11. 0^1 1
^
'
soldati d' Italia, alle loro
loro am,icij alle
mamme
mamme,
e agli
amici di
quelli che sono rnorti nella guerra,
coloro che
ma
non combattono
debbono
e
a
tutti
oggi con le armi,
dovranno combattere, in tutta
guerra sacra
la vita, la
e
continua del bene,
—
della civiltà, della grandezza d'Italia,
quanti hanno una patria
amarla
e
un
ai
braccio e
virla, ^- opriamo
un
e
una
l'incitamento che verrà
cuore per
m,ente
lo specchio, il
loro
a
per
ser-
conforto e
dalla
lettura
delle Lettere che dal fronte scrisse alla nfiadre
e
agli
amici,
tra
l'agosto
e
il
novembre,
Giosuè Borsi, morto di fucile austriaco a
Zagora,
il
10 di novembre del 1915,
lettura dei Colloqui ch'egli aveva
e
dalla
lasciata.
12. rv
partendo per la guerra,
blicati in bel
che abbiamo pub-
volume.
Dell'ultima delle
un
e
lettere che si leggono qui,
altro eroe dell'abnegazione patriottica e
dell'amore per
ha
fratelli, il
i
scritto che se
un
cardinale Herder,
giorno, com'è sua inten-
zione, parlerà ai soldati, farà loro la lettura
per insegnar
di essa,
et
comment on meurt
Tutte
le
come
il
si
comment on
vit
»
lettere che la
preparazione ad essa,
si vive,
loro «
precedono sono una
tutte
ama, come
periodo della vita di
insegnano come
muore. Tutto
si
Giosuè Borsi che
precede la sua partecipazione volontaria alla
una preparazione luminosa alla
Prima di partire per il fronte scrisse
guerra,
morte.
è
quotidianamente quelle calde
dei Colloqui, in
la
mia
piìi
uno
e
soavi preghiere
dei quali afferma: «
vita alla patria sarebbe
uno
dei
Dare
modi
ambiti di spenderla bene, perciò, se
possibile. Signore,
di battaglia^.
tere egli
ha
il
E
fammi morire
sul
è
campo
in qualcuna di queste
presentimento chiaro che
letil
13. suo voto sarà esaudito.
«
Se sono certo della
non sono però
nostra vittoria...
certo che vedrò di
quaggiù
altrettanto
tutte queste belle
mio presentimento mi dice
Tnovendo all'assalto, vado incontro alla
cose,
anzi
il
che,
Tuia
liberazione ».
Da quel
desiderio,
da questo presentimento,
dalla nobiltà dell'animo suo, dalla fede sua
recente e
pura
e
ardentissima, nasce la indi-
poesia di questi
cibile
la pietà,
tutte
nasce la gioia,
V amore, l'ingenuità, l'abbandono,
chiaroveggenza
la
scritti,
animate
meravigliosa onde
e ardenti.
Analizzarle sarebbe
profanazione. Ogni animo puro
sensitivo
—
ogni animo
e
e
ogni cuore
cuore d'italiano,
naturalmente aperto alla bellezza
—
e
alla bontà
troverà nelle Lettere e ne' Colloqui
delle
cui
letture piti
e
una
incitatrici e consolanti in
mai abbiano saputo fondersi
l'amore attivo
sono
e
sublimarsi
l'amore conteTuplativo dei
quali Dio ha acceso l'animo degli uomini.
Della vita di Giosuè
TYiente
si
parlerà diffusa-
in capo al volume dei Colloqui per ora
:
14. VI
basti al lettore sapere ch'egli^ nato
a Livorno
nel 1888 da Averardo Borsi^ giornalista, fu
tenuto a battesimo da Giosuè Carducci: rivelò prestissitno
il
suo grande ingegno
e le
sue rare disposizioni letterarie, tanto che chi
spigolerà tra la sua produzione di adolescente,
avrà piii volte a farne le alte meraviglie :
mortogli il padre, nel 1910, si dedicò al giornalismo, e fu per qualche tempo direttore
del
Naovo Giornale
di Firenze: lasciò
una
quantità di articoli di politica, di critica,
di varietà : due volumi di versi (Primus fons
e
Scruta obsoleta) oltre molte rime
cora raccolte:
velle. Crisomiti:
piuti:
tali
in
e
per
un
non an-
un volume incompiuto
il
di no-
romanzi similmente incomteatro alcuni apologhi orien-
atto, veri gioielli,
dei quali
il
Diadestè ebbe molta fortuna sulle scene. Ottenne pure eccellenti successi come conferen-
due memorabili letture
dantesche tenute a Firenze in Orsanmichele)
come lettore, e persino come artista drammazière (specialmente in
tico,
sostenendo parti im,portanti nelle rap-
presentazioni greche del Romagnoli a Siracusa, a Fiesole, a Torino. NelVultirno
anno
15. VII
della sua vita la guerra lo ebbe tutto, prirìia
soldato volontario, poi ufficiale;
tutto, fino
a Zagora, il 10
di novembre, mentre guidava all'attacco il
alla morte, la quale lo colse
suo plotone.
Della scelta
e
della
pubblicazione
cose sue inedite lasciò, in
al testamento,
una
lettera
delle
unita
V incarico alVaynico suo Mas-
simo Bontempelli, che volle anzitutto raccogliere, ordinare,
pubblicare
le
lettere che
presentano al pubblico in questo volume.
si
19. (1)
Bologna, 31 Agosto 1915.
Mamma
m,ia,
Bologna per
un paio d'ore. Ne approfitto per mandarti un
bacio. Siamo partiti da Firenze una cinquaneccoci fermi alla stazione
di
tina di diavoli scatenati, furenti d'entusiasmo,
tutti bravi ragazzi
te lo garantisco.
che faremo
Viva
il
l'Italia!
che cantare e scherzare tutto
nostro dovere,
Non
il
s'è fatto
tempo: un
baccano da far scappare duecentomila Austriaci.
Tutto
il
treno in rivoluzione. Ora abbiamo un
terribile corpo a corpo col caffè e latte e panini
imburrati. Mischia accanita. Alle sette e cin-
quanta sarò a Padova.
Mamma,
pre. Ti
ti
ho
adoro e penso a te sempre sem-
lasciato
il
cuore.
Tiemmelo per
benino, e lo riprenderò al ritomo.
Un
bacio
lunghissimo.
Giosuè'
20. 4
(2)
Padova, 31 Agosto 1915.
Cara mamma,
a Padova. Speravo di tro-
altra fermatina
ma è in campagna. Sono a colazione dalla sua mamma, poi vado a Venezia dove
vare Ettore,
mi fermo qualche
ora, indi parto
per Udine,
dove pernotto, e domattina alle sei sono a Cividale del Friuli, che è la mia destinazione. Poi
entro in campagna. Evviva l'Italia! Il morale
è
sempre altissimo,
turbabile, la salute
la
calma
sempre
è
sempre imper-
eccellente," e cosi
spero che sarà di te. Il mio pensiero non
abbandona un
mille volte.
istante.
T'abbraccio
mille
ti
e
Tuo
Giosuè'.
(3)
1 Settembre 1915.
Cara m,am,ma mia,
oggi alle tre partiremo di qui nei cam^ions,
per raggiungere
il
nostro reggimento.
Dove
21. non
te lo posso dire: d'ora innanzi bisognerà
che tu
ti
rassegni a non sapere dove sono pre-
cisamente.
Ho
dissi ieri,
ti
passato la notte a Udine,
mici inaspettati: Ojetti, Cippieo e tanti
Ghe
guerrieri.
tutti
mita di soldati,
a
come
ed ho trovato una trentina d'acittà
ufficiali,
altri,
Udine! Tutta gremezzo
generali, in
un movimento vertiginoso
automobili,
di
furgoni, batterie, con gli aeroplani che volteg-
giano su in cielo.
La
sera la città è immersa
un buio impenetrabile,
in
delle case sono
dell'esercito è
ribile, e
e
anche gl'interni
appena illuminati. Il movimento
uno spettacolo maestoso e ter-
mi sento ricolmo d'orgoglio
all'idea
che anch'io ho l'onore di far parte di questa
splendida e formidabile macchina tutta ani-
mata
e intelligente.
Ho
ghino
risi.
gri
coi
un
alber-
padrona era tutta premure
e sor-
trovato da dormire benone in
la cui
Stamani
alle sei
partiti, tutti alle-
come pasque, chiacchierando animatamente
veterani che erano già stati al fuoco. Era
l'ultima tappa
del
momento
nostro viaggio, perciò la
meno
fragorosa che
della partenza, più
calma e rac-
nostra serenità era
al
siamo
un
po'
22. colta,
ma
però sempre più ferma e impertur-
mi sento in cuore una baldanza che
uno dei sentimenti più belli e più dolci che
abbia mai provato, qualche cosa di simile
babile. Io
è
sentimento religioso.
al
E
infatti è giusto.
La
gioia dei santi è la comunione, è d'essere tutti
formare insieme
in uno, di
di Gresù,
un unico
la
con una volontà
e
una forza unica,
indissolubile amore, una sola mèta,
volontà del Signore. I
un
corpo mistico
il
sola,
figli
della Chiesa sono
esercito in battaglia. Nella stessa maniera
noi siamo soldati della patria; tutti
sforzi,
nostri
i
animati dall'amore della nostra terra,
convergono ad un unico scopo,
Re. Credi,
mamma,
mi persuado che
la
che più
volontà del
la
ci
penso e più
nostra guerra è la più
bella di tutte, quella più
degna d'esser com-
battuta. Soltanto quella che combattono
i
Belgi
può essere paragonata per la santità della
causa, ma quegK sventurati combattono con
la disperazione e aiutati da armi straniere.
Noi invece siamo soli e forti, combattiamo per
le
la giustizia,
con
fare col nostro
del Be, che è
la certezza di vederla trion-
sangue. Facciamo la volontà
la nostra, condivisa
pienamente
23. ardentemente da ciascuno di noi, ed egli è
degno in tutto della nostra devozione obbee
come Gesù, dandoci per presempre la sua volontà, poi viene
diente, perchè,
cetto di fare
giù fino a noi,
e
ai
si
unisce a noi, ci aiuta e soffre
combatte con noi, cosi
suoi
soldati,
il
E,e sta in
ne condivide
i
mezzo
pericoli e
i
disagi, mettendosi alla pari col più umile di
loro.
Più
accostiamo alla linea del fuoco e più
ci
sono stupefatto,
della nostra
gli eserciti
strabiliato
spettacolo
dallo
potenza militare. Se tu vedessi
di carri, le
menti, le munizioni,
i
montagne
di
riforni-
foraggi! Cavalli possenti
trascinano carri ricolmi, per ore ed ore, guidati da soldati grandi e
senza un
i
nostri
!
momento
fieri,
uno dietro
l'altro,
Che
soldati
d'interruzione.
Se tu vedessi che giganti
gli alpini
e gli artiglieri! Il passaggio d'una batteria è
uno spettacolo indimenticabile.
Ma
quello che
è straordinario in tanta animazione è la precisione
di tutto,
il
senso d'unità, di subor-
dinazione d'una cosa all'altra.
Se dovessi descriverti tutto quel che vedo
minutamente, dovrei star qui cent'anni.
24. 8
La prima persona che ho
incontrato, scen-
dendo dal treno alla fine del viaggio, è stato
il
dottor Verdiani, che
m'ha detto subito d'aver
ricevuto stamani una tua cartolina. Puoi figurarti
il
mio soprassalto.
E
una piccolezza che
m'ha reso felice. M'è parso quasi d'aver ricevuto un tuo saluto particolare subito appena
arrivato.
Dopo essermi presentato
all'ufficio di
tappa
per sapere la mia destinazione, sono subito
andato a sentire la messa. Oggi vado a colazione con alcuni amici che
ho trovato qua.
Ti debbo dire una cosa: che non t'ho mai
imato tanto come ora. Non penso che a te,
con una tenerezza indicibile; mi pare d'averti
accanto.
Ma
che dico mi pare?
L'unione degli
di quella
son certo.
spiriti è infinitamente
materiale. So
te e tu sei con
Ne
me
bene che
io
più vera
son con
realmente, molto più che
86 fossi rimasto a casa.
Amandoci
in
Dio che
può separare? Nulla, mamma, né in
né in morte. Pensaci sempre, sempre,
perchè questo è il pensiero che ci occorre in
cosa
ci
vita
questo momento. Eleviamoci sempre
delle, idee materiali,
che sono
il
al di
sopra
nostro impac-
25. ciò.
Su, su, in alto, sopra la realtà sensibile,
che è cosi effimera,
saremo santi,
e
liberi,
e invincibili.
Saluta tutti con affetto.
lunga lettera.
per te
il
Rammentami
più lungo,
il
A
presto una più
a
Gino, e abbiti
più tenero dei miei
abbracci.
Giosuè'
2 Settembre 1915.
Cara mamma,
arrivo adesso e raggiungo la mia compagnia.
Poi
ti
scriverò oggi stesso una lunga lettera.
Per ora non ho che
.
tempo
il
di
mandarti un
lungo abbraccio.
L'indirizzo
mio
è qui
dietro. Sto
son felice, pieno di serenità.
Un
benone,
bacio tene-
rissimo.
Giosuè'
(5)
3 Settembre 1915.
Mam,ma
adorata,
la posta parte di
ho appena
il
tempo
quassù tra breve, perciò
di
scriverti
poche righe
26. 10
Le
in tutta fretta.
date dei contratti che
ha chiesto l'avvocato sono
primo, il 5, il 10, il 14 e
13 gennaio del
il
21 di febbraio
non me
degli altri. Quello del Tavernini
rammento bene, ma
pare del 14, salvo
ti
il
è certo del
lo
maggio, e mi
vero. Riscontra con la
il
signorina Andreina, che è esattis-
lista della
sima, e intanto salutala tanto da parte mia,
e con lei la signorina Ines, dicendo loro che
oggi scrivo anche al loro fratello.
Siamo
mattina,
arrivati
nostro
al
battaglione
dopo esser passati dal
ieri
Comando
di
Divisione, dove abbiamo assistito a una caccia
contro
io
un aeroplano
siamo
austriaco. Il
stati assegnati
Querci ed
insieme alla sesta com-
pagnia, e allora t'ho scritto subito la carto-
mio indirizzo preciso. Te lo ripeto
per maggior sicurezza: S. tenente Giosuè Bersi,
lina col
125° reggimento Fanteria, 6* compagnia, 32*
Divisione,
Il
Zona
di guerra.
luogo dove siamo accampati, a breve di-
stanza dalle trincee, è
trti
simi e pittoreschi, dove fa
zioso, niente
abbiamo
fatto
affatto
un
monti verdi,
un
bellis-
frescolino deli-
pungente. Per arrivarci
viaggetto divertente come
27. 11
una scampagnata, attraversando un'ampia zona
di
combattimento, quasi senza accorgercene,
poiché non
moderna
ti
puoi figurare quanto la guerra
quasi. Se
non
glierie, della
Domani
che ce
La guerra non
ci fosse
il
rombo
si
ne
vede
delle arti-
guerra non apparirebbe nessun
indizio preciso.
esserci a
dall'idea
differente
sia
facciamo dì lontano.
Per vedere una cosa bisogna
due passi.
ti
descriverò minutamente
il
mio
Per oggi ti
dirò che sto benone e mi sono accomodato
come un principe. Ho due attendenti che sono
due eroi, Carmine Possidenti e Nicola Gaspari,
che hanno preso parte a una delle più terribili battaglie della guerra, tutti e due buoni,
intelligenti, religiosi. Hanno per me cure minuziose e amorose incredibili. Sono alloggiato
in una capanna dove non manca nulla, né
fornello, né lavamano, né scrivania. C'è un
altare con la Madonna, il Bambino e S. Giuseppe, con dietro una cassetta armonica e
dinanzi fiori sempre freschi. Alla mensa si
viaggetto per
arrivare
quassù.
fanno dei veri festini, con frutta, dolci, caffé,
liquori.
Un
lusso inaudito.
28. 12
Domani
ti
Per adesso
ti
descriverò minutamente tutto.
mando
tutti, tutti
Giorgio sta bene e saluta.
i
miei baci.
Rammentami con
afietto alla signora Querci, alla signorina Nella,
Saluta Annetta, Marina, Elena, padre Guido,
padre Biagio, la madre,
a Gino che son
felice,
le suore, tutti. Scrivi
che l'abbraccio, che la
guerra è bella. Ancora un bacio a
te,
mamma
Tuo
mia.
.
Giosuè'
.
(6)
4 Settembre 1915.
Cara
ieri
della
ho
mamma
in
letto
morte
un
giornale, la
povero * * *
del
credere quanto
^
ne
sia
e
notizia
non
puoi
rimasto esterrefatto.
Sventurato! Ohe orribile sorte, morire cosi,
dopo aver tanto sofferto. E la moglie, e i
A quanta gente dovrebbe aprir gli occhi
figli
!
una morte simile
molto per
che
lo
lui.
Ho
!
Bisogna che preghiamo
supplicato tanto
il
Signore
salvasse e lo prendesse con sé, e per
ottener questo sarei stato pronto a fare qualun-
que
sacriiicio.
Un
presentimento mi dice che
il
29. 13
Signore m'ha ascoltato, e che adesso ho di là
un'anima pronta a intercedere e perorare per
me con tutte le sue lacrime riconoscenti, la
migliore delle raccomandazioni.
Quassù farò dire una messa in suffragio di
anima dolente, che ha tanto sofferto, che è degna di tanta pietà e di tanto
amore. Ah, l'amore è tutto, mamma mia, l'amore è tutto; lo vedo sempre più chiaro, più
di quel che non possa esprimere. A che serve
l'odio, il risentimento, la vendetta? Vedi bene
quella povera
chi è che castiga. Serbare del rancore verso
una povera creatura, a cui il Cielo non permette neppure di godere del male fatto, e che
spenge cosi in un attimo, quando vuole, ma
non ti sembra la cosa più assurda e più bassa
del mondo? Credimi, non saremo mai abbastanza indulgenti, amorevoli, benigni verso
credimi, non
nostri simili
;
abbastanza.
Il
male che
li
ci
i
perdoneremo mai
fanno sarà una
ragione di più per amarli con ardore raddop-
hanno fatto a se
e son diventati sempre più miseri e
sempre più degni d'esser sostenuti dal
piato, perchè quel
stessi,
deboli,
male
nostro aiuto fraterno.
E
lo
poi siamo indulgenti
30. 14
pensando che anclie noi siamo altrettanto bisognosi d'indulgenza, di clemenza e di pietà,
peccatori deboli ed effimeri
come siamo. Anche
noi abbiamo tanti debiti da pagare, tante colpe
da farci perdonare.
La morte
di
quello
sventurato, degno del
nostro più sollecito rispetto, poiché anch' egli
Sangue del nostro Redendovrebbe farci vedere anche un'altra
è stato riscattato dal
tore,
cosa
quanto son vani e
:
irrisori
i
beni del
mondo. La sua incontinenza l'ha ucciso, per
insegnarci ad essere sobri e frugali, ad evitare
i
pericoli dei godimenti materiali e bassi.
E
l'ambizione a che gli ha servito? Iddio gli
ha
tolto tutto in
un
istante.
In che cosa aveva
posto la sua felicità? Negli onori, nel piacere,
negli
agi,
brillare,
nel
voler
comandare,
Ed
piacere agli uomini.
retaggio d'amore ha lasciato
cui morte è stata desiderata
prevalere,
ora? Che
quest'uomo,
e
la
augurata con
bramosia da sciacallo? Che beni porta con sé?
Che
sorte lascia ai suoi figli?
Eppure era più
debole che cattivo, e aveva della bontà, della
nobiltà,
della generosità^ era
di quanto si credesse.
molto migliore
32. 16
Spediscimi subito una diecina di
«
Testa-
». Ne voglio dare uno al cappellano.
Abbracci e baci interminabili dal tuo
menti
Giosuè'
.
(8)
6 Settembre 1915.
Mamma
mia adorata,
una lunga lettera, ma non
so se faccio a tempo a terminarla. Per non
ti
sto scrivendo
lasciarti priva
di
notizie
ti
scrivo in
fretta
che sto bene e che tutto va bene. Ieri sono
stato alle trincee, e
Ma
mi sono molto
divertito.
tu? Ieri speravo di ricevere posta.. Spero
che oggi mi verrà qualcosa, perchè comincio
a stare in pensiero. Saluta tutti e soprattutto
manda un
te
bacio a Gino, quando gli scrivi.
una lunga
stretta
A
amorosa con tutta l'anima.
Giosuè'
(9)
6 Settembre 1915.
Carissim,a
mamma
m,ia,
ho intenzione di scriverti una lettera lunga
e
minuziosa intorno
al
nostro viaggio per arri'
33. 17
vare
al
fin
quassù e intorno alla vita che facciamo
campo, ma, bada, per quanto possa
scri-
vere diffusamente non riuscirò mai a descriverti
neanche una minima parte di tutto quel
che ho veduto e ammirato,
poiché
non potrebbe essere più animato
di cosi.
È
difficile
il
quadro
e gigantesco
farsene un'idea, e
difficilis-
simo poi renderla a parole, specialmente nelle
grandi linee che s'intravedono e s'intuiscono
dagli episodi. Qui si vive e si respira in piena
epopea, un'epopea tutta nuova per la vastità
degli spazi in cui si svolge, per la maestosità
dei luoghi che ne sono la scena, per
l'immane
grandiosità dei mezzi impiegati e delle forze
E se penso che io ne ho
appena una minima parte, in
che sono in giuoco.
sotto gli occhi
uno dei cantucci più appartati e relativamente
tranquilli, dove mi trovo soltanto da pochi
un periodo di sosta e di riposo,
s'impadronisce di me un senso di stupore e
di vertigine all'idea di tutto quello che non
giorni durante
vedo e che noii
so, e
che pure
si
sta svolgendo
su tutti gli altri punti del fronte, dalle cime
dello Stelvio
fino alle
di tutto quello
rive
adriatiche, e poi
che è già stato fatto e che
si
34. 18
dovrà ancora
immenso giuoco
fare, in questo
mortale, la cui posta sarà la nostra vittoria.
Che spesa
titanica di energie, di perseveranza,
di pazienza, di coraggio, di sacrifizi cruenti!
E
bello che
un popolo
si
guadagni cosi
la
sua
gloria. Quello che acquisterà potrà dire che è
veramente suo, perchè
dei riscatti,
gliore
avrà
il
lo
avrà pagato col mi-
suo sangue, e intanco
esercitato e sviluppato
virtù, la
sità, lo
disciplina,
spirito di
la pertinacia, la
le
sue migliori
l'obbedienza, la genero-
sacrificio
e
di
concordia,
sana e gagliarda fiducia in se
proprie forze, e soprattutto
stesso e nelle
il
sentimento del dovere, questa virtù sovrana
e fondamentale, sulla quale si fondano tutte
le altre virtù
morali e
è quella che
ha
fatto
civili,
mentre purtroppo
maggior
difetto sinora
alla nostra generazione.
Rimanemmo
nostro
Comando
per qualche ora alla sede del
di Divisione,
anche più fervido e intenso
dove continuava
il
movimento
di
Udine: reggimenti in arrivo e in partenza,
passaggio di convogli e carriaggi interminabili,
rombare di automobili, strepito ferreo di batterie. Poco prima di mezzogiorno passarono
35. 19
in automobile
Re,
il
generale Cadorna,
il
il
generale Porro, l'onorevole Salandra e l'onorevole Barzilai.
Di
partimmo
là
in
una
cin-
quantina, stivati coi nostri bagagli in quattro
furgoni automobili, sballottati e squassati
battagli di
campane
come
nel giorno di Sabato Santo.
Sulle bottiglie di certe medicine c'è scritto:
agitare prÌ7na dell'uso. Io non so ancora
saremo adoprati,
ma
come
pur tranquilla che
abbastanza. In automobile
sta
siamo stati agitati
abbiamo costeggiato per qualche tempo l'antico confine, del quale abbiamo avuto agio
d'ammirare tutta l'assurdità, e frattanto per
la strada, tra le scosse e attraverso
rone, potevamo intravedere
mento
di
un
soldati e di carri
il
polve-
febbrile movi-
scortati, di
bat-
terie in marcia, tutte coperte di fronde verdi.
Ogni tanto si trovavano le tende di qualche
accampamento, e, accanto, un numero sterminato di cavalli in
fila,
alla
cavezza, con le
loro groppe d'ogni colore, pascolanti con
gran divincolio di code. Percorriamo
vie,
ossia
una
delle
regioni
un
le retro-
più importanti
della zona di guerra, le arterie della vita dell'esercito,
come
le
chiamali generale Cadorna.
37. 21
un sena una guida
diana, col nostro zaino in ispalla, per
tiero ripido e serpeggiante, dietro
che doveva condurci
Abbiamo
un
Comando
al
di brigata.
.varcato l'antico confine sui sassi di
Non
ridicolo torrentello.
potrebbe imma-
si
ginare un confine più irragionevole, arbitrario,
Non
pazzesco, indifeso.
era nulla più che
un
imbelle e modestissimo confine amministrativo,
del quale ci
di
dovemmo
accontentare alla pace
Villafranca. Eequiescat in pace. Adesso,
grazie a Dio, ce ne stiamo
migliore.
Con una specie
abbiamo calpestato
guadagnando uno
voluttà
di
altera
suolo verde delle nostre
il
terre nuove, le terre del nostro diritto sacro-
santo e della nostra futura sicurezza e salvaguardia. Forza e avanti. Il terreno ha cominciato a salire, e
ad aprirsi
nostri
al
bei
in
contrafforti
quali si slanciavano
nevosi dove
dei nostri
breve hanno
nostro sguardo
si é
alpini.
al
cominciato
chiostre dei
le
di
dei
alpini,
al
cielo
grandi picchi
svolta la
Siamo
i
là
lotta formidabile
saliti
per
tiero sassoso e ripidissimo, dal quale
un
sen-
son pas-
sate nei primi giorni molte batterie di grosso
calibrò, tirate da cordate di centinaia di sol-
38. 22
dati:
un portento che
si
a vedere che razza di
direbbe impossibile,
strada hanno saputo
percorrere.
Siamo arrivati al Comando di brigata, in
un paese che, due giorni dopo il nostro passaggio, è stato bombardato senza nessuna efficacia dalle artiglierie austriache. Mentre si
passava attraverso un accampamento di territoriali, abbiamo sentito di lontano i primi rombi
delle nostre batterie antiaeree, che stavano spa-
rando contro un aeroplano nemico. Si vede-
vano su in
cielo le nuvolette degli scoppi de-
gli shrapnells, intorno all'apparecchio in fuga.
Non
è facile far cadere
un aeroplano,
special-
mente quando vola molto alto, eppure anche
l'altro ieri i nostri hanno abbattuto un biplano
austriaco, che mi ero visto passare sul capo
mezz'ora prima. Non si può negare che gli
aviatori austriaci son pieni di sangue freddo,
d'audfcia, e continuano a volteggiare imperterriti
anche mentre son presi di mira da tutte
le parti,
ma
però coi nostri non c'è confronto.
I nostri hanno degli ardimenti raccapriccianti,
volano basso, vanno e vengono, operano e fanno
il
loro
comodo, come se nulla
fosse. Inoltre
i
39. 23
sempre azioni
nostri compiono
mente, mentre
a casaccio e contro
Al Comando
i
cittadini inermi.
di brigata
generale, che è
il
mattina dopo,
Cardinale che
per
raggiungere, la
nostri reggimenti.
i
divertente fu quella
!
col nostro
Egli- ci ordinò di per-
eravamo,
dove
parlammo
fratello del
conoscemmo a Roma.
nottare
efficaci militar-
Austriaci tirano a far danni
gli
Che serata
un
Ci fu improvvisato
pranzo pantagruelico, con certi spaghetti che
avrebbero intenerito un
il
macigno,
fors'anco
cuore paterno di Francesco Giuseppe. Poi
ognuno
mise in cerca d'un giaciglio
di noi si
qualsiasi:
un'impresa più
difficile assai
della
presa di Trieste, di prossima attuazione. Io
trovai
i
un cassone
nella stanza dove
volontari ciclisti, e già
nel morbido,
dormivano
mi adattavo a dormire
quando quei bravi ragazzi mi
un batter d'occhio, mettendosi
moto, un fodero di pagliericcio, la
trovarono in
tutti
in
una coperta, uno scendimio cuscino, ed ebbi cosi
lussuoso di questo mondo.
paglia per riempirlo,
letto.
il
Aggiungi
il
letto più soffice e
A
domani
il
seguito.
Un
bacione.
Giosua'
40. 24
(10)
7 SeUemhre 1915.
Mamma
cara,
continuo la mia cronistoria per
foglietti,
quanti
me ne concede
altri
due
l'avarissimo
regolamento postale della zona di guerra.
mi ospitarono
I volontari ciclisti che
mando
al
Co-
di brigata, tutti bravi giovanotti, svelti,
intelligenti,
marono
premurosi
e ingegnosi,
di cortesie d'ogni sorta.
Non
mi
ricol-
contenti
d'avermi accozzato un giaciglio principesco,
mi
offersero
anche una limonata squisita
e
una
mela cosi lucida
e fragrante, che sarebbe ba-
scusare
ampiamente quella famosa
stata
a
marronata dei coniugi
Adamo
ed
Eva. La
mattina poi mi prepararono un prelibatissimo
caffè e
latte.
fatto sta che
Non
so
come
avevano di
facessero,
tutto.
ma
il
Intanto era-
vamo diventati amiconi, e, quando dopo essermi vestito da soldato e aver rifatto il mio
zaino, mi accomiatai da quei bravi ragazzi
per rimettermi in marcia, eravamo quasi tutti
commossi, e nessun saluto poteva essere più
41. 25
caldo e sincero di quelli con cui io
Viva
l'
la rapidità
con cui
in guerra.
Con quanti
si
diventa amici fraterni
volti
gro
sorriso cordiale
mani
corre incontro colle
amici che non
scambiano
telli.
sei?
i
si
questi
in
franchi,
aperti,
giovanili e intelligenti ho scambiato
si
ringra-
li
mi augurarono buona fortuna.
Italia, e sempre avanti! E incredibile
ed essi
ziai
un
giorni
tese,
!
alle-
Ci
si
come vecchi
vedevano da vent'anni,
nomi, e siamo subito come
ci
fra-
—
Poche domande s'incrociano:
Di dove
Che reggimento? Dove sei diretto? Come
va?
— Poi
che
si è
qualche rapido ragguaglio su quel
visto e che si è fatto, con rilievi e con-
siderazioni
da vecchi
strateghi,
come
tanti
napoleoncini, con ampi gesti pieni di gravità,
da far sudar freddo tutto
Austriaco, se
È
li
lo
stato maggiore
— Vedi
vedesse.
quel monte?
già tutto nostro. Quello di fronte è ancora
austriaco, per ora,
parte
si
ma
vedrai che da questa
sta preparando
una grande avanzata.
Ora stanno salendo qua parecchie batterie.
Poi
si
segnano a dito
i
paesi lontani, le grandi
cime azzurre. Pinalmente vengono
—
Dunque
addio,
—
caro.
i
saluti.
Tante buone cose.
42. 26
Forza. Auguri.
Buona
fortuna. Ci rivedremo
a Trieste. Viva l'Italia
—
!
Una
bella risata
argentina, e via, col cuore gonfio di baldanza.
Già
vita di
la
amicizie rapide
caserma favorisce molto
le
simpatie altrettanto re-
e le
pentine quanto calde, sincere; poiché l'amicizia avvezza
ad essere
ma
ciativi,
schietti, cordiali e spic-
in guerra
questa bella facoltà,
questo senso di solidarietà
fratellanza
di
e
sono, a dir poco, centuplicati. L'uniforme ci
rammenta che siamo uguali
adempiere
morte
terra
stessa
alla
a
un
in
ad
chiamati
e
votati
ma
causa,
conquista,
di
esposti
dovere,
stesso
lo
fino
alla
trovarci
il
guerreggiata,
terra
pericolo comune,
ci
vedere
fa
nel commilitone, nel compagno, nell'amico,
che domani potrà cadere
fratello, colui
in
il
al no-
stro fianco, che potrà sorreggerci ferito e barcollante, che potrà porgerci
devoto un'ultima parola
!
Come
apre
affievo-
di saluto alla
alla patria, ai cari lontani.
guerra
con voce
nostro labbro con cuore
lita e raccogliere dal
il
Come
cuore
!
vita,
affratella la
Ci insegna ad
essere amorevoli, fiduciosi, franchi, espansivi.
Con
la
sua
terribile
e
fierissima
eloquenza
44. 28
rompendo
la
finzioni
ipocrisie
e
menzognera
fragile scorza
Un uomo
sociali.
delle
e
un
popolo in guerra debbono mostrare per forza
quel che valgono.
Un
popolo mostra
le
sue
qualità, disciplina, serietà, costanza, pertina-
grado di civiltà
cia,
lità,
;
o
suoi difetti, indoci-
i
facilità a scoraggiarsi, sfiducia, barbarie,
efferatezza.
La Germania, come
conosciamo bene e
la
a fondo, ora che l'abbiamo vista in guerra!
Il
come si sono
come li abbiamo
Belgio, la Francia, la Eussia,
rivelate nelle loro jatture,
amati e ammirati, quei popoli energici, coraggiosi e
mini,
intimamente sani
Un uomo
vedere tutto
la
sua
viltà,
alla vita, si
!
E
cosi è degli uo-
cattivo, in guerra, fa subito
suo egoismo, la sua brutalità.
il
il
suo miserabile attaccamento
svela fanfarone, menzognero, in-
mentre l'uomo verain grazia di Dio appare subito
fingardo, disobbediente,
mente buono
e
com'è, pio, generoso, entusiasta, solerte, ani-
moso,
disciplinato, pronto
a ogni
sacrificio,
impavido nel pericolo, affettuosa e servizievole
coi
compagai, affabile coi sottoposti, rispettoso
coi superiori.
E
poiché gli uomini, tutto som-
45. 29
mato, sono generalmente assai migliori di quel
che
si dice,
popolo pieno d'energia,
rettitudine
di
sana gioventù, sono queste
si
sono un
in ispecie
e gl'Italiani
le qualità
e
di
che più
palesano nel nostro esercito in guerra: una
serenità a tutta prova, una gaiezza familiare,
un che di spigliato e disinvolto. Nell'intimità
ci amiamo tutti, poiché il più delle volte il
non amarci viene dal non conoscerci. Eccoti
un bell'esempio caldo caldo: è qui con me,
assegnato al medesimo battaglione, Giuseppe
Prezzolini.
bile
geìius,
Figurati
e per
come Rinaldo
e
!
di
Due
più
diversi »
di fé
«
Come
Sacripante,
guardati in cagnesco,
irrita-
letterati,
prima
di
ci
siamo
conoscerci
!
Abbiamo polemizzato con acrimonia, siamo
ante ju-
stati avversari inconciliabili persino
dices.
Chi mi avrebbe detto che l'avrei amato
come un fratello? Eppure eccoci qua uno dei
momenti della mia giornata è quando
:
più cari
vedo
la
sua figara sparata e intelligente sgam-
bare allegramente tra
6 posso
Uno
scambiare con
le
capanne del campo,
lui
un
di noi scende in trincea;
che possa succedere,
saluto fragoroso..
non
si
sa
mai quel
ma c'intendiamo senza par-
46. 30
lare, e ci
di
scambiamo nel brio una buona stretta
forte del consueto. Si può discu-
mano più
tere, senza pigliarci per
i
capelli,
anche di que-
stioni sociali e religiose, che è tutto dire.
E
vero che egli di capelli ne ha pochi, e quanto
me
come un ergastolano di
miracolo non è perciò
meno stupefacente. E come son contento di
a
sono
rapato
Portolongone,
ma
conoscere meglio
il
il
suo spirito penetrante, che
vede cosi giusto in tante cose, da cui ho tanto
da imparare!
E
che compagno prezioso!
Umore
da gentleman, che rimaggiormente nella goffa montura da
inalterabile, correttezza
salta
fantaccino che lo infagotta, spirito pratico e
pieno d'iniziativa, indole arguta,
impagabile. Vedi un po'
un camerata
debbo
quanto
Allorché la mattina del primo set-
guerra.
tembre, a buon'ora, giungemmo
tutti, in
mitiva, coi nostri zaini sulle spalle,
mando
alla
di brigata al
Comando
dal
co-
Co-
di reggimento,
mentre aspettavamo di essere assegnati alle
varie compagnie e assistevamo ai tiri delle
nostre
batterie antiaeree
contro
l'aeroplano
austriaco, ai nostro Prezzolini giunse
spaccio.
Lo
aperse con ansia.
Era
il
un
di-
telegram-
47. 31
ma
che gli annunziava la nascita d'un bam-
bino. Ebbene,
quando
egli ci lesse
con fierezza
commossa
parole
con cui
suo
le
Giuliano gì 'inviava
sibile dire
fu per
il
amammo
il
il
piccolo
suo primo bacio, è impos-
che festa intima e cara e affettuosa
cuore fraterno di tutti noi, e come
subito di lontano
quella creaturina
nuova, quel nuovo piccolo cittadino
d' Italia
che nasceva con auspici cosi fausti ed era
destinato a vivere in una Italia più grande,
più forte e più gloriosa, al cui splendido avvenire
ci
accingevamo a lavorare un pochino
anche noialtri
Per andare
là,
Comando
del reggimento, e di
per giungere finalmente a destinazione, in
prima
percorremmo poi non più le rema una zona non meno importante,
linea,
trovie,
quella dei
tutto
le
tutti.
al
il
posti
avanzati, dove
si
sviluppa
servizio di sicurezza e di collegamento,
estreme propaggini, come
coli vigili
gli ultimi tenta-
armati e minacciosi del nostro eser-
cito in guerra.
Quivi sono sparse
e le vedette, che fanno di tutti
d'armata, distesi lungo
il
i
le pattuglie
nostri corpi
fronte a contatto col
nemico, come un unico immenso organismo
48. 32
animato,
attento,
sensibile,
pronti
tramiti
messaggi,
a
intelligente,
trasmettere
comandi. Quivi sono anche
i
coi
allarmi,
gli
le
i
zone
dalle grandi artiglierie, le voci fragorose e to-
nanti della guerra, e tutto questo appena visibile,
dissimulato nell' intreccio
vie' mulattiere,
delle
monti, nei
si
ciuffi di
tra
i
piante.
capriccioso
dorsi
Un
verdi dei
grande pezzo
scorge appena quando siamo a due passi.
Tutto quel che
si
vede
sono
pochi
soldati
immobili, quasi dispersi qua e là a caso.
La
guerra sembra lontanissima, quando vi siamo
in mezzo.
La
regione dove più ferve appare
immersa nella più ampia
A
presto
il
tranquillità.
seguito, cioè le cose più inte-
un lungo bacio, cara mamma,
buon animo. E/icordami a tutti gli
ressanti. Abbiti
e sta'
di
amici.
Tuo
Giosuè'.
(U)
7 Settembre 1915.
Mamma
anche
ieri
cara,
ho aspettato invano tue
mentre sono ansioso d'averne. Che
notizie,
fa
Gino?
49. 33
Come
stai
E
zione?
Ho
le
tu?
Com'è andata
dell'assicura-
faccende di casa?
cominciato a spedirti delle lettere aperte
di otto pagine, perchè la censura
mette di più. Se vuoi, mandale
non ne per-
al giornale,
per
ordine progressivo di data.
Continuo a star benone, mangio, dormo come
un
dio
dell'Olimpo. Credi, la guerra è una
vera cuccagna, e c'ingrasso come un suino.
Oggi sono occupatissimo intorno ai soldati.
Domani andremo in trincea.
Saluta caramente tutti gli amici. Poi a qualcuno scriverò direttamente. A te, per tua regola, ho scritto puntualmente ogni giorno. Hai
ricevuto tutto?
Mille e mille lunghi baci.
Giosuè'
(12)
8 Settembre 1915.
Mamma
adorata^
oggi scendo alle trincee per fare
lati,
i
retico-
giù in un paese che non posso dirti, al
solito.
Starò qualche giorno, e non so se avrò
50. 34
tempo
di scriverti. Perciò
non t'impensierire,
se scrivo più irregolarmente. Sto bene, tutto
va bene, sono allegrissimo, pieno di fiducia.
Aspetto con ansia tue notizie,
ma
spero d'a-
verne oggi o domani. Di' all'amministratore
che le mie giornate di servizio furono esat-
tamente dal 18 marzo al lo
21, dal 9 al 19 di maggio, a
aprile, dal 13 al
lire
Saluta tutti festosamente, e
di'
14
al giorno.
che non
di-
mentico nessuno, che ho tutti in cuore. Sta'
tranquilla e contenta,
chè nessun uomo
come
il
al
mamma
mondo
mia d'oro, per-
è felice e sereno
tuo
Giosuè
(13)
9 Settembre 1915.
Mamma
carissima^
anche ieri non ho ricevuto nulla, mentre il
Querci ha già ricevuto ben due lettere da sua
madre. Come va questa faccenda? Speriamo che
oggi giunga qualche cosa a tranquillizzarmi,
perchè sono veramente impensierito.
51. 35
Abbiamo cambiato residenza per qualche
giorno, e siamo venuti in un luogo più soddisfacente, dove abbiamo anche un po' d'artiglieria. La nostra dignità si sente un po' più
soddisfatta,
ma
per ora
ci
troviamo quasi nel-
l'inazione. Continuo a star benissimo.
La
guer-
ra è una villeggiatura. Credevo di trovare
l'epopea, e trovo la georgica
;
aspettavo la vita
eroica, e trovo la vita pastorale.
con me
ad accarezzarmi
Ho
persino
una^bella pecorina domestica, che viene
col
musino.
Un
bacione gran-
dissimo.
Giosuè'
(14)
10 Settembre 1915.
Mamma
w,ia,
ma dunque? Ancora non
da
te.
ho ricevuto nulla
Giorgio ha ricevuto tre lettere da sua
madre, e soltanto da una di queste ho saputo
che il 3 vi siete telefonate. Io ho già ricevuto
lettere da Koma, cartoline d'amici, con la sola
indicazione del reggimento, mentre tu devi già
52. 36
mio indirizzo
settimana. T'ho sempre
sapere
il
esatto,
ormai da una
scritto con
la
massima
puntualità ogni giorno, ed ho scritto solamente
a
te,
perchè non m'importa di nessun altro
al
mondo. Dunque scrivi, scrivi, magari un rigo
giorno; mi basta. Speriamo che venga
al
oggi qualcosa, perchè comincio a sbuffare.
Sto benissimo, tutto va bene.
Abbiti centomila baci.
Giosuè'
(16)
11 Settembre 1915.
Cara mamma,
anche ieri niente. Comincio a rassegnarmi,
pensando che forse la colpa è della posta di
guerra. Ti scrivo in gran fretta, perchè oggi
sono occupatissimo. Qui si fanno tutti i mestieri,
persino
pentieri.
i
boscaioli,
i
legnaioli,
i
car-
In questo lato del fronte comincia un
periodo di vivace attività.
A
proposito,
vorrei
sapere
se
la
signora
* * * ricevette
un mio lungo telegramma
condoglianza,
giorno 4.
il
di
53. 37
Continuo a star bene
di salute e di spirito.
Saluta con affetto tutti gli amici.
A
te baci
e baci interminabili.
Giosuè'
(16)
12 Settembre 1915.
Mamma
cara,
posta maledetta!
Ancora
nulla.
Tutti mi
consolano, dicendo che accade comunemente di
dover aspettare a bocca asciutta anche dieci
e
quindici
giorni,
prima d'aver
lettere.
Pa-
zienza, dunque.
Tra due giorni lasciamo nuovamente le trincee per tornare al campo con la riserva. Qui
siamo stati benone. Ma ormai son persuaso che
la
guerra non esiste, è un mito. Pensa che
non ho ancora visto un Austriaco, e che forse
non ne vedrò mai il grugno. Però li sentiamo,
questo si, e anche loro sentono noi. Abbiamo
delle artiglierie meravigliose. Non ho ancora
avuto il tempo di scriverti qualche altra lunga
lettera, ma ne avrei delle cose da raccontarti
!
Saluta tutti. Ti stringo a
me
con un lungo
abbraccio.
Giosuè*
54. 38
(17)
18
Mamma
Sette::ihre 1915.
mia,
domani ritorno al campo, perchè abbiamo
il cambio con le altre compagnie. Dentro oggi
spero d'avere il tempo di scriverti una lunga
lettera. Di qua vado via mal volentieri, perchè è molto divertente avere gli Austriaci a
due passi. Avevo anche una magnifica baracca, piena d'ogni ben di .Dio. Qui ho libri,
giornali,
sorta,
via,
pranzi
succolenti,
sigarette e sigari
dolciumi
e liquori
d'ogni
da buttar
perchè non fumo e non bevo. Chi
si sa-
rebbe mai immaginato che la guerra fosse una
simile cuccagna?
è la posta.
Lo
La
sola cosa che
mi manca
crederesti? Ancora non ho rice-
vuto nulla di nulla, salvo un gran numero di
lettere e cartoline insignificanti.
Ma
ricevere molta roba tutta insieme,
spero di
come acca-
de spesso con questo servizio bislacco.
Abbracci e baci interminabili.
Giosuè*
55. 39
(18)
14 Settembre 1915,
Mamm^a
adorata^
impossibile dirti la mia gioia pazza, quando
ieri
ho finalmente ricevuto
Prima ho
la tua lettera del 9.
ballato la tarantella con volteggi di
moschetto e lancio di berretto a venti metri
ho pianto come un bambino a
d'altezza, poi
Mam-
leggerla, rileggerla e coprirla di baci.
ma, non
ti
adorerò mai abbastanza.
una lunga lettera per il
Nuovo ». So che ne ha pubblicata una, ma
non l'ho vista. Perchè non mi fai spedire il
giornale? Hai letto nel Giornale d'Italia del
Ieri t'ho spedito
«
13 l'articolo del Bellonci su di
Oggi torno
Di'
alla
me?
campo. Tutto bene.
sarta che prendo parte
al
alla
sua
sventura con cuore fraterno. Quella santa lassù
non ha bisogno
sue.
ma
delle nostre preghiere,
piuttosto
delle
Conforta
buona giovinetta, come tu
sola
puoi.
che
si faccia
cia
illimitata nella bontà del Signore.
noi
cara e
quella
Dille
coraggio, ed abbia sempre fidu-
56. 40
Saluta tutti, specialmente
vannozzi,
il
Can.
Vamba,
Magri, p. Guido.
Gio-
p.
Baci
e
baci.
Giosuè'
(19)
15 Settembre 1915.
Mamma
il
mia adoratissima,
Signore ascolta certamente
f
tue' pre-
le
ghiere e di tutti quei cari che pensano a me.
Oggi
è
venuto
al
campo
il
signor
Generale,
che mi ha fatto molti complimenti, mi ha detto
che conta molto su di
me
per tener vivo l'en-
tusiasmo dei soldati, e infine mi ha annunziato
che m'affiderà
comando d'una ventina di
a mia scelta, per un servizio
il
uomini provati,
molto onorifico e
bello,
il
tutto perchè ho dato
prova di sagacia e di sangue freddo in due
piccole imprese compiute felicemente in questi
giorni, che ti racconterò al
Gino m'ha
scritto, e gli
mio
ritorno.
ho risposto. Ora che
sono in riposo, mi farò vivo con gli amici. Per
adesso ho scritto sempre solamente a
te,
salvo
una piccola eccezione che indovini. Per ora
57. 41
saluta tutti, specialmente l'Annetta, la Marina,
l'Elena, la sarta, p. Biagio, p. Eletto, la
dre,
Vamba, Campana
e
Annetta,
signorina Mazzinghi.
la
fragoroso di
un
A
te
il
Ma-
mio Guido,
un bacio
più
colpo da 305-
Giosuè'
(20)
16 Settembre 1915.
Mamma
QO ricevuto
j
stata per
tua seconda
cara,
ieri la
tua lettera del 12, che
me un'immensa
si
La
consolazione.
deve essere smarrita, perchè ne
ho ricevute due sole. Grazie di tutto quel che
mi dici, e che è per me la prova più fulgida
che tu ed
io
abbiamo un'anima
sola.
La
sola
grazia che chiedo al Cielo è di saperti sempre
cosi, forte,
T'invidio
serena e tranquilla.
le
magnificenza!
un
prediche del Magri. Chissà che
A proposito di
e d'ora innanzi tutti
i
giorni farò altrettanto,
d'ordine del Comando. Bravi
li
prediche, ieri feci
discorso alle compagnie schierate e armate,
ragazzi!
Mi stanno
un'ora, attenti e impalati, senza batter
ci-
58. 42
glio. Ieri alcuni si
son commossi.
Il
mio
di-
scorso piacque molto agli ufficiali e moltissimo
al
nostro cappellano che stava a sentire. Pensa
che uditorio e che cattedra, per un oratore!
Sono molto contento.
Presto
ti
spedisco una lunga lettera per
«Nuovo». Le
cartoline, s'intende, sono
il
per
te sola.
Qui c'è un po' da fare, ma va benone. Un
tempo di paradiso. Abbiamo una baracca che
è una reggia, dove stanno anche i nostri scudieri,
Nicola e Lorenzo. Saluta tutti e ricambia
con affetto speciale
buona Elena.
la
Uu
bacie
interminabile dal tuo
Giosuè
(21)
17 Settemhre 1915.
Cara mamma,
per quanto oggi sia di
spero d'avere
il
tempo
giornata al campc-
di scriverti
una lungi
In questi giorni stiamo facendo una
vita cosi pacifica, oziosa e piacevole, che quasi
mi vergogno d'essere cosi poco soldato, mentre
lettera.
59. 43
negli altri punti
muore.
Non
del
faccio
fronte
si
combatte e
si
che passeggiare, leggere,
mangiare, cantare, scherzare e dormire. Giornate piene di sole, notti stellate e magnifiche,
la
vita
gaiezza,
che
del
i
campo piena d'animazione
e
di
nostri attendenti, pieni di premure,
ci offrono frutta eccellenti e fiori, e
ogni
giorno hanno una trovata ingegnosa per ab-
comoda la nostra capanna.
I cannoneggiamenti sembrano feste pirotecniche lontane, abbiamo spettacoli d'aviazione e
gare a tutte le ore, un po' di tiro a bersabellire e rendere più
glio, di notte
raggi e
riflettori.
E
questa è
la
guerra ?
Andasti da Beltrami a prendere
Pascal per
A
il
il
libro di
padre Cantini?
proposito:
ma
che panzane racconta
il
giornale sul conto mio ? La signora Querci ha
mandato stamane a Giorgio un telegramma
tutto spaventato. Purtroppo in questa amena
villeggiatura non c'è modo di far l'eroe temerario, neppure volendo. Un bacio infinito.
Giosuè'
60. 44
(22)
n
Mamma
il
la*
Comando
Settembre 1915.
mia adorata,
del nostro battaglione
ha posto
sua sede in un villaggio accovacciato sulla
domina la valle
del fiume sporgendosi per due ampi costoni ad
anfiteatro, in mezzo ad altre alture simili,
cresta d'un colle verde, che
tutte già in nostro sicuro e inespugnabile possesso. Il
villaggio,
che è posto a circa un
seicento metri sul livello del mare, scopre per
grande spazio i contrafforti meridionali delle
Alpi Giulie, curve dolci e bellissime, d'un
verde smeraldino, in mezzo alle quali serpeggia
la
più ridente e incantevole vallata che tu
possa immaginare, irrigata dalla fragorosa e
limpida corrente dell'Isonzo. Ah,
se questa non
gare
me
è Italia,
mia,
stesso mille volte.
Il villaggio è tutto
tiferi:
mamma
son pronto a rinne-
circondato da alberi frut-
peri, meli, noci e specialmente susini,
tanto sovraccarichi
da parere
violetti.
Tutta
61. 45
resto, rigurgita di frutta
del
la vallata,
come
ravigliose;
la
Cornucopia.
Le
me-
nostre
pattuglie avanzate che perlustrano la riva, talvolta a pochi metri
dalle
trincee e dalle ve-
dette austriache, si fermano a coglierle, sbuc-
mangiarle allegramente, come se
ciarle e
il
nemico fosse a cento miglia di distanza e non
gettasse ad ogni momento i suoi razzi illuminanti e
i
fasci di luce dei suoi riflettori.
Anzi
dinanzi al pericolo le frutta sembrano anche
più saporite, e
si
gustano col piacere di com-
mettere la più faceta monelleria del mondo.
n
villaggio è
dunque molto grazioso
e pit-
toresco, roba da idilli di Teocrito, da egloghe
virgiliane,
non
c'è
da pastorali del Guarino, ma, ahimè,
una casa che non
sia sventrata dalle
Il paese è stato bombartempo prima che arrivassimo noi, e
molte case ridotte a mucchi informi di mace-
granate austriache.
dato, poco
rie annerite,
qualche cosa di simile alle case
come le vidi nel dicembre del 1908.
quel bombardamento fu un inutile
di Messina,
Del resto
sfoggio di crudeltà
bravacciona,
stile idiota dei nostri avversari.
secondo
Le
lo
sole vit-
time di quella prodezza furono due poveri
miili|
62. 46
momento, e in seguito saranno i poveri
abitanti esuli, quando torneranno e dovranno
rifare tutto da capo, perchè non ritroveranno
un briciolo delle loro povere robe e masserizie.
Il campo che accoglie le riserve del nostro
battaglione è disposto in un declivio « defiper
il
lato », ossia al riparo delle artiglierie
all'ombra di castagni, lecci,
tissimi faggi
e
larici,
qualche abete,
nemiche,
alcuni
al-
cosicché nei
pomeriggi di queste dolci giornate antunnali
io
posso stendermi sub tegmine patulae fagi,
proprio
come
Titiro nella prima egloga.
per farti capire come va
prima
linea,
«
Tanto
la vita dei soldati in
dicerolti molto breve »
,
senza
scendere a particolari che procurino qualche
dispiacere al censore. Ogni battaglione tiene
due compagnie in riserva e due compagnie
alle
grandi guardie alternativamente, di sei giorni
in sei giorni. Dalle grandi guardie, che sono
i
posti avanzati a
una mezz'ora circa dalle rimezzo dei posti di
serve, legate a queste per
collegamento,
si
partono
le piccole guardie,
che
stanno nelle trincee giorno e notte, sempre
deste e all'erta, con tanto di fucile spianato,
e le pattuglie, che, pure
avendo
i
loro posti
63. 47
di ritrovo, girano e perlustrano avanti a tutti,
sorvegliate ogni
momento
terni in ispezione.
Ma
dagli ufficiali subal-
della vita degli
avam-
posti, che è molto mossa e divertente anche
in
tempo
di sosta e di relativa tranquillità, te
ne parlerò a lungo un'altra volta. Per questa
volta
Il
ti
parlerò della vita al
campo dunque
mole pure cosi
è fatto
— di
campo
in riserva.
— mio Dio,
chiamia-
capanne: capanne scavate
per metà nel terriccio, con un tetto fatto di
assi coperte di zolle erbose, che nelle
capanne
più ricche e sontuose coprono anche uno strato
di tegole.
Le
gli aeroplani
zolle erbose sono per
ingannare
nemici, perchè non possano scor-
gere l'accampamento dall'alto. Quando l'aeroplano è in vista, e si cominciano a sentire i
rombi frequenti delle batterie antiaeree, si ri-
piegano in fretta
i
panni
stesi,
glie delle
i
teli
ed ecco tutti
capanne
i
si ritirano
soldati sulle so-
col naso per aria a seguire
campo ha
la caccia. Il
da tenda e
tutto
l'aspetto
d'un
villaggio di trogloditi. Il lusso è tutto all'in-
mia cara mamma, noi possiamo
permetterci dei lussi, e ogni capanna rivela
terno, perchè,
chiaramente
i
gusti e l'indole dei suoi abita-
64. 48
quali ne sono stati, novantanove su
anche gl'ingegneri costruttori, dirigencento,
do personalmente il lavoro degli zappatori.
tori,
La
i
guerra, se non avesse altro vantaggio,
ne ha uno indiscutibile, quello di dimostrare
chiaramente quanto sia mutevole e relativo il
concetto della felicità terrena. Poveri voi, che
siete rimasti a casa!
è
ingombrata
vita
la
cittadina
siete fatti gli
Di quante cose superflue
vostra povera e complicata
Di quanti ninnoli
schiavi Quante cose
!
insulsi
!
vi
vi circon-
dano che credete indispensabili, e non sono
altro che impacci inutili E invece non sapete
!
quanto poco basta ad un
uomo per
fare
una
vita sana, allegra, attiva e forte, la più piena
e ricca del
mondo. Chi dei miei amici non
si
crederebbe giunto all'estremo dell'inopia e della
infelicità, se fosse costretto
in
una specie
a lavarsi
soglia di casa sua; se dormisse
dove
si
le
mani
di catinella approssimativa, sulla
entra carponi, sopra
in
una tana
un mucchietto
biada appena coperto da un cencio ? Eppure
nostri profondi sonni
non sono meno
da sogni lusinghieri, eppure all'alba
voci di saluto
non sono meno gaie
di
i
allietati
le
nostre
e squillanti,
65. 49
le
meno
gio-
ti ripeto,
pos-
nostre risa giovanili non sono
conde e clamorose.
E
poi,
come
siamo fare del lusso. Le cose che per voi sono
indifferenti e
tuali
insipide, che vi sono cosi abi-
da non accorge vene
nemmeno
più, per
noi diventano magnificenze inaudite. Chi dunque è più felice? Che motivo di gioia è per
voi l'avere in casa delle sedie? Ma quando
mio fido scudiero, si presenta sulle soglia del mio allegro tugurio agitando trionfalmente in pugno un panchettino
alto un palmo, che ha trovato chi sa dove,
dovresti sentire il grido d'esultanza con cui
mi felicito con lui della preziosa trovata.
Quand'ero a casa mi pareva ben naturale di
Gaspari Nicola,
il
avere tante librerie, e la cosa mi era perfet-
tamente indifferente, mentre qua è stato un
gran bel momento quello in cui ho potuto
adattare alla parete della mia capanna una
tavoletta a mo' di scaffale, per allinearvi
bell'ordine Dante,
Omero
e l'Ariosto,
gelo, Sant'Agostino e Pascal e
perfetto caporale e
montando
il
i
il
Van-
Manuale
del
Soccorsi df urgenza ^ sor-
un'immagine ovale di
Bambino, regalatami dal
tutto con
Nostra Signora col
il
in
66. 50
nostro
dottore. Questo
fortunato
mortale,
il
ha una capanna
che sembra un palazzo, piena d'ogni ben di
Dio. Pensa che egli ha un vero lavamano,
proprio autentico, un vero tavolino con tutte
grande capitalista del luogo,
gambe, una lanterna' appesa al
(quella però l'abbiamo anche Giorgio
e quattro
soffitto
le
ed un tabernacolo con
la Sacra Famiglia, dietro al quale si annida
una scatola armonica che suona fino a tre
ed
io, invidia tissimi)
Questo
ariette differenti.
bene intendi, un
indiscusse.
E
il
come
una supremazia
gli conferisce,
prestigio ed
giovane e valentissimo dottor
Giovanni Quenda, piemontese, che
il
rischio d'esser
mandato in
ieri
bricioli
corse
da una
granata indiscreta scoppiata a un passo da
lasciandolo incolume per
egli
ha
la fortuna
tenente Cresci ha
della,
un miracolo.
lui,
Ma
scatola armonica,
se
il
quella del servizio da tè, e,
capirai, questo ce lo rende molto rispettabile.
H tenente
un palagio in cui non
seduti se non con molto
Maltagliati ha
può stare in piedi o
stento, ma ha il pregio inestimabile che è riparato in modo sovrano, e non ci piove neanche
si
quando imperversa
il
più torrenziale uragano.
67. 51
Giorgio ed io viviamo fraternamente, quando
non siamo alla gran guardia, in una capanna
dove abbiamo persino una finestra con vetro
e tendina. Dai lati dei telai passa uno spiffero
indiavolato, ma questo contribuisce ad aereare
l'ambiente. La capanna è cosi vasta, da accogliere ben quattro giacigli, tutti sollevati da
terra, come se avessero la presunzione di parere letti. Quando dormiamo abbiamo il soffitto
a un palmo dal naso. Due giacigli sono per
me e Giorgio Querci, e due per i nostri attendenti, Gaspari Nicola di Ascoli Piceno e
Lorenzo di Bergamo,
forelli
una
lettera a parte, per essere
Ga-
quali meritano
i
degnamente
ce-
lebrati in tutte le loro virtù, semplici e prodi,
buoni e
liani.
fedeli,
due veri
— In riserva
La vita militare
del
e perfetti soldatini ita-
la vita
non
campo
si
è
molto variata.
riduce al consueto
servizio di sicurezza, al rancio, alle « corvées »
un
po' d'istruzione ai soldati, qualche rivista,
come
Siamo a pochi passi
dal nemico, e la guerra sembra lontanissima.
S'inganna di molto chi crede che in prima
linea di fuoco, almeno li, la guerra si veda.
quasi
Chi
si
in caserma.
figura grida, fucileria, si è fatto della
68. 52
guerra un'idea fantastica e convenzionale, diversissima dal vero. Un'azione decisiva è molto
più
un macello
un orrendo uragano
questo, è
di
sterminio,
uno
infernale,
di
ferro e di
fuoco, da cui si esce sbalorditi ed esterrefatti
come da un cataclisma; ma un'azione decisiva
è rara, avviene soltanto nelle grandi avanzate,
ed è
il
risultato ultimo di
una lunga
plicata preparazione, che alle
volte
e
com-
dura dei
mesi e di cui a noi non giungono che vaghi
e rari indizi: notizie di batterie che vengono
spostate e piazzate a qualche
distanza, inquadramenti
mezzo
di
chilometro di
terreno fatti per
di aggiustamenti di tiri, che ci sentiamo
i^assare sul capo quasi a capriccio,
rale che fa
una
un geneun an-.
frettolosa ricognizione,
dirivieni di rapporti, di ordini e d'intese, qual-
che spostamento di masse; un lavoro immenso, dalle linee colossali, che è compiuto con
una maestosa
e terribile lentezza di settimane
e settimane, e che ci
sfugge appunto per la
viviamo in mezzo.
Continuerò in un'altra lettera. In questa
sua vastità, sebbene
mi
ci
resta appena lo spazio per
un tenero
bacio.
Giosuè'
69. 53
(23)
18 Settembre 1915.
Mamma
cara,
ho ricevuto una tua cartolina che ho
accolto con una gioia indescrivibile, e poi una
ieri
lettera di
Biagio e una della Marina, a cui
risponderò.
blicata sul «
tra, se
che
i
le
Ho
Nuovo
faccio
mia lettera pubOggi ne manderò un'al-
visto anche la
»
.
in tempo,
ma
di'
al
giornale
mettano un po' meglio, senza sciattare
periodi e senza troppi
svarioni tipografici.
Qui va tutto bene, troppo bene. Ho fatto
grande amicizia coi soldati, che sono proprio
dei gran bravi figliuoli. Se ci muoveremo,
m'impegno di portarli avanti come tanti leoni.
Rammentami caramente a tutti gli amici,
e soprattutto raccomandami alle preghiere delle
care Morine, cosi predilette al Signore. Mille
e mille baci ardenti dal tuo
Giosuè'.
70. 54
(24)
19 Settembre 1915.
Mamma
ieri
m,ia,
ho ricevuto
la
tua bella letterona del
14, e ormai spero di ricevere qualcosa tutti
giorni, la qual cosa
fa a ristampare
il
mi rende
«
felice.
Ma come
i
si
Testamento »? Proprio non
metteva conto. Grazie delle tante belle cose
che mi racconti di te, che ho letto e riletto
con avidità insaziabile. Per conto mio ho poco
hanno fatto a gara per
offrirsi a venire con me, e continuano a offrirsi
anche adesso che la squadra è completa. Adesso
da
dirti.
me
li
sto
I
soldati
istruendo.
Domani torno giù
gran guardia, dove rimarrò
di poterti
n
sei giorni,
scrivere egualmente tutti
ma
i
alla
spero
giorni,
tempo ci vola, tanto
il tempo di finire la
terza lettera. Vorrei rammentarmi direttamente
a tutti gli amici, ma come si fa? JPallo tu per
me, e intanto abbiti un mio lungo e ardente
da fare è molto, e
il
che non ho avuto ancora
bacio.
Giosuè'
71. 55
(25)
20 Settembre 1915.
Cara mamma,
la
novità più importante è che domani sera
ci
diamo
il
nostro è al fuoco ormai da
il
cambio
col terzo battaglione, poiché
quattro mesi.
Andremo un po' più indietro, accantonati presso
il Comando del reggimento,
cioè più comodi,
carreggio, alle cassette, alla posta,
vicini al
3CC. Solo ci
aumenterà
il
lavoro, ecco tutto.
cadde vicinissima una granata. Scop-
Ieri ci
piò tra
il
medici,
e
scalfittura
comandante di battaglione e i due
soltanto uno di questi ebbe una
impercettibile in una gota. Un vero
miracolo.
Intanto
io
continuo l'istruzione del mio plo-
tone d'esploratori, che promette di riuscire
il
più prode manipolo d'eroi di questo mondo.
Peccato che non
Ora poi
si
ci
sia nulla
da fare!
va indietro nell'inazione più asso-
luta e lontani da ogni rischio. Se ti chiedono
che professione esercita tuo
figlio,
mamma,
rispondi che faccio l'eroe disoccupato.
72. 56
Ho
ricevuto
gnificamente.
tolina e
una
«
i
Ho
Testamenti
»
,
stampati ma-
ricevuto anche una tua car-
lettera di Gino, di costà.
Speriamo
che possa entrare nel plotone. Comincio a ricevere anche
tire
un
il
giornale.
po' di freddo,
Qui
ma
si
comincia a sen-
sta' tranquilla, per-
chè son coperto e sto benissimo. Spero di
ricevere presto
i
guanti e la sciarpa. Quassù
non mi manca assolutamente
nulla, e da
domani
starò ancora meglio. Continua a star serena
e tranquilla. Io son fiero di te, e ti adoro ogni
giorno
di più.
Saluta tutti,
e
abbiti
molte
migliaia dei miei baci più teneri.
Giosuè'
(26)
21 Settembre 1915.
Mamma
mia adorata,
stasera partiremo di qua, con mio grande
dispiacere: prima
riposarci senza
e poi perchè
perchè andiamo indietro a
essere niente affatto
stanchi,
m'ero affezionato a questo luogo.
qua dai miei zappatori una
Ieri feci costruire
73. 57
tettoia e
un
altare, per
la
messa, che è una
magnificenza, e ora se lo gode
il
terzo batta-
glione.
Continuo a ricevere regolarmente
ed
il
di
Ilo
tuoi scritti tutti
Cardinale, clie
mi
i
giorni. Ieri
la posta,
mi
scrisse
dice di averti aspettato
giorno in giorno. Va'
presto
a trovarlo,
perchè vuole pregare con te nella cappellina
cara alla memoria di tutti noi.
Continuo a star benissimo.
vera burletta, e non
si fa
La guerra
è
una
che ridere e scher-
zare dalla mattina alla sera. Giorgio
ti
rin-
Che caro ragazzo, e che
compagno per me! Saluta tutti, ed
grazia dei tuoi saluti.
prezioso
abbiti tutti, tutti
i
miei baci.
Giosuè'
(27)
22 Settembre 1915.
Mia cara marama,
iersera
avvenne il cambio dei battaglioni,
una bella marcia sotto la luna, e
poi facem^no
ci
accampammo
vicini al
mento, in un luogo molto
Comando del reggiPr'ma d'addor-
bello.
74. 58
mentarmi andai con una pattuglia a perlustrare
un paese vicino, poi abbiamo dormito sotto
una tenda preparata dai nostri scudieri. Fa
un po' freddo, e tira un vento indiavolato, ma
sto benone, ben coperto e imbaccuccato, allietato da un buon umore da non temere concorrenza. Oggi ti mando una lunga lettera, che
spero piacerà, e d'ora innanzi, salvo casi impre-
ne scriverò più spesso e più regolarmen-
visti,
te. Ieri, di posta, nulla,
nemmeno
Va' presto a trovare
aspetta.
Rammentami
per te tutti
i
il
il
giornale.
Cardinale, che
ti
a tutti gli amici, e tieni
baci, che ti
mando
cuore.
dal
Giosuè'
(28)
Dalle falde di Monte Cali, 23
Mamma
il
se
1915.
adorata,
latore di questa lettera è
l'84'',
Sett.
un
soldato de!-
che viene a Firenze. Puoi immaginari
non approfitto subito
occasione per mandarti
di
questa bellissiiia
un
saluto più diretto
e più rapido del consueto. Egli ti dirà
come
75. 59
mi ha
salute.
fretta
visto
pieno di forza, di serenità e di
Con questa lettera poi, che scrivo
al lume della mia lanternina, sotto
in
la
nostra nuova bellissima capannuccia, stasera
mentre Giorgio sta scrivendo per conto
tardi,
suo alla sua
mamma,
ti
racconterò in quattro
e quattr'otto varie cosette
che la censura non
lascerebbe passare tanto facilmente.
monte Cali,
presso il Comando del reggimento, come truppe
di rincalzo a quelle della prima linea, ma
Adesso siamo
fino alla
n*'
falde
alle
sera del 21
siamo sempre
Battaglione in un
Nekovo
alto,
proprio
del
paese che
in
stati col
si
primissima
chiama
linea,
sulla valle dell'Isonzo, a poca distanza dalle
trincee austriache.
nostro
Le due gran guardie
battaglione erano in due luoghi
vicini al fiume,
Nekovo
del
più
basso, (bombardato
senza risultato quattro giorni fa) e San Vito,
una chiesetta
stati
isolata
accampati
presso alla quale siamo
sei giorni,
facendo di notte la
vita di trincea, ispezionando le vedette e le pattuglie, e costruendo
son
là, d,air altra
i
reticolati. Gli Austriaci
parte, annidati nelle loro trin-
cee; ogni tanto sparano a caso nel buio, e fanno
76. 60
un grande
sfoggio, perfettamente inutile del
resto, di riflettori e di raggi illaminati.
Il
125°, che è proposto per la medaglia al
valore, è
uno
di quelli che presero parte alla
giornata di Piava,
più terribili
il
16 di giugno, una delle
battaglie di
questa guerra. Noi
ne abbiamo visto i luoghi quasi sotto i nostri
piedi, perchè da Nekovo si vede una gran
parte della vallata del medio Isonzo, si vede
Canaio, Caporetto, ecc. Per molti giorni e
molte notti s'è sentita da San Vito l'eco della
lotta accanita e formidabile intorno a
e Santa Lucia,
uno dei punti più
leria incessante e
Se gl'Italiani
Tolmino
duri: fuci-
cannonate quasi ininterrotte.
la
spuntano a
Santa Lucia,
Tolmino è presa. Se è presa Tolmino, si prende
anche Gorizia, perchè Tolmino domina tutti
i monti dove ora sono annidati gli Austriaci,
al di
là
dell'Isonzo, giù giù fino a Gorizia.
Speriamo che Dio ci assista, e sarà un bel
giorno, quando avremo Gorizia, che è la chiave
di Trieste.
Gli Austriaci lo sanno, e fanno
un grande
sforzo
difensivo.
Anche
recente-
mente abbiamo segnalato l'arrivo di rinforzi
da quella parte. Intanto tutti i nostri monti,
77. 61
ossia
conquistati adesso,
quelli
si
coronano
Ce ne sono a centinaia,
Deport da
Se tu sentissi che musica dalla matsera I duelli delle artiglierie durano
delle nostre batterie.
pezzi formidabili da 149, cannoni
75, ecc.
tina alla
a
!
giornate intere, con boati, miagolii, sibili
infernali, clie ci
passano sul capo incessante-
mente.
La
e
vita in prima linea era divertentissima,
A
stavamo benone.
continua.
festa
battaglione,
Nekovo
alto era una
comandante del
stato promosso maggiore
capitano
Il
che è
un uomo simpaticissimo, adorabile, un
gentiluomo e un soldato esemplare. Si chiama
ieri,
è
Giuseppe Boschi. Lo conoscevo
perchè ha costà la moglie e
fin
da Firenze,
le figlie.
Mi ha
preso a ben volere, ne faccio quel che voglio,
ha parlato di
me
al
generale Agliardi, è lui
che mi ha proposto come
La
e
sera, alla
ufficiale esploratore.
mensa, non ha occhi che per
per Giorgio, che siamo
tratta
come un padre,
ci fa
storielle, recitare versi.
mo
trasformato
il
i
suoi
me
cocchi. Ci
cantare, raccontare
In pochi giorni abbia-
battaglione, ci abbiamo por-
tato un'allegria, un'entusiasmo indescrivibili.
79. 63
reduci di Santa Lucia. Ieri parlammo con un
alpino, che ci descrisse l'accanimento mortale
della
lotta
che
combatte
si
là,
e
vedemmo
un fantaccino che aveva avuto una
scheggia di granata in una gamba. Di faccia
a noi, poco sopra alla valle, presso un villaggio
che non rammento come si chiama, c'è uno
passare
dei primi posti di medicazione con due magnifiche tende ospedali.
Si dice che resteremo qua vario tempo, in
ma
oggi l'aiutante mag-
forse
saremo mandati sul
perfetta tranquillità,
giore
Carso.
diceva che
La
cosa mi sembra
e purtroppo prevedo che
un
po' inverosimile,
staremo qua
La
nazione più di quel che non vorrei.
continua ad andar benone.
gnifico
e
limpidissimo,
Il
nell'i-
vita
è
ma-
tempo
cosicché lo stare in
mezzo a questi monti è una vera delizia. Abbiamo certe notti di lume di luna d'una bellezza fantastica.
La
mattina, all'alba,
un po' di freddolino, ma
mano a mano che il sole
poi passa
si
si
sente
subito,
eleva sull'oriz-
zonte.
Avrei molte cose da raccontarti, da non
finire più,
ma
la
mia candela
sta per consu-
80. 64
marsi, e non ne ho più. Domattina va l'atten-
dente a far provvista al carreggio.
Questa
carsi.
lettera, si capisce,
Hai ricevuto
le altre?
non
è
da pubbli-
T'ho scritto ogni
giorno una cartolina e poi tre lettere d'otto
pagine.
in
Una l'ho vista pubblicata
modo indegno, piena
sul
d'errori,
«Nuovo »
con
frasi
sciupate e incomprensibili, coi capoversi tutti
fuor di posto.
come
ordine?
Mi
ci
vuole a stampare tal quale
fece molto piacere l'articoletto del
Bellonci, che
caso,
Che
scrivo io, che scrivo con chiarezza e con
mi cadde
mentre ero tra
sotto
gli
occhi
per
gli artiglieri di S. Vito.
Qui leggo molto i miei libri, che mi hanno
veramente comodo, una vera provvidenza.
Abbiamo una mensa veramente lussuosa e
mangiamo come lupi. Quello che non ci manca
fatto
mai sono
le
frutta squisite, e poi cioccolata,
caramelle, biscotti, liquori, sigarette e sigari,
da non sapere che farcene. Di mensa spen-
diamo un prezzo
irrisorio:
poco più d'una
lira
del Cardinale.
Va'
al giorno.
Ti accludo la lettera
presto a trovarlo, se puoi, con padre Guido.
Digli tante cose da parte mia: che son felice
82. 66
grande.
Non
gnore che
lo
pregherò mai abbastanza
uomo
Si-
lo
renda
prezioso,
come
protegga e l'assista e ce
incolume, perchè è un
il
ce ne vorrebbero molti. Prega anche tu per
come pregheresti per me.
Prega anche per Giorgio, che è qui con me.
Stiamo sempre insieme e il nostro amore reci-
lui,
proco è l'ammirazione di tutti.
È
buono, gene-
un'anima entusiasta.
Tutti lo adorano. Di' a sua madre che stia
tranquilla, che non sarò già io a suggerirgli
la temerità. La temerità è cosa da sciocchi e
da esaltati, da fanatici rozzi e barbari. Il vero
animoso deve essere accorto e prudente, padrone di sé e pieno di sangue freddo, se vuole
essere veramente utile alla sua patria. In guerra
roso, pieno di
si
slancio,
può essere preziosi in mille modi, senza
bisogno di esporsi scioccamente per bravata.
I fanfaroni mi piacciono poco, e non
li
stimo
gran che. Invece mi piacciono quelli che fanno
loro dovere con semplicità e con impegno
con disciplina. Perciò di' alla signora Querci
che non ha affidato suo figlio alle mani d'uno
il
e
scapato imprudente, che ho cura di lui come
d'un
fratello,
che lo sorveglio,
che non lo
83. 67
lascio
della
del
un momento, che
vita,
fuoco
che
lo difenderei a costo
tengo allegro. Sulla linea
lo
siamo andati perchè
ci
ci
hanno
mandato, e non perchè l'abbiamo chiesto.
Saluta
tera che
l'
Elena
direttamente,
e ringraziala tanto della let-
Le risponderò presto
appena mi sarà possibile.
m'ha
scritto.
Pregate molto, che è
la cosa
più importante
mondo. Io qua, grazie al Cielo, faccio bene
il mio dovere, e non trascuro nulla. Mi comunico spesso, e sento la messa spessissimo. Andel
che Giorgio e
Il
gli attendenti
nostro cappellano è
Ezio Barbieri.
ventissima.
il
un caro giovane, don
al campo è commo-
La messa
Qualche volta te
Ti stringo a
copro
fanno altrettanto.
me
con tutta
viso di baci.
la
la
descriverò.
mia
forza, e ti
Tuo
Giosuè'
.
(29)
23 Settembre 1915.
Mamma
cara,
ricomincia la solita storia. Son tre giorni
che non ricevo nulla di tuo. Fortunatamente
84. 68
mi sono un
po' assuefatto alle stravaganze di
questa posta, altrimenti comincerei a impensierirmi.
volta
Anche
Qua va
lo
vedo più.
Quante cose vedo! A
racconterò tutto nelle mie let-
tutto benone.
poco a poco
tere. Ci
giornale l'ho ricevuto una
il
da tre giorni non
sola, e
ti
siamo costruiti una magnifica capanna,
un amore, dove stiamo caldi e riparati. Del
resto il tempo è ritornato bellissimo. Si dice
che tra giorni partiremo ancora per chi sa dove.
Baci su baci dal tuo
Giosuè'.
(30)
24 settembre 1915.
Mamma
mia
idolatrata,
rinunzio assolutamente a descriverti la gioia,
la beatitudine
tuoi ri trattini.
che mi hanno procurato
Non
potevi farmi una sorpresa
più gradita, né un dono più caro
cosi.
Appena aperta
i
la busta,
e prezioso di
son rimasto una
buona mezz'ora a contemplarti e a baciarti, in
a una commozione dolcissima. Cara
mamma mia, mio unico e vero tesoro in terra,
preda
85. 69
che Dio e la Madonna
mille volte.
quanto
condo
a
te.
ti
E
ti
benedicano mille e
pensare che non saprò mai
adoro, di che assidua tenerezza cir-
tua immagine, con che ardore penso
la
Tu
sei
mio cuore,
veramente
io vivo
ritempro, in te
la luce e la vita^del
in te
per
e
te,
mi rassereno, da
fede, forza, coraggio, amore.
tutto,
dirti
mia santa, angelo mio
A
in te
te
te
io
mi
attingo
debbo
tutelare. Tutto
quel poco che posso valere è tutto opera tua,
lo riconosco, lo
proclamo, vorrei gridarlo
al-
l'universo, e son felice di poterlo dire al Si-
gnore nelle mie preghiere, perchè Egli è
A
Lui
affido la
come Egli
solo
può
nico testimone che vale.
di ricompensarti,
benefìzi
immensi che
ti
l'u-
cura
farlo, dei
debbo. Per conto mio
non posso fare altro che amarti con tutta l'anima e benedirti incessantemente e lodare Dio
della bontà e della protezione di cui mi dà
una prova tanto grande, concedendomi il vanto
e la gioia d'avere una madre come te, che sei
il mio più santo orgoglio.
I tuoi ritrattini li terrò sempre sul cuore,
e Aon mi abbandoneranno mai un'istante. Di
quelli e della medaglietta sacra che
li
accom-
86. 70
pagna mi laccio un talismano, una salvaguarche mi rende invincibile e invulnerabile.
Invincibile, perchè spero che il male non riedia,
sca più a sopraffarmi e s'infranga
contro la
purezza del mio cuore rinnovato in Gesù; invulnerabile, perchè nessuna ferita né morale né
materiale potrà toccare
mia immortalità.
Si,
il
mamma, ormai mi
forte e sicuro, al di sopra
di ogni vicissitudine,
centro vitale della
sento
ogni evento e
di
padrone della sorte.
Non
è superbia. Il
Signore ha detto che chi chiede
otterrà. Io gli
ho chiesto tutto.
E
perchè Egli
dovrebbe negarmi ciò che mi ha promesso
Ma
ci
Egli vuole che gli
comanda
si
chieda tutto,
di avere desideri
?
Egli
sconfinati, per-
chè quelli sono i soli desideri veramente degni di noi e di Lui, che è infinitamente buono.
se dubitassi un
mi sento in cuore la
istante di Lui; ma ora
fede che muove le montagne. Ho capito che
basta osare di chiedere ed essere ben certi che
Certo potrei perdere tutto,
si otterrà.
Ho
veduto la mia lettera pubblicata,
al so-
piena d'errori e tarpata qua là, alle fr3,si
più importanti. Povero * * *j che crede
lito
87. 71
di poter tappar la
zia tanto
l'
bocca alla verità! Eingra-
Alessi del suo afletto, che ricam-
bio con tutta l'anima.
Perchè non hai seguito l'ispirazione di andare a baciare
bambino di Prezzolini? InVoce » del suo indirizzo. Di'
il
formati alla
«
alla signora
che stia tranquilla, che Prezzo-
qua è stimato per quel che merita, da
tutti, amato fraternamente da tutti. Ora il
lini
battaglione è riunito, stiamo sempre insieme,
lontani da ogni
rino altri
pericolo.
movimenti
Pare che
di truppe, e
si
prepa-
andremo an-
che più indietro per vario tempo.
Oggi
è venuto
qua
il
nuovo colonnello del
reggimento, un'eccellente persona, tanto buono,
tanto intelligente.
e stasera al
A me
ha fatto molta
pranzo della mensa s'è fatto
diavolo a quattro per festeggiarlo.
fare
festa,
Non
neppure una pallida idea della nostra
legria: canti, cori, versi, brindisi,
d'inferno.
La mia
il
puoi
ti
al-
un baccano
barcarola veneziana è di-
ventata celebre in tutto
il
battaglione, e si
canta dalla mattina alla sera, coi capitani e
i
maggiori, che pigliano parte al
ragazzi.
Il
coro
come
tenente dei mitragliatori mi
ha
88. 72
pregato di fargli un inno. Gliel'ho scritto e
musicato, e adesso
Vuoi che
ti
soldati lo impareranno.
i
scriva le parole?
IL
MITRAGLIATORE
(Inno di guerra)
I.
Tra
le milizie
splendide
che Italia scaglia in guerra,
per far di schiava libera
ogni italiana terra,
è sempre
il
primo
il
— sul campo dell'onore
mitragliatore (his)
per l'Italia e per la libertà.
n.
Con l'arma sua
che semina
egli
la
terribile,
morte,
combatte intrepito
calmo, sicuro e forte.
Ha fermo l'occhio — e saldo in petto il cuore
il
mitragliatore (his)
per l'Italia e per la libertà.
89. 73
m.
Se
al santo sacrifizio
la sorte
un
di l'addita,
e per l'amata patria
deve donar
la vita,
con un sorriso
— saluta
il sole e
muore
mitragliatore (bis)
il
per l'Italia e per la libertà.
IV.
Ma
in
Iddio protegge e vigila
campo
il
valoroso,
torna alla casa in giubilo
il
prode
al
suo riposo,
tra evviva e canti
il
—
ritorna vincitore
mitragliatore (bis)
per l'Italia e per la libertà.
Anche
i
miei discorsi ai soldati vanno be-
none, e ottengono dei successi oratorii da far
crepar d'invidia Lisia, Demostene, Cicerone
e Castelar, messi insieme.
Oggi ho veduto molti
da campo qui vicino.
Ma
feriti all'ospedaletto
si!
Avrei da rac-
90. 74
contare un'infinità di
cose, e le riserbo alla
che scriverò per
lettera
il
giornale, perchè
questa, s'intende bene, è per te sola.
Spero che avrai parlato già col caporale che
ho incaricato di portarti
questa lettera, che
va domani
fretta,
ti
miei saluti.
Anche
adesso in gran
fino al carreggio, e sarà
postata da Giorgio,
cosicché
i
scrivo
ti
arriverà
im-
che va là per servizio,
un
po' più presto del so-
lito.
Ho
l'autografo al Paoletti, e glielo
scritto
ho mandato.
Ha
molto pulito e
veramente un lavorino
carino, che m'è piaciuto molto.
Elena della sua
La signorina Marina me ne ha scritte
Ringrazia
Saluta tutti.
lettera.
fatto
tre bellissime, di cui le
l'
son tanto grato. Sa-
luta l'Annetta, Antonietta, la sarta, le suore
benedette. Bacia per
del «
Nido
».
E
riuscito a entrare
me
quei trottolini
tutti
Gino? Pare proprio che
nel plotone?
Eammelo
sia
sa-
pere di preciso, perchè sarebbe una gran bella
mi farebbe molto piacere.
Ora non mi resta che salutare te. Ti
cosa, e
go con lunga tenerezza
ti
bacio fino a
al
mio cuore,
sofifocarti, cara,
strin-
e ti bacio
adorata, santa,
91. 75
mamma
buona
mia. Continua ad esser serena
non mi
sul conto mio, percliè sto benissimo,
privo di nulla,
mi
diverto molto, e pericolo
non ce n'è quasi punto. Se tu vedessi che bella
capannina che abbiamo!
Ancora un bacio.
Giosuè'
(31)
25 settembre 1915.
Cara
mamma
diletta,
oggi ho ricevuto di tuo soltanto una lettera
arretrata, quella del 14. Questa posta bislacca
è l'unico inconveniente della guerra.
zia
ancora una
volta e di gran cuore
Paoletti della cortesia con cui
il
Ringrail
signor
mi ha stampato
Testamento.
Dopodomani partiremo ancora di qui, dove
ci eravamo appena accomodati. Andiamo a una
quindicina di chilometri di distanza, sopra un
altro
un
punto del fronte, verso
po'
il
sud, sempre
lontani dal fuoco, per ora, con mio
grande rammarico.
92. 76
Piove a torrenti, e
pantano. Viva
il
l'Italia,
campo
un
è ridotto a
anche col pantano!
Un
bacio tonante dal tuo
Giosuè'
,
(32)
27 settembre 1915.
Cara mainma,
siamo arrivati iersera, presso a questo paese
che non posso nominarti,
al solito, e ci
siamo
accampati a sera, dopo una marcia di otto ore,
una pioggia torrenziale. Ventidue chilometri, che abbiamo fatto allegramente e cansotto
tando, con tanto di zaino sul groppone. ISTon
mi credevo capace
di tanto, e ti ringrazio di
avermi educato cosi solido
nello ci
mi
fa
ha molto
bene
lodati.
e forte.
Il
colon-
Se tu vedessi come
guerra! Sono ingrassato, irro-
la
sembro un altro. Presto ci
moveremo ancora. Adesso siamo in un accampamento di tende, pieno di gaiezza e d'a-
bustito, colorito,
nimazione.
Il
tempo
s'è asciutto in
si
è subito rifatto, tutto
un lampo,
e
i
soldati ridono e
scherzano sotto uno splendido sole friulano.
Ho
ricevuto
il
tuo pacco. Oggi
ti
spedisco
un
93. 77
me ne
vaglia di duecento lire, e
tissimi in tasca.
Paga
trerai nel registro
restano mol-
ricevute che riscon-
le
.
Telefona alla signora Querci.
Baci e baci.
Giosuè'
(33)
28 settembre 1915.
Mamma
cara,
oggi sono stato ventiquattro ore di servizio
campo
al
del battaglione,
domani sono
di gior-
nata in compagnia, e stasera è arrivato qua
un
altro battaglione,
il
terzo.
Puoi figurarti
quanto ho da fare: roba da perdere
il
capo
cento volte al minuto, senza contare la responsabilità.
Portunatamente m'è andato tutto bene.
Presto
prima
ci
moveremo, spero per tornare in
linea. Ricevetti
bellissima.
con minor
Domani
fretta.
ti
la
sciarpa panciotto,
scriverò più a lungo e
Un abbraccio in
furia,
perchè
vado a far .smontare la guardia e a scrivere
rapporto.
Giosuè'
il
94. 78
(34)
29 settembre 1915.
Mamma
ti
m,ia,
scrivo in furia, perchè la posta sta per
partire, e oggi, essendo
di giornata,
avuto un attimo di tempo per me.
non ho
Non
puoi
credere quanto sia operosa e piena d'occupazione la vita dell'accampamento.
Da due
giorni
abbiamo un tempo pessimo, che non annacqua
punto il mio entusiasmo. Sto benone, e il
Signore continua ad assistermi in mille modi.
Sappimi dire se è venuto a trovarti un
ca-
porale dell' 84, che avevo incaricato di portarti
i
miei saluti e qualche altra cosa, tra cui due
raccomandate da
fare.
Abbiti un milione e mezzo di baci.
Giosuè'
(35)
80 settcmhre 1915.
Mam,ma
cara,
.
ho ricominciato a ricevere
bastanza regolarmente.
Non
le
tue lettere ab-
proprio
come
vor-
95. 79
rei,
ma insomma mi posso
manderò
io
una lunga
lettera per
Ricevesti quella in cui
ti
Domani ti
« Nuovo »
contentare.
il
parlavo del campo, e
che non ho ancora veduta pubblicata?
Saluta caramente
tutti e in
modo
partico-
larmente affettuoso l'ottimo padre Betti che
cordo con vera tenerezza. Iddio
Qui nulla
lo
benedica.
nuovo, salvo un tempo
di
ri-
orri-
un fango indescrivibile, dove si va a
mezza gamba per intere giornate: cosa che
bile e
a
lungo andare finisce
col
diventare
quasi
un aeroplano nemico ha
bombe non molto lontano di
divertente. Oggi
get-
tato quattro
qua.
Niente paura. Sono affogate nel fango.
Un
bel
bacione fangoso.
Giosuè
(36)
1 ottóbre 1915,
Cara mamma,
son due giorni che non ricevo niente da
e
so
soltanto,
te,
da una lettera della signora
Querci, che tu hai ricevute molte mie lettere.
Vorrei sapere se
ti
è
giunta quella per
il
96. 80
Nuovo
», se è venuto da te il caporale delSperiamo che domani saprò qualcosa. E
di Gino?
«
l' 84'^.
La
novità più importante per oggi
che
è
Querci e Prezzolini «e ne vanno, con mio im-
menso
dolore, soprattutto per Giorgio, in cui
avevo posto un .affetto profondo e più che
terno.
mango
fra-
Vanno di guarnigione a Padova. Io rial comando d'un plotone, come effettivo
e per di più ufficiale esploratore. Continuo a
star benone, e
prima
linea.
non vedo
l'ora
tornare in
di
Se posso, stasera
ti
lunga lettera già incominciata. Saluta
prenditi per te tutti
i
una
finisco
tutti, e
miei baci più teneri.
Giosuè'
(37)
2
ottobre 1915.
Cara mia mavima^
oggi ho ricevuto una tua lettera del
27 e
una cartolina del 29, cosicché sono addirittura
beato.
Per
di più s'è rimesso
que sereno dentro e
nedi,
fuori.
il
tempo: dun-
Domani
l'altro, lu-
avremo una cerimonia solennissima
e
97. 81
commovente,
la
consegna della bandiera
al
reggimento, con la benedizione, alla presenza
di molti generali. Ieri
venne qui anche
il
ge-
nerale di Corpo d'armata.
La perdita della « Benedetto Brin » è stata
me un gran dolore, ma la sconfìtta diplo-
per
matica della Grermania in Bulgaria,
ria dei
Russi e dei franco-inglesi sono state
Speriamo che
grandi gioie. Che giorni d'ansie
il
la vitto-
!
Signore ci protegga tutti, e assista que-
sta nostra Italia
per per
adorata. Prega, prega sem-
tutti.
Dell'assicurazione ho proprio idea
farne di nulla. Oggi ho avuto
di
non
un gran da
fare,
non ho potuto finirti la lettera incominciata.
Speriamo domani. Un bacio che ne valga pa-
e
recchie migliaia.
Giosuè*
(38)
5
Mamma
m,ia, tesoro
ottobre 1915,
miOj
30 merita una
lunga risposta tutta speciale, che ti manderò
la
tua lunga
lettera
del
98. 82
domani, se avrò tempo. Per ora non posso
dirti
altro che grazie e che sono felice e che tu sei
la
di
cagione della mia felicità.
vera e unica
Oggi ho avuto
qui
dispiacere di veder partire
il
Giorgio, Prezzolini
e
tre
altri
cari
amici a cui m'ero profondamente affezionato.
La
partenza di Giorgio è stata un dolore per
dai soldati
tutti,
come un
figlio.
al
maggiore, che
questa partenza. Per di più
messo
monia
lo
al bratto, tanto
il
tempo
da impedire
della consegna della bandiera.
l'inazione
non
amava
Sono pieno di malinconia per
si
s'è ri-
la
ceri-
Qui
nel-
bene davvero. Non vedo
prima linea. A domani una
sta
l'ora di tornare in
lunghissima lettera. Per oggi un lunghissimo
bacio»
Giosuè'
(39)
4
ottobre 1915.
Mia cara mamma,
oggi, per una vera disdetta, non è arrivata
la posta,
a causa del cambiamento di Divisione.
Abbiamo perduto
tutto
il
giorno a far mano-
vrare in parata due reggimenti, per preparare
!
99. 83
cerimonia della bandiera, rimandata di qual-
la
che giorno. In compenso è arrivato qua
mo
battaglione del nostro
ho alcuni amici,
i
bombardamento
il
quali ci
disastro
pri-
hanno raccontato
una
e l'incendio di Auzza,
splendida prodezza
un
il
reggimento, dove
delle
nostre artiglierie e
terribile per gli
ho visto da vicino
Austriaci. Oggi
nostre
le
uno
retrovie:
spettacolo formidabile. Di' a tutti che siamo
forti.
Quante cose avrei da raccontare
Hai
farò a poco a poco.
letto nel
la descrizione delle giornate di
zini?
«
Lo
!
Corriere
»
Piava del Bar-
Son quelle a cui prese parte
il
nostro
reggimento.
Sappimi dire se
i
Bontempelli sono ancora
a Firenze. Saluta tutti. Baci su baci dal tuo
Giosuè'.
(40)
6 Ottobre 1915.
Mamma
anche oggi
mia,
la posta
ha subito un ritardo, e
l'avrò soltanto domattina. Pazienza. Ricevetti
il
pacchetto dei calzini e dei guanti.
Ho
dato
100. 84
i
calzini a Gaspari Nicola, che è tutto felice,
e ti
manda
mille benedizioni.
La
lettera ap-
parsa sul giornale ha riempito di beatitudine
L'hanno
lui e Gaforelli.
il
fatta leggere a tutto
battaglione, e Gaspari la
del suo paese.
manderà
curato
al
Quando ne verrà qualche
altra,
ricordati di farne spedire qualche copia di più.
Qui continuo a stare bene, e la sola cosa che
mi duole è che si rimanga troppo tempo nell'inazione. Intanto
nostro reggimento
si ri-
con vera generosità, e
fornisce di tutto
ripresa
il
avremo dei
soldati
alla
stupendamente equi-
paggiati. Se tu vedessi che scene di distribuzioni
!
Sembrano
Mandami
tanti bambini.
un
po'
Ogni tanto spediscimi una
sca-
presto dei calzini di lana
grossa, per me.
toletta di cioccolata del E,ivoire,
che spedivano a Giorgio
come
le signorine
quella
Mazzin-
ghi.
Di' a tutti che la vittoria è certa, che siamo
Cadorna è un gran genio, pieno
magnanimo. Abbracci e baci senza
fortissimi, che
d'energia e
misura dal tuo
Giosuè',
I
101. 85
6 Ottobre 1915.
Cara mamma,
anclie
mi
oggi
è
impossibile
scriverti
a
lungo, perchè stamani all'improvviso abbiamo
dovuto levare
il
campo, per andare in un luogo
vicino, tanto grazioso, tutta pace e verdura.
Ho
ricevuto la tua cartolina dove
mi annun-
ziavi la tua gita a Pisa. Benissimo. Spero di
domani il racconto delle accoglienze
che ti ha fatto il Cardinale.
Di me non ho niente da dirti, se non che
ricevere
continuo a star benissimo.
con
affetto.
Un
Rammentami
a tutti
gigantesco bacio.
Giosuè'
(42)
7 Ottobre 1915.
Cara Tnamma,
nulla di nuovo da dirti. Siamo sempre fermi
nell'inazione. Il
tempo
s'è rimesso, e
ora fa
102. 86
un caldo
estivo.
Domani avremo finalmente
la
grande cerimonia della benedizione e consegna
della bandiera. Aspetto per oggi tue notizie, e
mi racconti
spero in una lettera dove tu
la
tua gita a Pisa. Oggi scrivo anche a Gino.
Non saprei che cosa si potrebbe fare per lui,
ma credo che egli continuerà regolarmente il
suo corso senza difficoltà e senza ostacoli. Ieri
giunse notizia che gli Austriaci hanno bombardato senza risultati
il
luogo dove eravamo in
va bene,
riserva. Tutto
cia e d'entusiasmo.
Un
e
siamo pieni di
fidu-
caldo bacio.
Giosuè'
(43)
8
Mamma
adorata,
una bellissima
iersera ebbi
dinale, che
Ottobre 1915.
mi
fece molto
che mi
lettera del Car-
piacere, e la tua
fece piacere cento volte
lunga lettera,
di più. Ti risponderò minutamente un altro
mi manca il tempo. Stamani abbiamo avuto la grande cerimonia, e
oggi abbiamo il gran rapporto dal colonnello.
giorno, perchè oggi
103. 87
Spediscimi subito un coltello da campo con
cavatappi, apriscatole, punteruolo, ecc. che tro,
verai in piazza del
Duòmo,
di faccia a S. Gio-
vanni. Il mio l'ho perduto.
Sto benone,
Baci
infiniti,
ti
adoro, non penso che a te.
baci tenerissimi e ardenti dal tuo
Giosuè'.
(44)
9
Mamma
Ottobre 1915.
cara,
prima di tutto non mi spedire
che
ti
tina.
il
coltello
chiesi ieri, perchè l'ho ritrovato stamat-
Poi scusami se
ti
scrivo sempre queste
frettolose e laconiche cartoline,
un numero sterminato
Ma
mentre avrei
di cose da dirti e da
tempo mi manca
assolutamente, perchè abbiamo un immenso
raccontarti.
che vuoi!
da fare dalla mattina
Il
alla sera,
specialmente
in questo periodo. Si stava molto più in pace
quando eravamo in prima
c'è nulla di nuovo. Ieri
linea.
Del resto non
un aeroplano
ci gettò
due bombe perfettamente innocue. Sto sempre
tra
i
miei soldatini,
ai
quali faccio prediche
105. 89
tardo, cosa che
Ma
mi riempie
di costernazione.
bisogna aver pazienza, che
il
Signore
ci
aiuta e ci protegge anche troppo.
lersera è morto di malattia
chi, quello
che vedesti con
me in
il
s.
ten. Oec-
piazza d'armi.
Prega per lui, che era un buon figliuolo, ed è
morto da vero cristiano.
Il 7 mi comunicai anch'io, cosicché abbia-
mo
ricevuto insieme
alla
Marina, che ascoltai
il
Signore. Dillo anche
la
messa per
la per-
sona che sa, e che presto spero di poterle
scrivere a lungo. Intanto ringraziala delle sue
belle e
buone
letterine.
Forse a quest'ora avrai già parlato con Giorgio, che deve essere venuto costà in licenza.
Spero di poterti scrivere più a lungo domani.
Un
bacio altrettanto frettoloso, quanto tenero
e affettuoso, dal tuo
Giosuè'.
(46)
11 Ottobre 1915.
Mamma
credimi,
mia
quel
esagerazioni. Io
cara,
che
racconta Giorgio
non sono
sono
affatto arrischiato e
106. 90
imprudente, ma, se anche
fossi,
non avrei dav-
vero occasione per esser temerario. Finora
la
guerra non l'ho ancora vista, e in prima linea
meno che mai. Credi
c'è davvero il modo
che, anche volendo,
non
di far l'eroe.
Quel manoscritto del Gribble credo che sia
mio scaffale di destra, oppure nel secondo
sul
terzo cassetto della
destra.
Cercatelo
Quanto
al libro del
già arrivato
alla
mia scrivania, pure a
insieme,
e-
lo
riconoscerà.
padre Cantini, dev'essere
Libreria Bel trami,
in
via
Martelli, a cui l'ho ordinato una decina di giorni
prima di partire.
S'intitola: Pascal,
Opuscules^ e costa tre
lire e
Pensées
et
mezzo. Va' a pren-
derlo e dallo al Padre, a cui scrissi ieri.
Le
tue lettere sono bellissime, e più sono
lunghe e più mi fanno beato. Peccato che ne
La
mi
dolgo è di non poterti rispondere minutamente
e con calma. Il tempo ci manca. E un periodo
ricevo appena la metà.
di preparazione febbrile,
zioni.
sola cosa di cui
con tattiche, e istru-
Speriamo di andare avanti presto, e
lora vedrai
al-
davvero di che cosa son capace.
Centomila baci.
Gìosub'
107. 91
(47)
12 Ottobre 1915,
Cara mamma^
oggi niente lettere.
Ho
ricevuta la crocetta
d'argento d'Assisi, accompagnata da una bella
non firmata. Come posso fare a ringraziare? Di' tu al canonico Magri che il dono mi
ha commosso e che pensi lui a esprimere tutta
la mia gratitudine alla donatrice ignota. Che
Dio la benedica. Porterò sempre la crocetta
su di me. Aspetto ancora il pacco d'indumenti
che mi annunzia, ma la posta fa il suo comolettera
,
dacelo. Se Giorgio è ancora costà, avvertilo che
ho respinto molta posta per lui e per Prezzolini, a Padova, fermo in posta, e che gli
ho
scritto varie cartoline.
Era pochi
giorni, a quanto pare, torniamo
finalmente in prima
linea, per fare
qualche cosa
di più serio, a differenza di quel che
fatto finora.
Sta' tranquilla,
abbiamo
e confida piena-
mente nel Signore.
Spero domani di poterti scrivere a lungo.
Quanto abbiamo avuto da fare in questi giorni!
Prenditi tutti i miei baci.
Giosuè'
108. 92
(48)
13 Ottobre 1915.
Mamma
mia
cara,
oggi spero di ricevere un po' di posta.
Ho
voluto vedere per curiosità quante lettere tue
ho perduto,
e,
confrontando
le date,
ho visto
che non ho ricevuto la bellezza di quattordici
lettere:
quasi la metà di quelle che
spedito. Ieri e oggi
mi hai
abbiamo avuto un lavoro
addirittura febbrile, per
il
rifornimento delle
compagnie e tutto il resto. Stasera sono di
giornata, fino a domani sera, ma spero di trovare il tempo di scriverti un po' più a lungo
del solito.
Il
tempo
è ottimo, fa
un gran
caldo, sto
morale è altisssimo, l'appetito è
formidabile, alla mensa ho persino l'acqua mibenone,
il
nerale di S. Pellegrino.
e in ogni
Non mi manca
modo ho sempre occasione
nulla,
di rifor-
nirmi d'ogni cosa.
Penso sempre a te con infinita tenerezza.
T'abbraccio con tutto il mio ardore.
Giosuè'
109. 93
(49)
14 Ottobre 1915.
Mia cara mamma,
debbo rinunziare
lungo. Sono
all'
idea
di giornata da
di
scriverti
a
iersera, stamani
alle sei ero in piedi, e stanotte ho avuto
un
ammalato in compagnia che m'ha tenuto sveglio per vario
tempo, cosicché oggi avrei avuto
un'oretta libera,
preferito
ma
ero tanto stanco, che ho
farmi una bella dormitina. Adesso
devo andare a gran rapporto, e tra breve parte
la posta.
dirti
Non mi
che sto
un momento per
benissimo, che non c'è nulla di
resta che
nuovo, che iersera ho ricevuto la tua lettera
con quella della Marina, che oggi spero di
ri-
cevere qualche altro tuo rigo, di cui sono insaziabile.
Ti abbraccio teneramente, e
ti
bacio con
affetto indicibile.
Giosuè'