La segnalazione dei danni provocati dal terremoto attraverso modalità innovat...
Multimedia e protezione civile. progetto di visual design per la promozione dell'impegno sociale
1. Università degli Studi di Firenze
Facoltà di Architettura
Corso di Laurea in Disegno Industriale
Multimedia e protezione civile.
Progetto di Visual Design per la promozione dell’impegno sociale.
Relatore: Prof. Franco Montanari Laureanda:
Correlatore: Dott. Giampaolo D’Amico Milena Grazia Rita Pedduzza
Anno Accademico 2005/2006
2. Alla mia famiglia:
mio padre, mia madre,
mia sorella e mio fratello.
“..Siete voi che potete rendere possibile l'impossibile...”
Giovanni Paolo II
3. INDICE
Introduzione 5
1 Capitolo: Il fenomeno degli incendi 8
1.1 Episodi di rilevanza storica svolti in Sardegna. 11
1.2 Campagne volte alla prevenzione del fenomeno. 12
1.1.1 Legislazione regionale. 13
1.2.2 Progetti per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica. 16
2 Capitolo: La rivoluzione digitale 22
2.1 L’evoluzione del web 2.0 come regresso alla primaria accezione
del World Wide Web. 23
2.2 Una forma originaria della rete: i weblog. 27
2.3 Trasposizione dell’animazione nel Web. 31
2.4 Il linguaggio e le interfacce culturali nelle nuove generazioni. 35
3 Capitolo: L’animazione ipermediale per l’impegno civile 40
3.1 Panoramica dell’elaborato “Renovatio”. 41
3.2 Struttura dell’informazione nell’animazione. 42
3.3 Metodologia dell’elaborato ipermediale. 44
3.4 Analisi e selezione grafica. 47
3.5 Metodologia della sezione video. 52
3.6 Sviluppi futuri: comunità virtuale “Naturalmente Giovani”. 61
4. 3.7 L’organizzazione dell’informazione nella comunità. 62
3.8 Analisi e selezione grafica. 64
3.8.1 Sezione amministrativa. 65
4 Capitolo: Analisi per la distribuzione del prodotto 67
4.1 Target group: obiettivo del messaggio. 68
4.2 Obiettivi di comunicazione. 71
4.3 Illustrazione del messaggio divulgativo. 73
4.4 Canali di distribuzione per una migliore fruizione del prodotto 75
4.5 Analisi SWOT: punti di forza dell’elaborato. 75
Conclusioni 79
Bibliografia 81
Ringraziamenti 82
5. INTRODUZIONE
Tradizionalmente l’animazione è stato un settore dominato da grandi case di
produzione, dotate di ogni tipo di risorsa, dalle strutture ai contatti giusti. Oggi la
tecnologia sta trasformando questo mondo, e piccole aziende, dotate di uno o due
pc, sono in grado di produrre e distribuire il proprio lavoro al pubblico attraverso
la rete.
L’animazione si è quindi dovuta adattare ai nuovi cambiamenti, e un software in
particolare ha avuto un forte impatto all’interno del processo di metamorfosi, che,
il settore in questione, ha subito: Flash. Questo è diventato uno dei programmi più
importanti dei tempi moderni: quasi ogni elemento, soprattutto del web, è stato
realizzato con questo software, che deve la sua diffusione alla sua accessibilità.
Inoltre la rete, essendo creativamente senza confini, raggiunge chiunque, e
permette di esprimere la propria creatività: grazie alla natura del web si ha la
possibilità di raggiungere un pubblico vastissimo, che renderà merito alle opere di
ognuno.
Con il software Flash, si possono integrare animazioni e video, che, grazie alla
loro leggerezza, possono essere caricati in internet, per una condivisione mondiale
di dati: grazie ad internet e ai blog, gli elaborati realizzati con il software
sopraccitato sono diffusi in internet, e quasi tutti gli elementi del web si creano
con questo programma.
L’utilizzo del software, grazie alla sua diffusione, può essere impiegato per scopi
sociali, come realizzato in questa sede: i mezzi di diffusione citati sopra sono dei
5
6. potenti mezzi di comunicazione, grazie ai quali l’opinione pubblica può essere
sensibilizzata in un modo tale che i mezzi di comunicazione tradizionali non
riusciranno mai a fare; infatti, grazie alle innovazioni tecnologiche, le campagne
di sensibilizzazione possono essere in maggior parte affidate al nuovo media per
eccellenza, il web, e, in questo modo, il coinvolgimento del pubblico verso i
problemi di carattere sociale, può essere incrementato in modo esponenziale.
Soprattutto i giovani, che conoscono molto bene la rete, i suoi trucchi, e
s’interfacciano adeguatamente con i software, possono essere il target group
ideale per campagne di sensibilizzazione, qualsiasi sia il tema. Il mercato
giovanile, è una realtà in pieno fermento, poiché sono i principali frequentatori del
web: i giovani non hanno difficoltà con l’approccio a Internet, e passano ore a
navigare tra i siti, per cui ne consegue che il Web è ormai un ambiente familiare
per essi e d è diventato una risorsa educativa di primaria importanza. Di solito gli
adolescenti preferiscono che gli ambienti web siano il risultato di una
combinazione di stili diversi, poiché sono cresciuti in una realtà che li ha abituati
a leggere diverse forme di comunicazione.
Di conseguenza, Flash, sembra essere il software ideale per la creazione degli
elementi da inserire in un qualsiasi elaborato multimediale, grazie all’integrazione
di stili diversi, quali animazione e video, e la creazione di ambienti in cui l’utente
può navigare in modo intuitivo. Queste sue qualità l’hanno reso il software più
diffuso della sua categoria, e oltre, poiché non viene utilizzato solo per
animazioni, ma per la creazione di elaborati interattivi, più appetibili per i giovani,
che sono più a loro agio con ambienti che non ripetono pagine di giornali, o di
libri, ma riprendono il linguaggio cinematografico, fluido, in cui l’utente viene
6
7. inserito all’interno di uno spazio virtuale, dove può navigare, e avere l’illusione di
uno spazio che in realtà non esiste. Sono diverse le metafore che sono state riprese
dal cinema, tra cui la mobilità dell’immagine, e l’interazione: l’utente può
interagire con lo spazio virtuale e/o con altri utenti. D’altra parte la dipendenza del
computer al linguaggio del cinema sta diventando sempre più forte.
Per cui affidarsi a questi linguaggi per la creazione e la diffusione delle campagne
di sensibilizzazione, è un passo che le organizzazioni promotrici devono
affrontare per poter attirare i giovani.
Un problema molto sentito in Sardegna è quello degli incedi estivi: molte
iniziative sono state intraprese per la sensibilizzazione dei giovani e dei meno
giovani, esposizioni, percorsi formativi, giochi, rappresentazioni teatrali e gite. Un
aspetto che non è stato curato è la diffusione di materiale informativo via web, cd,
e DVD. Da ciò che emerge dalle pagine precedenti, questi settori sono, invece,
molto utili per la divulgazione delle varie iniziative e il coinvolgimento del
pubblico in queste.
In questa sede verrà esposta l’ideazione e la creazione, con Flash, di un elaborato
informativo, per la diffusione e sensibilizzazione, verso il fenomeno degli incendi
estivi in Sardegna, dei giovani, con l’integrazione di animazioni e video, metafore
e interviste.
Utilizzare i nuovi mezzi di comunicazione può risultare veramente utile per il
coinvolgimento e l’informazione del pubblico ai vari problemi di ordine sociale,
poiché il web risulterà essere, in un futuro molto prossimo, il principale mezzo di
comunicazione delle notizie, degli eventi, e delle manifestazioni.
7
8. CAPITOLO 1
Il fenomeno degli incendi
Dal 1980 ad oggi, l’Italia ha assistito impotente alla distruzione di più di
1.000.000 di ettari del suo patrimonio forestale, considerato tra i più importanti in
Europa, per varietà di specie, ampiezza, immensa ricchezza per l’ambiente e
l’economia, per l’equilibrio territoriale, la conservazione della biodiversità e del
paesaggio.
Ogni anno questa barbarie ha luogo, sempre più spesso ha origini dolose, e il
territorio rischia di
perdere l’equilibrio naturale, con tempi per la “ricostruzione” lunghissimi.
La maggior parte delle volte, gli incendi, si sviluppano nei boschi, il cui valore
ambientale ed
economico è inimmaginabile: i piromani provocano danni ai principali servizi per
la conservazione della biodiversità, gli ecosistemi, gli habitat, e alle funzioni di
stabilizzazione climatica e idrogeologica.
La Sardegna, terza regione italiana per estensione, per la varietà dei suoi
ecosistemi è considerata un micro-continente, costituito da lagune, foreste,
paesaggi montuosi, e molto altro ancora.
Per questo motivo, più di 600.000 ettari di terreno sono stati costituiti aree naturali
protette, con qualche difficoltà per il Parco Nazionale del Gennargentu.
Complessivamente sono sotto protezione tre parchi nazionali, otto parchi
8
9. regionali, sessanta riserve naturali, ventiquattro monumenti naturali, sedici aree di
rilevante interesse naturalistico e cinque oasi del WWF.
Nonostante questa protezione legislativa, indicante quanto, la maggior parte degli
abitanti dell’Isola, tenga alla propria terra, gli incendi costituiscono una ben seria
minaccia anche in questa regione.
Le concause, purtroppo, non possono essere dimostrate con dati documentati, in
quanto, persino le statistiche, non sono complete.
Tuttavia, analizzando i tempi e i modi degli incendi, i fattori che favoriscono
questi fenomeni sono diversi: il clima e l’andamento stagionale giocano un ruolo
non irrilevante per lo sviluppo dei fuochi; il clima estivo, in Sardegna, è secco,
presenta poca umidità, e le temperature, che possono arrivano anche a 35°- 40° C,
sono sopportate grazie ai numerosi venti.
Come si nota immediatamente, queste, sono condizioni non poco favorevoli per lo
scoppio degli incendi.
Altre cause sono il forte depauperamento e lo spopolamento delle zone di collina
e di montagna: infatti, gli agricoltori e i pastori, erano indispensabili alla
prevenzione degli incendi, in quanto con le loro opere di pascolo disciplinato, di
ripuliture e di diradamenti, facevano in modo che non fossero create condizioni
favorevoli allo sviluppo dei fuochi. I pochi incendi accidentali che, comunque,
creavano, erano sotto loro immediato controllo.
Con l’esodo massiccio, soprattutto giovanile, dalle campagne, questi controlli
vengono oggi a mancare, con l’elevato numero di incendi, dolosi e non, che oggi
si registrano.
9
10. La situazione odierna è, quindi, fortemente modificata. Le pratiche di fuoco
controllato, oggi rappresentano una grave minaccia, per i boschi limitrofi i campi
e i pascoli.
Si è notato, inoltre, come il traffico automobilistico e lo sviluppo viario incidano
su questo fenomeno, in maniera tutt’altro che irrilevante.
Più aumentano queste presenze, maggiore è il numero degli incendi boschivi: da
ciò si può, di conseguenza, dedurre come gli incendi abbiano il loro principio ai
lati delle strade. Mozziconi di sigaretta non ancora spenti, spazzatura varia,
vengono buttati dai finestrini, generando condizioni a rischio incendi.
La negligenza e l’ignoranza delle persone è, quindi, un altro fattore determinante
lo sviluppo del fenomeno.
A queste condizioni favorevoli, si aggiunge, funesta, l’azione mirata di persone,
che per “scaricare la propria angoscia interiore”1, per rancori privati, atti
vandalici, ma, soprattutto, per profitto personale, appiccano fuochi al nostro
territorio, destabilizzandolo, con costi altissimi per la nostra società, che è tenuta
alla ricostruzione del paesaggio distrutto.
I tempi moderni ci consegnano l’incendio come un atto criminale, un’arma atta
all’ottenimento dei propri scopi.
Da qui, la necessità di un’azione mirata alla sensibilizzazione del problema, già in
età scolare, che permetta la conoscenza del fenomeno e delle azioni adottabili per
la sua prevenzione, il suo spegnimento, e dei numeri utili da chiamare, in caso di
avvistamento.
1
cfr. www.elicriso.it
10
11. 1.1 Episodi di rilevanza storica svolti in Sardegna.
Il corpo forestale dello stato censisce annualmente gli incendi, su tutto il territorio
italiano. Dal 1993 la situazione è migliorata sensibilmente: infatti nel 1993 gli
incendi scoppiati furono più di 200.000, mentre nel 1995 si è addirittura arrivati al
minimo storico di soli 48.000. Tra l’altro la Sardegna invertì a 180° la sua rotta: il
suo triste primato scomparve per diversi anni, fino al 1998, quando gli ettari
bruciati arrivarono alla triste cifra di 115.000, più della metà degli incendi
verificatisi in tutto il territorio nazionale nel 1993, considerato il più nefasto.
Andando ancora più a ritroso nel tempo, nella storia barbaricina, troviamo un
incendio di immani proporzioni che ha distrutto più di 600 ettari di territorio
boschivo in una sola volta: l’incendio, indimenticabile, del 1971, investì buona
parte di un monte interno, il monte Ortobene, l’ultimo baluardo granitico
importante nel settore nord-orientale dell’Isola.
La montagna, con i suoi 955 m d’altitudine sul livello del mare, è un complesso
non omogeneo, che varia da zone da pascolo, a pinete miracolosamente salvate
dall’immane incendio a nord, e, in via di ricostruzione, a ovest e a sud.
L’opera di ricostruzione operata immediatamente dopo l’incendio, ha dato buoni
frutti e in tempi eccezionalmente brevi: basti pensare che dopo poco più di
quindici anni la zona era rifiorita rigogliosamente, risultato che ha superato le più
ottimistiche previsioni. Il versante ovest della montagna è stato innestato sia di
lecci che di conifere, in previsione di un aumento futuro di latifoglie autoctone.
Resta comunque il rimpianto per le zone perdute, soprattutto quando se ne
osservano i resti, per esempio nella zone di Sedda Ortai. Oggigiorno la flora
11
12. minore richiede attenzione, per cui si può benissimo ipotizzare la nascita di
un’area protetta anche nel monte nuorese.
Questo episodio è ricordato da tutti i nuoresi con dolore e rimpianto.
Dalle statistiche sopra citate si può notare come, il fenomeno, sia stato tenuto
sotto controllo solo per pochi anni; in seguito esso è riesploso fino a fare del 2002,
per la Sardegna, l’anno più terribile a causa degli incendi: solo tre bruciarono
un’area di circa 2.500 ettari di territorio, che si svilupparono nelle zone di Lula
(zona nord-orientale dell’Isola), Bolotana Illorai (nella zona nord-occidentale), e
di nuovo il Monte Ortobene (nella zona nord-orientale).
Per fortuna già dopo pochi anni le piante si sono riprese rigogliosamente. Ora però
servono leggi adatte alla prevenzione e alla pianificazione ambientale.
L’anno precedente non fu da meno: il mese di Luglio del 2001, in provincia di
Nuoro, un incendio di notevoli dimensioni interessò 1.050 ettari, per la
pericolosità dello stesso, non solo i Vigili de Fuoco, ma anche mezzi aerei della
Protezione Civile ed elicotteri regionali, intervennero per sedare l’incendio: quest’
episodio, per la sua gravità, è ricordato come uno degli incendi più gravi
dell’anno.
Come si vede, quindi, il pericolo non è stato certamente allontanato, ma sembra,
addirittura, che ogni anno si ripresenti sempre più feroce.
1.2 Campagne volte alla prevenzione del fenomeno
Con il concetto di prevenzione s’intendono due nozioni distinte tra loro, ma
strettamente correlate: l’azione atta ad anticipare l’incendio e diminuirne le
12
13. probabilità di insorgenza, e il secondo volto a limitare i danni conseguenti un
incendio.
L’obiettivo è per entrambe duplice: proteggere l’incolumità delle persone e la
conservazione dei beni materiali.
Per far ciò è indispensabile muoversi in due direzioni: salvaguardare le vite umane
e i valori pubblici (sicurezza primaria), e il controllo degli investimenti nella
prevenzione del fenomeno.
1.2.1 Legislazione regionale
Già da tempo in Sardegna era noto il problema degli incendi, addirittura dal
MedioEvo, dove, al tempo dei Quattro Giudicati, una sovrana, Eleonora
D’Arborea, che regnò nel Giudicato D’Arborea a nome dei figli minorenni,
promulgò leggi contro il fenomeno degli incendi. La Carta de Logu2, così
chiamata perché “su Logu” era il territorio dove questa aveva validità, è un
documento interessante sotto molteplici punti di vista: primo fra tutti ci testimonia
l’esistenza di altre “Carta de Logu”, quelle degli altri Giudicati; in secondo luogo,
è molto attuale per diversi argomenti, la tutela delle donne e dei più deboli, e la
legislazione sui roghi, appiccati dolosamente, o anche accidentalmente.
Le pene, per quest’ultimo reato, vanno dal pagamento di multe varie a seconda
dell’origine dell’incendio, ad addirittura il taglio “in via sussidiaria” della mano
destra. Quindi nonostante si sia già quasi al 1400 d.C. la legge del taglione esiste
ancora, a testimoniare, forse, la pericolosità del fenomeno già da allora.
2
trad. “Carta del Luogo”.
13
14. La Carta dedicò ben cinque capitoli alla normativa sugli incendi. Camillo Bellieni,
illustre storico sardo, descrive nel dettaglio, le leggi e le punizioni che venivano
impartite a che non rispettava la legge: “Le stoppie non debbono essere bruciate,
dice Eleonora, prima del giorno di S. Maria chi est a die octo de capudanni 8
settembre3. Se si dà fuoco involontariamente si pagano i danni e dieci lire di
multa se accade nei tempi in cui è lecito poner fogu4, venticinque nelle altre
stagioni; se l’incendio è doloso e riguarda terreni coltivati, cinquanta lire di
multa e in via sussidiaria il taglio della destra.
L’incendio doloso di abitazioni è punito col rogo. In tutti i casi il risarcimento del
danno. Per difendersi da codeste terribili ondate di fuoco che potevano
propagarsi sui seminati, numerose ville elevavano delle barriere protettive
dinanzi alle habitaciones, cioè ai terreni lavorativi appartenenti alla comunità, in
modo tale da arrestare l’avanzata della fiamma. Eleonora ordina che per il
giorno di Sanctu Perdu de lampadas5, 29 giugno, la barriera, sa doha, deve
essere pronta, e se non è pronta, paghino tutti gli abitanti 10 soldi per ciascuno, e
se la barriera non è preparata a dovere, e può essere valicata dal fuoco, paghi il
villaggio la medesima somma, ed il curatore che doveva disporre perché tutto
fosse in ordine, dieci lire di multa a la corte, e se egli aveva dato un ordine che
non è stato eseguito, paghino collettivamente tal somma il majore e i suoi
Iurathos"6.
La Carta d’Eleonora fu così adatta all’Isola che rimase in vigore fino al 1800,
quando un altro codice, quello Feliciano, fu promulgato in Sardegna..
3
trad. “che è il giorno ottavo dopo capodanno”. Il capodanno allora era a settembre.
4
trad. “appiccare Fuoco”.
5
trad. “San Pietro di Giugno” .
6
cfr. Camillo Bellieni, “Eleonora d’Arborea”, Ilisso, Nuoro, 2004.
14
15. Attualmente le varie regioni italiane possono, naturalmente, promuovere
normative regionali, per regolare e combattere più capillarmente il problema.
La legge 353/20007 legifera sulla questione. Questa legge determina un periodo di
rischio incendio che va dal 1 Giugno al 15 Ottobre, denominandolo “stato di
elevato rischio di incendio boschivo”, e permette che sia modificato, a seconda
delle situazioni, fino ad un massimo di trenta giorni. In questo periodo le
limitazioni, tese alla prevenzione del fenomeno, sono molteplici: non si possono
accendere fuochi per un qualsiasi motivo, far brillare mine o usare esplosivi,
smaltire braci, gettare dai finestrini mozziconi di sigarette, sigari, fiammiferi ,
altro materiale allo stato di brace, i conducenti di veicoli con marmitta catalitica
non possono fermare il mezzo caldo al di sopra di sterpi o di qualsiasi altro
materiale infiammabile alle alte temperature, e all’interno di zone boschive non
usare fornelli, forni, barbecue, o altra attrezzatura che possa provocare il principio
di incendi, anche manifestazioni pirotecniche, vicino zone boschive, sterpi, e altro
sono assolutamente vietate. La normativa prevede anche i comportamenti da
adottare nel caso si avvisti un incendio. Questo documento è stato ampiamente
diffuso: è stato inviato alle famiglie, distribuito nei comuni, nelle scuole, porti e
aeroporti, associazioni di categoria, e affisso sotto forma di manifesto.
1.2.2 Progetti per sensibilizzazione dell’opinione pubblica
Per sensibilizzare l’opinione pubblica a questa problematica, è bene che vengano
promossi progetti di educazione ambientale. Solo facendo conoscere l’importanza
7
Legge regionale del 2000
15
16. dell’ambiente, la sua complessità, e la sua ricchezza, si può fare in modo che il
fenomeno diminuisca in modo rilevante.
Numerosi sono i siti web che parlano del problema, che lo affrontano con la seria
speranza che venga debellato, numerose le iniziative che pongono la comunità a
conoscenza di questo problema e danno gli strumenti per combatterlo.
Andando dalla più vicina alla più lontana, le iniziative sono molteplici e diverse
per target, ma il loro obiettivo è uguale per tutte:
- a febbraio di quest’anno è stata inaugurata con una conferenza stampa, presso
l’aeroporto di Cagliari, Elmas, la mostra dal tema: “Sardegna Foreste: i tesori
naturali di un isola”, la è rimasta aperta per tutto il mese di Aprile del 2007. La
mostra fa parte di un progetto regionale più vasto, infatti, è stata inaugurata nel
capoluogo barbaricino, Nuoro, nell’edificio della provincia, e verrà esposta
all’interno dei quattro aeroporti della regione;
- sempre nello stesso periodo, Gennaio, Febbraio, Marzo 2007, l’Ente Foreste
Sardegna, il WWF di Sassari, e l’ERSAT Sardegna, promuovono la Festa degli
Alberi nelle Aziende Agrituristiche dell’Anglona;
- l’Ente Foreste, con la collaborazione della Cooperativa, Cores Onlus, ha
realizzato una linea di quaderni, block notes, e cartelle interamente prodotti grazie
al riutilizzo di carta da macero;
- l’Ente Foreste ha indetto una gara informale per la realizzazione di una serie di
prodotti in grado di promuovere e identificare l’immagine e l’attività dell’Ente nel
territorio;
- la festa che si tiene a Nuoro dal 18 al 20 Novembre, “Mastros in Santu Pedru” è
stata un occasione ideale per presentare il nuovo stand che l’Ente Foreste, ha
16
17. allestito per promuovere le iniziative svolte a salvaguardia della flora e della fauna
nell’Isola;
- verso ottobre c’è stata una gara informale per la promozione del patrimonio
ambientale e forestale sardo attraverso brochure a colori e DVD che valorizzano il
lavoro di tutela svolto dall’Ente;
- dal 1993 legambiente ha assunto il ruolo di comitato organizzatore in Italia ed è
presente in tutto il territorio nazionale, e l’iniziativa “Puliamo il Mondo” è
l’edizione italiana di Clean Up the World: tre giorni d’Ottobre dedicati a ripulire
le strade, le piazze, i parchi, le spiagge e i fondali marini in tutt’Italia;
- i bambini della scuola materna di Nuoro, Le Grazie,il primo giorno del mese di
Giugno si sono ritrovati nella foresta demaniale di Montes per una gita
d’istruzione. I piccoli allievi hanno portato così a termine il progetto di
educazione ambientale che li ha impegnati tutto l’anno, con numerose lezioni in
aula, la realizzazione di erbari ed uno spettacolo teatrale dal titolo “Avventura nel
bosco”;
- Sabato 20 maggio la Giornata dell'ambiente a Dolianova, con la partecipazione
dell’A.V.A.C (Associazione Volontari Amici del Cane), in collaborazione con il
comune del paese, ha organizzato una giornata dedicata a sensibilizzare le nuove
generazioni al rispetto e consapevolezza verso l'ambiente;
- circa 250 scolari hanno partecipato alla giornata ecologica e di educazione
ambientale organizzata nel cantiere forestale di Campanasissa; altri 500 studenti
hanno partecipato all’iniziativa prima della chiusura delle scuole a giugno.
La giornata di educazione ambientale ebbe inizio nell’aula del centro servizi, con
una lezione improntata sull’attività dell'Ente Foreste e sul comportamento da
17
18. tenere durante le escursioni all'interno delle foreste. La lezione prese in esame i
temi attuali dei rifiuti, della salvaguardia delle specie animali e vegetali, i
problemi ecologici dei nostri boschi con particolare riferimento alla campagna
regionale antincendio. La lezione terminò con una visita guidata nei settori del
cantiere dedicati all’educazione ambientale, dove poterono osservare animali e
specie vegetali nel loro ambiente naturale8.
Queste e molte altre iniziative sono state predisposte solo nel 2006 dall’Ente
Foreste per la salvaguardia del nostro territorio.
Molti i progetti, i giochi, le attività per iniziare già da piccoli a capire l’importanza
della conservazione idrogeologica della natura.
Di seguito riporterò le attività e i giochi principali, creati dall’Ente Foreste:
il progetto più significativo è l’Inforesta, progetto dell’Ente Foreste e
dell’Assessorato Difesa Ambiente Regione Sardegna; l’iniziativa è rivolta alle
scuole e alle associazioni impegnate nella campagna di sensibilizzazione delle
tematiche ambientali. Nel sito web www.sardegnaforeste.it dicono di questo
progetto:“il programma formativo affronta sei aree tematiche e si sviluppa
attraverso una rete di sentieri didattici dislocati all’interno delle principali
foreste demaniali, gran parte delle quali ricomprese nella rete ecologica
regionale della Sardegna. Una rete di Centri Servizi, dislocati nelle foreste
interessate al programma, fornirà il supporto logistico necessario. in ciascun
sentiero ci si può soffermare per approfondire i percorsi interdisciplinari che
maggiormente lo caratterizzano. I temi si richiamano agli elementi del paesaggio,
inteso come parte integrante della storia e della cultura dei luoghi e delle
8
cfr. www.sardegnaforeste.it
18
19. popolazioni, alle emergenze naturalistiche e alle problematiche della
conservazione e della tutela dell’ambiente naturale. A queste tematiche ci si può
avvicinare sia nell’ambito di una semplice visita o attraverso un progetto
scolastico strutturato nel tempo:
- I paesaggi naturali e culturali delle foreste;
- I segni del passato;
- La conservazione della biodiversità;
- La gestione integrata della foresta e la valorizzazione delle risorse;
- I rischi per l’ambiente forestale;
- Interventi a favore della foresta.
I Centri Servizi sono strutture di riferimento all’interno delle foreste inserite nel
circuito. Nell'ambito del progetto i Centri Servizi vengono utilizzati nelle attività
di formazione, per le quali sono state predisposte aule informatiche, centri di
documentazione e aree dedicate alle esposizioni.
I centri, dai quali si dirama la rete dei sentieri, forniscono le guide specializzate
nell'esposizione dei temi didattici, progettati in funzione delle caratteristiche
ambientali e socio-culturali di ciascuna foresta. Il CEEA, Centro di Esperienza e
di Educazione Ambientale di Monte Arrubiu (Dolianova), coordina la rete dei
“Centri Servizi”9.
I giochi sono tre:
- il “quaderno da campo” dove poter inserire i dati delle specie trovate in natura,
con foto che l’alunno dovrà scattare, aggiornabile sempre e ovunque;
9
cfr. www.sardegnaforeste.it
19
20. - un libro di indovinelli naturali, dove i compagni si possono sfidare per
riconoscere le specie vegetali dell’Isola;
- un gioco che sfida la memoria visiva, anche quando le foglie sono mischiate o
nascoste, per individuare le specie vegetali della nostra Isola.
Come abbiamo visto sono molte le iniziative tese alla sensibilizzazione
dell’ambiente, e sulla sua tutela. I mezzi per la diffusione dell’informazione sono
vari, si va dal materiale cartaceo, alla ricerca del contatto con il pubblico.
Quest’ultimo è ampiamente sfruttato, grazie alle varie iniziative, promosse
dall’Ente Foreste e dall’Assessorato Difesa Ambiente Regione della Sardegna.
Un mezzo, che non è sfruttato al massimo delle sue possibilità, è il web, il
materiale digitale, che, utilizzato al meglio, può dare notevoli risultati
Il web, è, ormai, lo strumento principale per la diffusione dell’informazione di
massa.
I giovani sono cresciuti con la cultura del cinema, dell’animazione,
dell’interazione, e, sfruttare questa loro cultura a favore dell’ambiente,
produrrebbe, a mio avviso, notevoli risultati.
Basta solo capire che risultati si vuole ottenere con l’utilizzo dei nuovi media, e
come ottenere l’attenzione della nuova generazione.
20
21. CAPITOLO 2
La rivoluzione digitale
Nella prima metà dell’Ottocento, lo sviluppo dei mezzi di comunicazione si legò
indissolubilmente allo sviluppo tecnologico ed industriale, con la produzione di
telai controllati da schede perforate, macchine analitiche, il famoso dagherrotipo
di Daguerre, raggiungendo il suo apice nell’ultimo ventennio del secolo, con la
creazione del telefono, grazie a Bell, e del cinema, grande trionfo dei media,
“figlio” dei fratelli Lumière1.
Il Novecento può essere considerato il secolo, per antonomasia, dei media. La
televisione era, meno di trent’anni fa, il medium di comunicazione per eccellenza,
oggi, è, invece, un elettrodomestico, un elettrodomestico indispensabile, in ogni
casa del mondo tecnologicamente avanzato.
La digitalizzazione ha sconvolto la natura stessa dei media. Il computer ai suoi
esordi era un “sancta sanctorum” degli addetti ai lavori, ma la sua intrinseca
1
Capire in che modo le tecnologie della comunicazione del passato abbiano influito sulle
trasformazioni sociali, è un ottimo strumento per interpretare i cambiamenti in corso oggi e cercare
di indirizzarli. Per esempio la scrittura ebbe un notevole impatto sulla cultura e sulla mente umana.
Infatti l’esistenza della notazione scritta favorisce diversi vantaggi (cfr. A. Bertirotti, “L’uomo, il
suono e la musica”, Firenze University press, Firenze, 2003, pag. 51):
a) richiamare elemento per elemento, per esteso, del materiale complesso dotato di
significato;
b) proliferazione e diffusione del materiale, in misura tale da oltrepassare la capacità che un
singolo individuo può avere di conoscerlo nella sua interezza;
c) separazione dei contenuti di un’espressione dal contesto e rende più facile trattarla come
un “qualche cosa di per sé”;
d) selezione di alcuni aspetti, e delimitazione dei futuri sviluppi della comunicazione in
determinate direzioni.
Ne consegue, quindi, una maggiore disponibilità e permanenza delle conoscenze, uno sviluppo di
strutture sociali e conoscitive complesse e geograficamente diffuse, avendo un ruolo centrale nel
processo di civilizzazione dell’uomo.
21
22. natura, ha permesso la sua ampia diffusione: il suo essere digitale, è stata la
premessa indispensabile per la sua capillarizzazione nel mondo moderno.
L’avvento di Internet, in piena guerra fredda, ha modificato ulteriormente il
metodo di comunicazione odierna e con l’avvento del World Wide Web, la
comunicazione non potrebbe essere più istantanea.
Con la digitalizzazione, quindi, è stata rivoluzionata la comunicazione moderna:
tutto può essere digitalizzato: dalle immagini, ai filmati, ai suoni. Naturalmente
un’ innovazione tecnologica, come la digitalizzazione, non è sufficiente, da sola, a
spiegare il perché del suo potenziale di trasformazione, ma può esprimere questo
suo potenziale, solo se, il contenuto socio-culturale, è in grado di accoglierla.
Per la diffusione della tecnologia, infatti, vi sono diversi fattori che possono
determinarne il diffondersi e l’ evolversi da semplice innovazione, a vera
rivoluzione: le spinte sociali, quelle economiche e le influenze politiche2. La
nascita di una tecnologia è il risultato, infatti, delle necessità di una società, dei
suoi bisogni, in caso contrario, la suddetta tecnologia, è destinata a svanire nel
nulla.
2.1 L’evoluzione del web 2.0 come regresso alla primaria accezione
del World Wide Web.
Dall’avvento di internet e dal moltiplicarsi dei media digitali per la diffusione
delle informazioni, si è assistito ad un boom tecnologico di immense dimensioni: i
cellulari hanno iniziato a spedire testi, immagini, filmati, suoni, connettersi ad
2
Cfr. F. Ciotti, G. Roncaglia, “ Il mondo digitale”, Laterza, Bari, 2003, pagg. 312 – 314.
22
23. internet; i mangianastri sono stati soppiantati, dapprima dai lettori cd, ormai dai
lettori mp3; si può chiamare attraverso internet, senza passare per i canali
tradizionali; le cameriere si sono dimenticate dei block-notes, toccano
semplicemente uno schermo superpiatto luminoso, e le ordinazioni arrivano in
cucina, al bar, in pizzeria, senza perdersi per strada.
Le aspettative degli utenti, naturalmente, crescono con l’evoluzione delle
tecnologie. Gli effetti della tecnologia non si verificano a livelli delle opinioni o
dei concetti, ma alterano costantemente senza incontrare resistenza, le reazioni
sensoriali o le forme di percezione3.
Di conseguenza, il web si sta adattando alle suddette aspettative.
La rete, come la conosciamo oggi, infatti, sta attraversando una vera e proprio
rivoluzione, trasformandosi in uno spazio informativo, che avrà un grosso impatto
sul modo in cui gestiamo e accediamo oggi alle informazioni. Si profila, quindi,
all’orizzonte una nuova piattaforma, che avrà una notevole influenza sul modo
odierno di intendere internet: il Web 2.0.
Nel 2004, vi è stata la prima edizione della Web 2.0 Conference, conferenza dove,
da allora, si sono gettate le basi per definire, in maniera compiuta, il significato
della trasformazione in corso tutt’oggi, e cosa avrebbe comportato per i
consumatori e le imprese.
Secondo Andrew Betts, cofondatore e direttore di Assanka, “l’interattività è stata
il segreto del successo di Internet; il Web 2.0 si propone di far interagire i siti non
solo con gli utenti, ma anche fra di loro. L’adozione di tecnologie quali XML,
JavaScript, RSS, API e altri metodi standard di intercambio dati, ha avuto un
3
Cfr. M. McLuhan, “Gli strumenti del comunicare”, Net, Milano, 2002, pag. 27.
23
24. impatto rivoluzionario, sulla libertà di informazione on-line. Un sito non ha più
successo in quanto offre le informazioni migliori, ma in quanto offre ai propri
utenti il miglior sistema per interagire con essi”4.
La vera potenzialità delle pagine web è la possibilità che hanno di interagire con
gli utenti e “reagire” in base agli imput che ricevono5. Il cuore della filosofia della
nuova era del web è l’interscambio di dati, e la possibilità, da parte degli utenti,
non solo di accedervi, ma di modificarle, e di essere, quindi, autore essi stessi del
sito a cui accedono.
Il www sta diventando, finalmente, una struttura sociale, così come si era
ipotizzato, auspicato, ai suoi esordi, dal suo stesso fondatore, Tim Berners-Lee,
che proponeva, e propone tuttora, un web semantico, dove le informazioni
possano svincolarsi dalle applicazioni con cui sono stati creati, per poter poi
essere riutilizzati in qualsiasi forma.
Oggigiorno il computer, i programmi, internet stesso sono modulari6, cioè si
compongono di parti indipendenti, ognuna delle quali, è costituita a sua volta da
altre patri indipendenti, fino ad arrivare agli atomi: pixel, caratteri di testo o punti
tridimensionali; ciò significa che ogni singola parte può essere modificata,
sostituita senza in alcun modo incidere sulla struttura totale del prodotto.
L’obiettivo del web 2.0 è utilizzare la rete come se fosse una piattaforma, un
sistema operativo; in questo modo si collocano i dati nel mondo virtuale,
rendendo il tutto infinitamente più versatile, anziché utilizzare applicazioni web,
con dati memorizzati in locale, nel disco rigido del nostro computer. Si sta,
4
cfr. l’articolo “Il futuro prossimo del web”, Web Designer Magazine, n°20, PlayPress Publishing,
Milano, Luglio 2006, pag. 16.
5
Cfr. L. Toschi, “Il linguaggio dei nuovi media”, Apogeo, Milano, 2001, pag. 186.
6
Uno dei principi ispiratori dei nuovi media, cfr. Lev Manovich, “ Il linguaggio dei nuovi media”,
Olivares, 2004, pag. 50 - 51.
24
25. quindi, cercando di trasportare tutte le applicazioni notoriamente desktop, sul
web; in questo modo si eliminerebbero i numeri di versione, in quanto le
correzioni, le migliorie apportate al software, saranno costanti, senza bisogno di
aggiornamenti o nuove versioni; si sta aprendo la strada all’Open Source,
elevandola al web, quindi, probabilmente si evolverà verso l’Open Services,
servizi, cioè, messi a disposizione della collettività per essere usati e ricostruiti,
secondo uno dei principi ispiratori della nuova era del web. Alla base del nuovo
paradigma, non c’è una sola tecnologia, ma un insieme di tecnologie, per dirla in
una parola, Ajax7, tecnologie mature, che consentono ad una pagina di
comunicare in sottofondo con un server, e quindi di aggiornare i contenuti della
pagina senza dover ricaricare il tutto.
Quest’insieme di tecnologie si differenzia dalle tecniche tradizionali, in quanto
utilizza dei motori JavaScript per tradurre gli eventi lato client, in richieste che
vengono inoltrate ad un server, il quale, a sua volta, genera risposte che si possono
incasellare nella pagina.
Le tecnologie messe insieme da Ajax sono: la presentazione standardbased tramite
XHTML e CSS, visualizzazione e interazione dinamica via DOM, manipolazione
e interscambio dati tramite XML e XSLT, recupero asincrono dei dati tramite
XMLHttpRequest, il tutto collegato e reso omogeneo tramite JavaScript. Ajax, in
definitiva, è la causa del terremoto che sta scuotendo Internet: velocità di
aggiornamento dei dati si traduce in maggiore interazione, base del successo di
internet, come detto sopra.
7
Acronimo di “Asincronous JavaScript And XML”.
25
26. Secondo Tim O’Reilly, colui che ha dato il più grosso contribuito alla discussione
del Web 2.0 con il trattato “what is Web 2.0?”, “avrà successo chi saprà creare
applicazioni che apprendono dai propri utenti, tramite un’architettura
partecipativa che garantirà un forte vantaggio non solo sul versante
dell’interfaccia software, ma anche della ricchezza delle informazioni
scambiate”8. Subito le maggiori compagnie ne hanno approfittato per ribadire la
loro supremazia sul mercato: quotidiani a tiratura nazionale, come La Stampa e La
Repubblica, offrono ai propri lettori di divenire editori di se stessi, aprendo un
diario on-line dove scrivere opinioni, dialogare con gli utenti, pubblicare foto.
Esempi attuali di Web 2.0 sono l’enciclopedia libera Wikipedia, dove, chi si
registra, può inserire voci, modificarle, intavolare discussione con gli altri utenti,
il motore di ricerca Flickr, che consente ai propri visitatori di condividere
immagini e link, organizzati in un database centralizzato.
Quando, nel 1989, Tim Berners-Lee ha presentato il suo progetto di ipertesto
globale, noto come World Wide Web, il suo scopo fu quello di consentire alle
persone di lavorare insieme, utilizzando collettivamente strumenti informatici e
telematici e convogliando le loro conoscenze in una rete di documenti
ipertestuali9.
Oggi, con la tecnologia Ajax e le conoscenze tecnologiche in nostro possesso, ciò
è reso possibile in modo ancor più elevato, e, paradossalmente, il web si sta
evolvendo in ciò che doveva essere la sua prima “versione”, un luogo di
interscambio delle informazioni, una struttura sociale, un web semantico, dove la
comunicazione non avviene solo tra utenti, ma anche tra computer.
8
Cfr. l’articolo “Il futuro prossimo del web”, Web Designer Magazine, n°20, PlayPress
Publishing, Milano, Luglio 2006, pag. 21.
9
Cfr. F. Ciotti, G. Roncaglia, “il mondo digitale” , Laterza, Bari, 2003, pagg. 164-165.
26
27. 2.2 Una forma originaria della rete: i weblog.
Già prima che Tim Berners-Lee inventasse il World Wide Web, internet ospitava
comunità elettroniche; ma, oggi esse stanno vivendo un momento di gloria,
rimodellando i sistemi di comunicazione di massa. Queste comunità, note come
weblog10, si sono diffuse in modo esponenziale, e sicuramente modificheranno
l’equilibrio tra gli utenti e i media, distributori delle informazioni da ogni parte del
pianeta.
Per un certo periodo le pagine web furono considerate delle novità nel
cyberspazio, fino a quando esso non iniziò ad affollarsi. Per orientarsi
nell’immenso universo del web, alcuni appassionati decisero di includere, in una
sola pagina web, tutti i link ritenuti interessanti, con testi che spiegavano il motivo
di interesse ad una determinata pagina web.
Nel febbraio del 1997, Steve Bogart creò “News, Pointers & Commentary”11.
Altri siti simili vennero pubblicati in quel periodo, e la maggior parte di queste
comunità non sapeva di non essere sola.
Il termine “Weblog” fu coniato da Jorn Barger, nel 1997, e solo due anni dopo
Peter Merholz lo abbreviò nell’ormai famoso “Blog”.
Nonostante siano nati in sordina diversi anni fa, solo nel 2003 vi è stata l’autentica
esplosione, poiché il servizio Blogger è stato acquistato in quell’anno da Google.
Il Blog oggi si configura come un luogo virtuale,dove è possibile esprimere le
proprie opinioni, commentare, pubblicare notizie, inserire collegamenti ad altri
10
Letteralmente, “tracce sulla Rete”.
11
Successivamente chiamato “Now This”.
27
28. blog. Questo fenomeno è democratico: sono, in genere, pubblicati da una o un
gruppo di persone. I weblogger12 che si collegano tra loro, sono assolutamente
consci della propria possibilità di trasformare connessioni sociali virtuali ad hoc,
consentendo a ciascuno di loro di amplificare la propria voce individuale.
Le email, i cercapersone, hanno dato un accelerazione enorme alla comunicazione
personale, con internet, questa confusione è stata incrementata in modo
esponenziale.
La sfida lanciata, ormai, non è quella di avere accesso a sempre più quantità di
informazioni, ma quella di sviluppare canali di informazione che migliorino le
nostre conoscenze e le filtrino.
Ma cos’è effettivamente un weblog? È possibile distinguere i blog in diverse
tipologie, tra cui la più diffusa è quella del diario personale. L’autore vi scrive le
proprie esperienze, le proprie emozioni, poesie, racconti, proteste: scrive il proprio
diario, con la differenza che milioni di persone lo possono leggere.
Vi sono poi i blog di attualità, utilizzati da molti giornalisti, per esprimere le
proprie opinioni su argomenti del giorno e fatti di cronaca, che normalmente non
trovano spazio nella carta stampata.
Nei photoblog vengono pubblicate foto, al posto dei testi, nei videoblog, video;
nei m-blog, musica, attraverso la pubblicazione di file musicali, nell’estensione
più conosciuta in rete, l’mp3; poi vi sono blog tematici, dedicati a particolari
passioni ed interessi; non mancano, infine, vere e proprie directory dei weblog che
offrono una rassegna aggiornata dei migliori blog visitati, divisi per tematiche,
hobby, regioni e altro ancora.
12
L’autore del weblog.
28
29. Un buon weblog fornisce, poi, una combinazione di rilevanza, valuta i contenuti
piuttosto che le parole chiave, può aggiungere valutazioni critiche alle notizie a
cui rimanda, e quando un weblogger e i suoi lettori condividono un punto di vista,
egli, può costantemente indirizzarli su soggetti che non sapevano di voler
conoscere.
Con l’aggiunta di un forum, molti weblog, sollecitano attivamente idee e opinioni
da parte dei lettori, poiché, quando un articolo attira la loro attenzione, i lettori
reagiscono. Ancora prima della diffusione dei forum, i blog fornivano un indirizzo
email, per contattare il creatore del sito. Ciò è dovuto al fatto che, nelle comunità
blog, è tradizione incoraggiare attivamente i suggerimenti e le esperienze del
lettore.
Di solito i weblog, stimolano la partecipazione attiva anche in un altro modo:
creando altri blogger; infatti, leggendo opinioni simili alle proprie, i lettori
vengono stimolati a dire la loro, seguendo la logica democratica del web, e da
lettori, diventano scrittori.
I weblog non hanno restrizioni, per cui possono anche svolgere una funzione
valida come propagatori critici di informazioni rilevanti, poiché, provenendo da
ogni genere di ambiente, spesso forniscono ai propri lettori spiegazioni e analisi
approfondite di notizie connesse al loro ambito di interesse.
Nonostante la funzione citata sopra, i blog, non sono una nuova forma di
giornalismo, ma piuttosto, completano il giornalismo tradizionale, giudicando,
integrando e filtrando le informazioni ufficiali. Una prima differenza sta nel target
a cui i due mezzi si rivolgono: i mezzi di informazione tradizionale si rivolgono
alle masse, mentre i blog si rivolgono ai propri singoli sostenitori.
29
30. La forza del blog è legata permanentemente al suo essere al di fuori dalla corrente
dominante dei media: essi osservano, commentano gli eventi del momento e la
copertura mediatica che generano.
Si deve comunque sottolineare il fatto che, nonostante essi non siano, e non
possano rimpiazzare, i mezzi di comunicazione tradizionali, molte volte hanno
potuto fornire testimonianze oculari e un grado di partecipazione personale ed
emotiva che i tradizionali modelli di giornalismo non prevedono.
Sono un quid interessante, innovativo, e utile in sé e per sé; non hanno
assolutamente bisogno di seguire le orme del giornalismo, né delle altre forme di
comunicazione esistenti nello “status quo ante”. Il loro segreto sta nella diffusione
capillare e diversificata delle opinioni, più capillare e diversificata di quanto
sarebbe stato possibile nel mondo dei media tradizionali.
È altresì auspicabile, che la crescita della blogsfera e la facilità con cui i materiali
dei telefoni mobili, dalle foto ai video, possono essere trasferite on-line, agevolino
lo sviluppo di un’organizzazione a livello globale.
Internet è stato il fenomeno del secolo scorso, ma i blog, hanno la potenzialità di
esercitare un effetto ancora più intenso sulla società nel suo complesso. Noi tutti
siamo i fruitori dei mezzi di comunicazione, ma i blog permettono a tutti di
diventare divulgatori di informazioni.
2.3 Trasposizione dell’animazione nel Web.
L’animazione è stata da sempre considerata come il parente povero del cinema:
divenne una sorta di deposito per le tecniche di rappresentazione delle immagini
30
31. in movimento scartate dal cinema stesso. La contrapposizione tra queste due
forme di comunicazione definisce la cultura dell’immagine in movimento nel
Novecento. Il cinema ha voluto cancellare ogni carattere d’artificio, relegando gli
effetti speciali ai margini del proprio universo13.
Fino a qualche anno fa l’animazione era settore esclusivo delle grandi case di
animazione, quali Walt Disney Picture, che erano dotate di enormi risorse, le
strutture e i contatti necessari. Grazie al web e alle nuove tecnologie ciò non è più
così. I software oggi in commercio permettono, anche a chi abbia solo uno o due
pc, di distribuire il proprio lavoro attraverso la rete.
Facendo un passo indietro, si può notare come fin dagli anni sessanta Hollywood
ha realizzato strutture per la produzione prima in Giappone, poi nel resto
dell’Asia. Questo continente si è rivelato particolarmente adatto per il mondo dei
cartoni animati, al punto che oggi il 90% dell’animazione per tv occidentale è
prodotta in Asia14.
Durante il cambiamento in questione sono stati rivalutati i “manga”15, creati, nel
1952, da Osamu Tezuka, fondatore del movimento. La sua prima creazione fu
“Astro Boy”, che prese ispirazione dalla creazione Hollywoodiana Betty Boop, di
Max Fleischer. Da allora in poi le due culture si fusero, creando un nuovo
movimento, un nuovo ramo dell’animazione, che procedette parallelamente al
primo, adattandosi ai cambiamenti in corso. Poiché gli animatori occidentali si
videro affiancati da quelli orientali, per ciò che riguarda l’animazione, furono
soccorsi dalla tecnologia, che gli permise di portarsi, dai quindici secondi di
13
Cfr. L. Manovich, “Il linguaggio dei nuovi media”, Olivares, Milano, 2004, pagg. 367 – 368.
14
Vd. l’articolo “L’era dell’animazione”, “WebDesigner”, n° 23, PlayPress Publishing, Gennaio
2007, pag. 10.
15
Letteralmente “fumetti”.
31
32. animazione giornaliera, a realizzare due minuti di animazione al giorno, a seconda
della difficoltà.
L’impatto di Flash nel settore non è stato sicuramente irrilevante. Infatti, la
maggior parte delle pagine web ha un quid in Flash, che si tratti dalle gif animate
ad un’interfaccia scritta con il linguaggio di programmazione ActionScript di
Flash.
Ormai sono più di dieci anni che il suo nome viene accostato ad ogni creazione
destinata ad Internet. All’inizio il software FutureSplash16 era un semplice
programma di animazione vettoriale, e di certo non aveva le funzionalità di oggi;
infatti, allora, per le animazioni, si utilizzavano comunemente gli applets Java,
soluzione tragicomica per il web, piegato alle leggi della banda, con un linguaggio
di programmazione incomprensibile per i più, quindi destinato solo agli addetti ai
lavori.
La fortuna di FutureSplash fu quella di essere adocchiato da MSN e dalla Disney,
e, in pochi mesi, il suo crescente successo, conquistò Macromedia, che lo
considerò la sua alternativa a Shockwave, acquistandolo e cambiandogli il nome
nell’attuale Flash.
Nonostante Flash sia da sempre lo strumento ideale per l’animazione vettoriale su
Web, solo da pochi anni viene ritenuto un programma per l’animazione a tutto
tondo, dal 2002 per l’esattezza, con la presentazione della Suite Studio MX, con la
quale i grafici hanno ampia capacità gestionale nei propri progetti. Ogni
aggiornamento offerto da Macromedia, ha portato sempre più funzioni e strumenti
che potessero meglio interagire con le altre applicazioni, in modo tale da fare di
16
Primo nome di Flash; affacciatosi alla metà degli anni Novanta.
32
33. Flash una delle colonne portanti per la buona riuscita del sito. Ulteriore
rivoluzione nel software, si è avuta con l’introduzione del linguaggio di
programmazione ActionScript, che incrementò l’interazione con l’utente, facendo
di Flash una parte integrane delle strutture HTML. Con l’aggiunta finale dei
Flash Video, i professionisti del web possono inserire, nei loro spazi virtuali,
filmati senza preoccuparsi del peso o del formato. Ormai l’Adobe17, ha rilevato
Macromedia per circa quattro miliardi di euro, e sta mettendo le basi per il proprio
futuro, e, di sicuro, il ruolo di Flash non risulterà marginale neanche nella nuova
casa, poiché la sua importanza nel panorama software odierno è inferiore solo a
Internet Explorer e forse a Microsoft Word.
I metodi tradizionali di distribuzione delle animazioni, sia nel cinema quanto nella
televisione, sono controllati oggigiorno da poche grandi compagnie
cinematografiche. Al contrario, Internet18, non è controllato in alcun modo,
consentendo in questo modo lo sviluppo di stili e forme che altrimenti non
sarebbero potuti nascere, ed evolversi: per esempio, i disegni di stampo dark, e
all’avanguardia, realizzati da disegnatori come Kol Belov19.
I disegnatori possono lavorare senza alcuna restrizione, ciò ha reso possibile
oltrepassare i limiti, tutto a vantaggio dello stile.
Il vantaggio dei siti contenenti animazioni può essere ricercato nel fatto che gli
utenti, se il contenuto è divertente, tendono a lasciar perdere gli errori tecnici; è
inoltre indispensabile un continuo e costante aggiornamento, solo se il contenuto è
17
Casa madre dei più che noti Illustrator e Photoshop, da sempre contrapposta alla Macromedia.
18
Sicuramente il primo responsabile dello sbarco dell’animazione nel Web, può essere il
passaggio dalle lente connessioni dial-up, alla banda larga.
19
Russo, lavora fuori Mosca; ha creato una collezione di filmati Flash di stampo dark, riguardanti
temi horror con uno stile d’animazione leggermente kitsch, vedi “L’era dell’animazione!,
WebDesigner Magazine, n°23, Milano, Gennaio 2007
33
34. ogni volta fresco e originale, l’utente sarà ogni volta spinto a visitarlo,
mantenendo il flusso di traffico costante.
Un’altra soluzione vincente è sicuramente quella di avere un approccio
alternativo, innovativo, i contenuti dovranno risultare originali, soprattutto rispetto
i canali tradizionali, quali televisione e cinema.
Una della case di produzione più all’avanguardia è sicuramente l’Animanti
Design, dove si occupano della realizzazione di siti animati in Flash, che hanno
uno stile versatile di navigazione. I siti, in Flash, aggiungono contenuti interattivi,
che consentono all’utente di interagire con essi. In rete vi sono numerosi archivi di
animazioni Flash ed interfacce ben realizzate, mostre del meglio dei filmati on-
line, del talento e creatività dei designers.
Grazie ai lettori multimediali come QuickTime e Windows Media Player i filmati
che usano altre tecniche sono facilmente reperibili nella Rete.
In termini commerciali, è essenziale possedere un sito attraente e funzionale, oltre
ad essere ben realizzato, dal punto di vista grafico.
Le animazioni comunque non devono ostacolare la funzionalità del sito in
questione, e, soprattutto, non lo devono appesantire con numerose e superflue
animazioni.
La direzione che, oramai, sembra essere imboccata dall’animazione, è la
realizzazione di soggetti sempre più complessi; con la commercializzazione della
nuova versione di Flash i lavori, che, oggigiorno, hanno ancora l’aspetto di forme
vettoriale 2D, potranno avere interazioni con altri programmi, come, ad esempio,
swf3D, un plug-in per 3D Studio Max, che permette di creare ed esportare
animazioni 3D nello stesso formato compresso di Flash.
34
35. Si può quindi dedurre, che, se all’inizio, i filmati, servivano a rendere possibile
ciò che tale non era, oggigiorno l’animazione serve a realizzare qualcosa di ancor
più incredibile: la diffusione, da parte di designers e scrittori indipendenti, di
produrre e distribuire le loro opere nel villaggio globale, favorendo lo sviluppo di
stili, tecniche sempre più all’avanguardia e innovative.
2.4 Il linguaggio e le interfacce culturali nelle nuove generazioni.
Gli utenti del computer sono in grado di acquisire i nuovi linguaggi culturali,
poiché, questi, si basano su forme culturali pre-esistenti e già familiari.
Nel caso del cinema, le forme culturali che hanno concorso alla sua nascita sono
state il teatro, e altre forme di intrattenimento pubblico del XIX secolo20.
Poiché le nuove generazioni di utenti e di programmatori sono cresciute in un
ambiente ad alta intensità mediale, dominato dalla televisione e dal cinema, è del
tutto normale che i giovani preferiscano il linguaggio cinematografico, rispetto a
quello della stampa21.
20
cfr. L. Manovich, “Il linguaggio dei nuovi media”; Olivares, Milano, 2004, pag. 109.
21
L’invenzione della stampa da parte di Gutenberg, verso la metà del 1400, fu il secondo grande
passaggio nella storia delle tecnologie della scrittura: la modernità coincide con l’era della stampa
(cfr. F. Ciotti, G. Roncaglia, “ Il mondo digitale”, Laterza, Bari, 2003, pag. 307).
Infatti, numerosi e assai importanti furono gli effetti sociali della nuova tecnologia di riproduzione
del sapere:
a) aumentò la diffusione dei testi, che non rimasero più ristretti ad una elite;
b) influì sul modo di scrivere sia dal punto di vista della lingua, con una forte spinta alla
normalizzazione linguistica ed ortografica, dia dal punto di vista dei contenuti, con la
nascita dei generi letterari e lo sviluppo della letteratura popolare e pedagogica .
(cfr. A. Bertirotti, “ L’uomo il suono e la musica”, Firenze university press, Firenze, 2003)
Questa diffusione e proliferazione venne amplificata nel XVIII secolo dai primi giornali periodici
d’informazione, dando l’imput alla comparsa dell’opinione pubblica, intesa come insieme di idee e
di propensioni di un pubblico colto, in possesso di informazioni sufficienti per formulare giudizi
su fatti politici e culturali (cfr. F. ciotti, G. Roncaglia, “Il mondo digitale”, Laterza, Bari, 2003,
pag. 304).
35
36. Lo stesso vale per le interfacce della Rete: i giovani sono decisamente più
affascinati da siti, nei quali l’interfaccia e la navigazione risulti più semplice
rispetto all’esplorazione tramite menù22.
Ponendo a confronto le modalità di navigazione di ragazzi e quelle degli adulti,
possiamo notare come i primi siano catturati da pagine ricche di immagini, mentre
i secondi si limitano ad individuare un argomento specifico o un’ area di ricerca.
I mondi virtuali interattivi vengono di solito presentati come gli eredi naturali del
cinema, e come la forma culturale principale del XX secolo23. Per poter affermare
ciò, soffermiamoci su due aspetti principali: l’interazione e la dinamica narrativa.
Il tipico scenario odierno implica la collocazione dell’utente letteralmente
“all’interno” dello spazio narrativo, dove l’utente potrà interagire con i personaggi
principali, altri utenti, riuscendo ad incidere sullo sviluppo della “vicenda”.
Con il passare degli anni i programmatori di videogiochi hanno creato mondi
virtuali sempre più complessi e sempre più cinematografici, diventando architetti
e registi.
Ciò viene chiesto dal principale pubblico di Internet, i giovani, poiché, se la
televisione è stata una novità nel XX secolo, oggigiorno, come già detto è
diventato un elettrodomestico d’uso comune in ogni abitazione, quindi la
“normalità” non sono le metafore basate sulla carta stampata, ma quelle basate sul
cinema. Prendiamo due concetti base del cinema, che vengono utilizzati nella
Rete: prima di tutto la cinepresa, sicuramente il simbolo stesso dell’influenza del
cinema sulle interfacce culturali. Negli anni Ottanta e Novanta il modello della
22
La lettura video è profondamente influenzata dalle pratiche di lettura su carta: molte regole sono
state applicate ai nuovi media, rifacendosi agli studi condotti sui testi tradizionali (cfr. L. Toschi,
“Il linguaggio di nuovi media”, Apogeo, Milano, 2001, pag. 156).
23
Cfr. L. Manovich, “Il linguaggio dei nuovi media”, Olivares, Milano, 2004, pag. 113.
36
37. cinepresa divenne una convenzione rappresentativa24: infatti, tutte le
rappresentazioni e le esperienze vengono assoggettate ad una grammatica
d’accesso tipica della cinepresa, operazioni che utilizziamo per interagire con gli
spazi virtuali, i modelli, i soggetti. Un’altra caratteristica che ritroviamo nelle
interfacce culturali è l’inquadramento rettangolare della realtà rappresentata: lo
spazio interno, ciò che sta dentro, e lo spazio esterno, ciò che sta fuori; la cornice
crea un’esperienza soggettiva particolare, poiché è molto più vicino alla
percezione cinematografica che non alla realtà, nonostante la si voglia spacciare
per tale. La mobilità dello spazio è un’ulteriore caratteristica da tenere in debita
considerazione: infatti, l’utente può scorrere i contenuti dello spazio virtuale.
La carta stampata non può essere l’interfaccia culturale per antonomasia del
nuovo media; il cinema è chiamato ad esserlo, perché la fluidità e l’animazione
fanno parte del nostro bagaglio culturale da oltre un secolo.
Per i ragazzi ciò che conta è l’esperienza di navigazione e il grado di
intrattenimento, mentre gli adulti sono maggiormente guidati dalla necessità di
reperire informazioni, per cui per loro, le metafore basate sulla carta stampata
sono consigliabili, quasi, poiché le loro esperienze hanno vissuto soprattutto i libri
e i quotidiani.
I siti destinati ad un pubblico giovanile dovranno comunque rispondere a
determinati requisiti, quali usabilità, navigazione, contenuti e grafica nettamente
distinti dai portali per adulti.
24
Un esempio significativo è l’utilizzo e l’estensione da parte dei videogiochi del linguaggio
cinematografico, e l’implementazione del punto di visto dinamico: nei simulatori di volo, di guida,
e nei giochi di combattimento come “Tekken 2”, gli atterramenti e gli incidenti automobilistici,
vengono automaticamente replicati da un punto di vista diverso; direzionare la cinepresa virtuale,
diventa importante quanto controllare le azioni dell’eroe (cfr. Ibidem, pagg. 115 – 116).
37
38. Mentre molti adulti incontrano ancora difficoltà nell’approccio ad internet, i
ragazzi non sono solo in grado di esplorare siti, ma anche di effettuare procedure
d’acquisto, questo perché il Web è ormai un ambiente familiare per i giovani e
una risorsa educativa di primaria importanza.
Con i giovani, oggigiorno, è più semplice superare le convenzioni, offrire un
ambiente che si presti all’ esplorazione. In genere sono molto apprezzati siti con
un ampio mix di stili diversi, con varie forme di comunicazione. Essendo i
giovani estremamente curiosi, tendono a cliccare ogni tasto, solo per vedere la
reazione alla propria azione. Le immagini, come già detto, attirano l’attenzione
dei ragazzi più delle parole, ma, naturalmente, ciò varia a seconda dell’età a cui è
destinato il portale: se i più piccoli (8, 15 anni) le possono ampiamente
apprezzare, i più grandi, le possono trovare inadeguate. Ci si attende sempre,
comunque, l’impiego della musica, dei video, delle gallerie d’immagini; ciò che
conta è l’esperienza di navigazione e il grado d’intrattenimento, poiché lo spazio
non funge più da sfondo teatrale, ma l’utente è presente all’interno di uno spazio
che in realtà non esiste. Lo schermo del computer funziona sia come finestra su
uno spazio illusorio, sia come una superficie piatta corredata di titoli, testi, icone,
immagini, video e quant’altro.
Il linguaggio delle interfacce culturali è un ibrido, uno strano mix tra le
convenzioni delle forme culturali e le convenzioni dell’HCI25, tra
standardizzazione e originalità.
Uno dei principi fondamentali della moderna HCI è quello della coerenza. Ciò
suggerisce che i menù, le icone, e gli altri elementi dell’interfaccia rimangano
25
trad. “Human Computer Interface “, “interfaccia uomo-computer”, vedi F. Ciotti, G. Roncaglia,
“Il mondo digitale”, Laterza, Bari, 2003, pag. 181.
38
39. invariati in tutte le applicazioni, mentre, la cultura contemporanea, sottolinea e
ricerca l’originalità: in questo modo, le interfacce culturali devono soddisfare sia
la domanda di coerenza che quella di originalità.
Una cosa è usare il computer per controllare delle armi, un’altra è utilizzarlo per
rappresentare delle memorie culturali, dei valori, delle esperienze26. Se ci
limitassimo a imitare le convenzioni consolidate di forme culturali più antiche,
come la parola stampata e il cinema, non sfrutteremmo tutte le nuove capacità
offerte dal computer. Oggi il linguaggio delle interfacce culturali è ancora in fase
iniziale, come il linguaggio del cinema di un secolo fa. Stiamo assistendo
all’emergere di un nuovo linguaggio meta culturale, un nuovo fenomeno che sarà
significativo quanto il cinema e la parola stampata.
26
Cfr. L. Manovich, “Il linguaggio dei nuovi media”, Olivares, Milano, 2004, pag. 126.
39
40. CAPITOLO 3
L’animazione ipermediale per l’impegno civile.
Per realizzare dei buoni progetti grafici, è importante non sottovalutare la fase di
progettazione, durante la quale il progetto inizierà a prendere forma, e a delinearsi
sia dal punto di vista grafico che organizzativo.
Prima di tutto è basilare organizzare bene la struttura dell’informazione che si
vuole promuovere; infatti, senza una buona struttura, il progetto è destinato ad
essere incomprensibile per il pubblico utente, per cui è necessario essere il più
possibili cristallini, e definirla in modo chiaro e analitico.
Dopo di ciò si procede ad analizzare la struttura delineata, per meglio capire i
passaggi decisi, i quali non devono essere troppo labirintici, ma, al contrario,
essere facilmente intuibili e raggiungibili dall’utente: in questo modo essa non
sarà né frustante, né compiacente, ma risulterà essere allo spettatore una piacevole
passeggiata, alla ricerca delle informazioni ricercate.
Per rendere maggiormente piacevole la ricerca di informazioni, ma soprattutto per
colpire l’utente, è necessario, se non imperativo, rappresentare una metafora
grafica confacente le emozioni che si vogliono suscitare nel visitatore; in tal modo
egli non solo si ricorderà le informazioni ottenute, ma anche gli urti emozionali
provati durante la sua visita.
Durante questa fase è bene realizzare un’accurata ricerca della grafica utilizzabile,
che possa adattarsi in maniera ottimale agli obiettivi progettuali, focalizzando i
40
41. vari punti dell’organizzazione informativa, e curando i dettagli che si vuole
risaltino nel progetto stesso.
Ogni piccolo dettaglio deve essere realizzato graficamente, per avere, già dagli
inizi, la giusta idea del lavoro al termine della sua realizzazione.
3.1 Panoramica dell’elaborato “Renovatio”.
Le animazioni sono parte fondamentale dei linguaggi oggigiorno utilizzati dai
giovani e sono il principale codice di comunicazione degli elementi web. In
questa sede, per comunicare al target utente il problema del fenomeno degli
incendi estivi in Sardegna e alcune iniziative tese alla salvaguardia e
sensibilizzazione del problema stesso, è stato realizzato un elaborato
multimediale, che integra il codice linguistico dell’animazione e del video, creato
con i software Flash della Macromedia e Premiere della Adobe. I citati software
sono stati utilizzati per creare le animazioni e i video fruibili nel progetto preso in
esame in questa sede: le animazioni, che contengono la struttura portante del
progetto, raffigurano la metafora utilizzata per colpire lo spettatore, rendendolo
maggiormente consapevole della situazione che gli incendi, soprattutto estivi,
hanno creato e stanno ancora creando all’ambiente; l’utente, all’inizio si trova in
una sala, davanti ad una porta finestre, e, se vuole, può visionare il video
introduttivo che parte autonomamente, se l’utente non vuole visionare il video di
presentazione del tema trattato all’interno dell’elaborato, può aprire la porta ed
uscire all’aperto; la metafora, a questo punto, rappresenta una landa desolata e
buia, senza vegetazione alcuna se non un paio di alberi morti, e ciò rappresenta il
41
42. messaggio che s’intende inviare ai giovani, gli adulti di domani: l’ambiente è il
bene dell’umanità più prezioso, e gli incendi una piaga reale, che può piegare il
nostro polmone verde, la natura e la sua vegetazione.
La suddetta animazione è interamente incentrata sul tema degli incendi in
Sardegna, e al suo interno l’utente può osservare come sia la situazione attuale
nell’Isola, con il racconto, tramite videoclip e interviste, di alcuni episodi di
estrema rilevanza per l’ecosistema e la biodiversità dell’ambiente, e può
osservare, inoltre, quali progetti si stanno attuando finora da vari enti per la
sensibilizzazione a tale fenomeno, e come suddetta sensibilizzazione possa essere
attuata anche da istituti quali scuole, tramite, per esempio, rappresentazioni
teatrali, stimolandolo la sua attenzione verso il tema in questione, spaventandolo
ed incentivandolo ad attivarsi nella campagna di sensibilizzazione contro gli
incendi.
Il titolo stesso dell’elaborato, Renovatio dal latino rinascita, vuole indicare come
la Sardegna possa rinascere dalle proprie ceneri, come la figura mitologica della
Fenice Araba, che moriva tra le fiamme e risorgeva dalle sue ceneri, rinnovandosi;
ma per rinnovarsi come la Fenice citata, l’Isola ha bisogno di coinvolgere il
maggior numero di persone, e, in particolar modo, la generazione del domani, i
giovani.
3.2 Struttura dell’informazione nell’animazione.
Affinché la realizzazione del suddetto progetto risulti buona, è necessario
organizzare metodologicamente l’informazione all’interno dell’animazione:
42
43. decidere se eseguire una struttura gerarchica, in cui ogni elemento può essere
raggiunto tramite interazione o un sistema lineare in cui l’utente non può influire
in alcun modo.
Prima di arrivare al modello definitivo, sono state prese in esame diverse
soluzioni:
a) struttura lineare, nella quale l’utente non incide sullo sviluppo della vicenda,
ma risulta spettatore passivo in un percorso prestabilito;
b) struttura ad albero, in cui l’utente decide quale parte del progetto visitare, e
possiede il controllo della navigazione;
c) struttura in parte lineare e in parte ad albero, nella quale l’utente sia obbligato a
percorrere una frazione dell’ iter, e nella restante frazione abbia il potere di
decidere il percorso per lui più congegnale. È stato deciso, in questa sede, di
utilizzare l’ultima ipotesi: il progetto segue la logica della navigazione, tranne la
parte iniziale, costituita da un video, che funge da introduzione per l’animazione
seguente; da ciò si deduce che il pubblico utente sarà, già dagli inizi, influenzato
dalle immagini e dai contenuti proposti, dovendovi assistere per arrivare
all’animazione. Arrivato alla parte concernente l’animazione, l’utente potrà
procedere mediante due percorsi, ai quali può accedere tramite zone sensibili dello
schermo, visibili con il passaggio del mouse, e attivabili tramite un click dello
stesso. Seguendo questi due percorsi, il pubblico giungerà in due zone distinte,
dove, cliccando con il mouse sopra le zone sensibili dello schermo, potrà prendere
visione della situazione attuale, e di alcune iniziative promosse da diversi enti.
L’animazione presa in esame presenta una struttura ad albero, nei cui rami sono
disposti il problema da analizzare, la situazione attuale, che mette in pericolo
43
44. ecosistema e persone, e la soluzione a tale problema, da attuare il prima possibile
e attuato già nello status quo. Lo schema seguente chiarirà la struttura utilizzata
nella presente sede:
fig. n° 1
Come si può vedere vi sono due rami principali da cui si snoda l’informazione e la
navigazione: uno riguardante il sopra citato problema e l’altro la sempre sopra
citata soluzione; da questi due rami si arriva alla visualizzazione dei due
argomenti principali tramite videoclip, all’interno dei quali vengono esplicate,
tramite interviste, girati, e immagini, i caratteri fondamentali delle due facce della
stessa medaglia.
3.3 Metodologia dell’elaborato ipermediale.
Nel paragrafo precedente è stata delineata la struttura dell’animazione realizzata
in questa sede, in questo paragrafo verrà definita la metodologia e gli strumenti
utilizzati per la creazione della stessa.
44
45. Dopo aver definito la disposizione dell’informazione, è stata rivolta l’attenzione
alle metafore utilizzabili per meglio colpire il pubblico. Per spiegare la necessità
dell’utilizzo delle metafore si deve procedere in una piccola digressione: secondo
fonti autorevoli per memorizzare i suoi discorsi Cicerone utilizzava una tecnica
associativa che venne chiamata tecnica dei loci o tecnica delle stanze; egli
scomponeva il discorso in parole chiave e parole concetto che gli permettessero di
parlare dell'argomento desiderato e associava queste parole, nell'ordine desiderato,
alle stanze di una casa o di un palazzo che conosceva bene, in modo creativo e
insolito; durante l'orazione egli si immaginava di percorrere le stanze di quel
palazzo o di quella casa, e questo faceva sì che le parole concetto del suo discorso
gli venissero in mente nella sequenza desiderata.
È stata descritta questa tecnica, utilizzata e studiata ancora oggi, per spiegare la
motivazione stante dietro l’utilizzo delle metafore, finalizzate alla realizzazione
del prodotto ipermediale: la visualizzazione di luoghi particolari che ospitano
l’informazione ricercata, risultano molto più efficaci, per colpire l’attenzione di un
visitatore, rispetto all’informazione in sé, da ciò si deduce come l’utilizzo di
metafore ambientali, che richiamino sia luoghi chiusi che aperti, siano lo
strumento ideale per catturare l’interesse del pubblico utente e incentivare le
reazioni positive.
La metafora utilizzata raffigura una landa desolata, spoglia di qualsiasi
vegetazione: in questo modo l’utente viene immediatamente reso consapevole
della situazione regnante nella regione, ecosistemi resi fragili dai numerosi e
portentosi incendi, appiccati il più delle volte dolosamente, soprattutto durante la
stagione secca. Affinché la sensazione, sorta grazie alla metafora, risulti ancora
45
46. più forte nel pubblico, l’animazione è preceduta da un clip filmato, in cui,
seguendo il ritmo di una musica incalzante, vengono mostrate immagini di forte
impatto visivo ed emozionale, rappresentanti gli effetti che gli incendi provocano
non solo sull’ambiente ma anche sulle persone: morte, dolore, disperazione.
Nei due rami dell’informazione predisposta, la metafora utilizzata continua,
raffigurando gli aspetti riguardanti il problema e quelli riguardanti la sua
soluzione: una regione bruciata, morta e buia nell’ipotesi che si persegua con gli
incendi, e un luogo rigoglioso, pieno di vegetazione, di luce e di colore,
nell’ipotesi che le azioni e i progetti di sensibilizzazione
consapevolizzino il pubblico sugli effetti nefandi del fenomeno, ed esso si attivi
per bloccare lo stesso.
Al termine dei due percorsi l’utente arriva a poter visionare sei videoclip, trattanti
gli argomenti sopra citati, il problema (gli incendi, due episodi rilevanti nella
storia degli ecosistemi sardi, e un episodio personale dell’autore) e la sua
soluzione (progetti, mostre, e attività realizzati per promuovere la
sensibilizzazione contro il fenomeno).
Il passaggio dall’animazione al realismo dei videoclip è rilevante per sottolineare
l’aspetto metaforico della prima e la concretezza del secondo: grazie il
cambiamento di stile, l’utente si rende maggiormente conto della gravità della
situazione, e viene ancor più incentivato ad attivarsi per modificare la stessa.
I videoclip presentano forme differenti: è presente la tipologia dell’intervista
soprattutto nei video che mostrano il problema, esponendo delle testimonianze
personali, alternate ad immagini relative all’episodio raccontato dagli intervistati,
e anche in un filmato relativo alla soluzione affinché fosse il più chiaro possibile
46
47. lo scopo delle immagini riprese; l’esposizione di numerose immagini, seguenti il
ritmo della musica in sottofondo è presente negli ultimi due video, che
rappresentano l’aspetto relativo alla soluzione del problema.
È importante sottolineare come il passaggio tra i due stili, uno d’animazione e
l’altro realistico, sia stato fortemente voluto per incrementare la percezione del
pericolo nell’utente.
3.4 Analisi e selezione grafica.
Nella fase creativa dell’animazione ipermediale è un buon metodo attuare una
ricerca della grafica che s’intende realizzare: schizzi e varie prove aiutano durante
questa fase. Nella parte relativa al video introduttivo, l’interfaccia utilizzata
rappresenta una sala, e l’utente si trova proprio davanti ad una porta finestra, dove
può vedere il video d’introduzione, e quando vuole può uscire, e ritrovarsi nella
landa desolata dell’animazione principale:
fig. n° 2
47
48. Dopo aver chiara l’emozione che l’elaborato deve suscitare nel pubblico, panico e
spavento, la grafica da utilizzare è stata immediatamente cristallina; di seguito
sono riportati diversi schizzi preliminari:
figg. 3 e 4
figg. 5 e 6
Negli schizzi riportati sopra sono illustrati gli ambienti dell’animazione: nelle
figure 3 e 4 sono rappresentati l’ambiente iniziale e un suo particolare, le rocce
sovrastanti l’acqua; le ultime due figure, la 5 e la 6, rappresentano l’ambiente
relativo alla soluzione e un suo particolare, il fiore sull’albero.
Nelle immagini riportate nella pagina affianco, si vede la grafica utilizzata nella
versione definitiva dell’animazione:
48
49. fig. n° 7
Nella figura n° 7 viene illustrata la grafica della sezione principale: come si può
notare il paesaggio è buio e desolato, vi sono solo due elementi che attirano
l’attenzione dello spettatore, la fenice appollaiata su uno dei due alberi presenti e
il gruppo di foglie secche ammucchiate nell’angolo sinistro della figura; le due
immagini sono due zone sensibili, infatti quando il mouse vi passa sopra la fenice
si illumina e le fogli perdono la loro luminosità, e in questo modo l’utente capisce
di avere dei “portali” per poter accedere ad un’altra zona del paesaggio.
L’immagine rappresentata nella figura n° 8 mostra un fotogramma di cosa accade
quando l’utente clicca sopra la fenice: essa vola spargendo ceneri sul paesaggio
morto, mentre i suoni minacciosi, si trasformano dolcemente nel cinguettio degli
49
50. Sopra la fig. n° 8, e sotto la fig. n° 9.
uccelli, nello sciacquio dell’acqua sulle rive del fiume limpido e azzurro, e la
natura diventa rigogliosa, piena di colori e calore, con farfalle variegate (vedi fig.
n° 9); si può vedere, inoltre, una foglia grigia, quasi morta, alla sinistra dello
schermo, essa è una zona sensibile per tornare indietro, nella landa desolata. Se
invece l’utente clicca sulle foglie morte distese nell’angolo inferiore sinistro dello
50
51. schermo, una scintilla vola su di esse, e prendono immediatamente fuoco,
incendiando tutto il paesaggio, già morto: le fiamme alte lambiscono il cielo, che,
da nero, prende le sfumature del rosso fiamma: come si vede nella figura n° 10:
figg. n° 10 e 11
Nella figura numero 11, viene illustrato il paesaggio che rimane dopo l’incendio
che l’ha devastato: il colore predominante è il rosso, come il colore delle fiamme
51
52. che l’hanno distrutto, con il vento che soffia minaccioso e il fiume minaccia di
compiere un ulteriore saccheggio sulla valle ormai distrutta; anche in
quest’ambiente vi è la foglia incontrata nella sezione della soluzione, la foglia
grigia, qui in basso a destra, per tornare indietro nella landa desolata.
Sia nel paradiso terrestre (fig. n° 9), sia nella valle distrutta (fig. n° 11) vi sono
degli elementi che al passaggio del mouse si rivelano essere delle zone sensibili;
sono rispettivamente i fiori colorati sopra gli alberi, e le foglie secche predisposte
nella valle; tramite questi elementi l’utente, cliccandovi sopra, può accedere alla
visione dei videoclip.
3.5 Metodologia della sezione video.
Prima di realizzare dei filmati è importante eseguirli graficamente, creando la
linea temporale che si vuole seguire, per descrivere l’idea che si vuole prenda
forma durante il montaggio: si deve creare uno storyboard.
Questo è un metodo importante anche nella realizzazione di piccoli filmati come i
videoclip realizzati in questa sede; gli storyboard sono importanti soprattutto nella
realizzazione dei cortometraggi, poiché in questi casi si deve cercare di confluire
molte informazioni in poco tempo, quindi va eseguita una ricerca di analisi e
selezione delle immagini più espressive e che fungano per lo scopo prefissato.
Oltre l’animazione, l’elaborato si compone di parti filmiche, girate e montate:
ancor prima che l’utente possa osservare l’animazione, è spettatore di un primo
filmato, l’introduzione al tema che verrà trattato nell’elaborato, con immagini
molto forti, tese a scuotere la coscienza del pubblico, a spaventarlo; nelle
52
53. immagini seguenti è mostrato lo storyboard creato come linea guida per il
montaggio del videoclip:
il video di introduzione al progetto si apre con le
immagini più suggestive della regione Sarda, mentre la
musica di van Beehtoven, la Quinta Sinfonia, accompagna
le immagini;
seguendo il ritmo incalzante della musica, si susseguono
immagini di incendi e roghi;
una conseguenza degli incendi, oltre la morte della
vegetazione, è la morte, le ustioni per le persone, che si
sono trovate in mezzo alla furia delle fiamme;
seguono immagini delle persone che sopravvivono ai
morti, e la loro disperazione;
la conclusione del video è la morte, per la nostra terra e
le persone che si trovano sulla strada delle fiamme,
morte rappresentata metaforicamente da un teschio.
53
54. Il ritmo del video è incalzante, segue il tempo dato dalla musica terrificante del
celebre compositore; la musica emerge ideale sia per la sua drammaticità che per i
suoi tempi, lenti e veloci insieme, e dona essa stessa significato al video.
Dopo che l’utente si è avventurato all’interno dell’animazione e dei suoi percorsi,
giunge alla visione di altri sei videoclip; i primi tre si trovano nella sezione del
problema e trattano di episodi incendiari, gli ultimi tre si trovano nella sezione
della soluzione, e trattano soluzioni proposte da vari enti per consapevolizzare il
pubblico, ma non solo da enti, anche da scuole materne, che, sviluppando un
programma annuale di sensibilizzazione, giungono alla fine dell’anno a proporre
una rappresentazione teatrale come culmine del percorso affrontato.
In questo video viene affrontato l’episodio in cui, nel 1971, venne appiccato fuoco
al monte Ortobene, stante in Sardegna:
inizialmente vi sono le immagini dei giornali dell’epoca
che parlarono dell’incendio in toni drammatici;
segue l’intervista fatta a dei testimoni dell’incendio, che
hanno vissuto da spettatori impotenti quel giorno, e i loro
racconti ed emozioni;
le parole dell’intervista accompagnano altri titoli dei
giornali di allora; tutte in bianco e nero, in contrasto con i
colori degli intervistati;
54
55. il racconto degli intervistati continua, raccontando la loro
incredulità davanti lo spettacolo che avevano di fronte;
le immagini del monte di ieri si sovrappongono alle parole
degli intervistati, che continuano a testimoniare la follia di
un singolo uomo verso un patrimonio da sempre
considerato di tutti i nuoresi;
la solidarietà non solo dei nuoresi verso il monte, ma di
tutti i sardi verso i nuoresi fu testimoniata dal
pellegrinaggio che dopo un paio di giorni si svolse nelle
strade del monte.
Il secondo video parla di un incendio devastante accaduto qualche anno fa, nella
zone del paese di Lula, nell’estate del 2002:
il video si apre con i titoli di giornali che danno notizia
dell’incendio;
l’intervistata racconta la sua esperienza, ciò che è successo
in quelle drammatiche ore;
55
56. immagini tratte dai giornali, testimoniano i giorni di paura
e l’ampiezza del massacro perpetrato nei confronti delle
colline della zona;
il video termina con la giovane intervistata e le sue parole:
“Ormai del Montalo non rimane che un cumulo di
cenere”, riferendosi a ciò che restò della zona
immediatamente dopo l’incendio.
La musica i questo video è inquietante, ma non prevarica mai la voce
dell’intervistata.
L’ultimo video della sezione del problema incendi parla di un piccolo rogo
appiccato vicino un camping nell’estate del 1006, e subito sedato grazie il
tempestivo intervento dei campeggiatori e l’arrivo dei vigili del fuoco della zona:
il video inizia con immagini raffiguranti il mare della
sardegna; subito dopo la tranquillità delle immagini è
spenta dalle immagini del rogo, e del fumo nella pineta;
gli intervistati parlano a turno della loro esperienza nel
campeggio, della loro vacanza turbata da quest’episodio di
vandalismo;
56
57. le loro parole seguono le immagini dell’incendio,
appiccato a meno di venti metri dal camping, della
disponibilità di molti campeggiatori per arginare
l’incendio, attendendo l’arrivo dei vigili;
il racconto continua con l’arrivo dei vigili del fuoco che
in poco tempo sedano completamente l’incendio;
la possibile causa dell’incendio, ritrovata dopo lo
spegnimento del rogo, era la spazzatura;
il video termina con l’immagine reiterata del mare, per
donare di nuovo tranquillità all’utente.
La musica che ha dominato il video è inquietante, e si
abbassa quando gli intervistati raccontano la loro
esperienza.
Nella sezione della soluzione vi sono, come detto sopra, altri tre video, che
parlano di azione promosse sia da enti che da privati, per la sensibilizzazione del
pubblico e dei giovani.
57
58. Il primo video parla di una mostra realizzata dall’Ente Foreste, denominato
“Inforesta”, che tratta di sei percorsi tematici da percorrere in natura: i sei percorsi
tematici sono illustrati nel video:
il video inizia subito con l’illustrazione di due giovani su
un percorso all’interno del bosco, metafora del percorso
tematico da affrontare nel progetto;
la prima area tematica è la natura; per cui si susseguono
immagini relative all’ambiente naturale; la musica è solo
quella della natura, con il canto degli uccellini e lo
sciabordio dell’acqua;
appaiono di nuovo i due giovani nel sentiero ad indicare
che l’area tematica è conclusa e ne sta per iniziare
un’altra;
l’area tematica ora tratta della biodiversità, per cui si
susseguono immagini trattanti il tema, esempi di
vegetazione diversa tra loro, seguendo la musica della
natura;
l’area tematica è conclusa e ne inizia la successiva,
58
59. l’area tematica tratta i segni del passato, per cui si
susseguono immagini relative all’erosione della roccia da
parte dell’acqua e del vento, metafore del tempo e del
cambiamento;
l’area tematica è conclusa e inizia la successiva;
le risorse utilizzabili per salvare l’ambiente: seguono le
immagini di una mostra che sta percorrendo l’intera
Sardegna nei vari aeroporti per sensibilizzare il
pubblico;
infine l’area tematica relativa agli incendi, seguono le
immagini dell’incendio scoppiato vicino un camping,
nell’estate del 2006.
Nel prossimo video si parla di una rappresentazione teatrale eseguita dagli alunni
di una scuola materna al termine di un anno scolastico incentrato sul tema della
natura, un modo per insegnare ai piccoli l’importanza dell’ambiente.
Il video inizia con immagini rappresentanti il mare, a
rappresentare un mondo pacifico e tranquillo;
iniziano a susseguirsi le immagini relative alla
rappresentazione teatrale dei bambini, accompagnata
da una musica infantile;
59
60. dopo le immagini dei bambini ritorna la quiete dello
sciabordio delle onde del mare.
Nell’ultimo video viene rappresentata la mostra esposta nell’aeroporto di Cagliari
e inaugurata l’11 Febbraio 2007:
Viene presentata la mostra;
viene intervistata una guardia che spiega le motivazioni
della mostra;
le immagini mostrano gli oggetti esposti che si
contrappongono al filmato anch’esso esposto;
viene intervistata un'altra guardia che spiega l’itinerario
della mostra;
si susseguono le immagini in giro per la mostra;
60
61. la visita volge al termine.
Come si è potuto vedere, la rappresentazione grafica dei video è un buon
strumento perché sia il grafico che il committente possano avere l’idea del
risultato finale.
3.6 Sviluppi futuri: panoramica della comunità virtuale: “Naturalmente
Giovani”.
Gli elaborati multimediali, pur avendo un codice linguistico comprensivo per il
target group delineato, devono avere un canale di distribuzione adeguato per poter
avere una “vita sufficientemente lunga”.
Nel capitolo successivo verranno delineati i possibili canali, mentre nel presente
paragrafo e nei prossimi, viene esposta l’ipotesi di una comunità virtuale, un
weblog, che possa essere il canale di distribuzione dell’elaborato sopra esposto:
“Naturalmente giovani”. Il titolo indica sia il pubblico utente a cui il blog si
rivolge, sia il tema degli argomenti trattati, la natura.
Le comunità virtuali, in particolare i blog, sono il fenomeno della rete degli ultimi
anni, e, stando ai dati raccolti da technorati1, la blogsfera raddoppia il suo volume
ogni 200 giorni, e oggigiorno se ne contano circa 5 milioni.
1
www.technorati.com, il principale motore di ricerca dei blog.
61