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I.P.




                                             QUATERZIARIO
                                             L'economia della conoscenza




45,3%
Il Terziario Innovativo come cerniera tra
l’innovazione e l’industria manifatturiera
SOMMARIO

                                                       4
                                                       LA CONVERGENZA DELLE
                                                       TECNOLOGIE DI FRONTIERA
                                                       di Angelo Mancini


                                                       8
                                                       IDEE & TECNOLOGIE
                                                       MARKETING OLFATTIVO di Maurizio Galluzzo


                                                       8
                                                       IN|OUT
                                                       SKIP INTRO di Maurizio Galluzzo


                                                       9
                                                       QUATERZIARIO
I.P.
FRONTIERE                                              a cura di Angelo Mancini
Terziario Innovativo di Unindustria Treviso

Direttore responsabile: Alberto Boccanegra
Progetto editoriale: DESIGN / ASSOCIATI                13
Per la pubblicità: Iniziative Unindustria S.r.l.       45,3%
Tel. 0422 294229
                                                       di Maurizio Galluzzo
Stampa: Zoppelli S.r.l.



                                                       17
                                                       DI COSA PARLIAMO QUANDO
                                                       PARLIAMO DI CONOSCENZA. 1
                                                       di Angelo Mancini
Unindustria Treviso
Presidente: Sergio Bellato
Direttore: Cesare Bernini
                                                       21
Terziario Innovativo di Unindustria Treviso
Presidente: Maurizio Galluzzo                          C’È FUTURO
Vicepresidente: Giorgio Paladin
                                                       a cura di Franco Tagliente
Per informazioni:
info@frontiereonline.it                                AZIENDE ALLA RICERCA DELL’ARMONIA
www.frontiereonline.it

Gli articoli impegnano soltanto i rispettivi autori.
© Tutti i diritti sono riservati
EDITORIALE
di Maurizio Galluzzo*




Le frontiere per alcuni sono un recinto chiuso, il limi-
te invalicabile, il segno che termina il territorio. Oltre
la frontiera c’è un mondo che non interessa anche
perché fa paura.
Per altri le frontiere sono la protezione da tutto ciò
che è estraneo, diverso, nuovo. Sanno che al di là
della frontiera ci possono essere delle opportunità
ma sperano che nessuno se ne accorga. Sperano di
difendersi guardando in basso, solo la coda dell’oc-
chio vede il nuovo che avanza ma loro fissano la terra
e sperano.
Per altri ancora le frontiere sono la soglia di un nuovo
mondo, sono la scoperta, la novità, la gioia di sco-
prire e di mettersi in gioco. Le frontiere le varcano
quotidianamente alla ricerca del meglio e spesso lo
trovano.
Per noi Frontiere è anche la congiunzione dello spa-
zio (fronti) e del tempo (ere) che si sfidano e diventa-
no materia di indagine.
Frontiere nasce dal Terziario Innovativo di Unin-
dustria Treviso e vuole essere uno strumento per
mettere in discussione i modi di pensare e di operare.
Vuole aprire nuovi dibattiti, creare un confronto e
con questo anche nuove opportunità di business.
Nei prossimi anni il Terziario Innovativo sarà chiama-
to a rispondere a nuove e importanti sfide. Più grandi
di quelle che ha vissuto. Il mondo spesso cambia più
velocemente di quanto si possa impiegare per com-
prendere il cambiamento stesso.
Se l’industria vuole affrontare le sfide dell’innovazio-
ne (non solo tecnologiche ma anche organizzative e
comunicative) e della conoscenza allora dovrà trova-
re una nuova sinergia con un Terziario Innovativo at-
tento e preparato. Frontiere vuole essere la palestra
dove si allenano le idee che possono avere successo.
Vogliamo attraversare insieme la frontiera?


* Presidente Gruppo Terziario Innovativo di Unindustria Treviso




                                                                  3
LA CONVERGENZA      QUANDO PARLIAMO DI CONOSCENZA NECES-
                    SARIAMENTE PARLIAMO ANCHE DI SCIENZA E
DELLE TECNOLOGIE    RICERCA, SEMBRA INFATTI CHE, PERLOMENO
                    NELLA NOSTRA CULTURA, IL CONCETTO DI CO-
DI FRONTIERA        NOSCENZA SIA STRETTAMENTE CORRELATO
di Angelo Mancini   A QUELLO DI INNOVAZIONE - DIVERSAMENTE,
                    PARLEREMMO DI SAPIENZA O SAGGEZZA,
                    CONCETTI CHE SEMBRANO INVECE, PER IL
                    SENSO COMUNE, DENOTARE LA CONOSCENZA
                    INTESA COME CONSERVAZIONE DEL SAPERE.
                    DI SICURO IL CONCETTO DI CONOSCENZA È
                    INSEPARABILE DA QUELLO DI INNOVAZIONE
                    QUANDO CI RIFERIAMO AL MONDO DELLA TEC-
                    NOLOGIA E A QUELLO DELLA PRODUZIONE DI
                    BENI O SERVIZI, DOVE L’INNOVAZIONE RAP-
                    PRESENTA ORMAI IL VANTAGGIO COMPETITI-
                    VO DETERMINANTE.


                    Nei primi decenni del 21° secolo si assisterà presumi-
                    bilmente ad un’accelerazione degli sforzi per l’unifica-
                    zione delle scienze sulla base dell’unità della natura e
                    delle sue leggi ultime; di fatto, già si sta assistendo
                    a questo fenomeno, soprattutto grazie al progresso
                    delle discipline di frontiera della ricerca scientifica, le
                    quali mostrano chiare linee di tendenza che portano
                    ben oltre la transdisciplinarità, verso la convergenza.
                    La locuzione “tecnologie convergenti” si riferisce co-
                    munemente alla combinazione sinergica delle quat-
                    tro attuali più avanzate provincie della scienza appli-
                    cata, cosiddette NBIC (nano-bio-info-cogno), ognuna
                    delle quali sta facendo grandi balzi in avanti; quindi:
                    a) nanoscienze e nanotecnologie; b) biotecnologie e
                    biomedicina, comprendendo l’ingegneria genetica; c)
                    il vasto dominio dell’ICT; d) il dominio delle scienze
                    cognitive, che spazia dalle neuroscienze fino allo stu-
                    dio della fisiologia delle emozioni.
                    La convergenza di queste disparate tecnologie è
                    basata sull’ipotesi della materiale omogeneità dei
                    loro oggetti di ricerca a livello della nanoscala e, su
                    questa stessa scala, della possibile loro integrazione
                    tecnologica.
                    Si tratta di una prospettiva decisamente rivoluzio-
                    naria, molto più dell’ipotesi di un’interfaccia transdi-
                    sciplinare tra campi della scienza tradizionalmente


        4
separati; una prospettiva che permetterà di valicare
quella che è stata definita da B. C. Crandall come “the
treshold of a molecular dawn”.
Da un lato, quindi, gli sviluppi dell’approccio sistemi-
co, delle matematiche e delle discipline computazio-
nali, delle teorie della complessità; da un altro lato
la convergenza delle tecnologie NBIC: insieme forni-
ranno formidabili strumenti per procedere sia nella
comprensione delle leggi del mondo della natura che
del mondo della cultura; anzi muovendosi verso il ri-
conoscimento di una loro sostanziale congruenza (se
non omogeneità) al livello della nanoscala.
Per esempio, grazie a questi progressi, diventeranno
accessibili obiettivi anche molto critici (e spinosi),
come il miglioramento strutturale delle performance
dell’uomo sia dal punto di vista fisico che cognitivo.
Questa prospettiva non dovrebbe scandalizzare più
di tanto, lo stesso Heisenberg affermò che, in defi -
nitiva, la tecnologia è un fenomeno perfettamente
naturale, definendola “un processo biologico su scala
più larga”.
In effetti, sarebbe probabilmente difficile reperire
in natura qualche cosa o fatto che non sia stato, nei
millenni, manipolato sotto qualche rispetto grazie a
tecnologie, se pur grossolane.
Ecco che le famose, e famigerate, “due culture” (le
scienze della natura e le scienze dell’uomo, secondo
una distinzione, per la verità epistemologicamente
fumosa, che ha fatto molto polemizzare nel secolo
scorso, da Snow a Sokal), trovano un possibile punto
di confluenza e, addirittura, concreti strumenti per
esplorarne le potenzialità, superare le barriere e rag-
giungere traguardi sinergici.
La lista degli esempi di questi traguardi NBIC potreb-
be essere aggiornata quotidianamente: l’aumento
dell’efficienza nel lavoro e nell’apprendimento;
l’incremento delle capacità sensoriali e cognitive
dell’individuo; cambiamenti rivoluzionari nella tutela
della salute; il miglioramento della creatività sia indi-
viduale che di gruppo; l’alta efficienza delle tecniche
di comunicazione fino all’interazione brain-to-brain;
il perfezionamento delle interfacce uomo-macchina
fino alla neuro ergonomica; il raggiungimento dello
sviluppo sostenibile attraverso; l’inversione del de-
clino fisico e cognitivo dovuto all’età; e quant’altre
ipotesi ancora, alcune delle quali anticipate, come
spesso accade, dalla fantascienza, ma non per questo
meno realistiche.
La convergenza NBIC apre la prospettiva di un’epoca
in cui potersi comporre il secolare dualismo cartesia-
no tra mondo fisico e mondo del pensiero, trovando
quel momento di confluenza di cui lo stesso Cartesio
aveva sentito l’esigenza.


                                                        5
È comunque importante che le istituzioni e le orga-            a fuoco di un’effettiva convergenza, rischierà di non
nizzazioni chiave della società siano preparate ai             dare gli auspicati risultati in termini di innovazione.
cambiamenti che saranno resi possibili dalle tecnolo-          A partire da questa considerazione si giustifica
gie convergenti.                                               l’istanza secondo la quale, affinché diventi possibile
Tutte le attività in grado di accelerare questa con-           un effettivo trasferimento tecnologico all’interno dei
vergenza devono essere sollecitate, in particolare le          distretti produttivi, si richiede una sorta di prelimina-
ricerca mirata di base, le sinergie tecnologiche alla          re opera di alfabetizzazione o perlomeno di sensibi-
nanoscala, lo sviluppo di interfacce tra scienza e tec-        lizzazione, se non di “evangelizzazione”, che compete
nologia, il trasferimento tecnologico ed un approccio          alle istituzioni e alle associazioni di categoria.
olistico per monitorare la risultante evoluzione socia-
le.                                                            I campi di applicazione della convergenza, abbiamo
Lo scopo deve essere quello di offrire sia agli individui      detto, sono quasi limitati solo dall’immaginazione;
che alla società un ampio range di scelte apprezzabili         in generale è possibile pensare almeno un Mems
e nel tempo stesso tutelare diritti fondamentali quali         (micro electronics mechanical sistem: nanosistema
la privacy, la salute e la responsabilità morale.              elettromeccanico costruito integrando su una singola
Dovremo sperimentare idee innovative per indirizza-            particella di silicio elementi meccanici ed elettronici,
re ricerche multidisciplinari e trovare nel tempo stes-        sensori ed attuatori), per quasi ogni momento od atti-
so strade per salvaguardare soluzioni etiche, legali e         vità nella biosfera - e oltre.
morali.                                                        Soprattutto per quanto riguarda la vita artificiale (AL)
Si richiede pertanto l’evoluzione di un’architettura           e le applicazioni biomediche, la convergenza tecno-
gerarchica per integrare le scienze umane e naturali           logica sta aprendo nuove frontiere; assistiamo anzi
attraverso diverse scale, dimensioni e modalità di             ad una curiosa mise en abyme, per cui dispositivi ed
codificazione dei dati, per una nuova epistemologia e          elementi inorganici vengono inseriti nell’organismo,
nuove forme di conoscenza.                                     mentre elementi organici (ad esempio, neuroni di
Più di mezzo millennio fa, i grandi del Rinascimento           ratto) vengono inseriti in elementi inorganici, come
erano in grado di padroneggiare magistralmente le              i Mems.
conoscenze di numerosi campi del sapere; la specia-            Ecco che, per limitarci al solo impatto delle tecnologie
lizzazione al giorno d’oggi ha frazionato e accelerato         NBIC, delle quali stiamo parlando, il miglioramento
il progresso del sapere ad un punto tale che nessuno           delle potenzialità umane ai livelli molecolare, indivi-
è oggettivamente in grado di abbracciarne più di un            duale e sociale, vede sei differenti aree di rilevanza:
settore ristretto; tuttavia la convergenza delle disci-        • il potenziale globale della convergenza delle tecno-
pline scientifiche ha portato al risultato paradossale         logie: le istituzioni governative e del settore privato
che le distinzioni hanno perso di vigenza, riproponen-         avvertono l’urgenza di incentivare e promuovere la
do una sorta di nuovo Rinascimento, fondato sulle              ricerca in un settore che prevede sostanziali muta-
tecnologie ma considerate in un’inedita prospettiva            menti nell’economia e nella società, prospettando
olistica, sulle matematiche dei sistemi complessi e            scenari che comporteranno anche molti problemi di
aspirando ad una comprensione unificata dei feno-              ordine non scientifico;
meni, dalla scala microscopica a quella macroscopi-            • l’espansione della cognizione e della comunicazione
ca.                                                            umana: lo sforzo multidisciplinare per capire la strut-
Le scelte di politica dello sviluppo dovranno tenere           tura, le funzioni e arricchire i potenziali della mente;
necessariamente conto di questa prospettiva, perché            altre aree di priorità possono essere: le interfacce
l’organizzazione dell’innovazione tecnologica non po-          sensoriali personali, l’umanizzazione della tecnologia
trà più dimenticare che qualsiasi barriera tra campi           attraverso comunità di alto valore comunicazionale,
e distretti risulta artificiale e in definitiva esiziale per   le tecniche di gestione della conoscenza implicita del-
il raggiungimento dei risultati; non solo, ma in molti         le organizzazioni, l’apprendimento delle modalità di
casi si può auspicare che la convergenza sia dalle             apprendimento, gli strumenti evoluti per la creatività
stesse istituzioni amministrative pilotata top-down,           e quant’altro ancora;
per controbilanciare le inerzie dell’attuale sistema e         • il miglioramento della salute e delle capacità fisio-
accelerare la creazione di un fertile terreno per l’in-        logiche, in sei aree di priorità: nano-bioprocessori
novazione.                                                     per la ricerca e lo sviluppo di trattamenti e terapie,
In quest’ottica, la creazione di distretti delle nanotec-      con i contributi della bioinformatica, della genomica
nologie all’interno di aree in cui non siano presenti          e della proteonica; impianti e protesi nanotecnologici
quei presidi di conoscenza che consentano la messa             e sistemi rigenerativi per la sostituzione di organi o il


          6
monitoraggio della salute; nanodispositivi (mems) e        riale;
strumenti di intervento medico non offensivi dell’in-      • governo, le istituzioni sia nazionali che locali,
tegrità degli organismi; piattaforme multimodali per       sembrano aver percepito solo aspetti parziali della
l’incremento delle potenzialità sensoriali, in partico-    rivoluzione implicita nella convergenza delle tecno-
lare per i disabili; interfacce di comunicazione brain-    logie, quali la NBIC; è lecito tuttavia aspettarsi che
to-brain e brain-to-machine; infine ambienti virtuali      le amministrazioni comprendano il grande potenziale
per la formazione, l’addestramento, il progetto e la       intrinseco di questa rivoluzione e si prodighino per
collaborazione, non limitati dalla distanza o dalla        promuoverne la diffusione.
scala fisica;                                              Non si tratta infatti di una semplice svolta tecnologi-
• unificazione delle scienze e formazione: affrontare      ca, ma di un mutamento di paradigma, anche episte-
le sfide che si presentano richiede radicali cambia-       mologico, che comporta una grande consapevolezza
menti della formazione scientifica attraverso tutto        e un notevole sforzo di adeguamento, non solo in
il ciclo di studi, la convergenza tra campi del sapere     termini di innovazione del sistema economico-pro-
non potrà darsi se non ci saranno nuove figure di ri-      duttivo ma a tutti i livelli, compresi quelli organizza-
cercatori e tecnologi capaci soprattutto di integrazio-    tivi, etici, legali, ambientali, coinvolgendo il più vasto
ne delle conoscenze.                                       numero di soggetti sociali.
                                                           Ma questo, naturalmente, è un busillis che esula dalle
Nel giro di un paio di decine di anni, si prevede che la   problematiche strettamente tecnologiche.
convergenza delle tecnologie NBIC avrà un impatto
                                                                                      www.frontiereonline.it/convergenza/
determinante in aree come: l’efficienza nel lavoro, il
corpo e la mente dell’uomo attraverso tutto il ciclo
di vita; la comunicazione e formazione; la salute
mentale; l’alimentazione, agricoltura e allevamento;
lo sviluppo sostenibile e la gestione degli ecosistemi;
fino alla immagine di sé e alla moda, insomma vere e
proprie trasformazioni della civiltà.
Questi cambiamenti potranno essere molto drastici
e dovranno venire gestiti nel rispetto della dignità e
del benessere umano, compito non facile soprattutto
se si considera la non prevedibilità degli sviluppi; per
ciò sarà sempre più necessaria una soglia di allerta
molto bassa.

In ogni caso, il dado è tratto e vale la pena di affron-
tare la sfida che offre opportunità molto vaste e di
interesse universale, e questo a tutti i livelli della
società:
• individuale, scienziati, ricercatori, tecnologi diri-
genti devono preoccuparsi di acquisire conoscenze e
skill in almeno una delle aree NBIC, collaborare con
i colleghi nei campi che non sono i loro specifici e
prendersi il rischio di progetti innovativi;
• istituzioni accademiche, la necessità di riforme
curriculari e organizzazionali diventerà sempre più
stringente e la convergenza farà emergere campi
fluidi della formazione ai quali dovrà essere dato
supporto;
• settore privato, le industrie manifatturiere, biotec-
nologiche, informatiche e medicali dovranno abituar-
si a sviluppare efficaci partnership per scandagliare
le grandi opportunità della convergenza tecnologica,
superando le obsolete barriere di protezione della
conoscenza verso una nuova mentalità imprendito-


                                                                                                                            7
IDEE & TECNOLOGIE.
MARKETING OLFATTIVO.
Non sono certo una novità le ricerche nel campo del marketing ol-            Alcune aziende, anche italiane, si sono spinte a definire un linguag-
fattivo ma negli ultimi mesi c’è stata una riscoperta delle possibili        gio degli odori che possa essere utilizzato per comunicare messaggi
applicazioni industriali e comunicative.                                     olfattivi più efficacemente (e parallelamente) di quelli visivi, sonori
                                                                             e tattili.
La ricerca ha ripreso vigore dopo le sperimentazioni nell’ambito             Sono già disponibili delle tecnologie in grado di creare delle aree
dello sviluppo del cosiddetto naso elettronico ovvero quell’insieme          olfattive nelle quali è possibile controllare l’intensità e la durata del
di tecnologie in grado di “misurare” le sensazioni olfattive. Il naso        segnale olfattivo utilizzando sensori di concentrazione.
elettronico è sviluppato sia per ricerche nel campo della conserva-          Finora, a parte rarissimi casi, il progetto olfattivo è rima-
zione degli alimenti (individuazione di sostanze alterate), nel campo        sto relegato al prodotto e non al punto vendita o allo stru-
della sicurezza (ricerca esplosivi, agenti inquinanti, ecc.) e di recente    mento di promozione (solo i profumi hanno fatto la loro
nel campo medicale (ricerca di sostanze emesse dal corpo in conse-           comparsa intrisi nelle pagine delle riviste di moda e costu-
guenza di talune patologie).                                                 me) ma nei prossimi anni avrà un ruolo sempre maggiore.
Il marketing olfattivo è basato su un mix di indagini che avvengono
nei campi della fisiologia e della psicologia dell’olfatto. L’olfatto è      Non estraneo a queste ricerche è il settore del tessile e dell’abbiglia-
interpretato dal sistema linfatico nervoso, lo stesso che elabora            mento. Per secoli si è cercato il tessuto ad odore neutro, chissà che
le emozioni e gli istinti. Per questo motivo la memoria olfattiva è          prossimamente anche questa limitazione non venga abbattuta.
complessa in quanto costituita da esperienze personali ed eredità
genetica.                                                                                                      www.frontiereonline.it/osservatorio/



IN | OUT - RIFLESSIONI SUL MONDO DIGITALE.
SKIP INTRO.
In una cosa sono concordi le statistiche: un navigatore internet (sur-       ne”. Sarebbe come se uno scrittore dicesse nella copertina del pro-
fer) è infastidito dai tempi di caricamento delle pagine Web. Quando         prio libro: “puoi tranquillamente saltare il primo capitolo perché non
sono troppo lunghi cambia indirizzo e chi ha, con tanta cura, creato         scrivo niente di utile per capire il resto …”.
la sua presenza nel mondo virtuale perde visitatori e opportunità di
business.                                                                    D’altronde nel Web il principio “superfluo è bello” è molto diffuso e
                                                                             spesso le componenti di un portale sono più la dimostrazione tecno-
La generazione più recente dei siti internet si presenta molto spesso        logica di saper mettere insieme funzioni scovate in giro per la rete,
in forma animata. Lo strumento più usato per la loro realizzazione è         che il risultato di un’analisi degli obiettivi e dei risultati attesi.
Macromedia Flash, facile da imparare e sufficientemente potente da           Un esempio del superfluo è l’orologio sul sito. Quanto di più inutile
lasciare libero spazio alla creatività del Web Designer.                     visto che è presente, oltre che nel polso del surfer anche nel de-
I siti creati in Flash hanno però il difetto di pesare di più rispetto a     sktop del computer. Insomma un esercizio tecnico (saper leggere
quelli scritti in HTML.                                                      la variabile temporale del sistema operativo) diventa componente
Il download spesso dura qualche minuto (sarebbe da evitare ma…) ed           dell’interfaccia Web, senza motivazione e senza che il web designer
è quindi nata una nuova forma di comunicazione costituita dall’ani-          si ponga le tre domande classiche: “a cosa serve, chi lo usa e perché
mazione introduttiva. Lo scopo è quello di far attendere “piacevol-          dovrebbe usarlo”.
mente” il visitatore in attesa di scaricare il sito vero e proprio.
La metamorfosi è stata rapida e il loader si è trasformato in una sorta      Chiudiamo in bellezza. Spesso ci imbattiamo in siti che all’apertura in-
di spot pubblicitario o meglio di presentazione del sito. Si è persa la      dugiano per dar tempo alla pagina di caricare il sottofondo musicale.
funzione principale e si dato libero sfogo alla fantasia. Ma poi la fan-     L’idea del creatore è forse quella di ricreare un ambiente multisen-
tasia ha preso la mano dimenticandosi che serve pure la razionalità.         soriale (oltre ai colori e alle animazioni ci mette pure la musica così il
                                                                             surfer si sente immerso in un ambiente diverso).
Flash ha introdotto una grande facilità nella realizzazione delle            L’accesso alla musica è nel nostro mondo così facile che pare im-
animazioni su Web. La tecnologia offre insindacabili vantaggi: è             possibile che un navigatore aspetti solo di visitare quella pagina per
sufficientemente leggera, integra e sincronizza elementi multime-            ascoltarla… Ben più difficile è la conquista del silenzio ma questo è
diali, permette di creare irripetibili effetti grafici. Ma richiede anche    un altro tema.
un’esperienza ed una competenza diverse rispetto ad un tradizionale
“web composer”.                                                              Quando decidiamo di acquistare un sito internet o un portale dobbia-
In molti casi si può leggere nell’animazione introduttiva quasi una          mo fare molta critica e moltissima analisi. Se il nostro interlocutore
mutuazione delle sigle dei film (o televisive) che però hanno una            non si pone questi problemi è bene che li poniamo noi. Dobbiamo
finalità diversa. Altre volte una sorta di spot, o raccolta di slogan, più   ricordarci che la prima pagina del nostro portale è il biglietto da vi-
raramente un capolavoro. In ogni caso il web designer si confronta           sita della nostra azienda nel mondo digitale. Presentarsi bene è un
con una variabile a cui è poco abituato: il tempo. Nascono così in-          obbligo.
sopportabili e inutili intermezzi che presentano tutta la loro fragilità
compositiva e logica nell’immancabile “skip intro” ovvero in italiano:                                                 www.frontiereonline.it/inout/
“salta l’introduzione perché è inutile e non ti da alcuna informazio-




             8
La conoscenza come metaservizio




TERZIARIO E OLTRE.                         PANORAMICA SUL TERZIARIO.                    quale settore gli venivano fatte afferire
                                                                                        tutte le funzioni di tipo decisionali, il
                                           Nonostante i grandi progressi sociali,       complesso delle libere professioni, il si-
                                           che l’hanno sensibilmente destituita di      stema bancario, quello assicurativo e, in-
                                           efficacia descrittiva, continuiamo per       somma, tutte quelle figure professionali
                                           comodità a rifarci alla tradizionale clas-   che C. Wright Mills avrebbe identificato
                                           sificazione dell’economia, proposta fin      con la fortunata espressione di “colletti
                                           dagli anni quaranta, nei settori prima-      bianchi”.
                                           rio, secondario e terziario; tripartizione   In una fase susseguente, dalla fine degli
                                           che, per quanto deficitaria, ambigua e       anni settanta, una nuova area emergen-
                                           obsoleta, può valere ancora perlomeno        te si è guadagnata la ribalta, quella delle
                                           come quadro schematico e intuitivo di        discipline digitali (ICT) in cui rientrano
                                           riferimento.                                 attività che vanno dall’informatica alle
                                           La progressiva terziarizzazione del-         telecomunicazioni.
                                           l’economia produttiva è giunta al punto      Se si fosse voluta seguire la logica che
                                           tale per cui nei paesi postindustriali       aveva suggerito il termine quaternario,
                                           ormai il terziario tocca percentuali di      allora si sarebbe dovuto introdurre un
                                           occupazione superiori ai due terzi di        quinario e chissà, in un’ulteriore fase, un
                                           quella complessiva.                          eventuale esario e così via.
                                           All’interno stesso del terziario sono        Tutto risulterebbe un po’ improbabile e
                                           state rinvenute aree di omogeneità           farraginoso - piuttosto che una soluzio-
                                           funzionale, come, appunto, quella che        ne, una complicazione di problemi.
                                           ci interessa, ovvero il terziario avanzato   Comunque sia, lo sviluppo del terziario
www.terziarioinnovativo.it/quaterziario/   (TA, denominato anche, con non molto         viene inquadrato nel progressivo spo-
                                           successo: quaternario), all’apparire del     stamento della domanda dai beni mate-



                                                                                                                                 9
riali a quelli immateriali, quindi ai servizi
di rango superiore; la qualità della vita
non si incrementa aumentando la quan-                                                     TERZIARIO
tità di servizi o beni, ma aumentando la
qualità di servizi o beni, i quali ultimi
beni stessi anzi finiscono, proprio a que-
                                                                   PUBBLICO                                            PRIVATO
sto scopo, per inglobare un sempre più
alto tasso di servizio.
Peraltro, le economie avanzate assisto-
no alla progressiva terziarizzazione non                famiglie              imprese                       famiglie             imprese
tanto in quanto un numero crescente di
abitanti possa permettersi un tenore di
vita superiore, ma soprattutto perché si
                                                                                                TdT              TdS              R&S
verifica un’esplosione del complesso di
servizi che si rivolgono al primario, al
secondario ed al terziario stesso.
Questa è la ragione prima che conduce                                                                            TA
                                                   figura 1
a distinguere tra producer services,
servizi che si rivolgono al mondo della
produzione e sono finalizzati ad aumen-
tare il potenziale produttivo ed il valore      Dal quale schema risulta che già una              sia detto per inciso, risultano di sostan-
di chi li utilizza, e consumer services,        prima distinzione da considerare ri-              ziale supporto al passaggio dei sistemi
servizi che si rivolgono al mondo del           guarda il regime in cui operano i servizi,        evoluti industriali a postindustriali); ma
consumo e concorrono ad aumentare la            ovvero:                                           non sempre questi servizi appartengo-
soddisfazione del consumatore.                  • servizi pubblici, disposti dalla Stato          no al TA, perché non sempre richiedono
Al centro di tutte le disparate distinzioni     e dalle amministrazioni locali, avendo            livelli di specializzazione particolarmen-
che vengono fatte (per esempio anche            obiettivi di pubblica utilità (sanità, istru-     te elevati (vedi ad esempio i servizi di
quelle tra terziario tradizionale e ter-        zione, trasporto, ecc.), il loro problema         pulizia o manutenzione, corrieri e spe-
ziario moderno, tra terziario implicito         centrale è contemperare la massima ac-            dizionieri, sorveglianza, ecc.).
e terziario esplicito, tra servizi a pre-       cessibilità con il contenimento dei costi;        Sostanzialmente se ne osservano due
stazione fisica e servizi a prestazione         • servizi privati, che nascono dall’at-           sub-categorie:
intellettuale, ecc.), è la necessità di         tività imprenditoriale e sono invece              • servizi che si rivolgono al processo
disaggregazione del settore dei servizi,        strettamente connessi al mercato e alla           produttivo o alle fasi della distribuzione
per averne una mappa concreta e prati-          competitività.                                    del prodotto industriale;
cabile, anche a fini statistici.                Entrambe queste due macrocategorie                • servizi che si rivolgono alla gestione
Risulta chiaramente qualche difficoltà          (senza considerare un recente trend di            amministrativa e finanziaria, da livelli
a rappresentare il cosiddetto terziario         convergenza) sono impegnate, se pur               più bassi (come agenzie di recupero
avanzato, ovvero quella tipologia di ter-       in modo e misura diversi, a soddisfare            crediti, elaborazione dati, ecc.), ai livelli
ziario che tende ad affermarsi in tutta         la domanda sia del mondo del consumo,             più elevati (come le consulenze fiscali,
l’area dei servizi e sempre più viene as-       per esempio le famiglie, sia del mondo            legali, revisione contabile, marketing,
sunto come categoria a se stante, come          produttivo.                                       brokeraggio, softwarehouse e altri).
gruppo omogeneo di attività.                                                                      È nelle frange più evolute di questi
Al pari delle tecnologie high-tech, il          Prendiamo in esame l’area che è al                servizi che si sono sviluppati quelli
TA si connota soprattutto per l’elevato         centro delle presenti riflessioni, ovvero,        specifici del TA: dalle attività relative
contenuto non tanto (o non solo) di             scendendo lungo l’albero, quella dei ser-         alla programmazione della produzione,
tecnologia, ma soprattutto per l’elevato        vizi privati alle imprese.                        al controllo della qualità o del consumo
contenuto di conoscenze specialistiche          Osserviamo innanzitutto l’esistenza di            energetico e della sostenibilità, fino alle
presente nei diversi servizi, indipenden-       un terziario del terziario (TdT): appar-          società di engineering o a quelle che si
temente dal settore merceologico di             tengono a questa categoria tutti i servi-         occupano di applicazioni dell’innova-
appartenenza o da altre classificazioni         zi con funzioni di approvvigionamento,            zione, innovazione che rimane la com-
utilizzate.                                     organizzazione, gestione e supporto               ponente trainante di tutte le economie
Va infine sottolineato che il TA deve           alle attività commerciali (e terziarie in         postindustriali.
essere circoscritto ai servizi che pro-         genere) che si rivolgono al mondo del             La concezione del TA come fenomeno
ducono tecnologia o conoscenza e non            consumo.                                          residuale (“tutto quello che non è im-
sono da ricomprendervi quei servizi che         Il segmento quantitativamente più                 mediatamente e facilmente rubricabile
si limitano a riutilizzarla.                    rilevante è la grande distribuzione, an-          come terziario tradizionale”), è stata
Per intenderci, informatizzare i servizi        che se vanno indicati servizi di minore           rapidamente superata dai tempi e dal-
pubblici o introdurre procedure alta-           peso ma di contenuti innovativi, come             l’evoluzione sia del mondo della produ-
mente automatizzate negli sportelli             ad esempio le ricerche di mercato, il             zione che dal mondo del consumo; non
bancari, non fa di questi, così e sempli-       leasing commerciale, il franchising ed            solo quindi assistiamo ad una tendenza
cemente, TA.                                    altri ancora.                                     accelerata verso la terziarizzazione ma,
Potremmo proporre una tassonomia                Il terziario del secondario (TdS) com-            all’interno di quest’ultima, si ripropone
del terziario rappresentata da questo           prende servizi che in buona parte corri-          una tendenza che sposta il baricentro
diagramma:                                      spondono a funzioni emergenti (le quali,          verso, diremmo, la terziarizzazione




10
avanzata.                                     sere, semplicemente autoreferenziale,        terziario.
Ad ogni buon conto, tra TA e Terzia-          e questo accade anche nel caso della         Lo definiremo Quaterziario (QT), con un
rio della Ricerca e Sviluppo (TR&S) il        ricerca applicata.                           termine quindi che contiene nel tempo
confine è sfumato: entrambi compren-          Nel nostro caso pertanto, potremmo           medesimo l’idea di una progressione
dono tutte le attività esplicitamente         distinguere l’innovazione come pro-          (“quater”), ma conserva e ingloba la
finalizzate all’innovazione scientifica e     dotto dall’innovazione come processo:        radice “ter” di terziario che ne indica sia
tecnologica, in una parola alla creazione     se la prima può assumere le forme del        le origini che la vocazione.
ed elaborazione della conoscenza: “tur-       servizio, non così la seconda, o non ne-
ning knowledge into value”.                   cessariamente.                               Si tratta evidentemente di un esca-
Si tratta di una gamma di servizi molto       Questo accade perché l’innovazione           motage, di un pun, un gioco di parole,
estesa: dagli uffici studi veri e propri      come processo è sostanzialmente elabo-       ma a nostro avviso può ben prestarsi
fino al design, dalla progettazione dei       razione di conoscenza.                       al disegno che pone la conoscenza al
prodotti alla prototipizzazione, dalla        Spostiamo quindi dall’innovazione alla       centro dei processi di creazione del va-
progettazione dell’hardware a quella          conoscenza il momento topico della           lore in un mondo dove le dinamiche non
del software e quant’altro.                   nostra argomentazione; in un sistema         lineari mettono rapidamente fuori gioco
Negli ultimi decenni, questo tipo di          dinamico evolutivo l’innovazione è sem-      l’instrumentarium tradizionale degli
attività e ricerche si è posizionato de-      plicemente il prodotto della conoscenza      analisti e degli operatori.
cisamente nell’ambito delle tecnologie        in atto.
digitali e ha di fatto reso possibile anche   La conoscenza, infatti, può darsi a pre-
alle PMI di accedere all’innovazione se       scindere dall’innovazione, l’innovazione
non, in alcuni rari casi, di farsene mo-      mai a prescindere dalla conoscenza.
sche cocchiere.                               La conoscenza tuttavia non si presenta
                                              come un servizio ma come un precur-
                                              sore del servizio, ovvero come un me-
IL QUATERZIARIO.                              taservizio.

Tratteggiata la precedente panorami-          Mentre le economie avanzate procedono
ca, è a questo punto che si inserisce la      verso l’immaterializzazione dei prodotti
nostra riflessione sul quaterziario (QT),     (più valore ai servizi e meno ai beni),
come momento di confluenza tra ter-           è inevitabile che il product lifecycle
ziario avanzato e terziario della ricerca     subisca il contraccolpo di una rapida
e sviluppo (per un modello di sistema         obsolescenza; come per gli organismi,                    PRIMARIO
innovativo a rete e di conoscenza loca-       la sopravvivenza è funzione di una for-                  SECONDARIO
lizzata, di integrazione della conoscen-      te fitness che si ottiene in virtù di una
za tacita ed esplicita), contemplati dai      spiccata capacità a rinnovarsi: la com-                  TERZIARIO
modelli precedentemente tratteggiati.         petitività su mercati ad alta incertezza e
                                                                                                       TERZIARIO AVANZATO
                                              imprevedibilità segue leggi assimilabili,
La nostra argomentazione prende ini-          mutatis mutandis, a quelle della lotta                   QUATERZIARIO
zialmente le mosse da un’osservazione         per la sopravvivenza di un organismo in
di base, da cui si evince che quanto          un ambiente naturale.
comunemente si intende per innova-            Il vantaggio competitivo deriva dalla
zione in realtà è riferibile a due realtà     capacità di elaborare conoscenza e           DA KNOWHOW A KNOWLEDGE.
distinte:                                     produrre innovazione; è un meccanismo
• da un lato, l’innovazione come prodot-      di tipo adattivo evoluzionistico in un am-   Il Nordest è, quasi proverbialmente,
to, (diciamo, il punto di arrivo);            biente ad alta pressione selettiva.          un’area ad economia basata in preva-
• da un altro, l’innovazione come pro-                                                     lenza su reti di microimprese (portatrici
cesso, (diciamo, il percorso).                Lo scopo che ci ripromettiamo, è quello      di conoscenza tacita, sommersa), che
La natura intrinseca dell’innovazione         di aggregare in una categoria specifica      hanno densamente popolato il territorio
consiglierebbe di considerarla sempli-        tutte le attività che, provenendo dai        con capacità produttiva ad alta compe-
cemente come un processo, comunque            più disparati settori, siano finalizzate o   titività; quindi un’economia, per dirla
essendo un processo ciclico, potremmo         trovino una migliore finalizzazione sotto    con un gioco di parole, più centrata sui
distinguere delle tappe che vedono sta-       l’egida del knowledge engendering and/       terzisti che sul terziario.
zioni di arrivo, o traguardi, per quanto      or management.                               Certamente le cose non sono più così e
provvisori.                                   Essendo, secondo la presente proposta,       questo si rispecchia sia nella spinta alla
Il processo dell’innovazione, rapportato      questa categoria di attività non un ser-     delocalizzazione che in una crisi diffusa,
al mondo della produzione (primario,          vizio ma un metaservizio, possiamo sì        anche se non esiziale, che è la crisi di un
secondario o terziario che sia) non è         inscriverlo nel dominio del terziario ma     modello di sviluppo.
configurabile come un vero e proprio          nello stesso tempo non possiamo esau-        Evidentemente il ciclo di vita di questo
servizio (pensiamo alla natura intrin-        rirlo nel terziario; altresì non potremmo    modello e la sua fitness rispetto ad un
seca del servizio o alla cosiddetta ser-      neppure rubricarlo come un “quaterna-        contesto economico drasticamente
vuction), ma della natura del servizio        rio”, cioè un progresso per cumulazione      mutato negli ultimi anni, è entrato in
conserva molto; soprattutto se non            rispetto al terziario, perché, come già      una fase che può assomigliare alla fase
dimentichiamo che l’innovazione come          accennato, si tratta tanto di una inten-     di stallo che precede quella della deca-
processo di ricerca è, o meglio può es-       sificazione quanto di una estensione del     denza.



                                                                                                                                    11
La cura elettiva per questi problemi (an-     pente, limitandosi forse ad assolvere la       competence nella produzione e trasferi-
che se non una panacea) è l’innovazione       funzione di fornitore di servizi riguardo      mento della conoscenza, oltre che nella
che, come abbiamo detto, risulta da una       ai bisogni espliciti delle imprese, con        creazione di condizioni adeguate per
accorta e puntuale coltivazione della         atteggiamento poco proattivo.                  l’interazione tra soggetti che sviluppa-
conoscenza.                                   Se questa poca propensione ad elabora-         no conoscenze complementari.
In verità, una doviziosa letteratura          re conoscenza può essere fatta risalire        La conclusione potrebbe essere che,
attesta ormai che la conoscenza non           sicuramente alla mancanza di massa             non essendo il TA l’agente di innovazio-
è una grandezza monolitica, ma as-            critica delle imprese, è anche vero che        ne di cui necessita il fitto tessuto pro-
sume molti aspetti e facce a seconda          non si è evoluta una sufficiente capa-         duttivo del Nordest per trasformarsi in
dal punto di vista da cui la si riguarda;     cità di aggregare risorse e condividere        un’economia knowledge based, potreb-
conoscenza esplicita, conoscenza im-          progetti, né di sviluppare partnership         be questo motore esserlo un eventuale
plicita, conoscenza tacita e, di questa,      con quei centri naturali di elaborazione       Quaterziario?
le dimensioni tecnica e cognitiva, sono       della conoscenza (esplicita) che sono i        Questo soprattutto se è vero, come
nozioni abbastanza comuni nonostante          poli Universitari (i quali ultimi, peraltro,   proponiamo, che la conoscenza non può
diverse scuole di pensiero propongano         solo adesso in Italia stanno lentamente        essere considerata un mero servizio,
problematiche e soluzioni spesso non in       aprendosi al mondo e alle logiche del          ma quel cosiddetto metaservizio di cui
perfetto accordo.                             mercato).                                      abbiamo parlato in precedenza.
Ad ogni buon conto, potremmo forse                                                           Le panie e condizionamenti in cui è pre-
affermare che una delle difficoltà del                                                       so tradizionalmente il TA rischiano di es-
Nordest è da ricondursi appunto ad                                                           sere di freno per un ruolo di promotore
una ampia diffusione di una conoscenza                                                       ed integratore della conoscenza sul ter-
prevalentemente tacita e declinata nella                                                     ritorio; è per questo che (pur con il mas-
dimensione tecnica, quella che è altri-                                                      simo rispetto per il Rasoio di Occam), si
menti definita know-how.                                                                     può pensare opportuno introdurre la
Se la conoscenza è identificabile come                                                       figura di un nuovo player, quale sarebbe
la risorsa di base dell’economia postfor-                                                    il QT, sciolto da logiche consolidate e
dista, allora quello appena evidenziato è                                                    capace di condurre ad esito in manie-
un limite di non poco momento.                                                               ra transettoriale la propria missione,
Solo pochissime realtà, che proprio                                                          soprattutto, se la consideriamo quella
per questa strategia sono riuscite ad                                                        sorta di metaservizio di cui s’è detto.
raggiungere una massa critica, si sono                                                       Transitare dalla cultura del know-how
rivelate in grado di affrontare e supera-                                                    a quella della knowledge può quindi
re una carenza di conoscenza implicita                                                       rivelarsi un percorso impegnativo, pie-
(formalizzabile) ed esplicita (formaliz-                                                     no di trappole e di vicoli ciechi; forse è
zata), in modo tale da fornire l’impresa                                                     importante selezionare una guida con
di un fertile terreno per coltivare l’inno-                                                  una missione esclusiva e specifica, non
vazione.                                                                                     attardata da mille altre incombenze
Se è vero che le grandi organizzazioni                                                       contingenti.
occidentali hanno magnificato l’im-                                                          Per dirla in altro modo: se l’economia è
portanza della conoscenza esplicita                                                          un sistema adattivo complesso, sotto-
ed implicita (promuovendo imponenti                                                          posto ad una perenne spinta evolutiva,
programmi di KM finalizzati a formaliz-                                                      formato da agenti (o attori) dotati una
zarla, soprattutto sotto forma di infor-                                                     una razionalità limitata (o “vincolata”) e
mazione, cosa che ne spiega il sostan-                                                       di risorse informazionali limitate, allora
ziale scarso successo); le organizzazioni     È vero tuttavia che una forte e defini-        l’ecosistema è sempre suscettibile di
orientali hanno piuttosto sottolineato        tiva competitività sui mercati globali si      evoluzione, apprendimento e adatta-
l’importanza della conoscenza tacita,         ottiene non semplicemente importando           mento, essendo impossibile separare
promuovendo modelli di management             innovazione (con costi molto alti) ma          l’agente dall’ambiente che comprende
più orientati alla dimensione cognitiva       producendola!                                  tutti gli altri agenti in competizione.
(come dalle tesi ormai famose di Nonaka       Pensiamo al settore nascente delle na-         L’innovazione allora è una riforma di
e Takeuchi); è altrettanto vero che il cir-   notecnologie: pare difficile che possa         paradigma che genera eventi critici (o
cuito del knowhow del Nordest risente         decollare in Italia se non su di un humus      catastrofi) che possono creare caos da
molto dei limiti di una mancanza di con-      di cultura della conoscenza che attual-        cui infine emergere una nuova stabilità.
divisione e di integrazione (prerequisiti     mente non esiste; sembra pertanto che          Sopravvive chi detiene e/o sviluppa la
fondamentali dell’innovazione), mentre        un sistema di knowledge management             conoscenza per innescare gli eventi ca-
tutto il modello di sviluppo innovativo       a livello distrettuale sia condizione          tastrofici o per adattarsi facilmente alle
dell’occidente tende ad internalizzare la     sine qua non per lo sviluppo di offerta        nuove condizioni di competizione.
ricerca per un malinteso senso della tu-      competitiva; ma non si vede chi abbia la       In questo scenario, gli agenti possono
tela del “capitale intellettuale”, che solo   conoscenza necessaria a gestire questa         giovarsi di una parte terza o - quater-
recentemente comincia a mutare.               conoscenza!                                    ziaria?
Sembra lecito inoltre constatare che          Si tratta di essere in grado di creare e
il TA del territorio non abbia saputo         sostenere strutture come i cosiddetti          Angelo Mancini
accollarsi un ruolo di promotore del-         KIBS (knowledge intensive business ser-
l’innovazione sufficientemente dirom-         vices), che concentrano la propria core               www.frontiereonline.it/quaterziario/




12
45,3%                                      Il titolo di questo articolo è una percentuale. È la per-
                                           centuale della nuova occupazione che è venuta dal
                                           Terziario Innovativo lo scorso anno.
di Maurizio Galluzzo                       È significativo che quasi la metà dei nuovi posti di la-
                                           voro venga dall’area dei servizi avanzati. Ma questo è
                                           solo un segnale. Negli ultimi anni, ma in modo eviden-
                                           te e consapevole solo negli ultimi mesi, sta crescendo
                                           l’attenzione del mondo industriale nei confronti del
                                           Terziario Innovativo, in tutte le sue diverse sfaccet-
                                           tature.
                                           Le sfide dell’innovazione e della ricerca impongono
                                           alle aziende manifatturiere la scelta se crearsi profes-
                                           sionalità all’interno o ricorrere ad aziende specializza-
                                           te e dinamiche.

IL TERZIARIO INNOVATIVO COME CERNIERA      INDUSTRIA 2.0.
                                           Parafrasando le sequenza temporali, ordinamente de-
TRA L’INNOVAZIONE E L’INDUSTRIA            scritte dell’informatica, credo si possa usare la stessa
MANIFATTURIERA. SAPER ACCETTARE LE SFIDE   forma per indicare quell’industria, quell’apparato eco-
                                           nomico complesso ed integrato che trova nel terziario
DEL FUTURO COME VALORE DEL SERVIZIO.       una base non soltanto di appoggio allo sviluppo, non
                                           solo acceleratore di processi ma anche organo vitale
                                           di mantenimento e sviluppo.
                                           L’industria, da quando non è una parte di processo
                                           ma genera e gestisce tutti i processi, cerca di capire
                                           se “deve” usare servizi innovativi esterni o crearli e
                                           gestirli all’interno.
                                           Ragionamenti facili nel passato in quanto un’analisi
                                           dei costi proiettata a qualche anno dava un parametro
                                           da valutare.
                                           Ora la certezza è venuta meno, se i parametri usati
                                           sono solo gli indicatori economici non abbiamo risul-
                                           tati credibili. Non solo, ma appare difficile anche un
                                           confronto con altre aree (non solo europee) dove esi-
                                           stono servizi diversi, dove esiste una scolarizzazione
                                           differente, dove l’ambizione del dipendente ha regole
                                           che a NordEst non possiamo applicare.
                                           L’elemento scatenate è la complessità. La comples-
                                           sità dei servizi, della loro scelta dell’erogazione, della
                                           valutazione e del mantenimento.
                                           Questi servizi sono sempre difficili anche dall’essere
                                           acquistati, confrontati, implementati nell’impresa.

                                           Spesso ai terziari viene la voglia di creare delle “gui-
                                           de ai servizi”, operazione sempre difficile, parziale e
                                           talvolta pericolosa perché è pressoché impossibile
                                           concentrare in una tabella di poche righe la ricchezza
                                           dei servizi offerti.
                                           Ma è possibile scegliere un approccio diverso, definire
                                           un’ontologia dei servizi senza ricorrere alla classifica-
                                           zione in “gruppi” (informatica, comunicazione, ecc.).
                                           Quello che stiamo cercando di fare a Treviso è un
                                           approccio diverso, una mappa profonda (quindi molto


                                                                                                    13
precisa e dettagliata) ma completamente incentrata                                                                     le, con una tendenza all’ottimismo.
sull’obiettivo imprenditoriale.                                                                                        L’eterogeneo mondo dei servizi trova nella provincia
Questa mappa, che definirà i limiti (spesso labili e                                                                   di Treviso le maggiori occasioni di business e pertanto
variabili) dell’impresa verrà poi riclassificata in una                                                                la salute del settore è fortemente legata a quella del
struttura definita in modo da essere confrontata con                                                                   manifatturiero locale.
altre analisi, indagini e statistiche.
È fondamentale che il terziario conosca se stesso                                                                      INTELLIGENZA E CONOSCENZA.
perché solo da questo potremmo trarre una proposta                                                                     Che la conoscenza, e la sua gestione siano alla base
di servizi (correttamente riclassificati) che diventerà                                                                del futuro sviluppo dell’economia del territorio, sono
anche bussola per chi questi servizi vuole (o deve)                                                                    in pochi a non crederlo.
acquisire.                                                                                                             Ne è convinto anche il Presidente della CCIAA di Tre-
Per un paio d’anni la scena mediatica è stata occupata                                                                 viso, Federico Tessari che ha dichiarato in occasione
dall’ICT (Information Comunication Technology) gra-                                                                    della Giornata dell’Economia che per il 2003 “la Came-
zie anche alla forte crescita nei mercati internazionali.                                                              ra di Commercio punta su due fattori strategici per far
Crescita euforica sfociata con lo sgonfiamento della                                                                   crescere l’economia: l’intelligenza e la conoscenza”.
bolla speculativa della net economy. Ora la net eco-                                                                   Sulla stessa linea è anche il sottosegretario al Welfare
nomy si presenta con profili più delineati con regole                                                                  On. Maurizio Sacconi: “Il Veneto e Treviso in partico-
economiche più certe (oserei dire che molti analisti                                                                   lare sono ad un bivio. Serve un riposizionamento del-
sono tornati con i piedi per terra) e presenta nuove                                                                   l’economia veneta che porti gradualmente il tessuto
opportunità di investimento.                                                                                           produttivo verso funzioni di servizi e di conoscenza.
Ma non di sola informatica è costituito il Terziario In-                                                               […] Questa trasformazione va assecondata con le reti,
novativo di Unindustria Treviso, delle oltre 350 azien-                                                                la formazione, le infrastrutture per attrarre attività di
de iscritte solo un quarto fanno riferimento all’ICT,                                                                  alta intelligenza.”. Il Terziario Innovativo di Treviso sta
il resto è costituito da aziende che operano in tutti i                                                                lavorando su un progetto (CCIAA/Unindustria Trevi-
campi dei servizi avanzati.                                                                                            so) di sperimentazione e applicazione dell’Economia
                                                                                                                       della Conoscenza. Il progetto prevede due anni di atti-
                                                                                              RICERCA E INNOVAZIONE
                                                                                                   TECNOLOGICA         vità e durante questo primo anno si stanno mettendo
                                    COMITATO
                                   SCIENTIFICO                                                                         le basi per lo sviluppo di un modello sperimentale
                                                                                              UNIVERSITÀ ED IL MONDO
                                                                                                DELLA FORMAZIONE       riutilizzabile.
                                                 PRESIDENZA
                                                                  VICEPRESIDENZA
                                                                                                                       Il progetto per il Gruppo Terziario Innovativo di Unin-
  ASSOCIATI TERZIARIO INNOVATIVO




                                                  TERZIARIO
                                                                                              INTERNAZIONALIZZAZIONE   dustria Treviso è il pieno coinvolgimento delle aziende
                                                                                                                       associate ai progetti e alle iniziative. Questo sarà per-
                                                 COMITATO
                                                 DI GRUPPO
                                                                       PRESIDI                         FITA            seguito attraverso occasioni di scambio, di incontri, di
                                                                                                                       progetti, ma anche di tanta voglia di collaborare.
                                                  PROGETTI
                                                                                               CONSULTA REGIONALE
                                                                                                   TERZIARIO           Le dimensioni della maggior parte delle aziende as-
                                                                                                                       sociate permettono di definire come l’aggregazione,
                                                                                                                       nelle forme che si possono immaginare, sono una del-
                                   OSSERVATORIO            MAPPATURA              PROGETTO
                                   TECNOLOGICO
                                    E TENDENZA
                                                        ONTOLOGICA DELLE
                                                         ATTIVITÀ DEL TI
                                                                                 KNOWLEDGE
                                                                                 MANAGEMENT
                                                                                                    PROGETTO
                                                                                                 RISORSE UMANE         le principali opportunità per creare valore aggiunto ai
                                                                                                                       servizi e dare piena soddisfazione al cliente.

CHI È IL TERZIARIO INNOVATIVO A TREVISO.                                                                               IDENTITÀ DEL TERZIARIO INNOVATIVO
È costituito per la maggior parte da microimprese for-                                                                 Si stanno compiendo in queste settimane grossi
temente specializzate e settorializzate. Talune hanno                                                                  sforzi per definire una precisa e condivisa identità
progetti internazionali, altre hanno seguito e suppor-                                                                 del Terziario Innovativo di Unindustria Treviso. Sono
tano lo sviluppo delocalizzato delle imprese manifat-                                                                  numerose le iniziative previste e verranno discusse in
turiere trevigiane e hanno saputo spesso combattere                                                                    occasione degli incontri denominati in depth.
e vincere agguerriti concorrenti internazionali.                                                                       In questi ultimi mesi sono stati realizzati dei “conteni-
                                                                                                                       tori” che avranno lo scopo di ospitare iniziative, pro-
TUTTO BENE?                                                                                                            getti, attività, informazioni e conoscenze del Gruppo
I dati dell’ultima indagine congiunturale analizzati dal                                                               Terziario Innovativo.
Dott. Vittorio Filippi del Ufficio Studi di Unindustria                                                                CONTENUTI NON SOLO PER IMPRENDITORI.
Treviso proprio sulle aziende trevigiane del Terziario                                                                 I contenuti che si intendono realizzare sono, e do-
Innovativo, presenta un quadro tutto sommato stabi-                                                                    vranno, essere pensati per “l’impresa” e non solo per


                                       14
l’imprenditore. Si rischia altrimenti di sottolineare il   repertorio di servizi e molte informazioni su come
modello (destinato ad andare in crisi) del cosiddetto      richiedere tali servizi.
individualismo imprenditoriale. Sano, fino a quando
                                                                  COMPOSIZIONE PERCENTUALE DEL GRUPPO
l’impresa è piccola e non si intende farla crescere,
devastante se invece esiste una volontà di organizza-                   SANITÀ
                                                                           4%         SPEDIZIONIERI
zione propriamente detta.                                              TURISMO        VARIE
                                                                                               2%

                                                                           4%           5%              CONSULENZA
                                                                                                      ORGANIZZATIVA
                                                               ASSISTENZA ALLA                          DIREZIONALE
IN DEPTH.                                                           PRODUZIONE                                 22 %
                                                                            5%
Gli in depth sono incontri tematici di approfondimento             ENGINEERING,
                                                                                                        CONSULENZA
che hanno lo scopo di fornire visioni ed opportunità di          PIANIFICAZIONE
                                                                  TERRITORIALE
                                                                                                         FINANZIARA
                                                                                                                10 %
sviluppo su temi emergenti o che necessitano di una                         9%


differente lettura.                                               INFORMATICA                         COMUNICAZIONE

Sono incontri nei quali, oltre agli imprenditori, sono            E TELEMATICA
                                                                          26 %
                                                                                                        E MARKETING
                                                                                                               10 %
invitati anche i collaboratori delle aziende associate.
I temi sono per la maggior parte dei casi tecnici e ser-   UN DISTRETTO PER L’ICT?
vono a fornire spunti di “sconfinamento” verso aree        La CCIAA di Treviso sta proseguendo il percorso di
inesplorate dalle aziende.                                 marketing territoriale e oltre ai distretti esistenti
È importante che venga compreso lo spirito dell’ini-       (sportsystem, inoxValley e legno-arredo) sta studian-
ziativa che non deve essere vista dal solo punto di        do l’opportunità di crearne uno anche per il prosecco.
vista utilitaristico e di immediata applicazione. Anzi,    E il terziario innovativo dov’è? Da tempo, tra gli
sono stati esclusi proprio quei temi “quotidiani” o di     operatori economici dell’informatica (ICT) si chiede
prassi perché in depth deve diventare un momento           il riconoscimento di un distretto, di una forma di “rap-
in cui le aziende accettano le sfide dell’innovazione di   presentazione della densità” (anche occupazionale)
tecnologia/prodotto/servizio.                              che insiste nella nostra provincia.
È fondamentale il contributo degli associati per la ri-    Una provincia che meriterebbe una maggiore atten-
cerca e lo sviluppo dei temi emergenti.                    zione da parte delle facoltà di Informatica e Teleco-
Gli in depth si svolgono sempre di giovedì pomeriggio      municazioni e che da qualche anno non è più presente
secondo un calendario che è aggiornato continua-           nel territorio.
mente sul sito.                                            Va notato come le aziende dell’ICT, associate ad
                                                           Unindustria Treviso, siano rappresentate per la gran
        POSIZIONAMENTO DEL TERZIARIO INNOVATIVO
              DI TREVISO A LIVELLO REGIONALE               parte da aziende che fanno sviluppo, cioè progettano
             VICENZA           BELLUNO
                                                           strumenti e tecnologie innovativi. Mancano grandi
                 14 %              2%                      aziende (come nel caso della Lombardia) ma quelle di
                                             PADOVA        Treviso sono forti generatori di innovazione.
  VERONA
                                               30 %
                                                           Manca di fatto una integrazione interaziendale, in-
     10 %
                                                           somma non si è fatto sistema. Tentativi di aggrega-
                                                           zione sviluppati negli ultimi anni non hanno portato ad
                                                           esisti positivi.
  VENEZIA
                                                           L’identificazione dell’imprenditore con l’azienda è
      11 %                                    ROVIGO       spesso tale da impedire oggettive valutazioni delle
                                                 2%
                                                           opportunità.
                                                           Nell’informatica trevigiana (a differenza di altre
                               TREVISO
                                  31 %                     realtà come l’Etna Valley per fare un esempio) non
IL PORTALE.                                                ci sono reali collaborazioni, non esistono produttori
Le attività, le informazioni e le ricerche del Terziario   di “semilavorati” come non esiste il riconoscimento
Innovativo di Treviso sono disponibili per tutti nel       delle specializzazioni (non esistono figure di analisti
sito www.terziarioinnovativo.it. Si tratta di un portale   indipendenti, tester esterni, ecc.). Ogni fase, dalla
collaborativo in cui ogni associato può inserire le pro-   progettazione, allo sviluppo, al rilascio del software
prie informazioni e decidere (nel pieno rispetto della     o delle Web Application viene fatto all’interno della
privacy) quali rendere pubbliche e quali mantenere         stessa (spesso piccolissima) struttura.
riservate.                                                 Questo è un punto di riflessione estremamente im-
È un luogo virtuale dove trovare materiali e riferimen-    portante. Il distretto assume un ruolo (non soltanto di
ti. Le industrie possono trovare un aggiornatissimo        riconoscimento) quando è possibile pensare in “rete”.


                                                                                                                       15
Quando si possono portare avanti progetti collaborati-                             Dipartimenti fa, istituzionalmente, ricerca?
vi, quando si possono mettere insieme più aziende per                              Sappiamo come siano cambiate in questi anni le misu-
la formazione, la certificazione, ecc.                                             re delle aziende che possono, vogliono, intendono col-
Prima di qualsiasi richiesta di distretto dell’ICT a Tre-                          laborare con l’università. La collaborazione una volta
viso sarà opportuna una riflessione allargata e ogget-                             era riservata alla grande impresa che poteva permet-
tiva.                                                                              tersi straordinari investimenti con ricadute a distanza
                                                                                   di anni sulla produzione. Oggi è spesso la PMI che ren-
E-PERICOLI                                                                         de possibili le nuove partnership con l’università.
Sta suscitando molte discussioni l’articolo 24 della                               Le forme di collaborazione possono andare dalla ricer-
Legge Finanziaria 2003 che impone agli enti locali di                              ca (anche finanziata) fino al supporto di tesi di laurea
fare ricorso per gli acquisti alle convenzioni quadro                              di dottorato o semplicemente un’attività di tirocinio,
definite dalla CONSIP (Concessionaria Servizi Informa-                             ora previsto dalla riforma universitaria.
tivi Pubblici).
L’obiettivo è di razionalizzare la spesa pubblica (35                              RAPPORTI REGIONALI.
miliardi di euro da razionalizzare sui 96 totali) anche                            Il Terziario Innovativo di Unindustria interagisce con
facendo ricorso a tecnologie di e-procurement. Questa                              le altre territoriali a livello Regionale facendo parte
ricentralizzazione degli acquisti crea preoccupazione                              della Consulta Regionale del Terziario Avanzato pres-
tra gli imprenditori. Il Gruppo Terziario Innovativo,                              so la Federazione degli Industriali del Veneto.
attento a questo fenomeno, si coordina a livello regio-                            La consulta sta lavorando su più livelli che sintetica-
nale (Consulta Regionale del Terziario Avanzato del                                mente riassumo:
Veneto) e a livello nazionale con FITA (Federazione                                • modifica del modello di rappresentanza regionale
Italiana Terziario Avanzato).                                                      • analisi dei fabbisogni formativi orizzontali e verticali
                                                                                   • creazione di un osservatorio del TA
RAPPORTI CON L’UNIVERSITÀ                                                          • definizione di una identità comune
Lo sviluppo competitivo e l’innovazione passano attra-                             Nei prossimi mesi saranno resi disponibili i materiali
verso il rapporto azienda-università. Si sono consoli-                             delle ricerche in corso. In ogni caso è disponibile all’in-
dati una serie di rapporti con alcune Università come                              dirizzo: www.terziarioavanzatoveneto.it/ un aggiorna-
Venezia e Padova. Sono state individuate una serie di                              to sito Internet.
linee d’azione che porteranno ad una reale attività di
collaborazione.                                                                    Chiunque voglia dare idee, contributi, sostegni ai pro-
Il Terziario Innovativo ha come prerogativa quella                                 getti e/o iniziative può inviare una e-mail all’indirizzo:
di essere sulla frontiera dell’innovazione dei servizi.                            info@terziarioinnovativo.it
Quale miglior partner se non l’Università che con i suoi

   IL COMITATO SCIENTIFICO

   Il Terziario Innovativo ha deciso di dotarsi di un comitato scientifico con     Prof. Ernesto Luciano Francalanci
   lo scopo di indirizzo e di consultazione per poter affrontare con una           Docente IUAV e Critico d’arte
   visione policentrica ma coordinata le sfide dell’innovazione. Il comitato
   scientifico non è un organismo chiuso ma viene continuamente alimenta-          Prof. Marino Folin
   to con nuovi partecipanti in relazione ai temi che si vogliono sviluppare       Rettore della – IUAV Università degli Studi
   o indagare.
   Fanno parte tra gli altri del Comitato Scientifico del Terziario Innovativo     Prof. Carlo Grassi
   di Unindustria Treviso:                                                         Visiting professor all’École des Hautes Études en Sciences Sociales,
                                                                                   Paris, Professore di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi
   Prof. Ferruccio Bresolin                                                        - Università degli studi IUAV di Venezia, Facoltà Design e Arti
   Ordinario di Politica Economica Internazionale, Università Ca’ Foscari
   – Venezia                                                                       Prof. Alessandro Polistina
                                                                                   Politecnico di Milano - Docente di Teoria e tecnica dell’elaborazione
   Ing. Donato Bedin                                                               elettronica delle immagini
   Senior manager di Treviso Tecnologia e membro del Comitato Tecnico
   Scientifico di Veneto Innovazione                                               Dott. Lorenzo Secco
                                                                                   Designer ed esperto in nuove tecnologie
   Prof. Paolo Legrenzi
   Professore ordinario di Psicologia cognitiva presso la Facoltà di Arti e        Dott. Davide Merigliano
   design e Direttore del Dipartimento – DADI – IUAV Università degli Studi        Amministratore Delegato del Centro Tecnofin Servizi S.p.A. – Agenzia
                                                                                   per lo sviluppo del Trentino.
   Prof. Marco De Michelis
   Ordinario di Storia dell’Architettura, Preside della Facoltà di Design e Arti   L’elenco dei partecipanti al comitato scientifico è aggiornato al momen-
   – IUAV Università degli Studi, Direttore del claVES - Corso di laurea in arti   to di andare in stampa.
   visive e dello spettacolo




             16
DI COSA PARLIAMO
QUANDO PARLIAMO
DI CONOSCENZA
.1
di Angelo Mancini




“ALLA PICCOLA PARTE DI IGNORANZA CHE    LA CONOSCENZA COME RISORSA ECONOMICA
MANEGGIAMO E CLASSIFICHIAMO, DIAMO IL   La citazione in esergo ci permette di affrontare una
NOME DI CONOSCENZA.”                    problematica complessa con una nota di umiltà; que-
                                        sto tuttavia non toglie che uno dei nodi strutturali
AMBROSE BIERCE                          del mondo contemporaneo sia diventato proprio la
                                        gestione della conoscenza (o knowledge, dato che è
                                        stato in ambito anglofono, includendo svedesi e giap-
                                        ponesi, che si è cominciato a problematizzare la que-
                                        stione della conoscenza nelle organizzazioni quando,
                                        da noi, forse conoscenza era ancora gnoseologia).
                                        L’approccio tradizionale dell’economia ci ha abituati a
                                        pensare che lo sviluppo sia, più o meno, una faccenda
                                        di accumulazione di capitale; di contro, la mancata
                                        accumulazione del capitale sarebbe appunto il princi-
                                        pale ostacolo al processo di crescita economica.
                                        Variazioni della produttività verrebbero comunemen-
                                        te spiegate in termini di variazioni nella concorrenza
                                        dei fattori primari, quali il capitale finanziario, appun-
                                        to, il lavoro e la disponibilità di materie prime.
                                        Con l’avvento della cosiddetta società post-indu-
                                        striale, preconizzata da Bell già all’inizio degli anni
                                        settanta, assistiamo ad un sostanziale mutamento di
                                        paradigma.
                                        Di conserva, un gruppo di economisti e ricercatori
                                        accademici ha cominciato a sviluppare (spesso in au-
                                        tonomia l’uno dall’altro) una nuova visione della busi-
                                        ness strategy che enfatizza l’efficienza delle risorse
                                        piuttosto che delle forze competitive comunemente
                                        riconosciute.
                                        Questa visione sottolinea, per esempio, che tutte le
                                        imprese dispongono di un set differenziato e unico
                                        di conoscenze, competenze e talenti. Un patrimonio




                                                                                               17
di risorse che risulta decisamente “sticky”, non può        là di quello che siamo abituati a pensare nei sistemi
essere cioè facilmente né incluso né espulso dalla          lineari.
struttura operativa dell’azienda; nel breve periodo         Le imprese competitive sono, e sempre più saranno,
quindi, le imprese devono, come dire, accontentarsi         quelle in grado di gestire logiche non esclusivamente
di quello che hanno e fare di necessità virtù.              economiche, o perlomeno in grado di concepire la
Da ciò consegue appunto che, essendo gli asset del-         sfera economica come meno angusta: la capacità di
l’impresa basati su valori intellettuali (o cognitivi o     creare e manipolare conoscenza, in termini di innova-
intangibili o di conoscenza, secondo i modi di definir-     zione, diviene un evidente vantaggio adattivo e com-
li), allora la conoscenza, la competenza, il knowledge      petitivo; così come la capacità di perseguire obiettivi
management, l’apprendimento continuo ecc. sono              strategici da perseguire in sinergia con gli altri attori
istanze strategicamente critiche, sia in termini di         sociali, il territorio, l’Università, le amministrazioni
estrazione del valore sia in termini di creazione del       pubbliche.
valore dell’impresa.                                        Diamo ormai per scontato che l’innovazione tecnolo-
Da qui si è cominciata a formare quella scuola di pen-      gica rappresenti uno dei modi per accrescere da un
siero (niente affatto omogenea, qui schematizzata e         lato la produttività, in termini di efficienza ed effica-
necessariamente molto semplificata), che ha come            cia; dall’altro lato la competitività sui mercati. Anche
comune denominatore l’enfasi sul capitale di valori         questo aspetto è tuttavia prodotto delle dinamiche
cognitivi, intellettuali o di conoscenza che dir si vo-     innescate dalla gestione della conoscenza, il vero
glia, delle organizzazioni imprenditoriali.                 precursore dell’innovazione, e vale sia per chi produ-
È una visione che sposta non di poco il focus dell’at-      ce beni che servizi.
tenzione dai fattori primari dell’economia tradiziona-      Incrementale o radicale che sia, l’innovazione in defi -
le verso altri che implicano aspetti meno strutturali,      nitiva può, quando adottata dalle imprese come leva
quali l’innovazione, il cambiamento tecnologico, la         strategica, contribuire sostanzialmente alla produt-
competenza e la formazione, così come il miglio-            tività, all’accumulazione del capitale e allo sviluppo
ramento dell’accesso alla conoscenza di prodotti,           economico.
processi, clienti e mercati; aspetti cioè di frontiera      I mutamenti epocali, i salti di qualità tecnologici, non
tra il campo strettamente economico e quanto, diver-        si danno semplicemente come reazione all’aumento
samente, pertiene alla più estesa sfera dei fenomeni        del costo dei fattori produttivi (per esempio, rimpiaz-
sociali.                                                    zo delle maestranze con impianti tecnologicamente
La condizione postmoderna è inevitabilmente lo              avanzati a seguito dell’aumento del costo del lavoro);
sfondo di tutte queste mutazioni di paradigma, il mo-       l’innovazione tecnologica in un sistema economico
mento di soluzione della continuità che, in effetti, è      aperto è infatti tendenzialmente un’istanza intrinse-
ancora in atto.                                             ca, costante e ciclica, dettata anche dalla necessità di
La progressiva e inarrestabile terziarizzazione dei si-     inseguire la competitività o di innalzare gli standard
stemi produttivi è un chiaro segno di queste tenden-        qualitativi della produzione.
ze e, in particolare, il Terziario Avanzato svolgerebbe     È così che si innescano processi virtuosi di incremen-
un po’ la funzione di pesce pilota verso un riassetto       to della conoscenza relativamente sia agli individui
in cui la creazione del valore si dà a partire da risorse   che alle organizzazioni, fino a coinvolgere il territorio
cognitive come informazioni, idee, creatività.              stesso; della conoscenza insomma nei suoi diversi e
La dinamica economica, letta in una chiave sistemi-         articolati aspetti.
ca e olistica, ovvero meno rigidamente settoriale,          La conoscenza costituisce un elemento fondante
comprende dimensioni che sono più esplicitamente            della produzione, sia che venga incorporata nella
correlate alla non linearità dei processi adattivi e for-   tecnologia, oppure sia distillata negli anni e diffusa
temente condizionate dal fattore conoscenza.                per capillarizzazione nei diversi distretti delle orga-
A loro volta, le dinamiche della conoscenza non sono        nizzazioni (per esempio, in virtù delle comunità di
facilmente catturate dai dati macroeconomici (come          pratiche), o infine risulti il risultato dirompente della
il prodotto interno lordo, la quota di spesa pubblica       creatività che riconfigura l’esistente in soluzioni ine-
in istruzione, gli investimenti in ricerca e sviluppo), è   dite.
importante quindi inglobare, nella valutazione dello        La conoscenza tuttavia è anche un bene collettivo,
sviluppo, dati pertinenti alla sfera delle imprese, con-    pubblico, cioè un bene alla cui produzione contribui-
siderate come attori che interagiscono nel sistema          sce la collettività nel suo complesso.
economico nel suo complesso con una capacità di             Evidentemente la conoscenza è, in misura crescente,
condizionarlo, e di esserne condizionati, che va al di      un elemento strategico per le imprese, ma lo è anche


          18
sia per il territorio che per la comunità, permettendo       (modello di Hayek, modello informazionale), per cui
alla compagine sociale l’accesso ad opportunità altri-       la generazione della conoscenza è un evento preva-
menti irraggiungibili.                                       lentemente individuale, in quanto l’agente è chiamato
A maggior ragione la gestione della conoscenza è             ad attribuire significati all’informazione in base alla
tanto più strategica, quanto meno la conoscenza è            proprie singole capacità ed abilità cognitive.
diffusa e accessibile alla maggior parte dei soggetti        A questo modello si contrappone quello di stampo
competitivi, vale a dire che diventa un fattore critico      costruttivista, con al centro il cosiddetto agente vin-
per la creazione di valore economico.                        colato, dove i concetti di informazione e conoscenza
È evidente a tutti il sicuro (quasi sempre) vantaggio        non si sovrappongono.
competitivo esistente per l’innovatore rispetto al-          In questo modello, al concetto di conoscenza come
l’inseguitore, il quale ultimo accede alla conoscenza        bene pubblico e globale, prodotto dal singolo indivi-
nuova in ritardo, insieme alle imprese concorrenti.          duo che non può appropriarsi della rendita della pro-
È ragionevole prevedere pertanto, che la domanda             pria innovazione (salvo, naturalmente, ricorrendo a
di conoscenza da parte delle aziende aumenterà in            stratagemmi artificiali, come i brevetti, molto costosi
maniera costante.                                            dal punto di vista organizzativo e sociale), si contrap-
Il patrimonio della conoscenza d’altronde è per, sua         pone il modello di conoscenza come bene collettivo,
natura, disperso ed incompleto, non formalizzabile           non indivisibile, che presenta invece, in contesti
in modo esaustivo. Non può essere localizzato in un          locali, la possibilità di essere modularizzata, quindi
solo individuo o in una sola organizzazione ed è al          condivisa e scambiata, generando rendite crescenti
contempo in perenne evoluzione.                              in virtù della sua ricombinazione.
A misura che la conoscenza diviene il fattore critico        Quest’ultimo modello, così come l’abbiamo schema-
dello sviluppo, risulta naturalmente decisivo che si         tizzato e semplificato, ci sembra essere piuttosto
diffondano sistemi di collaborazione tra le imprese          pertinente alla visone qui contemplata, sottolineando
stesse, da un lato, e fra imprese e territorio dall’al-      che la conoscenza è un evento collettivo e locale,
tro.                                                         distribuibile e condivisibile nei sistemi delle organiz-
Il sistema dell’impresa infatti vive e si evolve all’in-     zazioni e tra le organizzazioni.
terno del grande ecosistema territoriale, le sorti reci-     Tradizionalmente utilizziamo diversi modelli interpre-
proche sono strettamente correlate come quelle tra           tativi delle relazioni tra imprese e territorio: le reti, i
organismi che interagiscono per osmosi.                      distretti ed i cluster; mentre i due ultimi rimangono
Uno degli esempi più attuali di questa interdipen-           legati a realtà territoriali geograficamente circoscrit-
denza è quello della gestione dei flussi migratori:          te, il concetto di rete è più elastico e acquista nuove
l’integrazione è anche una questione di inserimento          implicazioni.
nel mondo del lavoro e, viceversa, l’inserimento nel         La rete non coinvolge inoltre solo soggetti omogenei
mondo del lavoro è anche una questione di integra-           e territorialmente compresenti, ma anche soggetti di
zione. Tutti i soggetti sociali sono coinvolti e se questi   natura diversa, associazioni di categoria, Università,
processi hanno successo, gli effetti positivi ricadono       pubbliche amministrazioni, enti territoriali.
sull’intera comunità.                                        La conoscenza originale quindi, mentre da un lato è
Qui, tuttavia, il concetto di conoscenza acquista con-       un elemento sempre più importante per lo sviluppo
notazioni che vanno ben al di là del nostro campo di         economico, dall’altro (sotto la specie innovazione) si
indagine, stemperando in quello di civiltà.                  dimostra una risorsa sempre più scarsa.
Per tornare al nostro discorso, possiamo allora im-          Infatti in un’economia basata sulla conoscenza, sul-
maginare una sorta di ecosistema globale della cono-         l’informazione e sulla comunicazione, la capacità di
scenza, si tratterà quindi di massimizzare le capacità       innovare diventa decisiva ancor più della capacità di
di entrare nel circuito di scambio di questa risorsa         produrre e persino di produrre con qualità; l’incer-
diffusa giovandosene al tempo stesso che si contri-          tezza, l’imprevedibilità e la rapidità dei cambiamenti
buisce ad incrementarne il valore.                           sono la regola imperante e di pari passo cresce la
Ci si può agganciare a questa problematica rievocan-         pressione competitiva, essendo le idee più facili da
do la diatriba intorno alla questione se la conoscenza       copiare e da replicare dei beni materiali.
sia definibile come evento pubblico o evento colletti-       Nuovi modelli organizzativi, basati sul paradigma
vo.                                                          sistemico, quindi si dimostrano capaci di garantire
L’approccio razionalistico, che quindi contempla l’esi-      successo alle imprese; come quello della cosiddetta
stenza di un agente cosiddetto razionale, ipotizza una       “azienda estesa” che prevede un allargamento dei
sostanziale uniformità tra conoscenza e informazione         confini, non solo concettuali, dell’azienda, fino a


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  • 1. I.P. QUATERZIARIO L'economia della conoscenza 45,3% Il Terziario Innovativo come cerniera tra l’innovazione e l’industria manifatturiera
  • 2. SOMMARIO 4 LA CONVERGENZA DELLE TECNOLOGIE DI FRONTIERA di Angelo Mancini 8 IDEE & TECNOLOGIE MARKETING OLFATTIVO di Maurizio Galluzzo 8 IN|OUT SKIP INTRO di Maurizio Galluzzo 9 QUATERZIARIO I.P. FRONTIERE a cura di Angelo Mancini Terziario Innovativo di Unindustria Treviso Direttore responsabile: Alberto Boccanegra Progetto editoriale: DESIGN / ASSOCIATI 13 Per la pubblicità: Iniziative Unindustria S.r.l. 45,3% Tel. 0422 294229 di Maurizio Galluzzo Stampa: Zoppelli S.r.l. 17 DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI CONOSCENZA. 1 di Angelo Mancini Unindustria Treviso Presidente: Sergio Bellato Direttore: Cesare Bernini 21 Terziario Innovativo di Unindustria Treviso Presidente: Maurizio Galluzzo C’È FUTURO Vicepresidente: Giorgio Paladin a cura di Franco Tagliente Per informazioni: info@frontiereonline.it AZIENDE ALLA RICERCA DELL’ARMONIA www.frontiereonline.it Gli articoli impegnano soltanto i rispettivi autori. © Tutti i diritti sono riservati
  • 3. EDITORIALE di Maurizio Galluzzo* Le frontiere per alcuni sono un recinto chiuso, il limi- te invalicabile, il segno che termina il territorio. Oltre la frontiera c’è un mondo che non interessa anche perché fa paura. Per altri le frontiere sono la protezione da tutto ciò che è estraneo, diverso, nuovo. Sanno che al di là della frontiera ci possono essere delle opportunità ma sperano che nessuno se ne accorga. Sperano di difendersi guardando in basso, solo la coda dell’oc- chio vede il nuovo che avanza ma loro fissano la terra e sperano. Per altri ancora le frontiere sono la soglia di un nuovo mondo, sono la scoperta, la novità, la gioia di sco- prire e di mettersi in gioco. Le frontiere le varcano quotidianamente alla ricerca del meglio e spesso lo trovano. Per noi Frontiere è anche la congiunzione dello spa- zio (fronti) e del tempo (ere) che si sfidano e diventa- no materia di indagine. Frontiere nasce dal Terziario Innovativo di Unin- dustria Treviso e vuole essere uno strumento per mettere in discussione i modi di pensare e di operare. Vuole aprire nuovi dibattiti, creare un confronto e con questo anche nuove opportunità di business. Nei prossimi anni il Terziario Innovativo sarà chiama- to a rispondere a nuove e importanti sfide. Più grandi di quelle che ha vissuto. Il mondo spesso cambia più velocemente di quanto si possa impiegare per com- prendere il cambiamento stesso. Se l’industria vuole affrontare le sfide dell’innovazio- ne (non solo tecnologiche ma anche organizzative e comunicative) e della conoscenza allora dovrà trova- re una nuova sinergia con un Terziario Innovativo at- tento e preparato. Frontiere vuole essere la palestra dove si allenano le idee che possono avere successo. Vogliamo attraversare insieme la frontiera? * Presidente Gruppo Terziario Innovativo di Unindustria Treviso 3
  • 4. LA CONVERGENZA QUANDO PARLIAMO DI CONOSCENZA NECES- SARIAMENTE PARLIAMO ANCHE DI SCIENZA E DELLE TECNOLOGIE RICERCA, SEMBRA INFATTI CHE, PERLOMENO NELLA NOSTRA CULTURA, IL CONCETTO DI CO- DI FRONTIERA NOSCENZA SIA STRETTAMENTE CORRELATO di Angelo Mancini A QUELLO DI INNOVAZIONE - DIVERSAMENTE, PARLEREMMO DI SAPIENZA O SAGGEZZA, CONCETTI CHE SEMBRANO INVECE, PER IL SENSO COMUNE, DENOTARE LA CONOSCENZA INTESA COME CONSERVAZIONE DEL SAPERE. DI SICURO IL CONCETTO DI CONOSCENZA È INSEPARABILE DA QUELLO DI INNOVAZIONE QUANDO CI RIFERIAMO AL MONDO DELLA TEC- NOLOGIA E A QUELLO DELLA PRODUZIONE DI BENI O SERVIZI, DOVE L’INNOVAZIONE RAP- PRESENTA ORMAI IL VANTAGGIO COMPETITI- VO DETERMINANTE. Nei primi decenni del 21° secolo si assisterà presumi- bilmente ad un’accelerazione degli sforzi per l’unifica- zione delle scienze sulla base dell’unità della natura e delle sue leggi ultime; di fatto, già si sta assistendo a questo fenomeno, soprattutto grazie al progresso delle discipline di frontiera della ricerca scientifica, le quali mostrano chiare linee di tendenza che portano ben oltre la transdisciplinarità, verso la convergenza. La locuzione “tecnologie convergenti” si riferisce co- munemente alla combinazione sinergica delle quat- tro attuali più avanzate provincie della scienza appli- cata, cosiddette NBIC (nano-bio-info-cogno), ognuna delle quali sta facendo grandi balzi in avanti; quindi: a) nanoscienze e nanotecnologie; b) biotecnologie e biomedicina, comprendendo l’ingegneria genetica; c) il vasto dominio dell’ICT; d) il dominio delle scienze cognitive, che spazia dalle neuroscienze fino allo stu- dio della fisiologia delle emozioni. La convergenza di queste disparate tecnologie è basata sull’ipotesi della materiale omogeneità dei loro oggetti di ricerca a livello della nanoscala e, su questa stessa scala, della possibile loro integrazione tecnologica. Si tratta di una prospettiva decisamente rivoluzio- naria, molto più dell’ipotesi di un’interfaccia transdi- sciplinare tra campi della scienza tradizionalmente 4
  • 5. separati; una prospettiva che permetterà di valicare quella che è stata definita da B. C. Crandall come “the treshold of a molecular dawn”. Da un lato, quindi, gli sviluppi dell’approccio sistemi- co, delle matematiche e delle discipline computazio- nali, delle teorie della complessità; da un altro lato la convergenza delle tecnologie NBIC: insieme forni- ranno formidabili strumenti per procedere sia nella comprensione delle leggi del mondo della natura che del mondo della cultura; anzi muovendosi verso il ri- conoscimento di una loro sostanziale congruenza (se non omogeneità) al livello della nanoscala. Per esempio, grazie a questi progressi, diventeranno accessibili obiettivi anche molto critici (e spinosi), come il miglioramento strutturale delle performance dell’uomo sia dal punto di vista fisico che cognitivo. Questa prospettiva non dovrebbe scandalizzare più di tanto, lo stesso Heisenberg affermò che, in defi - nitiva, la tecnologia è un fenomeno perfettamente naturale, definendola “un processo biologico su scala più larga”. In effetti, sarebbe probabilmente difficile reperire in natura qualche cosa o fatto che non sia stato, nei millenni, manipolato sotto qualche rispetto grazie a tecnologie, se pur grossolane. Ecco che le famose, e famigerate, “due culture” (le scienze della natura e le scienze dell’uomo, secondo una distinzione, per la verità epistemologicamente fumosa, che ha fatto molto polemizzare nel secolo scorso, da Snow a Sokal), trovano un possibile punto di confluenza e, addirittura, concreti strumenti per esplorarne le potenzialità, superare le barriere e rag- giungere traguardi sinergici. La lista degli esempi di questi traguardi NBIC potreb- be essere aggiornata quotidianamente: l’aumento dell’efficienza nel lavoro e nell’apprendimento; l’incremento delle capacità sensoriali e cognitive dell’individuo; cambiamenti rivoluzionari nella tutela della salute; il miglioramento della creatività sia indi- viduale che di gruppo; l’alta efficienza delle tecniche di comunicazione fino all’interazione brain-to-brain; il perfezionamento delle interfacce uomo-macchina fino alla neuro ergonomica; il raggiungimento dello sviluppo sostenibile attraverso; l’inversione del de- clino fisico e cognitivo dovuto all’età; e quant’altre ipotesi ancora, alcune delle quali anticipate, come spesso accade, dalla fantascienza, ma non per questo meno realistiche. La convergenza NBIC apre la prospettiva di un’epoca in cui potersi comporre il secolare dualismo cartesia- no tra mondo fisico e mondo del pensiero, trovando quel momento di confluenza di cui lo stesso Cartesio aveva sentito l’esigenza. 5
  • 6. È comunque importante che le istituzioni e le orga- a fuoco di un’effettiva convergenza, rischierà di non nizzazioni chiave della società siano preparate ai dare gli auspicati risultati in termini di innovazione. cambiamenti che saranno resi possibili dalle tecnolo- A partire da questa considerazione si giustifica gie convergenti. l’istanza secondo la quale, affinché diventi possibile Tutte le attività in grado di accelerare questa con- un effettivo trasferimento tecnologico all’interno dei vergenza devono essere sollecitate, in particolare le distretti produttivi, si richiede una sorta di prelimina- ricerca mirata di base, le sinergie tecnologiche alla re opera di alfabetizzazione o perlomeno di sensibi- nanoscala, lo sviluppo di interfacce tra scienza e tec- lizzazione, se non di “evangelizzazione”, che compete nologia, il trasferimento tecnologico ed un approccio alle istituzioni e alle associazioni di categoria. olistico per monitorare la risultante evoluzione socia- le. I campi di applicazione della convergenza, abbiamo Lo scopo deve essere quello di offrire sia agli individui detto, sono quasi limitati solo dall’immaginazione; che alla società un ampio range di scelte apprezzabili in generale è possibile pensare almeno un Mems e nel tempo stesso tutelare diritti fondamentali quali (micro electronics mechanical sistem: nanosistema la privacy, la salute e la responsabilità morale. elettromeccanico costruito integrando su una singola Dovremo sperimentare idee innovative per indirizza- particella di silicio elementi meccanici ed elettronici, re ricerche multidisciplinari e trovare nel tempo stes- sensori ed attuatori), per quasi ogni momento od atti- so strade per salvaguardare soluzioni etiche, legali e vità nella biosfera - e oltre. morali. Soprattutto per quanto riguarda la vita artificiale (AL) Si richiede pertanto l’evoluzione di un’architettura e le applicazioni biomediche, la convergenza tecno- gerarchica per integrare le scienze umane e naturali logica sta aprendo nuove frontiere; assistiamo anzi attraverso diverse scale, dimensioni e modalità di ad una curiosa mise en abyme, per cui dispositivi ed codificazione dei dati, per una nuova epistemologia e elementi inorganici vengono inseriti nell’organismo, nuove forme di conoscenza. mentre elementi organici (ad esempio, neuroni di Più di mezzo millennio fa, i grandi del Rinascimento ratto) vengono inseriti in elementi inorganici, come erano in grado di padroneggiare magistralmente le i Mems. conoscenze di numerosi campi del sapere; la specia- Ecco che, per limitarci al solo impatto delle tecnologie lizzazione al giorno d’oggi ha frazionato e accelerato NBIC, delle quali stiamo parlando, il miglioramento il progresso del sapere ad un punto tale che nessuno delle potenzialità umane ai livelli molecolare, indivi- è oggettivamente in grado di abbracciarne più di un duale e sociale, vede sei differenti aree di rilevanza: settore ristretto; tuttavia la convergenza delle disci- • il potenziale globale della convergenza delle tecno- pline scientifiche ha portato al risultato paradossale logie: le istituzioni governative e del settore privato che le distinzioni hanno perso di vigenza, riproponen- avvertono l’urgenza di incentivare e promuovere la do una sorta di nuovo Rinascimento, fondato sulle ricerca in un settore che prevede sostanziali muta- tecnologie ma considerate in un’inedita prospettiva menti nell’economia e nella società, prospettando olistica, sulle matematiche dei sistemi complessi e scenari che comporteranno anche molti problemi di aspirando ad una comprensione unificata dei feno- ordine non scientifico; meni, dalla scala microscopica a quella macroscopi- • l’espansione della cognizione e della comunicazione ca. umana: lo sforzo multidisciplinare per capire la strut- Le scelte di politica dello sviluppo dovranno tenere tura, le funzioni e arricchire i potenziali della mente; necessariamente conto di questa prospettiva, perché altre aree di priorità possono essere: le interfacce l’organizzazione dell’innovazione tecnologica non po- sensoriali personali, l’umanizzazione della tecnologia trà più dimenticare che qualsiasi barriera tra campi attraverso comunità di alto valore comunicazionale, e distretti risulta artificiale e in definitiva esiziale per le tecniche di gestione della conoscenza implicita del- il raggiungimento dei risultati; non solo, ma in molti le organizzazioni, l’apprendimento delle modalità di casi si può auspicare che la convergenza sia dalle apprendimento, gli strumenti evoluti per la creatività stesse istituzioni amministrative pilotata top-down, e quant’altro ancora; per controbilanciare le inerzie dell’attuale sistema e • il miglioramento della salute e delle capacità fisio- accelerare la creazione di un fertile terreno per l’in- logiche, in sei aree di priorità: nano-bioprocessori novazione. per la ricerca e lo sviluppo di trattamenti e terapie, In quest’ottica, la creazione di distretti delle nanotec- con i contributi della bioinformatica, della genomica nologie all’interno di aree in cui non siano presenti e della proteonica; impianti e protesi nanotecnologici quei presidi di conoscenza che consentano la messa e sistemi rigenerativi per la sostituzione di organi o il 6
  • 7. monitoraggio della salute; nanodispositivi (mems) e riale; strumenti di intervento medico non offensivi dell’in- • governo, le istituzioni sia nazionali che locali, tegrità degli organismi; piattaforme multimodali per sembrano aver percepito solo aspetti parziali della l’incremento delle potenzialità sensoriali, in partico- rivoluzione implicita nella convergenza delle tecno- lare per i disabili; interfacce di comunicazione brain- logie, quali la NBIC; è lecito tuttavia aspettarsi che to-brain e brain-to-machine; infine ambienti virtuali le amministrazioni comprendano il grande potenziale per la formazione, l’addestramento, il progetto e la intrinseco di questa rivoluzione e si prodighino per collaborazione, non limitati dalla distanza o dalla promuoverne la diffusione. scala fisica; Non si tratta infatti di una semplice svolta tecnologi- • unificazione delle scienze e formazione: affrontare ca, ma di un mutamento di paradigma, anche episte- le sfide che si presentano richiede radicali cambia- mologico, che comporta una grande consapevolezza menti della formazione scientifica attraverso tutto e un notevole sforzo di adeguamento, non solo in il ciclo di studi, la convergenza tra campi del sapere termini di innovazione del sistema economico-pro- non potrà darsi se non ci saranno nuove figure di ri- duttivo ma a tutti i livelli, compresi quelli organizza- cercatori e tecnologi capaci soprattutto di integrazio- tivi, etici, legali, ambientali, coinvolgendo il più vasto ne delle conoscenze. numero di soggetti sociali. Ma questo, naturalmente, è un busillis che esula dalle Nel giro di un paio di decine di anni, si prevede che la problematiche strettamente tecnologiche. convergenza delle tecnologie NBIC avrà un impatto www.frontiereonline.it/convergenza/ determinante in aree come: l’efficienza nel lavoro, il corpo e la mente dell’uomo attraverso tutto il ciclo di vita; la comunicazione e formazione; la salute mentale; l’alimentazione, agricoltura e allevamento; lo sviluppo sostenibile e la gestione degli ecosistemi; fino alla immagine di sé e alla moda, insomma vere e proprie trasformazioni della civiltà. Questi cambiamenti potranno essere molto drastici e dovranno venire gestiti nel rispetto della dignità e del benessere umano, compito non facile soprattutto se si considera la non prevedibilità degli sviluppi; per ciò sarà sempre più necessaria una soglia di allerta molto bassa. In ogni caso, il dado è tratto e vale la pena di affron- tare la sfida che offre opportunità molto vaste e di interesse universale, e questo a tutti i livelli della società: • individuale, scienziati, ricercatori, tecnologi diri- genti devono preoccuparsi di acquisire conoscenze e skill in almeno una delle aree NBIC, collaborare con i colleghi nei campi che non sono i loro specifici e prendersi il rischio di progetti innovativi; • istituzioni accademiche, la necessità di riforme curriculari e organizzazionali diventerà sempre più stringente e la convergenza farà emergere campi fluidi della formazione ai quali dovrà essere dato supporto; • settore privato, le industrie manifatturiere, biotec- nologiche, informatiche e medicali dovranno abituar- si a sviluppare efficaci partnership per scandagliare le grandi opportunità della convergenza tecnologica, superando le obsolete barriere di protezione della conoscenza verso una nuova mentalità imprendito- 7
  • 8. IDEE & TECNOLOGIE. MARKETING OLFATTIVO. Non sono certo una novità le ricerche nel campo del marketing ol- Alcune aziende, anche italiane, si sono spinte a definire un linguag- fattivo ma negli ultimi mesi c’è stata una riscoperta delle possibili gio degli odori che possa essere utilizzato per comunicare messaggi applicazioni industriali e comunicative. olfattivi più efficacemente (e parallelamente) di quelli visivi, sonori e tattili. La ricerca ha ripreso vigore dopo le sperimentazioni nell’ambito Sono già disponibili delle tecnologie in grado di creare delle aree dello sviluppo del cosiddetto naso elettronico ovvero quell’insieme olfattive nelle quali è possibile controllare l’intensità e la durata del di tecnologie in grado di “misurare” le sensazioni olfattive. Il naso segnale olfattivo utilizzando sensori di concentrazione. elettronico è sviluppato sia per ricerche nel campo della conserva- Finora, a parte rarissimi casi, il progetto olfattivo è rima- zione degli alimenti (individuazione di sostanze alterate), nel campo sto relegato al prodotto e non al punto vendita o allo stru- della sicurezza (ricerca esplosivi, agenti inquinanti, ecc.) e di recente mento di promozione (solo i profumi hanno fatto la loro nel campo medicale (ricerca di sostanze emesse dal corpo in conse- comparsa intrisi nelle pagine delle riviste di moda e costu- guenza di talune patologie). me) ma nei prossimi anni avrà un ruolo sempre maggiore. Il marketing olfattivo è basato su un mix di indagini che avvengono nei campi della fisiologia e della psicologia dell’olfatto. L’olfatto è Non estraneo a queste ricerche è il settore del tessile e dell’abbiglia- interpretato dal sistema linfatico nervoso, lo stesso che elabora mento. Per secoli si è cercato il tessuto ad odore neutro, chissà che le emozioni e gli istinti. Per questo motivo la memoria olfattiva è prossimamente anche questa limitazione non venga abbattuta. complessa in quanto costituita da esperienze personali ed eredità genetica. www.frontiereonline.it/osservatorio/ IN | OUT - RIFLESSIONI SUL MONDO DIGITALE. SKIP INTRO. In una cosa sono concordi le statistiche: un navigatore internet (sur- ne”. Sarebbe come se uno scrittore dicesse nella copertina del pro- fer) è infastidito dai tempi di caricamento delle pagine Web. Quando prio libro: “puoi tranquillamente saltare il primo capitolo perché non sono troppo lunghi cambia indirizzo e chi ha, con tanta cura, creato scrivo niente di utile per capire il resto …”. la sua presenza nel mondo virtuale perde visitatori e opportunità di business. D’altronde nel Web il principio “superfluo è bello” è molto diffuso e spesso le componenti di un portale sono più la dimostrazione tecno- La generazione più recente dei siti internet si presenta molto spesso logica di saper mettere insieme funzioni scovate in giro per la rete, in forma animata. Lo strumento più usato per la loro realizzazione è che il risultato di un’analisi degli obiettivi e dei risultati attesi. Macromedia Flash, facile da imparare e sufficientemente potente da Un esempio del superfluo è l’orologio sul sito. Quanto di più inutile lasciare libero spazio alla creatività del Web Designer. visto che è presente, oltre che nel polso del surfer anche nel de- I siti creati in Flash hanno però il difetto di pesare di più rispetto a sktop del computer. Insomma un esercizio tecnico (saper leggere quelli scritti in HTML. la variabile temporale del sistema operativo) diventa componente Il download spesso dura qualche minuto (sarebbe da evitare ma…) ed dell’interfaccia Web, senza motivazione e senza che il web designer è quindi nata una nuova forma di comunicazione costituita dall’ani- si ponga le tre domande classiche: “a cosa serve, chi lo usa e perché mazione introduttiva. Lo scopo è quello di far attendere “piacevol- dovrebbe usarlo”. mente” il visitatore in attesa di scaricare il sito vero e proprio. La metamorfosi è stata rapida e il loader si è trasformato in una sorta Chiudiamo in bellezza. Spesso ci imbattiamo in siti che all’apertura in- di spot pubblicitario o meglio di presentazione del sito. Si è persa la dugiano per dar tempo alla pagina di caricare il sottofondo musicale. funzione principale e si dato libero sfogo alla fantasia. Ma poi la fan- L’idea del creatore è forse quella di ricreare un ambiente multisen- tasia ha preso la mano dimenticandosi che serve pure la razionalità. soriale (oltre ai colori e alle animazioni ci mette pure la musica così il surfer si sente immerso in un ambiente diverso). Flash ha introdotto una grande facilità nella realizzazione delle L’accesso alla musica è nel nostro mondo così facile che pare im- animazioni su Web. La tecnologia offre insindacabili vantaggi: è possibile che un navigatore aspetti solo di visitare quella pagina per sufficientemente leggera, integra e sincronizza elementi multime- ascoltarla… Ben più difficile è la conquista del silenzio ma questo è diali, permette di creare irripetibili effetti grafici. Ma richiede anche un altro tema. un’esperienza ed una competenza diverse rispetto ad un tradizionale “web composer”. Quando decidiamo di acquistare un sito internet o un portale dobbia- In molti casi si può leggere nell’animazione introduttiva quasi una mo fare molta critica e moltissima analisi. Se il nostro interlocutore mutuazione delle sigle dei film (o televisive) che però hanno una non si pone questi problemi è bene che li poniamo noi. Dobbiamo finalità diversa. Altre volte una sorta di spot, o raccolta di slogan, più ricordarci che la prima pagina del nostro portale è il biglietto da vi- raramente un capolavoro. In ogni caso il web designer si confronta sita della nostra azienda nel mondo digitale. Presentarsi bene è un con una variabile a cui è poco abituato: il tempo. Nascono così in- obbligo. sopportabili e inutili intermezzi che presentano tutta la loro fragilità compositiva e logica nell’immancabile “skip intro” ovvero in italiano: www.frontiereonline.it/inout/ “salta l’introduzione perché è inutile e non ti da alcuna informazio- 8
  • 9. La conoscenza come metaservizio TERZIARIO E OLTRE. PANORAMICA SUL TERZIARIO. quale settore gli venivano fatte afferire tutte le funzioni di tipo decisionali, il Nonostante i grandi progressi sociali, complesso delle libere professioni, il si- che l’hanno sensibilmente destituita di stema bancario, quello assicurativo e, in- efficacia descrittiva, continuiamo per somma, tutte quelle figure professionali comodità a rifarci alla tradizionale clas- che C. Wright Mills avrebbe identificato sificazione dell’economia, proposta fin con la fortunata espressione di “colletti dagli anni quaranta, nei settori prima- bianchi”. rio, secondario e terziario; tripartizione In una fase susseguente, dalla fine degli che, per quanto deficitaria, ambigua e anni settanta, una nuova area emergen- obsoleta, può valere ancora perlomeno te si è guadagnata la ribalta, quella delle come quadro schematico e intuitivo di discipline digitali (ICT) in cui rientrano riferimento. attività che vanno dall’informatica alle La progressiva terziarizzazione del- telecomunicazioni. l’economia produttiva è giunta al punto Se si fosse voluta seguire la logica che tale per cui nei paesi postindustriali aveva suggerito il termine quaternario, ormai il terziario tocca percentuali di allora si sarebbe dovuto introdurre un occupazione superiori ai due terzi di quinario e chissà, in un’ulteriore fase, un quella complessiva. eventuale esario e così via. All’interno stesso del terziario sono Tutto risulterebbe un po’ improbabile e state rinvenute aree di omogeneità farraginoso - piuttosto che una soluzio- funzionale, come, appunto, quella che ne, una complicazione di problemi. ci interessa, ovvero il terziario avanzato Comunque sia, lo sviluppo del terziario www.terziarioinnovativo.it/quaterziario/ (TA, denominato anche, con non molto viene inquadrato nel progressivo spo- successo: quaternario), all’apparire del stamento della domanda dai beni mate- 9
  • 10. riali a quelli immateriali, quindi ai servizi di rango superiore; la qualità della vita non si incrementa aumentando la quan- TERZIARIO tità di servizi o beni, ma aumentando la qualità di servizi o beni, i quali ultimi beni stessi anzi finiscono, proprio a que- PUBBLICO PRIVATO sto scopo, per inglobare un sempre più alto tasso di servizio. Peraltro, le economie avanzate assisto- no alla progressiva terziarizzazione non famiglie imprese famiglie imprese tanto in quanto un numero crescente di abitanti possa permettersi un tenore di vita superiore, ma soprattutto perché si TdT TdS R&S verifica un’esplosione del complesso di servizi che si rivolgono al primario, al secondario ed al terziario stesso. Questa è la ragione prima che conduce TA figura 1 a distinguere tra producer services, servizi che si rivolgono al mondo della produzione e sono finalizzati ad aumen- tare il potenziale produttivo ed il valore Dal quale schema risulta che già una sia detto per inciso, risultano di sostan- di chi li utilizza, e consumer services, prima distinzione da considerare ri- ziale supporto al passaggio dei sistemi servizi che si rivolgono al mondo del guarda il regime in cui operano i servizi, evoluti industriali a postindustriali); ma consumo e concorrono ad aumentare la ovvero: non sempre questi servizi appartengo- soddisfazione del consumatore. • servizi pubblici, disposti dalla Stato no al TA, perché non sempre richiedono Al centro di tutte le disparate distinzioni e dalle amministrazioni locali, avendo livelli di specializzazione particolarmen- che vengono fatte (per esempio anche obiettivi di pubblica utilità (sanità, istru- te elevati (vedi ad esempio i servizi di quelle tra terziario tradizionale e ter- zione, trasporto, ecc.), il loro problema pulizia o manutenzione, corrieri e spe- ziario moderno, tra terziario implicito centrale è contemperare la massima ac- dizionieri, sorveglianza, ecc.). e terziario esplicito, tra servizi a pre- cessibilità con il contenimento dei costi; Sostanzialmente se ne osservano due stazione fisica e servizi a prestazione • servizi privati, che nascono dall’at- sub-categorie: intellettuale, ecc.), è la necessità di tività imprenditoriale e sono invece • servizi che si rivolgono al processo disaggregazione del settore dei servizi, strettamente connessi al mercato e alla produttivo o alle fasi della distribuzione per averne una mappa concreta e prati- competitività. del prodotto industriale; cabile, anche a fini statistici. Entrambe queste due macrocategorie • servizi che si rivolgono alla gestione Risulta chiaramente qualche difficoltà (senza considerare un recente trend di amministrativa e finanziaria, da livelli a rappresentare il cosiddetto terziario convergenza) sono impegnate, se pur più bassi (come agenzie di recupero avanzato, ovvero quella tipologia di ter- in modo e misura diversi, a soddisfare crediti, elaborazione dati, ecc.), ai livelli ziario che tende ad affermarsi in tutta la domanda sia del mondo del consumo, più elevati (come le consulenze fiscali, l’area dei servizi e sempre più viene as- per esempio le famiglie, sia del mondo legali, revisione contabile, marketing, sunto come categoria a se stante, come produttivo. brokeraggio, softwarehouse e altri). gruppo omogeneo di attività. È nelle frange più evolute di questi Al pari delle tecnologie high-tech, il Prendiamo in esame l’area che è al servizi che si sono sviluppati quelli TA si connota soprattutto per l’elevato centro delle presenti riflessioni, ovvero, specifici del TA: dalle attività relative contenuto non tanto (o non solo) di scendendo lungo l’albero, quella dei ser- alla programmazione della produzione, tecnologia, ma soprattutto per l’elevato vizi privati alle imprese. al controllo della qualità o del consumo contenuto di conoscenze specialistiche Osserviamo innanzitutto l’esistenza di energetico e della sostenibilità, fino alle presente nei diversi servizi, indipenden- un terziario del terziario (TdT): appar- società di engineering o a quelle che si temente dal settore merceologico di tengono a questa categoria tutti i servi- occupano di applicazioni dell’innova- appartenenza o da altre classificazioni zi con funzioni di approvvigionamento, zione, innovazione che rimane la com- utilizzate. organizzazione, gestione e supporto ponente trainante di tutte le economie Va infine sottolineato che il TA deve alle attività commerciali (e terziarie in postindustriali. essere circoscritto ai servizi che pro- genere) che si rivolgono al mondo del La concezione del TA come fenomeno ducono tecnologia o conoscenza e non consumo. residuale (“tutto quello che non è im- sono da ricomprendervi quei servizi che Il segmento quantitativamente più mediatamente e facilmente rubricabile si limitano a riutilizzarla. rilevante è la grande distribuzione, an- come terziario tradizionale”), è stata Per intenderci, informatizzare i servizi che se vanno indicati servizi di minore rapidamente superata dai tempi e dal- pubblici o introdurre procedure alta- peso ma di contenuti innovativi, come l’evoluzione sia del mondo della produ- mente automatizzate negli sportelli ad esempio le ricerche di mercato, il zione che dal mondo del consumo; non bancari, non fa di questi, così e sempli- leasing commerciale, il franchising ed solo quindi assistiamo ad una tendenza cemente, TA. altri ancora. accelerata verso la terziarizzazione ma, Potremmo proporre una tassonomia Il terziario del secondario (TdS) com- all’interno di quest’ultima, si ripropone del terziario rappresentata da questo prende servizi che in buona parte corri- una tendenza che sposta il baricentro diagramma: spondono a funzioni emergenti (le quali, verso, diremmo, la terziarizzazione 10
  • 11. avanzata. sere, semplicemente autoreferenziale, terziario. Ad ogni buon conto, tra TA e Terzia- e questo accade anche nel caso della Lo definiremo Quaterziario (QT), con un rio della Ricerca e Sviluppo (TR&S) il ricerca applicata. termine quindi che contiene nel tempo confine è sfumato: entrambi compren- Nel nostro caso pertanto, potremmo medesimo l’idea di una progressione dono tutte le attività esplicitamente distinguere l’innovazione come pro- (“quater”), ma conserva e ingloba la finalizzate all’innovazione scientifica e dotto dall’innovazione come processo: radice “ter” di terziario che ne indica sia tecnologica, in una parola alla creazione se la prima può assumere le forme del le origini che la vocazione. ed elaborazione della conoscenza: “tur- servizio, non così la seconda, o non ne- ning knowledge into value”. cessariamente. Si tratta evidentemente di un esca- Si tratta di una gamma di servizi molto Questo accade perché l’innovazione motage, di un pun, un gioco di parole, estesa: dagli uffici studi veri e propri come processo è sostanzialmente elabo- ma a nostro avviso può ben prestarsi fino al design, dalla progettazione dei razione di conoscenza. al disegno che pone la conoscenza al prodotti alla prototipizzazione, dalla Spostiamo quindi dall’innovazione alla centro dei processi di creazione del va- progettazione dell’hardware a quella conoscenza il momento topico della lore in un mondo dove le dinamiche non del software e quant’altro. nostra argomentazione; in un sistema lineari mettono rapidamente fuori gioco Negli ultimi decenni, questo tipo di dinamico evolutivo l’innovazione è sem- l’instrumentarium tradizionale degli attività e ricerche si è posizionato de- plicemente il prodotto della conoscenza analisti e degli operatori. cisamente nell’ambito delle tecnologie in atto. digitali e ha di fatto reso possibile anche La conoscenza, infatti, può darsi a pre- alle PMI di accedere all’innovazione se scindere dall’innovazione, l’innovazione non, in alcuni rari casi, di farsene mo- mai a prescindere dalla conoscenza. sche cocchiere. La conoscenza tuttavia non si presenta come un servizio ma come un precur- sore del servizio, ovvero come un me- IL QUATERZIARIO. taservizio. Tratteggiata la precedente panorami- Mentre le economie avanzate procedono ca, è a questo punto che si inserisce la verso l’immaterializzazione dei prodotti nostra riflessione sul quaterziario (QT), (più valore ai servizi e meno ai beni), come momento di confluenza tra ter- è inevitabile che il product lifecycle ziario avanzato e terziario della ricerca subisca il contraccolpo di una rapida e sviluppo (per un modello di sistema obsolescenza; come per gli organismi, PRIMARIO innovativo a rete e di conoscenza loca- la sopravvivenza è funzione di una for- SECONDARIO lizzata, di integrazione della conoscen- te fitness che si ottiene in virtù di una za tacita ed esplicita), contemplati dai spiccata capacità a rinnovarsi: la com- TERZIARIO modelli precedentemente tratteggiati. petitività su mercati ad alta incertezza e TERZIARIO AVANZATO imprevedibilità segue leggi assimilabili, La nostra argomentazione prende ini- mutatis mutandis, a quelle della lotta QUATERZIARIO zialmente le mosse da un’osservazione per la sopravvivenza di un organismo in di base, da cui si evince che quanto un ambiente naturale. comunemente si intende per innova- Il vantaggio competitivo deriva dalla zione in realtà è riferibile a due realtà capacità di elaborare conoscenza e DA KNOWHOW A KNOWLEDGE. distinte: produrre innovazione; è un meccanismo • da un lato, l’innovazione come prodot- di tipo adattivo evoluzionistico in un am- Il Nordest è, quasi proverbialmente, to, (diciamo, il punto di arrivo); biente ad alta pressione selettiva. un’area ad economia basata in preva- • da un altro, l’innovazione come pro- lenza su reti di microimprese (portatrici cesso, (diciamo, il percorso). Lo scopo che ci ripromettiamo, è quello di conoscenza tacita, sommersa), che La natura intrinseca dell’innovazione di aggregare in una categoria specifica hanno densamente popolato il territorio consiglierebbe di considerarla sempli- tutte le attività che, provenendo dai con capacità produttiva ad alta compe- cemente come un processo, comunque più disparati settori, siano finalizzate o titività; quindi un’economia, per dirla essendo un processo ciclico, potremmo trovino una migliore finalizzazione sotto con un gioco di parole, più centrata sui distinguere delle tappe che vedono sta- l’egida del knowledge engendering and/ terzisti che sul terziario. zioni di arrivo, o traguardi, per quanto or management. Certamente le cose non sono più così e provvisori. Essendo, secondo la presente proposta, questo si rispecchia sia nella spinta alla Il processo dell’innovazione, rapportato questa categoria di attività non un ser- delocalizzazione che in una crisi diffusa, al mondo della produzione (primario, vizio ma un metaservizio, possiamo sì anche se non esiziale, che è la crisi di un secondario o terziario che sia) non è inscriverlo nel dominio del terziario ma modello di sviluppo. configurabile come un vero e proprio nello stesso tempo non possiamo esau- Evidentemente il ciclo di vita di questo servizio (pensiamo alla natura intrin- rirlo nel terziario; altresì non potremmo modello e la sua fitness rispetto ad un seca del servizio o alla cosiddetta ser- neppure rubricarlo come un “quaterna- contesto economico drasticamente vuction), ma della natura del servizio rio”, cioè un progresso per cumulazione mutato negli ultimi anni, è entrato in conserva molto; soprattutto se non rispetto al terziario, perché, come già una fase che può assomigliare alla fase dimentichiamo che l’innovazione come accennato, si tratta tanto di una inten- di stallo che precede quella della deca- processo di ricerca è, o meglio può es- sificazione quanto di una estensione del denza. 11
  • 12. La cura elettiva per questi problemi (an- pente, limitandosi forse ad assolvere la competence nella produzione e trasferi- che se non una panacea) è l’innovazione funzione di fornitore di servizi riguardo mento della conoscenza, oltre che nella che, come abbiamo detto, risulta da una ai bisogni espliciti delle imprese, con creazione di condizioni adeguate per accorta e puntuale coltivazione della atteggiamento poco proattivo. l’interazione tra soggetti che sviluppa- conoscenza. Se questa poca propensione ad elabora- no conoscenze complementari. In verità, una doviziosa letteratura re conoscenza può essere fatta risalire La conclusione potrebbe essere che, attesta ormai che la conoscenza non sicuramente alla mancanza di massa non essendo il TA l’agente di innovazio- è una grandezza monolitica, ma as- critica delle imprese, è anche vero che ne di cui necessita il fitto tessuto pro- sume molti aspetti e facce a seconda non si è evoluta una sufficiente capa- duttivo del Nordest per trasformarsi in dal punto di vista da cui la si riguarda; cità di aggregare risorse e condividere un’economia knowledge based, potreb- conoscenza esplicita, conoscenza im- progetti, né di sviluppare partnership be questo motore esserlo un eventuale plicita, conoscenza tacita e, di questa, con quei centri naturali di elaborazione Quaterziario? le dimensioni tecnica e cognitiva, sono della conoscenza (esplicita) che sono i Questo soprattutto se è vero, come nozioni abbastanza comuni nonostante poli Universitari (i quali ultimi, peraltro, proponiamo, che la conoscenza non può diverse scuole di pensiero propongano solo adesso in Italia stanno lentamente essere considerata un mero servizio, problematiche e soluzioni spesso non in aprendosi al mondo e alle logiche del ma quel cosiddetto metaservizio di cui perfetto accordo. mercato). abbiamo parlato in precedenza. Ad ogni buon conto, potremmo forse Le panie e condizionamenti in cui è pre- affermare che una delle difficoltà del so tradizionalmente il TA rischiano di es- Nordest è da ricondursi appunto ad sere di freno per un ruolo di promotore una ampia diffusione di una conoscenza ed integratore della conoscenza sul ter- prevalentemente tacita e declinata nella ritorio; è per questo che (pur con il mas- dimensione tecnica, quella che è altri- simo rispetto per il Rasoio di Occam), si menti definita know-how. può pensare opportuno introdurre la Se la conoscenza è identificabile come figura di un nuovo player, quale sarebbe la risorsa di base dell’economia postfor- il QT, sciolto da logiche consolidate e dista, allora quello appena evidenziato è capace di condurre ad esito in manie- un limite di non poco momento. ra transettoriale la propria missione, Solo pochissime realtà, che proprio soprattutto, se la consideriamo quella per questa strategia sono riuscite ad sorta di metaservizio di cui s’è detto. raggiungere una massa critica, si sono Transitare dalla cultura del know-how rivelate in grado di affrontare e supera- a quella della knowledge può quindi re una carenza di conoscenza implicita rivelarsi un percorso impegnativo, pie- (formalizzabile) ed esplicita (formaliz- no di trappole e di vicoli ciechi; forse è zata), in modo tale da fornire l’impresa importante selezionare una guida con di un fertile terreno per coltivare l’inno- una missione esclusiva e specifica, non vazione. attardata da mille altre incombenze Se è vero che le grandi organizzazioni contingenti. occidentali hanno magnificato l’im- Per dirla in altro modo: se l’economia è portanza della conoscenza esplicita un sistema adattivo complesso, sotto- ed implicita (promuovendo imponenti posto ad una perenne spinta evolutiva, programmi di KM finalizzati a formaliz- formato da agenti (o attori) dotati una zarla, soprattutto sotto forma di infor- una razionalità limitata (o “vincolata”) e mazione, cosa che ne spiega il sostan- di risorse informazionali limitate, allora ziale scarso successo); le organizzazioni È vero tuttavia che una forte e defini- l’ecosistema è sempre suscettibile di orientali hanno piuttosto sottolineato tiva competitività sui mercati globali si evoluzione, apprendimento e adatta- l’importanza della conoscenza tacita, ottiene non semplicemente importando mento, essendo impossibile separare promuovendo modelli di management innovazione (con costi molto alti) ma l’agente dall’ambiente che comprende più orientati alla dimensione cognitiva producendola! tutti gli altri agenti in competizione. (come dalle tesi ormai famose di Nonaka Pensiamo al settore nascente delle na- L’innovazione allora è una riforma di e Takeuchi); è altrettanto vero che il cir- notecnologie: pare difficile che possa paradigma che genera eventi critici (o cuito del knowhow del Nordest risente decollare in Italia se non su di un humus catastrofi) che possono creare caos da molto dei limiti di una mancanza di con- di cultura della conoscenza che attual- cui infine emergere una nuova stabilità. divisione e di integrazione (prerequisiti mente non esiste; sembra pertanto che Sopravvive chi detiene e/o sviluppa la fondamentali dell’innovazione), mentre un sistema di knowledge management conoscenza per innescare gli eventi ca- tutto il modello di sviluppo innovativo a livello distrettuale sia condizione tastrofici o per adattarsi facilmente alle dell’occidente tende ad internalizzare la sine qua non per lo sviluppo di offerta nuove condizioni di competizione. ricerca per un malinteso senso della tu- competitiva; ma non si vede chi abbia la In questo scenario, gli agenti possono tela del “capitale intellettuale”, che solo conoscenza necessaria a gestire questa giovarsi di una parte terza o - quater- recentemente comincia a mutare. conoscenza! ziaria? Sembra lecito inoltre constatare che Si tratta di essere in grado di creare e il TA del territorio non abbia saputo sostenere strutture come i cosiddetti Angelo Mancini accollarsi un ruolo di promotore del- KIBS (knowledge intensive business ser- l’innovazione sufficientemente dirom- vices), che concentrano la propria core www.frontiereonline.it/quaterziario/ 12
  • 13. 45,3% Il titolo di questo articolo è una percentuale. È la per- centuale della nuova occupazione che è venuta dal Terziario Innovativo lo scorso anno. di Maurizio Galluzzo È significativo che quasi la metà dei nuovi posti di la- voro venga dall’area dei servizi avanzati. Ma questo è solo un segnale. Negli ultimi anni, ma in modo eviden- te e consapevole solo negli ultimi mesi, sta crescendo l’attenzione del mondo industriale nei confronti del Terziario Innovativo, in tutte le sue diverse sfaccet- tature. Le sfide dell’innovazione e della ricerca impongono alle aziende manifatturiere la scelta se crearsi profes- sionalità all’interno o ricorrere ad aziende specializza- te e dinamiche. IL TERZIARIO INNOVATIVO COME CERNIERA INDUSTRIA 2.0. Parafrasando le sequenza temporali, ordinamente de- TRA L’INNOVAZIONE E L’INDUSTRIA scritte dell’informatica, credo si possa usare la stessa MANIFATTURIERA. SAPER ACCETTARE LE SFIDE forma per indicare quell’industria, quell’apparato eco- nomico complesso ed integrato che trova nel terziario DEL FUTURO COME VALORE DEL SERVIZIO. una base non soltanto di appoggio allo sviluppo, non solo acceleratore di processi ma anche organo vitale di mantenimento e sviluppo. L’industria, da quando non è una parte di processo ma genera e gestisce tutti i processi, cerca di capire se “deve” usare servizi innovativi esterni o crearli e gestirli all’interno. Ragionamenti facili nel passato in quanto un’analisi dei costi proiettata a qualche anno dava un parametro da valutare. Ora la certezza è venuta meno, se i parametri usati sono solo gli indicatori economici non abbiamo risul- tati credibili. Non solo, ma appare difficile anche un confronto con altre aree (non solo europee) dove esi- stono servizi diversi, dove esiste una scolarizzazione differente, dove l’ambizione del dipendente ha regole che a NordEst non possiamo applicare. L’elemento scatenate è la complessità. La comples- sità dei servizi, della loro scelta dell’erogazione, della valutazione e del mantenimento. Questi servizi sono sempre difficili anche dall’essere acquistati, confrontati, implementati nell’impresa. Spesso ai terziari viene la voglia di creare delle “gui- de ai servizi”, operazione sempre difficile, parziale e talvolta pericolosa perché è pressoché impossibile concentrare in una tabella di poche righe la ricchezza dei servizi offerti. Ma è possibile scegliere un approccio diverso, definire un’ontologia dei servizi senza ricorrere alla classifica- zione in “gruppi” (informatica, comunicazione, ecc.). Quello che stiamo cercando di fare a Treviso è un approccio diverso, una mappa profonda (quindi molto 13
  • 14. precisa e dettagliata) ma completamente incentrata le, con una tendenza all’ottimismo. sull’obiettivo imprenditoriale. L’eterogeneo mondo dei servizi trova nella provincia Questa mappa, che definirà i limiti (spesso labili e di Treviso le maggiori occasioni di business e pertanto variabili) dell’impresa verrà poi riclassificata in una la salute del settore è fortemente legata a quella del struttura definita in modo da essere confrontata con manifatturiero locale. altre analisi, indagini e statistiche. È fondamentale che il terziario conosca se stesso INTELLIGENZA E CONOSCENZA. perché solo da questo potremmo trarre una proposta Che la conoscenza, e la sua gestione siano alla base di servizi (correttamente riclassificati) che diventerà del futuro sviluppo dell’economia del territorio, sono anche bussola per chi questi servizi vuole (o deve) in pochi a non crederlo. acquisire. Ne è convinto anche il Presidente della CCIAA di Tre- Per un paio d’anni la scena mediatica è stata occupata viso, Federico Tessari che ha dichiarato in occasione dall’ICT (Information Comunication Technology) gra- della Giornata dell’Economia che per il 2003 “la Came- zie anche alla forte crescita nei mercati internazionali. ra di Commercio punta su due fattori strategici per far Crescita euforica sfociata con lo sgonfiamento della crescere l’economia: l’intelligenza e la conoscenza”. bolla speculativa della net economy. Ora la net eco- Sulla stessa linea è anche il sottosegretario al Welfare nomy si presenta con profili più delineati con regole On. Maurizio Sacconi: “Il Veneto e Treviso in partico- economiche più certe (oserei dire che molti analisti lare sono ad un bivio. Serve un riposizionamento del- sono tornati con i piedi per terra) e presenta nuove l’economia veneta che porti gradualmente il tessuto opportunità di investimento. produttivo verso funzioni di servizi e di conoscenza. Ma non di sola informatica è costituito il Terziario In- […] Questa trasformazione va assecondata con le reti, novativo di Unindustria Treviso, delle oltre 350 azien- la formazione, le infrastrutture per attrarre attività di de iscritte solo un quarto fanno riferimento all’ICT, alta intelligenza.”. Il Terziario Innovativo di Treviso sta il resto è costituito da aziende che operano in tutti i lavorando su un progetto (CCIAA/Unindustria Trevi- campi dei servizi avanzati. so) di sperimentazione e applicazione dell’Economia della Conoscenza. Il progetto prevede due anni di atti- RICERCA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA vità e durante questo primo anno si stanno mettendo COMITATO SCIENTIFICO le basi per lo sviluppo di un modello sperimentale UNIVERSITÀ ED IL MONDO DELLA FORMAZIONE riutilizzabile. PRESIDENZA VICEPRESIDENZA Il progetto per il Gruppo Terziario Innovativo di Unin- ASSOCIATI TERZIARIO INNOVATIVO TERZIARIO INTERNAZIONALIZZAZIONE dustria Treviso è il pieno coinvolgimento delle aziende associate ai progetti e alle iniziative. Questo sarà per- COMITATO DI GRUPPO PRESIDI FITA seguito attraverso occasioni di scambio, di incontri, di progetti, ma anche di tanta voglia di collaborare. PROGETTI CONSULTA REGIONALE TERZIARIO Le dimensioni della maggior parte delle aziende as- sociate permettono di definire come l’aggregazione, nelle forme che si possono immaginare, sono una del- OSSERVATORIO MAPPATURA PROGETTO TECNOLOGICO E TENDENZA ONTOLOGICA DELLE ATTIVITÀ DEL TI KNOWLEDGE MANAGEMENT PROGETTO RISORSE UMANE le principali opportunità per creare valore aggiunto ai servizi e dare piena soddisfazione al cliente. CHI È IL TERZIARIO INNOVATIVO A TREVISO. IDENTITÀ DEL TERZIARIO INNOVATIVO È costituito per la maggior parte da microimprese for- Si stanno compiendo in queste settimane grossi temente specializzate e settorializzate. Talune hanno sforzi per definire una precisa e condivisa identità progetti internazionali, altre hanno seguito e suppor- del Terziario Innovativo di Unindustria Treviso. Sono tano lo sviluppo delocalizzato delle imprese manifat- numerose le iniziative previste e verranno discusse in turiere trevigiane e hanno saputo spesso combattere occasione degli incontri denominati in depth. e vincere agguerriti concorrenti internazionali. In questi ultimi mesi sono stati realizzati dei “conteni- tori” che avranno lo scopo di ospitare iniziative, pro- TUTTO BENE? getti, attività, informazioni e conoscenze del Gruppo I dati dell’ultima indagine congiunturale analizzati dal Terziario Innovativo. Dott. Vittorio Filippi del Ufficio Studi di Unindustria CONTENUTI NON SOLO PER IMPRENDITORI. Treviso proprio sulle aziende trevigiane del Terziario I contenuti che si intendono realizzare sono, e do- Innovativo, presenta un quadro tutto sommato stabi- vranno, essere pensati per “l’impresa” e non solo per 14
  • 15. l’imprenditore. Si rischia altrimenti di sottolineare il repertorio di servizi e molte informazioni su come modello (destinato ad andare in crisi) del cosiddetto richiedere tali servizi. individualismo imprenditoriale. Sano, fino a quando COMPOSIZIONE PERCENTUALE DEL GRUPPO l’impresa è piccola e non si intende farla crescere, devastante se invece esiste una volontà di organizza- SANITÀ 4% SPEDIZIONIERI zione propriamente detta. TURISMO VARIE 2% 4% 5% CONSULENZA ORGANIZZATIVA ASSISTENZA ALLA DIREZIONALE IN DEPTH. PRODUZIONE 22 % 5% Gli in depth sono incontri tematici di approfondimento ENGINEERING, CONSULENZA che hanno lo scopo di fornire visioni ed opportunità di PIANIFICAZIONE TERRITORIALE FINANZIARA 10 % sviluppo su temi emergenti o che necessitano di una 9% differente lettura. INFORMATICA COMUNICAZIONE Sono incontri nei quali, oltre agli imprenditori, sono E TELEMATICA 26 % E MARKETING 10 % invitati anche i collaboratori delle aziende associate. I temi sono per la maggior parte dei casi tecnici e ser- UN DISTRETTO PER L’ICT? vono a fornire spunti di “sconfinamento” verso aree La CCIAA di Treviso sta proseguendo il percorso di inesplorate dalle aziende. marketing territoriale e oltre ai distretti esistenti È importante che venga compreso lo spirito dell’ini- (sportsystem, inoxValley e legno-arredo) sta studian- ziativa che non deve essere vista dal solo punto di do l’opportunità di crearne uno anche per il prosecco. vista utilitaristico e di immediata applicazione. Anzi, E il terziario innovativo dov’è? Da tempo, tra gli sono stati esclusi proprio quei temi “quotidiani” o di operatori economici dell’informatica (ICT) si chiede prassi perché in depth deve diventare un momento il riconoscimento di un distretto, di una forma di “rap- in cui le aziende accettano le sfide dell’innovazione di presentazione della densità” (anche occupazionale) tecnologia/prodotto/servizio. che insiste nella nostra provincia. È fondamentale il contributo degli associati per la ri- Una provincia che meriterebbe una maggiore atten- cerca e lo sviluppo dei temi emergenti. zione da parte delle facoltà di Informatica e Teleco- Gli in depth si svolgono sempre di giovedì pomeriggio municazioni e che da qualche anno non è più presente secondo un calendario che è aggiornato continua- nel territorio. mente sul sito. Va notato come le aziende dell’ICT, associate ad Unindustria Treviso, siano rappresentate per la gran POSIZIONAMENTO DEL TERZIARIO INNOVATIVO DI TREVISO A LIVELLO REGIONALE parte da aziende che fanno sviluppo, cioè progettano VICENZA BELLUNO strumenti e tecnologie innovativi. Mancano grandi 14 % 2% aziende (come nel caso della Lombardia) ma quelle di PADOVA Treviso sono forti generatori di innovazione. VERONA 30 % Manca di fatto una integrazione interaziendale, in- 10 % somma non si è fatto sistema. Tentativi di aggrega- zione sviluppati negli ultimi anni non hanno portato ad esisti positivi. VENEZIA L’identificazione dell’imprenditore con l’azienda è 11 % ROVIGO spesso tale da impedire oggettive valutazioni delle 2% opportunità. Nell’informatica trevigiana (a differenza di altre TREVISO 31 % realtà come l’Etna Valley per fare un esempio) non IL PORTALE. ci sono reali collaborazioni, non esistono produttori Le attività, le informazioni e le ricerche del Terziario di “semilavorati” come non esiste il riconoscimento Innovativo di Treviso sono disponibili per tutti nel delle specializzazioni (non esistono figure di analisti sito www.terziarioinnovativo.it. Si tratta di un portale indipendenti, tester esterni, ecc.). Ogni fase, dalla collaborativo in cui ogni associato può inserire le pro- progettazione, allo sviluppo, al rilascio del software prie informazioni e decidere (nel pieno rispetto della o delle Web Application viene fatto all’interno della privacy) quali rendere pubbliche e quali mantenere stessa (spesso piccolissima) struttura. riservate. Questo è un punto di riflessione estremamente im- È un luogo virtuale dove trovare materiali e riferimen- portante. Il distretto assume un ruolo (non soltanto di ti. Le industrie possono trovare un aggiornatissimo riconoscimento) quando è possibile pensare in “rete”. 15
  • 16. Quando si possono portare avanti progetti collaborati- Dipartimenti fa, istituzionalmente, ricerca? vi, quando si possono mettere insieme più aziende per Sappiamo come siano cambiate in questi anni le misu- la formazione, la certificazione, ecc. re delle aziende che possono, vogliono, intendono col- Prima di qualsiasi richiesta di distretto dell’ICT a Tre- laborare con l’università. La collaborazione una volta viso sarà opportuna una riflessione allargata e ogget- era riservata alla grande impresa che poteva permet- tiva. tersi straordinari investimenti con ricadute a distanza di anni sulla produzione. Oggi è spesso la PMI che ren- E-PERICOLI de possibili le nuove partnership con l’università. Sta suscitando molte discussioni l’articolo 24 della Le forme di collaborazione possono andare dalla ricer- Legge Finanziaria 2003 che impone agli enti locali di ca (anche finanziata) fino al supporto di tesi di laurea fare ricorso per gli acquisti alle convenzioni quadro di dottorato o semplicemente un’attività di tirocinio, definite dalla CONSIP (Concessionaria Servizi Informa- ora previsto dalla riforma universitaria. tivi Pubblici). L’obiettivo è di razionalizzare la spesa pubblica (35 RAPPORTI REGIONALI. miliardi di euro da razionalizzare sui 96 totali) anche Il Terziario Innovativo di Unindustria interagisce con facendo ricorso a tecnologie di e-procurement. Questa le altre territoriali a livello Regionale facendo parte ricentralizzazione degli acquisti crea preoccupazione della Consulta Regionale del Terziario Avanzato pres- tra gli imprenditori. Il Gruppo Terziario Innovativo, so la Federazione degli Industriali del Veneto. attento a questo fenomeno, si coordina a livello regio- La consulta sta lavorando su più livelli che sintetica- nale (Consulta Regionale del Terziario Avanzato del mente riassumo: Veneto) e a livello nazionale con FITA (Federazione • modifica del modello di rappresentanza regionale Italiana Terziario Avanzato). • analisi dei fabbisogni formativi orizzontali e verticali • creazione di un osservatorio del TA RAPPORTI CON L’UNIVERSITÀ • definizione di una identità comune Lo sviluppo competitivo e l’innovazione passano attra- Nei prossimi mesi saranno resi disponibili i materiali verso il rapporto azienda-università. Si sono consoli- delle ricerche in corso. In ogni caso è disponibile all’in- dati una serie di rapporti con alcune Università come dirizzo: www.terziarioavanzatoveneto.it/ un aggiorna- Venezia e Padova. Sono state individuate una serie di to sito Internet. linee d’azione che porteranno ad una reale attività di collaborazione. Chiunque voglia dare idee, contributi, sostegni ai pro- Il Terziario Innovativo ha come prerogativa quella getti e/o iniziative può inviare una e-mail all’indirizzo: di essere sulla frontiera dell’innovazione dei servizi. info@terziarioinnovativo.it Quale miglior partner se non l’Università che con i suoi IL COMITATO SCIENTIFICO Il Terziario Innovativo ha deciso di dotarsi di un comitato scientifico con Prof. Ernesto Luciano Francalanci lo scopo di indirizzo e di consultazione per poter affrontare con una Docente IUAV e Critico d’arte visione policentrica ma coordinata le sfide dell’innovazione. Il comitato scientifico non è un organismo chiuso ma viene continuamente alimenta- Prof. Marino Folin to con nuovi partecipanti in relazione ai temi che si vogliono sviluppare Rettore della – IUAV Università degli Studi o indagare. Fanno parte tra gli altri del Comitato Scientifico del Terziario Innovativo Prof. Carlo Grassi di Unindustria Treviso: Visiting professor all’École des Hautes Études en Sciences Sociales, Paris, Professore di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi Prof. Ferruccio Bresolin - Università degli studi IUAV di Venezia, Facoltà Design e Arti Ordinario di Politica Economica Internazionale, Università Ca’ Foscari – Venezia Prof. Alessandro Polistina Politecnico di Milano - Docente di Teoria e tecnica dell’elaborazione Ing. Donato Bedin elettronica delle immagini Senior manager di Treviso Tecnologia e membro del Comitato Tecnico Scientifico di Veneto Innovazione Dott. Lorenzo Secco Designer ed esperto in nuove tecnologie Prof. Paolo Legrenzi Professore ordinario di Psicologia cognitiva presso la Facoltà di Arti e Dott. Davide Merigliano design e Direttore del Dipartimento – DADI – IUAV Università degli Studi Amministratore Delegato del Centro Tecnofin Servizi S.p.A. – Agenzia per lo sviluppo del Trentino. Prof. Marco De Michelis Ordinario di Storia dell’Architettura, Preside della Facoltà di Design e Arti L’elenco dei partecipanti al comitato scientifico è aggiornato al momen- – IUAV Università degli Studi, Direttore del claVES - Corso di laurea in arti to di andare in stampa. visive e dello spettacolo 16
  • 17. DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI CONOSCENZA .1 di Angelo Mancini “ALLA PICCOLA PARTE DI IGNORANZA CHE LA CONOSCENZA COME RISORSA ECONOMICA MANEGGIAMO E CLASSIFICHIAMO, DIAMO IL La citazione in esergo ci permette di affrontare una NOME DI CONOSCENZA.” problematica complessa con una nota di umiltà; que- sto tuttavia non toglie che uno dei nodi strutturali AMBROSE BIERCE del mondo contemporaneo sia diventato proprio la gestione della conoscenza (o knowledge, dato che è stato in ambito anglofono, includendo svedesi e giap- ponesi, che si è cominciato a problematizzare la que- stione della conoscenza nelle organizzazioni quando, da noi, forse conoscenza era ancora gnoseologia). L’approccio tradizionale dell’economia ci ha abituati a pensare che lo sviluppo sia, più o meno, una faccenda di accumulazione di capitale; di contro, la mancata accumulazione del capitale sarebbe appunto il princi- pale ostacolo al processo di crescita economica. Variazioni della produttività verrebbero comunemen- te spiegate in termini di variazioni nella concorrenza dei fattori primari, quali il capitale finanziario, appun- to, il lavoro e la disponibilità di materie prime. Con l’avvento della cosiddetta società post-indu- striale, preconizzata da Bell già all’inizio degli anni settanta, assistiamo ad un sostanziale mutamento di paradigma. Di conserva, un gruppo di economisti e ricercatori accademici ha cominciato a sviluppare (spesso in au- tonomia l’uno dall’altro) una nuova visione della busi- ness strategy che enfatizza l’efficienza delle risorse piuttosto che delle forze competitive comunemente riconosciute. Questa visione sottolinea, per esempio, che tutte le imprese dispongono di un set differenziato e unico di conoscenze, competenze e talenti. Un patrimonio 17
  • 18. di risorse che risulta decisamente “sticky”, non può là di quello che siamo abituati a pensare nei sistemi essere cioè facilmente né incluso né espulso dalla lineari. struttura operativa dell’azienda; nel breve periodo Le imprese competitive sono, e sempre più saranno, quindi, le imprese devono, come dire, accontentarsi quelle in grado di gestire logiche non esclusivamente di quello che hanno e fare di necessità virtù. economiche, o perlomeno in grado di concepire la Da ciò consegue appunto che, essendo gli asset del- sfera economica come meno angusta: la capacità di l’impresa basati su valori intellettuali (o cognitivi o creare e manipolare conoscenza, in termini di innova- intangibili o di conoscenza, secondo i modi di definir- zione, diviene un evidente vantaggio adattivo e com- li), allora la conoscenza, la competenza, il knowledge petitivo; così come la capacità di perseguire obiettivi management, l’apprendimento continuo ecc. sono strategici da perseguire in sinergia con gli altri attori istanze strategicamente critiche, sia in termini di sociali, il territorio, l’Università, le amministrazioni estrazione del valore sia in termini di creazione del pubbliche. valore dell’impresa. Diamo ormai per scontato che l’innovazione tecnolo- Da qui si è cominciata a formare quella scuola di pen- gica rappresenti uno dei modi per accrescere da un siero (niente affatto omogenea, qui schematizzata e lato la produttività, in termini di efficienza ed effica- necessariamente molto semplificata), che ha come cia; dall’altro lato la competitività sui mercati. Anche comune denominatore l’enfasi sul capitale di valori questo aspetto è tuttavia prodotto delle dinamiche cognitivi, intellettuali o di conoscenza che dir si vo- innescate dalla gestione della conoscenza, il vero glia, delle organizzazioni imprenditoriali. precursore dell’innovazione, e vale sia per chi produ- È una visione che sposta non di poco il focus dell’at- ce beni che servizi. tenzione dai fattori primari dell’economia tradiziona- Incrementale o radicale che sia, l’innovazione in defi - le verso altri che implicano aspetti meno strutturali, nitiva può, quando adottata dalle imprese come leva quali l’innovazione, il cambiamento tecnologico, la strategica, contribuire sostanzialmente alla produt- competenza e la formazione, così come il miglio- tività, all’accumulazione del capitale e allo sviluppo ramento dell’accesso alla conoscenza di prodotti, economico. processi, clienti e mercati; aspetti cioè di frontiera I mutamenti epocali, i salti di qualità tecnologici, non tra il campo strettamente economico e quanto, diver- si danno semplicemente come reazione all’aumento samente, pertiene alla più estesa sfera dei fenomeni del costo dei fattori produttivi (per esempio, rimpiaz- sociali. zo delle maestranze con impianti tecnologicamente La condizione postmoderna è inevitabilmente lo avanzati a seguito dell’aumento del costo del lavoro); sfondo di tutte queste mutazioni di paradigma, il mo- l’innovazione tecnologica in un sistema economico mento di soluzione della continuità che, in effetti, è aperto è infatti tendenzialmente un’istanza intrinse- ancora in atto. ca, costante e ciclica, dettata anche dalla necessità di La progressiva e inarrestabile terziarizzazione dei si- inseguire la competitività o di innalzare gli standard stemi produttivi è un chiaro segno di queste tenden- qualitativi della produzione. ze e, in particolare, il Terziario Avanzato svolgerebbe È così che si innescano processi virtuosi di incremen- un po’ la funzione di pesce pilota verso un riassetto to della conoscenza relativamente sia agli individui in cui la creazione del valore si dà a partire da risorse che alle organizzazioni, fino a coinvolgere il territorio cognitive come informazioni, idee, creatività. stesso; della conoscenza insomma nei suoi diversi e La dinamica economica, letta in una chiave sistemi- articolati aspetti. ca e olistica, ovvero meno rigidamente settoriale, La conoscenza costituisce un elemento fondante comprende dimensioni che sono più esplicitamente della produzione, sia che venga incorporata nella correlate alla non linearità dei processi adattivi e for- tecnologia, oppure sia distillata negli anni e diffusa temente condizionate dal fattore conoscenza. per capillarizzazione nei diversi distretti delle orga- A loro volta, le dinamiche della conoscenza non sono nizzazioni (per esempio, in virtù delle comunità di facilmente catturate dai dati macroeconomici (come pratiche), o infine risulti il risultato dirompente della il prodotto interno lordo, la quota di spesa pubblica creatività che riconfigura l’esistente in soluzioni ine- in istruzione, gli investimenti in ricerca e sviluppo), è dite. importante quindi inglobare, nella valutazione dello La conoscenza tuttavia è anche un bene collettivo, sviluppo, dati pertinenti alla sfera delle imprese, con- pubblico, cioè un bene alla cui produzione contribui- siderate come attori che interagiscono nel sistema sce la collettività nel suo complesso. economico nel suo complesso con una capacità di Evidentemente la conoscenza è, in misura crescente, condizionarlo, e di esserne condizionati, che va al di un elemento strategico per le imprese, ma lo è anche 18
  • 19. sia per il territorio che per la comunità, permettendo (modello di Hayek, modello informazionale), per cui alla compagine sociale l’accesso ad opportunità altri- la generazione della conoscenza è un evento preva- menti irraggiungibili. lentemente individuale, in quanto l’agente è chiamato A maggior ragione la gestione della conoscenza è ad attribuire significati all’informazione in base alla tanto più strategica, quanto meno la conoscenza è proprie singole capacità ed abilità cognitive. diffusa e accessibile alla maggior parte dei soggetti A questo modello si contrappone quello di stampo competitivi, vale a dire che diventa un fattore critico costruttivista, con al centro il cosiddetto agente vin- per la creazione di valore economico. colato, dove i concetti di informazione e conoscenza È evidente a tutti il sicuro (quasi sempre) vantaggio non si sovrappongono. competitivo esistente per l’innovatore rispetto al- In questo modello, al concetto di conoscenza come l’inseguitore, il quale ultimo accede alla conoscenza bene pubblico e globale, prodotto dal singolo indivi- nuova in ritardo, insieme alle imprese concorrenti. duo che non può appropriarsi della rendita della pro- È ragionevole prevedere pertanto, che la domanda pria innovazione (salvo, naturalmente, ricorrendo a di conoscenza da parte delle aziende aumenterà in stratagemmi artificiali, come i brevetti, molto costosi maniera costante. dal punto di vista organizzativo e sociale), si contrap- Il patrimonio della conoscenza d’altronde è per, sua pone il modello di conoscenza come bene collettivo, natura, disperso ed incompleto, non formalizzabile non indivisibile, che presenta invece, in contesti in modo esaustivo. Non può essere localizzato in un locali, la possibilità di essere modularizzata, quindi solo individuo o in una sola organizzazione ed è al condivisa e scambiata, generando rendite crescenti contempo in perenne evoluzione. in virtù della sua ricombinazione. A misura che la conoscenza diviene il fattore critico Quest’ultimo modello, così come l’abbiamo schema- dello sviluppo, risulta naturalmente decisivo che si tizzato e semplificato, ci sembra essere piuttosto diffondano sistemi di collaborazione tra le imprese pertinente alla visone qui contemplata, sottolineando stesse, da un lato, e fra imprese e territorio dall’al- che la conoscenza è un evento collettivo e locale, tro. distribuibile e condivisibile nei sistemi delle organiz- Il sistema dell’impresa infatti vive e si evolve all’in- zazioni e tra le organizzazioni. terno del grande ecosistema territoriale, le sorti reci- Tradizionalmente utilizziamo diversi modelli interpre- proche sono strettamente correlate come quelle tra tativi delle relazioni tra imprese e territorio: le reti, i organismi che interagiscono per osmosi. distretti ed i cluster; mentre i due ultimi rimangono Uno degli esempi più attuali di questa interdipen- legati a realtà territoriali geograficamente circoscrit- denza è quello della gestione dei flussi migratori: te, il concetto di rete è più elastico e acquista nuove l’integrazione è anche una questione di inserimento implicazioni. nel mondo del lavoro e, viceversa, l’inserimento nel La rete non coinvolge inoltre solo soggetti omogenei mondo del lavoro è anche una questione di integra- e territorialmente compresenti, ma anche soggetti di zione. Tutti i soggetti sociali sono coinvolti e se questi natura diversa, associazioni di categoria, Università, processi hanno successo, gli effetti positivi ricadono pubbliche amministrazioni, enti territoriali. sull’intera comunità. La conoscenza originale quindi, mentre da un lato è Qui, tuttavia, il concetto di conoscenza acquista con- un elemento sempre più importante per lo sviluppo notazioni che vanno ben al di là del nostro campo di economico, dall’altro (sotto la specie innovazione) si indagine, stemperando in quello di civiltà. dimostra una risorsa sempre più scarsa. Per tornare al nostro discorso, possiamo allora im- Infatti in un’economia basata sulla conoscenza, sul- maginare una sorta di ecosistema globale della cono- l’informazione e sulla comunicazione, la capacità di scenza, si tratterà quindi di massimizzare le capacità innovare diventa decisiva ancor più della capacità di di entrare nel circuito di scambio di questa risorsa produrre e persino di produrre con qualità; l’incer- diffusa giovandosene al tempo stesso che si contri- tezza, l’imprevedibilità e la rapidità dei cambiamenti buisce ad incrementarne il valore. sono la regola imperante e di pari passo cresce la Ci si può agganciare a questa problematica rievocan- pressione competitiva, essendo le idee più facili da do la diatriba intorno alla questione se la conoscenza copiare e da replicare dei beni materiali. sia definibile come evento pubblico o evento colletti- Nuovi modelli organizzativi, basati sul paradigma vo. sistemico, quindi si dimostrano capaci di garantire L’approccio razionalistico, che quindi contempla l’esi- successo alle imprese; come quello della cosiddetta stenza di un agente cosiddetto razionale, ipotizza una “azienda estesa” che prevede un allargamento dei sostanziale uniformità tra conoscenza e informazione confini, non solo concettuali, dell’azienda, fino a 19