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Free Software e Open Source Mario Govoni
Quest'opera è stata rilasciata sotto la licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 2.5 Italia. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 543 Howard Street, 5th Floor, San Francisco, California, 94105, USA.
Free software/Open Source ,[object Object]
Cosa si intende per Open Source
Differenze?
Le licenze libere
Free software – Le quattro libertà ,[object Object]
Libertà di studiare come funziona il programma e adattarlo alle proprie necessità (libertà 1). L'accesso al codice sorgente ne è un prerequisito.
Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo (libertà 2).
Libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i miglioramenti, in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio (libertà 3). L'accesso al codice sorgente ne è un prerequisito.
General Public License (punti salienti) ,[object Object]
disponibile il codice sorgente a ogni acquirente, incluse tutte le modifiche eventualmente effettuate (questa caratteristica è detta copyleft);
quando l'utente crea delle modifiche private al software ma non lo distribuisce: in questo caso non è tenuto a rendere pubbliche le modifiche;
se qualcuno distribuisce un software (in particolare, versioni modificate) senza rendere disponibile il codice sorgente o violando in altro modo la licenza, può essere denunciato dall'autore originale secondo le stesse leggi sul copyright.
Non modificabilità della licenza GPL A differenza dei software con essa distribuiti, la GNU GPL non è liberamente modificabile: copiarla e distribuirla è permesso, ma modificarla è vietato.
Licenze derivate – LGPL LGPL (Lesser General Public License): GPL ammorbidita. È un ponte tra la GPL e altre licenze non copyleft, come, ad esempio, la BSD. Un software rilasciato sotto licenza LGPL può essere incluso liberamente in un'applicazione non aperta, a condizione che le modifiche apportate al codice sorgentesiano pubbliche; gli altri file dell'applicazione non sono contaminati dalla GPL e possono essere rilasciati con licenza proprietaria e senza codice sorgente. È utile quando si sviluppano librerie, in modo da rendere compatibili programmi liberi e non.
Licenze derivate – GNU Free Documentation License GNU Free Documentation License: creata per distribuire la documentazione di software e materiale didattico. Stabilisce che ogni copia del materiale, anche se modificata, deve essere distribuita con la stessa licenza. Tali copie possono essere vendute e, se riprodotte in gran quantità, devono essere rese disponibili anche in un formato che faciliti successive modifiche. Un esempio è Wikipedia.
“ free speech” o “free beer”? Free software is a matter of liberty, not price. To understand the concept, you should think of “free” as in “free speech”, not as in “free beer”. (Richard M. Stallman)
“ free speech” o “free beer”? La parola “free” nella lingua inglese ha due significati: ,[object Object]
Gratuito. Da qui l'errata percezione che il “free software” debba essere gratuito. In pratica di un software libero non mi posso far pagare la licenza d'uso (come avviene per i software proprietari), ma solo gli eventuali servizi a valore aggiunto (customizzazione, documentazione, formazione, confezione, installazione e simili).
Nascita del movimento Open Source ,[object Object]
Per ammorbidire il concetto, nel 1997 Raymond, Perens, Ockman e altri pensarono di ridefinire l'ideologia del software libero e coniarono il termine “Open Source”;
La definizione consente di superare i malintesi legati all'uso della parola “Free”.
Cos'è l'Open Source? ,[object Object]
Il testo di Raymond gode di una fama superiore ai suoi meriti. Free software e software Open Source, in realtà, spesso sono portati avanti da comunità di sviluppatori, a somiglianza di quanto scritto nel libro citato.
Il codice “aperto” favorisce modello dello sviluppo diffuso, e quindi la filosofia Open Source pone l'accento sul lato “pratico” della libertà, più che su quello “etico”.
Vantaggi portati dall'Open Source La scelta a favore dell'Open Source da parte di alcune importanti imprese del settore come la Netscape, l'IBM, la Sun Microsystems e l'HP, facilitarono inoltre l'accettazione del movimento Open Source presso l'industria del software, facendo uscire l'idea della "condivisione del codice" dalla cerchia ristretta nella quale era rimasta relegata fino ad allora.  Venne cioè accettata l'idea che l'open source fosse una metodologia di produzione software efficace , nonostante nel suo famoso saggio La Cattedrale e il Bazaar, Eric S. Raymond avesse esplicitamente criticato i tradizionali metodi di ingegneria del software, metodi che fino a quel momento avevano dato buoni frutti. Va notato come i primi programmi 'liberi', come il GCC, seguivano ancora il modello a cattedrale; solo successivamente progetti come EGCS adottarono il modello a bazaar. (Wikipedia )
Open Source Definition (da Wikipedia, con commenti) ,[object Object]
Open Source Definition (da Wikipedia, con commenti) ,[object Object]
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Concetto free software

  • 1. Free Software e Open Source Mario Govoni
  • 2. Quest'opera è stata rilasciata sotto la licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 2.5 Italia. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 543 Howard Street, 5th Floor, San Francisco, California, 94105, USA.
  • 3.
  • 4. Cosa si intende per Open Source
  • 7.
  • 8. Libertà di studiare come funziona il programma e adattarlo alle proprie necessità (libertà 1). L'accesso al codice sorgente ne è un prerequisito.
  • 9. Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo (libertà 2).
  • 10. Libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i miglioramenti, in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio (libertà 3). L'accesso al codice sorgente ne è un prerequisito.
  • 11.
  • 12. disponibile il codice sorgente a ogni acquirente, incluse tutte le modifiche eventualmente effettuate (questa caratteristica è detta copyleft);
  • 13. quando l'utente crea delle modifiche private al software ma non lo distribuisce: in questo caso non è tenuto a rendere pubbliche le modifiche;
  • 14. se qualcuno distribuisce un software (in particolare, versioni modificate) senza rendere disponibile il codice sorgente o violando in altro modo la licenza, può essere denunciato dall'autore originale secondo le stesse leggi sul copyright.
  • 15. Non modificabilità della licenza GPL A differenza dei software con essa distribuiti, la GNU GPL non è liberamente modificabile: copiarla e distribuirla è permesso, ma modificarla è vietato.
  • 16. Licenze derivate – LGPL LGPL (Lesser General Public License): GPL ammorbidita. È un ponte tra la GPL e altre licenze non copyleft, come, ad esempio, la BSD. Un software rilasciato sotto licenza LGPL può essere incluso liberamente in un'applicazione non aperta, a condizione che le modifiche apportate al codice sorgentesiano pubbliche; gli altri file dell'applicazione non sono contaminati dalla GPL e possono essere rilasciati con licenza proprietaria e senza codice sorgente. È utile quando si sviluppano librerie, in modo da rendere compatibili programmi liberi e non.
  • 17. Licenze derivate – GNU Free Documentation License GNU Free Documentation License: creata per distribuire la documentazione di software e materiale didattico. Stabilisce che ogni copia del materiale, anche se modificata, deve essere distribuita con la stessa licenza. Tali copie possono essere vendute e, se riprodotte in gran quantità, devono essere rese disponibili anche in un formato che faciliti successive modifiche. Un esempio è Wikipedia.
  • 18. “ free speech” o “free beer”? Free software is a matter of liberty, not price. To understand the concept, you should think of “free” as in “free speech”, not as in “free beer”. (Richard M. Stallman)
  • 19.
  • 20. Gratuito. Da qui l'errata percezione che il “free software” debba essere gratuito. In pratica di un software libero non mi posso far pagare la licenza d'uso (come avviene per i software proprietari), ma solo gli eventuali servizi a valore aggiunto (customizzazione, documentazione, formazione, confezione, installazione e simili).
  • 21.
  • 22. Per ammorbidire il concetto, nel 1997 Raymond, Perens, Ockman e altri pensarono di ridefinire l'ideologia del software libero e coniarono il termine “Open Source”;
  • 23. La definizione consente di superare i malintesi legati all'uso della parola “Free”.
  • 24.
  • 25. Il testo di Raymond gode di una fama superiore ai suoi meriti. Free software e software Open Source, in realtà, spesso sono portati avanti da comunità di sviluppatori, a somiglianza di quanto scritto nel libro citato.
  • 26. Il codice “aperto” favorisce modello dello sviluppo diffuso, e quindi la filosofia Open Source pone l'accento sul lato “pratico” della libertà, più che su quello “etico”.
  • 27. Vantaggi portati dall'Open Source La scelta a favore dell'Open Source da parte di alcune importanti imprese del settore come la Netscape, l'IBM, la Sun Microsystems e l'HP, facilitarono inoltre l'accettazione del movimento Open Source presso l'industria del software, facendo uscire l'idea della "condivisione del codice" dalla cerchia ristretta nella quale era rimasta relegata fino ad allora. Venne cioè accettata l'idea che l'open source fosse una metodologia di produzione software efficace , nonostante nel suo famoso saggio La Cattedrale e il Bazaar, Eric S. Raymond avesse esplicitamente criticato i tradizionali metodi di ingegneria del software, metodi che fino a quel momento avevano dato buoni frutti. Va notato come i primi programmi 'liberi', come il GCC, seguivano ancora il modello a cattedrale; solo successivamente progetti come EGCS adottarono il modello a bazaar. (Wikipedia )
  • 28.
  • 29.
  • 30.
  • 31.
  • 32.
  • 33.
  • 34.
  • 35.
  • 36.
  • 37.
  • 38.
  • 39.
  • 40.
  • 41.
  • 42.
  • 43.
  • 44.
  • 45.
  • 46.
  • 47.
  • 48.
  • 49.
  • 50. il software non libero è una soluzione non ottimale
  • 51.
  • 52. il software non libero è un problema sociale e il software libero è la soluzione
  • 54. Free Sofware ⊃ Open Source Licenze Open, Free e compatibili con GPL Licenze Open, Free e NON compatibili con GPL Licenze Open ma non Free
  • 55. Free Sofware ⊃ Open Source Licenze Open ma non Free: sono soprattutto licenze obsolete, non più usate, come la Aladdin per Ghostscript, la Sun Community Public License. La Yast License, la Artistic per Perl, rilasciato con doppia licenza (AL/GPL).
  • 56. Le licenze secondo Free Software Foundation http://www.gnu.org/philosophy/license-list.html
  • 57.
  • 58. Non è vero il viceversa.
  • 59. Licenze considerate Free possono essere incompatibili tra loro: ad esempio GPL e MPL sono incompatibili perché la seconda è definita “a copyleft debole”.
  • 60.
  • 61. Meccanismo legale che garantisce che un lavoro coperto da licenza free rimanga libero
  • 62. Una licenza free software può essere non copyleft se non richiede di distribuire le opere derivate con la stessa licenza (esempio la licenza BSD a quattro clausole)
  • 63.
  • 64. La licenza deve garantire al possessore della creazione o del lavoro le stesse libertà dell'autore
  • 65. Le libertà dell'autore sono indicate dalle quattro libertà del software
  • 66.
  • 67. L'oggetto della licenza deve essere distribuito in una forma che ne faciliti le modifiche (nel caso del software devono essere reperibili facilmente sia il codice sorgente che gli strumenti per la sua compilazione)
  • 68. Il lavoro derivato deve essere accompagnato da idonea documentazione che permetta di identificare le modifiche apportate
  • 69.
  • 70. La LGPL (Lesser General Public License) è una licenza a copyleft debole e permette, ad esempio, alle librerie Glibc di essere incluse in qualsiasi software, indipendentemente dalla licenza che possiede
  • 71.
  • 72. Si parla di copyleft parziale quando alcune parti della creazione sono esenti da modifica illimitata

Hinweis der Redaktion

  1. Dalla «Definizione di software libero» (http://www.gnu.org/philosophy/free-sw.it.html) Un programma è software libero se l'utente ha tutte queste libertà. In particolare, se è libero di ridistribuire copie, con o senza modifiche, gratis o addebitando delle spese di distribuzione a chiunque ed ovunque . Essere liberi di fare queste cose significa (tra l'altro) che non bisogna chiedere o pagare nessun permesso. Bisogna anche avere la libertà di fare modifiche e usarle privatamente nel proprio lavoro o divertimento senza doverlo dire a nessuno. Se si pubblicano le proprie modifiche, non si deve essere tenuti a comunicarlo a qualcuno in particolare o in qualche modo particolare. La libertà di usare un programma significa libertà per qualsiasi tipo di persona od organizzazione di utilizzarlo su qualsiasi tipo di sistema informatico, per qualsiasi tipo di attività e senza dover successivamente comunicare con lo sviluppatore o con qualche altra entità specifica. La libertà di ridistribuire copie deve includere le forme binarie o eseguibili del programma e anche il codice sorgente, sia per le versioni modificate che non modificate. È legittimo anche se non c'è alcun modo di produrre una forma binaria o eseguibile (dal momento che alcuni linguaggi non supportano questa caratteristica), ma si deve avere la libertà di ridistribuire tali forme nel caso si trovi o si sviluppi un modo per farlo. Affinché le libertà di fare modifiche e di pubblicare versioni migliorate abbiano senso, si deve avere accesso al codice sorgente del programma. Perciò, l'accessibilità al codice sorgente è una condizione necessaria per il software libero. Queste libertà per essere reali devono essere irrevocabili fin tanto che non si fa qualcosa di sbagliato: se lo sviluppatore del software ha il potere di revocare la licenza anche senza che l'utente sia causa di tale revoca, il software non è libero. Tuttavia, certi tipi di regole sul come distribuire il software libero sono accettabili quando non entrano in conflitto con le libertà principali. Per esempio, il permesso d'autore è (detto in due parole) la regola per cui, quando il programma è ridistribuito, non è possibile aggiungere restrizioni per negare ad altre persone le libertà principali. Questa regola non entra in conflitto con le libertà principali, anzi le protegge. Indipendentemente dal fatto che si siano ottenute copie di software GNU a pagamento o gratuitamente, si ha sempre la libertà di copiare e cambiare il software, e anche di venderne copie . "Software libero" non vuol dire "non-commerciale". Un programma libero deve essere disponibile per uso commerciale, sviluppo commerciale e distribuzione commerciale. Lo sviluppo commerciale di software libero non è più inusuale: questo software commerciale libero è molto importante. Regole su come fare un pacchetto di una versione modificata sono accettabili, a meno che esse in pratica non blocchino la libertà di distribuire versioni modificate. Regole del tipo «se rendi disponibile il programma in questo modo, lo devi rendere disponibile anche in quell'altro modo» possono essere pur esse accettabili, con le stesse condizioni. (Si noti che tale regola lascia ancora aperta la possibilità di distribuire o meno il programma.) È anche accettabile che la licenza richieda che, se avete distribuito una versione modificata e un precedente sviluppatore ne richiede una copia, dobbiate inviargliene una.
  2. Il testo della GNU GPL è disponibile per chiunque riceva una copia di un software coperto da questa licenza. I licenziatari (da qui in poi indicati come "utenti") che accettano le sue condizioni hanno la possibilità di modificare il software, di copiarlo e ridistribuirlo con o senza modifiche, sia gratuitamente sia a pagamento. Quest'ultimo punto distingue la GNU GPL dalle licenze che proibiscono la ridistribuzione commerciale. Se l'utente distribuisce copie del software, deve rendere disponibile il codice sorgente a ogni acquirente, incluse tutte le modifiche eventualmente effettuate (questa caratteristica è detta copyleft). Nella pratica, i programmi sotto GNU GPL vengono spesso distribuiti allegando il loro codice sorgente, anche se la licenza non lo richiede. Ci sono casi in cui viene distribuito solo il codice sorgente, lasciando all'utente il compito di compilarlo. L'utente è tenuto a rendere disponibile il codice sorgente solo alle persone che hanno ricevuto da lui la copia del programma o, in alternativa, accompagnare il software con una offerta scritta di rendere disponibile il sorgente su richiesta e per il solo costo della copia. Questo significa, ad esempio, che è possibile creare versioni private di un software sotto GNU GPL, a patto che tale versione non venga distribuita a qualcun altro. Questo accade quando l'utente crea delle modifiche private al software ma non lo distribuisce: in questo caso non è tenuto a rendere pubbliche le modifiche. Dato che il software è protetto da copyright, l'utente non ha altro diritto di modifica o ridistribuzione al di fuori dalle condizioni di copyleft. In ogni caso, l'utente deve accettare i termini della GNU GPL solo se desidera esercitare diritti normalmente non contemplati dalla legge sul copyright, come la ridistribuzione. Al contrario, se qualcuno distribuisce un software (in particolare, versioni modificate) senza rendere disponibile il codice sorgente o violando in altro modo la licenza, può essere denunciato dall'autore originale secondo le stesse leggi sul copyright. È un intelligente cavillo legale, ed è per questo che la GNU GPL è stata descritta come un "copyright hack". La licenza specifica anche che il diritto illimitato di ridistribuzione non è garantito, in quanto potrebbero essere trovate delle debolezze legali (o "bug") all'interno della definizione di copyleft. Detentori del Copyright La Free Software Foundation (FSF) detiene i diritti di copyright per il testo della GNU GPL, ma non detiene i diritti del software rilasciato con questa licenza. A meno che venga emessa una specifica nota di copyright da parte della FSF, l'autore del software detiene i diritti di copyright per il suo lavoro, ed è responsabile di perseguire ogni violazione della licenza riguardante il suo software. In caso di violazione della licenza il detentore del copyright è l'unico che può richiederne il rispetto nei termini di legge ed è l'unico che può chiedere aiuto alla FSF per la protezione di tale software, quest'ultima può intervenire solo se è il detentore del copyright a richiederne il suo aiuto. La FSF, normalmente, mette a disposizione i suoi legali per proteggere il software coperto da una licenza GNU, chiedendo in un primo tempo il rispetto della licenza e solo se tale richiesta non viene accettata si arriva al tribunale. A differenza dei software con essa distribuiti, la GNU GPL non è liberamente modificabile: copiarla e distribuirla è permesso, ma modificarla è vietato. La FSF permette di creare nuove licenze basate sulla GNU GPL, a patto che tali licenze non usino il suo preambolo senza permesso. Dato che, solitamente, la nuova licenza non è compatibile con la GNU GPL, la FSF sconsiglia di creare versioni modificate.
  3. Bruce Perens: Project Leader di DeBian; Eric Raymond: progetto Fetchmail e autore di diversi libri, tra i quali “La cattedrale e il bazaar” , nel quale descrive l'esperienza di questo progetto; Sam Ockman: scrittore e fondatore della Penguin computing
  4. http://www.apogeonline.com/openpress/cathedral
  5. Motivo: Imponendo la libera redistribuzione, si elimina la tentazione di rinunciare a importanti guadagni a lungo termine in cambio di un guadagno materiale a breve termine, ottenuto con il controllo delle vendite. Se non vi fosse questa imposizione, i collaboratori esterni sarebbero tentati di abbandonare il progetto, invece che di farlo crescere.
  6. Motivo: Si richiede l'accesso al codice sorgente poiché non si può far evolvere un programma senza poterlo modificare. Il nostro obiettivo è rendere facile l'evoluzione del software, pertanto richiediamo che ne sia resa facile la modifica.
  7. Motivo: Incoraggiare il miglioramento è bene, ma gli utenti hanno diritto di sapere chi è responsabile del software che stanno usando. Gli autori e i tecnici hanno diritto reciproco di sapere cosa è loro chiesto di supportare e di proteggersi la reputazione. Perciò, una licenza open source deve garantire che il codice sorgente sia facilmente disponibile, ma può eventualmente richiedere che esso sia redistribuito solo in forma originale più file patch. In questo modo le modifiche "non ufficiali" possono essere rese disponibili pur rimanendo distinte dal codice sorgente originale.
  8. Motivo: Per ottenere il massimo beneficio dal processo, il massima numero di persone e gruppi deve avere eguale possibilità di contribuire allo sviluppo del software. Pertanto viene proibita l'esclusione arbitraria dal processo di persone o gruppi. Alcuni paesi, inclusi gli Stati Uniti, hanno restrizioni all'esportazione di certi tipi di software. Una licenza conforme all'OSD può avvertire gli utenti di possibili restrizioni e ricordare loro che sono obbligati a rispettare la legge; in ogni caso non può incorporare tali restrizioni essa stessa.
  9. Motivo: L'intenzione principale di questa clausola è di proibire trappole nelle licenze che impediscano al software open source di essere usato commercialmente. Vogliamo che le aziende si uniscano alla nostra comunità, non che se ne sentano escluse.
  10. Motivo: Questa clausola intende proibire la chiusura del software per mezzi indiretti, come un obbligo di sottoscrizione di accordi di non diffusione.
  11. Motivo: Questa clausola impedisce un'ulteriore classe di licenze-trappola.
  12. Motivo: I distributori di software open source hanno il diritto di fare le loro scelte riguardo al software che intendono distribuire.
  13. .
  14. Motivo: Questa clausola è diretta in particolar modo a quelle licenze che richiedano un gesto esplicito di approvazione da parte dell'utente, al fine di stabilire un contratto. Clausole che richiedano un "click" su interfacce web o di altro tipo possono essere in conflitto con importanti metodi di distribuzione del software, come i siti FTP, le raccolte su CDROM e le copie distribuite sul Web. Tali clausole possono rendere difficoltoso il riutilizzo del software. Le licenze valide devono permettere la possibilità che: 1) il software venga distribuito mediante canali diversi dal Web, sui quali non si possa richiedere un "click" esplicito prima di iniziare il download, e che 2) il programma in oggetto, o sue porzioni, possano essere utilizzare in ambienti privi di interfaccia grafica, nei quali non si possa richiedere la presenza di specifiche finestre di dialogo.
  15. Capostipiti delle licenze libere e/o aperte sono le BSD (Berkeley Software Development). Le licenze BSD riflettono l'idea più ampia possibile del dono liberale: chiunque può fare ciò che meglio crede del programma rilasciato ed acquisito con l'unico dovere di citare l'autore (l'università di Berkeley); questo significa anche che chiunque può sviluppare in forma chiusa con una licenza proprietaria un programma BSD modificato, magari anche impedendo ai propri acquirenti di modificarlo e ridistribuirlo a loro volta. Clausola pubblicitaria Nel luglio del 1999 venne pubblicata una licenza BSD ulteriormente aperta (detta anche licenza BSD modificata o licenza BSD con 3 clausole), con una leggera modifica ad opera di William Hoskins, direttore ufficio licenze dell'università di Berkeley (California), venne ufficialmente eliminato il terzo punto della licenza, la clausola pubblicitaria: Tale punto obbligava chi utilizzava funzionalità di software tratto da BSD, a dichiarare che erano state sviluppate dall'università di Berkeley. Questo punto secondo la Free Software Foundation non rendeva la licenza non libera ma creava problemi pratici perché la rendeva incompatibile con la GPL. La Free Software Foundation sconsiglia l'uso della licenza BSD originale ma consiglia per chi voglia usare una licenza software permissiva la licenza BSD con 3 clausole o la licenza MIT. Licenze stile-BSD Molte licenze libere o open source che derivano o sono simili alla licenza BSD sono ampiamente usate: * NetBSD usa ancora una licenza con 4 clausole equivalente alla licenza BSD originale. * Esiste una licenza stile BSD con 2 clausole. Questa licenza cancella la terza clausola che proibisce l'uso del nome di chi detiene i diritti d'autore con lo scopo di farsi approvare. La rimozione di questa clausola rende la licenza funzionalmente equivalente alla licenza MIT. Questa è la sola licenza stile BSD permessa per alcune librerie KDE. * FreeBSD usa una licenza BSD con 2 clausole con una dichiarazione addizionale alla fine che dice che i punti di vista dei contributori non sono politiche ufficiali del progetto FreeBSD. * FreeBSD inoltre usa anche la FreeBSD Documentation License, una licenza simile alla BSD Documentation License che è specifica per la documentazione. * La licenza del Massachusetts Institute of Technology (licenza MIT) è basata sulla licenza BSD con la maggior parte delle clausole rimosse ed un permesso esplicito per sottolicenziare e vendere il software. * OpenBSD usa una licenza modellata sulla base della ISC license per tutto il software addizionale creato dal progetto, è funzionalmente una licenza BSD con 2 clausole, senza clausole addizionali o altre conseguenze coinvolte. * La NCSA Open Source License combina il testo delle licenze MIT e BSD ed è equivalente alla licenza BSD con 3 clausole.
  16. Licenze libere non free sono soprattutto licenze obsolete, non più usate, come la Aladdin per Ghostscript, la Sun Community Public License. La Yast License, la Artistic per Perl, rilasciato con doppia licenza (AL/GPL).
  17. Licenze libere non free