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                             DUBBI(E)VERITÀ                                                                    Febbraio 2011

                             In questo numero: Perché non torni a fare la calzetta? Analisi linguistica, iconografica e storica —
                             Quote e linguaggio. La legge provinciale della Provincia autonoma di Bolzano del 2010
                             — Il sessismo nella lingua italiana — François Poullain de la Barre. “De L’éducation Des Da-
                             mes” (1674)— Vietato offendere l’amante del marito — Odile Decq: l’architetta



Perché non torni a fare la calzetta?
Interrogativi sul perché alcuni “slogan” non passano mai di moda.


 Una semplice frase, un invito scherzoso, una battuta: semplice
 sessismo ordinario. Quel sessismo strisciante, difficile da combat-
 tere, a volte addirittura da cogliere, sul quale Brigitte Gresy ha
 ritenuto si dovesse scrivere un trattato1, seppur breve. Tra le cita-
 zioni del testo quella celebre di Albert Einstein “È più facile spez-
 zare un atomo che un pregiudizio”.
 Perché non torni a fare la calzetta?
 È meraviglioso come in una sola immagine, in una frase così ele-
 mentare, si riesca a condensare lo spregio tanto per il lavoro delle
 donne di ieri, quanto per quelle di oggi; quando si dice il miracolo
                                 della sintesi!
                                 Disprezzo per il lavoro delle nostre
                                 nonne, che nei ritagli di tempo, per
                                 rilassarsi un po’: cucivano, ram-
                                 mendavano e lavoravano a maglia,                   Che la tasa, che la piasa, che la staga
                                 creando sciarpe, maglioni, guanti e                a casa. Che taccia, che piaccia, che
                                 appunto perfino calzini. Disprezzo                 stia a casa: è l’indovinato titolo di un
                                 per il lavoro di molte donne di oggi               convegno promosso dall’Assessorato
                                 che lavorano fuori casa, nel mondo                 per le Pari Opportunità della Provin-
                                 del lavoro vero, quello riconosciuto               cia autonoma di Trento tenutosi pro-
                                 come tale, da cui il gentile invito di             prio a Trento il 18 novembre 2010.
                                 tornare a fare altro, quel lavoro do-              Un titolo che fa intuire che la questio-
                                 mestico, sotterraneo, nero e privo di              ne “che la staga a casa” (a fare la cal-
                                 qualsiasi riconoscimento sociale                   zetta) non è solo uno scherzo o una
                                 che è, ed è stato, il lavoro di casa.              battuta per sorridere del passato, ma è
                                                                                    una questione di triste attualità.
 Perché non torni a fare la calzetta?
 Questa frase deve essere risuonata familiare anche alle orecchie di alcuni pubblicitari/e che, interpretando
 la società nella sua naturale evoluzione, superando gli ormai logori tentativi maschili di “fare la calzetta”
 interpretati da un magnifico Cary Grant, ripropongono per il mer-
 cato italiano un’immagine più attuale, più moderna, più in linea
 con i tempi, con la naturale evoluzione dell’essere donna e del fa-
 re la calzetta oggi, in Italia.

 E così trova adeguata spiegazione anche il mancato invito a fare la
 calza contenuto in una lettera ricevuta da Isabella Bossi Fedrigotti
 da parte del Sig. Ugo Agostini (Milano). Le scrive il Sig. Ugo:
 “… Devo anche dirle che a giudicare dalla foto il suo nome, Isa-
 bella, non le si addice. Non sarò così scortese da suggerirle di ri-
 scoprire la nobile occupazione di qualche sua nonna e cioè la cal-
 za…”.

 1 Gresy Brigitte - Breve trattato sul sessismo ordinario - Castelvecchi, 224pp., € 16.00                                           1
In effetti, visti gli standard estetici e le
mise richieste oggi per fare la calzetta,
suggerire questa attività alla Sig.ra Fe-
drigotti, scrittrice e giornalista nata nel
'48, non sarebbe stato opportuno.

Ecco la nuova frontiera del fare la cal-
zetta: donna avvenente e seminuda, ada-
giata dolcemente su una coltre di pellic-
cia, forse per rimembrare antichi riti tri-
bali, risalenti presumibilmente all'età
della pietra quando giovani donne veni-
vano prese per i capelli (notare la coda
di cavallo della modella) e trascinate
con forza “virile” in buie caverne lastri-
cate di pellicce.

Nella stessa rivista non ho potuto fare a
meno di notare una pubblicità poche pa-
gine dopo con protagonista un modello.
La modernità sembra toccare solo alla
donna, che fa la calzetta in negligé, per
l'uomo resta sempre verde il modello
Supereroe, senza alcuna variazione sul
tema: nessun perizoma, nessuna moder-
na stravaganza, neppure un orecchino.
Sguardo concentrato, la potenza dei pet-
torali pronta all'esplosione, zoom sullo
strappo di camicia per mostrare il segno
inequivocabile del Supereroe. Insomma,
con un supereroe non sbagli mai con
lui, qualunquemente, con “PIÙ PILU”
non sbagli mai CON LEI!




                        Monica Amici           2
QUOTE E LINGUAGGIO.
      La legge provinciale della Provincia autonoma di Bolzano del 2010
La Provincia autonoma di Bolzano festeggia l’8 marzo del 2010 regalando alla sua gente
una nuova legge in tema di pari opportunità. La legge ha l’espressa finalità di promuove-
re la parificazione fra donne e uomini in ogni ambito sociale, rimuovere gli svantaggi
esistenti e rendere più compatibili famiglia e lavoro per le donne e gli uomini (art. 1).
Una legge semplice come semplici sono gli strumenti che sceglie: persegue le sue finalità
principalmente introducendo quote al suo interno, sostenendo l’introduzione di quote all’e-
sterno, ponendo attenzione al linguaggio e autorizzando contributi per le aziende attive
nella conciliazione lavoro-famiglia e, dimenticavo, dando il buon esempio.
All’articolo 2 la LP 5/2010 introduce alcune definizioni. Vediamole per entrare nel vivo.
    Quote: ... situazione di equilibrio fra i generi, quella in cui ogni genere è rappresenta-
      to in proporzione di almeno un terzo;
    Linguaggio: ... linguaggio rispettoso dell’identità di genere, quello che dà visibilità
      alla donna sul piano linguistico; esso non abbisogna necessariamente di continue di-
      zioni doppie.
Di LINGUAGGIO la legge si occupa nell’art. 7, quello delle
“Disposizioni sulla parità negli atti normativi e amministrativi”,
dove si afferma che:

     Le leggi provinciali, i regolamenti e le delibere della Giunta
     provinciale nonché i regolamenti e gli atti amministrativi
     dell’amministrazione provinciale devono essere formulati in
     un linguaggio rispettoso dell’identità di genere. La Giunta
     provinciale emana direttive in tal senso.

Mi sono letta tutta le legge con attenzione, andando a cercare
ogni singolo sostantivo che facesse riferimento a una persona e
prendendo nota di come esso fosse declinato rispetto al genere.
Questo è il risultato.
                                                                           Nel complesso la legge rispetta
                         Maschile e femminile                    i suoi stessi dettati: assessore e
Rappresentanti elette o eletti dal popolo           1 ricorrenza assessora, attenzione agli arti-
                                                                 coli, ai figli e alle figlie, rega-
donne e uomini                                      4 ricorrenze landoci un bilancio complessi-
delle/dei dipendenti, le dipendenti e i dipendenti  6 ricorrenze vamente positivo.
delle figlie e dei figli                            1 ricorrenza
                                                                 Le donne da sole sono citate
una candidata o di un candidato                     3 ricorrenze molte volte ma in maniera as-
giovani agricoltrici e dei giovani agricoltori      1 ricorrenza solutamente funzionale e non
l’assessore/l’assessora                             4 ricorrenze per dimenticanza/assorbimento
                                                                 dell’altro genere. Per esempio
sostituto/sostituta                                 1 ricorrenza il Servizio Donna è solo un
lavoratrice o lavoratore                            3 ricorrenze servizio donna.
per occupati e occupate con famiglia                1 ricorrenza
                                                                 Per quanto riguarda le ricor-
                            Voce generica                        renze al solo maschile lascio
Persone, per persone con obblighi familiari, ecc.   5 ricorrenze giudicare voi. Forse pensare
Genere                                             20 ricorrenze che i datori di lavoro possano
                                                                 essere anche delle datrici di
                             Solo maschile                       lavoro e che i loro rappresen-
datore di lavoro (pubblico o privato)               4 ricorrenze tanti possano essere anche
i datori di lavoro e/o i loro rappresentanti        1 ricorrenza delle rappresentanti è ancora
misure di cura e assistenza per bambini             1 ricorrenza troppo futuristico. datrice di
                                                                 Lavoratrice passi,
                            Solo femminile                       lavoro ancora no.
donna                                               7 ricorrenze
                                                                                                             3
Quote all’interno dell’amministrazione
ASSUNZIONI (Art. 5)
Fino al superamento della sottorappresentazione nella relativa qualifica funzionale ovvero
posizione si dà la precedenza nelle assunzioni, a parità di qualificazione, al genere sottorap-
presentato, a meno che non prevalgano motivi comprovati e documentati inerenti alla persona
di una candidata o di un candidato.
AVANZAMENTO PROFESSIONALE (Art. 6)
In sede di promozione a una funzione o posizione desiderata di livello più alto, a parità di
qualificazione, si dà la precedenza al genere sottorappresentato, a meno che non prevalga-
no motivi comprovati e documentati inerenti alla persona di un candidato o una candidata, fino
al superamento della sottorappresentazione nella relativa qualifica funzionale ovvero posizio-
ne.
NOMINE E COMPOSIZIONE DEGLI ORGANI (Art. 10)
In tutti gli organi regolamentati per legge e nominati all’interno dell’amministrazione provin-
ciale deve esserci complessivamente una situazione di equilibrio fra i generi.
In tutti gli organi nominati dal Consiglio provinciale ovvero dalla Giunta Provinciale … Nei
casi in cui la nomina di singoli componenti di organi spetta al Consiglio provinciale ovvero
alla Giunta provinciale … Per le società a partecipazione provinciale, nei casi in cui la nomina
di singole ovvero singoli componenti di organi o funzioni spetta alla Giunta Provinciale … le
nomine devono avvenire secondo un rapporto complessivamente equilibrato fra i generi.                     La semplicità delle quote e la
PROPOSTE NOMINATIVE (Art. 11)                                                                             loro previsione in ogni ambi-
Chi è legittimato a presentare proposte nominative in organi o funzioni di cui all’articolo 10            to fanno ben sperare che
deve indicare, a pena di inammissibilità, una candidata e un candidato per ogni componente                dalle intenzioni la Provincia
da nominare o funzione. Fanno eccezione le organizzazioni con più dell’80 per cento dei com-              di Bolzano voglia passare ai
ponenti appartenenti allo stesso genere, non considerando i componenti in forma di società.               fatti.
MODIFICA ALLA LEGGE URBANISTICA (Art. 12)                                                                 La modifica nella stessa leg-
“ Ogni consiglio comunale deve costituire una commissione edilizia comunale composta di al-               ge della composizione della
meno sette componenti e in ognuna devono essere rappresentati entrambi i generi. Se la                    commissione edilizia comu-
commissione edilizia non è stata nominata in osservanza delle succitate disposizioni, sono nulli          nale, pena nullità dei suoi
gli atti da essa emanati. La commissione edilizia comunale è composta dalle seguenti persone:”            atti, evidenzia questa serietà
                                                                                                          d’intenti e nuovamente il suo
                        Quote all’esterno dell’amministrazione                                            voler passare ai fatti, alla
                                                                                                          concretezza delle soluzioni e
                                                                                                          superare la fase delle splen-
PRINCIPI GENERALI (Art. 13)
                                                                                                          dide dichiarazioni in cui
1. La parificazione delle dipendenti e dei dipendenti nell’economia privata e un ambiente di
                                                                                                          annaspiamo da oltre un ven-
lavoro favorevole alla famiglia sono promossi con incentivi economici per i datori di lavoro.
                                                                                                          tennio.
2. A tal fine, in sede di decisione su criteri e modalità per la concessione di contributi e agevola-
                                                                                                          Sulle quote all’esterno mi
zioni economiche alle imprese e alle loro associazioni di rappresentanza, si deve tener conto
                                                                                                          fermo alla mera enunciazio-
della promozione del genere sottorappresentato, della promozione della compatibilità fra fami-
                                                                                                          ne dei principi, ma vi infor-
glia e lavoro e della classificazione della o del beneficiario dell’agevolazione come
                                                                                                          mo che la loro applicazione
favorevole alla famiglia ai sensi della presente legge.
3. La promozione del genere sottorappresentato nell’imprenditoria avviene con la concessione              pratica è già avviata.
di particolari contributi.                                                                                Un esempio dei loro stru-
                                                                                                          menti lo offre pochi articoli
CERTIFICAZIONE DI CONCILIABILITA’ FAMIGLIA-LAVORO (Art. 32)                                               più in là l’utilizzo della certi-
                                                                                                          ficazione nell’ambito della
1. La certificazione di conciliabilità famiglia-lavoro può essere rilasciata a tutti i datori di lavoro
privati che soddisfino i requisiti previsti dall’articolo 33.                                             conciliazione famiglia-
                                                                                                          lavoro.
2. Nei criteri di settore riguardanti la concessione di incentivi e benefici alle aziende la Provin-
                                                                                                          La Provincia ha già speri-
cia prevede priorità di accesso e maggiorazioni dei punteggi per le aziende richiedenti che siano
                                                                                                          mentato una certificazione
in possesso della certificazione di cui al comma 1.
                                                                                                          alla stregua di quella dei
                                                                                                          processi di qualità
CRITERI PER IL RILASCIO DELLA CERTIFICAZIONE (Art. 33)
                                                                                                          (ISO9000) applicandola alla
La certificazione è rilasciata ad aziende private che soddisfino almeno quattro dei seguenti crite-
ri:                                                                                                       conciliazione (Audit fami-
a) mantenimento del posto di lavoro per almeno 1,5 anni in caso di assenza per obblighi fami-             glia); ora sta ponendo le
                                                                                                          b a s i pe r a g e v o l a r e -
liari; b) concessione a tempo determinato del lavoro a tempo parziale su richiesta della lavora-
                                                                                                          finanziare con precedenza le
trice o lavoratore con obblighi familiari; c) flessibilità dell’orario di lavoro su richiesta della
lavoratrice o lavoratore con obblighi familiari; d) flessibilità del luogo di lavoro su richiesta         aziende certificate. Se farà
della lavoratrice o lavoratore con obblighi familiari; e) misure di cura e assistenza per bambini;        lo stesso con aziende che
                                                                                                          rispettino le “quote” c’è da
f) prestazioni aggiuntive per occupati e occupate con famiglia; g) promozione della paternità
                                                                                                          ben sperare.
attiva.
                                                                                                          E pensare che sembra sia già
                                                                                                          dimostrato che con l’Audit
                                                                                                          l’azienda ci guadagna!

                                                                                                                      Monica Amici            4
Il SESSISMO nella lingua italiana

Non pensare all’elefante. Lo so, hai visto il tuo elefante.
Negli USA l’elefante è il simbolo dei repubblicani e nel suo libro
“Non pensare all’elefante” Lakoff analizza gli errori di comunicazio-
ne dei democratici che, ricorrendo al linguaggio tipico della destra,
di fatto spingono costantemente tutti a pensare all’elefante, alla
destra e ai suoi valori, di fatto facendo il gioco dell’avversario.
Per Lafoff tanto le singole parole quanto gli aggregati complessi cui
esse danno vita possono contribuire in maniera considerevole al
processo di formazione dei pensieri da parte della mente umana, al
punto che quest’ultima non riesce a fare a meno di ricorrere a tali
parole.
“In principio era il Verbo”, la parola creatrice, dove la sua assenza,
l’assenza di parola, di voce, nega l’esistenza e impedisce tanto l’im-
magine quanto lo sviluppo del pensiero intorno a essa.

La d is c us sio ne i ntor no al         Un ringraziamento a tutte le donne del passato che, non so proprio
“sessismo” nella lingua italiana na-     come, son però riuscite e senza spargimenti di sangue a far passare
sce nel 1987 quando Alma Sabati-         termini come pittrice, scultrice, scrittrice. Grazie di cuore!
ni pubblica per la Presidenza del        desi-             Femminile                       Maschile
Consiglio dei Ministri uno studio        nenza
dal titolo “Il sessismo nella lingua                L’amministratrice unica        L’amministratore unico
italiana”, di cui uno dei capitoli                        La direttrice                     Il direttore
centrali        è   quello     delle                   La scrittrice, l’attrice         Lo scrittore, l’attore
“Raccomandazioni per un uso non          TORE               L’operatrice                     L’operatore
sessista della lingua italiana”.         TRICE             L’informatrice                  L’informatore
Negli anni a seguire il testo di Alma                       La questrice                      Il questore
                                                     La rettrice dell’Università     Il rettore dell’Università
Sabatini è stato ripreso, rimaneg-
giato, riproposto, e a volte ingloba-
                                                       La segretaria generale          Il segretario generale
to, in varie altre pubblicazioni (p.e.   TARIO           La sottosegretaria               Il sottosegretario
nel Manuale di stile - Strumenti         TARIA              La segretaria                    Il segretario
per semplificare il linguaggio delle
pubbliche amministrazioni del 19-
97). Esso viene continuamente ci-         ERE         La consigliera comunale         Il consigliere comunale
tato ogni qual volta si affronta l’ar-    ERA              L’ingegnera                      L’ingegnere
gomento, tanto nelle Universi-
tà quanto nei dibattiti sul tema,        ATO                L’avvocata                      L’avvocato
                                         ATA             (NO Avvocatessa)                  Il magistrato
ma nonostante ciò, le raccomanda-
                                                           La magistrata
zioni del 1987, ancora oggi attuali,
                                         ETTO               L’architetta                   L’architetto
sono sostanzialmente disattese, sia      ETTA               La prefetta                     Il prefetto
dai media sia dalla pubblica ammi-
nistrazione, salvo rare virtuose ec-                        La chirurga                      Il chirurgo
cezioni.                                                     L’arbitra                        L’arbitro
Nel 2007 la Direttiva Nicolais - Pol-                       La medica                         Il medico
lastrini per le “Pari Opportunità”         O                 La notaia                         Il notaio
nella Pubblica Amministrazione ci          A                La sindaca                        Il sindaco
riprova, ma sembra tutto inutile.                           La deputata                     Il deputato
                                                            La ministra                      Il ministro
Arriviamo al 2010 e la Provincia di                        La cancelliera                  Il cancelliere
Bolzano ne incorpora l’essenza in
una legge provinciale. Forse doma-         E                La preside                        Il preside
ni qualche giornale in più seguirà         E               La presidente                    Il presidente
l’esempio, forse qualche altra am-                        La parlamentare                 Il parlamentare
ministrazione seguirà l’esempio,                             La vigile                         Il vigile
forse qualche assessora e qualche         ETA                 La poeta                         Il poeta
ingegnera e chissà che piano piano        ETA                 L’atleta                         L’atleta
accanto all’elefante si legga e veda                         La profeta                       Il profeta
anche un’elefantessa.
                                                                                               Monica Amici       5
François Poullain de la Barre
                                  De L’éducation Des Dames (1674).

“De l’èducation des dames” viene pubblicata per la prima volta a Parigi nel 1674. È l’epoca di Luigi XIV e delle gran-
di conquiste intellettuali, scientifiche e artistiche. Un secolo in cui autorità e assolutismo si confondono. Il re era un
Dio in terra e la disobbedienza al re era un atto sacrilego. La Chiesa era un "forte sostegno ideologico e morale della
monarchia". Entrambe le istituzioni condividevano l’interesse per la gerarchia e per l’ordine e lottavano insieme con-
tro la diffusione del cartesianismo che, per la sua natura dubitativa e critica nei confronti del sapere tradizionale e del
costume consolidato, rappresentava un potenziale attentato all’ordine. Con le grandi conquiste intellettuali, si faceva
strada la preoccupazione per una adeguata istruzione delle donne che, con la loro emancipazione, potevano realiz-
zare il progresso democratico di tutta la collettività. Il dibattito culturale provocato in quegli anni dal cartesianismo
investiva un’intera generazione di filosofi e scrittori. Anche Poullain de la Barre recepisce da un lato la costante pre-
occupazione per l’ordine; ritiene essenziale garantire la pacifica conviven-
za fra gli uomini, e per questo bisogna eliminare tutto ciò che può costitui-
re un attentato all’ordine politico. Dall’altra parte la sua teoria dell’ugua-
glianza tra i due sessi sconvolge il costume tradizionale, comporta
"la lotta al pregiudizio, e la necessità della istruzione femminile, pre-
supposto indispensabile per l’inserimento della donna in ogni ambito
sociale con un ruolo paritario a quello maschile". È la contraddizione
del secolo: si cerca di combattere teoricamente il pregiudizio, di criticare il
costume, ma non si osa intaccare concretamente l’ordine politico. Poullain
de la Barre, nella sua affannosa ricerca della verità, intorno al 1670 viene
colpito dalla nuova filosofia che rivoluziona la sua vita e la sua visione del
mondo.

Egli, seguendo il metodo cartesiano, proclama la supremazia della ragione
quale soluzione per tutti i problemi: "stabilire tra gli uomini una ragione
sovrana che li renda capaci di esaminare tutte le cose con giudizio e
senza prevenzione", contesta il principio di autorità in ogni attività intellet-
tuale e teorica.
Sempre il 1670, considerato l’anno della conversione di Poullain al credo
cartesiano, è indicato come l’anno della "rivoluzione pedagogica" che il
filosofo francese recepisce interamente applicandola anche all’educazione
femminile. Siamo di fronte a un processo iniziato nel 1500 secondo il qua-
le ogni riforma della società passa attraverso l’educazione, non più
destinata a trasmettere conoscenze ma a trasformare l’uomo e la col-
lettività in cui vive. Per i maggiori rappresentanti dell’umanesimo cristia-
no (Tommaso Moro, Erasmo da Rotterdam, Jean Luis Vives), l’educazio-
ne rimane connessa con l’etica, considerata come strumento essen-
ziale per "plasmare un buon cittadino e per conservare una buona
società".
Poullain rigetta completamente la tesi della inferiorità naturale, dimostrando che questa ultima deve attri-
buirsi esclusivamente alla cultura, al costume ed alla tradizione. Afferma che "solo motivi di interesse hanno
guidato gli uomini a conculcare i diritti delle donne impedendo la loro istruzione, mentre non vi è che un uni-
co metodo da adoperarsi per gli uni e per le altre, in quanto entrambi esseri appartenenti alla medesima spe-
cie umana". Supera la tradizione classica e gli umanisti in quanto la sua opera educativa è volta a promuovere lo
spirito critico, la responsabilità e la maturazione del singolo individuo, in particolare quello femminile. Contesta la
distinzione tra l’educazione maschile e quella femminile derivante dalla diversa destinazione sociale dei due
generi, affermando che il fine dell’educazione femminile non deve più essere quello di formare delle spose e
delle madri cristiane, ma esseri pensanti in grado di conoscere e di avere idee chiare e distinte. L’educazio-
ne deve essere la stessa per entrambi i generi che hanno la medesima natura umana composta di corpo e di
spirito. L’affermazione viene supportata da una esplicita adesione al razionalismo (tramite la ragione sovrana si po-
trà giudicare senza pregiudizi e prevenzioni), attraverso i riferimenti ai primi secoli dell’era cristiana quando molte
donne rivestivano ruoli importanti (diaconesse) all’interno delle comunità, nonché dal principio dell’uguaglianza se-
condo natura di tutti gli uomini. Da questo principio deriva che nessuno deve essere sottomesso all’altro, anche se
nel contesto dell’opera de la Barre lo adopera per "affermare che non si deve aderire alle affermazioni di nessuno in
quanto tutti sono soggetti all’errore; l’unica autorità riconosciuta è quella della ragione.


Dalla recensione del libro       di François Poullain de la Barre, De L’éducation Des Dames (1674), a cura
di Maria Corona Corrias, Cagliari, Edizioni AV, 2005, pp. 163. Rosanna Marsala
http://www.isspe.it/Dic2005/recensioni.htm



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Vietato offendere l'amante del marito: multa di 800 euro per donna tradita
Nessuno sconto per lo sfogo avvenuto in pieno centro cittadino
Roma, 5 feb. (Adnkronos) - L'amante non si offende. L'avvertimento arriva dalla Cassazione che
promette multe a chi osa rivolgere epiteti sgradevoli a chi intrattiene una relazione
adulterina. Nessuno sconto nemmeno se lo sfogo ingiurioso rivolto all'amante arriva
dalla moglie tradita. In questo modo la Quinta sezione penale ha convalidato una mul-
ta di 800 euro per ingiuria nei confronti di una 43enne di Catanzaro colpevole di es-
sersi sfogata in pieno centro cittadino, a pochi metri dal Tribunale, dicendo all'a-
mante del marito di professione avvocato: "Sei un cesso, ma ti sei vista? Io sono la
moglie di Flavio e questo cesso è l'amante...".
È da tempo che propongo un’alleanza tra donne oltre ogni limite ed ecco che la Cassazioni viene in aiuto.
Non è tra donne che ci si deve offendere in caso di tradimento del marito, ma con il fedifrago stesso.
Inutile prendersela con l'amante del marito, è il marito che tradisce.
L'amante, se non è tua sorella o la tua migliore amica, non ti tradisce, ella non ha siglato alcun patto con te.
Non è lei che ti ha promesso fedeltà e amore, quindi perché ingiuriarla?


                      Odile Decq: l’architetta
Liberi spunti su lingua e professioni al femminile con l’aiuto di un                       Il commento segue l’ar-
                                                                                           ticolo passo passo nel
articolo di Repubblica dell’8 agosto 2010 di IRENE MARIA SCALISE                           box sottostante.

ROMA Ha voluto diventare architetto quando progettare era un mestie-           Forse è per questo che la giornalista
re riservato agli uomini. E adesso che è adorata come una star si ribella      non la chiama architetta?
ai divismi e rivendica il diritto di costruire come impegno sociale. E,        Un pizzico di descrizione fisica, sul
soprattutto, di sognare. Perché, come spiega sempre ai suoi studenti,          trucco, l’abbigliamento, ecc. quando
«quando si crea bisogna credere ai sogni». Odile Decq, classe 1955, ar-        si tratta di una donna non sta mai
chitetto premiato con il Leone d'oro, Commandeur de l'Ordre des Arts           male, vero?
et des Lettres, direttore della École spéciale d'architecture di Parigi e      Mai che mi raccontassero la manicu-
                                                                               re curata di La Russa o il gessato,
Chevalier de la Légion d'Honneur, è una donna speciale. In Francia la          fumo di Londra con righine bianco
chiamano "La dame noir". Ma lei è dark solo a modo suo. Basta incon-           tendenti al panna di D’Alema o che
trarla una volta per non dimenticarla più. Controcorrente, e non per vez-      so, la chioma sparsa al vento di Fas-
zo, stupisce per la lunga chioma arruffata, nero corvino. Nero è anche il      sino. Per fortuna che con il maquil-
pesante trucco perennemente dipinto intorno agli occhi, il vestito am-         lage di Berlusconi ogni tanto si pa-
                                                                               reggia la partita.
pio, e lo smalto che decora le mani affusolate. La voce morbida, invece,
è talmente femminile che conquista. Avvolta nella trasparente cornice          Possibile che anche Odile Decq riba-
del Macro, il museo che ha inaugurato a Roma, Odile Decq si racconta           disca lo stereotipo che le donne non
con ironia: «Ho sempre saputo che avrei lavorato nell'arte e nella creati-     sono brave in matematica? Lo avrà
vità, ma escludevo l'architettura perché pensavo fosse un qualcosa             detto veramente?
riservato agli uomini. Poi, mentre studiavo arte controvoglia, mi sono         Le paure dei genitori di ieri come
ribellata. Per fortuna ho capito in tempo che si poteva diventare ar-          quelle dei genitori di oggi: avere una
chitetto pur essendo donna. E, soprattutto, senza essere brava in              FIGLIA che diviene una ragazza
matematica». La sua determinazione, nel voler rovesciare le regole,            perduta.. Una figliola perduta non è
stupisce. Nata e cresciuta nel piccolo comune francese di Laval, negli         mica un figliol prodigo … lei si per-
                                                                               de e basta, lui si perde ma ritorna,
anni Settanta si trasferisce a Parigi all'Ecole d'Architecture de La           come l’influenza.
Villette. Porta con sé una valigia con poche cose e tanta energia. I geni-
tori la guardano con sospetto: «La mia famiglia non voleva che andas-          Nel passaggio sul rendimento scola-
si nella metropoli, temevano che sarei diventata una ragazza perduta,          stico e l’anticipo sui colleghi, in ef-
ma io non ho sentito ragioni e ho fatto i miei scatoloni». La laurea, per      fetti, si rispettano le statistiche che
                                                                               vedono da tempo le donne studiare di
la ragazza bretone che vuole sognare, arriva con un anno d'anticipo            più e riuscire meglio.
rispetto ai compagni di corso. È bravissima, talento allo stato puro,
lascia senza fiato i professori con la sua immaginazione. Con il diplo-        Anche nel ruolo della segretaria ci
ma ancora fresco in tasca, si catapulta nel mondo del lavoro. «Andavo          ritroviamo perfettamente. In effetti
fiera alle riunioni e ci rimanevo malissimo perché i clienti mi scambia-       da quando in qua una donna è l’ar-
                                                                               chitetta e non la segretaria dell’ar-
vano per una segretaria e mi chiedevano come mai non cercavo lavoro            chitetto?
presso un architetto uomo.


                                                                                                                         7
Era piuttosto deprimente e, in certi momenti, mi veniva una gran tenta-        Perché gli operai dovrebbero disco-
zione di mollare. Ma il desiderio di aprire il mio studio da sola è stato      starsi dai luoghi comuni e darle cre-
                                                                               dito? Non sono forse immersi anche
più forte di tutto». E così, sorridendo, prosegue per la sua strada. «È sta-   loro nella società? Ecco affacciarsi
to un continuo esame per i primi dieci anni di vita professionale e persi-     un altro luogo comune. Si ipotizza
no gli operai nei cantieri non mi davano credito. Oggi, parlando con           che per l’operaio debba essere
le altre architette donne della mia generazione, ho capito che è stato         “normale” un maggiore rispetto nei
un problema comune per tutte ma allora non potevo saperlo». Nel 1985           confronti dell’architetta. Sbagliato,
                                                                               sono persone come tutte le altre,
Odile Decq decide di aprire lo studio Odbc con Bernoit Cornette,               condizionate dagli stesso luoghi co-
architetto e medico, diventato suo compagno nel lavoro e nella vita.           muni e imbevute degli stessi stereoti-
Nel 1990 per la coppia arriva la svolta professionale con la realizzazione     pi dei dirigenti d’azienda.
della Banque Populaire de l'Ouest di Rennes. (…). Quindi il padiglione
francese per la Biennale di Venezia. E proprio Venezia, nel '96, premia        Compaiono le altre architette, ma
                                                                               perché scrivere appresso che sono
lei e Cornette con il Leone d'Oro per l'architettura. Tutto sembra andare      donne, se fossero stati uomini si sa-
a meraviglia ma il destino decide di farle male. Nel '98 Bernoit muore         rebbero chiamati architetti, o no?
in un incidente d'auto dove anche lei rimane coinvolta. È la fine di           ArchitettA    femmina
un pezzo di vita, ma Odile prosegue a testa alta. Costruisce ancora.           ArchitettO maschio
Di nuovo urbanistica ma anche ristoranti e musei. (…) L'occasione per
                                                                               Vita familiare, piccolo assaggio. In
diventare più italiana è però l'ampliamento del Macro, il museo di arte        effetti non troppo invasivo, per ora..
contemporanea del Comune di Roma(…) «Era il suo obiettivo: inven-              La vita privata continua …
tando quello spazio così originale avendo in testa i cittadini della
capitale, le persone comuni alla ricerca di uno svago fuori dal caos           Grazie Odile per pensare che le per-
dei centri commerciali e degli outlet a poco prezzo(…) Lo sfondo               sone abbiano bisogno di posti dove
                                                                               incontrarsi che non siano outlet e
rosso fuoco del "suo" museo fa spiccare ancora di più la carnagione            centri commerciali. Grazie!
avorio e i capelli corvini. Indefinita e indefinibile si aggira nei saloni
con l'entusiasmo gioioso di una ragazza al suo esordio. (…) Per un             O cielo! Ci risiamo con Cime tempe-
attimo lo sguardo s'incupisce, poi il broncio si trasforma in una risata:      stose! La carnagione avorio suoi
«Forse è per questo che gli architetti donne restano a lungo sole, mentre      capelli corvini … basta! E basta an-
                                                                               che con le ragazzine esordienti. L’-
i colleghi uomini cambiano spesso moglie». Ma il divismo che ultima-           entusiasmo di una donna viene spes-
mente circonda il suo mondo non le strappa alcun sorriso. Anzi. Detesta        so associato a quello delle ragazzine
la sola definizione di “archistar” e, per difendersi, punta dritta alla        esordienti, non ricordo la stessa as-
sostanza. «In un mondo sempre più bizzarro c'è un forte bisogno di va-         sociazione per gli uomini. Perché?
lori e di profondità, che è esattamente l'opposto del fanatismo ...». Per      Forse il loro entusiasmo è più matu-
                                                                               ro, meno esordiente?
una donna come Odile Decq il successo si deve fondare su altro. Su fat-
ti concreti … Detesta le immense fabbriche di architettura. Nonluo-            La parola broncio sarebbe stata mai
ghi di disumanità. «Non mi piace realizzare edifici che non avrò modo          usata per un uomo?
di seguire personalmente ... amo seguire con attenzione tutti i miei
progetti, lavorarli con le mani e curarne ogni aspetto, perché solo le         Fatti concreti, niente fabbriche di
                                                                               architettura, seguire personalmente i
cose fatte così sono quelle che danno soddisfazione». … La gioia è an-         propri progetti, trasmettere ai propri
che quella che cerca di trasmettere ai suoi studenti. «Ai ragazzi dico         studenti gioia e perseveranza.
sempre che, nonostante le avversità del mercato e di questo terribile mo-      Grazie Odile Decq per un finale di
mento economico, hanno il diritto di sognare. Se rinunciano sarà la loro       fatti e sostanza, tutta femmnile.
fine».
Vi ricordo che Dubbi(e)Verità è aperto ai contributi di tutti. Chi voglia
proporre video, articoli, commenti, vignette, e qualsiasi altro prodotto di
carattere giornalistico, culturale o artistico, su tematiche connesse agli
stereotipi, alle questioni di genere o collegate alle pari opportunità, in
armonia con la linea editoriale del sito, può scrivere all’indirizzo
(redazione@dubbieverita.it).
I contributi proposti saranno sottoposti a controllo editoriale ed eventual-
mente pubblicati sul sito: http://www.dubbieverita.it/, secondo le regole
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  • 1. Newsletter DUBBI(E)VERITÀ Febbraio 2011 In questo numero: Perché non torni a fare la calzetta? Analisi linguistica, iconografica e storica — Quote e linguaggio. La legge provinciale della Provincia autonoma di Bolzano del 2010 — Il sessismo nella lingua italiana — François Poullain de la Barre. “De L’éducation Des Da- mes” (1674)— Vietato offendere l’amante del marito — Odile Decq: l’architetta Perché non torni a fare la calzetta? Interrogativi sul perché alcuni “slogan” non passano mai di moda. Una semplice frase, un invito scherzoso, una battuta: semplice sessismo ordinario. Quel sessismo strisciante, difficile da combat- tere, a volte addirittura da cogliere, sul quale Brigitte Gresy ha ritenuto si dovesse scrivere un trattato1, seppur breve. Tra le cita- zioni del testo quella celebre di Albert Einstein “È più facile spez- zare un atomo che un pregiudizio”. Perché non torni a fare la calzetta? È meraviglioso come in una sola immagine, in una frase così ele- mentare, si riesca a condensare lo spregio tanto per il lavoro delle donne di ieri, quanto per quelle di oggi; quando si dice il miracolo della sintesi! Disprezzo per il lavoro delle nostre nonne, che nei ritagli di tempo, per rilassarsi un po’: cucivano, ram- mendavano e lavoravano a maglia, Che la tasa, che la piasa, che la staga creando sciarpe, maglioni, guanti e a casa. Che taccia, che piaccia, che appunto perfino calzini. Disprezzo stia a casa: è l’indovinato titolo di un per il lavoro di molte donne di oggi convegno promosso dall’Assessorato che lavorano fuori casa, nel mondo per le Pari Opportunità della Provin- del lavoro vero, quello riconosciuto cia autonoma di Trento tenutosi pro- come tale, da cui il gentile invito di prio a Trento il 18 novembre 2010. tornare a fare altro, quel lavoro do- Un titolo che fa intuire che la questio- mestico, sotterraneo, nero e privo di ne “che la staga a casa” (a fare la cal- qualsiasi riconoscimento sociale zetta) non è solo uno scherzo o una che è, ed è stato, il lavoro di casa. battuta per sorridere del passato, ma è una questione di triste attualità. Perché non torni a fare la calzetta? Questa frase deve essere risuonata familiare anche alle orecchie di alcuni pubblicitari/e che, interpretando la società nella sua naturale evoluzione, superando gli ormai logori tentativi maschili di “fare la calzetta” interpretati da un magnifico Cary Grant, ripropongono per il mer- cato italiano un’immagine più attuale, più moderna, più in linea con i tempi, con la naturale evoluzione dell’essere donna e del fa- re la calzetta oggi, in Italia. E così trova adeguata spiegazione anche il mancato invito a fare la calza contenuto in una lettera ricevuta da Isabella Bossi Fedrigotti da parte del Sig. Ugo Agostini (Milano). Le scrive il Sig. Ugo: “… Devo anche dirle che a giudicare dalla foto il suo nome, Isa- bella, non le si addice. Non sarò così scortese da suggerirle di ri- scoprire la nobile occupazione di qualche sua nonna e cioè la cal- za…”. 1 Gresy Brigitte - Breve trattato sul sessismo ordinario - Castelvecchi, 224pp., € 16.00 1
  • 2. In effetti, visti gli standard estetici e le mise richieste oggi per fare la calzetta, suggerire questa attività alla Sig.ra Fe- drigotti, scrittrice e giornalista nata nel '48, non sarebbe stato opportuno. Ecco la nuova frontiera del fare la cal- zetta: donna avvenente e seminuda, ada- giata dolcemente su una coltre di pellic- cia, forse per rimembrare antichi riti tri- bali, risalenti presumibilmente all'età della pietra quando giovani donne veni- vano prese per i capelli (notare la coda di cavallo della modella) e trascinate con forza “virile” in buie caverne lastri- cate di pellicce. Nella stessa rivista non ho potuto fare a meno di notare una pubblicità poche pa- gine dopo con protagonista un modello. La modernità sembra toccare solo alla donna, che fa la calzetta in negligé, per l'uomo resta sempre verde il modello Supereroe, senza alcuna variazione sul tema: nessun perizoma, nessuna moder- na stravaganza, neppure un orecchino. Sguardo concentrato, la potenza dei pet- torali pronta all'esplosione, zoom sullo strappo di camicia per mostrare il segno inequivocabile del Supereroe. Insomma, con un supereroe non sbagli mai con lui, qualunquemente, con “PIÙ PILU” non sbagli mai CON LEI! Monica Amici 2
  • 3. QUOTE E LINGUAGGIO. La legge provinciale della Provincia autonoma di Bolzano del 2010 La Provincia autonoma di Bolzano festeggia l’8 marzo del 2010 regalando alla sua gente una nuova legge in tema di pari opportunità. La legge ha l’espressa finalità di promuove- re la parificazione fra donne e uomini in ogni ambito sociale, rimuovere gli svantaggi esistenti e rendere più compatibili famiglia e lavoro per le donne e gli uomini (art. 1). Una legge semplice come semplici sono gli strumenti che sceglie: persegue le sue finalità principalmente introducendo quote al suo interno, sostenendo l’introduzione di quote all’e- sterno, ponendo attenzione al linguaggio e autorizzando contributi per le aziende attive nella conciliazione lavoro-famiglia e, dimenticavo, dando il buon esempio. All’articolo 2 la LP 5/2010 introduce alcune definizioni. Vediamole per entrare nel vivo.  Quote: ... situazione di equilibrio fra i generi, quella in cui ogni genere è rappresenta- to in proporzione di almeno un terzo;  Linguaggio: ... linguaggio rispettoso dell’identità di genere, quello che dà visibilità alla donna sul piano linguistico; esso non abbisogna necessariamente di continue di- zioni doppie. Di LINGUAGGIO la legge si occupa nell’art. 7, quello delle “Disposizioni sulla parità negli atti normativi e amministrativi”, dove si afferma che: Le leggi provinciali, i regolamenti e le delibere della Giunta provinciale nonché i regolamenti e gli atti amministrativi dell’amministrazione provinciale devono essere formulati in un linguaggio rispettoso dell’identità di genere. La Giunta provinciale emana direttive in tal senso. Mi sono letta tutta le legge con attenzione, andando a cercare ogni singolo sostantivo che facesse riferimento a una persona e prendendo nota di come esso fosse declinato rispetto al genere. Questo è il risultato. Nel complesso la legge rispetta Maschile e femminile i suoi stessi dettati: assessore e Rappresentanti elette o eletti dal popolo 1 ricorrenza assessora, attenzione agli arti- coli, ai figli e alle figlie, rega- donne e uomini 4 ricorrenze landoci un bilancio complessi- delle/dei dipendenti, le dipendenti e i dipendenti 6 ricorrenze vamente positivo. delle figlie e dei figli 1 ricorrenza Le donne da sole sono citate una candidata o di un candidato 3 ricorrenze molte volte ma in maniera as- giovani agricoltrici e dei giovani agricoltori 1 ricorrenza solutamente funzionale e non l’assessore/l’assessora 4 ricorrenze per dimenticanza/assorbimento dell’altro genere. Per esempio sostituto/sostituta 1 ricorrenza il Servizio Donna è solo un lavoratrice o lavoratore 3 ricorrenze servizio donna. per occupati e occupate con famiglia 1 ricorrenza Per quanto riguarda le ricor- Voce generica renze al solo maschile lascio Persone, per persone con obblighi familiari, ecc. 5 ricorrenze giudicare voi. Forse pensare Genere 20 ricorrenze che i datori di lavoro possano essere anche delle datrici di Solo maschile lavoro e che i loro rappresen- datore di lavoro (pubblico o privato) 4 ricorrenze tanti possano essere anche i datori di lavoro e/o i loro rappresentanti 1 ricorrenza delle rappresentanti è ancora misure di cura e assistenza per bambini 1 ricorrenza troppo futuristico. datrice di Lavoratrice passi, Solo femminile lavoro ancora no. donna 7 ricorrenze 3
  • 4. Quote all’interno dell’amministrazione ASSUNZIONI (Art. 5) Fino al superamento della sottorappresentazione nella relativa qualifica funzionale ovvero posizione si dà la precedenza nelle assunzioni, a parità di qualificazione, al genere sottorap- presentato, a meno che non prevalgano motivi comprovati e documentati inerenti alla persona di una candidata o di un candidato. AVANZAMENTO PROFESSIONALE (Art. 6) In sede di promozione a una funzione o posizione desiderata di livello più alto, a parità di qualificazione, si dà la precedenza al genere sottorappresentato, a meno che non prevalga- no motivi comprovati e documentati inerenti alla persona di un candidato o una candidata, fino al superamento della sottorappresentazione nella relativa qualifica funzionale ovvero posizio- ne. NOMINE E COMPOSIZIONE DEGLI ORGANI (Art. 10) In tutti gli organi regolamentati per legge e nominati all’interno dell’amministrazione provin- ciale deve esserci complessivamente una situazione di equilibrio fra i generi. In tutti gli organi nominati dal Consiglio provinciale ovvero dalla Giunta Provinciale … Nei casi in cui la nomina di singoli componenti di organi spetta al Consiglio provinciale ovvero alla Giunta provinciale … Per le società a partecipazione provinciale, nei casi in cui la nomina di singole ovvero singoli componenti di organi o funzioni spetta alla Giunta Provinciale … le nomine devono avvenire secondo un rapporto complessivamente equilibrato fra i generi. La semplicità delle quote e la PROPOSTE NOMINATIVE (Art. 11) loro previsione in ogni ambi- Chi è legittimato a presentare proposte nominative in organi o funzioni di cui all’articolo 10 to fanno ben sperare che deve indicare, a pena di inammissibilità, una candidata e un candidato per ogni componente dalle intenzioni la Provincia da nominare o funzione. Fanno eccezione le organizzazioni con più dell’80 per cento dei com- di Bolzano voglia passare ai ponenti appartenenti allo stesso genere, non considerando i componenti in forma di società. fatti. MODIFICA ALLA LEGGE URBANISTICA (Art. 12) La modifica nella stessa leg- “ Ogni consiglio comunale deve costituire una commissione edilizia comunale composta di al- ge della composizione della meno sette componenti e in ognuna devono essere rappresentati entrambi i generi. Se la commissione edilizia comu- commissione edilizia non è stata nominata in osservanza delle succitate disposizioni, sono nulli nale, pena nullità dei suoi gli atti da essa emanati. La commissione edilizia comunale è composta dalle seguenti persone:” atti, evidenzia questa serietà d’intenti e nuovamente il suo Quote all’esterno dell’amministrazione voler passare ai fatti, alla concretezza delle soluzioni e superare la fase delle splen- PRINCIPI GENERALI (Art. 13) dide dichiarazioni in cui 1. La parificazione delle dipendenti e dei dipendenti nell’economia privata e un ambiente di annaspiamo da oltre un ven- lavoro favorevole alla famiglia sono promossi con incentivi economici per i datori di lavoro. tennio. 2. A tal fine, in sede di decisione su criteri e modalità per la concessione di contributi e agevola- Sulle quote all’esterno mi zioni economiche alle imprese e alle loro associazioni di rappresentanza, si deve tener conto fermo alla mera enunciazio- della promozione del genere sottorappresentato, della promozione della compatibilità fra fami- ne dei principi, ma vi infor- glia e lavoro e della classificazione della o del beneficiario dell’agevolazione come mo che la loro applicazione favorevole alla famiglia ai sensi della presente legge. 3. La promozione del genere sottorappresentato nell’imprenditoria avviene con la concessione pratica è già avviata. di particolari contributi. Un esempio dei loro stru- menti lo offre pochi articoli CERTIFICAZIONE DI CONCILIABILITA’ FAMIGLIA-LAVORO (Art. 32) più in là l’utilizzo della certi- ficazione nell’ambito della 1. La certificazione di conciliabilità famiglia-lavoro può essere rilasciata a tutti i datori di lavoro privati che soddisfino i requisiti previsti dall’articolo 33. conciliazione famiglia- lavoro. 2. Nei criteri di settore riguardanti la concessione di incentivi e benefici alle aziende la Provin- La Provincia ha già speri- cia prevede priorità di accesso e maggiorazioni dei punteggi per le aziende richiedenti che siano mentato una certificazione in possesso della certificazione di cui al comma 1. alla stregua di quella dei processi di qualità CRITERI PER IL RILASCIO DELLA CERTIFICAZIONE (Art. 33) (ISO9000) applicandola alla La certificazione è rilasciata ad aziende private che soddisfino almeno quattro dei seguenti crite- ri: conciliazione (Audit fami- a) mantenimento del posto di lavoro per almeno 1,5 anni in caso di assenza per obblighi fami- glia); ora sta ponendo le b a s i pe r a g e v o l a r e - liari; b) concessione a tempo determinato del lavoro a tempo parziale su richiesta della lavora- finanziare con precedenza le trice o lavoratore con obblighi familiari; c) flessibilità dell’orario di lavoro su richiesta della lavoratrice o lavoratore con obblighi familiari; d) flessibilità del luogo di lavoro su richiesta aziende certificate. Se farà della lavoratrice o lavoratore con obblighi familiari; e) misure di cura e assistenza per bambini; lo stesso con aziende che rispettino le “quote” c’è da f) prestazioni aggiuntive per occupati e occupate con famiglia; g) promozione della paternità ben sperare. attiva. E pensare che sembra sia già dimostrato che con l’Audit l’azienda ci guadagna! Monica Amici 4
  • 5. Il SESSISMO nella lingua italiana Non pensare all’elefante. Lo so, hai visto il tuo elefante. Negli USA l’elefante è il simbolo dei repubblicani e nel suo libro “Non pensare all’elefante” Lakoff analizza gli errori di comunicazio- ne dei democratici che, ricorrendo al linguaggio tipico della destra, di fatto spingono costantemente tutti a pensare all’elefante, alla destra e ai suoi valori, di fatto facendo il gioco dell’avversario. Per Lafoff tanto le singole parole quanto gli aggregati complessi cui esse danno vita possono contribuire in maniera considerevole al processo di formazione dei pensieri da parte della mente umana, al punto che quest’ultima non riesce a fare a meno di ricorrere a tali parole. “In principio era il Verbo”, la parola creatrice, dove la sua assenza, l’assenza di parola, di voce, nega l’esistenza e impedisce tanto l’im- magine quanto lo sviluppo del pensiero intorno a essa. La d is c us sio ne i ntor no al Un ringraziamento a tutte le donne del passato che, non so proprio “sessismo” nella lingua italiana na- come, son però riuscite e senza spargimenti di sangue a far passare sce nel 1987 quando Alma Sabati- termini come pittrice, scultrice, scrittrice. Grazie di cuore! ni pubblica per la Presidenza del desi- Femminile Maschile Consiglio dei Ministri uno studio nenza dal titolo “Il sessismo nella lingua L’amministratrice unica L’amministratore unico italiana”, di cui uno dei capitoli La direttrice Il direttore centrali è quello delle La scrittrice, l’attrice Lo scrittore, l’attore “Raccomandazioni per un uso non TORE L’operatrice L’operatore sessista della lingua italiana”. TRICE L’informatrice L’informatore Negli anni a seguire il testo di Alma La questrice Il questore La rettrice dell’Università Il rettore dell’Università Sabatini è stato ripreso, rimaneg- giato, riproposto, e a volte ingloba- La segretaria generale Il segretario generale to, in varie altre pubblicazioni (p.e. TARIO La sottosegretaria Il sottosegretario nel Manuale di stile - Strumenti TARIA La segretaria Il segretario per semplificare il linguaggio delle pubbliche amministrazioni del 19- 97). Esso viene continuamente ci- ERE La consigliera comunale Il consigliere comunale tato ogni qual volta si affronta l’ar- ERA L’ingegnera L’ingegnere gomento, tanto nelle Universi- tà quanto nei dibattiti sul tema, ATO L’avvocata L’avvocato ATA (NO Avvocatessa) Il magistrato ma nonostante ciò, le raccomanda- La magistrata zioni del 1987, ancora oggi attuali, ETTO L’architetta L’architetto sono sostanzialmente disattese, sia ETTA La prefetta Il prefetto dai media sia dalla pubblica ammi- nistrazione, salvo rare virtuose ec- La chirurga Il chirurgo cezioni. L’arbitra L’arbitro Nel 2007 la Direttiva Nicolais - Pol- La medica Il medico lastrini per le “Pari Opportunità” O La notaia Il notaio nella Pubblica Amministrazione ci A La sindaca Il sindaco riprova, ma sembra tutto inutile. La deputata Il deputato La ministra Il ministro Arriviamo al 2010 e la Provincia di La cancelliera Il cancelliere Bolzano ne incorpora l’essenza in una legge provinciale. Forse doma- E La preside Il preside ni qualche giornale in più seguirà E La presidente Il presidente l’esempio, forse qualche altra am- La parlamentare Il parlamentare ministrazione seguirà l’esempio, La vigile Il vigile forse qualche assessora e qualche ETA La poeta Il poeta ingegnera e chissà che piano piano ETA L’atleta L’atleta accanto all’elefante si legga e veda La profeta Il profeta anche un’elefantessa. Monica Amici 5
  • 6. François Poullain de la Barre De L’éducation Des Dames (1674). “De l’èducation des dames” viene pubblicata per la prima volta a Parigi nel 1674. È l’epoca di Luigi XIV e delle gran- di conquiste intellettuali, scientifiche e artistiche. Un secolo in cui autorità e assolutismo si confondono. Il re era un Dio in terra e la disobbedienza al re era un atto sacrilego. La Chiesa era un "forte sostegno ideologico e morale della monarchia". Entrambe le istituzioni condividevano l’interesse per la gerarchia e per l’ordine e lottavano insieme con- tro la diffusione del cartesianismo che, per la sua natura dubitativa e critica nei confronti del sapere tradizionale e del costume consolidato, rappresentava un potenziale attentato all’ordine. Con le grandi conquiste intellettuali, si faceva strada la preoccupazione per una adeguata istruzione delle donne che, con la loro emancipazione, potevano realiz- zare il progresso democratico di tutta la collettività. Il dibattito culturale provocato in quegli anni dal cartesianismo investiva un’intera generazione di filosofi e scrittori. Anche Poullain de la Barre recepisce da un lato la costante pre- occupazione per l’ordine; ritiene essenziale garantire la pacifica conviven- za fra gli uomini, e per questo bisogna eliminare tutto ciò che può costitui- re un attentato all’ordine politico. Dall’altra parte la sua teoria dell’ugua- glianza tra i due sessi sconvolge il costume tradizionale, comporta "la lotta al pregiudizio, e la necessità della istruzione femminile, pre- supposto indispensabile per l’inserimento della donna in ogni ambito sociale con un ruolo paritario a quello maschile". È la contraddizione del secolo: si cerca di combattere teoricamente il pregiudizio, di criticare il costume, ma non si osa intaccare concretamente l’ordine politico. Poullain de la Barre, nella sua affannosa ricerca della verità, intorno al 1670 viene colpito dalla nuova filosofia che rivoluziona la sua vita e la sua visione del mondo. Egli, seguendo il metodo cartesiano, proclama la supremazia della ragione quale soluzione per tutti i problemi: "stabilire tra gli uomini una ragione sovrana che li renda capaci di esaminare tutte le cose con giudizio e senza prevenzione", contesta il principio di autorità in ogni attività intellet- tuale e teorica. Sempre il 1670, considerato l’anno della conversione di Poullain al credo cartesiano, è indicato come l’anno della "rivoluzione pedagogica" che il filosofo francese recepisce interamente applicandola anche all’educazione femminile. Siamo di fronte a un processo iniziato nel 1500 secondo il qua- le ogni riforma della società passa attraverso l’educazione, non più destinata a trasmettere conoscenze ma a trasformare l’uomo e la col- lettività in cui vive. Per i maggiori rappresentanti dell’umanesimo cristia- no (Tommaso Moro, Erasmo da Rotterdam, Jean Luis Vives), l’educazio- ne rimane connessa con l’etica, considerata come strumento essen- ziale per "plasmare un buon cittadino e per conservare una buona società". Poullain rigetta completamente la tesi della inferiorità naturale, dimostrando che questa ultima deve attri- buirsi esclusivamente alla cultura, al costume ed alla tradizione. Afferma che "solo motivi di interesse hanno guidato gli uomini a conculcare i diritti delle donne impedendo la loro istruzione, mentre non vi è che un uni- co metodo da adoperarsi per gli uni e per le altre, in quanto entrambi esseri appartenenti alla medesima spe- cie umana". Supera la tradizione classica e gli umanisti in quanto la sua opera educativa è volta a promuovere lo spirito critico, la responsabilità e la maturazione del singolo individuo, in particolare quello femminile. Contesta la distinzione tra l’educazione maschile e quella femminile derivante dalla diversa destinazione sociale dei due generi, affermando che il fine dell’educazione femminile non deve più essere quello di formare delle spose e delle madri cristiane, ma esseri pensanti in grado di conoscere e di avere idee chiare e distinte. L’educazio- ne deve essere la stessa per entrambi i generi che hanno la medesima natura umana composta di corpo e di spirito. L’affermazione viene supportata da una esplicita adesione al razionalismo (tramite la ragione sovrana si po- trà giudicare senza pregiudizi e prevenzioni), attraverso i riferimenti ai primi secoli dell’era cristiana quando molte donne rivestivano ruoli importanti (diaconesse) all’interno delle comunità, nonché dal principio dell’uguaglianza se- condo natura di tutti gli uomini. Da questo principio deriva che nessuno deve essere sottomesso all’altro, anche se nel contesto dell’opera de la Barre lo adopera per "affermare che non si deve aderire alle affermazioni di nessuno in quanto tutti sono soggetti all’errore; l’unica autorità riconosciuta è quella della ragione. Dalla recensione del libro di François Poullain de la Barre, De L’éducation Des Dames (1674), a cura di Maria Corona Corrias, Cagliari, Edizioni AV, 2005, pp. 163. Rosanna Marsala http://www.isspe.it/Dic2005/recensioni.htm 6
  • 7. Vietato offendere l'amante del marito: multa di 800 euro per donna tradita Nessuno sconto per lo sfogo avvenuto in pieno centro cittadino Roma, 5 feb. (Adnkronos) - L'amante non si offende. L'avvertimento arriva dalla Cassazione che promette multe a chi osa rivolgere epiteti sgradevoli a chi intrattiene una relazione adulterina. Nessuno sconto nemmeno se lo sfogo ingiurioso rivolto all'amante arriva dalla moglie tradita. In questo modo la Quinta sezione penale ha convalidato una mul- ta di 800 euro per ingiuria nei confronti di una 43enne di Catanzaro colpevole di es- sersi sfogata in pieno centro cittadino, a pochi metri dal Tribunale, dicendo all'a- mante del marito di professione avvocato: "Sei un cesso, ma ti sei vista? Io sono la moglie di Flavio e questo cesso è l'amante...". È da tempo che propongo un’alleanza tra donne oltre ogni limite ed ecco che la Cassazioni viene in aiuto. Non è tra donne che ci si deve offendere in caso di tradimento del marito, ma con il fedifrago stesso. Inutile prendersela con l'amante del marito, è il marito che tradisce. L'amante, se non è tua sorella o la tua migliore amica, non ti tradisce, ella non ha siglato alcun patto con te. Non è lei che ti ha promesso fedeltà e amore, quindi perché ingiuriarla? Odile Decq: l’architetta Liberi spunti su lingua e professioni al femminile con l’aiuto di un Il commento segue l’ar- ticolo passo passo nel articolo di Repubblica dell’8 agosto 2010 di IRENE MARIA SCALISE box sottostante. ROMA Ha voluto diventare architetto quando progettare era un mestie- Forse è per questo che la giornalista re riservato agli uomini. E adesso che è adorata come una star si ribella non la chiama architetta? ai divismi e rivendica il diritto di costruire come impegno sociale. E, Un pizzico di descrizione fisica, sul soprattutto, di sognare. Perché, come spiega sempre ai suoi studenti, trucco, l’abbigliamento, ecc. quando «quando si crea bisogna credere ai sogni». Odile Decq, classe 1955, ar- si tratta di una donna non sta mai chitetto premiato con il Leone d'oro, Commandeur de l'Ordre des Arts male, vero? et des Lettres, direttore della École spéciale d'architecture di Parigi e Mai che mi raccontassero la manicu- re curata di La Russa o il gessato, Chevalier de la Légion d'Honneur, è una donna speciale. In Francia la fumo di Londra con righine bianco chiamano "La dame noir". Ma lei è dark solo a modo suo. Basta incon- tendenti al panna di D’Alema o che trarla una volta per non dimenticarla più. Controcorrente, e non per vez- so, la chioma sparsa al vento di Fas- zo, stupisce per la lunga chioma arruffata, nero corvino. Nero è anche il sino. Per fortuna che con il maquil- pesante trucco perennemente dipinto intorno agli occhi, il vestito am- lage di Berlusconi ogni tanto si pa- reggia la partita. pio, e lo smalto che decora le mani affusolate. La voce morbida, invece, è talmente femminile che conquista. Avvolta nella trasparente cornice Possibile che anche Odile Decq riba- del Macro, il museo che ha inaugurato a Roma, Odile Decq si racconta disca lo stereotipo che le donne non con ironia: «Ho sempre saputo che avrei lavorato nell'arte e nella creati- sono brave in matematica? Lo avrà vità, ma escludevo l'architettura perché pensavo fosse un qualcosa detto veramente? riservato agli uomini. Poi, mentre studiavo arte controvoglia, mi sono Le paure dei genitori di ieri come ribellata. Per fortuna ho capito in tempo che si poteva diventare ar- quelle dei genitori di oggi: avere una chitetto pur essendo donna. E, soprattutto, senza essere brava in FIGLIA che diviene una ragazza matematica». La sua determinazione, nel voler rovesciare le regole, perduta.. Una figliola perduta non è stupisce. Nata e cresciuta nel piccolo comune francese di Laval, negli mica un figliol prodigo … lei si per- de e basta, lui si perde ma ritorna, anni Settanta si trasferisce a Parigi all'Ecole d'Architecture de La come l’influenza. Villette. Porta con sé una valigia con poche cose e tanta energia. I geni- tori la guardano con sospetto: «La mia famiglia non voleva che andas- Nel passaggio sul rendimento scola- si nella metropoli, temevano che sarei diventata una ragazza perduta, stico e l’anticipo sui colleghi, in ef- ma io non ho sentito ragioni e ho fatto i miei scatoloni». La laurea, per fetti, si rispettano le statistiche che vedono da tempo le donne studiare di la ragazza bretone che vuole sognare, arriva con un anno d'anticipo più e riuscire meglio. rispetto ai compagni di corso. È bravissima, talento allo stato puro, lascia senza fiato i professori con la sua immaginazione. Con il diplo- Anche nel ruolo della segretaria ci ma ancora fresco in tasca, si catapulta nel mondo del lavoro. «Andavo ritroviamo perfettamente. In effetti fiera alle riunioni e ci rimanevo malissimo perché i clienti mi scambia- da quando in qua una donna è l’ar- chitetta e non la segretaria dell’ar- vano per una segretaria e mi chiedevano come mai non cercavo lavoro chitetto? presso un architetto uomo. 7
  • 8. Era piuttosto deprimente e, in certi momenti, mi veniva una gran tenta- Perché gli operai dovrebbero disco- zione di mollare. Ma il desiderio di aprire il mio studio da sola è stato starsi dai luoghi comuni e darle cre- dito? Non sono forse immersi anche più forte di tutto». E così, sorridendo, prosegue per la sua strada. «È sta- loro nella società? Ecco affacciarsi to un continuo esame per i primi dieci anni di vita professionale e persi- un altro luogo comune. Si ipotizza no gli operai nei cantieri non mi davano credito. Oggi, parlando con che per l’operaio debba essere le altre architette donne della mia generazione, ho capito che è stato “normale” un maggiore rispetto nei un problema comune per tutte ma allora non potevo saperlo». Nel 1985 confronti dell’architetta. Sbagliato, sono persone come tutte le altre, Odile Decq decide di aprire lo studio Odbc con Bernoit Cornette, condizionate dagli stesso luoghi co- architetto e medico, diventato suo compagno nel lavoro e nella vita. muni e imbevute degli stessi stereoti- Nel 1990 per la coppia arriva la svolta professionale con la realizzazione pi dei dirigenti d’azienda. della Banque Populaire de l'Ouest di Rennes. (…). Quindi il padiglione francese per la Biennale di Venezia. E proprio Venezia, nel '96, premia Compaiono le altre architette, ma perché scrivere appresso che sono lei e Cornette con il Leone d'Oro per l'architettura. Tutto sembra andare donne, se fossero stati uomini si sa- a meraviglia ma il destino decide di farle male. Nel '98 Bernoit muore rebbero chiamati architetti, o no? in un incidente d'auto dove anche lei rimane coinvolta. È la fine di ArchitettA femmina un pezzo di vita, ma Odile prosegue a testa alta. Costruisce ancora. ArchitettO maschio Di nuovo urbanistica ma anche ristoranti e musei. (…) L'occasione per Vita familiare, piccolo assaggio. In diventare più italiana è però l'ampliamento del Macro, il museo di arte effetti non troppo invasivo, per ora.. contemporanea del Comune di Roma(…) «Era il suo obiettivo: inven- La vita privata continua … tando quello spazio così originale avendo in testa i cittadini della capitale, le persone comuni alla ricerca di uno svago fuori dal caos Grazie Odile per pensare che le per- dei centri commerciali e degli outlet a poco prezzo(…) Lo sfondo sone abbiano bisogno di posti dove incontrarsi che non siano outlet e rosso fuoco del "suo" museo fa spiccare ancora di più la carnagione centri commerciali. Grazie! avorio e i capelli corvini. Indefinita e indefinibile si aggira nei saloni con l'entusiasmo gioioso di una ragazza al suo esordio. (…) Per un O cielo! Ci risiamo con Cime tempe- attimo lo sguardo s'incupisce, poi il broncio si trasforma in una risata: stose! La carnagione avorio suoi «Forse è per questo che gli architetti donne restano a lungo sole, mentre capelli corvini … basta! E basta an- che con le ragazzine esordienti. L’- i colleghi uomini cambiano spesso moglie». Ma il divismo che ultima- entusiasmo di una donna viene spes- mente circonda il suo mondo non le strappa alcun sorriso. Anzi. Detesta so associato a quello delle ragazzine la sola definizione di “archistar” e, per difendersi, punta dritta alla esordienti, non ricordo la stessa as- sostanza. «In un mondo sempre più bizzarro c'è un forte bisogno di va- sociazione per gli uomini. Perché? lori e di profondità, che è esattamente l'opposto del fanatismo ...». Per Forse il loro entusiasmo è più matu- ro, meno esordiente? una donna come Odile Decq il successo si deve fondare su altro. Su fat- ti concreti … Detesta le immense fabbriche di architettura. Nonluo- La parola broncio sarebbe stata mai ghi di disumanità. «Non mi piace realizzare edifici che non avrò modo usata per un uomo? di seguire personalmente ... amo seguire con attenzione tutti i miei progetti, lavorarli con le mani e curarne ogni aspetto, perché solo le Fatti concreti, niente fabbriche di architettura, seguire personalmente i cose fatte così sono quelle che danno soddisfazione». … La gioia è an- propri progetti, trasmettere ai propri che quella che cerca di trasmettere ai suoi studenti. «Ai ragazzi dico studenti gioia e perseveranza. sempre che, nonostante le avversità del mercato e di questo terribile mo- Grazie Odile Decq per un finale di mento economico, hanno il diritto di sognare. Se rinunciano sarà la loro fatti e sostanza, tutta femmnile. fine». Vi ricordo che Dubbi(e)Verità è aperto ai contributi di tutti. Chi voglia proporre video, articoli, commenti, vignette, e qualsiasi altro prodotto di carattere giornalistico, culturale o artistico, su tematiche connesse agli stereotipi, alle questioni di genere o collegate alle pari opportunità, in armonia con la linea editoriale del sito, può scrivere all’indirizzo (redazione@dubbieverita.it). I contributi proposti saranno sottoposti a controllo editoriale ed eventual- mente pubblicati sul sito: http://www.dubbieverita.it/, secondo le regole della licenza di creative commons. I nostri contatti provengono dalla rete. Se non volete più ricevere la nostra newsletter, potete cancellare la vostra sottoscrizione semplicemente inviando una e-mail vuota a: info@dubbieverita.it. Monica Amici 8