1. Newsletter
DUBBI(E)VERITA’ Agosto 2010
In questo numero: Gli albi illustrati per bambini: a caccia di grembiulini per lei e giornali per lui.—
Il SESSO della Letteratura. — La grammatica italiana insegna anche i ruoli. — La lingua italiana ha
qualche problema con le donne? — Un articolo dell’Adige con commenti: Crisi economica, donne
meno pagate degli uomini. — BenvenutO—O maschiO— MonicA—A femminA - la concordanza
degli aggettivi nei portali.
Gli albi illustrati per bambini e le discriminazioni di genere.
Stereotipi per bambini. Chi ben comincia è a metà dell’opera.
Il 2007 è stato indicato dalla Commissione delle Comunità Euro-
pee come “l’anno europeo delle pari opportunità per tutti”.
“La parità tra donne e uomini è un diritto fondamentale, un valo-
re comune dell’UE e una condizione necessaria per il consegui-
mento degli obiettivi comunitari di crescita, occupazione e coesio-
ne sociale”, dichiara la Commissione, rilevando al contempo che,
nonostante gli impegni profusi negli anni precedenti, le
“diseguaglianze rimangono e possono aggravarsi … e che si trat-
ta di uno spreco di capitale umano che l’UE non può permettersi”.
Per migliorare la situazione nella “Tabella di marcia per la parità tra donne e uomini 2006-
2010 {SEC(2006) 275}” la Commissione individua sei ambiti prioritari su cui deve essere concentrata l’azione
dell’UE nei prossimi anni: la lotta agli stereotipi sessisti è uno di questi sei ambiti.
La Commissione invita quindi esplicitamente gli stati membri a concentrasi nella lotta agli stereotipi di genere spe-
cificando tre ambiti di lavoro:
1. nell'istruzione, nella formazione e nella cultura.
2. nel mercato del lavoro dove “le donne continuano a dover far fronte alla segregazione sia verticale che
orizzontale e la maggior parte di esse resta impiegata in settori tradizionalmente riservati alle donne, di
norma meno riconosciuti e valutati. Inoltre le donne occupano in genere i gradini più bassi della scala ge-
rarchica. Facilitare l’ingresso delle donne in settori non tradizionali è altrettanto importante quanto pro-
muovere la presenza maschile in settori tradizionalmente occupati da donne “
3. nei mezzi di comunicazione, cui viene riconosciuto un “un ruolo importante da svolgere nella lotta contro
gli stereotipi di genere.” Secondo la Commissione “Essi possono contribuire a presentare un quadro reali-
stico delle competenze e del potenziale delle donne e degli uomini nella società moderna ed evitare di rap-
presentarli in modo degradante ed offensivo.”
Soffermandosi sulla lotta agli stereotipi nel settore istruzione, formazione e cultura, uno dei lavori più interessanti è
stato quello svolto nel 2003 della Città di Torino dal titolo “Quante donne vuoi diventare?” che parte dall’analisi
di oltre 500 pubblicazioni destinate ai bambini fino ai 10 anni.
Si apprende dalla loro presentazione che il progetto è volto a rimuovere le discriminazioni di genere nell'educazio-
ne attraverso il superamento degli stereotipi (presenti negli albi illustrati per bambini) che condizionano lo sviluppo
dell'identità di genere con ripercussioni sulle scelte scolastiche e professionali future. 1
2. Il progetto si propone quindi di: fornire ad insegnanti,
bibliotecari, studiosi, disegnatori, autori, editori, librai
un codice di lettura dei principali stereotipi sessisti con-
tenuti negli albi illustrati e strumenti informativi che
propongano modelli culturali e professionali alternativi
a quelli esistenti.
Le immagini simboliche che i bambini leggono con cre-
scente facilità possono essere rivolte a raccontare l'u-
guaglianza tra i generi contribuendo anche, tra le altre
cose, a un migliore orientamento alle scelte scolastiche
e professionali delle ragazze. Uno studio recente che
dimostra che il gap in matematica tra femmine e maschi
non esiste in quei Paesi in cui esiste un’effettiva parità
sarà proprio uno degli argomenti del prossimo numero.
Gli albi illustrati, infatti, prima forma di letteratura infantile, costituiscono un materiale pedagogico essenzia-
le nelle scuole materne ed elementari. I libri per l'infanzia parlano anche di identità sessuale, attraverso le rappre-
sentazioni di donne e uomini al lavoro, nella vita domestica, nelle relazioni. Queste immagini, costruite e affinate
nel tempo, costituiscono una sorta di lessico muto che, a fianco o in assenza di testo, caratterizzano in maniera sessi-
sta i ruoli degli uomini e delle donne nella società e soprattutto nella famiglia. Negli albi si rileva infatti una man-
canza di modelli nei quali le bambine possano identificarsi, poiché quanto la cultura valorizza (l'arte, la scien-
za, la tecnica, il potere economico e politico) è presentato con tratti maschili e implicitamente riservato agli uo-
mini, a cominciare dallo stesso nome dei mestieri, rimasti spesso al maschile.
Le immagini anticipate in questo articolo sono tutte riprese dal progetto del comune di Torino che è racchiuso nei
seguenti documenti:
1. Una guida alla decifrazione
2. I risultati della ricerca
3. Il racconto Gomitolo bianco
4. Il racconto La giubba rattoppata
5. Il racconto Yasmine
I 3 racconti di Adele Turin ("La giubba rattopata", "Yasmine", "Il gomitolo bianco"), le cui protagoniste sono delle
bambine e delle donne trattano, sotto forme diverse, il tema della conquista dell'autonomia attraverso il lavoro. Il
loro scopo è fornire agli insegnanti delle scuole elementari alcuni spunti per intavolare con le loro allieve un dialogo
sul loro futuro professionale.
Per scaricare il materiale descritto andare all’indirizzo sotto riportato:
http://www.dubbieverita.it/Stereotipi/Stereotipisessisti/Stereotipisessistineglialbiperbambini/tabid/494/Default.aspx
Gli stereotipi su cui si concentra la
ricerca sono quelli del Grembiule e
del Giornale.
La donna e la bambina si contraddi-
stinguono, anche nelle pubblicazioni
più recenti, per la presenza del grem-
biule, mentre l’uomo è il solo a leg-
gere il giornale di solito comoda-
mente seduto in poltrona.
L’analisi delle risposte fornite dai
bambini delle elementari intervistati
conferma che la coppia di stereotipi
Grembiule-Giornale alla loro età è
già acquisito, e questo indipendente-
mente dal fatto che le mamme di
oggi non usino più il grembiule e la
lettura del giornale non sia una pre-
rogativa soltanto maschile.
Monica Amici 2
3. Il SESSO della Letteratura
(da wikipedia) “La letteratura è la forma d'espressione umana che ha come mezzo
il linguaggio verbale e come risultato un testo. Strettamente legata alle facoltà in-
tellettuali e simboliche della mente umana, ha come finalità le più disparate: la co-
municazione, l'informazione, l'arte, l'istruzione, la memoria, l'intrattenimento.”
La letteratura viene catalogata, distinta e classificata in funzione di diversi parametri. Vediamone al-
cuni:
Canale di trasmissione utilizzato: letteratura orale e scritta
Forma del componimento: poesia, prosa e teatro
Argomenti trattati: letteratura scientifica, economica, religiosa, ecc.
Epoca di produzione: letteratura antica, moderna, contemporanea.
Popolo (lingua, nazionalità): letteratura italiana, latina, greca, tedesca, ecc.
Secondo i generi.
(widipedia) In particolare in quelli che sono considerati generi classici (nel senso di nobili) e in una
serie di generi contemporanei a connotazione e uso più commerciale (quindi considerati spesso me-
no nobili) ai quali ci si riferisce con il termine letteratura di genere o, visto che si tratta in particola-
re di opere di narrativa, narrativa di genere.
I GENERI CLASSICI I GENERI DELLA NARRATIVA DI GENERE
epica azione/avventura
elegia erotico
lirica fantastico
narrativa fantascienza
tragedia fantasy
commedia horror
satira giallo
saggistica noir
storiografia poliziesco
umorismo thriller legale
thriller medico
spionaggio
mystery
romantico
western
Le classificazioni elencate sopra non sono certo esaustive. Nelle librerie mi sono accorta che a
fianco a queste è spesso utilizzata un’altra classificazione: quella per sesso, indicata con la voce
“Letteratura femminile”.
Sono andata a controllare se la “Letteratura femminile”, e quindi la “Letteratura maschile”, fosse
una voce della nota classificazione Dewey (La Classificazione Decimale Dewey è un sistema di
classificazione di documenti su base disciplinare. E' articolata in dieci classi principali, cento divi-
sioni, mille sezioni.) uno dei sistemi più completi adottato dalle biblioteche di tutto il mondo, ma
niente da fare. La ramificazione principale che distingue la letteratura in funzione del sesso dell’u-
tente (ho appurato che la distinzione non fosse in funzione del sesso dell’autore/autrice) è una
classificazione che appartiene tutta al mondo delle librerie, almeno delle librerie italiane.
Nelle librerie italiane la letteratura femminile si ritaglia un suo piccolissimo spazio riservato, la-
sciando il vastissimo resto alla letteratura maschile, essendo i sessi due: uno maschile e uno fem-
minile. Quindi io, persona di sesso femminile, secondo le indicazioni della mia libreria dovrei diri-
germi diritta allo scaffale a me destinato e all’interno di esso trovare soddisfazione al mio interes-
se letterario.
Vediamoli allora questi scaffali e, care signore, buona lettura!
3
4. Di fronte alle “Scarpe delle mie brame”,
veramente non ho saputo resistere … dal
fare una foto a testimoniare la situazione.
Nota bene che la distinzione per genere
sessuale nella lettura-letteratura può esse-
re insegnata alle giovani lettrici fin dalle
elementari e anche per opera delle inse-
gnanti stesse.
Riporto l’esempio dell’elenco dei libri per le
vacanze di una seconda elementare di mia
conoscenza:
Bambine: a scelta dalla serie Valentina.
Bambini: a scelta dalla serie Geronimo Stil-
ton .
I libri di Valentina offrono, stando ai titoli,
sentimenti amorosi a profusione: primi ba-
ci, innamoramenti, matrimoni. Stilton pro-
pone invece avventura, misteri, eroismo.
Libreria Mel Books di Roma Cosa leggevate voi da piccoli??
Valentina si innamora, si sposa, non scorda il primo
bacio e, in versione moderna, diventa anche una
Velina. Valentina segue la strada tracciata dalla Bel-
la addormentata molti anni fa. La Donna che si ri-
sveglia alla vita solo dopo il bacio del principe suo
futuro sposo. Le copertine dei libri di Valentina sono
ricchi di “rosa”, di cuoricini, ma ammetto di non a-
verli letti. Forse dentro sono ricchi di qualcosa di di-
verso dallo stereotipo donna-sentimentale-cuoricini-
micio-micio-miao-miao-e-stop, ma le copertine e i
titoli sono stati elementi sufficienti per fugare in me
qualsiasi curiosità e decidere di leggere e far leggere
ai miei bambini altro.
Libreria dell'Auditorium di Roma
Restando in tema di condizionamenti anticipo che nel
prossimo numero parlerò di un lavoro, sempre della cit-
tà di Torino, dal titolo “Ragazze irresistibili”.
Il libro analizza le numerose riviste simili tra di loro, rese attraenti da
grafica e gadget, che le adolescenti, più che leggere, sfogliano e guar-
dano, scorrendo i modelli di bellezza irraggiungibile offerti, e che
spesso, forse, genitori e insegnanti non conoscono poi così bene.
Insomma per le donne di ogni età la giusta dose di vuo-
tezza per rafforzare il messaggio e continuare a tra-
smettere un nulla ben condito di stereotipi e togliere
ogni idea che possano esistere modelli e donne diverse.
Monica Amici 4
5. La grammatica italiana insegna anche i ruoli
Le sorelline hanno sempre un bel da fare rispetto
ai loro fratellini … e pur di far lavare i piatti alla
solita mamma, visti i tempi moderni, la infilano
addirittura nella lavastoviglie.
La mamma LAVA i piatti NELLA lavastoviglie,.
NELLA—IN—DENTRO la lavastoviglie. .
Aggiungo alcune immagini di una pubblicazione
di enigmistica per bambini.
Anche in questo caso valgono le considerazioni
fatte a commento del lavoro “Quante donne vuoi
diventare?”
Osservate le figure, l’abbigliamento delle bambi-
ne e dei bambini, l’immancabile grembiule, nota-
te le attività in cui sono coinvolti i bambini e le
bambine.
Le bambine subiscono da ogni parte un ossessivo
martellamento riguardo al loro “giusto” futuro, ai
loro compiti, al loro stereotipato e umile ruolo
nella società. Non c’è da meravigliarsi che con
queste premesse vogliano fare tutte le Veline e
sposare un calciatore!
PS. Avete no-
tato le scar-
pe?
Sono molto
sensibile alle
scarpe dopo
quelle delle
mie brame.
Monica Amici
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6. LA LINGUA ITALIANA HA QUALCHE PROBLEMA CON LE DONNE?
Nella lingua italiana è curioso notare come alcune parole, modi di dire, alcuni aggettivi, al maschile
abbiano un significato, mentre al femminile, in taluni contesti, ne assumano di completamente di-
versi.
Vediamo alcuni esempi, facendoci aiutare anche dalle immagini estratte da Google eseguendo una
ricerca su alcuni dei sostantivi dell’elenco.
Parola – Significato
Aggettivo – Maschile
Modo di dire
Cortigiano gentiluomo di corte
Cortigiana
Massaggiatore chi per professione pratica massaggi, kinesiterapista
Massaggiatrice
Il cubista artista seguace del cubismo
La cubista
Uomo disponibile tipo gentile e premuroso
Donna disponibile
Segretario particolare portaborse
Segretaria particolare
Uomo di strada uomo duro
Donna di strada
Passeggiatore chi passeggia, chi ama camminare
Passeggiatrice
Mondano chi fa vita di società
Mondana
Uomo facile con cui è facile vivere
Donna facile
Peripatetico seguace delle dottrine di Aristotele
Peripatetica
Omaccio uomo dal fisico robusto e dall'aspetto minaccioso
Donnaccia
Un professionista uno che conosce bene il suo lavoro
Una professionista
Uomo senza morale tipo dissoluto, asociale, spregiudicato
Donna senza morale
Uomo molto sportivo che pratica numerosi sport
Donna molto sportiva
Tenutario proprietario terriero con una tenuta in campagna
Tenutaria
Uomo con un passato chi ha avuto una vita, magari sconsiderata, ma degna di essere rac-
Donna con un passato contata
Uomo da poco miserabile, da compatire
Donna da poco
Accompagnatore pianista che suona la base musicale
Accompagnatrice
Uomo di malaffare birbante, disonesto
Donna di malaffare
Uomo allegro un buontempone
Donna allegra
Adescatore uno che coglie al volo persone e situazioni
Adescatrice
Il significato al femminile, sono certa saprete scoprirlo senza il mio aiuto; di fondo è sempre lo stes-
so e sempre connesso con la sfera sessuale.
Che la spiegazione sia da ricercare nell’ossessione della società di controllare la vita, per il mezzo
del controllo di quella sessuale, delle donne?
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7. Le immagini di questa pagina sono il risultato della ricerca su Google dei due sostantivi Segretario e
Segretaria. Ho inserito degli smile dove le immagini mi sono sembrate un po’ troppo osè.
Non credo di dover commentare perché si commentano da sole. L’unica considerazione che voglio
fare è relativa all’Intruso, o meglio l’Intrusa. La segretaria, dirigente generale del comune di Soresi-
na, per evitare che il suo ruolo fosse confuso con uno di minor prestigio si lascia chiamare Segretario
e finisce nel settore maschile. Se la signora aspettasse un figlio dovremmo dire: “Il segretario è in-
cinto”.
segretario [se-gre-tà-rio] s.m. (f. -ria; pl.m. -ri)
1 Chi svolge incarichi di collaboratore di un dirigente, di un professionista, di un'autorità || fare da s. a qlcu., aiutarlo nello svolgimento
di una mansione
2 Impiegato o funzionario di enti pubblici o privati, di imprese e organizzazioni, con attribuzioni di tipo amministrativo, contabile o
coordinativo: s. comunale
3 Chi redige i verbali di adunanze e assemblee di cui è membro di diritto, in collaborazione con il presidente: il s. del consiglio di classe
4 Titolo di chi riveste funzioni direttive in un organo pubblico, in un partito ecc. || s. di stato, negli Stati Uniti e in altri paesi, ministro
degli esteri; in Italia, titolo spettante a tutti i ministri
Monica Amici 7
8. Crisi economica, donne meno pagate degli uomini (21,4% in meno)
Un articolo dell’Adige del 09/08/2010 e, soprattutto, i commenti dei lettori
MILANO - In un mercato del lavoro che nel complesso ha risentito in pieno della crisi finanziaria, sono state le donne a pa-
gare il prezzo piu' salato in termini di riduzione degli stipendi reali. E' quanto emerge dalla relazione annuale della Banca
d'Italia, secondo cui le retribuzioni reali mensili pro capite dei lavoratori dipendenti, al netto di imposte e contributi sociali,
sono complessivamente diminuite fra il 2006 e il 2008 del 3,2% e "il calo - si legge nella relazione - e' stato piu' intenso per
le donne e nel Mezzogiorno, dove avrebbe interessato esclusivamente le fasce con retribuzioni piu' basse, e meno pronuncia-
to per i maschi occupati a tempo pieno".
Inoltre, prosegue Bankitalia, "la quota di lavoratori a bassa retribuzione e' complessivamente stazionaria, ma e' aumentata fra
le donne, prevalentemente fra quelle occupate a tempo parziale, nel Mezzogiorno e fra i lavoratori con meno di 30 anni e con
eta' compresa fra i 41 e 50 anni". Dati alla mano, secondo la Banca fra il 2006 e il 2008 le retribuzioni reali nette mensili
sono scese, per il complesso dei lavoratori dipendenti, da 1.454 euro a 1.408 euro (-3,2%). Per gli uomini il calo e' da 1.584 a
1.553 euro (-1,95%), per le donne da 1.280 a 1.221 (-4,6%).
TRENTO - L'analisi del Comune evidenzia gli ultimi dati
disponibili, cioè quelli del 2007 e riguarda in totale 79.734
dichiaranti. L'imponibile medio totale è di 23.173 euro, quello
medio maschile di 29.226 euro e quello medio femminile di
17.178 euro. Il dato italiano, comprensivo però do deduzione
per abitazione principale e oneri deducibili, è di 18.892 euro
annui. Il divario tra maschi e femmine risulta più contenuti
fino ai 39 anni, mentre cresce dai 40 ai 54 anni e porta diffe-
renze sempre più marcate oltre i 55 anni. Tra i modelli per le
dichiarazioni dei redditi il più usato è il 730 (51%), seguito
dal 770 o Cud (27%) e dall'Unico (22%). Tra le diverse circo-
scrizioni emergono differenze, con redditi più alti a Villazza-
no, seguita da Argentario, poi da San Giuseppe-Santa Chiara,
poi da Po, da Centro storico-Piedicastello, a cui segue Oltre-
fersina. Dietro ci sono Mattarello, Ravina-Romagnano, Mea-
no, Bondone, Sardagna e infine Gardolo. Sono circa 1.100 i
dichiaranti con imponibile pari a zero (1,4%) e circa 1.300
quelli con imponibile oltre i 100.000 euro all'anno. La fascia di reddito imponibile più rappresentata (17%) risulta quella fra
15.000 e 20.000 euro, con circa 13.500 persone, che risultano nella fascia di chi dichiara un imponibile inferiore ai 20.000,
pari complessivamente al 55% del totale, ovvero circa 43.000 contribuenti. Nella fascia tra i 20.000 e i 100.000 euro c'è poi
circa il 42% dei contribuenti, con una grossa fetta, cioè circa il 25%, tra i 20.000 e i 30.000 euro d'imponibile. I dichiaranti
con cittadinanza non italiana sono il 6,2%, con la componente straniera che ha il 21,2% del totale nelle fasce più basse di
reddito, cioè fino a 5.000 euro d'imponibile. Il reddito imponibile medio degli stranieri risulta quindi di 12.590 euro annui a
fronte dei 23.852 degli italiani. (ANSA).
Ho riportato i commenti dei lettori per puro masochismo.
Patrick 09/08/2010 X LUANA Da un bel pezzo c'è la parità tra uomo e donna sul lavoro. Non vedo nessun tipo di discriminazio-
12.57 ne. Per quanto riguarda la storia del "marito". Se sposate degli smidollati senza spina dorsale...dopo non
lamentatevi
LIVIO 09/08/2010 Le donne facciano le donne, e gli uomini facciano gli uomini.
13.17
Dorothy 09/08/2010 Le donne devono lavorare il doppio degli uomini e dimostrare di essere due volte più intelligenti : sfortunata-
13.21 mente non è difficile.
cinzia diLevico 09/08/2010 X Livio cosa credi che facciano? il pantalone non cambia la finalità femminile.
13.38
X LIVIO 09/08/2010 Gentilmente mi potrebbe spiegare in cosa consiste per le donne fare le donne e per gli uomini fare gli uomi-
14.15 ni ??? Gli uomini sono dotati delle "mani" esattamente come le donne .... ma spesso non sanno come si
utilizzano o meglio fanno finta di non saperlo ! non c'è scritto da nessuna parte che solo la donna può lavare
stirare cucinare ecc ecc io per mia fortuna ho sposato un uomo che non trova differenze, cioè che non è
maschilista e in casa aiuta....
luana 09/08/2010 X PATRICK parità uomo donna sul lavoro?? Eh?! sulla carta forse ma nella realtà??? questa è la solita sto-
14.36 ria che tirate fuori voi uomini...per cortesia Patrick pensa un attimo... quando una donna si reca ad un collo-
quio di lavoro le domandone in serie sono: 1)"hai il fidanzato?" 2)"Hai intenzione di sposarti?" 3) "Hai inten-
zione di aver figli?" Se rispondi Si sei fottuta!! non hai la minima possibilità di avere il posto... forse a tempo
determinato per sei mesi così se rimani incinta ti lasciano a casa. Ma ricodati che se sei al mondo è grazie
ad una donna che si è presa cura di tè...
x patrick 09/08/2010 mio marito è bravo mi aiuta in casa.. anche perchè io passo al lavoro più tempo di lui. Ma generalemnte a
14.39 voi uomini è tutto dovuto.... educati male? la società? non sò…
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9. roberta di arco 09/08/2010 forse la colpa è anche di qualche mamma che poverino ti fanno male i piedi siediti ti faccio tutto io io ho
15.02 messo subito in chiaro onde evitare "rogne" lavoro io ma anche tu alla pari poi vabbè se non riesci a stirare
ma nel frattempo che lo faccio io tu lavi i piatti o cambi il pannolino che male non fà i figli sono di due già
facciamo abbastanza fatica a metterli al mondo e concordo con le tre opzioni sul lavoro a 40 vanno al passo
successivo sei sposata ai figli che età anno ma se si ammalano? e via cosi evviva la parità!!
Giulio 09/08/2010 Non vedo assolutamente nessuna discriminazione o inferiorità anzi tuttaltro, e anche in casa sono sempre
15.13 più gli uomini che si adoperano superando in sempre più casi le stressate donne in carriera o che lavorano.
In una cosa le donne ci stanno superando nel fumare e nel bere.
x Dorothy 09/08/2010 Forse per tuo marito, ma non per moltisssimi altre donne si.
15.40
x donne 09/08/2010 cucinare,stirare,pulizie,assistenza,cura dei figli sono mestieri che devono fare le donne,mentre l'uomo va al
15.40 lavoro. Se tutti e due lavorano,credo che comunque che per i lavori di casa la donna sia più portata,mentre
l'uomo è più portato per altri lavori. Purtroppo le donne trentine da piccole sono state viziate,genitori e nonni
le hanno cresciute come principesse sul pisello,quindi guai a dire loro di fare certi lavori,arricciano il naso
perchè non hanno tempo,devono andare a farsi la lampada....fortunatamente ci sono le donne straniere....
Mila 09/08/2010 consiglio a tutti la lettura di un bellissimo libro che spiega molto bene "come stanno le cose" in Italia soprat-
15.44 tutto dal punto di vista di occupazione e donne, ossia L'Italia fatta in casa di Alesia e Ichino, è illuminante,
oltre che sconfortate .
PER X DONNE 09/08/2010 come come ?forse ho letto male CUCINARE STIRARE PULIZIE ECC SONO MESTIERI CHE DEVONO
15.50 FARE LE DONNE ?? devono ?? ma chi lo ha detto ? le donne trentine sono state viziate ? principesse sul
pisello ? vogliamo parlare allora dei cocchi di mamma trentini che non portano nemmeno la tazza della cola-
zione nel lavandino ? ma stiamo scherzando ? e la colpa adesso sarebbe di noi donne che siamo viziate ? a
me pare che noi ci rimbocchiamo le maniche e non abbiamo paura di dover lavorare il doppio degli uomini
pur essendo meno pagate per fortuna che ci sono le straniere ? per farvi cosa cari maschietti
Dubbiosa 09/08/2010 Mi rivolgo a "x donne"...scusami tanto ma per quali lavori sarebbero più portati gli uomini?
16.36
LUANA 09/08/2010 X DONNE ECCOLO QUà IL TIPICO MASCHIO CHE NON HA VOGLIA DI FARE UN CAVOLO E A CUI
16.51 TUTTO è DOVUTO!!NOI SAIMO PIù PORTATE A FAR PULIZIE?? SI INFATTI FISICAMENTE UOMINI E
DONNE SI DISTINGUONO COSì: 1)DALL'ORGANO RIPRODUTTIVO.UOMO PENE DONNA VAGINA, 2)
DAI CAPELLI. LE DONNE HANNO UN MOCCIO SUL CUOIO CAPPELLUTO PER MEGLIO PULIRE GLI
UOMINI HANNO MORBIDI PELI LUCENTI 3) DALLE MANI:LE DONNE NASCONO CON UNA PROTUBE-
RANZA CHE PUò ESSERE UTILIZZATA COME SCOPA O FERRO DA STIRO A SECONDA DELL'ACCES-
SORIO APPLICATO GLI UOMINI HANNO UNA CONFORMITà DELLA MANO TALE NON RIUSCIRE A
TENERE IN MANO NESSUN
annalisa di pergine 09/08/2010 mi sto veramente divertendo!! scusate ma e' cosi! donne non dovete raccogliere le provocazioni di alcuni
17.26 uomini..probabilmente sono frasi che hanno letto su libri risalenti a epoche molto lontane e poi trascritto in
questo blog.. commentando la notizia..purtroppo una su 1000 ce la fa! nel senso riesce ad avere uno stipen-
dio consono alle mansioni effettive in altri casi si sa..l'uomo anche se capufficio ha un debole per altro..e
stendo un velo pietoso su entrambi. purtroppo la strada e' ancora lunga..ma chi piu' di noi donne sa combat-
tere? magari con al fianco uomini autosufficienti.
il brontosauro di 09/08/2010 Sono già intervenuto altre volte sullo stesso tema. Credo che sia abbastanza assurdo, aldilà delle statistiche,
valsugana 17.50 parlare di "gli uomini sono così e le donne colì". Siamo persone ed ognuno dovrebbe contribuire al benesse-
re familiare secondo le proprie capacità ed attitudini. Ad esempio io faccio quasi tutto in casa senza alcun
problema, ma per piacere non fatemi accompagnare i bambini qui e la perché sono negato, mi stufo io e non
si divertono loro. Penso anche che la situazione sia molto diversa fra città e campagna dove i lavori pesanti
di solito li fanno gli uomini.
marge di trento 09/08/2010 Concordo sul fatto che storicamente esistono lavori maschili e femminili, non solo in casa ma anche fuori.A
18.10 causa dello stravolgimento sociale avvenuto tra la generazione dei nostri nonni/genitori e la nostra non è
pensabile che questo non abbia determinato una confusione in ruoli ormai fissi da secoli.La parità ha spinto
la donna a trovare al di là della famiglia un modo per sentirsi realizzata..La donna deve sgobbare di
più,soprattutto per i lavori che storicamente sono più "maschili"(quasi tutti).Ma di una cosa sono certa:noi
vediamo oltre, alla sera quando torniamo a casa.Siamo fortissime!
Alberto di mezcron 09/08/2010 Purtroppo le donne hanno il vantaggio che per fare carriera possono fare le ruffiane,fare i sorrisini al ca-
21.23 po,accorciare la gonna, mentre noi uomini quello che abbiamo ce lo dobbiamo sudare. Le donne trentine
parlano tanto di parità,ma non ho mai visto una donna lavorare nei forni, fare il carpentiere,il boscaiolo,
spazzare strade, lavorare con gli asfalti o nelle cave di porfido. quando loro faranno questi lavori allora sarà
giusto che gli uomini stirino,lavino e facciano da mangiare
x donne 09/08/2010 le straniere vengono da paesi in cui le donne non sono "montate" come le trentine , e per loro non c'è nessu-
21.36 nissimo problema a fare determinati lavori e a alsciarne altri agli uomini. anzi,quando vedono come le donne
italiane trattano i loro uomini,mi chiedono perchè ci lasciamo trattare così
giorgio di grumes 09/08/2010 Le donne,dovrebbero"fare le donne"e, non assomigliare ai maschietti!! Voi maschiacci ,cosa ne dite?
22.39
roveretano 10/08/2010 senza polemiche e senza voler scaldare troppo gli animi: non è che magari le donne sono pagate meno
8.10 perchè sono meno presenti al lavoro? leggasi ferie fatte per intero (non tutti lo possono fare), aspettative
varie, ecc.??? poi sono daccordo, a parità di lavoro devono corrispondere pari stipendi
Barbara di Trento 10/08/2010 Perfortuna che non tutti gli uomini sono cosi maschilisti. Non ci vedo proprio niente di male se le faccende
11.42 domestiche ( se entrambi lavorano ovviamente), siano divise equamente. Perche' al giorno d'oggi e si lavora
in due, la donna arriva a casa e deve fare di tutto e l'uomo si puo' riposare???? Poi, per esperienza persona-
le, io ho un collega che due cose insieme non le sa fare, va completamente nel pallone!! Le donne sono
sicuramente piu' brave a fare piu' cose alla volta!!! Perche' lui deve essere piu' pagato di me, se in realta'
non si prende mai nessuna responsabilita'?????
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10. BenveutO—O maschiO— MonicA—A femminA
Ovvero della concordanza degli aggettivi con i sostantivi nei portali
La discussione intorno al “sessismo” nella lingua italiana è piuttosto antica: nel 1987 Alma Sabatini pubblicava per la Presidenza del Consiglio dei Ministri uno
studio dal titolo “Il sessismo nella lingua italiana”, in cui uno dei capitoli centrali è quello delle “Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana”.
Negli anni a seguire il testo di A. Sabatini è stato ripreso, rimaneggiato, riproposto, e a volte inglobato, in varie altre pubblicazioni (p.e. nel Manuale di stile -
Strumenti per semplificare il linguaggio delle pubbliche amministrazioni del 1997). Esso viene continuamente citato ogni qual volta si affronta l’argomento, nelle
Università quanto nei dibattiti sul tema, ma nonostante ciò, le raccomandazioni del 1987, ancora oggi attuali, sono sostanzialmente disattese, tanto dai media
quanto dalla pubblica amministrazione, salvo rare virtuose eccezioni.
Ora la questione potrebbe essere etichettata come frivola e superficiale, ma la lingua e l’attenzione a essa non sono affatto
questioni di poco conto e il percorso scelto per questa newsletter dovrebbe averlo scherzosamente sottolineato.
Una persona di sesso femminile in molti siti si vede accogliere con un bel Benvenuto, nei moduli si vede chiamare cittadino
e a scuola spesso scompare a favore del Padre o di chi ne fa le veci. Un mondo coniato al maschile perché maschile era la
storia della società fino a pochi anni fa, un mondo che oggi va ridefinito, anche nella lingua, al femminile perché oggi le
donne sono cittadine con pari dignità degli uomini e la loro storia potrà essere tracciata solo se ci saranno le parole per
farlo.
Comunque azzardo un compromesso: qualora fosse scomodo prevedere un aggancio al sesso dell’utente o una formula
d’apertura neutra facciamo che da oggi in poi cambia il turno e tutti i siti dovranno scegliere “Benvenuta” di default al posto di Benvenuto. Dovrebbe suonare più
o meno così: Benvenuta Monica, Benvenuta Ugo, Benvenuta Marco. Un po’ per uno non fa male a nessuno .
Nanni Moretti (dal film Palombella rossa)
“… Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!
… Saranno trent'anni che sento quest'espressione... "Non è uno sport per signorine"... Non è il contenu-
to, è l'espressione... Io non l'ho mai detto! Io non l'ho mai pensato! Io non parlo così!
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