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Ottobre 2012

                             RASSEGNA
                              STAMPA




Si parla di Massimo Caputi
Il Sole 24 Ore 12/10/2012 pg. 37

La nuova Prelios punta su Scotti al vertice
Feidos supera Fortress e affida il rilancio al manager di Generali Immobiliare
L'OPERAZIONE I negoziati proseguiranno fino al 12 novembre Gli attuali soci pronti a partecipare
al rilancio della società immobiliare
Carlo Festa
Parte la fase due del riassetto di Prelios, la ex-Pirelli Real Estate controllata da un patto di sindacato
che ruota attorno a Camfin. Il Cda della società immobiliare, dal quale ha deciso di dimettersi
Davide Malacalza in chiaro contrasto sulle strategie della galassia Camfin e in dissenso
sull'approvazione della semestrale, ha concesso un periodo di negoziato in esclusiva alla Feidos di
Massimo Caputi fino al 12 novembre. L'offerta di Caputi sarebbe risultata maggiormente
competitiva rispetto a quella concorrente del gruppo americano Fortress in quanto la struttura
dell'operazione, nelle sue linee essenziali, ricalcherebbe l'ipotesi di lavoro sulla quale già stavano
lavorando gli attuali azionisti e le banche. Ma c'è un'altra motivazione che ha fatto pendere l'ago
della bilancia a favore della cordata italiana: l'offerta di Feidos garantirebbe una maggiore velocità
di esecuzione del piano di rilancio. Pur nella sua validità industriale, l'offerta di Fortress, che
prevede un aumento di capitale da 125 milioni, allungherebbe i tempi per via del conferimento di
asset e dei processi di integrazione tra le società di servizi italiane dei due gruppi.
Ora ci sarà circa un mese per portare a termine l'operazione: periodo nel quale la proposta andrà
mediata con gli altri attori che hanno ribadito la volontà di accompagnare il piano di rilancio
dell'immobiliare della Bicocca, cioè creditori da una parte e membri del patto di sindacato dall'altra.
Feidos opererà tramite un veicolo che verrà costituito nei prossimi giorni (cioè Feidos 11). Azionisti
della newco saranno Massimo Caputi, tra i fondatori di Idea Fimit, più altri azionisti il cui nome
verrà svelato nei prossimi giorni. Tra i soci ci sarà anche Giuseppe Cornetto Bourlot, imprenditore,
senior advisor di Schroeders. Secondo indiscrezioni, la cordata Feidos avrebbe anche già il nome
per il prossimo amministratore delegato di Prelios: pare, secondo i rumors, che possa essere quello
di Giancarlo Scotti, Ad di Generali Immobiliare Sgr.
Sempre secondo indiscrezioni, l'offerta di Feidos prevederebbe un aumento di capitale di 135
milioni, di cui 25 attraverso un intervento diretto per cassa riservato ai nuovi soci e altri 25 milioni
riservati agli attuali soci aderenti al patto di sindacato di Prelios. Al mercato verrà invece offerto in
opzione un aumento da 85 milioni, garantiti dagli attuali finanziatori della società in parte attraverso
la conversione di una parte del debito, e in parte per cassa.
A Prelios potrebbero così arrivare 105 milioni di nuova liquidità. L'offerta di Feidos si basa anche
su una revisione della struttura finanziaria del debito (550 milioni di linee corporate, mentre i debiti
pro-quota dei veicoli-fondi partecipati da Prelios sono pari a 1,5 miliardi a fronte di attivi pro-quota
per 2.2 miliardi) compresi gli oneri finanziari fino a fine anno, mentre i debiti "senior" si ridurranno
a circa 250 milioni e saranno riscadenziati a fine 2018 con tassi più leggeri nei primi tre anni. Se
questi sono i dati di partenza, è però verosimile che dal confronto con banche e soci l'articolazione
dell'offerta potrà subire variazioni anche sensibili.
Servirà prima un nuovo passaggio in consiglio di Prelios una volta definita l'articolazione della
struttura del rafforzamento patrimoniale e finanziario. L'obiettivo del pool di investitori riuniti
attorno a Feidos sarebbe quello di trasformare l'immobiliare della Bicocca, anche grazie ad un
immediato aumento di capitale, in un polo europeo di servizi immobiliari finanziari.
Corriere della Sera - Mario Gerevini - 13/10/2012 pg. 49 ed. Nazionale

La scalata immobiliare di Caputi
Il personaggio
In Piazza Affari Dalla quotazione del fondo Fimit alla trattativa per Prelios Buonuscita Da Fimit è
uscito ad aprile con un'opzione che gli ha reso 20 milioni
Il prototipo dell'uomo d'affari. Molteplici affari ma con gli immobili nel Dna e nel portafoglio.
Massimo Caputi è uno di quelli che nella valigetta ha sempre le carte per chiudere un'operazione e i
documenti per avviarne un'altra. È anche, sospettano i maligni, uno che si è fatto un sito internet
(massimocaputi.com da non confondere con l'omonimo .it del giornalista sportivo) per cacciare
indietro nel ranking di Google le notizie «fastidiose», tipo le multe della Consob per non aver
comunicato operazioni in conflitto di interessi, oppure l'inchiesta della magistratura sulla
compravendita di un immobile a Roma in via della Stamperia. Ingegnere come il padre, 59 anni,
nato a Chieti, è cresciuto a pane e mattoni fin da quando, trent'anni fa, prese in mano la società di
famiglia, la Proger (progettazione e direzione lavori). Fu il trampolino per entrare nel mondo delle
Ferrovie dello Stato che a metà anni 90 lo assumono per gestire la stazione Termini che poi
diventerà il progetto Grandi Stazioni, concluso con una privatizzazione. In pochi mesi, prima del
Giubileo 2000, Termini viene totalmente riorganizzata e riqualificata. E Caputi ha già cominciato a
tessere la sua tela di relazioni nel mondo romano dei ministeri e dell'economia. Con una punta di
narcisismo il sito massimocaputi.com ricorda che all'inaugurazione della "nuova" Termini erano
«presenti, ed entusiasti, l'allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi,, il sindaco di
Roma, Francesco Rutelli, e il primo ministro, Massimo D'Alema». Presenti ed entusiasti.
La vita da manager di Stato prosegue con il governo Berlusconi: il ministro dell'Economia Giulio
Tremonti nel 2002 piazza Caputi alla guida di Sviluppo Italia dove rimane tre anni. Intanto la rete di
relazioni si alza di livello. L'ingegnere abruzzese diventa l'uomo indicato da Francesco Gaetano
Caltagirone del consiglio Montepaschi. Si alza di livello anche il conto in banca del manager.
All'epoca delle scalate bancarie Caputi risultava aver fatto transitare su un suo conto in Banca
Intermobiliare 12 milioni di euro in azioni Bnl. Acquisite, in parte, anche grazie a un finanziamento
della stesa banca senese. Con la Borsa Caputi ha sempre avuto un certo feeling e molto fiuto. Ma è
il real estate la vera passione, soprattutto nella versione più sofisticata della finanza immobiliare. È
per questo che nella sua storia professionale ha un'importanza centrale Fimit sgr che colloca il
fondo Alpha, «il primo fondo ad apporto pubblico in Italia» e il primo quotato alla Borsa di Milano.
In Fimit Caputi entra da manager ed esce da azionista dopo che la società si è fusa con la First
Atlantic Real Estate sgr del gruppo De Agostini, dando vita a IDeA Fimit sgr, un colosso da oltre 10
miliardi di patrimonio e 31 fondi. Ovviamente Caputi ne è uscito (anticipando un'opzione di
vendita) con un discreto gruzzolo: circa 20 milioni. Era l'11 aprile scorso. E nella valigetta forse
c'erano già le carte per andare, insieme a Roberto Haggiag, alla caccia di Prelios, la ex Pirelli Real
Estate.
Sole 24 Ore 17/10/2012 pg. 35

Avanti le cessioni di Prelios
Fondo Tecla
Paola Dezza
MILANO
C'è aria di dismissioni in casa Prelios. A finire sul mercato a brevissimo termine un portafoglio
immobiliare in capo al fondo quotato Tecla, della cui vendita è stata incaricata la società di
consulenza Cbre, prima che la stessa Prelios - che è in vendita - concedesse un periodo di negoziato
in esclusiva alla Feidos di Massimo Caputi fino al 12 novembre prossimo. La consistenza del
portafoglio si aggira intorno ai 200 milioni di euro, un valore raro oggi sul mercato e una sfida per
via della pesante congiuntura vissuta dal settore real estate. Nove sono gli asset del portafoglio in
questione, dislocati su tutto il territorio nazionale, da Milano a Palermo, che saranno venduti
singolarmente con una campagna innovativa sul fronte del marketing. Già tra due o tre mesi
potrebbero pervenire le prime manifestazioni di interesse.
Del pacchetto fanno parte cinque edifici attualmente affittati al gruppo Telecom Italia e situati a
Milano - via Plana -, Busto Arsizio, Cassina de' Pecchi, Palermo e San Remo. Tali edifici hanno sì
un contratto di affitto in essere fino al 2021, e quindi un rendimento certo per i prossimi nove anni,
ma presentano qualche difficoltà di conversione - sostengono alcuni esperti - perché ospitano le
centraline del gestore telefonico.
Repubblica.it 05/10/2012

L'offerta di Feidos
Economia&Finanza

L'offerta di Feidos E' la società immobiliare romana fondata da Massimo Caputi Feidos mette sul
piatto 135 milioni, di cui 25 milioni attraverso un aumento di capitale riservato a nuovi soci e 25
milioni per gli attuali azionisti del patto di Prelios. Al mercato verrà invece offerto un aumento da
85 milioni che sarà in parte garantito dalle banche per cassa o eventualmente convertendo i crediti
in capitale. Ad ogni modo Feidos si è resa disponibile di investire ulteriori 25 milioni in proposito.
Nelle casse della nuova Prelios arriveranno oltre 100 milioni di nuova liquidità, mentre i debiti si
ridurranno a circa 250 milioni. Questo nuovo debito sarà riscadenziato al 2018 e presenterà da
prima interessi bassi, molto sostenibili e legati ai flussi di cassa generati dalla società. Gli altri 300
milioni di passività che gravano sulla capogruppo saranno come congelati sotto forma di un debito
che sarà condizionato alla progressiva vendita del patrimonio di Prelios (stimato in circa 600
milioni) e che saranno rimborsati ancor più velocemente se le dismissioni andranno a buon fine
generando flussi superiori a 375 milioni.
Repubblica.it 05/10/2012

Prelios al bivio sul tavolo le due offerte
Economia&Finanza

L'operazione Prelios al bivio sul tavolo le due offerte La società immobiliare ha ricevuto le proposte
della Feidos di Massimo Caputi e quella del gruppo Usa, Fortress, per risolvere la tensione
finanziaria in cui è caduta. Nella trattativa sarà determinante il peso delle banche creditrici
MILANO - L'obiettivo è dare alla Prelios la liquidità necessaria per portare avanti l'operatività
senza essere costretta a dover svendere i suoi immobili, preservare il posto di lavoro dei 950
dipendenti del gruppo e garantire i crediti delle banche (340 milioni) e di Pirelli (160).
Un'operazione delicata e difficile, perché la coperta è corta, i tempi sono stretti e il comparto del
mattone continua a navigare a vista. La società, controllata da Pirelli, si trova in tensione finanziaria
e ha necessità dell'ingresso di un nuovo socio nel capitale in quanto è a rischio la continuità
aziendale. Entro mercoledì 10 dovrebbe essere convocato un consiglio di Prelios per esaminare nel
dettaglio le due offerte e sceglierne una con cui proseguire in esclusiva la trattativa. La prima offerta
è quella della Feidos di Massimo Caputi, che insieme a una cordata di imprenditori vorrebbe
rilanciare Prelios reclutando un nuovo presidente e un nuovo amministratore delegato di standig per
fare della società il maggiore gruppo italiano dei servizi immobiliari. La seconda proposta arriva dal
gruppo americano Fortress, che oltre a un'esperienza internazionale vorrebbe conferire le sue
attività immobiliari aumentando il patrimonio del gruppo. Solo che in questa fase di stretta
creditizia l'offerta di immobili abbonda e quella di capitali scarseggia, motivo per cui l'offerta di
Caputi è preferita non solo perché meglio tutela i dipendenti del gruppo, ma perché meglio soddisfa
i crediti delle banche. Se l'operazione andrà a buon fine, sarà un successo per tutti, anche perché il
risanamento di Prelios sarà fatto in bonis, senza ricorrere alle procedure concorsuali e senza
chiedere alle banche di stralciare i loro crediti nei confronti dell'azienda.
Sole 24 Ore 06/10/2012 pg. 29

Prelios, verso un patto tra nuovi e vecchi soci
MILANO
La partita Camfin si intreccia a quella altrettanto complessa che chiama in causa il destino di
Prelios. Un destino che potrebbe venir deciso nei prossimi giorni e che potrebbe veder prevalere
l'offerta della Feidos di Massimo Caputi rispetto alla proposta dell'americana Fortress, che risulta
essere un passo indietro. Nel corso del week end è possibile che si cerchi di recuperare, con un
supplemento di trattativa, l'attuale svantaggio degli americani ma, anche per il tipo di contenuti, il
piano messo sul piatto da Caputi risulterebbe essere più di un'incollatura avanti rispetto al progetto
di Fortress.
Il motivo è legato alla struttura dell'operazione che nelle sue linee essenziali ricalcherebbe l'ipotesi
di lavoro sulla quale si stavano applicando gli attuali soci del patto e le banche creditrici. In
particolare, privilegerebbe una possibile alleanza tra il vecchio patto di sindacato e il nuovo
azionista entrante. Non è un caso, in questo senso, che Camfin in un vecchio consiglio di
amministrazione abbia stabilito di riservare al rilancio di Prelios parte delle risorse che raccoglierà
con il bond convertibile.
Quanto all'offerta di Caputi, stando a quanto è stato possibile ricostruire, Feidos punterebbe su una
ricapitalizzazione complessiva di 175 milioni. Di questi, circa 50 milioni sarebbero da considerarsi
pre money, altri 50 milioni, invece, dovrebbero essere garantiti, 25 milioni a testa, dal vecchio patto
e dal nuovo azionista. All'appello mancherebbero poi altri 75 milioni. Una fetta, 25 milioni, sarebbe
riservata alle banche creditrici che trasformerebbero così parte dei loro crediti in capitale mentre i
restanti 50 milioni verrebbero offerti al mercato. L'obiettivo, in ogni caso, è di continuare a
mantenere il patto di sindacato sotto la soglia chiave del 30%, per evitare che scatti l'obbligo d'Opa
in capo ai soci. Possibile, poi, che le condizioni per l'iniezione di liquidità siano in linea con quelle
fin qui applicate sul mercato, ossia con uno sconto importante sul terp. Peraltro, per dare ancora
maggiore consistenza alla proposta, Feidos avrebbe già dato mandato a un importante head hunter
di Londra perché individui un amministratore delegato dal profilo internazionale che possa prendere
le redini del gruppo immobiliare.
Insomma, come detto, il piano di Caputi sembra essere un passo avanti rispetto a quello di Fortress,
si tratta ora di capire se il fine settimana potrà servire agli americani per colmare il gap.
Il Sole 24 Ore 07/10/2012 pg. 19

Prelios, al via il confronto con Fortress
Riassetti. Caso Camfin: entro 48 ore atteso il summit tra Tronchetti e Malacalza sulle vicende dei
piani alti Pirelli

Carlo Festa

Agenda fitta di impegni per la galassia Tronchetti Provera. Da domani riprenderanno infatti gli incontri con i
possibili pretendenti del riassetto di Prelios in vista del Cda della società immobiliare previsto per giovedì
mattina. Il board dovrà decidere la migliore offerta tra le due pervenute: quella della Feidos di Massimo
Caputi da una parte e dall'altra quella degli americani di Fortress, che tra lunedì e martedì si vedranno con le
banche creditrici della società immobiliare per meglio definire la loro proposta.
Tra martedì e mercoledì è poi atteso il summit tra Marco Tronchetti Provera e Vittorio Malacalza per
discutere delle vicende dei piani alti della galassia. In quest'occasione ci sarà un nuovo faccia a faccia tra i
due contendenti, ex-alleati e ora soci ai ferri corti a causa dei ripetuti contrasti su come ridurre il debito (di
circa 382 milioni) di Camfin.
L'incontro, dove probabilmente ci saranno i rappresentanti legali delle due parti, servirà per tornare sulla
vicenda del prestito convertibile per il rifinanziamento della holding che controlla Pirelli, bond ormai vicino
al lancio e da tempo criticato dalla famiglia genovese propensa a preferire un aumento di capitale.
L'incontro tra Tronchetti e Malacalza è stato convocato in base a una norma del patto di sindacato che lega i
due soci nella holding di controllo di Pirelli: l'articolo 6 comma 2 (che disciplina l'eventualità in cui
un'operazione comporti un incremento di debito inferiore ai 40 milioni) richiede infatti l'attivazione del
meccanismo della consultazione.
E proprio qui sta uno dei punti cruciali dell'incontro previsto fra due giorni, dove Malacalza potrebbe avviare
un altro affondo legale. Allo stato attuale il progetto delle banche (Banca Imi e UniCredit) prevede infatti
un'emissione obbligazionaria per complessivi 170 milioni: di questi buona parte, circa 132 milioni, sono
destinati al rimborso dell'attuale debito. Restano a disposizione più o meno 38 milioni.
E proprio il nodo dell'incremento di debito potrebbe essere oggetto di impugnazioni legali da parte dei
Malacalza supportati su questo fronte dallo studio Erede Bonelli Pappalardo. Mancano infatti solo due
milioni per arrivare alla soglia dei 40 milioni, sufficiente perché la famiglia genovese possa esercitare il
diritto di veto rispetto all'emissione del bond. Un appiglio potrebbero diventare i costi accessori
dell'operazione, predisposta da UniCredit in qualità di banca agente e supportata anche da Intesa Sanpaolo e
Bnp Paribas, e gli interessi da pagare che potrebbero fare sforare il tetto dei 40 milioni. La tesi dei legali di
Tronchetti, seguito dallo studio Labruna Mazziotti Segni, non lascerebbe tuttavia spazio a repliche visto che
interessi e costi accessori sarebbero da intendere come costi operativi e non fanno generalmente parte dello
stato patrimoniale e quindi in teoria non potrebbero essere imputati alla voce debito. Inoltre Camfin avrebbe
la possibilità di rimborsare alle banche una tranche dei 38 milioni residui, di cui 20 dovrebbero servire alla
ricapitalizzazione di Prelios. E c'è chi scommette che Camfin per evidente azioni legali stutturerà
l'operazione in modo da evitare di superare la soglia dei 40 milioni.
L'incontro tra Tronchetti e Malacalza avviene a pochi giorni dall'assemblea di Gpi - la cassaforte che
controlla Camfin e a cascata Pirelli - che ha votato un aumento di capitale fino a un massimo di 45 milioni e
bloccato la proposta di ricapitalizzazione da 110 milioni presentata dal socio genovese.
L'impressione tra gli addetti ai lavori è che si stia preparando il terreno per una scissione tra i due
contendenti, che secondo i patti non può però avvenire prima del luglio 2013 con disdetta nel gennaio del
prossimo anno. Alla finestra, per rilevare eventualmente la quota dei Malacalza, c'è la Investindustrial di
Andrea Bonomi che nelle ultime settimane ha già avuto alcuni incontri con Tronchetti Provera e i suoi
advisor.
La settimana entrante sarà comunque decisiva per la tabella di marcia volta al lancio del bond di Camfin, con
il via libera definitivo di un consiglio di amministrazione della holding previsto forse venerdì. Il board di
Camfin, inoltre, servirà per fare il punto sulla controllata Prelios, alla luce delle decisoni del Cda di
quest'ultima di giovedì mattina sulle due proposte sul tavolo: in particolare, l'offerta di Feidos punta su un
allargamento del patto di sindacato di Prelios e su un'iniezione di capitale per 175 milioni. Più articolata
invece l'offerta di Fortress che prevede anche il conferimento delle attività italiane (Torre Sgr e Italfondiario)
per le quali restano da definire i concambi.
Il Secolo XIX 03/10/2012 pg. 12 ed. Genova

CAMFIN VOLA IN BORSA, IN SETTIMANA IL VIA LIBERA AL BOND
PIAZZA AFFARI, MILANO - Prosegue la corsa di Camfin (+2,32%) in Borsa con il mercato che
scommette su un riassetto nell'azionariato della holding che controlla Pirelli. Anche se ora
l'attenzione è tutta spostata sugli scenari che si potrebbero aprire quando e se si consumerà il
divorzio tra la famiglia Malacalza e Marco Tronchetti Provera resta aperto il tema del
rifinanziamento. Il lavoro delle banche, secondo quanto si apprende, si sta concludendo e i
preparativi potrebbero essere ultimati questa settimana. Il prossimo step sarà la convocazione di un
cda, che ad oggi non risulta ancora calendarizzato, che dovrà dare il via libera all'operazione.
Ottobre caldo per il gruppo che punta a stringere sul fronte Prelios. Settimana prossima dovrebbe
tornare a riunirsi il cda «per le finali determinazioni» dopo aver approfondito le offerte arrivate da
Fortress e la cordata Caputi insieme alle banche e ai soci del patto di sindacato (Camfin, Generali,
Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Edizione e Massimo Moratti).

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Rassegna stampa - Prelios Real Estate sceglie Feidos di Massimo Caputi

  • 1. Ottobre 2012 RASSEGNA STAMPA Si parla di Massimo Caputi
  • 2. Il Sole 24 Ore 12/10/2012 pg. 37 La nuova Prelios punta su Scotti al vertice Feidos supera Fortress e affida il rilancio al manager di Generali Immobiliare L'OPERAZIONE I negoziati proseguiranno fino al 12 novembre Gli attuali soci pronti a partecipare al rilancio della società immobiliare Carlo Festa Parte la fase due del riassetto di Prelios, la ex-Pirelli Real Estate controllata da un patto di sindacato che ruota attorno a Camfin. Il Cda della società immobiliare, dal quale ha deciso di dimettersi Davide Malacalza in chiaro contrasto sulle strategie della galassia Camfin e in dissenso sull'approvazione della semestrale, ha concesso un periodo di negoziato in esclusiva alla Feidos di Massimo Caputi fino al 12 novembre. L'offerta di Caputi sarebbe risultata maggiormente competitiva rispetto a quella concorrente del gruppo americano Fortress in quanto la struttura dell'operazione, nelle sue linee essenziali, ricalcherebbe l'ipotesi di lavoro sulla quale già stavano lavorando gli attuali azionisti e le banche. Ma c'è un'altra motivazione che ha fatto pendere l'ago della bilancia a favore della cordata italiana: l'offerta di Feidos garantirebbe una maggiore velocità di esecuzione del piano di rilancio. Pur nella sua validità industriale, l'offerta di Fortress, che prevede un aumento di capitale da 125 milioni, allungherebbe i tempi per via del conferimento di asset e dei processi di integrazione tra le società di servizi italiane dei due gruppi. Ora ci sarà circa un mese per portare a termine l'operazione: periodo nel quale la proposta andrà mediata con gli altri attori che hanno ribadito la volontà di accompagnare il piano di rilancio dell'immobiliare della Bicocca, cioè creditori da una parte e membri del patto di sindacato dall'altra. Feidos opererà tramite un veicolo che verrà costituito nei prossimi giorni (cioè Feidos 11). Azionisti della newco saranno Massimo Caputi, tra i fondatori di Idea Fimit, più altri azionisti il cui nome verrà svelato nei prossimi giorni. Tra i soci ci sarà anche Giuseppe Cornetto Bourlot, imprenditore, senior advisor di Schroeders. Secondo indiscrezioni, la cordata Feidos avrebbe anche già il nome per il prossimo amministratore delegato di Prelios: pare, secondo i rumors, che possa essere quello di Giancarlo Scotti, Ad di Generali Immobiliare Sgr. Sempre secondo indiscrezioni, l'offerta di Feidos prevederebbe un aumento di capitale di 135 milioni, di cui 25 attraverso un intervento diretto per cassa riservato ai nuovi soci e altri 25 milioni riservati agli attuali soci aderenti al patto di sindacato di Prelios. Al mercato verrà invece offerto in opzione un aumento da 85 milioni, garantiti dagli attuali finanziatori della società in parte attraverso la conversione di una parte del debito, e in parte per cassa. A Prelios potrebbero così arrivare 105 milioni di nuova liquidità. L'offerta di Feidos si basa anche su una revisione della struttura finanziaria del debito (550 milioni di linee corporate, mentre i debiti pro-quota dei veicoli-fondi partecipati da Prelios sono pari a 1,5 miliardi a fronte di attivi pro-quota per 2.2 miliardi) compresi gli oneri finanziari fino a fine anno, mentre i debiti "senior" si ridurranno a circa 250 milioni e saranno riscadenziati a fine 2018 con tassi più leggeri nei primi tre anni. Se questi sono i dati di partenza, è però verosimile che dal confronto con banche e soci l'articolazione dell'offerta potrà subire variazioni anche sensibili. Servirà prima un nuovo passaggio in consiglio di Prelios una volta definita l'articolazione della struttura del rafforzamento patrimoniale e finanziario. L'obiettivo del pool di investitori riuniti attorno a Feidos sarebbe quello di trasformare l'immobiliare della Bicocca, anche grazie ad un immediato aumento di capitale, in un polo europeo di servizi immobiliari finanziari.
  • 3. Corriere della Sera - Mario Gerevini - 13/10/2012 pg. 49 ed. Nazionale La scalata immobiliare di Caputi Il personaggio In Piazza Affari Dalla quotazione del fondo Fimit alla trattativa per Prelios Buonuscita Da Fimit è uscito ad aprile con un'opzione che gli ha reso 20 milioni Il prototipo dell'uomo d'affari. Molteplici affari ma con gli immobili nel Dna e nel portafoglio. Massimo Caputi è uno di quelli che nella valigetta ha sempre le carte per chiudere un'operazione e i documenti per avviarne un'altra. È anche, sospettano i maligni, uno che si è fatto un sito internet (massimocaputi.com da non confondere con l'omonimo .it del giornalista sportivo) per cacciare indietro nel ranking di Google le notizie «fastidiose», tipo le multe della Consob per non aver comunicato operazioni in conflitto di interessi, oppure l'inchiesta della magistratura sulla compravendita di un immobile a Roma in via della Stamperia. Ingegnere come il padre, 59 anni, nato a Chieti, è cresciuto a pane e mattoni fin da quando, trent'anni fa, prese in mano la società di famiglia, la Proger (progettazione e direzione lavori). Fu il trampolino per entrare nel mondo delle Ferrovie dello Stato che a metà anni 90 lo assumono per gestire la stazione Termini che poi diventerà il progetto Grandi Stazioni, concluso con una privatizzazione. In pochi mesi, prima del Giubileo 2000, Termini viene totalmente riorganizzata e riqualificata. E Caputi ha già cominciato a tessere la sua tela di relazioni nel mondo romano dei ministeri e dell'economia. Con una punta di narcisismo il sito massimocaputi.com ricorda che all'inaugurazione della "nuova" Termini erano «presenti, ed entusiasti, l'allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi,, il sindaco di Roma, Francesco Rutelli, e il primo ministro, Massimo D'Alema». Presenti ed entusiasti. La vita da manager di Stato prosegue con il governo Berlusconi: il ministro dell'Economia Giulio Tremonti nel 2002 piazza Caputi alla guida di Sviluppo Italia dove rimane tre anni. Intanto la rete di relazioni si alza di livello. L'ingegnere abruzzese diventa l'uomo indicato da Francesco Gaetano Caltagirone del consiglio Montepaschi. Si alza di livello anche il conto in banca del manager. All'epoca delle scalate bancarie Caputi risultava aver fatto transitare su un suo conto in Banca Intermobiliare 12 milioni di euro in azioni Bnl. Acquisite, in parte, anche grazie a un finanziamento della stesa banca senese. Con la Borsa Caputi ha sempre avuto un certo feeling e molto fiuto. Ma è il real estate la vera passione, soprattutto nella versione più sofisticata della finanza immobiliare. È per questo che nella sua storia professionale ha un'importanza centrale Fimit sgr che colloca il fondo Alpha, «il primo fondo ad apporto pubblico in Italia» e il primo quotato alla Borsa di Milano. In Fimit Caputi entra da manager ed esce da azionista dopo che la società si è fusa con la First Atlantic Real Estate sgr del gruppo De Agostini, dando vita a IDeA Fimit sgr, un colosso da oltre 10 miliardi di patrimonio e 31 fondi. Ovviamente Caputi ne è uscito (anticipando un'opzione di vendita) con un discreto gruzzolo: circa 20 milioni. Era l'11 aprile scorso. E nella valigetta forse c'erano già le carte per andare, insieme a Roberto Haggiag, alla caccia di Prelios, la ex Pirelli Real Estate.
  • 4. Sole 24 Ore 17/10/2012 pg. 35 Avanti le cessioni di Prelios Fondo Tecla Paola Dezza MILANO C'è aria di dismissioni in casa Prelios. A finire sul mercato a brevissimo termine un portafoglio immobiliare in capo al fondo quotato Tecla, della cui vendita è stata incaricata la società di consulenza Cbre, prima che la stessa Prelios - che è in vendita - concedesse un periodo di negoziato in esclusiva alla Feidos di Massimo Caputi fino al 12 novembre prossimo. La consistenza del portafoglio si aggira intorno ai 200 milioni di euro, un valore raro oggi sul mercato e una sfida per via della pesante congiuntura vissuta dal settore real estate. Nove sono gli asset del portafoglio in questione, dislocati su tutto il territorio nazionale, da Milano a Palermo, che saranno venduti singolarmente con una campagna innovativa sul fronte del marketing. Già tra due o tre mesi potrebbero pervenire le prime manifestazioni di interesse. Del pacchetto fanno parte cinque edifici attualmente affittati al gruppo Telecom Italia e situati a Milano - via Plana -, Busto Arsizio, Cassina de' Pecchi, Palermo e San Remo. Tali edifici hanno sì un contratto di affitto in essere fino al 2021, e quindi un rendimento certo per i prossimi nove anni, ma presentano qualche difficoltà di conversione - sostengono alcuni esperti - perché ospitano le centraline del gestore telefonico.
  • 5. Repubblica.it 05/10/2012 L'offerta di Feidos Economia&Finanza L'offerta di Feidos E' la società immobiliare romana fondata da Massimo Caputi Feidos mette sul piatto 135 milioni, di cui 25 milioni attraverso un aumento di capitale riservato a nuovi soci e 25 milioni per gli attuali azionisti del patto di Prelios. Al mercato verrà invece offerto un aumento da 85 milioni che sarà in parte garantito dalle banche per cassa o eventualmente convertendo i crediti in capitale. Ad ogni modo Feidos si è resa disponibile di investire ulteriori 25 milioni in proposito. Nelle casse della nuova Prelios arriveranno oltre 100 milioni di nuova liquidità, mentre i debiti si ridurranno a circa 250 milioni. Questo nuovo debito sarà riscadenziato al 2018 e presenterà da prima interessi bassi, molto sostenibili e legati ai flussi di cassa generati dalla società. Gli altri 300 milioni di passività che gravano sulla capogruppo saranno come congelati sotto forma di un debito che sarà condizionato alla progressiva vendita del patrimonio di Prelios (stimato in circa 600 milioni) e che saranno rimborsati ancor più velocemente se le dismissioni andranno a buon fine generando flussi superiori a 375 milioni.
  • 6. Repubblica.it 05/10/2012 Prelios al bivio sul tavolo le due offerte Economia&Finanza L'operazione Prelios al bivio sul tavolo le due offerte La società immobiliare ha ricevuto le proposte della Feidos di Massimo Caputi e quella del gruppo Usa, Fortress, per risolvere la tensione finanziaria in cui è caduta. Nella trattativa sarà determinante il peso delle banche creditrici MILANO - L'obiettivo è dare alla Prelios la liquidità necessaria per portare avanti l'operatività senza essere costretta a dover svendere i suoi immobili, preservare il posto di lavoro dei 950 dipendenti del gruppo e garantire i crediti delle banche (340 milioni) e di Pirelli (160). Un'operazione delicata e difficile, perché la coperta è corta, i tempi sono stretti e il comparto del mattone continua a navigare a vista. La società, controllata da Pirelli, si trova in tensione finanziaria e ha necessità dell'ingresso di un nuovo socio nel capitale in quanto è a rischio la continuità aziendale. Entro mercoledì 10 dovrebbe essere convocato un consiglio di Prelios per esaminare nel dettaglio le due offerte e sceglierne una con cui proseguire in esclusiva la trattativa. La prima offerta è quella della Feidos di Massimo Caputi, che insieme a una cordata di imprenditori vorrebbe rilanciare Prelios reclutando un nuovo presidente e un nuovo amministratore delegato di standig per fare della società il maggiore gruppo italiano dei servizi immobiliari. La seconda proposta arriva dal gruppo americano Fortress, che oltre a un'esperienza internazionale vorrebbe conferire le sue attività immobiliari aumentando il patrimonio del gruppo. Solo che in questa fase di stretta creditizia l'offerta di immobili abbonda e quella di capitali scarseggia, motivo per cui l'offerta di Caputi è preferita non solo perché meglio tutela i dipendenti del gruppo, ma perché meglio soddisfa i crediti delle banche. Se l'operazione andrà a buon fine, sarà un successo per tutti, anche perché il risanamento di Prelios sarà fatto in bonis, senza ricorrere alle procedure concorsuali e senza chiedere alle banche di stralciare i loro crediti nei confronti dell'azienda.
  • 7. Sole 24 Ore 06/10/2012 pg. 29 Prelios, verso un patto tra nuovi e vecchi soci MILANO La partita Camfin si intreccia a quella altrettanto complessa che chiama in causa il destino di Prelios. Un destino che potrebbe venir deciso nei prossimi giorni e che potrebbe veder prevalere l'offerta della Feidos di Massimo Caputi rispetto alla proposta dell'americana Fortress, che risulta essere un passo indietro. Nel corso del week end è possibile che si cerchi di recuperare, con un supplemento di trattativa, l'attuale svantaggio degli americani ma, anche per il tipo di contenuti, il piano messo sul piatto da Caputi risulterebbe essere più di un'incollatura avanti rispetto al progetto di Fortress. Il motivo è legato alla struttura dell'operazione che nelle sue linee essenziali ricalcherebbe l'ipotesi di lavoro sulla quale si stavano applicando gli attuali soci del patto e le banche creditrici. In particolare, privilegerebbe una possibile alleanza tra il vecchio patto di sindacato e il nuovo azionista entrante. Non è un caso, in questo senso, che Camfin in un vecchio consiglio di amministrazione abbia stabilito di riservare al rilancio di Prelios parte delle risorse che raccoglierà con il bond convertibile. Quanto all'offerta di Caputi, stando a quanto è stato possibile ricostruire, Feidos punterebbe su una ricapitalizzazione complessiva di 175 milioni. Di questi, circa 50 milioni sarebbero da considerarsi pre money, altri 50 milioni, invece, dovrebbero essere garantiti, 25 milioni a testa, dal vecchio patto e dal nuovo azionista. All'appello mancherebbero poi altri 75 milioni. Una fetta, 25 milioni, sarebbe riservata alle banche creditrici che trasformerebbero così parte dei loro crediti in capitale mentre i restanti 50 milioni verrebbero offerti al mercato. L'obiettivo, in ogni caso, è di continuare a mantenere il patto di sindacato sotto la soglia chiave del 30%, per evitare che scatti l'obbligo d'Opa in capo ai soci. Possibile, poi, che le condizioni per l'iniezione di liquidità siano in linea con quelle fin qui applicate sul mercato, ossia con uno sconto importante sul terp. Peraltro, per dare ancora maggiore consistenza alla proposta, Feidos avrebbe già dato mandato a un importante head hunter di Londra perché individui un amministratore delegato dal profilo internazionale che possa prendere le redini del gruppo immobiliare. Insomma, come detto, il piano di Caputi sembra essere un passo avanti rispetto a quello di Fortress, si tratta ora di capire se il fine settimana potrà servire agli americani per colmare il gap.
  • 8. Il Sole 24 Ore 07/10/2012 pg. 19 Prelios, al via il confronto con Fortress Riassetti. Caso Camfin: entro 48 ore atteso il summit tra Tronchetti e Malacalza sulle vicende dei piani alti Pirelli Carlo Festa Agenda fitta di impegni per la galassia Tronchetti Provera. Da domani riprenderanno infatti gli incontri con i possibili pretendenti del riassetto di Prelios in vista del Cda della società immobiliare previsto per giovedì mattina. Il board dovrà decidere la migliore offerta tra le due pervenute: quella della Feidos di Massimo Caputi da una parte e dall'altra quella degli americani di Fortress, che tra lunedì e martedì si vedranno con le banche creditrici della società immobiliare per meglio definire la loro proposta. Tra martedì e mercoledì è poi atteso il summit tra Marco Tronchetti Provera e Vittorio Malacalza per discutere delle vicende dei piani alti della galassia. In quest'occasione ci sarà un nuovo faccia a faccia tra i due contendenti, ex-alleati e ora soci ai ferri corti a causa dei ripetuti contrasti su come ridurre il debito (di circa 382 milioni) di Camfin. L'incontro, dove probabilmente ci saranno i rappresentanti legali delle due parti, servirà per tornare sulla vicenda del prestito convertibile per il rifinanziamento della holding che controlla Pirelli, bond ormai vicino al lancio e da tempo criticato dalla famiglia genovese propensa a preferire un aumento di capitale. L'incontro tra Tronchetti e Malacalza è stato convocato in base a una norma del patto di sindacato che lega i due soci nella holding di controllo di Pirelli: l'articolo 6 comma 2 (che disciplina l'eventualità in cui un'operazione comporti un incremento di debito inferiore ai 40 milioni) richiede infatti l'attivazione del meccanismo della consultazione. E proprio qui sta uno dei punti cruciali dell'incontro previsto fra due giorni, dove Malacalza potrebbe avviare un altro affondo legale. Allo stato attuale il progetto delle banche (Banca Imi e UniCredit) prevede infatti un'emissione obbligazionaria per complessivi 170 milioni: di questi buona parte, circa 132 milioni, sono destinati al rimborso dell'attuale debito. Restano a disposizione più o meno 38 milioni. E proprio il nodo dell'incremento di debito potrebbe essere oggetto di impugnazioni legali da parte dei Malacalza supportati su questo fronte dallo studio Erede Bonelli Pappalardo. Mancano infatti solo due milioni per arrivare alla soglia dei 40 milioni, sufficiente perché la famiglia genovese possa esercitare il diritto di veto rispetto all'emissione del bond. Un appiglio potrebbero diventare i costi accessori dell'operazione, predisposta da UniCredit in qualità di banca agente e supportata anche da Intesa Sanpaolo e Bnp Paribas, e gli interessi da pagare che potrebbero fare sforare il tetto dei 40 milioni. La tesi dei legali di Tronchetti, seguito dallo studio Labruna Mazziotti Segni, non lascerebbe tuttavia spazio a repliche visto che interessi e costi accessori sarebbero da intendere come costi operativi e non fanno generalmente parte dello stato patrimoniale e quindi in teoria non potrebbero essere imputati alla voce debito. Inoltre Camfin avrebbe la possibilità di rimborsare alle banche una tranche dei 38 milioni residui, di cui 20 dovrebbero servire alla ricapitalizzazione di Prelios. E c'è chi scommette che Camfin per evidente azioni legali stutturerà l'operazione in modo da evitare di superare la soglia dei 40 milioni. L'incontro tra Tronchetti e Malacalza avviene a pochi giorni dall'assemblea di Gpi - la cassaforte che controlla Camfin e a cascata Pirelli - che ha votato un aumento di capitale fino a un massimo di 45 milioni e bloccato la proposta di ricapitalizzazione da 110 milioni presentata dal socio genovese. L'impressione tra gli addetti ai lavori è che si stia preparando il terreno per una scissione tra i due contendenti, che secondo i patti non può però avvenire prima del luglio 2013 con disdetta nel gennaio del prossimo anno. Alla finestra, per rilevare eventualmente la quota dei Malacalza, c'è la Investindustrial di Andrea Bonomi che nelle ultime settimane ha già avuto alcuni incontri con Tronchetti Provera e i suoi advisor. La settimana entrante sarà comunque decisiva per la tabella di marcia volta al lancio del bond di Camfin, con il via libera definitivo di un consiglio di amministrazione della holding previsto forse venerdì. Il board di Camfin, inoltre, servirà per fare il punto sulla controllata Prelios, alla luce delle decisoni del Cda di quest'ultima di giovedì mattina sulle due proposte sul tavolo: in particolare, l'offerta di Feidos punta su un
  • 9. allargamento del patto di sindacato di Prelios e su un'iniezione di capitale per 175 milioni. Più articolata invece l'offerta di Fortress che prevede anche il conferimento delle attività italiane (Torre Sgr e Italfondiario) per le quali restano da definire i concambi.
  • 10. Il Secolo XIX 03/10/2012 pg. 12 ed. Genova CAMFIN VOLA IN BORSA, IN SETTIMANA IL VIA LIBERA AL BOND PIAZZA AFFARI, MILANO - Prosegue la corsa di Camfin (+2,32%) in Borsa con il mercato che scommette su un riassetto nell'azionariato della holding che controlla Pirelli. Anche se ora l'attenzione è tutta spostata sugli scenari che si potrebbero aprire quando e se si consumerà il divorzio tra la famiglia Malacalza e Marco Tronchetti Provera resta aperto il tema del rifinanziamento. Il lavoro delle banche, secondo quanto si apprende, si sta concludendo e i preparativi potrebbero essere ultimati questa settimana. Il prossimo step sarà la convocazione di un cda, che ad oggi non risulta ancora calendarizzato, che dovrà dare il via libera all'operazione. Ottobre caldo per il gruppo che punta a stringere sul fronte Prelios. Settimana prossima dovrebbe tornare a riunirsi il cda «per le finali determinazioni» dopo aver approfondito le offerte arrivate da Fortress e la cordata Caputi insieme alle banche e ai soci del patto di sindacato (Camfin, Generali, Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Edizione e Massimo Moratti).