3. EDITORIALE
di Maurizio Galluzzo*
Le frontiere per alcuni sono un recinto chiuso, il limi-
te invalicabile, il segno che termina il territorio. Oltre
la frontiera c’è un mondo che non interessa anche
perché fa paura.
Per altri le frontiere sono la protezione da tutto ciò
che è estraneo, diverso, nuovo. Sanno che al di là
della frontiera ci possono essere delle opportunità
ma sperano che nessuno se ne accorga. Sperano di
difendersi guardando in basso, solo la coda dell’oc-
chio vede il nuovo che avanza ma loro fissano la terra
e sperano.
Per altri ancora le frontiere sono la soglia di un nuovo
mondo, sono la scoperta, la novità, la gioia di sco-
prire e di mettersi in gioco. Le frontiere le varcano
quotidianamente alla ricerca del meglio e spesso lo
trovano.
Per noi Frontiere è anche la congiunzione dello spa-
zio (fronti) e del tempo (ere) che si sfidano e diventa-
no materia di indagine.
Frontiere nasce dal Terziario Innovativo di Unin-
dustria Treviso e vuole essere uno strumento per
mettere in discussione i modi di pensare e di operare.
Vuole aprire nuovi dibattiti, creare un confronto e
con questo anche nuove opportunità di business.
Nei prossimi anni il Terziario Innovativo sarà chiama-
to a rispondere a nuove e importanti sfide. Più grandi
di quelle che ha vissuto. Il mondo spesso cambia più
velocemente di quanto si possa impiegare per com-
prendere il cambiamento stesso.
Se l’industria vuole affrontare le sfide dell’innovazio-
ne (non solo tecnologiche ma anche organizzative e
comunicative) e della conoscenza allora dovrà trova-
re una nuova sinergia con un Terziario Innovativo at-
tento e preparato. Frontiere vuole essere la palestra
dove si allenano le idee che possono avere successo.
Vogliamo attraversare insieme la frontiera?
* Presidente Gruppo Terziario Innovativo di Unindustria Treviso
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4. LA CONVERGENZA QUANDO PARLIAMO DI CONOSCENZA NECES-
SARIAMENTE PARLIAMO ANCHE DI SCIENZA E
DELLE TECNOLOGIE RICERCA, SEMBRA INFATTI CHE, PERLOMENO
NELLA NOSTRA CULTURA, IL CONCETTO DI CO-
DI FRONTIERA NOSCENZA SIA STRETTAMENTE CORRELATO
di Angelo Mancini A QUELLO DI INNOVAZIONE - DIVERSAMENTE,
PARLEREMMO DI SAPIENZA O SAGGEZZA,
CONCETTI CHE SEMBRANO INVECE, PER IL
SENSO COMUNE, DENOTARE LA CONOSCENZA
INTESA COME CONSERVAZIONE DEL SAPERE.
DI SICURO IL CONCETTO DI CONOSCENZA È
INSEPARABILE DA QUELLO DI INNOVAZIONE
QUANDO CI RIFERIAMO AL MONDO DELLA TEC-
NOLOGIA E A QUELLO DELLA PRODUZIONE DI
BENI O SERVIZI, DOVE L’INNOVAZIONE RAP-
PRESENTA ORMAI IL VANTAGGIO COMPETITI-
VO DETERMINANTE.
Nei primi decenni del 21° secolo si assisterà presumi-
bilmente ad un’accelerazione degli sforzi per l’unifica-
zione delle scienze sulla base dell’unità della natura e
delle sue leggi ultime; di fatto, già si sta assistendo
a questo fenomeno, soprattutto grazie al progresso
delle discipline di frontiera della ricerca scientifica, le
quali mostrano chiare linee di tendenza che portano
ben oltre la transdisciplinarità, verso la convergenza.
La locuzione “tecnologie convergenti” si riferisce co-
munemente alla combinazione sinergica delle quat-
tro attuali più avanzate provincie della scienza appli-
cata, cosiddette NBIC (nano-bio-info-cogno), ognuna
delle quali sta facendo grandi balzi in avanti; quindi:
a) nanoscienze e nanotecnologie; b) biotecnologie e
biomedicina, comprendendo l’ingegneria genetica; c)
il vasto dominio dell’ICT; d) il dominio delle scienze
cognitive, che spazia dalle neuroscienze fino allo stu-
dio della fisiologia delle emozioni.
La convergenza di queste disparate tecnologie è
basata sull’ipotesi della materiale omogeneità dei
loro oggetti di ricerca a livello della nanoscala e, su
questa stessa scala, della possibile loro integrazione
tecnologica.
Si tratta di una prospettiva decisamente rivoluzio-
naria, molto più dell’ipotesi di un’interfaccia transdi-
sciplinare tra campi della scienza tradizionalmente
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5. separati; una prospettiva che permetterà di valicare
quella che è stata definita da B. C. Crandall come “the
treshold of a molecular dawn”.
Da un lato, quindi, gli sviluppi dell’approccio sistemi-
co, delle matematiche e delle discipline computazio-
nali, delle teorie della complessità; da un altro lato
la convergenza delle tecnologie NBIC: insieme forni-
ranno formidabili strumenti per procedere sia nella
comprensione delle leggi del mondo della natura che
del mondo della cultura; anzi muovendosi verso il ri-
conoscimento di una loro sostanziale congruenza (se
non omogeneità) al livello della nanoscala.
Per esempio, grazie a questi progressi, diventeranno
accessibili obiettivi anche molto critici (e spinosi),
come il miglioramento strutturale delle performance
dell’uomo sia dal punto di vista fisico che cognitivo.
Questa prospettiva non dovrebbe scandalizzare più
di tanto, lo stesso Heisenberg affermò che, in defi -
nitiva, la tecnologia è un fenomeno perfettamente
naturale, definendola “un processo biologico su scala
più larga”.
In effetti, sarebbe probabilmente difficile reperire
in natura qualche cosa o fatto che non sia stato, nei
millenni, manipolato sotto qualche rispetto grazie a
tecnologie, se pur grossolane.
Ecco che le famose, e famigerate, “due culture” (le
scienze della natura e le scienze dell’uomo, secondo
una distinzione, per la verità epistemologicamente
fumosa, che ha fatto molto polemizzare nel secolo
scorso, da Snow a Sokal), trovano un possibile punto
di confluenza e, addirittura, concreti strumenti per
esplorarne le potenzialità, superare le barriere e rag-
giungere traguardi sinergici.
La lista degli esempi di questi traguardi NBIC potreb-
be essere aggiornata quotidianamente: l’aumento
dell’efficienza nel lavoro e nell’apprendimento;
l’incremento delle capacità sensoriali e cognitive
dell’individuo; cambiamenti rivoluzionari nella tutela
della salute; il miglioramento della creatività sia indi-
viduale che di gruppo; l’alta efficienza delle tecniche
di comunicazione fino all’interazione brain-to-brain;
il perfezionamento delle interfacce uomo-macchina
fino alla neuro ergonomica; il raggiungimento dello
sviluppo sostenibile attraverso; l’inversione del de-
clino fisico e cognitivo dovuto all’età; e quant’altre
ipotesi ancora, alcune delle quali anticipate, come
spesso accade, dalla fantascienza, ma non per questo
meno realistiche.
La convergenza NBIC apre la prospettiva di un’epoca
in cui potersi comporre il secolare dualismo cartesia-
no tra mondo fisico e mondo del pensiero, trovando
quel momento di confluenza di cui lo stesso Cartesio
aveva sentito l’esigenza.
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6. È comunque importante che le istituzioni e le orga- a fuoco di un’effettiva convergenza, rischierà di non
nizzazioni chiave della società siano preparate ai dare gli auspicati risultati in termini di innovazione.
cambiamenti che saranno resi possibili dalle tecnolo- A partire da questa considerazione si giustifica
gie convergenti. l’istanza secondo la quale, affinché diventi possibile
Tutte le attività in grado di accelerare questa con- un effettivo trasferimento tecnologico all’interno dei
vergenza devono essere sollecitate, in particolare le distretti produttivi, si richiede una sorta di prelimina-
ricerca mirata di base, le sinergie tecnologiche alla re opera di alfabetizzazione o perlomeno di sensibi-
nanoscala, lo sviluppo di interfacce tra scienza e tec- lizzazione, se non di “evangelizzazione”, che compete
nologia, il trasferimento tecnologico ed un approccio alle istituzioni e alle associazioni di categoria.
olistico per monitorare la risultante evoluzione socia-
le. I campi di applicazione della convergenza, abbiamo
Lo scopo deve essere quello di offrire sia agli individui detto, sono quasi limitati solo dall’immaginazione;
che alla società un ampio range di scelte apprezzabili in generale è possibile pensare almeno un Mems
e nel tempo stesso tutelare diritti fondamentali quali (micro electronics mechanical sistem: nanosistema
la privacy, la salute e la responsabilità morale. elettromeccanico costruito integrando su una singola
Dovremo sperimentare idee innovative per indirizza- particella di silicio elementi meccanici ed elettronici,
re ricerche multidisciplinari e trovare nel tempo stes- sensori ed attuatori), per quasi ogni momento od atti-
so strade per salvaguardare soluzioni etiche, legali e vità nella biosfera - e oltre.
morali. Soprattutto per quanto riguarda la vita artificiale (AL)
Si richiede pertanto l’evoluzione di un’architettura e le applicazioni biomediche, la convergenza tecno-
gerarchica per integrare le scienze umane e naturali logica sta aprendo nuove frontiere; assistiamo anzi
attraverso diverse scale, dimensioni e modalità di ad una curiosa mise en abyme, per cui dispositivi ed
codificazione dei dati, per una nuova epistemologia e elementi inorganici vengono inseriti nell’organismo,
nuove forme di conoscenza. mentre elementi organici (ad esempio, neuroni di
Più di mezzo millennio fa, i grandi del Rinascimento ratto) vengono inseriti in elementi inorganici, come
erano in grado di padroneggiare magistralmente le i Mems.
conoscenze di numerosi campi del sapere; la specia- Ecco che, per limitarci al solo impatto delle tecnologie
lizzazione al giorno d’oggi ha frazionato e accelerato NBIC, delle quali stiamo parlando, il miglioramento
il progresso del sapere ad un punto tale che nessuno delle potenzialità umane ai livelli molecolare, indivi-
è oggettivamente in grado di abbracciarne più di un duale e sociale, vede sei differenti aree di rilevanza:
settore ristretto; tuttavia la convergenza delle disci- • il potenziale globale della convergenza delle tecno-
pline scientifiche ha portato al risultato paradossale logie: le istituzioni governative e del settore privato
che le distinzioni hanno perso di vigenza, riproponen- avvertono l’urgenza di incentivare e promuovere la
do una sorta di nuovo Rinascimento, fondato sulle ricerca in un settore che prevede sostanziali muta-
tecnologie ma considerate in un’inedita prospettiva menti nell’economia e nella società, prospettando
olistica, sulle matematiche dei sistemi complessi e scenari che comporteranno anche molti problemi di
aspirando ad una comprensione unificata dei feno- ordine non scientifico;
meni, dalla scala microscopica a quella macroscopi- • l’espansione della cognizione e della comunicazione
ca. umana: lo sforzo multidisciplinare per capire la strut-
Le scelte di politica dello sviluppo dovranno tenere tura, le funzioni e arricchire i potenziali della mente;
necessariamente conto di questa prospettiva, perché altre aree di priorità possono essere: le interfacce
l’organizzazione dell’innovazione tecnologica non po- sensoriali personali, l’umanizzazione della tecnologia
trà più dimenticare che qualsiasi barriera tra campi attraverso comunità di alto valore comunicazionale,
e distretti risulta artificiale e in definitiva esiziale per le tecniche di gestione della conoscenza implicita del-
il raggiungimento dei risultati; non solo, ma in molti le organizzazioni, l’apprendimento delle modalità di
casi si può auspicare che la convergenza sia dalle apprendimento, gli strumenti evoluti per la creatività
stesse istituzioni amministrative pilotata top-down, e quant’altro ancora;
per controbilanciare le inerzie dell’attuale sistema e • il miglioramento della salute e delle capacità fisio-
accelerare la creazione di un fertile terreno per l’in- logiche, in sei aree di priorità: nano-bioprocessori
novazione. per la ricerca e lo sviluppo di trattamenti e terapie,
In quest’ottica, la creazione di distretti delle nanotec- con i contributi della bioinformatica, della genomica
nologie all’interno di aree in cui non siano presenti e della proteonica; impianti e protesi nanotecnologici
quei presidi di conoscenza che consentano la messa e sistemi rigenerativi per la sostituzione di organi o il
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7. monitoraggio della salute; nanodispositivi (mems) e riale;
strumenti di intervento medico non offensivi dell’in- • governo, le istituzioni sia nazionali che locali,
tegrità degli organismi; piattaforme multimodali per sembrano aver percepito solo aspetti parziali della
l’incremento delle potenzialità sensoriali, in partico- rivoluzione implicita nella convergenza delle tecno-
lare per i disabili; interfacce di comunicazione brain- logie, quali la NBIC; è lecito tuttavia aspettarsi che
to-brain e brain-to-machine; infine ambienti virtuali le amministrazioni comprendano il grande potenziale
per la formazione, l’addestramento, il progetto e la intrinseco di questa rivoluzione e si prodighino per
collaborazione, non limitati dalla distanza o dalla promuoverne la diffusione.
scala fisica; Non si tratta infatti di una semplice svolta tecnologi-
• unificazione delle scienze e formazione: affrontare ca, ma di un mutamento di paradigma, anche episte-
le sfide che si presentano richiede radicali cambia- mologico, che comporta una grande consapevolezza
menti della formazione scientifica attraverso tutto e un notevole sforzo di adeguamento, non solo in
il ciclo di studi, la convergenza tra campi del sapere termini di innovazione del sistema economico-pro-
non potrà darsi se non ci saranno nuove figure di ri- duttivo ma a tutti i livelli, compresi quelli organizza-
cercatori e tecnologi capaci soprattutto di integrazio- tivi, etici, legali, ambientali, coinvolgendo il più vasto
ne delle conoscenze. numero di soggetti sociali.
Ma questo, naturalmente, è un busillis che esula dalle
Nel giro di un paio di decine di anni, si prevede che la problematiche strettamente tecnologiche.
convergenza delle tecnologie NBIC avrà un impatto
www.frontiereonline.it/convergenza/
determinante in aree come: l’efficienza nel lavoro, il
corpo e la mente dell’uomo attraverso tutto il ciclo
di vita; la comunicazione e formazione; la salute
mentale; l’alimentazione, agricoltura e allevamento;
lo sviluppo sostenibile e la gestione degli ecosistemi;
fino alla immagine di sé e alla moda, insomma vere e
proprie trasformazioni della civiltà.
Questi cambiamenti potranno essere molto drastici
e dovranno venire gestiti nel rispetto della dignità e
del benessere umano, compito non facile soprattutto
se si considera la non prevedibilità degli sviluppi; per
ciò sarà sempre più necessaria una soglia di allerta
molto bassa.
In ogni caso, il dado è tratto e vale la pena di affron-
tare la sfida che offre opportunità molto vaste e di
interesse universale, e questo a tutti i livelli della
società:
• individuale, scienziati, ricercatori, tecnologi diri-
genti devono preoccuparsi di acquisire conoscenze e
skill in almeno una delle aree NBIC, collaborare con
i colleghi nei campi che non sono i loro specifici e
prendersi il rischio di progetti innovativi;
• istituzioni accademiche, la necessità di riforme
curriculari e organizzazionali diventerà sempre più
stringente e la convergenza farà emergere campi
fluidi della formazione ai quali dovrà essere dato
supporto;
• settore privato, le industrie manifatturiere, biotec-
nologiche, informatiche e medicali dovranno abituar-
si a sviluppare efficaci partnership per scandagliare
le grandi opportunità della convergenza tecnologica,
superando le obsolete barriere di protezione della
conoscenza verso una nuova mentalità imprendito-
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8. IDEE & TECNOLOGIE.
MARKETING OLFATTIVO.
Non sono certo una novità le ricerche nel campo del marketing ol- Alcune aziende, anche italiane, si sono spinte a definire un linguag-
fattivo ma negli ultimi mesi c’è stata una riscoperta delle possibili gio degli odori che possa essere utilizzato per comunicare messaggi
applicazioni industriali e comunicative. olfattivi più efficacemente (e parallelamente) di quelli visivi, sonori
e tattili.
La ricerca ha ripreso vigore dopo le sperimentazioni nell’ambito Sono già disponibili delle tecnologie in grado di creare delle aree
dello sviluppo del cosiddetto naso elettronico ovvero quell’insieme olfattive nelle quali è possibile controllare l’intensità e la durata del
di tecnologie in grado di “misurare” le sensazioni olfattive. Il naso segnale olfattivo utilizzando sensori di concentrazione.
elettronico è sviluppato sia per ricerche nel campo della conserva- Finora, a parte rarissimi casi, il progetto olfattivo è rima-
zione degli alimenti (individuazione di sostanze alterate), nel campo sto relegato al prodotto e non al punto vendita o allo stru-
della sicurezza (ricerca esplosivi, agenti inquinanti, ecc.) e di recente mento di promozione (solo i profumi hanno fatto la loro
nel campo medicale (ricerca di sostanze emesse dal corpo in conse- comparsa intrisi nelle pagine delle riviste di moda e costu-
guenza di talune patologie). me) ma nei prossimi anni avrà un ruolo sempre maggiore.
Il marketing olfattivo è basato su un mix di indagini che avvengono
nei campi della fisiologia e della psicologia dell’olfatto. L’olfatto è Non estraneo a queste ricerche è il settore del tessile e dell’abbiglia-
interpretato dal sistema linfatico nervoso, lo stesso che elabora mento. Per secoli si è cercato il tessuto ad odore neutro, chissà che
le emozioni e gli istinti. Per questo motivo la memoria olfattiva è prossimamente anche questa limitazione non venga abbattuta.
complessa in quanto costituita da esperienze personali ed eredità
genetica. www.frontiereonline.it/osservatorio/
IN | OUT - RIFLESSIONI SUL MONDO DIGITALE.
SKIP INTRO.
In una cosa sono concordi le statistiche: un navigatore internet (sur- ne”. Sarebbe come se uno scrittore dicesse nella copertina del pro-
fer) è infastidito dai tempi di caricamento delle pagine Web. Quando prio libro: “puoi tranquillamente saltare il primo capitolo perché non
sono troppo lunghi cambia indirizzo e chi ha, con tanta cura, creato scrivo niente di utile per capire il resto …”.
la sua presenza nel mondo virtuale perde visitatori e opportunità di
business. D’altronde nel Web il principio “superfluo è bello” è molto diffuso e
spesso le componenti di un portale sono più la dimostrazione tecno-
La generazione più recente dei siti internet si presenta molto spesso logica di saper mettere insieme funzioni scovate in giro per la rete,
in forma animata. Lo strumento più usato per la loro realizzazione è che il risultato di un’analisi degli obiettivi e dei risultati attesi.
Macromedia Flash, facile da imparare e sufficientemente potente da Un esempio del superfluo è l’orologio sul sito. Quanto di più inutile
lasciare libero spazio alla creatività del Web Designer. visto che è presente, oltre che nel polso del surfer anche nel de-
I siti creati in Flash hanno però il difetto di pesare di più rispetto a sktop del computer. Insomma un esercizio tecnico (saper leggere
quelli scritti in HTML. la variabile temporale del sistema operativo) diventa componente
Il download spesso dura qualche minuto (sarebbe da evitare ma…) ed dell’interfaccia Web, senza motivazione e senza che il web designer
è quindi nata una nuova forma di comunicazione costituita dall’ani- si ponga le tre domande classiche: “a cosa serve, chi lo usa e perché
mazione introduttiva. Lo scopo è quello di far attendere “piacevol- dovrebbe usarlo”.
mente” il visitatore in attesa di scaricare il sito vero e proprio.
La metamorfosi è stata rapida e il loader si è trasformato in una sorta Chiudiamo in bellezza. Spesso ci imbattiamo in siti che all’apertura in-
di spot pubblicitario o meglio di presentazione del sito. Si è persa la dugiano per dar tempo alla pagina di caricare il sottofondo musicale.
funzione principale e si dato libero sfogo alla fantasia. Ma poi la fan- L’idea del creatore è forse quella di ricreare un ambiente multisen-
tasia ha preso la mano dimenticandosi che serve pure la razionalità. soriale (oltre ai colori e alle animazioni ci mette pure la musica così il
surfer si sente immerso in un ambiente diverso).
Flash ha introdotto una grande facilità nella realizzazione delle L’accesso alla musica è nel nostro mondo così facile che pare im-
animazioni su Web. La tecnologia offre insindacabili vantaggi: è possibile che un navigatore aspetti solo di visitare quella pagina per
sufficientemente leggera, integra e sincronizza elementi multime- ascoltarla… Ben più difficile è la conquista del silenzio ma questo è
diali, permette di creare irripetibili effetti grafici. Ma richiede anche un altro tema.
un’esperienza ed una competenza diverse rispetto ad un tradizionale
“web composer”. Quando decidiamo di acquistare un sito internet o un portale dobbia-
In molti casi si può leggere nell’animazione introduttiva quasi una mo fare molta critica e moltissima analisi. Se il nostro interlocutore
mutuazione delle sigle dei film (o televisive) che però hanno una non si pone questi problemi è bene che li poniamo noi. Dobbiamo
finalità diversa. Altre volte una sorta di spot, o raccolta di slogan, più ricordarci che la prima pagina del nostro portale è il biglietto da vi-
raramente un capolavoro. In ogni caso il web designer si confronta sita della nostra azienda nel mondo digitale. Presentarsi bene è un
con una variabile a cui è poco abituato: il tempo. Nascono così in- obbligo.
sopportabili e inutili intermezzi che presentano tutta la loro fragilità
compositiva e logica nell’immancabile “skip intro” ovvero in italiano: www.frontiereonline.it/inout/
“salta l’introduzione perché è inutile e non ti da alcuna informazio-
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9. La conoscenza come metaservizio
TERZIARIO E OLTRE. PANORAMICA SUL TERZIARIO. quale settore gli venivano fatte afferire
tutte le funzioni di tipo decisionali, il
Nonostante i grandi progressi sociali, complesso delle libere professioni, il si-
che l’hanno sensibilmente destituita di stema bancario, quello assicurativo e, in-
efficacia descrittiva, continuiamo per somma, tutte quelle figure professionali
comodità a rifarci alla tradizionale clas- che C. Wright Mills avrebbe identificato
sificazione dell’economia, proposta fin con la fortunata espressione di “colletti
dagli anni quaranta, nei settori prima- bianchi”.
rio, secondario e terziario; tripartizione In una fase susseguente, dalla fine degli
che, per quanto deficitaria, ambigua e anni settanta, una nuova area emergen-
obsoleta, può valere ancora perlomeno te si è guadagnata la ribalta, quella delle
come quadro schematico e intuitivo di discipline digitali (ICT) in cui rientrano
riferimento. attività che vanno dall’informatica alle
La progressiva terziarizzazione del- telecomunicazioni.
l’economia produttiva è giunta al punto Se si fosse voluta seguire la logica che
tale per cui nei paesi postindustriali aveva suggerito il termine quaternario,
ormai il terziario tocca percentuali di allora si sarebbe dovuto introdurre un
occupazione superiori ai due terzi di quinario e chissà, in un’ulteriore fase, un
quella complessiva. eventuale esario e così via.
All’interno stesso del terziario sono Tutto risulterebbe un po’ improbabile e
state rinvenute aree di omogeneità farraginoso - piuttosto che una soluzio-
funzionale, come, appunto, quella che ne, una complicazione di problemi.
ci interessa, ovvero il terziario avanzato Comunque sia, lo sviluppo del terziario
www.terziarioinnovativo.it/quaterziario/ (TA, denominato anche, con non molto viene inquadrato nel progressivo spo-
successo: quaternario), all’apparire del stamento della domanda dai beni mate-
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10. riali a quelli immateriali, quindi ai servizi
di rango superiore; la qualità della vita
non si incrementa aumentando la quan- TERZIARIO
tità di servizi o beni, ma aumentando la
qualità di servizi o beni, i quali ultimi
beni stessi anzi finiscono, proprio a que-
PUBBLICO PRIVATO
sto scopo, per inglobare un sempre più
alto tasso di servizio.
Peraltro, le economie avanzate assisto-
no alla progressiva terziarizzazione non famiglie imprese famiglie imprese
tanto in quanto un numero crescente di
abitanti possa permettersi un tenore di
vita superiore, ma soprattutto perché si
TdT TdS R&S
verifica un’esplosione del complesso di
servizi che si rivolgono al primario, al
secondario ed al terziario stesso.
Questa è la ragione prima che conduce TA
figura 1
a distinguere tra producer services,
servizi che si rivolgono al mondo della
produzione e sono finalizzati ad aumen-
tare il potenziale produttivo ed il valore Dal quale schema risulta che già una sia detto per inciso, risultano di sostan-
di chi li utilizza, e consumer services, prima distinzione da considerare ri- ziale supporto al passaggio dei sistemi
servizi che si rivolgono al mondo del guarda il regime in cui operano i servizi, evoluti industriali a postindustriali); ma
consumo e concorrono ad aumentare la ovvero: non sempre questi servizi appartengo-
soddisfazione del consumatore. • servizi pubblici, disposti dalla Stato no al TA, perché non sempre richiedono
Al centro di tutte le disparate distinzioni e dalle amministrazioni locali, avendo livelli di specializzazione particolarmen-
che vengono fatte (per esempio anche obiettivi di pubblica utilità (sanità, istru- te elevati (vedi ad esempio i servizi di
quelle tra terziario tradizionale e ter- zione, trasporto, ecc.), il loro problema pulizia o manutenzione, corrieri e spe-
ziario moderno, tra terziario implicito centrale è contemperare la massima ac- dizionieri, sorveglianza, ecc.).
e terziario esplicito, tra servizi a pre- cessibilità con il contenimento dei costi; Sostanzialmente se ne osservano due
stazione fisica e servizi a prestazione • servizi privati, che nascono dall’at- sub-categorie:
intellettuale, ecc.), è la necessità di tività imprenditoriale e sono invece • servizi che si rivolgono al processo
disaggregazione del settore dei servizi, strettamente connessi al mercato e alla produttivo o alle fasi della distribuzione
per averne una mappa concreta e prati- competitività. del prodotto industriale;
cabile, anche a fini statistici. Entrambe queste due macrocategorie • servizi che si rivolgono alla gestione
Risulta chiaramente qualche difficoltà (senza considerare un recente trend di amministrativa e finanziaria, da livelli
a rappresentare il cosiddetto terziario convergenza) sono impegnate, se pur più bassi (come agenzie di recupero
avanzato, ovvero quella tipologia di ter- in modo e misura diversi, a soddisfare crediti, elaborazione dati, ecc.), ai livelli
ziario che tende ad affermarsi in tutta la domanda sia del mondo del consumo, più elevati (come le consulenze fiscali,
l’area dei servizi e sempre più viene as- per esempio le famiglie, sia del mondo legali, revisione contabile, marketing,
sunto come categoria a se stante, come produttivo. brokeraggio, softwarehouse e altri).
gruppo omogeneo di attività. È nelle frange più evolute di questi
Al pari delle tecnologie high-tech, il Prendiamo in esame l’area che è al servizi che si sono sviluppati quelli
TA si connota soprattutto per l’elevato centro delle presenti riflessioni, ovvero, specifici del TA: dalle attività relative
contenuto non tanto (o non solo) di scendendo lungo l’albero, quella dei ser- alla programmazione della produzione,
tecnologia, ma soprattutto per l’elevato vizi privati alle imprese. al controllo della qualità o del consumo
contenuto di conoscenze specialistiche Osserviamo innanzitutto l’esistenza di energetico e della sostenibilità, fino alle
presente nei diversi servizi, indipenden- un terziario del terziario (TdT): appar- società di engineering o a quelle che si
temente dal settore merceologico di tengono a questa categoria tutti i servi- occupano di applicazioni dell’innova-
appartenenza o da altre classificazioni zi con funzioni di approvvigionamento, zione, innovazione che rimane la com-
utilizzate. organizzazione, gestione e supporto ponente trainante di tutte le economie
Va infine sottolineato che il TA deve alle attività commerciali (e terziarie in postindustriali.
essere circoscritto ai servizi che pro- genere) che si rivolgono al mondo del La concezione del TA come fenomeno
ducono tecnologia o conoscenza e non consumo. residuale (“tutto quello che non è im-
sono da ricomprendervi quei servizi che Il segmento quantitativamente più mediatamente e facilmente rubricabile
si limitano a riutilizzarla. rilevante è la grande distribuzione, an- come terziario tradizionale”), è stata
Per intenderci, informatizzare i servizi che se vanno indicati servizi di minore rapidamente superata dai tempi e dal-
pubblici o introdurre procedure alta- peso ma di contenuti innovativi, come l’evoluzione sia del mondo della produ-
mente automatizzate negli sportelli ad esempio le ricerche di mercato, il zione che dal mondo del consumo; non
bancari, non fa di questi, così e sempli- leasing commerciale, il franchising ed solo quindi assistiamo ad una tendenza
cemente, TA. altri ancora. accelerata verso la terziarizzazione ma,
Potremmo proporre una tassonomia Il terziario del secondario (TdS) com- all’interno di quest’ultima, si ripropone
del terziario rappresentata da questo prende servizi che in buona parte corri- una tendenza che sposta il baricentro
diagramma: spondono a funzioni emergenti (le quali, verso, diremmo, la terziarizzazione
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11. avanzata. sere, semplicemente autoreferenziale, terziario.
Ad ogni buon conto, tra TA e Terzia- e questo accade anche nel caso della Lo definiremo Quaterziario (QT), con un
rio della Ricerca e Sviluppo (TR&S) il ricerca applicata. termine quindi che contiene nel tempo
confine è sfumato: entrambi compren- Nel nostro caso pertanto, potremmo medesimo l’idea di una progressione
dono tutte le attività esplicitamente distinguere l’innovazione come pro- (“quater”), ma conserva e ingloba la
finalizzate all’innovazione scientifica e dotto dall’innovazione come processo: radice “ter” di terziario che ne indica sia
tecnologica, in una parola alla creazione se la prima può assumere le forme del le origini che la vocazione.
ed elaborazione della conoscenza: “tur- servizio, non così la seconda, o non ne-
ning knowledge into value”. cessariamente. Si tratta evidentemente di un esca-
Si tratta di una gamma di servizi molto Questo accade perché l’innovazione motage, di un pun, un gioco di parole,
estesa: dagli uffici studi veri e propri come processo è sostanzialmente elabo- ma a nostro avviso può ben prestarsi
fino al design, dalla progettazione dei razione di conoscenza. al disegno che pone la conoscenza al
prodotti alla prototipizzazione, dalla Spostiamo quindi dall’innovazione alla centro dei processi di creazione del va-
progettazione dell’hardware a quella conoscenza il momento topico della lore in un mondo dove le dinamiche non
del software e quant’altro. nostra argomentazione; in un sistema lineari mettono rapidamente fuori gioco
Negli ultimi decenni, questo tipo di dinamico evolutivo l’innovazione è sem- l’instrumentarium tradizionale degli
attività e ricerche si è posizionato de- plicemente il prodotto della conoscenza analisti e degli operatori.
cisamente nell’ambito delle tecnologie in atto.
digitali e ha di fatto reso possibile anche La conoscenza, infatti, può darsi a pre-
alle PMI di accedere all’innovazione se scindere dall’innovazione, l’innovazione
non, in alcuni rari casi, di farsene mo- mai a prescindere dalla conoscenza.
sche cocchiere. La conoscenza tuttavia non si presenta
come un servizio ma come un precur-
sore del servizio, ovvero come un me-
IL QUATERZIARIO. taservizio.
Tratteggiata la precedente panorami- Mentre le economie avanzate procedono
ca, è a questo punto che si inserisce la verso l’immaterializzazione dei prodotti
nostra riflessione sul quaterziario (QT), (più valore ai servizi e meno ai beni),
come momento di confluenza tra ter- è inevitabile che il product lifecycle
ziario avanzato e terziario della ricerca subisca il contraccolpo di una rapida
e sviluppo (per un modello di sistema obsolescenza; come per gli organismi, PRIMARIO
innovativo a rete e di conoscenza loca- la sopravvivenza è funzione di una for- SECONDARIO
lizzata, di integrazione della conoscen- te fitness che si ottiene in virtù di una
za tacita ed esplicita), contemplati dai spiccata capacità a rinnovarsi: la com- TERZIARIO
modelli precedentemente tratteggiati. petitività su mercati ad alta incertezza e
TERZIARIO AVANZATO
imprevedibilità segue leggi assimilabili,
La nostra argomentazione prende ini- mutatis mutandis, a quelle della lotta QUATERZIARIO
zialmente le mosse da un’osservazione per la sopravvivenza di un organismo in
di base, da cui si evince che quanto un ambiente naturale.
comunemente si intende per innova- Il vantaggio competitivo deriva dalla
zione in realtà è riferibile a due realtà capacità di elaborare conoscenza e DA KNOWHOW A KNOWLEDGE.
distinte: produrre innovazione; è un meccanismo
• da un lato, l’innovazione come prodot- di tipo adattivo evoluzionistico in un am- Il Nordest è, quasi proverbialmente,
to, (diciamo, il punto di arrivo); biente ad alta pressione selettiva. un’area ad economia basata in preva-
• da un altro, l’innovazione come pro- lenza su reti di microimprese (portatrici
cesso, (diciamo, il percorso). Lo scopo che ci ripromettiamo, è quello di conoscenza tacita, sommersa), che
La natura intrinseca dell’innovazione di aggregare in una categoria specifica hanno densamente popolato il territorio
consiglierebbe di considerarla sempli- tutte le attività che, provenendo dai con capacità produttiva ad alta compe-
cemente come un processo, comunque più disparati settori, siano finalizzate o titività; quindi un’economia, per dirla
essendo un processo ciclico, potremmo trovino una migliore finalizzazione sotto con un gioco di parole, più centrata sui
distinguere delle tappe che vedono sta- l’egida del knowledge engendering and/ terzisti che sul terziario.
zioni di arrivo, o traguardi, per quanto or management. Certamente le cose non sono più così e
provvisori. Essendo, secondo la presente proposta, questo si rispecchia sia nella spinta alla
Il processo dell’innovazione, rapportato questa categoria di attività non un ser- delocalizzazione che in una crisi diffusa,
al mondo della produzione (primario, vizio ma un metaservizio, possiamo sì anche se non esiziale, che è la crisi di un
secondario o terziario che sia) non è inscriverlo nel dominio del terziario ma modello di sviluppo.
configurabile come un vero e proprio nello stesso tempo non possiamo esau- Evidentemente il ciclo di vita di questo
servizio (pensiamo alla natura intrin- rirlo nel terziario; altresì non potremmo modello e la sua fitness rispetto ad un
seca del servizio o alla cosiddetta ser- neppure rubricarlo come un “quaterna- contesto economico drasticamente
vuction), ma della natura del servizio rio”, cioè un progresso per cumulazione mutato negli ultimi anni, è entrato in
conserva molto; soprattutto se non rispetto al terziario, perché, come già una fase che può assomigliare alla fase
dimentichiamo che l’innovazione come accennato, si tratta tanto di una inten- di stallo che precede quella della deca-
processo di ricerca è, o meglio può es- sificazione quanto di una estensione del denza.
11
12. La cura elettiva per questi problemi (an- pente, limitandosi forse ad assolvere la competence nella produzione e trasferi-
che se non una panacea) è l’innovazione funzione di fornitore di servizi riguardo mento della conoscenza, oltre che nella
che, come abbiamo detto, risulta da una ai bisogni espliciti delle imprese, con creazione di condizioni adeguate per
accorta e puntuale coltivazione della atteggiamento poco proattivo. l’interazione tra soggetti che sviluppa-
conoscenza. Se questa poca propensione ad elabora- no conoscenze complementari.
In verità, una doviziosa letteratura re conoscenza può essere fatta risalire La conclusione potrebbe essere che,
attesta ormai che la conoscenza non sicuramente alla mancanza di massa non essendo il TA l’agente di innovazio-
è una grandezza monolitica, ma as- critica delle imprese, è anche vero che ne di cui necessita il fitto tessuto pro-
sume molti aspetti e facce a seconda non si è evoluta una sufficiente capa- duttivo del Nordest per trasformarsi in
dal punto di vista da cui la si riguarda; cità di aggregare risorse e condividere un’economia knowledge based, potreb-
conoscenza esplicita, conoscenza im- progetti, né di sviluppare partnership be questo motore esserlo un eventuale
plicita, conoscenza tacita e, di questa, con quei centri naturali di elaborazione Quaterziario?
le dimensioni tecnica e cognitiva, sono della conoscenza (esplicita) che sono i Questo soprattutto se è vero, come
nozioni abbastanza comuni nonostante poli Universitari (i quali ultimi, peraltro, proponiamo, che la conoscenza non può
diverse scuole di pensiero propongano solo adesso in Italia stanno lentamente essere considerata un mero servizio,
problematiche e soluzioni spesso non in aprendosi al mondo e alle logiche del ma quel cosiddetto metaservizio di cui
perfetto accordo. mercato). abbiamo parlato in precedenza.
Ad ogni buon conto, potremmo forse Le panie e condizionamenti in cui è pre-
affermare che una delle difficoltà del so tradizionalmente il TA rischiano di es-
Nordest è da ricondursi appunto ad sere di freno per un ruolo di promotore
una ampia diffusione di una conoscenza ed integratore della conoscenza sul ter-
prevalentemente tacita e declinata nella ritorio; è per questo che (pur con il mas-
dimensione tecnica, quella che è altri- simo rispetto per il Rasoio di Occam), si
menti definita know-how. può pensare opportuno introdurre la
Se la conoscenza è identificabile come figura di un nuovo player, quale sarebbe
la risorsa di base dell’economia postfor- il QT, sciolto da logiche consolidate e
dista, allora quello appena evidenziato è capace di condurre ad esito in manie-
un limite di non poco momento. ra transettoriale la propria missione,
Solo pochissime realtà, che proprio soprattutto, se la consideriamo quella
per questa strategia sono riuscite ad sorta di metaservizio di cui s’è detto.
raggiungere una massa critica, si sono Transitare dalla cultura del know-how
rivelate in grado di affrontare e supera- a quella della knowledge può quindi
re una carenza di conoscenza implicita rivelarsi un percorso impegnativo, pie-
(formalizzabile) ed esplicita (formaliz- no di trappole e di vicoli ciechi; forse è
zata), in modo tale da fornire l’impresa importante selezionare una guida con
di un fertile terreno per coltivare l’inno- una missione esclusiva e specifica, non
vazione. attardata da mille altre incombenze
Se è vero che le grandi organizzazioni contingenti.
occidentali hanno magnificato l’im- Per dirla in altro modo: se l’economia è
portanza della conoscenza esplicita un sistema adattivo complesso, sotto-
ed implicita (promuovendo imponenti posto ad una perenne spinta evolutiva,
programmi di KM finalizzati a formaliz- formato da agenti (o attori) dotati una
zarla, soprattutto sotto forma di infor- una razionalità limitata (o “vincolata”) e
mazione, cosa che ne spiega il sostan- di risorse informazionali limitate, allora
ziale scarso successo); le organizzazioni È vero tuttavia che una forte e defini- l’ecosistema è sempre suscettibile di
orientali hanno piuttosto sottolineato tiva competitività sui mercati globali si evoluzione, apprendimento e adatta-
l’importanza della conoscenza tacita, ottiene non semplicemente importando mento, essendo impossibile separare
promuovendo modelli di management innovazione (con costi molto alti) ma l’agente dall’ambiente che comprende
più orientati alla dimensione cognitiva producendola! tutti gli altri agenti in competizione.
(come dalle tesi ormai famose di Nonaka Pensiamo al settore nascente delle na- L’innovazione allora è una riforma di
e Takeuchi); è altrettanto vero che il cir- notecnologie: pare difficile che possa paradigma che genera eventi critici (o
cuito del knowhow del Nordest risente decollare in Italia se non su di un humus catastrofi) che possono creare caos da
molto dei limiti di una mancanza di con- di cultura della conoscenza che attual- cui infine emergere una nuova stabilità.
divisione e di integrazione (prerequisiti mente non esiste; sembra pertanto che Sopravvive chi detiene e/o sviluppa la
fondamentali dell’innovazione), mentre un sistema di knowledge management conoscenza per innescare gli eventi ca-
tutto il modello di sviluppo innovativo a livello distrettuale sia condizione tastrofici o per adattarsi facilmente alle
dell’occidente tende ad internalizzare la sine qua non per lo sviluppo di offerta nuove condizioni di competizione.
ricerca per un malinteso senso della tu- competitiva; ma non si vede chi abbia la In questo scenario, gli agenti possono
tela del “capitale intellettuale”, che solo conoscenza necessaria a gestire questa giovarsi di una parte terza o - quater-
recentemente comincia a mutare. conoscenza! ziaria?
Sembra lecito inoltre constatare che Si tratta di essere in grado di creare e
il TA del territorio non abbia saputo sostenere strutture come i cosiddetti Angelo Mancini
accollarsi un ruolo di promotore del- KIBS (knowledge intensive business ser-
l’innovazione sufficientemente dirom- vices), che concentrano la propria core www.frontiereonline.it/quaterziario/
12
13. 45,3% Il titolo di questo articolo è una percentuale. È la per-
centuale della nuova occupazione che è venuta dal
Terziario Innovativo lo scorso anno.
di Maurizio Galluzzo È significativo che quasi la metà dei nuovi posti di la-
voro venga dall’area dei servizi avanzati. Ma questo è
solo un segnale. Negli ultimi anni, ma in modo eviden-
te e consapevole solo negli ultimi mesi, sta crescendo
l’attenzione del mondo industriale nei confronti del
Terziario Innovativo, in tutte le sue diverse sfaccet-
tature.
Le sfide dell’innovazione e della ricerca impongono
alle aziende manifatturiere la scelta se crearsi profes-
sionalità all’interno o ricorrere ad aziende specializza-
te e dinamiche.
IL TERZIARIO INNOVATIVO COME CERNIERA INDUSTRIA 2.0.
Parafrasando le sequenza temporali, ordinamente de-
TRA L’INNOVAZIONE E L’INDUSTRIA scritte dell’informatica, credo si possa usare la stessa
MANIFATTURIERA. SAPER ACCETTARE LE SFIDE forma per indicare quell’industria, quell’apparato eco-
nomico complesso ed integrato che trova nel terziario
DEL FUTURO COME VALORE DEL SERVIZIO. una base non soltanto di appoggio allo sviluppo, non
solo acceleratore di processi ma anche organo vitale
di mantenimento e sviluppo.
L’industria, da quando non è una parte di processo
ma genera e gestisce tutti i processi, cerca di capire
se “deve” usare servizi innovativi esterni o crearli e
gestirli all’interno.
Ragionamenti facili nel passato in quanto un’analisi
dei costi proiettata a qualche anno dava un parametro
da valutare.
Ora la certezza è venuta meno, se i parametri usati
sono solo gli indicatori economici non abbiamo risul-
tati credibili. Non solo, ma appare difficile anche un
confronto con altre aree (non solo europee) dove esi-
stono servizi diversi, dove esiste una scolarizzazione
differente, dove l’ambizione del dipendente ha regole
che a NordEst non possiamo applicare.
L’elemento scatenate è la complessità. La comples-
sità dei servizi, della loro scelta dell’erogazione, della
valutazione e del mantenimento.
Questi servizi sono sempre difficili anche dall’essere
acquistati, confrontati, implementati nell’impresa.
Spesso ai terziari viene la voglia di creare delle “gui-
de ai servizi”, operazione sempre difficile, parziale e
talvolta pericolosa perché è pressoché impossibile
concentrare in una tabella di poche righe la ricchezza
dei servizi offerti.
Ma è possibile scegliere un approccio diverso, definire
un’ontologia dei servizi senza ricorrere alla classifica-
zione in “gruppi” (informatica, comunicazione, ecc.).
Quello che stiamo cercando di fare a Treviso è un
approccio diverso, una mappa profonda (quindi molto
13
14. precisa e dettagliata) ma completamente incentrata le, con una tendenza all’ottimismo.
sull’obiettivo imprenditoriale. L’eterogeneo mondo dei servizi trova nella provincia
Questa mappa, che definirà i limiti (spesso labili e di Treviso le maggiori occasioni di business e pertanto
variabili) dell’impresa verrà poi riclassificata in una la salute del settore è fortemente legata a quella del
struttura definita in modo da essere confrontata con manifatturiero locale.
altre analisi, indagini e statistiche.
È fondamentale che il terziario conosca se stesso INTELLIGENZA E CONOSCENZA.
perché solo da questo potremmo trarre una proposta Che la conoscenza, e la sua gestione siano alla base
di servizi (correttamente riclassificati) che diventerà del futuro sviluppo dell’economia del territorio, sono
anche bussola per chi questi servizi vuole (o deve) in pochi a non crederlo.
acquisire. Ne è convinto anche il Presidente della CCIAA di Tre-
Per un paio d’anni la scena mediatica è stata occupata viso, Federico Tessari che ha dichiarato in occasione
dall’ICT (Information Comunication Technology) gra- della Giornata dell’Economia che per il 2003 “la Came-
zie anche alla forte crescita nei mercati internazionali. ra di Commercio punta su due fattori strategici per far
Crescita euforica sfociata con lo sgonfiamento della crescere l’economia: l’intelligenza e la conoscenza”.
bolla speculativa della net economy. Ora la net eco- Sulla stessa linea è anche il sottosegretario al Welfare
nomy si presenta con profili più delineati con regole On. Maurizio Sacconi: “Il Veneto e Treviso in partico-
economiche più certe (oserei dire che molti analisti lare sono ad un bivio. Serve un riposizionamento del-
sono tornati con i piedi per terra) e presenta nuove l’economia veneta che porti gradualmente il tessuto
opportunità di investimento. produttivo verso funzioni di servizi e di conoscenza.
Ma non di sola informatica è costituito il Terziario In- […] Questa trasformazione va assecondata con le reti,
novativo di Unindustria Treviso, delle oltre 350 azien- la formazione, le infrastrutture per attrarre attività di
de iscritte solo un quarto fanno riferimento all’ICT, alta intelligenza.”. Il Terziario Innovativo di Treviso sta
il resto è costituito da aziende che operano in tutti i lavorando su un progetto (CCIAA/Unindustria Trevi-
campi dei servizi avanzati. so) di sperimentazione e applicazione dell’Economia
della Conoscenza. Il progetto prevede due anni di atti-
RICERCA E INNOVAZIONE
TECNOLOGICA vità e durante questo primo anno si stanno mettendo
COMITATO
SCIENTIFICO le basi per lo sviluppo di un modello sperimentale
UNIVERSITÀ ED IL MONDO
DELLA FORMAZIONE riutilizzabile.
PRESIDENZA
VICEPRESIDENZA
Il progetto per il Gruppo Terziario Innovativo di Unin-
ASSOCIATI TERZIARIO INNOVATIVO
TERZIARIO
INTERNAZIONALIZZAZIONE dustria Treviso è il pieno coinvolgimento delle aziende
associate ai progetti e alle iniziative. Questo sarà per-
COMITATO
DI GRUPPO
PRESIDI FITA seguito attraverso occasioni di scambio, di incontri, di
progetti, ma anche di tanta voglia di collaborare.
PROGETTI
CONSULTA REGIONALE
TERZIARIO Le dimensioni della maggior parte delle aziende as-
sociate permettono di definire come l’aggregazione,
nelle forme che si possono immaginare, sono una del-
OSSERVATORIO MAPPATURA PROGETTO
TECNOLOGICO
E TENDENZA
ONTOLOGICA DELLE
ATTIVITÀ DEL TI
KNOWLEDGE
MANAGEMENT
PROGETTO
RISORSE UMANE le principali opportunità per creare valore aggiunto ai
servizi e dare piena soddisfazione al cliente.
CHI È IL TERZIARIO INNOVATIVO A TREVISO. IDENTITÀ DEL TERZIARIO INNOVATIVO
È costituito per la maggior parte da microimprese for- Si stanno compiendo in queste settimane grossi
temente specializzate e settorializzate. Talune hanno sforzi per definire una precisa e condivisa identità
progetti internazionali, altre hanno seguito e suppor- del Terziario Innovativo di Unindustria Treviso. Sono
tano lo sviluppo delocalizzato delle imprese manifat- numerose le iniziative previste e verranno discusse in
turiere trevigiane e hanno saputo spesso combattere occasione degli incontri denominati in depth.
e vincere agguerriti concorrenti internazionali. In questi ultimi mesi sono stati realizzati dei “conteni-
tori” che avranno lo scopo di ospitare iniziative, pro-
TUTTO BENE? getti, attività, informazioni e conoscenze del Gruppo
I dati dell’ultima indagine congiunturale analizzati dal Terziario Innovativo.
Dott. Vittorio Filippi del Ufficio Studi di Unindustria CONTENUTI NON SOLO PER IMPRENDITORI.
Treviso proprio sulle aziende trevigiane del Terziario I contenuti che si intendono realizzare sono, e do-
Innovativo, presenta un quadro tutto sommato stabi- vranno, essere pensati per “l’impresa” e non solo per
14
15. l’imprenditore. Si rischia altrimenti di sottolineare il repertorio di servizi e molte informazioni su come
modello (destinato ad andare in crisi) del cosiddetto richiedere tali servizi.
individualismo imprenditoriale. Sano, fino a quando
COMPOSIZIONE PERCENTUALE DEL GRUPPO
l’impresa è piccola e non si intende farla crescere,
devastante se invece esiste una volontà di organizza- SANITÀ
4% SPEDIZIONIERI
zione propriamente detta. TURISMO VARIE
2%
4% 5% CONSULENZA
ORGANIZZATIVA
ASSISTENZA ALLA DIREZIONALE
IN DEPTH. PRODUZIONE 22 %
5%
Gli in depth sono incontri tematici di approfondimento ENGINEERING,
CONSULENZA
che hanno lo scopo di fornire visioni ed opportunità di PIANIFICAZIONE
TERRITORIALE
FINANZIARA
10 %
sviluppo su temi emergenti o che necessitano di una 9%
differente lettura. INFORMATICA COMUNICAZIONE
Sono incontri nei quali, oltre agli imprenditori, sono E TELEMATICA
26 %
E MARKETING
10 %
invitati anche i collaboratori delle aziende associate.
I temi sono per la maggior parte dei casi tecnici e ser- UN DISTRETTO PER L’ICT?
vono a fornire spunti di “sconfinamento” verso aree La CCIAA di Treviso sta proseguendo il percorso di
inesplorate dalle aziende. marketing territoriale e oltre ai distretti esistenti
È importante che venga compreso lo spirito dell’ini- (sportsystem, inoxValley e legno-arredo) sta studian-
ziativa che non deve essere vista dal solo punto di do l’opportunità di crearne uno anche per il prosecco.
vista utilitaristico e di immediata applicazione. Anzi, E il terziario innovativo dov’è? Da tempo, tra gli
sono stati esclusi proprio quei temi “quotidiani” o di operatori economici dell’informatica (ICT) si chiede
prassi perché in depth deve diventare un momento il riconoscimento di un distretto, di una forma di “rap-
in cui le aziende accettano le sfide dell’innovazione di presentazione della densità” (anche occupazionale)
tecnologia/prodotto/servizio. che insiste nella nostra provincia.
È fondamentale il contributo degli associati per la ri- Una provincia che meriterebbe una maggiore atten-
cerca e lo sviluppo dei temi emergenti. zione da parte delle facoltà di Informatica e Teleco-
Gli in depth si svolgono sempre di giovedì pomeriggio municazioni e che da qualche anno non è più presente
secondo un calendario che è aggiornato continua- nel territorio.
mente sul sito. Va notato come le aziende dell’ICT, associate ad
Unindustria Treviso, siano rappresentate per la gran
POSIZIONAMENTO DEL TERZIARIO INNOVATIVO
DI TREVISO A LIVELLO REGIONALE parte da aziende che fanno sviluppo, cioè progettano
VICENZA BELLUNO
strumenti e tecnologie innovativi. Mancano grandi
14 % 2% aziende (come nel caso della Lombardia) ma quelle di
PADOVA Treviso sono forti generatori di innovazione.
VERONA
30 %
Manca di fatto una integrazione interaziendale, in-
10 %
somma non si è fatto sistema. Tentativi di aggrega-
zione sviluppati negli ultimi anni non hanno portato ad
esisti positivi.
VENEZIA
L’identificazione dell’imprenditore con l’azienda è
11 % ROVIGO spesso tale da impedire oggettive valutazioni delle
2%
opportunità.
Nell’informatica trevigiana (a differenza di altre
TREVISO
31 % realtà come l’Etna Valley per fare un esempio) non
IL PORTALE. ci sono reali collaborazioni, non esistono produttori
Le attività, le informazioni e le ricerche del Terziario di “semilavorati” come non esiste il riconoscimento
Innovativo di Treviso sono disponibili per tutti nel delle specializzazioni (non esistono figure di analisti
sito www.terziarioinnovativo.it. Si tratta di un portale indipendenti, tester esterni, ecc.). Ogni fase, dalla
collaborativo in cui ogni associato può inserire le pro- progettazione, allo sviluppo, al rilascio del software
prie informazioni e decidere (nel pieno rispetto della o delle Web Application viene fatto all’interno della
privacy) quali rendere pubbliche e quali mantenere stessa (spesso piccolissima) struttura.
riservate. Questo è un punto di riflessione estremamente im-
È un luogo virtuale dove trovare materiali e riferimen- portante. Il distretto assume un ruolo (non soltanto di
ti. Le industrie possono trovare un aggiornatissimo riconoscimento) quando è possibile pensare in “rete”.
15
16. Quando si possono portare avanti progetti collaborati- Dipartimenti fa, istituzionalmente, ricerca?
vi, quando si possono mettere insieme più aziende per Sappiamo come siano cambiate in questi anni le misu-
la formazione, la certificazione, ecc. re delle aziende che possono, vogliono, intendono col-
Prima di qualsiasi richiesta di distretto dell’ICT a Tre- laborare con l’università. La collaborazione una volta
viso sarà opportuna una riflessione allargata e ogget- era riservata alla grande impresa che poteva permet-
tiva. tersi straordinari investimenti con ricadute a distanza
di anni sulla produzione. Oggi è spesso la PMI che ren-
E-PERICOLI de possibili le nuove partnership con l’università.
Sta suscitando molte discussioni l’articolo 24 della Le forme di collaborazione possono andare dalla ricer-
Legge Finanziaria 2003 che impone agli enti locali di ca (anche finanziata) fino al supporto di tesi di laurea
fare ricorso per gli acquisti alle convenzioni quadro di dottorato o semplicemente un’attività di tirocinio,
definite dalla CONSIP (Concessionaria Servizi Informa- ora previsto dalla riforma universitaria.
tivi Pubblici).
L’obiettivo è di razionalizzare la spesa pubblica (35 RAPPORTI REGIONALI.
miliardi di euro da razionalizzare sui 96 totali) anche Il Terziario Innovativo di Unindustria interagisce con
facendo ricorso a tecnologie di e-procurement. Questa le altre territoriali a livello Regionale facendo parte
ricentralizzazione degli acquisti crea preoccupazione della Consulta Regionale del Terziario Avanzato pres-
tra gli imprenditori. Il Gruppo Terziario Innovativo, so la Federazione degli Industriali del Veneto.
attento a questo fenomeno, si coordina a livello regio- La consulta sta lavorando su più livelli che sintetica-
nale (Consulta Regionale del Terziario Avanzato del mente riassumo:
Veneto) e a livello nazionale con FITA (Federazione • modifica del modello di rappresentanza regionale
Italiana Terziario Avanzato). • analisi dei fabbisogni formativi orizzontali e verticali
• creazione di un osservatorio del TA
RAPPORTI CON L’UNIVERSITÀ • definizione di una identità comune
Lo sviluppo competitivo e l’innovazione passano attra- Nei prossimi mesi saranno resi disponibili i materiali
verso il rapporto azienda-università. Si sono consoli- delle ricerche in corso. In ogni caso è disponibile all’in-
dati una serie di rapporti con alcune Università come dirizzo: www.terziarioavanzatoveneto.it/ un aggiorna-
Venezia e Padova. Sono state individuate una serie di to sito Internet.
linee d’azione che porteranno ad una reale attività di
collaborazione. Chiunque voglia dare idee, contributi, sostegni ai pro-
Il Terziario Innovativo ha come prerogativa quella getti e/o iniziative può inviare una e-mail all’indirizzo:
di essere sulla frontiera dell’innovazione dei servizi. info@terziarioinnovativo.it
Quale miglior partner se non l’Università che con i suoi
IL COMITATO SCIENTIFICO
Il Terziario Innovativo ha deciso di dotarsi di un comitato scientifico con Prof. Ernesto Luciano Francalanci
lo scopo di indirizzo e di consultazione per poter affrontare con una Docente IUAV e Critico d’arte
visione policentrica ma coordinata le sfide dell’innovazione. Il comitato
scientifico non è un organismo chiuso ma viene continuamente alimenta- Prof. Marino Folin
to con nuovi partecipanti in relazione ai temi che si vogliono sviluppare Rettore della – IUAV Università degli Studi
o indagare.
Fanno parte tra gli altri del Comitato Scientifico del Terziario Innovativo Prof. Carlo Grassi
di Unindustria Treviso: Visiting professor all’École des Hautes Études en Sciences Sociales,
Paris, Professore di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi
Prof. Ferruccio Bresolin - Università degli studi IUAV di Venezia, Facoltà Design e Arti
Ordinario di Politica Economica Internazionale, Università Ca’ Foscari
– Venezia Prof. Alessandro Polistina
Politecnico di Milano - Docente di Teoria e tecnica dell’elaborazione
Ing. Donato Bedin elettronica delle immagini
Senior manager di Treviso Tecnologia e membro del Comitato Tecnico
Scientifico di Veneto Innovazione Dott. Lorenzo Secco
Designer ed esperto in nuove tecnologie
Prof. Paolo Legrenzi
Professore ordinario di Psicologia cognitiva presso la Facoltà di Arti e Dott. Davide Merigliano
design e Direttore del Dipartimento – DADI – IUAV Università degli Studi Amministratore Delegato del Centro Tecnofin Servizi S.p.A. – Agenzia
per lo sviluppo del Trentino.
Prof. Marco De Michelis
Ordinario di Storia dell’Architettura, Preside della Facoltà di Design e Arti L’elenco dei partecipanti al comitato scientifico è aggiornato al momen-
– IUAV Università degli Studi, Direttore del claVES - Corso di laurea in arti to di andare in stampa.
visive e dello spettacolo
16
17. DI COSA PARLIAMO
QUANDO PARLIAMO
DI CONOSCENZA
.1
di Angelo Mancini
“ALLA PICCOLA PARTE DI IGNORANZA CHE LA CONOSCENZA COME RISORSA ECONOMICA
MANEGGIAMO E CLASSIFICHIAMO, DIAMO IL La citazione in esergo ci permette di affrontare una
NOME DI CONOSCENZA.” problematica complessa con una nota di umiltà; que-
sto tuttavia non toglie che uno dei nodi strutturali
AMBROSE BIERCE del mondo contemporaneo sia diventato proprio la
gestione della conoscenza (o knowledge, dato che è
stato in ambito anglofono, includendo svedesi e giap-
ponesi, che si è cominciato a problematizzare la que-
stione della conoscenza nelle organizzazioni quando,
da noi, forse conoscenza era ancora gnoseologia).
L’approccio tradizionale dell’economia ci ha abituati a
pensare che lo sviluppo sia, più o meno, una faccenda
di accumulazione di capitale; di contro, la mancata
accumulazione del capitale sarebbe appunto il princi-
pale ostacolo al processo di crescita economica.
Variazioni della produttività verrebbero comunemen-
te spiegate in termini di variazioni nella concorrenza
dei fattori primari, quali il capitale finanziario, appun-
to, il lavoro e la disponibilità di materie prime.
Con l’avvento della cosiddetta società post-indu-
striale, preconizzata da Bell già all’inizio degli anni
settanta, assistiamo ad un sostanziale mutamento di
paradigma.
Di conserva, un gruppo di economisti e ricercatori
accademici ha cominciato a sviluppare (spesso in au-
tonomia l’uno dall’altro) una nuova visione della busi-
ness strategy che enfatizza l’efficienza delle risorse
piuttosto che delle forze competitive comunemente
riconosciute.
Questa visione sottolinea, per esempio, che tutte le
imprese dispongono di un set differenziato e unico
di conoscenze, competenze e talenti. Un patrimonio
17
18. di risorse che risulta decisamente “sticky”, non può là di quello che siamo abituati a pensare nei sistemi
essere cioè facilmente né incluso né espulso dalla lineari.
struttura operativa dell’azienda; nel breve periodo Le imprese competitive sono, e sempre più saranno,
quindi, le imprese devono, come dire, accontentarsi quelle in grado di gestire logiche non esclusivamente
di quello che hanno e fare di necessità virtù. economiche, o perlomeno in grado di concepire la
Da ciò consegue appunto che, essendo gli asset del- sfera economica come meno angusta: la capacità di
l’impresa basati su valori intellettuali (o cognitivi o creare e manipolare conoscenza, in termini di innova-
intangibili o di conoscenza, secondo i modi di definir- zione, diviene un evidente vantaggio adattivo e com-
li), allora la conoscenza, la competenza, il knowledge petitivo; così come la capacità di perseguire obiettivi
management, l’apprendimento continuo ecc. sono strategici da perseguire in sinergia con gli altri attori
istanze strategicamente critiche, sia in termini di sociali, il territorio, l’Università, le amministrazioni
estrazione del valore sia in termini di creazione del pubbliche.
valore dell’impresa. Diamo ormai per scontato che l’innovazione tecnolo-
Da qui si è cominciata a formare quella scuola di pen- gica rappresenti uno dei modi per accrescere da un
siero (niente affatto omogenea, qui schematizzata e lato la produttività, in termini di efficienza ed effica-
necessariamente molto semplificata), che ha come cia; dall’altro lato la competitività sui mercati. Anche
comune denominatore l’enfasi sul capitale di valori questo aspetto è tuttavia prodotto delle dinamiche
cognitivi, intellettuali o di conoscenza che dir si vo- innescate dalla gestione della conoscenza, il vero
glia, delle organizzazioni imprenditoriali. precursore dell’innovazione, e vale sia per chi produ-
È una visione che sposta non di poco il focus dell’at- ce beni che servizi.
tenzione dai fattori primari dell’economia tradiziona- Incrementale o radicale che sia, l’innovazione in defi -
le verso altri che implicano aspetti meno strutturali, nitiva può, quando adottata dalle imprese come leva
quali l’innovazione, il cambiamento tecnologico, la strategica, contribuire sostanzialmente alla produt-
competenza e la formazione, così come il miglio- tività, all’accumulazione del capitale e allo sviluppo
ramento dell’accesso alla conoscenza di prodotti, economico.
processi, clienti e mercati; aspetti cioè di frontiera I mutamenti epocali, i salti di qualità tecnologici, non
tra il campo strettamente economico e quanto, diver- si danno semplicemente come reazione all’aumento
samente, pertiene alla più estesa sfera dei fenomeni del costo dei fattori produttivi (per esempio, rimpiaz-
sociali. zo delle maestranze con impianti tecnologicamente
La condizione postmoderna è inevitabilmente lo avanzati a seguito dell’aumento del costo del lavoro);
sfondo di tutte queste mutazioni di paradigma, il mo- l’innovazione tecnologica in un sistema economico
mento di soluzione della continuità che, in effetti, è aperto è infatti tendenzialmente un’istanza intrinse-
ancora in atto. ca, costante e ciclica, dettata anche dalla necessità di
La progressiva e inarrestabile terziarizzazione dei si- inseguire la competitività o di innalzare gli standard
stemi produttivi è un chiaro segno di queste tenden- qualitativi della produzione.
ze e, in particolare, il Terziario Avanzato svolgerebbe È così che si innescano processi virtuosi di incremen-
un po’ la funzione di pesce pilota verso un riassetto to della conoscenza relativamente sia agli individui
in cui la creazione del valore si dà a partire da risorse che alle organizzazioni, fino a coinvolgere il territorio
cognitive come informazioni, idee, creatività. stesso; della conoscenza insomma nei suoi diversi e
La dinamica economica, letta in una chiave sistemi- articolati aspetti.
ca e olistica, ovvero meno rigidamente settoriale, La conoscenza costituisce un elemento fondante
comprende dimensioni che sono più esplicitamente della produzione, sia che venga incorporata nella
correlate alla non linearità dei processi adattivi e for- tecnologia, oppure sia distillata negli anni e diffusa
temente condizionate dal fattore conoscenza. per capillarizzazione nei diversi distretti delle orga-
A loro volta, le dinamiche della conoscenza non sono nizzazioni (per esempio, in virtù delle comunità di
facilmente catturate dai dati macroeconomici (come pratiche), o infine risulti il risultato dirompente della
il prodotto interno lordo, la quota di spesa pubblica creatività che riconfigura l’esistente in soluzioni ine-
in istruzione, gli investimenti in ricerca e sviluppo), è dite.
importante quindi inglobare, nella valutazione dello La conoscenza tuttavia è anche un bene collettivo,
sviluppo, dati pertinenti alla sfera delle imprese, con- pubblico, cioè un bene alla cui produzione contribui-
siderate come attori che interagiscono nel sistema sce la collettività nel suo complesso.
economico nel suo complesso con una capacità di Evidentemente la conoscenza è, in misura crescente,
condizionarlo, e di esserne condizionati, che va al di un elemento strategico per le imprese, ma lo è anche
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19. sia per il territorio che per la comunità, permettendo (modello di Hayek, modello informazionale), per cui
alla compagine sociale l’accesso ad opportunità altri- la generazione della conoscenza è un evento preva-
menti irraggiungibili. lentemente individuale, in quanto l’agente è chiamato
A maggior ragione la gestione della conoscenza è ad attribuire significati all’informazione in base alla
tanto più strategica, quanto meno la conoscenza è proprie singole capacità ed abilità cognitive.
diffusa e accessibile alla maggior parte dei soggetti A questo modello si contrappone quello di stampo
competitivi, vale a dire che diventa un fattore critico costruttivista, con al centro il cosiddetto agente vin-
per la creazione di valore economico. colato, dove i concetti di informazione e conoscenza
È evidente a tutti il sicuro (quasi sempre) vantaggio non si sovrappongono.
competitivo esistente per l’innovatore rispetto al- In questo modello, al concetto di conoscenza come
l’inseguitore, il quale ultimo accede alla conoscenza bene pubblico e globale, prodotto dal singolo indivi-
nuova in ritardo, insieme alle imprese concorrenti. duo che non può appropriarsi della rendita della pro-
È ragionevole prevedere pertanto, che la domanda pria innovazione (salvo, naturalmente, ricorrendo a
di conoscenza da parte delle aziende aumenterà in stratagemmi artificiali, come i brevetti, molto costosi
maniera costante. dal punto di vista organizzativo e sociale), si contrap-
Il patrimonio della conoscenza d’altronde è per, sua pone il modello di conoscenza come bene collettivo,
natura, disperso ed incompleto, non formalizzabile non indivisibile, che presenta invece, in contesti
in modo esaustivo. Non può essere localizzato in un locali, la possibilità di essere modularizzata, quindi
solo individuo o in una sola organizzazione ed è al condivisa e scambiata, generando rendite crescenti
contempo in perenne evoluzione. in virtù della sua ricombinazione.
A misura che la conoscenza diviene il fattore critico Quest’ultimo modello, così come l’abbiamo schema-
dello sviluppo, risulta naturalmente decisivo che si tizzato e semplificato, ci sembra essere piuttosto
diffondano sistemi di collaborazione tra le imprese pertinente alla visone qui contemplata, sottolineando
stesse, da un lato, e fra imprese e territorio dall’al- che la conoscenza è un evento collettivo e locale,
tro. distribuibile e condivisibile nei sistemi delle organiz-
Il sistema dell’impresa infatti vive e si evolve all’in- zazioni e tra le organizzazioni.
terno del grande ecosistema territoriale, le sorti reci- Tradizionalmente utilizziamo diversi modelli interpre-
proche sono strettamente correlate come quelle tra tativi delle relazioni tra imprese e territorio: le reti, i
organismi che interagiscono per osmosi. distretti ed i cluster; mentre i due ultimi rimangono
Uno degli esempi più attuali di questa interdipen- legati a realtà territoriali geograficamente circoscrit-
denza è quello della gestione dei flussi migratori: te, il concetto di rete è più elastico e acquista nuove
l’integrazione è anche una questione di inserimento implicazioni.
nel mondo del lavoro e, viceversa, l’inserimento nel La rete non coinvolge inoltre solo soggetti omogenei
mondo del lavoro è anche una questione di integra- e territorialmente compresenti, ma anche soggetti di
zione. Tutti i soggetti sociali sono coinvolti e se questi natura diversa, associazioni di categoria, Università,
processi hanno successo, gli effetti positivi ricadono pubbliche amministrazioni, enti territoriali.
sull’intera comunità. La conoscenza originale quindi, mentre da un lato è
Qui, tuttavia, il concetto di conoscenza acquista con- un elemento sempre più importante per lo sviluppo
notazioni che vanno ben al di là del nostro campo di economico, dall’altro (sotto la specie innovazione) si
indagine, stemperando in quello di civiltà. dimostra una risorsa sempre più scarsa.
Per tornare al nostro discorso, possiamo allora im- Infatti in un’economia basata sulla conoscenza, sul-
maginare una sorta di ecosistema globale della cono- l’informazione e sulla comunicazione, la capacità di
scenza, si tratterà quindi di massimizzare le capacità innovare diventa decisiva ancor più della capacità di
di entrare nel circuito di scambio di questa risorsa produrre e persino di produrre con qualità; l’incer-
diffusa giovandosene al tempo stesso che si contri- tezza, l’imprevedibilità e la rapidità dei cambiamenti
buisce ad incrementarne il valore. sono la regola imperante e di pari passo cresce la
Ci si può agganciare a questa problematica rievocan- pressione competitiva, essendo le idee più facili da
do la diatriba intorno alla questione se la conoscenza copiare e da replicare dei beni materiali.
sia definibile come evento pubblico o evento colletti- Nuovi modelli organizzativi, basati sul paradigma
vo. sistemico, quindi si dimostrano capaci di garantire
L’approccio razionalistico, che quindi contempla l’esi- successo alle imprese; come quello della cosiddetta
stenza di un agente cosiddetto razionale, ipotizza una “azienda estesa” che prevede un allargamento dei
sostanziale uniformità tra conoscenza e informazione confini, non solo concettuali, dell’azienda, fino a
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