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Ambiente di coltivazione

La floricoltura in ambiente protetto e le colture floricole protette




 Apprestamento protetto: un ambiente confinato ed isolato da quello esterno, nel
quale si vengono a determinare, prevalentemente per gli apporti di energia solare,
condizioni climatiche adatte alla coltivazione dei fiori e delle piante

Colture Protette

Si denominano “protette“ quelle colture per le quali, con l’impiego di mezzi diversi,
si attua, durante l’intero loro ciclo, un condizionamento più o meno completo del
clima.

Tale condizionamento si rende necessario quando si vogliano coltivare

   1) fiori e piante originarie da zone con clima molto diverso da quello locale e che
      all’aperto non potrebbero essere allevate che per brevi periodi dell’anno,

                                                                                    1
2) fiori e piante di normale coltura in piena aria, delle quali però si intenda
       ottenere la produzione in epoca più o meno anticipata o ritardata rispetto a
       quella normale,
   3) quando si vogliano ottenere migliori caratteristiche qualitative.


In floricoltura ci interessano le coltivazioni forzate

Si attuano all’interno di particolari apprestamenti, fissi o mobili (serre, serre-tunnels)
e beneficiano per l’intera durata del loro ciclo di condizioni climatiche rese
artificialmente favorevoli

Con la “forzatura”, le piante possono esplicare completamente la propria capacità
produttiva, anche in un periodo stagionale ad esso avverso; e ciò con produzioni
extrastagionali, anticipate (precoci) o ritardate (tardive).


Attualmente la progettazione e costruzione di serre è regolata dalla norma UNI
13031-1:2004




I principali tipi di serre per la floricoltura



In una serra riscaldata del Nord Europa si potranno quindi coltivare piante che
solitamente si sviluppano in paesi dal clima tropicale; ugualmente, in serre fredde si
potrà ottenere lo scopo opposto.

Le serre quindi hanno la prerogativa di poter creare l'ambiente microclimatico ideale
per il tipo di piante che si vuole coltivare.

L'orientamento più favorevole è a est-ovest con i raggi del sole che attraversano il
rivestimento formando all'interno il ben noto "effetto serra"; i raggi vengono assorbiti
dalle piante e dalla copertura della serra che, imprigionandoli al suo interno, provoca
un innalzamento della temperatura.

Le serre sono suddivise in diverse tipologie

Numerosi sono i criteri di classificazione; quelli più validi sono i seguenti:



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Tenendo conto dell'indirizzo colturale, le serre si raggruppano in:

   1. Serre di forzatura o coltivazione. Si impiegano per la coltivazione di fiori recisi
      e piante da foglia e da fiore.
   2. Serre di propagazione o moltiplicazione. Si impiegano per la radicazione di
      piante da fiore e da frutto.

Tenendo conto del numero delle campate, le serre si raggruppano in:

   1. Serre singole o isolate. Sono serre ad unica campata.
   2. Serre accoppiate o gemellate. Sono serre a campata doppia senza parete
      divisoria.
   3. Serre multiple. Sono serre a batteria.

Tenendo conto del substrato utilizzato, le serre si raggruppano in:

   1. Serre normali. Sono serre in cui si utilizza normale terreno agrario come




   substrato.



   2. Serre per coltivazioni fuori suolo. Sono serre in cui si utilizza come substrato
      un materiale inerte, poroso, sterile, che si fa attraversare da una soluzione
      nutritiva preventivamente preparata. Ad esempio: vermiculite, perlite, pomice,
      lapillo lavico, lana di roccia, fibra di cocco.


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Tenendo conto della presenza e della tipologia dell'impianto di climatizzazione,
le serre si raggruppano in:

   1. Serre fredde. Non climatizzate.
   2. Serre temperate. Sono serre capaci di mantenere costantemente una
      temperatura tra i 10°C e i 14°C nelle ore notturne.
   3. Serre calde. Sono serre in grado di mantenere la temperatura notturna tra i 16 C
      ed i 20°C.

   Serre e serre tunnel

SERRE

Le serre vere e proprie sono invece costruzioni fisse dotate di una componente
strutturale più importante rispetto ai tunnel. Non è possibile descrivere una serra tipo

                                                                                      4
in quanto ne esistono numerosissime varianti; si passa infatti da semplici costruzioni
realizzate con materiali e tecniche locali a notevolmente complesse di tipo
industriale, altamente meccanizzate con numerosi sistemi al loro interno.

Classificazione

   1) caratteristiche della costruzione,

   2) il materiale di copertura

   3) i materiali della struttura portante.




   I materiali più usati per le parti strutturali sono il legno, l’acciaio e l’alluminio che
   si è andato sempre più diffondendo negli ultimi tempi.

   Il tipo di materiale usato per realizzare la struttura determina ovviamente la
   geometria e l’altezza massima dal momento che l’uso di materiali differenti porta
   ad una diversa capacità di resistere ai carichi.

   Le serre più alte (con altezze superiori ai 5 m) in grado di resistere quindi ai
   grandi carichi determinati principalmente dal vento, sono state sviluppate grazie
   all’impiego di materiali più resistenti.




Larghezze
m. 5,25 - 7,00 - 7,60 - 8,52 - 9,27 - 9,64 - 10,24 - 11,31 - 12, 46

Lunghezze Multipli di mt. 3,10

Altezza a richiesta


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•   Struttura in acciaio (Fe360, Fe430) completamente zincate a caldo
   •   Profili portavetro in alluminio con clips in acciaio inox e relative guarnizioni in
       Endoflex
   •   Sportellature di serie al colmo con una gamma di profili in alluminio con
       guarnizioni per consentire una chiusura perfetta.
   •   Aperture laterali a sporgere o Ghigliottina (saliscendi)
   •   Porte in alluminio a richiesta scorrevoli manuali o automatiche, ad ante con
       maniglie antipanico e molla di chiusura e portoni.
   •   conformi alle normative vigenti del D.M. n. 19 del 16.01.1996, la quale viene
       garantita una portata di 140 Kg. mq. Più il peso proprio.
   •   Installazione impianto coibentazione e ombreggio interno automatizzati con
       teli Svensson .
   •   Struttura antigrandine esterna



SerreTunnel

Una delle tipologie maggiormente diffuse in ambiante mediterraneo è quella delle
serre tunnel con struttura ad arco metallico e copertura con film plastico.

all’interno è possibile il passaggio degli operatori e spesso anche dei mezzi meccanici
e sono dotati di semplici aperture sui lati ottenute tramite arrotolamento del film di
copertura o tramite soluzioni più complesse.

Questo permette almeno parzialmente di evitare temperature e livelli di umidità
eccessivi.

I vantaggi maggiori di questa tipologia di strutture è sicuramente la loro semplicità
ed economicità che le rende adatte specialmente a colture di basso-medio reddito e in
quelle situazioni dove non si disponga di grandi capitali iniziali da poter investire.

Larghezze
m 8,80 ad arcata

m 6 - 8 - 9 - 10 se a gamba dritta

Serra tunnels e multitunnels a gamba dritta o ad arcata.



                                                                                         6
Realizzati con colonne in tubo zincato a caldo, arcate in tubi di ferro zincato
Sendzimir da Ø 60 e tiranti in tubo da Ø 27 singole o rinforzate gli archi vengono
posizionati ogni m 1,50 o 2

   •   Aperture
   •   Laterali avvolgibili o sporgere, manuali o automatizzate.
   •   Al colmo singole o doppie, automatizzate



Materiali di copertura

Per quanto riguarda i materiali di copertura, il vetro tradizionalmente usato fin dalla
realizzazione delle prime serre riveste ancora oggi un’importanza non trascurabile.
Oltre alle tipologie classiche negli ultimi decenni sono apparse sul mercato diverse
varianti. Interessanti risultano ad esempio i vetri a doppia parete, nella cui
intercapedine viene inserita anidride carbonica o aria secca e che presentano ottime
prestazioni ai fini dell’isolamento termico.

Altrettanto interessanti appaiono i vetri in grado di schermare la radiazione
dell’infrarosso lontano, grazie ad un sottile strato di ossidi metallici deposti sulla
faccia esterna per mezzo dei quali è esaltato l’effetto serra.

Tra le materie plastiche quelle flessibili (film plastici), hanno permesso la
realizzazione di serre circolari con una migliore performance per quanto concerne la
trasmissione della radiazione incidente.

Tra questi i tre materiali più ricorrenti sono il polietilene (PE), Il cloruro di polivinile
(PVC) e l’etilenvinilacetato (EVA). Vengono estrusi in film sottili dello spessore
variabile da 0,05 a 0,20 mm e possono essere incolori o colorati (fotoselettivi).

Ciascuno di questi composti presenta caratteristiche diverse.

Il PVC ad esempio ha ottime caratteristiche di resa termica tuttavia non si è mai
diffuso largamente in Europa a seguito di alcuni suoi difetti.



                                                                                          7
L’EVA presenta caratteristiche variabili a seconda del contenuto percentuale di
acetato di vinile che aumenta l’impermeabilità alla radiazione IR lontana, la
trasparenza al visibile, la resistenza a rottura e perforazione ma provoca anche
elasticità e sensibilità alla dilatazione. A seconda delle caratteristiche desiderate
esistono quindi miscele differenti.

Il PE infine ha in generale caratteristiche termiche non eccezionali ma garantisce
ottima resistenza meccanica e durata, per questo risulta il più diffuso nei nostri areali
anche perché meno costoso.

Le materie plastiche per la produzione di lastre rigide sono altrettanto importanti e
diversificate.

Le più diffuse sono sicuramente il poliestere (UP), il polimetacrilato di metile
(PMMA) e il policarbonato (PC).

Le lastre di poliestere presentano scarsa trasparenza nel visibile tuttavia i molti
aspetti positivi tra cui l’elevata resistenza meccanica, la notevole elasticità e
leggerezza e una bassa conducibilità termica hanno reso questo materiale il più
utilizzato e conosciuto da anni.

Il polimetacrilato ha molte caratteristiche che lo renderebbero un ottimo materiale di
copertura, infatti è dotato di elevata trasmittanza alla radiazione solare (addirittura
superiore al vetro), ridottissima conducibilità termica, forte resistenza agli agenti
atmosferici e leggerezza, ma presenta purtroppo anche scarsa durezza ed elevata
suscettibilità alla dilatazione che ne ridimensionano notevolmente il suo valore.



Copertura

   •   Copertura e Aperture laterali in doppio nylon Patilux Eva 33 mesi (trasparente
       o bianco avorio) il cui montaggio viene effettuato con profili in alluminio con
       relative plastiche;


                                                                                       8
•   Copertura, testate e parti fisse e aperture (secondo richiesta) in FILON VITA
    (ondulato) a base di vetroresina trattato o in ONDEX in P.V.C. trasparente o
    colorato bianco, verde, grigio;
•   Copertura, testate e parti fisse e aperture in POLICARBONATO




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Materiali da copertura per serre

La scelta del materiale più idoneo alla serra che vogliamo coprire è una cosa molto
importante, ogni materiale ha delle caratteristiche proprie, conoscere e saper scegliere
quello che più è giusto alle nostre condizioni climatiche ed aspettative vuol dire
essere a metà dell'opera.

In questa pagina vengono spiegati e dettagliati i vari materiali maggiormente usati per
coprire le nostre serre...

I materiali da copertura si suddividono in 2 tipologie:

   •   film plastici
   •   lastre rigide

Esistono inoltre lastre semirigide, per serre a tunnel o con archi e curvature, ma usate
raramente in quanto viene preferito il film plastico.

L'effetto Serra.

Le nostre piante traggono la loro energia dalla luce (spettro solare visibile λ=360-760
nm), assorbendo le lunghezze d'onda comprese tra 400nm e 700nm e in particolare:

   •   regioni del blu: clorofilla a (430nm), clorofilla b (480nm) carotenoidi (400-
       500nm)
   •   regioni del rosso: clorofilla a (660nm), clorofilla b (650nm)

Per l'attività biologica sono necessarie radiazioni dello spettro invisibile infrarosso
(IR), in particolare infrarossi ad onde medie (IRM) e infrarossi ad onde corte (IRC)
con lunghezze d'onda comprese fra 1.200 e 2.500 nm.

Ogni oggetto irradiato da IRC e IRM riemette infrarossi ad onde lunghe calorifiche
(IRL) lunghezza d'onda compresa da 2.500 ed oltre 15.500nm.

L'effetto serra è la capacita dei materiali da copertura trasparenti di farsi attraversare
da IRC e IRM (onde non calorifiche) e di trattenere all'interno della serra le
radiazioni IRL, creando così un microclima controllato.

I materiali da copertura devono avere queste caratteristiche:

   •   assorbimento delle radiazioni in entrata (IRC e IRM)
   •   trattenimento delle radiazioni in uscita (IRL)



I film plastici
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Pro:

   •   economici
   •   leggeri e sottili, in commercio da 0,05 a 0,20 mm
   •   richiedono strutture più leggere e quindi meno costose
   •   maneggevoli
   •   richiedono poca manutenzione
   •   incolori o colorati (fotoselettivi)

Contro:

   •   durata limitata

I maggiormente usati sono:

   •   cloruro di polivinile (PVC)
   •   polietilene (PE)
   •   etilenvinilacetato (EVA)



Polietilene (PE)

Si tratta di un polimero fabbricato in film, il più usato per coprire le serre in Italia. In
commercio è disponibile fino a 18mt di larghezza.

Pro:

   •   economico
   •   poco deformabile nel tempo
   •   ottime radiazioni in entrata, ma che cambiano in base allo spessore del film.

Contro:

   •   bassa durata
   •   Dispersione del calore (non trattiene IRL)

Si sconsiglia l'uso di polietilene a bassa densità (PEBD-LDPE), sono più luminosi,
ma trattengono meno calore (meno effetto serra), a meno che non siano trattati con
additivanti.



Cloruro di polivinile (PVC)



                                                                                           11
Si tratta di un polimero fabbricato in film, addittivato con sostanze stabilizzanti che
aumentano resistenza e flessibilità. In commercio è disponibile anche anticondensa e
anticondensa a lunga durata.

Pro:

   •   radiazioni in entrata 90%
   •   radiazioni in uscita 32%

Contro:

   •   deformazione (necessita di essere messo in trazione spesso)
   •   rotture da forte vento



Etil vinile acetato (EVA)

Materiale intermedio tra PE e PVC, ha caretteristiche ottimali per radiazioni in
entrata e in uscita, ottimo effetto serra.

Pro:

   •   radiazioni in entrata ottime
   •   radiazioni in uscita minime (trattiene IRL per un maggior effetto serra)
   •   ottima resistenza agli UV
   •   anticondensa
   •   quasi indeformabile
   •   Lunghissima durata (garantido fino a 33 mesi)

Contro:

   •   costo elevato rispetto ad altri film plastici

In commercio esistono varie tipologie di EVA, il migliore è senza dubbio il
"multieva" prodotto da EIFFEL



Le lastre rigide

Pro:

   •   lunga durata
   •   ottima resistenza agli UV
   •   ottima resistenza alle intemperie

                                                                                      12
•   rigidi
   •   buone radiazioni in entrata
   •   dispersione termica minore rispetto a qualsiasi altra copertura
   •   semplice assemblaggio
   •   richiedono poca manutenzione

Contro:

   •   costo elevato
   •   diminuzione della trasparenza (solo in alcuni tipi)
   •   formazione di alghe sui pannelli

I maggiormente usati sono:

   •   policarbonato alveolare
   •   polimetilmetalacrilato(vedril)(PMMA)(plexiglass)
   •   vetro

Policarbonato alveolare (PCA)

Il policarbonato è un poliestere dell'acido carbonico. Viene venduto in pannelli di
vario spessore e ha la peculiarità di presentare delle camere d'aria all'interno che lo
rendono particolarmente isolante. Spesso viene usato in alternativa al vetro a causa
della sua leggerezza, facilità di montaggio e resistenza alle intemperie.

Pro:

   •   peso (circa 10 volte meno del vetro)
   •   resistenza alle intemperie
   •   elevato punto di rottura
   •   buona durata (perdita di trasparenza del 10% in 5 anni) i nuovi pannelli anti
       UV garantiscono la trasparenza per 10 anni.
   •   bassa dispersione termica (la più bassa rispetto alle altre coperture)

Contro:

   •   costo elevato
   •   elevata dilatazione dovuta al calore
   •   minor trasparenza alle PAR (photosynthetically active radiation) rispetto alle
       altre coperture (a seconda del tipo da 78-89%)

Polimetilmetacrilato (PMMA) (Plexiglas)

E' un polimero del metalacrilato di metile (MMA) che viene usato in alternativa al
vetro per le sue peculiari caratteristiche.

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Pro:

   •    radiazione in entrata ottima (IRC IRM)
   •    radiazione fotosinteticamente attiva (PAR photosynthetically active radiation),
        più del vetro
   •    radiazione in uscita (IRL) 2% circa
   •    buona rigidità (punto di rottura inferiore al policarbonato ma superiore al
        vetro)
   •    scarsa conducibilità del calore
   •    ottima durata (15 anni)
   •    di facile montaggio

Contro:

   •    costo molto elevato
   •    necessitano pannelli di elevato spessore (10mm) per una bassa conducibilità
        termica (pari al PCA da 4mm)
   •    peso elevato
   •    elevata dilatazione dovuta al calore

Nomi commerciali: Acrivill, Deglas, Limacryl, Lucite, Oroglas, Perclax, Perspex,
Plexiglas, Resartglass, Vitroflex e Trespex.

Vetro

Ne esitono di varie tipologie e spessore a seconda dell'uso che si intende farne. Oltre
al normale vetro esiste per esempio il vetro retinato che posside un punto di rottura
più elevato del normale vetro. La migiore tecnologia oggi in commercio è il vetro
"hortiplus" che presenta sulla faccia esterna un sottilissimo foglio di ossido di stagno.
Questo abbassa pesantemente la capacità di trasmettere calore all'esterno al punto da
essere paragonabile a un doppio vetro con intercapedine di 6mm. (stima su pannelli
da 4mm)

Pro:

   •    radiazione in entrata ottima (IRC IRM)
   •    radiazione fotosinteticamente attiva (PAR photosynthetically active radiation)
        91% circa
   •    radiazione in uscita (IRL) 1% circa
   •    lunghissima durata
   •    indeformabile nel tempo
   •    costo non eccessivamente elevato

Contro:


                                                                                       14
•   fragilità
•   peso (10 volte più del PCA)
•   difficoltà di montaggio
•   pulizia superficie esterna periodica




                                           15
Impianti di riscaldamento più utilizzati in floricoltura



1 impianti a termosifone

A circolazione forzata di acqua calda

2 generatori di aria calda anche con canalizzazione con guaine di plastica, con fori,
lunghi anche sino a 50m

Regolazione e controllo della temperatura

Possibilmente automatica: tempestività e massima economia di funzionamento

Il termostato ambiente è il mezzo comunemente impiegato per regolare
automaticamente l’accensione dell’impianto

I sistemi elettronici si stanno diffondendo rapidamente



Come è possibile conseguire risparmi di energia del 20-30%

1 ACCUMULO TERMICO SERALE: il controllo elettronico attiva la chiusura
anticipata delle finestrature per realizzare un accumulo termico di 2-3°C

2 ATTUAZIONE DI REGIMI TERMICI DIFFERENZIATI DURANTE LA NOTTE

Si suddivide la notte in due periodi: un primo breve ad alte T per favorire il
trasferimento degli elaborati , ed uno più lungo a basse T

3 CONTENIMENTO DELLA U.R. NOTTURNA

Con interventi limitati di riscaldamento, inserendo una breve fase di ventilazione,
dopo la fase pomeridiana di accumulo-



Riscaldamento basale

Riscaldamento del substrato a mezzo di tubazioni ad acqua calda . Si usa nei bancali
di radicazione e nella coltivazione di piante ornamentali




                                                                                  16
RAFFRESCAMENTO

Eliminare l’eccesso di T o prevenirne l’aumento

Sistemi per contenere la T in serra:

         - ombreggiamento (tinteggiatura con miscuglio di calce e gesso in
           esterno; reti ombreggianti in plastica al 30, 50 e 70% in esterno;
           tessuto non tessuto di fibre plastiche per ombreggiamento interno)
         - ventilazione naturale e /o forzata (apertura delle sportellature laterali e di
           colmo con effetto camino)
         - evaporazione di acqua : con ventilatore elicoidale impiegato per il
           ricambio dell’aria in un impianto di raffreddamento tipo cooling, sulla
           parete opposta della serra si trova un pannello poroso mantenuto
           costantemente umido




                                                                                      17
UMIDIFICAZIONE

Si ricorre essenzialmente nel periodo estivo quando l’UR in serra raggiunge valori
molto bassi

- impianti di umidificazione ad acqua compressa o a vapore con apposita rete di
distribuzione

Indirizzi colturali e caratteristiche delle serre

Fiori recisi (rosa, crisantemo e gerbera)



Piante in vaso da fogliame e da fiore

Serre per orchidee




Nella coltivazione in serra i risultati migliori si possono conseguire soltanto
attraverso un contemporaneo ed armonico condizionamento del duplice ambiente in
cui le piante svolgono la loro attività vitale.

Bisognerà quindi conoscere con la maggiore esattezza possibile, da un lato le
caratteristiche fisiche e climatiche del terreno e la sua dotazione di elementi nutritivi
(azoto, fosforo, potassio, ecc.), dall’altro il microclima della zona, in modo da sapere
quanti siano gli elementi climatici ed i loro fattori limitanti che per mezzo della serra
è necessario modificare o “condizionare”.



Questo condizionamento potrà così riguardare:

       la temperatura dell’aria e del terreno
       il grado igrometrico dell’aria (umidità relativa) - la “qualità”, intensità e durata
       della luce - il tenore di anidride carbonica (CO 2 ) dell’aria.

L’interazione di tali fattori regola il processo fotosintetico delle piante. Benchè la
modificazione dei primi due elementi influisca in modo preminente sulla

                                                                                        18
climatizzazione di una serra, anche la variazione degli altri assume rilevante
importanza per non poche coltivazioni. L’essenziale è che tutti i fattori climatici siano
fatti variare non incontrollatamente, ma secondo precisi rapporti, in modo da renderli
perfettamente rispondenti alle esigenze della coltura.

Tali esigenze possono essere diverse, oltre che da specie a specie e da varietà a
varietà, anche per piante della stessa varietà, in rapporto allo stadio di sviluppo, alle
finalità della coltura (allevamento, moltiplicazione, radicazione, ecc.), alle esigenze
fito-sanitarie, al tipo di prodotto ed all’epoca in cui lo si intende conseguire.



I criteri di scelta dei rapporti per ottenere la migliore climatizzazione debbono
ovviamente derivare da una esatta conoscenza delle condizioni termiche,
igrometriche, ecc. ritenute ottimali per ciascuna specie e varietà.

La “climatizzazione” ovvero il “controllato condizionamento del clima” potrà essere
effettuata tanto più affinatamente quanto migliori saranno le caratteristiche costruttive
della serra e più completa la sua dotazione di efficienti impianti sussidiari
(riscaldamento, umidificazione, carbonicazione, ecc.).



Le serre vere e proprie possono essere dotate di svariati sistemi tra i quali quelli per il
controllo climatico, per l’irrigazione, la fertilizzazione, i trattamenti fitosanitari,
l’arricchimento della CO2, la cui complessità come ricordato in precedenza è
ovviamente variabile in dipendenza delle esigenze della coltura e delle disponibilità
finanziarie. I sistemi interni per il controllo climatico possono essere svariati,
comprendendo quelli atti a regolare la temperatura, l’umidità, e la radiazione
incidente sulla coltura. Tra questi quello che sicuramente riveste l’importanza
maggiore ed è più di frequente presente è il sistema di climatizzazione. Esistono
sistemi complessi che garantiscono un controllo costante del regime termico e
impianti più semplici, cosiddetti “di soccorso” (talvolta presenti anche nei tunnel),



                                                                                        19
che intervengono invece solo in caso di bisogno evitando blocchi della crescita o
addirittura solo alla soglia del danno alla coltura.

Per aumentare la temperatura dell’ambiente interno alla serra è possibile utilizzare
varie fonti energetiche quali quelle geotermiche (ove disponibili), eventuali reflui
industriali, l’energia solare, o più comunemente i combustibili. Differenti fonti
energetiche ovviamente implicano anche forti differenze, negli impianti presenti
all’interno della serra, per la distribuzione del calore. Per la riduzione delle
temperature invece la tecnica maggiormente diffusa è quella della ventilazione,
attraverso un apposito sistema di finestre posizionate sul tetto e/o sulle pareti laterali.
La ventilazione permette contemporaneamente alla riduzione degli eccessi di
temperatura,    l’abbassamento     dell’umidità    dell’aria   e   il   riequilibrio   della
concentrazione di CO2, che talvolta all’interno raggiunge livelli troppo bassi per una
buona attività fotosintetica della coltura (se non è presente un sistema di
arricchimento). Anche le finestre per la ventilazione possono presentare livelli di
complessità variabili passando da semplici finestre ‘fatte a mano’ con apertura
manuale, ad estremamente complesse e a controllo computerizzato nelle serre
industriali. Qui sono spesso presenti sistemi automatici di apertura controllati da unità
di controllo climatico che regolano numerosi parametri: temperatura, umidità,
ventosità, etc. Un altro sistema per il controllo del clima molto diffuso è quello per
l’ombreggiamento che consente di ridurre l’irraggiamento solare all’interno della
serra quando la radiazione solare risulta eccessiva; la tecnica può essere attuata con
schermi esterni o interni. I primi sono i più efficaci ma più complessi nel montaggio;
vengono per questo motivo preferiti i secondi. Anche questo sistema può essere
completamente manuale o più o meno automatizzato. Un altro sistema presente nelle
serre industriali adatte in particolare a determinate specie floricole, ma anche orticole
nel Nord Europa è quello dell’illuminazione artificiale, che interviene al contrario
dell’ombreggiamento in caso di scarsa illuminazione o al fine di soddisfare
determinati fabbisogni fotoperiodici.


                                                                                         20
Esistono due trend generali di sviluppo nella realizzazione delle serre. Il primo punta
verso serre semplici, con bassi consumi energetici, dove si preferisce che la coltura si
adatti all’ambiente esistente.

Il secondo trend è indirizzato invece alla costruzione di serre sofisticate, con un alto
grado di meccanizzazione e robotizzazione, dove le condizioni climatiche sono
invece adattate ai fabbisogni della coltura; queste sono le serre che troviamo più di
frequente nel Nord Europa.




                                                                                     21

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  • 1. Ambiente di coltivazione La floricoltura in ambiente protetto e le colture floricole protette Apprestamento protetto: un ambiente confinato ed isolato da quello esterno, nel quale si vengono a determinare, prevalentemente per gli apporti di energia solare, condizioni climatiche adatte alla coltivazione dei fiori e delle piante Colture Protette Si denominano “protette“ quelle colture per le quali, con l’impiego di mezzi diversi, si attua, durante l’intero loro ciclo, un condizionamento più o meno completo del clima. Tale condizionamento si rende necessario quando si vogliano coltivare 1) fiori e piante originarie da zone con clima molto diverso da quello locale e che all’aperto non potrebbero essere allevate che per brevi periodi dell’anno, 1
  • 2. 2) fiori e piante di normale coltura in piena aria, delle quali però si intenda ottenere la produzione in epoca più o meno anticipata o ritardata rispetto a quella normale, 3) quando si vogliano ottenere migliori caratteristiche qualitative. In floricoltura ci interessano le coltivazioni forzate Si attuano all’interno di particolari apprestamenti, fissi o mobili (serre, serre-tunnels) e beneficiano per l’intera durata del loro ciclo di condizioni climatiche rese artificialmente favorevoli Con la “forzatura”, le piante possono esplicare completamente la propria capacità produttiva, anche in un periodo stagionale ad esso avverso; e ciò con produzioni extrastagionali, anticipate (precoci) o ritardate (tardive). Attualmente la progettazione e costruzione di serre è regolata dalla norma UNI 13031-1:2004 I principali tipi di serre per la floricoltura In una serra riscaldata del Nord Europa si potranno quindi coltivare piante che solitamente si sviluppano in paesi dal clima tropicale; ugualmente, in serre fredde si potrà ottenere lo scopo opposto. Le serre quindi hanno la prerogativa di poter creare l'ambiente microclimatico ideale per il tipo di piante che si vuole coltivare. L'orientamento più favorevole è a est-ovest con i raggi del sole che attraversano il rivestimento formando all'interno il ben noto "effetto serra"; i raggi vengono assorbiti dalle piante e dalla copertura della serra che, imprigionandoli al suo interno, provoca un innalzamento della temperatura. Le serre sono suddivise in diverse tipologie Numerosi sono i criteri di classificazione; quelli più validi sono i seguenti: 2
  • 3. Tenendo conto dell'indirizzo colturale, le serre si raggruppano in: 1. Serre di forzatura o coltivazione. Si impiegano per la coltivazione di fiori recisi e piante da foglia e da fiore. 2. Serre di propagazione o moltiplicazione. Si impiegano per la radicazione di piante da fiore e da frutto. Tenendo conto del numero delle campate, le serre si raggruppano in: 1. Serre singole o isolate. Sono serre ad unica campata. 2. Serre accoppiate o gemellate. Sono serre a campata doppia senza parete divisoria. 3. Serre multiple. Sono serre a batteria. Tenendo conto del substrato utilizzato, le serre si raggruppano in: 1. Serre normali. Sono serre in cui si utilizza normale terreno agrario come substrato. 2. Serre per coltivazioni fuori suolo. Sono serre in cui si utilizza come substrato un materiale inerte, poroso, sterile, che si fa attraversare da una soluzione nutritiva preventivamente preparata. Ad esempio: vermiculite, perlite, pomice, lapillo lavico, lana di roccia, fibra di cocco. 3
  • 4. Tenendo conto della presenza e della tipologia dell'impianto di climatizzazione, le serre si raggruppano in: 1. Serre fredde. Non climatizzate. 2. Serre temperate. Sono serre capaci di mantenere costantemente una temperatura tra i 10°C e i 14°C nelle ore notturne. 3. Serre calde. Sono serre in grado di mantenere la temperatura notturna tra i 16 C ed i 20°C. Serre e serre tunnel SERRE Le serre vere e proprie sono invece costruzioni fisse dotate di una componente strutturale più importante rispetto ai tunnel. Non è possibile descrivere una serra tipo 4
  • 5. in quanto ne esistono numerosissime varianti; si passa infatti da semplici costruzioni realizzate con materiali e tecniche locali a notevolmente complesse di tipo industriale, altamente meccanizzate con numerosi sistemi al loro interno. Classificazione 1) caratteristiche della costruzione, 2) il materiale di copertura 3) i materiali della struttura portante. I materiali più usati per le parti strutturali sono il legno, l’acciaio e l’alluminio che si è andato sempre più diffondendo negli ultimi tempi. Il tipo di materiale usato per realizzare la struttura determina ovviamente la geometria e l’altezza massima dal momento che l’uso di materiali differenti porta ad una diversa capacità di resistere ai carichi. Le serre più alte (con altezze superiori ai 5 m) in grado di resistere quindi ai grandi carichi determinati principalmente dal vento, sono state sviluppate grazie all’impiego di materiali più resistenti. Larghezze m. 5,25 - 7,00 - 7,60 - 8,52 - 9,27 - 9,64 - 10,24 - 11,31 - 12, 46 Lunghezze Multipli di mt. 3,10 Altezza a richiesta 5
  • 6. Struttura in acciaio (Fe360, Fe430) completamente zincate a caldo • Profili portavetro in alluminio con clips in acciaio inox e relative guarnizioni in Endoflex • Sportellature di serie al colmo con una gamma di profili in alluminio con guarnizioni per consentire una chiusura perfetta. • Aperture laterali a sporgere o Ghigliottina (saliscendi) • Porte in alluminio a richiesta scorrevoli manuali o automatiche, ad ante con maniglie antipanico e molla di chiusura e portoni. • conformi alle normative vigenti del D.M. n. 19 del 16.01.1996, la quale viene garantita una portata di 140 Kg. mq. Più il peso proprio. • Installazione impianto coibentazione e ombreggio interno automatizzati con teli Svensson . • Struttura antigrandine esterna SerreTunnel Una delle tipologie maggiormente diffuse in ambiante mediterraneo è quella delle serre tunnel con struttura ad arco metallico e copertura con film plastico. all’interno è possibile il passaggio degli operatori e spesso anche dei mezzi meccanici e sono dotati di semplici aperture sui lati ottenute tramite arrotolamento del film di copertura o tramite soluzioni più complesse. Questo permette almeno parzialmente di evitare temperature e livelli di umidità eccessivi. I vantaggi maggiori di questa tipologia di strutture è sicuramente la loro semplicità ed economicità che le rende adatte specialmente a colture di basso-medio reddito e in quelle situazioni dove non si disponga di grandi capitali iniziali da poter investire. Larghezze m 8,80 ad arcata m 6 - 8 - 9 - 10 se a gamba dritta Serra tunnels e multitunnels a gamba dritta o ad arcata. 6
  • 7. Realizzati con colonne in tubo zincato a caldo, arcate in tubi di ferro zincato Sendzimir da Ø 60 e tiranti in tubo da Ø 27 singole o rinforzate gli archi vengono posizionati ogni m 1,50 o 2 • Aperture • Laterali avvolgibili o sporgere, manuali o automatizzate. • Al colmo singole o doppie, automatizzate Materiali di copertura Per quanto riguarda i materiali di copertura, il vetro tradizionalmente usato fin dalla realizzazione delle prime serre riveste ancora oggi un’importanza non trascurabile. Oltre alle tipologie classiche negli ultimi decenni sono apparse sul mercato diverse varianti. Interessanti risultano ad esempio i vetri a doppia parete, nella cui intercapedine viene inserita anidride carbonica o aria secca e che presentano ottime prestazioni ai fini dell’isolamento termico. Altrettanto interessanti appaiono i vetri in grado di schermare la radiazione dell’infrarosso lontano, grazie ad un sottile strato di ossidi metallici deposti sulla faccia esterna per mezzo dei quali è esaltato l’effetto serra. Tra le materie plastiche quelle flessibili (film plastici), hanno permesso la realizzazione di serre circolari con una migliore performance per quanto concerne la trasmissione della radiazione incidente. Tra questi i tre materiali più ricorrenti sono il polietilene (PE), Il cloruro di polivinile (PVC) e l’etilenvinilacetato (EVA). Vengono estrusi in film sottili dello spessore variabile da 0,05 a 0,20 mm e possono essere incolori o colorati (fotoselettivi). Ciascuno di questi composti presenta caratteristiche diverse. Il PVC ad esempio ha ottime caratteristiche di resa termica tuttavia non si è mai diffuso largamente in Europa a seguito di alcuni suoi difetti. 7
  • 8. L’EVA presenta caratteristiche variabili a seconda del contenuto percentuale di acetato di vinile che aumenta l’impermeabilità alla radiazione IR lontana, la trasparenza al visibile, la resistenza a rottura e perforazione ma provoca anche elasticità e sensibilità alla dilatazione. A seconda delle caratteristiche desiderate esistono quindi miscele differenti. Il PE infine ha in generale caratteristiche termiche non eccezionali ma garantisce ottima resistenza meccanica e durata, per questo risulta il più diffuso nei nostri areali anche perché meno costoso. Le materie plastiche per la produzione di lastre rigide sono altrettanto importanti e diversificate. Le più diffuse sono sicuramente il poliestere (UP), il polimetacrilato di metile (PMMA) e il policarbonato (PC). Le lastre di poliestere presentano scarsa trasparenza nel visibile tuttavia i molti aspetti positivi tra cui l’elevata resistenza meccanica, la notevole elasticità e leggerezza e una bassa conducibilità termica hanno reso questo materiale il più utilizzato e conosciuto da anni. Il polimetacrilato ha molte caratteristiche che lo renderebbero un ottimo materiale di copertura, infatti è dotato di elevata trasmittanza alla radiazione solare (addirittura superiore al vetro), ridottissima conducibilità termica, forte resistenza agli agenti atmosferici e leggerezza, ma presenta purtroppo anche scarsa durezza ed elevata suscettibilità alla dilatazione che ne ridimensionano notevolmente il suo valore. Copertura • Copertura e Aperture laterali in doppio nylon Patilux Eva 33 mesi (trasparente o bianco avorio) il cui montaggio viene effettuato con profili in alluminio con relative plastiche; 8
  • 9. Copertura, testate e parti fisse e aperture (secondo richiesta) in FILON VITA (ondulato) a base di vetroresina trattato o in ONDEX in P.V.C. trasparente o colorato bianco, verde, grigio; • Copertura, testate e parti fisse e aperture in POLICARBONATO 9
  • 10. Materiali da copertura per serre La scelta del materiale più idoneo alla serra che vogliamo coprire è una cosa molto importante, ogni materiale ha delle caratteristiche proprie, conoscere e saper scegliere quello che più è giusto alle nostre condizioni climatiche ed aspettative vuol dire essere a metà dell'opera. In questa pagina vengono spiegati e dettagliati i vari materiali maggiormente usati per coprire le nostre serre... I materiali da copertura si suddividono in 2 tipologie: • film plastici • lastre rigide Esistono inoltre lastre semirigide, per serre a tunnel o con archi e curvature, ma usate raramente in quanto viene preferito il film plastico. L'effetto Serra. Le nostre piante traggono la loro energia dalla luce (spettro solare visibile λ=360-760 nm), assorbendo le lunghezze d'onda comprese tra 400nm e 700nm e in particolare: • regioni del blu: clorofilla a (430nm), clorofilla b (480nm) carotenoidi (400- 500nm) • regioni del rosso: clorofilla a (660nm), clorofilla b (650nm) Per l'attività biologica sono necessarie radiazioni dello spettro invisibile infrarosso (IR), in particolare infrarossi ad onde medie (IRM) e infrarossi ad onde corte (IRC) con lunghezze d'onda comprese fra 1.200 e 2.500 nm. Ogni oggetto irradiato da IRC e IRM riemette infrarossi ad onde lunghe calorifiche (IRL) lunghezza d'onda compresa da 2.500 ed oltre 15.500nm. L'effetto serra è la capacita dei materiali da copertura trasparenti di farsi attraversare da IRC e IRM (onde non calorifiche) e di trattenere all'interno della serra le radiazioni IRL, creando così un microclima controllato. I materiali da copertura devono avere queste caratteristiche: • assorbimento delle radiazioni in entrata (IRC e IRM) • trattenimento delle radiazioni in uscita (IRL) I film plastici 10
  • 11. Pro: • economici • leggeri e sottili, in commercio da 0,05 a 0,20 mm • richiedono strutture più leggere e quindi meno costose • maneggevoli • richiedono poca manutenzione • incolori o colorati (fotoselettivi) Contro: • durata limitata I maggiormente usati sono: • cloruro di polivinile (PVC) • polietilene (PE) • etilenvinilacetato (EVA) Polietilene (PE) Si tratta di un polimero fabbricato in film, il più usato per coprire le serre in Italia. In commercio è disponibile fino a 18mt di larghezza. Pro: • economico • poco deformabile nel tempo • ottime radiazioni in entrata, ma che cambiano in base allo spessore del film. Contro: • bassa durata • Dispersione del calore (non trattiene IRL) Si sconsiglia l'uso di polietilene a bassa densità (PEBD-LDPE), sono più luminosi, ma trattengono meno calore (meno effetto serra), a meno che non siano trattati con additivanti. Cloruro di polivinile (PVC) 11
  • 12. Si tratta di un polimero fabbricato in film, addittivato con sostanze stabilizzanti che aumentano resistenza e flessibilità. In commercio è disponibile anche anticondensa e anticondensa a lunga durata. Pro: • radiazioni in entrata 90% • radiazioni in uscita 32% Contro: • deformazione (necessita di essere messo in trazione spesso) • rotture da forte vento Etil vinile acetato (EVA) Materiale intermedio tra PE e PVC, ha caretteristiche ottimali per radiazioni in entrata e in uscita, ottimo effetto serra. Pro: • radiazioni in entrata ottime • radiazioni in uscita minime (trattiene IRL per un maggior effetto serra) • ottima resistenza agli UV • anticondensa • quasi indeformabile • Lunghissima durata (garantido fino a 33 mesi) Contro: • costo elevato rispetto ad altri film plastici In commercio esistono varie tipologie di EVA, il migliore è senza dubbio il "multieva" prodotto da EIFFEL Le lastre rigide Pro: • lunga durata • ottima resistenza agli UV • ottima resistenza alle intemperie 12
  • 13. rigidi • buone radiazioni in entrata • dispersione termica minore rispetto a qualsiasi altra copertura • semplice assemblaggio • richiedono poca manutenzione Contro: • costo elevato • diminuzione della trasparenza (solo in alcuni tipi) • formazione di alghe sui pannelli I maggiormente usati sono: • policarbonato alveolare • polimetilmetalacrilato(vedril)(PMMA)(plexiglass) • vetro Policarbonato alveolare (PCA) Il policarbonato è un poliestere dell'acido carbonico. Viene venduto in pannelli di vario spessore e ha la peculiarità di presentare delle camere d'aria all'interno che lo rendono particolarmente isolante. Spesso viene usato in alternativa al vetro a causa della sua leggerezza, facilità di montaggio e resistenza alle intemperie. Pro: • peso (circa 10 volte meno del vetro) • resistenza alle intemperie • elevato punto di rottura • buona durata (perdita di trasparenza del 10% in 5 anni) i nuovi pannelli anti UV garantiscono la trasparenza per 10 anni. • bassa dispersione termica (la più bassa rispetto alle altre coperture) Contro: • costo elevato • elevata dilatazione dovuta al calore • minor trasparenza alle PAR (photosynthetically active radiation) rispetto alle altre coperture (a seconda del tipo da 78-89%) Polimetilmetacrilato (PMMA) (Plexiglas) E' un polimero del metalacrilato di metile (MMA) che viene usato in alternativa al vetro per le sue peculiari caratteristiche. 13
  • 14. Pro: • radiazione in entrata ottima (IRC IRM) • radiazione fotosinteticamente attiva (PAR photosynthetically active radiation), più del vetro • radiazione in uscita (IRL) 2% circa • buona rigidità (punto di rottura inferiore al policarbonato ma superiore al vetro) • scarsa conducibilità del calore • ottima durata (15 anni) • di facile montaggio Contro: • costo molto elevato • necessitano pannelli di elevato spessore (10mm) per una bassa conducibilità termica (pari al PCA da 4mm) • peso elevato • elevata dilatazione dovuta al calore Nomi commerciali: Acrivill, Deglas, Limacryl, Lucite, Oroglas, Perclax, Perspex, Plexiglas, Resartglass, Vitroflex e Trespex. Vetro Ne esitono di varie tipologie e spessore a seconda dell'uso che si intende farne. Oltre al normale vetro esiste per esempio il vetro retinato che posside un punto di rottura più elevato del normale vetro. La migiore tecnologia oggi in commercio è il vetro "hortiplus" che presenta sulla faccia esterna un sottilissimo foglio di ossido di stagno. Questo abbassa pesantemente la capacità di trasmettere calore all'esterno al punto da essere paragonabile a un doppio vetro con intercapedine di 6mm. (stima su pannelli da 4mm) Pro: • radiazione in entrata ottima (IRC IRM) • radiazione fotosinteticamente attiva (PAR photosynthetically active radiation) 91% circa • radiazione in uscita (IRL) 1% circa • lunghissima durata • indeformabile nel tempo • costo non eccessivamente elevato Contro: 14
  • 15. fragilità • peso (10 volte più del PCA) • difficoltà di montaggio • pulizia superficie esterna periodica 15
  • 16. Impianti di riscaldamento più utilizzati in floricoltura 1 impianti a termosifone A circolazione forzata di acqua calda 2 generatori di aria calda anche con canalizzazione con guaine di plastica, con fori, lunghi anche sino a 50m Regolazione e controllo della temperatura Possibilmente automatica: tempestività e massima economia di funzionamento Il termostato ambiente è il mezzo comunemente impiegato per regolare automaticamente l’accensione dell’impianto I sistemi elettronici si stanno diffondendo rapidamente Come è possibile conseguire risparmi di energia del 20-30% 1 ACCUMULO TERMICO SERALE: il controllo elettronico attiva la chiusura anticipata delle finestrature per realizzare un accumulo termico di 2-3°C 2 ATTUAZIONE DI REGIMI TERMICI DIFFERENZIATI DURANTE LA NOTTE Si suddivide la notte in due periodi: un primo breve ad alte T per favorire il trasferimento degli elaborati , ed uno più lungo a basse T 3 CONTENIMENTO DELLA U.R. NOTTURNA Con interventi limitati di riscaldamento, inserendo una breve fase di ventilazione, dopo la fase pomeridiana di accumulo- Riscaldamento basale Riscaldamento del substrato a mezzo di tubazioni ad acqua calda . Si usa nei bancali di radicazione e nella coltivazione di piante ornamentali 16
  • 17. RAFFRESCAMENTO Eliminare l’eccesso di T o prevenirne l’aumento Sistemi per contenere la T in serra: - ombreggiamento (tinteggiatura con miscuglio di calce e gesso in esterno; reti ombreggianti in plastica al 30, 50 e 70% in esterno; tessuto non tessuto di fibre plastiche per ombreggiamento interno) - ventilazione naturale e /o forzata (apertura delle sportellature laterali e di colmo con effetto camino) - evaporazione di acqua : con ventilatore elicoidale impiegato per il ricambio dell’aria in un impianto di raffreddamento tipo cooling, sulla parete opposta della serra si trova un pannello poroso mantenuto costantemente umido 17
  • 18. UMIDIFICAZIONE Si ricorre essenzialmente nel periodo estivo quando l’UR in serra raggiunge valori molto bassi - impianti di umidificazione ad acqua compressa o a vapore con apposita rete di distribuzione Indirizzi colturali e caratteristiche delle serre Fiori recisi (rosa, crisantemo e gerbera) Piante in vaso da fogliame e da fiore Serre per orchidee Nella coltivazione in serra i risultati migliori si possono conseguire soltanto attraverso un contemporaneo ed armonico condizionamento del duplice ambiente in cui le piante svolgono la loro attività vitale. Bisognerà quindi conoscere con la maggiore esattezza possibile, da un lato le caratteristiche fisiche e climatiche del terreno e la sua dotazione di elementi nutritivi (azoto, fosforo, potassio, ecc.), dall’altro il microclima della zona, in modo da sapere quanti siano gli elementi climatici ed i loro fattori limitanti che per mezzo della serra è necessario modificare o “condizionare”. Questo condizionamento potrà così riguardare: la temperatura dell’aria e del terreno il grado igrometrico dell’aria (umidità relativa) - la “qualità”, intensità e durata della luce - il tenore di anidride carbonica (CO 2 ) dell’aria. L’interazione di tali fattori regola il processo fotosintetico delle piante. Benchè la modificazione dei primi due elementi influisca in modo preminente sulla 18
  • 19. climatizzazione di una serra, anche la variazione degli altri assume rilevante importanza per non poche coltivazioni. L’essenziale è che tutti i fattori climatici siano fatti variare non incontrollatamente, ma secondo precisi rapporti, in modo da renderli perfettamente rispondenti alle esigenze della coltura. Tali esigenze possono essere diverse, oltre che da specie a specie e da varietà a varietà, anche per piante della stessa varietà, in rapporto allo stadio di sviluppo, alle finalità della coltura (allevamento, moltiplicazione, radicazione, ecc.), alle esigenze fito-sanitarie, al tipo di prodotto ed all’epoca in cui lo si intende conseguire. I criteri di scelta dei rapporti per ottenere la migliore climatizzazione debbono ovviamente derivare da una esatta conoscenza delle condizioni termiche, igrometriche, ecc. ritenute ottimali per ciascuna specie e varietà. La “climatizzazione” ovvero il “controllato condizionamento del clima” potrà essere effettuata tanto più affinatamente quanto migliori saranno le caratteristiche costruttive della serra e più completa la sua dotazione di efficienti impianti sussidiari (riscaldamento, umidificazione, carbonicazione, ecc.). Le serre vere e proprie possono essere dotate di svariati sistemi tra i quali quelli per il controllo climatico, per l’irrigazione, la fertilizzazione, i trattamenti fitosanitari, l’arricchimento della CO2, la cui complessità come ricordato in precedenza è ovviamente variabile in dipendenza delle esigenze della coltura e delle disponibilità finanziarie. I sistemi interni per il controllo climatico possono essere svariati, comprendendo quelli atti a regolare la temperatura, l’umidità, e la radiazione incidente sulla coltura. Tra questi quello che sicuramente riveste l’importanza maggiore ed è più di frequente presente è il sistema di climatizzazione. Esistono sistemi complessi che garantiscono un controllo costante del regime termico e impianti più semplici, cosiddetti “di soccorso” (talvolta presenti anche nei tunnel), 19
  • 20. che intervengono invece solo in caso di bisogno evitando blocchi della crescita o addirittura solo alla soglia del danno alla coltura. Per aumentare la temperatura dell’ambiente interno alla serra è possibile utilizzare varie fonti energetiche quali quelle geotermiche (ove disponibili), eventuali reflui industriali, l’energia solare, o più comunemente i combustibili. Differenti fonti energetiche ovviamente implicano anche forti differenze, negli impianti presenti all’interno della serra, per la distribuzione del calore. Per la riduzione delle temperature invece la tecnica maggiormente diffusa è quella della ventilazione, attraverso un apposito sistema di finestre posizionate sul tetto e/o sulle pareti laterali. La ventilazione permette contemporaneamente alla riduzione degli eccessi di temperatura, l’abbassamento dell’umidità dell’aria e il riequilibrio della concentrazione di CO2, che talvolta all’interno raggiunge livelli troppo bassi per una buona attività fotosintetica della coltura (se non è presente un sistema di arricchimento). Anche le finestre per la ventilazione possono presentare livelli di complessità variabili passando da semplici finestre ‘fatte a mano’ con apertura manuale, ad estremamente complesse e a controllo computerizzato nelle serre industriali. Qui sono spesso presenti sistemi automatici di apertura controllati da unità di controllo climatico che regolano numerosi parametri: temperatura, umidità, ventosità, etc. Un altro sistema per il controllo del clima molto diffuso è quello per l’ombreggiamento che consente di ridurre l’irraggiamento solare all’interno della serra quando la radiazione solare risulta eccessiva; la tecnica può essere attuata con schermi esterni o interni. I primi sono i più efficaci ma più complessi nel montaggio; vengono per questo motivo preferiti i secondi. Anche questo sistema può essere completamente manuale o più o meno automatizzato. Un altro sistema presente nelle serre industriali adatte in particolare a determinate specie floricole, ma anche orticole nel Nord Europa è quello dell’illuminazione artificiale, che interviene al contrario dell’ombreggiamento in caso di scarsa illuminazione o al fine di soddisfare determinati fabbisogni fotoperiodici. 20
  • 21. Esistono due trend generali di sviluppo nella realizzazione delle serre. Il primo punta verso serre semplici, con bassi consumi energetici, dove si preferisce che la coltura si adatti all’ambiente esistente. Il secondo trend è indirizzato invece alla costruzione di serre sofisticate, con un alto grado di meccanizzazione e robotizzazione, dove le condizioni climatiche sono invece adattate ai fabbisogni della coltura; queste sono le serre che troviamo più di frequente nel Nord Europa. 21