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Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi                                  Laboratorio in preparazione al riassunto
Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi
                                                                                                             MATERIALE 1

                                      L’italiano come gamma di varietà
     (Berruto, G., 1987, Sociolinguistica dell’italiano contemporaneo, Roma, La Nuova Italia Scientifica, p. 21)




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 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla di-
  sciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art.70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi                                  Laboratorio in preparazione al riassunto
Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi


                                Un esempio lessicale di variazione di registro
     (Berruto, G., 1993, “Varietà diamesiche, diastratiche, diafasiche”. In Sobrero, A. (a c. di), Introduzione
                                  all’italiano contemporaneo, Bari, Laterza, p. 73)




                              Un esempio di esercizio sulla competenza socio-pragmatica

1. Alcuni riti propiziatori sono ormai caduti in di-
suso anche nelle società arcaiche.                                      4. Nel corso della discussione parlamentare il mi-
    a. superati                                                         nistro ha proposto una modifica (N) alla Finanzia-
    b. scomparsi                                                        ria che rimette in gioco i vecchi consorzi.
    c. decaduti                                                              a. emendamento
    d. estinti                                                               b. variazione
                                                                             c. rettifica
2. Le difficoltà economiche e relazionali                                    d. revisione
nell’ambito della famiglia hanno formato il carat-
tere nelle persone migliori.
     a. costruire
     b. forgiare
     c. influenzare
     d. segnare

3. La storia è incentrata (V) sui dialoghi, interrotti
da descrizioni o racconti di vita passata.
    a. basata
    b. costituita
    c. imperniata
    d. focalizzata


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 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla di-
  sciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art.70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
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                                                                                                                   MATERIALE 2

                                                          I tipi testuali
(1) Testi espositivi:




Da Paoloni, G., 1997, “Gli archivi della scienza tra passato e futuro”, in Morelli, M. / Ricciardi, M.,
Le carte della memoria, Editori Laterza, pp. 81-83.



     ESERCIZIO
Trova nel testo esemplificazioni relative a queste affermazioni.

1. Il testo si riferisce a un settore specifico di conoscenze.
Si vede dalle note, dai corsivi, dallo stile neutro e dal contenuto specialistico.
Il criterio di pianificazione è logico. A partire dalla prima affermazione, si espandono, argomentandole, le
due parti che la compongono, l’una in opposizione all’altra, e l’una dopo l’altra.
2. Il testo è organizzato intorno ad un tema centrale. Si vede dalla prima frase, è evidenziato anche dai
corsivi.
3. Tale articolazione è segnalata da elementi linguistici. Ripetizioni di “più vasta” e “più ristretta” (r.
32 – 35). Riprese anaforiche come “questi archivi” (r. 36). Connettivo “infatti” (r. 41).
4. Le congiunzioni svolgono un ruolo importante perché segnalano il rapporto logico tra le infor-
mazioni. Vedi “se” (r. 32) e “quando” (r. 35), e il parallelismo tra le due (entrambe circostanziano le
affermazioni che le precedono); “e che” (r.37) agganciato a “quando si constata”, che prosegue
l’argomentazione a favore del carattere “più ristretto”; il già citato “infatti” (r. 41).
5. Il lessico è in molti punti specifico all’area di conoscenza a cui il testo si riferisce. “Soggetti produt-
tori di documentazione”, “fonti archivistiche”… formalità e precisionismo in generale.

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 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina
        in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
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        in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
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(3) Testi argomentativi


    ESERCIZIO
La scaletta alla pagina che segue rappresenta la struttura di una mappa concettuale
per un testo argomentativo dal titolo “Società pre-industriale e società industriale” a-
dattato da Ferrarotti, F., 1977, Sociologia, cap. 1 “Sociologia e rivoluzione industriale”,
pp. 10-14)
Utilizzando i contenuti (sintetizzati e schematizzati) del testo che trovate sotto in or-
dine sparso, provate a riempire la mappa concettuale (p.6) in modo da formare una
struttura argomentativa.

1) Ma già a partire dal 1500 esistono opifici (es. fabbriche di birra e mulini) che richiedono
una specializzazione ed una coordinazione dei compiti.
2) Lo sviluppo tecnologico/organizzativo non è quindi caratterizzante; lo è invece la tra-
sformazione dell’organizzazione economica, che evidenzia un’inedita articolazione dei
rapporti produttivi.
3) Ma Marx giudica questo elemento irrilevante; al contrario egli ritiene che ciò che davve-
ro caratterizza la rivoluzione industriale del 18° secolo sia la sostituzione dello strumento
artigianale con la macchina utensile.
4) Un elemento discriminante può essere allora rappresentato dalla collaborazione tra gli
operai (nella società industriale) nel luogo di lavoro.
5) Weber ritiene che il tratto distintivo possa essere rappresentato dalla concentrazione
nelle mani dell’imprenditore del luogo e dei mezzi di lavoro, oltre che delle materie pri-
me e dell’energia.
6) Questo tipo di organizzazione produttiva però si trova già anche nella società pre-
industriale – Weber lo chiama egasterion - (es. fabrica medioevale e bazar orientale).
7) Tale concentrazione difficilmente si trova prima del 18° secolo; prima di questo periodo
infatti luogo, mezzi, strumenti, materiali appartengono all’intera comunità.
8) Questo è il punto di partenza Aron ritiene che l’elemento che differenzia la società pre-
industriale dalla società industriale sia la separazione del luogo di lavoro dall’abitazione.
10) Elemento discriminante può essere forse l’utilizzo di macchinari o dell’energia pro-
dotta dal vapore.
11) Tra il 1500 e il 1700 diverse però sono le applicazioni meccaniche già utilizzate negli
opifici.


Se lo ritenete opportuno potete aiutarvi con la versione integrale del testo (p. 5).




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        in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
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                                      Società pre-industriale e società industriale
      (adattato da F. Ferrarotti, Sociologia, ed. Accademia, 1977, cap. I “Sociologia e “rivoluzione indu-
                                                striale”, pp. 10-14)

 5             Sebbene sociologi e storici economici siano unanimi nell’accettare l’esistenza di una netta distinzione tra
     società pre-industriale e società industriale, la loro unanimità viene meno allorquando si tratta di definire in con-
     creto quell’aggettivo “industriale” oppure di decidere in qual periodo nell’evoluzione storica della società umana
     quella trasformazione si è operata e quali debbano essere i criteri che l’identificano.
               Benché Raymond Aron ponga tra i criteri distintivi della “società industriale” nei confronti di quella “pre-
10   industriale” il fatto che il luogo di produzione sia separato radicalmente dalla famiglia, unità produttive così sepa-
     rate si ritrovano sistematicamente anche nei tempi più remoti.
               Nella società pre-industriale esisteva infatti quello che Max Weber ha chiamato l’egasterion, e cioè un
     luogo di lavoro nettamente distinto dal luogo di abitazione. La sua forma più tipica è rappresentata dalla fabrica
     medioevale, che talora era un fondo affittato ad un gruppo di operai e artigiani perché vi svolgessero il loro lavo-
15   ro, e che talaltra era un luogo di lavoro istituito dal signore del luogo, dal convento o dalla università, per utiliz-
     zarvi le corvées o le banalités.
               Il bazaar orientale rappresenta un altro esempio di unità produttiva completamente separato
     dall’abitazione, ed era costituito da un insieme di piccoli opifici connessi con una unità commerciale. Inoltre
     l’opificio industriale su larga scala, utilizzando il lavoro degli schiavi, o di coloro che erano vicino ad esserlo, lo si
20   ritrova in moltissime società antiche e particolarmente in Egitto e in Grecia. Ed è proprio da queste forme che gli
     storici economici stimano si sia sviluppato il tipo di opificio non domestico con operai pagati a tempo, anziché a
     cottimo o a oggetto finito.
               La concentrazione, anche su vasta scala, di operai in un unico luogo di lavoro non era quindi estranea al
     mondo pre-industriale. Ma sia la fabbrica medioevale che quella rinascimentale erano per lo più semplicemente la
25   riunione sotto un medesimo tetto di operai-artigiani che lavoravano in comune ma non in collaborazione. Nella
     generalità, infatti, ognuno di loro avrebbe potuto egualmente eseguire il lavoro anche a casa propria. La comunan-
     za consentiva però una maggiore disciplina rendendo possibile un controllo sull’uniformità del prodotto e la sua
     produzione giornaliera, ed in questo senso era assai vantaggiosa, sebbene di maggior rischio in quanto una cata-
     strofe naturale poteva distruggere in un sol colpo materiali e strumenti.
30             Ma anche nella società pre-industriale esistevano opifici che richiedevano un’alta coordinazione del lavo-
     ro dei singoli operai e una certa divisione dei loro compiti. Tali erano le fonderie, le officine dei fabbri ferrai, le
     fabbriche di birra, i panifici, i mulini e altri. Divisione del lavoro, specializzazione tecnica e coordinazione dei
     compiti svolti in collaborazione erano già presenti alla fine del ‘500.
               Neppure l’uso di congegni meccanici e di macchinario in genere potrebbe differenziare il periodo pre-
35   industriale da quello industriale: ché infatti, utilizzando l’acqua, il vento e l’energia umana e animale, moltissime
     furono le applicazioni meccaniche negli opifici durante questi due secoli.
               Così né la concentrazione in un luogo di lavoro separato dall’abitazione familiare, né la divisione del 35
     lavoro, con la conseguente specializzazione dei compiti e la loro coordinazione, né l’uso di macchinario e di con-
     gegni meccanici potrebbero costituire da soli gli elementi sufficientemente differenzianti il periodo pre-industriale
40   da quello industriale.
               Si potrebbe, tuttavia, assumere come elemento discriminante i due periodi l’uso di un certo tipo di ener-
     gia, e cioè quella termo-meccanica fornita dal vapore. Ma anche a questo proposito le divergenze di giudizio non
     vengono meno. Per Marx il tipo di energia impiegato è essenzialmente irrilevante. Infatti, a sua detta, il fatto che
     caratterizza “la rivoluzione industriale del diciottesimo secolo” è la sostituzione della macchina utensile allo stru-
45   mento artigianale.
               Di avviso diverso è Max Weber, secondo il quale “La caratteristica veramente distintiva dell’industria
     moderna è, in generale, non l’instrumentalità di lavoro usata, bensì la concentrazione della proprietà del luogo di
     lavoro, dei mezzi di produzione, delle fonti di energia e dei materiali grezzi in una sola mano, quella
     dell’imprenditore. Questa combinazione solo eccezionalmente la si poteva incontrare prima del XVIII secolo”.
50   Infatti il luogo di lavoro, gli strumenti e il materiale erano, in una forma o in un’altra, proprietà dell’intera comu-
     nità e, prima del ‘700, solo occasionalmente nelle mani di un unico imprenditore.
               Al di là di questa polemica è opportuno rilevare che mentre l’evoluzione tecnologica e organizzativa non
     costituisce elemento di frattura tra mondo pre-industriale e mondo industriale, l’aspetto economico di una partico-
     lare costellazione di rapporti produttivi socialmente e giuridicamente istituzionalizzati è nuovo e indubbiamente
55   tipico del periodo industriale. Nella fase di transizione dalla società pre-industriale a quella industriale
     l’evoluzione tecnologica, con eccezione fatta della fonte di energia da vapore, mostra un
     aspetto di continuità; mentre il sistema di organizzazione dell’unità economica svela un aspetto di peculiarità che
     nella sua accelerazione temporale appare di frattura.
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      La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina
             in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
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Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi
                                                                                                      PUNTO DI PARTENZA: cosa differenzia la società
                                                                                                     pre-industriale dalla società industriale e quali sono gli
                                                                                                        elementi che caratterizzano il passaggio dall’una
                                                                                                                             all’altra?




                                                TESI – Punto 8                                                              TESI                                                           TESI




                                                    ANTITESI                                                          ANTITESI                                           ESEMPLIFICAZIONE




            NUOVA TESI                                                                                                                                    NUOVA TESI




                ANTITESI                                                                                                                                                             CONCLUSIONI


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                                                                                della Legge 633/1941 e successive modifiche.
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                                                                                                                   MATERIALE 3

                                                      Strategie di lettura

La lettura è un’abilità che va acquisita e allenata. Un “buon” lettore dovrebbe:
1. abituarsi a leggere per blocchi logici:
Es. L’Odissea / racconta le vicende di Ulisse / trasportando il lettore / nel pieno della vicenda: / il
poema, /infatti, / inizia quando Ulisse, / sbarcato nella reggia del re Alcinoo, /dieci anni dopo la di-
struzione di Troia, / si trova a raccontare al re e alla sua corte/ le proprie avventure.

2. Saper prevedere le parole in base al contesto:


    ESERCIZIO
Sebbene sociologi e storici economici siano unanimi nell’accettare l’esistenza di una
netta distinzione tra società pre-industriale e società industriale, la ___________ una-
nimità viene meno allorquando si tratta ___________definire in concreto
quell’aggettivo “industriale” ___________ di decidere in qual periodo nell’___________
storica della società umana quella trasformazione si ___________ operata e quali deb-
bano essere i criteri che l’___________.
Benché Raymond Aron ponga tra i criteri ___________ della “società industriale” nei
confronti di quella ___________ il fatto che il luogo di ___________ sia separato radi-
calmente dalla famiglia, ___________ produttive così separate si ritrovano sistemati-
camente ___________ nei tempi più remoti.
(Ferrarotti, F., Sociologia, Ed. Accademia, p. 10)




       ESERCIZIO




Da Benni, S., 2003, Il bar sotto il mare, Feltrinelli, Milano.




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        in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
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3. Abituarsi ad applicare diversi tipi di lettura (selettiva, orientativa, globale, appro-
   fondita...) a seconda dello scopo:
     ESERCIZIO
Facendo attenzione alla strategia di lettura:
a. trova l’argomento del testo__________________; (lettura______________)
b. sottolinea i nomi di studiosi dell’argomento; (lettura______________)
c. sottolinea i riferimenti ad altre parti del volume; (lettura______________)
d. trova riferimenti all’area geografica/alle aree geografiche di cui si parla; (lettu-
ra______________)
e. trova il significato di “cartellarsi”; (lettura______________)
f. trova evidenze dell’opinione dell’Autore; (lettura __________________)
Testo adattato da: Berruto G., Prima lezione di sociolinguistica, Roma-Bari, Universale
Laterza, 2005 (II edizione), pp. 65-67


LA LINGUA DEI GIOVANI


       3.4.1. L’età e il sesso sono due fattori sociodemografici che correlano in maniera interessante
con il comportamento linguistico dei parlanti. (...)
       Per quel che riguarda la variabile età (Eckert 1997), in situazioni a noi familiari essa risulta
correlare molto significativamente per es. con la dialettofonia: se dobbiamo trovare un parlante
tipicamente dialettofono, in Italia, dovremo andarlo a cercare fra gli anziani, mentre se vogliamo
trovare un parlante sicuramente non dialettofono lo cercheremo in una giovane (studentessa,
abitante in città). In tutti i repertori (v. § 3.5) con dislivelli di prestigio notevoli fra una lingua o
varietà alta e una lingua o varietà bassa, i giovani, salvo situazioni particolari e ceteris paribus,
saranno più esposti e più orientati alla lingua o varietà alta. Quanto all’identificazione di varietà
di lingua, e tipi di comportamenti verbali, specifici delle classi di età (o ‘classi generazionali’), la
ricerca in Italia sinora si è soffermata solo marginalmente, e più per opera di sociopsicologi che di
sociolinguisti, sul rapporto fra invecchiamento/vecchiaia e prestazioni linguistiche e sulla ‘lingua
degli anziani’, mentre nell’ultimo quindicennio è diventato tema alla moda (accenno critico?)
quello della ‘lingua dei giovani’.
       Come parlano gli adolescenti e i giovani? Esiste un ‘linguaggio giovanile’, e se sì che genere
di varietà è? Su queste cose si è scritto molto anche in Italia, dove si è andati alla caccia(critico?)
di modi comunicativi e caratteri linguistici propri dei giovani, con numerose indagine empiriche
sul campo (v. Banfi, Sobrero 1992, Cortelazzo 1994, e, per confronti fra diverse situazioni europee,
Radtke 1993). Le ricerche hanno condotto certamente all’identificazione di un certo numero di
tratti molto ricorrenti nel comportamento linguistico giovanile (soprattutto parlato; e in quella
trasposizione del parlato che per molti aspetti è la comunicazione mediata dal computer: v. qui §

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 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina
        in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi                                       Laboratorio in preparazione al riassunto
Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi
3.3.), anche se recentemente non si sono fatte nuove scoperte significative in proposito. Il risultato
più evidente è il riconoscimento dell’esistenza di un ‘lessico giovanile’, un insieme di lessemi
espressivi, metaforici, a volte neologismi coniati all’occasione; in buona parte gli stessi nelle varie
regioni d’Italia (qualche esempio da Banfi, Sobrero 1992: togo “bello”, (s)lumare “guardare le
ragazze”, farsi una pera “iniettarsi droga”, cuccare “aver successo con le ragazze”), ma con un
certo ammontare di termini tipici di questa o quell’area o città (per es., solo nel lessico giovanile a
Torino sono attestati cartellarsi “picchiarsi”, o cabinotto/a, per indicare “ragazzo/a della buona
borghesia”).


g. sintetizza i punti fondamentali del discorso:

1.__________________________________________________________________________
2. __________________________________________________________________________
3. __________________________________________________________________________
4. __________________________________________________________________________
5. __________________________________________________________________________
(lettura______________)

Adattato da: Berruto G., Prima lezione di sociolinguistica, Roma-Bari, Universale Laterza, 2005 (II edizione), pp. 65-67


LA LINGUA DEI GIOVANI
        3.4.1. L’età e il sesso sono due fattori sociodemografici che correlano in maniera interessante con il
comportamento linguistico dei parlanti. (...)
        Per quel che riguarda la variabile età (Eckert 1997), in situazioni a noi familiari essa risulta correlare
molto significativamente per es. con la dialettofonia: se dobbiamo trovare un parlante tipicamente dialettofo-
no, in Italia, dovremo andarlo a cercare fra gli anziani, mentre se vogliamo trovare un parlante sicuramente
non dialettofono lo cercheremo in una giovane (studentessa, abitante in città). In tutti i repertori (v. § 3.5)
con dislivelli di prestigio notevoli fra una lingua o varietà alta e una lingua o varietà bassa, i giovani, salvo
situazioni particolari e ceteris paribus, saranno più esposti e più orientati alla lingua o varietà alta. Quanto
all’identificazione di varietà di lingua, e tipi di comportamenti verbali, specifici delle classi di età (o ‘classi
generazionali’), la ricerca in Italia sinora si è soffermata solo marginalmente, e più per opera di sociopsico-
logi che di sociolinguisti, sul rapporto fra invecchiamento/vecchiaia e prestazioni linguistiche e sulla ‘lingua
degli anziani’, mentre nell’ultimo quindicennio è diventato tema alla moda quello della ‘lingua dei giovani’.
        Come parlano gli adolescenti e i giovani? Esiste un ‘linguaggio giovanile’, e se sì che genere di varietà
è? Su queste cose si è scritto molto anche in Italia, dove si è andati alla caccia di modi comunicativi e carat-
teri linguistici propri dei giovani, con numerose indagine empiriche sul campo (v. Banfi, Sobrero 1992, Cor-
telazzo 1994, e, per confronti fra diverse situazioni europee, Radtke 1993). Le ricerche hanno condotto cer-
tamente all’identificazione di un certo numero di tratti molto ricorrenti nel comportamento linguistico giova-
nile (soprattutto parlato; e in quella trasposizione del parlato che per molti aspetti è la comunicazione media-
ta dal computer: v. qui § 3.3.), anche se recentemente non si sono fatte nuove scoperte significative in propo-
sito. Il risultato più evidente è il riconoscimento dell’esistenza di un ‘lessico giovanile’, un insieme di lesse-
mi espressivi, metaforici, a volte neologismi coniati all’occasione; in buona parte gli stessi nelle varie regioni
d’Italia (qualche esempio da Banfi, Sobrero 1992: togo “bello”, (s)lumare “guardare le ragazze”, farsi una
pera “iniettarsi droga”, cuccare “aver successo con le ragazze”), ma con un certo ammontare di termini tipici
di questa o quell’area o città (per es., solo nel lessico giovanile a Torino sono attestati cartellarsi “picchiar-
si”, o cabinotto/a, per indicare “ragazzo/a della buona borghesia”).



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        in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
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4. Abituarsi a leggere le informazioni implicite e a farsi domande durante la lettura:


   ESERCIZIO
Ricava le informazioni implicite mettendo in relazione titolo e occhiello:

Cresce la paura a Firenze.                                    L’Arno sopra il livello di guardia.
Aerei e traghetti senza pace                                  Alitalia, rotte le trattative. Civitavecchia: più di mille
                                                              bloccati nella notte.
Colpo grosso a Stoccolma                                      I dipinti di Picasso non erano assicurati.

Ora ricava le informazioni implicite in questo passo tratto da un testo espositivo dedi-
cato alle istituzioni politiche:

Nell’evoluzione del Comune, l’istituzione del Podestà, che pure ebbe positivi effetti
nell’amministrazione delle città, non servì a riportare la pace tra le fazioni in lotta per
il potere.

Nell’ evoluzione del Comune,                         ________________________________________________


                                                     ________________________________________________


l’istituzione del podestà,                           ________________________________________________


                                                     ________________________________________________


che pure ebbe positivi                               ________________________________________________
effetti nell’amministrazione
delle città,                                         ________________________________________________


non servì a riportare la pace                        ________________________________________________
tra le fazioni in lotta per
il potere.                                           ________________________________________________




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                                                                Il testo

(1) La coerenza

     Il comune di Milano ha chiuso un’ampia zona del centro al traffico privato. D’ora in poi solo i mezzi
     pubblici ed i taxi potranno accedere ai monumenti, ai negozi ed ai numerosi uffici del centro storico. I vi-
     gili avranno il loro da fare per far rispettare il provvedimento, che comunque è stato accolto con favore
     dai cittadini.

     Il comune di Milano ha chiuso un’ampia zona del centro al traffico privato. Il taxi non arrivò in tempo
     alla stazione, sicché perdemmo il terno. Quando finalmente smise di piovere, tutti gli automobilisti si
     precipitarono in strada, intasando il centro in modo indescrivibile. È stato indetto un concorso per 40
     nuovi posti di vigile urbano.
                                                               (Lo Duca 1992, cit. in Lo Duca 2000)

(2) La coesione

     Ieri uscendo di casa per andare al lavoro ho visto un gatto grigio che se ne stava tutto spaventato vicino
     alla porta del garage…Quando la sera sono tornato a casa, il gatto era ancora lì…Non ci ho pensato due
     volte: prima che andasse a finire sotto qualche macchina, l’ho preso, l’ho portato in casa e gli ho dato del
     latte caldo. La bestiola si è subito rianimata, e per prima cosa ha cominciato ad esplorare la casa.
                                                                     (Lo Duca 1992, cit. in Lo Duca 2000)


     (a) Carlo Azeglio Ciampi è intervenuto ieri all’apertura dell’anno giudiziario. Nel suo breve intervento,
         il Presidente della Repubblica ha ricordato ai giudici presenti ….
                                                                   (Lo Duca 2000)

     (b) La legge per il risanamento di Venezia è giunta in porto dopo un travagliato iter parlamentare. Fi-
         nalmente si potrà metter mano ai lavori di ripulitura dei canali, di cui la città lagunare ha urgente e
         drammatico bisogno.

                                                                                   (Lo Duca 2000)

     (c) […] per i vertici ENAV ed ENAC che il ministro degli interni Claudio Scajola vorrebbe a casa da
         subito, il verdetto è dunque solo rinviato. Un piccolo aiuto a Gualano e Roma però lo ha offerto ieri
         un prudentissimo Lunardi ascoltato a lungo in Parlamento sulla tragedia di Milano.

                                                    (LaR 11.10.01, sull’incidente di Linate dell’ottobre 2001)




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        in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
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                                                                                                                   MATERIALE 5

                                               Il paragrafo (o capoverso)
   Della Casa, M., 1994, Scrivere testi. Il processo, i problemi educativi, le tecniche, Firenze, La
                                            Nuova Italia)

     (1) La costruzione del paragrafo
            a. Elementi all’interno del paragrafo

                           i. Paragrafo “a lista”
                               Nel fumo di tabacco sono contenute varie sostanze dannose all’organismo:
                               1.      l’anidride solforosa, che irrita le vie respiratorie;
                               2.      la nicotina, che è un veleno e fa aumentare la pressione sanguigna;
                               3.      il benzopirene, che favorisce l’insorgere del cancro al polmone;
                               4.      il catrame, che riduce gli scambi gassosi.

                          ii. Paragrafo con tema e sviluppo (qui i termini tema e argomento hanno valore
                              diverso da quello utilizzato nelle nozioni di Linguistica generale)
                                                    Tema                                      Sviluppo
                                Argomento


                               IL GATTO è un animale opportunista. Dove vivere in gruppo è conveniente e vantaggio-
                               so, vive da animale sociale. Dove, invece, implica alcuni svantaggi (ad esempio, dividere il
                               cibo che non è sufficiente per tutti i membri del gruppo), il gatto continua la tradizione dei
                               suoi antenati selvatici, vivendo cioè da predatore solitario.

                         iii. Paragrafo con argomento e sviluppo
                                                Argomento                                     Sviluppo


                               LA CHIESA DI SAN FRANCESCO è stata costruita nel 1200. La facciata è rivestita in
                               basso di marmi, e per il resto è grezza. Ha tre portali, di cui il mediano è ornato di sculture
                               del senese Jacopo della Quercia. Sui fianchi si aprono finestroni a trafori marmorei. Presenta
                               una facciata gotica, con campanile a cuspide.

               b. Posizione della frase tematica
                              i.(Frase tematica) Che cos’è un campione, in statistica? (Sviluppo) Il campione è come un
                                mucchietto di palline, estratte a caso da un sacco. Le palline contenute nel sacco sono l’ “u-
                                niverso” da cui questo campione è stato tratto. Proprio per la casualità dell’estrazione, il
                                campione può essere considerato rappresentativo delle palline che stanno nel sacco.

                          ii. (Sviluppo) Un rumore cupo e assordante di automobili in marcia ci accompagna in ogni ora
                               della giornata. Fiumane ininterrotte di macchine percorrono incessantemente strade e piazze
                               ove, per i ciclisti e i pedoni, diventa sempre più difficile muoversi con sicurezza. Non parlia-
                               mo, poi, dell’occupazione di tutti gli spazi disponibili: non solo le strade, ma anche i marcia-
                               piedi e i giardini sono diventati parcheggi permanenti di vetture. (Frase tematica) Le città,
                               ormai, stanno veramente affogando nel traffico.

                         iii. Chi è stato nei villaggi agricoli dell’Africa e del Medio Oriente, ha osservato che queste popo-
                              lazioni mostrano di far poco conto dei cani. Lasciano che questi si cerchino il cibo in mezzo
                              alle immondizie e che dormano fuori sui mucchi di letame per avere un po’ di caldo d’inverno
                              e mentre noi, quando ci fanno le feste, li ricompensiamo con carezze, laggiù li picchiano e li
                              maltrattano. Ma chi è stato tra i pastori racconta cose molto diverse. I cani da pastore sono
                              trattati bene dappertutto, perché proteggono il gregge contro i lupi e lo tengono unito con-
                              sentendo a un solo ragazzo di compiere il lavoro di dieci uomini. Se si arriva poi nel deserto e
                              si incontrano i fieri afgani o belucistani con i loro saluki dalle gambe snelle e sottili, si nota
                              un cambiamento ancora maggiore. Il levriero che rincorre la gazzella senza perderla di vista è
                              il loro beniamino, e porta sul dorso una coperta come un cavallo da corsa.
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 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina
        in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi                                       Laboratorio in preparazione al riassunto
Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi



   ESERCIZIO: Leggi il testo di Dovigo La ricerca qualitativa tra formazione e lavoro e indi-
vidua la frase tematica o l’idea centrale di ciascun paragrafo.

                                     La ricerca qualitativa tra formazione e lavoro
             (adattato da Fabio Dovigo, Etnopedagogia. Viaggiare nella formazione, Franco Angeli)

1.1      Amare e lavorare
   Il passaggio dallo studio al lavoro rappresenta molto spesso nella vita delle persone un’esperienza di
trasformazione. È momento cruciale, un «rito di passaggio», una fase di riorientamento sovente radica-
le, che dà luogo a profondi cambiamenti (a volte a vere e proprie metamorfosi). Buona parte del dibatti-
to tradizionale intorno a questo tema si è speso sull’interrogativo se il passaggio al lavoro - con i suoi
significati connessi di accesso all’età adulta, e alle questioni di autonomia/responsabilità - possa essere
interpretato come elemento di continuità o piuttosto di stacco rispetto alle esperienze precedenti.
    In realtà, come spesso accade, ad un esame più ravvicinato la domanda sembra perdere buona parte
del suo significato: l’ingresso nel mondo del lavoro mostra infatti di svolgersi tanto secondo principi di
continuità (che non significa linearità), quanto attraverso esperienze di rottura, di «salto» rispetto alla
realtà precedente. In un ipotetico range continuità-rottura, i ragazzi che ho intervistato si collocano ov-
viamente su posizioni diverse ma comunque intermedie, e quasi mai in prossimità di uno o dell’altro
estremo.
    Possiamo dunque essere d’accordo con Freud sull’opinione che «amare e lavorare» costituiscano, an-
cora oggi, gli elementi essenziali di realizzazione nella transizione all’età matura. Il problema è, com’è
noto, che tale transizione si è fortemente allungata per quanto riguarda il lavoro (ma ho il sospetto che
lo stesso valga anche per l’amore). I suoi contorni sono andati via via, per così dire, sfumando e il pas-
saggio scuola-lavoro, pur continuando ad esistere, oggi risulta diluito in un arco di tempo spesso molto
ampio.
    Tra i ragazzi e le ragazze intervistate nel corso della ricerca, solo uno non aveva mai avuto espe-
rienze lavorative durante gli studi. Per la stragrande maggioranza la novità non era dunque rappre-
sentata dal lavoro, quanto dalla prospettiva dell’indipendenza dalla famiglia, dell’autonomia, del co-
minciare a «fare da soli».

1.2 ll lavoro e il suo significato
Più che il lavoro in quanto tale, diviene rilevante allora per la ricerca il significato che al lavoro stesso
viene attribuito. Un significato sicuramente complesso in quanto si confronta con dimensioni, come
quella appena citata dell’autonomia, che presentano un largo margine di variabilità e interpretazione
personale da parte dei soggetti. Questa considerazione appare valida anche per altri aspetti cruciali del
rapporto con l’ingresso nel mondo del lavoro. La valutazione di tipo economico ad esempio ha certamen-
te un ruolo importante nella scelta del lavoro da parte dei ragazzi, ma rappresenta solo lo sfondo, la
condizione sine qua non a raggiungere il vero obiettivo: che è per tutti (apparentemente senza eccezio-
ni) la soddisfazione professionale, la realizzazione delle proprie aspirazioni attraverso il lavoro.
    Se da un lato sembra così possibile individuare un atteggiamento fortemente condiviso, un elemento
ampiamente comune (la realizzazione), dall’altro questo stesso indice rimanda ancora una volta a una
pluralità e complessità di significati che non appaiono riducibili l’uno all’altro. Così ad esempio la rea-
lizzazione può assumere forme tra loro molto diverse come la carriera, il prestigio, la stima, il sostegno
reciproco. O anche semplicemente (molto più spesso di quanto ci si aspetti) la soddisfazione di un lavo-
ro ben fatto.
    In qualche modo dunque l’oggetto stesso dell’analisi della transizione tra formazione e professione
sembra spingerci in direzione di un’attenzione più rivolta al comprendere che allo standardizzare, di
una riflessione più qualitativa che quantitativa nei confronti dei soggetti della ricerca.

1.3 Soggetti complessi e strategie educative
   E’ tuttavia difficile non notare come, in questi ultimi anni, si sia verificata una certa flessione di in-
teresse per l’argomento della transizione scuola-lavoro. Una mia modesta ipotesi è che ciò avvenga so-
prattutto perché, in questo campo, la realtà sembra trasformarsi molto più velocemente delle categorie
che si era abituati ad impiegare per leggerla.
    Più in generale la difficoltà (e insieme lo stimolo) per le indagini che vogliano approfondire questo
argomento sembra riconducibile a quella sorta di ambiguità che, come abbiamo osservato, risulta ca-
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 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina
        in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
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ratterizzare intrinsecamente l’oggetto di studio. Da un lato, infatti, il soggetto della ricerca si colloca in
una fase di passaggio: non è più studente, ma non è ancora riconosciuto come lavoratore a tutti gli ef-
fetti (la teoria dei sistemi lo definirebbe un «organismo instabile»). Pertanto non appartiene all’ambito
di studi sull’apprendimento scolastico, ma allo stesso tempo fatica a rientrare nelle categorie general-
mente utilizzate dall’analisi del lavoro
    Così, per un verso, da parte del mondo dell’istruzione l’esperienza del neolavoratore - che pure rap-
presenta la verifica sul campo delle conoscenze, capacità e competenze acquisite nel corso degli studi
precedenti - è stata solo raramente oggetto di raccolta e di analisi sistematica di dati, in grado di forni-
re informazioni e creare efficaci processi di riflessione/retroazione rispetto all’adeguatezza degli attuali
curricola.
   Dall’altro, nell’ottica degli studi sull’organizzazione, si comprende come per lungo tempo questo
campo d’indagine abbia potuto essere definito nei termini di «socializzazione al lavoro», secondo una
prospettiva che interpretava l’incontro tra l’uomo e il lavoro in un’ottica sostanzialmente comporta-
mentistica e individuale, una sorta di modellamento costante, più o meno efficace, in funzione delle sole
esigenze organizzative. Solo recentemente ha iniziato a farsi strada l’ipotesi che l’ingresso
nell’organizzazione possa essere letto non solo nei termini di adattamento dell’individuo al nuovo con-
testo di lavoro, ma anche come opportunità, da parte del soggetto, di costruire la propria identità lavo-
rativa, compiendo scelte, contrattando decisioni, elaborando significati condivisi nel gruppo e contri-
buendo così significativamente alla costruzione dell’identità complessiva dell’organizzazione stessa
(nonché al suo indispensabile rinnovamento).



Nuclei informativi principali –                 Argomenti                                       Esempi
Frasi tematiche




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(2) I tipi di paragrafo

a. Spiegazione; b. Analisi; c. Percorso sequenziale; d. Comparazione; e. Classificazione; f.
Esemplificazione g. Supporto.


     ESERCIZIO: abbina ciascuno dei testi che segue al tipo di paragrafo a cui corrisponde.

1.____________ La savana è un sistema di transizione tra la foresta e la prateria, tipico della fascia tropicale. Il clima è
caldo, con lunghi periodi di siccità alternati ad una breve stagione con precipitazioni abbondanti (periodo
aprile-agosto). Le piogge e il caldo fanno crescere rapidamente un tappeto erboso formato in prevalenza di
graminacee, la cui altezza varia da 1 a 3 metri. Verdeggiante e rigogliosa nel periodo delle piogge, assume
un aspetto arido, colorandosi di giallo, durante la siccità. Sono presenti anche arbusti spinosi e bassi cespu-
gli. Qua e là si trovano rari alberi.

2.____________ Sono sempre più diffuse, fra i giovani, “prove di coraggio” attraverso le quali si selezionano i membri
giovanissimi di club e di bande sempre più pericolosi e violenti. A Londra, per esempio, uno dei giochi o riti più in
voga consiste nella cosiddetta “prova bandiera”, che si svolge all’interno della metropolitana. Per essere
ammessi alla banda occorre attaccarsi all’esterno di un vagone e staccarsene quando il treno ha già preso ve-
locità e prima che si entri nel tunnel. Chi sbaglia muore, chi se la cava diventa socio del gruppo.

3.____________ I negri veramente neri non si scottano al sole come i bianchi, e non sono così soggetti al cancro alla
pelle. La loro epidermide, infatti, contiene gruppi di granuli di melanina o pigmento, una sostanza chimica
depositata negli strati più profondi della cute. Gli individui privi di pigmenti cutanei riportano scottature
dai raggi solari, si spellano, si ricoprono di vesciche e cadono persino in preda alla febbre, perché nella loro
epidermide penetra un sottilissimo strato di raggi ultravioletti. La melanina, invece, assorbe questi raggi
prima che essi possano raggiungere gli strati sensibili della pelle e li converte in calore irradiante, che viene
espulso assieme a quello introdotto all’interno del corpo.

4.____________ Possiamo vedere alcune importanti analogie tra le conseguenze delle innovazioni tecnologiche che fu-
rono alla base – fra il ‘700 e l’800 – della Rivoluzione Industriale, e quelle della moderna “rivoluzione informatica”. A.
Le invenzioni del ‘700 e dell’800 (telaio meccanico, macchina a vapore, ecc.) provocarono una profonda tra-
sformazione nei metodi di lavoro, col passaggio dalla produzione singola dell’artigiano a quella in serie del-
la fabbrica. Furono all’origine, inoltre, di cambiamenti nella società, con la formazione della classe operaia e
di quella capitalistica. B. Similmente, la rivoluzione informatica sta portando al superamento della produ-
zione per mano dell’uomo, alla quale sempre più diffusamente si vanno sostituendo i processi automatizza-
ti. Quanto alle ripercussioni sul piano sociale, si sta verificando una sostanziale modificazione della figura
tradizionale dell’operaio, che ha sostituito il camice alla tuta e che appare sempre meno distinguibile dai
tecnici e dagli impiegati.

 5.____________ L’utilizzazione dei voti al fine di determinare gli eletti può avvenire secondo diversi sistemi elettorali.
Possiamo distinguere tre sistemi: maggioritario, proporzionale, intermedio. Nei sistemi maggioritari, si considera
determinante soltanto la volontà della maggioranza: ogni collegio elegge un solo rappresentante, che è il
candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti. Nei sistemi proporzionali, i seggi vengono invece di-
stribuiti fra i vari gruppi, in base ai suffragi ottenuti, secondo criteri di ripartizione matematica variabili da
paese a paese. Nei sistemi intermedi, infine, si premia in qualche modo la maggioranza, pur assicurando an-
che alle minoranze di essere rappresentate

6.____________ Una delle passioni principali degli italiani è lo sport. Lo dimostrano gli stadi affollati, il tifo che
esplode ogni domenica sugli spalti, la diffusione, anche nei centri più piccoli, di società sportive di ogni ge-
nere. Ma la prova forse più evidente è costituita dalla presenza di giornali esclusivamente sportivi, che rag-
giungono altissime tirature: il quotidiano più venduto nel nostro paese, difatti, è la “Gazzetta dello Sport”,
caso pressoché unico nel mondo occidentale.

7.____________ L’antenato più importante della carta è il papiro, realizzato intrecciando strisce di fibra rica-
vate dall’omonima pianta. L’invenzione della carta come impasto di materiali fibrosi è attribuita ai cinesi,
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probabilmente a un certo Ts’ai Lun, che realizzò il primo foglio attorno al 105 a.C. L’uso della carta si spostò
dalla Cina verso occidente, seguendo le vie di Samarcanda, Baghdad e Damasco e di qui, tramite gli arabi,
giunge successivamente in Spagna e in Italia. Da questi paesi si propagò infine in tutta l’Europa.

8.____________ Possiamo vedere alcune importanti analogie tra le conseguenze delle innovazioni tecnologiche che fu-
rono alla base – fra il ‘700 e l’800 – della Rivoluzione Industriale, e quelle della moderna “rivoluzione informatica”. A1.
Le invenzioni del ‘700 e dell’800 (telaio meccanico, macchina a vapore, ecc.) provocarono una profonda tra-
sformazione nei metodi di lavoro, col passaggio dalla produzione singola dell’artigiano a quella in serie del-
la fabbrica. B1. Similmente, la rivoluzione informatica sta portando al superamento della produzione per
mano dell’uomo, alla quale sempre più diffusamente si vanno sostituendo i processi automatizzati. A2 Le
innovazioni dei secoli scorsi furono all’origine, inoltre, di cambiamenti nella società, con la formazione della
classe operaia e di quella capitalistica. B2 Allo stesso modo, l’informatizzazione sta provocando attualmente
una sostanziale modificazione della figura tradizionale dell’operaio, che ha sostituito il camice alla tuta e che
appare sempre meno distinguibile dai tecnici e dagli impiegati.




    ESERCIZI:
1) Leggi il paragrafo sottostante. Di che tipo di paragrafo si tratta? Modificalo spostando la
frase tematica in posizione finale e apportando gli opportuni cambiamenti.

Il vocabolario dei ministeri e di tanti uffici pubblici è andato in soffitta. sarà rivoluzionato alla radice. Lo ha annunciato
ieri il ministro nella presentazione del manuale di stile a, un volume guida che contiene consigli utili e un glossario per
introdurre la lingua italiana negli uffici pubblici. Dunque, non ci imbatteremo più nel “non esente da Iva” oppure in
“attergare” o nel più sfortunato “provvedimento esecutivo di rilascio”. Non ci diremo (nel primo caso) perché non scri-
vere semplicemente “pagare l’Iva”, non chiederemo chiarimenti (nel secondo caso) per sentirci suggerire “scrivere dietro
il documento”. Non ci salirà la rabbia (di fronte al terzo) per l’ipocrisia con cui spesso il burocratese stempera la realtà:
uno sfratto è uno sfratto, perché nascondersi dietro il “provvedimento esecutivo”... come si chiama?

Esercizio da Gatta, F. / Pugliese, R., 2002, Manuale di scrittura, Bologna, Bononia University Press, p. 36.

2) Scrivi un paragrafo di confronto a partire dalle informazioni elencate sotto nel loro or-
dine logico. Inizia con la frase tematica e collega le frasi in modo adeguato, evidenziando
la comparazione e modificando il meno possibile il testo originale.

    Il dibattito in campo ecologico
    L’ecologia non è una disciplina univoca.
    L’ecologia presenta diverse basi metodologiche legate a differenti presupposti culturali.
    Sull’ecologia, varie scuole si contrappongono.
    Due scuole hanno avuto una risonanza mondiale, la scuola di Commoner, professore della Queens University di
New York, e quella dei biologi della California University.
    I biologi della California University sostengono che l’attuale livello di distruzione delle risorse e di inquinamento,
nei paesi sviluppati, è dovuto all’enorme quantità di beni prodotti e al consumo che essa implica. Tale impostazione è
applicabile esclusivamente ai paesi sviluppati e presuppone una posizione di autocoscienza da parte di ciascun indivi-
duo, chiamato a ridurre personalmente i propri sprechi e le proprie attività inquinanti.
    La posizione di Commoner concentra l’attenzione sul quadro economico e politico in cui si deve collocare la questio-
ne ecologica: data la complessità e l’ampiezza assunta attualmente dai danni ambientali, non basta ridurre i consumi ma
si deve necessariamente operare a livello delle strategie politiche produttive e demografiche, introducendo un nuovo si-
stema di rapporti economici e sociali e nuovi principi etici.
 (Marchese, R. et alii, 1991, Stato e società, La Nuova Italia)

Esercizio da Gatta, F. / Pugliese, R., 2002, Manuale di scrittura, Bologna, Bononia University Press, p. 36.

3) Rimetti in ordine le frasi del testo sotto in modo da formare due paragrafi con struttura
comparativa.
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    La maggior parte degli adulti, per loro stessa ammissione, guarda la televisione “per divertimento”.
    Molti adulti considerano la televisione poco significativa e la guardano con quella che talora si definisce “sospen-
sione dell’incredulità”.
    La maggior parte dei bambini, pur trovandola divertente, guarda la televisione perché cerca di capire il mondo.
    Pur di divertirsi, accettano l’allontanamento dalla raffigurazione realistica, e, a seconda delle premesse del pro-
gramma, capiscono perfettamente perché un dato personaggio vola per aria, diventa invisibile, compie azioni sovru-
mane. Per definizione, uno spettacolo di fiction non deve per forza essere possibile, reale o vero.
    I bambini si accostano alla televisione e la guardano con motivazioni che differiscono in maniera significativa da
quelle prevalenti tra gli adulti.
    Sono più vulnerabili degli adulti. Gli influssi primari che i bambini subiscono – la famiglia, i coetanei, la scuola , la
televisione – operano tutti insieme. I bambini non sono molto capaci di separare ciò che imparano in questi contesti
diversi.
    Invece i bambini, pur apprezzando gli aspetti di intrattenimento della televisione, hanno più difficoltà – a causa del-
la loro limitata comprensione del mondo – a discernere i fatti dalla finzione.
    Anzi, l’utilità dell’informazione ottenuta in uno di essi dipende in gran parte da ciò che si impara negli altri. Senza
il sostegno della famiglia, gran parte di ciò che succede a scuola perderebbe d’importanza.
    Se la scuola fosse più efficace, la televisione non sarebbe tanto potente. I coetanei esercitano il loro influsso e il loro
potere nella misura in cui la famiglia e la scuola non esercitano il proprio
(Popper, K.R. / Condry, J., 1994, Cattiva maestra televisione, Donzelli Editore)

Esercizio da Gatta, F. / Pugliese, R., 2002, Manuale di scrittura, Bologna, Bononia University Press, p. 36.




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                                                      Saper riassumere

1) Ridurre il testo

     a. Cancellazione


   ESERCIZIO: cancella le parole (aggettivi, avverbi, ecc..) non indispensabili al senso fonda-
mentale di queste frasi e riscrivile.
         I. Un altro elemento esclusivo del bel paesaggio dell’isola è dato dalle numero-
             se e interessanti tracce lasciate dalla lunga dominazione britannica nelle
             architetture.
        II. Una serie di studi recenti, attraverso elaborazioni al computer, ha confer-
             mato definitivamente che i megaliti di Stonhenge, oltre a segnare un luogo
             di culto religioso, costituiscono un monumentale strumento astronomico e
             potevano servire anche a predire eclissi.
       III. Bella pianta rustica coltivata nei giardini, la Calendula è anche un’erba
             selvatica dei campi e delle vigne dallo stelo rossastro guarnito di foglie ver-
             de chiaro con bellissimi fiori giallo-arancio molto luminosi.

     b. Generalizzazione


         ESERCIZIO: sostituisci gli elementi (parole o proposizioni) della stessa catego-
     ria con un termine più generale che li riassuma.
           I. Le calette tranquille e riparate, le acque cristalline, i porti vicini l’un l’altro
              e la presenza di numerosi resti di rovine greche e fenicie, romane e cartagi-
              nesi, bizantine e arabe, fanno di Minorca una meta ideale per i visitatori e
              un’isola comoda e sicura per gli appassionati di vela.
          II. Basta un click del mouse e la casa diventa intelligente. Un nuovo robot è in
              grado di accendere la luce di casa, di regolare il riscaldamento, di far scor-
              rere le serrande, di mettere in moto gli elettrodomestici a tempo stabilito.
         III. Dando un’occhiata alle stanze terrene, dove qualche uscio fosse aperto, si
              vedevano attaccati al muro schioppi, tromboni, zappe, rastrelli, cappelli di
              paglia, reticelle, e fiaschetti da polvere, alla rinfusa. (A. Manzoni, I Promes-
              si Sposi, cap. V).

     c. Sostituzione


        ESERCIZIO: sostituisci le proposizioni legate tra loro o aventi degli elementi in
     comune con una nuova proposizione che le includa.
         I. La medicina non mette a disposizione dell’adolescente servizi confrontabili
            con quelli pediatrici; la psichiatria lo lascia del tutto solo, non avendo anco-
            ra deciso se debba entrare nei servizi per gli adulti o rimanere in quelli per
            l’infanzia; la psicologia non ha ancora a disposizione dei servizi che possa-
            no rispondere alle sue domande complesse, la pedagogia non riesce ad aiu-

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               tare le scuole medie e superiori a modificare i programmi in modo da offrire
               un servizio scolastico confrontabile con la qualità delle scuole elementari.
           II. Ci sono poi anche altri tipi di sorprese: le maggiorazioni ingiustificate e fan-
               tasiose dei prezzi sono tra gli inconvenienti più frequenti. Purtroppo la men-
               talità per cui il turista è comunque un “pollo da spennare” è molto diffusa.
               In un ristorante sul mare al conto è stato aggiunto un salato supplemento
               “vista sul mare”. In un’altra località, il turista, ospite in albergo a pensione
               completa, deve sborsare mille lire per ogni caraffa d’acqua di rubinetto.

2) Riformulare

Alcune caratteristiche dello stile coeso

a) Uso della subordinazione (ipotassi vs. paratassi)


    ESERCIZIO: trasforma le proposizioni indipendenti in subordinate esplicite o implicite at-
tuando le modifiche necessarie.

1) In Italia sono state condotte diverse ricerche; indagini non recenti hanno evidenziato
la presenza di numerosi caratteri ricorrenti nel linguaggio giovanile.
2) Il gergo non ha strutture grammaticali proprie, ma si inserisce all’interno di un’altra
lingua. Storicamente esso è la lingua parlata dai gruppi marginali della società.
3) *Esiste da sempre uno stretto rapporto tra il treno e il cinema. Tuttavia sono stati
fatti pochi studi a riguardo.
4) *Il gergo è spesso incomprensibile a chi non lo parla ed è privo di una struttura
grammaticale propria. Ed è inoltre fondamentale per l’identità del proprio gruppo.
5) Le rovine della zona non sono state restaurate. Questa situazione fa pensare ad una
mancanza di fondi.
6) Erano stati annunciati interventi drastici contro la mafia, però la situazione è rima-
sta immutata.
7) Il bombardamento aveva causato molti danni e distruzioni; era iniziato all’alba ed
era continuato per due ore.
8) Il traguardo era posto in cima ad una lunga salita: i corridoi si avvicinavano a esso
con molta fatica.

b) Uso del gerundio


    ESERCIZIO: nelle frasi sotto il gerundio è usato in modo erroneo. Individua
l’errore e correggilo.

1) *E questa possibilità è per molti una garanzia di libertà, diventando così editori del
proprio giornale personalizzato.
2) *La forte componente realistica dei dipinti di Caravaggio è spiegata da Calvesi dalla
religiosità diffusa da C. e F. Borromeo, propugnando l’esigenza di una maggiore purez-
za.
3) Infatti, come afferma Umberto Eco, oggi internet sta prendendo sempre più piede sul
piano dell'informazione, ritrovando così sui vari siti articoli presenti anche sui quoti-
diani.
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c) Uso di nominalizzazioni e complementi


     ESERCIZIO: unisci le due proposizioni in un’unica frase nominalizzando un verbo o un ag-
gettivo.

1) E’ una cosa nota a tutti che Cesare fu assassinato per mano di Bruto.
2) I dirigenti capirono che era necessario un nuovo progetto.
3) Le case di Camogli sono colorate in modo vivace; e così il paesino ligure risulta molto
    pittoresco.
4) Lucia abbandonò il villaggio natale e scatenò l’ira di don Rodrigo.
5) L’aria di Roma è inquinata. Questo richiede provvedimenti.
6) Nel settimo capitolo dei Promessi Sposi si descrive con ironia il comportamento del
    malvagio don Rodrigo; ciò diverte il lettore.
7) Il tempo peggiorava: per questo tutti i villeggianti rientrarono in fretta nelle case e
    negli alberghi.

Utilizzando le trasformazioni illustrate costruisci per ciascun gruppo di frasi un testo
coeso utilizzando il minor numero di parole possibile (le soluzioni accettabili sono mol-
te):

     1) L’insegnante fece una domanda. La domanda era complessa e difficile. Gli stu-
        denti non seppero rispondere. L’insegnante diede un compito. Il compito doveva
        essere fatto a casa.
     2) In Italia nascono sempre meno bambini; questa situazione mette in crisi il mon-
        do della scuola. Esso provoca anche un generale invecchiamento della popolazio-
        ne.
     3) Era arrivata una macchina nera molto sospetta; Paolo se ne accorse. Egli decise
        di chiamare la polizia.
     4) Le loro spiegazioni furono per me delle vere rivelazioni. I loro commenti furono
        per me davvero nuovi. Questo mi portò a modificare completamente il mio atteg-
        giamento verso quel problema.

4) Revisione

a) Verificare se la resa è contenutisticamente fedele, logica e coesa.

ORIGINALE
[...]
Le ricerche hanno condotto certamente all’identificazione di un certo numero di tratti molto ricor-
renti nel comportamento linguistico giovanile. Il risultato più evidente è il riconoscimento di un
‘lessico giovanile’, un insieme di lessemi espressivi, metaforici, a volte neologismi coniati
all’occasione; [...].
        Tale lessico giovanile, usato per lo più solo nell’interazione verbale all’interno del gruppo,
può configurare il cosiddetto linguaggio giovanile come una sorta di gergo. E’ infatti definibile co-
me gergo una varietà di lingua che è marcata al tempo stesso in diafasia (in quanto è impiegata solo
in determinate situazioni) e in distratia (in quanto si forma all’interno di un certo gruppo sociale),
[...].

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        La sua incidenza nel comportamento linguistico di adolescenti e giovani non va però so-
pravvalutata: si tratta di un lessico molto appariscente, ma la cui presenza effettiva nel parlato quo-
tidiano dei giovani non è poi così ampia.[...].
[…] D’altra parte oggi è ovviamente molto incrementato, nel lessico giovanile, il peso e il ruolo dei
neologismi anglicizzanti connessi con Internet e i telefoni cellulari (chattare “conversare in rete”,
zippare “condensare un messaggio o un documento molto lungo”).

Estratto del primo riassunto
    Il lessico giovanile non è frequente nel parlato quotidiano, inoltre il diffondersi di tecnologie,
quali internet e i cellulari, ha portato alcuni termini a cadere in disuso.
    Il linguaggio giovanile, viene configurato come “gergo” giovanile, identificabile come varietà
linguistica impiegata in determinate situazioni.

Estratto del secondo riassunto
        Il linguaggio dei giovani può essere considerato un gergo perché è impiegato solo in certe
situazioni ma è anche tipico di un certo gruppo sociale.
        Dall’analisi di conversazioni spontanee si è rilevato che l’uso di lessico giovanile è molto
basso e si alza di poco se si considerano espressioni colloquiali o volgari.

b) Verificare la coerenza stilistica (eliminare gli elementi di registro familiare, adatta-
   re lo stile al testo di partenza, eliminare le ripetizioni)

     1) Il passaggio dallo studio al lavoro rappresenta, per un ragazzo, un grande salto
        in quanto “cade” in un periodo cruciale della sua vita. Vi sono quindi diverse dif-
        ficoltà: nella società non è più visto né come studente, né come lavoratore a pieni
        effetti; per questo motivo il giovane ha un impatto più duro col mondo del lavoro.
     2) Dopotutto il lessico giovanile sembra avere una maggiore importanza di quello
        degli anziani, basta anche solo confrontare il diverso numero di studi sui due
        lessici, che è ovviamente maggiore per quello giovanile.
     3) A proposito si è notato che alcuni termini in uso negli anni Novanta sono oggi
        poco ricorrenti.
     4) La domanda è sorta spontanea: esiste un linguaggio giovanile?

c) Verificare la coesione
   1. Le concordanze
         o *Gli eventi sono descritti in modo molto immediato, ma ogni particolare è scelto
           dall’autore tanto che hanno evidenti richiami religiosi e morali.
         o *Fra queste due fasce d’età vi è una forte disparità, come dimostrano per esempio il fe-
           nomeno della dialettofonia, sicuramente più riscontrabile nella fascia senile.
         o *Si può parlare, quindi, di lessico giovanile, in quanto sono stati rilevati una serie di
           lessemi espressivi comuni a tutte le regioni d’Italia.
         o (?) Esistono poi i linguaggi transitori parlati da un gruppo di persone che condividono
           esperienze e valori.
     2. I legami anaforici
         o Sono state fatte indagini sul campo per capire se esiste un linguaggio giovanile. Il ri-
           sultato ne riconosce l’esistenza sottolineando varietà anche in base a quell’area.
         o (?)Non avendo strutture grammaticali proprie, il linguaggio giovanile, viene sempre
           ospitato all’interno di un’altra lingua e contrassegnando fortemente l’identità del
           gruppo, lo contrappone come alternativo alla società comune.
         o Da un’indagine effettuando alcune ore di conversazione di studenti emerge che poco
           più del 4% è costituito dal linguaggio giovanile.
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 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina
        in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi                                       Laboratorio in preparazione al riassunto
Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi
         o Tale varietà di lingua si forma all’interno di un gruppo che si contrappone alla società
           comune, di cui diventa contrassegno.
         o *M. Calvesi nel volume “La realtà di Caravaggio” fa rivivere l’opera del Merisi presen-
           tando alcuni dei suoi saggi.
     3. I connettivi (aggiungere o correggere):
         o A proposito si è notato che alcuni termini in uso negli anni Novanta sono oggi poco ri-
           correnti.

d) verificare l’ordine delle parole

     1. avvicinare gli elementi correlati logicamente:
         o *Il realismo dei soggetti e la presenza di figure umili e semplici, come Santi a piedi
           nudi, nei suoi quattro quadri possono essere spiegati da…
         o La ragazza aveva con grande dispiacere interrotto gli studi.
         o *Per migliorare il proprio stile è importante prima di tutto essere consapevoli dei van-
           taggi delle diverse forme espositive e degli svantaggi.

     2. Semplificare le sequenze che contengono elementi ridondanti o di significato si-
        mile:
         o *Entrò, finendo in salone.
         o Il linguaggio giovanile, viene configurato come “gergo giovanile”, dove la parola gergo
           è identificabile come varietà linguistica impiegata in determinate situazioni (diafa-
           sia), all’interno di un certo gruppo sociale (diastratia).

     3. Eliminare le doppie negazioni
         o Anche nella situazione in cui non si usi la macchina, con la nuova legge non è più pos-
           sibile non rinnovare il bollo alla scadenza.

     4. Eliminare le asimmetrie
         o *I giovani in presenza di differenze tra una varietà linguistica alta e quella bassa, so-
           no più vicini a quest’ultima.
         o Volevo fuggire per l’imbarazzo e perché ero teso.
         o Noi andiamo in vacanza per riposare, perché ci divertiamo oppure spinti dal desiderio
           di viaggio.

e) verificare la sintassi
         o Lo studioso Piola, servendosi di un esperimento, è giunto alla conclusione che la per-
           centuale di lessico giovanile sia relativamente bassa.
         o *Il comportamento linguistico è influenzato dall’età e il sesso dei parlanti.
         o *Sono state fatte indagini sul campo per capire se esiste un linguaggio giovanile.
         o *Basti pensare dei termini attestati a primi anni novanta a noi oggi obsoleti mentre si
           sviluppano dei neologismi anglicizzanti connessi con Internet e telefoni cellulari.
         o *I fattori sociodemografici età e sesso correlano il comportamento linguistico dei par-
           lanti.
         o *…ma, sentendo il rumore delle stoviglie , capì che era diventato muto. Probabilmente
           il passaggio attraverso il bosco fu la causa della perdita della voce.




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        in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
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                                                Lavorare sulla revisione

I testi che seguono sono riassunti in prove di idoneità di lingua italiana, appello del 2
febbraio 2004. Testo da riassumere: Dovigo, F., “La ricerca qualitativa tra formazione e
lavoro”, Etnopedagogia. Viaggiare nella formazione, Franco Angeli. (cfr. materiale 5)



Testo 1

Il passaggio dallo studio al lavoro rappresenta, per un ragazzo, un grande salto in
quanto “cade” in un periodo cruciale della sua vita. Vi sono quindi diverse difficoltà:
(difficoltà a recuperare il referente) nella società non è più visto né come studente, né
come lavoratore a pieni effetti; per questo motivo il giovane ha un impatto più duro col
mondo del lavoro. Sono stati intervistati dei ragazzi ed è risultato che la maggior parte
di loro, ha già avuto delle esperienze lavorative; inoltre, è emerso che il lavoro è visto
come mezzo per arrivare ad una indipendenza economica dalla famiglia e potersi ge-
stire autonomamente la propria vita.
Vengono quindi soppressi quegli ideali di un tempo, mancano elementi di connessione
della soddisfazione e della realizzazione nel lavoro a scapito della indipendenza eco-
nomica.
Il passo da scuola a lavoro è visto, quindi, in maniera molto diversa: analizzando
l’opinione di Freud, notiamo che i concetti “lavorare e amare” sono ancora gli elementi
principali per la transizione all’età matura, anche se l’arco di tempo richiesto è molto
più ampio.




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        in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
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Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi
Testo 2

Il passaggio dallo studio al lavoro è fondamentale nella vita di ogni persona. E’ un
momento di crescita individuale interiore, che ti porta ad interagire con la società e ti
avvicina alla vita adulta e quindi vera.
Certi giovani ci arrivano prima, lasciando la scuola o l’università e questo causa in loro
una certa incertezza. E’ questo il caso delle esperienze di salto e rottura.
Altri giovani arrivano al lavoro linearmente, passando da un determinato percorso di
studi da loro scelto.
Comunque quasi tutti gli adolescenti, prima di lavorare seriamente hanno già avuto
esperienze lavorative minori.
Quando decidono di andare a lavorare i giovani di oggi cercano un lavoro che li soddi-
sfi, che li aiuti a realizzarsi, che aumenti in loro l’autostima, che li faccia stare bene
con se stessi (senza poi guardare troppo l’aspetto economico. La realizzazione può es-
sere raggiunta con una carriera folgorante o anche con il prestigio di un ottimo lavoro.
Ultimamente però non è più molto interessante parlare di questa transizione scuola
lavoro: perché il giovane non è ancora vero lavoratore, ma non è più studente e quindi
non può ancora essere riconosciuto nella categoria lavoratrice.
L’ingresso dell’individuo in un’organizzazione lavorativa nuova, è fondamentale e può
dare al giovane l’opportunità di costruire la propria identità lavorativa, imparando a
fare scelte, a paragonarsi con gli altri e ad aiutare sensibilmente l’organizzazione stes-
sa dell’azienda.




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Didattica lingua italiana.materiale

  • 1. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi MATERIALE 1 L’italiano come gamma di varietà (Berruto, G., 1987, Sociolinguistica dell’italiano contemporaneo, Roma, La Nuova Italia Scientifica, p. 21) Pagina 1 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla di- sciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art.70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 2. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi Un esempio lessicale di variazione di registro (Berruto, G., 1993, “Varietà diamesiche, diastratiche, diafasiche”. In Sobrero, A. (a c. di), Introduzione all’italiano contemporaneo, Bari, Laterza, p. 73) Un esempio di esercizio sulla competenza socio-pragmatica 1. Alcuni riti propiziatori sono ormai caduti in di- suso anche nelle società arcaiche. 4. Nel corso della discussione parlamentare il mi- a. superati nistro ha proposto una modifica (N) alla Finanzia- b. scomparsi ria che rimette in gioco i vecchi consorzi. c. decaduti a. emendamento d. estinti b. variazione c. rettifica 2. Le difficoltà economiche e relazionali d. revisione nell’ambito della famiglia hanno formato il carat- tere nelle persone migliori. a. costruire b. forgiare c. influenzare d. segnare 3. La storia è incentrata (V) sui dialoghi, interrotti da descrizioni o racconti di vita passata. a. basata b. costituita c. imperniata d. focalizzata Pagina 2 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla di- sciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art.70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 3. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi MATERIALE 2 I tipi testuali (1) Testi espositivi: Da Paoloni, G., 1997, “Gli archivi della scienza tra passato e futuro”, in Morelli, M. / Ricciardi, M., Le carte della memoria, Editori Laterza, pp. 81-83. ESERCIZIO Trova nel testo esemplificazioni relative a queste affermazioni. 1. Il testo si riferisce a un settore specifico di conoscenze. Si vede dalle note, dai corsivi, dallo stile neutro e dal contenuto specialistico. Il criterio di pianificazione è logico. A partire dalla prima affermazione, si espandono, argomentandole, le due parti che la compongono, l’una in opposizione all’altra, e l’una dopo l’altra. 2. Il testo è organizzato intorno ad un tema centrale. Si vede dalla prima frase, è evidenziato anche dai corsivi. 3. Tale articolazione è segnalata da elementi linguistici. Ripetizioni di “più vasta” e “più ristretta” (r. 32 – 35). Riprese anaforiche come “questi archivi” (r. 36). Connettivo “infatti” (r. 41). 4. Le congiunzioni svolgono un ruolo importante perché segnalano il rapporto logico tra le infor- mazioni. Vedi “se” (r. 32) e “quando” (r. 35), e il parallelismo tra le due (entrambe circostanziano le affermazioni che le precedono); “e che” (r.37) agganciato a “quando si constata”, che prosegue l’argomentazione a favore del carattere “più ristretto”; il già citato “infatti” (r. 41). 5. Il lessico è in molti punti specifico all’area di conoscenza a cui il testo si riferisce. “Soggetti produt- tori di documentazione”, “fonti archivistiche”… formalità e precisionismo in generale. Pagina 3 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 4. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi Pagina 4 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 5. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi (3) Testi argomentativi ESERCIZIO La scaletta alla pagina che segue rappresenta la struttura di una mappa concettuale per un testo argomentativo dal titolo “Società pre-industriale e società industriale” a- dattato da Ferrarotti, F., 1977, Sociologia, cap. 1 “Sociologia e rivoluzione industriale”, pp. 10-14) Utilizzando i contenuti (sintetizzati e schematizzati) del testo che trovate sotto in or- dine sparso, provate a riempire la mappa concettuale (p.6) in modo da formare una struttura argomentativa. 1) Ma già a partire dal 1500 esistono opifici (es. fabbriche di birra e mulini) che richiedono una specializzazione ed una coordinazione dei compiti. 2) Lo sviluppo tecnologico/organizzativo non è quindi caratterizzante; lo è invece la tra- sformazione dell’organizzazione economica, che evidenzia un’inedita articolazione dei rapporti produttivi. 3) Ma Marx giudica questo elemento irrilevante; al contrario egli ritiene che ciò che davve- ro caratterizza la rivoluzione industriale del 18° secolo sia la sostituzione dello strumento artigianale con la macchina utensile. 4) Un elemento discriminante può essere allora rappresentato dalla collaborazione tra gli operai (nella società industriale) nel luogo di lavoro. 5) Weber ritiene che il tratto distintivo possa essere rappresentato dalla concentrazione nelle mani dell’imprenditore del luogo e dei mezzi di lavoro, oltre che delle materie pri- me e dell’energia. 6) Questo tipo di organizzazione produttiva però si trova già anche nella società pre- industriale – Weber lo chiama egasterion - (es. fabrica medioevale e bazar orientale). 7) Tale concentrazione difficilmente si trova prima del 18° secolo; prima di questo periodo infatti luogo, mezzi, strumenti, materiali appartengono all’intera comunità. 8) Questo è il punto di partenza Aron ritiene che l’elemento che differenzia la società pre- industriale dalla società industriale sia la separazione del luogo di lavoro dall’abitazione. 10) Elemento discriminante può essere forse l’utilizzo di macchinari o dell’energia pro- dotta dal vapore. 11) Tra il 1500 e il 1700 diverse però sono le applicazioni meccaniche già utilizzate negli opifici. Se lo ritenete opportuno potete aiutarvi con la versione integrale del testo (p. 5). Pagina 5 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 6. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi Società pre-industriale e società industriale (adattato da F. Ferrarotti, Sociologia, ed. Accademia, 1977, cap. I “Sociologia e “rivoluzione indu- striale”, pp. 10-14) 5 Sebbene sociologi e storici economici siano unanimi nell’accettare l’esistenza di una netta distinzione tra società pre-industriale e società industriale, la loro unanimità viene meno allorquando si tratta di definire in con- creto quell’aggettivo “industriale” oppure di decidere in qual periodo nell’evoluzione storica della società umana quella trasformazione si è operata e quali debbano essere i criteri che l’identificano. Benché Raymond Aron ponga tra i criteri distintivi della “società industriale” nei confronti di quella “pre- 10 industriale” il fatto che il luogo di produzione sia separato radicalmente dalla famiglia, unità produttive così sepa- rate si ritrovano sistematicamente anche nei tempi più remoti. Nella società pre-industriale esisteva infatti quello che Max Weber ha chiamato l’egasterion, e cioè un luogo di lavoro nettamente distinto dal luogo di abitazione. La sua forma più tipica è rappresentata dalla fabrica medioevale, che talora era un fondo affittato ad un gruppo di operai e artigiani perché vi svolgessero il loro lavo- 15 ro, e che talaltra era un luogo di lavoro istituito dal signore del luogo, dal convento o dalla università, per utiliz- zarvi le corvées o le banalités. Il bazaar orientale rappresenta un altro esempio di unità produttiva completamente separato dall’abitazione, ed era costituito da un insieme di piccoli opifici connessi con una unità commerciale. Inoltre l’opificio industriale su larga scala, utilizzando il lavoro degli schiavi, o di coloro che erano vicino ad esserlo, lo si 20 ritrova in moltissime società antiche e particolarmente in Egitto e in Grecia. Ed è proprio da queste forme che gli storici economici stimano si sia sviluppato il tipo di opificio non domestico con operai pagati a tempo, anziché a cottimo o a oggetto finito. La concentrazione, anche su vasta scala, di operai in un unico luogo di lavoro non era quindi estranea al mondo pre-industriale. Ma sia la fabbrica medioevale che quella rinascimentale erano per lo più semplicemente la 25 riunione sotto un medesimo tetto di operai-artigiani che lavoravano in comune ma non in collaborazione. Nella generalità, infatti, ognuno di loro avrebbe potuto egualmente eseguire il lavoro anche a casa propria. La comunan- za consentiva però una maggiore disciplina rendendo possibile un controllo sull’uniformità del prodotto e la sua produzione giornaliera, ed in questo senso era assai vantaggiosa, sebbene di maggior rischio in quanto una cata- strofe naturale poteva distruggere in un sol colpo materiali e strumenti. 30 Ma anche nella società pre-industriale esistevano opifici che richiedevano un’alta coordinazione del lavo- ro dei singoli operai e una certa divisione dei loro compiti. Tali erano le fonderie, le officine dei fabbri ferrai, le fabbriche di birra, i panifici, i mulini e altri. Divisione del lavoro, specializzazione tecnica e coordinazione dei compiti svolti in collaborazione erano già presenti alla fine del ‘500. Neppure l’uso di congegni meccanici e di macchinario in genere potrebbe differenziare il periodo pre- 35 industriale da quello industriale: ché infatti, utilizzando l’acqua, il vento e l’energia umana e animale, moltissime furono le applicazioni meccaniche negli opifici durante questi due secoli. Così né la concentrazione in un luogo di lavoro separato dall’abitazione familiare, né la divisione del 35 lavoro, con la conseguente specializzazione dei compiti e la loro coordinazione, né l’uso di macchinario e di con- gegni meccanici potrebbero costituire da soli gli elementi sufficientemente differenzianti il periodo pre-industriale 40 da quello industriale. Si potrebbe, tuttavia, assumere come elemento discriminante i due periodi l’uso di un certo tipo di ener- gia, e cioè quella termo-meccanica fornita dal vapore. Ma anche a questo proposito le divergenze di giudizio non vengono meno. Per Marx il tipo di energia impiegato è essenzialmente irrilevante. Infatti, a sua detta, il fatto che caratterizza “la rivoluzione industriale del diciottesimo secolo” è la sostituzione della macchina utensile allo stru- 45 mento artigianale. Di avviso diverso è Max Weber, secondo il quale “La caratteristica veramente distintiva dell’industria moderna è, in generale, non l’instrumentalità di lavoro usata, bensì la concentrazione della proprietà del luogo di lavoro, dei mezzi di produzione, delle fonti di energia e dei materiali grezzi in una sola mano, quella dell’imprenditore. Questa combinazione solo eccezionalmente la si poteva incontrare prima del XVIII secolo”. 50 Infatti il luogo di lavoro, gli strumenti e il materiale erano, in una forma o in un’altra, proprietà dell’intera comu- nità e, prima del ‘700, solo occasionalmente nelle mani di un unico imprenditore. Al di là di questa polemica è opportuno rilevare che mentre l’evoluzione tecnologica e organizzativa non costituisce elemento di frattura tra mondo pre-industriale e mondo industriale, l’aspetto economico di una partico- lare costellazione di rapporti produttivi socialmente e giuridicamente istituzionalizzati è nuovo e indubbiamente 55 tipico del periodo industriale. Nella fase di transizione dalla società pre-industriale a quella industriale l’evoluzione tecnologica, con eccezione fatta della fonte di energia da vapore, mostra un aspetto di continuità; mentre il sistema di organizzazione dell’unità economica svela un aspetto di peculiarità che nella sua accelerazione temporale appare di frattura. Pagina 6 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 7. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi PUNTO DI PARTENZA: cosa differenzia la società pre-industriale dalla società industriale e quali sono gli elementi che caratterizzano il passaggio dall’una all’altra? TESI – Punto 8 TESI TESI ANTITESI ANTITESI ESEMPLIFICAZIONE NUOVA TESI NUOVA TESI ANTITESI CONCLUSIONI Pagina 7 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 8. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi MATERIALE 3 Strategie di lettura La lettura è un’abilità che va acquisita e allenata. Un “buon” lettore dovrebbe: 1. abituarsi a leggere per blocchi logici: Es. L’Odissea / racconta le vicende di Ulisse / trasportando il lettore / nel pieno della vicenda: / il poema, /infatti, / inizia quando Ulisse, / sbarcato nella reggia del re Alcinoo, /dieci anni dopo la di- struzione di Troia, / si trova a raccontare al re e alla sua corte/ le proprie avventure. 2. Saper prevedere le parole in base al contesto: ESERCIZIO Sebbene sociologi e storici economici siano unanimi nell’accettare l’esistenza di una netta distinzione tra società pre-industriale e società industriale, la ___________ una- nimità viene meno allorquando si tratta ___________definire in concreto quell’aggettivo “industriale” ___________ di decidere in qual periodo nell’___________ storica della società umana quella trasformazione si ___________ operata e quali deb- bano essere i criteri che l’___________. Benché Raymond Aron ponga tra i criteri ___________ della “società industriale” nei confronti di quella ___________ il fatto che il luogo di ___________ sia separato radi- calmente dalla famiglia, ___________ produttive così separate si ritrovano sistemati- camente ___________ nei tempi più remoti. (Ferrarotti, F., Sociologia, Ed. Accademia, p. 10) ESERCIZIO Da Benni, S., 2003, Il bar sotto il mare, Feltrinelli, Milano. Pagina 8 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 9. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi 3. Abituarsi ad applicare diversi tipi di lettura (selettiva, orientativa, globale, appro- fondita...) a seconda dello scopo: ESERCIZIO Facendo attenzione alla strategia di lettura: a. trova l’argomento del testo__________________; (lettura______________) b. sottolinea i nomi di studiosi dell’argomento; (lettura______________) c. sottolinea i riferimenti ad altre parti del volume; (lettura______________) d. trova riferimenti all’area geografica/alle aree geografiche di cui si parla; (lettu- ra______________) e. trova il significato di “cartellarsi”; (lettura______________) f. trova evidenze dell’opinione dell’Autore; (lettura __________________) Testo adattato da: Berruto G., Prima lezione di sociolinguistica, Roma-Bari, Universale Laterza, 2005 (II edizione), pp. 65-67 LA LINGUA DEI GIOVANI 3.4.1. L’età e il sesso sono due fattori sociodemografici che correlano in maniera interessante con il comportamento linguistico dei parlanti. (...) Per quel che riguarda la variabile età (Eckert 1997), in situazioni a noi familiari essa risulta correlare molto significativamente per es. con la dialettofonia: se dobbiamo trovare un parlante tipicamente dialettofono, in Italia, dovremo andarlo a cercare fra gli anziani, mentre se vogliamo trovare un parlante sicuramente non dialettofono lo cercheremo in una giovane (studentessa, abitante in città). In tutti i repertori (v. § 3.5) con dislivelli di prestigio notevoli fra una lingua o varietà alta e una lingua o varietà bassa, i giovani, salvo situazioni particolari e ceteris paribus, saranno più esposti e più orientati alla lingua o varietà alta. Quanto all’identificazione di varietà di lingua, e tipi di comportamenti verbali, specifici delle classi di età (o ‘classi generazionali’), la ricerca in Italia sinora si è soffermata solo marginalmente, e più per opera di sociopsicologi che di sociolinguisti, sul rapporto fra invecchiamento/vecchiaia e prestazioni linguistiche e sulla ‘lingua degli anziani’, mentre nell’ultimo quindicennio è diventato tema alla moda (accenno critico?) quello della ‘lingua dei giovani’. Come parlano gli adolescenti e i giovani? Esiste un ‘linguaggio giovanile’, e se sì che genere di varietà è? Su queste cose si è scritto molto anche in Italia, dove si è andati alla caccia(critico?) di modi comunicativi e caratteri linguistici propri dei giovani, con numerose indagine empiriche sul campo (v. Banfi, Sobrero 1992, Cortelazzo 1994, e, per confronti fra diverse situazioni europee, Radtke 1993). Le ricerche hanno condotto certamente all’identificazione di un certo numero di tratti molto ricorrenti nel comportamento linguistico giovanile (soprattutto parlato; e in quella trasposizione del parlato che per molti aspetti è la comunicazione mediata dal computer: v. qui § Pagina 9 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 10. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi 3.3.), anche se recentemente non si sono fatte nuove scoperte significative in proposito. Il risultato più evidente è il riconoscimento dell’esistenza di un ‘lessico giovanile’, un insieme di lessemi espressivi, metaforici, a volte neologismi coniati all’occasione; in buona parte gli stessi nelle varie regioni d’Italia (qualche esempio da Banfi, Sobrero 1992: togo “bello”, (s)lumare “guardare le ragazze”, farsi una pera “iniettarsi droga”, cuccare “aver successo con le ragazze”), ma con un certo ammontare di termini tipici di questa o quell’area o città (per es., solo nel lessico giovanile a Torino sono attestati cartellarsi “picchiarsi”, o cabinotto/a, per indicare “ragazzo/a della buona borghesia”). g. sintetizza i punti fondamentali del discorso: 1.__________________________________________________________________________ 2. __________________________________________________________________________ 3. __________________________________________________________________________ 4. __________________________________________________________________________ 5. __________________________________________________________________________ (lettura______________) Adattato da: Berruto G., Prima lezione di sociolinguistica, Roma-Bari, Universale Laterza, 2005 (II edizione), pp. 65-67 LA LINGUA DEI GIOVANI 3.4.1. L’età e il sesso sono due fattori sociodemografici che correlano in maniera interessante con il comportamento linguistico dei parlanti. (...) Per quel che riguarda la variabile età (Eckert 1997), in situazioni a noi familiari essa risulta correlare molto significativamente per es. con la dialettofonia: se dobbiamo trovare un parlante tipicamente dialettofo- no, in Italia, dovremo andarlo a cercare fra gli anziani, mentre se vogliamo trovare un parlante sicuramente non dialettofono lo cercheremo in una giovane (studentessa, abitante in città). In tutti i repertori (v. § 3.5) con dislivelli di prestigio notevoli fra una lingua o varietà alta e una lingua o varietà bassa, i giovani, salvo situazioni particolari e ceteris paribus, saranno più esposti e più orientati alla lingua o varietà alta. Quanto all’identificazione di varietà di lingua, e tipi di comportamenti verbali, specifici delle classi di età (o ‘classi generazionali’), la ricerca in Italia sinora si è soffermata solo marginalmente, e più per opera di sociopsico- logi che di sociolinguisti, sul rapporto fra invecchiamento/vecchiaia e prestazioni linguistiche e sulla ‘lingua degli anziani’, mentre nell’ultimo quindicennio è diventato tema alla moda quello della ‘lingua dei giovani’. Come parlano gli adolescenti e i giovani? Esiste un ‘linguaggio giovanile’, e se sì che genere di varietà è? Su queste cose si è scritto molto anche in Italia, dove si è andati alla caccia di modi comunicativi e carat- teri linguistici propri dei giovani, con numerose indagine empiriche sul campo (v. Banfi, Sobrero 1992, Cor- telazzo 1994, e, per confronti fra diverse situazioni europee, Radtke 1993). Le ricerche hanno condotto cer- tamente all’identificazione di un certo numero di tratti molto ricorrenti nel comportamento linguistico giova- nile (soprattutto parlato; e in quella trasposizione del parlato che per molti aspetti è la comunicazione media- ta dal computer: v. qui § 3.3.), anche se recentemente non si sono fatte nuove scoperte significative in propo- sito. Il risultato più evidente è il riconoscimento dell’esistenza di un ‘lessico giovanile’, un insieme di lesse- mi espressivi, metaforici, a volte neologismi coniati all’occasione; in buona parte gli stessi nelle varie regioni d’Italia (qualche esempio da Banfi, Sobrero 1992: togo “bello”, (s)lumare “guardare le ragazze”, farsi una pera “iniettarsi droga”, cuccare “aver successo con le ragazze”), ma con un certo ammontare di termini tipici di questa o quell’area o città (per es., solo nel lessico giovanile a Torino sono attestati cartellarsi “picchiar- si”, o cabinotto/a, per indicare “ragazzo/a della buona borghesia”). Pagina 10 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 11. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi 4. Abituarsi a leggere le informazioni implicite e a farsi domande durante la lettura: ESERCIZIO Ricava le informazioni implicite mettendo in relazione titolo e occhiello: Cresce la paura a Firenze. L’Arno sopra il livello di guardia. Aerei e traghetti senza pace Alitalia, rotte le trattative. Civitavecchia: più di mille bloccati nella notte. Colpo grosso a Stoccolma I dipinti di Picasso non erano assicurati. Ora ricava le informazioni implicite in questo passo tratto da un testo espositivo dedi- cato alle istituzioni politiche: Nell’evoluzione del Comune, l’istituzione del Podestà, che pure ebbe positivi effetti nell’amministrazione delle città, non servì a riportare la pace tra le fazioni in lotta per il potere. Nell’ evoluzione del Comune, ________________________________________________ ________________________________________________ l’istituzione del podestà, ________________________________________________ ________________________________________________ che pure ebbe positivi ________________________________________________ effetti nell’amministrazione delle città, ________________________________________________ non servì a riportare la pace ________________________________________________ tra le fazioni in lotta per il potere. ________________________________________________ Pagina 11 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 12. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi MATERIALE 4 Il testo (1) La coerenza Il comune di Milano ha chiuso un’ampia zona del centro al traffico privato. D’ora in poi solo i mezzi pubblici ed i taxi potranno accedere ai monumenti, ai negozi ed ai numerosi uffici del centro storico. I vi- gili avranno il loro da fare per far rispettare il provvedimento, che comunque è stato accolto con favore dai cittadini. Il comune di Milano ha chiuso un’ampia zona del centro al traffico privato. Il taxi non arrivò in tempo alla stazione, sicché perdemmo il terno. Quando finalmente smise di piovere, tutti gli automobilisti si precipitarono in strada, intasando il centro in modo indescrivibile. È stato indetto un concorso per 40 nuovi posti di vigile urbano. (Lo Duca 1992, cit. in Lo Duca 2000) (2) La coesione Ieri uscendo di casa per andare al lavoro ho visto un gatto grigio che se ne stava tutto spaventato vicino alla porta del garage…Quando la sera sono tornato a casa, il gatto era ancora lì…Non ci ho pensato due volte: prima che andasse a finire sotto qualche macchina, l’ho preso, l’ho portato in casa e gli ho dato del latte caldo. La bestiola si è subito rianimata, e per prima cosa ha cominciato ad esplorare la casa. (Lo Duca 1992, cit. in Lo Duca 2000) (a) Carlo Azeglio Ciampi è intervenuto ieri all’apertura dell’anno giudiziario. Nel suo breve intervento, il Presidente della Repubblica ha ricordato ai giudici presenti …. (Lo Duca 2000) (b) La legge per il risanamento di Venezia è giunta in porto dopo un travagliato iter parlamentare. Fi- nalmente si potrà metter mano ai lavori di ripulitura dei canali, di cui la città lagunare ha urgente e drammatico bisogno. (Lo Duca 2000) (c) […] per i vertici ENAV ed ENAC che il ministro degli interni Claudio Scajola vorrebbe a casa da subito, il verdetto è dunque solo rinviato. Un piccolo aiuto a Gualano e Roma però lo ha offerto ieri un prudentissimo Lunardi ascoltato a lungo in Parlamento sulla tragedia di Milano. (LaR 11.10.01, sull’incidente di Linate dell’ottobre 2001) Pagina 12 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 13. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi MATERIALE 5 Il paragrafo (o capoverso) Della Casa, M., 1994, Scrivere testi. Il processo, i problemi educativi, le tecniche, Firenze, La Nuova Italia) (1) La costruzione del paragrafo a. Elementi all’interno del paragrafo i. Paragrafo “a lista” Nel fumo di tabacco sono contenute varie sostanze dannose all’organismo: 1. l’anidride solforosa, che irrita le vie respiratorie; 2. la nicotina, che è un veleno e fa aumentare la pressione sanguigna; 3. il benzopirene, che favorisce l’insorgere del cancro al polmone; 4. il catrame, che riduce gli scambi gassosi. ii. Paragrafo con tema e sviluppo (qui i termini tema e argomento hanno valore diverso da quello utilizzato nelle nozioni di Linguistica generale) Tema Sviluppo Argomento IL GATTO è un animale opportunista. Dove vivere in gruppo è conveniente e vantaggio- so, vive da animale sociale. Dove, invece, implica alcuni svantaggi (ad esempio, dividere il cibo che non è sufficiente per tutti i membri del gruppo), il gatto continua la tradizione dei suoi antenati selvatici, vivendo cioè da predatore solitario. iii. Paragrafo con argomento e sviluppo Argomento Sviluppo LA CHIESA DI SAN FRANCESCO è stata costruita nel 1200. La facciata è rivestita in basso di marmi, e per il resto è grezza. Ha tre portali, di cui il mediano è ornato di sculture del senese Jacopo della Quercia. Sui fianchi si aprono finestroni a trafori marmorei. Presenta una facciata gotica, con campanile a cuspide. b. Posizione della frase tematica i.(Frase tematica) Che cos’è un campione, in statistica? (Sviluppo) Il campione è come un mucchietto di palline, estratte a caso da un sacco. Le palline contenute nel sacco sono l’ “u- niverso” da cui questo campione è stato tratto. Proprio per la casualità dell’estrazione, il campione può essere considerato rappresentativo delle palline che stanno nel sacco. ii. (Sviluppo) Un rumore cupo e assordante di automobili in marcia ci accompagna in ogni ora della giornata. Fiumane ininterrotte di macchine percorrono incessantemente strade e piazze ove, per i ciclisti e i pedoni, diventa sempre più difficile muoversi con sicurezza. Non parlia- mo, poi, dell’occupazione di tutti gli spazi disponibili: non solo le strade, ma anche i marcia- piedi e i giardini sono diventati parcheggi permanenti di vetture. (Frase tematica) Le città, ormai, stanno veramente affogando nel traffico. iii. Chi è stato nei villaggi agricoli dell’Africa e del Medio Oriente, ha osservato che queste popo- lazioni mostrano di far poco conto dei cani. Lasciano che questi si cerchino il cibo in mezzo alle immondizie e che dormano fuori sui mucchi di letame per avere un po’ di caldo d’inverno e mentre noi, quando ci fanno le feste, li ricompensiamo con carezze, laggiù li picchiano e li maltrattano. Ma chi è stato tra i pastori racconta cose molto diverse. I cani da pastore sono trattati bene dappertutto, perché proteggono il gregge contro i lupi e lo tengono unito con- sentendo a un solo ragazzo di compiere il lavoro di dieci uomini. Se si arriva poi nel deserto e si incontrano i fieri afgani o belucistani con i loro saluki dalle gambe snelle e sottili, si nota un cambiamento ancora maggiore. Il levriero che rincorre la gazzella senza perderla di vista è il loro beniamino, e porta sul dorso una coperta come un cavallo da corsa. Pagina 13 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 14. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi ESERCIZIO: Leggi il testo di Dovigo La ricerca qualitativa tra formazione e lavoro e indi- vidua la frase tematica o l’idea centrale di ciascun paragrafo. La ricerca qualitativa tra formazione e lavoro (adattato da Fabio Dovigo, Etnopedagogia. Viaggiare nella formazione, Franco Angeli) 1.1 Amare e lavorare Il passaggio dallo studio al lavoro rappresenta molto spesso nella vita delle persone un’esperienza di trasformazione. È momento cruciale, un «rito di passaggio», una fase di riorientamento sovente radica- le, che dà luogo a profondi cambiamenti (a volte a vere e proprie metamorfosi). Buona parte del dibatti- to tradizionale intorno a questo tema si è speso sull’interrogativo se il passaggio al lavoro - con i suoi significati connessi di accesso all’età adulta, e alle questioni di autonomia/responsabilità - possa essere interpretato come elemento di continuità o piuttosto di stacco rispetto alle esperienze precedenti. In realtà, come spesso accade, ad un esame più ravvicinato la domanda sembra perdere buona parte del suo significato: l’ingresso nel mondo del lavoro mostra infatti di svolgersi tanto secondo principi di continuità (che non significa linearità), quanto attraverso esperienze di rottura, di «salto» rispetto alla realtà precedente. In un ipotetico range continuità-rottura, i ragazzi che ho intervistato si collocano ov- viamente su posizioni diverse ma comunque intermedie, e quasi mai in prossimità di uno o dell’altro estremo. Possiamo dunque essere d’accordo con Freud sull’opinione che «amare e lavorare» costituiscano, an- cora oggi, gli elementi essenziali di realizzazione nella transizione all’età matura. Il problema è, com’è noto, che tale transizione si è fortemente allungata per quanto riguarda il lavoro (ma ho il sospetto che lo stesso valga anche per l’amore). I suoi contorni sono andati via via, per così dire, sfumando e il pas- saggio scuola-lavoro, pur continuando ad esistere, oggi risulta diluito in un arco di tempo spesso molto ampio. Tra i ragazzi e le ragazze intervistate nel corso della ricerca, solo uno non aveva mai avuto espe- rienze lavorative durante gli studi. Per la stragrande maggioranza la novità non era dunque rappre- sentata dal lavoro, quanto dalla prospettiva dell’indipendenza dalla famiglia, dell’autonomia, del co- minciare a «fare da soli». 1.2 ll lavoro e il suo significato Più che il lavoro in quanto tale, diviene rilevante allora per la ricerca il significato che al lavoro stesso viene attribuito. Un significato sicuramente complesso in quanto si confronta con dimensioni, come quella appena citata dell’autonomia, che presentano un largo margine di variabilità e interpretazione personale da parte dei soggetti. Questa considerazione appare valida anche per altri aspetti cruciali del rapporto con l’ingresso nel mondo del lavoro. La valutazione di tipo economico ad esempio ha certamen- te un ruolo importante nella scelta del lavoro da parte dei ragazzi, ma rappresenta solo lo sfondo, la condizione sine qua non a raggiungere il vero obiettivo: che è per tutti (apparentemente senza eccezio- ni) la soddisfazione professionale, la realizzazione delle proprie aspirazioni attraverso il lavoro. Se da un lato sembra così possibile individuare un atteggiamento fortemente condiviso, un elemento ampiamente comune (la realizzazione), dall’altro questo stesso indice rimanda ancora una volta a una pluralità e complessità di significati che non appaiono riducibili l’uno all’altro. Così ad esempio la rea- lizzazione può assumere forme tra loro molto diverse come la carriera, il prestigio, la stima, il sostegno reciproco. O anche semplicemente (molto più spesso di quanto ci si aspetti) la soddisfazione di un lavo- ro ben fatto. In qualche modo dunque l’oggetto stesso dell’analisi della transizione tra formazione e professione sembra spingerci in direzione di un’attenzione più rivolta al comprendere che allo standardizzare, di una riflessione più qualitativa che quantitativa nei confronti dei soggetti della ricerca. 1.3 Soggetti complessi e strategie educative E’ tuttavia difficile non notare come, in questi ultimi anni, si sia verificata una certa flessione di in- teresse per l’argomento della transizione scuola-lavoro. Una mia modesta ipotesi è che ciò avvenga so- prattutto perché, in questo campo, la realtà sembra trasformarsi molto più velocemente delle categorie che si era abituati ad impiegare per leggerla. Più in generale la difficoltà (e insieme lo stimolo) per le indagini che vogliano approfondire questo argomento sembra riconducibile a quella sorta di ambiguità che, come abbiamo osservato, risulta ca- Pagina 14 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 15. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi ratterizzare intrinsecamente l’oggetto di studio. Da un lato, infatti, il soggetto della ricerca si colloca in una fase di passaggio: non è più studente, ma non è ancora riconosciuto come lavoratore a tutti gli ef- fetti (la teoria dei sistemi lo definirebbe un «organismo instabile»). Pertanto non appartiene all’ambito di studi sull’apprendimento scolastico, ma allo stesso tempo fatica a rientrare nelle categorie general- mente utilizzate dall’analisi del lavoro Così, per un verso, da parte del mondo dell’istruzione l’esperienza del neolavoratore - che pure rap- presenta la verifica sul campo delle conoscenze, capacità e competenze acquisite nel corso degli studi precedenti - è stata solo raramente oggetto di raccolta e di analisi sistematica di dati, in grado di forni- re informazioni e creare efficaci processi di riflessione/retroazione rispetto all’adeguatezza degli attuali curricola. Dall’altro, nell’ottica degli studi sull’organizzazione, si comprende come per lungo tempo questo campo d’indagine abbia potuto essere definito nei termini di «socializzazione al lavoro», secondo una prospettiva che interpretava l’incontro tra l’uomo e il lavoro in un’ottica sostanzialmente comporta- mentistica e individuale, una sorta di modellamento costante, più o meno efficace, in funzione delle sole esigenze organizzative. Solo recentemente ha iniziato a farsi strada l’ipotesi che l’ingresso nell’organizzazione possa essere letto non solo nei termini di adattamento dell’individuo al nuovo con- testo di lavoro, ma anche come opportunità, da parte del soggetto, di costruire la propria identità lavo- rativa, compiendo scelte, contrattando decisioni, elaborando significati condivisi nel gruppo e contri- buendo così significativamente alla costruzione dell’identità complessiva dell’organizzazione stessa (nonché al suo indispensabile rinnovamento). Nuclei informativi principali – Argomenti Esempi Frasi tematiche Pagina 15 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 16. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi (2) I tipi di paragrafo a. Spiegazione; b. Analisi; c. Percorso sequenziale; d. Comparazione; e. Classificazione; f. Esemplificazione g. Supporto. ESERCIZIO: abbina ciascuno dei testi che segue al tipo di paragrafo a cui corrisponde. 1.____________ La savana è un sistema di transizione tra la foresta e la prateria, tipico della fascia tropicale. Il clima è caldo, con lunghi periodi di siccità alternati ad una breve stagione con precipitazioni abbondanti (periodo aprile-agosto). Le piogge e il caldo fanno crescere rapidamente un tappeto erboso formato in prevalenza di graminacee, la cui altezza varia da 1 a 3 metri. Verdeggiante e rigogliosa nel periodo delle piogge, assume un aspetto arido, colorandosi di giallo, durante la siccità. Sono presenti anche arbusti spinosi e bassi cespu- gli. Qua e là si trovano rari alberi. 2.____________ Sono sempre più diffuse, fra i giovani, “prove di coraggio” attraverso le quali si selezionano i membri giovanissimi di club e di bande sempre più pericolosi e violenti. A Londra, per esempio, uno dei giochi o riti più in voga consiste nella cosiddetta “prova bandiera”, che si svolge all’interno della metropolitana. Per essere ammessi alla banda occorre attaccarsi all’esterno di un vagone e staccarsene quando il treno ha già preso ve- locità e prima che si entri nel tunnel. Chi sbaglia muore, chi se la cava diventa socio del gruppo. 3.____________ I negri veramente neri non si scottano al sole come i bianchi, e non sono così soggetti al cancro alla pelle. La loro epidermide, infatti, contiene gruppi di granuli di melanina o pigmento, una sostanza chimica depositata negli strati più profondi della cute. Gli individui privi di pigmenti cutanei riportano scottature dai raggi solari, si spellano, si ricoprono di vesciche e cadono persino in preda alla febbre, perché nella loro epidermide penetra un sottilissimo strato di raggi ultravioletti. La melanina, invece, assorbe questi raggi prima che essi possano raggiungere gli strati sensibili della pelle e li converte in calore irradiante, che viene espulso assieme a quello introdotto all’interno del corpo. 4.____________ Possiamo vedere alcune importanti analogie tra le conseguenze delle innovazioni tecnologiche che fu- rono alla base – fra il ‘700 e l’800 – della Rivoluzione Industriale, e quelle della moderna “rivoluzione informatica”. A. Le invenzioni del ‘700 e dell’800 (telaio meccanico, macchina a vapore, ecc.) provocarono una profonda tra- sformazione nei metodi di lavoro, col passaggio dalla produzione singola dell’artigiano a quella in serie del- la fabbrica. Furono all’origine, inoltre, di cambiamenti nella società, con la formazione della classe operaia e di quella capitalistica. B. Similmente, la rivoluzione informatica sta portando al superamento della produ- zione per mano dell’uomo, alla quale sempre più diffusamente si vanno sostituendo i processi automatizza- ti. Quanto alle ripercussioni sul piano sociale, si sta verificando una sostanziale modificazione della figura tradizionale dell’operaio, che ha sostituito il camice alla tuta e che appare sempre meno distinguibile dai tecnici e dagli impiegati. 5.____________ L’utilizzazione dei voti al fine di determinare gli eletti può avvenire secondo diversi sistemi elettorali. Possiamo distinguere tre sistemi: maggioritario, proporzionale, intermedio. Nei sistemi maggioritari, si considera determinante soltanto la volontà della maggioranza: ogni collegio elegge un solo rappresentante, che è il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti. Nei sistemi proporzionali, i seggi vengono invece di- stribuiti fra i vari gruppi, in base ai suffragi ottenuti, secondo criteri di ripartizione matematica variabili da paese a paese. Nei sistemi intermedi, infine, si premia in qualche modo la maggioranza, pur assicurando an- che alle minoranze di essere rappresentate 6.____________ Una delle passioni principali degli italiani è lo sport. Lo dimostrano gli stadi affollati, il tifo che esplode ogni domenica sugli spalti, la diffusione, anche nei centri più piccoli, di società sportive di ogni ge- nere. Ma la prova forse più evidente è costituita dalla presenza di giornali esclusivamente sportivi, che rag- giungono altissime tirature: il quotidiano più venduto nel nostro paese, difatti, è la “Gazzetta dello Sport”, caso pressoché unico nel mondo occidentale. 7.____________ L’antenato più importante della carta è il papiro, realizzato intrecciando strisce di fibra rica- vate dall’omonima pianta. L’invenzione della carta come impasto di materiali fibrosi è attribuita ai cinesi, Pagina 16 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 17. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi probabilmente a un certo Ts’ai Lun, che realizzò il primo foglio attorno al 105 a.C. L’uso della carta si spostò dalla Cina verso occidente, seguendo le vie di Samarcanda, Baghdad e Damasco e di qui, tramite gli arabi, giunge successivamente in Spagna e in Italia. Da questi paesi si propagò infine in tutta l’Europa. 8.____________ Possiamo vedere alcune importanti analogie tra le conseguenze delle innovazioni tecnologiche che fu- rono alla base – fra il ‘700 e l’800 – della Rivoluzione Industriale, e quelle della moderna “rivoluzione informatica”. A1. Le invenzioni del ‘700 e dell’800 (telaio meccanico, macchina a vapore, ecc.) provocarono una profonda tra- sformazione nei metodi di lavoro, col passaggio dalla produzione singola dell’artigiano a quella in serie del- la fabbrica. B1. Similmente, la rivoluzione informatica sta portando al superamento della produzione per mano dell’uomo, alla quale sempre più diffusamente si vanno sostituendo i processi automatizzati. A2 Le innovazioni dei secoli scorsi furono all’origine, inoltre, di cambiamenti nella società, con la formazione della classe operaia e di quella capitalistica. B2 Allo stesso modo, l’informatizzazione sta provocando attualmente una sostanziale modificazione della figura tradizionale dell’operaio, che ha sostituito il camice alla tuta e che appare sempre meno distinguibile dai tecnici e dagli impiegati. ESERCIZI: 1) Leggi il paragrafo sottostante. Di che tipo di paragrafo si tratta? Modificalo spostando la frase tematica in posizione finale e apportando gli opportuni cambiamenti. Il vocabolario dei ministeri e di tanti uffici pubblici è andato in soffitta. sarà rivoluzionato alla radice. Lo ha annunciato ieri il ministro nella presentazione del manuale di stile a, un volume guida che contiene consigli utili e un glossario per introdurre la lingua italiana negli uffici pubblici. Dunque, non ci imbatteremo più nel “non esente da Iva” oppure in “attergare” o nel più sfortunato “provvedimento esecutivo di rilascio”. Non ci diremo (nel primo caso) perché non scri- vere semplicemente “pagare l’Iva”, non chiederemo chiarimenti (nel secondo caso) per sentirci suggerire “scrivere dietro il documento”. Non ci salirà la rabbia (di fronte al terzo) per l’ipocrisia con cui spesso il burocratese stempera la realtà: uno sfratto è uno sfratto, perché nascondersi dietro il “provvedimento esecutivo”... come si chiama? Esercizio da Gatta, F. / Pugliese, R., 2002, Manuale di scrittura, Bologna, Bononia University Press, p. 36. 2) Scrivi un paragrafo di confronto a partire dalle informazioni elencate sotto nel loro or- dine logico. Inizia con la frase tematica e collega le frasi in modo adeguato, evidenziando la comparazione e modificando il meno possibile il testo originale. Il dibattito in campo ecologico L’ecologia non è una disciplina univoca. L’ecologia presenta diverse basi metodologiche legate a differenti presupposti culturali. Sull’ecologia, varie scuole si contrappongono. Due scuole hanno avuto una risonanza mondiale, la scuola di Commoner, professore della Queens University di New York, e quella dei biologi della California University. I biologi della California University sostengono che l’attuale livello di distruzione delle risorse e di inquinamento, nei paesi sviluppati, è dovuto all’enorme quantità di beni prodotti e al consumo che essa implica. Tale impostazione è applicabile esclusivamente ai paesi sviluppati e presuppone una posizione di autocoscienza da parte di ciascun indivi- duo, chiamato a ridurre personalmente i propri sprechi e le proprie attività inquinanti. La posizione di Commoner concentra l’attenzione sul quadro economico e politico in cui si deve collocare la questio- ne ecologica: data la complessità e l’ampiezza assunta attualmente dai danni ambientali, non basta ridurre i consumi ma si deve necessariamente operare a livello delle strategie politiche produttive e demografiche, introducendo un nuovo si- stema di rapporti economici e sociali e nuovi principi etici. (Marchese, R. et alii, 1991, Stato e società, La Nuova Italia) Esercizio da Gatta, F. / Pugliese, R., 2002, Manuale di scrittura, Bologna, Bononia University Press, p. 36. 3) Rimetti in ordine le frasi del testo sotto in modo da formare due paragrafi con struttura comparativa. Pagina 17 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 18. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi La maggior parte degli adulti, per loro stessa ammissione, guarda la televisione “per divertimento”. Molti adulti considerano la televisione poco significativa e la guardano con quella che talora si definisce “sospen- sione dell’incredulità”. La maggior parte dei bambini, pur trovandola divertente, guarda la televisione perché cerca di capire il mondo. Pur di divertirsi, accettano l’allontanamento dalla raffigurazione realistica, e, a seconda delle premesse del pro- gramma, capiscono perfettamente perché un dato personaggio vola per aria, diventa invisibile, compie azioni sovru- mane. Per definizione, uno spettacolo di fiction non deve per forza essere possibile, reale o vero. I bambini si accostano alla televisione e la guardano con motivazioni che differiscono in maniera significativa da quelle prevalenti tra gli adulti. Sono più vulnerabili degli adulti. Gli influssi primari che i bambini subiscono – la famiglia, i coetanei, la scuola , la televisione – operano tutti insieme. I bambini non sono molto capaci di separare ciò che imparano in questi contesti diversi. Invece i bambini, pur apprezzando gli aspetti di intrattenimento della televisione, hanno più difficoltà – a causa del- la loro limitata comprensione del mondo – a discernere i fatti dalla finzione. Anzi, l’utilità dell’informazione ottenuta in uno di essi dipende in gran parte da ciò che si impara negli altri. Senza il sostegno della famiglia, gran parte di ciò che succede a scuola perderebbe d’importanza. Se la scuola fosse più efficace, la televisione non sarebbe tanto potente. I coetanei esercitano il loro influsso e il loro potere nella misura in cui la famiglia e la scuola non esercitano il proprio (Popper, K.R. / Condry, J., 1994, Cattiva maestra televisione, Donzelli Editore) Esercizio da Gatta, F. / Pugliese, R., 2002, Manuale di scrittura, Bologna, Bononia University Press, p. 36. Pagina 18 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 19. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi MATERIALE 6 Saper riassumere 1) Ridurre il testo a. Cancellazione ESERCIZIO: cancella le parole (aggettivi, avverbi, ecc..) non indispensabili al senso fonda- mentale di queste frasi e riscrivile. I. Un altro elemento esclusivo del bel paesaggio dell’isola è dato dalle numero- se e interessanti tracce lasciate dalla lunga dominazione britannica nelle architetture. II. Una serie di studi recenti, attraverso elaborazioni al computer, ha confer- mato definitivamente che i megaliti di Stonhenge, oltre a segnare un luogo di culto religioso, costituiscono un monumentale strumento astronomico e potevano servire anche a predire eclissi. III. Bella pianta rustica coltivata nei giardini, la Calendula è anche un’erba selvatica dei campi e delle vigne dallo stelo rossastro guarnito di foglie ver- de chiaro con bellissimi fiori giallo-arancio molto luminosi. b. Generalizzazione ESERCIZIO: sostituisci gli elementi (parole o proposizioni) della stessa catego- ria con un termine più generale che li riassuma. I. Le calette tranquille e riparate, le acque cristalline, i porti vicini l’un l’altro e la presenza di numerosi resti di rovine greche e fenicie, romane e cartagi- nesi, bizantine e arabe, fanno di Minorca una meta ideale per i visitatori e un’isola comoda e sicura per gli appassionati di vela. II. Basta un click del mouse e la casa diventa intelligente. Un nuovo robot è in grado di accendere la luce di casa, di regolare il riscaldamento, di far scor- rere le serrande, di mettere in moto gli elettrodomestici a tempo stabilito. III. Dando un’occhiata alle stanze terrene, dove qualche uscio fosse aperto, si vedevano attaccati al muro schioppi, tromboni, zappe, rastrelli, cappelli di paglia, reticelle, e fiaschetti da polvere, alla rinfusa. (A. Manzoni, I Promes- si Sposi, cap. V). c. Sostituzione ESERCIZIO: sostituisci le proposizioni legate tra loro o aventi degli elementi in comune con una nuova proposizione che le includa. I. La medicina non mette a disposizione dell’adolescente servizi confrontabili con quelli pediatrici; la psichiatria lo lascia del tutto solo, non avendo anco- ra deciso se debba entrare nei servizi per gli adulti o rimanere in quelli per l’infanzia; la psicologia non ha ancora a disposizione dei servizi che possa- no rispondere alle sue domande complesse, la pedagogia non riesce ad aiu- Pagina 19 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 20. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi tare le scuole medie e superiori a modificare i programmi in modo da offrire un servizio scolastico confrontabile con la qualità delle scuole elementari. II. Ci sono poi anche altri tipi di sorprese: le maggiorazioni ingiustificate e fan- tasiose dei prezzi sono tra gli inconvenienti più frequenti. Purtroppo la men- talità per cui il turista è comunque un “pollo da spennare” è molto diffusa. In un ristorante sul mare al conto è stato aggiunto un salato supplemento “vista sul mare”. In un’altra località, il turista, ospite in albergo a pensione completa, deve sborsare mille lire per ogni caraffa d’acqua di rubinetto. 2) Riformulare Alcune caratteristiche dello stile coeso a) Uso della subordinazione (ipotassi vs. paratassi) ESERCIZIO: trasforma le proposizioni indipendenti in subordinate esplicite o implicite at- tuando le modifiche necessarie. 1) In Italia sono state condotte diverse ricerche; indagini non recenti hanno evidenziato la presenza di numerosi caratteri ricorrenti nel linguaggio giovanile. 2) Il gergo non ha strutture grammaticali proprie, ma si inserisce all’interno di un’altra lingua. Storicamente esso è la lingua parlata dai gruppi marginali della società. 3) *Esiste da sempre uno stretto rapporto tra il treno e il cinema. Tuttavia sono stati fatti pochi studi a riguardo. 4) *Il gergo è spesso incomprensibile a chi non lo parla ed è privo di una struttura grammaticale propria. Ed è inoltre fondamentale per l’identità del proprio gruppo. 5) Le rovine della zona non sono state restaurate. Questa situazione fa pensare ad una mancanza di fondi. 6) Erano stati annunciati interventi drastici contro la mafia, però la situazione è rima- sta immutata. 7) Il bombardamento aveva causato molti danni e distruzioni; era iniziato all’alba ed era continuato per due ore. 8) Il traguardo era posto in cima ad una lunga salita: i corridoi si avvicinavano a esso con molta fatica. b) Uso del gerundio ESERCIZIO: nelle frasi sotto il gerundio è usato in modo erroneo. Individua l’errore e correggilo. 1) *E questa possibilità è per molti una garanzia di libertà, diventando così editori del proprio giornale personalizzato. 2) *La forte componente realistica dei dipinti di Caravaggio è spiegata da Calvesi dalla religiosità diffusa da C. e F. Borromeo, propugnando l’esigenza di una maggiore purez- za. 3) Infatti, come afferma Umberto Eco, oggi internet sta prendendo sempre più piede sul piano dell'informazione, ritrovando così sui vari siti articoli presenti anche sui quoti- diani. Pagina 20 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 21. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi c) Uso di nominalizzazioni e complementi ESERCIZIO: unisci le due proposizioni in un’unica frase nominalizzando un verbo o un ag- gettivo. 1) E’ una cosa nota a tutti che Cesare fu assassinato per mano di Bruto. 2) I dirigenti capirono che era necessario un nuovo progetto. 3) Le case di Camogli sono colorate in modo vivace; e così il paesino ligure risulta molto pittoresco. 4) Lucia abbandonò il villaggio natale e scatenò l’ira di don Rodrigo. 5) L’aria di Roma è inquinata. Questo richiede provvedimenti. 6) Nel settimo capitolo dei Promessi Sposi si descrive con ironia il comportamento del malvagio don Rodrigo; ciò diverte il lettore. 7) Il tempo peggiorava: per questo tutti i villeggianti rientrarono in fretta nelle case e negli alberghi. Utilizzando le trasformazioni illustrate costruisci per ciascun gruppo di frasi un testo coeso utilizzando il minor numero di parole possibile (le soluzioni accettabili sono mol- te): 1) L’insegnante fece una domanda. La domanda era complessa e difficile. Gli stu- denti non seppero rispondere. L’insegnante diede un compito. Il compito doveva essere fatto a casa. 2) In Italia nascono sempre meno bambini; questa situazione mette in crisi il mon- do della scuola. Esso provoca anche un generale invecchiamento della popolazio- ne. 3) Era arrivata una macchina nera molto sospetta; Paolo se ne accorse. Egli decise di chiamare la polizia. 4) Le loro spiegazioni furono per me delle vere rivelazioni. I loro commenti furono per me davvero nuovi. Questo mi portò a modificare completamente il mio atteg- giamento verso quel problema. 4) Revisione a) Verificare se la resa è contenutisticamente fedele, logica e coesa. ORIGINALE [...] Le ricerche hanno condotto certamente all’identificazione di un certo numero di tratti molto ricor- renti nel comportamento linguistico giovanile. Il risultato più evidente è il riconoscimento di un ‘lessico giovanile’, un insieme di lessemi espressivi, metaforici, a volte neologismi coniati all’occasione; [...]. Tale lessico giovanile, usato per lo più solo nell’interazione verbale all’interno del gruppo, può configurare il cosiddetto linguaggio giovanile come una sorta di gergo. E’ infatti definibile co- me gergo una varietà di lingua che è marcata al tempo stesso in diafasia (in quanto è impiegata solo in determinate situazioni) e in distratia (in quanto si forma all’interno di un certo gruppo sociale), [...]. Pagina 21 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 22. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi La sua incidenza nel comportamento linguistico di adolescenti e giovani non va però so- pravvalutata: si tratta di un lessico molto appariscente, ma la cui presenza effettiva nel parlato quo- tidiano dei giovani non è poi così ampia.[...]. […] D’altra parte oggi è ovviamente molto incrementato, nel lessico giovanile, il peso e il ruolo dei neologismi anglicizzanti connessi con Internet e i telefoni cellulari (chattare “conversare in rete”, zippare “condensare un messaggio o un documento molto lungo”). Estratto del primo riassunto Il lessico giovanile non è frequente nel parlato quotidiano, inoltre il diffondersi di tecnologie, quali internet e i cellulari, ha portato alcuni termini a cadere in disuso. Il linguaggio giovanile, viene configurato come “gergo” giovanile, identificabile come varietà linguistica impiegata in determinate situazioni. Estratto del secondo riassunto Il linguaggio dei giovani può essere considerato un gergo perché è impiegato solo in certe situazioni ma è anche tipico di un certo gruppo sociale. Dall’analisi di conversazioni spontanee si è rilevato che l’uso di lessico giovanile è molto basso e si alza di poco se si considerano espressioni colloquiali o volgari. b) Verificare la coerenza stilistica (eliminare gli elementi di registro familiare, adatta- re lo stile al testo di partenza, eliminare le ripetizioni) 1) Il passaggio dallo studio al lavoro rappresenta, per un ragazzo, un grande salto in quanto “cade” in un periodo cruciale della sua vita. Vi sono quindi diverse dif- ficoltà: nella società non è più visto né come studente, né come lavoratore a pieni effetti; per questo motivo il giovane ha un impatto più duro col mondo del lavoro. 2) Dopotutto il lessico giovanile sembra avere una maggiore importanza di quello degli anziani, basta anche solo confrontare il diverso numero di studi sui due lessici, che è ovviamente maggiore per quello giovanile. 3) A proposito si è notato che alcuni termini in uso negli anni Novanta sono oggi poco ricorrenti. 4) La domanda è sorta spontanea: esiste un linguaggio giovanile? c) Verificare la coesione 1. Le concordanze o *Gli eventi sono descritti in modo molto immediato, ma ogni particolare è scelto dall’autore tanto che hanno evidenti richiami religiosi e morali. o *Fra queste due fasce d’età vi è una forte disparità, come dimostrano per esempio il fe- nomeno della dialettofonia, sicuramente più riscontrabile nella fascia senile. o *Si può parlare, quindi, di lessico giovanile, in quanto sono stati rilevati una serie di lessemi espressivi comuni a tutte le regioni d’Italia. o (?) Esistono poi i linguaggi transitori parlati da un gruppo di persone che condividono esperienze e valori. 2. I legami anaforici o Sono state fatte indagini sul campo per capire se esiste un linguaggio giovanile. Il ri- sultato ne riconosce l’esistenza sottolineando varietà anche in base a quell’area. o (?)Non avendo strutture grammaticali proprie, il linguaggio giovanile, viene sempre ospitato all’interno di un’altra lingua e contrassegnando fortemente l’identità del gruppo, lo contrappone come alternativo alla società comune. o Da un’indagine effettuando alcune ore di conversazione di studenti emerge che poco più del 4% è costituito dal linguaggio giovanile. Pagina 22 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 23. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi o Tale varietà di lingua si forma all’interno di un gruppo che si contrappone alla società comune, di cui diventa contrassegno. o *M. Calvesi nel volume “La realtà di Caravaggio” fa rivivere l’opera del Merisi presen- tando alcuni dei suoi saggi. 3. I connettivi (aggiungere o correggere): o A proposito si è notato che alcuni termini in uso negli anni Novanta sono oggi poco ri- correnti. d) verificare l’ordine delle parole 1. avvicinare gli elementi correlati logicamente: o *Il realismo dei soggetti e la presenza di figure umili e semplici, come Santi a piedi nudi, nei suoi quattro quadri possono essere spiegati da… o La ragazza aveva con grande dispiacere interrotto gli studi. o *Per migliorare il proprio stile è importante prima di tutto essere consapevoli dei van- taggi delle diverse forme espositive e degli svantaggi. 2. Semplificare le sequenze che contengono elementi ridondanti o di significato si- mile: o *Entrò, finendo in salone. o Il linguaggio giovanile, viene configurato come “gergo giovanile”, dove la parola gergo è identificabile come varietà linguistica impiegata in determinate situazioni (diafa- sia), all’interno di un certo gruppo sociale (diastratia). 3. Eliminare le doppie negazioni o Anche nella situazione in cui non si usi la macchina, con la nuova legge non è più pos- sibile non rinnovare il bollo alla scadenza. 4. Eliminare le asimmetrie o *I giovani in presenza di differenze tra una varietà linguistica alta e quella bassa, so- no più vicini a quest’ultima. o Volevo fuggire per l’imbarazzo e perché ero teso. o Noi andiamo in vacanza per riposare, perché ci divertiamo oppure spinti dal desiderio di viaggio. e) verificare la sintassi o Lo studioso Piola, servendosi di un esperimento, è giunto alla conclusione che la per- centuale di lessico giovanile sia relativamente bassa. o *Il comportamento linguistico è influenzato dall’età e il sesso dei parlanti. o *Sono state fatte indagini sul campo per capire se esiste un linguaggio giovanile. o *Basti pensare dei termini attestati a primi anni novanta a noi oggi obsoleti mentre si sviluppano dei neologismi anglicizzanti connessi con Internet e telefoni cellulari. o *I fattori sociodemografici età e sesso correlano il comportamento linguistico dei par- lanti. o *…ma, sentendo il rumore delle stoviglie , capì che era diventato muto. Probabilmente il passaggio attraverso il bosco fu la causa della perdita della voce. Pagina 23 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 24. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi MATERIALE 7 Lavorare sulla revisione I testi che seguono sono riassunti in prove di idoneità di lingua italiana, appello del 2 febbraio 2004. Testo da riassumere: Dovigo, F., “La ricerca qualitativa tra formazione e lavoro”, Etnopedagogia. Viaggiare nella formazione, Franco Angeli. (cfr. materiale 5) Testo 1 Il passaggio dallo studio al lavoro rappresenta, per un ragazzo, un grande salto in quanto “cade” in un periodo cruciale della sua vita. Vi sono quindi diverse difficoltà: (difficoltà a recuperare il referente) nella società non è più visto né come studente, né come lavoratore a pieni effetti; per questo motivo il giovane ha un impatto più duro col mondo del lavoro. Sono stati intervistati dei ragazzi ed è risultato che la maggior parte di loro, ha già avuto delle esperienze lavorative; inoltre, è emerso che il lavoro è visto come mezzo per arrivare ad una indipendenza economica dalla famiglia e potersi ge- stire autonomamente la propria vita. Vengono quindi soppressi quegli ideali di un tempo, mancano elementi di connessione della soddisfazione e della realizzazione nel lavoro a scapito della indipendenza eco- nomica. Il passo da scuola a lavoro è visto, quindi, in maniera molto diversa: analizzando l’opinione di Freud, notiamo che i concetti “lavorare e amare” sono ancora gli elementi principali per la transizione all’età matura, anche se l’arco di tempo richiesto è molto più ampio. Pagina 24 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.
  • 25. Didattica della lingua italiana (gruppo R-Z) – Roberta Grassi Laboratorio in preparazione al riassunto Materiali a cura di C. Ghezzi e R. Grassi Testo 2 Il passaggio dallo studio al lavoro è fondamentale nella vita di ogni persona. E’ un momento di crescita individuale interiore, che ti porta ad interagire con la società e ti avvicina alla vita adulta e quindi vera. Certi giovani ci arrivano prima, lasciando la scuola o l’università e questo causa in loro una certa incertezza. E’ questo il caso delle esperienze di salto e rottura. Altri giovani arrivano al lavoro linearmente, passando da un determinato percorso di studi da loro scelto. Comunque quasi tutti gli adolescenti, prima di lavorare seriamente hanno già avuto esperienze lavorative minori. Quando decidono di andare a lavorare i giovani di oggi cercano un lavoro che li soddi- sfi, che li aiuti a realizzarsi, che aumenti in loro l’autostima, che li faccia stare bene con se stessi (senza poi guardare troppo l’aspetto economico. La realizzazione può es- sere raggiunta con una carriera folgorante o anche con il prestigio di un ottimo lavoro. Ultimamente però non è più molto interessante parlare di questa transizione scuola lavoro: perché il giovane non è ancora vero lavoratore, ma non è più studente e quindi non può ancora essere riconosciuto nella categoria lavoratrice. L’ingresso dell’individuo in un’organizzazione lavorativa nuova, è fondamentale e può dare al giovane l’opportunità di costruire la propria identità lavorativa, imparando a fare scelte, a paragonarsi con gli altri e ad aiutare sensibilmente l’organizzazione stes- sa dell’azienda. Pagina 25 di 25 La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3, e dell’art. 70 della Legge 633/1941 e successive modifiche.