Anno pastorale 2012-13
Parrocchia Sant' Antonino Martire di Castelbuono (PA)
Parroco Don Mimmo Sideli
Ciclo di conferenze "I Maestri del sospetto e i Testimoni della fede" tenuto da P. Filippo S. Cucinotta, OFM; docente di Teologia orientale della Pontificia Facoltà Teologica "San Giovanni Evangelista" di Palermo
Incontro su Drewermann
6. 27 /10 B. Russell, Perché non sono cristiano
24 /11 B. Croce, Perché non possiamo non dirci
“cristiani”
15 /12 P. Odifreddi, Perché non possiamo essere
cristiani
26 /01 E. Drewermann, I funzionari di Dio
16 /02 R. Guardini, L’essenza del cristianesimo
16 /03 H.U. von Balthasar, Solo l’amore è
credibile
20 /04 K. Rahner, Corso fondamentale sulla fede
25 /05 J. Ratzinger, Introduzione al
17. Lo studio della filosofia:
- dimostra l’esistenza di un’anima
umana, dotata di ragione, libera e
immortale
- non si accennare ai problemi che
la biologia moderna incontra.
18. Dopo
difficile che qualche chierico ceda
alla tentazione di leggere un libro
filosofico dell’era contemporanea.
19. Nella teologia morale
del sistema monetario mondiale,
delle condizioni commerciali,
della sovrappopolazione,
della
di materie prime,
delle differenze socio-culturali tra i
popoli.
20. Non c’è prete che non abbia
sostenuto almeno due o tre esami su
argomenti come la
divina e
l’unione ipostatica
Cristo,
Figlio di Dio; ma difficilmente se ne
troverà uno in grado di esprimere
che cosa tutto questo abbia
significato per lui.
21. Il pensiero clericale deve dimostrare
di essere preparato a resistere a
ogni critica contro la sua formalità
impersonale e contro la sua
mancanza di esperienza;
una tale difesa costituisce la sua
autoaffermazione.
22. In tutte le questioni morali
intime
della vita, i chierici si atteggiano a
sapienti in grado di indicare la
giusta via.
Una grande presunzione: l‟illusione
di essere l‟unico detentore della
verità!
23. Bisogna aver assistito alla terapia
di chierici e di suore per rendersi
conto dell’immensa fatica che è
necessaria per affilare l‟unica arma
che possa servire all’Io per
riconquistare dopo anni la propria
libertà e autonomia.
28. Il bisogno di dare risposte concrete
a queste drammatiche realtà lo
porterà a confrontarsi con la
psicoanalisi e con le disposizioni in
materia di etica e di morale
emanate dalla Chiesa Cattolica. Qui
incominciano a sorgere i primi
dubbi e i primi interrogativi.
29. Era convinto che tra “delitto e
pena” vi fosse una giusta
corrispondenza.
Si accorge che troppo spesso non è
così.
La gente soffre, ma non si tratta di
“colpevoli”.
30. Nel 1969 frequenterà la scuola di
psiconalisiH. Schultz-Henckein
Goldbrunn a Gottinga.
33. 1990: inizia la procedura canonica.
1991: sospesodall’insegnamento.
1992: è privato della facoltà di
predicare ed è rimosso dal servizio
parrocchiale.
1992: è sospesoa divinis.
35. Nel caso di un prete, durante
l’analisi, ogni volta che si affaccia la
libertà, si scatena letteralmente
un’ansia infernale,
la paura
di essere respinto da Dio
e di rendersi colpevole di
discostarsi dalla dottrina della
Chiesa cattolica.
36. Basti pensare che quando due
chierici si incontrano, di cosa
parlano dopo due minuti? Dei
sentimenti altrui, di questioni di
amore di altri, dei problemi che i
coniugi incontrano nel matrimonio.
37. Assomigliano a prigionieri che
parlano della
e ai malati che
parlano sempre della salute: il
pensiero di queste persone che
rinunciano all‟amore e si
chiudono ai sentimenti
intime e ai sentimenti degli
altri.
38. Questo pensiero censurato e
censurante che si occupa di
sentimenti altrui tenta, al tempo
stesso, di catalogare anche i
sentimenti degli altri secondo gli
schemi valutativi a lui
tramandati.
39. Si deve restituire ai chierici il diritto
di essere prima di tutto uomini e
non funzionari.
40. Nella Chiesa cattolica
a interpretare
la vita degli uomini invece di
“edificare” gli uomini attraverso la
sua burocrazia e di distruggere la
loro vita con costrizioni intellettuali
e morali.
41. non voleva affatto fondare
una nuova “teologia” o una
ideologia per costituire una nuova
forma di religione, egli preferiva
anzi le immagini semplici per
di Dio. Egli descriveva delle scene
della vita umana in modo da aprire
la nostra presenza verso il cielo.
42. non dovrebbe
esistere nessuna teologia o
cristologia che ha bisogno di un
proprio stato di “scribi” per spiegare
con molto denaro con l’aiuto del
potere
sia stato povero e
come abbia sofferto.
45. Lo scopo: individuare una possibile
risposta al dramma esistenziale
dell’angoscia.
La fonte: i testi sacri
Il fine: recuperare il potere di
guarigione dei tradizionali simboli
religiosi.
47. Un’angoscia assoluta può essere
calmata da un’altrettanto assoluta
fiducia.
Solo una soggettualità veramente
assoluta (“Dio”) può generare la
fiducia attraverso le immagini
potenzialmente curative all’interno
di una psiche.
48. Gli archetipi e la consequenziale
selva di simboli religiosi non
sarebbero di per sé risolutivi a causa
del loro carattere e della loro natura
ambivalenti.
52. L‟etologia può aiutare a
comprendere la dimensione
biologica dell’angoscia: la lotta
- per sopravvivere,
- per evitare la morte biologica,
- per continuare ad esercitare il
proprio dominio sulla natura.
54. La psicoanalisi/psicologia del
profondo:
mette in luce le esperienze di
angoscia di cui fa esperienza l’Io
nel suo relazionarsi con gli altri
umani (la paura di essere privi di
significato per altri).
56. La filosofia esistenzialista rivela
l’angoscia dell’Io nell’orizzonte di
vivere un‟esistenza priva
- di significato
- nella quale è quasi totalmente
assente ogni forma di dominio di
„sé‟.
57. La risposta: cercare di integrare gli
archetipi dell‟inconscio collettivo,
con l‟esistenza storica concreta del
singolo.
L‟itinerario per giungere a tale
integrazione: l‟interpretazione dei
sogni e dei “grandi sogni” del
genere umano = i testi religiosi.
60. Tutte le religioni costituiscono una
risposta all’angoscia.
Anche i simboli religiosi hanno le
loro radici negli strati più profondi
della psiche e che ricevono il loro
valore affettivo e la loro forza
irresistibile da quel radicamento.
61. Acqua, luce, tenebre, cibo, ... sono
elementi del simbolismo religioso
che ricevono la loro importanza e il
loro potere esperienziale in una
certa misura dal fatto che sono gli
elementi primordiali che
influenzano tutta la vita.
66. Oltre i Maestri
Freud
L’importanza di
alcune parti del
corpo
Jung
La comprensione
degli archetipi
I ponti simbolici:
tra simboli archetipici
e anatomia del corpo umano
68. La mitologia: una psicologia
proiettiva.
I miti: dai “piccoli sogni” dei
singoli ai “grandi sogni”,
analogamente al modo in cui la
poesia è verità.
71. Il metodo della
psicoanalisi
I “ricordi”
dell’infanzia non
corrispondono a
qualche genere di
realtà storica
nell’infanzia.
Il metodo
dell‟esegesi biblica
72. Il metodo della
psicoanalisi
I “ricordi”
dell’infanzia non
corrispondono a
qualche genere di
realtà storica
nell’infanzia.
Il metodo
dell‟esegesi biblica
I racconti biblici
non corrispondono a
qualche genere di
realtà storica.
73. Freud sostituì il
concetto di realtà
storica col concetto
di realtà psichica per
spiegare i processi
nevrotici.
74. Freud sostituì il
La teologia sostituì
concetto di realtà
al Gesù della storia
storica col concetto il Cristo della fede.
di realtà psichica per
spiegare i processi
nevrotici.
75. I sogni contengono in
forma
cifratainformazioni
molto precise suquei
fattori che sono stati
reali nella
formazione della
personalità perché
hanno esercitato
un’influenza.
76. I sogni contengono in Nella Bibbia bisogna
forma
cercare non la realtà
cifratainformazioni storica ma una
molto precise suquei comunicazione
fattori che sono stati simbolicamente
reali nella
cifrata.
formazione della
personalità perché
hanno esercitato
un’influenza.
77. È un grave errore se
il terapeuta, invece
che della esperienza
soggettiva del
paziente, si interessa
ai fatti realiche
presume stiano dietro
ai suoi sogni
È un grave errore
quando ai racconti
della Bibbia, invece
dei contenuti
esperienziali del loro
simbolismo, si
vogliono chiedere le
informazioni
“oggettive” di un
accadimento storico.
78. È un grave errore se
il terapeuta, invece
che della esperienza
soggettiva del
paziente, si interessa
ai fatti realiche
presume stiano dietro
ai suoi sogni
È un grave errore
quando ai racconti
della Bibbia, invece
dei contenuti
esperienziali del loro
simbolismo, si
vogliono chiedere le
informazioni
“oggettive” di un
accadimento storico.
79. La psicoanalisi tende L’esegesi biblica
a comprendere
deve comprendere
correttamente il
che non è possibile
linguaggio simbolico interpretare il
dei sogni.
messaggio religioso
oggettivamente.
80. La psicoanalisi tende L’esegesi biblica
a comprendere
deve comprendere
correttamente il
che non è possibile
linguaggio simbolico interpretare il
dei sogni.
messaggio religioso
oggettivamente.
81. Il simbolo abolisce la
scissione soggettooggetto del
conoscere, e quindi si
può capire soltanto in
un atto in cui
l‟osservatore si
fonde con il suo
“oggetto”.
82. Il simbolo abolisce la
scissione soggettooggetto del
conoscere, e quindi si
può capire soltanto in
un atto in cui
l‟osservatore si
fonde con il suo
“oggetto”.
L’esegesi deve
collegarein modo
originale il
messaggio religioso
della Bibbia con
l’esperienza viva
dell’uomo d’oggi.
84. … è successo nella mia vita
qualcosa che non ho voluto io,
qualcosa che ha cambiato tutto.
È stato deciso dalla chiesa di
Roma che io non avevo più il diritto
di esercitare le mie funzioni di
insegnante, di predicatore o di prete.
85. Cosa che ho ritenuto non solamente
una punizione personale, ma anche
una condanna di tutto ciò che
avevo fatto come prete per
riconciliare la chiesa ufficiale, da
una parte, e la miseria e
l’oppressione che le persone
conoscono dall’altra.
86. Ho cercato una chiesa che non punti
il dito, ma che tenda la mano.
Ma ho dovuto arrendermi
all’evidenza: le mie speranze non
erano che illusioni.
89. … si chiamerà Cristoforo, il
portatore di Cristo. Lo porterà
ancora, sotto le spoglie dei poveri,
sotto l’aspetto dei bisognosi, fino a
che un giorno cadrà non sotto il
peso dell‟amore, ma sotto il peso
dell‟odio, che le sue forti spalle non
riescono a sopportare.
91. Viktor Frankl: … quando eravamo
già diretti all’uscita, Paolo
VIriprese improvvisamente a
parlare in tedesco e gridò queste
parole a me, neurologo ebreo di
Vienna: “Per favore, per favore,
preghi per me!”.