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       Report sul libro di Kipp Bodnar e Jeffrey L. Cohen, Social
                    Media B2B, Hoepli, Milano, 2013




Sommario


Utilizzare i social media per generare contatti qualificati................................................................................... 2
   Perché utilizzare i social media per la lead generation?................................................................................ 2
La centralità dei contenuti.................................................................................................................................. 3
   Oltre ai contenuti, call-to-action e landing page............................................................................................. 3
L’importanza dell’analisi dei dati........................................................................................................................ 4




                                                                              1
Social media B2B – Febbraio 2013
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Perché il social media marketing è adatto alle aziende B2B
Il libro di Bodnar e Cohen si propone anzitutto di sfatare il mito, secondo cui il social media marketing non
sarebbe adatto alle aziende B2B (business-to-business).
Bodnar e Cohen sostengono, che la comunicazione attraverso i social media è particolarmente adatta alle
aziende B2B, perché esse hanno:
•   Una comprensione chiara dei propri interlocutori (partner, rivenditori, utilizzatori, ecc.)
•   Una conoscenza approfondita del settore di appartenenza
•   Vendite basate su relazioni di medio-lungo periodo
•   Una lunga consuetudine a raccontare l’azienda e a produrre contenuti per informare i propri interlocutori
•   L’esigenza di generare ricavi più alti a partire da budget marketing più bassi.

Utilizzare i social media per generare contatti qualificati
Obiettivo del libro di Bodnar e Cohen è insegnare a utilizzare in modo integrato i social media per generare
contatti qualificati (lead generation).
Per social media vanno intesi in particolare: il blog integrato all’interno del sito / dominio aziendale, i profili e
le pagine aziendali su LinkedIn, Twitter, Facebook e YouTube, l’e-mail marketing (in particolare la newsletter
aziendale), nonché l’ottimizzazione del sito / blog per i dispositivi mobili (smartphone, tablet, iPhone, iPad,
ecc.).
Per contatto qualificato va intesa una persona “con la mano alzata”, interessata ai prodotti / servizi
dell’azienda.

Perché utilizzare i social media per la lead generation?
Nelle pagine introduttive, Bodnar e Cohen affermano, che in particolare le aziende B2B hanno l’esigenza di
generare ricavi più alti a partire da budget marketing più bassi, ovvero di massimizzare il ROI (Return on
Investment), dato dal rapporto fra costo di acquisizione del cliente e valore totale del cliente.
Bodnar e Cohen sostengono che, nel medio-lungo periodo, il social media marketing può non solo
incrementare il volume di contatti qualificati, ma anche ridurre il costo di acquisizione del cliente.
L’ottenimento di entrambi i risultati si basa sulla funzione e sul valore, che i contenuti hanno all’interno dei
social media come elemento chiave per far “alzare la mano” all’interlocutore dell’azienda.
Produzione e pubblicazione dei contenuti rappresentano un costo per l’azienda, al pari di altri investimenti
marketing.
Ma, a differenza delle fonti a pagamento (per esempio quelle pubblicitarie), che smettono di generare
contatti qualificati una volta esaurito il budget, i contenuti pubblicati sui social media si propagano nel
medio-lungo termine, svincolati dal budget di produzione e pubblicazione iniziale. Essi rappresentando
quindi una rendita, che fa scendere progressivamente il costo di acquisizione del cliente. Scrivono Bodnar e
Cohen: “I social media funzionano come una rendita: fanno crescere esponenzialmente il volume del traffico
e i lead nel corso del tempo”.
Inoltre, un’azienda in grado di generare lead “organici” (cioè non provenienti da fonti a pagamento),
spenderà tendenzialmente meno per acquistare spazi sui media.




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Social media B2B – Febbraio 2013
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La centralità dei contenuti
Il social media marketing B2B è alimentato dai contenuti, che – in prima battuta – illustrano all’interlocutore
problematiche, novità, tendenze e best practice di settore.
Il risultato è un interlocutore informato sul settore, ma anche sui problemi che i prodotti / servizi dell’azienda
si propone di risolvere.
E un interlocutore informato parte avvantaggiato nel percorso, che lo dovrebbe portare da contatto
qualificato a cliente e a cliente fidelizzato.

Oltre ai contenuti, call-to-action e landing page
Nell’acquisizione di contatti qualificati tramite i social media entrano in gioco altri due fattori, oltre ai
contenuti: le call-to-action e le landing page.
Ecco nel dettaglio l’interazione fra i tre fattori secondo Bodnar e Cohen:
•   Contenuti generali
    •   I contenuti di base hanno l’obiettivo di interessare l’interlocutore al punto di vista dell’azienda
    •   Con i propri contenuti di base l’azienda dovrebbe puntare a diventare la migliore rivista di settore
        nel proprio comparto
        •   I contenuti di base possono riguardare, per esempio: novità e tendenze di settore, best practice,
            interviste a leader, reportage da eventi, rassegne stampa, questionari e sondaggi, ecc.
            •   Nella pubblicazione dei contenuti andrebbe quindi mantenuto un certo equilibrio fra link a
                landing page (1), post su prodotti / servizi aziendali (4), link a contributi di parti terze (10)
            •   Fondamentale, per mantenere alto il livello di coinvolgimento degli interlocutori e generare
                volumi importanti di contenuti, è la frequenza di pubblicazione (almeno da 1 a 3 volte la
                settimana)
    •   I contenuti di base, come quelli di approfondimento (vd. sotto), dovrebbero ruotare intorno alle
        principali parole chiave rilevanti per l’azienda
        •   Le principali parole chiave dovrebbero essere al massimo 50 e confluire all’interno di una lista
            unica, su cui incentrare le attività di SEO (Search Engine Optimization) e di presenza sui social
            media
    •   Per essere efficaci, i contenuti di base dovrebbero generare valore aggiunto per l’interlocutore,
        presentando problemi comuni e prospettando le soluzioni offerte dall’azienda
    •   Per essere indicizzati e posizionati opportunamente, i contenuti dovrebbero raggiungere anche una
        certa massa critica (ideale è un sito di 300 pagine o più)
    •   Per aumentarne la redditività, i contenuti di base dovrebbero essere comunicati su tutti i social media
        dell’azienda; all’interlocutore andrebbe inoltre data la possibilità di condividerne il link attraverso i
        propri social media, di inviarne il link via e-mail e di stamparli
        •   Accrescere il coinvolgimento degli interlocutori e quindi la diffusione dei contenuti significa
            moltiplicare la possibilità, che essi si trasformino nel tempo in generatori di contatti qualificati
    •   I contenuti di base, come quelli di approfondimento (vd. sotto), possono presentarsi sotto forma di
        post sul blog aziendale, e-book, webinar, video, ecc.
•   Call-to-action




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    •   Ogni contenuto generale contiene una call-to-action esplicita, che invita l’interlocutore a compiere una
        determinata azione
        •   Per esempio: registrarsi per accedere a contenuti specifici o per iscriversi alla newsletter; cliccare
            sul bottone “Mi piace” della pagina aziendale su Facebook, ecc.
•   Landing page
    •   Ogni call-to-action rimanda a una landing page specifica, che permette all’utente di compiere l’azione
        esplicitata
            •   L’azione trasforma l’utente in contatto qualificato
•   Contenuti specifici
    •   I contenuti di approfondimento sono più incentrati sui prodotti / servizi proposti dall’azienda
        •   Per esempio: consulenze gratuite (valutazioni dei problemi che i prodotti e servizi dell’azienda si
            propongono di risolvere), demo, versioni di prova.

L’importanza dell’analisi dei dati
Bodnar e Cohen sottolineano infine l’importanza dell’analisi dei dati, per verificare non solo quali contenuti
generano più traffico, ma anche qual è il rapporto fra traffico e generazione di contatti qualificati.
Obiettivo è concentrarsi sulla produzione di contenuti “che funzionano”, che siano cioè in grado di generare
lead e di abbassare i costi di acquisizione dei nuovi clienti.




Autore: Petra Dal Santo (dalsanto@keanet.it)
www.keanet.it
http://blog.keanet.it/




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Social media B2B – Febbraio 2013

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  • 1. Kea s.r.l. | Via Strà, 102 | 37042 Caldiero (VR) Tel. / Fax: +39 045 6152381 Web: www.keanet.it | E-mail: info@keanet.it Report sul libro di Kipp Bodnar e Jeffrey L. Cohen, Social Media B2B, Hoepli, Milano, 2013 Sommario Utilizzare i social media per generare contatti qualificati................................................................................... 2 Perché utilizzare i social media per la lead generation?................................................................................ 2 La centralità dei contenuti.................................................................................................................................. 3 Oltre ai contenuti, call-to-action e landing page............................................................................................. 3 L’importanza dell’analisi dei dati........................................................................................................................ 4 1 Social media B2B – Febbraio 2013
  • 2. Kea s.r.l. | Via Strà, 102 | 37042 Caldiero (VR) Tel. / Fax: +39 045 6152381 Web: www.keanet.it | E-mail: info@keanet.it Perché il social media marketing è adatto alle aziende B2B Il libro di Bodnar e Cohen si propone anzitutto di sfatare il mito, secondo cui il social media marketing non sarebbe adatto alle aziende B2B (business-to-business). Bodnar e Cohen sostengono, che la comunicazione attraverso i social media è particolarmente adatta alle aziende B2B, perché esse hanno: • Una comprensione chiara dei propri interlocutori (partner, rivenditori, utilizzatori, ecc.) • Una conoscenza approfondita del settore di appartenenza • Vendite basate su relazioni di medio-lungo periodo • Una lunga consuetudine a raccontare l’azienda e a produrre contenuti per informare i propri interlocutori • L’esigenza di generare ricavi più alti a partire da budget marketing più bassi. Utilizzare i social media per generare contatti qualificati Obiettivo del libro di Bodnar e Cohen è insegnare a utilizzare in modo integrato i social media per generare contatti qualificati (lead generation). Per social media vanno intesi in particolare: il blog integrato all’interno del sito / dominio aziendale, i profili e le pagine aziendali su LinkedIn, Twitter, Facebook e YouTube, l’e-mail marketing (in particolare la newsletter aziendale), nonché l’ottimizzazione del sito / blog per i dispositivi mobili (smartphone, tablet, iPhone, iPad, ecc.). Per contatto qualificato va intesa una persona “con la mano alzata”, interessata ai prodotti / servizi dell’azienda. Perché utilizzare i social media per la lead generation? Nelle pagine introduttive, Bodnar e Cohen affermano, che in particolare le aziende B2B hanno l’esigenza di generare ricavi più alti a partire da budget marketing più bassi, ovvero di massimizzare il ROI (Return on Investment), dato dal rapporto fra costo di acquisizione del cliente e valore totale del cliente. Bodnar e Cohen sostengono che, nel medio-lungo periodo, il social media marketing può non solo incrementare il volume di contatti qualificati, ma anche ridurre il costo di acquisizione del cliente. L’ottenimento di entrambi i risultati si basa sulla funzione e sul valore, che i contenuti hanno all’interno dei social media come elemento chiave per far “alzare la mano” all’interlocutore dell’azienda. Produzione e pubblicazione dei contenuti rappresentano un costo per l’azienda, al pari di altri investimenti marketing. Ma, a differenza delle fonti a pagamento (per esempio quelle pubblicitarie), che smettono di generare contatti qualificati una volta esaurito il budget, i contenuti pubblicati sui social media si propagano nel medio-lungo termine, svincolati dal budget di produzione e pubblicazione iniziale. Essi rappresentando quindi una rendita, che fa scendere progressivamente il costo di acquisizione del cliente. Scrivono Bodnar e Cohen: “I social media funzionano come una rendita: fanno crescere esponenzialmente il volume del traffico e i lead nel corso del tempo”. Inoltre, un’azienda in grado di generare lead “organici” (cioè non provenienti da fonti a pagamento), spenderà tendenzialmente meno per acquistare spazi sui media. 2 Social media B2B – Febbraio 2013
  • 3. Kea s.r.l. | Via Strà, 102 | 37042 Caldiero (VR) Tel. / Fax: +39 045 6152381 Web: www.keanet.it | E-mail: info@keanet.it La centralità dei contenuti Il social media marketing B2B è alimentato dai contenuti, che – in prima battuta – illustrano all’interlocutore problematiche, novità, tendenze e best practice di settore. Il risultato è un interlocutore informato sul settore, ma anche sui problemi che i prodotti / servizi dell’azienda si propone di risolvere. E un interlocutore informato parte avvantaggiato nel percorso, che lo dovrebbe portare da contatto qualificato a cliente e a cliente fidelizzato. Oltre ai contenuti, call-to-action e landing page Nell’acquisizione di contatti qualificati tramite i social media entrano in gioco altri due fattori, oltre ai contenuti: le call-to-action e le landing page. Ecco nel dettaglio l’interazione fra i tre fattori secondo Bodnar e Cohen: • Contenuti generali • I contenuti di base hanno l’obiettivo di interessare l’interlocutore al punto di vista dell’azienda • Con i propri contenuti di base l’azienda dovrebbe puntare a diventare la migliore rivista di settore nel proprio comparto • I contenuti di base possono riguardare, per esempio: novità e tendenze di settore, best practice, interviste a leader, reportage da eventi, rassegne stampa, questionari e sondaggi, ecc. • Nella pubblicazione dei contenuti andrebbe quindi mantenuto un certo equilibrio fra link a landing page (1), post su prodotti / servizi aziendali (4), link a contributi di parti terze (10) • Fondamentale, per mantenere alto il livello di coinvolgimento degli interlocutori e generare volumi importanti di contenuti, è la frequenza di pubblicazione (almeno da 1 a 3 volte la settimana) • I contenuti di base, come quelli di approfondimento (vd. sotto), dovrebbero ruotare intorno alle principali parole chiave rilevanti per l’azienda • Le principali parole chiave dovrebbero essere al massimo 50 e confluire all’interno di una lista unica, su cui incentrare le attività di SEO (Search Engine Optimization) e di presenza sui social media • Per essere efficaci, i contenuti di base dovrebbero generare valore aggiunto per l’interlocutore, presentando problemi comuni e prospettando le soluzioni offerte dall’azienda • Per essere indicizzati e posizionati opportunamente, i contenuti dovrebbero raggiungere anche una certa massa critica (ideale è un sito di 300 pagine o più) • Per aumentarne la redditività, i contenuti di base dovrebbero essere comunicati su tutti i social media dell’azienda; all’interlocutore andrebbe inoltre data la possibilità di condividerne il link attraverso i propri social media, di inviarne il link via e-mail e di stamparli • Accrescere il coinvolgimento degli interlocutori e quindi la diffusione dei contenuti significa moltiplicare la possibilità, che essi si trasformino nel tempo in generatori di contatti qualificati • I contenuti di base, come quelli di approfondimento (vd. sotto), possono presentarsi sotto forma di post sul blog aziendale, e-book, webinar, video, ecc. • Call-to-action 3 Social media B2B – Febbraio 2013
  • 4. Kea s.r.l. | Via Strà, 102 | 37042 Caldiero (VR) Tel. / Fax: +39 045 6152381 Web: www.keanet.it | E-mail: info@keanet.it • Ogni contenuto generale contiene una call-to-action esplicita, che invita l’interlocutore a compiere una determinata azione • Per esempio: registrarsi per accedere a contenuti specifici o per iscriversi alla newsletter; cliccare sul bottone “Mi piace” della pagina aziendale su Facebook, ecc. • Landing page • Ogni call-to-action rimanda a una landing page specifica, che permette all’utente di compiere l’azione esplicitata • L’azione trasforma l’utente in contatto qualificato • Contenuti specifici • I contenuti di approfondimento sono più incentrati sui prodotti / servizi proposti dall’azienda • Per esempio: consulenze gratuite (valutazioni dei problemi che i prodotti e servizi dell’azienda si propongono di risolvere), demo, versioni di prova. L’importanza dell’analisi dei dati Bodnar e Cohen sottolineano infine l’importanza dell’analisi dei dati, per verificare non solo quali contenuti generano più traffico, ma anche qual è il rapporto fra traffico e generazione di contatti qualificati. Obiettivo è concentrarsi sulla produzione di contenuti “che funzionano”, che siano cioè in grado di generare lead e di abbassare i costi di acquisizione dei nuovi clienti. Autore: Petra Dal Santo (dalsanto@keanet.it) www.keanet.it http://blog.keanet.it/ 4 Social media B2B – Febbraio 2013