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TESINA DI TERZA
       AREA
di Eleonora Benetti

CARNEVALE, COSTUMI
VENEZIANI, CASINI DA
  GIOCO, RIDOTTO
INDICE
   Nascita del Carnevale e rinascita
   Le leggi del Carnevale
   Storia del Carnevale
   Storia delle maschere veneziane
   Carnevale a teatro
   Casini da gioco
   Ridotto
   Sensation 2010, Programma
   Carnevale dei Storti
NASCITA DEL CARNEVALE E
          RINASCITA
Si dice che il Carnevale abbia la sua origine proprio a Venezia
dove, nel 1094, il Doge Vitale Faliero lo nominò in un documento
ufficiale.
In realtà questa festa affonda le sue radici in più tradizioni che
contrassegnavano il passaggio dall’ inverno alla primavera.
Carnevale deriva dal latino con il significato di “abbandono della
carne”;anche se non si sa con certezza cosa si intenda per abbandono
della carne.
In questo periodo, compreso tra la fine del Natale e il Mercoledì delle
Ceneri, tutto era concesso. Così tutti i ceti più umili potevano
sbeffeggiare pubblicamente i ricchi indossando una maschera sul volto.
Il carnevale odierno nasce nel 1980 con le feste e le tradizioni che sono
presenti ancora oggi (volo dell’angelo, martedì grasso, la festa delle
marie, la “cazza” del toro,noto come giovedì grasso).
LE LEGGI DEL CARNEVALE

La storia della maschera veneziana inizia già nel 1268, anno a
cui risale la più antica legge che limita l'uso improprio della
maschera: in questo documento veniva proibito agli uomini in
maschera, i cosiddetti mattaccini, il gioco delle "ova" che
consisteva nel lanciare uova riempite di acqua di rose contro le
dame che passeggiavano nelle calli.
Sin dai primi del '300 cominciarono ad essere sempre più
numerose le leggi che promulgavano decreti per fermare il
libertinaggio e    limitare l’uso esagerato delle maschere.
Era proibito indossare la maschera nei periodi che non fossero
quelli di carnevale e nei luoghi di culto. L'uso della maschera
veniva proibito alle prostitute e agli uomini che frequentavano i
casini. Questo perché spesso la maschera era usata per celare
la propria identità e per risolvere affari poco puliti o portare
avanti relazioni amorose.
La maschera era il segno della libertà e della trasgressione a
tutte le regole sociali imposte dalla Repubblica Veneziana. Era
anche simbolo della necessità di abbandonarsi al
gioco, all’ebbrezza della festa e all’illusione di indossare i panni
di qualcun altro, esprimeva quindi diversi significati: la festa e la
trasgressione, il gioco e l’immoralità.
Nel 1600 ci fu un abuso dell'utilizzo della maschera, tant'è che il
governo della Repubblica di Venezia impose delle regole che ne
limitassero l'uso improprio, sancendone l'obbligo in cerimonie
ufficiali            e               feste               pubbliche.
Una serie di decreti del Consiglio dei Dieci, limitarono l’uso della
maschera ai giorni di Carnevale e alle feste ufficiali, prevedendo
in     caso     di   trasgressione     pene      molto      pesanti.
Vista l'usanza di molti nobili Veneziani che andavano a giocare
d'azzardo mascherati per non essere riconosciuti dai creditori, nel
1703 vengono proibite per tutto l'anno le maschere nelle case da
gioco.
La produzione di maschere era l'attività artigianale veneziana
per eccellenza, tant'è che nel 1773 esistevano ufficialmente 12
botteghe di maschere. La richiesta di maschere ed il loro utilizzo
era tale per cui si cominciò a fabbricare molte maschere "in
nero". Iniziò la diffusione della maschera a livello europeo.
Nel 1776, una nuova legge, questa volta atta a proteggere
l'ormai dimenticato "onore di famiglia", proibiva alle donne di
recarsi a teatro senza una maschera, la bauta, o il volto e il
                            tabarro.
Durante il secondo governo austriaco fu permesso di nuovo di
utilizzare le maschere durante il Carnevale.
STORIA DEL CARNEVALE
Il Carnevale di Venezia nasce nel 1296 quando il
Senato della Repubblica Serenissima ne ufficializzò
l’esistenza con un editto in cui dichiarava giornata
festiva il giorno precedente la Quaresima. Da allora la
festa ha accompagnato la vita della città
rispecchiando      le   diverse   esigenze     storiche.
Durante la Repubblica Serenissima i festeggiamenti
duravano                   sei               settimane.
Spesso, tuttavia, venivano concesse licenze
carnascialesche per l’utilizzo delle maschere fin dai
primi di ottobre, con l'apertura dei teatri, feste e
banchetti che si celebravano anche durante la
Quaresima.
Persino durante la Festa della Sensa era consentito
l’uso della maschera e del travestimento.
Questo ha contribuito a creare l’immagine
di Venezia come di una città dedita al divertimento.
Venezia conquista la fama di “città del Carnevale” nel
XVIII secolo e inizia a diventare un’attrazione turistica
per tutta Europa, accogliendo migliaia di visitatori per
cercare di vivere quella atmosfera molto particolare ed
effervescente.
In questo periodo la gente di ogni
ceto e nazionalità si riversava nelle
strade della città per festeggiare: si
faceva baldoria dal mattino alla sera
e la Repubblica tollerava tutto.
In     questo     periodo       l'identità
personale, il sesso, la classe
sociale non esistevano più, si
entrava a far parte della grande
illusione       del         Carnevale.
Dalla metà del '400 alla fine del
'500, l'organizzazione delle feste
carnascialesche comincia a esser
regolamentata,       ufficializzata      e
affidata alle Compagnie della
Calza, associazioni di giovani patrizi
che indossavano calze colorate per
distinguersi a seconda del sestiere
di                      appartenenza.
Alla fine del Settecento il Carnevale
ufficiale nella città lagunare pian
piano scomparve.
Si riprese ad organizzarlo per
riportarlo agli antichi fasti a partire
dagli anni ’80 del secolo scorso.
LA STORIA DELLE MASCHERE
           VENEZIANE



Le maschere erano permesse dal giorno di S. Stefano, inizio del
Carnevale Veneziano, fino alla mezzanotte del Martedì
Grasso,           che          concludeva          il      Carnevale.
Oltre a questo periodo dell'anno, i Veneziani indossavano la
maschera durante la quindicina dell'Ascensione ed arrivavano ad
utilizzarla, con ulteriori deroghe, fino alla metà del mese di giugno.
Durante tutte le manifestazioni più importanti, come banchetti
ufficiali o feste straordinarie della Repubblica Serenissima, era
consentito         l'uso      di      "tabarro       e     bauta".
La maschera aveva quindi molti usi: veniva utilizzata, ad
esempio, per "proteggere" giocatori d'azzardo dagli sguardi
indiscreti (soprattutto da quello dei loro creditori) oppure era
utilizzata dai nobiluomini barnabotti per chiedere l'elemosina agli
angoli delle strade. I barnabotti erano i patrizi poveri: il nome
deriva dalla zona di S. Barnaba, abitata dai poveri della città.
L’utilizzo delle maschere da parte dei veneziani e delle migliaia di
forestieri che arrivavano a Venezia per vivere il famoso carnevale, già
allora attrazione turistica, ha fatto nascere la domanda di maschere.
Il travestimento veneziano per eccellenza è la bauta, indossata da
uomini e donne: una mantellina nera abbinata sempre ad un cappello
a tricorno nero e a una larva, maschera bianca che celava il viso.
Con la bauta era garantito il totale anonimato, dato che consentiva
anche            di         bere         e          di       mangiare.
Altra maschera utilizzata dalle donne era la moretta, ovale di velluto
nero che restava sul volto della dama grazie ad un bottoncino stretto
tra                                 i                            denti.
Diffuso anche il domino, un lunghissimo mantello con cappuccio che
copriva                               il                         volto.
Ma è con il in teatro che la maschera diventa veramente ufficiale a
Venezia.
IL CARNEVALE A TEATRO
La stagione teatrale a Venezia era la più ricca
d’Europa, grazie ai numerosissimi teatri
operanti in città, spesso di proprietà di famiglie
patrizie .
Venezia era una delle poche città in tutta
Europa      a      possederne       un     numero
consistente: il teatro S. Salvador (oggi
conosciuto      come     teatro    Goldoni),    S.
Cassiano, S. Angelo e S. Moisè. A questi si
aggiungevano anche altri teatri di proprietà
privata: S. Giovanni Crisostomo (oggi
Malibran), S. Samuele ed infine S. Benedetto
che, dopo esser stato distrutto da un incendio
e dopo varie diatribe legali, come Teatro “La
                     Fenice”.
A Venezia, nel XVII secolo, fu introdotta per la
prima volta l’opera in musica nei teatri
pubblici, dando la possibilità ad un vasto
pubblico di godere di ciò che fino ad allora era
un privilegio per pochi. L’inizio della stagione, il
1° ottobre, coincideva con l’autorizzazione
Nelle commedie di Carlo Goldoni il
Carnevale è citato tanto spesso, che
la sua vena compositiva diventa una
preziosa fonte documentaria. Le
opere stesse venivano rappresentate
durante la stagione del Carnevale.
Questo periodo è infatti citato in
alcune delle sue commedie più
famose, come La vedova scaltra, Le
massere,      Le     morbinose,    I
rusteghi, Una delle ultime sere di
             Carnovale.
Goldoni non è certo benevolo nei
confronti del lusso e del vizio
ostentati durante il Carnevale e
suggerisce,    attraverso   i   suoi
spettacoli, un tipo di divertimento
semplice e parco.
CASINI DA GIOCO
I “casini” erano piccoli appartamenti, o anche solo delle
stanze,     dove     una      determinata       compagnia         si
riuniva, specialmente di notte, per gli scopi più vari: il ballo, le
cene, la musica, ma soprattutto il gioco d’azzardo.
Ce n’erano di tutti i livelli e per tutte le classi sociali sparsi per la
città. Questi “casini”, specialmente nel XVIII secolo, erano
luoghi raffinatissimi, carichi d’oro e di stucchi. Il gioco veniva
praticato ovunque ma soprattutto nei caffè. Quelli eleganti erano
i luoghi più adatti al gioco dei nobili, anche se molti di questi
preferirono creare i propri “casini” dove potevano intrattenere le
persone giuste ed allacciare quei rapporti ed alleanze
indispensabili per l’ascesa politica. Nel 1744 se ne contavano
ben 118. Nel corso dei secoli lo stato fece innumerevoli tentativi
per limitare il gioco. Alla fine si rese conto che ciò non era
possibile e decise di trarne almeno qualche vantaggio: nel 1638
venne istituita la prima casa da gioco pubblica (il “Ridotto”).
IL RIDOTTO
Il     Ridotto    era      un      edificio
sfarzoso, aperto a tutti, dove si giocava
               d’azzardo.
Il primo fu quello di San Moisè, a due
passi da Piazza San Marco che
divenne uno dei maggiori poli
d’attrazione della città ed ebbe una
enorme notorietà internazionale, che si
affiancava a quella del Carnevale
Veneziano.

Tra il 1638 (anno d'apertura) e il 1774
(anno della chiusura) migliaia di
giocatori in maschera “diedero” i loro
soldi           allo             Stato.
Il Ridotto era aperto esclusivamente
durante il Carnevale; gli unici a essere
esentati dall'uso delle maschere erano i
croupier, i cosiddetti barnabotti.
FESTA DELLA SENSA
La Festa della Sensa è una delle cerimonie più antiche e
caratteristiche di Venezia. Il giorno dell'Ascensione, a maggio, si
celebrano        due   avvenimenti     fondamentali   della   storia
della Serenissima:
a.la vittoria militare del Doge Pietro Orseolo II nella liberazione
della Dalmazia minacciata dagli Slavi;
b.l’accordo di pace tra Papa Alessandro III e l'Imperatore Federico
Barbarossa, siglato nel 1177 nella Basilica di San Marco grazie
all'abilità diplomatica della Serenissima.
SENSATION 2010, PROGRAMMA

Una bauta, un corteo festante e
irriverente, un eco lontano di
musica tra le calli, visitatori
incantati, frittelle, travestimenti e
una interminabile         pioggia di
coriandoli:




    BENVENUTI AL CARNEVALE VENEZIANO!!!
A San Marco, sestiere della mente
                       SABATO 6 FEBBRAIO
   Piazza San Marco, ore 14.00 – 17.00
   Festa di apertura Carnevale dei Bambini
   Una grande festa di apertura del Carnevale dei Bambini con
    ospiti, attrazioni e divertimento dedicato ai più piccoli. Gli
    spettacoli del Circus show di Bogino, Mr B con Benjamin Del
    mas, “Rosso a Spasso” del Teatro del Cacao saranno
    protagonisti della Piazza assieme ai clown, a bizzarre maxi
    galline, a truccabimbi, agli spettacoli di burattini di Lucia
    Osellieri, ai trampolieri e, per fare vero Carnevale, lo zucchero
    filato.
   Piazza San Marco, ore 21.00 – 22.30 circa
   Show inaugurazione del Carnevale
   “Arlecchino Servitore Di Due Padroni” Di Carlo Goldoni. Lo
    spettacolo del Piccolo Teatro di Milano interpretato dal grande
    Ferruccio Soleri aprirà l’edizione 2010 del Carnevale.
DOMENICA 7 FEBBRAIO
Piazza San Marco, ore 12.00
Il Volo dell’Angelo, l’evento tradizionale più
   seguito e atteso del Carnevale. L’evento sarà
   accompagnato dal corteo storico del Doge e
   della Dogaressa.

Piazza San Marco, ore 14.30 – 17.00
Festival Rievocazioni Storiche.
Il Festival storico e gli artisti di strada
   arricchiscono il pomeriggio di San Marco, con
   nuove performances e le sfilate dei gruppi
   tradizionali.

Da San Pietro di Castello a Piazza San Marco
   ore 14.00 – 17.00
La Festa delle Marie
Il corteo delle Marie parte da San Pietro di
   Castello alle 14.00 e giunge in Piazza San
   Marco alle 15.00, dove le 12 ragazze scelte
   sfilano accompagnate dal corteo storico.
A Cannaregio, sestiere del gusto
        DOMENICA 7 FEBBRAIO dalle ore 11.00
 Festa Veneziana
  Il coloratissimo corteo acqueo e i sapori del sestiere
  danno vita in Rio di Cannaregio alla seguita e
  tradizionale Festa Veneziana. Con animazioni di
  strada, il “Fritoin Express” di Maurizio Adamo e le più
  famose specialità veneziane offerte dai ristoranti del
  sestiere.
A Castello sestiere del tatto
  DA DOMENICA 6 FEBBRAIO A MARTEDI’ 16 FEBBRAIO
 Giardini della Biennale, Palazzo delle Esposizioni, ore 10.00 -
  18.30
 Carnevale al Buio
La nuova edizione di “Carnevale al buio” ripropone un
  sorprendente percorso nell’oscurità, alla scoperta di tutti i
  sensi.

      DA SABATO 6 FEBBRAIO A MARTEDI’ 16 FEBBRAIO
   Palazzo delle Esposizioni ai Giardini, ore 10.00 – 18.00
   “Il Giardino della Creatività – Il 1°Carnevale dei ragazzi
    della Biennale”. Un programma straordinario di iniziative
    educational e iniziative creative rivolte ai ragazzi delle
    scuole, alle famiglie e al pubblico, connesse ai temi del
    Carnevale.
A Dorsoduro sestiere dell’udito
         SABATO 6 E DOMENICA 7 FEBBRAIO
Campo Santa Margherita, dalle ore 21.00
Dj set con artisti vari.

                  DOMENICA 7 FEBBRAIO
Da Campo Santa Margherita
“Alieni?! – Cose dall’altro Mondo”, parata creativa e
  inclusiva 2010. E’ una sfliata di animazione itinerante
  per le calli e i canali della città.
IL CARNEVALE IN TERRAFERMA
XXXII edizione del "Carneval dei Storti".
Importante appuntamento annuale anche con il
“Carnevale degli Storti”. “I Storti di Dolo” è infatti
l’appellativo degli abitanti di Dolo e deriva dai coni di
cialda, prodotti localmente fin dal 1800, usati per
accogliere la panna montata, e serviti insieme con una
tazza di cioccolata calda.
Il carnevale a Dolo si festeggia fin dal 1979 ed è molto
conosciuto soprattutto per la sfilata di carri allegorici che
si svolge una settimana dopo la fine del carnevale.
La manifestazione termina regolarmente con il
processo, la condanna, il testamento ed infine la morte al
rogo della “vecia”.
Dalle ore 10.00
Palazzetto dello Sport di Dolo

Festeggiamenti per il centenario della storica Società del Calcio Dolo
e presentazione del libro di Lino Perini e Stefano Trovò: cronache e
storie dei protagonisti che hanno portato la Società a questo
                               traguardo.
Ore     12.30 -       Pranzo     Sociale    presso    Palazzetto con
autorità, ospiti, giocatori grandi e piccini, con la collaborazione dei
ragazzi                 dell'Enaip               di               Dolo.
Dalle ore 14.00 - Riuniremo Festa e colori di Carnevale per i ragazzi
presso     Piazza    Cantiere    e     Squero     Monumentale       con
intrattenimenti,             clown               e               giochi.
Presso il Foro Boario apertura parco giochi allestito con giostre per i
bambini, bancarelle di dolciumi e giocattoli per piccoli e grandi per le
giornate     di    sabato      6     e     domenica        7     marzo.
Ore 20.30 - presso il cinema Italia Dolo, la compagnia teatrale
"Strakanasse"                                                 presenta:
"Tuta colpa del gato" commedia in tre atti in dialetto veneto di Chiara
Grandesso.
Dalle ore 14.00
Sfilata di Carnevale con partenza dalla Statale nei pressi della passerella che
collega la Statale stessa con Villa Angeli, proseguendo per via Matteotti, via
Mazzini, via Garibaldi, passaggio a fianco degli storici Molini e a ridosso del
monumentale Squero per poi entrare, passando davanti all'ex Macello, in via
Rizzo e ritorno in Statale. Ospite d'onore "L'oriente in Riviera" centro studi arti
marziali Fu Dou Shin di Dolo, D.T. Mario Spillere 7° Dan. Parteciperanno alla
sfilata oltre 2000 figuranti fra maestosi carri allegorici provenienti dalla province
di Treviso, Pordenone, Padova, Vicenza e dal Montello; maschere del
'700, gruppi folcloristici, band musicale con 60 elementi e majorettes. I temi
spazieranno dall'ecologia, alla musica, agli indiani, alla pace e tanti altri, che
abbelliranno la sfilata, raccogliendo costumi e tradizioni diverse.
Speaker            della          manifestazione:           MARCO              LANZA
verrà allestito uno stand di ristoro con dolcetti e in occasione della Festa della
donna, offerti mazzi di mimose alle signore presenti. Inoltre presso il Foro
Boario sarà ancora presente il parco giochi allestito con giostre per i bambini e
bancarelle        con         dolciumi       per        tutta      la        giornata.
In Piazza Cantiere sarà presente il mercatino eco-solidale per tutta la giornata.
Quest'anno il "Carneval dei Storti" sarà ripreso da Televeneto con messa in
onda in differita anche su SKY 893 e Televicenza. Al termine della
manifestazione ci saranno speciali premiazioni e riconoscimenti per il
centenario del Calcio Dolo in collaborazione con l'Amministrazione Comunale
con spettacolo finale di fuochi d'artificio che chiuderanno la XXXII edizione del
                                     Carnevale.

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Carnevale, costumi veneziani,casini da gioco, ridotto

  • 1. TESINA DI TERZA AREA di Eleonora Benetti CARNEVALE, COSTUMI VENEZIANI, CASINI DA GIOCO, RIDOTTO
  • 2. INDICE  Nascita del Carnevale e rinascita  Le leggi del Carnevale  Storia del Carnevale  Storia delle maschere veneziane  Carnevale a teatro  Casini da gioco  Ridotto  Sensation 2010, Programma  Carnevale dei Storti
  • 3. NASCITA DEL CARNEVALE E RINASCITA Si dice che il Carnevale abbia la sua origine proprio a Venezia dove, nel 1094, il Doge Vitale Faliero lo nominò in un documento ufficiale. In realtà questa festa affonda le sue radici in più tradizioni che contrassegnavano il passaggio dall’ inverno alla primavera. Carnevale deriva dal latino con il significato di “abbandono della carne”;anche se non si sa con certezza cosa si intenda per abbandono della carne. In questo periodo, compreso tra la fine del Natale e il Mercoledì delle Ceneri, tutto era concesso. Così tutti i ceti più umili potevano sbeffeggiare pubblicamente i ricchi indossando una maschera sul volto. Il carnevale odierno nasce nel 1980 con le feste e le tradizioni che sono presenti ancora oggi (volo dell’angelo, martedì grasso, la festa delle marie, la “cazza” del toro,noto come giovedì grasso).
  • 4. LE LEGGI DEL CARNEVALE La storia della maschera veneziana inizia già nel 1268, anno a cui risale la più antica legge che limita l'uso improprio della maschera: in questo documento veniva proibito agli uomini in maschera, i cosiddetti mattaccini, il gioco delle "ova" che consisteva nel lanciare uova riempite di acqua di rose contro le dame che passeggiavano nelle calli. Sin dai primi del '300 cominciarono ad essere sempre più numerose le leggi che promulgavano decreti per fermare il libertinaggio e limitare l’uso esagerato delle maschere.
  • 5. Era proibito indossare la maschera nei periodi che non fossero quelli di carnevale e nei luoghi di culto. L'uso della maschera veniva proibito alle prostitute e agli uomini che frequentavano i casini. Questo perché spesso la maschera era usata per celare la propria identità e per risolvere affari poco puliti o portare avanti relazioni amorose. La maschera era il segno della libertà e della trasgressione a tutte le regole sociali imposte dalla Repubblica Veneziana. Era anche simbolo della necessità di abbandonarsi al gioco, all’ebbrezza della festa e all’illusione di indossare i panni di qualcun altro, esprimeva quindi diversi significati: la festa e la trasgressione, il gioco e l’immoralità.
  • 6. Nel 1600 ci fu un abuso dell'utilizzo della maschera, tant'è che il governo della Repubblica di Venezia impose delle regole che ne limitassero l'uso improprio, sancendone l'obbligo in cerimonie ufficiali e feste pubbliche. Una serie di decreti del Consiglio dei Dieci, limitarono l’uso della maschera ai giorni di Carnevale e alle feste ufficiali, prevedendo in caso di trasgressione pene molto pesanti. Vista l'usanza di molti nobili Veneziani che andavano a giocare d'azzardo mascherati per non essere riconosciuti dai creditori, nel 1703 vengono proibite per tutto l'anno le maschere nelle case da gioco.
  • 7. La produzione di maschere era l'attività artigianale veneziana per eccellenza, tant'è che nel 1773 esistevano ufficialmente 12 botteghe di maschere. La richiesta di maschere ed il loro utilizzo era tale per cui si cominciò a fabbricare molte maschere "in nero". Iniziò la diffusione della maschera a livello europeo. Nel 1776, una nuova legge, questa volta atta a proteggere l'ormai dimenticato "onore di famiglia", proibiva alle donne di recarsi a teatro senza una maschera, la bauta, o il volto e il tabarro. Durante il secondo governo austriaco fu permesso di nuovo di utilizzare le maschere durante il Carnevale.
  • 8. STORIA DEL CARNEVALE Il Carnevale di Venezia nasce nel 1296 quando il Senato della Repubblica Serenissima ne ufficializzò l’esistenza con un editto in cui dichiarava giornata festiva il giorno precedente la Quaresima. Da allora la festa ha accompagnato la vita della città rispecchiando le diverse esigenze storiche. Durante la Repubblica Serenissima i festeggiamenti duravano sei settimane. Spesso, tuttavia, venivano concesse licenze carnascialesche per l’utilizzo delle maschere fin dai primi di ottobre, con l'apertura dei teatri, feste e banchetti che si celebravano anche durante la Quaresima. Persino durante la Festa della Sensa era consentito l’uso della maschera e del travestimento. Questo ha contribuito a creare l’immagine di Venezia come di una città dedita al divertimento. Venezia conquista la fama di “città del Carnevale” nel XVIII secolo e inizia a diventare un’attrazione turistica per tutta Europa, accogliendo migliaia di visitatori per cercare di vivere quella atmosfera molto particolare ed effervescente.
  • 9. In questo periodo la gente di ogni ceto e nazionalità si riversava nelle strade della città per festeggiare: si faceva baldoria dal mattino alla sera e la Repubblica tollerava tutto. In questo periodo l'identità personale, il sesso, la classe sociale non esistevano più, si entrava a far parte della grande illusione del Carnevale. Dalla metà del '400 alla fine del '500, l'organizzazione delle feste carnascialesche comincia a esser regolamentata, ufficializzata e affidata alle Compagnie della Calza, associazioni di giovani patrizi che indossavano calze colorate per distinguersi a seconda del sestiere di appartenenza. Alla fine del Settecento il Carnevale ufficiale nella città lagunare pian piano scomparve. Si riprese ad organizzarlo per riportarlo agli antichi fasti a partire dagli anni ’80 del secolo scorso.
  • 10. LA STORIA DELLE MASCHERE VENEZIANE Le maschere erano permesse dal giorno di S. Stefano, inizio del Carnevale Veneziano, fino alla mezzanotte del Martedì Grasso, che concludeva il Carnevale. Oltre a questo periodo dell'anno, i Veneziani indossavano la maschera durante la quindicina dell'Ascensione ed arrivavano ad utilizzarla, con ulteriori deroghe, fino alla metà del mese di giugno.
  • 11. Durante tutte le manifestazioni più importanti, come banchetti ufficiali o feste straordinarie della Repubblica Serenissima, era consentito l'uso di "tabarro e bauta". La maschera aveva quindi molti usi: veniva utilizzata, ad esempio, per "proteggere" giocatori d'azzardo dagli sguardi indiscreti (soprattutto da quello dei loro creditori) oppure era utilizzata dai nobiluomini barnabotti per chiedere l'elemosina agli angoli delle strade. I barnabotti erano i patrizi poveri: il nome deriva dalla zona di S. Barnaba, abitata dai poveri della città.
  • 12. L’utilizzo delle maschere da parte dei veneziani e delle migliaia di forestieri che arrivavano a Venezia per vivere il famoso carnevale, già allora attrazione turistica, ha fatto nascere la domanda di maschere. Il travestimento veneziano per eccellenza è la bauta, indossata da uomini e donne: una mantellina nera abbinata sempre ad un cappello a tricorno nero e a una larva, maschera bianca che celava il viso. Con la bauta era garantito il totale anonimato, dato che consentiva anche di bere e di mangiare. Altra maschera utilizzata dalle donne era la moretta, ovale di velluto nero che restava sul volto della dama grazie ad un bottoncino stretto tra i denti. Diffuso anche il domino, un lunghissimo mantello con cappuccio che copriva il volto. Ma è con il in teatro che la maschera diventa veramente ufficiale a Venezia.
  • 13.
  • 14. IL CARNEVALE A TEATRO La stagione teatrale a Venezia era la più ricca d’Europa, grazie ai numerosissimi teatri operanti in città, spesso di proprietà di famiglie patrizie . Venezia era una delle poche città in tutta Europa a possederne un numero consistente: il teatro S. Salvador (oggi conosciuto come teatro Goldoni), S. Cassiano, S. Angelo e S. Moisè. A questi si aggiungevano anche altri teatri di proprietà privata: S. Giovanni Crisostomo (oggi Malibran), S. Samuele ed infine S. Benedetto che, dopo esser stato distrutto da un incendio e dopo varie diatribe legali, come Teatro “La Fenice”. A Venezia, nel XVII secolo, fu introdotta per la prima volta l’opera in musica nei teatri pubblici, dando la possibilità ad un vasto pubblico di godere di ciò che fino ad allora era un privilegio per pochi. L’inizio della stagione, il 1° ottobre, coincideva con l’autorizzazione
  • 15. Nelle commedie di Carlo Goldoni il Carnevale è citato tanto spesso, che la sua vena compositiva diventa una preziosa fonte documentaria. Le opere stesse venivano rappresentate durante la stagione del Carnevale. Questo periodo è infatti citato in alcune delle sue commedie più famose, come La vedova scaltra, Le massere, Le morbinose, I rusteghi, Una delle ultime sere di Carnovale. Goldoni non è certo benevolo nei confronti del lusso e del vizio ostentati durante il Carnevale e suggerisce, attraverso i suoi spettacoli, un tipo di divertimento semplice e parco.
  • 16. CASINI DA GIOCO I “casini” erano piccoli appartamenti, o anche solo delle stanze, dove una determinata compagnia si riuniva, specialmente di notte, per gli scopi più vari: il ballo, le cene, la musica, ma soprattutto il gioco d’azzardo. Ce n’erano di tutti i livelli e per tutte le classi sociali sparsi per la città. Questi “casini”, specialmente nel XVIII secolo, erano luoghi raffinatissimi, carichi d’oro e di stucchi. Il gioco veniva praticato ovunque ma soprattutto nei caffè. Quelli eleganti erano i luoghi più adatti al gioco dei nobili, anche se molti di questi preferirono creare i propri “casini” dove potevano intrattenere le persone giuste ed allacciare quei rapporti ed alleanze indispensabili per l’ascesa politica. Nel 1744 se ne contavano ben 118. Nel corso dei secoli lo stato fece innumerevoli tentativi per limitare il gioco. Alla fine si rese conto che ciò non era possibile e decise di trarne almeno qualche vantaggio: nel 1638 venne istituita la prima casa da gioco pubblica (il “Ridotto”).
  • 17. IL RIDOTTO Il Ridotto era un edificio sfarzoso, aperto a tutti, dove si giocava d’azzardo. Il primo fu quello di San Moisè, a due passi da Piazza San Marco che divenne uno dei maggiori poli d’attrazione della città ed ebbe una enorme notorietà internazionale, che si affiancava a quella del Carnevale Veneziano. Tra il 1638 (anno d'apertura) e il 1774 (anno della chiusura) migliaia di giocatori in maschera “diedero” i loro soldi allo Stato. Il Ridotto era aperto esclusivamente durante il Carnevale; gli unici a essere esentati dall'uso delle maschere erano i croupier, i cosiddetti barnabotti.
  • 18. FESTA DELLA SENSA La Festa della Sensa è una delle cerimonie più antiche e caratteristiche di Venezia. Il giorno dell'Ascensione, a maggio, si celebrano due avvenimenti fondamentali della storia della Serenissima: a.la vittoria militare del Doge Pietro Orseolo II nella liberazione della Dalmazia minacciata dagli Slavi; b.l’accordo di pace tra Papa Alessandro III e l'Imperatore Federico Barbarossa, siglato nel 1177 nella Basilica di San Marco grazie all'abilità diplomatica della Serenissima.
  • 19. SENSATION 2010, PROGRAMMA Una bauta, un corteo festante e irriverente, un eco lontano di musica tra le calli, visitatori incantati, frittelle, travestimenti e una interminabile pioggia di coriandoli: BENVENUTI AL CARNEVALE VENEZIANO!!!
  • 20. A San Marco, sestiere della mente SABATO 6 FEBBRAIO  Piazza San Marco, ore 14.00 – 17.00  Festa di apertura Carnevale dei Bambini  Una grande festa di apertura del Carnevale dei Bambini con ospiti, attrazioni e divertimento dedicato ai più piccoli. Gli spettacoli del Circus show di Bogino, Mr B con Benjamin Del mas, “Rosso a Spasso” del Teatro del Cacao saranno protagonisti della Piazza assieme ai clown, a bizzarre maxi galline, a truccabimbi, agli spettacoli di burattini di Lucia Osellieri, ai trampolieri e, per fare vero Carnevale, lo zucchero filato.  Piazza San Marco, ore 21.00 – 22.30 circa  Show inaugurazione del Carnevale  “Arlecchino Servitore Di Due Padroni” Di Carlo Goldoni. Lo spettacolo del Piccolo Teatro di Milano interpretato dal grande Ferruccio Soleri aprirà l’edizione 2010 del Carnevale.
  • 21. DOMENICA 7 FEBBRAIO Piazza San Marco, ore 12.00 Il Volo dell’Angelo, l’evento tradizionale più seguito e atteso del Carnevale. L’evento sarà accompagnato dal corteo storico del Doge e della Dogaressa. Piazza San Marco, ore 14.30 – 17.00 Festival Rievocazioni Storiche. Il Festival storico e gli artisti di strada arricchiscono il pomeriggio di San Marco, con nuove performances e le sfilate dei gruppi tradizionali. Da San Pietro di Castello a Piazza San Marco ore 14.00 – 17.00 La Festa delle Marie Il corteo delle Marie parte da San Pietro di Castello alle 14.00 e giunge in Piazza San Marco alle 15.00, dove le 12 ragazze scelte sfilano accompagnate dal corteo storico.
  • 22. A Cannaregio, sestiere del gusto DOMENICA 7 FEBBRAIO dalle ore 11.00  Festa Veneziana Il coloratissimo corteo acqueo e i sapori del sestiere danno vita in Rio di Cannaregio alla seguita e tradizionale Festa Veneziana. Con animazioni di strada, il “Fritoin Express” di Maurizio Adamo e le più famose specialità veneziane offerte dai ristoranti del sestiere.
  • 23. A Castello sestiere del tatto DA DOMENICA 6 FEBBRAIO A MARTEDI’ 16 FEBBRAIO  Giardini della Biennale, Palazzo delle Esposizioni, ore 10.00 - 18.30  Carnevale al Buio La nuova edizione di “Carnevale al buio” ripropone un sorprendente percorso nell’oscurità, alla scoperta di tutti i sensi. DA SABATO 6 FEBBRAIO A MARTEDI’ 16 FEBBRAIO  Palazzo delle Esposizioni ai Giardini, ore 10.00 – 18.00  “Il Giardino della Creatività – Il 1°Carnevale dei ragazzi della Biennale”. Un programma straordinario di iniziative educational e iniziative creative rivolte ai ragazzi delle scuole, alle famiglie e al pubblico, connesse ai temi del Carnevale.
  • 24. A Dorsoduro sestiere dell’udito SABATO 6 E DOMENICA 7 FEBBRAIO Campo Santa Margherita, dalle ore 21.00 Dj set con artisti vari. DOMENICA 7 FEBBRAIO Da Campo Santa Margherita “Alieni?! – Cose dall’altro Mondo”, parata creativa e inclusiva 2010. E’ una sfliata di animazione itinerante per le calli e i canali della città.
  • 25. IL CARNEVALE IN TERRAFERMA XXXII edizione del "Carneval dei Storti". Importante appuntamento annuale anche con il “Carnevale degli Storti”. “I Storti di Dolo” è infatti l’appellativo degli abitanti di Dolo e deriva dai coni di cialda, prodotti localmente fin dal 1800, usati per accogliere la panna montata, e serviti insieme con una tazza di cioccolata calda. Il carnevale a Dolo si festeggia fin dal 1979 ed è molto conosciuto soprattutto per la sfilata di carri allegorici che si svolge una settimana dopo la fine del carnevale. La manifestazione termina regolarmente con il processo, la condanna, il testamento ed infine la morte al rogo della “vecia”.
  • 26. Dalle ore 10.00 Palazzetto dello Sport di Dolo Festeggiamenti per il centenario della storica Società del Calcio Dolo e presentazione del libro di Lino Perini e Stefano Trovò: cronache e storie dei protagonisti che hanno portato la Società a questo traguardo. Ore 12.30 - Pranzo Sociale presso Palazzetto con autorità, ospiti, giocatori grandi e piccini, con la collaborazione dei ragazzi dell'Enaip di Dolo. Dalle ore 14.00 - Riuniremo Festa e colori di Carnevale per i ragazzi presso Piazza Cantiere e Squero Monumentale con intrattenimenti, clown e giochi. Presso il Foro Boario apertura parco giochi allestito con giostre per i bambini, bancarelle di dolciumi e giocattoli per piccoli e grandi per le giornate di sabato 6 e domenica 7 marzo. Ore 20.30 - presso il cinema Italia Dolo, la compagnia teatrale "Strakanasse" presenta: "Tuta colpa del gato" commedia in tre atti in dialetto veneto di Chiara Grandesso.
  • 27. Dalle ore 14.00 Sfilata di Carnevale con partenza dalla Statale nei pressi della passerella che collega la Statale stessa con Villa Angeli, proseguendo per via Matteotti, via Mazzini, via Garibaldi, passaggio a fianco degli storici Molini e a ridosso del monumentale Squero per poi entrare, passando davanti all'ex Macello, in via Rizzo e ritorno in Statale. Ospite d'onore "L'oriente in Riviera" centro studi arti marziali Fu Dou Shin di Dolo, D.T. Mario Spillere 7° Dan. Parteciperanno alla sfilata oltre 2000 figuranti fra maestosi carri allegorici provenienti dalla province di Treviso, Pordenone, Padova, Vicenza e dal Montello; maschere del '700, gruppi folcloristici, band musicale con 60 elementi e majorettes. I temi spazieranno dall'ecologia, alla musica, agli indiani, alla pace e tanti altri, che abbelliranno la sfilata, raccogliendo costumi e tradizioni diverse. Speaker della manifestazione: MARCO LANZA verrà allestito uno stand di ristoro con dolcetti e in occasione della Festa della donna, offerti mazzi di mimose alle signore presenti. Inoltre presso il Foro Boario sarà ancora presente il parco giochi allestito con giostre per i bambini e bancarelle con dolciumi per tutta la giornata. In Piazza Cantiere sarà presente il mercatino eco-solidale per tutta la giornata. Quest'anno il "Carneval dei Storti" sarà ripreso da Televeneto con messa in onda in differita anche su SKY 893 e Televicenza. Al termine della manifestazione ci saranno speciali premiazioni e riconoscimenti per il centenario del Calcio Dolo in collaborazione con l'Amministrazione Comunale con spettacolo finale di fuochi d'artificio che chiuderanno la XXXII edizione del Carnevale.