18. Le potenzialità e i limiti del “modello bipartito” del piano
Il rischio maggiore: l’adattamento burocratico a procedure imposte
dalla Legge
I limiti del modello bipartito nella separazione tra piano strutturale-
strategico e operativo.
Il Piano Strutturale è davvero stabile nel tempo?
Le questioni aperte: almeno tre campi (intrecciati) nei quali si
gioca l’innovazione metodologica, tecnologica e tecnica
• Il piano e la partecipazione
• I SIT e Web-Gis
• La Vas
19. La ricostruzione del clima in cui si delinea il
“modello bipartito” del piano
L’evoluzione della forma-piano (regolatore
generale): dal piano “classico” al “modello
bipartito” al modello tripartito lombardo
20. L’identità dei luoghi e la discussione sulla
carta dei valori e dei luoghi sulla quale
fondare una visione condivisa del nostro
futuro
Il piano strutturale come espressione della
vision
21. Legge regionale 12 novembre 1997, n. 34 “Modifiche alla legge regionale 19
novembre 1991, n. 52”
La formazione del nuovo PTRG coordinato da Roberto Barocchi
Art.1 (Contenuti ed elementi del PRGC)
1. All'articolo 30, comma 1, della legge regionale 19 novembre 1991, n. 52, la lettera
a) e' sostituita dalla seguente: << a) gli obiettivi e le strategie, anche suddivisi
per ambiti territoriali, che l'Amministrazione comunale intende perseguire con il
piano per la definizione degli interventi di attuazione, nonche' di revisione od
aggiornamento del piano; >>.
2. 1 bis) relazione con l'indicazione motivata dei limiti di flessibilita', riferiti agli
specifici contenuti del piano, per l'attuazione, la revisione o l'aggiornamento del
piano medesimo; la flessibilita' non puo' consentire l'incremento di aree destinate
alle funzioni di piano superiore al 10 per cento, in relazione alla quantita'
complessiva delle superfici previste per le diverse funzioni, attuabile anche con piu'
interventi successivi, con esclusione di riduzioni delle superfici delle zone forestali e
di tutela ambientale; >>.
3. All'articolo 30, comma 5, lettera b), della legge regionale 52/1991, il numero 2) e'
sostituito dal seguente:
22. Regione Friuli-Venezia Giulia
Legge Regionale 23 febbraio 2007, n. 5 art 2
e) pianificazione comunale: la funzione di pianificazione generale, territoriale e
urbanistica del Comune che si articola nei livelli strutturale e operativo;
g) piano strutturale comunale (PSC): lo strumento di pianificazione del Comune che
definisce gli indirizzi, le prescrizioni, nonché gli obiettivi strategici per la pianificazione
dell'intero territorio comunale;
h) piano operativo comunale (POC): lo strumento urbanistico del Comune che
stabilisce le regole per la conservazione, valorizzazione, organizzazione e
trasformazione di tutto il territorio comunale, individuando le azioni per il
raggiungimento degli obiettivi del PSC;
ix)documento preliminare di piano (DPP): il documento che contiene lo schema
dell'assetto del territorio e individua limiti e condizioni di trasformazione per lo sviluppo
sostenibile;
l) piani attuativi comunali (PAC): l'insieme degli strumenti urbanistici di iniziativa
pubblica e privata previsti dalla legge per dare attuazione alle previsioni degli
strumenti di pianificazione comunale e sovracomunale;
23. Art. 15
Piano strutturale comunale.
1. Il Piano strutturale comunale ha durata indeterminata e:
a) costituisce il quadro conoscitivo del territorio comunale idoneo a delineare le
strategie e le azioni per lo sviluppo, conservazione e valorizzazione delle risorse
essenziali;
b) recepisce le prescrizioni di PTR;
c) fissa gli indicatori di monitoraggio per la valutazione ambientale strategica (VAS);
d) stabilisce i criteri per l'utilizzazione delle risorse essenziali di livello comunale;
e) individua gli ambiti urbanizzati, non urbanizzati, urbanizzabili e la rete delle
infrastrutture, definiti secondo le tipologie e nei limiti del PTR;
f) definisce la metodologia e i criteri, nonché i limiti, per l'individuazione degli ambiti
di perequazione urbanistica, di compensazione urbanistica e di compensazione
territoriale.
2. Il PSC è rappresentato mediante l'utilizzo di piattaforme informatiche secondo le
modalità previste dal regolamento di attuazione della presente legge.
24. Art. 16
Finalità strategiche del PSC.
1. Il PSC persegue le seguenti finalità strategiche:
a) la conservazione e la valorizzazione del territorio comunale attuando le
previsioni del PTR anche in relazione ai profili naturalistico, ambientale,
paesaggistico, culturale, storico e la riqualificazione urbana e ambientale;
b) le migliori condizioni per la crescita economica del Comune e lo
sviluppo sostenibile della competitività del sistema comunale;
c) la coesione sociale della comunità, nonché l'integrazione territoriale,
economica e sociale del Comune con i territori contermini;
d) il miglioramento della condizione di vita degli individui, della comunità,
degli ecosistemi e, in generale, l'innalzamento della qualità ambientale;
e) le migliori condizioni per il contenimento del consumo dell'energia e del
suolo, anche con lo scopo di mantenere la più estesa fruizione a scopi
agricoli e forestali, nonché per lo sviluppo delle fonti energetiche
alternative;
f) la sicurezza rispetto ai rischi correlati all'utilizzo del territorio comunale.
25. Art. 17
Procedura di formazione del PSC.
5. Il Comune pubblica l'avviso di adozione del PSC
sul Bollettino Ufficiale della Regione e
contestualmente deposita il PSC presso la propria
sede per trenta giorni, entro i quali chiunque può
formulare osservazioni.
6. Il Consiglio comunale decide motivatamente sulle
osservazioni e approva il PSC qualora non siano
introdotte modifiche ai contenuti dell'intesa. Il PSC
approvato è trasmesso alla Regione.
26. Legge del Veneto
Livelli di pianificazione
Comma 4, lettera a)
PAT (piano di assetto del territorio
comunale), PATI (se intercomunale)
-PI (piano degli interventi comunali)
PUA (piani urbanistici attuativi)
PTCP (piano territoriale di coordinamento
provinciale)
PTRC (piano territoriale regionale di
27. Art. 3, comma 5
Ai fini dell’adozione di PTRC, PTCP, PAT e PATI l’ente
territoriale competente elabora un documento preliminare
Il doc. prelim. contiene, in particolare:
• Gli obiettivi generali
• Le scelte strategiche di assetto del territorio
• le indicazioni per lo sviluppo sostenibile e durevole del
territorio
28. Il Documento preliminare
quadro di riferimento urbano-territoriale per
il piano
elabora una vision,
Indirizza procedure di ascolto e di
partecipazione dei cittadini
31. L.R. n.11 del 23.4.2004
P.A.T.
• Contenuti:
• invarianti strutturali di natura geologica,
geomorfologica, idrogeologica, paesaggistica e
ambientale, storico monumentale,
architettonica;
• ambiti a cui attribuire i corrispettivi gradi di
tutela;
32. L.R. n.11 del 23.4.2004
P.A.T.
• Contenuti:
• dotazione minima dei servizi-standard;
• infrastrutture e attrezzature di maggiore
rilevanza;
• determina A.T.O. e il dimensionamento;
• Linee preferenziali di sviluppo insediativo e
trasformazione;
33. L.R. n.11 del 23.4.2004
P.A.T.
• Contenuti:
• modalità di applicazione perequazione;
• Sportello unico attività produttive;
• aree di urbanizzazione consolidata dove sono
sempre possibili gli interventi;
• contenuti per i programmi complessi;
34. L.R. n.11 del 23.4.2004
Piano degli Interventi
• Contenuti:
• come l’attuale P.R.G.
• superamento z.t.o. D.M. 2.4.1968 n.1444
• Validità:
• 5 anni per aree di trasformazione e previsione
degli standard.
35. L.R. n.11 del 23.4.2004
P.U.A. (art.19)
• Contenuti:
• come Piano Attuativo pubblico nella procedura
• Adozione: Giunta Comunale
• Approvazione: Consiglio Comunale
• Validità:
• validità delle singole fattispecie di Piani attuativi (P.P.-
P.d.R. - P.d.L.- P.E.E.P. - P.I.P. - P.I.R.U.E.A.)
36. • Quadro conoscitivo
• La V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica)
obbligatoria per P.T.R.C., P.T.C.P., P.A.T.,
P.A.T.I.
37. 7 Soggetti interessati alle consultazioni (Comune di Silea)
La fase partecipativa viene prevista dalla normativa regionale dopo l’approvazione del
Documento Preliminare, e verrà opportunamente attivata nel momento in cui la Rapporto
Ambientale Preliminare diventerà parte organica del Documento preliminare.
I soggetti interessati e invitati a partecipare alla fase di consultazione,oltre alla
popolazione stessa del comune di Silea, sono i seguenti:
• Regione Veneto
• Provincia di Treviso
• ARPAV Dipartimento Provinciale di TREVISO
• Vigili del Fuoco
• Parco Naturale Del Fiume Sile
• Genio Civile di Treviso
• Consorzio Bonifica Piave
• A.T.V.O.
• Soprintendenza Beni Culturali e Paesaggistica
• Soprintendenza Beni Archeologici
• Consorzio Intercomunale Priula
• Azienda Servizi Pubblici Sile Piave Spa
• ULSS 9
• CRI Treviso
• Autostrade per l'Italia Spa
• A.N.A.S. S.p.a.
• Veneto Strade S.p.a.
• ACTT
38. 7 Soggetti interessati alle consultazioni
• R.F.I. Rete Ferroviaria Italiana
• ASCOM
• Lega Ambiente
• Italia Nostra
• Gli ordini professionali: Ingegneri, Architetti, Geologi, Geometri, Agronomi
• Assindustria
• CCIAA
• Gruppo Giovani Imprenditori c/o Assindustria
• Unione Artigiani e Piccola Industria
• Unione Provinciale Agricoltori
• Le parrocchie
• Veneto Agricoltura
• Co.P. Agri
• Associazione Provinciale Allevatori
• Federazione Coltivatori Diretti
• Confederazione Italiana Agricoltori
• Confesercenti
• Enel Rete Gas
• ENEL Distribuzione S.p.a.
• CGIL
• CISL
• UIL
• APPIA
39. Milano
Dopo il Piano Regolatore del 1980
- Progetto Passante 1982
- Progetti d’area 1985
- Documento direttore delle aree industriali
dismesse 1988
40. La legge regionale della Lombardia n.1 19 febbraio
2001 introduce il Piano dei Servizi
L’indifferenza dei servizi in base alla zona omogenea
Il piano ha il compito di individuare i concreti bisogni
della collettività e gli obiettivi di miglioramento della
qualità urbana che l’Amministrazione persegue
41. LEGGE REGIONALE 11 marzo 2005,
N. 12
"Legge per il governo del territorio"
Art. 7.
Piano di governo del territorio.
1. Il piano di governo del territorio, di seguito
denominato PGT, definisce l’assetto dell’intero
territorio comunale ed è
articolato nei seguenti atti:
a) il documento di piano;
b) il piano dei servizi;
c) il piano delle regole.
42. Art. 8.
Documento di piano.
1. Il documento di piano, anche avvalendosi degli strumenti di cui all’articolo
3, definisce:
d)il quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento
b) il quadro conoscitivo del territorio comunale
c) l’assetto geologico, idrogeologico e sismico
2. Sulla base degli elementi di cui al comma 1, il documento di piano:
h)individua gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione
b) determina gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGT
c) determina, in coerenza con i predetti obiettivi e con le politiche per la mobilità, le
politiche di intervento per la residenza, ivi comprese le eventuali politiche per l’edilizia
residenziale pubblica, le attività produttive primarie, secondarie e terziarie, ivi
comprese quelle della distribuzione commerciale, evidenziando le scelte di rilevanza
sovracomunale, in applicazione dell’articolo 15, commi 1 e 2, lettera g);
d) dimostra la compatibilità delle predette politiche di intervento e della mobilità con
le risorse economiche attivabili dalla pubblica amministrazione
e) individua, anche con rappresentazioni grafiche in scala adeguata, gli ambiti di
trasformazione, definendone gli indici urbanistico-edilizi in linea di massima, le
vocazioni funzionali e i criteri di negoziazione, nonché i criteri di intervento,
preordinati alla tutela ambientale, paesaggistica e storico-monumentale, ecologica,
geologica, idrogeologica e sismica, laddove in tali ambiti siano comprese aree
qualificate a tali fini nella documentazione conoscitiva;
44. Piano dei servizi.
I comuni redigono ed approvano il piano dei servizi al fine di assicurare una
dotazione globale di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e
generale, le eventuali aree per l’edilizia residenziale pubblica e da dotazione a
verde, i corridoi ecologici e il sistema del verde di connessione tra territorio
rurale e quello edificato, nonché tra le opere viabilistiche e le aree urbanizzate
ed una loro razionale distribuzione sul territorio comunale, a supporto delle
funzioni insediate e previste.
Il piano dei servizi esplicita la sostenibilità dei costi di cui al comma 3, anche in
rapporto al programma triennale delle opere pubbliche
Nelle zone montane i comuni tengono conto delle previsioni dei piani di sviluppo
socioeconomico delle comunità montane.
Il piano dei servizi può essere redatto congiuntamente tra più comuni confinanti
e condiviso a livello operativo e gestionale.
Il piano dei servizi deve indicare i servizi da assicurare negli ambiti di
trasformazione di cui all’articolo 8, comma 2, lettera e), con particolare
riferimento agli ambiti entro i quali è prevista l’attivazione di strutture di
distribuzione commerciale, terziarie, produttive e di servizio caratterizzate da
rilevante affluenza di utenti.
45. Il piano dei servizi è integrato, per quanto riguarda l’infrastrutturazione del sottosuolo,
con le disposizioni del piano urbano generale dei servizi nel sottosuolo (PUGSS), di cui
all’articolo 38 della l.r. 12 dicembre 2003, n. 26.
Sono servizi pubblici e di interesse pubblico o generale i servizi e le attrezzature
pubbliche, realizzati tramite iniziativa pubblica diretta o ceduti al comune nell’ambito di
piani attuativi, nonché i servizi e le attrezzature, anche
privati, di uso pubblico o di interesse generale, regolati da apposito atto di
asservimento o da regolamento d’uso, redatti in conformità alle indicazioni contenute
nel piano dei servizi, ovvero da atto di accreditamento dell’organismo
competente in base alla legislazione di settore, nella misura in cui assicurino lo
svolgimento delle attività cui sono destinati a favore della popolazione residente nel
comune e di quella non residente eventualmente servita.
Le previsioni contenute nel piano dei servizi, concernenti le aree necessarie per la
realizzazione dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, hanno carattere
prescrittivo e vincolante.
I vincoli preordinati all’espropriazione per la realizzazione, esclusivamente ad opera
della pubblica amministrazione, di attrezzature e servizi previsti dal piano dei servizi
hanno la durata di cinque anni, decorrenti dall’entrata in vigore del piano stesso. Detti
vincoli decadono qualora, entro tale termine, l’intervento cui sono preordinati non sia
inserito, a cura dell’ente competente alla sua realizzazione, nel programma triennale
delle opere pubbliche e relativo aggiornamento, ovvero non sia stato approvato lo
strumento attuativo che ne preveda la realizzazione.
46. Non configurano vincolo espropriativo e non sono soggette a decadenza le
previsioni del piano dei servizi che demandino al proprietario dell’area la
diretta realizzazione di attrezzature e servizi, ovvero ne contemplino la facoltà
inalternativa all’intervento della pubblica amministrazione.
Il piano dei servizi non ha termini di validità ed è sempre modificabile.
La realizzazione di attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale,
diverse da quelle specificamente previste dal piano dei servizi, non comporta
l’applicazione della procedura di variante al piano stesso ed è autorizzata
previa deliberazione motivata del consiglio comunale.
47.
48. Piano delle regole.
1. Il piano delle regole:
a) definisce, all’interno dell’intero territorio comunale, gli ambiti del tessuto urbano
consolidato, quali insieme delle parti di territorio su cui è già avvenuta l’edificazione
o la trasformazione dei suoli, comprendendo in essi le aree libere intercluse o di
completamento;
b) indica gli immobili assoggettati a tutela in base alla normativa statale e regionale;
c) individua le aree e gli edifici a rischio di compromissione o degrado e a rischio di
incidente rilevante;
d) contiene, in ordine alla componente geologica, idrogeologica e sismica
e) individua:
1) le aree destinate all’agricoltura;
2) le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche;
3) le aree non soggette a trasformazione urbanistica.
49. 2. Entro gli ambiti del tessuto urbano consolidato, il piano delle regole
individua i nuclei di antica formazione ed identifica i beni ambientali e storico-
artistico-monumentali oggetto di tutela ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio
2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della
legge 6 luglio 2002, n. 137) o per i quali si intende formulare proposta motivata di
vincolo. Il piano delle regole definisce altresì, con riferimento a quanto stabilito
dall’articolo 8, comma 1, lettera b), le caratteristiche fisico-morfologiche che
connotano l’esistente, da rispettare in caso di eventuali interventi integrativi o
sostitutivi, nonché le modalità di intervento, anche mediante pianificazione attuativa
o permesso di costruire convenzionato, nel rispetto dell’impianto urbano esistente,
ed i criteri di valorizzazione degli immobili vincolati.
50. 3. Per gli ambiti di cui al comma 2, inoltre, identifica i seguenti parametri da
rispettare negli interventi di nuova edificazione o sostituzione:
a) caratteristiche tipologiche, allineamenti, orientamenti e percorsi;
b) consistenza volumetrica o superfici lorde di pavimento esistenti e previste;
c) rapporti di copertura esistenti e previsti;
d) altezze massime e minime;
e) modi insediativi che consentano continuità di elementi di verde e continuità del
reticolo idrografico superficiale;
f) destinazioni d’uso non ammissibili;
g) interventi di integrazione paesaggistica, per ambiti compresi in zone soggette a
vincolo paesaggistico ai sensi del
D.Lgs. 42/2004;
h) requisiti qualitativi degli interventi previsti, ivi compresi quelli di efficienza
energetica e mitigazione delle
infrastrutture della viabilità con elementi vegetali tipici locali.
51. 4. Il piano delle regole:
a) per le aree destinate all’agricoltura:
1) detta la disciplina d’uso, di valorizzazione e di salvaguardia, in conformità con
quanto previsto dal titolo terzo della parte seconda;
2) recepisce i contenuti dei piani di assestamento, di indirizzo forestale e di bonifica,
ove esistenti;
3) individua gli edifici esistenti non più adibiti ad usi agricoli, dettandone le normative
d’uso;
b) per le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche detta ulteriori regole
di salvaguardia e di valorizzazione in attuazione dei criteri di adeguamento e degli
obiettivi stabiliti dal piano territoriale regionale, dal piano territoriale paesistico
regionale e dal piano territoriale di coordinamento provinciale;
c) per le aree non soggette a trasformazione urbanistica individua gli edifici esistenti,
dettandone la disciplina d’uso e ammette in ogni caso, previa valutazione di possibili
alternative, interventi per servizi pubblici, prevedendo eventuali mitigazioni e
compensazioni agro-forestali e ambientali.
5. Le indicazioni contenute nel piano delle regole hanno carattere vincolante e
producono effetti diretti sul regime giuridico dei suoli.
6. Il piano delle regole non ha termini di validità ed è sempre modificabile.
52. PGT di Milano
2.0 OBIETTIVI E STRATEGIE
2.1 La città attrattiva
2.1.1 Milano metropoli a rete tra centro e periferia
2.1.2 Lo sviluppo urbano in coerenza con il progetto dell’assetto infrastrutturale
2.1.3 L’incremento abitativo e la casa per tutti
2.1.4 L’incentivazione della creatività e del terziario propulsivo
2.1.5 La tutela delle identità di quartiere e degli ambiti monumentali e paesaggistici
2.2 La città vivibile
2.2.1 La permeabilità dei grandi sistemi ambientali e la connessione con i nuovi parchi urbani
2.2.2 Preservare e promuovere un uso efficiente degli ambiti agricoli
2.2.3 Il rinnovamento fisico e funzionale del territorio contaminato o dismesso
2.2.4 L’acqua come presupposto ambientale irrinunciabile per Milano
2.2.5 L’urbanistica verso una politica energetica innovativa
2.3 La città efficiente
2.3.1 La qualità diffusa dei servizi
2.3.2 Le centralità di quartiere e la micropermeabilità del verde
2.3.3 I tempi senza pause della città
2.3.4 Gestione e manutenzione della città e degli spazi pubblici
2.3.5 La sussidiarietà quale principio di relazione virtuosa pubblico-privato
53. Garantire, attraverso un governo
condiviso degli assetti e delle
trasformazioni territoriali,
la piena coesione sociale e il rispetto
dei valori dell’individuo, anche
mediante un’equa
accessibilità ai beni e ai servizi, alle
opportunità di lavoro, di impresa e di
partecipazione
54. La partecipazione si è risolta in alcune pubblicazioni di
determine
Una conferenza di valutazione e orientamento sul documento di
scoping della VAS
Una seconda conferenza di valutazione con gli stekholders
Pubblicazione sul di un sito delle informazioni elaborate
Invio della proposta ai consigli di zona
Un forum pubblico
Al documento della vas sono arrivate 14 osservazioni: 5 privati,
la Provincia di Milano, il PASM. l’ASL. l’ARPA
-Le associazioni Ciclobby-genitori antismog-Lipu –wwf, Italia
Nostra, INU, Legambiente e un comitato locale
57. COMUNE DI PORTOBUFFOLE' PROVINCIA DI TREVISO
DITTE: MACCAN IMMOBILIARE S.R.L.
ZANATTA IMMOBILIARE S.A.S.
SCHEMA DI IMPIANTO E SELEZIONE DELLE ESSENZE DEL BOSCO PLANIZIALE
RIELLO PERA ADRIANO
R.M.1. S.N.C.
1:1000
Marzo 2001
S ES TO D I IMPIAN TO 2 .5 m
A lb eratura al p r mo anno d'impi anto
i A lb eratura al qui nto anno d 'impianto A lb eratura al d ec imo anno d 'i mpianto
PIANO DI LOTTIZZAZIONE INDUSTRIALE "BASTIE"
Tav. Oggetto:
4
LEGENDA
PLANIMETRIA GENERALE
Salice
Ontano
Pioppo nero
Quercia
Carpino
Acero
Olmo
Alberatura esistente
Siepe di carpino
Limite S.U.A.
PREVISIONE DI PIANO SCALA 1:2000
10
11
12
E VEN TUA LE PON TE PER AC CES SO AD ALTRA PROPRIETA'
13
9
14
S TRADA DI SERVIZIO
PARAMETRI DI EDIFICABILITA'
LOTTI SUPERFICIE FONDIARIA SUPERFICIE EDIFICABILE
mq. mq.
1 4.435 1.180
A CE RO - S ES TO D I IMPIAN TO 5 m
2 5.908 3.325
P ER CORS O PE DONA LE E D I SE RV IZIO IN TERRA BATTURA
3 20.353 13.000
4 20.464 13.462
4
5 14.987 9.000 8 7 6 5
6 7.824 4.450
7 7.746 4.450
8 10.038 6.050
9 5.717 3.450
10 16.252 10.000
11 6.887 4.150 A CC ES SO D I SE RV IZIO A L ME TA NODOTTO
12 6.590 4.150
P IOPP O NE RO - S ES TO D I IMPIAN TO 8 m PRATO STABILE
13 2.330 1.400
14 3.794 2.179
Tot. 80.246
1
R 3m
R 3m
SEZIONE TIPO
3
2
P AR CH EGGIO PE R ME ZZIPESANTI
ACERO ACERO
SCALA 1:50
58. ATTO INTEGRATIVO
ALL’ACCORDO DI PROGRAMMA
1994 PER LA QUALIFICAZIONE E
LO
SVILUPPO DEL SISTEMA
FIERISTICO LOMBARDO
PROCEDURA DI VAS
Documento di Scoping
59. Individuazione
dell’ambito di
trasformazione
urbana 1994
Prima variante
all’accordo di
programma 2003
Seconda varianet
all’accordo di
programma 2009
60. • 11 Il processo partecipativo
• 11.1 La mappatura dei soggetti coinvolti
• Il processo di partecipazione alla VAS e e sara sviluppato in
supporto all’autoritaprocedente, sfruttando diverse
tipologie comunicative al fine di raggiungere in modo
efficace tutti i soggetti coinvolti e garantire la trasparenza e
laripercorribilita del processo.
• Qualunque sara la modalita partecipativa adottata, saranno
predisposti, quando richiesti, elaborati finalizzati alla
comunicazione delle proposte progettuali anche per il
pubblico. Infine, gli esiti dell’attivita di partecipazione
saranno inclusi nel Rapporto Ambientale e confrontati con
le reali scelte pianificatorie, diventando cosi parte
integrante del procedimento di valutazione ambientale
strategica
61. I temi che al momento attuale si propongono sono:
1) presentazione dello scoping alla cittadinanza con la finalita di
comunicare il percorso VAS e di raccogliere dubbi, richieste, temi
conflittuali, problematiche aggiuntive dalle quali far emergere i temi
per gli incontri successivi, ulteriori ai tematismi proposti nei punti
successivi,
2) effetti della nuova mobilita e sistema dei parcheggi,
3) effetti sul sistema del verde e la disponibilita/fruizione degli spazi
pubblici,
4) nuovi servizi offerti e l’integrazione con i servizi di zona esistenti.
Le date in cui si terranno le Conferenze di valutazione saranno rese
note mediante pubblicazione sul sito web della Regione, della
Provincia e del Comune, nonche comunicate ai soggetti sopraindicati
mediante e-mail.
Segue la tabella contenete la geografia degli attori coinvolta nel
processo di VAS.
62.
63. Accordo di programma per la trasformazione urbanistica delle aree
ferroviarie dismesse di Milano (2008). Documento scoping
La conferenza di valutazione sarà articolata in due sedute:
conferenza di valutazione introduttiva, di avvio del confronto, finalizzata ad illustrare la metodologia
specifica adottata per la predisposizione del Rapporto ambientale e per lo svolgimento delle attività
operative della VAS, programmate per il giorno 17/12/2008;
la seconda seduta, propriamente finalizzata alla valutazione ambientale della variante in occasione della
quale viene presentato il Rapporto ambientale.
Alle conferenze di valutazione è previsto il coinvolgimento dei seguenti soggetti:
Autorità proponente: Sindaco del Comune di Milano;
Autorità procedente: Direzione Centrale Sviluppo del Territorio del Comune di Milano - Direttore del Settore
Progetti Strategici;
Autorità competente: Settore Attuazione Politiche Ambientali della Direzione Centrale Mobilità, Trasporti,
Ambiente del Comune di Milano.
Soggetti competenti in materia ambientale ed enti territorialmente interessati da invitare alle Conferenze di
valutazione: A.R.P.A. Lombardia, A.S.L. Città di Milano, A.M.A. (Agenzia Mobilità Ambiente S.p.A.), la
Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia, la Regione Lombardia, la Provincia di
Milano, la Commissione Provinciale per le bellezze naturali di Milano, il Comune di Corsico; Soggetti
interessati al procedimento: Regione Lombardia - Direzione Generale Infrastrutture e Mobilità, Rete
Ferroviaria Italiana S.p.A. – Gruppo FFSS, Metropolitana Milanese S.p.A., Azienda Trasporti Milanesi S.p.A.,
A2A S.p.A., Agenzia del Demanio, Poste Italiane, Fondi immobiliari Pubblici – Investire Immobiliare S.G.R.,
Agenzia delle Dogane, Guardia di Finanza.
64. Tra la Conferenza di valutazione introduttiva e quella finale sarà indetta una assemblea
pubblica estesa alla cittadinanza e ai settori del pubblico interessati al procedimento di
seguito indicati (la relativa data verrà resa nota mediante avviso pubblicato sul sito web
del Comune e della Regione): i consigli di zona 2, 3, 4, 5, 6, 8, 9, i comitati di quartiere e le
associazioni di cittadini interessati alla trasformazione urbanistica degli scali dismessi, le
associazioni ambientaliste, l’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori
della Provincia di Milano, l’Ordine degli ingegneri della Provincia di Milano, Assolombarda,
Camera di Commercio di Milano, Assimpredil.
La comunicazione è avvenuta e avverrà:
a livello preliminare con la pubblicazione dell’avviso di avvio del procedimento della VAS
con atto pubblicato del 6 agosto 2008 al 5 settembre 2008 sul BURL, sul sito web del
Comune e della Regione Lombardia, all’albo pretorio, sul quotidiano La Repubblica nonché
affisso in luoghi visibili ed accessibili al pubblico;
pubblicazione degli avvisi di convocazione di assemblee pubbliche sul sito web del Comune
e della Regione Lombardia;
pubblicazione sul sito web del Comune e della Regione Lombardia della documentazione
indispensabile al reperimento di pareri ed osservazioni;
presentazione della documentazione predisposta nell’ambito delle sedute della conferenza
di valutazione;
presentazione della documentazione nell’ambito di incontri tematici con gli enti
competenti.
La documentazione via via disponibile sarà caricata sul sito web dell’amministrazione
comunale e della Regione Lombardia.
65. Ascoltare Pesaro come organizzazione
partecipata alla formazione del PRG cittadino
(1996-97)
67. Altre questioni
Città campagna – permeabilità e prossimità produttiva
Mobilità urbana (associazionismo)
Efficienza energetica
Consumo del suolo
Charette e Open Space Technooigy
69. Strumento urbanistico vigente (PRG ex L.R. 61/85)
• recepisce le disposizioni in materia di tutela dei beni archeologici fornite dal PTRC
e dal PALAV e la perimetrazione dell’ambito della riserva archeologica di Altino
• mantiene la distinzione operata da PTRC e PALAV tra:
- Aree direttamente interessate dal rinvenimento di reperti
- Aree di interesse archeologico (esterne alle precedenti)
Riserva archeologica di
Altino
Aree direttamente
interessate dal
rinvenimento di reperti
Aree di interesse
archeologico
Aree di interesse
paesistico ambientale (art.
21/a PALAV)
Aree di interesse
paesistico ambientale con
previsioni degli strumenti
urbanistici vigenti (art. 21/b
PALAV)
70. Strumento urbanistico vigente (PRG ex L.R. 61/85)
disciplina delle aree focus di Altino
(progetto PArSJAd)
aree 1 e 3 comprese nella riserva
archeologica di Altino
4
1
area 4 non compresa nell’ambito della 3
2
riserva; zona E1.1, tutelata come area di
interesse paesistico ambientale (art. 21
PALAV) Aree focus
Riserva archeologica di Altino
area 2 esterna al territorio comunale Aree direttamente interessate
(Comune di Venezia) dal rinvenimento di reperti
Aree di interesse
archeologico
Aree di interesse paesistico
ambientale (art. 21 PALAV)
71.
72.
73.
74. Metaprogetto del parco archeologico di Altino (PArSJAd)
Altino: recuperare e valorizzare il
patrimonio archeologico
Regione Veneto, Unità
Complessa Progetti Strategici e
Politiche Comunitarie
Evidenze archeologiche
Area urbana in corso di
studio
1° area di interesse
2° area di interesse
3° area di interesse
75. Metaprogetto del parco archeologico di Altino (PArSJAd)
Immagine aerea in
falsi colori dell’area di
Altino.
Ninfo, Fontana,
Mozzi, Ferrarese
(2009), «The Map of
Altinum, Ancestor of
Venice», Science,
325-2009.
76. Metaprogetto del parco archeologico di Altino (PArSJAd)
Immagine aerea in falsi colori dell’area di Altino (A) e schema di interpretazione (B).
Ninfo, Fontana, Mozzi, Ferrarese (2009), «The Map of Altinum, Ancestor of Venice», Science, 325-2009.