda
a 5 anni dalla sua introduzione però,
il suo utilizzo all’interno dei motori di
ricerca è in calo
il calo è registrato soprattutto negli
Stati Uniti, dove è nato, e negli altri
Paesi dove è stato maggiormente
utilizzato e diffuso nel recente
passato
questi Paesi dettano di fatto l’agenda
del dibattito sui new media e, con essa,
le mode tecnologiche e digitali
presupposti del web 2.0
• abbassamento dei costi di accesso alle
  tecnologie
• semplificazione tecnologica
• diffusione della banda larga
• ubiquitous computing (la rete è
  ovunque)
• entrata in scena dei “nativi digitali”
• uso maturo del web
in sintesi, il web 2.0…
…è in parte un’invenzione giornalistica
e di marketing, ma in parte una realtà.
semplificando al massimo, e lasciando
sullo sfondo i pur fondamentali aspetti
tecnici, il termine indica,
correttamente, la piena e definitiva
affermazione del paradigma
dell’interattività, da sempre alla
base dell’idea stessa del web e della
comunicazione di rete, ma
completamente realizzatosi solo negli
ultimi anni
2.0 in numeri

       133 milioni di blog censiti nel 2008


         acquistato per 1,65 miliardi di dollari da Google nel
         2006; a ottobre 2009, Google dichiara che ogni giorno
         sul sito viene guardato 1 miliardo di video
            a settembre ‘09 circa 300 milioni di iscritti (a
            luglio ‘09 erano 250). la metà accede al network
            quotidianamente
         a febbraio ‘09 264 differenti versioni linguistiche e
         oltre 10 milioni di articoli on line
2.0 in numeri
• 625 milioni di navigatori, un terzo del
  totale, rientrano tra gli active users
• in Italia si contano 16 milioni di active
  users
•




                                              fonte: Universal McCann 2009
2.0: in numeri
• il 93% dei teenager americani (12-17 anni) usa
internet
• il 64% dei teenager on line, ovvero il 54% del
totale, ha partecipato ad attivtà di (co)creazione di
                                     (co)creazione
contenuti on line
• il 33% condivide on line le proprie creazioni artistiche
• il 28% ha creato on line i propri giornali o blog
• il 27% ha una propria pagina web personale
• il 26% remixa on line contenuti prodotti da altri

• il 55% dei teenager on line ha creato un proprio profilo su social
network come Myspace o Facebook (49% nel Regno Unito)
• il 47% ha postato e condiviso foto on line
• il 14% ha postato e condiviso video on line
                                                      fonte: Pew Internet & Life Project 2007
2.0 in numeri
• il 20,8% degli italiani, più di 10
milioni, ha letto almeno una volta
un blog
• il 6%, circa 3 milioni, ne
cura uno, e il 57,4% di essi lo
aggiorna almeno una volta alla settimana
• il 9,6%, oltre 4 milioni e mezzo, ha un profilo su un social network
• il 12%, circa 5,8 milioni, condivide on line le proprie foto, e il 9,5%,
circa 4,6 milioni i propri video
• il 74,3% degli italiani che curano un blog ha fra i 18 e i 29 anni.
in questa fascia d’età, il 30,1% della popolazione on line ha un blog
• il 66,2% di chi ha un profilo su un social network ha un età
compresa fra 18 e 29 anni. in questa fascia d’età, il 42,6% della
popolazione online ha creato un proprio profilo
                                                  fonte:LaRiCA - Università di Urbino, 2008
2.0 in numeri
2.0 in numeri




                fonte: Nielsen 2009
2.0 in numeri




                fonte: Nielsen 2009
2.0 in numeri




                fonte: Nielsen 2009
2.0 in numeri




                fonte: Nielsen 2009
2.0: in numeri
secondo una ricerca condotta
dalla statunitense Forrester
nel 2008, i principali marchi
mondiali, tra cui General Motors,
McDonald's, e Northwestern
Mutual Life Insurance, hanno
intenzione di investire circa
5 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni per sviluppare
servizi e applicazioni web 2.0, come blog, wiki, mashup, e
social network
secondo le imprese, gli strumenti e le tecnologie della nuova
generazione rappresentano una "fondamentale innovazione
per comunicare con i propri dipendenti e i consumatori"
il futuro è in rete
“le parole che molte aziende usano per
parlare ai consumatori sono vecchie e
vuote
di questa lavatrice ho saputo molto più
da un certo Jim – frequentando un
forum specializzato mi ha spiegato pregi
e difetti di questo prodotto – che dalla
home page dalla azienda e dalle sue
banali e costosissime campagne”
David Weinberger, Harvard Berkman Center for
Internet Society
citizen journalism
“l’informazione come lezione sta lasciando spazio
all’informazione come conversazione”
Tom Curley direttore dell’Associated Press
“dobbiamo incoraggiare i lettori a pensare al web come al
luogo in cui coinvolgere i nostri inviati e redattori in discussioni
più estese sul modo in cui una particolare notizia è stata
riportata o costruita o presentata. allo stesso tempo dovremmo
sperimentare l’uso dei blogger per integrare la nostra
copertura quotidiana delle notizie su internet”
Rupert Murdoch, magnate dei media
“da sempre i giornali hanno finto di considerare importante la
partecipazione dei lettori, trattandoli però come consumatori
passivi. oggi si sono finalmente convinti della necessità di
creare un rapporto con lettori in cui i giornalisti, oltre che
predicare, ascoltano”
Roy Greenslade, City University of London
the London bombings
il 7 luglio 2005, 4 bombe
sincronizzate esplodono alle 8.50 del
mattino a Londra
dopo 18 minuti, mentre i mass media
cercano ancora di lanciare i primi servizi,
compare la prima voce relativa
all’attentato su Wikipedia
a fino giornata 2.500 utenti avranno
contribuito a descrivere l’evento su 14
pagine dell’enciclopedia

http://en.wikipedia.org/wiki/7_July_2005
il Sichuan e Mumbai
il 12 maggio 2008 una violenta scossa di terremoto scuote
la regione cinese del Sichuan. nel giro di pochi minuti, il
primo flash sull’evento viene pubblicato sul social network
Twitter, addirittura prima della rilevazione del fenomeno sul
sito dell’Istituto di geologia statunitense
la copertura della CNN e degli altri network televisivi
internazionali comincerà solo un’ora più tardi
                              gli attacchi terroristici a Mumbai dell’autunno ‘08
                              sono stati oggetto di una frenetica cronaca in
                              tempo reale su piattaforme web 2.0 come Twitter
                              e Flickr da parte delle persone che si trovavano nei
                              luoghi colpiti. il racconto ha costituito una fonte di
                              informazione di primaria importanza per i mass
                              media e i siti delle principali testate giornalistiche
                              nel momento più virulento degli attacchi, più di un
                              messaggio al secondo contenente la parola Mumbai è
                              stato pubblicato su Twitter
giornalismo 2.0
“l’ultima news appartenente all’era della
comunicazione di massa è stato
l’11 settembre, con un racconto
‘confezionato’ a una certa distanza dai fatti
gli attacchi del 7 luglio a Londra e lo
tsunami del 2004 hanno introdotto la
prospettiva dei testimoni muniti di
macchine fotografiche e videocamere

con il terremoto del Sichuan e gli attacchi di Mumbai è entrato in scena
il senso di urgenza introdotto da Twitter
la prossima notizia storica sarà vissuta in presa diretta, attraverso gli
occhi delle persone che ne saranno testimoni”…
Jeff Jarvis, docente ed esperto di comunicazione e nuove
tecnologie
giornalismo 2.0

“…la prossima notizia storica sarà vissuta in presa diretta,
attraverso gli occhi delle persone che ne saranno testimoni…”
                   …Buffalo (NY) 13 febbraio ‘09
PA 2.0?
perché PA 2.0?
“è semplicemente inaccettabile che un cittadino
possa usare i servizi web per tenere traccia dei
DVD che ha affittato, del tempo che farà vicino
casa sua e dei libri che ha acquistato di recente,
ma non possa monitorare con altrettanta facilità
i dati relativi alla qualità dell’acqua che beve,
delle leggi o dei regolamenti che incideranno
sulla sua vita privata o lavorativa, dei concorsi
pubblici aperti in questo momento nello Stato in
cui vive o dei crimini commessi di recente nella
via in cui abita… gli enti governativi sono una
delle fonti più vaste di dati pubblici, eppure la
maggiore parte di questi resta del tutto
inutilizzata, mentre potrebbe fornire una
piattaforma per lo sviluppo di una infinità di
servizi pubblici”

Jim Willis, responsabile E-Government del Segretariato di Stato del
Rhode Island
perché PA 2.0?
“…più di 60.000 impiegati pubblici statunitensi andranno
in pensione tra il 2007 e il 2012… catturare le loro
conoscenze usando gli strumenti del web 2.0 sarà non
solo possibile ma fondamentale… nell’arruolare e
mantenere i ragazzi della net generation, le PA si
scontreranno però con una tendenza allarmante: mentre
esse hanno il massimo bisogno dell’ingresso di nuovi
talenti freschi, c’è un crescente disinteresse tra i giovani
alla carriera in un settore percepito come rigido, ripetitivo
e governato da logiche fortemente gerarchiche… le
recenti esperienze di utilizzo delle nuove tecnologie nelle
istituzioni ci dicono però che esse possono costruire ponti
tra le nuove generazioni di impiegati e i loro
predecessori… passare a un simile paradigma può perciò
creare apprensione, ma il bisogno di talenti, efficienza e
servizi ai cittadini di qualità rende questo passaggio
necessario, e urgente”
Anthony D. Williams, co-autore di “Wikinomics”
perché PA 2.0?
“in alcune circostanze le PA devono agire come
custodi dei dati pubblici
in altre, molto semplicemente, questo non è più
necessario, e dovremmo limitarci semplicemente
a restituirli, rendendoli liberamente accessibili a
un’ampia comunità di persone in grado di trovare
soluzioni a problemi che noi non possiamo ancora
nemmeno iniziare a immaginare”


Tom Watson, Parliamentary Secretary of the
Cabinet Office (Regno Unito)
perché PA 2.0?




David Osimo, ricercatore Commissione Europea
                                   fonte: http://egov20.wordpress.com
prove tecniche di istituzioni 2.0: back office
nel 2006 l’Office of the Director of National Intelligence
degli Stati Uniti ha lanciato Intellipedia, una piattaforma
wiki ad accesso riservato, finalizzata alla condivisione delle
informazioni e documenti su alcuni dei più spinosi problemi
con cui devono confrontarsi gli operatori dei servizi segreti
attivi nel mondo
il progetto è stato promosso per contrastare quella incapacità di
“connettere i punti” delle singole azioni terroristiche, che era stata ad
esempio all’origine della mancata prevenzione degli attentati dell’11 settembre
la tesi di fondo, che ha ispirato anche analoghe iniziative nell’ambito della
Difesa americana, è che il terrorismo globale, un fenomeno
intrinsecamente reticolare, può essere contrastato efficacemente solo
se le informazioni strategiche possono circolare liberamente e
tempestivamente tra i vari “nodi” della rete di intelligence, piuttosto che
seguire i lenti e tortuosi percorsi della linea di comando gerarchica
a marzo 2008, a circa due anni dalla nascita, Intellipedia ospitava già 35.000
articoli scritti collettivamente da 37.000 membri dell’intelligence
prove tecniche di istituzioni 2.0: front office
nella primavera 2008 il Comune di
Spinea, cittadina di 25.000 abitanti
alle porte di Venezia, ha investito
 6.000 euro per inaugurare un nuovo
servizio che permette ai cittadini di
segnalare guasti e disservizi
riscontrati nei luoghi della città
le segnalazioni sono pubblicate sul
sito istituzionale del Comune, dove vengono pubblicate anche
tutte le risposte fornite dall’amministrazione, che si è assunta
l’impegno, finora sostanzialmente rispettato e documentato nelle
stesse risposte, di risolvere tempestivamente i problemi sui quali ha
diretta competenza
a giugno del 2008, a due mesi dal lancio del servizio, i cittadini di
Spinea hanno già inviato circa 200 segnalazioni
PA 2.0: perché non si può più rimandare
• esigenze di efficacia ed efficienza amministrativa, sia lato
front che lato back office
• attrarre i “nativi digitali”, sia come pubblici, sia come dipendenti
•creare servizi e procedure realmente centrate sulle esigenze
degli utenti, perché co-prodotti con gli stessi

• evitare che, mentre le PA sono ferme, altri agiscano al loro
posto, anche in chiave di contrasto e opposizione, come già accade




IN SINTESI, STARE AL PASSO COL MONDO
PA 2.0: cosa evitare *
• replicare l’esistente
• fare tutto “in casa”

• utilizzare il tradizionale approccio top down

• progettare soluzioni chiuse e immodificabili
nel tempo
• ma anche aprirsi incondizionatamente, le istituzioni
restano tali e per questo motivo è necessaria molta attenzione
su chi e cosa si comunica attraverso i loro canali



*le indicazioni sono tratte dallo studio Web 2.0 in Government: Why and How?, realizzato da
David Osimo per contro dello JRC della Commissione Europea (http://ftp.jrc.es/JRC45269.pdf)
PA 2.0: cosa provare a fare *
• concentrarsi soprattutto sul back office, sfruttando al
massimo le potenzialità dei meccanismi di gestione,
diffusione e condivisione della conoscenza tipici del
web 2.0
      TENERE BEN PRESENTE CHE
• favorire la massima condivisione dei dati pubblici

          NON ESISTONO RICETTE
• sfruttare e valorizzare l’esistente, e dove possibile
affidarsi a terzi (sussidiarietà)
          PREDEFINITE: BISOGNA
• sforzarsi di parlare il linguaggio degli altri
            PROVARE E IMPARARE
• definire precise regole e linee guida, soprattutto sui
ruoli
                              FACENDO
• ASCOLTARE, ASCOLTARE, ASCOLTARE
*le indicazioni sono tratte dallo studio Web 2.0 in Government: Why and How?, realizzato da
David Osimo per contro dello JRC della Commissione Europea (http://ftp.jrc.es/JRC45269.pdf)
politica 2.0:
il caso Obama
le origini della campagna
“avvicinandomi alla comunità dei blog, ho
avuto l’opportunità di avviare un dialogo
con gruppi di persone estremamente attive
e capaci di analisi politiche molto
sofisticate, persone che non sarei mai
riuscito a raggiungere in altri modi
un altro grande beneficio derivante dal
blogging è che, al contrario di quel che
capita quando si utilizzano i media
tradizionali, con questi strumenti si ottiene
un feedback immediato e illimitato, sia per
quanto riguarda le reazioni positive che per
quelle negative”
Barack Obama
la rete come piattaforma relazionale
la rete come piattaforma multicanale (on e off line)
la rete come strumento di fundraising
durante la campagna elettorale,
Primarie comprese, Obama ha
raccolto più di 600 milioni di
dollari grazie ai contributi di oltre
3 milioni di persone, la maggior
parte delle quali hanno effettuato
donazioni minime (inferiori ai 100
dollari) servendosi del web
parte di questo denaro ha
permesso di finanziare la
comunicazione elettorale su altri
media, a cominciare dalla tv

tra gennaio e ottobre 2008 Obama ha speso la cifra record di 297
milioni di dollari per la realizzazione di spot televisivi. Mc Cain
non è andato oltre i 132 milioni di dollari di investimenti
la rete come strumento di mobilitazione

alla fine della campagna
elettorale il sito di Barack Obama
contava circa 1 milione e
mezzo di volontari a vario titolo
mobilitatisi a sostegno della
sua campagna elettorale
la mobilitazione si è declinata
soprattutto in 3 aspetti

• reclutare volontari
• far registrare i potenziali elettori alle liste per il voto

• conquistare votanti negli stati in bilico
la mobilitazione on e off line
servendosi del sito di Obama e dei social
network collegati i volontari hanno
organizzato circa 150.000 eventi
collegati alla campagna

i sostenitori di Obama hannno creato più
di 35.000 gruppi di sostegno i cui
membri erano accomunati o dallla
prosimità geografica o dalla condivisione
di interessi e passioni

nella sola settimana precedente il voto
sono stati organizzati un migliaio di eventi
che hanno coinvolto i volontari nella
realizzazione di telefonate ad elettori
indecisi, specie negli stati in bilico

il giorno dell’Election Day, sul sito di Obama era
fissato l’obiettivo del milione di telefonate per
invitare le persone ad andare a votare
la rete come strumento di comunicazione personalizzata

sia servendosi dei social
network, sia della
comunicazione mobile e
soprattutto via SMS, lo staff di
Obama ha raccolto moltissimi
dati e informazioni sui propri
sostenitori, specie sui più
giovani normalmente più difficili
da raggiungere e profilare
ciò ha permesso l’invio di
messaggi altamente
personalizzati nei momenti topici
della campagna elettorale
la rete come strumento di contro-informazione real time

alcuni sostenitori di Obama
hanno creato pagine web,
mailing list e altri strumenti di
comunicazione virale on line
per fare contro-informazione
in tempo reale ad alcune
campagne pro Mc Cain tese a
screditare l’avversario
ciò ha avuto particolare efficacia
in risposta alla messa in circolo di
false informazioni sul passato di
Obama e sulle sue posizioni in
materia di politiche fiscali
la rete per le campagne 2.0
a inizio febbraio 2008 Obama spende
250 mila dollari per uno spot di 30
secondi da trasmettere durante il
Super Bowl…




                         …quasi in contemporanea “Yes
                         We Can”, un video prodotto in
                         maniera indipendente da un
                         gruppo di artisti suoi sostenitori,
                         viene visto on line in pochi giorni da
                         10 milioni di spettatori
la rete per le campagne 2.0…
“da molti punti di vista, la storia della
campagna elettorale di Obama è stata la
storia dei suoi supporter, che hanno
manifestato il proprio entusiasmo e la
propria creatività attraverso moltissimi siti
web e video caricati on line su YouTube
ciò si è manifestato anche con altri tipi di
contributi volontari, come l’innovativa
applicazione “Obama '08” per l’iPhone,
che ha permesso ai possessori del telefono di
servirsene per mobilitare i propri amici e
contatti, soprattutto negli stati maggiormente
in bilico”


Sarah Lai Stirland, Wired
una campagna… per gioco

la campagna elettorale di
Obama sarà sicuramente
ricordata per le tante
innovazioni promosse

tra le più curiose, anche
l’inserimento di messaggi
elettorali all’interno di
alcuni popolari
videogiochi, un tentativo
effettuato per raggiungere
la sempre più vasta
appassionata di
videogamers, giovani e non
una campagna sulla bocca di molti
“Obama è riuscito a creare un network ampio di
volontari, attivisti e finanziatori, capillare sul territorio
grazie allo sfruttamento della tecnologia e del
microfinanziamento. la sua squadra è stata molto
creativa ed efficace nel creare un flusso costante di
contatti tra i propri sostenitori in continua comunicazione
tra loro grazie a posta elettronica, Blackberry, siti
di socializzazione e forum virtuali…
…il microfinanziamento è un corollario. più persone in
contatto tra loro significano anche più sostenitori disposti a
versare piccoli contributi in denaro, la comunicazione
costante infatti crea una sorta di sinergia, di stimolo reciproco.
i numeri lo confermano: il senatore può contare oggi (febbraio 2008, ndr) su oltre un
milione di piccoli finanziatori che hanno versato somme di almeno 25 dollari ciascuno
e che complessivamente hanno contribuito per un terzo alla raccolta dei fondi
destinati alla campagna elettorale”


Michael Barone, analista politico, responsabile comunicazione della
campagna elettorale di George W Bush per le presidenziali 2004
una campagna sulla bocca di molti
“la campagna obamiana sviluppa strumenti
web, li incorpora nell'ecologia della rete; ovvero
utilizza perfettamente la sua grammatica e alla
fine il discorso fila…
in essa il passaggio dal digitale all'analogico,
dalla chiacchiera internet ai discorsi tra la gente
in carne e ossa, dai clic del mouse alle nocche
battute sulla porta è stato fatto
internet, con la sua ubiquità e i suoi multiformi
mezzi, è come se avesse ‘pompato’ le
conversazioni analogiche con steroidi digitali
la barriera tra online e offline, da sempre
temuta ma anche da sempre un poco
fittizia, è stata abbattuta”
Carola Frediani, Vision Post
una campagna sulla bocca di molti

“stiamo assistendo alla fine delle
politiche ‘roviane’, ha detto Eric
Schmidt, CEO di Google. e YouTube,
acquistato da Google nel 2006 per 1,65
miliardi di dollari, è una delle cause di
questo declino
grazie a YouTube, ai blog, alla
possibilità di controllare i fatti in tempo
reale e alle mail virali, è sempre più difficile
proseguire nell’affermare bugie senza
pagarne il prezzo, o ancora di realizzare
campagne all’insegna dei colpi bassi senza
essere scoperti”
Arianna Huffington, Huffington Post
una campagna efficiente
TubeMogul, il servizio di misurazioni
di YouTube, ha stimato che i soli
video pubblicati sul canale di
Obama sono stati visti per un
totale di 14,5 milioni di ore

se Obama avesse voluto ottenere la
stessa attenzione in tv, avrebbe
dovuto spendere intorno ai 46
milioni di dollari

su YouTube non ha dovuto
spendere un centesimo

secondo una ricerca del Pew Center, il 39% degli elettori
americani ha guardato video collegati alla campagna on line
durante il suo svolgimento
una campagna vincente

“stando agli exit polls il 27% degli
elettori ha dichiarato di essere stato
contattato dallo staff elettorale di
Obama, solo il 19% da quello di Mc
Cain. è stato il risultato del lavoro di
milioni di sostenitori che hanno
compiuto piccoli gesti, quali il forward
di una e-mail o l’effettuazione di una
o più telefonate
così come il frutto delle decine di milioni di dollari
necessarie per compiere queste operazioni e
realizzare il sistema che ha permesso di
organizzarle”
dal blog techPresident
una campagna (giovane) e vincente
 Primarie ‘08: partecipazione giovanile




                                          presidenziali ‘08: il voto a Obama e
                                          Mc Cain scomposto per fasce d’età
una campagna 2.0
“Sto per recarmi al Grant Park per parlare con tutte
le persone che si sono radunate lì, prima però ho
voluto scrivere a voi.
Abbiamo semplicemente fatto la storia.
E non voglio che dimentichiate come è avvenuto.
Avete fatto la storia ogni singolo giorno di questa
campagna - ogni giorno che avete bussato alle porte,
fatto una donazione, o parlato a familiari, amici e
vicini del perché pensavate fosse giunto il tempo di
cambiare.
Voglio ringraziare tutti voi che avete donato parte del
vostro tempo, talento e passione a questa
campagna.
Ci aspetta molto lavoro da fare per rimettere la
nostra nazione in carreggiata, e presto comincerò ad
affrontare i compiti che mi attendono.
Ma prima volevo essere molto chiaro su una cosa.
Tutto questo è accaduto per merito vostro.
Grazie”

Barack
una campagna esemplare

“la conquista della Presidenza da
parte di Obama sarà studiata per
anni come esempio da manuale di
un nuovo modo di impostare le
campagne elettorali a partire dalle
persone e dalla tecnologia
è stata una specie di etica peer-to-
peer, bottom up ed open source ad
alimentare e ispirare questa
campagna”


Ralph Benko, consulente e opinionista politico
and the winner is…
poche ore prima dalla vittoria elettorale di Obama, la
società americana Pew Research ha certificato il
ruolo fondamentale svolto da Internet nell'ultima
campagna
se la tv è rimasta di gran lunga dominante per la
ricerca di informazioni sui candidati, con il 70% dei
cittadini americani che ne hanno fatto utilizzo per tali
scopi, l'uso del web come strumento di
informazione politica non solo è triplicato rispetto
al 2004 (dal 10% al 33%), ma ha anche
superato quello dei giornali e delle riviste
cartacee (29%), per decenni la principale fonte
alternativa rispetto ai media broadcast
analizzando i trend, gli analisti si spingono anche
oltre, sostenendo che entro il 2012 il web
potrebbe seriamente insidiare il primato
assoluto della tv
and the winner is…
un ulteriore studio divulgato da Pew nel 2009 ha
confermato l'importanza assunta dal web in occasione
dell'ultima campagna elettorale statunitense circa il
74% degli utenti Internet, il 55% dell'intera
popolazione americana, ha usato la rete nello
scorso anno per sostenere attivamente i candidati in lizza, o
semplicemente per informarsi sul dibattito elettorale. tra i dati più
significativi:
• il 18% degli utenti internet ha postato commenti, pensieri o domande relativi
alla campagna su blog o social network
• il 45% di navigatori ha guardato video elettorali e informativi on line; circa il
33% ha inoltrato contenuti di tipo politico ad altri contatti on line;
• l'83% dei ragazzi tra i 18 e i 24 ha un profilo su un social network, e i due terzi
di essi ha in qualche modo preso parte al dibattito politico e alla campagna
elettorale
nella quasi totalità della popolazione - si legge sul sito di Pew - la rete ha ormai lo
stesso peso dei giornali e ha un influenza doppia rispetto alla radio come fonte di
informazione sui temi politici"
passate le feste…
passate le feste…
passate le feste…
passate le feste…
passate le feste…
passate le feste…
passate le feste…
passate le feste…
passate le feste…
post scriptum: dal web 2.0 al web al quadrato…
Tim O' Reilly, l'esperto di nuove tecnologie che ha
coniato il termine web 2.0, si è spinto oltre,
parlando di web squared in italiano “al quadrato”
, per fare riferimento a una rete che sempre più sta
uscendo dagli schermi dei pc, per innervarsi in tutti
gli spazi fisici che caratterizzano il nostro quotidiano
per O' Reilly questa nuova realtà deriva
dall'incontro tra le tecnologie web "classiche" con la
sempre maggiore diffusione di sensori installati in
dispositivi mobili come i cellulari, ma anche su altri
oggetti di arredo urbano o domestico, quali ad
esempio lampioni, pensiline, cartelloni pubblicitari
ed elettrodomestici
lo scenario cui si tende è quello di una vera e propria Internet degli oggetti, che non
solo permette ai navigatori di inserirvi contenuti e contributi personali, ma allo stesso
tempo fornisce informazioni e servizi nei luoghi in cui le persone si trovano
Grazie e arrivederci :-)



       questa presentazione è on line all’indirizzo

                www.slideshare.net/obbs



                                                roberto zarro
                                          tel: 339 280 67 60
                                  mail: obbs@robertozarro.it
                                msn: robzarro@katamail.com
                                              skype: robzarro
                                      linkedin: roberto zarro
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COM.Lab '09 - il web 2.0

  • 1.
  • 2. 2.0: il web siamo noi nel 2006 il personaggio dell’anno per il Times sono gli utenti web, cioè noi, per la loro (nostra) capacità di influenzare il mondo grazie all’utilizzo da protagonisti della rete ps: l’uomo dell’anno 2007 è Vladimir Putin… quello del 2008 è stato Obama …
  • 3. rivoluzione “fai da te” “… se provo a definire modelli di successo come Wikipedia, Facebook o i blog, è che se tu dai alle persone gli strumenti giusti, li useranno per creare cose meravigliose collaborando tra loro o con chi glieli offre. Il successo di Ikea non è così differente: tiene i costi e i prezzi bassi arruolando i propri clienti, il loro tempo, le loro auto, le loro aspirazioni di interior designer e la loro inflazionata autostima su quanto siano bravi nei lavori manuali…” Tim Harford, The Economist
  • 4. 2.0?!? “nessuno sa veramente cosa significhi web 2.0, e se per voi significa blog e wiki, beh, questo è semplicemente persone che si relazionano con persone. ma questo era quello che si pensava dovesse essere il web da sempre…” Tim Berners Lee - papà del www
  • 5. “1.0”: targato Alessandria? chi pone l’enfasi sul passaggio a una versione 2.0 del web, sostiene che nei suoi primi anni di vita esso era stato inteso come un immenso deposito di informazioni statiche a disposizione dell’umanità… da ciò la metafora con la biblioteca d’Alessandria, simbolo nell’antichità del sogno di depositare tutto il sapere universale in un unico luogo fisico
  • 6. il web 1.0… era già 2.0 (o semplicemente web) molti elementi definiti come tipici del 2.0 erano, e sono, alla base di alcune tra le applicazioni e soluzioni più diffuse e di successo del (presunto) 1.0
  • 7. web… 1.5 il web 2.0 è fenomeno da 6, anche 7 zeri, ma coloro che lo vivono da protagonisti, producendo contenuti, restano una minoranza, seppur molto significativa
  • 8. mode 2.0 il termine web 2.0 è stato anche ed è ancora oggi un fenomeno di moda a 5 anni dalla sua introduzione però, il suo utilizzo all’interno dei motori di ricerca è in calo il calo è registrato soprattutto negli Stati Uniti, dove è nato, e negli altri Paesi dove è stato maggiormente utilizzato e diffuso nel recente passato questi Paesi dettano di fatto l’agenda del dibattito sui new media e, con essa, le mode tecnologiche e digitali
  • 9. presupposti del web 2.0 • abbassamento dei costi di accesso alle tecnologie • semplificazione tecnologica • diffusione della banda larga • ubiquitous computing (la rete è ovunque) • entrata in scena dei “nativi digitali” • uso maturo del web
  • 10. in sintesi, il web 2.0… …è in parte un’invenzione giornalistica e di marketing, ma in parte una realtà. semplificando al massimo, e lasciando sullo sfondo i pur fondamentali aspetti tecnici, il termine indica, correttamente, la piena e definitiva affermazione del paradigma dell’interattività, da sempre alla base dell’idea stessa del web e della comunicazione di rete, ma completamente realizzatosi solo negli ultimi anni
  • 11. 2.0 in numeri 133 milioni di blog censiti nel 2008 acquistato per 1,65 miliardi di dollari da Google nel 2006; a ottobre 2009, Google dichiara che ogni giorno sul sito viene guardato 1 miliardo di video a settembre ‘09 circa 300 milioni di iscritti (a luglio ‘09 erano 250). la metà accede al network quotidianamente a febbraio ‘09 264 differenti versioni linguistiche e oltre 10 milioni di articoli on line
  • 12. 2.0 in numeri • 625 milioni di navigatori, un terzo del totale, rientrano tra gli active users • in Italia si contano 16 milioni di active users • fonte: Universal McCann 2009
  • 13. 2.0: in numeri • il 93% dei teenager americani (12-17 anni) usa internet • il 64% dei teenager on line, ovvero il 54% del totale, ha partecipato ad attivtà di (co)creazione di (co)creazione contenuti on line • il 33% condivide on line le proprie creazioni artistiche • il 28% ha creato on line i propri giornali o blog • il 27% ha una propria pagina web personale • il 26% remixa on line contenuti prodotti da altri • il 55% dei teenager on line ha creato un proprio profilo su social network come Myspace o Facebook (49% nel Regno Unito) • il 47% ha postato e condiviso foto on line • il 14% ha postato e condiviso video on line fonte: Pew Internet & Life Project 2007
  • 14. 2.0 in numeri • il 20,8% degli italiani, più di 10 milioni, ha letto almeno una volta un blog • il 6%, circa 3 milioni, ne cura uno, e il 57,4% di essi lo aggiorna almeno una volta alla settimana • il 9,6%, oltre 4 milioni e mezzo, ha un profilo su un social network • il 12%, circa 5,8 milioni, condivide on line le proprie foto, e il 9,5%, circa 4,6 milioni i propri video • il 74,3% degli italiani che curano un blog ha fra i 18 e i 29 anni. in questa fascia d’età, il 30,1% della popolazione on line ha un blog • il 66,2% di chi ha un profilo su un social network ha un età compresa fra 18 e 29 anni. in questa fascia d’età, il 42,6% della popolazione online ha creato un proprio profilo fonte:LaRiCA - Università di Urbino, 2008
  • 16. 2.0 in numeri fonte: Nielsen 2009
  • 17. 2.0 in numeri fonte: Nielsen 2009
  • 18. 2.0 in numeri fonte: Nielsen 2009
  • 19. 2.0 in numeri fonte: Nielsen 2009
  • 20. 2.0: in numeri secondo una ricerca condotta dalla statunitense Forrester nel 2008, i principali marchi mondiali, tra cui General Motors, McDonald's, e Northwestern Mutual Life Insurance, hanno intenzione di investire circa 5 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni per sviluppare servizi e applicazioni web 2.0, come blog, wiki, mashup, e social network secondo le imprese, gli strumenti e le tecnologie della nuova generazione rappresentano una "fondamentale innovazione per comunicare con i propri dipendenti e i consumatori"
  • 21. il futuro è in rete “le parole che molte aziende usano per parlare ai consumatori sono vecchie e vuote di questa lavatrice ho saputo molto più da un certo Jim – frequentando un forum specializzato mi ha spiegato pregi e difetti di questo prodotto – che dalla home page dalla azienda e dalle sue banali e costosissime campagne” David Weinberger, Harvard Berkman Center for Internet Society
  • 22. citizen journalism “l’informazione come lezione sta lasciando spazio all’informazione come conversazione” Tom Curley direttore dell’Associated Press “dobbiamo incoraggiare i lettori a pensare al web come al luogo in cui coinvolgere i nostri inviati e redattori in discussioni più estese sul modo in cui una particolare notizia è stata riportata o costruita o presentata. allo stesso tempo dovremmo sperimentare l’uso dei blogger per integrare la nostra copertura quotidiana delle notizie su internet” Rupert Murdoch, magnate dei media “da sempre i giornali hanno finto di considerare importante la partecipazione dei lettori, trattandoli però come consumatori passivi. oggi si sono finalmente convinti della necessità di creare un rapporto con lettori in cui i giornalisti, oltre che predicare, ascoltano” Roy Greenslade, City University of London
  • 23. the London bombings il 7 luglio 2005, 4 bombe sincronizzate esplodono alle 8.50 del mattino a Londra dopo 18 minuti, mentre i mass media cercano ancora di lanciare i primi servizi, compare la prima voce relativa all’attentato su Wikipedia a fino giornata 2.500 utenti avranno contribuito a descrivere l’evento su 14 pagine dell’enciclopedia http://en.wikipedia.org/wiki/7_July_2005
  • 24. il Sichuan e Mumbai il 12 maggio 2008 una violenta scossa di terremoto scuote la regione cinese del Sichuan. nel giro di pochi minuti, il primo flash sull’evento viene pubblicato sul social network Twitter, addirittura prima della rilevazione del fenomeno sul sito dell’Istituto di geologia statunitense la copertura della CNN e degli altri network televisivi internazionali comincerà solo un’ora più tardi gli attacchi terroristici a Mumbai dell’autunno ‘08 sono stati oggetto di una frenetica cronaca in tempo reale su piattaforme web 2.0 come Twitter e Flickr da parte delle persone che si trovavano nei luoghi colpiti. il racconto ha costituito una fonte di informazione di primaria importanza per i mass media e i siti delle principali testate giornalistiche nel momento più virulento degli attacchi, più di un messaggio al secondo contenente la parola Mumbai è stato pubblicato su Twitter
  • 25. giornalismo 2.0 “l’ultima news appartenente all’era della comunicazione di massa è stato l’11 settembre, con un racconto ‘confezionato’ a una certa distanza dai fatti gli attacchi del 7 luglio a Londra e lo tsunami del 2004 hanno introdotto la prospettiva dei testimoni muniti di macchine fotografiche e videocamere con il terremoto del Sichuan e gli attacchi di Mumbai è entrato in scena il senso di urgenza introdotto da Twitter la prossima notizia storica sarà vissuta in presa diretta, attraverso gli occhi delle persone che ne saranno testimoni”… Jeff Jarvis, docente ed esperto di comunicazione e nuove tecnologie
  • 26. giornalismo 2.0 “…la prossima notizia storica sarà vissuta in presa diretta, attraverso gli occhi delle persone che ne saranno testimoni…” …Buffalo (NY) 13 febbraio ‘09
  • 28. perché PA 2.0? “è semplicemente inaccettabile che un cittadino possa usare i servizi web per tenere traccia dei DVD che ha affittato, del tempo che farà vicino casa sua e dei libri che ha acquistato di recente, ma non possa monitorare con altrettanta facilità i dati relativi alla qualità dell’acqua che beve, delle leggi o dei regolamenti che incideranno sulla sua vita privata o lavorativa, dei concorsi pubblici aperti in questo momento nello Stato in cui vive o dei crimini commessi di recente nella via in cui abita… gli enti governativi sono una delle fonti più vaste di dati pubblici, eppure la maggiore parte di questi resta del tutto inutilizzata, mentre potrebbe fornire una piattaforma per lo sviluppo di una infinità di servizi pubblici” Jim Willis, responsabile E-Government del Segretariato di Stato del Rhode Island
  • 29. perché PA 2.0? “…più di 60.000 impiegati pubblici statunitensi andranno in pensione tra il 2007 e il 2012… catturare le loro conoscenze usando gli strumenti del web 2.0 sarà non solo possibile ma fondamentale… nell’arruolare e mantenere i ragazzi della net generation, le PA si scontreranno però con una tendenza allarmante: mentre esse hanno il massimo bisogno dell’ingresso di nuovi talenti freschi, c’è un crescente disinteresse tra i giovani alla carriera in un settore percepito come rigido, ripetitivo e governato da logiche fortemente gerarchiche… le recenti esperienze di utilizzo delle nuove tecnologie nelle istituzioni ci dicono però che esse possono costruire ponti tra le nuove generazioni di impiegati e i loro predecessori… passare a un simile paradigma può perciò creare apprensione, ma il bisogno di talenti, efficienza e servizi ai cittadini di qualità rende questo passaggio necessario, e urgente” Anthony D. Williams, co-autore di “Wikinomics”
  • 30. perché PA 2.0? “in alcune circostanze le PA devono agire come custodi dei dati pubblici in altre, molto semplicemente, questo non è più necessario, e dovremmo limitarci semplicemente a restituirli, rendendoli liberamente accessibili a un’ampia comunità di persone in grado di trovare soluzioni a problemi che noi non possiamo ancora nemmeno iniziare a immaginare” Tom Watson, Parliamentary Secretary of the Cabinet Office (Regno Unito)
  • 31. perché PA 2.0? David Osimo, ricercatore Commissione Europea fonte: http://egov20.wordpress.com
  • 32. prove tecniche di istituzioni 2.0: back office nel 2006 l’Office of the Director of National Intelligence degli Stati Uniti ha lanciato Intellipedia, una piattaforma wiki ad accesso riservato, finalizzata alla condivisione delle informazioni e documenti su alcuni dei più spinosi problemi con cui devono confrontarsi gli operatori dei servizi segreti attivi nel mondo il progetto è stato promosso per contrastare quella incapacità di “connettere i punti” delle singole azioni terroristiche, che era stata ad esempio all’origine della mancata prevenzione degli attentati dell’11 settembre la tesi di fondo, che ha ispirato anche analoghe iniziative nell’ambito della Difesa americana, è che il terrorismo globale, un fenomeno intrinsecamente reticolare, può essere contrastato efficacemente solo se le informazioni strategiche possono circolare liberamente e tempestivamente tra i vari “nodi” della rete di intelligence, piuttosto che seguire i lenti e tortuosi percorsi della linea di comando gerarchica a marzo 2008, a circa due anni dalla nascita, Intellipedia ospitava già 35.000 articoli scritti collettivamente da 37.000 membri dell’intelligence
  • 33. prove tecniche di istituzioni 2.0: front office nella primavera 2008 il Comune di Spinea, cittadina di 25.000 abitanti alle porte di Venezia, ha investito 6.000 euro per inaugurare un nuovo servizio che permette ai cittadini di segnalare guasti e disservizi riscontrati nei luoghi della città le segnalazioni sono pubblicate sul sito istituzionale del Comune, dove vengono pubblicate anche tutte le risposte fornite dall’amministrazione, che si è assunta l’impegno, finora sostanzialmente rispettato e documentato nelle stesse risposte, di risolvere tempestivamente i problemi sui quali ha diretta competenza a giugno del 2008, a due mesi dal lancio del servizio, i cittadini di Spinea hanno già inviato circa 200 segnalazioni
  • 34. PA 2.0: perché non si può più rimandare • esigenze di efficacia ed efficienza amministrativa, sia lato front che lato back office • attrarre i “nativi digitali”, sia come pubblici, sia come dipendenti •creare servizi e procedure realmente centrate sulle esigenze degli utenti, perché co-prodotti con gli stessi • evitare che, mentre le PA sono ferme, altri agiscano al loro posto, anche in chiave di contrasto e opposizione, come già accade IN SINTESI, STARE AL PASSO COL MONDO
  • 35. PA 2.0: cosa evitare * • replicare l’esistente • fare tutto “in casa” • utilizzare il tradizionale approccio top down • progettare soluzioni chiuse e immodificabili nel tempo • ma anche aprirsi incondizionatamente, le istituzioni restano tali e per questo motivo è necessaria molta attenzione su chi e cosa si comunica attraverso i loro canali *le indicazioni sono tratte dallo studio Web 2.0 in Government: Why and How?, realizzato da David Osimo per contro dello JRC della Commissione Europea (http://ftp.jrc.es/JRC45269.pdf)
  • 36. PA 2.0: cosa provare a fare * • concentrarsi soprattutto sul back office, sfruttando al massimo le potenzialità dei meccanismi di gestione, diffusione e condivisione della conoscenza tipici del web 2.0 TENERE BEN PRESENTE CHE • favorire la massima condivisione dei dati pubblici NON ESISTONO RICETTE • sfruttare e valorizzare l’esistente, e dove possibile affidarsi a terzi (sussidiarietà) PREDEFINITE: BISOGNA • sforzarsi di parlare il linguaggio degli altri PROVARE E IMPARARE • definire precise regole e linee guida, soprattutto sui ruoli FACENDO • ASCOLTARE, ASCOLTARE, ASCOLTARE *le indicazioni sono tratte dallo studio Web 2.0 in Government: Why and How?, realizzato da David Osimo per contro dello JRC della Commissione Europea (http://ftp.jrc.es/JRC45269.pdf)
  • 38.
  • 39. le origini della campagna “avvicinandomi alla comunità dei blog, ho avuto l’opportunità di avviare un dialogo con gruppi di persone estremamente attive e capaci di analisi politiche molto sofisticate, persone che non sarei mai riuscito a raggiungere in altri modi un altro grande beneficio derivante dal blogging è che, al contrario di quel che capita quando si utilizzano i media tradizionali, con questi strumenti si ottiene un feedback immediato e illimitato, sia per quanto riguarda le reazioni positive che per quelle negative” Barack Obama
  • 40. la rete come piattaforma relazionale
  • 41. la rete come piattaforma multicanale (on e off line)
  • 42. la rete come strumento di fundraising durante la campagna elettorale, Primarie comprese, Obama ha raccolto più di 600 milioni di dollari grazie ai contributi di oltre 3 milioni di persone, la maggior parte delle quali hanno effettuato donazioni minime (inferiori ai 100 dollari) servendosi del web parte di questo denaro ha permesso di finanziare la comunicazione elettorale su altri media, a cominciare dalla tv tra gennaio e ottobre 2008 Obama ha speso la cifra record di 297 milioni di dollari per la realizzazione di spot televisivi. Mc Cain non è andato oltre i 132 milioni di dollari di investimenti
  • 43. la rete come strumento di mobilitazione alla fine della campagna elettorale il sito di Barack Obama contava circa 1 milione e mezzo di volontari a vario titolo mobilitatisi a sostegno della sua campagna elettorale la mobilitazione si è declinata soprattutto in 3 aspetti • reclutare volontari • far registrare i potenziali elettori alle liste per il voto • conquistare votanti negli stati in bilico
  • 44. la mobilitazione on e off line servendosi del sito di Obama e dei social network collegati i volontari hanno organizzato circa 150.000 eventi collegati alla campagna i sostenitori di Obama hannno creato più di 35.000 gruppi di sostegno i cui membri erano accomunati o dallla prosimità geografica o dalla condivisione di interessi e passioni nella sola settimana precedente il voto sono stati organizzati un migliaio di eventi che hanno coinvolto i volontari nella realizzazione di telefonate ad elettori indecisi, specie negli stati in bilico il giorno dell’Election Day, sul sito di Obama era fissato l’obiettivo del milione di telefonate per invitare le persone ad andare a votare
  • 45. la rete come strumento di comunicazione personalizzata sia servendosi dei social network, sia della comunicazione mobile e soprattutto via SMS, lo staff di Obama ha raccolto moltissimi dati e informazioni sui propri sostenitori, specie sui più giovani normalmente più difficili da raggiungere e profilare ciò ha permesso l’invio di messaggi altamente personalizzati nei momenti topici della campagna elettorale
  • 46. la rete come strumento di contro-informazione real time alcuni sostenitori di Obama hanno creato pagine web, mailing list e altri strumenti di comunicazione virale on line per fare contro-informazione in tempo reale ad alcune campagne pro Mc Cain tese a screditare l’avversario ciò ha avuto particolare efficacia in risposta alla messa in circolo di false informazioni sul passato di Obama e sulle sue posizioni in materia di politiche fiscali
  • 47. la rete per le campagne 2.0 a inizio febbraio 2008 Obama spende 250 mila dollari per uno spot di 30 secondi da trasmettere durante il Super Bowl… …quasi in contemporanea “Yes We Can”, un video prodotto in maniera indipendente da un gruppo di artisti suoi sostenitori, viene visto on line in pochi giorni da 10 milioni di spettatori
  • 48. la rete per le campagne 2.0… “da molti punti di vista, la storia della campagna elettorale di Obama è stata la storia dei suoi supporter, che hanno manifestato il proprio entusiasmo e la propria creatività attraverso moltissimi siti web e video caricati on line su YouTube ciò si è manifestato anche con altri tipi di contributi volontari, come l’innovativa applicazione “Obama '08” per l’iPhone, che ha permesso ai possessori del telefono di servirsene per mobilitare i propri amici e contatti, soprattutto negli stati maggiormente in bilico” Sarah Lai Stirland, Wired
  • 49. una campagna… per gioco la campagna elettorale di Obama sarà sicuramente ricordata per le tante innovazioni promosse tra le più curiose, anche l’inserimento di messaggi elettorali all’interno di alcuni popolari videogiochi, un tentativo effettuato per raggiungere la sempre più vasta appassionata di videogamers, giovani e non
  • 50. una campagna sulla bocca di molti “Obama è riuscito a creare un network ampio di volontari, attivisti e finanziatori, capillare sul territorio grazie allo sfruttamento della tecnologia e del microfinanziamento. la sua squadra è stata molto creativa ed efficace nel creare un flusso costante di contatti tra i propri sostenitori in continua comunicazione tra loro grazie a posta elettronica, Blackberry, siti di socializzazione e forum virtuali… …il microfinanziamento è un corollario. più persone in contatto tra loro significano anche più sostenitori disposti a versare piccoli contributi in denaro, la comunicazione costante infatti crea una sorta di sinergia, di stimolo reciproco. i numeri lo confermano: il senatore può contare oggi (febbraio 2008, ndr) su oltre un milione di piccoli finanziatori che hanno versato somme di almeno 25 dollari ciascuno e che complessivamente hanno contribuito per un terzo alla raccolta dei fondi destinati alla campagna elettorale” Michael Barone, analista politico, responsabile comunicazione della campagna elettorale di George W Bush per le presidenziali 2004
  • 51. una campagna sulla bocca di molti “la campagna obamiana sviluppa strumenti web, li incorpora nell'ecologia della rete; ovvero utilizza perfettamente la sua grammatica e alla fine il discorso fila… in essa il passaggio dal digitale all'analogico, dalla chiacchiera internet ai discorsi tra la gente in carne e ossa, dai clic del mouse alle nocche battute sulla porta è stato fatto internet, con la sua ubiquità e i suoi multiformi mezzi, è come se avesse ‘pompato’ le conversazioni analogiche con steroidi digitali la barriera tra online e offline, da sempre temuta ma anche da sempre un poco fittizia, è stata abbattuta” Carola Frediani, Vision Post
  • 52. una campagna sulla bocca di molti “stiamo assistendo alla fine delle politiche ‘roviane’, ha detto Eric Schmidt, CEO di Google. e YouTube, acquistato da Google nel 2006 per 1,65 miliardi di dollari, è una delle cause di questo declino grazie a YouTube, ai blog, alla possibilità di controllare i fatti in tempo reale e alle mail virali, è sempre più difficile proseguire nell’affermare bugie senza pagarne il prezzo, o ancora di realizzare campagne all’insegna dei colpi bassi senza essere scoperti” Arianna Huffington, Huffington Post
  • 53. una campagna efficiente TubeMogul, il servizio di misurazioni di YouTube, ha stimato che i soli video pubblicati sul canale di Obama sono stati visti per un totale di 14,5 milioni di ore se Obama avesse voluto ottenere la stessa attenzione in tv, avrebbe dovuto spendere intorno ai 46 milioni di dollari su YouTube non ha dovuto spendere un centesimo secondo una ricerca del Pew Center, il 39% degli elettori americani ha guardato video collegati alla campagna on line durante il suo svolgimento
  • 54. una campagna vincente “stando agli exit polls il 27% degli elettori ha dichiarato di essere stato contattato dallo staff elettorale di Obama, solo il 19% da quello di Mc Cain. è stato il risultato del lavoro di milioni di sostenitori che hanno compiuto piccoli gesti, quali il forward di una e-mail o l’effettuazione di una o più telefonate così come il frutto delle decine di milioni di dollari necessarie per compiere queste operazioni e realizzare il sistema che ha permesso di organizzarle” dal blog techPresident
  • 55. una campagna (giovane) e vincente Primarie ‘08: partecipazione giovanile presidenziali ‘08: il voto a Obama e Mc Cain scomposto per fasce d’età
  • 56. una campagna 2.0 “Sto per recarmi al Grant Park per parlare con tutte le persone che si sono radunate lì, prima però ho voluto scrivere a voi. Abbiamo semplicemente fatto la storia. E non voglio che dimentichiate come è avvenuto. Avete fatto la storia ogni singolo giorno di questa campagna - ogni giorno che avete bussato alle porte, fatto una donazione, o parlato a familiari, amici e vicini del perché pensavate fosse giunto il tempo di cambiare. Voglio ringraziare tutti voi che avete donato parte del vostro tempo, talento e passione a questa campagna. Ci aspetta molto lavoro da fare per rimettere la nostra nazione in carreggiata, e presto comincerò ad affrontare i compiti che mi attendono. Ma prima volevo essere molto chiaro su una cosa. Tutto questo è accaduto per merito vostro. Grazie” Barack
  • 57. una campagna esemplare “la conquista della Presidenza da parte di Obama sarà studiata per anni come esempio da manuale di un nuovo modo di impostare le campagne elettorali a partire dalle persone e dalla tecnologia è stata una specie di etica peer-to- peer, bottom up ed open source ad alimentare e ispirare questa campagna” Ralph Benko, consulente e opinionista politico
  • 58. and the winner is… poche ore prima dalla vittoria elettorale di Obama, la società americana Pew Research ha certificato il ruolo fondamentale svolto da Internet nell'ultima campagna se la tv è rimasta di gran lunga dominante per la ricerca di informazioni sui candidati, con il 70% dei cittadini americani che ne hanno fatto utilizzo per tali scopi, l'uso del web come strumento di informazione politica non solo è triplicato rispetto al 2004 (dal 10% al 33%), ma ha anche superato quello dei giornali e delle riviste cartacee (29%), per decenni la principale fonte alternativa rispetto ai media broadcast analizzando i trend, gli analisti si spingono anche oltre, sostenendo che entro il 2012 il web potrebbe seriamente insidiare il primato assoluto della tv
  • 59. and the winner is… un ulteriore studio divulgato da Pew nel 2009 ha confermato l'importanza assunta dal web in occasione dell'ultima campagna elettorale statunitense circa il 74% degli utenti Internet, il 55% dell'intera popolazione americana, ha usato la rete nello scorso anno per sostenere attivamente i candidati in lizza, o semplicemente per informarsi sul dibattito elettorale. tra i dati più significativi: • il 18% degli utenti internet ha postato commenti, pensieri o domande relativi alla campagna su blog o social network • il 45% di navigatori ha guardato video elettorali e informativi on line; circa il 33% ha inoltrato contenuti di tipo politico ad altri contatti on line; • l'83% dei ragazzi tra i 18 e i 24 ha un profilo su un social network, e i due terzi di essi ha in qualche modo preso parte al dibattito politico e alla campagna elettorale nella quasi totalità della popolazione - si legge sul sito di Pew - la rete ha ormai lo stesso peso dei giornali e ha un influenza doppia rispetto alla radio come fonte di informazione sui temi politici"
  • 69. post scriptum: dal web 2.0 al web al quadrato… Tim O' Reilly, l'esperto di nuove tecnologie che ha coniato il termine web 2.0, si è spinto oltre, parlando di web squared in italiano “al quadrato” , per fare riferimento a una rete che sempre più sta uscendo dagli schermi dei pc, per innervarsi in tutti gli spazi fisici che caratterizzano il nostro quotidiano per O' Reilly questa nuova realtà deriva dall'incontro tra le tecnologie web "classiche" con la sempre maggiore diffusione di sensori installati in dispositivi mobili come i cellulari, ma anche su altri oggetti di arredo urbano o domestico, quali ad esempio lampioni, pensiline, cartelloni pubblicitari ed elettrodomestici lo scenario cui si tende è quello di una vera e propria Internet degli oggetti, che non solo permette ai navigatori di inserirvi contenuti e contributi personali, ma allo stesso tempo fornisce informazioni e servizi nei luoghi in cui le persone si trovano
  • 70. Grazie e arrivederci :-) questa presentazione è on line all’indirizzo www.slideshare.net/obbs roberto zarro tel: 339 280 67 60 mail: obbs@robertozarro.it msn: robzarro@katamail.com skype: robzarro linkedin: roberto zarro facebook: roberto zarro

Hinweis der Redaktion

  1. Amazon.com, per esempio, ha permesso ai navigatori di scrivere commenti sui prodotti sin dal suo lancio, nel 1995. Ha inoltre concesso le sue API agli sviluppatori esterni fin dal 2002
  2. Secondo Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia, oltre il 50% delle modifiche effettuate sull’enciclopedia on line è opera di meno dell’1% degli utenti
  3. Secondo Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia, oltre il 50% delle modifiche effettuate sull’enciclopedia on line è opera di meno dell’1% degli utenti
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