La presente ricerca intende dimostrare l’innegabile opportunità che lo sviluppo senza precedenti dell’Information and Communication Technology offre al sistema turistico europeo nel quadro dello sforzo da parte della Comunità Europea teso all’innovazione e verso tematiche connesse alla sostenibilità del turismo europeo. Si intende in tal modo promuovere la competitività delle imprese turistiche europee attraverso pratiche di scambio di conoscenza che puntino all’empowerment organizzativo per un cambio dal paradigma industriale a quello dell’apprendimento in grado di collocarle a pieno diritto nella società digitale compiuta.
Il primo capitolo di questa ricerca cerca di approfondire il concetto di “spazio condiviso” attraverso il confronto con la nozione di ba , figura simbolica presa in prestito dalla filosofia giapponese in cui ha luogo la creazione della conoscenza e della spirale di SECI teorizzata da Nonaka e Konno che concettualizzano il processo di creazione della conoscenza.
L’essenza stessa della spirale, circolare per sua natura, consente di introdurre l’idea che la conoscenza debba essere trasmessa, condivisa e ritrasmessa perché si moltiplichi; a questo proposito l’avvento dell’Information and Communication Technology (ICT) ed il suo veloce sviluppo hanno fortemente contribuito alla circolazione dei saperi promossa anche in sede europea da programmi di life-long learning perché si compia il concetto dell’organizzazione che non cessa mai di apprendere, come esplicitato nel secondo capitolo.
Nel corso del terzo capitolo, prima di presentare alcune peculiarità delle piccole e medie imprese turistiche europee in cui bassa è la propensione alla circolarità della conoscenza, verrà introdotta l’idea della Tourism Learning Area (TLA) come teorizzato dalla Direzione Generale delle Imprese della Commissione Europea. Nell’ambito di tale indirizzo come case study verrà illustrato un progetto europeo di piattaforma di e-learning per l’accrescimento delle competenze manageriali delle imprese turistiche, corredato di alcune testimonianze e delle criticità emerse.
Le conclusioni daranno conto di un cammino ancora lungo da compiere perché le organizzazioni da detentrici di conoscenza considerata ancora come potere esclusivamente a vantaggio di chi lo detiene divengano learning organization.
a scuola di biblioVerifica: come utilizzare CHATBOT secondo UNESCO
Tesi Open & Distance Learning 2009
1. STARE AL DI LÀ DELLO STECCATO
L’apprendimento collaborativo,
fattore di sviluppo dell’impresa turistica
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MACERATA
Facoltà di Scienze della Formazione
Master in Open Distance Learning 2007 - 2008
Tesi di Nadia Giuliani
Direttore del Master Pier Giuseppe Rossi
2. La scelta del settore turistico mi ha permesso di riflettere in
modo teorico sul project work ed è stata favorita dalla mia
esperienza professionale in questo settore.
Attraverso l’apprendimento declinato in maniera
collaborativa si è cercato di dimostrare l’occasione offerta
alle Piccole e Medie Imprese turistiche europee di innovarsi
in vista di un turismo europeo sostenibile e perciò
responsabile.
Introduzione
Questa ricerca tratta di apprendimento collaborativo
collocandolo nei processi reali economici.
1
3. L’individuazione dell’Unione Europea come soggetto
rilevante per l’innovazione delle politiche turistiche mi ha
consentito di porre l’accento sulle nozioni di longlife
learning e di Tourism Learning Area attraverso l’esame di
documenti UE.
A livello operativo e progettuale la discussione verterà su
un case study finanziato dall’Unione Europea denominato
Vocmat.
Struttura della ricerca
L’approfondimento preliminare dello spazio condiviso è
condotto attraverso il concetto di “ba” e della spirale di
SECI e introduce la nozione di learning organization.
2
4. Struttura della ricerca
Le conclusioni del lavoro riguarderanno la
valutazione delle problematicità riferite a una
maggior diffusione di apprendimento collaborativo
nel funzionamento reale del settore turistico ed
alcune possibili direzioni di lavoro per la diffusione di
queste pratiche innovative.
2
5. Il “ba” o spazio condiviso
può essere:
fisico (il luogo di lavoro)
mentale (esperienze condivise, ideali)
virtuale (mail, videoconferenza)
Il “ba” e la spirale di SECI
Secondo Nishida (1911) il “ba” è un luogo, uno spazio
condiviso che serve da fondamento per la creazione della
conoscenza.
Nonaka e Konno teorizzarono successivamente (1998) che la
conoscenza, che è intangibile, risiede nello spazio condiviso
e se viene separata dal “ba”, si trasforma in semplice
informazione, che è tangibile.
Kanji ba
3
6.
ocialization
xternalization
ombination
nternalization
Il “ba” e la spirale di SECI
Nonaka e Konno concettualizzarono inoltre il
processo circolare di creazione della conoscenza
attraverso una spirale di interazioni tra conoscenza
tacita ed esplicita composta da quattro processi di
conversione:
3
7.
ocialization , condivisione della conoscenza tacita tra
individui che vivono nello stesso ambiente
xternalization, esplicitazione della conoscenza tacita in
forme comprensibili agli altri
ombination, diffusione della conoscenza che si fa
segnale digitale
nternalization, la nuova conoscenza diventa conoscenza
tacita dell’entità collettiva
La spirale di SECI, secondo Nonaka e
Konno
Il “ba” e la spirale di SECI
3
8.
Il “ba” e la spirale di SECI
Ai quattro processi della spirale corrispondono quattro tipi
di “ba” :
riginating ba , luogo fisico di interazioni tra individui,
ambito di conversione della conoscenza tacita
nteractive ba in cui si generano i modelli comuni di
conoscenza nell’interazione tra individui
yber ba, luogo di interazione in un mondo virtuale in cui
la conoscenza preesistente e la nuova conoscenza
acquisita si diffondono attraverso le reti
xercising ba in cui ha luogo il processo di conversione
della conoscenza da esplicita a tacita ormai interiorizzata
dalla collettività
3
9. Peter Senge (1990) definisce la learning organization
come “organization … where people are continually
learning how to learn together” 1
realizzando il passaggio
dal paradigma industriale
a quello dell’apprendimento
ICT e la learning organization
Con la rivoluzione dell’ICT, che ha pervaso
ogni ambito, il cyber ba
si compie nel web e attraverso il web 2.0
favorisce la learning organization.
Paradigma industriale e dell’apprendimento secondo Maggioni
4
1 Peter Senge “The Fifth Discipline: the Art and Practice of the Learning Organization”, New York 1990
10. La Tourism Learning Area TLA
Secondo il “Tourism Learning Area Handbook” (Commissione
Europea, 2006) , le Piccole e Medie Imprese (PMI) turistiche
debbono divenire learning organization in grado di trasformare
l’apprendimento individuale organizzativo in accrescimento
della conoscenza dell’intera area
5
11. Infatti il turismo, che secondo la UNWTO2 è in costante crescita,
soffre di cattiva immagine dovuta a scarsi livelli di istruzione ed
elevato turn-over.
Crescita del Turismo ricettivo secondo la UNWTO
1 SME
Small Medium Enteprise
2 UNWTO United Nations World Tourism Organization
La Tourism Learning Area TLA
In questo documento la Tourism Learning Area viene definita
“a concept of a multi-stakeholder intersectoral, problem
solving approach aimed at improving SME1/micro-enterprise
performance and human potential in the tourism sector at the
destination level”.
5
12. La Tourism Learning Area TLA
Il concetto della tourism learning area vede il coinvolgimento
di tutti gli stakeholder del settore, dagli enti pubblici alle
organizzazioni di apprendimento (tra cui le università) per
generare circoli virtuosi tra le learning organization, gli individui
ed il territorio
5
13. grazie ad attività di circolazione della conoscenza
(ruota dinamica dell’apprendimento),
a condizione che vi sia un ambiente di lavoro favorevole
(ruota dei fattori di competitività)
genera un meccanismo dinamico favorevole alla TLA
Le tre ruote dinamiche della TLA
Il coordinamento di tutti gli stakeholder
(ruota dinamica degli stakeholder),
5
14. La Tourism Learning Area TLA
Alcuni esempi di portali internet che realizzano il concetto della TLA nel
quadro del programma europeo di lifelong learning denominato
Leonardo da Vinci
http://www.worklearntogether.org/it/index.htm
5
15. Come case study si è analizzato il progetto di lifelong learning
finanziato dal programma UE Leonardo da Vinci denominato
Vocational Management Training for the European Tourism Industry
Case Study VocMat
VocMat
Il progetto si suddivide in due fasi:
la prima (VocMat 1) da Ottobre 2005 a Settembre 2007 ; stati membri
coinvolti Estonia, Islanda, Regno Unito; 4 moduli attivati
la seconda (VocMat 2) da Novembre 2007 a Ottobre 2009; paesi
coinvolti Estonia, Italia, Malta, Regno Unito, Turchia e Comunità
Autonoma della Catalogna; 5 moduli attivati
5
16.
analisi della domanda e dell’offerta di formazione a distanza
nel campo del turismo sostenibile
sviluppo di strumenti adeguati di apprendimento a distanza
diffusione di tali strumenti attraverso la creazione di
piattaforme di e-learning
condivisione della conoscenza tra i partner del programma
Leonardo da Vinci
sviluppo del turismo sostenibile
Case Study VocMat: obiettivi
Gli obiettivi del progetto VocMat sono:
5
17.
Centri di Apprendimento:
Parnu College of Tartu University (Estonia)
Sheffield Hallam University (UK)
Sungurlu VTDA (Turkey)
University of Florence (Italy)
University of Girona (Catalonia)
University of Malta
Enti Nazionali del Turismo:
Tourist Board Training (UK – Applicant)
Catalan Association of Tourist Offers (APTALC)
Estonian Tourist Board
Malta Tourism Society
Tourism Management Institute (UK)
Case Study VocMat: stakeholder
Gli stakeholder coinvolti nella seconda fase del progetto
(VocMat 2) tuttora in corso sono:
Ruota dinamica degli stakeholder
5
18. o
per VocMat 1 utilizzando l’LMS proprietario BlackBoard
Academic Suite
http://coursesites.blackboard.com/webapps/portal/frameset.jsp
o
per VocMat 2 adottando l’LMS open source Moodle
http://moodle.vocmat.com/
Case Study VocMat: e-learning
La circolazione della conoscenza si compie attraverso due
diverse piattaforme di e-learning :
5
Ruota dinamica dell’apprendimento
19. Case Study VocMat: risultati finali
Dal VocMat Final Evaluation (Johnston 2007)
5
20.
Risultati molto buoni delle partnership internazionali
Le buone relazioni sviluppatesi tra le università e l’industria
hanno contribuito ad eliminare forti preconcetti
Chiara divisione dei task nei gruppi di lavoro
la mancanza di tempo è stata la principale ragione
dell’abbandono dei percorsi di apprendimento
eccessivo carico di lavoro e poco tempo disponibile unito a
qualche mancanza di supporto da parte dei tutor ritenuti
figura fondamentale
Case Study VocMat: risultati finali
In sintesi la valutazione di VocMat 1:
scarso utilizzo dei forum attivati e delle chat;
si suggerisce di utilizzarli se esistono
delle buone ragioni
5
21. Quale
apertura?
Qual’è la rete
di inclusione e
chi escludere?
Secondo O’Neill (2002)1 “fidarsi non significa mettersi in mano agli altri
senza criterio ma credere, o non credere, per buone ragioni”.
Case Study VocMat:
Perché
sentirsi
danneggiati?
criticità
Cheche tipo di
Che tipo di
fiducia
fiducia?
5
1 Onora O’Neill “A Question of Trust ”, Cambridge 2002