the language of art for centuries has been able to convey the truths of the Christian faith for generations. Today our children are no longer able to read and understand the beauty, lifeblood of our civilization
3. La motivazione
è nata dal desiderio di collegare,
in un progetto rispondente ai miei interessi e fruibile
anche a livello didattico,
gli stimoli provenienti da tre ambiti
tra loro apparentemente scollegati:
5. Tra le sollecitazioni offerte da Maria Luisa Mazzarello Maria Franca Tricarico
nel saggio
I L CREDO DELL ’ARTEORIENTAMENTI DI PER L ’AZIONE DIDATTICA
Indicazioni di contenuto e di metodo
(febbraio 2006)
ritengo di poter seguire
il Modello della pedagogia del documento-arte
“Nell ’economia di questo “modello ”, la scelta dell ’opera d ’arte, come nucleo generatore di
conoscenze, si fonda su alcune convinzioni che orientano l’azione didattica. Se il documento scritto
si esprime per concetti e procede nel rispetto delle categorie narrative spazio -temporali, l ’arte
cristiana si esprime in modo del tutto singolare: si pone nell’ordine del simbolo; ridice visivamente
i contenuti delle font i cristiane ; si propone in termini di bellezza ; narra, accostando nella stessa
scena, eventi, luoghi e tempi anche lontanissimi tra di loro ; rende presente il Credo delle prime
comunità cristiane; costituisce un patrimonio storicoculturale da riscoprire; è il luogo della“memoria
in cui affondano le radici dell’identità cristiana”
6. seguendo questo modello, l’approccio ai
documenti artistici verrà articolato su tre
piani:
:
>la lettura del testo-arte e la sua interpretazione simbolica
> la riflessione biblico-teologica ;
• > Le indicazioni per la didattica
Roma, 21 aprile 2.759
ab Urbe condita
7. …dati statistici e titoli
1. Dati statistici
dal sito artweb http://www.wga.hu
2. Il titolo
Lo stato dell’arte?Allarme rosso!,
della rivista per ragazzi e scritta da ragazzi, Zai.net (Aprile 2006)
http://www.zai.net
3. e ancora un titolo:
“Benedetto XVI ha reso giustizia all’arte cristiana”
dal giornale cattolico Avvenire (30 giugno 2005)
http://www.avvenire.it/
8. Dati statistici dal famoso sito
artweb
http://www.wga.hu/
che mette a disposizione online
15.403
immagini che riproducono
creazioni artistiche così suddivise
nello spazio e nel tempo…
9.
10. Percentuale della varie tipologie di immagini:
pitture, sculture, grafica e miniature
Details can be seen by clicking the particular part of the graph.
19. Da un campione di 1000 ragazzi
(tra i 15 e i 24 anni) interpellato
da Astra risulta che…
20. 38 giovani su 100 hanno divorziato dall’arte…
appassionato
all'arte
42%
totalmente
disinteressato
38%
abbastanza
20%
(dato presunto, dal momento che Zainet riporta solo
il dato negativo e quello positivo)
21. La scuola non basta
“I punti nodali emersi nel corso dell’indagine riguardano:
• Identificazione tra viaggi e fruizione delle creazioni artistiche
• Un più debole interesse per l’arte del proprio luogo di residenza
• Un moderato orgoglio sociale
• Il maggior interesse per l’arte non religiosa, civile o legata alla vita
quotidiana
• Il forte rifiuto di tutte le espressioni legate all’arte del secondo Novecento
• La potente domanda di comprensione
Il solo punto in comune tra gli intervistati riguarda la lamentela sulla mancanza
di strumenti per la conoscenza e l’interpretazione del prodotto artistico:la
scuola dunque non basta, anche perché l’insegnamento si limita a poche ore
settimanali rivolte più all’adempimento dei programmi che a stimolare la
curiosità degli alunni”
(Zai.net, p.28)
22. … Il maggior interesse per l’arte
non religiosa…
23. Come mai tanta diffidenza nei confronti
dell’arte religiosa?
A questa domanda che l’intervistatore Alberto, 18 anni di Pisa
rivolge al dott. Enrico Finzi, sociologo e presidente di Astra, la
società che ha curato l’ultimo rapporto su “I giovani italiani e
l’arte” per il FAI (Fondo Italiano per l’Ambiente), il dr Finzi così
risponde: “Premetto, io sono di origini ebraiche, ma deploro il
tracollo della conoscenza minima della cultura cristiana, che è
parte essenziale della vita di questo paese. Spesso i ragazzi non
conoscono l’abbiccì del linguaggio dell’arte religiosa: per
esempio, vedono una donna con un angelo e non riconoscono che
si tratta di un’annunciazione. Non sto parlando di una crisi
religiosa, ma di una crisi culturale, un imbarbarimento
progressivo e preoccupante: se non sappiamo da dove veniamo,
difficilmente sapremo dove andremo”
(Zai.net, p. 29)
24. … Non sto parlando di una crisi
religiosa, ma di una crisi culturale, un
imbarbarimento progressivo e
preoccupante: se non sappiamo da
dove veniamo, difficilmente sapremo
dove andremo
25. C’è un terzo motivo alla base
della scelta di unire immagini a
momenti centrali della fede
cristiana…
26. “Benedetto XVI ha reso giustizia
all’arte cristiana”
Il commento di Timothy Verdon*
sul quotidiano, “Avvenire” (30 giugno 2005)
dal titolo:
*Nato in New Jersey nel 1946, e formatosi come storico dell’arte alla Yale
University, vive da trent’anni in Italia . Sacerdote nella diocesi di Firenze, dirige
l’ufficio per la catechesi attraverso l’arte.
27. … il papa restituisce l’immagine
al popolo di Dio
“L’uso delle immagini sacre non è una novità. Molto
tempo prima che esistessero i catechismi scritti, la
Chiesa si è sistematicamente servita dell’arte per
comunicare i contenuti della fede. Non è stato uno
stratagemma funzionale, è stato molto di più ed è forse
questo qualcosa in più che alcune volte, in passato, è
stato frainteso o trascurato. Benedetto XVI ha reso
giustizia all’arte cristiana (…) con questo importante
passo, il papa restituisce l’immagine al popolo di Dio
precisamente là dove la Chiesa con il catechismo
comunica al popolo il grande deposito della fede ”.
28. (…)Il “Compendio” del catechismo, dando uno spazio di grande
onore alle immagini che la fede dei cristiani ha generato nei secoli,
riconosce questa centralità non solo storica ma teologicamente
strutturale della nostra fede.
L’immagine è più vicina della parola alla realtà ultima. In cielo
non ci saranno più le Scritture, in cielo ci sarà la visione beatifica,
la contemplazione: vedere Dio come ora noi siamo da Dio visti.
L’esperienza dell’arte nella vita della Chiesa ha una centralità e
una dinamicità vicina alla fonte vitale della nostra fede”.
29. Ma che cosa era successo con la
pubblicazione del Compendio del
Catechismo della Chiesa
Cattolica
avvenuta con Motu Proprio di papa
Benedetto XVI il 28 giugno 2005?
30. …14 immagini sacre
venivano legate strettamente a
questo singolare vademecum
rivolto alle persone credenti e
non
31. 14 immagini che diventavano
parte integrante e che quindi
accompagneranno questo testo in
tutte le traduzioni ed edizioni
future…
32. Come spiegava l’allora card. Ratzinger, presidente della
Commissione speciale per la elaborazione del
Compendio nella introduzione del 20 marzo 2005
“Una terza caratteristica è data dalla presenza di alcune immagini
che scandiscono l’articolazione del Compendio. Esse provengono
dal ricchissimo patrimonio dell’iconografia cristiana. Dalla
secolare tradizione secolare apprendiamo che anche l’immagine è
predicazione evangelica. Gli artisti di ogni tempo hanno offerto
alla contemplazione e allo stupore dei fedeli i fatti salienti del
mistero della salvezza presentandoli nello splendore del colore e
nella perfezione della bellezza.. È un indizio, questo, di come oggi
più che mai, nella civiltà dell'immagine, l'immagine sacra possa
esprimere molto di più della stessa parola, dal momento che è
oltremodo efficace il suo dinamismo di comunicazione e di
trasmissione del messaggio evangelico”.
33. …e nel discorso pronunciato il 28 giugno, nella
consegna ai fedeli del Compendio, papa Ratzinger
così si esprimeva:
“Immagine e parola s'illuminano a vicenda. L’arte ‘parla’
sempre, almeno implicitamente, del divino, della bellezza
infinita di Dio, riflessa nell’icona per eccellenza: Cristo
Signore, immagine del Dio invisibile. Le immagini sacre,
con la loro bellezza, sono anch’esse annuncio evangelico
ed esprimono lo splendore della verità cattolica,
mostrando la suprema armonia tra il buono e il bello, tra
la ‘via veritatis’ e la ‘via pulchritudinis’. Mentre
testimoniano la secolare e feconda tradizione dell’arte
cristiana, sollecitano tutti, credenti e non, alla scoperta e
alla contemplazione del fascino inesauribile del mistero
della redenzione, dando sempre nuovo impulso al vivace
processo della sua inculturazione nel tempo”.
34. …e il giorno successivo, nell’omelia durante la
celebrazione della festività dei ss. Pietro e Paolo, il Papa è
ritornato a ribadire questo stretto legame tra parola e
immagini, spiegando il significato della prima immagine
che si trova nel Compendio
“All’inizio c’è un’icona di Cristo del XVI secolo, che si trova sul
Monte Athos e rappresenta Cristo nella sua dignità di Signore della
terra, ma insieme come araldo del Vangelo, che porta in mano. ‘Io
sono colui che sono’, questo misterioso nome di Dio proposto
nell’Antica Alleanza, è riportato lì come suo nome proprio: tutto ciò
che esiste viene da lui, egli è la fonte originaria di ogni essere. E
perché è unico, è anche sempre presente, è sempre vicino a noi e
allo stesso tempo sempre ci precede: come ‘indicatore’ sulla via
della nostra vita, anzi essendo egli stesso la via. Non si può leggere
questo libro [di catechismo] come si legge un romanzo. Bisogna
meditarlo con calma nelle sue singole parti e permettere che il suo
contenuto, mediante le immagini, penetri nell’anima”.
35. E già questa prima immagine del
Compendio
• “consente di cogliere la straordinaria unità del
mistero di Dio, del suo disegno salvifico per
l’intera umanità, della centralità di Gesù,
l’unigenito Figlio di Dio fatto uomo nel seno
della Vergine Maria, morto e risorto per noi.
Presente ed operante nella sua Chiesa
particolarmente nei sacramenti, Cristo è la
sorgente della nostra fede, il modello d’ogni
credente e il maestro della nostra preghiera”
(Parole pronunciate da Benedetto XVI nell’Angelus del 3 luglio 2005)