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D

640.B618 1916

Lettere dal fronte (agosto-novembr

/

/
D

B618
19I6

OS^ ^
eiOM m&i

LETTERE
DAL FRONTE
(AGOSTO-NOVEMBRE

1915)

J« Edizione

TOEINO
LIBKERI^. EDITRICE

INTERNAZIONALE

Corso Regina Margherita,

Catania

-

Parma

176
«HE mm

LETTERE
DAL FRONTE
(AGOSTO=NOVBMBRB

Q'^

1915)

Migliaio

TOEINO
LIBRERIA EDITRICE INTERNAZIONALE
Corso Regina Margherita,

CATANIA

-

PARMA

174-176
6.40
/9jl
Proprietà letteraria
Riservati tutti

Scuola Tipografica

i diritti

—

S.

Benigno Oanavese

(1048-2M)
0^1 1

^

'

soldati d' Italia, alle loro

loro am,icij alle

mamme

mamme,

e agli

amici di

quelli che sono rnorti nella guerra,

coloro che

ma

non combattono

debbono

e

a

tutti

oggi con le armi,

dovranno combattere, in tutta

guerra sacra

la vita, la

e

continua del bene,

—

della civiltà, della grandezza d'Italia,

quanti hanno una patria

amarla

e

un

ai

braccio e

virla, ^- opriamo

un

e

una

l'incitamento che verrà

cuore per

m,ente

lo specchio, il

loro

a

per

ser-

conforto e

dalla

lettura

delle Lettere che dal fronte scrisse alla nfiadre
e

agli

amici,

tra

l'agosto

e

il

novembre,

Giosuè Borsi, morto di fucile austriaco a

Zagora,

il

10 di novembre del 1915,

lettura dei Colloqui ch'egli aveva

e

dalla

lasciata.
rv

partendo per la guerra,
blicati in bel

che abbiamo pub-

volume.

Dell'ultima delle

un

e

lettere che si leggono qui,

altro eroe dell'abnegazione patriottica e

dell'amore per

ha

fratelli, il

i

scritto che se

un

cardinale Herder,

giorno, com'è sua inten-

zione, parlerà ai soldati, farà loro la lettura

per insegnar

di essa,
et

comment on meurt
Tutte

le

come

il

si

comment on

vit

»

lettere che la

preparazione ad essa,
si vive,

loro «

precedono sono una

tutte

ama, come

periodo della vita di

insegnano come

muore. Tutto

si

Giosuè Borsi che

precede la sua partecipazione volontaria alla

una preparazione luminosa alla
Prima di partire per il fronte scrisse

guerra,
morte.

è

quotidianamente quelle calde
dei Colloqui, in
la

mia

piìi

uno

e

soavi preghiere

dei quali afferma: «

vita alla patria sarebbe

uno

dei

Dare
modi

ambiti di spenderla bene, perciò, se

possibile. Signore,

di battaglia^.
tere egli

ha

il

E

fammi morire

sul

è

campo

in qualcuna di queste

presentimento chiaro che

letil
suo voto sarà esaudito.

«

Se sono certo della

non sono però

nostra vittoria...
certo che vedrò di

quaggiù

altrettanto

tutte queste belle

mio presentimento mi dice
Tnovendo all'assalto, vado incontro alla
cose,

anzi

il

che,

Tuia

liberazione ».

Da quel

desiderio,

da questo presentimento,

dalla nobiltà dell'animo suo, dalla fede sua
recente e

pura

e

ardentissima, nasce la indi-

poesia di questi

cibile

la pietà,

tutte

nasce la gioia,

V amore, l'ingenuità, l'abbandono,

chiaroveggenza

la

scritti,

animate

meravigliosa onde

e ardenti.

Analizzarle sarebbe

profanazione. Ogni animo puro
sensitivo

—

ogni animo

e

e

ogni cuore

cuore d'italiano,

naturalmente aperto alla bellezza

—

e

alla bontà

troverà nelle Lettere e ne' Colloqui

delle

cui

letture piti

e

una

incitatrici e consolanti in

mai abbiano saputo fondersi

l'amore attivo

sono

e

sublimarsi

l'amore conteTuplativo dei

quali Dio ha acceso l'animo degli uomini.

Della vita di Giosuè
TYiente

si

parlerà diffusa-

in capo al volume dei Colloqui per ora
:
VI

basti al lettore sapere ch'egli^ nato

a Livorno

nel 1888 da Averardo Borsi^ giornalista, fu
tenuto a battesimo da Giosuè Carducci: rivelò prestissitno

il

suo grande ingegno

e le

sue rare disposizioni letterarie, tanto che chi
spigolerà tra la sua produzione di adolescente,

avrà piii volte a farne le alte meraviglie :
mortogli il padre, nel 1910, si dedicò al giornalismo, e fu per qualche tempo direttore
del

Naovo Giornale

di Firenze: lasciò

una

quantità di articoli di politica, di critica,
di varietà : due volumi di versi (Primus fons
e

Scruta obsoleta) oltre molte rime

cora raccolte:

velle. Crisomiti:

piuti:
tali

in

e

per

un

non an-

un volume incompiuto

il

di no-

romanzi similmente incomteatro alcuni apologhi orien-

atto, veri gioielli,

dei quali

il

Diadestè ebbe molta fortuna sulle scene. Ottenne pure eccellenti successi come conferen-

due memorabili letture
dantesche tenute a Firenze in Orsanmichele)
come lettore, e persino come artista drammazière (specialmente in

tico,

sostenendo parti im,portanti nelle rap-

presentazioni greche del Romagnoli a Siracusa, a Fiesole, a Torino. NelVultirno

anno
VII

della sua vita la guerra lo ebbe tutto, prirìia

soldato volontario, poi ufficiale;

tutto, fino

a Zagora, il 10
di novembre, mentre guidava all'attacco il

alla morte, la quale lo colse

suo plotone.

Della scelta

e

della

pubblicazione

cose sue inedite lasciò, in

al testamento,

una

lettera

delle

unita

V incarico alVaynico suo Mas-

simo Bontempelli, che volle anzitutto raccogliere, ordinare,

pubblicare

le

lettere che

presentano al pubblico in questo volume.

si
I.

LETTERE ALLA MADRE

'^

(3?/
(1)

Bologna, 31 Agosto 1915.

Mamma

m,ia,

Bologna per
un paio d'ore. Ne approfitto per mandarti un
bacio. Siamo partiti da Firenze una cinquaneccoci fermi alla stazione

di

tina di diavoli scatenati, furenti d'entusiasmo,
tutti bravi ragazzi
te lo garantisco.

che faremo

Viva

il

l'Italia!

che cantare e scherzare tutto

nostro dovere,

Non
il

s'è fatto

tempo: un

baccano da far scappare duecentomila Austriaci.
Tutto

il

treno in rivoluzione. Ora abbiamo un

terribile corpo a corpo col caffè e latte e panini

imburrati. Mischia accanita. Alle sette e cin-

quanta sarò a Padova.

Mamma,
pre. Ti

ti

ho

adoro e penso a te sempre sem-

lasciato

il

cuore.

Tiemmelo per

benino, e lo riprenderò al ritomo.

Un

bacio

lunghissimo.

Giosuè'
4

(2)

Padova, 31 Agosto 1915.

Cara mamma,
a Padova. Speravo di tro-

altra fermatina

ma è in campagna. Sono a colazione dalla sua mamma, poi vado a Venezia dove
vare Ettore,

mi fermo qualche

ora, indi parto

per Udine,

dove pernotto, e domattina alle sei sono a Cividale del Friuli, che è la mia destinazione. Poi
entro in campagna. Evviva l'Italia! Il morale
è

sempre altissimo,

turbabile, la salute

la

calma

sempre

è

sempre imper-

eccellente," e cosi

spero che sarà di te. Il mio pensiero non

abbandona un
mille volte.

istante.

T'abbraccio

mille

ti

e

Tuo
Giosuè'.
(3)
1 Settembre 1915.

Cara m,am,ma mia,
oggi alle tre partiremo di qui nei cam^ions,

per raggiungere

il

nostro reggimento.

Dove
non

te lo posso dire: d'ora innanzi bisognerà

che tu

ti

rassegni a non sapere dove sono pre-

cisamente.

Ho

dissi ieri,

ti

passato la notte a Udine,

mici inaspettati: Ojetti, Cippieo e tanti

Ghe

guerrieri.

tutti

mita di soldati,
a

come

ed ho trovato una trentina d'acittà

ufficiali,

altri,

Udine! Tutta gremezzo

generali, in

un movimento vertiginoso

automobili,

di

furgoni, batterie, con gli aeroplani che volteg-

giano su in cielo.

La

sera la città è immersa

un buio impenetrabile,

in

delle case sono

dell'esercito è
ribile, e

e

anche gl'interni

appena illuminati. Il movimento
uno spettacolo maestoso e ter-

mi sento ricolmo d'orgoglio

all'idea

che anch'io ho l'onore di far parte di questa
splendida e formidabile macchina tutta ani-

mata

e intelligente.

Ho
ghino
risi.

gri
coi

un

alber-

padrona era tutta premure

e sor-

trovato da dormire benone in
la cui

Stamani

alle sei

partiti, tutti alle-

come pasque, chiacchierando animatamente
veterani che erano già stati al fuoco. Era

l'ultima tappa

del

momento

nostro viaggio, perciò la

meno

fragorosa che

della partenza, più

calma e rac-

nostra serenità era
al

siamo

un

po'
colta,

ma

però sempre più ferma e impertur-

mi sento in cuore una baldanza che
uno dei sentimenti più belli e più dolci che
abbia mai provato, qualche cosa di simile

babile. Io
è

sentimento religioso.

al

E

infatti è giusto.

La

gioia dei santi è la comunione, è d'essere tutti

formare insieme

in uno, di
di Gresù,

un unico
la

con una volontà
e

una forza unica,
indissolubile amore, una sola mèta,

volontà del Signore. I

un

corpo mistico

il

sola,

figli

della Chiesa sono

esercito in battaglia. Nella stessa maniera

noi siamo soldati della patria; tutti
sforzi,

nostri

i

animati dall'amore della nostra terra,

convergono ad un unico scopo,
Re. Credi,

mamma,

mi persuado che

la

che più

volontà del

la

ci

penso e più

nostra guerra è la più

bella di tutte, quella più

degna d'esser com-

battuta. Soltanto quella che combattono

i

Belgi

può essere paragonata per la santità della
causa, ma quegK sventurati combattono con
la disperazione e aiutati da armi straniere.
Noi invece siamo soli e forti, combattiamo per

le

la giustizia,

con

fare col nostro

del Be, che è

la certezza di vederla trion-

sangue. Facciamo la volontà

la nostra, condivisa

pienamente
ardentemente da ciascuno di noi, ed egli è
degno in tutto della nostra devozione obbee

come Gesù, dandoci per presempre la sua volontà, poi viene

diente, perchè,

cetto di fare

giù fino a noi,
e
ai

si

unisce a noi, ci aiuta e soffre

combatte con noi, cosi
suoi

soldati,

il

E,e sta in

ne condivide

i

mezzo

pericoli e

i

disagi, mettendosi alla pari col più umile di
loro.

Più

accostiamo alla linea del fuoco e più

ci

sono stupefatto,
della nostra
gli eserciti

strabiliato

spettacolo

dallo

potenza militare. Se tu vedessi
di carri, le

menti, le munizioni,

i

montagne

di

riforni-

foraggi! Cavalli possenti

trascinano carri ricolmi, per ore ed ore, guidati da soldati grandi e

senza un
i

nostri

!

momento

fieri,

uno dietro

l'altro,

Che

soldati

d'interruzione.

Se tu vedessi che giganti

gli alpini

e gli artiglieri! Il passaggio d'una batteria è

uno spettacolo indimenticabile.

Ma

quello che

è straordinario in tanta animazione è la precisione

di tutto,

il

senso d'unità, di subor-

dinazione d'una cosa all'altra.

Se dovessi descriverti tutto quel che vedo

minutamente, dovrei star qui cent'anni.
8

La prima persona che ho

incontrato, scen-

dendo dal treno alla fine del viaggio, è stato
il

dottor Verdiani, che

m'ha detto subito d'aver

ricevuto stamani una tua cartolina. Puoi figurarti

il

mio soprassalto.

E

una piccolezza che

m'ha reso felice. M'è parso quasi d'aver ricevuto un tuo saluto particolare subito appena
arrivato.

Dopo essermi presentato

all'ufficio di

tappa

per sapere la mia destinazione, sono subito

andato a sentire la messa. Oggi vado a colazione con alcuni amici che

ho trovato qua.

Ti debbo dire una cosa: che non t'ho mai

imato tanto come ora. Non penso che a te,
con una tenerezza indicibile; mi pare d'averti
accanto.

Ma

che dico mi pare?

L'unione degli
di quella

son certo.

spiriti è infinitamente

materiale. So

te e tu sei con

Ne

me

bene che

io

più vera

son con

realmente, molto più che

86 fossi rimasto a casa.

Amandoci

in

Dio che

può separare? Nulla, mamma, né in
né in morte. Pensaci sempre, sempre,
perchè questo è il pensiero che ci occorre in
cosa

ci

vita

questo momento. Eleviamoci sempre
delle, idee materiali,

che sono

il

al di

sopra

nostro impac-
ciò.

Su, su, in alto, sopra la realtà sensibile,

che è cosi effimera,

saremo santi,

e

liberi,

e invincibili.

Saluta tutti con affetto.

lunga lettera.
per te

il

Rammentami

più lungo,

il

A

presto una più

a

Gino, e abbiti

più tenero dei miei

abbracci.

Giosuè'

2 Settembre 1915.

Cara mamma,
arrivo adesso e raggiungo la mia compagnia.

Poi

ti

scriverò oggi stesso una lunga lettera.

Per ora non ho che

.

tempo

il

di

mandarti un

lungo abbraccio.
L'indirizzo

mio

è qui

dietro. Sto

son felice, pieno di serenità.

Un

benone,

bacio tene-

rissimo.

Giosuè'
(5)

3 Settembre 1915.

Mam,ma

adorata,

la posta parte di

ho appena

il

tempo

quassù tra breve, perciò
di

scriverti

poche righe
10

Le

in tutta fretta.

date dei contratti che

ha chiesto l'avvocato sono
primo, il 5, il 10, il 14 e

13 gennaio del

il

21 di febbraio

non me

degli altri. Quello del Tavernini

rammento bene, ma
pare del 14, salvo

ti

il

è certo del

lo

maggio, e mi

vero. Riscontra con la

il

signorina Andreina, che è esattis-

lista della

sima, e intanto salutala tanto da parte mia,
e con lei la signorina Ines, dicendo loro che

oggi scrivo anche al loro fratello.

Siamo
mattina,

arrivati

nostro

al

battaglione

dopo esser passati dal

ieri

Comando

di

Divisione, dove abbiamo assistito a una caccia

contro
io

un aeroplano

siamo

austriaco. Il

stati assegnati

Querci ed

insieme alla sesta com-

pagnia, e allora t'ho scritto subito la carto-

mio indirizzo preciso. Te lo ripeto
per maggior sicurezza: S. tenente Giosuè Bersi,
lina col

125° reggimento Fanteria, 6* compagnia, 32*
Divisione,
Il

Zona

di guerra.

luogo dove siamo accampati, a breve di-

stanza dalle trincee, è

trti

simi e pittoreschi, dove fa
zioso, niente

abbiamo

fatto

affatto

un

monti verdi,

un

bellis-

frescolino deli-

pungente. Per arrivarci

viaggetto divertente come
11

una scampagnata, attraversando un'ampia zona
di

combattimento, quasi senza accorgercene,

poiché non

moderna

ti

puoi figurare quanto la guerra

quasi. Se

non

glierie, della

Domani

che ce

La guerra non

ci fosse

il

rombo

si

ne

vede

delle arti-

guerra non apparirebbe nessun

indizio preciso.

esserci a

dall'idea

differente

sia

facciamo dì lontano.

Per vedere una cosa bisogna

due passi.
ti

descriverò minutamente

il

mio

Per oggi ti
dirò che sto benone e mi sono accomodato
come un principe. Ho due attendenti che sono
due eroi, Carmine Possidenti e Nicola Gaspari,
che hanno preso parte a una delle più terribili battaglie della guerra, tutti e due buoni,
intelligenti, religiosi. Hanno per me cure minuziose e amorose incredibili. Sono alloggiato
in una capanna dove non manca nulla, né
fornello, né lavamano, né scrivania. C'è un
altare con la Madonna, il Bambino e S. Giuseppe, con dietro una cassetta armonica e
dinanzi fiori sempre freschi. Alla mensa si
viaggetto per

arrivare

quassù.

fanno dei veri festini, con frutta, dolci, caffé,
liquori.

Un

lusso inaudito.
12

Domani

ti

Per adesso

ti

descriverò minutamente tutto.

mando

tutti, tutti

Giorgio sta bene e saluta.

i

miei baci.

Rammentami con

afietto alla signora Querci, alla signorina Nella,

Saluta Annetta, Marina, Elena, padre Guido,

padre Biagio, la madre,

a Gino che son

felice,

le suore, tutti. Scrivi

che l'abbraccio, che la

guerra è bella. Ancora un bacio a

te,

mamma

Tuo

mia.

.

Giosuè'

.

(6)

4 Settembre 1915.

Cara
ieri

della

ho

mamma
in

letto

morte

un

giornale, la

povero * * *

del

credere quanto

^

ne

sia

e

notizia

non

puoi

rimasto esterrefatto.

Sventurato! Ohe orribile sorte, morire cosi,

dopo aver tanto sofferto. E la moglie, e i
A quanta gente dovrebbe aprir gli occhi

figli

!

una morte simile
molto per

che

lo

lui.

Ho

!

Bisogna che preghiamo

supplicato tanto

il

Signore

salvasse e lo prendesse con sé, e per

ottener questo sarei stato pronto a fare qualun-

que

sacriiicio.

Un

presentimento mi dice che

il
13

Signore m'ha ascoltato, e che adesso ho di là

un'anima pronta a intercedere e perorare per
me con tutte le sue lacrime riconoscenti, la
migliore delle raccomandazioni.

Quassù farò dire una messa in suffragio di
anima dolente, che ha tanto sofferto, che è degna di tanta pietà e di tanto
amore. Ah, l'amore è tutto, mamma mia, l'amore è tutto; lo vedo sempre più chiaro, più
di quel che non possa esprimere. A che serve
l'odio, il risentimento, la vendetta? Vedi bene
quella povera

chi è che castiga. Serbare del rancore verso

una povera creatura, a cui il Cielo non permette neppure di godere del male fatto, e che
spenge cosi in un attimo, quando vuole, ma
non ti sembra la cosa più assurda e più bassa
del mondo? Credimi, non saremo mai abbastanza indulgenti, amorevoli, benigni verso
credimi, non

nostri simili

;

abbastanza.

Il

male che

li

ci

i

perdoneremo mai
fanno sarà una

ragione di più per amarli con ardore raddop-

hanno fatto a se
e son diventati sempre più miseri e
sempre più degni d'esser sostenuti dal

piato, perchè quel
stessi,

deboli,

male

nostro aiuto fraterno.

E

lo

poi siamo indulgenti
14

pensando che anclie noi siamo altrettanto bisognosi d'indulgenza, di clemenza e di pietà,
peccatori deboli ed effimeri

come siamo. Anche

noi abbiamo tanti debiti da pagare, tante colpe

da farci perdonare.

La morte

di

quello

sventurato, degno del

nostro più sollecito rispetto, poiché anch' egli

Sangue del nostro Redendovrebbe farci vedere anche un'altra

è stato riscattato dal
tore,

cosa

quanto son vani e

:

irrisori

i

beni del

mondo. La sua incontinenza l'ha ucciso, per
insegnarci ad essere sobri e frugali, ad evitare

i

pericoli dei godimenti materiali e bassi.

E

l'ambizione a che gli ha servito? Iddio gli

ha

tolto tutto in

un

istante.

In che cosa aveva

posto la sua felicità? Negli onori, nel piacere,
negli

agi,

brillare,

nel

voler

comandare,

Ed

piacere agli uomini.

retaggio d'amore ha lasciato
cui morte è stata desiderata

prevalere,

ora? Che

quest'uomo,
e

la

augurata con

bramosia da sciacallo? Che beni porta con sé?

Che

sorte lascia ai suoi figli?

Eppure era più

debole che cattivo, e aveva della bontà, della
nobiltà,

della generosità^ era

di quanto si credesse.

molto migliore
15

Oggi vado

al

cassetta e poi avrò

modo

e raccontarti tante cose.

La

vita del

campo mi

prendere

per

carreggio

la

di scriverti a lungo

Per ora

fa

sto benone.

bene. Tra quattro

mia compagnia.

giorni vado in trincea con la

T'abbraccio teneramente con tutta l'anima.

Ricordami a

tutti

con

affetto.

Giosuè'
(7)

Domenica, 5 Settembre 1915.

Mamma

m,ia cara,

stamani ho dovuto andare

al

comando

del

reggimento per jpréndere della roba nella cassetta, cosa

che non mi fu possibile

ieri

a causa

mal tempo. Poi c'è stata una messa al
campo, dove mi sono comunicato. Insomma
del

stamani mi manca

il

tempo

di

scriverti più

mi sarà, possibile tra oggi
© domani. Intanto mi limito a dirti che sto
benissimo. Mentre scrivo, comincia un magnifico bombardamento, o meglio un duello d'artiglierie. Viva l'Italia
a lungo. Vedrò se

!

Oggi spero di ricevere tue notizie, finalmente; è un pezzo rrmai cJie le sospiro.
16

Spediscimi subito una diecina di

«

Testa-

». Ne voglio dare uno al cappellano.
Abbracci e baci interminabili dal tuo

menti

Giosuè'

.

(8)

6 Settembre 1915.

Mamma

mia adorata,

una lunga lettera, ma non
so se faccio a tempo a terminarla. Per non
ti

sto scrivendo

lasciarti priva

di

notizie

ti

scrivo in

fretta

che sto bene e che tutto va bene. Ieri sono
stato alle trincee, e

Ma

mi sono molto

divertito.

tu? Ieri speravo di ricevere posta.. Spero

che oggi mi verrà qualcosa, perchè comincio
a stare in pensiero. Saluta tutti e soprattutto

manda un
te

bacio a Gino, quando gli scrivi.

una lunga

stretta

A

amorosa con tutta l'anima.
Giosuè'
(9)

6 Settembre 1915.

Carissim,a

mamma

m,ia,

ho intenzione di scriverti una lettera lunga
e

minuziosa intorno

al

nostro viaggio per arri'
17

vare
al

fin

quassù e intorno alla vita che facciamo

campo, ma, bada, per quanto possa

scri-

vere diffusamente non riuscirò mai a descriverti

neanche una minima parte di tutto quel

che ho veduto e ammirato,

poiché

non potrebbe essere più animato
di cosi.

È

difficile

il

quadro

e gigantesco

farsene un'idea, e

difficilis-

simo poi renderla a parole, specialmente nelle
grandi linee che s'intravedono e s'intuiscono
dagli episodi. Qui si vive e si respira in piena

epopea, un'epopea tutta nuova per la vastità
degli spazi in cui si svolge, per la maestosità
dei luoghi che ne sono la scena, per

l'immane

grandiosità dei mezzi impiegati e delle forze

E se penso che io ne ho
appena una minima parte, in

che sono in giuoco.
sotto gli occhi

uno dei cantucci più appartati e relativamente
tranquilli, dove mi trovo soltanto da pochi

un periodo di sosta e di riposo,
s'impadronisce di me un senso di stupore e
di vertigine all'idea di tutto quello che non
giorni durante

vedo e che noii

so, e

che pure

si

sta svolgendo

su tutti gli altri punti del fronte, dalle cime
dello Stelvio

fino alle

di tutto quello

rive

adriatiche, e poi

che è già stato fatto e che

si
18

dovrà ancora

immenso giuoco

fare, in questo

mortale, la cui posta sarà la nostra vittoria.

Che spesa

titanica di energie, di perseveranza,

di pazienza, di coraggio, di sacrifizi cruenti!

E

bello che

un popolo

si

guadagni cosi

la

sua

gloria. Quello che acquisterà potrà dire che è

veramente suo, perchè
dei riscatti,

gliore

avrà

il

lo

avrà pagato col mi-

suo sangue, e intanco

esercitato e sviluppato

virtù, la
sità, lo

disciplina,
spirito di

la pertinacia, la

le

sue migliori

l'obbedienza, la genero-

sacrificio

e

di

concordia,

sana e gagliarda fiducia in se

proprie forze, e soprattutto

stesso e nelle

il

sentimento del dovere, questa virtù sovrana
e fondamentale, sulla quale si fondano tutte
le altre virtù

morali e

è quella che

ha

fatto

civili,

mentre purtroppo

maggior

difetto sinora

alla nostra generazione.

Rimanemmo
nostro

Comando

per qualche ora alla sede del
di Divisione,

anche più fervido e intenso

dove continuava
il

movimento

di

Udine: reggimenti in arrivo e in partenza,
passaggio di convogli e carriaggi interminabili,

rombare di automobili, strepito ferreo di batterie. Poco prima di mezzogiorno passarono
19

in automobile

Re,

il

generale Cadorna,

il

il

generale Porro, l'onorevole Salandra e l'onorevole Barzilai.

Di

partimmo

là

in

una

cin-

quantina, stivati coi nostri bagagli in quattro
furgoni automobili, sballottati e squassati
battagli di

campane

come

nel giorno di Sabato Santo.

Sulle bottiglie di certe medicine c'è scritto:

agitare prÌ7na dell'uso. Io non so ancora

saremo adoprati,

ma

come

pur tranquilla che
abbastanza. In automobile
sta

siamo stati agitati
abbiamo costeggiato per qualche tempo l'antico confine, del quale abbiamo avuto agio
d'ammirare tutta l'assurdità, e frattanto per
la strada, tra le scosse e attraverso

rone, potevamo intravedere

mento

di

un

soldati e di carri

il

polve-

febbrile movi-

scortati, di

bat-

terie in marcia, tutte coperte di fronde verdi.

Ogni tanto si trovavano le tende di qualche
accampamento, e, accanto, un numero sterminato di cavalli in

fila,

alla

cavezza, con le

loro groppe d'ogni colore, pascolanti con

gran divincolio di code. Percorriamo
vie,

ossia

una

delle

regioni

un

le retro-

più importanti

della zona di guerra, le arterie della vita dell'esercito,

come

le

chiamali generale Cadorna.
20

Attraverso
scono
di

nutrono e

le retrovie si

grandi unità,

le

combattenti.

si riforni-

centinaia di migliaia

le

Pensa un

po'

l'importanza

capitale di quel servizio complicatissimo, deli-

catissimo e vastissimo, che deve essere ordi-

nato come
il

minimo

un

precisione, poiché

orologio di

disordine,

minimo arresto può

il

bastare a compromettere

il

risultato dell'ope-

razione più ingegnosamente ideata e più pa-

zientemente condotta. Pensa come dev'essere
oculato

vigile

e

servizio

il

delle

truppe di

guardia ai materiali in istazione, di scorta

a

come

e

quelli

in marcia,

sollecita la

dev'essere

nimenti, dei viveri in

e

ammaccato

rifor-

arrivo e in partenza.

I nostri furgoni, dopo
viscere ©

esatta

consegna delle munizioni, dei

averci sconvolto le

le ossa

con un impegno

un vigore veramente esemplari,

ci

hanno

finalmente scodellato, con armi e bagagli, presso

un ospedaletto da campo, in mezzo a un gran
movimento di muli sovraccarichi di roba. Quivi
siamo

stati costretti

cassette

ad ablmndonare

con un tenero

d'addio, perchè non

ci

le nostre

e commosso saluto
potevamo figurare di

rivederle tanto presto, e via tutti, in

fila in-
21

un sena una guida

diana, col nostro zaino in ispalla, per
tiero ripido e serpeggiante, dietro

che doveva condurci

Abbiamo
un

Comando

al

di brigata.

.varcato l'antico confine sui sassi di

Non

ridicolo torrentello.

potrebbe imma-

si

ginare un confine più irragionevole, arbitrario,

Non

pazzesco, indifeso.

era nulla più che

un

imbelle e modestissimo confine amministrativo,
del quale ci
di

dovemmo

accontentare alla pace

Villafranca. Eequiescat in pace. Adesso,

grazie a Dio, ce ne stiamo
migliore.

Con una specie

abbiamo calpestato

guadagnando uno
voluttà

di

altera

suolo verde delle nostre

il

terre nuove, le terre del nostro diritto sacro-

santo e della nostra futura sicurezza e salvaguardia. Forza e avanti. Il terreno ha cominciato a salire, e

ad aprirsi
nostri

al

bei

in

contrafforti

quali si slanciavano

nevosi dove
dei nostri

breve hanno

nostro sguardo

si é

alpini.

al

cominciato
chiostre dei

le

di

dei

alpini,

al

cielo

grandi picchi

svolta la

Siamo

i

là

lotta formidabile

saliti

per

tiero sassoso e ripidissimo, dal quale

un

sen-

son pas-

sate nei primi giorni molte batterie di grosso
calibrò, tirate da cordate di centinaia di sol-
22

dati:

un portento che

si

a vedere che razza di

direbbe impossibile,

strada hanno saputo

percorrere.

Siamo arrivati al Comando di brigata, in
un paese che, due giorni dopo il nostro passaggio, è stato bombardato senza nessuna efficacia dalle artiglierie austriache. Mentre si
passava attraverso un accampamento di territoriali, abbiamo sentito di lontano i primi rombi
delle nostre batterie antiaeree, che stavano spa-

rando contro un aeroplano nemico. Si vede-

vano su in

cielo le nuvolette degli scoppi de-

gli shrapnells, intorno all'apparecchio in fuga.

Non

è facile far cadere

un aeroplano,

special-

mente quando vola molto alto, eppure anche
l'altro ieri i nostri hanno abbattuto un biplano
austriaco, che mi ero visto passare sul capo
mezz'ora prima. Non si può negare che gli
aviatori austriaci son pieni di sangue freddo,
d'audfcia, e continuano a volteggiare imperterriti

anche mentre son presi di mira da tutte

le parti,

ma

però coi nostri non c'è confronto.

I nostri hanno degli ardimenti raccapriccianti,

volano basso, vanno e vengono, operano e fanno
il

loro

comodo, come se nulla

fosse. Inoltre

i
23

sempre azioni

nostri compiono

mente, mentre

a casaccio e contro

Al Comando

i

cittadini inermi.

di brigata

generale, che è

il

mattina dopo,

Cardinale che

per

raggiungere, la

nostri reggimenti.

i

divertente fu quella

!

col nostro

Egli- ci ordinò di per-

eravamo,

dove

parlammo

fratello del

conoscemmo a Roma.
nottare

efficaci militar-

Austriaci tirano a far danni

gli

Che serata
un

Ci fu improvvisato

pranzo pantagruelico, con certi spaghetti che

avrebbero intenerito un
il

macigno,

fors'anco

cuore paterno di Francesco Giuseppe. Poi

ognuno

mise in cerca d'un giaciglio

di noi si

qualsiasi:

un'impresa più

difficile assai

della

presa di Trieste, di prossima attuazione. Io
trovai
i

un cassone

nella stanza dove

volontari ciclisti, e già

nel morbido,

dormivano

mi adattavo a dormire

quando quei bravi ragazzi mi

un batter d'occhio, mettendosi
moto, un fodero di pagliericcio, la

trovarono in
tutti

in

una coperta, uno scendimio cuscino, ed ebbi cosi
lussuoso di questo mondo.

paglia per riempirlo,
letto.
il

Aggiungi

il

letto più soffice e

A

domani

il

seguito.

Un

bacione.

Giosua'
24

(10)
7 SeUemhre 1915.

Mamma

cara,

continuo la mia cronistoria per
foglietti,

quanti

me ne concede

altri

due

l'avarissimo

regolamento postale della zona di guerra.

mi ospitarono

I volontari ciclisti che

mando

al

Co-

di brigata, tutti bravi giovanotti, svelti,

intelligenti,

marono

premurosi

e ingegnosi,

di cortesie d'ogni sorta.

Non

mi

ricol-

contenti

d'avermi accozzato un giaciglio principesco,

mi

offersero

anche una limonata squisita

e

una

mela cosi lucida

e fragrante, che sarebbe ba-

scusare

ampiamente quella famosa

stata

a

marronata dei coniugi

Adamo

ed

Eva. La

mattina poi mi prepararono un prelibatissimo
caffè e

latte.

fatto sta che

Non

so

come

avevano di

facessero,

tutto.

ma

il

Intanto era-

vamo diventati amiconi, e, quando dopo essermi vestito da soldato e aver rifatto il mio
zaino, mi accomiatai da quei bravi ragazzi
per rimettermi in marcia, eravamo quasi tutti

commossi, e nessun saluto poteva essere più
25

caldo e sincero di quelli con cui io

Viva

l'

la rapidità

con cui

in guerra.

Con quanti

si

diventa amici fraterni
volti

gro

sorriso cordiale

mani

corre incontro colle

amici che non

scambiano

telli.

sei?

i

si

questi

in

franchi,

aperti,

giovanili e intelligenti ho scambiato

si

ringra-

li

mi augurarono buona fortuna.
Italia, e sempre avanti! E incredibile

ed essi

ziai

un

giorni

tese,

!

alle-

Ci

si

come vecchi

vedevano da vent'anni,

nomi, e siamo subito come

ci

fra-

—

Poche domande s'incrociano:
Di dove
Che reggimento? Dove sei diretto? Come

va?

— Poi

che

si è

qualche rapido ragguaglio su quel

visto e che si è fatto, con rilievi e con-

siderazioni

da vecchi

strateghi,

come

tanti

napoleoncini, con ampi gesti pieni di gravità,

da far sudar freddo tutto
Austriaco, se

È

li

lo

stato maggiore

— Vedi

vedesse.

quel monte?

già tutto nostro. Quello di fronte è ancora

austriaco, per ora,

parte

si

ma

vedrai che da questa

sta preparando

una grande avanzata.

Ora stanno salendo qua parecchie batterie.
Poi

si

segnano a dito

i

paesi lontani, le grandi

cime azzurre. Pinalmente vengono

—

Dunque

addio,

—

caro.

i

saluti.

Tante buone cose.
26

Forza. Auguri.

Buona

fortuna. Ci rivedremo

a Trieste. Viva l'Italia

—

!

Una

bella risata

argentina, e via, col cuore gonfio di baldanza.

Già

vita di

la

amicizie rapide

caserma favorisce molto

le

simpatie altrettanto re-

e le

pentine quanto calde, sincere; poiché l'amicizia avvezza

ad essere

ma

ciativi,

schietti, cordiali e spic-

in guerra

questa bella facoltà,

questo senso di solidarietà

fratellanza

di

e

sono, a dir poco, centuplicati. L'uniforme ci

rammenta che siamo uguali
adempiere

morte
terra

stessa

alla

a

un

in

ad

chiamati

e

votati

ma

causa,

conquista,

di

esposti

dovere,

stesso

lo

fino

alla

trovarci

il

guerreggiata,

terra

pericolo comune,

ci

vedere

fa

nel commilitone, nel compagno, nell'amico,

che domani potrà cadere

fratello, colui

in

il

al no-

stro fianco, che potrà sorreggerci ferito e barcollante, che potrà porgerci

devoto un'ultima parola

!

Come

apre

affievo-

di saluto alla

alla patria, ai cari lontani.

guerra

con voce

nostro labbro con cuore

lita e raccogliere dal

il

Come

cuore

!

vita,

affratella la

Ci insegna ad

essere amorevoli, fiduciosi, franchi, espansivi.

Con

la

sua

terribile

e

fierissima

eloquenza
27

realizza d'un tratto, tra

i

soldati combattenti,

l'esemplare d'una società ideale

vagheggiarla
il

più sognatore, una società come ce

filosofo

i'ntravvedere

la fa

come potrebbe

più incontentabile moralista,

il

il

Vangelo, mentre ce

promette sicuramente come premio

la

al di là,

una società dove gli uomini si amano © si
soccorrono per un impulso irresistibile d'affetto, dove non cercano di danneggiarsi o di
ingannarsi, perchè sanno che il danno e la
menzogna sono funesti a tutti e a ciascuno,
dove non si oltraggiano e si disonorano colla
diffidenza reciproca.

un po' ottimista. La guerra in sé non ammaestra nessuno. Tu ed io sappiamo bene che al mondo
Parlando

non

c'è

cosi,

nulla

s'intende, sono

capace di render gli

migliori, né la pace, né la guerra,

rienza,

né

la

uomini

né l'espe-

scienza, né l'educazione, nulla

all'infuori della grazia del Signore.

Però

la guerra,

come

tutti

i

grandi

flagelli

da cui è tribolato il genere umano, ha questo
di buono, che mette in rilievo il fondo vero

umana, la palesa com'è, in tutto
ha di abbietto o di nobilissimo,

della natura

quello che
28

rompendo

la

finzioni

ipocrisie

e

menzognera

fragile scorza

Un uomo

sociali.

delle
e

un

popolo in guerra debbono mostrare per forza
quel che valgono.

Un

popolo mostra

le

sue

qualità, disciplina, serietà, costanza, pertina-

grado di civiltà

cia,
lità,

;

o

suoi difetti, indoci-

i

facilità a scoraggiarsi, sfiducia, barbarie,

efferatezza.

La Germania, come

conosciamo bene e

la

a fondo, ora che l'abbiamo vista in guerra!
Il

come si sono
come li abbiamo

Belgio, la Francia, la Eussia,

rivelate nelle loro jatture,

amati e ammirati, quei popoli energici, coraggiosi e

mini,

intimamente sani

Un uomo

vedere tutto
la

sua

viltà,

alla vita, si

!

E

cosi è degli uo-

cattivo, in guerra, fa subito

suo egoismo, la sua brutalità.

il
il

suo miserabile attaccamento

svela fanfarone, menzognero, in-

mentre l'uomo verain grazia di Dio appare subito

fingardo, disobbediente,

mente buono

e

com'è, pio, generoso, entusiasta, solerte, ani-

moso,

disciplinato, pronto

a ogni

sacrificio,

impavido nel pericolo, affettuosa e servizievole
coi

compagai, affabile coi sottoposti, rispettoso

coi superiori.

E

poiché gli uomini, tutto som-
29

mato, sono generalmente assai migliori di quel
che

si dice,

popolo pieno d'energia,

rettitudine

di

sana gioventù, sono queste
si

sono un

in ispecie

e gl'Italiani

le qualità

e

di

che più

palesano nel nostro esercito in guerra: una

serenità a tutta prova, una gaiezza familiare,
un che di spigliato e disinvolto. Nell'intimità
ci amiamo tutti, poiché il più delle volte il
non amarci viene dal non conoscerci. Eccoti
un bell'esempio caldo caldo: è qui con me,
assegnato al medesimo battaglione, Giuseppe
Prezzolini.
bile

geìius,

Figurati
e per

come Rinaldo

e

!

di

Due
più

diversi »

di fé

«

Come

Sacripante,

guardati in cagnesco,

irrita-

letterati,

prima

di

ci

siamo

conoscerci

!

Abbiamo polemizzato con acrimonia, siamo
ante ju-

stati avversari inconciliabili persino

dices.

Chi mi avrebbe detto che l'avrei amato

come un fratello? Eppure eccoci qua uno dei
momenti della mia giornata è quando
:

più cari

vedo

la

sua figara sparata e intelligente sgam-

bare allegramente tra
6 posso

Uno

scambiare con

le

capanne del campo,

lui

un

di noi scende in trincea;

che possa succedere,

saluto fragoroso..

non

si

sa

mai quel

ma c'intendiamo senza par-
30

lare, e ci

di

scambiamo nel brio una buona stretta
forte del consueto. Si può discu-

mano più

tere, senza pigliarci per

i

capelli,

anche di que-

stioni sociali e religiose, che è tutto dire.

E

vero che egli di capelli ne ha pochi, e quanto

me

come un ergastolano di
miracolo non è perciò
meno stupefacente. E come son contento di

a

sono

rapato

Portolongone,

ma

conoscere meglio

il

il

suo spirito penetrante, che

vede cosi giusto in tante cose, da cui ho tanto

da imparare!

E

che compagno prezioso!

Umore

da gentleman, che rimaggiormente nella goffa montura da

inalterabile, correttezza

salta

fantaccino che lo infagotta, spirito pratico e

pieno d'iniziativa, indole arguta,

impagabile. Vedi un po'

un camerata
debbo

quanto

Allorché la mattina del primo set-

guerra.

tembre, a buon'ora, giungemmo

tutti, in

mitiva, coi nostri zaini sulle spalle,

mando

alla

di brigata al

Comando

dal

co-

Co-

di reggimento,

mentre aspettavamo di essere assegnati alle
varie compagnie e assistevamo ai tiri delle
nostre

batterie antiaeree

contro

l'aeroplano

austriaco, ai nostro Prezzolini giunse

spaccio.

Lo

aperse con ansia.

Era

il

un

di-

telegram-
31

ma

che gli annunziava la nascita d'un bam-

bino. Ebbene,

quando

egli ci lesse

con fierezza

commossa

parole

con cui

suo

le

Giuliano gì 'inviava
sibile dire

fu per

il

amammo

il

il

piccolo

suo primo bacio, è impos-

che festa intima e cara e affettuosa

cuore fraterno di tutti noi, e come
subito di lontano

quella creaturina

nuova, quel nuovo piccolo cittadino

d' Italia

che nasceva con auspici cosi fausti ed era
destinato a vivere in una Italia più grande,

più forte e più gloriosa, al cui splendido avvenire

ci

accingevamo a lavorare un pochino

anche noialtri

Per andare
là,

Comando

del reggimento, e di

per giungere finalmente a destinazione, in

prima

percorremmo poi non più le rema una zona non meno importante,

linea,

trovie,

quella dei
tutto
le

tutti.
al

il

posti

avanzati, dove

si

sviluppa

servizio di sicurezza e di collegamento,

estreme propaggini, come

coli vigili

gli ultimi tenta-

armati e minacciosi del nostro eser-

cito in guerra.

Quivi sono sparse

e le vedette, che fanno di tutti

d'armata, distesi lungo

il

i

le pattuglie

nostri corpi

fronte a contatto col

nemico, come un unico immenso organismo
32

animato,

attento,

sensibile,

pronti

tramiti

messaggi,

a

intelligente,

trasmettere

comandi. Quivi sono anche

i

coi

allarmi,

gli

le

i

zone

dalle grandi artiglierie, le voci fragorose e to-

nanti della guerra, e tutto questo appena visibile,

dissimulato nell' intreccio
vie' mulattiere,

delle

monti, nei
si

ciuffi di

tra

i

piante.

capriccioso

dorsi

Un

verdi dei

grande pezzo

scorge appena quando siamo a due passi.

Tutto quel che

si

vede

sono

pochi

soldati

immobili, quasi dispersi qua e là a caso.

La

guerra sembra lontanissima, quando vi siamo
in mezzo.

La

regione dove più ferve appare

immersa nella più ampia

A

presto

il

tranquillità.

seguito, cioè le cose più inte-

un lungo bacio, cara mamma,
buon animo. E/icordami a tutti gli

ressanti. Abbiti
e sta'

di

amici.

Tuo
Giosuè'.

(U)
7 Settembre 1915.

Mamma
anche

ieri

cara,

ho aspettato invano tue

mentre sono ansioso d'averne. Che

notizie,

fa

Gino?
33

Come

stai

E

zione?

Ho

le

tu?

Com'è andata

dell'assicura-

faccende di casa?

cominciato a spedirti delle lettere aperte

di otto pagine, perchè la censura

mette di più. Se vuoi, mandale

non ne per-

al giornale,

per

ordine progressivo di data.

Continuo a star benone, mangio, dormo come

un

dio

dell'Olimpo. Credi, la guerra è una

vera cuccagna, e c'ingrasso come un suino.

Oggi sono occupatissimo intorno ai soldati.
Domani andremo in trincea.
Saluta caramente tutti gli amici. Poi a qualcuno scriverò direttamente. A te, per tua regola, ho scritto puntualmente ogni giorno. Hai
ricevuto tutto?

Mille e mille lunghi baci.

Giosuè'
(12)

8 Settembre 1915.

Mamma

adorata^

oggi scendo alle trincee per fare
lati,

i

retico-

giù in un paese che non posso dirti, al

solito.

Starò qualche giorno, e non so se avrò
34

tempo

di scriverti. Perciò

non t'impensierire,

se scrivo più irregolarmente. Sto bene, tutto

va bene, sono allegrissimo, pieno di fiducia.
Aspetto con ansia tue notizie,

ma

spero d'a-

verne oggi o domani. Di' all'amministratore
che le mie giornate di servizio furono esat-

tamente dal 18 marzo al lo
21, dal 9 al 19 di maggio, a

aprile, dal 13 al
lire

Saluta tutti festosamente, e

di'

14

al giorno.

che non

di-

mentico nessuno, che ho tutti in cuore. Sta'
tranquilla e contenta,

chè nessun uomo

come

il

al

mamma
mondo

mia d'oro, per-

è felice e sereno

tuo

Giosuè
(13)

9 Settembre 1915.

Mamma

carissima^

anche ieri non ho ricevuto nulla, mentre il
Querci ha già ricevuto ben due lettere da sua
madre. Come va questa faccenda? Speriamo che
oggi giunga qualche cosa a tranquillizzarmi,

perchè sono veramente impensierito.
35

Abbiamo cambiato residenza per qualche
giorno, e siamo venuti in un luogo più soddisfacente, dove abbiamo anche un po' d'artiglieria. La nostra dignità si sente un po' più
soddisfatta,

ma

per ora

ci

troviamo quasi nel-

l'inazione. Continuo a star benissimo.

La

guer-

ra è una villeggiatura. Credevo di trovare
l'epopea, e trovo la georgica

;

aspettavo la vita

eroica, e trovo la vita pastorale.

con me
ad accarezzarmi

Ho

persino

una^bella pecorina domestica, che viene
col

musino.

Un

bacione gran-

dissimo.

Giosuè'
(14)
10 Settembre 1915.

Mamma

w,ia,

ma dunque? Ancora non
da

te.

ho ricevuto nulla

Giorgio ha ricevuto tre lettere da sua

madre, e soltanto da una di queste ho saputo
che il 3 vi siete telefonate. Io ho già ricevuto
lettere da Koma, cartoline d'amici, con la sola
indicazione del reggimento, mentre tu devi già
36

mio indirizzo
settimana. T'ho sempre
sapere

il

esatto,

ormai da una

scritto con

la

massima

puntualità ogni giorno, ed ho scritto solamente
a

te,

perchè non m'importa di nessun altro

al

mondo. Dunque scrivi, scrivi, magari un rigo
giorno; mi basta. Speriamo che venga
al
oggi qualcosa, perchè comincio a sbuffare.

Sto benissimo, tutto va bene.

Abbiti centomila baci.

Giosuè'
(16)
11 Settembre 1915.

Cara mamma,
anche ieri niente. Comincio a rassegnarmi,
pensando che forse la colpa è della posta di
guerra. Ti scrivo in gran fretta, perchè oggi
sono occupatissimo. Qui si fanno tutti i mestieri,

persino

pentieri.

i

boscaioli,

i

legnaioli,

i

car-

In questo lato del fronte comincia un

periodo di vivace attività.

A

proposito,

vorrei

sapere

se

la

signora

* * * ricevette

un mio lungo telegramma

condoglianza,

giorno 4.

il

di
37

Continuo a star bene

di salute e di spirito.

Saluta con affetto tutti gli amici.

A

te baci

e baci interminabili.

Giosuè'
(16)
12 Settembre 1915.

Mamma

cara,

posta maledetta!

Ancora

nulla.

Tutti mi

consolano, dicendo che accade comunemente di

dover aspettare a bocca asciutta anche dieci
e

quindici

giorni,

prima d'aver

lettere.

Pa-

zienza, dunque.

Tra due giorni lasciamo nuovamente le trincee per tornare al campo con la riserva. Qui
siamo stati benone. Ma ormai son persuaso che
la

guerra non esiste, è un mito. Pensa che

non ho ancora visto un Austriaco, e che forse
non ne vedrò mai il grugno. Però li sentiamo,
questo si, e anche loro sentono noi. Abbiamo
delle artiglierie meravigliose. Non ho ancora
avuto il tempo di scriverti qualche altra lunga
lettera, ma ne avrei delle cose da raccontarti
!

Saluta tutti. Ti stringo a

me

con un lungo

abbraccio.

Giosuè*
38

(17)
18

Mamma

Sette::ihre 1915.

mia,

domani ritorno al campo, perchè abbiamo
il cambio con le altre compagnie. Dentro oggi
spero d'avere il tempo di scriverti una lunga
lettera. Di qua vado via mal volentieri, perchè è molto divertente avere gli Austriaci a

due passi. Avevo anche una magnifica baracca, piena d'ogni ben di .Dio. Qui ho libri,
giornali,
sorta,
via,

pranzi

succolenti,

sigarette e sigari

dolciumi

e liquori

d'ogni

da buttar

perchè non fumo e non bevo. Chi

si sa-

rebbe mai immaginato che la guerra fosse una
simile cuccagna?
è la posta.

Lo

La

sola cosa che

mi manca

crederesti? Ancora non ho rice-

vuto nulla di nulla, salvo un gran numero di
lettere e cartoline insignificanti.

Ma

ricevere molta roba tutta insieme,

spero di

come acca-

de spesso con questo servizio bislacco.

Abbracci e baci interminabili.
Giosuè*
39

(18)

14 Settembre 1915,

Mamm^a

adorata^

impossibile dirti la mia gioia pazza, quando
ieri

ho finalmente ricevuto

Prima ho

la tua lettera del 9.

ballato la tarantella con volteggi di

moschetto e lancio di berretto a venti metri

ho pianto come un bambino a

d'altezza, poi

Mam-

leggerla, rileggerla e coprirla di baci.

ma, non

ti

adorerò mai abbastanza.

una lunga lettera per il
Nuovo ». So che ne ha pubblicata una, ma
non l'ho vista. Perchè non mi fai spedire il
giornale? Hai letto nel Giornale d'Italia del
Ieri t'ho spedito

«

13 l'articolo del Bellonci su di

Oggi torno
Di'

alla

me?

campo. Tutto bene.
sarta che prendo parte
al

alla

sua

sventura con cuore fraterno. Quella santa lassù

non ha bisogno

sue.

ma

delle nostre preghiere,

piuttosto

delle

Conforta

buona giovinetta, come tu

sola

puoi.

che

si faccia

cia

illimitata nella bontà del Signore.

noi

cara e

quella

Dille

coraggio, ed abbia sempre fidu-
40

Saluta tutti, specialmente
vannozzi,

il

Can.

Vamba,

Magri, p. Guido.

Gio-

p.

Baci

e

baci.

Giosuè'
(19)
15 Settembre 1915.

Mamma
il

mia adoratissima,

Signore ascolta certamente

f
tue' pre-

le

ghiere e di tutti quei cari che pensano a me.

Oggi

è

venuto

al

campo

il

signor

Generale,

che mi ha fatto molti complimenti, mi ha detto
che conta molto su di

me

per tener vivo l'en-

tusiasmo dei soldati, e infine mi ha annunziato

che m'affiderà

comando d'una ventina di
a mia scelta, per un servizio

il

uomini provati,
molto onorifico e

bello,

il

tutto perchè ho dato

prova di sagacia e di sangue freddo in due
piccole imprese compiute felicemente in questi
giorni, che ti racconterò al

Gino m'ha

scritto, e gli

mio

ritorno.

ho risposto. Ora che

sono in riposo, mi farò vivo con gli amici. Per
adesso ho scritto sempre solamente a

te,

salvo

una piccola eccezione che indovini. Per ora
41

saluta tutti, specialmente l'Annetta, la Marina,
l'Elena, la sarta, p. Biagio, p. Eletto, la
dre,

Vamba, Campana

e

Annetta,

signorina Mazzinghi.

la

fragoroso di

un

A

te

il

Ma-

mio Guido,

un bacio

più

colpo da 305-

Giosuè'
(20)
16 Settembre 1915.

Mamma
QO ricevuto
j

stata per

tua seconda

cara,
ieri la

tua lettera del 12, che

me un'immensa
si

La

consolazione.

deve essere smarrita, perchè ne

ho ricevute due sole. Grazie di tutto quel che
mi dici, e che è per me la prova più fulgida

che tu ed

io

abbiamo un'anima

sola.

La

sola

grazia che chiedo al Cielo è di saperti sempre
cosi, forte,

T'invidio

serena e tranquilla.
le

magnificenza!

un

prediche del Magri. Chissà che

A proposito di

e d'ora innanzi tutti

i

giorni farò altrettanto,

d'ordine del Comando. Bravi
li

prediche, ieri feci

discorso alle compagnie schierate e armate,

ragazzi!

Mi stanno

un'ora, attenti e impalati, senza batter

ci-
42

glio. Ieri alcuni si

son commossi.

Il

mio

di-

scorso piacque molto agli ufficiali e moltissimo
al

nostro cappellano che stava a sentire. Pensa

che uditorio e che cattedra, per un oratore!

Sono molto contento.
Presto

ti

spedisco una lunga lettera per

«Nuovo». Le

cartoline, s'intende, sono

il

per

te sola.

Qui c'è un po' da fare, ma va benone. Un
tempo di paradiso. Abbiamo una baracca che
è una reggia, dove stanno anche i nostri scudieri,

Nicola e Lorenzo. Saluta tutti e ricambia

con affetto speciale

buona Elena.

la

Uu

bacie

interminabile dal tuo

Giosuè
(21)
17 Settemhre 1915.

Cara mamma,
per quanto oggi sia di
spero d'avere

il

tempo

giornata al campc-

di scriverti

una lungi

In questi giorni stiamo facendo una
vita cosi pacifica, oziosa e piacevole, che quasi
mi vergogno d'essere cosi poco soldato, mentre

lettera.
43

negli altri punti

muore.

Non

del

faccio

fronte

si

combatte e

si

che passeggiare, leggere,

mangiare, cantare, scherzare e dormire. Giornate piene di sole, notti stellate e magnifiche,
la

vita

gaiezza,

che

del
i

campo piena d'animazione

e

di

nostri attendenti, pieni di premure,

ci offrono frutta eccellenti e fiori, e

ogni

giorno hanno una trovata ingegnosa per ab-

comoda la nostra capanna.
I cannoneggiamenti sembrano feste pirotecniche lontane, abbiamo spettacoli d'aviazione e
gare a tutte le ore, un po' di tiro a bersabellire e rendere più

glio, di notte

raggi e

riflettori.

E

questa è

la

guerra ?

Andasti da Beltrami a prendere
Pascal per

A

il

il

libro di

padre Cantini?

proposito:

ma

che panzane racconta

il

giornale sul conto mio ? La signora Querci ha
mandato stamane a Giorgio un telegramma
tutto spaventato. Purtroppo in questa amena
villeggiatura non c'è modo di far l'eroe temerario, neppure volendo. Un bacio infinito.

Giosuè'
44

(22)

n
Mamma
il
la*

Comando

Settembre 1915.

mia adorata,
del nostro battaglione

ha posto

sua sede in un villaggio accovacciato sulla

domina la valle
del fiume sporgendosi per due ampi costoni ad
anfiteatro, in mezzo ad altre alture simili,
cresta d'un colle verde, che

tutte già in nostro sicuro e inespugnabile possesso. Il

villaggio,

che è posto a circa un

seicento metri sul livello del mare, scopre per
grande spazio i contrafforti meridionali delle
Alpi Giulie, curve dolci e bellissime, d'un

verde smeraldino, in mezzo alle quali serpeggia
la

più ridente e incantevole vallata che tu

possa immaginare, irrigata dalla fragorosa e

limpida corrente dell'Isonzo. Ah,
se questa non

gare

me

è Italia,

mia,

stesso mille volte.

Il villaggio è tutto
tiferi:

mamma

son pronto a rinne-

circondato da alberi frut-

peri, meli, noci e specialmente susini,

tanto sovraccarichi

da parere

violetti.

Tutta
45

resto, rigurgita di frutta

del

la vallata,

come

ravigliose;

la

Cornucopia.

Le

me-

nostre

pattuglie avanzate che perlustrano la riva, talvolta a pochi metri

dalle

trincee e dalle ve-

dette austriache, si fermano a coglierle, sbuc-

mangiarle allegramente, come se

ciarle e

il

nemico fosse a cento miglia di distanza e non
gettasse ad ogni momento i suoi razzi illuminanti e

i

fasci di luce dei suoi riflettori.

Anzi

dinanzi al pericolo le frutta sembrano anche

più saporite, e

si

gustano col piacere di com-

mettere la più faceta monelleria del mondo.

n

villaggio è

dunque molto grazioso

e pit-

toresco, roba da idilli di Teocrito, da egloghe
virgiliane,

non

c'è

da pastorali del Guarino, ma, ahimè,

una casa che non

sia sventrata dalle

Il paese è stato bombartempo prima che arrivassimo noi, e
molte case ridotte a mucchi informi di mace-

granate austriache.
dato, poco

rie annerite,

qualche cosa di simile alle case

come le vidi nel dicembre del 1908.
quel bombardamento fu un inutile

di Messina,

Del resto

sfoggio di crudeltà

bravacciona,

stile idiota dei nostri avversari.

secondo

Le

lo

sole vit-

time di quella prodezza furono due poveri

miili|
46

momento, e in seguito saranno i poveri
abitanti esuli, quando torneranno e dovranno
rifare tutto da capo, perchè non ritroveranno
un briciolo delle loro povere robe e masserizie.
Il campo che accoglie le riserve del nostro
battaglione è disposto in un declivio « defiper

il

lato », ossia al riparo delle artiglierie

all'ombra di castagni, lecci,
tissimi faggi

e

larici,

qualche abete,

nemiche,

alcuni

al-

cosicché nei

pomeriggi di queste dolci giornate antunnali
io

posso stendermi sub tegmine patulae fagi,

proprio

come

Titiro nella prima egloga.

per farti capire come va

prima

linea,

«

Tanto

la vita dei soldati in

dicerolti molto breve »

,

senza

scendere a particolari che procurino qualche
dispiacere al censore. Ogni battaglione tiene

due compagnie in riserva e due compagnie

alle

grandi guardie alternativamente, di sei giorni
in sei giorni. Dalle grandi guardie, che sono
i

posti avanzati a

una mezz'ora circa dalle rimezzo dei posti di

serve, legate a queste per

collegamento,

si

partono

le piccole guardie,

che

stanno nelle trincee giorno e notte, sempre
deste e all'erta, con tanto di fucile spianato,
e le pattuglie, che, pure

avendo

i

loro posti
47

di ritrovo, girano e perlustrano avanti a tutti,

sorvegliate ogni

momento

terni in ispezione.

Ma

dagli ufficiali subal-

della vita degli

avam-

posti, che è molto mossa e divertente anche

in

tempo

di sosta e di relativa tranquillità, te

ne parlerò a lungo un'altra volta. Per questa
volta
Il

ti

parlerò della vita al

campo dunque

mole pure cosi

è fatto

— di

campo

in riserva.

— mio Dio,

chiamia-

capanne: capanne scavate

per metà nel terriccio, con un tetto fatto di
assi coperte di zolle erbose, che nelle

capanne

più ricche e sontuose coprono anche uno strato
di tegole.

Le

gli aeroplani

zolle erbose sono per

ingannare

nemici, perchè non possano scor-

gere l'accampamento dall'alto. Quando l'aeroplano è in vista, e si cominciano a sentire i
rombi frequenti delle batterie antiaeree, si ri-

piegano in fretta
i

panni

stesi,

glie delle

i

teli

ed ecco tutti

capanne

i

si ritirano

soldati sulle so-

col naso per aria a seguire

campo ha

la caccia. Il

da tenda e

tutto

l'aspetto

d'un

villaggio di trogloditi. Il lusso è tutto all'in-

mia cara mamma, noi possiamo
permetterci dei lussi, e ogni capanna rivela
terno, perchè,

chiaramente

i

gusti e l'indole dei suoi abita-
48

quali ne sono stati, novantanove su
anche gl'ingegneri costruttori, dirigencento,
do personalmente il lavoro degli zappatori.
tori,

La

i

guerra, se non avesse altro vantaggio,

ne ha uno indiscutibile, quello di dimostrare

chiaramente quanto sia mutevole e relativo il
concetto della felicità terrena. Poveri voi, che
siete rimasti a casa!

è

ingombrata

vita

la

cittadina

siete fatti gli

Di quante cose superflue

vostra povera e complicata

Di quanti ninnoli
schiavi Quante cose
!

insulsi

!

vi

vi circon-

dano che credete indispensabili, e non sono
altro che impacci inutili E invece non sapete
!

quanto poco basta ad un

uomo per

fare

una

vita sana, allegra, attiva e forte, la più piena
e ricca del

mondo. Chi dei miei amici non

si

crederebbe giunto all'estremo dell'inopia e della
infelicità, se fosse costretto

in

una specie

a lavarsi

soglia di casa sua; se dormisse

dove

si

le

mani

di catinella approssimativa, sulla

entra carponi, sopra

in

una tana

un mucchietto

biada appena coperto da un cencio ? Eppure
nostri profondi sonni

non sono meno

da sogni lusinghieri, eppure all'alba
voci di saluto

non sono meno gaie

di
i

allietati

le

nostre

e squillanti,
49

le

meno

gio-

ti ripeto,

pos-

nostre risa giovanili non sono

conde e clamorose.

E

poi,

come

siamo fare del lusso. Le cose che per voi sono
indifferenti e
tuali

insipide, che vi sono cosi abi-

da non accorge vene

nemmeno

più, per

noi diventano magnificenze inaudite. Chi dunque è più felice? Che motivo di gioia è per
voi l'avere in casa delle sedie? Ma quando

mio fido scudiero, si presenta sulle soglia del mio allegro tugurio agitando trionfalmente in pugno un panchettino
alto un palmo, che ha trovato chi sa dove,
dovresti sentire il grido d'esultanza con cui
mi felicito con lui della preziosa trovata.
Quand'ero a casa mi pareva ben naturale di
Gaspari Nicola,

il

avere tante librerie, e la cosa mi era perfet-

tamente indifferente, mentre qua è stato un
gran bel momento quello in cui ho potuto
adattare alla parete della mia capanna una
tavoletta a mo' di scaffale, per allinearvi
bell'ordine Dante,

Omero

e l'Ariosto,

gelo, Sant'Agostino e Pascal e

perfetto caporale e

montando

il

i

il

Van-

Manuale

del

Soccorsi df urgenza ^ sor-

un'immagine ovale di
Bambino, regalatami dal

tutto con

Nostra Signora col

il

in
50

nostro

dottore. Questo

fortunato

mortale,

il

ha una capanna
che sembra un palazzo, piena d'ogni ben di
Dio. Pensa che egli ha un vero lavamano,
proprio autentico, un vero tavolino con tutte
grande capitalista del luogo,

gambe, una lanterna' appesa al
(quella però l'abbiamo anche Giorgio

e quattro
soffitto

le

ed un tabernacolo con
la Sacra Famiglia, dietro al quale si annida
una scatola armonica che suona fino a tre
ed

io, invidia tissimi)

Questo

ariette differenti.

bene intendi, un
indiscusse.

E

il

come
una supremazia

gli conferisce,

prestigio ed

giovane e valentissimo dottor

Giovanni Quenda, piemontese, che
il

rischio d'esser

mandato in

ieri

bricioli

corse

da una

granata indiscreta scoppiata a un passo da
lasciandolo incolume per
egli

ha

la fortuna

tenente Cresci ha

della,

un miracolo.

lui,

Ma

scatola armonica,

se
il

quella del servizio da tè, e,

capirai, questo ce lo rende molto rispettabile.

H tenente

un palagio in cui non
seduti se non con molto

Maltagliati ha

può stare in piedi o
stento, ma ha il pregio inestimabile che è riparato in modo sovrano, e non ci piove neanche
si

quando imperversa

il

più torrenziale uragano.
51

Giorgio ed io viviamo fraternamente, quando
non siamo alla gran guardia, in una capanna
dove abbiamo persino una finestra con vetro
e tendina. Dai lati dei telai passa uno spiffero
indiavolato, ma questo contribuisce ad aereare
l'ambiente. La capanna è cosi vasta, da accogliere ben quattro giacigli, tutti sollevati da
terra, come se avessero la presunzione di parere letti. Quando dormiamo abbiamo il soffitto
a un palmo dal naso. Due giacigli sono per
me e Giorgio Querci, e due per i nostri attendenti, Gaspari Nicola di Ascoli Piceno e

Lorenzo di Bergamo,

forelli

una

lettera a parte, per essere

Ga-

quali meritano

i

degnamente

ce-

lebrati in tutte le loro virtù, semplici e prodi,

buoni e
liani.

fedeli,

due veri

— In riserva

La vita militare

del

e perfetti soldatini ita-

la vita

non

campo

si

è

molto variata.

riduce al consueto

servizio di sicurezza, al rancio, alle « corvées »

un

po' d'istruzione ai soldati, qualche rivista,

come

Siamo a pochi passi
dal nemico, e la guerra sembra lontanissima.
S'inganna di molto chi crede che in prima
linea di fuoco, almeno li, la guerra si veda.
quasi

Chi

si

in caserma.

figura grida, fucileria, si è fatto della
52

guerra un'idea fantastica e convenzionale, diversissima dal vero. Un'azione decisiva è molto
più

un macello
un orrendo uragano

questo, è

di

sterminio,

uno

infernale,
di

ferro e di

fuoco, da cui si esce sbalorditi ed esterrefatti

come da un cataclisma; ma un'azione decisiva
è rara, avviene soltanto nelle grandi avanzate,

ed è

il

risultato ultimo di

una lunga

plicata preparazione, che alle

volte

e

com-

dura dei

mesi e di cui a noi non giungono che vaghi
e rari indizi: notizie di batterie che vengono
spostate e piazzate a qualche
distanza, inquadramenti

mezzo

di

chilometro di

terreno fatti per

di aggiustamenti di tiri, che ci sentiamo

i^assare sul capo quasi a capriccio,

rale che fa

una

un geneun an-.

frettolosa ricognizione,

dirivieni di rapporti, di ordini e d'intese, qual-

che spostamento di masse; un lavoro immenso, dalle linee colossali, che è compiuto con

una maestosa

e terribile lentezza di settimane

e settimane, e che ci

sfugge appunto per la

viviamo in mezzo.
Continuerò in un'altra lettera. In questa

sua vastità, sebbene

mi

ci

resta appena lo spazio per

un tenero

bacio.

Giosuè'
53

(23)

18 Settembre 1915.

Mamma

cara,

ho ricevuto una tua cartolina che ho
accolto con una gioia indescrivibile, e poi una
ieri

lettera di

Biagio e una della Marina, a cui

risponderò.
blicata sul «
tra, se

che
i

le

Ho

Nuovo

faccio

mia lettera pubOggi ne manderò un'al-

visto anche la
»

.

in tempo,

ma

di'

al

giornale

mettano un po' meglio, senza sciattare

periodi e senza troppi

svarioni tipografici.

Qui va tutto bene, troppo bene. Ho fatto
grande amicizia coi soldati, che sono proprio
dei gran bravi figliuoli. Se ci muoveremo,
m'impegno di portarli avanti come tanti leoni.
Rammentami caramente a tutti gli amici,
e soprattutto raccomandami alle preghiere delle
care Morine, cosi predilette al Signore. Mille
e mille baci ardenti dal tuo

Giosuè'.
54

(24)
19 Settembre 1915.

Mamma
ieri

m,ia,

ho ricevuto

la

tua bella letterona del

14, e ormai spero di ricevere qualcosa tutti
giorni, la qual cosa
fa a ristampare

il

mi rende

«

felice.

Ma come

i

si

Testamento »? Proprio non

metteva conto. Grazie delle tante belle cose
che mi racconti di te, che ho letto e riletto
con avidità insaziabile. Per conto mio ho poco

hanno fatto a gara per
offrirsi a venire con me, e continuano a offrirsi
anche adesso che la squadra è completa. Adesso
da

dirti.

me

li

sto

I

soldati

istruendo.

Domani torno giù

gran guardia, dove rimarrò
di poterti

n

sei giorni,

scrivere egualmente tutti

ma
i

alla

spero

giorni,

tempo ci vola, tanto
il tempo di finire la
terza lettera. Vorrei rammentarmi direttamente
a tutti gli amici, ma come si fa? JPallo tu per
me, e intanto abbiti un mio lungo e ardente
da fare è molto, e

il

che non ho avuto ancora

bacio.

Giosuè'
55

(25)

20 Settembre 1915.

Cara mamma,
la

novità più importante è che domani sera

ci

diamo

il

nostro è al fuoco ormai da

il

cambio

col terzo battaglione, poiché

quattro mesi.

Andremo un po' più indietro, accantonati presso
il Comando del reggimento,
cioè più comodi,
carreggio, alle cassette, alla posta,

vicini al

3CC. Solo ci

aumenterà

il

lavoro, ecco tutto.

cadde vicinissima una granata. Scop-

Ieri ci

piò tra

il

medici,

e

scalfittura

comandante di battaglione e i due
soltanto uno di questi ebbe una
impercettibile in una gota. Un vero

miracolo.

Intanto

io

continuo l'istruzione del mio plo-

tone d'esploratori, che promette di riuscire

il

più prode manipolo d'eroi di questo mondo.

Peccato che non

Ora poi

si

ci

sia nulla

da fare!

va indietro nell'inazione più asso-

luta e lontani da ogni rischio. Se ti chiedono

che professione esercita tuo

figlio,

mamma,

rispondi che faccio l'eroe disoccupato.
56

Ho

ricevuto

gnificamente.
tolina e

una

«

i

Ho

Testamenti

»

,

stampati ma-

ricevuto anche una tua car-

lettera di Gino, di costà.

Speriamo

che possa entrare nel plotone. Comincio a ricevere anche
tire

un

il

giornale.

po' di freddo,

Qui

ma

si

comincia a sen-

sta' tranquilla, per-

chè son coperto e sto benissimo. Spero di
ricevere presto

i

guanti e la sciarpa. Quassù

non mi manca assolutamente

nulla, e da

domani

starò ancora meglio. Continua a star serena
e tranquilla. Io son fiero di te, e ti adoro ogni

giorno

di più.

Saluta tutti,

e

abbiti

molte

migliaia dei miei baci più teneri.

Giosuè'

(26)

21 Settembre 1915.

Mamma

mia adorata,

stasera partiremo di qua, con mio grande
dispiacere: prima

riposarci senza
e poi perchè

perchè andiamo indietro a

essere niente affatto

stanchi,

m'ero affezionato a questo luogo.
qua dai miei zappatori una

Ieri feci costruire
57

tettoia e

un

altare, per

la

messa, che è una

magnificenza, e ora se lo gode

il

terzo batta-

glione.

Continuo a ricevere regolarmente
ed
il

di

Ilo

tuoi scritti tutti

Cardinale, clie

mi

i

giorni. Ieri

la posta,

mi

scrisse

dice di averti aspettato

giorno in giorno. Va'

presto

a trovarlo,

perchè vuole pregare con te nella cappellina
cara alla memoria di tutti noi.

Continuo a star benissimo.
vera burletta, e non

si fa

La guerra

è

una

che ridere e scher-

zare dalla mattina alla sera. Giorgio

ti

rin-

Che caro ragazzo, e che
compagno per me! Saluta tutti, ed

grazia dei tuoi saluti.
prezioso

abbiti tutti, tutti

i

miei baci.

Giosuè'
(27)

22 Settembre 1915.

Mia cara marama,
iersera

avvenne il cambio dei battaglioni,
una bella marcia sotto la luna, e

poi facem^no
ci

accampammo

vicini al

mento, in un luogo molto

Comando del reggiPr'ma d'addor-

bello.
58

mentarmi andai con una pattuglia a perlustrare
un paese vicino, poi abbiamo dormito sotto
una tenda preparata dai nostri scudieri. Fa
un po' freddo, e tira un vento indiavolato, ma
sto benone, ben coperto e imbaccuccato, allietato da un buon umore da non temere concorrenza. Oggi ti mando una lunga lettera, che
spero piacerà, e d'ora innanzi, salvo casi impre-

ne scriverò più spesso e più regolarmen-

visti,

te. Ieri, di posta, nulla,

nemmeno

Va' presto a trovare
aspetta.

Rammentami

per te tutti

i

il

il

giornale.

Cardinale, che

ti

a tutti gli amici, e tieni

baci, che ti

mando

cuore.

dal

Giosuè'

(28)

Dalle falde di Monte Cali, 23

Mamma
il

se

1915.

adorata,

latore di questa lettera è

l'84'',

Sett.

un

soldato de!-

che viene a Firenze. Puoi immaginari

non approfitto subito

occasione per mandarti

di

questa bellissiiia

un

saluto più diretto

e più rapido del consueto. Egli ti dirà

come
59

mi ha
salute.
fretta

visto

pieno di forza, di serenità e di

Con questa lettera poi, che scrivo
al lume della mia lanternina, sotto

in
la

nostra nuova bellissima capannuccia, stasera

mentre Giorgio sta scrivendo per conto

tardi,

suo alla sua

mamma,

ti

racconterò in quattro

e quattr'otto varie cosette

che la censura non

lascerebbe passare tanto facilmente.

monte Cali,
presso il Comando del reggimento, come truppe
di rincalzo a quelle della prima linea, ma
Adesso siamo

fino alla

n*'

falde

alle

sera del 21

siamo sempre

Battaglione in un

Nekovo

alto,

proprio

del

paese che
in

stati col

si

primissima

chiama
linea,

sulla valle dell'Isonzo, a poca distanza dalle

trincee austriache.

nostro

Le due gran guardie

battaglione erano in due luoghi

vicini al fiume,

Nekovo

del

più

basso, (bombardato

senza risultato quattro giorni fa) e San Vito,

una chiesetta
stati

isolata

accampati

presso alla quale siamo

sei giorni,

facendo di notte la

vita di trincea, ispezionando le vedette e le pattuglie, e costruendo

son

là, d,air altra

i

reticolati. Gli Austriaci

parte, annidati nelle loro trin-

cee; ogni tanto sparano a caso nel buio, e fanno
60

un grande

sfoggio, perfettamente inutile del

resto, di riflettori e di raggi illaminati.
Il

125°, che è proposto per la medaglia al

valore, è

uno

di quelli che presero parte alla

giornata di Piava,

più terribili

il

16 di giugno, una delle

battaglie di

questa guerra. Noi

ne abbiamo visto i luoghi quasi sotto i nostri
piedi, perchè da Nekovo si vede una gran
parte della vallata del medio Isonzo, si vede
Canaio, Caporetto, ecc. Per molti giorni e
molte notti s'è sentita da San Vito l'eco della
lotta accanita e formidabile intorno a

e Santa Lucia,

uno dei punti più

leria incessante e

Se gl'Italiani

Tolmino

duri: fuci-

cannonate quasi ininterrotte.

la

spuntano a

Santa Lucia,

Tolmino è presa. Se è presa Tolmino, si prende
anche Gorizia, perchè Tolmino domina tutti
i monti dove ora sono annidati gli Austriaci,
al di

là

dell'Isonzo, giù giù fino a Gorizia.

Speriamo che Dio ci assista, e sarà un bel
giorno, quando avremo Gorizia, che è la chiave
di Trieste.

Gli Austriaci lo sanno, e fanno

un grande

sforzo

difensivo.

Anche

recente-

mente abbiamo segnalato l'arrivo di rinforzi
da quella parte. Intanto tutti i nostri monti,
61

ossia

conquistati adesso,

quelli

si

coronano

Ce ne sono a centinaia,
Deport da
Se tu sentissi che musica dalla matsera I duelli delle artiglierie durano

delle nostre batterie.

pezzi formidabili da 149, cannoni
75, ecc.

tina alla

a

!

giornate intere, con boati, miagolii, sibili

infernali, clie ci

passano sul capo incessante-

mente.

La
e

vita in prima linea era divertentissima,

A

stavamo benone.
continua.

festa

battaglione,

Nekovo

alto era una
comandante del
stato promosso maggiore

capitano

Il

che è

un uomo simpaticissimo, adorabile, un
gentiluomo e un soldato esemplare. Si chiama
ieri,

è

Giuseppe Boschi. Lo conoscevo
perchè ha costà la moglie e

fin

da Firenze,

le figlie.

Mi ha

preso a ben volere, ne faccio quel che voglio,

ha parlato di

me

al

generale Agliardi, è lui

che mi ha proposto come

La
e

sera, alla

ufficiale esploratore.

mensa, non ha occhi che per

per Giorgio, che siamo

tratta

come un padre,

ci fa

storielle, recitare versi.

mo

trasformato

il

i

suoi

me

cocchi. Ci

cantare, raccontare

In pochi giorni abbia-

battaglione, ci abbiamo por-

tato un'allegria, un'entusiasmo indescrivibili.
62

Anclie

i

soldati m'adorano, e

in compagnia, che è
di tutti,

il

secondo, è

più ordinato e

il

mio plotone,

il

il

il

migliore

più obbediente.

mio attendente è un angelo di figliuolo, ed
ha per me una specie d'idolatria. Quanto a
coraggio, l'ho visto alla prova, ne ha da riven-

Il

dere.

Non

ti

parlo dei

credo, verrebbero

Sono 24,
i

sei

per ogni compagnia,

più intrepidi,

gli

eroi di

non

miei esploratori che,

anche nel fuoco con me.

i

più astuti,

i

i

più scelti,

più risoluti,

Piava, certi musi, cara mia, da

da

credersi. Quasi tutti si sono offerti

per venire con me. Adesso

me

li

sé,

istruisco, e

poi credo che, se saremo adoperati, serviremo

a qualche cosa. Però questa probabilità
più

difficile,

sciato

la

si fa

perchè da tre giorni abbiamo

prima

linea, e

la-

siamo in riposo.

Il

nostro accampamento domina la valle dell'Iu-

vediamo
Ogni giorno scendo
Nero.
drio, e su in alto

dati della nostra

bagno

e

le creste del

compagnia:

per lavare

i

Monte

alla valle coi
ieri,

sol-

per fare

il

panni; oggi, per far©

istruzione di plotoni in ordine chiuso, proprio

come

in piazza d'armi. Dalla valle, che è

incanto di pace e di bellezza, passano

i

un

feriti
63

reduci di Santa Lucia. Ieri parlammo con un
alpino, che ci descrisse l'accanimento mortale
della

lotta

che

combatte

si

là,

e

vedemmo

un fantaccino che aveva avuto una
scheggia di granata in una gamba. Di faccia
a noi, poco sopra alla valle, presso un villaggio
che non rammento come si chiama, c'è uno
passare

dei primi posti di medicazione con due magnifiche tende ospedali.

Si dice che resteremo qua vario tempo, in

ma

oggi l'aiutante mag-

forse

saremo mandati sul

perfetta tranquillità,

giore

Carso.

diceva che

La

cosa mi sembra

e purtroppo prevedo che

un

po' inverosimile,

staremo qua

La

nazione più di quel che non vorrei.

continua ad andar benone.
gnifico

e

limpidissimo,

Il

nell'i-

vita

è

ma-

tempo

cosicché lo stare in

mezzo a questi monti è una vera delizia. Abbiamo certe notti di lume di luna d'una bellezza fantastica.

La

mattina, all'alba,

un po' di freddolino, ma
mano a mano che il sole

poi passa
si

si

sente

subito,

eleva sull'oriz-

zonte.

Avrei molte cose da raccontarti, da non
finire più,

ma

la

mia candela

sta per consu-
64

marsi, e non ne ho più. Domattina va l'atten-

dente a far provvista al carreggio.

Questa
carsi.

lettera, si capisce,

Hai ricevuto

le altre?

non

è

da pubbli-

T'ho scritto ogni

giorno una cartolina e poi tre lettere d'otto
pagine.
in

Una l'ho vista pubblicata

modo indegno, piena

sul

d'errori,

«Nuovo »
con

frasi

sciupate e incomprensibili, coi capoversi tutti
fuor di posto.

come

ordine?

Mi

ci

vuole a stampare tal quale

fece molto piacere l'articoletto del

Bellonci, che
caso,

Che

scrivo io, che scrivo con chiarezza e con

mi cadde

mentre ero tra

sotto

gli

occhi

per

gli artiglieri di S. Vito.

Qui leggo molto i miei libri, che mi hanno
veramente comodo, una vera provvidenza.
Abbiamo una mensa veramente lussuosa e
mangiamo come lupi. Quello che non ci manca
fatto

mai sono

le

frutta squisite, e poi cioccolata,

caramelle, biscotti, liquori, sigarette e sigari,

da non sapere che farcene. Di mensa spen-

diamo un prezzo

irrisorio:

poco più d'una

lira

del Cardinale.

Va'

al giorno.

Ti accludo la lettera

presto a trovarlo, se puoi, con padre Guido.

Digli tante cose da parte mia: che son felice
65

e altero dell'affetto che

mi dimostra, che spero

mio dovere. Del resto, gli scriverò appena posso, perchè non pare ma c'è
molto da fare, e il tempo passa in un lampo.
di far

bene

il

Rammentami

a tutti, al can. Magri, a padre

Guido, a padre Giovannozzi, a

p.

Coppedè,

a p. Betti, poi alle Morino, poi ai frati del

Monte
gio.

delle Croci, specialmente Eletto © Bia-

Ricordami a Vamba, a Campana, all'An-

netta in

modo

le scriverò

speciale, dicendole che

presto

direttamente. Ringrazia la Marina,

da cui ho ricevuto una lettera e una cartolina

immensamente

gradite. Salutami di cuore le

signorine Mazzinghi, e

di'

loro che l'eroismo

m'ha ricolmato di felicità. È
una prova che Dio l'assiste. Ho letto anche
del loro fratello

la
la

sua lettera sul giornale, che è stupenda,
lettera

d'un prode,

generoso, forte, pio.

Per Gino Mazzinghi ho un'ammirazione sconfinata, e sarei

felice

se

potessi imitarlo.

Me

propongo per modello, e soprattutto vorrei
imitarlo nella modestia e nella semplicità.
Pensa ohe ci aveva scritto qua una letterina
lo

senza raccontarci nulla, secca e laconica. Ah,

che bravo ragazzo! Gino Mazzinghi è un'anima
66

grande.

Non

gnore che

lo

pregherò mai abbastanza

uomo

Si-

lo

renda

prezioso,

come

protegga e l'assista e ce

incolume, perchè è un

il

ce ne vorrebbero molti. Prega anche tu per

come pregheresti per me.
Prega anche per Giorgio, che è qui con me.
Stiamo sempre insieme e il nostro amore reci-

lui,

proco è l'ammirazione di tutti.

È

buono, gene-

un'anima entusiasta.
Tutti lo adorano. Di' a sua madre che stia
tranquilla, che non sarò già io a suggerirgli
la temerità. La temerità è cosa da sciocchi e
da esaltati, da fanatici rozzi e barbari. Il vero
animoso deve essere accorto e prudente, padrone di sé e pieno di sangue freddo, se vuole
essere veramente utile alla sua patria. In guerra
roso, pieno di

si

slancio,

può essere preziosi in mille modi, senza

bisogno di esporsi scioccamente per bravata.
I fanfaroni mi piacciono poco, e non

li

stimo

gran che. Invece mi piacciono quelli che fanno
loro dovere con semplicità e con impegno
con disciplina. Perciò di' alla signora Querci
che non ha affidato suo figlio alle mani d'uno

il

e

scapato imprudente, che ho cura di lui come

d'un

fratello,

che lo sorveglio,

che non lo
67

lascio

della

del

un momento, che
vita,

fuoco

che

lo difenderei a costo

tengo allegro. Sulla linea

lo

siamo andati perchè

ci

ci

hanno

mandato, e non perchè l'abbiamo chiesto.
Saluta
tera che

l'

Elena

direttamente,

e ringraziala tanto della let-

Le risponderò presto
appena mi sarà possibile.

m'ha

scritto.

Pregate molto, che è

la cosa

più importante

mondo. Io qua, grazie al Cielo, faccio bene
il mio dovere, e non trascuro nulla. Mi comunico spesso, e sento la messa spessissimo. Andel

che Giorgio e
Il

gli attendenti

nostro cappellano è

Ezio Barbieri.
ventissima.

il

un caro giovane, don
al campo è commo-

La messa

Qualche volta te

Ti stringo a
copro

fanno altrettanto.

me

con tutta

viso di baci.

la

la

descriverò.

mia

forza, e ti

Tuo
Giosuè'

.

(29)

23 Settembre 1915.

Mamma

cara,

ricomincia la solita storia. Son tre giorni

che non ricevo nulla di tuo. Fortunatamente
68

mi sono un

po' assuefatto alle stravaganze di

questa posta, altrimenti comincerei a impensierirmi.

volta

Anche

Qua va

lo

vedo più.

Quante cose vedo! A
racconterò tutto nelle mie let-

tutto benone.

poco a poco
tere. Ci

giornale l'ho ricevuto una

il

da tre giorni non

sola, e

ti

siamo costruiti una magnifica capanna,

un amore, dove stiamo caldi e riparati. Del
resto il tempo è ritornato bellissimo. Si dice
che tra giorni partiremo ancora per chi sa dove.

Baci su baci dal tuo
Giosuè'.
(30)

24 settembre 1915.

Mamma

mia

idolatrata,

rinunzio assolutamente a descriverti la gioia,

la beatitudine

tuoi ri trattini.

che mi hanno procurato

Non

potevi farmi una sorpresa

più gradita, né un dono più caro
cosi.

Appena aperta

i

la busta,

e prezioso di

son rimasto una

buona mezz'ora a contemplarti e a baciarti, in
a una commozione dolcissima. Cara
mamma mia, mio unico e vero tesoro in terra,

preda
69

che Dio e la Madonna
mille volte.

quanto

condo
a

te.

ti

E

ti

benedicano mille e

pensare che non saprò mai

adoro, di che assidua tenerezza cir-

tua immagine, con che ardore penso

la

Tu

sei

mio cuore,

veramente

io vivo

ritempro, in te

la luce e la vita^del

in te

per

e

te,

mi rassereno, da

fede, forza, coraggio, amore.
tutto,

dirti

mia santa, angelo mio

A

in te

te

te

io

mi

attingo

debbo

tutelare. Tutto

quel poco che posso valere è tutto opera tua,
lo riconosco, lo

proclamo, vorrei gridarlo

al-

l'universo, e son felice di poterlo dire al Si-

gnore nelle mie preghiere, perchè Egli è

A

Lui

affido la

come Egli

solo

può

nico testimone che vale.
di ricompensarti,
benefìzi

immensi che

ti

l'u-

cura

farlo, dei

debbo. Per conto mio

non posso fare altro che amarti con tutta l'anima e benedirti incessantemente e lodare Dio
della bontà e della protezione di cui mi dà
una prova tanto grande, concedendomi il vanto
e la gioia d'avere una madre come te, che sei
il mio più santo orgoglio.
I tuoi ritrattini li terrò sempre sul cuore,
e Aon mi abbandoneranno mai un'istante. Di
quelli e della medaglietta sacra che

li

accom-
70

pagna mi laccio un talismano, una salvaguarche mi rende invincibile e invulnerabile.
Invincibile, perchè spero che il male non riedia,

sca più a sopraffarmi e s'infranga

contro la

purezza del mio cuore rinnovato in Gesù; invulnerabile, perchè nessuna ferita né morale né

materiale potrà toccare

mia immortalità.

Si,

il

mamma, ormai mi

forte e sicuro, al di sopra
di ogni vicissitudine,

centro vitale della
sento

ogni evento e

di

padrone della sorte.

Non

è superbia. Il

Signore ha detto che chi chiede

otterrà. Io gli

ho chiesto tutto.

E

perchè Egli

dovrebbe negarmi ciò che mi ha promesso

Ma
ci

Egli vuole che gli

comanda

si

chieda tutto,

di avere desideri

?

Egli

sconfinati, per-

chè quelli sono i soli desideri veramente degni di noi e di Lui, che è infinitamente buono.
se dubitassi un
mi sento in cuore la
istante di Lui; ma ora
fede che muove le montagne. Ho capito che
basta osare di chiedere ed essere ben certi che

Certo potrei perdere tutto,

si otterrà.

Ho

veduto la mia lettera pubblicata,

al so-

piena d'errori e tarpata qua là, alle fr3,si
più importanti. Povero * * *j che crede

lito
71

di poter tappar la
zia tanto

l'

bocca alla verità! Eingra-

Alessi del suo afletto, che ricam-

bio con tutta l'anima.

Perchè non hai seguito l'ispirazione di andare a baciare

bambino di Prezzolini? InVoce » del suo indirizzo. Di'
il

formati alla

«

alla signora

che stia tranquilla, che Prezzo-

qua è stimato per quel che merita, da
tutti, amato fraternamente da tutti. Ora il
lini

battaglione è riunito, stiamo sempre insieme,
lontani da ogni
rino altri

pericolo.

movimenti

Pare che

di truppe, e

si

prepa-

andremo an-

che più indietro per vario tempo.

Oggi

è venuto

qua

il

nuovo colonnello del

reggimento, un'eccellente persona, tanto buono,
tanto intelligente.
e stasera al

A me

ha fatto molta

pranzo della mensa s'è fatto

diavolo a quattro per festeggiarlo.
fare

festa,

Non

neppure una pallida idea della nostra

legria: canti, cori, versi, brindisi,

d'inferno.

La mia

il

puoi

ti

al-

un baccano

barcarola veneziana è di-

ventata celebre in tutto

il

battaglione, e si

canta dalla mattina alla sera, coi capitani e
i

maggiori, che pigliano parte al

ragazzi.

Il

coro

come

tenente dei mitragliatori mi

ha
72

pregato di fargli un inno. Gliel'ho scritto e
musicato, e adesso

Vuoi che

ti

soldati lo impareranno.

i

scriva le parole?

IL

MITRAGLIATORE
(Inno di guerra)
I.

Tra

le milizie

splendide

che Italia scaglia in guerra,
per far di schiava libera
ogni italiana terra,
è sempre

il

primo
il

— sul campo dell'onore
mitragliatore (his)

per l'Italia e per la libertà.

n.
Con l'arma sua
che semina
egli

la

terribile,

morte,

combatte intrepito

calmo, sicuro e forte.

Ha fermo l'occhio — e saldo in petto il cuore
il

mitragliatore (his)

per l'Italia e per la libertà.
73

m.
Se

al santo sacrifizio

la sorte

un

di l'addita,

e per l'amata patria

deve donar

la vita,

con un sorriso

— saluta

il sole e

muore

mitragliatore (bis)

il

per l'Italia e per la libertà.

IV.

Ma
in

Iddio protegge e vigila

campo

il

valoroso,

torna alla casa in giubilo
il

prode

al

suo riposo,

tra evviva e canti
il

—

ritorna vincitore

mitragliatore (bis)

per l'Italia e per la libertà.

Anche

i

miei discorsi ai soldati vanno be-

none, e ottengono dei successi oratorii da far
crepar d'invidia Lisia, Demostene, Cicerone
e Castelar, messi insieme.

Oggi ho veduto molti
da campo qui vicino.

Ma

feriti all'ospedaletto

si!

Avrei da rac-
74

contare un'infinità di

cose, e le riserbo alla

che scriverò per

lettera

il

giornale, perchè

questa, s'intende bene, è per te sola.

Spero che avrai parlato già col caporale che

ho incaricato di portarti
questa lettera, che

va domani

fretta,

ti

miei saluti.

Anche

adesso in gran

fino al carreggio, e sarà

postata da Giorgio,

cosicché

i

scrivo

ti

arriverà

im-

che va là per servizio,

un

po' più presto del so-

lito.

Ho

l'autografo al Paoletti, e glielo

scritto

ho mandato.

Ha

molto pulito e

veramente un lavorino
carino, che m'è piaciuto molto.

Elena della sua
La signorina Marina me ne ha scritte
Ringrazia

Saluta tutti.
lettera.

fatto

tre bellissime, di cui le

l'

son tanto grato. Sa-

luta l'Annetta, Antonietta, la sarta, le suore

benedette. Bacia per
del «

Nido

».

E

riuscito a entrare

me

quei trottolini

tutti

Gino? Pare proprio che
nel plotone?

Eammelo

sia
sa-

pere di preciso, perchè sarebbe una gran bella

mi farebbe molto piacere.
Ora non mi resta che salutare te. Ti

cosa, e

go con lunga tenerezza
ti

bacio fino a

al

mio cuore,

sofifocarti, cara,

strin-

e ti bacio

adorata, santa,
75

mamma

buona

mia. Continua ad esser serena

non mi

sul conto mio, percliè sto benissimo,

privo di nulla,

mi

diverto molto, e pericolo

non ce n'è quasi punto. Se tu vedessi che bella
capannina che abbiamo!

Ancora un bacio.
Giosuè'

(31)
25 settembre 1915.

Cara

mamma

diletta,

oggi ho ricevuto di tuo soltanto una lettera
arretrata, quella del 14. Questa posta bislacca
è l'unico inconveniente della guerra.
zia

ancora una

volta e di gran cuore

Paoletti della cortesia con cui
il

Ringrail

signor

mi ha stampato

Testamento.

Dopodomani partiremo ancora di qui, dove
ci eravamo appena accomodati. Andiamo a una
quindicina di chilometri di distanza, sopra un
altro

un

punto del fronte, verso

po'

il

sud, sempre

lontani dal fuoco, per ora, con mio

grande rammarico.
76

Piove a torrenti, e
pantano. Viva

il

l'Italia,

campo

un

è ridotto a

anche col pantano!

Un

bacio tonante dal tuo

Giosuè'

,

(32)

27 settembre 1915.

Cara mainma,
siamo arrivati iersera, presso a questo paese
che non posso nominarti,

al solito, e ci

siamo

accampati a sera, dopo una marcia di otto ore,

una pioggia torrenziale. Ventidue chilometri, che abbiamo fatto allegramente e cansotto

tando, con tanto di zaino sul groppone. ISTon

mi credevo capace

di tanto, e ti ringrazio di

avermi educato cosi solido
nello ci

mi

fa

ha molto

bene

lodati.

e forte.

Il

colon-

Se tu vedessi come

guerra! Sono ingrassato, irro-

la

sembro un altro. Presto ci
moveremo ancora. Adesso siamo in un accampamento di tende, pieno di gaiezza e d'a-

bustito, colorito,

nimazione.

Il

tempo

s'è asciutto in

si

è subito rifatto, tutto

un lampo,

e

i

soldati ridono e

scherzano sotto uno splendido sole friulano.

Ho

ricevuto

il

tuo pacco. Oggi

ti

spedisco

un
77

me ne

vaglia di duecento lire, e
tissimi in tasca.

Paga

trerai nel registro

restano mol-

ricevute che riscon-

le

.

Telefona alla signora Querci.

Baci e baci.

Giosuè'
(33)

28 settembre 1915.

Mamma

cara,

oggi sono stato ventiquattro ore di servizio

campo

al

del battaglione,

domani sono

di gior-

nata in compagnia, e stasera è arrivato qua

un

altro battaglione,

il

terzo.

Puoi figurarti

quanto ho da fare: roba da perdere

il

capo

cento volte al minuto, senza contare la responsabilità.

Portunatamente m'è andato tutto bene.

Presto

prima

ci

moveremo, spero per tornare in

linea. Ricevetti

bellissima.

con minor

Domani
fretta.

ti

la

sciarpa panciotto,

scriverò più a lungo e

Un abbraccio in

furia,

perchè

vado a far .smontare la guardia e a scrivere
rapporto.

Giosuè'

il
78

(34)

29 settembre 1915.

Mamma
ti

m,ia,

scrivo in furia, perchè la posta sta per

partire, e oggi, essendo

di giornata,

avuto un attimo di tempo per me.

non ho

Non

puoi

credere quanto sia operosa e piena d'occupazione la vita dell'accampamento.

Da due

giorni

abbiamo un tempo pessimo, che non annacqua
punto il mio entusiasmo. Sto benone, e il
Signore continua ad assistermi in mille modi.

Sappimi dire se è venuto a trovarti un

ca-

porale dell' 84, che avevo incaricato di portarti
i

miei saluti e qualche altra cosa, tra cui due

raccomandate da

fare.

Abbiti un milione e mezzo di baci.

Giosuè'
(35)

80 settcmhre 1915.

Mam,ma

cara,

.

ho ricominciato a ricevere
bastanza regolarmente.

Non

le

tue lettere ab-

proprio

come

vor-
79

rei,

ma insomma mi posso

manderò

io

una lunga

lettera per

Ricevesti quella in cui

ti

Domani ti
« Nuovo »

contentare.
il

parlavo del campo, e

che non ho ancora veduta pubblicata?
Saluta caramente

tutti e in

modo

partico-

larmente affettuoso l'ottimo padre Betti che
cordo con vera tenerezza. Iddio

Qui nulla

lo

benedica.

nuovo, salvo un tempo

di

ri-

orri-

un fango indescrivibile, dove si va a
mezza gamba per intere giornate: cosa che

bile e

a

lungo andare finisce

col

diventare

quasi

un aeroplano nemico ha
bombe non molto lontano di

divertente. Oggi

get-

tato quattro

qua.

Niente paura. Sono affogate nel fango.

Un

bel

bacione fangoso.

Giosuè
(36)
1 ottóbre 1915,

Cara mamma,
son due giorni che non ricevo niente da
e

so

soltanto,

te,

da una lettera della signora

Querci, che tu hai ricevute molte mie lettere.

Vorrei sapere se

ti

è

giunta quella per

il
80

Nuovo

», se è venuto da te il caporale delSperiamo che domani saprò qualcosa. E
di Gino?
«

l' 84'^.

La

novità più importante per oggi

che

è

Querci e Prezzolini «e ne vanno, con mio im-

menso

dolore, soprattutto per Giorgio, in cui

avevo posto un .affetto profondo e più che
terno.

mango

fra-

Vanno di guarnigione a Padova. Io rial comando d'un plotone, come effettivo

e per di più ufficiale esploratore. Continuo a

star benone, e

prima

linea.

non vedo

l'ora

tornare in

di

Se posso, stasera

ti

lunga lettera già incominciata. Saluta
prenditi per te tutti

i

una

finisco

tutti, e

miei baci più teneri.

Giosuè'
(37)

2

ottobre 1915.

Cara mia mavima^
oggi ho ricevuto una tua lettera del

27 e

una cartolina del 29, cosicché sono addirittura
beato.

Per

di più s'è rimesso

que sereno dentro e
nedi,

fuori.

il

tempo: dun-

Domani

l'altro, lu-

avremo una cerimonia solennissima

e
81

commovente,

la

consegna della bandiera

al

reggimento, con la benedizione, alla presenza
di molti generali. Ieri

venne qui anche

il

ge-

nerale di Corpo d'armata.

La perdita della « Benedetto Brin » è stata
me un gran dolore, ma la sconfìtta diplo-

per

matica della Grermania in Bulgaria,
ria dei

Russi e dei franco-inglesi sono state
Speriamo che

grandi gioie. Che giorni d'ansie
il

la vitto-

!

Signore ci protegga tutti, e assista que-

sta nostra Italia

per per

adorata. Prega, prega sem-

tutti.

Dell'assicurazione ho proprio idea
farne di nulla. Oggi ho avuto

di

non

un gran da

fare,

non ho potuto finirti la lettera incominciata.
Speriamo domani. Un bacio che ne valga pa-

e

recchie migliaia.

Giosuè*
(38)

5

Mamma

m,ia, tesoro

ottobre 1915,

miOj

30 merita una
lunga risposta tutta speciale, che ti manderò
la

tua lunga

lettera

del
82

domani, se avrò tempo. Per ora non posso

dirti

altro che grazie e che sono felice e che tu sei
la

di

cagione della mia felicità.

vera e unica

Oggi ho avuto
qui

dispiacere di veder partire

il

Giorgio, Prezzolini

e

tre

altri

cari

amici a cui m'ero profondamente affezionato.

La

partenza di Giorgio è stata un dolore per
dai soldati

tutti,

come un

figlio.

al

maggiore, che

questa partenza. Per di più

messo
monia

lo

al bratto, tanto

il

tempo

da impedire

della consegna della bandiera.

l'inazione

non

amava

Sono pieno di malinconia per

si

s'è ri-

la

ceri-

Qui

nel-

bene davvero. Non vedo
prima linea. A domani una

sta

l'ora di tornare in

lunghissima lettera. Per oggi un lunghissimo
bacio»

Giosuè'
(39)

4

ottobre 1915.

Mia cara mamma,
oggi, per una vera disdetta, non è arrivata
la posta,

a causa del cambiamento di Divisione.

Abbiamo perduto

tutto

il

giorno a far mano-

vrare in parata due reggimenti, per preparare

!
83

cerimonia della bandiera, rimandata di qual-

la

che giorno. In compenso è arrivato qua

mo

battaglione del nostro

ho alcuni amici,

i

bombardamento

il

quali ci

disastro

pri-

hanno raccontato
una

e l'incendio di Auzza,

splendida prodezza

un

il

reggimento, dove

delle

nostre artiglierie e

terribile per gli

ho visto da vicino

Austriaci. Oggi

nostre

le

uno

retrovie:

spettacolo formidabile. Di' a tutti che siamo
forti.

Quante cose avrei da raccontare

Hai

farò a poco a poco.

letto nel

la descrizione delle giornate di

zini?

«

Lo

!

Corriere

»

Piava del Bar-

Son quelle a cui prese parte

il

nostro

reggimento.

Sappimi dire se

i

Bontempelli sono ancora

a Firenze. Saluta tutti. Baci su baci dal tuo

Giosuè'.
(40)

6 Ottobre 1915.

Mamma
anche oggi

mia,
la posta

ha subito un ritardo, e

l'avrò soltanto domattina. Pazienza. Ricevetti
il

pacchetto dei calzini e dei guanti.

Ho

dato
84

i

calzini a Gaspari Nicola, che è tutto felice,

e ti

manda

mille benedizioni.

La

lettera ap-

parsa sul giornale ha riempito di beatitudine

L'hanno

lui e Gaforelli.
il

fatta leggere a tutto

battaglione, e Gaspari la

del suo paese.

manderà

curato

al

Quando ne verrà qualche

altra,

ricordati di farne spedire qualche copia di più.

Qui continuo a stare bene, e la sola cosa che
mi duole è che si rimanga troppo tempo nell'inazione. Intanto

nostro reggimento

si ri-

con vera generosità, e

fornisce di tutto

ripresa

il

avremo dei

soldati

alla

stupendamente equi-

paggiati. Se tu vedessi che scene di distribuzioni

!

Sembrano

Mandami

tanti bambini.

un

po'

Ogni tanto spediscimi una

sca-

presto dei calzini di lana

grossa, per me.

toletta di cioccolata del E,ivoire,

che spedivano a Giorgio

come

le signorine

quella

Mazzin-

ghi.

Di' a tutti che la vittoria è certa, che siamo

Cadorna è un gran genio, pieno
magnanimo. Abbracci e baci senza

fortissimi, che

d'energia e

misura dal tuo
Giosuè',

I
85

6 Ottobre 1915.

Cara mamma,
anclie

mi

oggi

è

impossibile

scriverti

a

lungo, perchè stamani all'improvviso abbiamo

dovuto levare

il

campo, per andare in un luogo

vicino, tanto grazioso, tutta pace e verdura.

Ho

ricevuto la tua cartolina dove

mi annun-

ziavi la tua gita a Pisa. Benissimo. Spero di

domani il racconto delle accoglienze
che ti ha fatto il Cardinale.
Di me non ho niente da dirti, se non che

ricevere

continuo a star benissimo.

con

affetto.

Un

Rammentami

a tutti

gigantesco bacio.

Giosuè'
(42)
7 Ottobre 1915.

Cara Tnamma,
nulla di nuovo da dirti. Siamo sempre fermi
nell'inazione. Il

tempo

s'è rimesso, e

ora fa
86

un caldo

estivo.

Domani avremo finalmente

la

grande cerimonia della benedizione e consegna
della bandiera. Aspetto per oggi tue notizie, e

mi racconti

spero in una lettera dove tu

la

tua gita a Pisa. Oggi scrivo anche a Gino.

Non saprei che cosa si potrebbe fare per lui,
ma credo che egli continuerà regolarmente il
suo corso senza difficoltà e senza ostacoli. Ieri

giunse notizia che gli Austriaci hanno bombardato senza risultati

il

luogo dove eravamo in

va bene,

riserva. Tutto

cia e d'entusiasmo.

Un

e

siamo pieni di

fidu-

caldo bacio.

Giosuè'
(43)

8

Mamma

adorata,

una bellissima

iersera ebbi
dinale, che

Ottobre 1915.

mi

fece molto

che mi

lettera del Car-

piacere, e la tua

fece piacere cento volte

lunga lettera,
di più. Ti risponderò minutamente un altro

mi manca il tempo. Stamani abbiamo avuto la grande cerimonia, e
oggi abbiamo il gran rapporto dal colonnello.

giorno, perchè oggi
87

Spediscimi subito un coltello da campo con
cavatappi, apriscatole, punteruolo, ecc. che tro,

verai in piazza del

Duòmo,

di faccia a S. Gio-

vanni. Il mio l'ho perduto.

Sto benone,

Baci

infiniti,

ti

adoro, non penso che a te.

baci tenerissimi e ardenti dal tuo

Giosuè'.
(44)

9

Mamma

Ottobre 1915.

cara,

prima di tutto non mi spedire
che

ti

tina.

il

coltello

chiesi ieri, perchè l'ho ritrovato stamat-

Poi scusami se

ti

scrivo sempre queste

frettolose e laconiche cartoline,

un numero sterminato

Ma

mentre avrei

di cose da dirti e da

tempo mi manca
assolutamente, perchè abbiamo un immenso
raccontarti.

che vuoi!

da fare dalla mattina

Il

alla sera,

specialmente

in questo periodo. Si stava molto più in pace

quando eravamo in prima
c'è nulla di nuovo. Ieri

linea.

Del resto non

un aeroplano

ci gettò

due bombe perfettamente innocue. Sto sempre
tra

i

miei soldatini,

ai

quali faccio prediche
88

su prediche.

Mi

vogliono molto bene, e sono

bravissimi ragazzi. Stamani
fare
re,

bucato

il

al fiume.

dove conosco

Ho un

tutti a

li

ho condotti a

plotone esempla-

uno a uno. Ti bacio

e ti bacio interminabilmente, e ti adoro ogni

giorno di più.

Giosuè'
(45)

10 Ottobre 1915.

Mamma
non

ti

mia,

mettere in testa che

vita disagiata e sacrificata.

Faccio una vita
©

molto sana.

Il

freddo non

all'

La
si

io faccia

una

Neanche per sogno.

aria aperta, molto attiva

pioggia non dà gran noia.
sente ancora. Ora abbiamo

tempo splendido e di sole. Mangio copiosamente e bene. Non mi manca nulla,
ali 'infuori del tempo per intrattenermi con te

un periodo

come

di

vorrei. Aspetta a

mandarmi

pellicce e

roba di lana, che m' ingombrerebbero inutilmente, almeno per ora. Aspetta alla fine di
novembre.
Delle tue lettere me ne arriva appena poco
più della metà, e qualche volta con gran

ri-
89

tardo, cosa che

Ma

mi riempie

di costernazione.

bisogna aver pazienza, che

il

Signore

ci

aiuta e ci protegge anche troppo.

lersera è morto di malattia
chi, quello

che vedesti con

me in

il

s.

ten. Oec-

piazza d'armi.

Prega per lui, che era un buon figliuolo, ed è
morto da vero cristiano.
Il 7 mi comunicai anch'io, cosicché abbia-

mo

ricevuto insieme

alla

Marina, che ascoltai

il

Signore. Dillo anche
la

messa per

la per-

sona che sa, e che presto spero di poterle
scrivere a lungo. Intanto ringraziala delle sue
belle e

buone

letterine.

Forse a quest'ora avrai già parlato con Giorgio, che deve essere venuto costà in licenza.
Spero di poterti scrivere più a lungo domani.

Un

bacio altrettanto frettoloso, quanto tenero

e affettuoso, dal tuo

Giosuè'.
(46)
11 Ottobre 1915.

Mamma
credimi,

mia

quel

esagerazioni. Io

cara,

che

racconta Giorgio

non sono

sono

affatto arrischiato e
90

imprudente, ma, se anche

fossi,

non avrei dav-

vero occasione per esser temerario. Finora

la

guerra non l'ho ancora vista, e in prima linea

meno che mai. Credi
c'è davvero il modo

che, anche volendo,

non

di far l'eroe.

Quel manoscritto del Gribble credo che sia
mio scaffale di destra, oppure nel secondo

sul

terzo cassetto della
destra.

Cercatelo

Quanto

al libro del

già arrivato

alla

mia scrivania, pure a

insieme,

e-

lo

riconoscerà.

padre Cantini, dev'essere

Libreria Bel trami,

in

via

Martelli, a cui l'ho ordinato una decina di giorni

prima di partire.

S'intitola: Pascal,

Opuscules^ e costa tre

lire e

Pensées

et

mezzo. Va' a pren-

derlo e dallo al Padre, a cui scrissi ieri.

Le

tue lettere sono bellissime, e più sono

lunghe e più mi fanno beato. Peccato che ne

La

mi
dolgo è di non poterti rispondere minutamente
e con calma. Il tempo ci manca. E un periodo
ricevo appena la metà.

di preparazione febbrile,
zioni.

sola cosa di cui

con tattiche, e istru-

Speriamo di andare avanti presto, e

lora vedrai

al-

davvero di che cosa son capace.

Centomila baci.

Gìosub'
91

(47)

12 Ottobre 1915,

Cara mamma^
oggi niente lettere.

Ho

ricevuta la crocetta

d'argento d'Assisi, accompagnata da una bella

non firmata. Come posso fare a ringraziare? Di' tu al canonico Magri che il dono mi
ha commosso e che pensi lui a esprimere tutta
la mia gratitudine alla donatrice ignota. Che
Dio la benedica. Porterò sempre la crocetta
su di me. Aspetto ancora il pacco d'indumenti
che mi annunzia, ma la posta fa il suo comolettera

,

dacelo. Se Giorgio è ancora costà, avvertilo che

ho respinto molta posta per lui e per Prezzolini, a Padova, fermo in posta, e che gli
ho

scritto varie cartoline.

Era pochi

giorni, a quanto pare, torniamo

finalmente in prima

linea, per fare

qualche cosa

di più serio, a differenza di quel che
fatto finora.

Sta' tranquilla,

abbiamo

e confida piena-

mente nel Signore.
Spero domani di poterti scrivere a lungo.
Quanto abbiamo avuto da fare in questi giorni!
Prenditi tutti i miei baci.
Giosuè'
92

(48)

13 Ottobre 1915.

Mamma

mia

cara,

oggi spero di ricevere un po' di posta.

Ho

voluto vedere per curiosità quante lettere tue

ho perduto,

e,

confrontando

le date,

ho visto

che non ho ricevuto la bellezza di quattordici
lettere:

quasi la metà di quelle che

spedito. Ieri e oggi

mi hai

abbiamo avuto un lavoro

addirittura febbrile, per

il

rifornimento delle

compagnie e tutto il resto. Stasera sono di
giornata, fino a domani sera, ma spero di trovare il tempo di scriverti un po' più a lungo
del solito.
Il

tempo

è ottimo, fa

un gran

caldo, sto

morale è altisssimo, l'appetito è
formidabile, alla mensa ho persino l'acqua mibenone,

il

nerale di S. Pellegrino.
e in ogni

Non mi manca

modo ho sempre occasione

nulla,

di rifor-

nirmi d'ogni cosa.

Penso sempre a te con infinita tenerezza.
T'abbraccio con tutto il mio ardore.
Giosuè'
93

(49)
14 Ottobre 1915.

Mia cara mamma,
debbo rinunziare
lungo. Sono

all'

idea

di giornata da

di

scriverti

a

iersera, stamani

alle sei ero in piedi, e stanotte ho avuto

un

ammalato in compagnia che m'ha tenuto sveglio per vario

tempo, cosicché oggi avrei avuto

un'oretta libera,
preferito

ma

ero tanto stanco, che ho

farmi una bella dormitina. Adesso

devo andare a gran rapporto, e tra breve parte
la posta.
dirti

Non mi

che sto

un momento per
benissimo, che non c'è nulla di
resta che

nuovo, che iersera ho ricevuto la tua lettera

con quella della Marina, che oggi spero di

ri-

cevere qualche altro tuo rigo, di cui sono insaziabile.

Ti abbraccio teneramente, e

ti

bacio con

affetto indicibile.

Giosuè'
Giosuè Borsi - Lettere dal fronte. Agosto-Novembre 1915
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Giosuè Borsi - Lettere dal fronte. Agosto-Novembre 1915

  • 1.
  • 2. hbl,stx D 640.B618 1916 Lettere dal fronte (agosto-novembr / / D B618 19I6 OS^ ^
  • 3.
  • 4.
  • 5. eiOM m&i LETTERE DAL FRONTE (AGOSTO-NOVEMBRE 1915) J« Edizione TOEINO LIBKERI^. EDITRICE INTERNAZIONALE Corso Regina Margherita, Catania - Parma 176
  • 6.
  • 7.
  • 8.
  • 9. «HE mm LETTERE DAL FRONTE (AGOSTO=NOVBMBRB Q'^ 1915) Migliaio TOEINO LIBRERIA EDITRICE INTERNAZIONALE Corso Regina Margherita, CATANIA - PARMA 174-176
  • 10. 6.40 /9jl Proprietà letteraria Riservati tutti Scuola Tipografica i diritti — S. Benigno Oanavese (1048-2M)
  • 11. 0^1 1 ^ ' soldati d' Italia, alle loro loro am,icij alle mamme mamme, e agli amici di quelli che sono rnorti nella guerra, coloro che ma non combattono debbono e a tutti oggi con le armi, dovranno combattere, in tutta guerra sacra la vita, la e continua del bene, — della civiltà, della grandezza d'Italia, quanti hanno una patria amarla e un ai braccio e virla, ^- opriamo un e una l'incitamento che verrà cuore per m,ente lo specchio, il loro a per ser- conforto e dalla lettura delle Lettere che dal fronte scrisse alla nfiadre e agli amici, tra l'agosto e il novembre, Giosuè Borsi, morto di fucile austriaco a Zagora, il 10 di novembre del 1915, lettura dei Colloqui ch'egli aveva e dalla lasciata.
  • 12. rv partendo per la guerra, blicati in bel che abbiamo pub- volume. Dell'ultima delle un e lettere che si leggono qui, altro eroe dell'abnegazione patriottica e dell'amore per ha fratelli, il i scritto che se un cardinale Herder, giorno, com'è sua inten- zione, parlerà ai soldati, farà loro la lettura per insegnar di essa, et comment on meurt Tutte le come il si comment on vit » lettere che la preparazione ad essa, si vive, loro « precedono sono una tutte ama, come periodo della vita di insegnano come muore. Tutto si Giosuè Borsi che precede la sua partecipazione volontaria alla una preparazione luminosa alla Prima di partire per il fronte scrisse guerra, morte. è quotidianamente quelle calde dei Colloqui, in la mia piìi uno e soavi preghiere dei quali afferma: « vita alla patria sarebbe uno dei Dare modi ambiti di spenderla bene, perciò, se possibile. Signore, di battaglia^. tere egli ha il E fammi morire sul è campo in qualcuna di queste presentimento chiaro che letil
  • 13. suo voto sarà esaudito. « Se sono certo della non sono però nostra vittoria... certo che vedrò di quaggiù altrettanto tutte queste belle mio presentimento mi dice Tnovendo all'assalto, vado incontro alla cose, anzi il che, Tuia liberazione ». Da quel desiderio, da questo presentimento, dalla nobiltà dell'animo suo, dalla fede sua recente e pura e ardentissima, nasce la indi- poesia di questi cibile la pietà, tutte nasce la gioia, V amore, l'ingenuità, l'abbandono, chiaroveggenza la scritti, animate meravigliosa onde e ardenti. Analizzarle sarebbe profanazione. Ogni animo puro sensitivo — ogni animo e e ogni cuore cuore d'italiano, naturalmente aperto alla bellezza — e alla bontà troverà nelle Lettere e ne' Colloqui delle cui letture piti e una incitatrici e consolanti in mai abbiano saputo fondersi l'amore attivo sono e sublimarsi l'amore conteTuplativo dei quali Dio ha acceso l'animo degli uomini. Della vita di Giosuè TYiente si parlerà diffusa- in capo al volume dei Colloqui per ora :
  • 14. VI basti al lettore sapere ch'egli^ nato a Livorno nel 1888 da Averardo Borsi^ giornalista, fu tenuto a battesimo da Giosuè Carducci: rivelò prestissitno il suo grande ingegno e le sue rare disposizioni letterarie, tanto che chi spigolerà tra la sua produzione di adolescente, avrà piii volte a farne le alte meraviglie : mortogli il padre, nel 1910, si dedicò al giornalismo, e fu per qualche tempo direttore del Naovo Giornale di Firenze: lasciò una quantità di articoli di politica, di critica, di varietà : due volumi di versi (Primus fons e Scruta obsoleta) oltre molte rime cora raccolte: velle. Crisomiti: piuti: tali in e per un non an- un volume incompiuto il di no- romanzi similmente incomteatro alcuni apologhi orien- atto, veri gioielli, dei quali il Diadestè ebbe molta fortuna sulle scene. Ottenne pure eccellenti successi come conferen- due memorabili letture dantesche tenute a Firenze in Orsanmichele) come lettore, e persino come artista drammazière (specialmente in tico, sostenendo parti im,portanti nelle rap- presentazioni greche del Romagnoli a Siracusa, a Fiesole, a Torino. NelVultirno anno
  • 15. VII della sua vita la guerra lo ebbe tutto, prirìia soldato volontario, poi ufficiale; tutto, fino a Zagora, il 10 di novembre, mentre guidava all'attacco il alla morte, la quale lo colse suo plotone. Della scelta e della pubblicazione cose sue inedite lasciò, in al testamento, una lettera delle unita V incarico alVaynico suo Mas- simo Bontempelli, che volle anzitutto raccogliere, ordinare, pubblicare le lettere che presentano al pubblico in questo volume. si
  • 16.
  • 18.
  • 19. (1) Bologna, 31 Agosto 1915. Mamma m,ia, Bologna per un paio d'ore. Ne approfitto per mandarti un bacio. Siamo partiti da Firenze una cinquaneccoci fermi alla stazione di tina di diavoli scatenati, furenti d'entusiasmo, tutti bravi ragazzi te lo garantisco. che faremo Viva il l'Italia! che cantare e scherzare tutto nostro dovere, Non il s'è fatto tempo: un baccano da far scappare duecentomila Austriaci. Tutto il treno in rivoluzione. Ora abbiamo un terribile corpo a corpo col caffè e latte e panini imburrati. Mischia accanita. Alle sette e cin- quanta sarò a Padova. Mamma, pre. Ti ti ho adoro e penso a te sempre sem- lasciato il cuore. Tiemmelo per benino, e lo riprenderò al ritomo. Un bacio lunghissimo. Giosuè'
  • 20. 4 (2) Padova, 31 Agosto 1915. Cara mamma, a Padova. Speravo di tro- altra fermatina ma è in campagna. Sono a colazione dalla sua mamma, poi vado a Venezia dove vare Ettore, mi fermo qualche ora, indi parto per Udine, dove pernotto, e domattina alle sei sono a Cividale del Friuli, che è la mia destinazione. Poi entro in campagna. Evviva l'Italia! Il morale è sempre altissimo, turbabile, la salute la calma sempre è sempre imper- eccellente," e cosi spero che sarà di te. Il mio pensiero non abbandona un mille volte. istante. T'abbraccio mille ti e Tuo Giosuè'. (3) 1 Settembre 1915. Cara m,am,ma mia, oggi alle tre partiremo di qui nei cam^ions, per raggiungere il nostro reggimento. Dove
  • 21. non te lo posso dire: d'ora innanzi bisognerà che tu ti rassegni a non sapere dove sono pre- cisamente. Ho dissi ieri, ti passato la notte a Udine, mici inaspettati: Ojetti, Cippieo e tanti Ghe guerrieri. tutti mita di soldati, a come ed ho trovato una trentina d'acittà ufficiali, altri, Udine! Tutta gremezzo generali, in un movimento vertiginoso automobili, di furgoni, batterie, con gli aeroplani che volteg- giano su in cielo. La sera la città è immersa un buio impenetrabile, in delle case sono dell'esercito è ribile, e e anche gl'interni appena illuminati. Il movimento uno spettacolo maestoso e ter- mi sento ricolmo d'orgoglio all'idea che anch'io ho l'onore di far parte di questa splendida e formidabile macchina tutta ani- mata e intelligente. Ho ghino risi. gri coi un alber- padrona era tutta premure e sor- trovato da dormire benone in la cui Stamani alle sei partiti, tutti alle- come pasque, chiacchierando animatamente veterani che erano già stati al fuoco. Era l'ultima tappa del momento nostro viaggio, perciò la meno fragorosa che della partenza, più calma e rac- nostra serenità era al siamo un po'
  • 22. colta, ma però sempre più ferma e impertur- mi sento in cuore una baldanza che uno dei sentimenti più belli e più dolci che abbia mai provato, qualche cosa di simile babile. Io è sentimento religioso. al E infatti è giusto. La gioia dei santi è la comunione, è d'essere tutti formare insieme in uno, di di Gresù, un unico la con una volontà e una forza unica, indissolubile amore, una sola mèta, volontà del Signore. I un corpo mistico il sola, figli della Chiesa sono esercito in battaglia. Nella stessa maniera noi siamo soldati della patria; tutti sforzi, nostri i animati dall'amore della nostra terra, convergono ad un unico scopo, Re. Credi, mamma, mi persuado che la che più volontà del la ci penso e più nostra guerra è la più bella di tutte, quella più degna d'esser com- battuta. Soltanto quella che combattono i Belgi può essere paragonata per la santità della causa, ma quegK sventurati combattono con la disperazione e aiutati da armi straniere. Noi invece siamo soli e forti, combattiamo per le la giustizia, con fare col nostro del Be, che è la certezza di vederla trion- sangue. Facciamo la volontà la nostra, condivisa pienamente
  • 23. ardentemente da ciascuno di noi, ed egli è degno in tutto della nostra devozione obbee come Gesù, dandoci per presempre la sua volontà, poi viene diente, perchè, cetto di fare giù fino a noi, e ai si unisce a noi, ci aiuta e soffre combatte con noi, cosi suoi soldati, il E,e sta in ne condivide i mezzo pericoli e i disagi, mettendosi alla pari col più umile di loro. Più accostiamo alla linea del fuoco e più ci sono stupefatto, della nostra gli eserciti strabiliato spettacolo dallo potenza militare. Se tu vedessi di carri, le menti, le munizioni, i montagne di riforni- foraggi! Cavalli possenti trascinano carri ricolmi, per ore ed ore, guidati da soldati grandi e senza un i nostri ! momento fieri, uno dietro l'altro, Che soldati d'interruzione. Se tu vedessi che giganti gli alpini e gli artiglieri! Il passaggio d'una batteria è uno spettacolo indimenticabile. Ma quello che è straordinario in tanta animazione è la precisione di tutto, il senso d'unità, di subor- dinazione d'una cosa all'altra. Se dovessi descriverti tutto quel che vedo minutamente, dovrei star qui cent'anni.
  • 24. 8 La prima persona che ho incontrato, scen- dendo dal treno alla fine del viaggio, è stato il dottor Verdiani, che m'ha detto subito d'aver ricevuto stamani una tua cartolina. Puoi figurarti il mio soprassalto. E una piccolezza che m'ha reso felice. M'è parso quasi d'aver ricevuto un tuo saluto particolare subito appena arrivato. Dopo essermi presentato all'ufficio di tappa per sapere la mia destinazione, sono subito andato a sentire la messa. Oggi vado a colazione con alcuni amici che ho trovato qua. Ti debbo dire una cosa: che non t'ho mai imato tanto come ora. Non penso che a te, con una tenerezza indicibile; mi pare d'averti accanto. Ma che dico mi pare? L'unione degli di quella son certo. spiriti è infinitamente materiale. So te e tu sei con Ne me bene che io più vera son con realmente, molto più che 86 fossi rimasto a casa. Amandoci in Dio che può separare? Nulla, mamma, né in né in morte. Pensaci sempre, sempre, perchè questo è il pensiero che ci occorre in cosa ci vita questo momento. Eleviamoci sempre delle, idee materiali, che sono il al di sopra nostro impac-
  • 25. ciò. Su, su, in alto, sopra la realtà sensibile, che è cosi effimera, saremo santi, e liberi, e invincibili. Saluta tutti con affetto. lunga lettera. per te il Rammentami più lungo, il A presto una più a Gino, e abbiti più tenero dei miei abbracci. Giosuè' 2 Settembre 1915. Cara mamma, arrivo adesso e raggiungo la mia compagnia. Poi ti scriverò oggi stesso una lunga lettera. Per ora non ho che . tempo il di mandarti un lungo abbraccio. L'indirizzo mio è qui dietro. Sto son felice, pieno di serenità. Un benone, bacio tene- rissimo. Giosuè' (5) 3 Settembre 1915. Mam,ma adorata, la posta parte di ho appena il tempo quassù tra breve, perciò di scriverti poche righe
  • 26. 10 Le in tutta fretta. date dei contratti che ha chiesto l'avvocato sono primo, il 5, il 10, il 14 e 13 gennaio del il 21 di febbraio non me degli altri. Quello del Tavernini rammento bene, ma pare del 14, salvo ti il è certo del lo maggio, e mi vero. Riscontra con la il signorina Andreina, che è esattis- lista della sima, e intanto salutala tanto da parte mia, e con lei la signorina Ines, dicendo loro che oggi scrivo anche al loro fratello. Siamo mattina, arrivati nostro al battaglione dopo esser passati dal ieri Comando di Divisione, dove abbiamo assistito a una caccia contro io un aeroplano siamo austriaco. Il stati assegnati Querci ed insieme alla sesta com- pagnia, e allora t'ho scritto subito la carto- mio indirizzo preciso. Te lo ripeto per maggior sicurezza: S. tenente Giosuè Bersi, lina col 125° reggimento Fanteria, 6* compagnia, 32* Divisione, Il Zona di guerra. luogo dove siamo accampati, a breve di- stanza dalle trincee, è trti simi e pittoreschi, dove fa zioso, niente abbiamo fatto affatto un monti verdi, un bellis- frescolino deli- pungente. Per arrivarci viaggetto divertente come
  • 27. 11 una scampagnata, attraversando un'ampia zona di combattimento, quasi senza accorgercene, poiché non moderna ti puoi figurare quanto la guerra quasi. Se non glierie, della Domani che ce La guerra non ci fosse il rombo si ne vede delle arti- guerra non apparirebbe nessun indizio preciso. esserci a dall'idea differente sia facciamo dì lontano. Per vedere una cosa bisogna due passi. ti descriverò minutamente il mio Per oggi ti dirò che sto benone e mi sono accomodato come un principe. Ho due attendenti che sono due eroi, Carmine Possidenti e Nicola Gaspari, che hanno preso parte a una delle più terribili battaglie della guerra, tutti e due buoni, intelligenti, religiosi. Hanno per me cure minuziose e amorose incredibili. Sono alloggiato in una capanna dove non manca nulla, né fornello, né lavamano, né scrivania. C'è un altare con la Madonna, il Bambino e S. Giuseppe, con dietro una cassetta armonica e dinanzi fiori sempre freschi. Alla mensa si viaggetto per arrivare quassù. fanno dei veri festini, con frutta, dolci, caffé, liquori. Un lusso inaudito.
  • 28. 12 Domani ti Per adesso ti descriverò minutamente tutto. mando tutti, tutti Giorgio sta bene e saluta. i miei baci. Rammentami con afietto alla signora Querci, alla signorina Nella, Saluta Annetta, Marina, Elena, padre Guido, padre Biagio, la madre, a Gino che son felice, le suore, tutti. Scrivi che l'abbraccio, che la guerra è bella. Ancora un bacio a te, mamma Tuo mia. . Giosuè' . (6) 4 Settembre 1915. Cara ieri della ho mamma in letto morte un giornale, la povero * * * del credere quanto ^ ne sia e notizia non puoi rimasto esterrefatto. Sventurato! Ohe orribile sorte, morire cosi, dopo aver tanto sofferto. E la moglie, e i A quanta gente dovrebbe aprir gli occhi figli ! una morte simile molto per che lo lui. Ho ! Bisogna che preghiamo supplicato tanto il Signore salvasse e lo prendesse con sé, e per ottener questo sarei stato pronto a fare qualun- que sacriiicio. Un presentimento mi dice che il
  • 29. 13 Signore m'ha ascoltato, e che adesso ho di là un'anima pronta a intercedere e perorare per me con tutte le sue lacrime riconoscenti, la migliore delle raccomandazioni. Quassù farò dire una messa in suffragio di anima dolente, che ha tanto sofferto, che è degna di tanta pietà e di tanto amore. Ah, l'amore è tutto, mamma mia, l'amore è tutto; lo vedo sempre più chiaro, più di quel che non possa esprimere. A che serve l'odio, il risentimento, la vendetta? Vedi bene quella povera chi è che castiga. Serbare del rancore verso una povera creatura, a cui il Cielo non permette neppure di godere del male fatto, e che spenge cosi in un attimo, quando vuole, ma non ti sembra la cosa più assurda e più bassa del mondo? Credimi, non saremo mai abbastanza indulgenti, amorevoli, benigni verso credimi, non nostri simili ; abbastanza. Il male che li ci i perdoneremo mai fanno sarà una ragione di più per amarli con ardore raddop- hanno fatto a se e son diventati sempre più miseri e sempre più degni d'esser sostenuti dal piato, perchè quel stessi, deboli, male nostro aiuto fraterno. E lo poi siamo indulgenti
  • 30. 14 pensando che anclie noi siamo altrettanto bisognosi d'indulgenza, di clemenza e di pietà, peccatori deboli ed effimeri come siamo. Anche noi abbiamo tanti debiti da pagare, tante colpe da farci perdonare. La morte di quello sventurato, degno del nostro più sollecito rispetto, poiché anch' egli Sangue del nostro Redendovrebbe farci vedere anche un'altra è stato riscattato dal tore, cosa quanto son vani e : irrisori i beni del mondo. La sua incontinenza l'ha ucciso, per insegnarci ad essere sobri e frugali, ad evitare i pericoli dei godimenti materiali e bassi. E l'ambizione a che gli ha servito? Iddio gli ha tolto tutto in un istante. In che cosa aveva posto la sua felicità? Negli onori, nel piacere, negli agi, brillare, nel voler comandare, Ed piacere agli uomini. retaggio d'amore ha lasciato cui morte è stata desiderata prevalere, ora? Che quest'uomo, e la augurata con bramosia da sciacallo? Che beni porta con sé? Che sorte lascia ai suoi figli? Eppure era più debole che cattivo, e aveva della bontà, della nobiltà, della generosità^ era di quanto si credesse. molto migliore
  • 31. 15 Oggi vado al cassetta e poi avrò modo e raccontarti tante cose. La vita del campo mi prendere per carreggio la di scriverti a lungo Per ora fa sto benone. bene. Tra quattro mia compagnia. giorni vado in trincea con la T'abbraccio teneramente con tutta l'anima. Ricordami a tutti con affetto. Giosuè' (7) Domenica, 5 Settembre 1915. Mamma m,ia cara, stamani ho dovuto andare al comando del reggimento per jpréndere della roba nella cassetta, cosa che non mi fu possibile ieri a causa mal tempo. Poi c'è stata una messa al campo, dove mi sono comunicato. Insomma del stamani mi manca il tempo di scriverti più mi sarà, possibile tra oggi © domani. Intanto mi limito a dirti che sto benissimo. Mentre scrivo, comincia un magnifico bombardamento, o meglio un duello d'artiglierie. Viva l'Italia a lungo. Vedrò se ! Oggi spero di ricevere tue notizie, finalmente; è un pezzo rrmai cJie le sospiro.
  • 32. 16 Spediscimi subito una diecina di « Testa- ». Ne voglio dare uno al cappellano. Abbracci e baci interminabili dal tuo menti Giosuè' . (8) 6 Settembre 1915. Mamma mia adorata, una lunga lettera, ma non so se faccio a tempo a terminarla. Per non ti sto scrivendo lasciarti priva di notizie ti scrivo in fretta che sto bene e che tutto va bene. Ieri sono stato alle trincee, e Ma mi sono molto divertito. tu? Ieri speravo di ricevere posta.. Spero che oggi mi verrà qualcosa, perchè comincio a stare in pensiero. Saluta tutti e soprattutto manda un te bacio a Gino, quando gli scrivi. una lunga stretta A amorosa con tutta l'anima. Giosuè' (9) 6 Settembre 1915. Carissim,a mamma m,ia, ho intenzione di scriverti una lettera lunga e minuziosa intorno al nostro viaggio per arri'
  • 33. 17 vare al fin quassù e intorno alla vita che facciamo campo, ma, bada, per quanto possa scri- vere diffusamente non riuscirò mai a descriverti neanche una minima parte di tutto quel che ho veduto e ammirato, poiché non potrebbe essere più animato di cosi. È difficile il quadro e gigantesco farsene un'idea, e difficilis- simo poi renderla a parole, specialmente nelle grandi linee che s'intravedono e s'intuiscono dagli episodi. Qui si vive e si respira in piena epopea, un'epopea tutta nuova per la vastità degli spazi in cui si svolge, per la maestosità dei luoghi che ne sono la scena, per l'immane grandiosità dei mezzi impiegati e delle forze E se penso che io ne ho appena una minima parte, in che sono in giuoco. sotto gli occhi uno dei cantucci più appartati e relativamente tranquilli, dove mi trovo soltanto da pochi un periodo di sosta e di riposo, s'impadronisce di me un senso di stupore e di vertigine all'idea di tutto quello che non giorni durante vedo e che noii so, e che pure si sta svolgendo su tutti gli altri punti del fronte, dalle cime dello Stelvio fino alle di tutto quello rive adriatiche, e poi che è già stato fatto e che si
  • 34. 18 dovrà ancora immenso giuoco fare, in questo mortale, la cui posta sarà la nostra vittoria. Che spesa titanica di energie, di perseveranza, di pazienza, di coraggio, di sacrifizi cruenti! E bello che un popolo si guadagni cosi la sua gloria. Quello che acquisterà potrà dire che è veramente suo, perchè dei riscatti, gliore avrà il lo avrà pagato col mi- suo sangue, e intanco esercitato e sviluppato virtù, la sità, lo disciplina, spirito di la pertinacia, la le sue migliori l'obbedienza, la genero- sacrificio e di concordia, sana e gagliarda fiducia in se proprie forze, e soprattutto stesso e nelle il sentimento del dovere, questa virtù sovrana e fondamentale, sulla quale si fondano tutte le altre virtù morali e è quella che ha fatto civili, mentre purtroppo maggior difetto sinora alla nostra generazione. Rimanemmo nostro Comando per qualche ora alla sede del di Divisione, anche più fervido e intenso dove continuava il movimento di Udine: reggimenti in arrivo e in partenza, passaggio di convogli e carriaggi interminabili, rombare di automobili, strepito ferreo di batterie. Poco prima di mezzogiorno passarono
  • 35. 19 in automobile Re, il generale Cadorna, il il generale Porro, l'onorevole Salandra e l'onorevole Barzilai. Di partimmo là in una cin- quantina, stivati coi nostri bagagli in quattro furgoni automobili, sballottati e squassati battagli di campane come nel giorno di Sabato Santo. Sulle bottiglie di certe medicine c'è scritto: agitare prÌ7na dell'uso. Io non so ancora saremo adoprati, ma come pur tranquilla che abbastanza. In automobile sta siamo stati agitati abbiamo costeggiato per qualche tempo l'antico confine, del quale abbiamo avuto agio d'ammirare tutta l'assurdità, e frattanto per la strada, tra le scosse e attraverso rone, potevamo intravedere mento di un soldati e di carri il polve- febbrile movi- scortati, di bat- terie in marcia, tutte coperte di fronde verdi. Ogni tanto si trovavano le tende di qualche accampamento, e, accanto, un numero sterminato di cavalli in fila, alla cavezza, con le loro groppe d'ogni colore, pascolanti con gran divincolio di code. Percorriamo vie, ossia una delle regioni un le retro- più importanti della zona di guerra, le arterie della vita dell'esercito, come le chiamali generale Cadorna.
  • 36. 20 Attraverso scono di nutrono e le retrovie si grandi unità, le combattenti. si riforni- centinaia di migliaia le Pensa un po' l'importanza capitale di quel servizio complicatissimo, deli- catissimo e vastissimo, che deve essere ordi- nato come il minimo un precisione, poiché orologio di disordine, minimo arresto può il bastare a compromettere il risultato dell'ope- razione più ingegnosamente ideata e più pa- zientemente condotta. Pensa come dev'essere oculato vigile e servizio il delle truppe di guardia ai materiali in istazione, di scorta a come e quelli in marcia, sollecita la dev'essere nimenti, dei viveri in e ammaccato rifor- arrivo e in partenza. I nostri furgoni, dopo viscere © esatta consegna delle munizioni, dei averci sconvolto le le ossa con un impegno un vigore veramente esemplari, ci hanno finalmente scodellato, con armi e bagagli, presso un ospedaletto da campo, in mezzo a un gran movimento di muli sovraccarichi di roba. Quivi siamo stati costretti cassette ad ablmndonare con un tenero d'addio, perchè non ci le nostre e commosso saluto potevamo figurare di rivederle tanto presto, e via tutti, in fila in-
  • 37. 21 un sena una guida diana, col nostro zaino in ispalla, per tiero ripido e serpeggiante, dietro che doveva condurci Abbiamo un Comando al di brigata. .varcato l'antico confine sui sassi di Non ridicolo torrentello. potrebbe imma- si ginare un confine più irragionevole, arbitrario, Non pazzesco, indifeso. era nulla più che un imbelle e modestissimo confine amministrativo, del quale ci di dovemmo accontentare alla pace Villafranca. Eequiescat in pace. Adesso, grazie a Dio, ce ne stiamo migliore. Con una specie abbiamo calpestato guadagnando uno voluttà di altera suolo verde delle nostre il terre nuove, le terre del nostro diritto sacro- santo e della nostra futura sicurezza e salvaguardia. Forza e avanti. Il terreno ha cominciato a salire, e ad aprirsi nostri al bei in contrafforti quali si slanciavano nevosi dove dei nostri breve hanno nostro sguardo si é alpini. al cominciato chiostre dei le di dei alpini, al cielo grandi picchi svolta la Siamo i là lotta formidabile saliti per tiero sassoso e ripidissimo, dal quale un sen- son pas- sate nei primi giorni molte batterie di grosso calibrò, tirate da cordate di centinaia di sol-
  • 38. 22 dati: un portento che si a vedere che razza di direbbe impossibile, strada hanno saputo percorrere. Siamo arrivati al Comando di brigata, in un paese che, due giorni dopo il nostro passaggio, è stato bombardato senza nessuna efficacia dalle artiglierie austriache. Mentre si passava attraverso un accampamento di territoriali, abbiamo sentito di lontano i primi rombi delle nostre batterie antiaeree, che stavano spa- rando contro un aeroplano nemico. Si vede- vano su in cielo le nuvolette degli scoppi de- gli shrapnells, intorno all'apparecchio in fuga. Non è facile far cadere un aeroplano, special- mente quando vola molto alto, eppure anche l'altro ieri i nostri hanno abbattuto un biplano austriaco, che mi ero visto passare sul capo mezz'ora prima. Non si può negare che gli aviatori austriaci son pieni di sangue freddo, d'audfcia, e continuano a volteggiare imperterriti anche mentre son presi di mira da tutte le parti, ma però coi nostri non c'è confronto. I nostri hanno degli ardimenti raccapriccianti, volano basso, vanno e vengono, operano e fanno il loro comodo, come se nulla fosse. Inoltre i
  • 39. 23 sempre azioni nostri compiono mente, mentre a casaccio e contro Al Comando i cittadini inermi. di brigata generale, che è il mattina dopo, Cardinale che per raggiungere, la nostri reggimenti. i divertente fu quella ! col nostro Egli- ci ordinò di per- eravamo, dove parlammo fratello del conoscemmo a Roma. nottare efficaci militar- Austriaci tirano a far danni gli Che serata un Ci fu improvvisato pranzo pantagruelico, con certi spaghetti che avrebbero intenerito un il macigno, fors'anco cuore paterno di Francesco Giuseppe. Poi ognuno mise in cerca d'un giaciglio di noi si qualsiasi: un'impresa più difficile assai della presa di Trieste, di prossima attuazione. Io trovai i un cassone nella stanza dove volontari ciclisti, e già nel morbido, dormivano mi adattavo a dormire quando quei bravi ragazzi mi un batter d'occhio, mettendosi moto, un fodero di pagliericcio, la trovarono in tutti in una coperta, uno scendimio cuscino, ed ebbi cosi lussuoso di questo mondo. paglia per riempirlo, letto. il Aggiungi il letto più soffice e A domani il seguito. Un bacione. Giosua'
  • 40. 24 (10) 7 SeUemhre 1915. Mamma cara, continuo la mia cronistoria per foglietti, quanti me ne concede altri due l'avarissimo regolamento postale della zona di guerra. mi ospitarono I volontari ciclisti che mando al Co- di brigata, tutti bravi giovanotti, svelti, intelligenti, marono premurosi e ingegnosi, di cortesie d'ogni sorta. Non mi ricol- contenti d'avermi accozzato un giaciglio principesco, mi offersero anche una limonata squisita e una mela cosi lucida e fragrante, che sarebbe ba- scusare ampiamente quella famosa stata a marronata dei coniugi Adamo ed Eva. La mattina poi mi prepararono un prelibatissimo caffè e latte. fatto sta che Non so come avevano di facessero, tutto. ma il Intanto era- vamo diventati amiconi, e, quando dopo essermi vestito da soldato e aver rifatto il mio zaino, mi accomiatai da quei bravi ragazzi per rimettermi in marcia, eravamo quasi tutti commossi, e nessun saluto poteva essere più
  • 41. 25 caldo e sincero di quelli con cui io Viva l' la rapidità con cui in guerra. Con quanti si diventa amici fraterni volti gro sorriso cordiale mani corre incontro colle amici che non scambiano telli. sei? i si questi in franchi, aperti, giovanili e intelligenti ho scambiato si ringra- li mi augurarono buona fortuna. Italia, e sempre avanti! E incredibile ed essi ziai un giorni tese, ! alle- Ci si come vecchi vedevano da vent'anni, nomi, e siamo subito come ci fra- — Poche domande s'incrociano: Di dove Che reggimento? Dove sei diretto? Come va? — Poi che si è qualche rapido ragguaglio su quel visto e che si è fatto, con rilievi e con- siderazioni da vecchi strateghi, come tanti napoleoncini, con ampi gesti pieni di gravità, da far sudar freddo tutto Austriaco, se È li lo stato maggiore — Vedi vedesse. quel monte? già tutto nostro. Quello di fronte è ancora austriaco, per ora, parte si ma vedrai che da questa sta preparando una grande avanzata. Ora stanno salendo qua parecchie batterie. Poi si segnano a dito i paesi lontani, le grandi cime azzurre. Pinalmente vengono — Dunque addio, — caro. i saluti. Tante buone cose.
  • 42. 26 Forza. Auguri. Buona fortuna. Ci rivedremo a Trieste. Viva l'Italia — ! Una bella risata argentina, e via, col cuore gonfio di baldanza. Già vita di la amicizie rapide caserma favorisce molto le simpatie altrettanto re- e le pentine quanto calde, sincere; poiché l'amicizia avvezza ad essere ma ciativi, schietti, cordiali e spic- in guerra questa bella facoltà, questo senso di solidarietà fratellanza di e sono, a dir poco, centuplicati. L'uniforme ci rammenta che siamo uguali adempiere morte terra stessa alla a un in ad chiamati e votati ma causa, conquista, di esposti dovere, stesso lo fino alla trovarci il guerreggiata, terra pericolo comune, ci vedere fa nel commilitone, nel compagno, nell'amico, che domani potrà cadere fratello, colui in il al no- stro fianco, che potrà sorreggerci ferito e barcollante, che potrà porgerci devoto un'ultima parola ! Come apre affievo- di saluto alla alla patria, ai cari lontani. guerra con voce nostro labbro con cuore lita e raccogliere dal il Come cuore ! vita, affratella la Ci insegna ad essere amorevoli, fiduciosi, franchi, espansivi. Con la sua terribile e fierissima eloquenza
  • 43. 27 realizza d'un tratto, tra i soldati combattenti, l'esemplare d'una società ideale vagheggiarla il più sognatore, una società come ce filosofo i'ntravvedere la fa come potrebbe più incontentabile moralista, il il Vangelo, mentre ce promette sicuramente come premio la al di là, una società dove gli uomini si amano © si soccorrono per un impulso irresistibile d'affetto, dove non cercano di danneggiarsi o di ingannarsi, perchè sanno che il danno e la menzogna sono funesti a tutti e a ciascuno, dove non si oltraggiano e si disonorano colla diffidenza reciproca. un po' ottimista. La guerra in sé non ammaestra nessuno. Tu ed io sappiamo bene che al mondo Parlando non c'è cosi, nulla s'intende, sono capace di render gli migliori, né la pace, né la guerra, rienza, né la uomini né l'espe- scienza, né l'educazione, nulla all'infuori della grazia del Signore. Però la guerra, come tutti i grandi flagelli da cui è tribolato il genere umano, ha questo di buono, che mette in rilievo il fondo vero umana, la palesa com'è, in tutto ha di abbietto o di nobilissimo, della natura quello che
  • 44. 28 rompendo la finzioni ipocrisie e menzognera fragile scorza Un uomo sociali. delle e un popolo in guerra debbono mostrare per forza quel che valgono. Un popolo mostra le sue qualità, disciplina, serietà, costanza, pertina- grado di civiltà cia, lità, ; o suoi difetti, indoci- i facilità a scoraggiarsi, sfiducia, barbarie, efferatezza. La Germania, come conosciamo bene e la a fondo, ora che l'abbiamo vista in guerra! Il come si sono come li abbiamo Belgio, la Francia, la Eussia, rivelate nelle loro jatture, amati e ammirati, quei popoli energici, coraggiosi e mini, intimamente sani Un uomo vedere tutto la sua viltà, alla vita, si ! E cosi è degli uo- cattivo, in guerra, fa subito suo egoismo, la sua brutalità. il il suo miserabile attaccamento svela fanfarone, menzognero, in- mentre l'uomo verain grazia di Dio appare subito fingardo, disobbediente, mente buono e com'è, pio, generoso, entusiasta, solerte, ani- moso, disciplinato, pronto a ogni sacrificio, impavido nel pericolo, affettuosa e servizievole coi compagai, affabile coi sottoposti, rispettoso coi superiori. E poiché gli uomini, tutto som-
  • 45. 29 mato, sono generalmente assai migliori di quel che si dice, popolo pieno d'energia, rettitudine di sana gioventù, sono queste si sono un in ispecie e gl'Italiani le qualità e di che più palesano nel nostro esercito in guerra: una serenità a tutta prova, una gaiezza familiare, un che di spigliato e disinvolto. Nell'intimità ci amiamo tutti, poiché il più delle volte il non amarci viene dal non conoscerci. Eccoti un bell'esempio caldo caldo: è qui con me, assegnato al medesimo battaglione, Giuseppe Prezzolini. bile geìius, Figurati e per come Rinaldo e ! di Due più diversi » di fé « Come Sacripante, guardati in cagnesco, irrita- letterati, prima di ci siamo conoscerci ! Abbiamo polemizzato con acrimonia, siamo ante ju- stati avversari inconciliabili persino dices. Chi mi avrebbe detto che l'avrei amato come un fratello? Eppure eccoci qua uno dei momenti della mia giornata è quando : più cari vedo la sua figara sparata e intelligente sgam- bare allegramente tra 6 posso Uno scambiare con le capanne del campo, lui un di noi scende in trincea; che possa succedere, saluto fragoroso.. non si sa mai quel ma c'intendiamo senza par-
  • 46. 30 lare, e ci di scambiamo nel brio una buona stretta forte del consueto. Si può discu- mano più tere, senza pigliarci per i capelli, anche di que- stioni sociali e religiose, che è tutto dire. E vero che egli di capelli ne ha pochi, e quanto me come un ergastolano di miracolo non è perciò meno stupefacente. E come son contento di a sono rapato Portolongone, ma conoscere meglio il il suo spirito penetrante, che vede cosi giusto in tante cose, da cui ho tanto da imparare! E che compagno prezioso! Umore da gentleman, che rimaggiormente nella goffa montura da inalterabile, correttezza salta fantaccino che lo infagotta, spirito pratico e pieno d'iniziativa, indole arguta, impagabile. Vedi un po' un camerata debbo quanto Allorché la mattina del primo set- guerra. tembre, a buon'ora, giungemmo tutti, in mitiva, coi nostri zaini sulle spalle, mando alla di brigata al Comando dal co- Co- di reggimento, mentre aspettavamo di essere assegnati alle varie compagnie e assistevamo ai tiri delle nostre batterie antiaeree contro l'aeroplano austriaco, ai nostro Prezzolini giunse spaccio. Lo aperse con ansia. Era il un di- telegram-
  • 47. 31 ma che gli annunziava la nascita d'un bam- bino. Ebbene, quando egli ci lesse con fierezza commossa parole con cui suo le Giuliano gì 'inviava sibile dire fu per il amammo il il piccolo suo primo bacio, è impos- che festa intima e cara e affettuosa cuore fraterno di tutti noi, e come subito di lontano quella creaturina nuova, quel nuovo piccolo cittadino d' Italia che nasceva con auspici cosi fausti ed era destinato a vivere in una Italia più grande, più forte e più gloriosa, al cui splendido avvenire ci accingevamo a lavorare un pochino anche noialtri Per andare là, Comando del reggimento, e di per giungere finalmente a destinazione, in prima percorremmo poi non più le rema una zona non meno importante, linea, trovie, quella dei tutto le tutti. al il posti avanzati, dove si sviluppa servizio di sicurezza e di collegamento, estreme propaggini, come coli vigili gli ultimi tenta- armati e minacciosi del nostro eser- cito in guerra. Quivi sono sparse e le vedette, che fanno di tutti d'armata, distesi lungo il i le pattuglie nostri corpi fronte a contatto col nemico, come un unico immenso organismo
  • 48. 32 animato, attento, sensibile, pronti tramiti messaggi, a intelligente, trasmettere comandi. Quivi sono anche i coi allarmi, gli le i zone dalle grandi artiglierie, le voci fragorose e to- nanti della guerra, e tutto questo appena visibile, dissimulato nell' intreccio vie' mulattiere, delle monti, nei si ciuffi di tra i piante. capriccioso dorsi Un verdi dei grande pezzo scorge appena quando siamo a due passi. Tutto quel che si vede sono pochi soldati immobili, quasi dispersi qua e là a caso. La guerra sembra lontanissima, quando vi siamo in mezzo. La regione dove più ferve appare immersa nella più ampia A presto il tranquillità. seguito, cioè le cose più inte- un lungo bacio, cara mamma, buon animo. E/icordami a tutti gli ressanti. Abbiti e sta' di amici. Tuo Giosuè'. (U) 7 Settembre 1915. Mamma anche ieri cara, ho aspettato invano tue mentre sono ansioso d'averne. Che notizie, fa Gino?
  • 49. 33 Come stai E zione? Ho le tu? Com'è andata dell'assicura- faccende di casa? cominciato a spedirti delle lettere aperte di otto pagine, perchè la censura mette di più. Se vuoi, mandale non ne per- al giornale, per ordine progressivo di data. Continuo a star benone, mangio, dormo come un dio dell'Olimpo. Credi, la guerra è una vera cuccagna, e c'ingrasso come un suino. Oggi sono occupatissimo intorno ai soldati. Domani andremo in trincea. Saluta caramente tutti gli amici. Poi a qualcuno scriverò direttamente. A te, per tua regola, ho scritto puntualmente ogni giorno. Hai ricevuto tutto? Mille e mille lunghi baci. Giosuè' (12) 8 Settembre 1915. Mamma adorata^ oggi scendo alle trincee per fare lati, i retico- giù in un paese che non posso dirti, al solito. Starò qualche giorno, e non so se avrò
  • 50. 34 tempo di scriverti. Perciò non t'impensierire, se scrivo più irregolarmente. Sto bene, tutto va bene, sono allegrissimo, pieno di fiducia. Aspetto con ansia tue notizie, ma spero d'a- verne oggi o domani. Di' all'amministratore che le mie giornate di servizio furono esat- tamente dal 18 marzo al lo 21, dal 9 al 19 di maggio, a aprile, dal 13 al lire Saluta tutti festosamente, e di' 14 al giorno. che non di- mentico nessuno, che ho tutti in cuore. Sta' tranquilla e contenta, chè nessun uomo come il al mamma mondo mia d'oro, per- è felice e sereno tuo Giosuè (13) 9 Settembre 1915. Mamma carissima^ anche ieri non ho ricevuto nulla, mentre il Querci ha già ricevuto ben due lettere da sua madre. Come va questa faccenda? Speriamo che oggi giunga qualche cosa a tranquillizzarmi, perchè sono veramente impensierito.
  • 51. 35 Abbiamo cambiato residenza per qualche giorno, e siamo venuti in un luogo più soddisfacente, dove abbiamo anche un po' d'artiglieria. La nostra dignità si sente un po' più soddisfatta, ma per ora ci troviamo quasi nel- l'inazione. Continuo a star benissimo. La guer- ra è una villeggiatura. Credevo di trovare l'epopea, e trovo la georgica ; aspettavo la vita eroica, e trovo la vita pastorale. con me ad accarezzarmi Ho persino una^bella pecorina domestica, che viene col musino. Un bacione gran- dissimo. Giosuè' (14) 10 Settembre 1915. Mamma w,ia, ma dunque? Ancora non da te. ho ricevuto nulla Giorgio ha ricevuto tre lettere da sua madre, e soltanto da una di queste ho saputo che il 3 vi siete telefonate. Io ho già ricevuto lettere da Koma, cartoline d'amici, con la sola indicazione del reggimento, mentre tu devi già
  • 52. 36 mio indirizzo settimana. T'ho sempre sapere il esatto, ormai da una scritto con la massima puntualità ogni giorno, ed ho scritto solamente a te, perchè non m'importa di nessun altro al mondo. Dunque scrivi, scrivi, magari un rigo giorno; mi basta. Speriamo che venga al oggi qualcosa, perchè comincio a sbuffare. Sto benissimo, tutto va bene. Abbiti centomila baci. Giosuè' (16) 11 Settembre 1915. Cara mamma, anche ieri niente. Comincio a rassegnarmi, pensando che forse la colpa è della posta di guerra. Ti scrivo in gran fretta, perchè oggi sono occupatissimo. Qui si fanno tutti i mestieri, persino pentieri. i boscaioli, i legnaioli, i car- In questo lato del fronte comincia un periodo di vivace attività. A proposito, vorrei sapere se la signora * * * ricevette un mio lungo telegramma condoglianza, giorno 4. il di
  • 53. 37 Continuo a star bene di salute e di spirito. Saluta con affetto tutti gli amici. A te baci e baci interminabili. Giosuè' (16) 12 Settembre 1915. Mamma cara, posta maledetta! Ancora nulla. Tutti mi consolano, dicendo che accade comunemente di dover aspettare a bocca asciutta anche dieci e quindici giorni, prima d'aver lettere. Pa- zienza, dunque. Tra due giorni lasciamo nuovamente le trincee per tornare al campo con la riserva. Qui siamo stati benone. Ma ormai son persuaso che la guerra non esiste, è un mito. Pensa che non ho ancora visto un Austriaco, e che forse non ne vedrò mai il grugno. Però li sentiamo, questo si, e anche loro sentono noi. Abbiamo delle artiglierie meravigliose. Non ho ancora avuto il tempo di scriverti qualche altra lunga lettera, ma ne avrei delle cose da raccontarti ! Saluta tutti. Ti stringo a me con un lungo abbraccio. Giosuè*
  • 54. 38 (17) 18 Mamma Sette::ihre 1915. mia, domani ritorno al campo, perchè abbiamo il cambio con le altre compagnie. Dentro oggi spero d'avere il tempo di scriverti una lunga lettera. Di qua vado via mal volentieri, perchè è molto divertente avere gli Austriaci a due passi. Avevo anche una magnifica baracca, piena d'ogni ben di .Dio. Qui ho libri, giornali, sorta, via, pranzi succolenti, sigarette e sigari dolciumi e liquori d'ogni da buttar perchè non fumo e non bevo. Chi si sa- rebbe mai immaginato che la guerra fosse una simile cuccagna? è la posta. Lo La sola cosa che mi manca crederesti? Ancora non ho rice- vuto nulla di nulla, salvo un gran numero di lettere e cartoline insignificanti. Ma ricevere molta roba tutta insieme, spero di come acca- de spesso con questo servizio bislacco. Abbracci e baci interminabili. Giosuè*
  • 55. 39 (18) 14 Settembre 1915, Mamm^a adorata^ impossibile dirti la mia gioia pazza, quando ieri ho finalmente ricevuto Prima ho la tua lettera del 9. ballato la tarantella con volteggi di moschetto e lancio di berretto a venti metri ho pianto come un bambino a d'altezza, poi Mam- leggerla, rileggerla e coprirla di baci. ma, non ti adorerò mai abbastanza. una lunga lettera per il Nuovo ». So che ne ha pubblicata una, ma non l'ho vista. Perchè non mi fai spedire il giornale? Hai letto nel Giornale d'Italia del Ieri t'ho spedito « 13 l'articolo del Bellonci su di Oggi torno Di' alla me? campo. Tutto bene. sarta che prendo parte al alla sua sventura con cuore fraterno. Quella santa lassù non ha bisogno sue. ma delle nostre preghiere, piuttosto delle Conforta buona giovinetta, come tu sola puoi. che si faccia cia illimitata nella bontà del Signore. noi cara e quella Dille coraggio, ed abbia sempre fidu-
  • 56. 40 Saluta tutti, specialmente vannozzi, il Can. Vamba, Magri, p. Guido. Gio- p. Baci e baci. Giosuè' (19) 15 Settembre 1915. Mamma il mia adoratissima, Signore ascolta certamente f tue' pre- le ghiere e di tutti quei cari che pensano a me. Oggi è venuto al campo il signor Generale, che mi ha fatto molti complimenti, mi ha detto che conta molto su di me per tener vivo l'en- tusiasmo dei soldati, e infine mi ha annunziato che m'affiderà comando d'una ventina di a mia scelta, per un servizio il uomini provati, molto onorifico e bello, il tutto perchè ho dato prova di sagacia e di sangue freddo in due piccole imprese compiute felicemente in questi giorni, che ti racconterò al Gino m'ha scritto, e gli mio ritorno. ho risposto. Ora che sono in riposo, mi farò vivo con gli amici. Per adesso ho scritto sempre solamente a te, salvo una piccola eccezione che indovini. Per ora
  • 57. 41 saluta tutti, specialmente l'Annetta, la Marina, l'Elena, la sarta, p. Biagio, p. Eletto, la dre, Vamba, Campana e Annetta, signorina Mazzinghi. la fragoroso di un A te il Ma- mio Guido, un bacio più colpo da 305- Giosuè' (20) 16 Settembre 1915. Mamma QO ricevuto j stata per tua seconda cara, ieri la tua lettera del 12, che me un'immensa si La consolazione. deve essere smarrita, perchè ne ho ricevute due sole. Grazie di tutto quel che mi dici, e che è per me la prova più fulgida che tu ed io abbiamo un'anima sola. La sola grazia che chiedo al Cielo è di saperti sempre cosi, forte, T'invidio serena e tranquilla. le magnificenza! un prediche del Magri. Chissà che A proposito di e d'ora innanzi tutti i giorni farò altrettanto, d'ordine del Comando. Bravi li prediche, ieri feci discorso alle compagnie schierate e armate, ragazzi! Mi stanno un'ora, attenti e impalati, senza batter ci-
  • 58. 42 glio. Ieri alcuni si son commossi. Il mio di- scorso piacque molto agli ufficiali e moltissimo al nostro cappellano che stava a sentire. Pensa che uditorio e che cattedra, per un oratore! Sono molto contento. Presto ti spedisco una lunga lettera per «Nuovo». Le cartoline, s'intende, sono il per te sola. Qui c'è un po' da fare, ma va benone. Un tempo di paradiso. Abbiamo una baracca che è una reggia, dove stanno anche i nostri scudieri, Nicola e Lorenzo. Saluta tutti e ricambia con affetto speciale buona Elena. la Uu bacie interminabile dal tuo Giosuè (21) 17 Settemhre 1915. Cara mamma, per quanto oggi sia di spero d'avere il tempo giornata al campc- di scriverti una lungi In questi giorni stiamo facendo una vita cosi pacifica, oziosa e piacevole, che quasi mi vergogno d'essere cosi poco soldato, mentre lettera.
  • 59. 43 negli altri punti muore. Non del faccio fronte si combatte e si che passeggiare, leggere, mangiare, cantare, scherzare e dormire. Giornate piene di sole, notti stellate e magnifiche, la vita gaiezza, che del i campo piena d'animazione e di nostri attendenti, pieni di premure, ci offrono frutta eccellenti e fiori, e ogni giorno hanno una trovata ingegnosa per ab- comoda la nostra capanna. I cannoneggiamenti sembrano feste pirotecniche lontane, abbiamo spettacoli d'aviazione e gare a tutte le ore, un po' di tiro a bersabellire e rendere più glio, di notte raggi e riflettori. E questa è la guerra ? Andasti da Beltrami a prendere Pascal per A il il libro di padre Cantini? proposito: ma che panzane racconta il giornale sul conto mio ? La signora Querci ha mandato stamane a Giorgio un telegramma tutto spaventato. Purtroppo in questa amena villeggiatura non c'è modo di far l'eroe temerario, neppure volendo. Un bacio infinito. Giosuè'
  • 60. 44 (22) n Mamma il la* Comando Settembre 1915. mia adorata, del nostro battaglione ha posto sua sede in un villaggio accovacciato sulla domina la valle del fiume sporgendosi per due ampi costoni ad anfiteatro, in mezzo ad altre alture simili, cresta d'un colle verde, che tutte già in nostro sicuro e inespugnabile possesso. Il villaggio, che è posto a circa un seicento metri sul livello del mare, scopre per grande spazio i contrafforti meridionali delle Alpi Giulie, curve dolci e bellissime, d'un verde smeraldino, in mezzo alle quali serpeggia la più ridente e incantevole vallata che tu possa immaginare, irrigata dalla fragorosa e limpida corrente dell'Isonzo. Ah, se questa non gare me è Italia, mia, stesso mille volte. Il villaggio è tutto tiferi: mamma son pronto a rinne- circondato da alberi frut- peri, meli, noci e specialmente susini, tanto sovraccarichi da parere violetti. Tutta
  • 61. 45 resto, rigurgita di frutta del la vallata, come ravigliose; la Cornucopia. Le me- nostre pattuglie avanzate che perlustrano la riva, talvolta a pochi metri dalle trincee e dalle ve- dette austriache, si fermano a coglierle, sbuc- mangiarle allegramente, come se ciarle e il nemico fosse a cento miglia di distanza e non gettasse ad ogni momento i suoi razzi illuminanti e i fasci di luce dei suoi riflettori. Anzi dinanzi al pericolo le frutta sembrano anche più saporite, e si gustano col piacere di com- mettere la più faceta monelleria del mondo. n villaggio è dunque molto grazioso e pit- toresco, roba da idilli di Teocrito, da egloghe virgiliane, non c'è da pastorali del Guarino, ma, ahimè, una casa che non sia sventrata dalle Il paese è stato bombartempo prima che arrivassimo noi, e molte case ridotte a mucchi informi di mace- granate austriache. dato, poco rie annerite, qualche cosa di simile alle case come le vidi nel dicembre del 1908. quel bombardamento fu un inutile di Messina, Del resto sfoggio di crudeltà bravacciona, stile idiota dei nostri avversari. secondo Le lo sole vit- time di quella prodezza furono due poveri miili|
  • 62. 46 momento, e in seguito saranno i poveri abitanti esuli, quando torneranno e dovranno rifare tutto da capo, perchè non ritroveranno un briciolo delle loro povere robe e masserizie. Il campo che accoglie le riserve del nostro battaglione è disposto in un declivio « defiper il lato », ossia al riparo delle artiglierie all'ombra di castagni, lecci, tissimi faggi e larici, qualche abete, nemiche, alcuni al- cosicché nei pomeriggi di queste dolci giornate antunnali io posso stendermi sub tegmine patulae fagi, proprio come Titiro nella prima egloga. per farti capire come va prima linea, « Tanto la vita dei soldati in dicerolti molto breve » , senza scendere a particolari che procurino qualche dispiacere al censore. Ogni battaglione tiene due compagnie in riserva e due compagnie alle grandi guardie alternativamente, di sei giorni in sei giorni. Dalle grandi guardie, che sono i posti avanzati a una mezz'ora circa dalle rimezzo dei posti di serve, legate a queste per collegamento, si partono le piccole guardie, che stanno nelle trincee giorno e notte, sempre deste e all'erta, con tanto di fucile spianato, e le pattuglie, che, pure avendo i loro posti
  • 63. 47 di ritrovo, girano e perlustrano avanti a tutti, sorvegliate ogni momento terni in ispezione. Ma dagli ufficiali subal- della vita degli avam- posti, che è molto mossa e divertente anche in tempo di sosta e di relativa tranquillità, te ne parlerò a lungo un'altra volta. Per questa volta Il ti parlerò della vita al campo dunque mole pure cosi è fatto — di campo in riserva. — mio Dio, chiamia- capanne: capanne scavate per metà nel terriccio, con un tetto fatto di assi coperte di zolle erbose, che nelle capanne più ricche e sontuose coprono anche uno strato di tegole. Le gli aeroplani zolle erbose sono per ingannare nemici, perchè non possano scor- gere l'accampamento dall'alto. Quando l'aeroplano è in vista, e si cominciano a sentire i rombi frequenti delle batterie antiaeree, si ri- piegano in fretta i panni stesi, glie delle i teli ed ecco tutti capanne i si ritirano soldati sulle so- col naso per aria a seguire campo ha la caccia. Il da tenda e tutto l'aspetto d'un villaggio di trogloditi. Il lusso è tutto all'in- mia cara mamma, noi possiamo permetterci dei lussi, e ogni capanna rivela terno, perchè, chiaramente i gusti e l'indole dei suoi abita-
  • 64. 48 quali ne sono stati, novantanove su anche gl'ingegneri costruttori, dirigencento, do personalmente il lavoro degli zappatori. tori, La i guerra, se non avesse altro vantaggio, ne ha uno indiscutibile, quello di dimostrare chiaramente quanto sia mutevole e relativo il concetto della felicità terrena. Poveri voi, che siete rimasti a casa! è ingombrata vita la cittadina siete fatti gli Di quante cose superflue vostra povera e complicata Di quanti ninnoli schiavi Quante cose ! insulsi ! vi vi circon- dano che credete indispensabili, e non sono altro che impacci inutili E invece non sapete ! quanto poco basta ad un uomo per fare una vita sana, allegra, attiva e forte, la più piena e ricca del mondo. Chi dei miei amici non si crederebbe giunto all'estremo dell'inopia e della infelicità, se fosse costretto in una specie a lavarsi soglia di casa sua; se dormisse dove si le mani di catinella approssimativa, sulla entra carponi, sopra in una tana un mucchietto biada appena coperto da un cencio ? Eppure nostri profondi sonni non sono meno da sogni lusinghieri, eppure all'alba voci di saluto non sono meno gaie di i allietati le nostre e squillanti,
  • 65. 49 le meno gio- ti ripeto, pos- nostre risa giovanili non sono conde e clamorose. E poi, come siamo fare del lusso. Le cose che per voi sono indifferenti e tuali insipide, che vi sono cosi abi- da non accorge vene nemmeno più, per noi diventano magnificenze inaudite. Chi dunque è più felice? Che motivo di gioia è per voi l'avere in casa delle sedie? Ma quando mio fido scudiero, si presenta sulle soglia del mio allegro tugurio agitando trionfalmente in pugno un panchettino alto un palmo, che ha trovato chi sa dove, dovresti sentire il grido d'esultanza con cui mi felicito con lui della preziosa trovata. Quand'ero a casa mi pareva ben naturale di Gaspari Nicola, il avere tante librerie, e la cosa mi era perfet- tamente indifferente, mentre qua è stato un gran bel momento quello in cui ho potuto adattare alla parete della mia capanna una tavoletta a mo' di scaffale, per allinearvi bell'ordine Dante, Omero e l'Ariosto, gelo, Sant'Agostino e Pascal e perfetto caporale e montando il i il Van- Manuale del Soccorsi df urgenza ^ sor- un'immagine ovale di Bambino, regalatami dal tutto con Nostra Signora col il in
  • 66. 50 nostro dottore. Questo fortunato mortale, il ha una capanna che sembra un palazzo, piena d'ogni ben di Dio. Pensa che egli ha un vero lavamano, proprio autentico, un vero tavolino con tutte grande capitalista del luogo, gambe, una lanterna' appesa al (quella però l'abbiamo anche Giorgio e quattro soffitto le ed un tabernacolo con la Sacra Famiglia, dietro al quale si annida una scatola armonica che suona fino a tre ed io, invidia tissimi) Questo ariette differenti. bene intendi, un indiscusse. E il come una supremazia gli conferisce, prestigio ed giovane e valentissimo dottor Giovanni Quenda, piemontese, che il rischio d'esser mandato in ieri bricioli corse da una granata indiscreta scoppiata a un passo da lasciandolo incolume per egli ha la fortuna tenente Cresci ha della, un miracolo. lui, Ma scatola armonica, se il quella del servizio da tè, e, capirai, questo ce lo rende molto rispettabile. H tenente un palagio in cui non seduti se non con molto Maltagliati ha può stare in piedi o stento, ma ha il pregio inestimabile che è riparato in modo sovrano, e non ci piove neanche si quando imperversa il più torrenziale uragano.
  • 67. 51 Giorgio ed io viviamo fraternamente, quando non siamo alla gran guardia, in una capanna dove abbiamo persino una finestra con vetro e tendina. Dai lati dei telai passa uno spiffero indiavolato, ma questo contribuisce ad aereare l'ambiente. La capanna è cosi vasta, da accogliere ben quattro giacigli, tutti sollevati da terra, come se avessero la presunzione di parere letti. Quando dormiamo abbiamo il soffitto a un palmo dal naso. Due giacigli sono per me e Giorgio Querci, e due per i nostri attendenti, Gaspari Nicola di Ascoli Piceno e Lorenzo di Bergamo, forelli una lettera a parte, per essere Ga- quali meritano i degnamente ce- lebrati in tutte le loro virtù, semplici e prodi, buoni e liani. fedeli, due veri — In riserva La vita militare del e perfetti soldatini ita- la vita non campo si è molto variata. riduce al consueto servizio di sicurezza, al rancio, alle « corvées » un po' d'istruzione ai soldati, qualche rivista, come Siamo a pochi passi dal nemico, e la guerra sembra lontanissima. S'inganna di molto chi crede che in prima linea di fuoco, almeno li, la guerra si veda. quasi Chi si in caserma. figura grida, fucileria, si è fatto della
  • 68. 52 guerra un'idea fantastica e convenzionale, diversissima dal vero. Un'azione decisiva è molto più un macello un orrendo uragano questo, è di sterminio, uno infernale, di ferro e di fuoco, da cui si esce sbalorditi ed esterrefatti come da un cataclisma; ma un'azione decisiva è rara, avviene soltanto nelle grandi avanzate, ed è il risultato ultimo di una lunga plicata preparazione, che alle volte e com- dura dei mesi e di cui a noi non giungono che vaghi e rari indizi: notizie di batterie che vengono spostate e piazzate a qualche distanza, inquadramenti mezzo di chilometro di terreno fatti per di aggiustamenti di tiri, che ci sentiamo i^assare sul capo quasi a capriccio, rale che fa una un geneun an-. frettolosa ricognizione, dirivieni di rapporti, di ordini e d'intese, qual- che spostamento di masse; un lavoro immenso, dalle linee colossali, che è compiuto con una maestosa e terribile lentezza di settimane e settimane, e che ci sfugge appunto per la viviamo in mezzo. Continuerò in un'altra lettera. In questa sua vastità, sebbene mi ci resta appena lo spazio per un tenero bacio. Giosuè'
  • 69. 53 (23) 18 Settembre 1915. Mamma cara, ho ricevuto una tua cartolina che ho accolto con una gioia indescrivibile, e poi una ieri lettera di Biagio e una della Marina, a cui risponderò. blicata sul « tra, se che i le Ho Nuovo faccio mia lettera pubOggi ne manderò un'al- visto anche la » . in tempo, ma di' al giornale mettano un po' meglio, senza sciattare periodi e senza troppi svarioni tipografici. Qui va tutto bene, troppo bene. Ho fatto grande amicizia coi soldati, che sono proprio dei gran bravi figliuoli. Se ci muoveremo, m'impegno di portarli avanti come tanti leoni. Rammentami caramente a tutti gli amici, e soprattutto raccomandami alle preghiere delle care Morine, cosi predilette al Signore. Mille e mille baci ardenti dal tuo Giosuè'.
  • 70. 54 (24) 19 Settembre 1915. Mamma ieri m,ia, ho ricevuto la tua bella letterona del 14, e ormai spero di ricevere qualcosa tutti giorni, la qual cosa fa a ristampare il mi rende « felice. Ma come i si Testamento »? Proprio non metteva conto. Grazie delle tante belle cose che mi racconti di te, che ho letto e riletto con avidità insaziabile. Per conto mio ho poco hanno fatto a gara per offrirsi a venire con me, e continuano a offrirsi anche adesso che la squadra è completa. Adesso da dirti. me li sto I soldati istruendo. Domani torno giù gran guardia, dove rimarrò di poterti n sei giorni, scrivere egualmente tutti ma i alla spero giorni, tempo ci vola, tanto il tempo di finire la terza lettera. Vorrei rammentarmi direttamente a tutti gli amici, ma come si fa? JPallo tu per me, e intanto abbiti un mio lungo e ardente da fare è molto, e il che non ho avuto ancora bacio. Giosuè'
  • 71. 55 (25) 20 Settembre 1915. Cara mamma, la novità più importante è che domani sera ci diamo il nostro è al fuoco ormai da il cambio col terzo battaglione, poiché quattro mesi. Andremo un po' più indietro, accantonati presso il Comando del reggimento, cioè più comodi, carreggio, alle cassette, alla posta, vicini al 3CC. Solo ci aumenterà il lavoro, ecco tutto. cadde vicinissima una granata. Scop- Ieri ci piò tra il medici, e scalfittura comandante di battaglione e i due soltanto uno di questi ebbe una impercettibile in una gota. Un vero miracolo. Intanto io continuo l'istruzione del mio plo- tone d'esploratori, che promette di riuscire il più prode manipolo d'eroi di questo mondo. Peccato che non Ora poi si ci sia nulla da fare! va indietro nell'inazione più asso- luta e lontani da ogni rischio. Se ti chiedono che professione esercita tuo figlio, mamma, rispondi che faccio l'eroe disoccupato.
  • 72. 56 Ho ricevuto gnificamente. tolina e una « i Ho Testamenti » , stampati ma- ricevuto anche una tua car- lettera di Gino, di costà. Speriamo che possa entrare nel plotone. Comincio a ricevere anche tire un il giornale. po' di freddo, Qui ma si comincia a sen- sta' tranquilla, per- chè son coperto e sto benissimo. Spero di ricevere presto i guanti e la sciarpa. Quassù non mi manca assolutamente nulla, e da domani starò ancora meglio. Continua a star serena e tranquilla. Io son fiero di te, e ti adoro ogni giorno di più. Saluta tutti, e abbiti molte migliaia dei miei baci più teneri. Giosuè' (26) 21 Settembre 1915. Mamma mia adorata, stasera partiremo di qua, con mio grande dispiacere: prima riposarci senza e poi perchè perchè andiamo indietro a essere niente affatto stanchi, m'ero affezionato a questo luogo. qua dai miei zappatori una Ieri feci costruire
  • 73. 57 tettoia e un altare, per la messa, che è una magnificenza, e ora se lo gode il terzo batta- glione. Continuo a ricevere regolarmente ed il di Ilo tuoi scritti tutti Cardinale, clie mi i giorni. Ieri la posta, mi scrisse dice di averti aspettato giorno in giorno. Va' presto a trovarlo, perchè vuole pregare con te nella cappellina cara alla memoria di tutti noi. Continuo a star benissimo. vera burletta, e non si fa La guerra è una che ridere e scher- zare dalla mattina alla sera. Giorgio ti rin- Che caro ragazzo, e che compagno per me! Saluta tutti, ed grazia dei tuoi saluti. prezioso abbiti tutti, tutti i miei baci. Giosuè' (27) 22 Settembre 1915. Mia cara marama, iersera avvenne il cambio dei battaglioni, una bella marcia sotto la luna, e poi facem^no ci accampammo vicini al mento, in un luogo molto Comando del reggiPr'ma d'addor- bello.
  • 74. 58 mentarmi andai con una pattuglia a perlustrare un paese vicino, poi abbiamo dormito sotto una tenda preparata dai nostri scudieri. Fa un po' freddo, e tira un vento indiavolato, ma sto benone, ben coperto e imbaccuccato, allietato da un buon umore da non temere concorrenza. Oggi ti mando una lunga lettera, che spero piacerà, e d'ora innanzi, salvo casi impre- ne scriverò più spesso e più regolarmen- visti, te. Ieri, di posta, nulla, nemmeno Va' presto a trovare aspetta. Rammentami per te tutti i il il giornale. Cardinale, che ti a tutti gli amici, e tieni baci, che ti mando cuore. dal Giosuè' (28) Dalle falde di Monte Cali, 23 Mamma il se 1915. adorata, latore di questa lettera è l'84'', Sett. un soldato de!- che viene a Firenze. Puoi immaginari non approfitto subito occasione per mandarti di questa bellissiiia un saluto più diretto e più rapido del consueto. Egli ti dirà come
  • 75. 59 mi ha salute. fretta visto pieno di forza, di serenità e di Con questa lettera poi, che scrivo al lume della mia lanternina, sotto in la nostra nuova bellissima capannuccia, stasera mentre Giorgio sta scrivendo per conto tardi, suo alla sua mamma, ti racconterò in quattro e quattr'otto varie cosette che la censura non lascerebbe passare tanto facilmente. monte Cali, presso il Comando del reggimento, come truppe di rincalzo a quelle della prima linea, ma Adesso siamo fino alla n*' falde alle sera del 21 siamo sempre Battaglione in un Nekovo alto, proprio del paese che in stati col si primissima chiama linea, sulla valle dell'Isonzo, a poca distanza dalle trincee austriache. nostro Le due gran guardie battaglione erano in due luoghi vicini al fiume, Nekovo del più basso, (bombardato senza risultato quattro giorni fa) e San Vito, una chiesetta stati isolata accampati presso alla quale siamo sei giorni, facendo di notte la vita di trincea, ispezionando le vedette e le pattuglie, e costruendo son là, d,air altra i reticolati. Gli Austriaci parte, annidati nelle loro trin- cee; ogni tanto sparano a caso nel buio, e fanno
  • 76. 60 un grande sfoggio, perfettamente inutile del resto, di riflettori e di raggi illaminati. Il 125°, che è proposto per la medaglia al valore, è uno di quelli che presero parte alla giornata di Piava, più terribili il 16 di giugno, una delle battaglie di questa guerra. Noi ne abbiamo visto i luoghi quasi sotto i nostri piedi, perchè da Nekovo si vede una gran parte della vallata del medio Isonzo, si vede Canaio, Caporetto, ecc. Per molti giorni e molte notti s'è sentita da San Vito l'eco della lotta accanita e formidabile intorno a e Santa Lucia, uno dei punti più leria incessante e Se gl'Italiani Tolmino duri: fuci- cannonate quasi ininterrotte. la spuntano a Santa Lucia, Tolmino è presa. Se è presa Tolmino, si prende anche Gorizia, perchè Tolmino domina tutti i monti dove ora sono annidati gli Austriaci, al di là dell'Isonzo, giù giù fino a Gorizia. Speriamo che Dio ci assista, e sarà un bel giorno, quando avremo Gorizia, che è la chiave di Trieste. Gli Austriaci lo sanno, e fanno un grande sforzo difensivo. Anche recente- mente abbiamo segnalato l'arrivo di rinforzi da quella parte. Intanto tutti i nostri monti,
  • 77. 61 ossia conquistati adesso, quelli si coronano Ce ne sono a centinaia, Deport da Se tu sentissi che musica dalla matsera I duelli delle artiglierie durano delle nostre batterie. pezzi formidabili da 149, cannoni 75, ecc. tina alla a ! giornate intere, con boati, miagolii, sibili infernali, clie ci passano sul capo incessante- mente. La e vita in prima linea era divertentissima, A stavamo benone. continua. festa battaglione, Nekovo alto era una comandante del stato promosso maggiore capitano Il che è un uomo simpaticissimo, adorabile, un gentiluomo e un soldato esemplare. Si chiama ieri, è Giuseppe Boschi. Lo conoscevo perchè ha costà la moglie e fin da Firenze, le figlie. Mi ha preso a ben volere, ne faccio quel che voglio, ha parlato di me al generale Agliardi, è lui che mi ha proposto come La e sera, alla ufficiale esploratore. mensa, non ha occhi che per per Giorgio, che siamo tratta come un padre, ci fa storielle, recitare versi. mo trasformato il i suoi me cocchi. Ci cantare, raccontare In pochi giorni abbia- battaglione, ci abbiamo por- tato un'allegria, un'entusiasmo indescrivibili.
  • 78. 62 Anclie i soldati m'adorano, e in compagnia, che è di tutti, il secondo, è più ordinato e il mio plotone, il il il migliore più obbediente. mio attendente è un angelo di figliuolo, ed ha per me una specie d'idolatria. Quanto a coraggio, l'ho visto alla prova, ne ha da riven- Il dere. Non ti parlo dei credo, verrebbero Sono 24, i sei per ogni compagnia, più intrepidi, gli eroi di non miei esploratori che, anche nel fuoco con me. i più astuti, i i più scelti, più risoluti, Piava, certi musi, cara mia, da da credersi. Quasi tutti si sono offerti per venire con me. Adesso me li sé, istruisco, e poi credo che, se saremo adoperati, serviremo a qualche cosa. Però questa probabilità più difficile, sciato la si fa perchè da tre giorni abbiamo prima linea, e la- siamo in riposo. Il nostro accampamento domina la valle dell'Iu- vediamo Ogni giorno scendo Nero. drio, e su in alto dati della nostra bagno e le creste del compagnia: per lavare i Monte alla valle coi ieri, sol- per fare il panni; oggi, per far© istruzione di plotoni in ordine chiuso, proprio come in piazza d'armi. Dalla valle, che è incanto di pace e di bellezza, passano i un feriti
  • 79. 63 reduci di Santa Lucia. Ieri parlammo con un alpino, che ci descrisse l'accanimento mortale della lotta che combatte si là, e vedemmo un fantaccino che aveva avuto una scheggia di granata in una gamba. Di faccia a noi, poco sopra alla valle, presso un villaggio che non rammento come si chiama, c'è uno passare dei primi posti di medicazione con due magnifiche tende ospedali. Si dice che resteremo qua vario tempo, in ma oggi l'aiutante mag- forse saremo mandati sul perfetta tranquillità, giore Carso. diceva che La cosa mi sembra e purtroppo prevedo che un po' inverosimile, staremo qua La nazione più di quel che non vorrei. continua ad andar benone. gnifico e limpidissimo, Il nell'i- vita è ma- tempo cosicché lo stare in mezzo a questi monti è una vera delizia. Abbiamo certe notti di lume di luna d'una bellezza fantastica. La mattina, all'alba, un po' di freddolino, ma mano a mano che il sole poi passa si si sente subito, eleva sull'oriz- zonte. Avrei molte cose da raccontarti, da non finire più, ma la mia candela sta per consu-
  • 80. 64 marsi, e non ne ho più. Domattina va l'atten- dente a far provvista al carreggio. Questa carsi. lettera, si capisce, Hai ricevuto le altre? non è da pubbli- T'ho scritto ogni giorno una cartolina e poi tre lettere d'otto pagine. in Una l'ho vista pubblicata modo indegno, piena sul d'errori, «Nuovo » con frasi sciupate e incomprensibili, coi capoversi tutti fuor di posto. come ordine? Mi ci vuole a stampare tal quale fece molto piacere l'articoletto del Bellonci, che caso, Che scrivo io, che scrivo con chiarezza e con mi cadde mentre ero tra sotto gli occhi per gli artiglieri di S. Vito. Qui leggo molto i miei libri, che mi hanno veramente comodo, una vera provvidenza. Abbiamo una mensa veramente lussuosa e mangiamo come lupi. Quello che non ci manca fatto mai sono le frutta squisite, e poi cioccolata, caramelle, biscotti, liquori, sigarette e sigari, da non sapere che farcene. Di mensa spen- diamo un prezzo irrisorio: poco più d'una lira del Cardinale. Va' al giorno. Ti accludo la lettera presto a trovarlo, se puoi, con padre Guido. Digli tante cose da parte mia: che son felice
  • 81. 65 e altero dell'affetto che mi dimostra, che spero mio dovere. Del resto, gli scriverò appena posso, perchè non pare ma c'è molto da fare, e il tempo passa in un lampo. di far bene il Rammentami a tutti, al can. Magri, a padre Guido, a padre Giovannozzi, a p. Coppedè, a p. Betti, poi alle Morino, poi ai frati del Monte gio. delle Croci, specialmente Eletto © Bia- Ricordami a Vamba, a Campana, all'An- netta in modo le scriverò speciale, dicendole che presto direttamente. Ringrazia la Marina, da cui ho ricevuto una lettera e una cartolina immensamente gradite. Salutami di cuore le signorine Mazzinghi, e di' loro che l'eroismo m'ha ricolmato di felicità. È una prova che Dio l'assiste. Ho letto anche del loro fratello la la sua lettera sul giornale, che è stupenda, lettera d'un prode, generoso, forte, pio. Per Gino Mazzinghi ho un'ammirazione sconfinata, e sarei felice se potessi imitarlo. Me propongo per modello, e soprattutto vorrei imitarlo nella modestia e nella semplicità. Pensa ohe ci aveva scritto qua una letterina lo senza raccontarci nulla, secca e laconica. Ah, che bravo ragazzo! Gino Mazzinghi è un'anima
  • 82. 66 grande. Non gnore che lo pregherò mai abbastanza uomo Si- lo renda prezioso, come protegga e l'assista e ce incolume, perchè è un il ce ne vorrebbero molti. Prega anche tu per come pregheresti per me. Prega anche per Giorgio, che è qui con me. Stiamo sempre insieme e il nostro amore reci- lui, proco è l'ammirazione di tutti. È buono, gene- un'anima entusiasta. Tutti lo adorano. Di' a sua madre che stia tranquilla, che non sarò già io a suggerirgli la temerità. La temerità è cosa da sciocchi e da esaltati, da fanatici rozzi e barbari. Il vero animoso deve essere accorto e prudente, padrone di sé e pieno di sangue freddo, se vuole essere veramente utile alla sua patria. In guerra roso, pieno di si slancio, può essere preziosi in mille modi, senza bisogno di esporsi scioccamente per bravata. I fanfaroni mi piacciono poco, e non li stimo gran che. Invece mi piacciono quelli che fanno loro dovere con semplicità e con impegno con disciplina. Perciò di' alla signora Querci che non ha affidato suo figlio alle mani d'uno il e scapato imprudente, che ho cura di lui come d'un fratello, che lo sorveglio, che non lo
  • 83. 67 lascio della del un momento, che vita, fuoco che lo difenderei a costo tengo allegro. Sulla linea lo siamo andati perchè ci ci hanno mandato, e non perchè l'abbiamo chiesto. Saluta tera che l' Elena direttamente, e ringraziala tanto della let- Le risponderò presto appena mi sarà possibile. m'ha scritto. Pregate molto, che è la cosa più importante mondo. Io qua, grazie al Cielo, faccio bene il mio dovere, e non trascuro nulla. Mi comunico spesso, e sento la messa spessissimo. Andel che Giorgio e Il gli attendenti nostro cappellano è Ezio Barbieri. ventissima. il un caro giovane, don al campo è commo- La messa Qualche volta te Ti stringo a copro fanno altrettanto. me con tutta viso di baci. la la descriverò. mia forza, e ti Tuo Giosuè' . (29) 23 Settembre 1915. Mamma cara, ricomincia la solita storia. Son tre giorni che non ricevo nulla di tuo. Fortunatamente
  • 84. 68 mi sono un po' assuefatto alle stravaganze di questa posta, altrimenti comincerei a impensierirmi. volta Anche Qua va lo vedo più. Quante cose vedo! A racconterò tutto nelle mie let- tutto benone. poco a poco tere. Ci giornale l'ho ricevuto una il da tre giorni non sola, e ti siamo costruiti una magnifica capanna, un amore, dove stiamo caldi e riparati. Del resto il tempo è ritornato bellissimo. Si dice che tra giorni partiremo ancora per chi sa dove. Baci su baci dal tuo Giosuè'. (30) 24 settembre 1915. Mamma mia idolatrata, rinunzio assolutamente a descriverti la gioia, la beatitudine tuoi ri trattini. che mi hanno procurato Non potevi farmi una sorpresa più gradita, né un dono più caro cosi. Appena aperta i la busta, e prezioso di son rimasto una buona mezz'ora a contemplarti e a baciarti, in a una commozione dolcissima. Cara mamma mia, mio unico e vero tesoro in terra, preda
  • 85. 69 che Dio e la Madonna mille volte. quanto condo a te. ti E ti benedicano mille e pensare che non saprò mai adoro, di che assidua tenerezza cir- tua immagine, con che ardore penso la Tu sei mio cuore, veramente io vivo ritempro, in te la luce e la vita^del in te per e te, mi rassereno, da fede, forza, coraggio, amore. tutto, dirti mia santa, angelo mio A in te te te io mi attingo debbo tutelare. Tutto quel poco che posso valere è tutto opera tua, lo riconosco, lo proclamo, vorrei gridarlo al- l'universo, e son felice di poterlo dire al Si- gnore nelle mie preghiere, perchè Egli è A Lui affido la come Egli solo può nico testimone che vale. di ricompensarti, benefìzi immensi che ti l'u- cura farlo, dei debbo. Per conto mio non posso fare altro che amarti con tutta l'anima e benedirti incessantemente e lodare Dio della bontà e della protezione di cui mi dà una prova tanto grande, concedendomi il vanto e la gioia d'avere una madre come te, che sei il mio più santo orgoglio. I tuoi ritrattini li terrò sempre sul cuore, e Aon mi abbandoneranno mai un'istante. Di quelli e della medaglietta sacra che li accom-
  • 86. 70 pagna mi laccio un talismano, una salvaguarche mi rende invincibile e invulnerabile. Invincibile, perchè spero che il male non riedia, sca più a sopraffarmi e s'infranga contro la purezza del mio cuore rinnovato in Gesù; invulnerabile, perchè nessuna ferita né morale né materiale potrà toccare mia immortalità. Si, il mamma, ormai mi forte e sicuro, al di sopra di ogni vicissitudine, centro vitale della sento ogni evento e di padrone della sorte. Non è superbia. Il Signore ha detto che chi chiede otterrà. Io gli ho chiesto tutto. E perchè Egli dovrebbe negarmi ciò che mi ha promesso Ma ci Egli vuole che gli comanda si chieda tutto, di avere desideri ? Egli sconfinati, per- chè quelli sono i soli desideri veramente degni di noi e di Lui, che è infinitamente buono. se dubitassi un mi sento in cuore la istante di Lui; ma ora fede che muove le montagne. Ho capito che basta osare di chiedere ed essere ben certi che Certo potrei perdere tutto, si otterrà. Ho veduto la mia lettera pubblicata, al so- piena d'errori e tarpata qua là, alle fr3,si più importanti. Povero * * *j che crede lito
  • 87. 71 di poter tappar la zia tanto l' bocca alla verità! Eingra- Alessi del suo afletto, che ricam- bio con tutta l'anima. Perchè non hai seguito l'ispirazione di andare a baciare bambino di Prezzolini? InVoce » del suo indirizzo. Di' il formati alla « alla signora che stia tranquilla, che Prezzo- qua è stimato per quel che merita, da tutti, amato fraternamente da tutti. Ora il lini battaglione è riunito, stiamo sempre insieme, lontani da ogni rino altri pericolo. movimenti Pare che di truppe, e si prepa- andremo an- che più indietro per vario tempo. Oggi è venuto qua il nuovo colonnello del reggimento, un'eccellente persona, tanto buono, tanto intelligente. e stasera al A me ha fatto molta pranzo della mensa s'è fatto diavolo a quattro per festeggiarlo. fare festa, Non neppure una pallida idea della nostra legria: canti, cori, versi, brindisi, d'inferno. La mia il puoi ti al- un baccano barcarola veneziana è di- ventata celebre in tutto il battaglione, e si canta dalla mattina alla sera, coi capitani e i maggiori, che pigliano parte al ragazzi. Il coro come tenente dei mitragliatori mi ha
  • 88. 72 pregato di fargli un inno. Gliel'ho scritto e musicato, e adesso Vuoi che ti soldati lo impareranno. i scriva le parole? IL MITRAGLIATORE (Inno di guerra) I. Tra le milizie splendide che Italia scaglia in guerra, per far di schiava libera ogni italiana terra, è sempre il primo il — sul campo dell'onore mitragliatore (his) per l'Italia e per la libertà. n. Con l'arma sua che semina egli la terribile, morte, combatte intrepito calmo, sicuro e forte. Ha fermo l'occhio — e saldo in petto il cuore il mitragliatore (his) per l'Italia e per la libertà.
  • 89. 73 m. Se al santo sacrifizio la sorte un di l'addita, e per l'amata patria deve donar la vita, con un sorriso — saluta il sole e muore mitragliatore (bis) il per l'Italia e per la libertà. IV. Ma in Iddio protegge e vigila campo il valoroso, torna alla casa in giubilo il prode al suo riposo, tra evviva e canti il — ritorna vincitore mitragliatore (bis) per l'Italia e per la libertà. Anche i miei discorsi ai soldati vanno be- none, e ottengono dei successi oratorii da far crepar d'invidia Lisia, Demostene, Cicerone e Castelar, messi insieme. Oggi ho veduto molti da campo qui vicino. Ma feriti all'ospedaletto si! Avrei da rac-
  • 90. 74 contare un'infinità di cose, e le riserbo alla che scriverò per lettera il giornale, perchè questa, s'intende bene, è per te sola. Spero che avrai parlato già col caporale che ho incaricato di portarti questa lettera, che va domani fretta, ti miei saluti. Anche adesso in gran fino al carreggio, e sarà postata da Giorgio, cosicché i scrivo ti arriverà im- che va là per servizio, un po' più presto del so- lito. Ho l'autografo al Paoletti, e glielo scritto ho mandato. Ha molto pulito e veramente un lavorino carino, che m'è piaciuto molto. Elena della sua La signorina Marina me ne ha scritte Ringrazia Saluta tutti. lettera. fatto tre bellissime, di cui le l' son tanto grato. Sa- luta l'Annetta, Antonietta, la sarta, le suore benedette. Bacia per del « Nido ». E riuscito a entrare me quei trottolini tutti Gino? Pare proprio che nel plotone? Eammelo sia sa- pere di preciso, perchè sarebbe una gran bella mi farebbe molto piacere. Ora non mi resta che salutare te. Ti cosa, e go con lunga tenerezza ti bacio fino a al mio cuore, sofifocarti, cara, strin- e ti bacio adorata, santa,
  • 91. 75 mamma buona mia. Continua ad esser serena non mi sul conto mio, percliè sto benissimo, privo di nulla, mi diverto molto, e pericolo non ce n'è quasi punto. Se tu vedessi che bella capannina che abbiamo! Ancora un bacio. Giosuè' (31) 25 settembre 1915. Cara mamma diletta, oggi ho ricevuto di tuo soltanto una lettera arretrata, quella del 14. Questa posta bislacca è l'unico inconveniente della guerra. zia ancora una volta e di gran cuore Paoletti della cortesia con cui il Ringrail signor mi ha stampato Testamento. Dopodomani partiremo ancora di qui, dove ci eravamo appena accomodati. Andiamo a una quindicina di chilometri di distanza, sopra un altro un punto del fronte, verso po' il sud, sempre lontani dal fuoco, per ora, con mio grande rammarico.
  • 92. 76 Piove a torrenti, e pantano. Viva il l'Italia, campo un è ridotto a anche col pantano! Un bacio tonante dal tuo Giosuè' , (32) 27 settembre 1915. Cara mainma, siamo arrivati iersera, presso a questo paese che non posso nominarti, al solito, e ci siamo accampati a sera, dopo una marcia di otto ore, una pioggia torrenziale. Ventidue chilometri, che abbiamo fatto allegramente e cansotto tando, con tanto di zaino sul groppone. ISTon mi credevo capace di tanto, e ti ringrazio di avermi educato cosi solido nello ci mi fa ha molto bene lodati. e forte. Il colon- Se tu vedessi come guerra! Sono ingrassato, irro- la sembro un altro. Presto ci moveremo ancora. Adesso siamo in un accampamento di tende, pieno di gaiezza e d'a- bustito, colorito, nimazione. Il tempo s'è asciutto in si è subito rifatto, tutto un lampo, e i soldati ridono e scherzano sotto uno splendido sole friulano. Ho ricevuto il tuo pacco. Oggi ti spedisco un
  • 93. 77 me ne vaglia di duecento lire, e tissimi in tasca. Paga trerai nel registro restano mol- ricevute che riscon- le . Telefona alla signora Querci. Baci e baci. Giosuè' (33) 28 settembre 1915. Mamma cara, oggi sono stato ventiquattro ore di servizio campo al del battaglione, domani sono di gior- nata in compagnia, e stasera è arrivato qua un altro battaglione, il terzo. Puoi figurarti quanto ho da fare: roba da perdere il capo cento volte al minuto, senza contare la responsabilità. Portunatamente m'è andato tutto bene. Presto prima ci moveremo, spero per tornare in linea. Ricevetti bellissima. con minor Domani fretta. ti la sciarpa panciotto, scriverò più a lungo e Un abbraccio in furia, perchè vado a far .smontare la guardia e a scrivere rapporto. Giosuè' il
  • 94. 78 (34) 29 settembre 1915. Mamma ti m,ia, scrivo in furia, perchè la posta sta per partire, e oggi, essendo di giornata, avuto un attimo di tempo per me. non ho Non puoi credere quanto sia operosa e piena d'occupazione la vita dell'accampamento. Da due giorni abbiamo un tempo pessimo, che non annacqua punto il mio entusiasmo. Sto benone, e il Signore continua ad assistermi in mille modi. Sappimi dire se è venuto a trovarti un ca- porale dell' 84, che avevo incaricato di portarti i miei saluti e qualche altra cosa, tra cui due raccomandate da fare. Abbiti un milione e mezzo di baci. Giosuè' (35) 80 settcmhre 1915. Mam,ma cara, . ho ricominciato a ricevere bastanza regolarmente. Non le tue lettere ab- proprio come vor-
  • 95. 79 rei, ma insomma mi posso manderò io una lunga lettera per Ricevesti quella in cui ti Domani ti « Nuovo » contentare. il parlavo del campo, e che non ho ancora veduta pubblicata? Saluta caramente tutti e in modo partico- larmente affettuoso l'ottimo padre Betti che cordo con vera tenerezza. Iddio Qui nulla lo benedica. nuovo, salvo un tempo di ri- orri- un fango indescrivibile, dove si va a mezza gamba per intere giornate: cosa che bile e a lungo andare finisce col diventare quasi un aeroplano nemico ha bombe non molto lontano di divertente. Oggi get- tato quattro qua. Niente paura. Sono affogate nel fango. Un bel bacione fangoso. Giosuè (36) 1 ottóbre 1915, Cara mamma, son due giorni che non ricevo niente da e so soltanto, te, da una lettera della signora Querci, che tu hai ricevute molte mie lettere. Vorrei sapere se ti è giunta quella per il
  • 96. 80 Nuovo », se è venuto da te il caporale delSperiamo che domani saprò qualcosa. E di Gino? « l' 84'^. La novità più importante per oggi che è Querci e Prezzolini «e ne vanno, con mio im- menso dolore, soprattutto per Giorgio, in cui avevo posto un .affetto profondo e più che terno. mango fra- Vanno di guarnigione a Padova. Io rial comando d'un plotone, come effettivo e per di più ufficiale esploratore. Continuo a star benone, e prima linea. non vedo l'ora tornare in di Se posso, stasera ti lunga lettera già incominciata. Saluta prenditi per te tutti i una finisco tutti, e miei baci più teneri. Giosuè' (37) 2 ottobre 1915. Cara mia mavima^ oggi ho ricevuto una tua lettera del 27 e una cartolina del 29, cosicché sono addirittura beato. Per di più s'è rimesso que sereno dentro e nedi, fuori. il tempo: dun- Domani l'altro, lu- avremo una cerimonia solennissima e
  • 97. 81 commovente, la consegna della bandiera al reggimento, con la benedizione, alla presenza di molti generali. Ieri venne qui anche il ge- nerale di Corpo d'armata. La perdita della « Benedetto Brin » è stata me un gran dolore, ma la sconfìtta diplo- per matica della Grermania in Bulgaria, ria dei Russi e dei franco-inglesi sono state Speriamo che grandi gioie. Che giorni d'ansie il la vitto- ! Signore ci protegga tutti, e assista que- sta nostra Italia per per adorata. Prega, prega sem- tutti. Dell'assicurazione ho proprio idea farne di nulla. Oggi ho avuto di non un gran da fare, non ho potuto finirti la lettera incominciata. Speriamo domani. Un bacio che ne valga pa- e recchie migliaia. Giosuè* (38) 5 Mamma m,ia, tesoro ottobre 1915, miOj 30 merita una lunga risposta tutta speciale, che ti manderò la tua lunga lettera del
  • 98. 82 domani, se avrò tempo. Per ora non posso dirti altro che grazie e che sono felice e che tu sei la di cagione della mia felicità. vera e unica Oggi ho avuto qui dispiacere di veder partire il Giorgio, Prezzolini e tre altri cari amici a cui m'ero profondamente affezionato. La partenza di Giorgio è stata un dolore per dai soldati tutti, come un figlio. al maggiore, che questa partenza. Per di più messo monia lo al bratto, tanto il tempo da impedire della consegna della bandiera. l'inazione non amava Sono pieno di malinconia per si s'è ri- la ceri- Qui nel- bene davvero. Non vedo prima linea. A domani una sta l'ora di tornare in lunghissima lettera. Per oggi un lunghissimo bacio» Giosuè' (39) 4 ottobre 1915. Mia cara mamma, oggi, per una vera disdetta, non è arrivata la posta, a causa del cambiamento di Divisione. Abbiamo perduto tutto il giorno a far mano- vrare in parata due reggimenti, per preparare !
  • 99. 83 cerimonia della bandiera, rimandata di qual- la che giorno. In compenso è arrivato qua mo battaglione del nostro ho alcuni amici, i bombardamento il quali ci disastro pri- hanno raccontato una e l'incendio di Auzza, splendida prodezza un il reggimento, dove delle nostre artiglierie e terribile per gli ho visto da vicino Austriaci. Oggi nostre le uno retrovie: spettacolo formidabile. Di' a tutti che siamo forti. Quante cose avrei da raccontare Hai farò a poco a poco. letto nel la descrizione delle giornate di zini? « Lo ! Corriere » Piava del Bar- Son quelle a cui prese parte il nostro reggimento. Sappimi dire se i Bontempelli sono ancora a Firenze. Saluta tutti. Baci su baci dal tuo Giosuè'. (40) 6 Ottobre 1915. Mamma anche oggi mia, la posta ha subito un ritardo, e l'avrò soltanto domattina. Pazienza. Ricevetti il pacchetto dei calzini e dei guanti. Ho dato
  • 100. 84 i calzini a Gaspari Nicola, che è tutto felice, e ti manda mille benedizioni. La lettera ap- parsa sul giornale ha riempito di beatitudine L'hanno lui e Gaforelli. il fatta leggere a tutto battaglione, e Gaspari la del suo paese. manderà curato al Quando ne verrà qualche altra, ricordati di farne spedire qualche copia di più. Qui continuo a stare bene, e la sola cosa che mi duole è che si rimanga troppo tempo nell'inazione. Intanto nostro reggimento si ri- con vera generosità, e fornisce di tutto ripresa il avremo dei soldati alla stupendamente equi- paggiati. Se tu vedessi che scene di distribuzioni ! Sembrano Mandami tanti bambini. un po' Ogni tanto spediscimi una sca- presto dei calzini di lana grossa, per me. toletta di cioccolata del E,ivoire, che spedivano a Giorgio come le signorine quella Mazzin- ghi. Di' a tutti che la vittoria è certa, che siamo Cadorna è un gran genio, pieno magnanimo. Abbracci e baci senza fortissimi, che d'energia e misura dal tuo Giosuè', I
  • 101. 85 6 Ottobre 1915. Cara mamma, anclie mi oggi è impossibile scriverti a lungo, perchè stamani all'improvviso abbiamo dovuto levare il campo, per andare in un luogo vicino, tanto grazioso, tutta pace e verdura. Ho ricevuto la tua cartolina dove mi annun- ziavi la tua gita a Pisa. Benissimo. Spero di domani il racconto delle accoglienze che ti ha fatto il Cardinale. Di me non ho niente da dirti, se non che ricevere continuo a star benissimo. con affetto. Un Rammentami a tutti gigantesco bacio. Giosuè' (42) 7 Ottobre 1915. Cara Tnamma, nulla di nuovo da dirti. Siamo sempre fermi nell'inazione. Il tempo s'è rimesso, e ora fa
  • 102. 86 un caldo estivo. Domani avremo finalmente la grande cerimonia della benedizione e consegna della bandiera. Aspetto per oggi tue notizie, e mi racconti spero in una lettera dove tu la tua gita a Pisa. Oggi scrivo anche a Gino. Non saprei che cosa si potrebbe fare per lui, ma credo che egli continuerà regolarmente il suo corso senza difficoltà e senza ostacoli. Ieri giunse notizia che gli Austriaci hanno bombardato senza risultati il luogo dove eravamo in va bene, riserva. Tutto cia e d'entusiasmo. Un e siamo pieni di fidu- caldo bacio. Giosuè' (43) 8 Mamma adorata, una bellissima iersera ebbi dinale, che Ottobre 1915. mi fece molto che mi lettera del Car- piacere, e la tua fece piacere cento volte lunga lettera, di più. Ti risponderò minutamente un altro mi manca il tempo. Stamani abbiamo avuto la grande cerimonia, e oggi abbiamo il gran rapporto dal colonnello. giorno, perchè oggi
  • 103. 87 Spediscimi subito un coltello da campo con cavatappi, apriscatole, punteruolo, ecc. che tro, verai in piazza del Duòmo, di faccia a S. Gio- vanni. Il mio l'ho perduto. Sto benone, Baci infiniti, ti adoro, non penso che a te. baci tenerissimi e ardenti dal tuo Giosuè'. (44) 9 Mamma Ottobre 1915. cara, prima di tutto non mi spedire che ti tina. il coltello chiesi ieri, perchè l'ho ritrovato stamat- Poi scusami se ti scrivo sempre queste frettolose e laconiche cartoline, un numero sterminato Ma mentre avrei di cose da dirti e da tempo mi manca assolutamente, perchè abbiamo un immenso raccontarti. che vuoi! da fare dalla mattina Il alla sera, specialmente in questo periodo. Si stava molto più in pace quando eravamo in prima c'è nulla di nuovo. Ieri linea. Del resto non un aeroplano ci gettò due bombe perfettamente innocue. Sto sempre tra i miei soldatini, ai quali faccio prediche
  • 104. 88 su prediche. Mi vogliono molto bene, e sono bravissimi ragazzi. Stamani fare re, bucato il al fiume. dove conosco Ho un tutti a li ho condotti a plotone esempla- uno a uno. Ti bacio e ti bacio interminabilmente, e ti adoro ogni giorno di più. Giosuè' (45) 10 Ottobre 1915. Mamma non ti mia, mettere in testa che vita disagiata e sacrificata. Faccio una vita © molto sana. Il freddo non all' La si io faccia una Neanche per sogno. aria aperta, molto attiva pioggia non dà gran noia. sente ancora. Ora abbiamo tempo splendido e di sole. Mangio copiosamente e bene. Non mi manca nulla, ali 'infuori del tempo per intrattenermi con te un periodo come di vorrei. Aspetta a mandarmi pellicce e roba di lana, che m' ingombrerebbero inutilmente, almeno per ora. Aspetta alla fine di novembre. Delle tue lettere me ne arriva appena poco più della metà, e qualche volta con gran ri-
  • 105. 89 tardo, cosa che Ma mi riempie di costernazione. bisogna aver pazienza, che il Signore ci aiuta e ci protegge anche troppo. lersera è morto di malattia chi, quello che vedesti con me in il s. ten. Oec- piazza d'armi. Prega per lui, che era un buon figliuolo, ed è morto da vero cristiano. Il 7 mi comunicai anch'io, cosicché abbia- mo ricevuto insieme alla Marina, che ascoltai il Signore. Dillo anche la messa per la per- sona che sa, e che presto spero di poterle scrivere a lungo. Intanto ringraziala delle sue belle e buone letterine. Forse a quest'ora avrai già parlato con Giorgio, che deve essere venuto costà in licenza. Spero di poterti scrivere più a lungo domani. Un bacio altrettanto frettoloso, quanto tenero e affettuoso, dal tuo Giosuè'. (46) 11 Ottobre 1915. Mamma credimi, mia quel esagerazioni. Io cara, che racconta Giorgio non sono sono affatto arrischiato e
  • 106. 90 imprudente, ma, se anche fossi, non avrei dav- vero occasione per esser temerario. Finora la guerra non l'ho ancora vista, e in prima linea meno che mai. Credi c'è davvero il modo che, anche volendo, non di far l'eroe. Quel manoscritto del Gribble credo che sia mio scaffale di destra, oppure nel secondo sul terzo cassetto della destra. Cercatelo Quanto al libro del già arrivato alla mia scrivania, pure a insieme, e- lo riconoscerà. padre Cantini, dev'essere Libreria Bel trami, in via Martelli, a cui l'ho ordinato una decina di giorni prima di partire. S'intitola: Pascal, Opuscules^ e costa tre lire e Pensées et mezzo. Va' a pren- derlo e dallo al Padre, a cui scrissi ieri. Le tue lettere sono bellissime, e più sono lunghe e più mi fanno beato. Peccato che ne La mi dolgo è di non poterti rispondere minutamente e con calma. Il tempo ci manca. E un periodo ricevo appena la metà. di preparazione febbrile, zioni. sola cosa di cui con tattiche, e istru- Speriamo di andare avanti presto, e lora vedrai al- davvero di che cosa son capace. Centomila baci. Gìosub'
  • 107. 91 (47) 12 Ottobre 1915, Cara mamma^ oggi niente lettere. Ho ricevuta la crocetta d'argento d'Assisi, accompagnata da una bella non firmata. Come posso fare a ringraziare? Di' tu al canonico Magri che il dono mi ha commosso e che pensi lui a esprimere tutta la mia gratitudine alla donatrice ignota. Che Dio la benedica. Porterò sempre la crocetta su di me. Aspetto ancora il pacco d'indumenti che mi annunzia, ma la posta fa il suo comolettera , dacelo. Se Giorgio è ancora costà, avvertilo che ho respinto molta posta per lui e per Prezzolini, a Padova, fermo in posta, e che gli ho scritto varie cartoline. Era pochi giorni, a quanto pare, torniamo finalmente in prima linea, per fare qualche cosa di più serio, a differenza di quel che fatto finora. Sta' tranquilla, abbiamo e confida piena- mente nel Signore. Spero domani di poterti scrivere a lungo. Quanto abbiamo avuto da fare in questi giorni! Prenditi tutti i miei baci. Giosuè'
  • 108. 92 (48) 13 Ottobre 1915. Mamma mia cara, oggi spero di ricevere un po' di posta. Ho voluto vedere per curiosità quante lettere tue ho perduto, e, confrontando le date, ho visto che non ho ricevuto la bellezza di quattordici lettere: quasi la metà di quelle che spedito. Ieri e oggi mi hai abbiamo avuto un lavoro addirittura febbrile, per il rifornimento delle compagnie e tutto il resto. Stasera sono di giornata, fino a domani sera, ma spero di trovare il tempo di scriverti un po' più a lungo del solito. Il tempo è ottimo, fa un gran caldo, sto morale è altisssimo, l'appetito è formidabile, alla mensa ho persino l'acqua mibenone, il nerale di S. Pellegrino. e in ogni Non mi manca modo ho sempre occasione nulla, di rifor- nirmi d'ogni cosa. Penso sempre a te con infinita tenerezza. T'abbraccio con tutto il mio ardore. Giosuè'
  • 109. 93 (49) 14 Ottobre 1915. Mia cara mamma, debbo rinunziare lungo. Sono all' idea di giornata da di scriverti a iersera, stamani alle sei ero in piedi, e stanotte ho avuto un ammalato in compagnia che m'ha tenuto sveglio per vario tempo, cosicché oggi avrei avuto un'oretta libera, preferito ma ero tanto stanco, che ho farmi una bella dormitina. Adesso devo andare a gran rapporto, e tra breve parte la posta. dirti Non mi che sto un momento per benissimo, che non c'è nulla di resta che nuovo, che iersera ho ricevuto la tua lettera con quella della Marina, che oggi spero di ri- cevere qualche altro tuo rigo, di cui sono insaziabile. Ti abbraccio teneramente, e ti bacio con affetto indicibile. Giosuè'